Progettazione per competenze Liceo “G.Carducci” Pisa 3 ottobre 2014 Grazia Fassorra1.

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dai programmi ai curricoli progettazione per competenze Liceo “G.Carducci” Pisa 3 ottobre 2014 Grazia Fassorra 1

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dai programmi ai curricoliprogettazione per competenze

Liceo “G.Carducci” Pisa3 ottobre 2014

Grazia Fassorra 1

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premesse

La complessità dei saperiPoiché la nostra educazione ci ha insegnato a separare e a

non legare le conoscenze, l’insieme di queste costituisce un puzzle inintelleggibile.

Le interazioni, le retroazioni, i contesti, le complessità che si trovano nel no man’s land tra le discipline diventano invisibili. (…)

L’incapacità di organizzare il sapere sperso e compartimentato porta all’atrofia della disposizione mentale naturale a contestualizzare e a globalizzare.

(Edgar Morin, I sette pilastri del sapere, 1999)

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Quali “saperi”

“La conoscenza si sviluppa in forme diverse da persona a persona in relazione all’età, alle condizioni, ai contesti di vita e di lavoro. Non è il dato finale di attività intenzionali, nell’ambito di strutture preposte allo scopo. E’ l’esito, costantemente mutevole, di un’elaborazione sia di saperi volutamente trasmessi e accolti, sia di idee, informazioni, abilità acquisite in via informale o attraverso l’esperienza.

E’ il risultato di itinerari non lineari, nel corso dei quali,si costruisce e ricostruisce un personale modo di porsi di fronte alla realtà, si assumono riferimenti di valore, nascono legami di appartenenza, si definisce un’identità legata a condizioni e valutazioni di carattere sociale, storico, di genere, di classe, civile, etnico e culturale.”

(S. Meghnagi, Il sapere professionale,2005)

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premesse

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La scuola richiede prestazioni individuali…..

La scuola richiede un pensiero privo di supporti …..

La scuola coltiva il pensiero simbolico, nel senso che lavora su simboli…..

A scuola si insegnano capacità e conoscenze generali……

……mentre il lavoro mentale all’esterno è spesso condiviso socialmente;

…..mentre fuori ci si avvale di strumenti cognitivi o artefatti;

…..mentre fuori della scuola la mente è sempre direttamente alle prese con oggetti e situazioni;

…..mentre nelle attività esterne dominano competenze specifiche, legate alla situazione.”

le quattro discontinuità [Loren Resnick, 1995]LA NATURA DELL’INSEGNAMENTO

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Le competenze sono un “insieme

strutturato di conoscenze, capacità e atteggiamenti necessari per svolgere un compito e capacità di attivare e coordinare le proprie risorse interne (conoscenze, abilità e disposizioni interne stabili) e quelle esterne disponibili per portare a termine validamente ed efficacemente i compiti richiesti o le sfide da affrontare” (Pellerey)

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la progettazione per competenze

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Accordo del gennaio 2004 in Conferenza unificata Stato – Regioni sugli standard formativi “minimi” in uscita dai percorsi triennali di istruzione e FP

I livelli di competenza OCSE – PISA per Matematica, Lettura e Problem solving

Quadro Comune europeo per le lingue – scala globale dei livelli

Il regolamento su obbligo di istruzione, DM 139/2007 I regolamenti del 1° e del 2° ciclo (con documenti allegati)

n. 89/2009, n. 87, 88, 89/2010 Descrittori che definiscono gli 8 livelli del Quadro europeo

delle qualifiche (EQF) adottato dall’Italia nel dicembre 2012 D.Lgs. 16 gennaio 2013 n. 13 per “l’individuazione e

validazione degli apprendimenti non formali e informali” Prove OCSE PISA Prove INVALSI

◦ Prove intermedie◦ Prove in uscita dal primo ciclo in matematica e italiano

per esame

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Cosa abbiamo?

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Proviamo a verificare cosa è previsto nei documenti che guidano la progettazione delle scuole◦ Indicazioni nazionali per il curricolo della

scuola dell’infanzia e del primo ciclo◦ Indicazioni nazionali per i Licei◦ Linee guida per gli Istituti tecnici e per gli

Istituti professionali

Da cosa partire?

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I traguardi per lo sviluppo delle competenze del primo ciclo possono essere organizzati in aree disciplinari comuni alla scuola primaria e alla secondaria di primo grado (non obbligatorie, ma scelte dalla scuola)

L’organizzazione più diffusa è la seguente: linguistico-artistico-espressiva storico-geografica matematico-scientifico-tecnologica

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Il 1° ciclo

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Dal profilo (all. A al Regolamento DPR 89/2010) Il sistema dei licei consente allo studente di

raggiungere risultati di apprendimento in parte comuni, in parte specifici dei distinti percorsi.

La cultura liceale consente di approfondire e sviluppare conoscenze e abilità, maturare competenze e acquisire strumenti nelle aree:

metodologica logico argomentativa linguistica e comunicativa storico-umanistica scientifica, matematica e tecnologica.

Indicazioni nazionali per i Licei

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Risultati di apprendimento comuni a tutti i percorsi liceali

A conclusione dei percorsi di ogni liceo gli studenti dovranno:1. Area metodologica• Aver acquisito un metodo di studio autonomo e flessibile,

che consenta di condurre ricerche e approfondimenti personali e di continuare in modo efficace i successivi studi superiori, naturale prosecuzione dei percorsi liceali, e di potersi aggiornare lungo l’intero arco della propria vita.

• Essere consapevoli della diversità dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado valutare i criteri di affidabilità dei risultati in essi raggiunti.

• Saper compiere le necessarie interconnessioni tra i metodi e i contenuti delle singole discipline.

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2. Area logico-argomentativa• Saper sostenere una propria tesi e saper

ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui.

• Acquisire l’abitudine a ragionare con rigore logico, ad identificare i problemi e a individuare possibili soluzioni.

• Essere in grado di leggere e interpretare criticamente i contenuti delle diverse forme dicomunicazione.

Indicazioni nazionali per i Licei

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3. Area linguistica e comunicativa 1 Padroneggiare pienamente la lingua italiana e in

particolare:◦ dominare la scrittura in tutti i suoi aspetti, da quelli

elementari (ortografia e morfologia) a quelli più avanzati (sintassi complessa, precisione e ricchezza del lessico, anche letterario e specialistico), modulando tali competenze a seconda dei diversi contesti e scopi comunicativi;

◦ saper leggere e comprendere testi complessi di diversa natura, cogliendo le implicazioni e le sfumature di significato proprie di ciascuno di essi, in rapporto con la tipologia e il relativo contesto storico e culturale;

◦ curare l’esposizione orale e saperla adeguare ai diversi contesti.

Indicazioni nazionali per i Licei

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Area linguistica e comunicativa 2 Aver acquisito, in una lingua straniera moderna,

strutture, modalità e competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento.

Saper riconoscere i molteplici rapporti e stabilire raffronti tra la lingua italiana e altre lingue moderne e antiche.

Saper utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per studiare, fare ricerca, comunicare.

Indicazioni nazionali per i Licei

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Area storico umanistica 1 Conoscere i presupposti culturali e la natura delle istituzioni

politiche, giuridiche, sociali ed economiche, con riferimento particolare all’Italia e all’Europa, e comprendere i diritti e i doveri che caratterizzano l’essere cittadini.

Conoscere, con riferimento agli avvenimenti, ai contesti geografici e ai personaggi più importanti, la storia d’Italia inserita nel contesto europeo e internazionale, dall’antichità sino ai giorni nostri.

Utilizzare metodi (prospettiva spaziale, relazioni uomo-ambiente, sintesi regionale), concetti (territorio, regione, localizzazione, scala, diffusione spaziale, mobilità, relazione, senso del luogo...) e strumenti (carte geografiche, sistemi informativi geografici, immagini, dati statistici, fonti soggettive) della geografia per la lettura dei processi storici e per l’analisi della società contemporanea.

Indicazioni nazionali per i Licei

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Area storico umanistica 2 Conoscere gli aspetti fondamentali della cultura e della tradizione

letteraria, artistica, filosofica, religiosa italiana ed europea attraverso lo studio delle opere, degli autori e delle correnti di pensiero più significativi e acquisire gli strumenti necessari per confrontarli con altre tradizioni e culture.

Essere consapevoli del significato culturale del patrimonio archeologico, architettonico e artistico italiano, della sua importanza come fondamentale risorsa economica, della necessità di preservarlo attraverso gli strumenti della tutela e della conservazione.

Collocare il pensiero scientifico, la storia delle sue scoperte e lo sviluppo delle invenzioni tecnologiche nell’ambito più vasto della storia delle idee.

Saper fruire delle espressioni creative delle arti e dei mezzi espressivi, compresi lo spettacolo, la musica, le arti visive.

Conoscere gli elementi essenziali e distintivi della cultura e della civiltà dei paesi di cui si studiano le lingue.

Indicazioni nazionali per i Licei

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5. Area scientifica, matematica e tecnologica Comprendere il linguaggio formale specifico della matematica, saper

utilizzare le procedure tipiche del pensiero matematico, conoscere i contenuti fondamentali delle teorie che sono alla base della descrizione matematica della realtà.

Possedere i contenuti fondamentali delle scienze fisiche e delle scienze naturali (chimica, biologia, scienze della terra, astronomia), padroneggiandone le procedure e i metodi di indagine propri, anche per potersi orientare nel campo delle scienze applicate.

Essere in grado di utilizzare criticamente strumenti informatici e telematici nelle attività di studio e di approfondimento; comprendere la valenza metodologica dell’informatica nella formalizzazione e modellizzazione dei processi complessi e nell’individuazione diprocedimenti risolutivi.

I risultati di apprendimento vengono inoltre elencati per i singoli percorsi liceali e per discipline.

Indicazioni nazionali per i Licei

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inoltre

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Livello base: lo studente svolge compiti semplici in situazioni note,mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali e di saper applicare regole e procedure fondamentali.

Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello base, è riportata l’espressione “livello base non raggiunto”, con l’indicazione della relativa motivazione

Livello intermedio: lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in situazioni note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite

Livello avanzato: lo studente svolge compiti e problemi complessi in situazioni anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Sa proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere autonomamente decisioni consapevoli

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I livelli

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Perché?

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A me pare che quelle scienze sieno vane e piene di errori le quali non sono nate dall’esperienza, madre di ogni certezza

Leonardo da Vinci

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“Riduzionismo” ed “Emergenza”: dallo studio di fenomeni semplici e quantificabili all’approccio alla complessità.

“La sfida che la complessità prospetta alla scienza è soprattutto quella di esplorare e sviluppare il territorio dell’interdisciplinarità, della multidimensionalità del reale, della complementarietà dei saperi. Nel nuovo paradigma della complessità, le diverse discipline si presentano come un sistema a rete, con correlazione e nodi multipli. In questo modo vengono superate tutte le chiusure disciplinari, tutte le dicotomie che finiscono per paralizzare la ricerca e per impedire la comprensione e la trasformazione della realtà”.

Il paradigma della complessità

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Heisenberg e il principio di indeterminazione: impossibilità di conoscere il presente in tutti i suoi dettagli e quindi di determinare il futuro (1926)*.

“Se la meccanica quantistica ci ha rivelato come sia impossibile arrivare a conoscere, in modo esaustivo, le cause, la teoria del caos ci spiega come – se anche le cause fossero conoscibili - gli effetti sarebbero, spesso, imprevedibili, non lineari”.

* « Nell’ambito della realtà le cui connessioni sono formulate dalla teoria quantistica, le leggi naturali non conducono ad una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere (all’interno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni) è piuttosto rimesso al gioco del caso » in Über quantenmechanische

Kinematik und Mechanik, Mathematische Annalen, 1926[

E’ la crisi del rapporto causa - effetto

Il paradigma della complessità

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“La cibernetica poi ha avuto il merito di introdurre il concetto di retroazione dell’effetto sulla causa,avanzando il principio della causalità circolare, principio fatto proprio dalla teoria della complessità.

Tale principio considera le diverse cause e i diversi effetti come aspetti interconnessi della realtà, che formano l’intreccio complesso della vita.

Anche le più recenti ricerche sulle modalità di funzionamento dei nostri processi cerebrali sottolineano con chiarezza l’improponibilità dello schema classico conoscenza-azione (ovvero prima conoscenza e poi azione) nella logica causa-effetto, e individuano la natura costruttivistica e sociale del conoscere.

Il paradigma della complessità

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La percezione umana appare immersa nella dinamica dell’azione, per cui esiste un nesso assai stretto tra percezione, azione e progetto. La comprensione, pertanto, ha una natura eminentemente pragmatica e le cose e i processi con i quali entriamo in contatto acquistano per noi un senso funzionale al progetto d’azione che intendiamo attivare e sviluppare.

L’azione, infatti, non costituisce esclusivamente un tentativo di risposta al bisogno immediato, ma contiene e sviluppa anche la domanda di senso della realtà e dell’essere. Ciò si collega non a caso al superamento dell’assunto tradizionale della separazione tra mente e corpo e della prevalenza del pensiero sull’azione”.

da “PERSONA, TECNOLOGIE E PROFESSIONALITÀ - Gli Istituti Tecnici e Professionali come scuole dell’innovazione”. Documento finale della Commissione ministeriale per la riorganizzazione degli Istituti Tecnici e Professionali, 2008

Il paradigma della complessità

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Tutte le professioni richiedono competenze tecniche, capacità relazionali, creatività.

Il successo o la crisi delle aziende, specie quelle ad alta tecnologia, sono determinati in larga misura dalla capacità di marketing, sviluppo del prodotto, produzione e gestione, competenze che si fondano e si costruiscono attraverso tutto il processo formativo scolastico.

Quali competenze?

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Sono necessarie competenze fondamentali, che integrino conoscenze, abilità e qualità personali. Tali competenze si acquisiscono mobilitando le persone ad assumere fin da giovani compiti e responsabilità concreti inazione, non solo ad apprendere in contesti formali.

Quali competenze?

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la conoscenza delle discipline scientifiche e tecniche, sia di base sia specialistiche

la padronanza della lingua italiana e la capacità di produzione, soprattutto scritta

la conoscenza fluente della lingua inglese, parlata e scritta e possibilmente di un’altra lingua straniera, almeno letta e parlata

la padronanza degli strumenti informatici, con la capacità di impiegare con disinvoltura i pacchetti software disponibili sul mercato

Quali competenze?... per esempio

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la capacità di progettare e realizzare prodotti, anche immateriali

la mentalità e la capacità di operare in gruppi anche multidisciplinari a diversi livelli e ruoli di responsabilità

l’attitudine a lavorare “per obiettivi” e un orientamento alla “cultura del risultato”, imparando a rispettare determinati standard di prestazione, temporali ed economici, verificando e rispondendo in prima persona del proprio operato

Quali competenze?

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Il significato di educazione per MORIN

1. Fornire una cultura che permetta di DISTINGUERE CONTESTUALIZZARE, GLOBALIZZARE AFFRONTARE i problemi multidimensionali, globali e fondamentali

2. Preparare le menti alla complessità dei problemi

3. Preparare ad affrontare l’incertezza …………..favorendo l’intelligenza strategica

(E.Morin, La testa ben fatta, riforma dell’insegnamento, riforma del pensiero)

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Da dove cominciare?

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QUALE CURRICOLO PER L’EDUCAZIONE DI DOMANI?

CURRICOLO COME ACCUMULO DI UNITÀ DIDATTICHE◦ Insegnamento come trasmissione descrittiva di

tipo statico e oggettivo: produce CONOSCENZA

CURRICOLO COME RETE DI MODULI/ UdA / PROGETTI… come rete di competenze e/o basi di conoscenze:◦ Percorso di apprendimento dinamico e soggettivo:

PRODUCE COMPETENZA

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la progettazione per competenze

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la progettazione per competenze

Didattica tradizionaleorganizzazione lineare , sequenziale lettura, memorizzazione, padronanza delle disciplineorganizzazione per UU. DDL’insieme compone il “programma”

Didattica modulare Organizzazione per unità tematiche/ problemiLe unità di apprendimento sono in sé compiute e conducono a competenze certificabiliL’insieme costituisce un curricoloLe discipline sono strumentiL’analisi è di tipo sincronico e procede

per associazioni

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E’ FONDAMENTALE L’ANALISI DISCIPLINARE

Trasformazione delle sequenze del manuale in mappe di conoscenze

Scelta dei nodi essenziali per il raggiungimento degli standard

E’ un processo di scomposizione e ricomposizione di una disciplina scolastica per ottenere:

I nodi (concetti, idee chiave, regole portanti)

i legami (le connessioni associative e discriminative per disegnare la mappa disciplinare

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la progettazione per competenze

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MAPPE CONCETTUALI

Sistemi grafici di rappresentazione delle strutture della conoscenza (informazioni e conoscenze)

Rappresentano una gamma di relazioni tra concetti, gerarchie, legami trasversali

Esplicitazione dei nuclei fondamentali

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la progettazione per competenze

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Analisi disciplinare

MODELLO MODI DIAPPRENDIMENTO

STILE DI INSEGNAMENTO

PROCESSO

Lista

Albero

Tabella

Rete

Accumulo

Classificazione

Sintesi

Connessione

Lineare

Gerarchico

Multicomponenziale

Ipertestuale

Crescere

Salire

Incrociare

Navigare

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RAPPORTO TRA MAPPA E INSEGNAMENTO

Giuseppe Martini, “L’analisi disciplinare apre la programmazione” in ANP Notizie,1994

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Significa: possederne lo statuto epistemologico e la dimensione

storica, delineare la rete semantica dei concetti chiave:i “saperi essenziali”;

ricercare i concetti ricorrenti che “tessono” la disciplina,che hanno valore strutturante e generativo di conoscenze, che ci permettono di riconoscere il già incontrato e prefigurare il senso di un nuovo contesto/contenuto;

evidenziare i collegamenti tra le diverse disciplineper superare la parcellizzazione delle conoscenze.

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L’analisi disciplinare

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L’insegnante con la progettazione curricolare: seleziona i concetti portanti delle discipline; individua le relazioni esistenti tra essi; confronta la struttura dei saperi con la loro

relatività storica; attribuisce il loro significato sociale.In questo modo abbandona il ruolo di depositario

di una conoscenza immutabile che contrasta con la magmaticità della ricerca in atto.

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Dalle mappe disciplinari alla materia

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L’insieme delle situazioni di apprendimento mediante le quali gli insegnanti costruiscono un sistema di opportunità educative volte a fornire chiavi interpretative della realtà:

- selezione di nuclei tematici disciplinari, - metodologia didattica e valutativa, - attività cognitive e metacognitive, - aspetti relazionali e organizzativi, - mezzi e risorse.

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Costruire un curricolo

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2. Le istituzioni scolastiche determinano, nel Piano dell'offerta formativa il curricolo obbligatorio per i propri alunni in modo da integrare, a norma del comma 1, la quota definita a livello nazionale con la quota loro riservata che comprende le discipline e le attività da esse liberamente scelte. Nella determinazione del curricolo le istituzioni scolastiche precisano le scelte di flessibilità previste dal comma 1, lettera e).

3. Nell'integrazione tra la quota nazionale del curricolo e quella riservata alle scuole è garantito il carattere unitario del sistema di istruzione ed è valorizzato il pluralismo culturale e territoriale, nel rispetto delle diverse finalità della scuola dell'obbligo e della scuola secondaria superiore.

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Cosa dice la norma sul curricolo: l’ art. 8 del Regolamento dell’autonomia (DPR 275/99)

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4. La determinazione del curricolo tiene conto delle diverse esigenze formative degli alunni concretamente rilevate, della necessità di garantire efficaci azioni di continuità e di orientamento, delle esigenze e delle attese espresse dalle famiglie, dagli Enti locali, dai contesti sociali, culturali ed economici del territorio. Agli studenti e alle famiglie possono essere offerte possibilità di opzione.

5. Il curricolo della singola istituzione scolastica, definito anche attraverso un'integrazione tra sistemi formativi sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali, negli ambiti previsti dagli articoli 138 e 139 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 può essere personalizzato in relazione ad azioni, progetti o accordi internazionali.

6. L'adozione di nuove scelte curricolari o la variazione di scelte già effettuate deve tenere conto delle attese degli studenti e delle famiglie in rapporto alla conclusione del corso di studi prescelto.

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Art. 8 del Regolamento dell’autonomia

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Le scuole sono chiamate a sperimentare nuovi curricoli strutturati in obiettivi specifici di apprendimento relativi a competenze

Curricoli caratterizzati da: continuità essenzialità

trasversalità

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Art. 8 del Regolamento dell’autonomia

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I dipartimenti I consigli di classe

I Luoghi della progettazione

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Gli istituti tecnici, i professionali e i licei possono costituire dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti, per il sostegno alla didattica e alla progettazione formativa.

i dipartimenti

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Nei regolamenti non vengono date indicazioni sulle modalità organizzative.

Ipotesi possibile: organizzazione per aree oppure per assi

culturali (secondo le indicazioni dell’obbligo di istruzione)

I dipartimenti sono funzionali: alla progettazione per competenze; alla progettazione disciplinare e

multidisciplinare e, per questo, anche di percorsi per il conseguimento delle competenze di cittadinanza come individuate in sede UE.

i dipartimenti

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I dipartimenti per discipline e/o per aree / assi culturali:

Per discipline: analisi disciplinare come base della progettazione (ciò che ogni disciplina apporta)

Per assi:◦ progettazione dei percorsi integrati per il

conseguimento delle competenze (problema delle scelte)

◦ Costruzione delle prove per la certificazione delle competenze

Che fare? Suggerimenti organizzativi

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I dipartimenti sono articolazioni del Collegio dei docenti ed hanno la funzione di definire:

gli obiettivi delle discipline, tenuto conto degli obiettivi generali dati dal sistema (analisi disciplinare e redazione delle mappe)

I percorsi disciplinari e multidisciplinari da attivare nelle classi

Gli standard (in termini di conoscenze, abilità e competenze) comuni a tutte le classi parallele

Criteri condivisi di valutazione Prove di ingresso per la valutazione della situazione iniziale

degli allievi Prove di valutazione per classi parallele Proposte di acquisti di materiali e strumenti didattici, per

attività di aggiornamento, per attività didattiche non curricolari …

Attività e strumenti di documentazione Proposte per le adozioni dei libri di testo

Organizzare la didattica: i dipartimenti

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Compiti del consiglio di classe : Progettazione dei percorsi didattici della classe: scelta

delle attività disciplinari e multidisciplinari volte all’acquisizione delle competenze, abilità e conoscenze individuate nella progettazione;

Individuazione degli obiettivi comportamentali e cognitivi considerati irrinunciabili per il passaggio alla classe successiva e delle strategie da mettere in atto per il loro conseguimento;

Elaborazione degli strumenti di osservazione, verifica e valutazione;

Organizzazione degli interventi di recupero, sostegno e di approfondimento;

Definizione dei comportamenti da tenersi nei confronti della classe (svolgimento delle verifiche scritte e orali, correzione elaborati, utilizzazione materiale didattico…)…

Organizzare la didattica: i consigli di classe

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Partire dalle competenze da sviluppare e collegarle a descrittori di abilità (misurabili o comunque verificabili)

ciascun dipartimento individua ed esplicita le abilità che devono essere accertate nell’ambito di riferimento

il collegio dei docenti coordina le proposte in modo che non vi siano “scoperture”; le “sovrapposizioni” sono invece raccomandabili perché le competenze sono trasversali

predisporre prove di verifica che accertino non solo il possesso di conoscenze, ma la capacità di utilizzarle in contesti di problem solving (tipo PISA)

un’ipotesi di lavoro

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Edgar Morin: la testa ben fattaHoward Gardner: le intelligenze multipleDaniel Goleman: l’intelligenza emotivaMichele Pellerey: la valutazione autentica

I riferimenti

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Grazia Fassorra 54

ovvero…guardare il mondo con …occhi diversi

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APPENDICE

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La letturaDalla favola al racconto

Il processo della scritturaTesti di sintesi

14 0re

Il linguaggio delle artiLa città

Visita al Museo

Tipologie testuali

Codici, sottocodiciSegni

Varietà linguisticheUsi e funzioni della lingua

I linguaggi delle arti

Il linguaggio della poesia

Narrativo

La comunicazione linguistica

Espositivo

Descrittivo

Espressivo

Cinema TeatroMusica Arte

Argomentativo25 ore

I anno

II anno

Organizzazione Modulare di un curricolo di educazione linguistica