PROGRAMMA ELETTORALE 2016 - Link Studenti Indipendenti BOLOGNA

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Siamo gli studenti che non vogliono rassegnarsi a vivere l’università passivamente, ma attivarsi, decidere e cambiare per la la propria università e per i propri diritti. FACCIAMOCI SENTIRE: NON PER NOI MA PER TUTTI. E’ il tempo di entrare in scena, di diventare i protagonisti del cambiamento. E occorrono l’intelligenza, l’entusiasmo e la forza di tante e tanti, così da essere gli agenti principali di questa trasformazione. IL 18 E 19 MAGGIO noi ci stiamo per il rinnovo della rappresentanza studentesca universitaria! #eiocisto

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CHI SIAMO? Siamo le studentesse e gli studenti indipendenti di questo ateneo.

Siamo indipendenti perché non siamo legati a lobby di potere o a partiti di governo. Siamo indipendenti perché analizziamo con pensiero critico i temi che ci riguardano

da vicino: didattica, valutazione, diritto allo studio e tutto ciò che da studenti e cittadini ci circonda; lo facciamo senza prese di posizioni guidate dall’alto o da chi ha

distrutto l’università pubblica e il nostro futuro. Da tempo ci siamo organizzati per discutere dei problemi che viviamo

quotidianamente e per costruire proposte alternative. In questi pochi anni di vita abbiamo rivendicato maggiore trasparenza per il nostro ateneo, richiesto fondi per il

diritto allo studio, riottenuto le borse per tanti studenti che le avevano perse a causa del nuovo calcolo Isee. Abbiamo costruito tanti momenti di didattica

alternativa e seminariale, portando all’interno dell'ateneo e delle facoltà dibattiti su tanti temi d’attualità e non solo.

Abbiamo attivato tanti momenti di confronto e socialità alternativa negli spazi universitari. Ci siamo fatti portatori delle istanze di tante e tanti studenti.

Adesso ci vogliamo confrontare con l'appuntamento delle elezioni universitarie. Anche all’interno dei luoghi decisionali, infatti, vogliamo portare le nostre proposte, la voce dei tanti che non si sentono rappresentati, che non hanno mai avuto notizia

dei rappresentanti in questo ateneo, che vogliono il cambiamento, non più lobby che detengono pezzi di potere. Vogliamo lavorare dentro e fuori gli organi per i diritti di

tutte e tutti.

Siamo gli studenti che non vogliono rassegnarsi a vivere l’università passivamente, ma attivarsi, decidere e cambiare per la la propria università e per i propri diritti.

Prendiamo parola, dal basso, tutti insieme.

FACCIAMOCI SENTIRE: NON PER NOI MA PER TUTTI. Liberiamo spazi di democrazia e partecipazione,

come abbiamo fatto fino ad ora e come continueremo a fare. E’ il tempo di entrare in scena, di diventare i protagonisti del cambiamento.

E occorrono l’intelligenza, l’entusiasmo e la forza di tante e tanti, così da essere gli agenti principali di questa trasformazione.

Il 18 e 19 maggio noi ci stiamo per il rinnovo

della rappresentanza studentesca universitaria! #EIOCISTO

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PROGRAMMA

ELETTORALE

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ü Didattica e Valutazione UNA DIDATTICA PER QUALE STUDENTE? La critica principale emersa sull’attuale sistema didattico è incentrata sui contenuti. Sono infatti i contenuti che caratterizzano i nostri corsi di studio ed è a partire dai contenuti che noi costruiamo il nostro pensiero. In secondo luogo vi è l’approccio a tali contenuti, come il professore li impartisce, come lo studente li deve studiare, che cosa e in che modo viene valutato.

Rarissimi sono i corsi in cui viene incentivata l’elaborazione critica e sempre rarissimi quelli in cui gli studenti sono messi nelle condizioni di confrontarsi tra loro per poi includere questi fattori all’interno della valutazione finale. Osserviamo invece che sempre più viene favorito un tipo di lezione frontale che spegne l’entusiasmo, allontana gli studenti l’uno dall’altro e dissuade dal porsi domande. Questa, d’altronde, è una delle soluzioni più facili, insieme al numero chiuso, per cercare di risolvere il problema del sovraffollamento delle aule. A completare il quadro vi è la progressiva riduzione del numero di appelli e la svalorizzazione del lavoro di tesi di laurea, che rappresenta a volte l’unica possibilità di personalizzare la propria carriera.

VALUTAZIONE E VALORE Di pari passo alla standardizzazione dei saperi, vi è la valutazione performativa dello studente. La predilezione di compiti scritti, addirittura attraverso prove a crocette, a scapito dei colloqui orali che possano fungere da ulteriore momento di crescita, l’accentuazione della competizione tra individui a sacrificare un’ottica collaborativa di confronto collettivo, un’unica seduta d’esame invece che prove di verifica in itinere: questi elementi costringono lo studente a isolarsi, distogliere l’attenzione dal contenuto e dalla critica del contenuto e focalizzarsi su come incrementare la propria performance all’esame.

Una delle questioni principali è inoltre quella relativa al sapere unico e alla mancanza di stimoli al pensiero critico nei confronti degli studenti. Pur essendo una problematica che non ha un peso uguale in tutti i dipartimenti (nell’area scientifica è meno sentita per motivi ovvi), in generale il sapere risulta essere standardizzato.

Non viene incoraggiata, né valutata, la personalizzazione del percorso didattico né l’opinione degli studenti circa gli argomenti trattati nei corsi.

In ultimo, è stata fatta una riflessione sulla disponibilità del materiale, che potrebbe essere ampliata in due sensi: in primis, fornendo più di ciò che serve per ottenere una certa valutazione; poi, svincolando i lavori dei docenti dai diritti d’autore e facilitare così gli studenti nell’accedere al materiale.

• fondo di investimento partecipato per: (a) attivazione di corsi/seminari con CFU co-gestito docenti/studenti; (b) chiamata di professori di altri atenei italiani o internazionali all’interno di corsi preesistenti.

• attivazione di corsi/seminari a CFU tenuti da professori in pensione a costo zero per il bilancio su argomenti concordati con gli studenti.

• istituire la prassi della valutazione narrativa dei corsi, ovvero un incontro specifico tra docenti, studenti e rappresentanti per discutere di eventuali criticità sui contenuti o l’organizzazione del corso. Questo può essere affiancato, eventualmente, da indagini, come interviste, per rilevare direttamente le problematiche. Lo strumento dei questionari è per sua natura limitato e, benché

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ricopra un ruolo importante in fase di riesame dei corsi, tutt’al più evidenza i problemi; le soluzioni, invece, andrebbero discusse insieme agli studenti.

• istituire la prassi della valutazione in itinere, che può tradursi nelle prove parziali, ove non presenti, o, ancor meglio, qualora possibile, in lavori di gruppo quanto meno compilativi e più maturi. Affrontare gli argomenti del corso con degli approfondimenti serve a dare molteplici prospettive attraverso le quali gli studenti possano affrontare in maniera critica e costruttiva i contenuti e produrre degli elaborati significativi da mettere a disposizione di tutta la comunità, studenti e non solo.

• Questione copyleft: aprire un dibattito profondo sulla diffusione dei saperi e di nuove forme di conoscenza all’interno degli spazi accademici. A) Discutere dei materiali didattici messi a disposizione dal docente, se siano sufficienti non tanto a conseguire una valutazione soddisfacente in sede d’esame, quanto piuttosto a dotarsi di un sapere critico e costruttivo; se possibile, coinvolgere gli studenti nella stesura delle dispense. B) Ricollegandosi al punto precedente, utilizzare lo spazio di AMS campus come storage di materiale elaborato dagli studenti e dai professori in licenza creative commons; mettere in discussione la logica delle grandi riviste accademiche e in generale del ruolo della ricerca. C) Aprire una discussione sulla copia digitale dei libri del sistema bibliotecario, insieme alla strutturazione della proposta di un comodato d’uso per libri di testo o del book-sharing; non ultimo, fornire licenze per software informatici indispensabili ad alcuni corsi (o garantire sufficienti postazioni informatiche) e per i sistemi operativi open-source come Linux. Per questo, è disponibile la bozza di idea sulla creazione di un blog studenti per ogni sito di Scuola e di dispositivi di condivisione e piattaforme online per scambio di appunti e condivisione di materiale.

• investire in tutorati specifici dei corsi e nei tutorati dei corsi di studio, ripensarne alcuni ruoli.

• spazi per le associazioni studentesche e sportelli informativi.

• tirocini realmente formativi: introduzione di una Carta dei diritti per tirocinanti.

• inchieste sociali (sia da un punto di vista economico che culturale) e sperimentazione ricerca.

ü Saperi Liberi In università, spesso, è difficile trovare dei momenti di discussione alternativi alle lezioni o ai cicli di studio estenuanti e alienanti in vista di un esame. Spesso molte tematiche che ci interessano in prima persona vengono relegate a momenti di secondaria importanza. Inoltre l’accesso alla cultura è sempre più limitato a causa di diverse barriere escludenti, che mirano a rendere i luoghi della formazione accessibili soltanto a poche e pochi. Crediamo che in università si debbano aprire nuovi dibattiti e momenti di confronto, al fine di garantire lo sviluppo di un pensiero critico e non un mero indottrinamento; crediamo sia necessario avere degli spazi, anche in orario non di lezione, per organizzare sportelli informativi, seminari e laboratori interfacoltà, gruppi di studio per vivere realmente la propria università. Crediamo fermamente che l’università debba essere un luogo accessibile a tutte e tutti, in cui la condivisione vada a smantellare logiche competitive ed escludenti;

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è per questo che ci doteremo di diversi strumenti, quali il comodato d’uso per libri di testo, il book-sharing e diverse piattaforme online dove poter condividere libri di testo, appunti e materiali vari. Inoltre vogliamo avere un ruolo attivo durante i nostri percorsi universitari: vogliamo tirocini realmente formativi, che non si trasformino in lavoro non pagato né in attività dequalificanti; vogliamo maggiore libertà nella compilazione dei piani di studio.

ü Diritto allo Studio BORSE DI STUDIO Confrontando il bando delle borse di studio di Bologna con altri atenei italiani, emergono molte differenze evidenti: anzitutto, quelle riscontrabili sulle soglie relative all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente dei diversi bandi; infatti, l’università di Bologna (la regione Emilia-Romagna) restringe il requisito di accesso alle borse di studio di alcune centinaia di euro rispetto a quella di Torino (ISEE massima di €19.596,00) e ancor più rispetto a quella di Padova, più inclusiva e ‘di manica larga’ sia per quanto riguarda l’ISEE massimo per accedere alla prima fascia (€ 13.970,98 rispetto ai €12.713,21 bolognesi) che l’ISEE massimo per accedere all’ultima fascia (€20.956,46 rispetto ai €19.152,97). Per quanto riguarda gli importi di ciascuna borsa, L’Alma Mater Studiorum riesce a risultare più generosa, ma con un’evidente bassa proporzionalità.

Infatti, la fasciazione per ottenere le borse di studio a Bologna risulta rigida e suddivisa in soli 3 scaglioni. Ciò comporta uno squilibrio di importo erogato di diverse centinaia di euro a fronte di uno scarto minimo di ISEE per gli studenti a cavallo tra uno scaglione ed un altro, problema che risulta specialmente per gli studenti fuorisede. Aumentare il numero degli scaglioni sarebbe pertanto una proposta ragionevole per limare le differenze e garantire una maggiore equità.

Per di più, la soglia ISEE massima indicata dal Miur è di 20.956,46€ mentre a Bologna la soglia massima è più bassa e si ferma a 19.152,97€.

Si chiede dunque di innalzare la soglia massima quanto più vicino possibile alla soglia stabilita dal Ministero per garantire anche ad altri studenti la possibilità di poter vedersi riconosciuto un contributo per gli studi.

Inoltre, è necessario denunciare i drastici effetti che il taglio del Fondo Integrativo per l'a.a. 2013-2014 ha avuto sulla copertura delle borse di studio: anche in Emilia Romagna è nata la figura dell'idoneo non beneficiario, dal momento che l'Er.Go oggi riesce a garantire il 94% delle stesse, a fronte del 100% degli anni precedenti. Questa situazione subirà presto un grave peggioramento, dovuto ai provvedimenti messi in campo dal Governo Renzi: con il decreto Sblocca Italia, che minaccia l'intero Fondo Integrativo Statale di 150 mln, e con il reinserimento del FIS stesso nel Patto di Stabilità Interno, si calcola che il DSU dell’Emilia-Romagna subirà una decurtazione di circa 16 mln di euro. Un'emergenza che pone migliaia di studenti sotto il vero e proprio ricatto di vedersi privati della propria borsa di studio, con il pericolo imminente di non poter più sostenere i costi dell'alta formazione ed essere costretti ad abbandonare il percorso universitario. Pertanto, la futura amministrazione regionale non può non assumersi il dovere di fare chiarezza su quali saranno i termini con cui questi provvedimenti incideranno concretamente sul diritto allo studio, e dovrà farlo attraverso una gestione più trasparente dei dati, unico strumento con cui è possibile delineare un chiaro quadro sulla condizione studentesca presente e futura. Ed è altrettanto necessario che questa si interroghi sui provvedimenti da mettere in atto per arginare il grave problema che minaccia il

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diritto allo studio nella nostra regione, nell'ottica di una risposta repentina alle esigenze irrimandabili della platea di studenti idonei.

COSA VOGLIAMO:

• aumentare numero scaglioni: ora sono tre e rigidi e non garantiscono pertanto reale proporzionalità, penalizzando nel calcolo dell'ammontare della borsa di studio rispetto al reddito gli studenti a cavallo tra uno scaglione e l'altro, soprattutto i fuorisede.

• raggiungere la soglia ISEE massima indicata da Miur: €20.956,46 rispetto ai €19.152,97 di Bologna.

• assicurare che tutti gli idonei possano beneficiare delle borse di studio Er.Go.

• una gestione chiara e trasparente dei dati relativi ai fondi indirizzati a finanziare il DSU, che possa far luce sull'impatto degli ultimi provvedimenti governativi in Emilia-Romagna.

• l'adozione celere di un provvedimento che possa ovattare l'impatto dei tagli e dare una risposta alle esigenze immediate della platea di studenti idonei che oggi rischiano di non essere effettivamente beneficiari.

SERVIZI RESIDENZIALI Nel bando Er.Go. di quest’anno, riguardante i servizi residenziali sul territorio dell’Emilia-Romagna, non ci sono le misure necessarie per ottenere un diritto allo studio reale, che riesca a venire incontro in maniera strutturale ai bisogni di tutte e tutti. Alla luce di un’analisi comparativa con il bando del Dsu Toscana, non viene difficile rilevare evidenti e molteplici criticità. Già le condizioni per poter accedere alla graduatoria evidenziano differenze sostanziali rispetto al bando toscano. Il fattore merito nel bando Toscano è meno severo e quindi più inclusivo: infatti, per magistrale e magistrale a ciclo unico al primo anno, occorre aver maturato 20 crediti per fare richiesta di servizio abitativo, mentre secondo il bando dell’Emilia Romagna ne servono 25 per la magistrale a ciclo unico e 30 per la magistrale. Differenza notevole che evidenzia come il bando Er.Go. risulti escludente e limitato.

Inoltre la data di scadenza per la presentazione della richiesta di servizio è troppo presto, anche rispetto al bando toscano (26/27 agosto per le matricole; 6/7 agosto per gli studenti iscritti agli anni successivi al primo), e una data così anticipata mette a serio repentaglio il diritto allo studio: infatti un idoneo al servizio che scelga di iscriversi all’università a fine agosto o ai primi di settembre (come spesso accade) non ha il tempo necessario per presentare la domanda e rischia l’esclusione da quello che dovrebbe essere un suo diritto, cioè l’alloggio.

In terza istanza, lo studente fuori sede secondo l’ Er.Go. deve essere residente in una località raggiungibile in 90 minuti o più tramite mezzi pubblici dalla sede universitaria, un conteggio più severo rispetto a quello che farebbe l’azienda toscana, la quale invece considera meritevole di servizio residenziale lo studente che risiede a 60 minuti o più di mezzi pubblici dalla sede universitaria.

Infine il Dsu della Toscana offre un servizio abitativo, per i vincitori di borsa annuale, completamente gratuito. Inoltre offre un contributo affitto nel caso in cui non riesca a coprire con i propri alloggi a

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disposizione il numero di quanti risultano idonei al servizio abitativo. L’ azienda che si occupa di diritto allo studio nella regione Emilia-Romagna (eccezion fatta per Modena) invece riesce ad offrire solo un servizio agevolato, prevedendo una retta di qualche centinaio di euro in due rate di pagamento.

COSA VOGLIAMO:

• Ridurre il requisito temporale minimo per acquisire lo status di fuori sede.

• Una posticipazione della data di scadenza per la presentazione della domanda al servizio residenziale (che non determini, tuttavia, una conseguente posticipazione della pubblicazione delle graduatorie) e una successiva riapertura del bando nel periodo di novembre.

• Un generale superamento delle lentezze burocratiche oggi presenti per l'assegnazione degli alloggi, che sia tale da poter rispondere anche alle esigenze abitative degli studenti idonei per i quali l'assegnazione del posto è prevista il 24 Ottobre, ossia con un mese di ritardo rispetto all'inizio delle lezioni.

• Coprire sufficientemente il numero di quanti risultano idonei, oltre a migliorare tutti quei parametri sopra elencati, in relazione ai quali l’Er.go. è manchevole e insufficiente; si tratta di un dovere non più rimandabile per le gravi condizioni che vive il diritto allo studio legato al diritto ad un posto alloggio nel territorio dell’Emilia-Romagna. Le amministrazioni regionali e locali, quindi, si attivino per la riqualificazione e il riutilizzo sociale degli spazi in disuso per servizi abitativi, affidandoli ad associazioni ed enti che ne facciano richiesta senza scopo di lucro.

TRASPORTI

L’università di Bologna spesso non considera i costi indiretti della vita universitaria degli studenti e delle studentesse fuori sede, come ad esempio le problematiche legate ai trasporti. Essi sono una parte importante dei costi indiretti poiché bisogna considerare che gli affitti a basso costo ai quali si rivolgono gli studenti sono spesso lontani dal centro cittadino e dalla zona universitaria.

Costituiscono un esempio, infatti, tutti gli studenti che alloggiano negli studentati più lontani come il Malpighi, che dista un’ora e mezza a piedi dal centro: in casi come questo è evidente che l’unico mezzo di trasporto per raggiungere la zona universitaria sia quello pubblico.

Le maggiori criticità si riscontrano nei prezzi degli abbonamenti mensili e annuali dei trasporti pubblici TPER che offre il comune di Bologna, che sono rispettivamente di 27€ e 220€.

Quello che si vuole mettere in luce, tuttavia, è che l’università non offre alcun servizio di agevolazione adeguato alle possibilità degli studenti, a differenza di altri atenei italiani come Pisa, dove grazie alla delibera del Consiglio di Amministrazione n. 20 del 29 aprile 2015 è stata rinnovata la Convenzione tra DSU Toscana, Università di Pisa, Comune di Pisa e Consorzio Pisano Trasporti:

‘Gli studenti iscritti all'Università di Pisa possono acquistare l'abbonamento mensile personale all'intera rete urbana di Pisa al prezzo di 12,50€ invece che 21.30€’.

Altro esempio è l’università di Chieti, dove per agevolare l'accesso alle strutture universitarie ‘l’Azienda D.S.U. concede, a richiesta, rimborsi per spese di viaggio (abbonamenti personali urbani

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e/o extraurbani), entro il limite del 50% del costo degli abbonamenti per gli studenti fuori sede, in sede o pendolari appartenenti alla 1° fascia e del 20% agli studenti appartenenti alla 2° fascia, secondo la disponibilità economica. I rimborsi, nella percentuale fissata, sono effettuati in base ad una graduatoria che tiene conto della condizione economica e del merito.’

Per rendere più evidenti i disagi cui sono sottoposti molti studenti e studentesse, questa tabella illustra la distanza dagli studentati alla zona universitaria (via Zamboni) sia a piedi che in autobus:

Ex-Panigale

Fioravanti Via Larga e

Via Larga 2

Malpighi Marconi Galvani

A PIEDI 57 minuti 39 minuti 49 minuti 1h e 25 minuti 52 minuti 1h e 19 minuti

IN AUTOBUS

36 minuti 27 minuti 30 minuti 39 minuti 20 minuti 28 minuti

COSA VOGLIAMO:

• Ridurre dei prezzi degli abbonamenti mensili e annuali.

• Promuovere una convenzione tra regione, ateneo e azienda di trasporto locale, che, tenendo conto delle esigenze degli studenti, e in particolare di quelli alloggiati in studentati Er.go lontani dalla zona universitaria, consenta tariffe agevolate per gli studenti e consenta la copertura delle fasce orarie più gettonate.

CONTRIBUZIONE RIDOTTA (TASSE) Si è riscontrato come il sistema di tassazione dell'Ateneo di Bologna, di competenza diretta dell'Università ma gestito dall'azienda regionale per il diritto allo studio Er.Go, non tenga conto in partenza della situazione socio-economica e quindi del livello di reddito dello studente. L'unica possibilità per accedere alla contribuzione ridotta è difatti la partecipazione ai bandi della stessa azienda, dinamica che va nei fatti a esautorare la natura dello strumento dell'esenzione dalle tasse che non viene più recepita come diritto ‘automatico’, sulla base cioè di una funzione lineare che automaticamente associ i requisiti ISEE a una quota da pagare, ma passa necessariamente per l'intermediazione di un bando.

Risulta palese dunque la gravissima mancanza di qualunque proporzionalità su base reddituale, condizione che si aggrava ulteriormente data la presenza di alcuni requisiti diversi dall'ISEE, cioè i criteri di merito: non ha diritto alla contribuzione ridotta chi non raggiunge un determinato numero di crediti annuo, chi è più di un anno fuoricorso e chi voglia conseguire un titolo di studio equipollente a quello di cui si è già in possesso, disposizione che rende l'accesso alla seconda laurea una lontana chimera.

Altre criticità riscontrate sono relative al sistema di fasciazione previsto per il calcolo della riduzione, determinato da una forte rigidità, essendo composto da appena 5 fasce, cosa che causa un'eccessiva differenza contributiva a fronte di differenze minime di ISEE.

Altre criticità sono relative alle data di scadenza del bando, prevista in genere per il 24 settembre circa, considerando che le modalità di ritiro dell'attestazione ISEE prevedono la che la stessa sia

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disponibile solo 15 giorni dopo la richiesta al CAF o all'INPS; e al pagamento anticipato della prima rata anche nel caso si risulti idonei all’esenzione.

COSA VOGLIAMO:

• esonero dalle tasse garantito in maniera diretta e automatica dall’ateneo sulla base della condizione reddituale.

• garantire la proporzionalità della tassazione con riferimento al solo requisito reddituale (ISEE).

MENSA

L’UniBo è carente su alcuni diritti essenziali e fondamentali, che dovrebbero permettere a qualsiasi studente e studentessa di sostenere la vita universitaria. Si è riscontrato un problema indiscusso: la mensa universitaria.

Essa dovrebbe dare la possibilità a tutti gli studenti fuori sede o lontani dalle proprie abitazioni di mangiare un pasto completo e sano, vicino alla propria facoltà e senza avere il timore di spendere una cifra che va al di fuori delle proprie possibilità economiche. Ma questo diritto viene a mancare dal momento che:

- le mense universitarie non sono distribuite in maniera capillare sul territorio, non coprendo quindi la totalità dei dipartimenti presenti dislocati sul territorio. Sono presenti infatti solo in alcune aree, per lo più nelle zone centrali; non sono considerate le zone limitrofe o i dipartimenti lontani fuori dalla zona universitaria;

- in mensa non vengono specificate le diverse combinazioni (quasi impossibili da ottenere in quanto non sono indicati i prezzi né all'ingresso, né durante il percorso di self-service); prezzi che inoltre si riscontrano non in linea con i prezzi delle altre mense di tutta Italia. Ci si ritrova a spendere sia con la combinazione (primo, secondo, contorno e dolce) sia senza tra i 6,50€ e gli 8€. Si può notare come una mensa UNIVERSITARIA NON possa costare quasi quanto un ristorante. Per questo motivo noi chiediamo di introdurre un diritto che per noi studenti è fondamentale: il diritto di mangiare in mensa senza spendere a giornata 7€ in media e senza avere il timore di non arrivare in tempo a lezione perché troppo lontana dalla nostra facoltà.

COSA VOGLIAMO:

• introdurre una fasciazione legata all’ISEE nel calcolo del prezzo dei pasti per gli studenti in mensa per rendere il servizio ristorativo più inclusivo e sostenibile per le tasche di tutti.

• aumentare i servizi mensa anche nei luoghi più lontani dal centro o che ancora oggi non dispongono di una mensa convenzionata con l’UniBo. Chiediamo questo perché il diritto di poter mangiare un pasto in una mensa economica e confortevole, a cui tutti possono accedere non può che essere un diritto essenziale di tutte le studentesse e di tutti gli studenti iscritti all'ateneo di Bologna.

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ü Governance La Riforma Gelmini ha accentrato il potere nelle mani del Consiglio d’Amministrazione (in cui figurano anche i privati), dominato dalla figura del rettore, a discapito del Senato Accademico. Questo non ha limitato il potere del baronato, ma al contrario ha promosso un modello di università fondato sull’aziendalismo dove decidono in pochi. Noi, al contrario, riteniamo opportuno cambiare rotta: è necessario che gli organi eletti, con particolare attenzione agli studenti, abbiano un peso maggiore nel determinare tutte le scelte della vita universitaria. Contro un modello che verticalizza la gestione del potere riducendo la trasparenza, rivendichiamo maggiore collegialità e democrazia affinché la rappresentanza sia davvero utile e non uno strumento formale che asseconda scelte già prese da altri. Avendo sempre contrastato la Riforma Gelmini e i provvedimenti dei governi successivi che si sono mossi sulla stessa linea, abbiamo maggiore credibilità nell’avanzare queste proposte rispetto ad altre liste dipendenti da lobby e partiti che hanno favorito questo modello di università in cui contano le decisioni di pochi e non le proposte di tutti.

Inoltre, è necessario che l’ateneo di Bologna riformi il sistema elettorale della rappresentanza universitaria. Chiediamo di uniformarci alla normativa nazionale portando a indire le elezioni ogni due anni (attualmente si vota ogni tre anni) per una maggiore democrazia e per una reale partecipazione degli studenti alla rappresentanza.

ü Spazi Esistono, soprattutto in alcuni dipartimenti, alcuni problemi per prenotare le aule e gli spazi universitari per tenere assemblee, seminari, iniziative. A volte si tratta di problemi burocratici, per risolvere i quali chiediamo la semplificazione delle procedure. Spesso, però, il problema di fondo è un’idea sbagliata di università ridotta a esamificio, dove conta poco o nulla la partecipazione dal basso degli studenti. Non tutti, specie in tempo di crisi, possono permettersi di svolgere iniziative e assemblee in spazi privati. Inoltre, il ruolo dell’università pubblica dovrebbe essere quello di partecipazione collettiva di tutti alla vita politica e culturale a livello accademico e cittadino. Risolvere il problema degli spazi è necessario per portare avanti meglio le nostre proposte su un nuovo tipo di didattica, sulla liberazione dei saperi, sull’apertura di momenti di confronto, riflessione e socialità negli spazi universitari.

Altro problema è quello del sovraffollamento delle aule per carenze di aule idonee a far partecipare gli studenti alle lezioni.

COSA VOGLIAMO:

• Estinguere le problematiche legate alle aule sovraffollate utilizzando i tanti edifici vuoti di proprietà dell'ateneo.

• Recupero delle aule chiuse o dismesse.

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ü Statuto a tutela degli studenti e delle studentesse all’esame

Docenti che, all’esame, sono perfettamente informati sulle nostre precedenti valutazioni, crisi di nervi per i lunghissimi tempi di correzione di una prova scritta, tali da non permetterci di sapere se è necessario o meno iscriversi all’appello successivo, richieste di docenti di poter visionare il libro su cui abbiamo studiato (di cui magari il docente stesso è l’autore) per poter controllare che la copia sia nuova sono tutte imbarazzanti scene spesso familiari agli studenti dell’Alma Mater e che dimostrano come siano ancora diffusi abusi nei confronti di chi si trova nella posizione di debolezza data dal dover essere oggetto di valutazione, una valutazione dall’importanza determinante nel contesto di un percorso di studi dai tempi contingentati che impone i propri ritmi, esigendo produttività attraverso una colpevolizzazione morale e materiale dei più lenti. Una competitività che viene giustificata nell’opinione diffusa dall’esigenza di essere adatti alle richieste del mercato del lavoro, ma che ha delle radici ben più profonde: la percentuale di fuoricorso è ad esempio uno dei criteri attraverso cui il nostro Ateneo viene valutato dall’ANVUR, creando una dinamica per cui l’Ateneo stesso è interessato a ridurre il numero dei fuoricorso per non vedersi tagliati i fondi utilizzando tutti gli espedienti possibili all’espulsione forzata dal percorso di studi del ‘ritardatario’ (dall’aumento delle tasse ai severi termini di decadenza, passando per l’accesso negato agli strumenti di diritto allo studio).

Capiamo bene, dunque, quanto ciascuno di noi sia assolutamente interessato ad una valutazione delle prove che rispecchi la propria preparazione e che sia elaborata secondo criteri trasparenti e per nulla arbitrari. Infatti talvolta è proprio sull’esito del singolo esame che si gioca la possibilità stessa di continuare a studiare, di cui sono esemplari l’idoneità alla borsa di studio oppure alla riduzione della tassazione. Questa situazione determina di per sé un vero e proprio ricatto esistenziale, che fa leva sulla condizione dello studente, oggetto di valutazione come parte debole, nonché una vera e propria lesione della propria dignità, problema strettamente psicologico e legato all’approccio di ciascuno agli studi e che spesso porta alla modifica dello stesso con effetti sulla performance all’esame, in una frustrante circolo vizioso arbitrario al docente e non alla materia.

COSA VOGLIAMO:

• L’approvazione dello Statuto a tutela degli studenti e delle studentesse all’esame.

ü Sostenibilità Riteniamo che un tema che dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico in Università sia quello della sostenibilità energetica: fondamentale è una presa di coscienza e responsabilità da parte dell’Alma Mater su questo tema, sperando in una sensibilizzazione anche attraverso la pressione di noi studenti e studentesse. L’ateneo dovrebbe garantire il rispetto e l’attuazione di pratiche virtuose in ambito energetico e ambientale e la riduzione degli sprechi in zona universitaria, in modo da rendere più equilibrato il nostro rapporto con l’ambiente. Crediamo sia fondamentale porsi i seguenti obiettivi:

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1) Sostenibilità energetica:

- installare sistemi di produzione energetica rinnovabile;

- mappatura degli sprechi energetici negli edifici universitari;

- installazione di sistemi di switch-off, i quali permettano un risparmio energetico in quelle fasce giornaliere in cui non ci sia un effettivo uso di un determinato spazio;

- Installazione di riduttori di flusso, per ottenere un considerevole risparmio idrico, che ammonta approssimativamente al 50% di acqua per ogni rubinetto.

2) Rifiuti e raccolta differenziata:

In questi anni l’Università si è dotata al suo interno di forme di raccolta differenziata, tuttavia queste risultano essere disomogenee tra i vari poli universitari e mai realmente effettive. Chiediamo che i raccoglitori della raccolta differenziata siano posizionati in maniera più capillare negli edifici dell’ateneo.

3) Mobilità sostenibile:

- Piste ciclabili studiate per collegare i diversi poli universitari;

- Aumento del numero delle postazioni di C’entro in bici;

- Incremento delle linee degli autobus più utilizzate dagli studenti e che possano permettere una buona mobilità anche al di fuori del centro cittadino.

ü Nessuno Escluso Nel dicembre scorso il Senato Accademico ha deliberato l’istituzione di cinque borse di studio del valore di 8.000 euro ciascuna per studenti che hanno ottenuto la protezione internazionale per motivi politici o umanitari. Si tratta di un gesto simbolico positivo, che condividiamo e che vorremmo sistematizzare impegnando l’Ateneo a stanziare ogni anno i finanziamenti adeguati per garantire il diritto allo studio a chi è dovuto fuggire dal proprio paese. Per quanto riguarda le misure di diritto allo studio per studenti migranti, chiediamo che, nell’impegnarsi a sottoscrivere la nostra Legge d’Iniziativa Popolare sul diritto allo studio (Gazzetta Ufficiale n. 62 del 15/03/2016), l’Ateneo ponga particolare attenzione all’art. 4 della stessa che chiede maggiori servizi e interventi per il diritto allo studio per gli studenti stranieri, apolidi e richiedenti asilo a parità di trattamento con gli studenti italiani. Chiediamo inoltre che l’Ateneo interrompa ogni collaborazione, come avviene per esempio nella scuola di Scienze Politiche, con organismi quali la NATO, responsabili di guerre dai costi umani elevatissimi tra cui la fuga di decine di migliaia di persone costrette a fuggire dai paesi di origine. Ogni iniziativa dell’Università deve rispondere all’art. 11 della Costituzione, che ripudia ogni intervento militare nell’ottica della cooperazione tra popoli: il mondo dell’istruzione pubblica deve avere un ruolo centrale nella difesa e nell’affermazione di questi principi.

Si evidenzia la necessità di riconoscimento nel dibattito pubblico e nelle dichiarazioni di intenti delle tematiche di genere e LGBTQIA, tramite la partecipazione ed il coinvolgimento degli studenti e del

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personale nel contrasto alla discriminazione, nella costruzione di iniziative e nell’approvazione della Carta dei diritti contro ogni forma di discriminazione Nessuno Escluso.

Maggiori servizi e interventi per il diritto allo studio per gli studenti stranieri, apolidi e richiedenti asilo a parità di trattamento con gli studenti italiani.

ü Diritto alla sicurezza e alla salute

SICUREZZA DEI LUOGHI FORMATIVI

Diritto di ogni cittadino è quello di formarsi in luoghi salubri e sicuri, privi di barriere architettoniche e dotati dei servizi necessari per la loro completa funzionalità. Per questo viene costituito un osservatorio permanente al fine di monitorare le condizione in cui versano gli edifici che ospitano attività culturali e formative.

SALUTE ED ACCESSO ALLE CURE MEDICHE

Considerando che il diritto alla salute viene costituzionalmente riconosciuto all’interno della propria Azienda Sanitaria di riferimento, di fatto questo è ostacolato per i soggetti in formazione domiciliati in luoghi diversi dalla residenza. Compito del Comune e dell’Università è attivare la stipula di convenzioni con le Aziende Sanitarie locali per l’assegnazione di un medico di base e l’accesso a consulti e visite specialistiche, per tutti i soggetti in formazione della città di Bologna e con particolare riguardo alle esigenze delle studentesse alla luce dei lauti costi di accesso per le stesse alla profilassi in età giovanile.

Un diritto dei cittadini è essere opportunamente informati riguardo le possibilità offerte dalla convenzione e sulle procedure disposte per l’esercizio del diritto di accesso ai servizi di cura e prevenzione. Il Comune di Bologna si faccia promotore, presso la Regione, della copertura delle spese di accesso al servizio.

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