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PROGRAMMA DI INTEGRAZIONE SOCIALE E SCOLASTICA PER GLI IMMIGRATI NON COMUNITARI 1 gennaio – 30 giugno 2006 ULSS N. 5 OVEST VICENTINO R egione del Veneto A zienda U nità Locale Socio Sanitaria OVEST VIC EN TINO U. O. C. Materno Infant

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PROGRAMMA DI INTEGRAZIONE SOCIALE E SCOLASTICA PER

GLI IMMIGRATI NON COMUNITARI1 gennaio – 30 giugno 2006

ULSS N. 5 OVEST VICENTINO

Regione del Veneto

Azienda Unità Locale Socio Sanitaria

OVEST VICENTINO U. O. C. Materno Infantile

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Workshop: “La formazione e l’utilizzo dei mediatori culturali”

Stato di attuazione del Programma al 30 aprile 2006

Obiettivi:Migliorare la comunicazione interculturale tra gli operatori e gli utenti nei servizi sociosanitari, attraverso la metodologia della Mediazione Culturale e adeguare i protocolli operativi dei reparti e dei servizi in senso interculturale. Favorire l’inserimento e l’integrazione sociale e scolastica dei minori immigrati. Formare e riqualificare i mediatori culturali.Azioni-realizzazione di interventi di mediazione culturale in Ospedale, nella scuola e nei servizi socio sanitari del territorio;-attivazione di un “Corso di formazione di base”, di un “Corso avanzato” per qualificare la figura del Mediatore Culturale e di interventi di formazione continua.

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Regione del Veneto

Azienda Unità Locale Socio Sanitaria

OVEST VICENTINO U. O. C. Materno Infantile

ENTI E SERVIZI COINVOLTI NELLA REALIZZAZIONEDEL PROGRAMMA

22 Comuni del territorio dell’Ulss 5Unità Organizzativa Complessa Materno Infantile

Unità Operativa D.le Consultori FamiliariServizio di Mediazione CulturaleServizio di Pediatria di Comunità

Reparto di Ginecologia e Ostetricia Ospedale di ArzignanoCooperativa Studio Progetto Cornedo Vic.no

6 Istituti Superiori Referente Tecnico del Programma dott.ssa Roberta Zordan

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PREMESSA: IL CONTESTO SOCIALE E TERITORIALE

Il territorio dell’Ulss 5 è caratterizzato da: un’alta densità produttiva una notevole crescita di attività industriali (fenomeno del

Nord Est, dove i settori prevalenti sono quello conciario, elettromeccanico, estrattivo ed edilizio, e all’interno dei quali esistono ruoli lavorativi ormai abbandonati dai lavoratori italiani, ma non dagli immigrati).

alcuni comuni, come Arzignano, Chiampo, Montecchio e Lonigo sono diventati così poli d'attrazione per quanti, come gli immigrati, sono alla ricerca di un posto di lavoro e di un luogo dove poter risiedere con la famiglia.

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Se l’inserimento lavorativo non rappresenta un problema, quello abitativo risulta invece essere una criticità per la difficoltà di reperire alloggi adeguati.Gli immigrati sono spesso costretti alla coabitazione con individui o nuclei familiari diversi.

La percentuale di immigrati, nei comuni del Distretto Centro, è di fatto tra le più alte in Italia (10 %) e arriva al toccare il 27% nei comuni dell’Alta Valle del Chiampo come a S.Pietro Mussolino (la media nazionale è del 4%).

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Un ulteriore elemento che caratterizza l’immigrazione nell’Ovest

Vicentino, riguarda l’incremento delle presenze femminili, grazie ricongiungimenti familiari, a cui si aggiungono i figli giunti dal Paese d'origine e i figli nati in Italia.La percentuale dei minori immigrati è molto elevata e destinata a crescere. All’interno della scuola la percentuale degli alunni stranieri iscritti è maggiore rispetto a quella della Provincia, (la Provincia di Vicenza ha la più alta percentuale di immigrati del Veneto) ed inizia ad essere significativa la percentuale di adolescenti frequentanti gli Istituti Superiori (negli otto gruppi classe, degli Istituti Superiori che hanno aderito al Programma, la presenza media degli adolescenti stranieri è pari al 30%).

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•PROGETTO BENESSERE DONNA STRANIERA (1995-1996)

•AMBULATORIO PEDIATRICO PER BAMBINI IMMIGRATI

(dal 1997 a tutt’oggi)

• “IL BAMBINO E LA FAMIGLIA NELLA SOCIETA’ MULTIETNICA” PROGETTO L. 285/97 (anni 1998 – 1999 – 2000)

•“APPRENDERE E COMUNICARE TRA LE DIVERSE CULTURE” PROGETTO L. 285/97 (anni 2001 – 2002- 2003)

•DGR 4222/03 (2004-2005-2006) in fase di realizzazione

PROGETTUALITA’ REALIZZATE E IN FASE DI REALIZZAZIONE

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- rilevazione di dati statistici sul fenomeno immigrazione (dati relativi agli anni 1997-1998-1999 in collaborazione con i 22 Comuni);

- attuazione di laboratori interculturali in scuole campione (materne, elementari e medie) e in centri educativi pomeridiani;

- formazione congiunta per insegnanti, operatori socio-sanitari e volontari (tematiche: la comunicazione interculturale, l’inserimento scolastico del bambino immigrato, la famiglia immigrata, la cultura africana e le culture dell’est europeo) ;

- osservazione e studio dei processi interattivi tra insegnanti e alunni attraverso appositi questionari (somministrati 550 questionari agli studenti e 50 questionari agli insegnanti)

- realizzazione di giornate studio fra servizi socio-sanitari, scuole, comuni e volontariato.

•“PROGETTO L. 285/97 (anni 1998 – 1999 – 2000)

•Il bambino e la famiglia nella societa’ multietnica”

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Progetto 285/97 (2001-2002-2003)

“Apprendere e comunicare tra le diverse culture” 

- sperimentazione di un Centro di Mediazione Culturale che operi attraverso la figura dei mediatori culturali, nelle realtà della scuola, dei servizi sociosanitari e comunali al fine di fornire un supporto alle famiglie e agli operatori nelle difficoltà di comunicazione.

-  coordinare gli interventi attivati dalle scuole a dai servizi socio- sanitari, in favore dell'inserimento sociale dei minori stranieri, in una prospettiva di collaborazione fra le varie istituzioni coinvolte nel complesso problema dell’immigrazione

 - migliorare i processi di comunicazione fra le diverse culture, nella scuola, nei servizi socio-sanitari e nel territorio con interventi quali incontri pubblici per genitori, formazione per insegnanti e operatori sociosanitari. 

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ISTITUZIONE DEL SERVIZIO DI MEDIAZIONE CULTURALEDELL’ULSS 5 OVEST VICENTINO

Il Servizio di Mediazione Culturale (responsabile dr. M. Gonzo), istituito con atto deliberativo nell’agosto 2003, propone e attua interventi per favorire la comunicazione e la relazione con l’utente immigrato.

Il Servizio ha lo scopo di permettere una migliore funzionalità ed efficacia nella prevenzione, nella cura e nella riabilitazione attraverso il miglioramento della comunicazione fra operatori ed utenti e attraverso una maggiore conoscenza e un corretto utilizzo dei servizi da parte degli utenti stranieri.

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Il Servizio di mediazione culturale è costituito da un’equipe di lavoro stabile, composta da uno psicologo, da una psicologa/pedagogista e da un educatore che:

forniscono consulenze relative alle problematiche che si presentano con l’utenza straniera

programmano iniziative di formazione su richiesta dei reparti e servizi.

coordinano, supervisionano e svolgono un’ attività di filtro sulle richieste di mediazione.

I Mediatori culturali che collaborano con il Servizio, sono 16 e le lingue parlate sono le seguenti:inglese, francese, tedesco, serbo croato, portoghese, albanese, ungherese, rumeno, russo, arabo, cinese, wolof, twi, mooré, konakri, punjabi, hindi, bangalese. 

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L’accesso alle prestazioni del Servizio avviene compilando la“Scheda per la richiesta di intervento”

 

  - La scheda deve contenere:

dati inerenti all’Operatore /Servizio/Scuola che richiede l’intervento - la tipologia di intervento richiesto (presenza del mediatore per un incontro individualizzato, richiesta organizzazione percorsi informativi, traduzione di opuscoli, orari…, …….) - descrizione del problema/criticità - ipotesi di data per la realizzazione dell’intervento - firma dell’operatore Il Servizio di Mediazione ricontatta l’operatore per eventuali ulteriori chiarimenti e per definire la data di preparazione dell’intervento con il mediatore culturale.

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METODOLOGIA DELLA MEDIAZIONE CULTURALE

La Mediazione Culturale è una strategia di intervento, non è la soluzione del problemaIl Mediatore Culturale è uno strumento per entrambe le parti (famiglie e servizi).Pertanto gli operatori/insegnanti e le famiglie si assumono la responsabilità di essere• attivi•costruttivi•collaborativial fine di individuare il percorso più adatto per affrontare le criticità emerse.

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Ruolo del mediatore culturale                          

-informa le parti sugli aspetti generali delle culture, per distendere   la comunicazione - facilita l’instaurarsi di un relazione di fiducia tra operatore e  famiglia -garantisce riservatezza  sui problemi affrontati

-non prende le difese di nessuno -non dà giudizi sulle culture, sulla situazione, sulle persone -non si sostituisce all’operatore -non fa da portavoce alla famiglia

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Competenze del mediatore culturale

- conosce approfonditamente la propria cultura e la cultura italiana   (possiede un diploma di scuola superiore, una adeguata conoscenza parlata e scritta della lingua italiana, conosce le abitudini, i codici di comunicazione verbale e non verbale …)- si trova a proprio agio  sia nella propria cultura che in quella italiana (adeguata integrazione a livello sociale)- conosce i problemi dell’essere immigrato (inserimento scolastico dei figli, accesso ai servizi sanitari...) e i servizi presenti nel territorio.

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scarsa conoscenza da parte delle famiglie dell’organizzazione della scuola (orari, giorni di sospensione dell’attività scolastica…)

non utilizzo della modulistica adottata dalla scuola;

difficoltà ad instaurare una collaborazione scuola-famiglia

problemi comportamentali e di apprendimento dei bambini, nuovi arrivati e non

Principali difficoltà segnalate dalla scuola nelle schede di richiesta di intervento

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realizzazione di inviti per incontri e comunicazioni in lingua ai genitori di ogni singola etnia;

realizzazione di incontri di mediazione individuali con la famiglia;

traduzione libretto scolastico e modulistica adottata dalla scuola;

incontri con gruppi di genitori appartenenti alla stessa etnia;

inserimento in classe dei bambini nuovi arrivati con il supporto del mediatore.

laboratori interculturali.

Tipologie di intervento realizzate nella Scuola

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La scuola richiede l’intervento (tramite scheda) e propone un progetto dove vengono indicati tempi, e le modalità di utilizzo del mediatore culturale.

Il Servizio di Mediazione verifica, assieme al mediatore e all’insegnante referente, il piano di intervento.

Il mediatore fa da ponte fra il bambino, l’insegnante e la classe.

L’obiettivo dell’intervento è di rassicurare il bambino straniero di essere capito e di farsi capire e della positività della propria lingua ed identità.

L’INSERIMENTO DEL BAMBINO STRANIERO IN CLASSE CON IL

SUPPORTO DEL MEDIATORE CULTURALE

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I LABORATORI INTERCULTURALI

Educatore Sig.ra Clara Tibaldo

OBIETTIVI •promuovere la cultura dell'accoglienza e

dell'integrazione nei bambini, nei ragazzi e nei docenti; • incrementare le competenze socio-espressive  di base attraverso attività ludico-ricreative, per "fare con l'altro“;• sviluppare competenze interculturali. ATTIVITA’ Gli educatori, in collaborazione con i mediatori culturali, propongono attività e percorsi centrati sul gruppo, finalizzati a stimolare la cooperazione e la riflessione anziché la sfida e la competizione e forniscono informazioni sulla cultura e sulle tradizioni del proprio paese.

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 “L’esperienza dell’immigrazione raccontata dal mediatore culturale:

(Marocco, Ghana, India, Cina, Costa D’Avorio )        Breve presentazione del paese di origine

        le motivazioni e le attese del progetto migratorio       il viaggio

         l’approccio con il nuovo ambiente e con le istituzioni         l’inserimento nella comunità

         somiglianze e differenze         difficoltà e stereotipi

      bilancio del progetto migratorio         prospettive future

LABORATORI INTERCULTURALI

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Il Servizio di mediazione organizza e coordina, a cadenza mensile, incontri con gli insegnanti coinvolti nelle precedenti progettualità.L’obiettivo degli incontri è di mantenere attiva tale rete e di non instaurare meccanismi di delega verso le figure dei mediatori, essendo la comunicazione interculturale stessa un atteggiamento che va assunto stabilmente da parte degli operatori scolastici.

LA RETE CON LA SCUOLA

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• difficoltà di comunicazione in situazioni quali: prenotazioni CUP, colloqui psico-sociali e psichiatrici, compilazione di cartelle, anamnesi, visite…

• uso improprio dei servizi ospedalieri e territoriali (es.: ricorso eccessivo al pronto soccorso, ritardi alle visite…)

• limitata/mancata conoscenza delle regole relative alla degenza in ospedale

• pratica dell’IVG come metodo contraccettivo ,

• problemi nell’accudimento dei bambini

PROBLEMI SEGNALATI DAI SERVIZI SOCIO-SANITARI

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Attività realizzate nei servizi sociosanitari:

• interventi di mediazione linguistico culturale su singoli casi (incontri di preparazione; incontri mediatore+paziente+famiglia+ operatori; consulenze)

• interventi di sensibilizzazione e/o formazione alla comunicazione interculturale con operatori

( infermieri, medici, operatori sociali…)

• traduzione di materiali (opuscoli, documenti di assenso, cartelli, ecc.) nelle varie lingue parlate in zona.

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Impiego del mediatore culturale (1 gennaio - 30 aprile 2006)

Servizi Socio Sanitari

26%laboratori interculturali

42%

Informazione donne13%

Istituti Superiori9%

Scuola infanz/primaria

media10%

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LA FORMAZIONE DEI MEDIATORI CULTURALI

Corso di formazione base per la qualificazione di nuovi MediatoriCulturali.

Corso di formazione per la riqualificazione dei mediatori culturaliche già operano nel territorio dell’Ulss 5.

Formazione continua:a) Incontri mensili con l’intero gruppo di mediatori (audit)b) Incontri di formazione, con uno-due mediatori, per la progettazionedi nuovi interventi di Mediazione culturale.

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Sistema di documentazione: programma generale e specifico per ognisingola lezione, materiale didattico e bibliografia, attestato di frequenza.Sistema di monitoraggio e verifica: registro presenze, questionariodi apprendimento e di gradimento per i corsisti, diagrammadi gann, contatti con i singoli docenti a conclusione di ogni lezione.Requisiti di accesso al corso base: -situazione di regolarità -età superiore ai 18 anni-possesso di un diploma di scuola superiore-adeguata conoscenza della lingua italiana scritta e parlata-superamento del colloquio individualeRequisito di accesso al corso avanzato: essere iscritto all’AlboMediatori Culturali dell’Ulss 5.

Metodologia: prima parte: aspetti teorici seconda parte: discussione, role playing

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Corso di formazione base per la qualificazione di nuovi Mediatori Culturali (14 incontri di 3 ore ciascuno)

Moduli formativiA) Orientamento al ruolo professionale del mediatore

culturale, La comunicazione interculturale Metodologia della mediazione culturale Laboratori interculturali nella scuola materna, elementare e

media. B) Legislazione: Cittadini Stranieri e Servizio Sanitario

Nazionale (S.S.N.) Organizzazione dei servizi socio-sanitari Organizzazione scolasticaC) Prevenzione ed educazione alla salute Elementi di anatomia e fisiologia della donna Aspetti della disabilità in Età Evolutiva

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Corso avanzato per la riqualificazione dei mediatori: 14 incontri di 3 ore ciascuno.

A)- Psicologia dell’adolescenza , metodologia della progettazione di interventi socio animativi, l’intervento di mediazione culturale con gli adolescenti in ambito scolastico.B) La comunicazione interculturale Intercultura e personalità C) Attività di informazione, prevenzione e sostegno nel territorio a favore delle donne operate al seno (ANDOS) La relazione con la paziente operata al seno IVG in Consultorio Familiare Aspetti di ginecologia e ostetricia legati alle tecniche di diagnosi prenatale invasive e non invasive. Interventi di Educazione e promozione alla Salute.

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Mediatori culturali: Albania (2), Argentina, Bangladesh (2), India (3), Marocco,(2) Serbia (2), Cina, Ghana, Russia, Romania.

attività occupazionale

2

1

6

2

3

1

2

0

1

2

3

4

5

6

7impiegata

insegnante

casalinga

operaia

pulizie

bidella

OSS

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35%

65%

laureadiploma

Mediatori culturali: TITOLO DI STUDIO

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4

7

5

0

1

2

3

4

5

6

7

20-29 30-39 40-49

Classi d'età

20-29

30-39

40-49

Mediatori culturali: classi d’età

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Formazione continua: incontri per la progettazione e sperimentazione di nuove attività di mediazione

culturale

I LABORATORI SOCIO ANIMATIVI/INTERCULTURALInegli Istituti Superiori

Ciascun laboratorio è composto da 6 interventi centrati sui processi comunicativi, sul confronto con l’alterità e sui processi

decisionali.L’Obiettivo generale è quello di favorire l’integrazione degli adolescenti stranieri (presenza media in 8/12 gruppi classe = 30%)La metodologia adottata vedeva l’utilizzo di: modalità socio-animative, teatro dell’oppresso,   intervista ad un mediatore culturale.

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L’intervento di formazione con il mediatore culturale, riguardava in questo caso

la preparazione all’intervista in classe, attraverso:

la rielaborazione delle domande formulate dai ragazzi.

un supporto nella scelta dei contenuti da inserire in ogni risposta;

un supporto per realizzare una comunicazione efficace con gli adolescenti.

 

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"Quale degli incontri ti è piaciuto di più?"

20%

15%

8%9%9%

39%

conoscenza

coll/prep. Interv.

t. immagine

t. forum I

t. forum II

mediatore

Nel questionario di gradimento, per gli studenti, è stato chiesto quale dei sei incontri fosse piaciuto di più.