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Un vulcano è qualsiasi spaccatura della crosta terrestre dalla quale fuoriesce materiale fuso

proveniente dall’interno della Terra

I materiali che fuoriescono dai vulcani prendono il nome di MAGMA, composto

principalmente da rocce fuse e diversi tipi di gas: vapore acqueo, anidride carbonica,

anidride solforosa, ossido di carbonio, acido cloridrico, ammoniaca, metano…)

Il magma risale attraverso le fessure della crosta e man mano che arriva in superficie libera

i gas in esso contenuti.

Una volta fuoriuscito, il magma si raffredda in un materiale fluido, chiamato LAVA. Insieme

alla lava fuoriescono i gas ed altri materiali solidi che a seconda delle dimensioni vengono

classificati in:

CENERI Diametro < 2mm

LAPILLI 2mm> Diametro <64 mm

BOMBE Diametro >64mm

In un vulcano si distinguono generalmente 3 elementi:

1. CAMERA MAGMATICA : (10-60 Km di profondità) dove si forma e si raccoglie il magma

2. CAMINO: condotto attraverso cui il magma risale verso il cratere

3. CRATERE: l’apertura da cui il magma fuoriesce. Oltre al cratere principale possono essere

presenti anche alcuni crateri secondari

I vulcani presenti sulla Terra differiscono per diversi fattori:

1. Evoluzione : ogni vulcano ha una "storia", una nascita, una vita e una morte, al

termine della sua capacità eruttiva.

2. Attività: sulla Terra esistono circa 500 vulcani attivi, che attualmente presentano attività

eruttiva; in Italia sono attivi l’Etna e lo Stromboli. Molti di più sono quello quiescenti,

cioè temporaneamente inattivi, come il Vesuvio. Altri ancora sono spenti, cioè hanno

completamente esaurito la loro attività eruttiva.

3. Localizzazione: alcuni vulcani sono situati sulle Terre emerse, per cui è possibile

osservarne l’attività; altri sono invece localizzati sul fondo del mare, per cui solo

raramente ci si accorge della loro attività.

4. Forma: ogni vulcano presenta una particolare struttura, legata principalmente al tipo di

magma che erutta.

Stromboli Etna

TIPI DI ERUZIONE

ERUZIONI EFFUSIVE

Si verificano in presenza di magmi basaltici e la lava è definita basica (contiene meno del

50% di silicati), molto fluida e con scarsa presenza di gas. La lava (che ha una temperatura

compresa tra i 700 °C e i 1200° C) scorre a valle, senza generare fenomeni violenti.

Lo Stromboli e l’Etna presentano tipicamente un’attività di questo tipo [Eruzione effusiva

Etna 2008]

Sromboli– eruzione effusiva 2014

Etna – eruzione effusiva 2006

TIPI DI ERUZIONE

ERUZIONI ESPLOSIVE

Si verificano quando la lava è ACIDA

(contiene più del 60% di silicati), molto

viscosa e con elevata presenza di gas.

Spesso la stessa lava può solidificare e

creare una sorta di tappo all’imboccatura

del cratere: la spinta dei gas e dell’altro

materiale dall’interno provoca la rottura

del tappo e la fuoriuscita violenta di gas,

ceneri lapilli e bombe.

In occasione di questi eventi si possono generare

COLATE PIROCLASTICHE, nubi più dense dell’aria,

costituite da frammenti di rocce e gas, e

caratterizzate da elevate temperature e velocità.

Il materiale piroclastico, mescolandosi con il vapore

acqueo, può generare colate di fango (LAHARS) che

scorrono con elevata velocità lungo le pendici del

vulcano.

Monte St. Helens (USA) – eruzione esplosiva 1980 Lahar– eruzione esplosiva del Galunggung Indonesia 1882

TIPI DI ERUZIONE

ERUZIONI ESPLOSIVE

L’eruzione del Vesuvio ne 79 d.C. fu esattamente di

questo tipo: una prima fase, esplosiva, coinvolse i

centri di Pompei e Stabia che vennero sommerse da

una pioggia piroclastica di ceneri e lapilli che durò

diverse ore.

Gli abitanti di Ercolano furono invece travolti da

una colata di fango, e letteralmente vaporizzati

da un flusso piroclastico (temperatura compresa

tra i 500°C e i 1200°C)

Anche l’Etna ha avuto delle eruzioni di tipo

esplosivo seppur prive di disastrose

conseguenze [Eruzione 2002]

Calchi di Pompei – eruzione del Vesuvio 79 d.C.

Scheletri di Ercolano – Eruzione del Vesuvio 79 d.C.

EDIFICI VULCANICI

VULCANI LINEARI

Si parla di vulcani lineari quando la fessura della crosta dalla quale fuoriesce il magma è

lunga e stretta. La lava è molto fluida e può inondare vaste regioni intorno alla fessura,

formando vari strati di lava solidificata.

Eruzione lineare - Islanda

EDIFICI VULCANICI

VULCANI A SCUDO

Sono caratterizzati da lave basiche,

poco fluide e povere di gas (a eruzioni

effusive). La lava fuoriesce dal cratere

centrale e cola lungo i fianchi del

vulcano, dando origine ad una tipica

struttura conica, dai fianchi poco ripidi.

Ne sono un esempio i vulcani Hawaiani

Cratere vulcanico di Molokini – isole Hawaii Vulcano di Kilauea - isole Hawaii

EDIFICI VULCANICI

VULCANI A STRATI (STRATO-VULCANI)

Si formano in condizioni di lava più acida, quando il vulcano è caratterizzati da fasi di

eruzioni effusive a fasi esplosive. In questo modo le pareti del cono risultano più ripide in

cui si alternano strati di lava solidificata (fasi effusive) a strati ricchi di lapilli e ceneri (fase

esplosiva). L’Etna, il Vesuvio, lo Stromboli e il Fujiyama sono strato-vulcani

Monte Fuji 3776 m - Giappone Stromboli

EDIFICI VULCANICI

VULCANI A STRATI (STRATO-VULCANI)

Alcune volte nei vulcani a strato l’attività è così violenta che parte dell’edificio crolla in

seguito ad una esplosione, lasciando un ampio cratere detto caldera. Un esempio è il

Vesuvio, in cui si riconosce l’orlo di un’antica caldera, il Monte Somma, all’interno del quale

si trova un cono più recente (1277 m)

In alcuni casi le caldere si formano per sprofondamento della sommità del cono: ciò si

verifica quando, dopo una lunga attività, la camera magmatica risulta svuotata e quindi la

sommità dell’edificio vulcanico crolla perché non è più sostenuto dal magma sottostante

Monte Somma

EDIFICI VULCANICI

VULCANI PELEANI

Sono caratterizzati dalla presenza di lave fortemente acide, quindi a forte comportamento

esplosivo. La lava è viscosissima e solidifica prima ancora di fuoriuscire dal cratere. Durante

l’eruzione di ha dunque la fuoriuscita di una specie di guglia rocciosa (protrusione solida)

che si innalza progressivamente dal cratere. Il nome deriva dal fattoi che durante l’eruzione

del vulcano La Pelèe nel 1902 mentre si liberava una nube ardente si formò una

protrusione di questo tipo (si distrusse poi nel 1903)

Vulcano La Pelèe – Isola di Martinica

VULCANESIMO SECONDARIO

Per vulcanesimo secondario si intendono tutta quella serie di fenomeni strettamente legati

all’attività vulcanica o comunque alla presenza di magmi caldi relativamente vicini alla

superficie. Se l’acqua, infiltrandosi nel sottosuolo, incontra del magma caldo, si riscalda

raggiungendo a volte lo stato gassoso, che può risalire sotto forma di vapore, attraverso

fessure del terreno

VULCANESIMO SECONDARIO

GEYSER

Sono getti intermittenti di acqua bollente e vapore, che fuoriescono da aperture del tutto

simili a crateri. Molto diffusi in Islanda, nel Parco di Yellowstone e in Giappone

Yellowstone National Park Islanda

VULCANESIMO SECONDARIO

SOFFIONI

Sono violente emissioni di vapore acqueo misto ad altre sostanza, come l’acido borico. In

Italia sono famosi i soffioni boraciferi di Larderello (toscana) che presentano temperature

comprese tra i 120° C e i 230° C e che alimentano una centrale geotermica.

Soffioni boraciferi di Larderello

Centrale geotermics di Larderello

VULCANESIMO SECONDARIO

FUMAROLE

Sono emissioni di vapore acqueo mescolato ad altre sostanze gassose (acido cloridrico,

anidride solforosa, acido solfidrico). Spesso si trovano vicino a vulcani quiescenti. Famose

sono le solfatare , le fumarole di Pozzuoli, così definite per la grande ricchezza in zolfo.

Sono emesse da numerose spaccature sul fondo di un cratere ampio circa 500 metri,

appartenente ad un antico vulcano la cui ultima attività si registrò nel 1198.

Solfatara di Pozzuoli Fumarole sottomarine - Panarea

Fumarole sottomarine - Panarea

Zone vulcaniche in Italia

VULCANESIMO IN ITALIA

L’Italia è una penisola giovane dal punto di vista geologico e per questo è fortemente

interessata dai fenomeni vulcanici. Occorre distinguere due forme di vulcanesimo:

1. Vulcanesimo recente, risalente a 2 milioni di anni fa, che ha interessato il MONTE

AMIATA (Toscana), i MONTI VOLSINI, CIMINI, SABATINI e i COLLI ALBANI (Lazio) e le isole di

USTICA e LINOSA (Sicilia)

2. Vulcanesimo attivo:

• ETNA: la sua formazione risale a 700.000 anni fa ed è caratterizzato da una attività

effusiva persistente per cui di pericolosità modesta

• VESUVIO: la composizione acida della sua lava genera manifestazioni eruttive molto

violente: dopo l’eruzione del 79 d.C. si sono verificate solo eruzioni di minore

intensità, di cui l’ultima risale al 1944. Attualmente quiescente, conserva una notevole

pericolosità.

• CAMPI FLEGREI: oggi presentano solo manifestazioni di tipo secondario (solfatara di

Pozzuoli) ma presentano analoga pericolosità del Vesuvio.

• ISOLE EOLIE: i vulcani VULCANO, LIPARI e STROMBOLI sono meno pericolosi anche se lo

Stromboli manifesta una modesta attività eruttiva

• ISCHIA: l’area vulcanica dell’arcipelago campano presenta una ridotta pericolosità

eruttiva.

• PANTELLERIA: la sua ultima eruzione risale alla fine dell’ottocento