Profilo di Andrea G.G. Parasiliti¨ dottorando di ricerca all’Università degli Studi di Catania e...

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1 Profilo di Andrea G.G. Parasiliti (Ragusa, 1988). Laureato in Filologia Moderna, con lode e dignità di stampa, all’Università Cattolica di Milano è dottorando di ricerca all’Università degli Studi di Catania e collaboratore del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca della Cattolica di Milano (CRELEB). È autore di Dalla parte del lettore: Diceria dell’untore fra esegesi e ebook, Baglieri 2012; La Totalità della Parola: Origini e prospettive culturali del libro digitale, Baglieri 2014. Ha tradotto per il CRELEB, all’interno della collana di studi “Minima Bibliografica” , le Nuove Osservazioni sulle Attività Scrittorie del Vicino Oriente Antico di Scott B. Noegel dell’Università di Washington (Milano, 2014). All’interno della silloge su letteratura e disabilità La mia storia ti appartiene, Edizioni progetto cultura (Roma 2014), ha pubblicato un racconto dal titolo Odisseo. Durante la primavera del 2011 ha frequentato l’Università di New Orleans (UNO) e nell’estate del 2012, vincitore della borsa Cariplo, l’Emerald Culture Institute di Dublino. Giornalista pubblicista, scrive per Torquemada (Milano), Emergenze (Perugia), Operaincerta (Modica), e per Insieme (Ragusa) dal gennaio del 2010. Fra i suoi principali interessi vi sono la letteratura, la cultura araba e gli studi bibliologici. Lista delle principali pubblicazioni con relativi abstract di Andrea G.G. Parasiliti Monografie (2014), La totalità della parola: origine e prospettive culturali del libro digitale, prefazione di Edoardo Roberto Barbieri, postfazione di Massimo Marassi, Baglieri, Vittoria, ill., pp. 248. ISBN 978-88-98081-11-0 L’entrata in scena di un nuovo supporto alla scrittura che facesse a meno della carta ha generato tutta una serie di dibattiti sull'argomento che ha dato vita a un’ampia letteratura sul nuovo libro digitale: leggiamo definizioni di ebook; dell’ennesima rivoluzione del libro; della prossima scomparsa di qualunque supporto cartaceo con conseguente morte del libro; chi per contro avverte che non ci libereremo dei libri; manuali di editoria digitale e via discorrendo. Sfogliando questo genere di opere si ha la sensazione di vivere in un periodo storico nel quale il libro cartaceo sia stato costretto dallo spirito del tempo a entrare in un vortice tecnologico e deterministico che non gli permetta alcuna via di scampo. Allo stesso modo si pensa che l’editoria sia destinata a diventare un mestiere per informatici dove non ci sia più posto per gli umanisti. Questo studio, in una prima fase, si propone di tracciare una genealogia del libro digitale che consenta di creare delle categorie interpretative del nuovo fenomeno. Da un lato infatti il tablet appare uno strumento di senso, strettamente correlato alle antiche tavole di argilla, primissimi supporti per la scrittura che, come il nostro iPad (a differenza della carta che proviene dagli stracci), erano “metafora e contenitore del mondo” (Capitolo I: Il libro un oggetto in movimento, pp. 21-43). Dall’altro, l’esperienza cristiana con gli antichi codici manoscritti della Bibbia, glossata, commentata e resa navigabile attraverso le peculiarità stesse del codex, accanto alla visione culturale di Gregorio Magno (dal quale il nuovo libro eredita l’intreccio fra testo, parola detta, immagine fissa o in movimento), consente di affermare le radici cristiane di una nuova editoria ad alto tasso vocazionale nei confronti di una dis-piegazione di un messaggio complesso (Capitolo III: Radici culturali del libro digitale, in particolare 3.3. La Bibbia navigabile fra commentarii e collegamenti testuali, pp. 135-153). In una seconda fase, una volta acquisita una metodologia, questo studio esamina le prospettive culturali, giacché, sapendosi mettere il nuovo libro, nelle sue forme più mature, “dalla parte del lettore”, potrebbe dar vita a un nuovo umanesimo inclusivo, definito «critico e socializzabile», e a una nuova alfabetizzazione globale (Vi è dedicato l’intero capitolo IV, pp. 161-202) nel quale si esaminano alcuni casi dei “cosidetti” superlibri editi dalla Penguin, Touchpress e da Sellerio, fra cui La regina di Pomerania di Andrea Camilleri per ipad).

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Profilo di Andrea G.G. Parasiliti

(Ragusa, 1988). Laureato in Filologia Moderna, con lode e dignità di stampa, all’Università Cattolica di Milano

è dottorando di ricerca all’Università degli Studi di Catania e collaboratore del Centro di Ricerca Europeo Libro

Editoria Biblioteca della Cattolica di Milano (CRELEB). È autore di Dalla parte del lettore: Diceria dell’untore

fra esegesi e ebook, Baglieri 2012; La Totalità della Parola: Origini e prospettive culturali del libro digitale,

Baglieri 2014. Ha tradotto per il CRELEB, all’interno della collana di studi “Minima Bibliografica”, le Nuove

Osservazioni sulle Attività Scrittorie del Vicino Oriente Antico di Scott B. Noegel dell’Università di Washington

(Milano, 2014). All’interno della silloge su letteratura e disabilità La mia storia ti appartiene, Edizioni progetto

cultura (Roma 2014), ha pubblicato un racconto dal titolo Odisseo. Durante la primavera del 2011 ha

frequentato l’Università di New Orleans (UNO) e nell’estate del 2012, vincitore della borsa Cariplo, l’Emerald

Culture Institute di Dublino. Giornalista pubblicista, scrive per Torquemada (Milano), Emergenze (Perugia),

Operaincerta (Modica), e per Insieme (Ragusa) dal gennaio del 2010. Fra i suoi principali interessi vi sono la

letteratura, la cultura araba e gli studi bibliologici.

Lista delle principali pubblicazioni con relativi abstract

di Andrea G.G. Parasiliti

Monografie

✓ (2014), La totalità della parola: origine e prospettive culturali del libro digitale,

prefazione di Edoardo Roberto Barbieri, postfazione di Massimo Marassi, Baglieri,

Vittoria, ill., pp. 248. ISBN 978-88-98081-11-0

L’entrata in scena di un nuovo supporto alla scrittura che facesse a meno della carta ha generato tutta una serie di dibattiti sull'argomento che ha dato vita a un’ampia letteratura sul nuovo libro digitale: leggiamo definizioni di ebook; dell’ennesima rivoluzione del libro; della prossima scomparsa di qualunque supporto cartaceo con conseguente morte del libro; chi per contro avverte che non ci libereremo dei libri; manuali di editoria digitale e via discorrendo. Sfogliando questo genere di opere si ha la sensazione di vivere in un periodo storico nel quale il libro cartaceo sia stato costretto dallo spirito del tempo a entrare in un vortice tecnologico e deterministico che non gli permetta alcuna via di scampo. Allo stesso modo si pensa che l’editoria sia destinata a diventare un mestiere per informatici dove non ci sia più posto per gli umanisti. Questo studio, in una prima fase, si propone di tracciare una genealogia del libro digitale che consenta di creare delle categorie interpretative del nuovo fenomeno. Da un lato infatti il tablet appare uno strumento di senso, strettamente correlato alle antiche tavole di argilla, primissimi supporti per la scrittura che, come il nostro iPad (a differenza della carta che proviene dagli stracci), erano “metafora e contenitore del mondo” (Capitolo I: Il libro un oggetto in movimento, pp. 21-43). Dall’altro, l’esperienza cristiana con gli antichi codici manoscritti della Bibbia, glossata, commentata e resa navigabile attraverso le peculiarità stesse del codex, accanto alla visione culturale di Gregorio Magno (dal quale il nuovo libro eredita l’intreccio fra testo, parola detta, immagine fissa o in movimento), consente di affermare le radici cristiane di una nuova editoria ad alto tasso vocazionale nei confronti di una dis-piegazione di un messaggio complesso (Capitolo III: Radici culturali del libro digitale, in particolare 3.3. La Bibbia navigabile fra commentarii e collegamenti testuali, pp. 135-153). In una seconda fase, una volta acquisita una metodologia, questo studio esamina le prospettive culturali, giacché, sapendosi mettere il nuovo libro, nelle sue forme più mature, “dalla parte del lettore”, potrebbe dar vita a un nuovo umanesimo inclusivo, definito «critico e socializzabile», e a una nuova alfabetizzazione globale (Vi è dedicato l’intero capitolo IV, pp. 161-202) nel quale si esaminano alcuni casi dei “cosidetti” superlibri editi dalla Penguin, Touchpress e da Sellerio, fra cui La regina di Pomerania di Andrea Camilleri per ipad).

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Il volume stampato con il contributo del Dipartimento di Scienze Storiche e Filologiche dell’Università Cattolica di Brescia e dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ragusa, è corredato dalla prefazione di Edoardo Barbieri, direttore della «Bibliofilia» di Leo S. Olschki a Firenze e ordinario di Storia del libro alla Cattolica di Milano. La postfazione invece è di Massimo Marassi, ordinario di Teoretica nella stessa università e direttore della Società Italiana di Studi Kantiani. In appendice a ogni capitolo vi sono interviste ad alcuni fra i maggiori editori, storici del libro, filologhi e filosofi del nostro tempo: Gino Roncaglia; Giuseppe Laterza; Giancarlo Petrella; Giuseppe Frasso; Virgilio Melchiorre e Pietrangelo Buttafuoco. Si segnala la recensione di Natale Vacalebre (phd), apparsa sull’Almanacco Bibliografico, n°33, marzo 2015, pp. 8-9. (Bollettino trimestrale di informazione sulla storia del libro e delle biblioteche in Italia a cura del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca dell'Università Cattolica di Milano e Brescia).

✓ (2012) Dalla parte del lettore: Diceria dell'untore fra esegesi e e-book, prefazione di

Enrico Elli, con un’intervista a Pietrangelo Buttafuoco, Baglieri, Vittoria, pp. 78.

ISBN 978-88-905956-6-0

Si parte da un’analisi editoriale del “caso Bufalino”, scrutato nei rapporti tra quest’ultimo, Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio, editrice che lanciò la “scommessa” della Diceria nel 1981. Segue un esame critico e letterario in cui si tratteggia l’argumentum, il come e il perché del romanzo arrivando fino a «dentro» la Diceria. “Dentro” e “accanto” sono termini che ricorrono e che identificano il lavoro nonché l’intera visione della Diceria qui proposta: se “il dentro” è un utile esercizio di esegesi letteraria, “l’accanto” è riferito a tutta quella serie di memorie, scritti vari e

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interviste che Bufalino accosta alla Diceria, pensati per chiarirne molti luoghi oscuri e agevolarne la lettura: un consistente apparato che viene raccolto dallo stesso Bufalino in vere e proprie Istruzioni per l’uso, pubblicate a latere al romanzo stesso. Su questo punto si concentra questo studio negli ultimi due capitoli del lavoro. Non solo vengono proposte alcune possibili integrazioni testuali alle Istruzioni per l’uso, bensì viene avanzata l’ipotesi di una lettura “a più dimensioni” della Diceria per (r)accoglierne e svelarne i molteplici riferimenti a opere letterarie, musicali, teatrali, cinematografiche e artistiche in genere. Lettura a più dimensioni che trova il proprio medium ideale nella multimedialità offerta dall’e-book, il quale però non deve essere una semplice riproposizione digitale del testo, statica (pdf) o dinamica (epub). Per cui, attraverso l’impiego delle nuove tecnologie editoriali ci si potrebbe mettere Dalla parte del lettore. Conclude questo studio un capitolo dedicato all’adattamento teatrale della Diceria, messa in atto dal Teatro Stabile di Catania (e questo spiega l’intervista a Pietrangelo Buttafuoco, all’epoca presidente del teatro in questione). Questo volume precede e sorregge il volume successivo La Totalità della parola: origini e prospettive culturali del libro digitale. Fra le recensioni si segnalano quella di Massimiliano Mandorlo per l’Almanacco Bibliografico, n°22, dicembre 2012, p. 29; Tommaso Olivero, Dalla parte del lettore, in “Il recensore”, 28 marzo 2013 [on line al link http://www.ilrecensore.com/wp2/2013/03/dalla-parte-del-lettore-diceria-delluntore-tra esegesi-ed-e-book/]; Amelia Cartia, Bufalino al tempo dell'ebook ha un nuovo fascino digitale, in “La Sicilia”, 19 maggio 2012

Traduzioni

✓ (2014) Scott B. Noegel, Nuove osservazioni sulle attività scrittorie del Vicino

Oriente antico, traduzione di Andrea G.G. Parasiliti, Milano, CRELEB - Università

Cattolica di Milano - Edizioni CUSL, pp. 23 (Minima Bibliographica, 20). ISBN

9788881327065

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Le New Observations on Scribal Activity in the Ancient Near East di Scott B. Noegel, professore di Bibbia ebraica e di Vicino Oriente antico, nonché direttore del dipartimento di Lingue e Civiltà del Vicino Oriente presso l’Università di Washington, qui proposte in traduzione italiana, fanno parte di una miscellanea dal titolo assai eloquente: Voice, Text and Hypertext at the Millennium: Emerging Practices in Textual Studies. In questo intenso saggio, lo studioso americano riesce a sviluppare in maniera decisa, seppur introduttiva, un ragionamento che ha come soggetto il ruolo e il significato della “parola”, sia essa scritta che parlata, nel mondo Mesopotamico, Egizio ed Ebraico. Ne risulta un testo breve ma fruibile, pieno di immagini evocative e di rimandi bibliografici, che, se da un lato, ci introduce al mondo magico della “parola” e dei mestieri a essa connessi nell’antico Vicino Oriente; dall’altro, ha il merito di invitare il lettore a riflettere, in tempi di abuso e non curanza, sulla potenza e sulla natura della “parola” stessa, nonché a prendere maggiore coscienza dei nostri media digitali, dei quali antiche tradizioni scribali, apparentemente estranee al nostro mondo esperto di tecnologia, avevano già ben delineato il paradigma. (Il testo è consultabile gratuitamente on line al sito: http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_Parasiliti.pdf). Fra le recensioni si segnala quella di Giulio Busi, Gli scribi e il cosmo, in “Il Sole 24 Ore”, 15 marzo 2015, p. 37.

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✓ Quando Marinetti sbarcò (librariamente parlando) in America, “Emergenze”,

(novembre 2015), n°3.

Si propone, per la rivista di arte “Emergenze” di Perugia, la traduzione dell’interessante recensione di Michael

Kirby, apparsa sul «New York Times» il 26 novembre 1972, al volume Marinetti. Selected Writings. Edited,

and with an introduction by R. W. Flint. Translated by R. W. Flint and Arthur A. Coppotelli. Illustrated. 366 pp.

New York: Farrar, Straus & Giroux. $12.95. Il quale volume rappresenta il primo sbarco (librariamente

parlando) del leader del futurismo Filippo Tommaso Marinetti. La traduzione è accompagnata da una propria introduzione e commento.

Articoli su riviste

✓ Federigo (Ghigo) Valli. Un protagonista rimosso dall’editoria italiana del

novecento, “Almanacco Bibliografico”, CRELEB-Università Cattolica, n°36,

(dicembre 2015), in stampa.

Recensione al volume di CASTRONUOVO (ANTONIO) — CHIABRANDO (MAURO) — GATTA (MASSIMO),

Federigo (Ghigo) Valli. Un protagonista rimosso dall’editoria italiana del novecento, Macerata,

Biblohaus, 2015, pp. 263, ill., ISBN 978-88-95844-37-4. Il libro tenta di ricostruire la vita e le

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opere di Ghigo Valli (1906 - 1971), giornalista, aviatore pluridecorato, direttore dell’Editrice

Aeronautica, coautore del volume Il volo in Italia (1939), editore di cultura con le sue Edizioni di

Documento fino al 1947 (dai mille nomi se pensiamo a l’alternanza di sigle editoriali

abbondantemente “documentate” nel volume), cineasta con il suo documentario sugli aviatori

italiani nella guerra di Spagna (Los novios de la muerte, 1938), libraio e gallerista d’arte a Roma

(con in logo una margherita, disegnata da Alberto Savinio), attore in un film di Fellini, e infine,

ma stiamo solo sintetizzando, console in Australia, dove muore nel 1971.

✓ Discorso intorno a due edizioni digitali della Bibbia, “Almanacco Bibliografico”,

CRELEB-Università Cattolica, n°30, (giugno 2014), pp. 1-2. ISBN 9788881327072

Dalla fine di novembre – inizio dicembre 2013, sono disponibili due applicazioni digitali della Sacra Scrittura. La prima, forse più adatta alla preghiera e alla meditazione, è stata proposta dalla CEI e realizzata dalla SEED-Ed. Informatiche: gratuita e completa dell’apparato critico, offre accurate e semplici funzioni di lettura, navigazione, ricerca e condivisione sul web. La seconda, Bibleworld, del Gruppo Editoriale San Paolo e sviluppata da Applix (8,99 euro), è piena di apparati figurativi ed esperienze multimediali utili per una scoperta e presa di coscienza critica non solo della Parola Sacra ma, come dice lo stesso nome dell’App, dell’intero “mondo biblico”. Infatti, accanto all’Antico e al Nuovo Testamento, al lettore di oggi è data la possibilità di approfondire la Storia Sacra attraverso le immagini, attraverso un viaggio virtuale nei luoghi sacri tramite un Atlante Biblico multimediale, nonché prendere coscienza, visivamente e con le proprie dita, del corposo apparato simbolico disseminato nel suo testo che lega e disvela, come già i primi esegeti avevano capito, il Nuovo Testamento nell’Antico e viceversa. Se è vero quindi, come dice Agostino, che «il nuovo si cela nell’antico e l’antico si manifesta nel nuovo» (Novum in vetere latet, vetus in novo patet), questo è ancora più vero per il neonato libro digitale. Infatti la sua apparente novità assoluta, si può spiegare con una perdita di prospettiva storica che pretenderebbe di riallacciare il libro che, per usare un’espressione di Donald McKenzie, “tesse le sue parole” in maniera inedita per un singolo supporto (parola scritta, musica, parola orale, immagini e video) al libro stampato dei giorni nostri, figlio povero e deforme del libro a caratteri mobili. Nel caso della Bibbia, questo è estremamente evidente. Pensiamo, per esempio, al caso dei Salmi di Davide, i quali, nell’incipit, contengono i seguenti memoranda riservati al maestro del coro: «Al mastro del coro. Per strumenti a corda» (Salmo, 4,1); «Al maestro del coro. Per flauti» (Salmo 5,1), e così via. Non è ancora il caso, quest’ultimo, delle nostre due applicazioni, le quali, al di là di ogni perfettibilità [...] sono entrambe meritevoli di nota. Se la liceità di questi esperimenti di editoria religiosa digitale, almeno all’interno del mondo cristiano, è data dallo spirito esplicativo del Vangelo e dal suo uso della “parola” come mezzo epifanico, ma anche, nei nostri giorni, dalla necessità della Chiesa di ripensare la propria presenza al tempo della rete; per quanto riguarda il contesto librario in sé, potrebbe essere utile ricordare le parole che Romano Guardini scriveva, a Monaco di Baviera nel 1951, nel suo Elogio del libro: «[...] il libro pare essere addirittura un simbolo in assoluto della nostra esistenza, tanto ampia è la sua natura e al tempo stesso tanto complessa, tanto mutevole e d’altra parte tanto maneggevole, nel senso proprio della parola». E d’altra parte, manco a dirlo, quando si parla di nuove tecniche di produzione-riproduzione libraria, la Bibbia è sempre in prima fila.

✓ Che cos'è la Mafia? di Gaetano Mosca, “Almanacco Bibliografico”, CRELEB-

Università Cattolica, n°29, (marzo 2014), pp. 26-27. ISBN 9788881327041

L’opera di Gaetano Mosca (1858-1941), senatore del Regno d ’Italia e storico delle dottrine politiche, inaugura la collana tascabile «Passato e presente» delle Edizioni di storia e di studi sociali, casa

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editrice iblea con sede a Cava d ’Aliga. La casa editrice che si propone di editare “testi e documenti del passato ritenuti meritevoli di riletture ”, ha al momento all’attivo sette pubblicazioni, fra le quali l’opera del geografo arabo Muhammad al-Idrisi, La Sicilia e il Mediterraneo nel Libro di Ruggero, tradotta dallo storico e arabista siciliano Michele Amari. Lo scritto di Mosca è frutto di una conferenza tenuta a Milano e che venne pubblicata con il titolo Che cosa è la mafia sul «Giornale degli economisti» (vol. 20, 1900, pp. 236-262), quando nella Corte d’Assise di questa città si celebrava il processo per il delitto del marchese Emanuele Notarbartolo (1893), direttore del Banco di Sicilia e prima vittima “eccellente ” della mafia. Proprio il processo di Milano, che vede imputato il senatore Raffaele Palizzolo, permette al sociologo palermitano di porre la tragica vicenda siciliana in un contesto più ampio, di capitalismo criminale. Mosca, già all ’inizio del Novecento, riesce a leggere con chiarezza le linee evolutive del fenomeno e ne descrive le origini in maniera completamente diversa da chi, come il coevo Luigi Natoli, tenta di accreditare la mafia in maniera nobile, facendola derivare dai Beati Paoli. Sebbene, come dice lo stesso Marcello Saija, curatore dell’opera, «dall’epoca di Mosca molta acqua è passata sotto i ponti», il suo valore resta immutato sia come duraturo ammonimento morale a espurgere simpatie del tutto ingiustificate, sia come primo tentativo di far chiarezza sul fenomeno mafioso, che da sempre è circondato da definizioni tutt’altro che univoche e spesso appositamente fuorvianti come nel caso del divertentissimo racconto di Leonardo Sciascia, Filologia, dove due mafiosi (un notabile istruito e uno che “l’università l’ha fatta in mezzo alle pecore”) si incontrano al costuirsi della prima Commissione parlamentare antimafia, all’indomani dell ’attentato della strage di Ciaculli del 1963. Il notabile, con aria da filologo e avvocato, in vista della chiamata della Commissione, cercava d istruire il suo compare sulla vasta letteratura riguardante l’etimologia del termine mafia per dare un piccolo contributo alle indagini, «un contributo alla confusione... si capisce».

Contributi a volumi

✓ (2014) Odisseo, in Silvia Cutrera - Vittorio Pavoncello (a cura di), La mia storia ti

appartiene: 50 persone con disabilità si raccontano, Edizioni Progetto Cultura,

Roma, pp. 147-151. ISBN 978-88-6092-701-9

Silloge di 50 racconti sulla disabilità. Si contribuisce con 3 brevi racconti: 1) Chiaramonte Gulfi, dopo molti anni; 2) Punta Secca; 3) Primavera.

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Si analizza, dal punto di vista strettamente editoriale, il caso esploso all'indomani della pubblicazione della Diceria dell'untore di Gesualdo Bufalino, opera pubblicata nel 1981 dall'editrice palermitana Sellerio, all'epoca in attività da appena 13 anni. Questo contributo troverà maggiore sviluppo nel primo capitolo di Dalla parte del lettore: Diceria dell'untore fra esegesi e ebook, 2012.

✓ (2010) Un anziano esordiente e la svolta di casa Sellerio, in Non è un caso che sia

successo. Storie editoriali di best seller, a cura di Roberto Cicala, Educatt, Milano,

pp. 30-31. ISBN 978-88-8311-751-0

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✓ E la madonna intervenne al contrario: Il vescovo, il papa e Aldo Manuzio, in

“Insieme Ragusa”, 25 novembre 2015 [on line all’indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2015/11/25/e-la-madonna-intervenne-al-contrario/].

Storie di vescovi e papi rimossi da Leonardo Sciascia ad Albino Luciani, fino alle preghiere al contrario del vescovo di Ferrara mons. Negri. In particolare ci si sofferma sulla terza edizione del volume di Giovanni Paolo I, Illustrissimi: Le lettere del Patriarca di Venezia, nelle quali la data in retrofrontespizio, settembre 1978, spinge a fare diverse considerazioni, umane e storico editoriali.

✓ Sul Feroce Saracino di Pietrangelo Buttafuoco, in “Torquemada.eu”, 26 maggio

2015 [on line all'indirizzo http://www.torquemada.eu/2015/05/26/sul-feroce-

saracino-di-pietrangelo-buttafuoco/].

Recensione militante del volume Il Feroce Saracino: La guerra dell’islam (Bompiani 2015), dello scrittore siciliano, attaccato unanimamente all’indomani della pubblicazione. In particolare si risponde a Giuliano Ferrara, il quale, il 17 aprile 2015, pubblica sul “Foglio” un articolo dal titolo Giafar il sottomesso, dove l’ex direttore dichiara che «Irresponsabile è l’autore». E lo affermò con i più buoni propositi, forse spinto dall’insegnamento del maestro Ibn al Arabī, il quale nel secolo XIII dell’era volgare, nel suo Libro dell’Estinzione nella Contemplazione, scriveva che «[…] quando ci si ritrova un libro che tratta di una scienza che si ignora e di cui non si è percorso il cammino, è opportuno non aprirlo, riconsegnandolo nelle mani di coloro che sanno, senza sentirsi tenuti a credere o non credere al suo contenuto, o persino a parlarne». Ma il rischio intravisto da Ferrara è presto scongiurato, giacché più volterrianamente possiamo affermare che si possa scrivere di tutto tanto il popolo non legge… Ché se per sei giorni lavora (chi il lavoro ce l’ha) il settimo lo passa all’osteria. Chi il lavoro non ce l’ha, all’osteria ci passa tutta la settimana. La stessa scelta, quindi, di essermi servito della testata “Torquemada” (Milano) vuole essere provocatoria, proponendo una inquisizione nei confronti degli inquisitori.

✓ Libri e altre inquietudini: Elogio dell’analfabetismo funzionale, in “Operaincerta”,

n°114, (febbraio 2015), pp. 38-40.

Si recensisce il volume Il portinaio del diavolo: Occhiali e altre inquietudini di Salvatore Silvano Nigro (Bompiani 2014), dal punto di vista del bibliofolle. Viene quindi ribaltata la tesi di Giovanni Solimine contenuta in Senza Sapere: il costo dell’ignoranza in Italia (Laterza 2014), essendo molte le vessazioni attribuibili a uomini colti e del libro: dall’abate Vella del Consiglio d’Egitto a Don Gaetano

Selezione di articoli su quotidiani, quindicinali e mensili

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di Todo Modo di Leonardo Sciascia, arrivando fino al misterioso protagonista di Inseguendo un’ombra di Andrea Camilleri. Viene dunque esaltato, in una prospettiva di scherzo letterario, il valore eupeptico e socialmente rassicurante dell’ignoranza.

✓ Sulla morte di Giufà che morte non è ma scomparsa, in “Insieme Ragusa”, 9

dicembre 2014, [on line all'indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2014/12/09/morte-giufa-morte-non-scomparsa/]

Se Gesualdo Bufalino aveva scritto che Giufà fosse morto investito nel giorno dell’inagurazione della Targa Florio (6 maggio 1906), Leonardo Sciascia ce ne dà ancora notizia nel Mare color del vino (Einaudi 1973). Giufà non può essere morto essendo lui al di fuori degli schemi temporali che contengono l’esperienza esistenziale dell’uomo fatto di spirito, di ossa e di sangue. Né tanto meno Giufà ha parentela con il Dio di Gesù Cristo, che è entrato, potremmo dire, ex abrupto nella storia, nello scorrere dei giorni, dando vita al nuovo calendario. Giufà è piuttosto vero dio ma non vero uomo, più simile a una divinità greca che si affiancava agli eroi omerici, allo stesso Odisseo, prendendo per un periodo sembianze mortali ma rimanendo immortale e forse senza peso. Quella che comunemente chiamiamo natura leggendaria di Giufà cozza con la sua stessa natura divina, tant’è che si sa, è stato visto e viene visto ancora oggi, con attributi un poco simili e un poco differenti, in tutte le sponde del Mediterraneo. Quello che può allora essere accaduto è l’oblio, la dimenticanza dell’eredità araba di Sicilia, di cui parla Salvatore Tramontana nel suo L'isola di Allah. Luoghi, uomini e cose di Sicilia nei secoli IX-XI (Einaudi, luglio 2014).

✓ Luciano Nicastro, il cavaliere crociato e colapesce, in “Insieme Ragusa”, 25 aprile

2014 [on line all'indirizzo http://www.insiemeragusa.it/2014/04/25/luciano-

nicastro-cavaliere-crociato-colapesce/]

Recensione del volume Misterium hominis: fenomenologia trascendentale del desiderio umano (Vittoria, Baglieri 2014) di Luciano Nicastro (1942) filosofo e sociologo di stampo mounieriano, già leader del movimento del ’68 in Italia, amico e compagno di collegio di Mario Capanna, Salvatore Natoli etc.

✓ “U sceccu”, la carne argentina e la cultura italiana: memorie di una chiacchierata

con Silvano Nigro e altri pensieri, in “Insieme Ragusa”, 8 aprile 2014 [on line

all'indirizzo http://www.insiemeragusa.it/2014/04/08/u-sceccu-carne-argentina-

cultura-italiana/]

Resoconto di una chiacchierata milanese con Salvatore Silvano Nigro sullo stato dei beni culturali in Italia e sull’arte come petrolio del nostro paese.

✓ Presentando uno studio su «Linus»: L’opera, vincitrice del «Premio Bibliographica

2012», ricostruisce la vicenda della storica rivista del fumetto, in “Insieme

Ragusa”, 1 marzo 2014 [on line all'indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2014/03/01/presentando-studio-linus/]

Recensione del volume di Paola Maria Farina, La rivista «Linus»: un caso editoriale lungo quasi

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mezzo secolo, (Muros, Editoriale documenta, 2013) in cui viene ricostruito il singolare percorso della rivista di Giovanni Gandini e della sua libreria-casa editrice “Milano Libri”, fino agli innovativi sviluppi con Oreste Del Buono e la Rizzoli.

✓ Ricordando Pippo Fava e il suo esempio, in “Insieme Ragusa”, 5 gennaio 2014 [on

line all'indirizzo http://www.insiemeragusa.it/2014/01/05/ricordando-pippo-fava-e-

il-suo-esempio/]

In memoria del giornalista catanese nel giorno del 30esimo anniversario dal suo assassinio.

✓ Il secondo mestiere più antico del mondo: i racconti surreali di Massimo Gatta,

bibliotecario, 19 novembre 2013 [on line all'indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2013/11/19/il-secondo-mestiere-piu-antico-del-

mondo/]

Questo il titolo di una raccolta di cinque intensi racconti che Massimo Gatta, bibliotecario, biblofilo e direttore della casa editrice Biblohaus di Macerata, come dichiara nel colophon, stampa fuori commercio per gli amici nel 2012, in tiratura limitata a qualche esemplare, in occasione dei suoi 25 anni nel mondo dell’università e delle biblioteche. L’autore, seguendo il filone della narrativa dis-topica (pensiamo in particolare al Bradbury di Fahrenheit 451 e ai roghi dei libri e argomento del numero 16 dei “Minima Bibliographica”, collana di piccole pubblicazioni che intendono contribuire alla diffusione della cultura del libro, delle biblioteche e della bibliografia edita da CRELEB) riesce a trasmetterci le perplessità di un bibliotecario e di un bibliofilo dei giorni nostri circa la prospettiva della «scomparsa del libro cartaceo».

✓ Fra editoria universitaria, librerie (vecchie e nuove) e lettura (su carta e su iPad):

Scambio di opinioni con Aurelio Mottola, direttore di Vita & Pensiero, casa

editrice dell'Università Cattolica: in “Insieme Ragusa”, 7 novembre 2013 [on line

all'indirizzo http://www.insiemeragusa.it/2013/11/07/fra-editoria-universitaria-

librerie-vecchie-e-nuove-e-lettura-su-carta-e-su-ipad/]

Chiacchierata con Aurelio Mottola, direttore editoriale di Vita & Pensiero, sullo stato dell’editoria universitaria contemporanea e sulle sfide lanciate dall’ingresso del libro digitale nei confronti di una casa editrice storica come è appunto Vita & Pensiero (Si pensi, per esempio a Nicola Cavalli, Editoria universitaria digitale come la Rete trasforma l'accademia, Apogeo 2011, o dello stesso autore E-book e ereader nelle università, Spinger 2012).

✓ Fra libri, librerie e biblioteche digitali: un pomeriggio con Gino Roncaglia, in

“Insieme Ragusa”, 29 ottobre 2013 [on line all'indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2013/10/29/fra-libri-librerie-e-biblioteche-digitali/]

Si riporta un pomeriggio trascorso con Gino Roncaglia, in cui abbiamo discusso sul futuro del libro e sulle tendenze dell’editoria globale in ambito digitale, poi confluita in Andrea G.G. Parasiliti, La Totalità della parola, pp. 199-201.

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✓ Le librerie del vizio: Storie di lettori febbrili, di libri amati, misteriosi, maledetti e di

librai astuti, in “Insieme Ragusa”, 22 ottobre 2013 [on line all'indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2013/10/22/le-librerie-del-vizio/]

Sul modus operandi di alcuni librai antiquari milanesi, che innestano il desiderio del possesso, l’antico Furor d’aver libri di Gaetano Volpi, in coloro che mettono piede nelle loro botteghe.

✓ Storie di librerie fisiche e di librerie on line: fra mediazione e spersonalizzazione:

Discutendone con Alessandro Cunietti, esperto di Marketing del prodotto

editoriale, in “Insieme Ragusa”, 18 ottobre 2013 [on line all'indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2013/10/18/storie-di-librerie-fisiche-e-di-librerie-line-

fra-mediazione-e-spersonalizzazione/]

Dopo aver incontrato Romano Montroni, storico direttore delle librerie Feltrinelli (le ha dirette per 40 anni), discuto con Alessandro Cunietti, professore di marketing del prodotto editoriale, circa l’in-voluzione delle librerie delle grandi concentrazioni editoriali, divenute oramai tutte uguali, impossibilitate a compiere delle scelte autonome, vetrine comprese.

✓ La parola come dono: un caffé col filologo Giuseppe Frasso, in “Insieme Ragusa”,

15 settembre 2013 [on line all'indirizzo http://www.insiemeragusa.it/2013/09/15/la-

parola-come-dono/]

Sui problemi della filologia al tempo del digitale. Il titolo prende spunto da un aneddoto raccontatomi in quella occasione da Giuseppe Frasso, ordinario di Filologia in Cattolica, noto soprattutto per il lavoro sulle postille di Petrarca. «Negli anni di Friburgo, Gianfranco Contini, divenne amico di Emilé Benveniste, noto linguista strutturalista nato ad Aleppo e quindi di origine siriana. Contini aveva notato che tutti i giorni Benveniste, intorno all’una e mezza spariva. Un bel giorno, incuriosito gli chiese dove andasse… Alché il linguista siriano gli confessa: C’è un bambino siriano che vive da queste parti e che sta dimenticando la sua lingua… Ogni giorno ci vediamo cosicché io possa restituirgliela… Vede, lo studioso della parola che restituisce la parola al bambino». L’articolo è poi confluito in Andrea G.G. Parasiliti, La Totalità della parola, pp. 154-56.

✓ Incontro con Giuseppe Laterza editore dal Sud: stampavamo etichette per l'olio

d'oliva quando arrivò Benedetto Croce, in “Insieme Ragusa”, 19 luglio 2013 [on

line all'indirizzo http://www.insiemeragusa.it/2013/07/19/incontro-con-giuseppe-

laterza-editore-dal-sud/]

Incontro per la prima volta Giuseppe Laterza a Milano, in un convegno presso l’Università Cattolica. Ne colgo l’occasione per fargli questa intervista in cui mi racconta non solo alcune confidenze sulla nascita delle sue collane (si pensi a quella di storia quotidiana nel medioevo diretta da Jacques Le Goff), le cui idee vennero partorite durante gli interminabili viaggia fra Roma e Bari, in strade, come le

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nostre, da terzo mondo, ma mi spiega come l’editoria digitale potrebbe, almeno in potenza, aiutare gli editori del Meridione. L’articolo è poi confluito in Andrea G.G. Parasiliti, La Totalità della parola, pp. 157-59.

✓ Discutendo sulla forma del libro con il bibliologo Giancarlo Petrella, in “Insieme

Ragusa”, 8 luglio 2013 [on line all'indirizzo

http://www.insiemeragusa.it/2013/07/08/discutendo-sulla-forma-del-libro-con-il-

bibliologo/]

Giancarlo Petrella, apprezzato bibliologo, noto anche in ambito internazionale grazie a Denis Rodhes, che lo ha elogiato a seguito di alcuni suoi importanti lavoro sull’editoria popolare del ’500, mi racconta di come già in Età Moderna si iniziò a ragionare sul rapporto formato-letteratura. «Pensiamo alle stampe popolari della Miscellanea Trentina del Mazzetti, della quale mi sono occupato. Per quel tipo di letteratura non va bene un formato troppo grande… Bisogna portarsele dietro quelle cose, ecco allora l’in-quarto o l’ottavo. Mi viene in mente l’opera geografica di Leandro Alberti. La prima edizione fu in in-folio, ma non andava bene. Era un’opera che serviva portarsela dietro. Tant’è che la seconda edizione fu un in-quarto». L’articolo è poi confluito in Andrea G.G. Parasiliti, La Totalità della parola, pp. 90-91.

Ragusa 29 novembre MMXV