Progetto CROMA

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C R O M A Conservazione e R Opere e Monumenti s d'Arte t a u r o Viale dei IV venti 97 . 00152 Roma . Tel-fax 06 5817694 . P. IVA e C.F. 06485291006 PROPOSTE DI INTERVENTO Area Archeologica “ Capitolium” di Terracina Lo stato di conservazione del monumento è mediocre: l’area è occupata da piante spontanee e arbustive; diffusi sono anche i problemi legati a presenza di patine di origine biologica, che assumono morfologia di sottili strati soprammessi, con colorazioni che vanno dal verde al grigio scuro; numerosi sono anche i licheni. Altri fenomeni più strettamente attinenti ai materiali originali (tufo, pietra calcarea, travertino, marmo, malte) sono quello dell’erosione, della disgregazione, della fessurazione, dei distacchi lamellari (soprattutto per quanto riguarda il tufo). Numerosi sono naturalmente le mancanze e le lacune. Altrettanto evidenti sono i danni estetici legati alla presenza di depositi più o meno coerenti sulle superfici lapidee. Nel corso del sopralluogo effettuato il 2 aprile 2012, è stato possibile valutare le condizioni conservative solamente con una osservazione visiva a distanza, senza avere peraltro la possibilità di entrare nelle favisse. Non è dunque possibile valutare lo stato di conservazione degli ambienti interni né, tanto meno, dei manufatti ivi custoditi. Il nostro intervento potrebbe essere mirato, in una prima fase e poi con cicli periodici, all’eliminazione delle piante superiori e delle patine di origine biologica. Dal momento che la composizione chimica dei materiali lapidei è quasi completamente inorganica, il degrado di tali materiali è esercitato essenzialmente da vegetazione crittogamica autotrofa, costituita da microrganismi fotoautotrofi e chemio autotrofi, e dalla vegetazione fenerogamica. Essenzialmente i danni provocati da microflora fotoautotrofa (cianobatteri e alghe), sono di tipo chimico, fisico ed estetico. Di tipo chimico per la formazione di acido carbonico derivante dalla respirazione cellulare e per l’emissione di cataboliti acidi. Di tipo fisico per la pressione esercitata dall’espansione dimensionale delle cellule stesse. Di tipo estetico per la copertura delle superfici lapidee. Le piante invece (essenze erbacee e arbustive), possono provocare danni sia con la parte aerea che con quella radicale. La parte aerea infatti può rendere difficile la lettura del monumento; la parte radicale invece, che tende a svilupparsi nelle zone meno resistenti (malte e d intonaci) e nelle discontinuità preesistenti, provoca danni, anche in questo caso, sia di tipo chimico che, come è facilmente intuibile, di tipo fisico. È necessario stabilire dunque una pianificazione degli interventi biocidi per agire sui processi di biodeterioramento. Le operazioni che verranno effettuate per l’eliminazione degli organismi saranno quelle di disinfezione, per la distruzione di microrganismi (batteri, alghe e funghi) e di disinfestazione, per la devitalizzazione delle piante. Per queste operazioni verranno impiegati dei prodotti specifici (biocidi) in accordo con la Sovrintendenza competente. ALLEGATO PROGETTO

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Progetto primo intervento urgente sul Capitolium di Terracina

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C R O M A Conservazione e R Opere e Monumenti s d'Arte t a u r o   

Viale dei IV venti 97 . 00152 Roma . Tel-fax 06 5817694 . P. IVA e C.F. 06485291006 

PROPOSTE DI INTERVENTO Area Archeologica “ Capitolium” di Terracina  

  

Lo  stato  di  conservazione  del  monumento  è  mediocre:  l’area  è  occupata  da  piante spontanee  e  arbustive;  diffusi  sono  anche  i  problemi  legati  a  presenza  di  patine  di  origine biologica,  che assumono morfologia di  sottili  strati  soprammessi,  con  colorazioni  che vanno dal verde al grigio scuro; numerosi sono anche i licheni. 

Altri  fenomeni  più  strettamente  attinenti  ai  materiali  originali  (tufo,  pietra  calcarea, travertino, marmo, malte)  sono quello dell’erosione, della disgregazione, della  fessurazione, dei distacchi  lamellari  (soprattutto  per  quanto  riguarda  il  tufo).  Numerosi  sono  naturalmente  le mancanze e le lacune. Altrettanto evidenti sono i danni estetici legati alla presenza di depositi più o meno  coerenti  sulle  superfici  lapidee. Nel  corso del  sopralluogo effettuato  il 2 aprile 2012, è stato  possibile  valutare  le  condizioni  conservative  solamente  con  una  osservazione  visiva  a distanza,  senza  avere  peraltro    la  possibilità  di  entrare  nelle  favisse.  Non  è  dunque  possibile valutare  lo  stato  di  conservazione  degli  ambienti  interni  né,  tanto  meno,  dei  manufatti  ivi custoditi. 

 Il  nostro  intervento  potrebbe  essere mirato,  in  una  prima  fase  e  poi  con  cicli  periodici,  

all’eliminazione delle piante superiori e delle patine di origine biologica. Dal momento  che  la  composizione  chimica  dei materiali  lapidei  è  quasi  completamente 

inorganica,  il  degrado  di  tali materiali  è  esercitato  essenzialmente  da  vegetazione  crittogamica autotrofa,  costituita  da  microrganismi  fotoautotrofi  e  chemio  autotrofi,  e  dalla  vegetazione fenerogamica. 

Essenzialmente i danni provocati da microflora fotoautotrofa (cianobatteri e alghe), sono di tipo chimico, fisico ed estetico. Di tipo chimico per la formazione di acido carbonico derivante dalla respirazione cellulare e per l’emissione di cataboliti acidi. Di tipo fisico per la pressione esercitata dall’espansione dimensionale delle cellule stesse. Di tipo estetico per  la copertura delle superfici lapidee. 

Le piante  invece  (essenze erbacee e arbustive), possono provocare danni  sia  con  la parte aerea  che  con  quella  radicale.  La  parte  aerea  infatti  può  rendere  difficile  la  lettura  del monumento; la parte radicale invece, che tende a svilupparsi nelle zone meno resistenti (malte e d intonaci) e nelle discontinuità preesistenti, provoca danni, anche in questo caso, sia di tipo chimico che, come è facilmente intuibile, di tipo fisico. 

 È necessario stabilire dunque una pianificazione degli interventi biocidi per agire sui processi 

di  biodeterioramento.  Le  operazioni  che  verranno  effettuate  per  l’eliminazione  degli  organismi saranno quelle di disinfezione, per  la distruzione di microrganismi  (batteri,  alghe e  funghi) e di disinfestazione, per  la devitalizzazione delle piante. Per queste operazioni verranno  impiegati dei prodotti specifici (biocidi) in accordo con la Sovrintendenza competente. 

ALLEGATO  PROGETTO 

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Viale dei IV venti 97 . 00152 Roma . Tel-fax 06 5817694 . P. IVA e C.F. 06485291006 

Altre  limitate operazioni, sempre da concordare con  la soprintendenza, potrebbero essere dei pronto interventi, indirizzati a fermare quei fenomeni di degrado che potrebbero, se ignorati, compromettere la conservazione del bene. 

In quest’ottica, si potrebbe provvedere al consolidamento e al fissaggio di parti pericolanti, alla stuccatura di porzioni distaccate o di fessurazioni profonde. 

 La manutenzione  prolungata  nel  tempo,  potrebbe  inoltre  offrire  un’occasione  unica  per 

eseguire  una  dettagliata  ricognizione  dello  stato  conservativo  del monumento;  potrebbe  cioè offrire  quelle  condizioni  ideali  per  valutare,  anche  attraverso  dei  cantieri  pilota,  la  migliore metodologia di intervento per la salvaguardia del Bene, in modo da ottenere una stima precisa dei costi e dei tempi di realizzazione del restauro completo del monumento. 

      Roma, 3 aprile 2012  

                                                                                  Consorzio CROMA