PROBLEMI MONDIALI DELLALIMENTAZIONE Foto: IPER Fondazione San Carlo Milano, 26 novembre 2008.

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23 “PROBLEMI MONDIALI DELL’ALIMENTAZIONE” Foto: IPER Fondazione San Carlo Milano, 26 novembre 2008

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“PROBLEMI MONDIALI DELL’ALIMENTAZIONE”

Foto: IPER

Fondazione San CarloMilano, 26 novembre 2008

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TERRENO ARABILE PRO CAPITE (ETTARI)

1950

1970

1990

2050PREVISIONE

PESSIMISTICA

OTTIMISTICA

MEDIA

0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0

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CEREALI – SARANNO SUFFICIENTI?

Produzione mondiale cereali1961 1.352.700 t2006 3.450.183 t

Resa media mondiale cereali1961 596,8 kg/ha2006 1117,1 kg/ha

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PREZZI ELEVATINEL 2008, MA CHE STANNO DIMI-NUENDO PER L’ABBONDANZA DI OFFERTA E LA SCARSA DOMANDA

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PRODUZIONEIN CONTINUA

CRESCITA

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Limiti all’espansione delle terre coltivabili

A LIVELLO GLOBALE SI STA ASSISTENDO AD UN FORTE AUMENTO DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME ALIMENTARI

∆(2000–2008)= +130%

1 Fonte: FAO1 Fonte: FAO

Crescita della popolazione mondiale

Aumento della domanda da parte dei Paesi emergenti

(in particolare Cina e India)

Variazione delle diete in favore di carne e latticini

(maggiore necessità di grano per allevamenti)

Minimi storici delle riserve mondiali

Aumento del prezzo del petrolio(aumento del costo dei fertilizzanti, di

produzione e di trasporto)

Perdita di terreno agricolo(principalmente per erosione del suolo, carenze

idriche ed urbanizzazione)

Aumento dell’utilizzo dei biocarburanti

Disastri naturali contingenti

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Per la maggioranza dei Paesi OECD i prodotti alimentari rispetto alla spesa pro-capite rappresentano una quota che varia tra il 13% e il 20%...

… mentre nei PVS tale quota è ben maggiore (es. 53% in Ghana, 51% in Kenya e 40% in Senegal)1

Per i PVS l’inflazione dei prodotti alimentari ricopre un peso importante rispetto all’inflazione complessiva

• Per i Paesi dove la spesa alimentare costituisce una quota sostanziale del reddito, alti prezzi dei prodotti alimentari hanno un impatto fortemente negativo sul potere d’acquisto minimo sostenibile della popolazione

IMPATTI PIÙ MARCATI SUI PVS DOVE I GENERI ALIMENTARI HANNO UN PESO RILEVANTE SUL REDDITO PRO-CAPITE

Fonte: FAO Secretariat (April, 2008)Fonte: FAO Secretariat (April, 2008)

In alcuni Paesi (es. Cameroon, Senegal, Marocco, Messico, Bolivia, Bangladesh, …) la crisi dei prezzi ha portato al verificarsi di proteste e tensioni dovute alla mancanza di beni alimentari primari

1 Fonte: OECD-FAO1 Fonte: OECD-FAO

Spese alimentari e reddito procapite

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GDP per capita in constant PPP international dollars

KENGHA

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PAK

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KOR

ITA

DEU

ESP

AUT USA

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Negli anni 90’ i disastri naturali sono stati responsabili della perdita di circa 600.000 vite umane nel mondo di cui il 95% si sono registrate in Paesi in via di sviluppo3…

… con impatti indiretti sulla vita dell’uomo• La perdita di capacità produttiva si traduce in povertà, in malnutrizione e quindi si ripercuote in ultima

analisi sulla salute delle popolazioni locali

• A seguito delle inondazioni verificatesi in Bangladesh, il 62% dei clienti della “micro-finanza” ha perso la propria abitazione, circa metà è stato privato del sostentamento giornaliero, circa il 75% ha dovuto sospendere almeno temporaneamente la propria capacità di generare reddito

Senza un sostegno esterno, i Paesi con scarse infrastrutture mediche, come molti dei PVS, sono quelli che incontreranno maggiori difficoltà ad affrontare i disastri naturali

ANCHE IL CLIMATE CHANGE COSTITUISCE UNA MINACCIA DELLA SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA AGRICOLO

Si stima che il PIL del settore agroalimentare mondiale subirà una riduzione del 16% da oggi al 2020 a causa del global warming1

Aumento di eventi estremi e disastri

naturali

Perdite per l’agricoltura

Impatti negativi sulla vita e la salute delle popolazioni

L’agricoltura è fortemente influenzata dal clima e dalla disponibilità di risorse idriche ed è pesantemente penalizzata da avverse condizioni meteorologiche e disastri naturali

Storicamente si sta assistendo ad un trend di continua crescita dei disastri naturali (inondazioni, uragani, frane, siccità, “ondate di caldo”, …)

Con il crescente rischio di inondazioni e siccità si prevedono importanti perdite nelle produzioni agricole nel breve termine

• In più di 40 PVS, soprattutto nell’Africa Sub-Sahariana, si prevede una riduzione delle rese di circa il 15% 1

Perdita di produzioni agricole potenziali per mancati investimenti nelle aree colpite dai disastri naturali (es. aree sommerse da acqua salata a seguito di maremoti)

Danneggiamento fisico degli ecosistemi a causa di eventi idro-meteorologici estremi

1 Fonte: IFPRI2 Fonte: World Meteorological Organization3 Fonte: WHO

1 Fonte: IFPRI2 Fonte: World Meteorological Organization3 Fonte: WHO

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La malnutrizione si concentra principalmente nelle regioni africane sub-sahariane con il 33% della popolazione malnutrita …

… a fronte di una media globale del 14%1

I TREND MACROECONOMICI E CLIMATICI STANNO AGGRAVANDO ULTERIORMENTE IL PROBLEMA DELLA

MALNUTRIZIONE

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FAO – HUNGER MAP1FAO – HUNGER MAP1

1 Fonte: FAO2 Fonte: Unicef

1 Fonte: FAO2 Fonte: Unicef

Il numero di persone che nel 2006 (prima del recente shock dei prezzi delle food commodities) soffriva la fame nel mondo ammontava a circa 820 mln con un trend di crescita dal 1996-2006 di circa 23 mln di unità1

• Sono 100 milioni in tutto il pianeta le persone che, secondo World Food Program, potrebbe precipitare nella fame a causa dell’attuale crisi dei prezzi alimentari2

La malnutrizione è la combinazione di vari fattori che erodono la capacità dell'organismo di reagire con successo alle malattie

• Frequenza di malattie e infezioni • Ignoranza alimentare• Consumo di acqua non potabile• Scarsità di igiene

Ogni anno la malnutrizione incide all'incirca per il 40% della mortalità infantile globale (10,6 mln di decessi annui fra i bambini da 0 a 5 anni)2

• Quelli che sopravvivono hanno maggiore predisposizione alle malattie infettive, rischiano di subire limitazioni alla crescita e allo sviluppo cognitivo e hanno maggiori probabilità di soffrire di malattie croniche in età adulta

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Aumento attività sedentarie in casa (TV, PC)

Diminuzione dell’attività fisica

Aumento del cibo pre-confezionato e del consumo di snack

1 Fonte: WHO2 Percentuali riferite all’Europa (Fonte: WHO, 2006)2 Fonte: SI.C.OB. – Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità

1 Fonte: WHO2 Percentuali riferite all’Europa (Fonte: WHO, 2006)2 Fonte: SI.C.OB. – Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità

PER I PAESI SVILUPPATI IL FENOMENO PIÙ PREOCCUPANTE È L’IPER-ALIMENTAZIONE CON I SUOI

IMPATTI SULLA SALUTE PUBBLICA

Gli adulti in sovrappeso nel mondo sono stimati in più di 1 mld, di cui 300 mln sono obesi1

L’incidenza dell’obesità in Europa è in forte crescita e si stima che nel 2010 coinvolgerà circa 150 mln di adulti1

Dal 1980 ad oggi l’incidenza dell’obesità sui Paesi europei è più che triplicata

Gli adulti in sovrappeso nel mondo sono stimati in più di 1 mld, di cui 300 mln sono obesi1

L’incidenza dell’obesità in Europa è in forte crescita e si stima che nel 2010 coinvolgerà circa 150 mln di adulti1

Dal 1980 ad oggi l’incidenza dell’obesità sui Paesi europei è più che triplicata

Sovrappeso e obesità sono responsabili dell’insorgere di numerose patologie 80% dei casi di diabete di tipo 2 55% dei casi di ischemia miocardica 35% dei casi di ipertensione2

L’obesità è responsabile del 6% della spesa sanitaria pubblica europea3

In Italia si stima che i costi sanitari annui legati all’obesità siano pari a 23mld€; se si considerano anche le componenti indirette i costi complessivi arrivano a circa 90 mld€

Sovrappeso e obesità sono responsabili dell’insorgere di numerose patologie 80% dei casi di diabete di tipo 2 55% dei casi di ischemia miocardica 35% dei casi di ipertensione2

L’obesità è responsabile del 6% della spesa sanitaria pubblica europea3

In Italia si stima che i costi sanitari annui legati all’obesità siano pari a 23mld€; se si considerano anche le componenti indirette i costi complessivi arrivano a circa 90 mld€

Cambiamento abitudini

alimentari

Aumento dell’obesità

DiabeteIpertensione e patologie cardiache

Neoplasie

Anche i Paesi emergenti (es. Cina) sono soggetti a questo genere di problematiche poiché urbanizzazione e sviluppo economico hanno introdotto nuovi stili alimentari ed alterato sia abitudini dietetiche sia modelli di vita

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USA EUROPA

BISCOTTI 59 42

PANE 18 10

CEREALI PRIMA COLAZIONE 61 56

SNACK SALATI 64 38

BABY FOODS 85 53

CIOCCOLATO 73 31

LATTE 28 13

CONSERVE DI PESCE 70 22

CAFFE’ 43 37

GELATO 23 50

POLLI 35 8

CARNE 20 5

BEVANDE NON GASATE 67 31

DOMINANZA DEL MERCATO: QUOTE DI MERCATO AGGREGATE DELLE DUE MARCHE LEADER NEGLI USA ED IN EUROPA

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I DIECI MACINATORI DI CACAO

FONTE: FAO, ICCO

• Volumi stimati in 1.000 ton (2002/03)

ADM Cocoa

Cargill Foods

Barry Callebaut

Nestlé

Blommer

Cadbury

Ferrero

Petra Food

Hershey

Kraft Foods 60

61

68

69

95

140

251

377

401

427

52% PRODUZIONE MONDIALE

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CONCENTRAZIONE BUSINESS CACAO

BUSINESSNUMERO

DI AZIENDE

% DEL MERCATO MONDIALE

PRODUZIONE 5* 75

COMMERCIO SEMI (Broker) 5 80

SEMILAVORATI

(BURRO CACAO, CACAO POLVERE, CIOCCOLATO IN BULK)

10 52

CIOCCOLATO COME PRODOTTO FINITO

6 80

* PAESI13

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PREZZI GIORNALIERI DEL CACAO IN GRANI£

pe

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FONTE: ICCO14

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FONTE: FAO/ICCO

STOCK E PREZZI SUI MERCATI DELLE FAVE DI CACAO

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RESA DEGLI ALBERI DI CACAO

RESA MASSIMA(Kg PER ETTARO)

ANNI DOPOPIANTUMAZIONE

0

5 10 15 20 25 30

500

1000

IBRIDI TRADIZIONALI

FONTE: ICCO

MATURAZIONE PIENA PRODUZIONE VECCHIAIA

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IBRIDI DI CACAO

PAESE 1980/81 1990/91

COSTA D’AVORIO 33 49

GHANA 12 36

CAMEROON 4 16

BRASILE 38 50

MALESIA 100 100

INDONESIA 100 100

% DI IBRIDI SUL TOTALE DEGLI ALBERI

17

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CONSUMI PRO CAPITE (KG)

BRASILE

CINA USA EU-15FRANCI

ASVEZIA ITALIA

ZUCCHERO 56 8 71 41 41 47 32

VEGETALI 41 270 123 126 143 78 178

FRUTTA 96 50 113 117 95 115 131

CAFFE’ 2 0 4 5 5 10 6

CARNE 81 55 123 92 98 77 91

BURRO 1 0 2 4 8 4 3

LATTE 118 17 262 244 275 378 252

UOVA 7 18 15 12 15 11 11

PESCE 6 25 21 26 31 34 26

da:FAO, 2006 18

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DIETA ED EFFETTO SERRA

• Come mangiamo influenza il cambiamento climatico.

• 33% delle emissioni totali di CO2 provengono dalla catena alimentare.

• Il 50% delle quali provengono dal consumo di carne.

• Il cambiamento climatico influenzerà sempre più come mangeremo in futuro.

• Food Climate Research Network.2007

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SOCIETA’ MULTIETNICA CON RELIGIONI DIVERSE

ISLAMDIVIETO CARNEMAIALE, GRANCHI,ALCOOLICI(HALAL)

INDUISMODIVIETO CARNE ELATTE BOVINOVEGETARIANI

EBRAISMODIVIETO CARNEMAIALE E CONIGLIO,MESCOLARE CARNECON LATTE(KOSHER)

TAOISMOASTENSIONE DEICINQUE CEREALI

MA ANCHE CON ABITUDINI DIVERSE.INGLESI – NON MANGIANO CARNE DI CAVALLOKOREANI – MANGIANO LA CARNE DI CANE

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PRESENZA STRANIERA NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA

SETTOREVALORE

Milioni Euro% MARCHI

SURGELATI 1900 65 Nestlè, Surgela, Findus

GELATI 1050 68 Motta, Algida, Tanara, Antica Gelateria del Corso

BEVANDE ANALCOLICHE

2000 70 Coca Cola, Fanta, San Pellegrino, Tè Ati

BIRRA 1100 60 Heineken, Dreher, Moretti, Peroni

DIETETICI 850 65 Plasmon, Nestlè, Abbott, Milupa

FORMAGGI SEMIDURI

2100 40 Locatelli, Danone, Galbani, Invernizzi

ACQUA MINERALE

12509 54 San Pellegrino, Levissima, Recoraro, Fiuggi, Ferrarelle

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QUOTE DI MERCATO DELLE CENTRALI DI ACQUISTO IN ITALIA

Elevatissimo livello di concentrazione = 86.9% del mercato e pari a 75 MLD €22

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CONCENTRAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE EUROPEA E PRODOTTI A MARCHIO PROPRIO

CONCENTRAZIONE DELLE PRIME 3 AZIENDE DI DISTRIBUZIONEQU

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FONTE: CIAA 2008

L’AUMENTO DELLA CONCENTRAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE HA COME CONSEGUENZA LA DIMINUZIONE DEI MARGINI DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE.

VALORE MEDIO MONDIALE 17% - PAESE CON QUOTA PIU’ ELEVATA: SVIZZERA 85%

0

5

10

15

20

25

30

35

0 10 20 30 40 50 60 70

ITALIA

SPAGNA

GERMANIA

INGHILTERRA

FRANCIA

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