Programma del corso di BIOLOGIA APPLICATA Lauree triennali ... · Trascrittasi inversa eccezione...
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Corso di laurea in Scienze
Infermieristiche
AA 2017-2018
Prof. Amedeo AmedeiDepartment of Experimental and Clinical Medicine (University of Florence)
Viale Pieraccini, 06 50134 Florence (Italy)
Scientific Council Member of Toscana Life Sciences(http://www.toscanalifesciences.org/it/)
Phone: +39 055 2758330; Skype: Amedeoi
E-mail: [email protected]
Web. www.amedeoamedei.com
https://www.linkedin.com/in/amedeo-amedei-32a7733a?trk=nav_responsive_tab_profile_pic
https://www.facebook.com/Immuno-News-by-Amedeo-Amedei-130556100738917/
Biologia Applicata
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StaffDr. E. Niccolai
Dr. F. Ricci
Dr. E. Russo
Dr. G. Nannini
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BIOLOGIA:
• Complessità specificatamente definita
• Capacità di accrescimento
• Capacità di autoriprodursi
• Adattamento all’ambiente (concetto di evoluzione)
scienza che studia gli organismi viventi ed i loro
rapporti con l’ambiente che li circonda
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DELLA
MATERIA VIVENTE
Approccio RIDUZIONISTICO e OLISTICO allo studio della
complessità del mondo biologico
CONCETTO DI PROPRIETA’ EMERGENTI
caratteristiche nuove che derivano dall’interazione delle varie
parti del sistema4
EvoluzionePhilosophie zoologique (1809)
A partire da un PROGENITORE COMUNE nel corso dei
millenni le necessità imposte dall’ambiente hanno portato
all’estrema specializzazione dei giorni nostri
LAMARCK(1744-1829) l’ambiente induce negli organismi delle
modificazioni che vengono trasmesse alle
generazioni successive
nel corso delle generazioni si verificano casualmente
delle modificazioni dell’informazione genetica che
rendono gli organismi più o meno avvantaggiati
DARWIN
(1809-1892)
L'origine delle
specie (1859)
Concetto di SELEZIONE NATURALE esercitata dall’AMBIENTE
sulla VARIABILITA’ generata dalle MUTAZIONI
1859 “L’origine delle specie attraverso la selezione naturale”
Philosophie zoologique
(1809)
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TEORIA CELLULARE
La cellula è l’unità fondamentale della materia vivente e ne possiede
tutte le proprietà fondamentali
1. TUTTI GLI ORGANISMI VIVENTI SONO COSTITUITI DA CELLULE
2. LE CELLULE SONO LE UNITA’ FONDAMENTALI DEGLI ORGANISMI
3. LE CELLULE SI ORIGINANO SOLO DALLA DIVISIONE DI CELLULE
PRE-ESISTENTI
Scoperta del microscopio ottico:
Robert Hooke 1665
MATTHIAS SCHLEIDEN 1838
THEODORE SCHWANN 1839
1855 RUDOLPH VIRCHOW (3° enunciato)
“Una cellula è costituita da una porzione di materia (citoplasma) delimitata da
una membrana e contenente una molecola (DNA o acido deossiribonucleico)
nella quale è contenuta l’informazione genetica necessaria per la sua
sopravvivenza” 6
REGNI
1. Monera (Batteri)
2. Protista (Protozoi, alghe e muffe)
3. Plantae (Piante)
4. Fungi (Funghi e lieviti)
5. Animalia (Animali)
Robert Whittaker
1969
Monera Protista Plantae Fungi Animalia
Primi organismi 7
cellula primordiale
eubatteri
batteri cianobatteri eucariotiarcheobatteri
Woese 1977 8
I sistemi biologici hanno una gerarchia di organizzazione
Livelli di organizzazione
CHIMICO
CELLULA
TESSUTO
ORGANO
SISTEMA
ORGANISMO
POPOLAZIONE
COMUNITA’
ECOSISTEMA 9
Per lo studio delle 1,8 MILIONI di SPECIE di organismi fino ad oggi identificate è
necessario classificarle
SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE:
SISTEMATICA è il campo della biologia che studia le diversità e le
correlazioni evolutive degli organismi
TASSONOMIA è la scienza che studia la nomenclatura e la
classificazione degli organismi
Sistema di LINNEO di nomenclatura binomiale (XVIII sec.)
es. Canis familiaris
Canis lupus
La classificazione tassonomica è gerarchica
SPECIE
GENERI
FAMIGLIE
ORDINI
CLASSI
PHYLA
REGNI
DOMINI
Per SPECIE si intende un gruppo di organismi con struttura, funzione, comportamento simili che si incrociano solo fra loro
Organismi viventi sono raggruppati in 3 Domini:
ARCHEA, EUBACTERIA, EUCARYA 10
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Purves et al, BIOLOGIA, ZANICHELLI Editore Spa, Copyright 200512
limite di risoluzione
dell’occhio umano
limite di risoluzione del
microscopio ottico
limite di risoluzione del
microscopio elettronico
CE
LL
UL
E
OR
GA
NU
LI
MO
LE
CO
LE
AT
OM
I
μm = 10-6 m
nm = 10-9 m
Å = 10-10 m
Robert Hooke 1665
Cellula vegetale
(20 x 30 μm)
Batterio
(1 x 2 μm)
Cellula animale
(10-20 μm)
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DIMENSIONI CELLULARI
Unità di misura idonea è μm (micrometro) che corrisponde a 10-6 m
Parametro critico per le dimensioni è il rapporto SUPERFICIE/VOLUME
100 μm
100 μm100 μm
50 μm
~ 120.000 μm2 ~ 60.000 μm2
Dimensione e forma dipendono dalla funzionees. cellula nervosa spermatozoo cellule muscolari eritrociti
Le variazioni di forma rappresentano una strategia per aumentare
tale rapporto. Es. microvilli delle cellule epiteliali con i quali
aumentano l’area superficiale di assorbimento 14
Purves et al, BIOLOGIA, ZANICHELLI Editore Spa, Copyright 200515
FONDAMENTI METODOLOGICI DELLA BIOLOGIA CELLULARE
Procedimenti operativi per la costruzione della conoscenza scientifica
dal particolare al generale
parte dall’enunciato della legge e tende a verificarne
l’attendibiità
Induttivo:
Deduttivo:
Si basano su due attività tipiche della ricerca scientifica:
OSSERVAZIONE ED ESPERIMENTO
Metodi DISTRUTTIVI: cercano di conoscere la composizione
molecolare delle cellule utilizzando tecniche
biochimiche analitiche
Metodi CONSERVATIVI: studiano la morfologia e l’organizzazione dei
tessuti salvaguardandone l’integrità delle cellule
es. tecniche di microscopia e di coltura in vitro
Fissazione: devitalizzazione senza introdurre artefatti
Inclusione: permette la riduzione in fettine
Colorazione: veri e propri coloranti per l’ottico, soluzioni di metalli pesanti per
l’elettronico16
Coefficienti di sedimentazione di alcuni organelli cellulari, macromolecole e virus
Il coefficiente di sedimentazione espresso in unità Svedberg (S) indica la velocità con cui la
particella sedimenta quando è sottoposta ad una forza centrifuga
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Frazionamento di strutture cellulari
tramite sedimentazione
Metodi DISTRUTTIVI
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19
Metodi CONSERVATIVI
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Potere risolutivo:
capacità di distinguere due
punti molto vicini fra loro
LR = 0,61 λ / n senα
lunghezza
d’onda
indice di
rifrazione
angolo al centro
del cono di luce
che entra
nell’obiettivo
λ = 400-700 nm λ = 0.1-0.2 nm
LR = 0,2 μm LR = 0,7 nm
microscopio ottico microscopio elettronico
Limite
di
risoluzione
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Microscopio Elettronico
a Trasmissione TEM
d = 0,7 nm
In un TEM, gli elettroni che costituiscono il fascio
attraversano una sezione dove è stato creato
precedentemente il vuoto, per poi passare
completamente attraverso il campione. Questo,
dunque, deve avere uno spessore estremamente
ridotto, compreso tra 50 e 500 nm. Il potere di
risoluzione (la minima distanza fra due punti per la
quale si possono distinguere come tali e non come
uno solo) è di circa 0,2 nm, cioè circa 500.000 volte
maggiore di quello dell'occhio umano. Questo tipo di
microscopio è fornito, lungo l'asse elettro ottico, di
complessi sistemi che utilizzando la modificazione
di campi elettrici e magnetici, i quali sono in grado di
pilotare gli elettroni attraverso "lenti" magnetiche
necessarie ad allargare considerevolmente il fascio
di elettroni già passati attraverso il campione per far
sì che l'immagine risulti ingrandita. Il campione
consiste in sezioni, come si è detto, molto sottili,
appoggiate su di un piccolo dischetto in rame o
nichel (del diametro di pochi millimetri) fenestrato di
solito a rete ("retino") in modo che la sezione possa
essere osservata tra le sue maglie senza
interposizione di vetro (a differenza di quello che
avviene nel microscopio ottico) che non sarebbe
attraversato dagli elettroni. Questi ultimi infatti non
possono attraversare materiali spessi.
Il fascio di elettroni colpisce uno schermo
fluorescente (sensibile agli stessi) proiettando su di
esso un'immagine reale e fortemente ingrandita
della porzione di campione precedentemente
attraversata. Questo microscopio fornisce le
immagini in bianco e nero, però molte volte si
trovano immagini ottenute dallo stesso che sono
state successivamente elaborate digitalmente
migliorando l'immagine.
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Microscopio Elettronico
a Scansione SEM
d = 5-10 nm
Il microscopio non sfrutta la luce come sorgente di radiazioni ma un fascio di elettroni che colpiscono il campione.
Dal campione vengono emesse numerose particelle fra le quali gli elettroni secondari. Questi elettroni vengono
rilevati da uno speciale rivelatore e convertiti in impulsi elettrici. Il fascio non è fisso ma viene fatto scandire: viene
cioè fatto passare sul campione in una zona rettangolare, riga per riga, in sequenza. Il segnale degli elettroni
secondari viene mandato ad uno schermo (un monitor) dove viene eseguita una scansione analoga. Il risultato è
un'immagine in bianco e nero che ha caratteristiche simili a quelle di una normale immagine fotografica. Per
questa ragione le immagini SEM sono immediatamente intelligibili ed intuitive da comprendere.
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Sangue Polline
Formica Moscerino
24
Metodi CONSERVATIVI
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VIRUS
Parassiti endocellulari obbligati di
Procarioti: batteriofagi
ed Eucarioti
Virus
Genoma a DNA (dsDNA, ssDNA)
o RNA (dsRNA, ssRNA)
Virus con involucro fosfolipidico
(influenza, herpes, HIV)
che deriva dalla membrana della
cellula ospite26
I virus : entità biologiche con caratteristiche di parassita obbligato.
organismo vivente o struttura subcellulare ? Anello di congiunzione tra composto chimico e
organismo vivente.
La singola particella virale viene denominata virione.
Possono essere responsabili di malattie in organismi appartenenti a tutti i regni biologici:
attaccano batteri (i batteriofagi), funghi, piante e animali, compreso l'uomo.
Circa 100 volte più piccoli di una cellula e consistono di alcune strutture fondamentali:
1) Un piccolo genoma costituito da DNA o RNA (Tutti)
2) All'esterno della cellula ospite, una copertura proteica (capside) che protegge questi geni
(Tutti)
3) Ulteriore rivestimento che si chiama pericapside, di natura lipoproteica (Alcuni)
4) Strutture molecolari specializzate ad iniettare il genoma virale nella cellula ospite (Alcuni)
Comportamento parassita = per la loro replicazione non dispongono di tutte le strutture
biochimiche e biosintetiche necessarie, che vengono reperite nella cellula ospite.
La riproduzione del virus spesso procede fino alla morte della cellula ospite, da cui poi dipartono
le copie del virus formatesi.
Struttura :
Capside: formato da subunità identiche di proteina o capsomeri. I virus possono avere un
rivestimento lipidico derivante dalla membrana cellulare della cellula ospitante. La forma del
capside può servire come base per la distinzione morfologica. Proteine associate con acidi
nucleici sono noti come nucleoproteine e l'associazione di proteine del capside virale con
acido nucleico virale è chiamato nucleocapside.
Quattro fondamentali tipi morfologici di virus: Elicoidali, Poliedrici, Dotati di rivestimento e
Complessi (batteriofagi)
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Tipi di VIRUS
Specie
specificiI virus infettano solo
uno specifico tipo
cellulare
28
Esempi di Virus 15 nm 90 nm
25 nm
subunità
proteica del
capside
proteina del
core
RNA virale
proteine virali
incorporate
nell’involucro
involucro lipidico
HIV virus
Batteriofago T4
Capside
Colletto
Basamento
Fibre della coda
Virus del mosaico del tabacco
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Strategia generale riproduttiva
1.RICONOSCIMENTO DELL’OSPITE
2.INFEZIONE
3.SINTESI DELLE MACROMOLECOLE VIRALI
4.ASSEMBLAGGIO E LIBERAZIONE DI
NUOVI VIRIONI
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Batteriofagi
Ciclo vitale
Fagi temperati : fago λ
che infetta E. coli
ricombinazione e
lisogenia
(UV, mitomicina D,
Fluorodeossiuridina)
Fagi virulenti : fago della serie T pari
che infetta E. coli
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Geni precoci:
-replicazione DNA virale
-blocco funzioni cellulari
batteriche
Geni tardivi:
-codificano per proteine capside
e lisozima
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RETROVIRUS(a RNA a singola elica)
Trascrittasi inversa
eccezione del DOGMA
CENTRALE
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DNA
RNA
PROTEINE
Trascrizione
Traduzione
DOGMA CENTRALE DELLA BIOLOGIA
Replicazione
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Virus
dell’Influenza
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HIV (Human
Immunodeficiency
Virus)
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L'ebola è un virus ad RNA appartenente alla famiglia Filoviridae
estremamente aggressivo per l'uomo, che causa una febbre
emorragica. Il primo ceppo di tale virus fu scoperto nel 1976,
nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Finora sono
stati isolati quattro ceppi del virus, di cui tre letali per l'uomo.
Gli hantavirus sono virus a RNA della famiglia delle Bunyaviridae,
causa di zoonosi.
Gli esseri umani possono essere infettati da hantavirus attraverso il
contatto con l'urina, la saliva o e le feci dei roditori. Alcuni hantavirus
possono causare malattie potenzialmente mortali nell'uomo, come la
febbre emorragica con sindrome renale (HFRS) e la sindrome
polmonare da hantavirus (HPS). Il nome hantavirus deriva dal fiume
Hantan in Sud Corea, isolato alla fine del 1970 da Ho-Wang Lee e coll.
che ha studiato per primo il gruppo degli Hantaan virus (HTNV). [Questo è uno degli hantavirus che causano maggiormente HFRS,
esso era precedentemente conosciuto come febbre emorragica
coreana.
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