PROFESSIONALE FFICI CATTOLICA DI INSEGNANTI, AM A … stampa febbraio 2013... · istituti Vittorini...

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ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE CATTOLICA DI INSEGNANTI, DIRIGENTI E FORMATORI UFFICIO STAMPA Apriamo la rassegna stampa di oggi 6 febbraio 2013, (n. 24) con un articolo da a cura di Pasquale Marro di Maria Teresa Martinengo Il giorno dopo la notizia dei due colleghi indagati per le carenze riscontrate negli istituti Vittorini di Grugliasco e Pascal di Giaveno, i presidi reagiscono. Tutte le più importanti sigle sindacali e associazioni di categoria fanno fronte comune contro quella che viene ritenuta una contesta- zione ingiusta. L’appello «Alla responsabilità di cui sono stati inve- stiti i colleghi indagati non corrisponde una reale possibilità di verifica né di in- tervento», hanno scritto alla Direzione Scolastica generale regionale Emanuela Zoia (Flc-Cgil), Gian Battista Cattaneo (Cisl), Lorenza Patriarca (Uil), Mario Per- rini (Anp), Sabatino D’Alessandro (Snals), Tommaso De Luca (Asapi), Nicola Puttilli (Andis). In pratica, un appello al ministero del- l’Istruzione perché non lasci soli, con pro- blemi irrisolvibili, i responsabili del fun- zionamento delle scuole. Azione repressiva Al direttore reggente, Silvana Di Costanzo, i presidi chiedono di promuovere un incontro urgente con gli enti locali, proprietari degli edifici, e con i responsabili dei controlli, Asl e vigili del fuoco, «per definire modalità di gestione uniformi sul territorio riguardo alle cre- scenti problematiche in tema di sicurezza che affliggono le nostre scuole». Ancora: «Chiediamo che la Direzione, con il sup- porto dell’Osservatorio regionale sicu- rezza, si faccia parte attiva nel coordinamento per provare a far preva- lere l’azione collaborativa su quella re- pressiva che oggi sembra l’unica risposta degli organi di controllo all’inadegua- tezza degli edifici scolastici». Gli adempimenti L’Associazione delle scuole autonome, Asapi, sottolinea che «il decreto legislativo 81 non ha mai avuto le necessarie norme attuative per l’istru- zione e le scuole si debbono arrabattare continuamente per poter adempiere ad obblighi per i quali non ci sono né soldi, né risorse. Esempi sono le ultime incom- benze: i controlli dell’alcol-dipendenza e la formazione obbligatoria di tutti i lavo- ratori». Ancora: «L’Asapi si augura che si risolvano al meglio le indagini nell’inte- resse della sicurezza degli studenti, ma che sia anche riconosciuto il limite di in- tervento dei dirigenti scolastici, supe- rando al più presto la loro insostenibile condizione di indagati». Per il presidente regionale dell’Anp Mario Perrini «va re- stituita al più presto serenità alla scuola. I presidi garantiscono il servizio e ricevono avvisi di garanzia e multe, ma se chiudes- sero la scuola sarebbero denunciati per in- terruzione di servizio». Gianni Oliva, preside dei licei Cavour e D’Azeglio: «Dobbiamo riunirci in assem- blea per spiegare ai cittadini che non pos- siamo avere le responsabilità di un dirigente del settore privato senza averne i mezzi». Aggiunge, Oliva, che «un preside a fine carriera guadagna meno di tremila euro. Forse dovremmo incrociare le braccia...». L’ANNUNCIO ROMA- Un appuntamento fisso. Il con- corsone per docenti che è partito con i quiz del dicembre scorso, dopo 13 anni dall’ultima selezione, non resterà un’ini- ziativa una tantum, ma sarà seguito da un altro bando. A viale Trastevere, al Mini- stero dell’Istruzione, si sta lavorando per un nuovo concorso che recluterà inse- gnanti. Un concorso da bandire al più presto. A dare l’annuncio è stato lo stesso ministro Francesco Profumo, che ha sem- pre detto che la selezione deve essere in- detta con regolarità. Il Ministero dell’Istruzione, ha spiegato infatti Pro- fumo, sta lavorando «per mettere il pros- simo Governo nelle condizioni di fare la seconda edizione del concorso degli inse- gnanti, per poi proseguire con la prevista cadenza biennale». Profumo aveva già detto nel settembre scorso che da quel momento in poi le cattedre sarebbero state assegnate solo per concorso e che bi- sognava garantire un turn over continuo mettendo fine alle graduatorie. LE GRADUATORIE Perché il problema è proprio qui: la que- stione dei precari che da anni, a volte anche da decenni, attendono la chiamata in ruolo. Sono circa 160mila i docenti nelle graduatorie ad esaurimento. Molti più, forse fino a 300.000, se si considerano anche i docenti nelle graduatorie di se- conda fascia che fanno capo agli istituti scolastici (le graduatorie sono in tutto 8.000 in Italia). Per contro gli organici degli insegnanti non aumentano, nono- stante la previsione di 27.000 alunni in più per il prossimo anno scolastico. Ed è già una buona notizia se si considerano i circa 140mila posti tagliati nella scuola nel triennio 2009-2011 dalla manovra Tre- monti-Gelmini. I PENSIONAMENTI Dopo gli undicimila posti del concorsone la nuova selezione dovrebbe promettere cinquemila assunzioni in ruolo nell’anno scolastico 2015/16, così come anticipato «Via a un altro concorsone per i prof». Il ministro Profumo prepara una nuova selezione per maggio Torino/Presidi indagati Scoppia la rivolta Proteste per l’’inchiesta sulla sicurezza nelle scuole

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ASSOCIAZIONE P R O F E S S I O N A L ECATTOLICA DI INSEGNANTI, DIRIGENTI E FORMATORI

UFFICIO

STAMPA

Apriamo la rassegna stampa di oggi 6 febbraio 2013, (n. 24) con un articolo da a cura di

Pasquale Marro

di Maria Teresa MartinengoIl giorno dopo la notizia dei due colleghiindagati per le carenze riscontrate negliistituti Vittorini di Grugliasco e Pascal diGiaveno, i presidi reagiscono. Tutte le piùimportanti sigle sindacali e associazionidi categoria fanno fronte comune controquella che viene ritenuta una contesta-zione ingiusta.L’appello«Alla responsabilità di cui sono stati inve-stiti i colleghi indagati non corrispondeuna reale possibilità di verifica né di in-tervento», hanno scritto alla DirezioneScolastica generale regionale EmanuelaZoia (Flc-Cgil), Gian Battista Cattaneo(Cisl), Lorenza Patriarca (Uil), Mario Per-rini (Anp), Sabatino D’Alessandro (Snals),Tommaso De Luca (Asapi), Nicola Puttilli(Andis).In pratica, un appello al ministero del-l’Istruzione perché non lasci soli, con pro-

blemi irrisolvibili, i responsabili del fun-zionamento delle scuole.Azione repressiva Al direttore reggente,Silvana Di Costanzo, i presidi chiedono dipromuovere un incontro urgente con glienti locali, proprietari degli edifici, e coni responsabili dei controlli, Asl e vigili delfuoco, «per definire modalità di gestioneuniformi sul territorio riguardo alle cre-scenti problematiche in tema di sicurezzache affliggono le nostre scuole». Ancora:«Chiediamo che la Direzione, con il sup-porto dell’Osservatorio regionale sicu-rezza, si faccia parte attiva nelcoordinamento per provare a far preva-lere l’azione collaborativa su quella re-pressiva che oggi sembra l’unica rispostadegli organi di controllo all’inadegua-tezza degli edifici scolastici».Gli adempimenti L’Associazione dellescuole autonome, Asapi, sottolinea che «ildecreto legislativo 81 non ha mai avuto le

necessarie norme attuative per l’istru-zione e le scuole si debbono arrabattarecontinuamente per poter adempiere adobblighi per i quali non ci sono né soldi,né risorse. Esempi sono le ultime incom-benze: i controlli dell’alcol-dipendenza ela formazione obbligatoria di tutti i lavo-ratori». Ancora: «L’Asapi si augura che sirisolvano al meglio le indagini nell’inte-resse della sicurezza degli studenti, mache sia anche riconosciuto il limite di in-tervento dei dirigenti scolastici, supe-rando al più presto la loro insostenibilecondizione di indagati». Per il presidenteregionale dell’Anp Mario Perrini «va re-stituita al più presto serenità alla scuola. Ipresidi garantiscono il servizio e ricevonoavvisi di garanzia e multe, ma se chiudes-sero la scuola sarebbero denunciati per in-terruzione di servizio». Gianni Oliva, preside dei licei Cavour eD’Azeglio: «Dobbiamo riunirci in assem-blea per spiegare ai cittadini che non pos-siamo avere le responsabilità di undirigente del settore privato senza avernei mezzi». Aggiunge, Oliva, che «un preside a finecarriera guadagna meno di tremila euro.Forse dovremmo incrociare le braccia...».

L’ANNUNCIOROMA- Un appuntamento fisso. Il con-corsone per docenti che è partito con iquiz del dicembre scorso, dopo 13 annidall’ultima selezione, non resterà un’ini-ziativa una tantum, ma sarà seguito da unaltro bando. A viale Trastevere, al Mini-stero dell’Istruzione, si sta lavorando perun nuovo concorso che recluterà inse-gnanti. Un concorso da bandire al piùpresto. A dare l’annuncio è stato lo stessoministro Francesco Profumo, che ha sem-pre detto che la selezione deve essere in-detta con regolarità. Il Ministerodell’Istruzione, ha spiegato infatti Pro-fumo, sta lavorando «per mettere il pros-

simo Governo nelle condizioni di fare laseconda edizione del concorso degli inse-gnanti, per poi proseguire con la previstacadenza biennale». Profumo aveva giàdetto nel settembre scorso che da quelmomento in poi le cattedre sarebberostate assegnate solo per concorso e che bi-sognava garantire un turn over continuomettendo fine alle graduatorie.LE GRADUATORIEPerché il problema è proprio qui: la que-stione dei precari che da anni, a volteanche da decenni, attendono la chiamatain ruolo. Sono circa 160mila i docenti nellegraduatorie ad esaurimento. Molti più,forse fino a 300.000, se si considerano

anche i docenti nelle graduatorie di se-conda fascia che fanno capo agli istitutiscolastici (le graduatorie sono in tutto8.000 in Italia). Per contro gli organicidegli insegnanti non aumentano, nono-stante la previsione di 27.000 alunni in piùper il prossimo anno scolastico. Ed è giàuna buona notizia se si considerano i circa140mila posti tagliati nella scuola neltriennio 2009-2011 dalla manovra Tre-monti-Gelmini.I PENSIONAMENTIDopo gli undicimila posti del concorsonela nuova selezione dovrebbe prometterecinquemila assunzioni in ruolo nell’annoscolastico 2015/16, così come anticipato

«Via a un altro concorsone per i prof».Il ministro Profumo prepara una nuova selezione per maggio

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Proteste per l’’inchiesta sulla sicurezza nelle scuole

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dal ministro in un’audizione alla Cameragià nel settembre scorso. Cinquemila è unnumero che si concilierebbe con le usciteper pensionamento, anche se queste si ral-lenteranno nei prossimi due anni secondouna stima ministeriale. Nel 2012 le uscitesono state 25mila, mentre nel 2013 do-

vrebbero essere soltanto cinquemila, e set-temila sono quelle stimate per il 2014. Lacapienza per i nuovi insegnanti quindic’è: resta il nodo spinoso dell’assorbi-mento dei precari.LA SECONDA PROVAMentre si parla delle nuove selezioni, che

nelle intenzioni dovrebbero essere ban-dite a maggio, lunedì si torna in aula peril concorsone con l’avvio delle provescritte che saranno corrette a marzo. I can-didati superstiti sono 88mila dei 321milaiscritti di partenza.

Alessia Camplone

di Mario Castagna

Risorse, stabilità, fiducia. Si potrebbe sin-tetizzare così il programma del PD sullascuola del futuro. «Siamo qui per presen-tare le idee che abbiamo messo nel nostrodocumento e con le quali ci presentiamoalle elezioni – ha sostenuto Francesca Pu-glisi, responsabile scuola del Pd insiemea Manuela Ghizzoni, Maria Coscia, MariaGrazia Rocchi e Simona Malpezzi, nelcorso della conferenza stampa di presen-tazione – la scuola ha bisogno di risorse,stabilità e fiducia dopo anni di tagli. Leemergenze, come quella legata all’ediliziascolastica, devono trovare una risposta».Primo punto dell'agenda è infatti il con-trasto a tre emergenze che oggi colpi-scono la scuola italiana: la sicurezza degliedifici scolastici, la dispersione e l'abban-dono scolastico e il settore 0-6, cioè quellodegli asili nidi e della scuola dell'infanzia.Sulla prima emergenza Pierluigi Bersaniaveva già anticipato il piano straordinarioper la manutenzione e la ristrutturazionedegli edifici scolastici. Una vera e propriaemergenza che minaccia in primis la sicu-rezza dei nostri ragazzi. Da uno studiodella Krls Network of Business Ethics,emerge che in Italia solo il 46% dellescuole è agibile. Siamo addirittura sottol'Albania che con il 53% è l'ultima in clas-sifica. Ma non sono solo le statistiche in-ternazionali a dimostrare la pericolositàdelle nostre scuole. È soprattutto l'espe-rienza quotidiana di milioni di famigliealle prese ogni giorno con aule fatiscentie scuole che crollano. I finanziamenti inquesto caso verranno garantiti da un al-lentamento dei parametri del patto di sta-bilità interno che blocca le spese degli entilocali. Quattro miliardi di euro subito adisposizione per mettere in sicurezza gliedifici scolastici. Altri soldi potranno ar-rivare dai fondi comunitari che lo Statoitaliano spesso non utilizza con efficacia.I DATI DELLA DISPERSIONE L'altra ur-

genza da affrontare è la dispersione sco-lastica che in Italia raggiunge livelli pre-occupanti. Oggi i giovani che hannodeciso di lasciare la scuola prima dellamaturità sono il 18,8% della popolazione.L'obiettivo è portare questa percentualesotto il 10% così come raccomandato daldocumento Europa 2020. Combattere ladispersione scolastica significa anche in-vestire maggiori risorse nelle situazionepiù problematiche come le grandi perife-rie urbane e il Mezzogiorno. Infatti i datisull'abbandono scolastico si differenzianomolto a seconda delle regioni italiane: inSicilia la percentuale di studenti chehanno lasciato gli studi prima del di-ploma è del 26%, seguono la Sardegnacon il 23,9% e la Puglia con il 23,4%. «Nes-suno rimanga indietro» è lo slogan che ilPd ha utilizzato per illustrare questopiano straordinario di lotta alla disper-sione scolastica. L'altra emergenza da af-frontare è la fascia di età dei piccolissimiscolari. Gli asili nido e la scuola dell'infan-zia, anche a causa dei tagli agli enti locali,sono oggi un campo di attività abbando-nato dallo Stato centrale. Tutto è lasciatoalla volontà dei singoli enti locali che sibarcamenano tra le ristrettezze di bilancioe le poche competenze assegnate. In par-ticolare il Pd pensa ad un piano straordi-nario per raggiungere l'obiettivo del 33%di copertura dei posti all'asilo nido comechiesto dall'Europa. Per affrontare questeemergenze il governo Bersani è pronto aridurre la spesa per investimenti del mi-nistero della Difesa. Si spera che questaproposta raggiunga il cuore dell'elettoratodemocratico tanto che ieri sul sito del Pdè campeggiata tutto il giorno l'immaginedi un aereo da guerra affianco ad un'aulascolastica e la scritta «facciamo decollarela scuola italiana». Meno F-35 e più inve-stimenti in scuola, cultura, istruzione. Maaccanto a queste tre grandi emergenze ilPd ha preparato una serie di proposte de-dicate alla risoluzione dei mille problemi

quotidiani della scuola italiana. Nessunariforma epocale in vista ma un interventodi vera trasformazione del sistema. Nonè più il tempo delle riforme sempre «epo-cali e decisive», calate dall'alto e mai con-divise dal tessuto sociale che ogni giornofa vivere il sistema educativo italiano. Peril Pd la migliore riforma è quella chenasce dal basso, grazie all'autonomia, sitratta ora di metterla a sistema. La valu-tazione non dovrà quindi essere dei sin-goli docenti, né competitiva, ma dovràindicare se gli investimenti fatti vannonella direzione giusta. Dovrà essere restituita la fiducia agli in-segnanti, anche grazie ad un nuovo con-tratto collettivo che riconosca lorol'enorme quantità di lavoro che fanno aldi fuori delle aule scolastiche. Gli organicidelle scuole dovranno essere stabili e noncambiare ogni anno. Solo in questo modole scuole sapranno su quante risorse po-tranno fare affidamento così come le ri-sorse finanziarie dovranno essere stabili emai più tagliate. Il reclutamento dovrà essere anch'essocerto, senza cambiare ogni anno sistemae si dovranno esaurire le graduatorie deiprecari. Il tempo scuola dovrà essere al-lungato, incentivando nuovamente iltempo pieno e le compresenze. SUPE-RIORI, BIENNIO UNITARIO Per quel che riguarda le scuole superioriil Pd propone un biennio unitario inizialee la differenziazione dei percorsi solo apartire dal terzo anno. Gli istituti tecnici dovranno essere rivalu-tati e non abbandonati alla competenzadelle regioni sulla formazione professio-nale. Però quello che il Pd propone è so-prattutto un metodo. Mai più una scuola umiliata, mai più unascuola offesa. E proprio per questo, per af-frontare al meglio un lavoro difficilissimo,il primo passo del governo Bersani saràuna grande consultazione pubblica contutto il mondo della scuola. Solo così si pensa di riformare, vera-mente, una scuola pubblica che un tempoera un orgoglio italiano.

Scuola, in tre mosse il PDarchivia Gelmini

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di Gianluca SollazzoPer dieci giorni aveva fatto perdere letracce. Né il preside, né i colleghi d'isti-tuto riuscivano a spiegarsi che fine avessefatto. E così la sezione procedimenti disci-plinari dell’Ufficio scolastico provincialeha deciso di aprire un fascicolo per an-dare a fondo della vicenda.Il caso è apparso subito chiaro. Pochi mesi

e il provvedimento viene emesso su ri-chiesta del preside e dell’amministrazionescolastica: licenziamento immediato perassenza ingiustificata prolungata.Nuovo grave episodio di assenteismo pu-nito dall’Usp di Salerno che ha sollevatodall’incarico una maestra di ruolo dellascuola materna, in servizio presso l’Isti-tuto comprensivo Cornito di Eboli.

Non si ferma la linea dura contro le as-senze prolungate: il severo dispositivo dilicenziamento viene applicato a distanzadi soli due mesi dall’episodio di assentei-smo che ha riguardato una prof di ruolodi Sant’Arsenio, costretta a dire addio al-l’insegnamento per mancata presa di ser-vizio tra febbraio e marzo del 2012.Pochi mesi per impiantare una nuovaprocedura e la stessa sorte è toccata allamaestra di Eboli che, a inizio anno scola-stico, è stata accusata di omessa giustifi-cazione delle assenze maturate in un arcodi tempo di 10 giorni scolastici.

ALTRE NOTIZIEAssente ingiustificata per dieci

giorni, maestra licenziata a Eboli

Sarà di 900 alunni il numero minimo per au-torizzare una scuola ad avere un dirigente sco-lastico e un direttore dei serviziamministrativi. Le regioni dunque avranno laquota “900” come divisore unico per stabilireil numero complessivo delle scuole autonomeL’intesa Stato-Regioni ha stabilito dunquequesto comune denominatore al quale le am-ministrazioni locali dovranno attenersi, anchese resta fermo il fatto che il numero dei diri-genti scolastici non subirà variazioni di rilievo.Col prossimo anno inoltre l'organico dei pre-sidi avrà una flessione di soli 38 unità, pas-sando dagli attuali 8.880 a 8.842 e se le Regioniintendessero non rispettare i parametri fissati,i dirigenti scolastici e i direttori dei servizi am-ministrativi non saranno assegnati alle istitu-zioni scolastiche con meno di 600 alunni, chescendono a 400 nelle scuole di montagna.D’altra parte la sentenza della Corte costitu-zionale è stata chiara, dicendo che se per un

verso spetta alle Regioni stabilire il numerodelle Istituzioni scolastiche, è facoltà dell'am-ministrazione scolastica centrale di definire gliorganici dei dirigenti scolastici, visto che sonoal loro soldo. E infatti il comma 5 recita “alleistituzioni scolastiche autonome costituite conun numero di alunni inferiore a 600 unità, ri-dotto fino a 400 per le istituzioni site nelle pic-cole isole, nei comuni montani, nelle areegeografiche caratterizzate da specificità lingui-stiche, non possono essere assegnati dirigentiscolastici con incarico a tempo indeterminato.Le stesse sono conferite in reggenza a dirigentiscolastici con incarico su altre istituzioni sco-lastiche autonome”.

Le Regioni invece possono stabilire quanteistituzioni scolastiche istituire, ma non pos-sono sovvertire il numero dei dirigenti scola-tici, l’organico cioè complessivo assegnato dalMiur.Questo significa che se i presidi non sarannosufficienti a coprire il numero delle scuole au-torizzate dalla Regioni si provvederà alla no-mina di un preside reggente e di un segretarioreggente. Stessa sorte toccherà alle scuole conmeno di 600 alunni, in via ordinaria, o conmeno di 400 alunni, se si tratta di scuole dimontagna.(Fonte La Tecnica della Scuola)

900 alunni per autorizzare unascuola autonoma

Prove scritte concorso scuola:istruzioni organizzative

Ancora due note (MIUR 24.01.2013, prot.n. 193 Modalità di invio delle tracce delleprove scritte per le procedure concorsuali aisensi del DDG 82 del 24-09-201 - MIUR31.01.2013, prot. n. 779 Concorso docenti -DDG. n. 82 del 24 settembre 2012 - Ulterioriindicazioni relative allo svolgimento delleprove scritte.) contenenti istruzioni in me-rito a taluni aspetti organizzativi relativiallo svolgimento delle prove scritte: fun-zioni di vigilanza, disinfezione dei locali,procedura di trasmissione del plico tele-matico, corretto utilizzo delle buste e deifogli, commissioni, assistenza, spese ecompensi.

Posizioni economiche ATA: pro-roga presentazione domande

Differita al 7 febbraio, entro le ore 14:00,la chiusura delle funzioni SIDI per l’ac-quisizione delle domande on line per leposizioni economiche personale ATA, re-lativamente all’indizione delle procedureper le nuove graduatorie con effetto dal-l’a.s. 2013/2014.

Supplenze brevi: nuovi modelli di contratto

Trasmessi i nuovi modelli di contratto va-lidi dal 1° gennaio 2013 relativi alle no-mine del personale scolastico persupplenze brevi e saltuarie, per coperturadi posto disponibile dopo il 31 dicembree per supplenza breve in attesa del-l’avente diritto.

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La circolare Inps n. 16 dell'1/02/2013 il-lustra cosa cambia in materia di tratta-menti pensionistici dall'entrata invigore dell'art. 24 della legge 22 dicem-bre 2011, n. 214, di conversione, con mo-dificazioni, del decreto legge 6dicembre 2011, n. 2011, a norma delquale il diritto alla pensione di vec-chiaia si consegue in presenza di un’an-zianità contributiva minima pari a 20anni.In particolare, l'Inps ha risposto ad al-cune istanze di chiarimento su una que-stione ancora poco chiara: cioè se, aseguito dell’entrata in vigore della leggen. 214 del 2011, sia attualmente ancoraoperante la disciplina delle deroghe dicui all’art. 2, comma 3, del decreto legi-slativo 30 dicembre 1992, n. 503 in ma-teria di requisito contributivo, neiconfronti dei soggetti che accedono allapensione di vecchiaia nel sistema retri-butivo e misto.Con specifico riferimento agli iscrittialla gestione ex Inpdap, l’art. 6, comma1, del D.lgs. 503/92 dispone che: “per leforme di previdenza sostitutive edesclusive del regime generale obbliga-torio, si applicano i criteri di cui all'arti-colo 2 del presente decreto, fermirestando i requisiti assicurativi e contri-butivi previsti dai rispettivi ordina-

menti, se più elevati”.A decorrere dal 1 gennaio 2012 e con ri-ferimento ai soggetti che, nel regimemisto, maturano i requisiti anagraficiprevisti per la pensione di vecchiaiadall’art. 24, comma 6, della legge n.214/2011 le deroghe relative al requi-sito contributivo minimo previste dal-l’art. 2, comma 3, lettere a) e c) del citatodecreto legislativo n. 503/92 trovanoapplicazione per gli iscritti alla gestioneex Inpdap nei termini di seguito speci-ficati:Lavoratori che al 31 dicembre 1992hanno maturato i requisiti di assicura-zione e di contribuzione previsti dallanormativa previgente.I lavoratori dipendenti ed autonomi cheal 31 dicembre 1992 abbiano maturato irequisiti di assicurazione e di contribu-zione previsti dalla normativa previ-gente sono esclusi dall'elevazione deirequisiti di assicurazione e di contribu-zione (articolo 2, comma 3, del decreton. 503).Ai fini della maturazione dei re-quisiti in parola, sono utili tutti i contri-buti (obbligatori, figurativi, volontari,da riscatto e da ricongiunzione) riferititemporalmente a periodi anteriori al 1gennaio 1993. I contributi figurativi, dariscatto e da ricongiunzione riferiti a pe-

riodi che si collocano entro il 31 dicem-bre 1992 devono essere valutati anchese riconosciuti a seguito di domandasuccessiva a tale data.Lavoratori dipendenti che possono farvalere al 31 dicembre 1992 un periododi assicurazione e di contribuzione in-feriore ai 15 anni previsti dalla previ-gente normativa.Per i lavoratori dipendenti che abbianomaturato al 31 dicembre 1992 un'anzia-nità assicurativa e contributiva tale che,anche se incrementata dei periodi inter-correnti tra il 1° gennaio 1993 e la finedel mese di compimento dell'età per ilpensionamento di vecchiaia, non con-sentirebbe di conseguire i requisiti assi-curativi e contributivi richiestidall'articolo 2 del decreto n. 503 nel-l'anno di compimento dell'età pensiona-bile, i requisiti stessi sono ridotti fino allimite minimo di 15 anni previsto dallaprevigente normativa.In pratica il numero dei contributi ri-chiesti par tali lavoratori è pari allasomma delle settimane di contribu-zione maturate fino al 31 dicembre 1992e delle settimane di calendario com-prese tra il 1° gennaio 1993 e la fine delmese di compimento dell'età pensiona-bile.

Chiarimenti Inps sull'accesso altrattamento pensionistico

red - Al termine dell'a.s. 2012/13 sisvolgeranno ancora esami di qua-lifica professionale statali del pre-vigente ordinamento, ma inregime transitorio riservato aglistudenti che a partire dall'a.s.2010/11 hanno frequentato in pa-rallelo alle attività didattiche, i"corsi triennali per il consegui-mento dei diplomi di qualifica pre-visti dagli ordinamenti

previgenti".Candidati interni

Si confermano le disposizioni del-l'Ordinanza ministeriale n.90/2001. Pertanto nell'ambito diun unico scrutinio finale si proce-derà a due distinte valutazioni:una per l'ammissione alle provedell'esame di qualifica e una perl'ammissione alla classe quarta del

percorso quinquennale riordinatosulla base dell'art. 4 del DPR122/2009.

Candidati esterni

Limitatamente all'a.s. 2012/13, tro-vano applicazione le disposizioniin materia di ammissione agliesami di qualifica di cui all'art. 27comma 11 e all'art. 28 dell'OM n.90/2001.

Diplomi di qualifica

Gli Istituti Professionali rilasce-ranno i titoli di qualifica del previ-gente ordinamento , "equipollenti"alle nuove qualifiche dell'Istru-zione e Formazione Professionale. (Fonte OrizzonteScuola)

Esami di qualifica negli istitutiprofessionali: istruzioni

transitorie per l'a.s. 2012/13