Principali siti artistici di Milano. Relazione dottssa carioni seconda parte
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LA CA’ GRANDA • Via Festa del Perdono, collegata a Via Laghetto (c’era il piccolo porticciolo
interno della cerchia dei navigli)
• Era l’OSPEDALE MAGGIORE della città, detto Ca’ Granda
• Iniziato nel 1456: Francesco Sforza commissiona al Filarete di progettare un nuovo ospedale per dare assistenza ai malati poveri della città
• Impianto originale quattrocentesco a due crociere e corte centrale
• I lavori si protraggono fino ad inizio ‘800
• Ala centrale di costruzione seicentesca
• Portale barocco
• Cortile a portico e loggiato realizzato nel ‘600 da Francesco Maria Richino e Fabio Mangone
• La seconda crociera viene completata in età neoclassica (1797-1804)
• Dal 1939 le funzioni mediche vengono trasferite all’Ospedale di Niguarda
• Dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale viene parzialmente ricostruita
• Dal 1958 sede dell’Università degli Studi di Milano (nell’ala quattrocentesca si trovano istituti e biblioteche delle facoltà umanistiche
LA CA’ GRANDA
SAN PIETRO IN GESSATE Sorge dal 1475, edificio gotico-
rinascimentale
Progetto originario dei Solari
(forse Guiniforte), grazie al
contributo finanziario del
banchiere fiorentino Pigello
Portinari
Notevolmente rimaneggiata nel
Seicento e nel Settecento
Intitolata al primo apostolo
Facciata rifatta nel 1912 da
Diego Brioschi (che ha
sistemato anche l‟interno)
SAN PIETRO IN GESSATE
Affreschi della Cappella Grifi, “Storie di
S.Ambrogio” (1490), Bernardino Butinone e
Bernardino Zenale
Interno a croce latina suddiviso in
tre navate, rimaneggiato perché in
parte distrutto dai bombardamenti
del 1943
Rimangono alcune cappelle di
sinistra, del „400
IL TARDOGOTICO E IL RINASCIMENTO
LA CORTE DI LUDOVICO IL MORO: BRAMANTE & LEONARDO
DURATA: 3 Ore
Principali siti artistici:
• S.MARIA PRESSO S.SATIRO
• S.MARIA DELLE GRAZIE
• IL CENACOLO VINCIANO
• Preesistente basilichetta fondata prima dell’879 dall’arcivescovo Ansperto, per celebrare Satiro, il fratello di Sant’Ambrogio
• La chiesa viene ingrandita nel 1036 per intercessione dell’arcivescovo Ariberto da Intimiano
• La chiesa attuale comincia a sorgere fra 1476-1477
• Donato Bramante partecipa alla costruzione dal 1482
• Ripetuti interventi di restauro nel XIX e XX secolo
• Facciata principale del 1871 (Giuseppe Vandoni)
• Antico campanile del X secolo, modello fondamentale dei campanili romanico-lombardi
• Interno a tre navate, la navata centrale è coperta a botte
• FINTO PRESBITERIO di Bramante: nella parete di fondo finge uno spazio virtuale che raddoppia il transetto rispetto al suo asse
• ILLUSIONISMO PROSPETTICO
• CAPPELLA DELLA PIETA’, con pianta a croce greca, era parte della Basilica di Ansperto del IX secolo
• BATTISTERO, o sagrestia, progettato da Bramante, pianta ottagonale
SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO
SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO
Il Sacello di San Satiro e il
campanile del X secolo La facciata
SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO
Il FINTO PRESBITERIO
ILLUSIONISMO PROSPETTICO
PIANTA DELLA CHIESA
SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO
Gruppo scultoreo della PIETA‟, modellato da
Agostino de Fondutis nel 1482, composto da
14 figure in terracotta dipinta, di impronta
mantegnesca CAPPELLA DELLA PIETA‟
SANTA MARIA DELLE GRAZIE Prima fabbrica gotico-
rinascimentale ad opera di
Guiniforte Solari, costruita fra
1466-1490
Fa parte dei siti dell’Unesco
La TRIBUNA viene aggiunta dal
1492 da Donato Bramante
Blocco a base cubica su cui si
innestano le absidi laterali e da cui
sporge il parallelepipedo del
presbiterio, anch’esso absidato
TIBURIO a 16 lati, con loggia ad
archi su colonne binate
SANTA MARIA DELLE GRAZIE
La cupola vista dall’interno La tribuna del Bramante
IL CENACOLO Leonardo soggiorna a Milano due volte sotto gli Sforza
• Dal 1480 al 1499 (alla corte di Ludovico il Moro) • Dal 1506 al 1513 Ludovico il Moro gli commissiona la decorazione del Refettorio dei Monaci
Dominicani di Santa Maria delle Grazie Leonardo dipinge la parete nord con l’Ultima Cena Lavora al dipinto dal 1495 al 1498 Estremamente lento! Usa una tecnica sperimentale: tempera su fondo secco, che gli consente dei
ripensamenti La tecnica dell’affresco richiede un’esecuzione rapida Già dopo 20 anni il dipinto aveva perso la brillantezza dei colori originali e
mostrava i primi segni di decadimento Oltre 20 restauri nel corso dei secoli! Agosto 1943: bombardamenti MA il Cenacolo si salva grazie all’astuzia dei Monaci
RESTAURO DAL 1977 AL 1999 – Prof.Pinin Brambilla Barcilon Oggi il dipinto ha riacquistato la brillantezza dei colori originari e si vedono i
dettagli, anche se si è perso per sempre il meraviglioso gioco di luci e ombre, tipico della maniera di Leonardo
IL CENACOLO VINCIANO
IL CINQUECENTO Il XVI secolo a Milano è segnato da grandi eventi storici, politici e
religiosi:
• La caduta degli Sforza • L’arrivo degli SPAGNOLI nel 1535 • CARLO BORROMEO e la Controriforma Milano si trasforma , si allarga, viene dotata di una nuova cerchia di
mura, i cosiddetti BASTIONI SPAGNOLI. Vengono terminati molti cantieri iniziati a fine ‘400, fra cui Chiese e
Palazzi.
In seguito alle rigide regole imposte dal Concilio di Trento, si assiste ad una nuova ondata di interventi nell’architettura religiosa, molti cantieri vennero affidati all’architetto PELLEGRINO PELLEGRINI, detto il TIBALDI, sotto la severa supervisione dell’arcivescovo CARLO BORROMEO.
IL CINQUECENTO
I GRANDI CANTIERI NEI LUOGHI SACRI:
• IL COMPLESSO DI S.MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE
• IL MAUSOLEO TRIVULZIO
• LA CHIESA DI S.MARIA DELLA PASSIONE
• LA CERTOSA DI GAREGNANO
• Il complesso era il più vasto e antico monastero femminile di Milano (parzialmente demolito nel 1864-72 per aprire le vie adiacenti)
• Oggi rimangono: la chiesa e il chiostro d’ingresso (parte integrante del Civico Museo Archeologico)
• La chiesa viene iniziata nel 1503, attribuita a Gian Giacomo Dolcebuono, sul luogo di una precedente costruzione (forse già dell’VIII secolo)
• La facciata viene eretta nel 1574-81 e completata nel 1896
• L’interno - un rettangolo allungato diviso da un tramezzo - ospita uno dei più completi e suggestivi cicli di affreschi cinquecenteschi ancora visibili a Milano (fra le migliori attestazioni di Bernardino Luini)
• L’interno è strutturato secondo la tipologia conventuale: il tramezzo divide la navata unica in due parti:
- ambiente destinato alle funzioni claustrali, CORO DELLE MONACHE
- ambiente destinato alle funzioni pubbliche, CHIESA DEI LAICI
SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE
SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE
La facciata – Corso Magenta
L’interno
Il Tramezzo
SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE
• L’interno del coro delle monache
• Probabilmente la prima aula sorta, forse sulle fondamenta della vecchia chiesa
• Decorata a partire dal 1515 da Bernardino Luini
• Coro ligneo di inizi ‘500 attribuito a Gian Giacomo Dolcebuono
• Grande e raro organo di Gian Giacomo Antegnati (1554) – al centro della parete sinistra
• Innalzato su progetto del Bramantino davanti alla facciata della chiesa romanica di S.Nazaro in Brolo a partire dal 1512 per volere di Gian Giacomo Trivulzio
• Cappella funeraria della famiglia Trivulzio
• Edificio di austera bellezza rinascimentale:
- quadrato all'esterno,
- ottagonale all'interno,
- le pareti nude si aprono in alto in nicchioni che ospitano i sarcofagi con le statue dei defunti
IL MAUSOLEO TRIVULZIO
IL MAUSOLEO TRIVULZIO
L’interno, con i nicchioni
Tomba di Gian Giacomo Trivulzio.
Statua scolpita da Marco d‟Agrate e Francesco Briosco
(1510).
La celebre lapide latina dice: "Gian Giacomo Trivulzio il
Grande, figlio di Antonio, colui che non ebbe mai
riposo, ora riposa. Fa' silenzio".
• E’ la chiesa più grande di Milano dopo il Duomo ed uno dei più bei monumenti del tardo Rinascimento milanese
• Era di proprietà dei Canonici Regolari di S.Agostino, detti Lateranensi, che occupavano il convento adiacente, oggi sede del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi”
• Costruita a partire dagli anni ‘80 del ‘400 per volere del vescovo Daniele Birago, senatore e consigliere del duca Gian Galeazzo Sforza
• La tribuna venne completata verso la metà del ‘500 (tiburio e grande cupola), probabilmente progettata da Cristoforo Lombardo
• Dal 1573 Martino Bassi la trasformò in basilica a croce latina, aggiungendo 3 navate
• Facciata terminata tra 1692 e 1729, progetto di Giuseppe Rusnati
• Al suo interno si possono ammirare importanti opere di:
- Gaudenzio Ferrari, Ultima Cena
- Simone Peterzano, Annunciazione e Assunzione
- Daniele Crespi, Ante d’Organo, Cena di San Carlo Borromeo
SANTA MARIA DELLA PASSIONE
SANTA MARIA DELLA PASSIONE
L’interno
L’Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari
• Fondata nel 1349 dall’arcivescovo Giovanni Visconti che, resosi conto di non avere molto tempo da dedicare alla preghiera, dichiarò che fondava la certosa perché i monaci pregassero al suo posto
• Si trovava nel Bosco della Merlata, battuto da briganti e malintenzionati, a breve distanza dalla strada di collegamento fra Milano e Varese e Gallarate
• Per molti anni diede rifugio a pellegrini e viandanti
• Il complesso trecentesco venne ampliato e ristrutturato negli ultimi decenni del ‘500 (forse su progetto di Pellegrino Tibaldi)
• Chiesa di Santa Maria Assunta, con elegante interno a una navata e uno dei cicli pittorici più importanti di Milano, ad opera di Daniele Crespi
• A destra della chiesa si trova il cinquecentesco CHIOSTRO, dal quale si può accedere all’antico refettorio, oggi trasformato in cappella, decorato da affreschi del Genovesino
LA CERTOSA DI GAREGNANO
LA CERTOSA DI GAREGNANO
Il complesso
La facciata
Galeazzo Alessi e Vincenzo Seregni
LA CERTOSA DI GAREGNANO L‟interno è opera di Vincenzo Seregni
Volta e pareti rivestite da affreschi di Daniele Crespi (1629), che rappresentano il suo ciclo
decorativo di maggiore impegno – stile scarno, toni di grigio e viola, che suggeriscono un
senso di profondo raccoglimento
Presbiterio con affreschi e dipinti di Simone Peterzano (1578)
Colpisce la VOLTA, in cui angeli e mezze figure di
certosini circondano 4 medaglioni poligonali, il
tutto scandito da fasce geometricamente spartite
Nelle 6 grandi arcate cieche si trova la
parte più importante dell‟opera del
Crespi: il monumentale ciclo di storie di
san Brunone
IL SEICENTO E IL SETTECENTO
Il lungo periodo che abbraccia il Seicento e il Settecento a Milano è racchiuso tra due grandi miti storiografici:
- Il mito cinquecentesco del grande Borromeo, il SAN CARLO - Il mito settecentesco della grande imperatrice, MARIA
TERESA D’AUSTRIA, alle origini della Felix Austria A Milano si aprono numerosi cantieri, si portano a termine
diverse architetture iniziate nel secolo precedente. FRANCESCO MARIA RICHINI rappresenta la grande
personalità artistica della prima metà del Seicento e il più creativo degli architetti dell’epoca
IL SETTECENTO
L’arrivo degli Austriaci a Milano nel 1707 segna l’inizio di un periodo di rinnovamento
per la città, che parte dal vecchio nucleo urbano e si estende a macchia d’olio.
IL NEOCLASSICISMO
Sotto gli Austriaci Milano vive un periodo di grande splendore artistico ed architettonico, e si trasforma secondo il nuovo gusto NEOCLASSICO.
Il NEOCLASSICISMO a Milano si caratterizza per la presenza di due grandi personalità artistiche, che ne segnano anche l’inizio e la fine:
• GIUSEPPE PIERMARINI (1734-1808)
• CARLO AMATI (1776-1852)
IL NEOCLASSICISMO
GIUSEPPE PIERMARINI (1734-1808) • Folignate formatosi a Roma, nel clima della “follia”
archeologica, fortemente influenzato dalle pubblicazioni di Winckelmann e Piranesi
• Giunge a Milano nel 1769 al seguito del maestro Luigi Vanvitelli (Reggia di Caserta)
• Diventa subito l’ARCHITETTO DI CORTE e avrà il controllo su tutte le architetture cittadine fino all’arrivo dei Francesi
• Modifica l’impianto urbano creando sia singole architetture monumentali che collegamenti tra i punti salienti della città
IL NEOCLASSICISMO
LE GRANDI FABBRICHE CITTADINE DI FINE SETTECENTO
• IL PALAZZO REALE
• IL PALAZZO DI BRERA
• IL TEATRO ALLA SCALA
IL PALAZZO REALE • Da sempre luogo del potere, era l’antico e medievale PALAZZO DUCALE • Il governo austriaco decide di riadattarlo per la sua corte • 1769, progetto di Giuseppe Piermarini, Imperial Regio Architetto, che dà una
veste sobria e severa all’edificio, in linea con le nuove idee neoclassiche: – Creazione della piazza antistante (oggi Piazzetta Reale) con la demolizione
di un’ala del palazzo e la trasformazione del cortile interno in spazio aperto
– Nuova facciata in stile neoclassico, 3 corpi che si articolano a U con le due ali dissimmetriche
– Demolizione della facciata della chiesa di San Gottardo in Corte e creazione dello Scalone Monumentale a quattro rampe, coperto da una volta con arco ribassato (medaglione di Giuliano Traballesi con tema allegorico)
– Interni sfarzosi con decorazioni di Martin Knoller, Giuliano Traballesi, Giocondo Albertolli.
– Sala delle Cariatidi, con ciclo di pitture allegoriche “Fasti napoleonici” di Andrea Appiani
– Molto si è perso con i bombardamenti del 1943
IL PALAZZO REALE
IL MEDAGLIONE DI
GIULIANO TRABALLESI
PIAZZETTA REALE
IL PALAZZO REALE
SALA DELLE CARIATIDI
LO SCALONE D‟ONORE
IL TEATRO ALLA SCALA • Una delle opere più rappresentative del periodo neoclassico • Il Regio Teatro Ducale all’interno del Palazzo Reale viene distrutto da un
incendio il 25 febbraio 1775 • Marzo 1776, viene incaricato Giuseppe Piermarini (contratto d’appalto firmato
il 14 settembre) • Il teatro viene costruito in soli 2 anni ed inaugurato ad Agosto 1778 sul luogo
della chiesa e del soppresso convento di Santa Maria della Scala • Modello per altri edifici teatrali italiani: - struttura in muratura con avancorpo aggettante e portico (novità! Per le carrozze) - interno a forma di ferro di cavallo con 4 file di palchi e 2 gallerie - grande palcoscenico a tre navate con vani laterali - copertura con volta in legno a carena di nave, ACUSTICA PERFETTA - piano terra: ambienti dedicati a atri, sale d’aspetto, botteghe, caffè, uffici - mezzanino: ristorante - primo piano: ridotti - secondo piano: laboratorio di scenografia
IL TEATRO ALLA SCALA • Della struttura originale rimane solo la parte frontale con corpo centrale,
pianterreno bugnato in granito, portico carrozzabile a terrazza a tre arcate con robusti pilastri (novità! Tipico degli edifici civili), alta fascia di trabeazione, timpano triangolare con bassorilievo a stucco di Giuseppe Franchi, IL CARRO DEL SOLE INSEGUITO DALLA NOTTE
• Diversi rimaneggiamenti: aggiunta dell’ala laterale all’inizio dell’Ottocento, rinnovati gli interni, personalizzati i palchetti da parte dei proprietari
• Bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale
• Restauro e ristrutturazione dal 2002 al 2004 ad opera di Mario Botta
IL TEATRO ALLA SCALA
L‟INTERNO
I PALCHI
IL PALCOSCENICO
IL NEOCLASSICISMO
IL RINNOVAMENTO URBANO: DAI GIARDINI AI BASTIONI
• I GIARDINI PUBBLICI
• LA VILLA REALE
• L’ARENA
• L’ARCO DELLA PACE
I GIARDINI PUBBLICI
• Primo parco milanese destinato allo svago collettivo
• Progettati da Giuseppe Piermarini nel 1780 su incarico del vicerè d’Italia
Ferdinando d’Austria, realizzati tra il 1782 e il 1786
• Occupano l’area prima dedicata a orti, terreni, monastero di San Dionigi e delle
Carcanine, che si trovava all’interno dei bastioni spagnoli
• Comprendono il PLANETARIO ULRICO HOEPLI, il MUSEO CIVICO DI
STORIA NATURALE, PALAZZO DUGNANI (oggi sede del Museo della
Permanente)
• Dal 2002 sono intitolati a Indro Montanelli
LA VILLA REALE • Il conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso incarica Giuseppe Piermarini di
progettare una residenza rappresentativa
• Piermarini, troppo impegnato, passa l’incarico al suo allievo di origini austriache LEOPOLDO POLLACK, che inizia a lavorare dal 1790
• Schema delle ville lombarde
• 2 AVANCORPI LATERALI per i servizi, che formano un cortile, arretrati rispetto alla strada
• FRONTE PRINCIPALE RIVOLTA VERSO IL GIARDINO: piano terreno bugnato, ordine superiore a due piani, corpi laterali ornati e conclusi da timpano triangolare con bassorilievi (Il carro del Giorno e il Carro della Notte)
• Interno elegante e raffinato con decorazioni realizzate dai maggiori artisti milanesi (IL PARNASO di Andrea Appiani sul soffitto della Sala da Pranzo)
• Il parco della villa è il primo del suo genere in città, tipico GIARDINO ALL’INGLESE
L’ECLETTISMO La Seconda Metà dell’Ottocento è caratterizzata da una
forte spinta alla modernità, che viene resa possibile grazie ad una situazione favorevole, che coinvolge la società, le arti, la tecnica e l’industria
MILANO SI TRASFORMA
• CRESCITA DELLA POPOLAZIONE • NUOVI ADDENSAMENTI URBANI • TRASFORMAZIONI DEL TERRITORIO • MUTAMENTO DELLE CONDIZIONI PRODUTTIVE • NECESSITA’ DI NUOVI SERVIZI • APERTURA DI LUOGHI ELITARI A UN PUBBLICO VASTO
L’ECLETTISMO
ITINERARIO ALLA SCOPERAT DEL RINNOVAMENTO DEL CENTRO CITTADINO
• LA PIAZZA DEL DUOMO
• LA GALLERIA VITTORIO EMANUELE II
• LA PIAZZA DELLA SCALA e i suoi edifici
• LA VIA MERCANTI
• LA PIAZZA CORDUSIO
• LA VIA DANTE
• IL CIMITERO MONUMENTALE
IL CIMITERO MONUMENTALE • Realizzato tra il 1863 e il 1866 da Carlo Maciachini e dedicato
alla nuova borghesia emergente milanese
• 121.000 mq di superficie in origine, oggi circa 250.000 mq
• Due gallerie laterali terminanti con delle cappelle, unite al centro dal FAMEDIO, destinato a ospitare le tombe dei milanesi illustri
• Stile lombardo moderno (eclettico) con echi medievali (bicromia) e bizantineggianti (mosaici dorati)
• All’interno del cimitero vi sono 3 aree: la maggiore dedicata ai cattolici, una parte dedicata al cimitero ebraico e una dedicata agli acattolici
• Vero Museo di Scultura all’aria aperta, hanno lavorato i maggiori artisti della fine dell’Ottocento e del Novecento, fra cui Giannino Castiglioni, Leonardo Bistolfi, Ernesto Bazzaro, Enrico Butti
IL CIMITERO MONUMENTALE
IL CIMITERO MONUMENTALE
TOMBA CAMPARI, 1939,
Giannino Castiglioni
TOMBA TOSCANINI, 1915,
Leonardo Bistolfi
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
Nei primi decenni del XIX secolo il territorio milanese vantava caratteristiche morfologiche e condizioni socio-economiche favorevoli all’insediamento di attività produttive:
• Abbondanza di acque correnti, per fornire energia agli impianti
• Cospicua disponibilità di manodopera
• Territorio pianeggiante
• Facile accesso alle principali vie di comunicazione per l’Europa
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
NEL PERIODO POST-UNITARIO SI SVILUPPA UNA FITTA RETE DI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI
A Milano e Provincia si costruiscono
architetture adatte alle nuove attività produttive:
• Fabbriche • Ponti • Infrastrutture legate alla produzione dell’energia • Infrastrutture legate ai trasporti
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
NASCONO DEI VERI E PROPRI QUARTIERI OPERAI
• IL QUARTIERE DI VIA S.FERMO
• IL QUARTIERE DI VIA LINCOLN
• IL QUARTIERE OPERAIO DI VIA SOLARI
• IL QUARTIERE DI VIALE LOMBARDIA
• IL QUARTIERE DI VIA MAC MAHON
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
ITINERARIO ALLA SCOPERTA
DEL TERRITORIO INDUSTRIALE
• LA STAZIONE DELLA LINEA FERROVIARIA MILANO-MONZA
• IL COMPLESSO DELLA FABBRICA RICHARD GINORI
• LA CARTIERA AMBROGIO BINDA
• LA CENTRALE TERMOELETTRICA EDISON DI PORTA VOLTA
• LO STABILIMENTO DELLA SOCIETA’ ITALIANA CARMINATI E TOSELLI
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
Edificio della Prima stazione della linea
ferroviaria Milano-Monza in Via Monte
Grappa, oggi edificio di servizio delle
FF.SS.
La facciata che si vede attualmente si
trovava sul lato opposto dei binari
Quello che resta della seconda
stazione di Porta Nuova (ex Dogana) in
Via Melchiorre Gioia, ora caserma
della Guardia di Finanza
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
LA EX FABBRICA RICHARD GINORI
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
Macchine a vapore e alternatori della
centrale Termoelettrica Edison di Porta
Volta (1897)
Il vecchio edificio della centrale di
Porta Volta in Via Bramante
L’ARCHITETTURA INDUSTRIALE
L‟ex fabbrica di locomotive
Carminati e Toselli fondata
nel 1899, nell‟area intorno a
Via Messina
Oggi è un polo per la
produzione artistica giovanile
e sede della “Fabbrica del
Vapore”
IL LIBERTY A fine ‘800 Milano si trasforma sia nella planimetria che nell’architettura.
La zona centrale da Piazza del Duomo a piazza Cordusio, con via Dante, a Largo Cairoli, con il Foro Bonaparte, acquisisce un aspetto monumentale ed elegante, grazie alla diffusione di un gusto eclettico sotto la supervisione di Luca Beltrami e Luigi Broggi.
Nascita di nuovi quartieri per la borghesia industriale
1) da Piazza Cadorna e dal parco del Castello verso Piazzale Baracca
2) area che fiancheggia Corso Venezia
Si diffonde il nuovo gusto LIBERTY o MODERNISMO:
- stile floreale (fiori, motivi vegetali, putti, figure femminili)
- immagine della natura minacciata dal progresso tecnologico
- desiderio della classe borghese di avere una propria immagine
Architetti: Giuseppe Sommaruga, Giulio Ulisse Arata, Alfredo Campanini, Giovan Battista Bossi
Scultore: Ernesto Bazzaro
Decori: Alessandro Mazzucottelli
IL LIBERTY
PALAZZO CASTIGILIONI,
Giuseppe Sommaruga - 1903
Scalone d‟onore
Sculture di Ernesto Bazzaro,
oggi alla Clinica Columbus
IL LIBERTY DI PORTA VENEZIA
PALAZZO BERRI-MEREGALLI,
Giulio Ulisse Arata - 1913
Adolfo Wildt, “La Vittoria Alata”
IL LIBERTY DI PORTA VENEZIA
CASA GALIMBERTI,
Giovan Battista Bossi – 1902/1905
IL LIBERTY IN CENTRO
BAR ZUCCA, EX CAMPARINO (1925) FACCIATA DELL‟HOTEL DEL CORSO –
TRIANON –
Oggi sede della Reale Mutua Assicurazioni
IL LIBERTY IN ZONA SEMPIONE-FIERA
ACQUARIO CIVICO (1906)
CLINICA COLUMBUS, GIA‟ VILLA
ROMEO-FACCANONI(1912-13),
Giuseppe Sommaruga
LA STAZIONE CENTRALE
• Ulisse Stacchini, 1927-1931
• Architettura fascista, con remisniscenze fra tardo
eclettismo e liberty
• In pietra d‟Aurisina
• Facciata con figure alate
• Medaglioni scultorei di Giannino Castiglioni nella
Galleria delle Carrozze
• Copertura a cinque campate in ferro e vetro, innovativa
IL NOVECENTO
All’inizio del Novecento Milano diventa il cuore pulsante della modernità, il centro propulsore delle nuove tendenze in Italia
• FUTURISMO – Marinetti e Boccioni
• LA CITTA’ NUOVA DI ANTONIO SANT’ELIA
IL FUTURISMO LA CITTA‟ CHE SALE
Umberto Boccioni, 1911
Pinacoteca di Brera
RISSA IN GALLERIA
Umberto Boccioni, 1910
Pinacoteca di Brera
Velocità
Movimento
Industria e ciminiere
Macchine
Progresso
MILANO =
IL RAZIONALISMO Nel Ventennio Fascista si assiste ad una riorganizzazione urbanistica di
alcune parti della città e alla creazione di edifici pubblici necessari alla rappresentazione del regime
L’artefice della nuova architettura moderna italiana è MARCELLO PIACENTINI, che recupera uno stile retorico e accademico creando l’unico vero linguaggio del Regime
Vengono progettati ed eretti:
- Palazzo di Giustizia (1931-1940) – Marcello Piacentini
- L’Arengario (1938) – Giovanni Muzio, Enrico Agostino Griffini, Pier Luigi Magistretti, Piero Portaluppi
- Palazzo del Toro (1935-1939) – Emilio Lancia e Raffaele Merendi
- Torre Snia-Visconti (1935-1937) – Alessandro Rimini
- Palazzo Mezzanotte (1928-1931) – Paolo Mezzanotte
IL RAZIONALISMO
PALAZZO DI GIUSTIZIA
ARENGARIO
IL RAZIONALISMO
TORRE SAN BABILA,
o SNIA-VISCONTI PALAZZO DEL TORO
IL RAZIONALISMO
PALAZZO MEZZANOTTE
Simona Carioni
&
L’Associazione ALGAT
ringraziano per la partecipazione
Copyright by Simona Carioni 06 Febbraio 2012©