Progettare, pubblicare e distribuire contenuti

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Intervento Creativity Day 25 febbraio 2016 Paolo Migliavacca - ADE Buonasera a tutti, prima di iniziare il mio intervento, l’ultimo previsto nella giornata, mi prendo qualche secondo per ringraziare ciascuno di voi per l’interesse e il coinvolgimento dimostrato partecipando a questa opportunità di confronto e di crescita professionale. Un doveroso ringraziamento a Inside training per l’organizzazione e agli amici che mi hanno preceduto, in particolare per Giovanna Busconi e Italo Ravenna con cui condivido da qualche anno il percorso come Apple Distinguished Educator, un programma che l’azienda di Cupertino riserva a alcuni docenti che hanno adottato la tecnologia nella didattica. Veniamo al tema dell’intervento: progettare, pubblicare e distribuire i propri contenuti Strumenti e opportunità per tutti coloro che vogliono diventare “autori” di contenuti, non per forza interattivi. Da offrire o vendere ai propri studenti o ad un mercato più globale. Il mio intervento sarà quindi diviso in quattro parti differenti: una prima premessa con qualche stimolo alla riflessione su come comunichiamo; un’analisi generale della progettazione di un contenuto per il mondo della scuola; l’analisi di alcuni strumenti per la pubblicazione; una riflessione sulla distribuzione dei contenuti e delle opportunità che si trovano nel mondo della comunicazione globale. Partiamo con il primo punto: come comunichiamo nelle scuole? Alle mie spalle in questo momento è comparsa una foto con le pagine tratte da un quaderno di mio figlio Giacomo: il quaderno delle comunicazioni. Giacomo frequenta la seconda elementare in un’istituto comprensivo di Milano e questa è la modalità comunicazione che la scuola ha deciso di adottare per mantenere informati i genitori. Lungi da voler essere una critica, il metodo individuato dalla scuola vi assicuro è più che efficace perché responsabilizza anche lo studente nel processo di comunicazione, rimane una considerazione di fondo: quanto tempo è dedicato alla progettazione della comunicazione all’interno di una istituzione scolastica? Stessa considerazione secondo me va fatta sulle piattaforme che stiamo utilizzando per il registro elettronico: per venire incontro alle abitudini consolidate della scuola, a volte assomigliano ai documenti che per molto tempo hanno accompagnato la vita dei docenti e degli studenti, senza sfruttare le potenzialità offerte dagli strumenti contemporanei di progettazione grafica. Sembra quasi che nella comunicazione scolastica ciò che in fondo manca per essere efficaci e contemporanei sia proprio la creatività. Confermo che la mia non è una critica, ma una riflessione che voglio condividere con tutti voi, consapevole che la “vecchia circolare scolastica” è da qualche tempo accusata di non essere più efficace e di non venir più letta. Affrontiamo il tema della progettazione di un contenuto per la scuola. In prima battuta vi chiedo di porre attenzione a un tema determinante per la scuola contemporanea: i BES. Produrre un contenuto che tenga in considerazione le regole di base per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali, che gli amici inglesi e americani chiamano Special Needs, vuol dire utilizzare tecniche che possono facilitare l’accesso al contenuto anche agli studenti senza BES, incrementando il successo dell’attività educativa e formativa. Progettare un contenuto non vuol dire essere abili utilizzatori di software di composizione grafica, ma prendere in considerazione l’idea alla base del progetto, svilupparla e costruire i contenuti nei di 1 3

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Intervento Creativity Day 25 febbraio 2016 Paolo Migliavacca - ADE

Buonasera a tutti,prima di iniziare il mio intervento, l’ultimo previsto nella giornata, mi prendo qualche secondo per ringraziare ciascuno di voi per l’interesse e il coinvolgimento dimostrato partecipando a questa opportunità di confronto e di crescita professionale. Un doveroso ringraziamento a Inside training per l’organizzazione e agli amici che mi hanno preceduto, in particolare per Giovanna Busconi e Italo Ravenna con cui condivido da qualche anno il percorso come Apple Distinguished Educator, un programma che l’azienda di Cupertino riserva a alcuni docenti che hanno adottato la tecnologia nella didattica.Veniamo al tema dell’intervento: progettare, pubblicare e distribuire i propri contenuti Strumenti e opportunità per tutti coloro che vogliono diventare “autori” di contenuti, non per forza interattivi. Da offrire o vendere ai propri studenti o ad un mercato più globale.Il mio intervento sarà quindi diviso in quattro parti differenti: una prima premessa con qualche stimolo alla riflessione su come comunichiamo;un’analisi generale della progettazione di un contenuto per il mondo della scuola;l’analisi di alcuni strumenti per la pubblicazione;una riflessione sulla distribuzione dei contenuti e delle opportunità che si trovano nel mondo della comunicazione globale.

Partiamo con il primo punto: come comunichiamo nelle scuole?Alle mie spalle in questo momento è comparsa una foto con le pagine tratte da un quaderno di mio figlio Giacomo: il quaderno delle comunicazioni.Giacomo frequenta la seconda elementare in un’istituto comprensivo di Milano e questa è la modalità comunicazione che la scuola ha deciso di adottare per mantenere informati i genitori.Lungi da voler essere una critica, il metodo individuato dalla scuola vi assicuro è più che efficace perché responsabilizza anche lo studente nel processo di comunicazione, rimane una considerazione di fondo: quanto tempo è dedicato alla progettazione della comunicazione all’interno di una istituzione scolastica?

Stessa considerazione secondo me va fatta sulle piattaforme che stiamo utilizzando per il registro elettronico: per venire incontro alle abitudini consolidate della scuola, a volte assomigliano ai documenti che per molto tempo hanno accompagnato la vita dei docenti e degli studenti, senza sfruttare le potenzialità offerte dagli strumenti contemporanei di progettazione grafica.

Sembra quasi che nella comunicazione scolastica ciò che in fondo manca per essere efficaci e contemporanei sia proprio la creatività.Confermo che la mia non è una critica, ma una riflessione che voglio condividere con tutti voi, consapevole che la “vecchia circolare scolastica” è da qualche tempo accusata di non essere più efficace e di non venir più letta.

Affrontiamo il tema della progettazione di un contenuto per la scuola.In prima battuta vi chiedo di porre attenzione a un tema determinante per la scuola contemporanea: i BES. Produrre un contenuto che tenga in considerazione le regole di base per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali, che gli amici inglesi e americani chiamano Special Needs, vuol dire utilizzare tecniche che possono facilitare l’accesso al contenuto anche agli studenti senza BES, incrementando il successo dell’attività educativa e formativa.

Progettare un contenuto non vuol dire essere abili utilizzatori di software di composizione grafica, ma prendere in considerazione l’idea alla base del progetto, svilupparla e costruire i contenuti nei

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loro molteplici aspetti: testo, immagini, esercizi, contenuti multimediali. Scrivere o realizzare un contenuto oggi non è molto diverso rispetto a qualche anno fa in termini di progettazione, quello che cambia sono i luoghi in cui la progettazione può essere realizzata e la composizione del team di lavoro.Partendo da una lavagna tradizionale e da un incontro di gruppo con i colleghi, con gli amici di un’associazione professionale, magari a distanza da diversi luoghi del mondo, o in beata solitudine, possiamo costruire il progetto del contenuto, con gli strumenti che più sono adatti a quello che vogliamo rappresentare.Ricordiamoci sempre qual’è il pubblico che ci ascolta e quale messaggio vogliamo trasmettere.Per esempio oggi io voglio condividere l’idea che le pubblicazioni possono assumere varie forme e che si possono realizzare con semplicità. La cosa complessa è l’idea, problema che si risolve facendo ricorso alla creatività.Progettare vuol dire dedicare un po’ di tempo anche al layout grafico, utilizzando anche qui prodotti che Lorenzo ha ben illustrato nel suo intervento.Ma dove vanno fatte tutte le cose? Semplice, con la tecnologia che possediamo possiamo farlo nel posto giusto, quello che ci ispira.La stessa tecnologia ci permette di trasferire il nostro lavoro da uno strumento all’altro: per Adobe c’è la Creative Cloud, per Apple iCloud e per gli altri produttori sistemi integrati che raggiungono gli stessi obiettivi.

Pubblicare un contenuto vuol dire renderlo pubblico, ma prima vuol dire averlo prodotto in modo da essere fruibile. Questo vale per ogni contenuto, che finisca sulla carta più o meno tradizionale o venga pubblicato online.Quali sono gli strumenti principe per il digital publishing in ambito scolastico che mi sento di suggerire? InDesign e iBooks Author.InDesign è un prodotto di Adobe di grande potenza, utilizzato dai professionisti del mondo dell’editoria. Dietro ai libri più belli e alle pubblicazioni di qualità, quasi sempre c’è un grafico che utilizza InDesign e tutte le potenzialità di questo fantastico strumento.Non è complicato, ma bisogna avere un po’ di dimestichezza per poter realizzare i prodotti secondo standard accettabili.Con InDesigns si realizzano i documenti di base da cui estrarre contenuto per il web, per i lettori di libri, per la stampa digitale o per la stampa in offset.Il materiale di pubblicità e i cartelli del Creatività Day sono sicuramente stati realizzati con InDesign.Con questo strumento possiamo scrivere epub, pubblicarli online direttamente da InDesign sulla Creative Cloud (per gustarne un’anteprima completamente funzionante) o esportarli per poi distribuirli in altra maniera.InDesign, purtroppo😉 è multipiattaforma e funziona!iBooks Author invece è un programma specifico di editing per il mondo Apple, che funziona su MacBook, iMac e Mac Pro.Con iBooks Author ognuno di voi può diventare editore di se stesso, pubblicando i propri contenuti direttamente attraverso iTunes.iBooks Author è semplice, ha alcuni template già integrati e altri possono essere trovati nell’AppStore di Mac oppure in siti web dedicati, alcuni a titolo gratuito.Con iBooks Author si creano libri multitouch, fruibili su iPad e Mac.L’utilizzo è davvero semplice e ci permette di dare sfogo alla nostra creatività, incorporando anche molti widget per allargare il contenuto statico di alcuni libri all’inserimento di momenti interattivi (per la verifica, i video, le immagini interattive e molto altro).

Distribuire è l’ultimo momento di questo intervento, ed è oggi una delle sfide più interessanti.

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Un buon prodotto, realizzato con un progetto serio e pubblicato in modo professionale, rimane poco utile se non viene distribuito alle persone per cui è stato pensato.Molti di voi sono sicuramente assidui passeggeri di aeroplani. Quanti di voi sanno che esiste una bella pubblicazione, realizzata da l’ente che in Italia si occupa dell’aviazione civile, che spiega quali sono i vostri diritti? Probabilmente meno dell’1% dei presenti.Ecco che allora distribuire i contenuti diventa determinante per rendere utile il lavoro fatto nelle parti precedenti.Nel mondo Apple, la distribuzione è affidata a iTunes e iBooks Store, piattaforme in cui ogni tipo di contenuto viene distribuito in forma gratuita o a pagamento.Il potenziale di distribuzione è altissimo, serve in questo caso un’attenta opera di informazione per dire agli interessati che esiste una pubblicazione pronta per essere scaricata…Esiste il canale tradizionale, quello della stampa cartacea, che è il più diffuso e che vede affermare sempre più prodotti di qualità sia per i contenuti che dal punto di vista grafico (ricordate i registri che abbiamo visto all’inizio…?)Poi ci sono i sistemi di del publishing, di autopubblicazione, ormai diffusi in tutto il mondo che permettono con un modesto investimento di stampare e distribuire il frutto del proprio lavoro.Ma come si fa a rendere economicamente sostenibile e vantaggioso il lavoro di progettazione e pubblicazione? Le piattaforme di distribuzione permettono di valorizzare il singolo contenuto, con una percentuale della vendita dedicata alla piattaforma stessa.Esistono poi sistemi in via di costante sviluppo che permettono di poter realizzare e mettere in vendita contenuti di qualità per le attività didattiche.Questa è una pagina dello store di Nearpod, in cui alcuni docenti vendono le loro dispense per alcuni moduli del sistema di formazione statunitense, anche a caro prezzo….Anche l’editoria in Italia sta facendo qualche passo in avanti e sta cercando validi autori creativi che siano in grado di sostenere il cambiamento.Fortunatamente anche le case editrici si stanno facendo qualche passo in avanti, come nel caso di RCS con Mosaico, Centro Leonardo Education con i multitouchbook, Bibloweb di Spaggiari e BookInProgress, un’idea di selfpublishing scolastica.Ringrazio ancora per l’attenzione!Buon lavoro! Ecco il link alla presentazione: https://slate.adobe.com/cp/fEQlW/

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