Principio contabile internazionale per il settore pubblico ... Accountants (IFAC) con il consenso...

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1 International Public Sector Accounting Standards Board Principio contabile internazionale per il settore pubblico (IPSAS) 31 Attività immateriali TRADUZIONE A CURA DEL CNDCEC DAL TESTO ORIGINALE INGLESE PUBBLICATO DA IPSASB Exposure Draft October 2011 IPSASB Principio contabile internazionale (IPSAS) 31 Attività immateriali Gennaio 2017

Transcript of Principio contabile internazionale per il settore pubblico ... Accountants (IFAC) con il consenso...

1

International Public Sector Accounting Standards Board

Principio contabile internazionale per il settore pubblico (IPSAS) 31

Attività immateriali

TRADUZIONE A CURA DEL CNDCEC DAL TESTO ORIGINALE INGLESE PUBBLICATO DA IPSASB

Exposure Draft

October 2011

Comments due: February 29, 2012

IPSASB Principio contabile internazionale (IPSAS) 31 Attività immateriali

Gennaio 2017

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TRADUZIONE DALL’INGLESE

Eugenio Virguti

Dottore Commercialista

REVISIONE DELLA TRADUZIONE

Mariarita Cafulli

Settore traduzioni CNDCEC

Elena Florimo

Settore traduzioni CNDCEC

Matteo Pozzoli

Staff CNDCEC

CONSIGLIERI CNDCEC DELEGATI AREA INTERNAZIONALE

Giovanni Gerardo Parente

Ugo Marco Pollice

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International Federation of Accountants®

529 Fifth Avenue, 6th Floor

New York, New York 10017 USA

Il presente documento è stato pubblicato dall’International Federation of

Accountants (IFAC). L’IFAC è un’organizzazione internazionale al servizio del

pubblico interesse, la sua missione è quella di rafforzare la professione contabile in

ogni parte del mondo e di contribuire allo sviluppo di economie internazionali forti

mediante la definizione e la promozione di standard professionali di elevata qualità,

favorendo la convergenza a livello internazionale su tali standard e contribuendo al

dibattito sulle questioni di interesse pubblico nelle quali le competenze professionali

sono maggiormente rilevanti. È possibile scaricare la pubblicazione in lingua inglese

gratuitamente, esclusivamente per uso personale, sul sito dell’IPSASB

www.ipsasb.org.

International Public Sector Accounting Standards, Exposure Drafts, Consultation

Papers, e altre pubblicazioni dell’IPSASB sono pubblicate dall’IFAC cui appartiene

il copyright delle stesse. Il testo approvato di tutte le pubblicazioni dell’IFAC è

quello pubblicato dall’IFAC nella versione originale inglese.

IPSASB e IFAC declinano ogni responsabilità diretta o indiretta per le conseguenze

derivanti dall’uso e dall’applicazione della presente pubblicazione, siano esse

causate da negligenza o altro.

I loghi IPSASB, ‘International Public Sector Accounting Standards Board’,

‘IPSASB’, ‘International Public Sector Accounting Standards’ ‘IPSAS’, i loghi

IFAC, ‘International Federation of Accountants’, e ‘IFAC’ sono marchi registrati

dell’IFAC.

Copyright © giugno 2013 dell’International Federation of Accountants (IFAC). Tutti

i diritti riservati. È necessario il permesso di IFAC per riprodurre, custodire o

trasmettere il presente documento, eccetto per quanto consentito dalla legge. A tal

fine è possibile contattare: [email protected].

ISBN: 978-1-60815-151-6

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Il presente principio “Attività immateriali” dell’International Public Sector

Accounting Standards Board (IPSASB) è stato pubblicato in lingua inglese

dall’International Federation of Accountants (IFAC) all’interno dell’Handbook of

International Public Sector Accounting Pronouncements nel giugno 2013. È stato

tradotto in italiano dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli

Esperti Contabili nel 2014 e riprodotto con il permesso dell’IFAC. Il processo di

traduzione dell’Handbook of International Public Sector Accounting

Pronouncements è stato approvato dall’IFAC e la traduzione è stata svolta in

conformità al “Policy Statement—Policy for Translating and Reproducing Standards

Published by IFAC.” Il testo approvato dell’Handbook of International Public Sector

Accounting Pronouncements è quello pubblicato dall’IFAC in lingua inglese.

Testo in lingua inglese dell’IPSAS 31 “Intangible assets” © 2013 International

Federation of Accountants (IFAC). Tutti i diritti riservati.

Testo in lingua italiana dell’IPSAS 31 “Attività immateriali” © 2017 International

Federation of Accountants (IFAC). Tutti i diritti riservati.

Titolo originale IPSAS 31: Intangible assets - ISBN 978-1-60815-151-6

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IPSAS 31 – ATTIVITÀ IMMATERIALI

Riconoscimenti

Il presente Principio contabile internazionale per il settore pubblico (IPSAS) è

tratto principalmente dal Principio contabile internazionale IAS 38, Attività

immateriali, pubblicato dall’International Accounting Standards Board (IASB).

Contiene inoltre estratti dall’Interpretazione 32 (SIC 32), Attività immateriali—

Costi connessi a siti web dello Standing Interpretations Committee. Parti dello IAS

38 e della SIC 32 sono riprodotte in questa pubblicazione dell’International Public

Sector Accounting Standards Board (IPSASB) della International Federation of

Accountants (IFAC) con il consenso dell’International Accounting Standards

Committee Foundation (IASCF).

Il testo approvato degli International Financial Reporting Standards (IFRS) è

quello pubblicato dallo IASB in lingua inglese; le copie si possono ottenere

direttamente presso l’IFRS Publications Department, primo piano, 30 Cannon

Street, Londra EC4M 6XH, Regno Unito.

E-mail: [email protected]

Sito internet: www.ifrs.org

Gli IFRS, gli IAS, le Exposure Draft e le altre pubblicazioni IASB sono protetti da

diritti d’autore appartenenti alla IFRS Foundation.

“IFRS”, “IAS”, “IASB”, “IFRS Foundation”, “International Accounting

Standards” e “International Financial Reporting Standards” sono marchi registrati

della IFRS Foundation e non possono essere utilizzati senza il consenso della IFRS

Foundation.

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IPSAS 31 – ATTIVITÀ IMMATERIALI

Storia dell’IPSAS

La presente versione include i cambiamenti risultanti dagli IPSAS emessi fino al

15 gennaio 2012.

L’IPSAS 31, Attività immateriali è stato pubblicato a gennaio 2010.

Da allora, l’IPSAS 31 è stato modificato dai seguenti IPSAS:

IPSAS 32 Accordi per servizi in concessione: Concedente (pubblicato a

ottobre 2011)

Miglioramenti agli IPSAS 2011 (pubblicato a ottobre 2011)

Tabella dei paragrafi modificati nell’IPSAS 31

Paragrafo modificato Tipo di modifica Modificato da

Introduzione Eliminato Miglioramenti agli

IPSAS, ottobre 2011

6 Modificato IPSAS 32, ottobre 2011

132A Nuovo IPSAS 32, ottobre 2011

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IPSAS 31 – ATTIVITÀ IMMATERIALI

SOMMARIO

Paragrafo

Finalità ....................................................................................................... 1

Ambito di applicazione ............................................................................... 2–15

Attività immateriali del patrimonio culturale ...................................... 11–15

Definizioni .................................................................................................. 16–25

Attività immateriali .............................................................................. 17–20

Controllo di un’attività ................................................................. 21–24

Benefici economici futuri o potenziale di servizio ....................... 25

Rilevazione e valutazione ........................................................................... 26–65

Attività acquisite separatamente .......................................................... 32–39

Spese successive relative a un progetto acquisito di ricerca e sviluppo

in corso di svolgimento ............................................................................ 40–41

Attività immateriali acquisite attraverso operazioni senza corrispettivo

equivalente .............................................................................................. 42–43

Permute di attività ................................................................................ 44–45

Avviamento generato internamente ...................................................... 46–48

Attività immateriali generate internamente .......................................... 49–51

Fase di ricerca ............................................................................... 52–54

Fase di sviluppo ............................................................................ 55–62

Costo di un’attività immateriale generata internamente ................ 63–65

Rilevazione di un costo ............................................................................... 66–70

Costi pregressi non rilevabili come attività ......................................... 70

Valutazioni successive ................................................................................ 71–86

Modello del costo ................................................................................ 73

Modello della rideterminazione del valore .......................................... 74–86

Vita utile ..................................................................................................... 87–95

Attività immateriali con vita utile definita .................................................. 96–105

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Periodo e metodo di ammortamento .................................................... 96–98

Valore residuo ...................................................................................... 99–102

Revisione del periodo e del metodo di ammortamento ........................ 103–105

Attività immateriali con vita utile indefinita ............................................... 106–109

Revisione della determinazione della vita utile ................................... 108–109

Recuperabilità del valore contabile—Perdite per riduzione di valore ......... 110

Cessazioni e dismissioni ............................................................................. 111–116

Informazioni integrative ............................................................................... 117–127

Generale ............................................................................................... 117–122

Attività immateriali valutate dopo la rilevazione utilizzando il

modello della rideterminazione del valore .............................................. 123–124

Spese di ricerca e sviluppo ................................................................... 125–126

Informazioni aggiuntive ....................................................................... 127

Disposizioni transitorie ............................................................................... 128–131

Data di entrata in vigore .............................................................................. 132–133

Appendice A: Guida applicativa

Appendice B: Modifiche ad altri IPSAS

Motivazioni per le conclusioni

Esempi illustrativi

Confronto con lo IAS 38

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Il Principio contabile internazionale per il settore pubblico 31, Attività immateriali

è illustrato nei paragrafi 1-133. Tutti i paragrafi hanno pari autorità. L’IPSAS 31

dovrebbe essere letto nel contesto della sua Finalità, delle Motivazioni per le

conclusioni e della Prefazione ai Principi contabili internazionali per il settore

pubblico. L’IPSAS 3, Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed

errori fornisce una base per la scelta e l’applicazione di principi contabili in

assenza di linee guida specifiche.

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Finalità

1. La finalità del presente Principio è di definire il trattamento contabile delle

attività immateriali non specificatamente trattate in altri Principi. Il presente

Principio richiede che le entità rilevino un’attività immateriale se, e solo se,

vengono soddisfatte specifiche condizioni. Il Principio precisa, inoltre, come

determinare il valore contabile delle attività immateriali e richiede

informazioni su dette attività.

Ambito di applicazione

2. Un’entità che redige e presenta il bilancio in base al principio di

competenza economica deve applicare il presente Principio nella

contabilizzazione delle attività immateriali.

3. Il presente Principio deve essere applicato per la contabilizzazione di

attività immateriali, eccetto che per:

a) le attività immateriali che rientrano nell’ambito di applicazione di

un altro Principio;

b) le attività finanziarie rispondenti alla definizione dell'IPSAS 28,

Strumenti finanziari: Esposizione nel bilancio;

c) la rilevazione e la valutazione delle attività di esplorazione e

valutazione (vedere i principi contabili nazionali e internazionali di

riferimento che trattano l'esplorazione e la valutazione di risorse

minerarie);

d) i costi di sviluppo ed estrazione di minerali, petrolio, gas naturali e

risorse simili non rinnovabili;

e) le attività immateriali acquisite in un’aggregazione (vedere i

principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che

trattano le aggregazioni);

f) l’avviamento acquisito in un’aggregazione (vedere i principi

contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano le

aggregazioni);

g) i poteri e i diritti conferiti dalla normativa, da uno statuto o da

strumenti equivalenti;

h) le attività fiscali differite (vedere i principi contabili nazionali e

internazionali di riferimento che trattano le imposte sul reddito);

i) i costi di acquisizione differiti e le attività immateriali derivanti dai

diritti contrattuali dell’assicuratore in contratti assicurativi che

rientrano nell’ambito dei principi contabili nazionali o

internazionali di riferimento che trattano i contratti assicurativi.

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Gli obblighi d’informativa del presente Principio si applicano a

quelle attività immateriali per le quali il principio contabile

nazionale e internazionale di riferimento non detta obblighi

specifici;

j) le attività immateriali non correnti classificate come possedute per

la vendita (o incluse in un gruppo in dismissione classificato come

posseduto per la vendita) in conformità ai principi contabili

nazionali e internazionali di riferimento che trattano le attività non

correnti possedute per la vendita e le attività operative cessate, e

k) le attività immateriali del patrimonio culturale. Tuttavia, gli

obblighi d’informativa di cui ai paragrafi 115-127 si applicano a

quelle attività del patrimonio culturale che sono state rilevate.

4. Il presente Principio si applica a tutte le entità del settore pubblico

diverse dalle imprese a controllo pubblico.

5. La Prefazione ai Principi contabili internazionali per il settore pubblico

pubblicata dall’IPSASB spiega che le Imprese a Controllo Pubblico (ICP)

applicano gli IFRS pubblicati dallo IASB. La definizione di ICP è riportata

nell’IPSAS 1, Presentazione del bilancio.

6. Se un altro IPSAS prescrive la contabilizzazione di una specifica tipologia di

attività immateriale, l’entità applica quell’IPSAS, invece che il presente

Principio. Per esempio, il presente Principio non si applica:

a) alle attività immateriali possedute da un’entità per la vendita nel

normale svolgimento dell’attività operativa (vedere IPSAS 11, Lavori

su ordinazione e IPSAS 12, Rimanenze);

b) ai contratti di locazione rientrano nell’ambito di applicazione

dell’IPSAS 13, Leasing;

c) alle attività derivanti da benefici per i dipendenti (vedere IPSAS 25,

Benefici per i dipendenti);

d) alle attività finanziarie rispondenti alla definizione dell’IPSAS 28. La

rilevazione e la valutazione di alcune attività finanziarie sono trattate

dall’IPSAS 6, Bilancio consolidato e separato, dall’IPSAS 7,

Partecipazioni in società collegate e dall’IPSAS 8, Partecipazioni in

joint venture, e

e) alla rilevazione e alla valutazione iniziale delle attività relative a servizi

in concessione che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IPSAS

32, Accordi per servizi in concessione: Concedente. Tuttavia, il

presente Principio si applica alla valutazione successiva e

all'informativa connessa a tali attività.

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7. Alcune attività immateriali possono essere contenute in oggetti dalla

consistenza fisica, quali per esempio compact disc (nel caso di un software per

computer), documenti legali (nel caso di una licenza o di un brevetto) o

pellicole. Per determinare se un’attività che incorpora elementi sia

immateriali, sia materiali, debba essere trattata secondo le disposizioni

dell’IPSAS 17, Immobili, impianti e macchinari o come un’attività

immateriale secondo le disposizioni del presente Principio, l’entità esprime un

giudizio soggettivo per valutare quale sia l’elemento più significativo. Per

esempio, il software di navigazione per un aereo da combattimento è parte

integrante dell'aeromobile e, quindi, è trattato come un elemento di immobili,

impianti e macchinari. Lo stesso trattamento si applica al sistema operativo di

un computer. Nei casi in cui il software non è parte integrante dell’hardware

cui è collegato, esso viene trattato come un’attività immateriale.

8. Il presente Principio si applica, fra l’altro, anche alle spese di pubblicità,

formazione, avvio, attività di ricerca e sviluppo. Le attività di ricerca e

sviluppo sono finalizzate allo sviluppo di conoscenze. Conseguentemente,

sebbene tali attività possano concretizzarsi in un bene di consistenza fisica

(per es., un prototipo), la componente fisica dell’attività risulta secondaria

rispetto alla sua componente immateriale, ossia la conoscenza in esso

contenuta.

9. Nel caso di un leasing finanziario, l’attività oggetto del contratto può essere

sia materiale, sia immateriale. Dopo l’iniziale rilevazione, il locatario

contabilizza l’attività immateriale posseduta tramite leasing finanziario

secondo quanto previsto dal presente Principio. Diritti derivanti da accordi di

licenze per oggetti quali filmati cinematografici, videocassette, opere teatrali,

opere letterarie, brevetti e diritti d’autore sono esclusi dall’ambito di

applicazione dell’IPSAS 13 e rientrano nell’ambito di applicazione del

presente Principio.

10. Esclusioni dall’ambito di applicazione di un Principio possono verificarsi se le

attività od operazioni sono così specifiche da dar luogo a problematiche

contabili che potrebbero necessitare di un trattamento diverso. Tali problemi

sorgono nella contabilizzazione delle spese di esplorazione, o sviluppo ed

estrazione dei giacimenti di petrolio, gas e minerali per le industrie estrattive e

nel caso di contratti assicurativi. Ne consegue che il presente Principio non si

applica alle spese sostenute per tali attività e contratti. Tuttavia, esso si applica

ad altre attività immateriali utilizzate (quali, per esempio, software per

computer) e ad altre spese sostenute (quali, per esempio, i costi di avvio) in

industrie estrattive o dagli assicuratori.

Attività immateriali del patrimonio culturale

11. Il presente Principio non pone l’obbligo di rilevare le attività immateriali del

patrimonio culturale, sebbene esse rientrino nella definizione e nei criteri di

rilevazione delle attività immateriali. Se un’entità rileva le attività immateriali

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del patrimonio culturale, essa deve applicare gli obblighi d’informativa del

presente Principio e può uniformarsi alle disposizioni sulla valutazione

contenute nel presente Principio, non essendovi tuttavia obbligata.

12. Alcune attività immateriali sono definite “attività immateriali del patrimonio

culturale” in virtù della loro rilevanza culturale, ambientale o storica. Tra gli

esempi di attività immateriali del patrimonio culturale rientrano le

registrazioni di eventi storici significativi e i diritti di usare le immagini di una

personalità di spicco su francobolli postali o monete da collezione. Spesso, le

attività immateriali del patrimonio culturale presentano alcune caratteristiche,

tra cui le seguenti (benché queste non siano esclusive di questa tipologia di

attività):

a) è improbabile che il loro valore in termini culturali, ambientali e storici

sia pienamente espresso mediante un valore economico-finanziario

basato unicamente su un prezzo di mercato;

b) obblighi di legge possono imporre proibizioni o severi vincoli alla loro

dismissione attraverso una vendita;

c) il loro valore può aumentare nel tempo, e

d) può risultare difficile stimare la loro vita utile, che in alcuni casi

potrebbe coprire diverse centinaia di anni.

13. Le entità del settore pubblico possono possedere numerose attività immateriali

del patrimonio culturale acquisite nel corso degli anni con diverse modalità,

compresi l’acquisto, la donazione, il lascito e il sequestro. Tali attività

raramente sono possedute per la loro capacità di generare flussi finanziari in

entrata e vi possono essere ostacoli legali o sociali al loro utilizzo per tali

finalità.

14. Alcune attività immateriali del patrimonio culturale, oltre al loro valore

patrimoniale, generano benefici economici futuri o un potenziale di servizio,

come per esempio le royalty pagate all'entità per l'uso di una registrazione

storica. In tali circostanze, un’attività immateriale del patrimonio culturale

può essere rilevata e valutata secondo gli stessi criteri di valutazione degli altri

elementi delle attività immateriali generatrici di flussi finanziari. Per le altre

attività immateriali del patrimonio culturale, i benefici economici futuri o il

potenziale di servizio si limitano alle loro caratteristiche culturali. L'esistenza

di benefici economici futuri e del potenziale di servizio può influenzare la

scelta del criterio di valutazione.

15. Gli obblighi d’informativa contenuti nei paragrafi 117-124 richiedono alle

entità di fornire informazioni sulle attività immateriali rilevate. Pertanto, le

entità che rilevano le attività immateriali del patrimonio culturale sono tenute

a indicare elementi quali:

a) il criterio di valutazione utilizzato;

b) l’eventuale metodo di ammortamento utilizzato;

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c) il valore contabile lordo;

d) l’eventuale ammortamento accumulato alla chiusura dell’esercizio, e

e) una riconciliazione del valore contabile all’inizio e alla fine

dell’esercizio che ne mostri alcune componenti.

Definizioni

16. I termini seguenti vengono usati nel presente Principio con i significati

indicati:

Ammortamento (Amortization) - La ripartizione sistematica del valore

ammortizzabile di un’attività immateriale durante la sua vita utile.

Valore contabile (Carrying amount) - L’ammontare al quale un’attività è

rilevata al netto dell’ammortamento accumulato e delle perdite per

riduzione di valore accumulate.

Sviluppo (Development) - L’applicazione dei risultati della ricerca o di

altre conoscenze a un piano o a un progetto per la produzione di

materiali, dispositivi, processi, sistemi o servizi, nuovi o sostanzialmente

migliorati, prima dell’inizio della produzione o dell’uso commerciale.

Attività immateriale (Intangible asset) - Un’attività non monetaria

identificabile, priva di consistenza fisica.

Ricerca (Research) - Un’indagine originale e pianificata, intrapresa con la

prospettiva di realizzare nuove conoscenze e scoperte scientifiche o

tecniche.

I termini definiti in altri IPSAS sono utilizzati nel presente Principio con

lo stesso significato loro attribuito negli altri Principi, e sono riportati nel

Glossario pubblicato separatamente.

Attività immateriali

17. Le entità frequentemente impiegano risorse o contraggono debiti per

l’acquisizione, lo sviluppo, il mantenimento o il miglioramento di risorse

immateriali quali, ad esempio, le conoscenze scientifiche o tecniche, la

progettazione e l’attuazione di nuovi processi o sistemi, le licenze, il

patrimonio intellettuale e i marchi (inclusi i nomi del prodotto e i diritti di

editoria). Esempi comuni di elementi compresi in queste ampie voci sono i

software per computer, i brevetti, i diritti d’autore, i filmati cinematografici, le

anagrafiche degli utenti di un servizio, le licenze di pesca acquisite, le quote di

importazioni acquisite e le relazioni con gli utenti di un servizio.

18. Non tutti gli elementi elencati nel paragrafo 17 soddisfano la definizione di

attività immateriale, ossia l’identificabilità, il controllo della risorsa in oggetto

e l’esistenza di benefici economici futuri o di un potenziale di servizio. Se uno

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degli elementi che rientrano nell’ambito del presente Principio non soddisfa la

definizione di attività immateriale, la spesa per acquisirlo, o generarlo

internamente, è rilevata come un costo quando viene sostenuta.

19. Un'attività è identificabile se:

a) è separabile, ossia è possibile separarla o scorporarla dall'entità e

venderla, trasferirla, darla in licenza, locarla o scambiarla, sia

individualmente che insieme a un contratto, a un’attività o una

passività identificabile correlati, indipendentemente dal fatto che

l'entità intenda farlo o meno, o

b) deriva da accordi vincolanti (inclusi i diritti contrattuali o altri

diritti legali), indipendentemente dal fatto che tali diritti siano

trasferibili o separabili dall'entità o da altri diritti e obbligazioni.

20. Per le finalità del presente Principio, un accordo vincolante è costituito da un

accordo che conferisce alle parti diritti e obblighi similari a quelli che si

instaurerebbero mediante un contratto.

Controllo di un’attività

21. L’entità ha il controllo di un’attività se ha il potere di usufruire dei benefici

economici futuri o del potenziale di servizio derivanti dalla risorsa

corrispondente e di limitare l’accesso da parte di terzi a tali benefici o

potenziale di servizio. La capacità dell’entità di controllare i benefici

economici futuri o il potenziale di servizio derivanti da un’attività immateriale

trae origine, in genere, da diritti che sono tutelabili in sede giudiziale. In

assenza di diritti, è più difficile dimostrare che esiste controllo. Tuttavia,

l’azionabilità di un diritto non è una condizione necessaria per il controllo, in

quanto è possibile che l’entità controlli i benefici economici futuri o il

potenziale di servizio in altra maniera.

22. Le conoscenze scientifiche o tecniche possono dare origine a benefici

economici futuri o a un potenziale di servizio. L’entità controlla tali benefici o

potenziale di servizio se, per esempio, tali conoscenze sono protette da diritti,

quali diritti di autore, patti di non concorrenza (se consentiti) o un obbligo

giuridico per i dipendenti al mantenimento della riservatezza.

23. L’entità può disporre di personale dotato di particolari competenze e può

identificare ulteriori competenze che apporterebbero benefici economici futuri

o un potenziale di servizio se affinate mediante appositi programmi di

formazione. L’entità può inoltre aspettarsi che il personale continuerà a

mettere a sua disposizione le proprie competenze. Tuttavia, solitamente

un’entità non ha un controllo sufficiente sui benefici economici futuri o sul

potenziale di servizio attesi derivanti da personale con particolari competenze

e dalla formazione, affinché tali elementi soddisfino la definizione di attività

immateriale. Per una analoga ragione, non è verosimile che una specifica

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abilità manageriale o tecnica soddisfi la definizione di attività immateriale, a

meno che questa non sia soggetta a tutela giuridica in merito all’uso e

all’ottenimento dei connessi benefici economici futuri o potenziale di servizio

attesi, e soddisfi anche i restanti aspetti della definizione.

24. L’entità può avere un portafoglio di utenti dei propri servizi o un determinato

tasso di successo nel raggiungimento degli utenti potenziali dei propri servizi

e aspettarsi che, in virtù degli sforzi profusi nel rafforzare relazioni con tali

utenti, questi continueranno a utilizzare i suoi servizi. Tuttavia, in assenza di

diritti legali di tutela, o di altri mezzi di controllo delle relazioni con l'utenza e

della sua fedeltà, l’entità solitamente non ha un controllo sufficiente sui

benefici economici o sul potenziale di servizio attesi derivanti dalle relazioni

con gli utenti di un servizio e dalla fedeltà, affinché tali elementi (per

esempio, portafoglio utenti, quote di mercato, i tassi di gradimento di un

servizio, relazioni con l’utenza e fedeltà della stessa) soddisfino la definizione

di attività immateriali. In assenza di diritti legali a tutela di tali relazioni con

l’utenza, le operazioni di scambio per le relazioni non contrattuali, identiche o

similari, con l’utenza forniscono evidenza che nonostante tutto l’entità è in

grado di controllare i benefici economici futuri o il potenziale di servizio

attesi derivanti dalle relazioni con gli utenti di un servizio. Poiché tali

operazioni di scambio dimostrano anche che le relazioni con gli utenti di un

servizio sono separabili, tali relazioni soddisfano la definizione di attività

immateriale.

Benefici economici futuri o potenziale di servizio

25. I benefici economici futuri o il potenziale di servizio derivanti da un’attività

immateriale possono includere i proventi originati dalla vendita di prodotti o

servizi, i risparmi di costo o altri benefici derivanti dall’utilizzo dell’attività da

parte dell’entità. Per esempio, l’uso della proprietà intellettuale in un processo

produttivo o di fornitura di servizi può nel futuro ridurre i costi correlati o

migliorare la fornitura piuttosto che incrementarne i proventi futuri (per

esempio, un sistema elettronico online che consenta agli utenti di rinnovare la

patente di guida in tempi ridotti, con conseguente riduzione del personale

necessario a svolgere questa mansione e un più rapido svolgimento del

servizio).

Rilevazione e valutazione

26. Per rilevare un elemento come attività immateriale, l’entità deve dimostrare

che detto elemento soddisfa:

a) la definizione di attività immateriale (vedere paragrafi 17-25), e

b) i criteri di rilevazione (vedere paragrafi 28-30).

Questa disposizione si applica al costo determinato al momento della

rilevazione (il costo in un’operazione di scambio o per generare internamente

un’attività immateriale, o il fair value di un’attività immateriale acquisita

attraverso un’operazione senza corrispettivo equivalente) e i costi sostenuti

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successivamente per aggiungere, sostituirne parte o effettuarne la

manutenzione.

27. La natura dell’attività immateriale fa sì che, in molti casi, non vi siano

incrementi di essa o sostituzioni di una sua parte. Di conseguenza, la maggior

parte delle spese successive è verosimilmente sostenuta per il mantenimento

dei benefici economici futuri o il potenziale di servizio attesi incorporati in

un’attività immateriale esistente piuttosto che per soddisfare la definizione di

attività immateriale e i criteri di rilevazione nel presente Principio. Inoltre, è

spesso difficile attribuire costi successivi direttamente a una specifica attività

immateriale piuttosto che all’attività operativa dell’entità nel suo complesso.

Ne consegue che solo raramente una spesa successiva, sostenuta dopo

l’iniziale rilevazione di un’attività immateriale acquisita o dopo il

completamento di un’attività immateriale generata internamente, sarà rilevata

nel valore contabile di un’attività. In conformità alle disposizioni del

paragrafo 61, le spese successive per marchi, testate giornalistiche, diritti di

editoria, anagrafiche clienti di un servizio e altri elementi simili nella sostanza

(sia acquistati, sia generati internamente) sono sempre rilevate nell’avanzo o

disavanzo dell’esercizio in cui sono sostenute. Ciò perché tali spese non

possono essere distinte dalle spese per sviluppare l’attività dell’entità nel suo

complesso.

28. Un’attività immateriale deve essere rilevata come tale se, e solo se:

a) è probabile che i benefici economici futuri o il potenziale di servizio

attesi che sono attribuibili all’attività affluiranno all’entità, e

b) è possibile valutare attendibilmente il costo o il fair value

dell’attività.

29. L’entità deve valutare la probabilità che si verifichino benefici economici

futuri o un potenziale di servizio usando presupposti ragionevoli e

comprovabili che rappresentano la migliore stima della direzione

dell’insieme di condizioni economiche che si presenteranno nel corso

della vita utile dell’attività.

30. L’entità esprime un giudizio al fine di valutare il grado di probabilità

connesso al flusso in entrata di benefici economici futuri o di un potenziale di

servizio attribuibili all’utilizzo dell’attività sulla base delle evidenze

disponibili al momento della rilevazione iniziale, dando un maggior peso alle

evidenze esterne.

31. Un’attività immateriale deve essere valutata inizialmente al costo,

secondo quanto stabilito dai paragrafi 32-43. Quando un’attività

immateriale è acquisita attraverso un’operazione senza corrispettivo

equivalente, il suo costo iniziale alla data di acquisizione deve essere

valutato al fair value a quella data.

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Attività acquisite separatamente

32. Normalmente, il prezzo che un'entità paga per acquisire separatamente

un'attività immateriale rifletterà le aspettative circa la probabilità che i

benefici economici futuri o il potenziale di servizio attesi incorporati

nell'attività affluiranno all'entità. In altri termini, l'entità prevede un flusso in

entrata di benefici economici o potenziale di servizio, anche se vi è incertezza

in merito alla tempistica e all’ammontare di tale flusso. Conseguentemente, il

criterio di rilevazione basato sulla probabilità di cui al paragrafo 28 a) si

considera sempre soddisfatto per le attività immateriali acquisite

separatamente.

33. Inoltre, il costo di un’attività immateriale acquisita separatamente può di

solito essere determinato attendibilmente. Ciò è particolarmente vero nel caso

in cui il corrispettivo dell’acquisto sia costituito da disponibilità liquide o altre

attività monetarie.

34. Il costo di un’attività immateriale acquisita separatamente include:

a) il suo prezzo di acquisto, inclusi eventuali dazi all’importazione e tasse

di acquisto non recuperabili, dopo avere dedotto sconti commerciali e

abbuoni, e

b) eventuali costi direttamente attribuibili per predisporre l’attività per il

suo uso prestabilito.

35. Esempi di costi direttamente imputabili sono:

a) i costi dei benefici per i dipendenti (come definiti nell’IPSAS 25)

sostenuti direttamente per portare l’attività alle relative condizioni di

funzionamento;

b) gli onorari professionali sostenuti direttamente per portare l’attività alle

relative condizioni di funzionamento, e

c) i costi che si sostengono per verificare se l’attività sta funzionando

correttamente.

36. Esempi di costi che non rientrano nel costo di un’attività immateriale sono:

a) i costi per l’introduzione di un nuovo prodotto o servizio (inclusi i costi

di pubblicità e attività promozionali);

b) i costi di gestione dell’attività operativa in una nuova sede o con una

nuova classe di utenza (inclusi i costi di formazione del personale), e

c) le spese generali e amministrative.

37. La rilevazione dei costi nel valore contabile di un’attività immateriale cessa

quando l’attività è nella condizione necessaria per poter operare nel modo

inteso dalla direzione. Conseguentemente, i costi sostenuti nell’utilizzare o

reimpiegare un’attività immateriale non sono inclusi nel valore contabile di

ATTIVITÀ IMMATERIALI

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tale attività. Per esempio, i seguenti costi non sono inclusi nel valore contabile

dell’attività immateriale:

a) i costi sostenuti fin quando l’attività, già in grado di funzionare nel

modo inteso dalla direzione, viene messa in uso, e

b) le perdite operative iniziali, quali quelle sostenute mentre si consolida

la domanda per i prodotti dell’attività.

38. Alcune operazioni si svolgono in connessione con lo sviluppo di un’attività

immateriale, ma non sono necessarie per mettere l’attività nella condizione

necessaria a poter operare nel modo inteso dalla direzione. Tali operazioni

accessorie possono verificarsi prima o durante le attività di sviluppo. Poiché le

operazioni accessorie non sono necessarie per mettere un’attività nella

condizione necessaria a poter operare nel modo inteso dalla direzione, i

proventi e i costi connessi a tali operazioni sono rilevati immediatamente

nell’avanzo o nel disavanzo di esercizio e inclusi nelle rispettive

classificazioni di proventi e costi.

39. Se il pagamento di un’attività immateriale viene differito oltre i normali

termini di credito, il suo costo è l’equivalente prezzo per contanti. La

differenza tra questo importo e il pagamento complessivo è contabilizzata

come onere finanziario lungo la durata del credito, a meno che sia

capitalizzata secondo quanto consentito dall’IPSAS 5, Oneri finanziari.

Spese successive relative a un progetto acquisito di ricerca e sviluppo in corso di

svolgimento

40. Le spese di ricerca o sviluppo che sono:

a) connesse a un progetto di ricerca o di sviluppo in corso acquisito

separatamente e rilevato come un’attività immateriale, e

b) sostenute dopo l’acquisizione di tale progetto,

devono essere contabilizzate secondo quanto previsto dai paragrafi 52-60.

41. L’applicazione delle disposizioni dei paragrafi compresi tra 52 e 60 comporta

che le spese successive relative a un progetto di ricerca o sviluppo in corso

acquisito separatamente e rilevato come un’attività immateriale, sono:

a) rilevate come costi nel momento in cui sono sostenute, se si tratta di

spese di ricerca;

b) rilevate come costi nel momento in cui sono sostenute, se si tratta di

spese di sviluppo che non soddisfano le condizioni previste dal

paragrafo 55 per la rilevazione come attività immateriale, e

c) rilevate a incremento del valore contabile del progetto di ricerca o

sviluppo in corso se si tratta di spese di sviluppo che soddisfano le

condizioni per la rilevazione previste dal paragrafo 55.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

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Attività immateriali acquisite attraverso operazioni senza corrispettivo

equivalente

42. In alcuni casi, un’attività immateriale può essere acquisita mediante

un’operazione senza corrispettivo equivalente. Ciò può verificarsi nel caso in

cui un’altra entità del settore pubblico, nell’ambito di un’operazione senza

corrispettivo equivalente, trasferisca all’entità attività immateriali quali diritti

aeroportuali, licenze per la gestione di stazioni radio o televisive, licenze di

importazione, quote o diritti relativi a risorse ad accesso limitato. Un privato

cittadino, per esempio il vincitore di un premio Nobel, può lasciare in eredità

propri documenti personali, inclusi i diritti d’autore sulle proprie

pubblicazioni, all’Archivio nazionale (un’entità del settore pubblico) per

mezzo di un’operazione senza corrispettivo equivalente.

43. In tali circostanze, il costo dell’elemento è rappresentato dal suo fair value alla

data di acquisizione. Per le finalità del presente Principio, la valutazione al

fair value al momento della rilevazione di un’attività immateriale acquisita

attraverso un’operazione senza corrispettivo equivalente, in conformità alle

disposizioni di cui al paragrafo 74, non rappresenta una rideterminazione del

valore. Di conseguenza, i requisiti relativi alla rideterminazione del valore di

cui al paragrafo 74, nonché le spiegazioni nei paragrafi 75-86, si applicano

solo qualora un'entità scelga di rideterminare il valore di un elemento

immateriale negli esercizi successivi.

Permute di attività

44. Una o più attività immateriali possono essere acquisite in cambio di una o più

attività non monetarie o di una combinazione di attività monetarie e non

monetarie. Le considerazioni che seguono fanno riferimento a uno scambio di

un’attività non monetaria con un’altra, ma si applicano anche a tutti gli scambi

descritti nella frase precedente. Il costo di tale attività immateriale è valutato

al fair value a meno che né il fair value dell’attività ricevuta, né quello

dell’attività ceduta siano misurabili attendibilmente. L’attività acquistata è

valutata in questo modo anche se l’entità non può immediatamente eliminare

contabilmente l’attività ceduta. Se l’attività acquistata non è valutata al fair

value, il suo costo è commisurato al valore contabile dell’attività ceduta.

45. Il paragrafo 28 b) specifica che una condizione per rilevare un’attività

immateriale è che il costo dell’attività possa essere valutato attendibilmente. Il

fair value di un’attività immateriale per la quale non esistono operazioni

comparabili di mercato è valutabile attendibilmente se:

a) la variabilità nella gamma di stime ragionevoli del fair value non è

significativa per quell’attività, o

b) le probabilità delle varie stime rientranti nella gamma possono essere

ragionevolmente valutate e utilizzate nella stima del fair value.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

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Se un’entità è in grado di determinare attendibilmente il fair value dell’attività

ricevuta o dell’attività ceduta, allora il fair value dell’attività ceduta è

utilizzato per valutare il costo a meno che il fair value dell’attività ricevuta sia

più chiaramente evidente.

Avviamento generato internamente

46. L’avviamento generato internamente non deve essere rilevato come

un’attività.

47. In alcune circostanze, viene sostenuta una spesa con il proposito di generare

benefici economici futuri o un potenziale di servizio, ma ciò non si

concretizza nella creazione di un’attività immateriale che soddisfa i criteri di

rilevazione previsti nel presente Principio. Tale spesa è spesso descritta come

un contributo all’avviamento generato internamente. L’avviamento generato

internamente non è rilevato come un’attività perché non è una risorsa

identificabile (ossia non è separabile, né può derivare da accordi vincolanti,

inclusi diritti contrattuali o altri diritti legali) controllata dall’entità che può

essere attendibilmente misurata al costo.

48. Le differenze tra il valore di mercato dell’entità e il valore contabile delle sue

attività nette identificabili possono essere originate in qualsiasi momento da

una serie di fattori che condizionano il valore dell’entità. Tuttavia, tali

differenze non rappresentano il costo di attività immateriali controllate

dall’entità.

Attività immateriali generate internamente

49. Talvolta, è difficile valutare se un’attività immateriale generata internamente

abbia le caratteristiche necessarie per essere rilevata, a causa di problemi:

a) nell’identificare se e quando vi sia un’attività identificabile che

genererà benefici economici futuri o un potenziale di servizio attesi, e

b) nel determinare attendibilmente il costo dell’attività. In alcune

circostanze, il costo per generare internamente un’attività immateriale

non può essere distinto dal costo per mantenere o migliorare

l’avviamento generato internamente dall’entità o dal costo delle

operazioni di gestione ricorrenti.

Di conseguenza, oltre a conformarsi alle disposizioni generali previste per la

rilevazione e per la valutazione iniziale di un’attività immateriale, l’entità

applica le disposizioni e le istruzioni contenute nei paragrafi 50-65 a tutte le

attività immateriali generate internamente.

50. Per valutare se un’attività immateriale generata internamente soddisfi le

condizioni necessarie per la rilevazione, l’entità classifica il processo di

formazione dell’attività in:

a) una fase di ricerca, e

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b) una fase di sviluppo.

Sebbene i termini “ricerca” e “sviluppo” abbiano già una definizione, nel

contesto del presente Principio i termini “fase di ricerca” e “fase di sviluppo”

acquisiscono un significato più ampio.

51. Se un’entità non è in grado di distinguere la fase di ricerca dalla fase di

sviluppo di un progetto interno di creazione di un’attività immateriale, l’entità

tratta contabilmente il costo derivante da tale progetto come se fosse sostenuto

esclusivamente nella fase di ricerca.

Fase di ricerca

52. Non deve essere rilevata alcuna attività immateriale derivante dalla

ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno). Le spese di ricerca

(o della fase di ricerca di un progetto interno) devono essere rilevate come

costo nel momento in cui sono sostenute.

53. Nella fase di ricerca di un progetto interno, un’entità non può dimostrare che

esiste un’attività immateriale che genererà probabili benefici economici futuri

o un potenziale di servizio. Perciò, questa spesa è rilevata come costo nel

momento in cui viene sostenuta.

54. Esempi di attività di ricerca sono:

a) le attività finalizzate all’acquisizione di nuove conoscenze;

b) l’indagine, la valutazione e la selezione finale delle applicazioni dei

risultati della ricerca o di altre conoscenze;

c) la ricerca di alternative per materiali, dispositivi, prodotti, processi,

sistemi o servizi, e

d) l’ideazione, la progettazione, la valutazione e la selezione finale di

alternative possibili per materiali, dispositivi, prodotti, processi, sistemi

o servizi nuovi o migliorati.

Fase di sviluppo

55. Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo (o dalla fase di sviluppo

di un progetto interno) deve essere rilevata se, e solo se, l’entità può

dimostrare:

a) che sia tecnicamente fattibile il completamento dell’attività

immateriale in modo da renderla disponibile per l’uso o per la

vendita;

b) la sua intenzione di completare l’attività immateriale per usarla o

venderla;

c) la sua capacità di usare o vendere l’attività immateriale;

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d) in quale modo l’attività immateriale genererà probabili benefici

economici futuri o un potenziale di servizio. Peraltro, l’entità può

dimostrare l’esistenza di un mercato per l’attività immateriale o

per un suo prodotto o, se l’attività è ad uso interno, la sua utilità;

e) la disponibilità di adeguate risorse tecniche, finanziarie e di altro

tipo per completare lo sviluppo e per l’utilizzo o la vendita

dell’attività immateriale, e

f) la sua capacità di valutare attendibilmente la spesa attribuibile

all’attività immateriale durante il suo sviluppo.

56. Nella fase di sviluppo di un progetto interno, l’entità può, in alcuni casi,

identificare un’attività immateriale e dimostrare che l’attività genererà

probabili benefici economici futuri o un potenziale di servizio. Ciò in quanto

la fase di sviluppo di un progetto è più avanzata rispetto alla fase di ricerca.

57. Esempi di attività di sviluppo sono:

a) la progettazione, costruzione e verifica di prototipi o modelli che

precedono la produzione o l’utilizzo degli stessi;

b) la progettazione di mezzi, prove, stampi e matrici che impiegano una

nuova tecnologia;

c) la progettazione, la costruzione e l’attivazione di un impianto pilota o

di un’attività operativa le cui dimensioni non sono economicamente

idonee per la produzione commerciale o per la fornitura di servizi;

d) la progettazione, la costruzione e la verifica di una determinata

alternativa per materiali, dispositivi, prodotti, processi, sistemi o servizi

nuovi o migliorati, e

e) i costi connessi alla realizzazione e gestione di un sito web e i costi di

sviluppo del software.

58. Per dimostrare come un’attività immateriale genererà probabili benefici

economici futuri o un potenziale di servizio, l’entità valuta i benefici

economici futuri o il potenziale di servizio che devono essere ricavati

dall’attività utilizzando i principi dell’IPSAS 21, Riduzione di valore delle

attività non generatrici di flussi finanziari o dell’IPSAS 26, Riduzione di

valore delle attività generatrici di flussi finanziari, come opportuno. Se le

attività genereranno benefici economici o un potenziale di servizio solo in

combinazione con altre attività, l’entità applica il concetto delle unità

generatrici di flussi finanziari dell’IPSAS 26.

59. La disponibilità di risorse per completare e utilizzare un’attività immateriale e

ottenerne benefici può essere dimostrata, per esempio, da un piano operativo

che illustra le necessarie risorse tecniche, finanziarie e di altro tipo e la

capacità dell’entità di procurarsi tali risorse. In alcune circostanze, l’entità

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dimostra la disponibilità di finanziamenti esterni ottenendo conferma da un

finanziatore della sua volontà di finanziare il progetto.

60. I sistemi di contabilità analitica dell’entità possono misurare in modo

attendibile il costo da sostenere per generare internamente un’attività

immateriale, come per esempio, i costi per il personale e le altre spese

sostenute per garantirsi loghi, diritti d’autore o licenze o per sviluppare

software.

61. Marchi, testate giornalistiche, diritti di editoria, anagrafiche degli utenti

di un servizio ed elementi simili nella sostanza, se generati internamente

non devono essere rilevati come attività immateriali.

62. Le spese sostenute per generare internamente marchi, testate giornalistiche,

diritti di editoria, anagrafiche degli utenti di un servizio e altri elementi simili

nella sostanza non possono essere distinte dal costo sostenuto per sviluppare

le attività operative dell’entità nel suo complesso. Perciò, tali elementi non

vengono rilevati in bilancio come attività immateriali.

Costo di un’attività immateriale generata internamente

63. Ai fini del paragrafo 31, il costo di un’attività immateriale generata

internamente è rappresentato dalla somma delle spese sostenute dalla data in

cui per la prima volta l’attività immateriale soddisfa i criteri previsti per la

rilevazione contabile contenuti nei paragrafi 28, 29 e 55. Il paragrafo 70 vieta

la successiva capitalizzazione di costi precedentemente rilevati come spese.

64. Il costo di un’attività immateriale generata internamente comprende tutti i

costi direttamente imputabili, necessari per creare, produrre e preparare

l’attività affinché questa sia in grado di operare nel modo inteso dalla

direzione. Esempi di costi direttamente imputabili sono:

a) costi per materiali e servizi utilizzati o consumati nel generare l’attività

immateriale;

b) costi dei benefici per i dipendenti (come definiti nell’IPSAS 25)

derivanti dalla generazione dell’attività immateriale;

c) imposte di registro per la tutela di un diritto legale, e

d) ammortamento dei brevetti e delle licenze che sono utilizzati per

generare l’attività immateriale.

L’IPSAS 5 specifica i criteri per poter rilevare gli interessi come un elemento

di costo di un bene che giustifica una capitalizzazione.

65. I seguenti non sono componenti del costo di un’attività immateriale generata

internamente:

a) spese di vendita, amministrazione e altre spese generali, a meno che

tali spese possano essere direttamente attribuite alla fase di

preparazione dell’attività per l’uso;

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b) inefficienze identificate e perdite operative iniziali sostenute prima che

l’attività raggiunga il rendimento programmato, e

c) spese sostenute per istruire il personale su come gestire l’attività.

Rilevazione di un costo

66. Una spesa relativa a un elemento immateriale deve essere rilevata come

costo nel momento in cui è sostenuta, a meno che essa non faccia parte del

costo di un’attività immateriale che soddisfa i criteri per la rilevazione

(vedere paragrafi 26-65).

67. In alcune circostanze, la spesa viene sostenuta per procurare benefici

economici futuri o un potenziale di servizio all’entità, ma non può essere

rilevata come un’attività immateriale o altra attività acquistata o creata. In

caso di fornitura di beni, l’entità rileva tale spesa come costo quando ha il

diritto di accedere a tali beni. In caso di fornitura di servizi, l’entità rileva la

spesa come costo quando riceve i servizi. Per esempio, le spese di ricerca sono

rilevate come costi nel momento in cui sono sostenute (vedere paragrafo 52).

Altri esempi di spese che vengono rilevate come costo nel momento in cui

sono sostenute sono:

a) spese di impianto (ossia costi di avvio), a meno che tali spese siano

incluse nel costo di un elemento di immobili, impianti e macchinari

secondo quanto previsto dalle disposizioni dello IPSAS 17. Le spese di

impianto possono essere composte da spese di costituzione di un’entità

legale, spese per aprire un nuovo impianto o attività (ossia, i costi

precedenti all’apertura) o spese per intraprendere nuove attività o

lanciare nuovi prodotti o processi (ossia, i costi pre-operativi);

b) spese per la formazione del personale;

c) spese pubblicitarie e per attività promozionali (compresi cataloghi di

vendita per corrispondenza e opuscoli informativi), e

d) spese di ricollocazione o riorganizzazione parziale o totale dell’entità.

68. Un’entità ha il diritto di accedere ai beni quando ne è proprietaria.

Analogamente, essa ha il diritto di accedere ai beni quando sono stati costruiti

da un fornitore secondo i termini di un contratto di fornitura e l’entità può

esigerne la consegna in cambio di un pagamento. I servizi sono ricevuti

quando sono eseguiti da un fornitore in base a un contratto di prestazione

all’entità e non quando l’entità li utilizza per erogare un altro servizio, per

esempio per fornire informazioni su un servizio agli utenti.

69. Il paragrafo 66 non impedisce a una entità di rilevare un pagamento anticipato

tra le poste dell’attivo nel caso in cui il pagamento per i beni sia avvenuto

prima che l’entità abbia ottenuto il diritto di accedere a tali beni.

Analogamente, il paragrafo 66 non impedisce a un’entità di rilevare un

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pagamento anticipato tra le poste dell’attivo nel caso in cui il pagamento per i

servizi sia avvenuto prima che l’entità abbia ricevuto tali servizi.

Costi pregressi non rilevabili come attività

70. Le spese sostenute per un elemento immateriale inizialmente rilevate

come costi in base a quanto previsto dal presente Principio non devono

essere a una data successiva rilevate come parte del costo di un’attività

immateriale.

Valutazioni successive

71. L’entità deve scegliere il suo principio contabile tra il modello del costo

del paragrafo 73 e il modello della rideterminazione del valore del

paragrafo 74. Se un’attività immateriale è contabilizzata con il modello

della rideterminazione del valore, anche tutte le altre attività nella sua

classe devono essere contabilizzate utilizzando lo stesso modello, salvo il

caso in cui non esiste un mercato attivo per tali attività.

72. Una classe di attività immateriali è un gruppo di attività di natura e utilizzo

similare per le attività operative dell’entità. La valutazione degli elementi

contenuti nella classe di attività immateriali è rideterminata simultaneamente

per evitare rivalutazioni selettive di attività ed evitare che gli importi rilevati

in bilancio siano composti da una combinazione di costi e valori riferiti a date

differenti.

Modello del costo

73. Dopo la rilevazione iniziale, un’attività immateriale deve essere iscritta in

bilancio al costo al netto degli ammortamenti accumulati e di qualsiasi

perdita per riduzione di valore accumulata.

Modello della rideterminazione del valore

74. Dopo la rilevazione iniziale, un’attività immateriale deve essere iscritta in

bilancio all’importo rideterminato, cioè al fair value alla data di

rideterminazione del valore al netto di qualsiasi successivo

ammortamento accumulato. Ai fini dell’applicazione delle

rideterminazioni del valore in conformità alle disposizioni del presente

Principio, il fair value deve essere misurato facendo riferimento a un

mercato attivo. Le rideterminazioni devono essere effettuate con una

regolarità tale da far sì che alla data di riferimento del bilancio il valore

contabile dell’attività non si discosti significativamente dal suo fair value.

75. Il modello della rideterminazione del valore non permette:

a) la rivalutazione delle attività immateriali che non sono state

precedentemente rilevate come attività, o

b) la rilevazione iniziale delle attività immateriali a importi diversi dal

costo.

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76. Si applica il modello della rideterminazione del valore dopo che un’attività è

stata inizialmente rilevata al costo. Tuttavia, se solo parte del costo di

un’attività immateriale è rilevata come attività poiché solo questa parte

soddisfaceva i criteri previsti per la rilevazione fino a un certo momento del

processo (vedere paragrafo 63), il modello di rideterminazione del valore può

essere applicato all’intera attività. Inoltre, il modello di rideterminazione del

valore può essere applicato ad un’attività immateriale ottenuta per mezzo di

un’operazione senza corrispettivo equivalente (vedere paragrafi 42-43).

77. È insolito che esista un mercato attivo per un'attività immateriale, sebbene è

possibile che ciò avvenga. Per esempio, in alcuni ordinamenti giuridici,

possono esistere mercati attivi per classi di licenze omogenee o quote di

produzione liberamente trasferibili che l'entità ha acquisito da un'altra entità.

Tuttavia, non possono esistere mercati attivi per marchi, testate giornalistiche,

diritti editoriali di musica e film, brevetti o marchi di fabbrica, perché ognuna

di queste attività è unica nel suo genere. Inoltre, sebbene le attività

immateriali siano acquistate e vendute, i contratti sono negoziati tra

compratori e venditori individuali, e le operazioni sono relativamente

infrequenti. Per le citate motivazioni, il prezzo pagato per un’attività potrebbe

non fornire prova sufficiente del fair value di un’altra attività. Inoltre, i prezzi

spesso non sono disponibili al pubblico.

78. La frequenza delle rivalutazioni dipende dalla volatilità dei fair value delle

attività immateriali oggetto di rivalutazione. Se i fair value di un’attività

differiscono in maniera rilevante dal valore contabile, si rende necessaria una

ulteriore rivalutazione. Alcune attività immateriali possono subire variazioni

significative e volatili nel fair value e perciò necessitano di rideterminazioni

annuali. Rivalutazioni così frequenti non sono, invece, necessarie per le

attività immateriali con variazioni di fair value non significative.

79. Se un’attività immateriale è rivalutata, ogni ammortamento accumulato alla

data della rivalutazione è:

a) rideterminato in proporzione alla variazione del valore contabile lordo

dell’attività, in modo che il suo valore contabile dopo la nuova

valutazione equivalga al suo valore rideterminato, o

b) eliminato a fronte del valore contabile lordo dell’attività, e il valore

netto dell’attività è nuovamente iscritto in bilancio in base al valore

rideterminato dell’attività.

80. Se un’attività immateriale, compresa in una classe di attività immateriali

il cui valore è rideterminato, non può essere rideterminata perché manca

un mercato attivo per la stessa, essa deve essere iscritta in bilancio al

costo al netto degli ammortamenti e delle perdite per riduzione di valore

accumulati.

81. Se il fair value di un’attività immateriale rideterminata non può più

essere misurato facendo riferimento a un mercato attivo, il valore

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IPSAS 31 1370

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contabile dell’attività deve essere il valore rideterminato alla data

dell’ultima rideterminazione effettuata con riferimento al mercato attivo,

al netto di qualsiasi successivo ammortamento e perdita per riduzione di

valore accumulati.

82. Il fatto che un mercato attivo di un’attività immateriale rideterminata non

esista più può indicare che l’attività ha subito una riduzione di valore e che ciò

deve essere verificato applicando quanto previsto dall’IPSAS 21 o dall’IPSAS

26, come opportuno.

83. Se il fair value dell’attività può essere determinato facendo riferimento a un

mercato attivo, a una successiva data di valutazione, il modello della

rideterminazione del valore viene applicato a partire da quella data.

84. Se il valore contabile di un’attività immateriale è aumentato a seguito di

una rideterminazione del valore, l’incremento deve essere rilevato

direttamente nella riserva di rivalutazione. Tuttavia, l’aumento deve

essere rilevato nell’avanzo o nel disavanzo di esercizio nella misura in cui

esso va a ripristinare una diminuzione di una rivalutazione della stessa

attività rilevata precedentemente nell’avanzo o nel disavanzo di esercizio.

85. Se il valore contabile di un’attività immateriale è diminuito a seguito di

una rideterminazione dei valori, la diminuzione deve essere rilevata

nell’avanzo o nel disavanzo di esercizio. Tuttavia, la diminuzione deve

essere rilevata direttamente nell’attivo netto/patrimonio netto nella

misura in cui vi siano eventuali saldi a credito nella riserva di valutazione

in riferimento a tale attività. La diminuzione rilevata direttamente

nell’attivo netto/patrimonio netto riduce l’importo accumulato nella

riserva di rivalutazione dell'attivo netto/patrimonio netto.

86. L’ammontare complessivo della riserva di rivalutazione inclusa nell’attivo

netto/patrimonio netto può essere trasferito direttamente nell’avanzo o nel

disavanzo di esercizio accumulato quando viene realizzata l’eccedenza.

L’intera eccedenza può essere realizzata quando l’attività è dismessa o ceduta.

Tuttavia, parte dell’eccedenza può essere realizzata anche in quanto l’attività è

utilizzata dall’entità; in tal caso, l’importo realizzato dell’eccedenza è

rappresentato dalla differenza tra l’ammortamento basato sul valore contabile

rivalutato dell’attività e l’ammortamento che sarebbe stato rilevato ove basato

sul costo storico dell’attività. Il trasferimento dalla riserva di rivalutazione

all’avanzo o disavanzo di esercizio accumulato non viene effettuato attraverso

l’avanzo o il disavanzo di esercizio.

Vita utile

87. Un’entità deve accertare se la vita utile di un’attività immateriale sia

definita o indefinita e, laddove sia definita, la sua durata o la quantità di

prodotti o unità similari che costituiscono tale vita utile. Un’attività

immateriale deve essere considerata dall’entità come avente una vita utile

indefinita quando, sulla base di un’analisi dei fattori rilevanti, non vi è un

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limite prevedibile all’esercizio fino al quale si prevede che l’attività generi

flussi finanziari netti in entrata per l’entità o fornisca un potenziale di

servizio alla stessa.

88. La contabilizzazione di un’attività immateriale dipende dalla sua vita utile.

Un’attività immateriale con una vita utile definita è ammortizzata (vedere

paragrafi 96-105), mentre un’attività immateriale con una vita utile indefinita

non è ammortizzata (vedere paragrafi 106-109). Gli esempi illustrativi che

accompagnano il presente Principio illustrano come determinare la vita utile

per le diverse attività immateriali e quale deve essere la successiva

contabilizzazione di tali attività in base alle determinazioni della vita utile.

89. Nel determinare la vita utile di un’attività immateriale, si prendono in

considerazione una serie di fattori, inclusi:

a) l’utilizzo atteso dell’attività da parte dell’entità e se l’attività possa

eventualmente essere gestita efficientemente da un altro gruppo

dirigente;

b) i cicli di vita produttiva tipici dell’attività e le informazioni pubbliche

sulle stime delle vite utili di attività simili che sono utilizzate in un

modo similare;

c) l’obsolescenza tecnica, tecnologica, commerciale o di altro tipo;

d) la stabilità del settore economico in cui l’attività opera e i cambiamenti

di domanda nel mercato dei prodotti o servizi originati dall’attività;

e) le azioni che si suppone i concorrenti effettivi o potenziali

effettueranno;

f) il livello delle spese di manutenzione necessarie per ottenere i benefici

economici futuri o il potenziale di servizio attesi dall’attività e la

capacità e l’intenzione dell’entità di raggiungere tale livello;

g) il periodo di controllo sull’attività e i limiti legali o similari all’utilizzo

dell’attività, quali le date di scadenza dei rapporti di locazione

connessi, e

h) se la vita utile dell’attività dipenda dalla vita utile di altre attività

dell’entità.

90. Il termine “indefinito” non significa “infinito”. La vita utile di un’attività

immateriale riflette soltanto il livello delle spese di manutenzione future

necessarie per mantenere l’attività al livello di rendimento stimato al tempo

della valutazione della vita utile dell’attività stessa, nonché la capacità e

l’intenzione dell’entità di raggiungere tale livello. La conclusione che la vita

utile di un’attività immateriale è indefinita non dovrebbe dipendere da spese

future pianificate eccedenti quanto necessario per mantenere l’attività a tale

livello di rendimento.

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91. Considerando l’esperienza passata di rapidi cambiamenti tecnologici, i

software e molte altre attività immateriali sono soggetti a obsolescenza

tecnologica. Perciò, è verosimile che la loro vita utile sia breve.

92. La vita utile di un’attività immateriale può essere molto lunga o anche

indefinita. L’incertezza giustifica la stima della vita utile di un’attività

immateriale secondo criteri prudenziali, ma non giustifica la scelta di una vita

che sia irrealisticamente breve.

93. La vita utile di un'attività immateriale che deriva da accordi vincolanti

(inclusi i diritti contrattuali o altri diritti legali) non deve superare la

durata dell’accordo vincolante (inclusi i diritti contrattuali o altri diritti

legali), ma può essere più breve a seconda del periodo durante il quale

l'entità prevede di utilizzare tale attività. Se gli accordi vincolanti (inclusi

i diritti contrattuali o altri diritti legali) sono conferiti per un periodo

limitato che può essere rinnovato, la vita utile dell'attività immateriale

deve includere il periodo (o i periodi) di rinnovo soltanto qualora vi sia

evidenza a sostegno del rinnovo da parte dell'entità, senza costi

significativi.

94. Vi possono essere fattori economici, politici, sociali e legali che influenzano

la vita utile di un’attività immateriale. I fattori economici, politici o sociali

determinano il periodo in cui i benefici economici futuri o il potenziale di

servizio saranno ricevuti dall’entità. I fattori legali possono limitare il periodo

durante il quale l’entità controlla l’accesso a tali benefici economici o

potenziale di servizio. La vita utile è il più breve tra i periodi determinati sulla

base di tali fattori.

95. L’esistenza dei seguenti fattori, tra gli altri, indica che un’entità sarebbe in

grado di rinnovare gli accordi vincolanti (inclusi i diritti contrattuali o altri

diritti legali) senza sostenere costi significativi:

a) vi è evidenza, possibilmente basata su esperienze passate, che gli

accordi vincolanti (inclusi i diritti contrattuali o altri diritti legali)

saranno rinnovati. Se il rinnovo è subordinato al consenso di una terza

parte, occorre anche l’evidenza che la terza parte darà il proprio

consenso;

b) vi è evidenza che qualsiasi condizione necessaria per ottenere un

rinnovo sarà soddisfatta, e

c) il costo che l’entità deve sostenere per il rinnovo non è significativo in

rapporto ai benefici economici futuri o al potenziale di servizio attesi

che affluiranno all’entità dal rinnovo.

Se il costo del rinnovo è significativo in rapporto ai benefici economici futuri

o al potenziale di servizio attesi che affluiranno all’entità dal rinnovo, il costo

del “rinnovo” rappresenta, in sostanza, il costo per acquisire una nuova attività

immateriale alla data del rinnovo.

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Attività immateriali con vita utile definita

Periodo e metodo di ammortamento

96. Il valore ammortizzabile di un’attività immateriale con una vita utile

definita deve essere ripartito in base a un criterio sistematico lungo la sua

vita utile. L’ammortamento deve iniziare quando l’attività è disponibile

all’utilizzo, ossia quando è nella posizione e nella condizione necessarie

per poter operare nella maniera prevista dalla direzione.

L’ammortamento cesserà alla data più prossima tra quella in cui

l’attività è classificata come posseduta per la vendita (o inclusa in un

gruppo in dismissione classificato come posseduto per la vendita), in

conformità ai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento

che trattano le attività non correnti possedute per la vendita e le attività

operative cessate e la data in cui l’attività è eliminata contabilmente. Il

metodo di ammortamento utilizzato deve riflettere le modalità con le

quali si suppone che i benefici economici futuri o il potenziale di servizio

dell’attività siano utilizzati dall’entità. Se tali modalità non possono

essere determinate attendibilmente, deve essere utilizzato il metodo a

quote costanti. La quota di ammortamento deve essere rilevata in ogni

esercizio nell’avanzo o nel disavanzo di esercizio, a meno che il presente

Principio o altro Principio permetta o richieda che questa sia inserita nel

valore contabile di un’altra attività.

97. Possono essere utilizzati diversi metodi di ammortamento per imputare il

valore ammortizzato di un’attività sistematicamente lungo il corso della vita

utile. Tali metodi includono il metodo a quote costanti, il metodo scalare

decrescente e il metodo per unità di prodotto. Il metodo da utilizzare è scelto

sulla base della modalità di consumo prevista dei benefici economici futuri o

del potenziale di servizio attesi contenuti in un’attività ed è applicato

uniformemente da esercizio a esercizio, a meno che non ci sia un

cambiamento nella modalità di consumo prevista di tali benefici economici

futuri o potenziale di servizio.

98. L’ammortamento è generalmente rilevato nell'avanzo o nel disavanzo di

esercizio. Tuttavia, a volte, i benefici economici futuri o il potenziale di

servizio contenuti in un’attività sono assorbiti nella produzione di altre

attività. In questo caso, la quota di ammortamento costituisce parte del costo

dell’altra attività ed è inclusa nel suo valore contabile. Per esempio,

l’ammortamento delle attività immateriali utilizzate in un processo produttivo

è incluso nel valore contabile delle rimanenze (vedere IPSAS 12).

Valore residuo

99. Il valore residuo di un’attività immateriale con una vita utile definita si

deve assumere pari a zero, a meno che:

a) vi sia un impegno da parte di terzi ad acquisire l’attività alla fine

della sua vita utile, o

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b) vi sia un mercato attivo dell’attività, e:

i) il valore residuo possa essere determinato facendo

riferimento a tale mercato, e

ii) sia probabile che tale mercato esisterà alla fine della vita

utile dell’attività.

100. Il valore ammortizzabile di un’attività con una vita utile definita è calcolato al

netto del valore residuo. Un valore residuo diverso da zero sottintende che

l’entità si aspetta di cedere l’attività immateriale prima della fine della sua vita

economica.

101. La stima del valore residuo di un’attività si basa sull’importo recuperabile

dalla dismissione utilizzando i prezzi in vigore alla data della stima per la

vendita di una attività simile che è giunta alla fine della sua vita utile e ha

funzionato in condizioni simili a quelle in cui l’attività sarà utilizzata. Il valore

residuo è riesaminato almeno ad ogni data di riferimento del bilancio. Un

cambiamento nel valore residuo dell’attività è contabilizzato come un

cambiamento nella stima contabile secondo quanto previsto dall’IPSAS 3,

Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori.

102. Il valore residuo di un’attività immateriale può aumentare sino a raggiungere

un importo pari al valore contabile dell’attività, o maggiore di questo. In tale

circostanza, la quota di ammortamento dell’attività è pari a zero a meno che, e

fino a che, il suo valore residuo successivamente diminuisca fino a

raggiungere un importo inferiore rispetto al valore contabile dell’attività.

Revisione del periodo e del metodo di ammortamento

103. Il periodo e il metodo di ammortamento per un’attività immateriale con

una vita utile definita devono essere riesaminati almeno a ogni data di

riferimento del bilancio. Se la vita utile attesa dell’attività si rivela

differente rispetto alle stime precedentemente effettuate, il periodo di

ammortamento deve essere conseguentemente modificato. Se vi è stato un

cambiamento significativo nelle modalità di consumo previste dei benefici

economici futuri o del potenziale di servizio attesi contenuti in un’attività,

il metodo di ammortamento deve essere modificato al fine di poter

riflettere il cambiamento avvenuto. Tali cambiamenti devono essere

contabilizzati come cambiamenti nelle stime contabili secondo quanto

previsto dall’IPSAS 3.

104. Nel corso della vita di un’attività immateriale, potrebbe risultare che la stima

della vita utile non sia appropriata. Per esempio, la rilevazione di una perdita

per riduzione di valore può indicare che il periodo di ammortamento deve

essere modificato.

105. Nel tempo, l’andamento dei benefici economici futuri o del potenziale di

servizio che si suppone affluiranno all’entità da un’attività immateriale può

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mutare. Per esempio, può divenire evidente che il metodo scalare decrescente

sia più appropriato rispetto al metodo a quote costanti. Un altro esempio

riguarda il caso in cui l’utilizzo dei diritti contenuti in una licenza sia differito

in attesa dell’attuazione di altre fasi del piano strategico dell’entità. In questa

circostanza, i benefici economici o il potenziale di servizio che affluiscono

dall’attività possono essere ricevuti solo in esercizi successivi.

Attività immateriali con vita utile indefinita

106. Un’attività immateriale con una vita utile indefinita non deve essere

ammortizzata.

107. In conformità all’IPSAS 21 e all’IPSAS 26, un’entità deve verificare se

un’attività immateriale con una vita utile indefinita o un’attività immateriale

che non è ancora disponibile all’uso abbia subito una riduzione di valore,

confrontando il suo valore di servizio recuperabile o il valore recuperabile, a

seconda di quale sia il valore più appropriato, con il suo valore contabile:

a) annualmente, e

b) ogniqualvolta vi sia un’indicazione che l’attività immateriale possa

avere subito una riduzione di valore.

Revisione della determinazione della vita utile

108. La vita utile di un’attività immateriale che non è ammortizzata deve

essere riesaminata ad ogni periodo di riferimento per determinare se i

fatti e le circostanze continuano a supportare per tale attività una

determinazione di vita utile indefinita. Se ciò non avviene, il cambiamento

nella determinazione della vita utile da indefinita a definita deve essere

contabilizzato come un cambiamento di stima contabile in conformità

all’IPSAS 3.

109. Per le attività immateriali valutate in base al modello del costo, la

rideterminazione della vita utile di un’attività immateriale come definita

piuttosto che indefinita in conformità all’IPSAS 21 o all’IPSAS 26, come

opportuno, indica che l’attività può avere subito una riduzione di valore. Ne

deriva che l’entità verifica l’attività per riduzione di valore confrontando il

suo valore recuperabile, determinato secondo quanto previsto dall’IPSAS 21 o

dall’IPSAS 26, come opportuno, con il suo valore contabile e rilevando

eventuali eccedenze del valore contabile rispetto al valore di servizio

recuperabile o al valore recuperabile, come opportuno, come una perdita per

riduzione di valore.

Recuperabilità del valore contabile – Perdite per riduzione di valore

110. Per determinare se un’attività immateriale valutata in base al modello del

costo ha subito una riduzione di valore, l’entità applica l’IPSAS 21 o l’IPSAS

26, come appropriato. Tali Principi spiegano quando e come l’entità riesamina

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il valore contabile delle proprie attività, come determina il valore di servizio

recuperabile o il valore recuperabile di un’attività, come appropriato, e

quando rileva o storna una perdita per riduzione di valore.

Cessazioni e dismissioni

111. Un’attività immateriale deve essere stornata:

a) alla dismissione (inclusa una dismissione attraverso un’operazione

senza corrispettivo equivalente), o

b) quando non si attendono benefici economici futuri o potenziale di

servizio per il suo utilizzo o dismissione.

112. L’utile o la perdita derivante dallo storno di un’attività immateriale deve

essere determinato come la differenza tra l’eventuale ricavato netto della

dismissione e il valore contabile dell’attività. Esso deve essere rilevato

nell’avanzo o disavanzo di esercizio quando l’attività è stornata (a meno

che l’IPSAS 13 non disponga diversamente per quanto riguarda i

contratti di vendita con retrolocazione).

113. La dismissione di un’attività immateriale può verificarsi in una serie di modi

(per esempio, tramite la vendita, la stipulazione di un contratto di leasing

finanziario o con un’operazione senza corrispettivo equivalente). Nel

determinare la data della dismissione di tale attività, l’entità applica i criteri

contenuti nell’IPSAS 9, Proventi da operazioni di scambio per la rilevazione

dei proventi dalla vendita di beni. L’IPSAS 13 si applica alla dismissione

mediante vendita e retrolocazione.

114. Se, secondo quanto previsto dal principio di rilevazione nel paragrafo 28,

un’entità rileva nel valore contabile di un’attività il costo di sostituzione di

una parte di un’attività immateriale, essa storna il valore contabile della parte

sostituita. Se per l’entità non è fattibile determinare il valore contabile della

parte sostituita, può utilizzare il costo della sostituzione come indicazione del

costo della parte sostituita al momento in cui è stata acquistata o generata

internamente.

115. Il corrispettivo da ricevere per la dismissione di un’attività immateriale è

rilevato inizialmente al fair value. Se il pagamento per l’attività immateriale

viene differito, il corrispettivo ricevuto è rilevato inizialmente all’equivalente

prezzo per contanti. La differenza tra il valore nominale del corrispettivo e il

prezzo equivalente per contanti è rilevato come interesse attivo secondo

quanto previsto dall’IPSAS 9 che riflette l’effettivo rendimento originato dal

credito.

116. L’ammortamento di un’attività immateriale con una vita utile definita non

cessa se l’attività immateriale non è più utilizzata, a meno che l’attività non

sia stata completamente ammortizzata o classificata come posseduta per la

vendita (o inclusa in un gruppo in dismissione classificato come posseduto per

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la vendita) in conformità al principio contabile nazionale e internazionale di

riferimento che tratta le attività non correnti possedute per la vendita e le

attività operative cessate.

Informazioni integrative

Generale

117. Un’entità, nel distinguere tra attività immateriali generate internamente

e altre attività immateriali, deve evidenziare le seguenti informazioni per

ciascuna classe di attività immateriali:

a) se le vite utili sono indefinite o definite e, se definite, le vite utili o i

tassi di ammortamento utilizzati;

b) i metodi di ammortamento utilizzati per attività immateriali con

vite utili definite;

c) il valore contabile lordo e qualsiasi ammortamento accumulato

(insieme alle perdite per riduzione di valore accumulate) all’inizio

e alla fine dell’esercizio;

d) la voce (le voci) del prospetto del risultato economico in cui è

incluso qualsiasi ammortamento delle attività immateriali;

e) una riconciliazione del valore contabile all’inizio e alla fine

dell’esercizio che mostri:

i) gli incrementi, indicando separatamente quelli derivanti da

sviluppo interno e quelli acquisiti separatamente;

ii) le attività classificate come possedute per la vendita o incluse

in un gruppo in dismissione classificato come posseduto per

la vendita in conformità ai principi contabili nazionali e

internazionali di riferimento che trattano le attività non

correnti possedute per la vendita, le attività operative

cessate, e altre dismissioni;

iii) gli eventuali incrementi o decrementi dell’esercizio derivanti

da rideterminazioni del valore secondo quanto previsto dai

paragrafi 74, 84 e 85;

iv) le eventuali perdite per riduzione di valore rilevate

nell’avanzo o nel disavanzo di esercizio nel corso

dell’esercizio secondo quanto disposto dall’IPSAS 21 o

dall’IPSAS 26;

v) le eventuali perdite per riduzione di valore stornate

nell’avanzo o nel disavanzo di esercizio nel corso

dell’esercizio secondo quanto disposto dall’IPSAS 21 o

dall’IPSAS 26;

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vi) qualsiasi ammortamento rilevato nel corso dell’esercizio;

vii) le differenze nette di cambio derivanti dalla conversione del

bilancio nella moneta di presentazione, e dalla conversione

di una gestione estera nella moneta di presentazione

dell’entità che redige il bilancio, e

viii) le altre variazioni del valore contabile avvenute nel corso

dell’esercizio.

118. Una classe di attività immateriali è un insieme di attività di natura e utilizzo

similare nell’ambito delle attività operative dell’entità. Esempi di classi

separate possono includere:

a) marchi

b) testate giornalistiche e diritti di editoria

c) software

d) licenze

e) diritti di autore, brevetti e altri diritti industriali, diritti di servizi e

operativi

f) ricette, formule, modelli, progettazioni e prototipi

g) attività immateriali in via di sviluppo

Le classi sopra menzionate possono essere scomposte (aggregate) in classi più

piccole (più grandi) se ciò serve a aumentare l’utilità delle informazioni per

gli utilizzatori del bilancio.

119. L’entità fornisce l’informativa sulle attività immateriali che hanno subito una

riduzione di valore secondo quanto previsto dalle disposizioni dell’IPSAS 21

o dell’IPSAS 26, in aggiunta alle informazioni richieste dal paragrafo 117 e)

iii)-v).

120. L’IPSAS 3 richiede che l’entità indichi la natura e l’ammontare di una

variazione in una stima contabile che abbia un effetto significativo nel periodo

di riferimento o che si presume abbia un effetto significativo nei periodi

successivi. Tale informativa può originare da cambiamenti avvenuti:

a) nella valutazione della vita utile di un’attività immateriale;

b) nel metodo di ammortamento, o

c) nei valori residui.

121. Un’entità deve inoltre indicare:

a) per un’attività immateriale valutata come avente una vita utile

indefinita, il valore contabile di tale attività e le ragioni a supporto

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della determinazione di una vita utile indefinita. Nel fornire queste

motivazioni, l’entità deve descrivere i fattori che hanno svolto un

ruolo significativo nel determinare che l’attività ha una vita utile

indefinita;

b) la descrizione, il valore contabile e il periodo di ammortamento

rimanente di ogni singola attività immateriale che sia significativa

per il bilancio dell’entità;

c) per le attività immateriali acquisite mediate un’operazione senza

corrispettivo equivalente e inizialmente rilevate al fair value

(vedere paragrafi 42-43):

i) il fair value inizialmente rilevato per queste attività;

ii) il loro valore contabile, e

iii) se sono valutate dopo la rilevazione secondo il modello del

costo o il modello della rideterminazione del valore;

d) l’esistenza e i valori contabili delle attività immateriali il cui diritto

di utilizzo è vincolato e i valori contabili delle attività immateriali

date in garanzia a fronte di passività;

e) l’importo degli impegni contrattuali per l’acquisizione di attività

immateriali.

122. Nel descrivere i fattori che hanno svolto un ruolo significativo nel determinare

che la vita utile di un’attività immateriale è indefinita, l’entità considera la

lista di fattori contenuta nel paragrafo 89.

Attività immateriali valutate dopo la rilevazione utilizzando il modello della

rideterminazione del valore

123. Se le attività immateriali sono contabilizzate agli importi rideterminati,

un’entità deve indicare quanto segue:

a) per classe di attività immateriali:

i) la data di entrata in vigore della rideterminazione del

valore;

ii) il valore contabile delle attività immateriali rivalutate, e

iii) il valore contabile che sarebbe stato rilevato se la classe

rideterminata di attività immateriali fosse stata valutata

dopo la rilevazione utilizzando il modello del costo del

paragrafo 73;

b) l’importo dell’eccedenza di rivalutazione che fa riferimento alle

attività immateriali all’inizio e alla fine dell’esercizio di

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IPSAS 31 1380

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riferimento, indicando le variazioni avvenute nel corso

dell’esercizio di riferimento e qualsiasi limitazione relativa alla

distribuzione del saldo agli azionisti, e

c) i metodi e le assunzioni significative applicati nella stima del fair

value delle attività.

124. Può essere necessario aggregare le classi delle attività rivalutate in classi più

ampie per finalità informative. Tuttavia, le classi non sono aggregate se ciò

provoca una combinazione di una classe di attività immateriali che include gli

importi valutati sia secondo il modello del costo, sia secondo il modello della

rideterminazione del valore.

Spese di ricerca e sviluppo

125. L’entità deve evidenziare l’importo complessivo delle spese di ricerca e

sviluppo imputate a costi nel corso dell’esercizio.

126. Le spese di ricerca e sviluppo comprendono tutte le spese che sono

direttamente attribuibili alle attività di ricerca o sviluppo (vedere paragrafi 64

e 65 per indicazioni sul tipo di spesa da includere ai fini dell’informativa

richiesta nel paragrafo 125).

Informazioni aggiuntive

127. Sebbene non esista un obbligo in tal senso, si consiglia di presentare le

seguenti informazioni:

a) una descrizione di tutte le attività immateriali totalmente ammortizzate

che sono ancora in uso, e

b) una breve descrizione delle attività immateriali significative controllate

dall’entità ma non rilevate come attività perché non soddisfacevano i

criteri per la rilevazione del presente Principio.

Disposizioni transitorie

128. Un’entità che abbia precedentemente rilevato attività immateriali deve

applicare il presente Principio retroattivamente, secondo quando stabilito

dall’IPSAS 3.

129. Un’entità che non ha precedentemente rilevato attività immateriali e usa

il criterio della competenza economica deve applicare il presente

Principio prospetticamente. Tuttavia, è consentita l’applicazione

retroattiva.

130. Per gli elementi immateriali che soddisfano:

ATTIVITÀ IMMATERIALI

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a) le condizioni necessarie per la rilevazione di cui al presente Principio

(compresa una valutazione attendibile del costo originario), e

b) le condizioni previste dal presente Principio per la rideterminazione del

valore (inclusa l’esistenza di un mercato attivo),

l’entità può scegliere di valutare un’attività immateriale alla data di passaggio,

al rispettivo fair value e utilizzare tale fair value come sostituto del costo a

tale data.

131. L’entità può decidere di utilizzare una precedente rideterminazione del valore

di un’attività immateriale alla data di passaggio, o ad una data precedente,

come sostituto del costo alla data della rideterminazione del valore, se tale

rideterminazione del valore, alla data in cui è stata effettuata, era in linea di

massima comparabile:

a) al fair value, ovvero

b) al costo o al costo ammortizzato in conformità agli IPSAS, rettificato

per riflettere, per esempio, le variazioni di un indice dei prezzi generale

o specifico.

Data di entrata in vigore

132. Un’entità deve applicare il presente Principio a partire dai bilanci degli

esercizi che hanno inizio dal 1° aprile 2011 o da data successiva. Si

consiglia una applicazione anticipata. Se l’entità applica il presente

Principio per un esercizio che ha inizio prima del 1° aprile 2011, tale fatto

deve essere indicato e devono essere applicati simultaneamente l’IPSAS

21 e l’IPSAS 26.

132A. Il paragrafo 6 è stato modificato dall’IPSAS 32, Accordi per servizi in

concessione: Concedente (pubblicato a ottobre 2011). Un’entità deve

applicare tale modifica a partire dai bilanci degli esercizi che hanno inizio

dal 1° gennaio 2014 o da data successiva. Si consiglia una applicazione

anticipata. Se l’entità applica le modifiche a partire da un esercizio

antecedente il 1° gennaio 2014, deve indicare tale fatto e

contemporaneamente applicare l’IPSAS 32, le modifiche ai paragrafi 6 e

42A dell’IPSAS 5, le modifiche ai paragrafi 25-27 e 85B dell’IPSAS 13, le

modifiche ai paragrafi 5, 7 e 107C dell’IPSAS 17 e le modifiche ai

paragrafi 2 e 125A dell’IPSAS 29.

133. Quando, ai fini del bilancio, un'entità adotta il criterio della competenza

economica definito dagli IPSAS successivamente a tale data di entrata in

vigore, il presente Principio si applica ai bilanci annuali dell’entità degli

esercizi che hanno inizio dalla data di adozione o da data successiva.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

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Appendice A

Guida operativa

La presente Appendice costituisce parte integrante dell’IPSAS 31.

Costi connessi alla realizzazione e gestione del sito web

AG1. Le entità possono sostenere costi interni per lo sviluppo e il funzionamento

del proprio sito web per l’utilizzo sia interno sia esterno. Un sito web

progettato per uso esterno può essere utilizzato per vari fini, ad esempio

divulgare informazioni e far conoscere i servizi offerti, richiedere l’invio di

commenti sulle proposte di legge, la promozione e la pubblicità dei servizi e

dei prodotti dell'entità, la fornitura di servizi elettronici e la vendita di

servizi e prodotti. Un sito web progettato per uso interno può essere

utilizzato per memorizzare le politiche dell'entità e i dettagli degli utenti di

un servizio, e cercare le informazioni pertinenti.

AG2. Le fasi dello sviluppo di un sito web possono essere descritte come segue:

a) pianificazione – include lo studio di fattibilità, la definizione delle

finalità e delle specifiche, la valutazione di più alternative proposte e

la scelta delle personalizzazioni;

b) sviluppo delle applicazioni e dell’infrastruttura – comprende

l’acquisizione di un dominio, l’acquisto di hardware e l’acquisto e lo

sviluppo del software operativo, l’installazione delle applicazioni

sviluppate e stress test;

c) sviluppo del design grafico – comprende la definizione dell’aspetto

grafico delle pagine web; e

d) sviluppo dei contenuti – comprende la creazione, l’acquisto, la

preparazione e il caricamento delle informazioni, in forma testuale o

grafica, sul sito web prima del completamento dello sviluppo del sito

web medesimo. L’informazione può essere memorizzata in banche

dati distinte integrate nel (o accessibili dal) sito web o codificate

direttamente nelle pagine web.

AG3. Una volta che è stato completato lo sviluppo del sito web, inizia la fase

operativa. Durante questa fase, un’entità aggiorna e migliora le applicazioni,

l’infrastruttura, il design grafico e i contenuti del sito web.

AG4. Nella contabilizzazione dei costi interni di sviluppo e operativi del sito web

dell’entità per un utilizzo interno o esterno, gli elementi da considerare

sono:

a) se il sito web è un’attività immateriale generata internamente che è

soggetta alle disposizioni del presente Principio, e

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 GUIDA OPERATIVA 1383

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b) il corretto trattamento contabile per tali spese.

AG5. La presente Guida operativa non si applica alla spesa sostenuta per

l’acquisto, lo sviluppo e il funzionamento dell’hardware di un sito web (per

esempio, server web, server di staging, server di produzione e connessioni a

Internet). Tale spesa viene contabilizzata in conformità all’IPSAS 17.

Inoltre, quando un’entità sostiene delle spese per la fornitura di servizi di

hosting relativi al suo sito web, tali spese sono rilevate come un costo nel

momento in cui i servizi sono ricevuti.

AG6. L’IPSAS 31 non si applica ad attività immateriali possedute da un’entità per

la vendita nel normale svolgimento dell’attività operativa (vedere IPSAS 11

e IPSAS 12) né ai contratti di locazione che rientrano nell’ambito di

applicazione dell’IPSAS 13. Conseguentemente, la presente Guida

operativa non si applica alla spesa relativa allo sviluppo o al funzionamento

di un sito web (o software di sito web) destinato alla vendita a un’altra

entità. Quando un sito web è locato tramite un contratto di leasing

operativo, il locatore deve applicare la presente Guida operativa. Quando un

sito web è locato tramite un contratto di leasing finanziario, il locatario deve

applicare la presente Guida operativa dopo l’iniziale rilevazione del bene

locato.

AG7. Il sito web di un’entità sviluppato internamente e destinato all’utilizzo

interno o esterno costituisce un’attività immateriale generata internamente

soggetta alle disposizioni di cui al presente Principio.

AG8. Un sito web sviluppato internamente è rilevato come un’attività immateriale

se, e solo se, oltre a conformarsi alle disposizioni generali descritte nel

paragrafo 28 del presente Principio per la rilevazione e la valutazione

iniziale, un’entità può soddisfare le disposizioni contenute nel paragrafo 55

del presente Principio. In particolare, un’entità può essere in grado di

soddisfare la disposizione che prevede la dimostrazione di come il proprio

sito web genererà probabili benefici economici futuri o potenziale di

servizio in conformità a quanto previsto dal paragrafo 55 d) del presente

Principio quando, per esempio, il sito web riesce a generare proventi,

inclusi i proventi diretti derivanti dal consentire il collocamento di

ordinativi, o dalla fornitura di servizi attraverso il sito web, invece di usare

un luogo fisico avvalendosi di dipendenti pubblici. Un’entità non è in grado

di dimostrare in che modo un sito web sviluppato esclusivamente o

prevalentemente per promuovere e pubblicizzare i propri servizi e prodotti

genererà probabili benefici economici futuri o potenziale di servizio, e

pertanto tutte le spese sostenute per lo sviluppo di tale sito web sono

rilevate come costo nel momento in cui sono sostenute.

AG9. Qualsiasi spesa interna legata allo sviluppo e al funzionamento del sito web

di un’entità deve essere contabilizzata in conformità al presente Principio.

La natura di ciascuna attività per la quale è sostenuta una spesa (per

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 GUIDA OPERATIVA 1384

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esempio la formazione dei dipendenti e la manutenzione del sito web) e la

fase di sviluppo, o successiva allo sviluppo, del sito web devono essere

valutate per determinare il trattamento contabile più appropriato (una

ulteriore guida è fornita alla fine della presente Guida operativa). Per

esempio:

a) la fase di pianificazione è simile per natura alla fase di ricerca

prevista nei paragrafi 52-54 del presente Principio. Le spese

sostenute in questa fase sono rilevate come costo nel momento in cui

sono sostenute;

b) la fase di sviluppo delle applicazioni e delle infrastrutture, la fase di

sviluppo del design grafico e la fase di sviluppo dei contenuti, nella

misura in cui i contenuti siano sviluppati per finalità diverse da

quelle di pubblicizzare e promuovere i servizi e i prodotti propri

dell’entità, sono simili per natura alla fase di sviluppo di cui ai

paragrafi 55-62 del presente Principio. Le spese sostenute in queste

fasi sono incluse nel costo di un sito web rilevato come attività

immateriale, in conformità a quanto previsto dal paragrafo AG8,

quando la spesa può essere direttamente attribuita ed è necessaria alla

creazione, alla produzione o alla preparazione del sito web per l’uso

e il funzionamento inteso dalla direzione. Per esempio, le spese

sostenute per acquistare o creare il contenuto specificatamente per un

sito web (fatta eccezione per il contenuto che pubblicizza e

promuove i servizi e i prodotti dell’entità) o le spese che rendono

possibile l’utilizzo del contenuto sul sito web (per esempio, il

corrispettivo necessario per acquisire una licenza di riproduzione)

sono incluse nel costo di sviluppo quando queste condizioni sono

soddisfatte. Peraltro, in conformità al paragrafo 83 del presente

Principio, le spese per un elemento immateriale inizialmente rilevate

come costo in un precedente bilancio non sono rilevate come parte

del costo di un’attività immateriale ad una data successiva (per

esempio, se i costi di un diritto d’autore sono stati totalmente

ammortizzati, e il contenuto è successivamente inserito in un sito

web);

c) le spese sostenute nella fase di sviluppo del contenuto, nella misura

in cui il contenuto sia sviluppato per pubblicizzare e promuovere i

servizi e i prodotti dell’entità (per esempio, fotografie digitali dei

prodotti), sono rilevate come un costo quando sostenute in

conformità al paragrafo 67 c) del presente Principio. Per esempio,

nella contabilizzazione delle spese per servizi professionali ricevuti

per acquisire fotografie digitali dei prodotti di un’entità e migliorarne

la presentazione, le spese sono rilevate come un costo quando i

servizi professionali sono ricevuti nel corso del processo e non

quando le fotografie digitali sono inserite nel sito web, e

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 GUIDA OPERATIVA 1385

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d) la fase operativa inizia una volta che lo sviluppo del sito web è

completato. Le spese sostenute in tale fase sono rilevate come un

costo quando sono sostenute, salvo che queste soddisfino le

condizioni per la rilevazione di cui al paragrafo 28 del presente

Principio.

AG10. Un sito web rilevato come attività immateriale secondo il paragrafo AG8

della presente Guida operativa è valutato, dopo la rilevazione iniziale,

applicando le disposizioni di cui ai paragrafi 71-86 del presente Principio.

La stima migliore della vita utile di un sito web dovrebbe essere breve,

come descritto al paragrafo 91.

AG11. Le indicazioni di cui ai paragrafi AG1-AG10 non si applicano in modo

specifico ai costi per lo sviluppo del software. Tuttavia, l’entità può

applicare i principi indicati in tali paragrafi.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 APPENDICE B 1386

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Appendice B

Modifiche ad altri IPSAS

IPSAS 3, Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori

Il paragrafo 22 è modificato come segue:

22. L’applicazione iniziale delle disposizioni concernenti la rideterminazione

del valore delle attività secondo quanto previsto dall’IPSAS 17, Immobili,

impianti e macchinari o dai principi contabili nazionali e internazionali di

riferimento che trattano le attività immateriali dall’IPSAS 31, Attività

immateriali rappresenta un cambiamento di principio contabile che deve

essere trattato come una rideterminazione del valore in conformità

all’IPSAS 17 o dal Principio di riferimento all’IPSAS 31, e non secondo

quanto previsto dal presente Principio.

IPSAS 13, Leasing

Il paragrafo 36 è modificato come segue:

36. Un leasing finanziario comporta la rilevazione di una quota di

ammortamento delle attività ammortizzabili e di oneri finanziari per ciascun

esercizio. Il criterio di ammortamento usato per le attività in leasing

ammortizzabili deve essere in linea con quello adottato per le attività

ammortizzabili di proprietà, e l’ammortamento da rilevare deve essere

calcolato secondo quanto previsto dal Principio contabile internazionale per

il settore pubblico IPSAS 17, Immobili, impianti e macchinari o dai principi

contabili nazionali e/o internazionali che trattano le attività immateriali e

che sono adottati dall’entità dall’IPSAS 31, Attività immateriali, come

appropriato. Se non esiste una ragionevole certezza che il locatario acquisirà

la proprietà dell’attività al termine del leasing, l’attività deve essere

completamente ammortizzata nel tempo più breve fra la durata del leasing e

la sua vita utile.

Il paragrafo 41 è modificato come segue:

41. Inoltre, gli obblighi d’informativa previsti dall’IPSAS 16, dall’IPSAS 17,

dall’IPSAS 21 e dai principi contabili nazionali e/o internazionali che

trattano le attività immateriali e dall’IPSAS 31 nonché quelli relativi alla

riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari che sono stati

adottati dall’entità, si applicano agli importi relativi alle attività acquisite

tramite leasing finanziari che sono contabilizzate dal locatario come

un’acquisizione di attività.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 APPENDICE B 1387

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Il paragrafo 66 è modificato come segue:

66. Il criterio di ammortamento usato per le attività in leasing ammortizzabili

deve essere in linea con quello normalmente utilizzato dal locatore per

attività similari, e la quota di ammortamento deve essere determinata con il

criterio previsto dall’IPSAS 17 o dall’IPSAS 31, come opportuno. e dai

principi contabili nazionali e/o internazionali che trattano le attività

immateriali adottati dall’entità.

IPSAS 17 Immobili, impianti e macchinari

Il paragrafo 65 è modificato come segue:

65. La quota di ammortamento dell’esercizio solitamente impatta sulla

determinazione dell’avanzo o del disavanzo di esercizio. Tuttavia, a volte, i

benefici economici futuri o il potenziale di servizio contenuti in un’attività

sono assorbiti nella produzione di altre attività. In questo caso, la quota di

ammortamento costituisce parte del costo dell’altro bene ed è inclusa nel

suo valore contabile. Per esempio, l’ammortamento di un impianto di

produzione e di macchinari è compreso nei costi di trasformazione delle

rimanenze (vedere IPSAS 12). Analogamente, l’ammortamento di

immobili, impianti e macchinari utilizzati per attività di sviluppo può essere

incluso nel costo di un’attività immateriale rilevata secondo quanto previsto

dai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano le

attività immateriali dall’IPSAS 31, Attività immateriali.

IPSAS 21, Riduzione di valore delle attività non generatrici di flussi finanziari

Il paragrafo 2 è modificato come segue:

Ambito di applicazione

2. Un’entità che redige e presenta il bilancio in base al criterio della

contabilizzazione per competenza deve applicare il presente Principio nella

contabilizzazione della riduzione di valore delle attività non generatrici di

flussi finanziari, fatta eccezione per:

a) rimanenze (vedere IPSAS 12, Rimanenze);

b) attività derivanti da lavori su ordinazione (vedere IPSAS 11, Lavori

su ordinazione);

c) attività finanziarie che rientrano nell’ambito di applicazione

dell’IPSAS 15, Strumenti finanziari: Esposizione nel bilancio e

informazioni integrative;

d) investimenti immobiliari valutati in base al modello del fair value

(vedere IPSAS 16, Investimenti immobiliari);

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 APPENDICE B 1388

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e) immobili, impianti e macchinari che non generano flussi finanziari

che sono valutati in base ai valori rideterminati (vedere IPSAS 17

Immobili, impianti e macchinari);

f) attività immateriali non generatrici di flussi finanziari che sono

valutate in base ai valori rideterminati (vedere IPSAS 31, Attività

immateriali), e

fg) altre attività rispetto alle quali le disposizioni contabili per la

riduzione di valore sono incluse in un altro Principio contabile

internazionale per il settore pubblico.

Il paragrafo 7 è modificato come segue:

7. Il presente Principio esclude dal proprio ambito di applicazione le attività

immateriali non generatrici di flussi finanziari che sono regolarmente

rideterminate al fair value. Esso include nel proprio ambito di applicazione

tutte le altre attività immateriali non generatrici di flussi finanziari (per

esempio, quelle riportate al costo al netto degli eventuali ammortamenti

accumulati). Le entità applicano le disposizioni del presente Principio per

rilevare e valutare le perdite per riduzione di valore, e i ripristini di valore,

correlati a tali attività immateriali non generatrici di flussi finanziari.

Paragrafi aggiuntivi sono inseriti dopo il paragrafo 26 come segue:

26A. Indipendentemente dal fatto che vi siano eventuali indicazioni di riduzioni

di valore, un’entità deve inoltre verificare annualmente per riduzione di

valore un’attività immateriale con una vita utile indefinita o un’attività

immateriale che non è ancora disponibile all’uso, confrontando il suo valore

contabile con il suo valore di servizio recuperabile. Questa verifica per

riduzione di valore può essere fatta in qualsiasi momento durante l’esercizio

di riferimento, a patto che avvenga nello stesso momento ogni anno.

Attività immateriali differenti possono essere sottoposte ad una verifica per

riduzione di valore in momenti diversi. Tuttavia, se tale attività immateriale

viene inizialmente rilevata nell’esercizio in corso, tale attività immateriale

deve essere sottoposta a una verifica per riduzione di valore prima della fine

dell’esercizio in corso.

26B. La capacità di un’attività immateriale di generare benefici economici futuri

o un potenziale di servizio sufficienti a recuperare il valore contabile è

solitamente soggetta a maggiore incertezza prima e non dopo che l’attività

sia disponibile all’uso. Perciò, il presente Principio richiede che l’entità

verifichi almeno annualmente se il valore contabile di un’attività

immateriale che non è ancora disponibile per l’uso abbia subito una

riduzione di valore.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 APPENDICE B 1389

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Un’intestazione aggiuntiva e un nuovo paragrafo sono inseriti dopo il paragrafo

39, come segue:

Determinazione del valore di servizio recuperabile di un’attività immateriale

con una vita utile indefinita

39A. Il paragrafo 26A dispone che una attività immateriale con vita utile

indefinita sia verificata annualmente per riduzione di valore confrontandone

il valore contabile con il valore recuperabile, a prescindere se esistano o

meno indicazioni che possa aver subito una riduzione di valore. Tuttavia, il

calcolo dettagliato più recente del valore di servizio recuperabile di tale

attività fatto in un periodo precedente può essere utilizzato nella verifica per

riduzione di valore per quell’attività nell’esercizio in corso, a condizione

che le seguenti condizioni siano tutte soddisfatte:

a) se l’attività immateriale non fornisce un potenziale di servizio

derivante dall’uso continuativo che sia largamente indipendente da

quello di altre attività o gruppi di attività ed è quindi verificata per

riduzione di valore come parte di un’unità generatrice di flussi

finanziari cui appartiene, le attività e le passività che compongono

quell’unità non sono variate significativamente dal più recente

calcolo del valore recuperabile;

b) il più recente calcolo del valore di servizio recuperabile ha avuto

come risultato un valore che ha superato il valore contabile

dell’attività per un margine consistente, e

c) sulla base di un’analisi dei fatti intervenuti e delle circostanze

modificatesi dal momento del più recente calcolo del valore di

servizio recuperabile, la probabilità che una nuova determinazione

del valore di servizio recuperabile sia inferiore al suo valore

contabile è remota.

Un nuovo paragrafo è inserito dopo il paragrafo 82:

82A. L’IPSAS 31 ha modificato il paragrafo 7 e inserito i paragrafi 26A, 26B

e 39A. Un’entità deve applicare il presente Principio a partire dai

bilanci degli esercizi che hanno inizio dal 1° aprile 2011 o da data

successiva. Se l’entità applica l’IPSAS 31 a partire da un esercizio

antecedente il 1° aprile 2011, le modifiche devono essere applicate

anche per quell’esercizio precedente.

Il paragrafo BC14 è modificato:

BC14. Lo IAS 36 L’IPSAS 21 contiene disposizioni specifiche sulla verifica per

riduzione di valore delle attività immateriali, nonché sulla rilevazione e la

valutazione delle perdite per riduzione di valore relative alle attività

immateriali. Tali disposizioni integrano i requisiti di cui allo IAS 38

all’IPSAS 31, Attività immateriali. L’IPSASB non ha pubblicato un IPSAS

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 APPENDICE B 1390

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sulle attività immateriali, quindi non ha esaminato la possibilità di applicare

le disposizioni sulla riduzione di valore di cui allo IAS 36 alle attività non

generatrici di flussi finanziari nel settore pubblico. Le attività immateriali

non generatrici di flussi finanziari valutate al costo non sono escluse dall’

sono incluse nell’ambito di applicazione del presente Principio. Pertanto, il

presente Principio si applica a tali attività. Le attività immateriali del settore

pubblico valutate al costo, quali quelle che riflettono la capacità dell’entità

di rilasciare licenze possono avere origine in un contesto in cui vengono

generati flussi finanziari. Altre attività immateriali possono avere origine in

un contesto in cui non vengono generati flussi finanziari e devono essere

sottoposte a verifica per riduzione di valore in linea con le presenti

disposizioni.

I paragrafi BC17-BC19 sono modificati come segue:

Immobili, impianti e macchinari e attività immateriali

BC17. Il presente Principio non richiede l’applicazione di una verifica per

riduzione di valore alle attività non generatrici di flussi finanziari che sono

rilevate in base ai valori rideterminati secondo uno dei trattamenti contabili

(“modello della rideterminazione del valore”) consentiti dall’IPSAS 17 e

dall’IPSAS 31. L’IPSASB ritiene che in base al trattamento contabile

consentito dagli IPSAS 17 e 31, le attività saranno rideterminate con

regolarità sufficiente da assicurare che esse siano rilevate per un valore non

sostanzialmente diverso dal proprio fair value alla data di riferimento del

bilancio, e che tutte le riduzioni di valore saranno prese in considerazione ai

fini della valutazione. Pertanto, qualsiasi differenza tra il valore contabile

dell’attività e il suo fair value dedotti i costi di vendita sarà rilevata tra i

costi di dismissione. L’IPSASB ritiene che, nella maggioranza dei casi,

questi non saranno rilevanti e che, da un punto di vista pratico, non è

necessario determinare il valore di servizio recuperabile di un'attività e

rilevare una perdita per riduzione di valore per i costi di dismissione di

un'attività non generatrice di flussi finanziari.

BC18. Contrariamente al presente Principio, lo IAS 36 richiede alle entità di

verificare se le attività di immobili, impianti e macchinari hanno subito una

riduzione di valore soltanto dopo che queste sono state rivalutate. La

motivazione di questa differenza può essere spiegata facendo riferimento ai

fattori riportati nei paragrafi BC19 e BC20 di seguito riportati.

BC19. In primo luogo, il presente Principio dispone diversi metodi di

determinazione del valore di servizio recuperabile, mentre lo IAS 36

stabilisce diversi metodi di determinazione del valore recuperabile. Nel

presente Principio il valore di servizio recuperabile è definito come il

maggiore tra il fair value dedotti i costi di vendita di un’attività non

generatrice di flussi finanziari e il suo valore d’uso. Secondo il presente

Principio, un’entità determina il valore d’uso di un’attività determinando il

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 APPENDICE B 1391

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costo corrente per sostituire il potenziale di servizio residuale dell’attività. Il

costo corrente per sostituire il potenziale di servizio residuale dell'attività è

determinato adottando l'approccio basato sul costo di sostituzione

ammortizzato, nonché gli approcci descritti come l'approccio basato sul

costo di ripristino e l’approccio basato sulle unità di servizio. È inoltre

possibile adottare tali approcci per determinare il fair value in conformità

agli IPSAS 17 e 31; di conseguenza, il valore d’uso è una misurazione del

fair value. Il valore recuperabile è definito nello IAS 36 come il maggiore

tra il fair value di un’attività al netto dei costi di vendita e il suo valore

d’uso. Il valore d’uso, secondo lo IAS 36, è determinato utilizzando il

valore attuale dei flussi finanziari che si prevede di percepire dall’uso

continuativo dell’attività e dalla sua eventuale dismissione. Lo IAS 36

stabilisce che il valore d’uso può essere diverso dal fair value dell’attività.

IPSAS 23, Proventi da operazioni senza corrispettivo equivalente (imposte e

trasferimenti)

Il paragrafo IG27 è modificato come segue:

IG27. Quella descritta è un’operazione di scambio. In cambio del contributo,

l’università fornisce servizi di ricerca e un’attività immateriale, ossia il

diritto (un beneficio economico futuro) di trarre un vantaggio economico

dai risultati della ricerca. Si applicano a questa operazione l’IPSAS 9 e i

principi contabili nazionali o internazionali di riferimento che trattano le

attività immateriali l’IPSAS 31, Attività immateriali.

IPSAS 26, Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari

Il paragrafo 2 h) è modificato come segue:

2. ...

h) le attività immateriali generatrici di flussi finanziari regolarmente

valutate in base agli importi rideterminati al fair value (valore equo)

(vedere IPSAS 31, Attività immateriali);

Un nuovo paragrafo è inserito dopo il paragrafo 126B:

126C. L’IPSAS 31 ha modificato il paragrafo 2 h). L'entità deve applicare tale

modifica a partire dai bilanci degli esercizi che hanno inizio dal 1°

aprile 2011 o da data successiva. Se l’entità applica l’IPSAS 31 a

partire da un esercizio antecedente il 1° aprile 2011, la modifica deve

essere applicata anche a quell’esercizio precedente.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI 1392

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Motivazioni per le conclusioni

Le presenti Motivazioni per le conclusioni sono allegate all’IPSAS 31, ma non ne

costituiscono parte integrante.

Premessa

BC1. Il Programma di Convergenza con gli IFRS dell’IPSASB è un elemento

importante del programma di lavoro dell’IPSASB. La politica

dell’IPSASB mira a far convergere gli IPSAS redatti secondo il principio

della competenza con gli IFRS pubblicati dallo IASB, laddove se ne

riscontri l'appropriatezza per le entità del settore pubblico.

BC2. Gli IPSAS redatti secondo il principio della competenza che convergono

con gli IFRS mantengono le disposizioni, la struttura e il testo degli IFRS,

a meno che non vi siano dei motivi specifici per il settore pubblico per

derogare a tali disposizioni. La deroga all’IFRS equivalente si verifica

quando le disposizioni o la terminologia nell'IFRS non sono appropriati

per il settore pubblico, o quando l'inserimento di commenti o esempi

aggiuntivi è necessario per illustrare alcune disposizioni nel contesto del

settore pubblico. Le differenze tra gli IPSAS e gli IFRS equivalenti sono

identificate nel Confronto con l'IFRS incluso in ciascun IPSAS. Il

Confronto con lo IAS 38 fa riferimento alla versione dello IAS 38 del 31

dicembre 2008.

Ambito di applicazione

BC3. L’IPSASB ha valutato se i poteri e i diritti conferiti dalla normativa, da

uno statuto o da fonti equivalenti debbano essere inclusi nell’ambito di

applicazione del presente Principio. Il Board non ha espresso un’opinione

in merito e, pertanto, tali poteri e diritti sono esclusi dall’ambito di

applicazione del presente Principio. Il Board sta attualmente elaborando

un Quadro concettuale e riconsidererà, se necessario, la possibilità di

applicare il presente Principio ai poteri e ai diritti conferiti dalla

normativa, da uno statuto o da fonti equivalenti.

BC4. Lo IAS 38 contiene disposizioni e indicazioni sull’avviamento e sulle

attività immateriali acquisiti in un’aggregazione aziendale. L’IPSASB ha

considerato se l’avviamento e le attività immateriali acquisiti in

un’aggregazione aziendale debbano essere inclusi nell’ambito di

applicazione del presente Principio. L’IPSASB non ha ancora pubblicato

un IPSAS che disciplini il trattamento contabile delle aggregazioni

aziendali e ritiene probabile che il verificarsi di aggregazioni tra entità

del settore pubblico dia luogo a problematiche specifiche di tale settore.

L’IPSASB ha concluso che l’avviamento e le attività immateriali acquisiti

in un’aggregazione aziendale non debbano essere inclusi nell’ambito di

applicazione del presente Principio. Secondo la gerarchia prevista

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI 1393

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dall’IPSAS 3, Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed

errori, gli utilizzatori del bilancio vengono rinviati alle disposizioni dei

principi contabili nazionali o internazionali di riferimento che trattano

l'avviamento e le attività immateriali acquisiti in un'aggregazione

aziendale.

BC5. Lo IAS 38 contiene disposizioni sulle permute di attività quando

l’operazione di scambio manca di sostanza commerciale. L’IPSASB ha

valutato se tali indicazioni siano necessarie e ha concluso che non lo sono,

in quanto questo tema è trattato nell'IPSAS 23.

BC6. Lo IASB ha pubblicato un’Interpretazione dello IAS 38 sulla

contabilizzazione dei costi relativi ai siti web. L’IPSASB ritiene che le

indicazioni riportate nella SIC 32 siano pertinenti per il settore pubblico. Di

conseguenza, l’IPSAS 31 include come guida operativa le definizioni e le

indicazioni contenute nella SIC 32. La presente Guida operativa costituisce

parte integrante dell’IPSAS 31. L’appendice della SIC 32 che illustra i

principi contabili di riferimento e come essi sono correlati all'IPSAS 31 è

inclusa negli esempi illustrativi.

BC7. Il Principio non tratta i piani di negoziazione delle emissioni. L’IPSASB ha

osservato che i piani di negoziazione delle emissioni istituiti da

un’amministrazione pubblica rappresentano una tipologia di poteri e diritti

conferiti dalla normativa, da uno statuto o da fonti equivalenti che non

rientrano nell’ambito di applicazione del presente Principio (vedere paragrafo

BC3). Un’amministrazione pubblica può acquisire dei permessi in virtù dei

piani di negoziazione delle emissioni. Il trattamento di tali permessi è

attualmente allo studio di diversi organismi di normazione contabile nazionali

e internazionali e non è stato ancora raggiunto un consenso generale sul

trattamento contabile più opportuno. L’IPSASB riconsidererà, se necessario,

la possibilità di applicare il presente Principio ai piani di negoziazione delle

emissioni.

Attività immateriali acquisite attraverso operazioni senza corrispettivo

equivalente

BC8. L’IPSAS 23 richiede la rilevazione iniziale, la valutazione iniziale e

l’indicazione delle attività e passività derivanti da operazioni senza

corrispettivo equivalente che generano proventi. Il presente Principio

tratta le circostanze in cui un'attività immateriale è acquisita attraverso

un'operazione senza corrispettivo equivalente. L’IPSASB ha concordato

che, per le attività immateriali derivanti da tali operazioni, l'entità

applica le disposizioni dell'IPSAS 23 unitamente al presente Principio ai

fini della valutazione iniziale dell’attività immateriale e, pertanto,

considera i costi specificati nel presente Principio come direttamente

attribuibili.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI 1394

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Modello della rideterminazione del valore

BC9. Il modello della rideterminazione del valore proposto nell'IPSAS 31 è

analogo a quello dello IAS 38 che richiede che le rideterminazioni del

valore siano contabilizzate per ogni singola attività. L’IPSAS 17,

Immobili, impianti e macchinari richiede che le rideterminazioni di valore

siano contabilizzate per classe di attività invece che per singole attività.

L’IPSASB ha valutato se applicare quest’approccio alle attività

immateriali, ma ha concluso che non fosse necessario, in quanto le attività

immateriali differiscono dagli immobili, impianti e macchinari per la

minore probabilità di essere omogenee. Una delle principali tipologie di

attività immateriali delle entità del settore pubblico è il software

sviluppato internamente, per il quale sono disponibili informazioni

dettagliate per ogni singola attività. Di conseguenza, l’IPSASB ha

concluso che fosse opportuno richiedere che le attività immateriali

rideterminate debbano essere contabilizzate singolarmente.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 ESEMPI ILLUSTRATIVI 1395

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ESEMPI ILLUSTRATIVI

SOMMARIO

Paragrafo

Rilevazione e valutazione di un’attività immateriale

generata internamente ...................................................................... IE1–IE5

Applicazione illustrativa del paragrafo 63 del presente Principio ... IE1–IE4

Applicazione illustrativa dei paragrafi 55-65 del presente Principio IE5

Valutazione delle vite utili delle attività immateriali .............................. IE6–IE21

Un brevetto acquisito con una vita utile definita ............................. IE8–IE9

Un brevetto acquisito con una vita utile indefinita .......................... IE10–IE11

Un diritto d’autore acquisito con una vita legale residua

di 50 anni .................................................................................. IE12–IE13

Una licenza di trasmissione acquisita che scade tra cinque anni–

Parte A ...................................................................................... IE14–IE15

Una licenza di trasmissione acquisita che scade tra cinque anni–

Parte B ...................................................................................... IE16–IE17

Un diritto acquisito di gestire una linea di trasporto pubblico tra

due città che scade tra tre anni .................................................. IE18–IE19

Un’anagrafica acquisita di proprietari immobiliari .......................... IE20–IE21

Esempi che illustrano la Guida operativa ............................................... IE22

ATTIVITÀ IMMATERIALI

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Esempi illustrativi

Questi esempi sono allegati all’IPSAS 31, ma non ne costituiscono parte integrante.

Rilevazione e valutazione di un’attività immateriale generata internamente

Applicazione illustrativa del paragrafo 63 del presente Principio

IE1. Un’entità ha elaborato un nuovo e più efficace sistema di pianificazione dei

casi giudiziari, che avrà come risultato un miglioramento nell’erogazione

del servizio. Nel corso dell’esercizio che termina il 31 marzo 20X8, la spesa

sostenuta per elaborare il sistema è stata di UM1.000,1 di cui UM900 spesi

prima del 1° marzo 20X8 e UM100 tra il 1° e il 31 marzo 20X8. L’entità è

in grado di dimostrare che, al 1° marzo 20X8, il nuovo sistema elaborato

soddisfaceva le condizioni per essere rilevato come un’attività immateriale.

Il valore di servizio recuperabile del sistema (inclusi i futuri flussi finanziari

in uscita per completare il processo prima di renderlo disponibile per l’uso)

è stimato pari a UM500.

IE2. Alla fine dell’esercizio, il sistema elaborato è rilevato come attività

immateriale a un costo di UM100 (spesa sostenuta dalla data in cui le

condizioni per la rilevazione sono state per la prima volta soddisfatte,

ossia al 1° marzo 20X8). La spesa di UM900 sostenuta prima del 1°

marzo 20X8 è rilevata come un costo in considerazione del fatto che le

condizioni poste per la rilevazione non erano soddisfatte prima del 1°

marzo 20X8. Questa spesa non fa parte del costo del sistema rilevato

nel prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria.

IE3. Durante l’esercizio che termina il 31 marzo 20X9, la spesa sostenuta è di

UM 2.000. Alla fine di tale esercizio, il valore di servizio recuperabile del

sistema (inclusi i flussi finanziari futuri in uscita necessari per rendere il

sistema pronto per l’uso) è stimato pari a UM1.900.

IE4. Al 31 marzo 20X9, il costo del sistema elaborato è di UM2.100 (la spesa di

UM100 rilevata a fine 20X8 più la spesa di UM2.000 rilevata nell’esercizio

20X9). L’entità rileva una perdita per riduzione di valore di UM200,

equivalente alla rettifica necessaria per adeguare il valore contabile del

sistema elaborato prima della perdita per riduzione di valore (UM2.100) al

valore di servizio recuperabile (UM1.900). Tale perdita per riduzione di

valore sarà eliminata in un esercizio successivo se saranno soddisfatti i

requisiti previsti per lo storno di una perdita per riduzione di valore

contenute nell’IPSAS 21.

Applicazione illustrativa dei paragrafi 55-65 del presente Principio

IE5. Un’entità sta elaborando un sistema che produce report statistici ad uso

interno e per la vendita a terzi. Il sistema è tecnicamente fattibile, l’entità sa

1 Nel presente Principio, gli importi monetari sono denominati in unità di moneta (UM).

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che c’è una domanda per questo tipo di report e quali terzi sono disposti a

pagare per il prodotto, e che quindi genererà probabili benefici economici

futuri. La spesa attribuibile all’elaborazione di questo sistema può essere

identificata e valutata attendibilmente.

Valutazione delle vite utili delle attività immateriali

IE6. La seguente guida fornisce degli esempi sulla determinazione della vita

utile di un’attività immateriale in conformità al presente Principio. IE7. Ciascuno degli esempi che seguono descrive un’attività immateriale

acquisita, i fatti e le circostanze che riguardano la determinazione della sua

vita utile e la successiva contabilizzazione basata su tale determinazione.

Un brevetto acquisito con una vita utile definita

IE8. L’Entità A acquisisce un brevetto relativo a una formula di vaccino

dall’Entità B per assicurarsi di poter fornire vaccinazioni gratuite ai propri

utenti. Il vaccino tutelato dal brevetto dovrebbe generare potenziale di

servizio per almeno 15 anni. L’Entità C si è impegnata ad acquistare il

brevetto dall’Entità A tra cinque anni al 60 per cento del fair value del

brevetto alla data iniziale di acquisizione, e l’Entità A intende vendere il

brevetto tra cinque anni.

IE9. Il brevetto sarà ammortizzato dall’Entità A su una vita utile di cinque anni,

con un valore residuo pari al 60 per cento del fair value del brevetto alla

data iniziale di acquisizione. Il brevetto sarà sottoposto a una verifica per

riduzione di valore in conformità all’IPSAS 21.

Un brevetto acquisito con una vita utile indefinita

IE10. L’Entità A acquisisce un brevetto relativo a una formula di vaccino

dall’Entità B per assicurarsi di poter fornire vaccinazioni gratuite ai

propri utenti. Si prevede che, per mantenere la sua efficacia, sarà

necessario modificare leggermente la formula ogni 10 anni. Vi sono

evidenze a sostegno dell’ipotesi di rinnovo continuativo del brevetto. In

un contratto in essere con l’Entità B si stabilisce che quest’ultima

gestirà l'efficacia della formula su base continuativa e le evidenze

confermano la sua capacità di farlo. Si prevede che i costi correlati al

rinnovo del brevetto e alla gestione dell'efficacia della formula saranno

irrilevanti e che saranno pagati all’Entità B quando saranno apportati i

miglioramenti.

IE11. Un’analisi degli studi sul ciclo di vita del prodotto e delle tendenze

demografiche e ambientali dimostra che il brevetto apporterà

potenziale di servizio all’Entità A, consentendole di erogare il suo

programma di vaccinazioni per un periodo indefinito. Di conseguenza,

il brevetto sarà trattato come se avesse una vita utile indefinita.

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Pertanto, il brevetto non sarà ammortizzato, a meno che non si

stabilisca che la sua vita utile è definita nel tempo. Il brevetto sarà

sottoposto a una verifica per riduzione di valore in conformità

all’IPSAS 21.

Un diritto d’autore acquisito con una vita legale residua di 50 anni

IE12. L’Entità A acquisisce un diritto d’autore dall’Entità B per poter riprodurre e

vendere a prezzo di costo, ai propri utenti, il materiale protetto dai diritti

d’autore. Un’analisi delle abitudini degli utenti dell’entità e delle altre

tendenze evidenzia che il materiale protetto dai diritti d’autore genererà

flussi finanziari netti in entrata solo per altri 30 anni. IE13. Il diritto d’autore sarà ammortizzato nell’arco della vita utile stimata di 30

anni. Il diritto d’autore sarà anche sottoposto a una verifica per riduzione di

valore in conformità all’IPSAS 21.

Una licenza di trasmissione acquisita che scade tra cinque anni – Parte A

IE14. L’Entità A acquisisce una licenza di trasmissione dall’Entità B. L’Entità A

intende fornire servizi radiotelevisivi gratuiti all'interno della comunità. La

licenza di trasmissione è rinnovabile ogni 10 anni se l’Entità A offre almeno

un livello medio di servizio agli utenti del servizio e opera in conformità

alle disposizioni legislative che disciplinano la materia. La licenza può

essere rinnovata a tempo indeterminato a basso costo ed è stata rinnovata

due volte prima dell’acquisizione più recente. L’Entità A intende rinnovare

la licenza a tempo indeterminato e le evidenze confermano la sua capacità

di farlo. Storicamente non è mai esistito un ostacolo al rinnovo della

licenza. La tecnologia utilizzata nelle trasmissioni non dovrebbe essere

sostituita da altre tecnologie in un prevedibile futuro. Pertanto, si prevede

che la licenza contribuirà alla capacità dell’Entità A di fornire servizi

radiotelevisivi gratuiti per un periodo indefinito. IE15. L’Entità B non rileva come un’attività immateriale la sua facoltà di

rilasciare licenze di trasmissione. La licenza di trasmissione sarà considerata

dall’Entità A come avente una vita utile indefinita perché si prevede che

essa contribuirà alla capacità dell’entità di fornire servizi radiotelevisivi

gratuiti per un periodo indefinito. Pertanto, la licenza non sarà ammortizzata

fino a quando non si determina che la sua vita utile è definita nel tempo. La

licenza sarà anche sottoposta a verifica per riduzione di valore in conformità

all’IPSAS 21.

Una licenza di trasmissione acquisita con scadenza che scade tra cinque anni –

Parte B

IE16. L’autorità che concede le licenze decide in un momento successivo che non

rinnoverà le licenze di trasmissione ma che le metterà all’asta. Nel momento

in cui l’autorità che concede le licenze adotta tale decisione, la vita residua

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della licenza di trasmissione dell’Entità A è di tre anni. L’Entità A si aspetta

che la licenza continui a fornire potenziale di servizio fino alla scadenza. IE17. Poiché la licenza di trasmissione non può più essere rinnovata, la sua vita

utile non è più indefinita. Pertanto, la licenza acquisita dovrebbe essere

ammortizzata dall’Entità A sulla sua vita utile residua di tre anni e

immediatamente esaminata per stabilire se abbia subito una riduzione di

valore in conformità all’IPSAS 21.

Un diritto acquisito di gestire una tratta di trasporto pubblico tra due città che scade

tra tre anni

IE18. L’Entità A acquisisce dall’Entità B il diritto di gestire una tratta di trasporto

pubblico tra due città che genera proventi. La tratta di trasporto può essere

rinnovata ogni cinque anni e l’Entità A intende conformarsi alle norme e ai

regolamenti relativi al rinnovo. I rinnovi della tratta di trasporto sono

concessi di routine a un costo minimo e storicamente sono state rinnovati

quando l’entità detentrice dei diritti sulla tratta ha rispettato le norme e i

regolamenti applicabili. L’Entità A si aspetta di fornire i servizi di trasporto

sulla tratta per un periodo indefinito. Un’analisi della domanda e dei flussi

finanziari conferma tali ipotesi. IE19. Poiché i fatti e le circostanze confermano che la tratta di trasporto pubblico

procurerà flussi finanziari all’Entità A per un periodo di tempo indefinito, la

relativa attività immateriale viene trattata come se avesse una vita utile

indefinita. Pertanto, l’attività immateriale non sarà ammortizzata fino a

quando non si determina che la sua vita utile è definita nel tempo. Per

stabilire se abbia subito una riduzione di valore in conformità all’IPSAS 26,

essa sarà sottoposta a verifica annualmente e ogni qualvolta esista una

indicazione che possa aver subito una riduzione di valore.

Un’anagrafica acquisita di proprietari immobiliari

IE20. Un’autorità locale (Entità A) acquisisce un’anagrafica di proprietari

immobiliari da un’altra entità del settore pubblico responsabile della

registrazione di atti immobiliari (Entità B). L’Entità B è a un livello diverso

di amministrazione pubblica e non appartiene all’entità che redige il

bilancio dell’Entità A. L’Entità A intende usare l’anagrafica acquisita per

generare proventi fiscali e prevede di poter trarre benefici dalle

informazioni in essa contenute2 per almeno un anno ma per non più di tre

anni.

2 Benché in futuro l’autorità locale possa voler aggiungere altri proprietari immobiliari e altre informazioni

nella banca dati, i benefici attesi dai dati acquisiti si riferiscono soltanto ai proprietari immobiliari inseriti in

quella banca dati al momento della sua acquisizione. Le aggiunte successive dovrebbero essere considerate

come attività immateriali sviluppate internamente, e contabilizzate secondo quanto disposto dal presente

Principio.

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IE21. L’anagrafica dei proprietari immobiliari sarà ammortizzata in base alla

migliore stima della sua vita utile effettuata dall’Entità A che si ipotizzerà

pari a 18 mesi. Sebbene in futuro l’Entità B intenda aggiungere

all’anagrafica i nominativi di proprietari immobiliari e altre informazioni, i

benefici attesi dall’Entità A dall’anagrafica acquisita fanno riferimento

soltanto ai proprietari immobiliari riportati su tale anagrafica alla data in cui

l’Entità A ha acquisito la stessa. L’anagrafica dei proprietari immobiliari

sarà anche riesaminata per stabilire se abbia subito una riduzione di valore,

conformemente all'IPSAS 21, annualmente e ogniqualvolta vi sia

un’indicazione che essa possa aver subito una riduzione di valore.

Esempi che illustrano la Guida operativa

IE22. La finalità della tabella è di illustrare esempi di spese sostenute durante

ogni fase descritta nei paragrafi AG2 e AG3 e illustrare l’applicazione

dei paragrafi AG4-AG11 per chiarirne il significato. Non intende

fornire una lista esaustiva delle spese che si possono sostenere.

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FASE/NATURA DELLE SPESE TRATTAMENTO CONTABILE

Pianificazione

effettuazione di studi di fattibilità;

definizione delle specifiche tecniche

dell’hardware e del software;

valutazione di prodotti e fornitori

alternativi, e

scelta delle personalizzazioni.

Rilevazione come costo nel momento in cui

è sostenuta secondo quanto previsto dal

paragrafo 52 del presente Principio.

Sviluppo dell’applicazione e dell’infrastruttura

Acquisto o sviluppo dell’hardware;

acquisizione di un dominio;

sviluppo di un software operativo (per

es. sistema operativo e software

server);

sviluppo del codice per

l’applicazione;

installazione delle applicazioni

sviluppate sul server web, e

prove sotto stress.

Applicazione delle disposizioni dell’IPSAS

17.

Rilevazione come costo nel momento in cui

è sostenuto, a meno che le spese possano

essere attribuite direttamente alla

preparazione del sito web necessaria per

farlo funzionare nella maniera intesa dalla

direzione, e il sito web soddisfi i criteri di

rilevazione dei paragrafi 28 e 553 del

presente Principio.

Sviluppo del design grafico

Progettazione dell’aspetto (per

esempio layout e colore) delle pagine

web.

Rilevazione come costo nel momento in cui

è sostenuto, a meno che le spese possano

essere attribuite direttamente alla

preparazione del sito web necessaria per

farlo funzionare nella maniera intesa dalla

direzione, e il sito web soddisfi i criteri di

rilevazione dei paragrafi 28 e 554 del

presente Principio.

3 Tutte le spese sostenute per lo sviluppo di un sito web esclusivamente o prevalentemente per promuovere,

pubblicizzare prodotti e servizi dell’entità, o per fornire informazioni al pubblico in generale su di essi, sono

rilevate come costo quando sostenute, secondo quanto disposto dal paragrafo 66 del presente Principio.

4 Vedere nota a piè di pagina 3.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 ESEMPI ILLUSTRATIVI 1402

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Elaborazione dei contenuti

La creazione, l’acquisto, la

preparazione (per esempio

creazione di link e identificazione

di tag) e il caricamento delle

informazioni, in forma testuale o

grafica, sul sito web prima del

completamento dello sviluppo del

sito web medesimo. Esempi di

contenuto includono informazioni

sull’entità, servizi o prodotti e

contenuti accessibili agli utenti.

Rilevazione come costo nel momento in cui

è sostenuto secondo quanto previsto dal

paragrafo 67 c) del presente Principio nella

misura in cui il contenuto sia elaborato per

pubblicizzare e promuovere i servizi e i

prodotti dell’entità (per es. fotografie

digitali dei prodotti). Altrimenti, rilevazione

come costo nel momento in cui è sostenuto,

a meno che le spese possano essere

attribuite direttamente alla preparazione del

sito web necessaria per farlo funzionare

nella maniera intesa dalla direzione, e il sito

web soddisfi i criteri di rilevazione dei

paragrafi 28 e 555 del presente Principio.

Fase operativa

Aggiornamento della grafica e

revisione dei contenuti;

aggiunta di nuove funzioni,

caratteristiche e contenuti;

registrazione del sito sui motori di

ricerca;

backup dei dati;

verifica della sicurezza dell’accesso, e

analisi dell’uso del sito web.

Accertarsi che soddisfi la definizione di

attività immateriale e i criteri di rilevazione

illustrati nel paragrafo 28 del presente

Principio, in tal caso le spese sono rilevate

nel valore contabile dell’attività

rappresentata dal sito web.

Altro

Spese di vendita, amministrative e altre

spese generali a meno che possano

essere attribuite direttamente alla

preparazione del sito web per l’utilizzo

necessaria per farlo funzionare nel modo

inteso dalla direzione aziendale;

inefficienze e perdite operative iniziali

chiaramente identificate presenti prima

che il sito abbia raggiunto il livello di

utilizzo pianificato [per esempio periodo

di prova], e

formazione del personale per la gestione

del sito web.

Rilevazione di un costo quando sostenuto

secondo quanto previsto dai paragrafi 63-69

del presente Principio

5 Vedere nota a pie’di pagina 3.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 CONFRONTO CON LO IAS 38 1403

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Confronto con lo IAS 38

L’IPSAS 31, Attività immateriali è tratto principalmente dallo IAS 38, Attività

immateriali (nella versione al 31 dicembre 2008). Le principali differenze tra

l'IPSAS 31 e lo IAS 38 sono riportate di seguito.

L’IPSAS 31 esclude dall’ambito di applicazione i poteri e i diritti conferiti

dalla normativa, da uno statuto o da strumenti equivalenti.

L’IPSAS 31 contiene le indicazioni presenti nell'Interpretazione 32, Attività

immateriali – Costi connessi a siti web emanata dallo Standing

Interpretation Committee (SIC) sotto forma di Guida operativa che illustra i

principi contabili di riferimento.

L’IPSAS 31 non richiede, né proibisce, la rilevazione delle attività

immateriali del patrimonio culturale. Un’entità che rileva le attività

immateriali del patrimonio culturale deve rispettare gli obblighi

d’informativa del presente Principio che fanno riferimento alle attività

immateriali del patrimonio culturale oggetto di rilevazione e può

uniformarsi alle altre disposizioni contenute nel presente Principio in

relazione a tali attività, senza tuttavia esservi obbligata. Lo IAS 38 non

contiene indicazioni di questo genere.

Lo IAS 38 contiene disposizioni e indicazioni sull’avviamento e sulle

attività immateriali acquisiti in un’aggregazione aziendale. L’IPSAS 31 non

contiene tali indicazioni.

Lo IAS 38 contiene indicazioni sulle attività immateriali acquisite attraverso

contributi pubblici. I paragrafi 50-51 dell’IPSAS 31 modificano tali

indicazioni facendo invece riferimento alle attività immateriali acquisite

attraverso operazioni senza corrispettivo equivalente. L’IPSAS 31 stabilisce

che, quando un’attività immateriale è acquisita attraverso un'operazione

senza corrispettivo equivalente, il costo è pari al suo fair value alla data di

acquisizione.

Lo IAS 38 contiene indicazioni sulle permute di attività quando

l’operazione di scambio manca di sostanza commerciale. L’IPSAS 31 non

contiene tali indicazioni.

Gli esempi riportati nello IAS 38 sono stati modificati per meglio riflettere

le circostanze del settore pubblico.

L’IPSAS 31 utilizza, per alcuni aspetti, una terminologia differente rispetto

allo IAS 38. Gli esempi più significativi riguardano l’uso dei termini

“provento” (revenue), “prospetto del risultato economico” (statement of

financial performance), “avanzo o disavanzo di esercizio”, (surpluses or

deficits), “benefici economici futuri o potenziale di servizio” (future

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 CONFRONTO CON LO IAS 38 1404

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economic benefits or service potential), “avanzo o disavanzo accumulato”

(accumulated surplus/deficit), “operativo/attività” (operating/operation),

“diritti derivanti da accordi vincolanti (inclusi i diritti contrattuali o altri

diritti legali)” (rights from binding arrangements (including rights from

contracts or other legal rights), e “attivo netto/patrimonio netto” (net

asset/equity) nell’IPSAS 31. I termini equivalenti nello IAS 38 sono

“proventi” (income), “prospetto del conto economico complessivo”

statement of comprehensive income), “utile (perdita) d'esercizio” (profit or

loss), “benefici economici futuri” (future economic benefits), “utili portati a

nuovo” (retained earnings), “attività aziendale” (business), “diritti

contrattuali o altri diritti legali” (contractual or other legal rights) e

“patrimonio netto” (equity).

ATTIVITÀ IMMATERIALI

IPSAS 31 1405

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