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IMPA M - primo report- ATO 11 ATTI AMBIENTALI Ing. Raf Ing. Mariang RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE I ffaele Migliori gela Montemurro

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IMPATTI AMBIENTALI

MISURE DI TUTELA E

- primo report-

ATO 11

IMPATTI AMBIENTALI

Ing. Raffaele Migliori

Ing. Mariangela Montemurro

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA

MISURE DI TUTELA E

CONSERVAZIONE

IMPATTI AMBIENTALI

Ing. Raffaele Migliori

Ing. Mariangela Montemurro

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Nome

MIGLIORI Raffaele MONTEMURRO Mariangela

Tematiche

Impatti ambientali - Gravina di Matera:

ASPETTI CRITICI: Nessuno (ottima collaborazione/disponibilità sia con i Capi e Responsabili

SIC che con l’intero Staff della Cabina di Regia

RICHIESTE SPECIFICHE: I problemi ambientali e i rischi di inquinamento sono reali.

essere continuamente monitorata

attività che generano sostanze inquinanti: a partire dall’i

polveri dell’estrazione e movimentazione di materiale di cava, alle sostanze

inquinanti volatili del cementificio fino all’abbandono di rifiuti in una zona che

riveste notevole interesse a livello floro

AUTOVALUTAZIONE In questa prima fase sono stati approfonditi alcuni elementi di interesse naturalistico-ambientale. L’approfondimento è stato effettuato seguendo le linee guida proposte dalla Cabina di Regia, A. Elaborazione/analisi dell’inventario normativo riferito ai SIC. B. Elaborazione dello stato di conservazione e lo studio/analisi di una matrice di indicatori secondo il modello DIPSR; Durante questa prima fase di attività i problemi riscontrati sono stati:

- trasferimento dei dati acquisiti in fase di monitoraggio per poi essere utilizzati nella fase di misure

- reperibilità di documenti e dati ambientali presso enti.

Sito Ruolo

Gravina di Matera IT9220135

Ingegnere Ambientale

Uscite – Data

Gravina di Matera:

Nessuno (ottima collaborazione/disponibilità sia con i Capi e Responsabili

SIC che con l’intero Staff della Cabina di Regia – Regione Bas

RICHIESTE SPECIFICHE:

I problemi ambientali e i rischi di inquinamento sono reali. La situazione dovrebbe

essere continuamente monitorata poiché ci troviamo in presenza di impianti ed

attività che generano sostanze inquinanti: a partire dall’impatto di emissioni di

polveri dell’estrazione e movimentazione di materiale di cava, alle sostanze

inquinanti volatili del cementificio fino all’abbandono di rifiuti in una zona che

riveste notevole interesse a livello floro-faunistico.

AUTOVALUTAZIONE SUL LAVORO SVOLTO:

In questa prima fase sono stati approfonditi alcuni elementi di interesse ambientale. L’approfondimento è stato effettuato seguendo le linee

proposte dalla Cabina di Regia, ed ha implicato le seguenti fasi:

borazione/analisi dell’inventario normativo riferito ai SIC.

Elaborazione dello stato di conservazione e lo studio/analisi di una matrice di indicatori secondo il modello DIPSR;

Durante questa prima fase di attività i problemi riscontrati sono stati:trasferimento dei dati acquisiti in fase di monitoraggio per poi essere utilizzati

reperibilità di documenti e dati ambientali presso enti.

Ruolo

Ingegnere Ambientale

Nessuno (ottima collaborazione/disponibilità sia con i Capi e Responsabili

Regione Basilicata).

La situazione dovrebbe

poiché ci troviamo in presenza di impianti ed

mpatto di emissioni di

polveri dell’estrazione e movimentazione di materiale di cava, alle sostanze

inquinanti volatili del cementificio fino all’abbandono di rifiuti in una zona che

In questa prima fase sono stati approfonditi alcuni elementi di interesse ambientale. L’approfondimento è stato effettuato seguendo le linee

ed ha implicato le seguenti fasi:

Elaborazione dello stato di conservazione e lo studio/analisi di una matrice di

Durante questa prima fase di attività i problemi riscontrati sono stati: trasferimento dei dati acquisiti in fase di monitoraggio per poi essere utilizzati

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METODOLOGIA La metodologia adottata è coerente con i documenti di riferimento prodotti dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio, nonché con quelli elaborati a livello regionale, ed in particolare:

- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione della Natura. Manuale per gestione

- Documenti Comunità Europea, 2000. 2000. Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva «Habitat» 92/43/CEE;

- DGR n. 978 del 4/06/2003 “Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata”, attività ed azioni inerenti il Complemento di Programmazione del POR Basilicata 2000/ 2006;

- Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1 2000/2006 Risorse Naturali) - Strategia del QCS per la Rete Ecologica, nuovi indirizzi ecriteri di attuazione -

Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (dell’area in oggetto) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e de

La metodologia adottata è coerente con i documenti di riferimento prodotti ’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio,

nonché con quelli elaborati a livello regionale, ed in particolare:

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione Manuale per gestione dei Siti Natura 2000;

Documenti Comunità Europea, 2000. La gestione dei siti della rete Natura 2000. Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva «Habitat»

DGR n. 978 del 4/06/2003 “Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata”, attività ed azioni inerenti il Complemento di Programmazione del POR Basilicata 2000/ 2006; Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1 2000/2006 -

Strategia del QCS per la Rete Ecologica, nuovi indirizzi e

Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (di monitoraggio

) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e del comune.

La metodologia adottata è coerente con i documenti di riferimento prodotti ’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio,

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione

La gestione dei siti della rete Natura 2000. Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva «Habitat»

DGR n. 978 del 4/06/2003 “Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata”, attività ed azioni inerenti il Complemento di Programmazione del

- (QCS 3.2 Asse I – Strategia del QCS per la Rete Ecologica, nuovi indirizzi e

Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata

di monitoraggio ambientale ) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni

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Vincoli territoriali e ambientali

Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente, avvertite sin dai decenni del secolo scorso, si sono andate via via sviluppando ed affinando, di talché oggi il quadro normativo di riferimento appare piuttosto articolato.Giova, peraltro, rammentare, che il territorio in argomento, valorizzato dal Parco Regionale archeologico - storico stato inserito nel 1993 nell’Elenco del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la Cultura). In tale ordi ne di idee i vigenti regimi vincolisticiassicurare con rigore e lungimiranza sia la tutela delle peculiari caratteristiche morfologiche, geologiche, idrogeologiche edsviluppo equilibrato e razionale delle attività antropiche.

Classificazione del territorio del Parcodi indirizzo (Piano del Parco)

Il Piano suddivide il territorio del Parco nelle seguenti “zone omogenee”, ai sensi della L.R. 11/90:

A - zona di riserva integrale comprendente l’intero inviluppo delle “gravine”, considerato l’elemento geo morfologico, naturalistico, storico - antropico di maggiore qualità e caratterizzazione del Parco;in riferimento alla Gravina di Picciano, inclusa nel Parco, la zona di oltre che per la sezione della forra anche sul piano per l’area di affioramento del substrato roccioso carbonatico;

B - zona di riserva generale comprendente le due aree boscate residuo dell’originaria copertura vegetazionale dell’Altopiano e le aree a macchia e gariga costituenti il più rilevante connotato paesaggistico dell’ambiente Murgico;

C - zona di protezione comprendente le aree boscate o macchia antropica (zootecnica, estrazione materiali lapidei), dislocate per lo più lungo la fascia perimetrale esterna al parco, e le aree dei coltivi.

Il Piano prevede infine, all’esterno de D - zona di controllo, comprendente porzioni del territorio limitrofo al Parco fortemente correlate negli aspetti morfologici, paesaggistici e ambientali al Parco stesso, solo per il territorio comunale di Montescaglioso.

Vincoli territoriali e ambientali

Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente, avvertite sin dai decenni del secolo scorso, si sono andate via via sviluppando ed affinando, di talché oggi il quadro normativo di riferimento appare piuttosto articolato.Giova, peraltro, rammentare, che il territorio in argomento, valorizzato dal Parco

storico - naturale delle chiese rupestri del materano, è stato inserito nel 1993 nell’Elenco del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la

ne di idee i vigenti regimi vincolistici , di seguito compendiati, devono lungimiranza sia la tutela delle peculiari caratteristiche

morfologiche, geologiche, idrogeologiche ed ambientali della località in esame, sia lo librato e razionale delle attività antropiche.

Classificazione del territorio del Parco e Normativa di indirizzo (Piano del Parco)

Il Piano suddivide il territorio del Parco nelle seguenti “zone omogenee”, ai sensi della L.R.

comprendente l’intero inviluppo delle “gravine”, considerato l’elemento geo morfologico, antropico di maggiore qualità e caratterizzazione del Parco;in

riferimento alla Gravina di Picciano, inclusa nel Parco, la zona di riserva integrale è estesa oltre che per la sezione della forra anche sul piano per l’area di affioramento del substrato

comprendente le due aree boscate residuo dell’originaria copertura vegetazionale ell’Altopiano e le aree a macchia e gariga - steppa degli altipiani e dei costoni calcarei,

costituenti il più rilevante connotato paesaggistico dell’ambiente Murgico;

comprendente le aree boscate o macchia – gariga fortemente degradate per pressione antropica (zootecnica, estrazione materiali lapidei), dislocate per lo più lungo la fascia perimetrale esterna al parco, e le aree dei coltivi.

Il Piano prevede infine, all’esterno del perimetro del Parco, la zona:

comprendente porzioni del territorio limitrofo al Parco fortemente correlate negli aspetti morfologici, paesaggistici e ambientali al Parco stesso, solo per il territorio comunale di Montescaglioso.

Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente, avvertite sin dai primi decenni del secolo scorso, si sono andate via via sviluppando ed affinando, di talché oggi il quadro normativo di riferimento appare piuttosto articolato. Giova, peraltro, rammentare, che il territorio in argomento, valorizzato dal Parco

naturale delle chiese rupestri del materano, è stato inserito nel 1993 nell’Elenco del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la

, di seguito compendiati, devono lungimiranza sia la tutela delle peculiari caratteristiche

ambientali della località in esame, sia lo

e Normativa

Il Piano suddivide il territorio del Parco nelle seguenti “zone omogenee”, ai sensi della L.R.

comprendente l’intero inviluppo delle “gravine”, considerato l’elemento geo morfologico, antropico di maggiore qualità e caratterizzazione del Parco;in

riserva integrale è estesa oltre che per la sezione della forra anche sul piano per l’area di affioramento del substrato

comprendente le due aree boscate residuo dell’originaria copertura vegetazionale steppa degli altipiani e dei costoni calcarei,

costituenti il più rilevante connotato paesaggistico dell’ambiente Murgico;

adate per pressione antropica (zootecnica, estrazione materiali lapidei), dislocate per lo più lungo la fascia

comprendente porzioni del territorio limitrofo al Parco fortemente correlate negli aspetti morfologici, paesaggistici e ambientali al Parco stesso, solo per il

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Norme di indirizzo urbanistico Nei territori compresi nel Parco, qualsiasi attività edilizia è ammessa solo per far fronte alle necessità delle produzioni agricolo ed a quelle rientrati nei fini istitutivi del Parco Queste necessità dovranno risaziendale”(P.p.U.A.) che, sulla base dei risultati colturali, zootecnici e/o di trasformazione economica che si intendono conseguire, evidenzi l’utilizzazione delle costruzioni esistenti e la indispensabilità delle nuove costruzioni.

“Categorie d’intervento” delle trasformazioni edili zie consentite L’attività edilizia si esplica attraverso una casistica di interventi, denominati “categorie d’intervento”, così definite: Categoria 1)-scavo archeologico e m

• opere di conservazione integrale dei reperti archeologici o antropici nello stato attuale, sia dal punto di vista strutturale che delle qualità costitutive e percettive dei manufatti e dei resti; opere di protezione e presidio d

Categoria 2)- manutenzione ordinaria e straordinaria Categoria 3)-restauro e risanamento conservativo Categoria 4) - ristrutturazione edilizia Categoria 5)- ricomposizione tipologica:

• interventi di cui alla categoria 3), quando compdell’edificio, in tutto o in parte scomparsi, sulla base di matrici tipologiche desunte dalla casistica consolidata dei “tipi”.

Categoria 6) – ampliamenti :

• 6 a) - ampliamenti di strutture storiche tipizzate, di valore “eccezionale”: - laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a servizi della struttura principale (o a potenziamento delle sue capacità funzionali), b“tipi” e materiali omogenei alla stessa. -Gli ampliamenti non potranno eccedere il 20% della superficie utile preesistente, con esclusione delle superfici “rupestri” in ipogeo.

Norme di indirizzo urbanistico

mpresi nel Parco, qualsiasi attività edilizia è ammessa solo per far fronte alle necessità delle produzioni agricolo - zootecniche aziendali, ivi comprese quelle abitative, ed a quelle rientrati nei fini istitutivi del Parco.

Queste necessità dovranno risultare da un “piano pluriennale di utilizzazione aziendale”(P.p.U.A.) che, sulla base dei risultati colturali, zootecnici e/o di trasformazione economica che si intendono conseguire, evidenzi l’utilizzazione delle costruzioni esistenti

à delle nuove costruzioni.

“Categorie d’intervento” delle trasformazioni edili zie consentite

L’attività edilizia si esplica attraverso una casistica di interventi, denominati “categorie

scavo archeologico e mantenimento testimoniale:

opere di conservazione integrale dei reperti archeologici o antropici nello stato attuale, sia dal punto di vista strutturale che delle qualità costitutive e percettive dei manufatti e dei resti; opere di protezione e presidio dei manufatti;

manutenzione ordinaria e straordinaria

restauro e risanamento conservativo

ristrutturazione edilizia

ricomposizione tipologica:

interventi di cui alla categoria 3), quando comportano il ripristino di elementi dell’edificio, in tutto o in parte scomparsi, sulla base di matrici tipologiche desunte dalla casistica consolidata dei “tipi”.

ampliamenti di strutture storiche tipizzate, di valore paesaggistico “elevato” o

laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a servizi della struttura principale (o a potenziamento delle sue capacità funzionali), ben distinguibile da questa, ma realizzati secondo “tipi” e materiali omogenei alla stessa.

Gli ampliamenti non potranno eccedere il 20% della superficie utile preesistente, con esclusione delle superfici “rupestri” in ipogeo.

mpresi nel Parco, qualsiasi attività edilizia è ammessa solo per far fronte alle zootecniche aziendali, ivi comprese quelle abitative,

ultare da un “piano pluriennale di utilizzazione aziendale”(P.p.U.A.) che, sulla base dei risultati colturali, zootecnici e/o di trasformazione economica che si intendono conseguire, evidenzi l’utilizzazione delle costruzioni esistenti

“Categorie d’intervento” delle trasformazioni edili zie consentite

L’attività edilizia si esplica attraverso una casistica di interventi, denominati “categorie

opere di conservazione integrale dei reperti archeologici o antropici nello stato attuale, sia dal punto di vista strutturale che delle qualità costitutive e percettive dei

ei manufatti;

ortano il ripristino di elementi dell’edificio, in tutto o in parte scomparsi, sulla base di matrici tipologiche desunte

paesaggistico “elevato” o

laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a servizi della struttura principale (o a potenziamento

en distinguibile da questa, ma realizzati secondo

Gli ampliamenti non potranno eccedere il 20% della superficie utile preesistente,

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• 6 b) - ampliamenti di cebasso:

-laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a potenziare la struttura aziendale sotto l’aspetto produttivo e della residenza del conduttore, realizzati nel rispetto delle norme vigenti in materia, e dei parametri individuati agli articoli seguenti, detti nuovi corpi edilizi saranno realizzati riproponendo, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie distributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.

Categoria 7) - nuove costruzioni:

ai fini delle presenti Norme, si definiscono “nuove costruzioni”, i complessi edilizi riconducibili tipologicamente a “centri aziendali”, da realizzarsi in siti da edificazione; le “nuove costruzioni” saranno consentite, esclusivamente, sulla base delle specifiche previsioni del Piano Quadro, e/o della costituzione di nuovi “centri aziendali” a condizione che:

- si collochino in siti morfologicapaesaggistici dell’Altipiano, o comunque organicamente ricomposti in tale contesto;

- vengano verificate sulla base di studio di impatto ambientale (art. 61), che dovrà definire, oltre alle volumetrie compatarbusti) di raccordo paesaggistico e ambientale;

- non superino i parametri di compatibilità, produttiva, insediativa ed edilizia previsti agli articoli seguenti;

- i nuovi insediamenti ripropongano, sia neldistributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.

Nei territori ricadenti nei confini del Parco, fatta eccezione per le zone “zone A” di riserva integrale, è ammessa la realizzazelettrica, telefonica, TV, gas ecc., a condizione che le stesse vengano realizzate sulla base di uno studio di Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.)leggi in materia “e siano prevalentemente interrate lungo la viabilità esistente”.(Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco)

Destinazioni d’uso compatibili con i fini istitutivi del Parco Nei territori ricadenti nel perimetro del Parco sono, di norma, ammessi:

a ) -attività di conservazione e gestione degli ambienti naturali di pregio (boschi, macchie, gariga e steppe); b ) -attività agro/silvo/pastorali e zootecniche; c ) -attività artigianali; d ) -attività turistico ricreative e culturali; e ) -attività di organizzazione e gestione del Parco (centri visita, servizi, parcheggi ecc.) f ) -attività didattiche e di ricerca scientifica. g ) -residenza, nei limiti indicati all’art.20.

ampliamenti di centri aziendali recenti e/o di valore paesaggistico medio o

laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a potenziare la struttura aziendale sotto l’aspetto

ella residenza del conduttore, realizzati nel rispetto delle norme vigenti in materia, e dei parametri individuati agli articoli seguenti, detti nuovi corpi edilizi saranno realizzati riproponendo, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie

e, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.

nuove costruzioni:

ai fini delle presenti Norme, si definiscono “nuove costruzioni”, i complessi edilizi riconducibili tipologicamente a “centri aziendali”, da realizzarsi in siti da edificazione; le “nuove costruzioni” saranno consentite, esclusivamente, sulla base delle specifiche previsioni del Piano Quadro, e/o della costituzione di nuovi “centri aziendali” a condizione che:

si collochino in siti morfologicamente defilati rispetto ai prevalenti orizzonti paesaggistici dell’Altipiano, o comunque organicamente ricomposti in tale contesto;

vengano verificate sulla base di studio di impatto ambientale (art. 61), che dovrà definire, oltre alle volumetrie compatibili, anche le masse vegetazionali (alberi ed arbusti) di raccordo paesaggistico e ambientale;

non superino i parametri di compatibilità, produttiva, insediativa ed edilizia previsti

i nuovi insediamenti ripropongano, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie distributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.

Impianti pubblici

Nei territori ricadenti nei confini del Parco, fatta eccezione per le zone “zone A” di riserva integrale, è ammessa la realizzazione di impianti pubblici quali rete acqua e fogna, elettrica, telefonica, TV, gas ecc., a condizione che le stesse vengano realizzate sulla

Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) ai sensi delle vigenti evalentemente interrate lungo la viabilità esistente”.(Del. CR

927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco)

Destinazioni d’uso compatibili con i fini istitutivi del Parco

Nei territori ricadenti nel perimetro del Parco sono, di norma, ammessi:

ività di conservazione e gestione degli ambienti naturali di pregio (boschi, macchie,

attività agro/silvo/pastorali e zootecniche;

attività turistico ricreative e culturali; zzazione e gestione del Parco (centri visita, servizi, parcheggi ecc.)

attività didattiche e di ricerca scientifica. residenza, nei limiti indicati all’art.20.

ntri aziendali recenti e/o di valore paesaggistico medio o

laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a potenziare la struttura aziendale sotto l’aspetto

ella residenza del conduttore, realizzati nel rispetto delle norme vigenti in materia, e dei parametri individuati agli articoli seguenti, detti nuovi corpi edilizi saranno realizzati riproponendo, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie

e, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.

ai fini delle presenti Norme, si definiscono “nuove costruzioni”, i complessi edilizi riconducibili tipologicamente a “centri aziendali”, da realizzarsi in siti allo stato liberi da edificazione; le “nuove costruzioni” saranno consentite, esclusivamente, sulla base delle specifiche previsioni del Piano Quadro, e/o della costituzione di nuovi

mente defilati rispetto ai prevalenti orizzonti paesaggistici dell’Altipiano, o comunque organicamente ricomposti in tale contesto;

vengano verificate sulla base di studio di impatto ambientale (art. 61), che dovrà ibili, anche le masse vegetazionali (alberi ed

non superino i parametri di compatibilità, produttiva, insediativa ed edilizia previsti

l’uso dei materiali che nelle tipologie distributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.

Nei territori ricadenti nei confini del Parco, fatta eccezione per le zone “zone A” di riserva ione di impianti pubblici quali rete acqua e fogna,

elettrica, telefonica, TV, gas ecc., a condizione che le stesse vengano realizzate sulla ai sensi delle vigenti

evalentemente interrate lungo la viabilità esistente”.(Del. CR

Destinazioni d’uso compatibili con i fini istitutivi del Parco

Nei territori ricadenti nel perimetro del Parco sono, di norma, ammessi:

ività di conservazione e gestione degli ambienti naturali di pregio (boschi, macchie,

zzazione e gestione del Parco (centri visita, servizi, parcheggi ecc.)

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Attività di organizzazione e gestione del Parco Il Piano Quadro prevede i siti e organizzazione e gestione del Parco. Tali attività sono così individuate: a) centri visita b) aree di parcheggio e relativi servizi c) aree pic-nic o di sosta lungo gli itinerari di visita. Sono individuati quali “centri visita”, antiche strutture rurali non più utilizzate a fini agro silvo - pastorali, suscettibili di riqualificazione quali punti di aggregazione, documentazione per i visitatori e gli utenti del Parco. I centri visita potranno essere a gestione pubblica (Comune od Ente Parco) o privata. Il centro visita sarà allestito mediante un progetto unitario d’iniziativa pubblica o privata prevedente:

• una o più sale di accoglienza degli utenti • una sala per proiezioni • una o più sale di documentazione tematica sulle caratteristiche storico

naturalistiche del parco • piccoli punti di ristoro o aree di sosta adiacenti.

Nel caso di “centri visita” di proprietà ed a gestione privata, sarà consentito integrare alle summenzionate strutture quelle di ospitalità turistico Le aree di parcheggio di cui al punto b) precedente sono di norma collocate in adiacenza o a breve distanza dai “centri visita”, o da altre strutture compatibili con iparco; esse rappresentano i luoghi obbligatori di parcheggio degli autoveicoli privati e di partenza degli itinerari alternativi (pedonali, equestri, ciclabili, ecc.) di percorrenza del territorio del Parco. Le aree di parcheggio saranno realizzate, ove previste dal Piano Quadro, sulla base di progetto esecutivo prevedente:

• numero di posti auto compatibile con le caratteristiche morfologiche dei luoghi, non essendo consentite significative alterazioni delle stesse, ma solo opportune sistemazioni;

• adeguata piantumazione con siepi ed alberatura dei siti, al duplice scopo di creare ombra e mascherare la presenza di veicoli;

• nuclei di servizi igienici; • punto minimo di ristoro bar (20 mq. utili massimo).

Le aree di parcheggio saranno realizzate ad iniziativa pubblica, o ad iniziativa privata, nell’ambito dei programmi biennali di attuazione del Piano Quadro gestiti dall’Ente Parco. Nel caso di realizzazione ad iniziativa privata saranno definite, in apposite convenzioni stipulare tra soggetto attuatore ed Ente Parco, le modalità di gestione, i servizi, i costi, l’eventuale rientro economico per l’Ente concedente.

Attività di organizzazione e gestione del Parco

Il Piano Quadro prevede i siti e le strutture nelle quali saranno collocate le attività di organizzazione e gestione del Parco.

Tali attività sono così individuate:

b) aree di parcheggio e relativi servizi nic o di sosta lungo gli itinerari di visita.

Sono individuati quali “centri visita”, antiche strutture rurali non più utilizzate a fini agro pastorali, suscettibili di riqualificazione quali punti di aggregazione, documentazione

per i visitatori e gli utenti del Parco.

nno essere a gestione pubblica (Comune od Ente Parco) o privata. Il centro visita sarà allestito mediante un progetto unitario d’iniziativa pubblica o privata

una o più sale di accoglienza degli utenti

e di documentazione tematica sulle caratteristiche storico naturalistiche del parco piccoli punti di ristoro o aree di sosta adiacenti.

Nel caso di “centri visita” di proprietà ed a gestione privata, sarà consentito integrare alle nate strutture quelle di ospitalità turistico - ricreativa di cui al precedente art.16.

Le aree di parcheggio di cui al punto b) precedente sono di norma collocate in adiacenza o a breve distanza dai “centri visita”, o da altre strutture compatibili con iparco; esse rappresentano i luoghi obbligatori di parcheggio degli autoveicoli privati e di partenza degli itinerari alternativi (pedonali, equestri, ciclabili, ecc.) di percorrenza del

nno realizzate, ove previste dal Piano Quadro, sulla base di progetto esecutivo prevedente:

numero di posti auto compatibile con le caratteristiche morfologiche dei luoghi, non essendo consentite significative alterazioni delle stesse, ma solo opportune

adeguata piantumazione con siepi ed alberatura dei siti, al duplice scopo di creare ombra e mascherare la presenza di veicoli; nuclei di servizi igienici; punto minimo di ristoro bar (20 mq. utili massimo).

eggio saranno realizzate ad iniziativa pubblica, o ad iniziativa privata, nell’ambito dei programmi biennali di attuazione del Piano Quadro gestiti dall’Ente Parco. Nel caso di realizzazione ad iniziativa privata saranno definite, in apposite convenzioni stipulare tra soggetto attuatore ed Ente Parco, le modalità di gestione, i servizi, i costi, l’eventuale rientro economico per l’Ente concedente.

Attività di organizzazione e gestione del Parco

le strutture nelle quali saranno collocate le attività di

Sono individuati quali “centri visita”, antiche strutture rurali non più utilizzate a fini agro pastorali, suscettibili di riqualificazione quali punti di aggregazione, documentazione

nno essere a gestione pubblica (Comune od Ente Parco) o privata. Il centro visita sarà allestito mediante un progetto unitario d’iniziativa pubblica o privata

e di documentazione tematica sulle caratteristiche storico - antropico -

Nel caso di “centri visita” di proprietà ed a gestione privata, sarà consentito integrare alle ricreativa di cui al precedente art.16.

Le aree di parcheggio di cui al punto b) precedente sono di norma collocate in adiacenza o a breve distanza dai “centri visita”, o da altre strutture compatibili con i fini istitutivi del parco; esse rappresentano i luoghi obbligatori di parcheggio degli autoveicoli privati e di partenza degli itinerari alternativi (pedonali, equestri, ciclabili, ecc.) di percorrenza del

nno realizzate, ove previste dal Piano Quadro, sulla base di

numero di posti auto compatibile con le caratteristiche morfologiche dei luoghi, non essendo consentite significative alterazioni delle stesse, ma solo opportune ed articolate

adeguata piantumazione con siepi ed alberatura dei siti, al duplice scopo di creare

eggio saranno realizzate ad iniziativa pubblica, o ad iniziativa privata, nell’ambito dei programmi biennali di attuazione del Piano Quadro gestiti dall’Ente Parco. Nel caso di realizzazione ad iniziativa privata saranno definite, in apposite convenzioni da stipulare tra soggetto attuatore ed Ente Parco, le modalità di gestione, i servizi, i costi,

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Le aree di sosta o di pic-nic di cui al punto c) precedente saranno individuate nell’ambito dei programmi di attuazione del Piano Quadro, di norma in adiacenza alle strutture turistico ricreative ,o in funzione delle percorribilità degli itinerari di visita del Parco. Esse consisteranno in piccoli spazi alberati ed arredati con strutture minime (panche in legno, barbecues in pietra, tabelle di segnaletica), senza particolari sistemazioni dello stato dei luoghi originari.

All’interno del Parco sono consentite attività artigianali del tipo “artistico” e riferite a materiali tradizionali: pietra, cartapesta, ceramica, legno, metalli.

Attività didattiche, di documentazione e di ricerca scientifica Le attività didattiche, di documentazione scientifica, e di educazione ambientale saranno di norma collocate all’interno dei Centri Visita, ordall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati, all’interno del perimetro del Parco” (Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco), Centri di Ricerca Scientifica su tematismi attinenti le finalità istitutive del Parco. Le relative strutture dovranno trovare ospitalità in edifici rurali (masserie, ecc.) preesistenti, opportunamente restaurate ed adeguate nel rispetto delle presenti Norme.L’Ente Parco potrà inoltre individuare, a particolare interesse storico/naturalistico/ambientale, attrezzandoli con opportuna segnaletica.

Le residenze sono ammesse all’interno del perimetro del Parco nei seguenti casi:

• residenze preesistenti alla data di approvazione del Piano Quadro; • residenze a servizio delle attività di cui ai punti a/e del precedente art.14, nei limiti

consentiti dalle norme specifiche; • residenze connesse agli interventi di “riqualificazione urbanistica” ,nei limit

consentiti.

Tutti i corpi idrici ricadenti nel territorio del Parco vanno tutelati e ricondotti alle caratteristiche quali-quantitative necessarie per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, ed in generale dell’equilibrio ec

nic di cui al punto c) precedente saranno individuate nell’ambito i di attuazione del Piano Quadro, di norma in adiacenza alle strutture

o in funzione delle percorribilità degli itinerari di visita del Parco.

Esse consisteranno in piccoli spazi alberati ed arredati con strutture minime (panche in legno, barbecues in pietra, tabelle di segnaletica), senza particolari sistemazioni dello

Attività artigianali

All’interno del Parco sono consentite attività artigianali del tipo “artistico” e riferite a : pietra, cartapesta, ceramica, legno, metalli.

Attività didattiche, di documentazione e di ricerca scientifica

Le attività didattiche, di documentazione scientifica, e di educazione ambientale saranno di norma collocate all’interno dei Centri Visita, organizzati secondo i tematismi definiti

“Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati, all’interno del perimetro del Parco” (Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco), Centri di Ricerca

tinenti le finalità istitutive del Parco. Le relative strutture dovranno trovare ospitalità in edifici rurali (masserie, ecc.) preesistenti, opportunamente restaurate ed adeguate nel rispetto delle presenti Norme. L’Ente Parco potrà inoltre individuare, a fini didattici, “sentieri natura” in luoghi di particolare interesse storico/naturalistico/ambientale, attrezzandoli con opportuna

Residenze

Le residenze sono ammesse all’interno del perimetro del Parco nei seguenti casi:

tenti alla data di approvazione del Piano Quadro; residenze a servizio delle attività di cui ai punti a/e del precedente art.14, nei limiti consentiti dalle norme specifiche; residenze connesse agli interventi di “riqualificazione urbanistica” ,nei limit

Tutela delle Acque

Tutti i corpi idrici ricadenti nel territorio del Parco vanno tutelati e ricondotti alle quantitative necessarie per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici,

ed in generale dell’equilibrio ecologico del Parco.

nic di cui al punto c) precedente saranno individuate nell’ambito i di attuazione del Piano Quadro, di norma in adiacenza alle strutture

o in funzione delle percorribilità degli itinerari di visita del Parco.

Esse consisteranno in piccoli spazi alberati ed arredati con strutture minime (panche in legno, barbecues in pietra, tabelle di segnaletica), senza particolari sistemazioni dello

All’interno del Parco sono consentite attività artigianali del tipo “artistico” e riferite a

Attività didattiche, di documentazione e di ricerca scientifica

Le attività didattiche, di documentazione scientifica, e di educazione ambientale saranno di ganizzati secondo i tematismi definiti

“Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati, all’interno del perimetro del Parco” (Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco), Centri di Ricerca

tinenti le finalità istitutive del Parco. Le relative strutture dovranno trovare ospitalità in edifici rurali (masserie, ecc.) preesistenti, opportunamente

fini didattici, “sentieri natura” in luoghi di particolare interesse storico/naturalistico/ambientale, attrezzandoli con opportuna

Le residenze sono ammesse all’interno del perimetro del Parco nei seguenti casi:

tenti alla data di approvazione del Piano Quadro; residenze a servizio delle attività di cui ai punti a/e del precedente art.14, nei limiti

residenze connesse agli interventi di “riqualificazione urbanistica” ,nei limit i ivi

Tutti i corpi idrici ricadenti nel territorio del Parco vanno tutelati e ricondotti alle quantitative necessarie per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici,

Page 9: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

Interventi a carattere naturalistico Risanamento ambientale complessivo della zona attraverso:

a) eliminazione delle micro

b) riordino dei coltivi, attraversoParco, di ripristino e/o riconversione delle coltivazioni ivi praticate;

c) tutela delle aree a coperture vegetale e/o floristica spontanea

d) riordino e rifacimento dei muretti a secco di delimitazione

Per tutti gli interventi consentiti dalle presenti Norme è fatto obbligo adeguare i sistemi di raccolta e smaltimento dalle acque reflue alle vigenti leggi in materia (s.m.i.). Il quadro conoscitivo del SICstati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (geologici, florofaunistici ed agronomici) e strumenti damministrazioni regionale e provinciale e dei comunali, integrati dai dati reperibili nella letteratura scientifica e da informazioni inedite raccolte durante i sopralluoghi in campo o fornite da esperti e professionisti

Interventi a carattere naturalistico-ambientale

Risanamento ambientale complessivo della zona attraverso:

eliminazione delle micro-discariche abusive ai margini delle viabilità e dei pendii;

riordino dei coltivi, attraverso un progetto unitario organico, ad iniziativa dell’Ente Parco, di ripristino e/o riconversione delle coltivazioni ivi praticate;

tutela delle aree a coperture vegetale e/o floristica spontanea

riordino e rifacimento dei muretti a secco di delimitazione dei lotti e dei coltivi.

Per tutti gli interventi consentiti dalle presenti Norme è fatto obbligo adeguare i sistemi di raccolta e smaltimento dalle acque reflue alle vigenti leggi in materia (T.U.A. n. 152/2006 e

Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (geologici, florofaunistici ed agronomici) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e dei comunali, integrati dai dati reperibili nella letteratura scientifica e da informazioni inedite raccolte durante i sopralluoghi in campo o fornite da esperti e professionisti.

ambientale

discariche abusive ai margini delle viabilità e dei pendii;

un progetto unitario organico, ad iniziativa dell’Ente Parco, di ripristino e/o riconversione delle coltivazioni ivi praticate;

dei lotti e dei coltivi.

Per tutti gli interventi consentiti dalle presenti Norme è fatto obbligo adeguare i sistemi di T.U.A. n. 152/2006 e

e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (geologici, floro-vegetazionali,

i pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e dei comunali, integrati dai dati reperibili nella letteratura scientifica e da informazioni inedite raccolte durante i

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Normative Comunitarie

ACQUA

Livello Comunitario

NORMATIVE Direttiva 76/464/CEE del Consiglio del 4 maggio 1976 concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico della Comunit(Gazzetta ufficiale 18 maggio 1976 n. L 129)

NORMATIVE Direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane (Gazzetta ufficiale n. L 135 del 30/05/1991)

NORMATIVE Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale ndel 31/12/1991).

NORMATIVE Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375 del 31/12/1991).

NORMATIVE Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque

Livello Nazionale_sub peninsulare NORMATIVE

Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del "Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Apfase di consultazione ex art. 14 D.Lgs. 4/2008

NORMATIVE Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005

NORMATIVE Piano stralcioVigente

NORMATIVE Relazioni annuali sull'uso del suolo e delle acque

NORMATIVE

D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. ambientale. Parte terza lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche

Livello Regionale

Legge Regionale 17 gennaio 1994, n. 3. REGIONE BASILICATA “Piano di risanamento delle acque. Tutela, uso e risanamento delle risorse idriche”

D.Lgs. 152/06 ACQUE (PRTA)

PIANI Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005 con delibera n. 20)

PIANI PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (PRTA)

PIANI

Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), approvato dal proprio comitato istituzionale in data 5/12/2001 con delibera n. 26 e aggiornato annualmente

“Piano Antincendio Regionale” (PAR). Redatto ai sensi dell’art. 2 comma 1 della Legge Regionale n. 13 del 22 febbraio 2005 secondo le indicazioni cLegge Quadro n. 353 del 21 novembre 2000

RELAZIONI Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale

Normative Comunitarie-Nazionali e Regionali

Direttiva 76/464/CEE del Consiglio del 4 maggio 1976 concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico della Comunità (Gazzetta ufficiale 18 maggio 1976 n. L 129) Direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane (Gazzetta ufficiale n. L 135 del 30/05/1991) Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375 del 31/12/1991). Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa a protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai

nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375 del 31/12/1991). Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del "Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale"Avvio della fase di consultazione ex art. 14 D.Lgs. 4/2008

Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005)

Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI) -

Relazioni annuali sull'uso del suolo e delle acque D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. “Norme in materia ambientale. Parte terza - Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque

uinamento e di gestione delle risorse idriche

Legge Regionale 17 gennaio 1994, n. 3. REGIONE BASILICATA -“Piano di risanamento delle acque. Tutela, uso e risanamento delle risorse idriche”. B.U. n.4 del 22 gennaio 1994. Titolo II

D.Lgs. 152/06 - Art. 121. PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (PRTA)

Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005 con delibera n. 20)

PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (PRTA) Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), approvato dal proprio comitato istituzionale in data 5/12/2001 con delibera n. 26 e aggiornato annualmente “Piano Antincendio Regionale” (PAR). Redatto ai sensi dell’art. 2 comma 1 della Legge Regionale n. 13 del 22 febbraio 2005 secondo le indicazioni contenute nel comma 3 dell’art. 3 della Legge Quadro n. 353 del 21 novembre 2000 - Anno 2009-2011.

Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale

Nazionali e Regionali

Direttiva 76/464/CEE del Consiglio del 4 maggio 1976 concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze

à

http://www.arpalazio.net/main/normativa/Acqua/1976/Direttiva%2076_464_CEE.htm

91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane

http://www.atoumbria2.it/normativa/comunitaria/direttiva_91_271_CEE.pdf

Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai

. L 375

www.arpa.emr.it/cms3/documenti/acqua/direttiva91_676.pdf

Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa a protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai

nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375

http://ec.europa.eu/environment/water/water-nitrates/pdf/91_676_eec_it.pdf

Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione

http://www.gruppo183.org/acqua/legislazione/direttiva.pdf

Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del "Piano di Gestione pennino Meridionale"Avvio della

http://www.minambiente.it/

Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp

-http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp

http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp

“Norme in materia Norme in materia di difesa del suolo e

lotta alla desertificazione, di tutela delle acque

-

“Piano di risanamento delle acque. Tutela, uso e risanamento

Art. 121. PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE

http://www.regione.basilicata.it/dipambiente/default.cfm?fuseaction=linkdir&dir=1&doc=&link=1840

Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp http://www.arbea.basilicata.it/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=723

Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), approvato dal proprio comitato istituzionale in data 5/12/2001 http://www.adb.basilicata.it/ad

b/pStralcio/piano2010_vig.asp

Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp

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PIANI

Piani di eventuali Autorità di Bacino che interessino i fiumi/laghi di interesse di ciascuna singola ATO e affluenti (se esistono dovrebbero essere reperibili presso AssessoratAmbiente o Assessorato Opere Pubbliche/Difesa Suolo

SUOLO E RIFIUTI

Livello Nazionale

Decreto interministeriale 7 aprile 2006: “Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allegislativo 11 maggio 1999, n. 152”

NORMATIVE

D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. ambientale. Parte quarta rifiuti e di bonifica dei siti inquinati

NORMATIVE

D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, e art. 93 del decreto legislativo 152/2006 in materia di individuazione delle zone vulnerabili da fitosanitari: dcorpi idrici o di altri luoghi sensibili

NORMATIVE

D.Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59: “Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CEE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, in materia di riduzione integrata dell’inquinamento degli allevamenti intensivi indicati nell’Allegat

NORMATIVE

legge 18 maggio 1989, n. 183. "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"(Testo della legge 183/89 integrata con la legge 253/90, con il decreto legge 398/93 convertito con la legge 4961/94, con la legge 584/94

Livello Regionale Inquadramento normativo siti contaminati

consultare il sito ARPAB con tutte le leggi su (discariche, estrazione inerti, etc)

NORMATIVE

Legge Regionale 27 aprile 1999, nproduzioni biologiche regionali (*) (B.U. Regione Basilicata n. 28 del 6 maggio 1999)

NORMATIVE

Legge Regionale n. 6 DEL 2gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano

NORMATIVE

Deliberazione della Giunta Regionale 18 marzo 2002, n. 476: Individuazione delle aree naturali destinate al pascolo ai fini delle produzioni zootecniche biologiche.

NORMATIVE

DGR n. 1985 del 19/12/2006: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati

NORMATIVE

DGR n. 293 del 17 luglio 2007 e DGR n. 413 del 28/02/2007: Programma d’azione della Basilicata per le zone ordinarie o non vulnerabili ai nitrati di origine agrico

PROVINCIA DI della gestione dei rifiuti”

Piani di eventuali Autorità di Bacino che interessino i fiumi/laghi di interesse di ciascuna singola ATO e affluenti (se esistono dovrebbero essere reperibili presso Assessorato regionale Ambiente o Assessorato Opere Pubbliche/Difesa Suolo

Decreto interministeriale 7 aprile 2006: “Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152” D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. “Norme in materia ambientale. Parte quarta - Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati

D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, e art. 93 del decreto legislativo 152/2006 in materia di individuazione delle zone vulnerabili da fitosanitari: disposizioni sull’uso di pesticidi nelle vicinanze di corpi idrici o di altri luoghi sensibili

D.Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59: “Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CEE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, in materia di riduzione integrata dell’inquinamento degli allevamenti intensivi indicati nell’Allegato 1 del medesimo decreto

legge 18 maggio 1989, n. 183. "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"(Testo della legge 183/89 integrata con la legge 253/90, con il decreto legge 398/93 convertito con la legge 493/93, con la legge 61/94, con la legge 584/94

Inquadramento normativo siti contaminati

consultare il sito ARPAB con tutte le leggi su (discariche, estrazione inerti, etc) Legge Regionale 27 aprile 1999, n. 14: Disciplina delle produzioni biologiche regionali (*) (B.U. Regione Basilicata n. 28 del 6 maggio 1999) Legge Regionale n. 6 DEL 2-02-2001. Disciplina delle attività di gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano

Deliberazione della Giunta Regionale 18 marzo 2002, n. 476: Individuazione delle aree naturali destinate al pascolo ai fini delle produzioni zootecniche biologiche.

DGR n. 1985 del 19/12/2006: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati

DGR n. 293 del 17 luglio 2007 e DGR n. 413 del 28/02/2007: Programma d’azione della Basilicata per le zone ordinarie o non vulnerabili ai nitrati di origine agricola,.

PROVINCIA DI MATERA – “Piano Provinciale di Organizzazione della gestione dei rifiuti”. D.Lgs 152/2006

Piani di eventuali Autorità di Bacino che interessino i fiumi/laghi di interesse di ciascuna singola ATO e affluenti (se esistono

o regionale

Decreto interministeriale 7 aprile 2006: “Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli

levamento, di cui all’articolo 38 del decreto

“Norme in materia Norme in materia di gestione dei

D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, e art. 93 del decreto legislativo 152/2006 in materia di individuazione delle zone vulnerabili da

isposizioni sull’uso di pesticidi nelle vicinanze di

D.Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59: “Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CEE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, in materia di riduzione integrata dell’inquinamento degli allevamenti intensivi indicati

legge 18 maggio 1989, n. 183. "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"(Testo della legge 183/89 integrata con la legge 253/90, con il decreto

3/93, con la legge http://www.adbve.it/Documenti/legge18389.htm

http://www.arpal.org/Temi/Suolo/normativa.htm

consultare il sito ARPAB con tutte le leggi su (discariche, http://www.arpab.it/

. 14: Disciplina delle produzioni biologiche regionali (*) (B.U. Regione Basilicata n. 28

2001. Disciplina delle attività di http://minisiti.basilicatanet.it/giu

nta/files/docs/DOCUMENT_FILE_242347.pdf

DGR n. 1985 del 19/12/2006: Designazione delle zone vulnerabili

DGR n. 293 del 17 luglio 2007 e DGR n. 413 del 28/02/2007: Programma d’azione della Basilicata per le zone ordinarie o

“Piano Provinciale di Organizzazione

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STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI L’analisi dello stato di conservazione degli habitat e delle fitocenosi presennell’area oggetto di studio, è stata effettuata sulla base delle informazioni contenute nel Sistema Ecologico FunzionaleBasilicata ma soprattutto sulla base delle informazioni presenti nei formulari standard aggiornati al 2010 e sulle informazioni presenti nei report della fase di “Monitoraggio” ritenuta propedeutica alla fase di redazione delle misure di conservazione. Tra l’altro per avere un quadro delle esigenze ecologiche (fattori biotici ed abiotici) degli habitat e delle specie e valutare/monitorare le criticità ambientali dell’area è stato usato il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte) mettendo in relazione le pressioni esercitate sulla matrice ambientale, lo stato della matrice stessa e le risposte presenti ed ipotizzabili ASSETTO IDROBIOLOGICO La presente relazione rappresenta un sunto della della tesi di dottorato dal titolo “Qualità ecologica dei corpi idrici del Parco della Murgia Materana” discussa dal Dott. Vito Santarcapresso l'Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi AgroZootecnici e Forestali, nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria del Territorio e dell'Ambiente Agro-Forestale. I torrenti Gravina di MateraBradano, ed in particolare il Torrente Jesce è un affluente di sinistra del Torrente Gravina, il quale a sua volta si immette nel Fiume Bradano in sinistra idrografica.Il Torrente Gravina di Matera codell’invaso di San Giuliano, dopo aver raccolto le acque dello Jesce in concomitanza della sua confluenza di fronte all’abitato di Matera.I corsi d’acqua superficiali, che scorrono all’interno del SICMatera”, sono a carattere torrentizio, con scarse portate anche a causa della natura stessa del substrato. La roccia calcarea fessurata e permeabile dà luogo a modesti ruscellamenti lungo le gravine che intersecano l’intero altopiano e si trasformano in torrenti solo nel caso di violente precipitazioni. Le alluvioni, anche se di breve durata, percorrendo le depressioni delle “lame”, trascinano via forti quantità di limo impoverendo il suolo. Il carattere torrentizio dei corsi d’acqua presentcontinui e talvolta anche notevoli, apporti idrici di diversi depuratori di acque reflue urbane ed industriali che si immettono lungo tutto il loro percorso. Questi scarichi rappresentano, in alcuni periodi dell’anno, l’unialvei, che altrimenti rimarrebbero asciutti per effetto della stagione secca, talvolta prolungata in questo contesto geografico.Il Torrente Gravina di Materacomplessivamente circa 32 Km, la sua quota massima è posta a 430 m s.l.m., quella minima a circa 90 m s.l.m. alla confluenza con il Bradano.

STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI

L’analisi dello stato di conservazione degli habitat e delle fitocenosi presennell’area oggetto di studio, è stata effettuata sulla base delle informazioni contenute nel Sistema Ecologico Funzionale Territoriale realizzato dalla regione Basilicata ma soprattutto sulla base delle informazioni presenti nei formulari

rnati al 2010 e sulle informazioni presenti nei report della fase di “Monitoraggio” ritenuta propedeutica alla fase di redazione delle misure di

Tra l’altro per avere un quadro delle esigenze ecologiche (fattori biotici ed abitat e delle specie e valutare/monitorare le criticità ambientali

dell’area è stato usato il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte) mettendo in relazione le pressioni esercitate sulla matrice ambientale, lo

stessa e le risposte presenti ed ipotizzabili.

La presente relazione rappresenta un sunto della della tesi di dottorato dal titolo “Qualità ecologica dei corpi idrici del Parco della Murgia Materana” discussa dal Dott. Vito Santarcapresso l'Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi AgroZootecnici e Forestali, nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria del Territorio e

I torrenti Gravina di Matera e Jesce sono inclusi nel bacino idrografico del Fiume Bradano, ed in particolare il Torrente Jesce è un affluente di sinistra del Torrente Gravina, il quale a sua volta si immette nel Fiume Bradano in sinistra idrografica.Il Torrente Gravina di Matera confluisce nel Fiume Bradano alcuni chilometri a valle dell’invaso di San Giuliano, dopo aver raccolto le acque dello Jesce in concomitanza della sua confluenza di fronte all’abitato di Matera.I corsi d’acqua superficiali, che scorrono all’interno del SICMatera”, sono a carattere torrentizio, con scarse portate anche a causa della natura stessa del substrato. La roccia calcarea fessurata e permeabile dà luogo a modesti ruscellamenti lungo le gravine che intersecano l’intero altopiano e si asformano in torrenti solo nel caso di violente precipitazioni. Le alluvioni, anche se di breve durata, percorrendo le depressioni delle “lame”, trascinano via forti quantità di limo impoverendo il suolo.

Il carattere torrentizio dei corsi d’acqua presenti in area Parco, è inficiato dai continui e talvolta anche notevoli, apporti idrici di diversi depuratori di acque reflue urbane ed industriali che si immettono lungo tutto il loro percorso. Questi scarichi rappresentano, in alcuni periodi dell’anno, l’unica quota affluente negli alvei, che altrimenti rimarrebbero asciutti per effetto della stagione secca, talvolta prolungata in questo contesto geografico. Torrente Gravina di Matera, costeggia il lato orientale della città, ed è lungo

rca 32 Km, la sua quota massima è posta a 430 m s.l.m., quella minima a circa 90 m s.l.m. alla confluenza con il Bradano.

STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI

L’analisi dello stato di conservazione degli habitat e delle fitocenosi presenti nell’area oggetto di studio, è stata effettuata sulla base delle informazioni

Territoriale realizzato dalla regione Basilicata ma soprattutto sulla base delle informazioni presenti nei formulari

rnati al 2010 e sulle informazioni presenti nei report della fase di “Monitoraggio” ritenuta propedeutica alla fase di redazione delle misure di

Tra l’altro per avere un quadro delle esigenze ecologiche (fattori biotici ed abitat e delle specie e valutare/monitorare le criticità ambientali

dell’area è stato usato il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte) mettendo in relazione le pressioni esercitate sulla matrice ambientale, lo

La presente relazione rappresenta un sunto della della tesi di dottorato dal titolo “Qualità ecologica dei corpi idrici del Parco della Murgia Materana” discussa dal Dott. Vito Santarcangelo presso l'Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi Agro-Zootecnici e Forestali, nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria del Territorio e

e Jesce sono inclusi nel bacino idrografico del Fiume Bradano, ed in particolare il Torrente Jesce è un affluente di sinistra del Torrente Gravina, il quale a sua volta si immette nel Fiume Bradano in sinistra idrografica.

nfluisce nel Fiume Bradano alcuni chilometri a valle dell’invaso di San Giuliano, dopo aver raccolto le acque dello Jesce in concomitanza della sua confluenza di fronte all’abitato di Matera. I corsi d’acqua superficiali, che scorrono all’interno del SIC-ZPS “Gravine di Matera”, sono a carattere torrentizio, con scarse portate anche a causa della natura stessa del substrato. La roccia calcarea fessurata e permeabile dà luogo a modesti ruscellamenti lungo le gravine che intersecano l’intero altopiano e si asformano in torrenti solo nel caso di violente precipitazioni. Le alluvioni, anche se di breve durata, percorrendo le depressioni delle “lame”, trascinano via forti

i in area Parco, è inficiato dai continui e talvolta anche notevoli, apporti idrici di diversi depuratori di acque reflue urbane ed industriali che si immettono lungo tutto il loro percorso. Questi

ca quota affluente negli alvei, che altrimenti rimarrebbero asciutti per effetto della stagione secca, talvolta

, costeggia il lato orientale della città, ed è lungo rca 32 Km, la sua quota massima è posta a 430 m s.l.m.,

quella minima a circa 90 m s.l.m. alla confluenza con il Bradano.

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Il suo bacino, alla sezione di chiusura considerata (confluenza con il Torrente Jesce), sottende un’area di circa 489,56 Km2, caratterprevalentemente agricolo, dedicato alla coltivazione di estese piantagioni cerealicole in aree non irrigue, destinate sia alla produzione alimentare umana, che alla produzione di foraggio per gli allevamenti zootecnici presenti iLa netta prevalenza di colture cerealicole, fa sì che per parte dell’anno i suoli siano privi di vegetazione, con conseguente aumento dei fenomeni erosivi.La produzione cerealicola comporta l’uso di diverse sostanze di sintesi che vengono applicate in brevi periodi dell’anno, comportando processi di dilavamento in caso di pioggia, che potrebbe veicolare queste sostanze nel reticolo idrografico superficiale.Il Torrente Gravina nasce nel territorio comunale di Altamura, e precisamente a Nord-Ovest del centro abitato, attraversa per alcuni chilometri la parte settentrionale dell’agro materano come Canale del Pantano, raccogliendo le acque di scolo confluenti da altri fossi e canali, assume, dopo il Ponte della Palomba, l’aspetto vero e proprio della gprima in maniera lieve e man mano sempre più profondi (profondità massima di 200 m a Sud di Matera nella valle S.Campo). Dopo circa 1 Km lambisce il Rione Sassi di Matera che occupa la parte alta del versante destro tributi del Torrente Jesce e di due solchi di erosione fluviale, localmente definiti “grabiglioni”, oggi non più visibili perché canalizzati dalla rete fognaria del Rione Sassi. Successivamente, procedendo in direzione Sudidrici di altri canali o solchi di incisione torrentizia minori, collocati in sinistra orografica, provenienti dall’altopiano calcareo prospicente; procedendo nel territorio di Montescaglioso riceve dapprima i tributi di altri canle caratteristiche di un corso incassato in canyon, dove prende il nome di Torrente Fiumicello, che confluisce dopo 15 Km nel fiume Bradano.Il Torrente Gravina presenta generalmente lungo tutto il suo sviluppo una debole pendenza; l’alveo che, per alcuni tratti della parte alta, si presenta canalizzato, nella parte bassa è interessato da turbolenze formando laghetti, vasche, marmitte, intervallati da piccoli salti e cascatelle. Il Torrente Jesce, in area SICorigina anch’esso in territorio comunale di Altamura, e precisamente a Norddell’abitato, il suo percorso si sviluppa totalmente nella depressione tettonica posta a Nord della città di Matera, incuneandosi per circa un chilomnell’altipiano calcareo, dove alimenta, nel suo tratto terminale, un ampio bacino incavato nella roccia chiamato nel gergo locale “Jurio” (gorgo), per poi confluire nel Torrente Gravina di Matera, rappresentandone così un affluente di sinistra.Vale la pena osservare che i torrenti oggetto del presente studio, costituiscono il recapito finale di tutti gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, gestiti dall’Acquedotto Lucano, e di parte di quelli della Città di Altamura, degli impianti di trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di depurazione di reflui civili e industriali privati.

Il suo bacino, alla sezione di chiusura considerata (confluenza con il Torrente Jesce), sottende un’area di circa 489,56 Km2, caratterizzata da un uso del suolo prevalentemente agricolo, dedicato alla coltivazione di estese piantagioni cerealicole in aree non irrigue, destinate sia alla produzione alimentare umana, che alla produzione di foraggio per gli allevamenti zootecnici presenti iLa netta prevalenza di colture cerealicole, fa sì che per parte dell’anno i suoli siano privi di vegetazione, con conseguente aumento dei fenomeni erosivi.La produzione cerealicola comporta l’uso di diverse sostanze di sintesi che

e in brevi periodi dell’anno, comportando processi di dilavamento in caso di pioggia, che potrebbe veicolare queste sostanze nel reticolo idrografico superficiale. Il Torrente Gravina nasce nel territorio comunale di Altamura, e precisamente a

el centro abitato, attraversa per alcuni chilometri la parte settentrionale dell’agro materano come Canale del Pantano, raccogliendo le acque di scolo confluenti da altri fossi e canali, assume, dopo il Ponte della Palomba, l’aspetto vero e proprio della gravina con calcareniti e calcari incisi prima in maniera lieve e man mano sempre più profondi (profondità massima di 200 m a Sud di Matera nella valle S.Campo). Dopo circa 1 Km lambisce il Rione Sassi di Matera che occupa la parte alta del versante destro del Torrente e riceve i tributi del Torrente Jesce e di due solchi di erosione fluviale, localmente definiti “grabiglioni”, oggi non più visibili perché canalizzati dalla rete fognaria del Rione

Successivamente, procedendo in direzione Sud-Est, raccoglie gli scarsi apporti idrici di altri canali o solchi di incisione torrentizia minori, collocati in sinistra orografica, provenienti dall’altopiano calcareo prospicente; procedendo nel territorio di Montescaglioso riceve dapprima i tributi di altri canali per poi perdere le caratteristiche di un corso incassato in canyon, dove prende il nome di Torrente Fiumicello, che confluisce dopo 15 Km nel fiume Bradano. Il Torrente Gravina presenta generalmente lungo tutto il suo sviluppo una debole

veo che, per alcuni tratti della parte alta, si presenta canalizzato, nella parte bassa è interessato da turbolenze formando laghetti, vasche, marmitte, intervallati da piccoli salti e cascatelle.

, in area SIC-ZPS, percorre l’omonima Gravina, il bacino imbrifero origina anch’esso in territorio comunale di Altamura, e precisamente a Norddell’abitato, il suo percorso si sviluppa totalmente nella depressione tettonica posta a Nord della città di Matera, incuneandosi per circa un chilomnell’altipiano calcareo, dove alimenta, nel suo tratto terminale, un ampio bacino incavato nella roccia chiamato nel gergo locale “Jurio” (gorgo), per poi confluire nel Torrente Gravina di Matera, rappresentandone così un affluente di sinistra.

a pena osservare che i torrenti oggetto del presente studio, costituiscono il recapito finale di tutti gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, gestiti dall’Acquedotto Lucano, e di parte di quelli della Città di Altamura, degli impianti trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di

depurazione di reflui civili e industriali privati.

Il suo bacino, alla sezione di chiusura considerata (confluenza con il Torrente izzata da un uso del suolo

prevalentemente agricolo, dedicato alla coltivazione di estese piantagioni cerealicole in aree non irrigue, destinate sia alla produzione alimentare umana, che alla produzione di foraggio per gli allevamenti zootecnici presenti in zona. La netta prevalenza di colture cerealicole, fa sì che per parte dell’anno i suoli siano privi di vegetazione, con conseguente aumento dei fenomeni erosivi. La produzione cerealicola comporta l’uso di diverse sostanze di sintesi che

e in brevi periodi dell’anno, comportando processi di dilavamento in caso di pioggia, che potrebbe veicolare queste sostanze nel

Il Torrente Gravina nasce nel territorio comunale di Altamura, e precisamente a el centro abitato, attraversa per alcuni chilometri la parte

settentrionale dell’agro materano come Canale del Pantano, raccogliendo le acque di scolo confluenti da altri fossi e canali, assume, dopo il Ponte della

ravina con calcareniti e calcari incisi prima in maniera lieve e man mano sempre più profondi (profondità massima di 200 m a Sud di Matera nella valle S.Campo). Dopo circa 1 Km lambisce il Rione

del Torrente e riceve i tributi del Torrente Jesce e di due solchi di erosione fluviale, localmente definiti “grabiglioni”, oggi non più visibili perché canalizzati dalla rete fognaria del Rione

coglie gli scarsi apporti idrici di altri canali o solchi di incisione torrentizia minori, collocati in sinistra orografica, provenienti dall’altopiano calcareo prospicente; procedendo nel

ali per poi perdere le caratteristiche di un corso incassato in canyon, dove prende il nome di Torrente

Il Torrente Gravina presenta generalmente lungo tutto il suo sviluppo una debole veo che, per alcuni tratti della parte alta, si presenta canalizzato,

nella parte bassa è interessato da turbolenze formando laghetti, vasche,

avina, il bacino imbrifero origina anch’esso in territorio comunale di Altamura, e precisamente a Nord-Est dell’abitato, il suo percorso si sviluppa totalmente nella depressione tettonica posta a Nord della città di Matera, incuneandosi per circa un chilometro nell’altipiano calcareo, dove alimenta, nel suo tratto terminale, un ampio bacino incavato nella roccia chiamato nel gergo locale “Jurio” (gorgo), per poi confluire nel Torrente Gravina di Matera, rappresentandone così un affluente di sinistra.

a pena osservare che i torrenti oggetto del presente studio, costituiscono il recapito finale di tutti gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, gestiti dall’Acquedotto Lucano, e di parte di quelli della Città di Altamura, degli impianti trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di

Page 14: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nella Gravina di Matera, sono per lunghi periodi delesclusiva, dagli scarichi degli impianti di depurazione.In base a quanto detto, la qualità delle acque dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti redue torrenti. Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla diluizione degli effluenti. Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che i depuratori della Città di Matera, sono all’attualle ordinarie condizioni di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di sversamenti irregolari nella rete fognaria, quali le acque di vegetazione dei frantoi oleari, o le acque derivanti da precipitazirilevante entità. Gli impianti di depurazione comunali, in genere dotati di trattamento primario e secondario dei reflui, risultano spesso non funzionanti o mal funzionanti. E’ stato così eseguito un censimento degli scarichi recapitanstudio, al fine di poter valutare, il carico inquinante recapitato nel Torrente Gravina di Matera. Procedendo da Nord a Sud:- depuratore Pantano Vecchioa monte del perimetro del Pa- depuratore Pantano Nuovomonte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 50.000 AbE;- scarichi diretti dei reflui civili (Comune di Matera); - scarichi diretti o su suolo dei reflui civili di Borgo Venusio- scarichi del Centro Commerciale Carrefour in Borgo Venusiodepurazione attraverso il canale del Consorzio d- depuratore dei reflui urbani del Comune di AltamuraTorrente Jesce a circa 15 km dal perimetro del Parco e di dubbio funzionamento;- depuratore Lamione dei reflui urbani del Comune di Matera, zona Agna, con potenzialità pari a 10.000 AbE;- diversi scarichi di aziende agricole e zootecniche dislocate lungo il corso dei Torrenti. La presente Tesi, ha avuto lo scopo di indagare sulla qualità delle acque convogliate dai due torrenti all’interno del SICè stato scelto di considerare il bacino idrografico del Torrente Gravina di Matera, alla sezione di chiusura posta immediatamente a valle della confluenza del Torrente Jesce nel Torrente Gravina di Matera.Per la determinazione dello sstati applicati alcuni indici sintetici di qualità, che considerano i parametri chimico

Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nella Gravina di Matera, sono per lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva, dagli scarichi degli impianti di depurazione. In base a quanto detto, la qualità delle acque dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti re

Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla

Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che i depuratori della Città di Matera, sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie condizioni di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di sversamenti irregolari nella rete fognaria, quali le acque di vegetazione dei frantoi oleari, o le acque derivanti da precipitazi

Gli impianti di depurazione comunali, in genere dotati di trattamento primario e secondario dei reflui, risultano spesso non funzionanti o mal funzionanti. E’ stato così eseguito un censimento degli scarichi recapitanti nei corpi idrici in studio, al fine di poter valutare, il carico inquinante recapitato nel Torrente Gravina

Procedendo da Nord a Sud: depuratore Pantano Vecchio dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante a monte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 5.000 AbE;depuratore Pantano Nuovo dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante a monte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 50.000 AbE;scarichi diretti dei reflui civili delle abitazioni di Via S.Stefano e di Via Casalnuovo

scarichi diretti o su suolo dei reflui civili di Borgo Venusio, parte nuova e vecchia;scarichi del Centro Commerciale Carrefour in Borgo Venusio

depurazione attraverso il canale del Consorzio di Bonifica; depuratore dei reflui urbani del Comune di Altamura recapitante a monte del Torrente Jesce a circa 15 km dal perimetro del Parco e di dubbio funzionamento;

dei reflui urbani del Comune di Matera, zona Agna, con ità pari a 10.000 AbE;

diversi scarichi di aziende agricole e zootecniche dislocate lungo il corso dei

La presente Tesi, ha avuto lo scopo di indagare sulla qualità delle acque convogliate dai due torrenti all’interno del SIC-ZPS “Gravine di Mè stato scelto di considerare il bacino idrografico del Torrente Gravina di Matera, alla sezione di chiusura posta immediatamente a valle della confluenza del Torrente Jesce nel Torrente Gravina di Matera. Per la determinazione dello stato ecologico dei corpi idrici oggetto di studio, sono stati applicati alcuni indici sintetici di qualità, che considerano i parametri chimico

Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nella Gravina di l’anno rappresentate, in via prevalente se non

In base a quanto detto, la qualità delle acque dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei

Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla

Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che alità appena in grado di sopperire

alle ordinarie condizioni di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di sversamenti irregolari nella rete fognaria, quali le acque di vegetazione dei frantoi oleari, o le acque derivanti da precipitazioni meteoriche di

Gli impianti di depurazione comunali, in genere dotati di trattamento primario e secondario dei reflui, risultano spesso non funzionanti o mal funzionanti.

ti nei corpi idrici in studio, al fine di poter valutare, il carico inquinante recapitato nel Torrente Gravina

dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante rco, con potenzialità pari a 5.000 AbE; dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante a

monte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 50.000 AbE; no e di Via Casalnuovo

, parte nuova e vecchia; scarichi del Centro Commerciale Carrefour in Borgo Venusio da impianto di

recapitante a monte del Torrente Jesce a circa 15 km dal perimetro del Parco e di dubbio funzionamento;

dei reflui urbani del Comune di Matera, zona Agna, con

diversi scarichi di aziende agricole e zootecniche dislocate lungo il corso dei

La presente Tesi, ha avuto lo scopo di indagare sulla qualità delle acque ZPS “Gravine di Matera”, e a tal fine

è stato scelto di considerare il bacino idrografico del Torrente Gravina di Matera, alla sezione di chiusura posta immediatamente a valle della confluenza del

tato ecologico dei corpi idrici oggetto di studio, sono stati applicati alcuni indici sintetici di qualità, che considerano i parametri chimico-

Page 15: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

fisici e microbiologici delle acque (L.I.M.), le popolazioni di macroinvertebrati presenti nell’alveo dei torrenfluviali (I.F.F.). Dall’applicazione del L.I.M. (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori), risulta che il torrente Jesce è fortemente compromesso da un inquinamento di origine organica, presentando un Livello di inquinamento pari alla Classe 5 dell’indice.La Classe 5 del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, scaturisce dai valori dei differenti parametri presi in considerazione ai fini del calcolo e rappresenta la peggiore classe di qualità contemplata dal metodo.In tutte e due le sezioni di rilievo, i parametri assumono valori fortemente negativi, solo nel caso dell’unico parametro microbiologico (Escherichia coli), si registra un apprezzabile miglioramento dei valori, passando dalla squella più a valle, dovuto al fatto che tale parametro è sintomo di inquinamento recente dovuto a deiezioni animali ed è facilmente degradabile con il tempo. Difatti le sezioni di campionamento sono poste a qualche chilometro dal puntocui il depuratore di Altamura scarica le sue acque.Per tutti gli altri parametri, confrontando i valori della sezione a monte con quelli della sezione a valle, si riscontra un lieve decremento dei valori dovuto alla limitata capacità di auto depurazioPer il Torrente Gravina di Matera, non è stato possibile reperire dati chimicomicrobiologici tali da poter applicare la metodologia di calcolo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori. I dati riguardanti il Torrente Jesce,presso l’Ente Parco della Murgia Materana, frutto di una convenzione stipulata tra il Comune di Matera e ARPABagli anni 2001-2002-2003, e non esistono dati ufficiali di periodi più recenti.L’applicazione dell’I.B.E. (Indice Biotico Esteso), ha messo in evidenza la presenza di una comunità macrobentonica tollerante all’inquinamento, quantitativamente ben rappresentata. Tutte le sezioni indagate hanno restituito un valore dell’indice pari alla Cldefinita dal manuale di applicazione (Ghetti, 2001) come “Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato”, anche se la distribuzione di alcuni taxa nelle stazioni di campionamento farebbe pensare ad una qualità migliore per le sezioni a monte della confluenza del Torrente Gravina di Matera con il Torrente Jesce, rispetto alle stazioni a valle e a quelle ubicate lungo il Torrente Jesce stesso.La Classe IV dell’I.B.E. configura un ambiente fortemente alterato, ma comunque entro i margini della resilienza tipici degli ambienti fluviali; in questo caso la cessazione delle cause del degrado ed il ripristino dell’ambiente fluviale potrebbero portare ad un netto miglioramento dell’indice, grazie all’instaurarsi di condizioni favorevoli alla vita di spL’I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale), calcolato per i tratti insistenti nel territorio del SIC-ZPS “Gravine di Matera” e per i tratti immediatamente a monte, ha restituito valori perfettamente concordanti con laindicatori, ossia uno stato di forte inquinamento organico, associato ad una scarsa funzionalità dei Torrenti , che si esplica nella limitata capacità auto depurativa dei Torrenti stessi.

fisici e microbiologici delle acque (L.I.M.), le popolazioni di macroinvertebrati presenti nell’alveo dei torrenti (I.B.E.), ed il livello di funzionalità degli ecosistemi

Dall’applicazione del L.I.M. (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori), risulta che il torrente Jesce è fortemente compromesso da un inquinamento di origine

tando un Livello di inquinamento pari alla Classe 5 dell’indice.La Classe 5 del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, scaturisce dai valori dei differenti parametri presi in considerazione ai fini del calcolo e rappresenta la

lità contemplata dal metodo. In tutte e due le sezioni di rilievo, i parametri assumono valori fortemente negativi, solo nel caso dell’unico parametro microbiologico (Escherichia coli), si registra un apprezzabile miglioramento dei valori, passando dalla sezione più a monte a quella più a valle, dovuto al fatto che tale parametro è sintomo di inquinamento recente dovuto a deiezioni animali ed è facilmente degradabile con il tempo. Difatti le sezioni di campionamento sono poste a qualche chilometro dal puntocui il depuratore di Altamura scarica le sue acque. Per tutti gli altri parametri, confrontando i valori della sezione a monte con quelli della sezione a valle, si riscontra un lieve decremento dei valori dovuto alla limitata capacità di auto depurazione del torrente. Per il Torrente Gravina di Matera, non è stato possibile reperire dati chimicomicrobiologici tali da poter applicare la metodologia di calcolo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori. I dati riguardanti il Torrente Jesce,presso l’Ente Parco della Murgia Materana, frutto di una convenzione stipulata tra il Comune di Matera e ARPAB-Dipartimento Provinciale di Matera, si riferiscono

2003, e non esistono dati ufficiali di periodi più recenti.pplicazione dell’I.B.E. (Indice Biotico Esteso), ha messo in evidenza la presenza

di una comunità macrobentonica tollerante all’inquinamento, quantitativamente

Tutte le sezioni indagate hanno restituito un valore dell’indice pari alla Cldefinita dal manuale di applicazione (Ghetti, 2001) come “Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato”, anche se la distribuzione di alcuni taxa nelle stazioni di campionamento farebbe pensare ad una qualità migliore per le

della confluenza del Torrente Gravina di Matera con il Torrente Jesce, rispetto alle stazioni a valle e a quelle ubicate lungo il Torrente Jesce stesso.La Classe IV dell’I.B.E. configura un ambiente fortemente alterato, ma comunque

esilienza tipici degli ambienti fluviali; in questo caso la cessazione delle cause del degrado ed il ripristino dell’ambiente fluviale potrebbero portare ad un netto miglioramento dell’indice, grazie all’instaurarsi di condizioni favorevoli alla vita di specie meno tolleranti all’inquinamento.L’I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale), calcolato per i tratti insistenti nel territorio del

ZPS “Gravine di Matera” e per i tratti immediatamente a monte, ha restituito valori perfettamente concordanti con la situazione illustrata dai precedenti indicatori, ossia uno stato di forte inquinamento organico, associato ad una scarsa funzionalità dei Torrenti , che si esplica nella limitata capacità auto depurativa dei

fisici e microbiologici delle acque (L.I.M.), le popolazioni di macroinvertebrati ti (I.B.E.), ed il livello di funzionalità degli ecosistemi

Dall’applicazione del L.I.M. (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori), risulta che il torrente Jesce è fortemente compromesso da un inquinamento di origine

tando un Livello di inquinamento pari alla Classe 5 dell’indice. La Classe 5 del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, scaturisce dai valori dei differenti parametri presi in considerazione ai fini del calcolo e rappresenta la

In tutte e due le sezioni di rilievo, i parametri assumono valori fortemente negativi, solo nel caso dell’unico parametro microbiologico (Escherichia coli), si registra un

ezione più a monte a quella più a valle, dovuto al fatto che tale parametro è sintomo di inquinamento recente dovuto a deiezioni animali ed è facilmente degradabile con il tempo. Difatti le sezioni di campionamento sono poste a qualche chilometro dal punto in

Per tutti gli altri parametri, confrontando i valori della sezione a monte con quelli della sezione a valle, si riscontra un lieve decremento dei valori dovuto alla limitata

Per il Torrente Gravina di Matera, non è stato possibile reperire dati chimico-fisici e microbiologici tali da poter applicare la metodologia di calcolo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori. I dati riguardanti il Torrente Jesce, reperiti presso l’Ente Parco della Murgia Materana, frutto di una convenzione stipulata tra

Dipartimento Provinciale di Matera, si riferiscono 2003, e non esistono dati ufficiali di periodi più recenti.

pplicazione dell’I.B.E. (Indice Biotico Esteso), ha messo in evidenza la presenza di una comunità macrobentonica tollerante all’inquinamento, quantitativamente

Tutte le sezioni indagate hanno restituito un valore dell’indice pari alla Classe IV, definita dal manuale di applicazione (Ghetti, 2001) come “Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato”, anche se la distribuzione di alcuni taxa nelle stazioni di campionamento farebbe pensare ad una qualità migliore per le

della confluenza del Torrente Gravina di Matera con il Torrente Jesce, rispetto alle stazioni a valle e a quelle ubicate lungo il Torrente Jesce stesso. La Classe IV dell’I.B.E. configura un ambiente fortemente alterato, ma comunque

esilienza tipici degli ambienti fluviali; in questo caso la cessazione delle cause del degrado ed il ripristino dell’ambiente fluviale potrebbero portare ad un netto miglioramento dell’indice, grazie all’instaurarsi di

ecie meno tolleranti all’inquinamento. L’I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale), calcolato per i tratti insistenti nel territorio del

ZPS “Gravine di Matera” e per i tratti immediatamente a monte, ha restituito situazione illustrata dai precedenti

indicatori, ossia uno stato di forte inquinamento organico, associato ad una scarsa funzionalità dei Torrenti , che si esplica nella limitata capacità auto depurativa dei

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La funzionalità dei Torrenti èdalle opere di sistemazione idraulica, rappresentate dalla canalizzazione dei Torrenti tramite la posa in alveo di cunettoni in cemento a sezione trapezoidale.La rinaturazione dell’alveo dei Torrenti aumenauto depurative dei tratti interessati, fornendo la possibilità di rivegetare gli argini con evidente aumento, anche del valore paesaggistico del territorio. L’analisi del bacino imbrifero del Torrente Gravina di Matera, ml’eccessivo sfruttamento agricolo per le coltivazioni estensive di cereali. Le monocolture estensive riducono la diversità degli habitat presenti sul territorio, banalizzando gli agro-ecosistemi, i quali se ben strutturati assumono un’ottima valenza ecologica nei confronti degli habitat e delle connessioni ecologiche tra le diverse zone naturali presenti sul territorio.La maggiore causa di degrado dei Torrenti è rappresentata dagli scarichi dei depuratori delle acque reflue urbane dei Comuni dIn base a quanto detto, la qualità delle acque dei Torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei due Torrenti. Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali imalfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contridiluizione degli effluenti. La qualità degli ambienti fluviali che scorrono all’interno del SICMatera”, influisce notevolmente sulla qualità delle risorse naturalistiche e turistiche dell’area Parco, in quanto i corsi d’acqua ppreferenziali di fruizione turistica e di sviluppo delle biocenosi presenti in tutto il territorio. Per i Torrenti Gravina di Matera e Jesce urgono azioni di ripristino, finalizzate al miglioramento delle rese depurative degli idue Torrenti, ed all’aumento della capacità auto depurativa dei tratti fortemente artificializzati. L'applicazione delle più innovative metodologie di intervento per il ripristino di ambienti fluviali, e di depurazione delle acque dei Torrenti, e avrebbero una forte ricaduta sui sistemi naturali e sulle possibilità di fruizione del territorio. La creazione di fasce perifluviali vegetate tamponerebbe l’apporto inquinante proveniente dai numerosi campi coltivati presenti lungo tutto il percorso dei torrenti. Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, si potrebbero associare impianti di depurazione naturale, come postcompito di finissaggio e svolgimento di un’azione tampone rispetto agli eventuali malfunzionamenti degli impianti tecnologici.Ulteriori sviluppi della presente Tesi, potrebbero essere rappresentati dallo studio di dettaglio finalizzato alla verifica dell’applicabilacque di scarico dei depuratori, e di conseguenza ad una valutazione delle potenzialità depurative degli intervent

La funzionalità dei Torrenti è gravemente compromessa sia dall’inquinamento sia dalle opere di sistemazione idraulica, rappresentate dalla canalizzazione dei Torrenti tramite la posa in alveo di cunettoni in cemento a sezione trapezoidale.La rinaturazione dell’alveo dei Torrenti aumenterebbe notevolmente le capacità auto depurative dei tratti interessati, fornendo la possibilità di rivegetare gli argini con evidente aumento, anche del valore paesaggistico del territorio.L’analisi del bacino imbrifero del Torrente Gravina di Matera, ml’eccessivo sfruttamento agricolo per le coltivazioni estensive di cereali. Le monocolture estensive riducono la diversità degli habitat presenti sul territorio,

ecosistemi, i quali se ben strutturati assumono un’ottima alenza ecologica nei confronti degli habitat e delle connessioni ecologiche tra le diverse zone naturali presenti sul territorio. La maggiore causa di degrado dei Torrenti è rappresentata dagli scarichi dei depuratori delle acque reflue urbane dei Comuni di Altamura e Matera.In base a quanto detto, la qualità delle acque dei Torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei

Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali imalfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contri

La qualità degli ambienti fluviali che scorrono all’interno del SICMatera”, influisce notevolmente sulla qualità delle risorse naturalistiche e turistiche dell’area Parco, in quanto i corsi d’acqua potrebbero rappresentare vie preferenziali di fruizione turistica e di sviluppo delle biocenosi presenti in tutto il

Per i Torrenti Gravina di Matera e Jesce urgono azioni di ripristino, finalizzate al miglioramento delle rese depurative degli impianti di depurazione sversanti nei due Torrenti, ed all’aumento della capacità auto depurativa dei tratti fortemente

L'applicazione delle più innovative metodologie di intervento per il ripristino di ambienti fluviali, e di depurazione naturale delle acque, migliorerebbero la qualità delle acque dei Torrenti, e avrebbero una forte ricaduta sui sistemi naturali e sulle possibilità di fruizione del territorio. La creazione di fasce perifluviali vegetate tamponerebbe l’apporto inquinante roveniente dai numerosi campi coltivati presenti lungo tutto il percorso dei

Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, si potrebbero associare impianti di depurazione naturale, come post-trattamento delle acque in uscita, con il

finissaggio e svolgimento di un’azione tampone rispetto agli eventuali malfunzionamenti degli impianti tecnologici. Ulteriori sviluppi della presente Tesi, potrebbero essere rappresentati dallo studio di dettaglio finalizzato alla verifica dell’applicabilità degli interventi sui Torrenti e sulle acque di scarico dei depuratori, e di conseguenza ad una valutazione delle potenzialità depurative degli interventi stessi.

gravemente compromessa sia dall’inquinamento sia dalle opere di sistemazione idraulica, rappresentate dalla canalizzazione dei Torrenti tramite la posa in alveo di cunettoni in cemento a sezione trapezoidale.

terebbe notevolmente le capacità auto depurative dei tratti interessati, fornendo la possibilità di rivegetare gli argini con evidente aumento, anche del valore paesaggistico del territorio. L’analisi del bacino imbrifero del Torrente Gravina di Matera, mette in luce l’eccessivo sfruttamento agricolo per le coltivazioni estensive di cereali. Le monocolture estensive riducono la diversità degli habitat presenti sul territorio,

ecosistemi, i quali se ben strutturati assumono un’ottima alenza ecologica nei confronti degli habitat e delle connessioni ecologiche tra le

La maggiore causa di degrado dei Torrenti è rappresentata dagli scarichi dei i Altamura e Matera.

In base a quanto detto, la qualità delle acque dei Torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei

Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla

La qualità degli ambienti fluviali che scorrono all’interno del SIC-ZPS “Gravine di Matera”, influisce notevolmente sulla qualità delle risorse naturalistiche e turistiche

otrebbero rappresentare vie preferenziali di fruizione turistica e di sviluppo delle biocenosi presenti in tutto il

Per i Torrenti Gravina di Matera e Jesce urgono azioni di ripristino, finalizzate al mpianti di depurazione sversanti nei

due Torrenti, ed all’aumento della capacità auto depurativa dei tratti fortemente

L'applicazione delle più innovative metodologie di intervento per il ripristino di naturale delle acque, migliorerebbero la qualità

delle acque dei Torrenti, e avrebbero una forte ricaduta sui sistemi naturali e sulle

La creazione di fasce perifluviali vegetate tamponerebbe l’apporto inquinante roveniente dai numerosi campi coltivati presenti lungo tutto il percorso dei

Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, si potrebbero associare impianti di trattamento delle acque in uscita, con il

finissaggio e svolgimento di un’azione tampone rispetto agli eventuali

Ulteriori sviluppi della presente Tesi, potrebbero essere rappresentati dallo studio di ità degli interventi sui Torrenti e sulle

acque di scarico dei depuratori, e di conseguenza ad una valutazione delle

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FATTORI DI DISTURBO E DI ALTERAZIONE AMBIENTALI

Fenomeni ed attività nel sito:

409 Altri tipi di

insediamenti

410 Aree Commerciali

o Industriali

420 Discariche

424 Altre discariche

502 Strade,

Autostrade

701 Inquinamento

dell’Acqua

702 Inquinamento

dell’Aria

703 Inquinamento del

Suolo

709

Altre forme semplici o

complesse di Inquinamento

710 Disturbi Sonori

720 Calpestio eccessivo

740 Vandalismo

860 Scarico , deposito

di materiali dragati

890

Altre modifiche nelle condizioni

idrauliche indotte dell’uomo

900 Erosione

941 Inondazione

952 Eutrofizzazione

Codice

FATTORI DI DISTURBO E DI ALTERAZIONE AMBIENTALI

Gravina di Matera IT9220135

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

A B C

Intensità % del Sito

1

+ 0 -

1

+ 0 -

3

+ 0 -

1

+ 0 -

1

+ 0 -

1

+ 0 -

20

+ 0 -

10

+ 0 -

5

+ 0 -

10

+ 0 -

10

+ 0 -

5

+ 0 -

10

+ 0 -

1

+ 0 -

10

+ 0 -

1

+ 0 -

1

+ 0 -

% del Sito Influenza

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Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito:

400 Aree Urbane, insediamenti

umani

490 Altre attività urbanistiche

industriali e simili

700 Inquinamento

710 Disturbi sonori

Urbanizzazione, industrializzazione ed attività similari

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “urbanizzazione, industrial

similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:

� codice 409: altri tipi di insediamenti;

� codice 410: aree commerciali o industriali;

� codice 420: discariche;

� codice 424: altre discariche;

FENOMENO ALTRI TIPI DI INSEDIAMENTI (codice 409)

DETERMINANTI: Insediamenti e pseudo strutture turistiche ricettive

Sono presenti ,all’interno del SIC, insediamenti

che sono soprattutto concentrare n

Timone” e nel comprensorio delle Cave de La Vaglia

Codice

Gravina di MateraIT9220135

A B C

+

A B C

+

A B C

+

A B C

+

rbanizzazione, industrializzazione ed attività similari

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “urbanizzazione, industrial

similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:

codice 409: altri tipi di insediamenti;

codice 410: aree commerciali o industriali;

codice 420: discariche;

codice 424: altre discariche;

OMENO ALTRI TIPI DI INSEDIAMENTI (codice 409)

DETERMINANTI: Insediamenti e pseudo strutture turistiche ricettive

no del SIC, insediamenti e pseudo strutture turistico

che sono soprattutto concentrare nell’area dell’Alta Murgia, detta “Murgia

Timone” e nel comprensorio delle Cave de La Vaglia.

Intensità

Gravina di Matera

+ 0 -

+ 0 -

+ 0 -

+ 0 -

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “urbanizzazione, industrializzazione ed attività

similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:

DETERMINANTI: Insediamenti e pseudo strutture turistiche ricettive

strutture turistico-ricettive

Murgia, detta “Murgia

Influenza

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PRESSIONI: degrado urbanistico

fognatura

L’area, per la sua particolarissima morfologia semi

componente di degrado ambientale, poiché il sistema dell’urbanizzazione

novecentesca ha portato una progressiva espansione della città in direzione dei

rilievi collinari adiacenti ed, inoltre, la p

statico (vasche biologiche convenz

funzionanti può causare inquinamento a livello del suolo e delle acque. Tali sistemi

di fognatura sono dovute alla p

turistiche ricettive nell’area e adiacenti

STATO: degrado e inquinamento suolo ed acque

Disordinato processo di urbanizzazione e d

IMPATTI: problematiche naturalistico

L’Area si presenta molto compromessa per il processo di urbanizzazione

destinazioni d’uso estranee al paesaggio e p

contaminazione delle acque

chimiche, viene provocata, in estate da evapotraspiraz

RISPOSTE: riqualificazione dell’area e vigilanza di organi competenti

Nonostante l’intensità dell’attività sia debole nel SIC, avendo influenza

negativa, si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno

mediante il rispetto della normativa di settore

interessata = 1%. Non dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da

parte degli di organi competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico

Venatorie).

Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento e tra

degradata da punto di vista urbanistico

esistenti verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.

PRESSIONI: degrado urbanistico-ambientale e scarsa efficienza dei sistemi di

L’area, per la sua particolarissima morfologia semi-naturale, assume una forte

egrado ambientale, poiché il sistema dell’urbanizzazione

novecentesca ha portato una progressiva espansione della città in direzione dei

rilievi collinari adiacenti ed, inoltre, la presenza di sistemi di fognatura di tipo

statico (vasche biologiche convenzionali, Imhoff) e pozzi neri non mantenuti o mal

causare inquinamento a livello del suolo e delle acque. Tali sistemi

di fognatura sono dovute alla presenza di insediamenti e

turistiche ricettive nell’area e adiacenti.

TATO: degrado e inquinamento suolo ed acque

Disordinato processo di urbanizzazione e dispersione di acque nere

IMPATTI: problematiche naturalistico-ambientali e contaminazione acque

L’Area si presenta molto compromessa per il processo di urbanizzazione

destinazioni d’uso estranee al paesaggio e presenza del fenomeno di

contaminazione delle acque che oltre ad essere causata dalle concimazioni

chimiche, viene provocata, in estate da evapotraspirazione e scarichi organici

e dell’area e vigilanza di organi competenti

Nonostante l’intensità dell’attività sia debole nel SIC, avendo influenza

negativa, si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno

mediante il rispetto della normativa di settore. Intensità b

Non dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da

parte degli di organi competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico

Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento e tra

degradata da punto di vista urbanistico-ambientale, riconvertendo le strutture

esistenti verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.

ambientale e scarsa efficienza dei sistemi di

naturale, assume una forte

egrado ambientale, poiché il sistema dell’urbanizzazione

novecentesca ha portato una progressiva espansione della città in direzione dei

resenza di sistemi di fognatura di tipo

, Imhoff) e pozzi neri non mantenuti o mal

causare inquinamento a livello del suolo e delle acque. Tali sistemi

resenza di insediamenti e pseudo strutture

one di acque nere.

ambientali e contaminazione acque

L’Area si presenta molto compromessa per il processo di urbanizzazione e da

resenza del fenomeno di

oltre ad essere causata dalle concimazioni

ione e scarichi organici.

e dell’area e vigilanza di organi competenti

Nonostante l’intensità dell’attività sia debole nel SIC, avendo influenza neutra e

negativa, si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno

ità bassa. % del sito

Non dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da

parte degli di organi competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico-

Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento e trasformare l’area

ambientale, riconvertendo le strutture

esistenti verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.

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FENOMENO AREE COMMERCIALI O INDUSTRIALI (codice 410)

DETERMINANTI: Insediamenti

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono

rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la

principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic.

PRESSIONI: area industrializzata

Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura fortemente industrializzata.

Il cementificio si estende su un’area

STATO: Emissioni in atmosfera di polveri e particelle inquinanti

Anche se, tuttavia, il cementificio si trova al di fuori del sic (ai suoi confini),

l’emissione di polveri e di particelle inquinanti, prodotti dall’

industriale, risulta di notevole importanza, poiché determina inquinamento

atmosferico, dovuto all’imm

inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri,

anche se tutti i punti di emissione in atmosfera sono presidiati da filtri a tessuto per

l’abbattimento delle emissioni

I principali inquinanti sono:

Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3

IMPATTI: Inquinamento aria e suolo

Le particelle inquinanti e le emissioni di polveri nell’ambiente, se non trattate e

regolamentate causano

compromesse la salute umana e la qualità degli ecosistemi

RISPOSTE: misure di contenimento e monitoraggio del fenomeno

Essendo l’intensità dell’attività nel SIC alta, influenza

interessata = 1%, tali strutture necessitano di essere

FENOMENO AREE COMMERCIALI O INDUSTRIALI (codice 410)

DETERMINANTI: Insediamenti industriali

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono

rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la

principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic.

: area industrializzata

Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura fortemente industrializzata.

si estende su un’area di circa 30 ettari (324113 m2).

STATO: Emissioni in atmosfera di polveri e particelle inquinanti

, tuttavia, il cementificio si trova al di fuori del sic (ai suoi confini),

l’emissione di polveri e di particelle inquinanti, prodotti dall’

industriale, risulta di notevole importanza, poiché determina inquinamento

atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria, e

inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri,

utti i punti di emissione in atmosfera sono presidiati da filtri a tessuto per

delle emissioni.

Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3

IMPATTI: Inquinamento aria e suolo

Le particelle inquinanti e le emissioni di polveri nell’ambiente, se non trattate e

regolamentate causano inquinamento dell’aria e del suolo

mpromesse la salute umana e la qualità degli ecosistemi.

RISPOSTE: misure di contenimento e monitoraggio del fenomeno

nsità dell’attività nel SIC alta, influenza negati

ali strutture necessitano di essere monitorate dal punto di vista

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono

rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la

principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic.

Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura fortemente industrializzata.

di circa 30 ettari (324113 m2).

, tuttavia, il cementificio si trova al di fuori del sic (ai suoi confini),

l’emissione di polveri e di particelle inquinanti, prodotti dall’insediamento

industriale, risulta di notevole importanza, poiché determina inquinamento

issione diretta di sostanze nocive in aria, e

inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri,

utti i punti di emissione in atmosfera sono presidiati da filtri a tessuto per

Le particelle inquinanti e le emissioni di polveri nell’ambiente, se non trattate e

namento dell’aria e del suolo. Vengono

RISPOSTE: misure di contenimento e monitoraggio del fenomeno

negativa e % del sito

monitorate dal punto di vista

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dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,

facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);

FENOMENO DISCARICHE (codice 420

DETERMINANTI: discariche abusive

Presenza di discariche abusive che causano inquinamento del suolo.

In alcune aree del SIC la pressione an

dell’anno, in concomitanza con le festività e soprattutto i giorni domenicali, dove

si nota la presenza di un flu

PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente

L’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di

scarto, nonché dispersione di rifiuti non degradabili, soprattutto nella zona Alta

della Murgia, detta Murgia Timone e Murgecchia.

L’abbandono di rifiuti è dovuto sia ad atti di vandalismo da parte di giovani che

insiedano le suddette zone del sic, anche nelle ore notturne, sia al fatto che n

ultimi anni l’attività legata al tu

regolarmente disciplinata. Attualmente non disponiamo di dati statistici in merito,

tuttavia durante uscite di campo

fenomeni.

STATO: degrado e inquinamento suolo

Durante le numerose uscite effettuate nella fase di monitoraggio di questo

progetto sono state rilevate molte aree

(scarti di cibi, lattine di alluminio, bottiglie di vetro e di plastica)

edile, rifiuti ingombranti e beni durevoli

pedonali e turistici, che oltre ad avere un impatto visivo negativo possono essere

causa di intossicazioni per piccoli mammiferi ed uccelli. L’abbandono di rifiu

cibo risultano punti pericolosi per la

specie che interagiscono con la fauna locale.

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,

facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);

FENOMENO DISCARICHE (codice 420-424)

DETERMINANTI: discariche abusive

nza di discariche abusive che causano inquinamento del suolo.

In alcune aree del SIC la pressione antropica aumenta notevolmente nei periodi

nno, in concomitanza con le festività e soprattutto i giorni domenicali, dove

si nota la presenza di un flusso di turisti che frequenta l’area Sic.

PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente

’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di

, nonché dispersione di rifiuti non degradabili, soprattutto nella zona Alta

Murgia, detta Murgia Timone e Murgecchia.

L’abbandono di rifiuti è dovuto sia ad atti di vandalismo da parte di giovani che

insiedano le suddette zone del sic, anche nelle ore notturne, sia al fatto che n

ultimi anni l’attività legata al turismo sta notevolmente aumentando senza essere

regolarmente disciplinata. Attualmente non disponiamo di dati statistici in merito,

di campo sono avvenute numerose osservazioni su tali

STATO: degrado e inquinamento suolo

numerose uscite effettuate nella fase di monitoraggio di questo

progetto sono state rilevate molte aree con presenza di micro-

cibi, lattine di alluminio, bottiglie di vetro e di plastica),

uti ingombranti e beni durevoli, soprattutto in prossimità di percorsi

che oltre ad avere un impatto visivo negativo possono essere

causa di intossicazioni per piccoli mammiferi ed uccelli. L’abbandono di rifiu

pericolosi per la concentrazione di volpi, oltre a ratti di ogni

specie che interagiscono con la fauna locale. É usuale, anche, trovare aut

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,

facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);

nza di discariche abusive che causano inquinamento del suolo.

tropica aumenta notevolmente nei periodi

nno, in concomitanza con le festività e soprattutto i giorni domenicali, dove

’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di

, nonché dispersione di rifiuti non degradabili, soprattutto nella zona Alta

L’abbandono di rifiuti è dovuto sia ad atti di vandalismo da parte di giovani che

insiedano le suddette zone del sic, anche nelle ore notturne, sia al fatto che negli

otevolmente aumentando senza essere

regolarmente disciplinata. Attualmente non disponiamo di dati statistici in merito,

sono avvenute numerose osservazioni su tali

numerose uscite effettuate nella fase di monitoraggio di questo

-rifiuti solidi e liquidi

, inerti di carattere

, soprattutto in prossimità di percorsi

che oltre ad avere un impatto visivo negativo possono essere

causa di intossicazioni per piccoli mammiferi ed uccelli. L’abbandono di rifiuti di

, oltre a ratti di ogni

usuale, anche, trovare automobili

Page 22: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

parcheggiate in aree privat

botaniche.

IMPATTI: inquinamento e deturpamento visivo dell’ambiente

Le attività turistiche spesso incontrollate provocano notevoli danni agli habitat ed

alle specie a partire dal danne

compattamento del suolo ed all’inquinamento acus

importante è l’accumulo di rifiuti non degradabili rilasciati dai turisti dopo pic

ed attività ricreative.

RISPOSTE: politica di conservazione e sviluppo sostenibile

vigilanza di organi competenti

Una politica di conservazione attiva ed uno sviluppo sostenibile vede i modelli di

governance del territorio, con approcci partecipativi, concertativi e di

coinvolgimento degli attori locali

impatti ambientali, quanto nella presa in carico

diminuire tali impatti.

L’intensità nel SIC è media per il codice 420, relativamente bassa per il codice 424

% del sito interessata= 3% per il codice 420 e 1% per il codice 424, influenza

negativa per entrambi i codici.

Si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno

della normativa di settore con

dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da parte degl

competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico

ate, anche in prossimità di zone ove vi sono alcune rarità

inquinamento e deturpamento visivo dell’ambiente

Le attività turistiche spesso incontrollate provocano notevoli danni agli habitat ed

alle specie a partire dal danneggiamento meccanico della flora

compattamento del suolo ed all’inquinamento acustico e luminoso. Non meno

importante è l’accumulo di rifiuti non degradabili rilasciati dai turisti dopo pic

RISPOSTE: politica di conservazione e sviluppo sostenibile - normativa di settore e

vigilanza di organi competenti

a politica di conservazione attiva ed uno sviluppo sostenibile vede i modelli di

del territorio, con approcci partecipativi, concertativi e di

coinvolgimento degli attori locali, non tanto come una riduzione passiva d

nto nella presa in carico diretta dei meccanismi atti a

è media per il codice 420, relativamente bassa per il codice 424

% del sito interessata= 3% per il codice 420 e 1% per il codice 424, influenza

r entrambi i codici.

i auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno mediante il rispetto

della normativa di settore con operazioni di rimozione/bonifica ambiental

dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da parte degl

competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico-Venatorie).

, anche in prossimità di zone ove vi sono alcune rarità

Le attività turistiche spesso incontrollate provocano notevoli danni agli habitat ed

ggiamento meccanico della flora, fino al

tico e luminoso. Non meno

importante è l’accumulo di rifiuti non degradabili rilasciati dai turisti dopo pic-nic

normativa di settore e

a politica di conservazione attiva ed uno sviluppo sostenibile vede i modelli di

del territorio, con approcci partecipativi, concertativi e di

una riduzione passiva degli

diretta dei meccanismi atti a

è media per il codice 420, relativamente bassa per il codice 424,

% del sito interessata= 3% per il codice 420 e 1% per il codice 424, influenza

mediante il rispetto

operazioni di rimozione/bonifica ambientale. Non

dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da parte degli di organi

).

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Trasporti e comunicazioni

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “trasporti e comunicazioni”

� codice 502: strade, autostrade;

FENOMENO STRADE, AUTOSTRADE

DETERMINANTI: Infrastrutture viarie

Presenza di una buona rete di infrastrutture viarie all’interno dell’area Sic.

PRESSIONI: Traffico veicolare

La presenza di bellezze naturali all’interno del Sic e di un buon flusso turistico

determinano la presenza di traffico veicolare che in alcuni periodi giorni dell’anno

raggiunge anche picchi alquanto elevati

STATO: Qualità dell'aria

L’ immissione diretta di sostanze nocive, causate dalla presenza di traffico

veicolare, determina degli effetti sulla qu

interno centraline di rilevamento dati dell’A.R.P.A.B.

IMPATTI: Inquinamento acustico, dell'aria e del suolo

- inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria,

causato da traffico veicolare

- inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri

produzione e smaltimento di rifiuti

- Inquinamento acustico.

- Rischi per la sicurezza (malfunzionamento o incidente)

Inoltre, la presenza di strade in un SI

frammentazione degli ecosistemi.

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “trasporti e comunicazioni”

codice 502: strade, autostrade;

FENOMENO STRADE, AUTOSTRADE (codice 502)

DETERMINANTI: Infrastrutture viarie

Presenza di una buona rete di infrastrutture viarie all’interno dell’area Sic.

PRESSIONI: Traffico veicolare

La presenza di bellezze naturali all’interno del Sic e di un buon flusso turistico

resenza di traffico veicolare che in alcuni periodi giorni dell’anno

raggiunge anche picchi alquanto elevati.

L’ immissione diretta di sostanze nocive, causate dalla presenza di traffico

veicolare, determina degli effetti sulla qualità dell’aria. Il sito non presenta al suo

interno centraline di rilevamento dati dell’A.R.P.A.B.

IMPATTI: Inquinamento acustico, dell'aria e del suolo

inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria,

ffico veicolare

inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri

roduzione e smaltimento di rifiuti

Rischi per la sicurezza (malfunzionamento o incidente)

Inoltre, la presenza di strade in un SIC produce come ulteriore effetto negativo la

frammentazione degli ecosistemi.

Presenza di una buona rete di infrastrutture viarie all’interno dell’area Sic.

La presenza di bellezze naturali all’interno del Sic e di un buon flusso turistico

resenza di traffico veicolare che in alcuni periodi giorni dell’anno

L’ immissione diretta di sostanze nocive, causate dalla presenza di traffico

sito non presenta al suo

inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria,

inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri e da

C produce come ulteriore effetto negativo la

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RISPOSTE: Centraline di rilevamento dati

Il fenomeno a parere dello scrivente ha influenza neutra e intensità debole con

una percentuale del sito interessata pari al 1%. S

autorità competenti di installare dei rilevatori dati sensibili ai fenomeni d

inquinamento appena descritti e il tutto deve

152/2006 e s.m.i.);

Inquinamento e altre attività umane

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “inquinamento e altre attività umane” (Gazzetta

ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:

� codice 701: inquinamento dell’acqua;

� codice 702: inquinamento dell’aria;

� codice 703: inquina

� codice 709: altre forme semplici o complesse di inquinamento;

� codice 710: disturbi sonori;

� codice 720: calpestio eccessivo;

� codice 740: vandalismo.

FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ACQUA

DETERMINANTI: scarico di inquinanti,util

conseguenza fenomeno di eutrofizzazione

Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente

all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito

gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, compresi quelli di Borgo

Venusio e Borgo La Martella, gestiti dall’Acquedotto Lucano, degli impianti di

trattamento degli effluenti a

depurazione di reflui civili e industriali

RISPOSTE: Centraline di rilevamento dati

a parere dello scrivente ha influenza neutra e intensità debole con

una percentuale del sito interessata pari al 1%. Sarebbe auspicabile chiedere alle

autorità competenti di installare dei rilevatori dati sensibili ai fenomeni d

inquinamento appena descritti e il tutto deve fare riferimento alla Legge

nquinamento e altre attività umane

fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “inquinamento e altre attività umane” (Gazzetta

ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:

codice 701: inquinamento dell’acqua;

codice 702: inquinamento dell’aria;

codice 703: inquinamento del suolo;

codice 709: altre forme semplici o complesse di inquinamento;

codice 710: disturbi sonori;

codice 720: calpestio eccessivo;

codice 740: vandalismo.

FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ACQUA (codice 701)

DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con

conseguenza fenomeno di eutrofizzazione

Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente

all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito

purazione dei reflui civili di Matera, compresi quelli di Borgo

La Martella, gestiti dall’Acquedotto Lucano, degli impianti di

trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di

i e industriali privati.

a parere dello scrivente ha influenza neutra e intensità debole con

ebbe auspicabile chiedere alle

autorità competenti di installare dei rilevatori dati sensibili ai fenomeni di

fare riferimento alla Legge (T.U.A. n.

fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “inquinamento e altre attività umane” (Gazzetta

codice 709: altre forme semplici o complesse di inquinamento;

izzo prodotti chimici a fini agronomici con

Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente

all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito finale di tutti

purazione dei reflui civili di Matera, compresi quelli di Borgo

La Martella, gestiti dall’Acquedotto Lucano, degli impianti di

servizio delle aree industriali e di taluni impianti di

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Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,

soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per

attività produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione c

Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nelle gravine sono

per lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva,

dagli scarichi degli impianti di depurazione.

Anche il fenomeno dell’eutrofizzazi

fenomeno oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene

in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle

PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione e possib

circostanze anossiche

Il torrente Gravina presenta

dispersione di prodotti provenienti da attività agricole

determinare problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.

STATO: inquinamento dell’acqua

Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che

i depuratori cittadini sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie

condizioni di esercizio, risultando assolutamente inad

sversamenti irregolari nella rete fognaria, spesso rappresentati da acque di

vegetazione di frantoi oleari.

Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

ossigeno nelle acque.

IMPATTI: fenomeno dell’inquinamento e torbidità dell’acqua

Accumulo e dispersione rifiuti non degrad

il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre all’attività

agricola concentrata pressoché nella parte sett

corrispondenza della valle del torrente Jesce.

Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,

soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per

produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.

Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nelle gravine sono

lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva,

degli impianti di depurazione.

’eutrofizzazione determina problemi di inquinamento, il cui

oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene

in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle strutture.

PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione e possib

Il torrente Gravina presenta versamenti provenienti dagli impianti di depurazione e

dispersione di prodotti provenienti da attività agricole

problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.

STATO: inquinamento dell’acqua

Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che

depuratori cittadini sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie

di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di

nella rete fognaria, spesso rappresentati da acque di

vegetazione di frantoi oleari.

Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

l’inquinamento e torbidità dell’acqua

Accumulo e dispersione rifiuti non degradabili nei pressi del Torrente. Sicuramente

il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre all’attività

agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic, in

corrispondenza della valle del torrente Jesce.

Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,

soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per

arburanti.

Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nelle gravine sono

lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva,

determina problemi di inquinamento, il cui

oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene provocata,

strutture.

PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione e possibile sviluppo di

provenienti dagli impianti di depurazione e

che potrebbero

Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che

depuratori cittadini sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie

eguati in occasione di

nella rete fognaria, spesso rappresentati da acque di

Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

abili nei pressi del Torrente. Sicuramente

il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre all’attività

entrionale del nostro sic, in

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RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno

dell’inquinamento dell’acqua, visto che il fenomeno p

influenza negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al

1%. Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante

le analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificandone la risp

con i limiti normativi previsti in Allegato 5

Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da

interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o

adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.

Per quanto si riferisce allo smaltimento delle precipitazioni piovose, la Regione

Basilicata non ha ancora emanato specifici provvedimenti normativi in materia di

acque di prima pioggia e di lavaggi

113 del D. Lgs. 152/2006 che ha abrogato e sostituito l’art. 39 del D. Lgs. 152/99 e

novellato dal D. Lgs. 258/2000.

Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo

sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano

comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi

idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.

Le Aziende, invece, necessitano di essere monitorate dal punto di vista

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree

limitrofe,sempre che scarichino reflui sul suolo o in corpo idrico senza le relative

autorizzazioni e senza rispettare la nor

152/2006 e s.m.i.);

FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ARIA

DETERMINANTI: attività estrattiva da cava, impianto di produzione di cementi,

telecomunicazioni e traffico veicolare

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno

dell’inquinamento dell’acqua, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta,

influenza negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al

Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante

le analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificandone la rispondenza tabellare

con i limiti normativi previsti in Allegato 5 – parte III – D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);

Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da

interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o

adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.

Per quanto si riferisce allo smaltimento delle precipitazioni piovose, la Regione

Basilicata non ha ancora emanato specifici provvedimenti normativi in materia di

acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, come richiesto dall’art.

113 del D. Lgs. 152/2006 che ha abrogato e sostituito l’art. 39 del D. Lgs. 152/99 e

novellato dal D. Lgs. 258/2000.

Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo

i collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano

comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi

idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.

invece, necessitano di essere monitorate dal punto di vista

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree

limitrofe,sempre che scarichino reflui sul suolo o in corpo idrico senza le relative

autorizzazioni e senza rispettare la normativa ambientale vigente (T.U.A. n.

FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ARIA (codice 702)

DETERMINANTI: attività estrattiva da cava, impianto di produzione di cementi,

telecomunicazioni e traffico veicolare

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno

resenta un’intensità Alta,

influenza negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al

Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante

ondenza tabellare

D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);

Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da

interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o di

Per quanto si riferisce allo smaltimento delle precipitazioni piovose, la Regione

Basilicata non ha ancora emanato specifici provvedimenti normativi in materia di

o delle aree esterne, come richiesto dall’art.

113 del D. Lgs. 152/2006 che ha abrogato e sostituito l’art. 39 del D. Lgs. 152/99 e

Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo

i collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano

comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi

idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.

invece, necessitano di essere monitorate dal punto di vista

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree

limitrofe,sempre che scarichino reflui sul suolo o in corpo idrico senza le relative

mativa ambientale vigente (T.U.A. n.

DETERMINANTI: attività estrattiva da cava, impianto di produzione di cementi,

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Di attività impattanti è presente

Matera Inerti, anche l’impianto di produzione di cementi con relative due cave di

approvvigionamento materiali.

Presenza sul territorio dell’area Sic di tralicci con antenne di trasmissione per

teleradiocomunicazione e telefonia cellulare

comunicazione all’interno del sic.

PRESSIONI: Emissione di polveri e altre sostanze inquinanti volatili, radiazioni non

ionizzanti

All’interno del cantiere si evidenzia la produzione di una certa quant

dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del materiale

estratto, oltre la produzione delle inevitabili emissioni gassose da motore diesel.

L’emissione dei principali prodotti della combustione del gasolio derivano

esclusivamente dal gruppo elettrogeno, dai mezzi meccanici di escavazione

trasporto e dai mezzi che accedono nella cava per il carico di materiale estratto,

del calcestruzzo e degli altri prodotti aziendali.

Presenza di radiazioni non ionizzanti d

telecomunicazioni , inoltre la presenza di strade in

la discontinuità degli habitat.

STATO: inquinamento dell’aria e qualità associata all'elettro

Emissioni in atmosfera di polveri e sostanze

Il fenomeno potrebbe arrecare interferenze con il sistema ecologico (flora e

fauna) e per la salute dell’uomo.

La presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle

telecomunicazioni incidono sulla qualità aria ass

mentre la presenza di traffico veicolare all’interno del sic e nelle immediate

vicinanze, determina inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di

sostanze nocive in aria;

Di attività impattanti è presente oltre all’attività di estrazione eseguita dalla

Matera Inerti, anche l’impianto di produzione di cementi con relative due cave di

approvvigionamento materiali.

Presenza sul territorio dell’area Sic di tralicci con antenne di trasmissione per

icazione e telefonia cellulare, presenza di

comunicazione all’interno del sic.

PRESSIONI: Emissione di polveri e altre sostanze inquinanti volatili, radiazioni non

All’interno del cantiere si evidenzia la produzione di una certa quant

dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del materiale

estratto, oltre la produzione delle inevitabili emissioni gassose da motore diesel.

L’emissione dei principali prodotti della combustione del gasolio derivano

usivamente dal gruppo elettrogeno, dai mezzi meccanici di escavazione

trasporto e dai mezzi che accedono nella cava per il carico di materiale estratto,

del calcestruzzo e degli altri prodotti aziendali.

Presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle

la presenza di strade in aree circostanti il

discontinuità degli habitat.

STATO: inquinamento dell’aria e qualità associata all'elettro-magnetismo

Emissioni in atmosfera di polveri e sostanze inquinanti in situ.

Il fenomeno potrebbe arrecare interferenze con il sistema ecologico (flora e

fauna) e per la salute dell’uomo.

La presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle

telecomunicazioni incidono sulla qualità aria associata all'elettro

mentre la presenza di traffico veicolare all’interno del sic e nelle immediate

vicinanze, determina inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di

oltre all’attività di estrazione eseguita dalla

Matera Inerti, anche l’impianto di produzione di cementi con relative due cave di

Presenza sul territorio dell’area Sic di tralicci con antenne di trasmissione per

resenza di strade di

PRESSIONI: Emissione di polveri e altre sostanze inquinanti volatili, radiazioni non

All’interno del cantiere si evidenzia la produzione di una certa quantità di polvere

dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del materiale

estratto, oltre la produzione delle inevitabili emissioni gassose da motore diesel.

L’emissione dei principali prodotti della combustione del gasolio derivano

usivamente dal gruppo elettrogeno, dai mezzi meccanici di escavazione

trasporto e dai mezzi che accedono nella cava per il carico di materiale estratto,

llo sviluppo delle

aree circostanti il SIC produce

magnetismo

Il fenomeno potrebbe arrecare interferenze con il sistema ecologico (flora e

La presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle

ociata all'elettro-magnetismo;

mentre la presenza di traffico veicolare all’interno del sic e nelle immediate

vicinanze, determina inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di

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IMPATTI: influenza sulla qualità dell’a

Tutti i punti di emissione in atmosfera

tessuto per l’abbattimento delle emissioni di polveri.

Tuttavia i principali inquinanti

Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3

Gli impatti del fenomeno delle telecomunicazioni

sugli organismi; si tratta di danno da elettrosmog oltre che all’impatto arrecato al

valore paesaggistico del sito.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere g

elettrosmog

Tali strutture, necessitano

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,

facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.

un’intensità Alta, percentuale del sito interessata pari al 20% e un’influenza

negativa. Sarebbe necessario, inoltre,

fenomeni di inquinamento elettromagnetico

FENOMENO INQUINAMENTO DEL

DETERMINANTI: dispersione di rifiuti nell’ambiente, calpestio eccessivo, ricaduta

delle polveri da attività nell’area di interesse e nelle immediate vicinanze,

versamento di reflui sul suolo e traffico veicolare.

Il suolo, come anche l’acqua, è una delle risorse naturali rinnovabile, essenziale

per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che risulta essere minacciata a causa

dell’inquinamento dovuto a molteplici fattori:

- Presenza di micro-discariche abusive che causano inquinamento de

- calpestio dovuto ad un numero eccessivo di capi di bestiame

d’allevamento e l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti;

- Attività estrattiva con il suo processo di movimentazione del materiale e di

riporto dello scarto all’interno dell’are

IMPATTI: influenza sulla qualità dell’aria ed effetti negativi sugli organismi

Tutti i punti di emissione in atmosfera del cementificio sono presidiati da filtri a

delle emissioni di polveri.

rincipali inquinanti impattanti sono:

C (come C); CO; NH3

Gli impatti del fenomeno delle telecomunicazioni determinano ef

si tratta di danno da elettrosmog oltre che all’impatto arrecato al

valore paesaggistico del sito.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti e normativa in materia di

, necessitano di essere monitorate sempre dal punto di vista

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,

facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.), avendo

un’intensità Alta, percentuale del sito interessata pari al 20% e un’influenza

negativa. Sarebbe necessario, inoltre, installare dei rilevatori dati sensibili ai

elettromagnetico

FENOMENO INQUINAMENTO DEL SUOLO (codice 703)

DETERMINANTI: dispersione di rifiuti nell’ambiente, calpestio eccessivo, ricaduta

delle polveri da attività nell’area di interesse e nelle immediate vicinanze,

versamento di reflui sul suolo e traffico veicolare.

acqua, è una delle risorse naturali rinnovabile, essenziale

per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che risulta essere minacciata a causa

dell’inquinamento dovuto a molteplici fattori:

discariche abusive che causano inquinamento de

calpestio dovuto ad un numero eccessivo di capi di bestiame

d’allevamento e l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti;

Attività estrattiva con il suo processo di movimentazione del materiale e di

riporto dello scarto all’interno dell’area di cava, dei mezzi utilizzati e quelli di

ffetti negativi sugli organismi

sono presidiati da filtri a

determinano effetti negativi

si tratta di danno da elettrosmog oltre che all’impatto arrecato al

li impatti e normativa in materia di

dal punto di vista

dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,

2/2006 e s.m.i.), avendo

un’intensità Alta, percentuale del sito interessata pari al 20% e un’influenza

installare dei rilevatori dati sensibili ai

DETERMINANTI: dispersione di rifiuti nell’ambiente, calpestio eccessivo, ricaduta

delle polveri da attività nell’area di interesse e nelle immediate vicinanze,

acqua, è una delle risorse naturali rinnovabile, essenziale

per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che risulta essere minacciata a causa

discariche abusive che causano inquinamento del suolo;

calpestio dovuto ad un numero eccessivo di capi di bestiame

d’allevamento e l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti;

Attività estrattiva con il suo processo di movimentazione del materiale e di

a di cava, dei mezzi utilizzati e quelli di

Page 29: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

- trasporto del materiale, nonché presenza di traffico veicolare all’interno del

sic, portano alla deposizione delle polveri e di altre sostanze inquinanti sul

suolo. Inoltre, l’area di ingombro della cava viene so

specie vegetali e animali e vengono compromessi i micro

- Possibile versamento di reflui sul suolo da parte di attività agricole e da

alcune attività artigianali e industriali poste sia nel sic, sia nelle immediate

vicinanze.

PRESSIONI: deposizione di polveri e altre sostanze inquinanti.

Dispersione di rifiuti organici e non

qualità degli ecosistemi.

All’interno dell’area di cava si evidenzia la produzione di una certa quantità di

polvere dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del

materiale estratto, che depositandosi sul suolo ne creano un’azione impattante.

Inoltre, un numero eccessivo di capi di bestiame

determinato appezzamento (ca

macchinari agricoli pesanti e la lavorazione di un terreno troppo umido

esempi di tale comportamento inadeguato.

STATO: inquinamento del suolo

L’area sic risulta essere compromesso da un disordinato process

coinvolti diversi fattori che inducono ad un uso inappropriato del suolo a seguito di

attività industriali, estrattive, abbandono di rifiuti ed altro.

- Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili

- Emissioni in atmosfera di polve

all’attività di estrazione eseguita dalla Matera Inerti, sia all’impianto di

produzione di cementi;

- Il pascolo causa il calpestio che origina il compattamento del terreno e di

conseguenza, la riduzione della capa

ruscellamento delle acque aumenta, i rendimenti diminuiscono e il suolo

diventa più vulnerabile all’erosione;

trasporto del materiale, nonché presenza di traffico veicolare all’interno del

sic, portano alla deposizione delle polveri e di altre sostanze inquinanti sul

suolo. Inoltre, l’area di ingombro della cava viene sottratta allo sviluppo di

specie vegetali e animali e vengono compromessi i micro

Possibile versamento di reflui sul suolo da parte di attività agricole e da

alcune attività artigianali e industriali poste sia nel sic, sia nelle immediate

PRESSIONI: deposizione di polveri e altre sostanze inquinanti.

ispersione di rifiuti organici e non che compromettono la salute umana e la

All’interno dell’area di cava si evidenzia la produzione di una certa quantità di

lvere dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del

materiale estratto, che depositandosi sul suolo ne creano un’azione impattante.

n numero eccessivo di capi di bestiame, per le dimensioni di un

determinato appezzamento (carico di bestiame) e l’uso inappropriato di

macchinari agricoli pesanti e la lavorazione di un terreno troppo umido

esempi di tale comportamento inadeguato.

STATO: inquinamento del suolo

L’area sic risulta essere compromesso da un disordinato process

coinvolti diversi fattori che inducono ad un uso inappropriato del suolo a seguito di

attività industriali, estrattive, abbandono di rifiuti ed altro.

Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili

Emissioni in atmosfera di polveri e sostanze inquinanti in situ

all’attività di estrazione eseguita dalla Matera Inerti, sia all’impianto di

produzione di cementi;

Il pascolo causa il calpestio che origina il compattamento del terreno e di

conseguenza, la riduzione della capacità di ritenzione idrica dello stesso. Il

ruscellamento delle acque aumenta, i rendimenti diminuiscono e il suolo

a più vulnerabile all’erosione;

trasporto del materiale, nonché presenza di traffico veicolare all’interno del

sic, portano alla deposizione delle polveri e di altre sostanze inquinanti sul

ttratta allo sviluppo di

ecosistemi.

Possibile versamento di reflui sul suolo da parte di attività agricole e da

alcune attività artigianali e industriali poste sia nel sic, sia nelle immediate

compromettono la salute umana e la

All’interno dell’area di cava si evidenzia la produzione di una certa quantità di

lvere dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del

materiale estratto, che depositandosi sul suolo ne creano un’azione impattante.

per le dimensioni di un

rico di bestiame) e l’uso inappropriato di

macchinari agricoli pesanti e la lavorazione di un terreno troppo umido, sono

L’area sic risulta essere compromesso da un disordinato processo che vede

coinvolti diversi fattori che inducono ad un uso inappropriato del suolo a seguito di

Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili;

ri e sostanze inquinanti in situ dovute sia

all’attività di estrazione eseguita dalla Matera Inerti, sia all’impianto di

Il pascolo causa il calpestio che origina il compattamento del terreno e di

cità di ritenzione idrica dello stesso. Il

ruscellamento delle acque aumenta, i rendimenti diminuiscono e il suolo

Page 30: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

- Le pratiche agricole (seminativi usati come erbai di leguminose e

graminacee, prati stabili poliennal

prodotti chimici, oltre a provocare l’erosione, insieme ai cumuli di letame

determinano inquinamento da nitrati e quindi acidificazione del suolo.

L’acidità del suolo comporta facilità per i nutrienti a ragg

profondi, si determina la perdita di fertilità e produttività del suolo.

IMPATTI: influenza sulla qualità del suolo

Accumulo e dispersione rifiuti non degrad

Timone, nel cuore del Parco, dove

Ambientale) e nella località Murgecchia, e soprattutto ai margini della sede

stradale che conduce alle località innanzi richiamate.

materiale di scarto. Sicuramente il danno è legato al

oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e all’effetto

provoca all’interno del microecosistema in cui il deposito è inserito

Gli impatti del fenomeno “calpestio”,

capacità del suolo di trattenere l’acqua e di ossigenare le radici delle piante.

Quando un terreno ha una minore capacità di ritenzione idrica, le rese

diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il suolo diventa più

vulnerabile all’erosione.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

Il fenomeno presenta un’intens

del sito interessata pari al 1

Essendo il territorio oggetto di studio di elevato ed insostituibile valore nat

per quanto attiene le peculiarità paesaggistiche e le caratteristiche floro

faunistiche, e, dai dati emersi, essendo diffusamente interessato da attività

antropiche che recano impatti ambientali, s

gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste

Le pratiche agricole (seminativi usati come erbai di leguminose e

graminacee, prati stabili poliennali) a causa degli utilizzi di mezzi agricoli e

prodotti chimici, oltre a provocare l’erosione, insieme ai cumuli di letame

determinano inquinamento da nitrati e quindi acidificazione del suolo.

L’acidità del suolo comporta facilità per i nutrienti a raggiungere gli strati più

profondi, si determina la perdita di fertilità e produttività del suolo.

IMPATTI: influenza sulla qualità del suolo

Accumulo e dispersione rifiuti non degradabili nei pressi della località Murgia

Timone, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA (Centro di Educazione

Ambientale) e nella località Murgecchia, e soprattutto ai margini della sede

stradale che conduce alle località innanzi richiamate. Si nota anche la presenza

icuramente il danno è legato al tipo di materiale riversato,

cie sottratta alla vegetazione e all’effetto che la sua presenza

provoca all’interno del microecosistema in cui il deposito è inserito

“calpestio”, fanno si che la compattazione

capacità del suolo di trattenere l’acqua e di ossigenare le radici delle piante.

Quando un terreno ha una minore capacità di ritenzione idrica, le rese

diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il suolo diventa più

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza negativa ed

del sito interessata pari al 10%.

Essendo il territorio oggetto di studio di elevato ed insostituibile valore nat

per quanto attiene le peculiarità paesaggistiche e le caratteristiche floro

faunistiche, e, dai dati emersi, essendo diffusamente interessato da attività

antropiche che recano impatti ambientali, sarebbe opportuno un piano di

turato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste

Le pratiche agricole (seminativi usati come erbai di leguminose e

i) a causa degli utilizzi di mezzi agricoli e

prodotti chimici, oltre a provocare l’erosione, insieme ai cumuli di letame

determinano inquinamento da nitrati e quindi acidificazione del suolo.

iungere gli strati più

profondi, si determina la perdita di fertilità e produttività del suolo.

abili nei pressi della località Murgia

è situato anche il CEA (Centro di Educazione

Ambientale) e nella località Murgecchia, e soprattutto ai margini della sede

Si nota anche la presenza

tipo di materiale riversato,

che la sua presenza

provoca all’interno del microecosistema in cui il deposito è inserito.

fanno si che la compattazione riduce la

capacità del suolo di trattenere l’acqua e di ossigenare le radici delle piante.

Quando un terreno ha una minore capacità di ritenzione idrica, le rese

diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il suolo diventa più

ità Alta, influenza negativa ed una percentuale

Essendo il territorio oggetto di studio di elevato ed insostituibile valore naturalistico,

per quanto attiene le peculiarità paesaggistiche e le caratteristiche floro-

faunistiche, e, dai dati emersi, essendo diffusamente interessato da attività

arebbe opportuno un piano di

turato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste

Page 31: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle

autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore

afflusso turistico, non soltanto m

controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni.

Inoltre sarebbe auspicabile l’assunzione della sostenibilità come modello di

sviluppo di una comunità, in cui lo sviluppo sostenibile è

nel quale l’uso delle risorse, la direzione degli investimenti, la traiettoria del

processo tecnologico ed i cambiamenti istituzionali concorrono tutti assieme ad

accrescere le possibilità di rispondere ai bisogni dell’umanità, non

anche in futuro”.

FENOMENO ALTRE FORME SEMPLICI O COMPLESSE DI INQUINAMENTO

DETERMINANTI: attività turistiche ricreative e culturali

Presenza di attività turistico

prossimità della località Murgia, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA

(Centro di Educazione Ambientale) e nella località Murgecchia.

PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente

L’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e

scarto disposti nella parte periferica del Sic ed inoltre dispersione rifiuti non

degradabili nei pressi degli insediamenti ricettiv

STATO: inquinamento da rifiuti non degradabili

Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili

deturpamento ambientale.

provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle

autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore

afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di

controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni.

Inoltre sarebbe auspicabile l’assunzione della sostenibilità come modello di

sviluppo di una comunità, in cui lo sviluppo sostenibile è definito come

nel quale l’uso delle risorse, la direzione degli investimenti, la traiettoria del

processo tecnologico ed i cambiamenti istituzionali concorrono tutti assieme ad

accrescere le possibilità di rispondere ai bisogni dell’umanità, non

FENOMENO ALTRE FORME SEMPLICI O COMPLESSE DI INQUINAMENTO

DETERMINANTI: attività turistiche ricreative e culturali

Presenza di attività turistico-ricreative all’interno dell’area sic, specialmente in

simità della località Murgia, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA

(Centro di Educazione Ambientale) e nella località Murgecchia.

PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente

’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e

scarto disposti nella parte periferica del Sic ed inoltre dispersione rifiuti non

degli insediamenti ricettivi.

STATO: inquinamento da rifiuti non degradabili

Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili ed un conseguenze

deturpamento ambientale.

provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle

autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore

ediante l’ausilio di un maggior numero di unità di

controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni.

Inoltre sarebbe auspicabile l’assunzione della sostenibilità come modello di

definito come “processo

nel quale l’uso delle risorse, la direzione degli investimenti, la traiettoria del

processo tecnologico ed i cambiamenti istituzionali concorrono tutti assieme ad

accrescere le possibilità di rispondere ai bisogni dell’umanità, non solo di oggi, ma

FENOMENO ALTRE FORME SEMPLICI O COMPLESSE DI INQUINAMENTO (codice 709)

ricreative all’interno dell’area sic, specialmente in

simità della località Murgia, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA

’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di

scarto disposti nella parte periferica del Sic ed inoltre dispersione rifiuti non

ed un conseguenze

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IMPATTI: accumulo di rifiuti non degradabili

Accumulo e dispersione rifiuti non degrad

Si nota anche la presenza materiale di

tipo di materiale riversato, oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e

all’effetto che la sua presenza provoca all’interno del microecosistema in cui il

deposito è inserito.

RISPOSTE: Risulta indispensabile evitare o ridurre la produzione

particolare rifiuti pericolosi, attraverso uno sviluppo sostenibile adottando sistemi di

gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento da parte di organi competenti.

La consapevolezza dei problemi è d’importanza decisiva: l’informaz

l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono

elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile.

Intensità fenomeno bassa,

FENOMENO DISTURBI SONORI

DETERMINANTI: Turismo e attività estrattiva da cava

Presenza di turismo all’interno dell’area sic

frantumazione e di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno

della cava.

PRESSIONI: Emissione di suo

Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari

registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.

STATO : Rumore

L’attività turistico-ricettiva

costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici costituiscono sorgenti

sonore mobili.

IMPATTI: accumulo di rifiuti non degradabili

Accumulo e dispersione rifiuti non degradabili nei pressi delle località innanzi citati.

Si nota anche la presenza materiale di scarto. Sicuramente il danno è legato

tipo di materiale riversato, oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e

all’effetto che la sua presenza provoca all’interno del microecosistema in cui il

Risulta indispensabile evitare o ridurre la produzione

particolare rifiuti pericolosi, attraverso uno sviluppo sostenibile adottando sistemi di

gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento da parte di organi competenti.

La consapevolezza dei problemi è d’importanza decisiva: l’informaz

l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono

elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile.

% del sito interessata = 5 %. Influenza negativa.

FENOMENO DISTURBI SONORI (codice 710)

DETERMINANTI: Turismo e attività estrattiva da cava

Presenza di turismo all’interno dell’area sic e funzionamento dell’impianto di

frantumazione e di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno

PRESSIONI: Emissione di suono

Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari

registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.

ricettiva determina disturbi di tipo sonoro e gli impianti

uiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici costituiscono sorgenti

abili nei pressi delle località innanzi citati.

icuramente il danno è legato al

tipo di materiale riversato, oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e

all’effetto che la sua presenza provoca all’interno del microecosistema in cui il

Risulta indispensabile evitare o ridurre la produzione di rifiuti, e in

particolare rifiuti pericolosi, attraverso uno sviluppo sostenibile adottando sistemi di

gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento da parte di organi competenti.

La consapevolezza dei problemi è d’importanza decisiva: l’informazione,

l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono

%. Influenza negativa.

e funzionamento dell’impianto di

frantumazione e di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno

Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari, e rumorosità

determina disturbi di tipo sonoro e gli impianti

uiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici costituiscono sorgenti

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IMPATTI: Inquinamento acustico

L’attività del turismo e l’attività estrattiva da cava provoca

ed acustico.

RISPOSTE: regolamentazione d

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di r

disturbi sonori (influenza neutra e negativa) con

10%. Tale riduzione non può prescindere da

parte dei turisti dell’area sic descritta

FENOMENO CALPESTIO ECCESSIVO

DETERMINANTI: pascolo

Sia all’interno che all’esterno del SIC sono evidenti i segni del pascolo (e relativo

calpestio dovuto probabilmente ad una gestione inadeguata de

PRESSIONI: carico di bestiame, uso macchinari agricoli pesanti, lavorazione

terreno umido

Un numero eccessivo di capi di bestiame per le dimensioni di un determinato

appezzamento, l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti e la lavora

di un terreno troppo umido sono causa del calpestio.

STATO: compattamento terreno

Il calpestio induce compattamento del terreno.

IMPATTI: Inquinamento acustico

L’attività del turismo e l’attività estrattiva da cava provoca inquinamento dell’aria

RISPOSTE: regolamentazione del rumore

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di regolamentare

neutra e negativa) con intensità alta. % sito interessata

%. Tale riduzione non può prescindere da una corretta educazione civica da

parte dei turisti dell’area sic descritta

FENOMENO CALPESTIO ECCESSIVO (codice 720)

Sia all’interno che all’esterno del SIC sono evidenti i segni del pascolo (e relativo

calpestio dovuto probabilmente ad una gestione inadeguata de

PRESSIONI: carico di bestiame, uso macchinari agricoli pesanti, lavorazione

Un numero eccessivo di capi di bestiame per le dimensioni di un determinato

appezzamento, l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti e la lavora

di un terreno troppo umido sono causa del calpestio.

compattamento terreno

Il calpestio induce compattamento del terreno.

inquinamento dell’aria

egolamentare il fenomeno del

. % sito interessata =

una corretta educazione civica da

Sia all’interno che all’esterno del SIC sono evidenti i segni del pascolo (e relativo

calpestio dovuto probabilmente ad una gestione inadeguata del terreno).

PRESSIONI: carico di bestiame, uso macchinari agricoli pesanti, lavorazione

Un numero eccessivo di capi di bestiame per le dimensioni di un determinato

appezzamento, l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti e la lavorazione

Page 34: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

IMPATTI: riduzione della capacità di ritenzione idrica del terreno, ruscellamento

delle acque, diminuzione del rendime

La compattazione riduce la capacità del suolo di trattenere l’acqua e di

ossigenare le radici delle piante. Quando un terreno ha una minore capacità di

ritenzione idrica, le rese diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta

suolo diventa più vulnerabile all’erosione.

RISPOSTE: gestione e regolamentazione legislativa pascolo

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno del calpestio

(influenza negativa) sebbene abbia un’intensità

interessata= 10%. Tale riduzione non può prescindere da una gestione e

regolamentazione legislativa del pascolo.

FENOMENO VANDALISMO (codice 740)

DETERMINANTI: attività antropiche

La gestione del territorio nella zona della Murgia è mo

presenti fenomeni di vandalismo ,dov

primaverili ed estivi e durante le festività

PRESSIONI: turismo

La manomissione dell’area per lo sfruttamento del turismo e l’abbandono di rifiu

nell’ambiente, specie nei mesi primaverili ed

naturale evoluzione delle biocenosi ivi presenti.

STATO: atti vandalici e inquinamento da rifiuti non degradabili

Le zone oggetto di atti vandalici e di inquinamento da

in zone molto circoscritte e presenti soprattutto in prossimità del

Parco e, specialmente nei periodi di picco del turismo, non si limitano a quelle

prossime ai cassonetti ed ai contenitori per la raccolta dei rifiuti.

riduzione della capacità di ritenzione idrica del terreno, ruscellamento

delle acque, diminuzione del rendimento del terreno, erosione

La compattazione riduce la capacità del suolo di trattenere l’acqua e di

ossigenare le radici delle piante. Quando un terreno ha una minore capacità di

ritenzione idrica, le rese diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta

suolo diventa più vulnerabile all’erosione.

RISPOSTE: gestione e regolamentazione legislativa pascolo

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno del calpestio

(influenza negativa) sebbene abbia un’intensità non alta (bas

%. Tale riduzione non può prescindere da una gestione e

regolamentazione legislativa del pascolo.

(codice 740)

DETERMINANTI: attività antropiche

territorio nella zona della Murgia è molto complessa, poiché sono

fenomeni di vandalismo ,dovuti alla presenza di turisti,

estivi e durante le festività.

La manomissione dell’area per lo sfruttamento del turismo e l’abbandono di rifiu

nell’ambiente, specie nei mesi primaverili ed estivi, è di certo un ostacolo alla

naturale evoluzione delle biocenosi ivi presenti.

STATO: atti vandalici e inquinamento da rifiuti non degradabili

Le zone oggetto di atti vandalici e di inquinamento da rifiuti non degradabili

molto circoscritte e presenti soprattutto in prossimità del

e, specialmente nei periodi di picco del turismo, non si limitano a quelle

prossime ai cassonetti ed ai contenitori per la raccolta dei rifiuti.

riduzione della capacità di ritenzione idrica del terreno, ruscellamento

La compattazione riduce la capacità del suolo di trattenere l’acqua e di

ossigenare le radici delle piante. Quando un terreno ha una minore capacità di

ritenzione idrica, le rese diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno del calpestio

non alta (bassa). % sito

%. Tale riduzione non può prescindere da una gestione e

lto complessa, poiché sono

uti alla presenza di turisti, specie nei mesi

La manomissione dell’area per lo sfruttamento del turismo e l’abbandono di rifiuti

estivi, è di certo un ostacolo alla

rifiuti non degradabili

molto circoscritte e presenti soprattutto in prossimità del cuore del

e, specialmente nei periodi di picco del turismo, non si limitano a quelle

Page 35: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

IMPATTI: degrado dell’area e alterazione equilibrio catena trofica

Tale fenomeno produce due tipologie di impatto:- visivo, dovuto al degrado delle aree interessate dall’abbandono dei rifiuti,

soprattutto in considerazione della naturalità dei luoghi;

- sulla fauna, in particolare i mammiferi e gli uccelli, che cibandosi dei residui

alimentari abbandonati alterano l’equilibrio della catena trofica e

contribuiscono a disperdere ulteriormente i rifiuti inorganici.

RISPOSTE: Il fenomeno ha influenza negativa e i

percentuale del sito interessata pari al 5%.

gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste

provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte dell

autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore

afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di

controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni. Al fine di

evitare il protrarsi di tale stato di incuria dell’area turistica, sarebbe opportuno

inoltre incrementare il numero dei contenitori per i rifiuti, provvedere ad una più

solerte raccolta degli stessi e sensibilizzare i fruitori dell’area tramite opportuni

cartelli e segnalazioni.

Modifiche umane delle condizioni idrauliche

SCARICO, DEPOSITO DI MATERIALI DRAGATI (

E’ evidente quindi che in caso di esondazioni, si potrebbe avere trasporto solido,

dovuto alla movimentazione dei terreni con conseguente

I materiali che si accumulano, si spostano lungo il torrente.

Bisognerebbe intraprendere delle azioni per una gestione ecosostenibile della

materia relativa alla movimentazione di materiale sedimentario.

Peraltro, com’è noto, si tratta di una attività

livelli, ma soprattutto sul piano ambientale; è infatti ormai

MPATTI: degrado dell’area e alterazione equilibrio catena trofica

Tale fenomeno produce due tipologie di impatto: visivo, dovuto al degrado delle aree interessate dall’abbandono dei rifiuti,

soprattutto in considerazione della naturalità dei luoghi;

fauna, in particolare i mammiferi e gli uccelli, che cibandosi dei residui

alimentari abbandonati alterano l’equilibrio della catena trofica e

contribuiscono a disperdere ulteriormente i rifiuti inorganici.

ha influenza negativa e intensità bassa con una

percentuale del sito interessata pari al 5%. Sarebbe opportuno un piano di

gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste

provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte dell

autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore

afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di

controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni. Al fine di

e il protrarsi di tale stato di incuria dell’area turistica, sarebbe opportuno

inoltre incrementare il numero dei contenitori per i rifiuti, provvedere ad una più

solerte raccolta degli stessi e sensibilizzare i fruitori dell’area tramite opportuni

odifiche umane delle condizioni idrauliche

DI MATERIALI DRAGATI (codice 860)

E’ evidente quindi che in caso di esondazioni, si potrebbe avere trasporto solido,

dovuto alla movimentazione dei terreni con conseguente carico di sedimenti.

I materiali che si accumulano, si spostano lungo il torrente.

Bisognerebbe intraprendere delle azioni per una gestione ecosostenibile della

materia relativa alla movimentazione di materiale sedimentario.

ltro, com’è noto, si tratta di una attività che presenta rilevanti effetti a vari

livelli, ma soprattutto sul piano ambientale; è infatti ormai pienamente accertato

MPATTI: degrado dell’area e alterazione equilibrio catena trofica

visivo, dovuto al degrado delle aree interessate dall’abbandono dei rifiuti,

fauna, in particolare i mammiferi e gli uccelli, che cibandosi dei residui

alimentari abbandonati alterano l’equilibrio della catena trofica e

contribuiscono a disperdere ulteriormente i rifiuti inorganici.

ntensità bassa con una

Sarebbe opportuno un piano di

gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste

provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle

autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore

afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di

controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni. Al fine di

e il protrarsi di tale stato di incuria dell’area turistica, sarebbe opportuno

inoltre incrementare il numero dei contenitori per i rifiuti, provvedere ad una più

solerte raccolta degli stessi e sensibilizzare i fruitori dell’area tramite opportuni

E’ evidente quindi che in caso di esondazioni, si potrebbe avere trasporto solido,

carico di sedimenti.

Bisognerebbe intraprendere delle azioni per una gestione ecosostenibile della

materia relativa alla movimentazione di materiale sedimentario.

che presenta rilevanti effetti a vari

pienamente accertato

Page 36: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

che l’escavazione dei terreni e l’eventuale scarico in mare dei materiali di

costituisce un’attività di notevole rischio per la diffusa presenza dei contaminanti

contenuti nei sedimenti, soprattutto a causa delle diverse attività svolte nell’area

del sic e nelle zone circostanti.

sottolineata l’importanza di attuare un piano

preveda un continuo monitoraggio delle aree interessate, una

programmazione e l’attuazione di quello che dovrebbe essere lo strumento di

gestione fondamentale. E’ chiaro, dunque, ch

una corretta gestione del materiale dragato

sue caratteristiche. Infatti, solo una

dell’origine dei sedimenti e un’attenta analisi delle loro

fisiche e biologiche permette di valutare correttamente gli impatti

possono derivare dall’attività di dragaggio e poter gestire il materiale nel pieno

rispetto dell’ambiente.

In relazione alla tipologia del materiale draga

delle caratteristiche dell’area di destinazione, l’attività di immersione dei

può creare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Tali

impatti possono riguardare l’ambiente fisico (alter

delle caratteristiche generali del fondale), le caratteristiche chimiche della

colonna d’acqua (aumento del contenuto

contaminanti) e le caratteristiche biologiche (possibili alterazioni a

e a livello di comunità bentoniche) dell’area. E’ fondamentale, quindi, formulare

ipotesi di impatto e valutare caso per caso se le alterazioni previste sono

accettabili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e, in caso

contrario, è necessario introdurre specifiche misure di mitigazione.

che l’escavazione dei terreni e l’eventuale scarico in mare dei materiali di

uisce un’attività di notevole rischio per la diffusa presenza dei contaminanti

contenuti nei sedimenti, soprattutto a causa delle diverse attività svolte nell’area

del sic e nelle zone circostanti. Per tutte queste ragioni viene, in primo luogo,

ta l’importanza di attuare un piano di gestione dei sedimenti che

preveda un continuo monitoraggio delle aree interessate, una

programmazione e l’attuazione di quello che dovrebbe essere lo strumento di

gestione fondamentale. E’ chiaro, dunque, che la premessa indispensabile per

una corretta gestione del materiale dragato è una dettagliata conoscenza delle

sue caratteristiche. Infatti, solo una approfondita conoscenza della natura e

dell’origine dei sedimenti e un’attenta analisi delle loro caratte

fisiche e biologiche permette di valutare correttamente gli impatti

possono derivare dall’attività di dragaggio e poter gestire il materiale nel pieno

In relazione alla tipologia del materiale dragato, delle modalità di

delle caratteristiche dell’area di destinazione, l’attività di immersione dei

può creare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Tali

possono riguardare l’ambiente fisico (alterazione del livello di torbidità e

generali del fondale), le caratteristiche chimiche della

colonna d’acqua (aumento del contenuto di sostanza organica e dei

contaminanti) e le caratteristiche biologiche (possibili alterazioni a

e a livello di comunità bentoniche) dell’area. E’ fondamentale, quindi, formulare

ipotesi di impatto e valutare caso per caso se le alterazioni previste sono

vista ambientale, sociale ed economico e, in caso

è necessario introdurre specifiche misure di mitigazione.

che l’escavazione dei terreni e l’eventuale scarico in mare dei materiali di risulta

uisce un’attività di notevole rischio per la diffusa presenza dei contaminanti

contenuti nei sedimenti, soprattutto a causa delle diverse attività svolte nell’area

Per tutte queste ragioni viene, in primo luogo,

di gestione dei sedimenti che

preveda un continuo monitoraggio delle aree interessate, una corretta

programmazione e l’attuazione di quello che dovrebbe essere lo strumento di

e la premessa indispensabile per

è una dettagliata conoscenza delle

approfondita conoscenza della natura e

caratteristiche chimiche,

fisiche e biologiche permette di valutare correttamente gli impatti ambientali che

possono derivare dall’attività di dragaggio e poter gestire il materiale nel pieno

to, delle modalità di sversamento e

delle caratteristiche dell’area di destinazione, l’attività di immersione dei sedimenti

può creare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Tali

azione del livello di torbidità e

generali del fondale), le caratteristiche chimiche della

di sostanza organica e dei

contaminanti) e le caratteristiche biologiche (possibili alterazioni a livello di specie

e a livello di comunità bentoniche) dell’area. E’ fondamentale, quindi, formulare

ipotesi di impatto e valutare caso per caso se le alterazioni previste sono

vista ambientale, sociale ed economico e, in caso

è necessario introdurre specifiche misure di mitigazione.

Page 37: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

ALTRE MODIFICHE NELLE CONDIZIONI IDRAULICHE INDOTTE D

I torrenti Gravina di Matera e Jesce rispettivamente nelle località Palomba

Pantano e Tre ponti rappresentano situazioni

ragione del restringimento dei propri letti in ingresso nella Città.

Lungo la Gravina di Matera, dalla località Venusio ed affiancando sempre il

torrente canalizzato in prosieguo sino alla Palomba, in aree di pertinenza id

si sono realizzati un gran numero di attività commerciali, logistiche ed artigianali

che sono gravemente esposte a rischio allagamenti.

Il passaggio della SS.7 in località La

numerose altre interconnessi

superficie all’intorno, la vastità del bacino sotteso, rischiano di produrre in

occasione di precipitazioni meteorologiche appena più prolungate od intense

(per effetto del trascinamento di rifiuti o d

effetto diga con immediato incremento del livello d’acqua a monte, un aumento

della pressione sulla struttura viaria della quale non è nota la capacità di

sopportazione.

E’ nota la presenza di una traversa idraulica p

Le traverse appartengono alle opere che hanno il compito di regolare la portata

liquida o la portata solida e consistono in opere e interventi lungo sia lungo il corso

d'acqua che nei terreni che ne costituiscono il bacino.

Vengono realizzate per stabilizzare l’alveo.

sbarramento volto principalmente a regolare il livello dell’acqua a monte, anche

se esso determina comunque un invaso a monte, solitamente di volume

Generalmente la regolazione del livello è necessaria per il

di un’opera di presa realizzata a monte o

Il suo compito è quello di realizzare un 'tirante d'acqua"

altezza minima nel corso d'a

l'acqua in un canale laterale o frontale o

peli liberi di monte e di valle

CONDIZIONI IDRAULICHE INDOTTE DELL’UOMO (

I torrenti Gravina di Matera e Jesce rispettivamente nelle località Palomba

Pantano e Tre ponti rappresentano situazioni di elevata pericolosità anche in

ragione del restringimento dei propri letti in ingresso nella Città.

Lungo la Gravina di Matera, dalla località Venusio ed affiancando sempre il

torrente canalizzato in prosieguo sino alla Palomba, in aree di pertinenza id

si sono realizzati un gran numero di attività commerciali, logistiche ed artigianali

che sono gravemente esposte a rischio allagamenti.

Il passaggio della SS.7 in località La Palomba sul ponte di limitata ampiezza, le

numerose altre interconnessioni di reti, la impermeabilizzazione di una vastissima

superficie all’intorno, la vastità del bacino sotteso, rischiano di produrre in

occasione di precipitazioni meteorologiche appena più prolungate od intense

(per effetto del trascinamento di rifiuti o di alberature e ramaglie) un pericoloso

effetto diga con immediato incremento del livello d’acqua a monte, un aumento

della pressione sulla struttura viaria della quale non è nota la capacità di

E’ nota la presenza di una traversa idraulica per ovviare a tali problemi.

Le traverse appartengono alle opere che hanno il compito di regolare la portata

solida e consistono in opere e interventi lungo sia lungo il corso

d'acqua che nei terreni che ne costituiscono il bacino.

ono realizzate per stabilizzare l’alveo. Con il termine traversa

principalmente a regolare il livello dell’acqua a monte, anche

determina comunque un invaso a monte, solitamente di volume

golazione del livello è necessaria per il funzionamento ottimale

di un’opera di presa realizzata a monte o direttamente nello sbarramento stesso.

quello di realizzare un 'tirante d'acqua", cioè una determinata

altezza minima nel corso d'acqua atta a realizzare le condizioni per poter deviare

n canale laterale o frontale o comunque per realizzare un "salto" tra i

peli liberi di monte e di valle.

LL’UOMO (codice 890)

I torrenti Gravina di Matera e Jesce rispettivamente nelle località Palomba-

di elevata pericolosità anche in

Lungo la Gravina di Matera, dalla località Venusio ed affiancando sempre il

torrente canalizzato in prosieguo sino alla Palomba, in aree di pertinenza idraulica,

si sono realizzati un gran numero di attività commerciali, logistiche ed artigianali

Palomba sul ponte di limitata ampiezza, le

oni di reti, la impermeabilizzazione di una vastissima

superficie all’intorno, la vastità del bacino sotteso, rischiano di produrre in

occasione di precipitazioni meteorologiche appena più prolungate od intense

i alberature e ramaglie) un pericoloso

effetto diga con immediato incremento del livello d’acqua a monte, un aumento

della pressione sulla struttura viaria della quale non è nota la capacità di

er ovviare a tali problemi.

Le traverse appartengono alle opere che hanno il compito di regolare la portata

solida e consistono in opere e interventi lungo sia lungo il corso

traversa si intende uno

principalmente a regolare il livello dell’acqua a monte, anche

determina comunque un invaso a monte, solitamente di volume modesto.

funzionamento ottimale

direttamente nello sbarramento stesso.

cioè una determinata

condizioni per poter deviare

comunque per realizzare un "salto" tra i

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Processi naturali

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “processi naturali

ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:

� codice 900: erosione;

� codice 941: inondazione;

� codice 952: eutrofizzazione;

FENOMENO EROSIONE (codice 900)

DETERMINANTI: Agenti atmosferici (acqua, vento

biotici

L’aspetto idrogeologico è caratterizzato da modificazioni della permeazione della

roccia dovuto al modellamento della superficie per lo sgretolamento della pietra

che lo compone.

PRESSIONI: Sgretolamento natural

biotici.

L’erosione della roccia oltre ad essere

agenti biotici vi sono le stesse piante.

STATO: erosione naturale della roccia murgica.

I terreni calcarei hanno la proprietà di essere resi teneri dall’umidità, e ciò rende

possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di

portata modesta. L’erosione espone il terreno a fenomeni franosi e può dunque

essere la causa di un aumentato ris

IMPATTI: Fenomeni di erosione dell’area murgica

Il fenomeno dell’erosione agisce sul substrato secondo le leggi dell’entropia,

disgregando la roccia con l’effetto di subire variazioni morfologiche.

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “processi naturali biotici e abiotici” (Gazzetta

ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:

codice 900: erosione;

codice 941: inondazione;

codice 952: eutrofizzazione;

(codice 900)

DETERMINANTI: Agenti atmosferici (acqua, vento, freddo, etc) e/o agenti abiotici e

L’aspetto idrogeologico è caratterizzato da modificazioni della permeazione della

roccia dovuto al modellamento della superficie per lo sgretolamento della pietra

Sgretolamento naturale operato da agenti atmosferici e/o abiotici e

oltre ad essere causata da agenti innanzi citati, tra gli

agenti biotici vi sono le stesse piante.

STATO: erosione naturale della roccia murgica.

proprietà di essere resi teneri dall’umidità, e ciò rende

possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di

portata modesta. L’erosione espone il terreno a fenomeni franosi e può dunque

essere la causa di un aumentato rischio idrogeologico.

IMPATTI: Fenomeni di erosione dell’area murgica

Il fenomeno dell’erosione agisce sul substrato secondo le leggi dell’entropia,

disgregando la roccia con l’effetto di subire variazioni morfologiche.

biotici e abiotici” (Gazzetta

, freddo, etc) e/o agenti abiotici e

L’aspetto idrogeologico è caratterizzato da modificazioni della permeazione della

roccia dovuto al modellamento della superficie per lo sgretolamento della pietra

e operato da agenti atmosferici e/o abiotici e

causata da agenti innanzi citati, tra gli

proprietà di essere resi teneri dall’umidità, e ciò rende

possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di

portata modesta. L’erosione espone il terreno a fenomeni franosi e può dunque

Il fenomeno dell’erosione agisce sul substrato secondo le leggi dell’entropia,

disgregando la roccia con l’effetto di subire variazioni morfologiche.

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RISPOSTE: Interventi che prevedono o

ambientale.

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno

(influenza negativa) attraverso opere di stabilizzazione visto che il fenomeno

presenta un’intensità media ed una per

Sulla base di queste considerazioni si può chiaramente intendere che la prima

azione di difesa preventiva che l’uomo può attuare è la riduzione al minimo della

possibilità di spostamento delle particelle solide

una regolazione diffusa ed organica delle acque dilavanti. La funzione di tali

bonifiche risulta essere di grande interesse in quanto proprio dai fenomeni

erosionali inizia la lenta e progressiva azione modellatrice della

fino alla rottura degli equilibri naturali. In altre parole l’intervento preventivo

dell’uomo, non potendo arrestare i processi morfoevolutivi, può tendere a

controllarne e ritardarne gli effetti disastrosi. Questo tipo di opere di i

deve comprendere prevalentemente interventi indiretti, in grado cioè di ri

controllare le cause del fenomeno di erosione

Tra queste si ricordano:

• raccolta, canalizzazione e smaltimento delle acque sup

• terrazzamento dei versanti;

• drenaggi sotterranei;

• ripristino di adeguata copertura vegetale.

FENOMENO INONDAZIONE (codice 941)

DETERMINANTI: precipitazioni meteoriche eccessive che si verificano in occasioni

straordinarie.

Nell’area in esame le portate idriche dei corsi d’acqua sono generalmente

piuttosto ridotte per il sensibile assorbimento esercit

ma talvolta si potrebbero verificare eventi eccezionali in cui a seguito di violenti

nubifragi, il livello dei fiumi potrebbe aumentare provocando così esondazioni.

RISPOSTE: Interventi che prevedono operazioni di recupero e di ripristino

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno

attraverso opere di stabilizzazione visto che il fenomeno

media ed una percentuale del sito interessata pari al

Sulla base di queste considerazioni si può chiaramente intendere che la prima

azione di difesa preventiva che l’uomo può attuare è la riduzione al minimo della

possibilità di spostamento delle particelle solide che costituiscono il versante, con

una regolazione diffusa ed organica delle acque dilavanti. La funzione di tali

bonifiche risulta essere di grande interesse in quanto proprio dai fenomeni

erosionali inizia la lenta e progressiva azione modellatrice della superficie terrestre,

fino alla rottura degli equilibri naturali. In altre parole l’intervento preventivo

dell’uomo, non potendo arrestare i processi morfoevolutivi, può tendere a

controllarne e ritardarne gli effetti disastrosi. Questo tipo di opere di i

deve comprendere prevalentemente interventi indiretti, in grado cioè di ri

controllare le cause del fenomeno di erosione e quindi i loro effetti modellatori.

raccolta, canalizzazione e smaltimento delle acque superficiali;

terrazzamento dei versanti;

ripristino di adeguata copertura vegetale.

FENOMENO INONDAZIONE (codice 941)

DETERMINANTI: precipitazioni meteoriche eccessive che si verificano in occasioni

le portate idriche dei corsi d’acqua sono generalmente

piuttosto ridotte per il sensibile assorbimento esercitato dalle formazioni affioranti;

ma talvolta si potrebbero verificare eventi eccezionali in cui a seguito di violenti

iumi potrebbe aumentare provocando così esondazioni.

perazioni di recupero e di ripristino

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno dell’erosione

attraverso opere di stabilizzazione visto che il fenomeno

centuale del sito interessata pari al 10%.

Sulla base di queste considerazioni si può chiaramente intendere che la prima

azione di difesa preventiva che l’uomo può attuare è la riduzione al minimo della

che costituiscono il versante, con

una regolazione diffusa ed organica delle acque dilavanti. La funzione di tali

bonifiche risulta essere di grande interesse in quanto proprio dai fenomeni

superficie terrestre,

fino alla rottura degli equilibri naturali. In altre parole l’intervento preventivo

dell’uomo, non potendo arrestare i processi morfoevolutivi, può tendere a

controllarne e ritardarne gli effetti disastrosi. Questo tipo di opere di intervento

deve comprendere prevalentemente interventi indiretti, in grado cioè di ridurre o

e quindi i loro effetti modellatori.

erficiali;

DETERMINANTI: precipitazioni meteoriche eccessive che si verificano in occasioni

le portate idriche dei corsi d’acqua sono generalmente

ato dalle formazioni affioranti;

ma talvolta si potrebbero verificare eventi eccezionali in cui a seguito di violenti

iumi potrebbe aumentare provocando così esondazioni.

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PRESSIONI: volumi idrici non adeguati al letto del fiume

Il torrente Gravina in occasione di precipitazioni meteoriche particolarmente

intense o prolungate ha raccolto

sua portata, rompendo gli argini.

STATO: esondazione del torrente Gravina

Le aree più vulnerabili del torrente sono state soggette al fenomeno

dell’inondazione provocando lo straripamento del corso d’acqua, dal suo letto o

bacino usuale, in maniera violenta e devastante.

IMPATTI: fenomeno inondazione

L’esondazione del Torrente Gravina ha provocato dissesti idrogeologici, nonché

rischi per tutto il territorio, dal settore forestale a quello agronomo.

RISPOSTE: Azioni e misure per contener

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenom

dell’inondazione, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza

negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al 1%.

Tuttavia, anche se tali eventi si manifestano in maniera del tutto eccezionale,

manifesta la necessità di mettere in campo azioni in grado di poter fronteggiare

l’emergenza maltempo, piuttosto che programmare azioni di difesa del suolo e di

prevenzione del dissesto idrogeologico che invece dovevano rappresentare la

priorità dell’agenda politica nazionale e regionale negli ultimi decenni.

Non rimane che prendere atto di

tutto il territorio lucano e avviare una seria rifles

fenomeno, per giungere alla conclusione che bisogna guardare con attenzione

alle figure professionali che devono essere chiamate per intervenire sul territorio.

E’necessario, pertanto, avviare sopralluoghi, con il coinv

professionisti, dai quali possano emergere le cause del dissesto idrogeologico che

oggi esiste in Basilicata.

PRESSIONI: volumi idrici non adeguati al letto del fiume

in occasione di precipitazioni meteoriche particolarmente

intense o prolungate ha raccolto apprezzabili volumi idrici, con l

sua portata, rompendo gli argini.

STATO: esondazione del torrente Gravina

Le aree più vulnerabili del torrente sono state soggette al fenomeno

dell’inondazione provocando lo straripamento del corso d’acqua, dal suo letto o

n maniera violenta e devastante.

IMPATTI: fenomeno inondazione

L’esondazione del Torrente Gravina ha provocato dissesti idrogeologici, nonché

rischi per tutto il territorio, dal settore forestale a quello agronomo.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenom

, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza

negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al 1%.

e se tali eventi si manifestano in maniera del tutto eccezionale,

manifesta la necessità di mettere in campo azioni in grado di poter fronteggiare

piuttosto che programmare azioni di difesa del suolo e di

drogeologico che invece dovevano rappresentare la

priorità dell’agenda politica nazionale e regionale negli ultimi decenni.

Non rimane che prendere atto di una situazione che ha causato

tutto il territorio lucano e avviare una seria riflessione, che parta dalle cause di tale

per giungere alla conclusione che bisogna guardare con attenzione

alle figure professionali che devono essere chiamate per intervenire sul territorio.

E’necessario, pertanto, avviare sopralluoghi, con il coinv

professionisti, dai quali possano emergere le cause del dissesto idrogeologico che

in occasione di precipitazioni meteoriche particolarmente

apprezzabili volumi idrici, con l’aumento della

Le aree più vulnerabili del torrente sono state soggette al fenomeno

dell’inondazione provocando lo straripamento del corso d’acqua, dal suo letto o

L’esondazione del Torrente Gravina ha provocato dissesti idrogeologici, nonché

rischi per tutto il territorio, dal settore forestale a quello agronomo.

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno

, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza

negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al 1%.

e se tali eventi si manifestano in maniera del tutto eccezionale, si

manifesta la necessità di mettere in campo azioni in grado di poter fronteggiare

piuttosto che programmare azioni di difesa del suolo e di

drogeologico che invece dovevano rappresentare la

priorità dell’agenda politica nazionale e regionale negli ultimi decenni.

una situazione che ha causato danni ingenti a

che parta dalle cause di tale

per giungere alla conclusione che bisogna guardare con attenzione

alle figure professionali che devono essere chiamate per intervenire sul territorio.

E’necessario, pertanto, avviare sopralluoghi, con il coinvolgimento dei

professionisti, dai quali possano emergere le cause del dissesto idrogeologico che

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Da tali azioni, si spera, si potrà avviare una nuova forma di pianificazione del

territorio che porti a superare le criticità che s

avviare un processo propositivo che porti a risolvere la questioni che minacciano il

territorio avviando nuovi interventi di sistemazione idraulico forestali di massima

efficacia e di elevato spessore tecnico nel breve per

In basso: danni provocati dal passaggio dell’ondata di piena (marzo 2011) nel settore meridionale del SIC, in corrispondenza della porzione terminale della gravina

FENOMENO EUTROFIZZAZIONE

DETERMINANTI: Attività turistico

L’utilizzo di concimazioni chimiche e la presenza di attività turistico

all’interno del sic determina la presenza del fenomeno di eutrofizzazione.

Da tali azioni, si spera, si potrà avviare una nuova forma di pianificazione del

territorio che porti a superare le criticità che si manifestano. Sarebbe necessario

avviare un processo propositivo che porti a risolvere la questioni che minacciano il

territorio avviando nuovi interventi di sistemazione idraulico forestali di massima

efficacia e di elevato spessore tecnico nel breve periodo.

In basso: danni provocati dal passaggio dell’ondata di piena (marzo 2011) nel settore meridionale del SIC, in corrispondenza della porzione terminale della gravina

FENOMENO EUTROFIZZAZIONE (codice 952)

DETERMINANTI: Attività turistico- ricreative e agricoltura

L’utilizzo di concimazioni chimiche e la presenza di attività turistico

all’interno del sic determina la presenza del fenomeno di eutrofizzazione.

Da tali azioni, si spera, si potrà avviare una nuova forma di pianificazione del

i manifestano. Sarebbe necessario

avviare un processo propositivo che porti a risolvere la questioni che minacciano il

territorio avviando nuovi interventi di sistemazione idraulico forestali di massima

In basso: danni provocati dal passaggio dell’ondata di piena (marzo 2011) nel settore

L’utilizzo di concimazioni chimiche e la presenza di attività turistico-ricreative

all’interno del sic determina la presenza del fenomeno di eutrofizzazione.

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PRESSIONI: Abbandono rifiuti nell'ambiente. Utilizzo prodotti chimici a

agronomici

L’eutrofizzazione oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene

provocata, in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle

turistico-ricettive.

STATO: inquinamento dell’acqua

Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

ossigeno nelle acque.

IMPATTI: Fenomeni di eutrofizzazione

A causa dell'alta concentrazione degli organismi in un sistema eutrofico, vi è

spesso elevata concorrenza per le risorse. Tale elevato grado

stress fisico o chimico a volte elevato rende particolarmente difficoltosa la lotta

per la sopravvivenza nei sistemi eutrofici

sono:

1)Riduzione della diversità delle specie ;

2.)Aumento della biomassa animale e vegetale

3)Aumento di torbidità;

4)Aumento della velocità di sedim

5)Possibile sviluppo di circostanze anossiche

RISPOSTE: Interventi e vigilanza da parte degli organi competenti

Dai dati di monitoraggio, si evince la neces

dell’eutrofizzazione (influenza negativa)

un’intensità media ed una percentuale del sito interessata pari al 1

Per contrastare l'eutrofizzazione sono necessari interventi

organi competenti al fine di

Abbandono rifiuti nell'ambiente. Utilizzo prodotti chimici a

L’eutrofizzazione oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene

provocata, in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle

STATO: inquinamento dell’acqua

di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

IMPATTI: Fenomeni di eutrofizzazione

A causa dell'alta concentrazione degli organismi in un sistema eutrofico, vi è

spesso elevata concorrenza per le risorse. Tale elevato grado di concorrenza e lo

stress fisico o chimico a volte elevato rende particolarmente difficoltosa la lotta

per la sopravvivenza nei sistemi eutrofici. Gli impatti che il fenomeno comporta

della diversità delle specie ;

assa animale e vegetale;

Aumento della velocità di sedimentazione;

Possibile sviluppo di circostanze anossiche.

RISPOSTE: Interventi e vigilanza da parte degli organi competenti

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno

(influenza negativa) visto che il fenomeno presenta

media ed una percentuale del sito interessata pari al 1

Per contrastare l'eutrofizzazione sono necessari interventi e vigilanza da parte

organi competenti al fine di ridurre gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici (riduzione

Abbandono rifiuti nell'ambiente. Utilizzo prodotti chimici a fini

L’eutrofizzazione oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene

provocata, in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle strutture

di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

A causa dell'alta concentrazione degli organismi in un sistema eutrofico, vi è

di concorrenza e lo

stress fisico o chimico a volte elevato rende particolarmente difficoltosa la lotta

. Gli impatti che il fenomeno comporta

RISPOSTE: Interventi e vigilanza da parte degli organi competenti

sità di ridurre il fenomeno

visto che il fenomeno presenta

media ed una percentuale del sito interessata pari al 1%.

e vigilanza da parte degli

gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici (riduzione

Page 43: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

dei fertilizzanti in agricoltura

trattamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed

impianti di fitodepurazione

peggiorare il fenomeno dell'eutrofizzazione. Il riscaldamento delle acque

superficiali, infatti, fa diminuire la

Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito

Urbanizzazione, Industrializzazione e Attività similari

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “

Attività similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997

appendice E) sono:

� codice 400: aree urbane, insediamenti umani;

� codice 490: altre attività urbanistiche, indu

FENOMENO AREE URBANE, INSEDIAMENTI UMANI (codice 400)

DETERMINANTI: aree urbane ed insediamenti umani

Tali aree, essendo prossime, e quindi, circostanti l’area oggetto di studio, ed

avendo anche una particolarissima morfologia semi

componente di degrado urbanistico ambientale.

PRESSIONI: degrado urbanistico

Il sistema dell’urbanizzazione novecentesca ha portato una progressiva

espansione della città in direzione dei rilievi collinari adiacenti

di Matera.

agricoltura, depurazione degli scarichi civili ed industriali,

attamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed

fitodepurazione). Si ritiene che il riscaldamento globale

peggiorare il fenomeno dell'eutrofizzazione. Il riscaldamento delle acque

superficiali, infatti, fa diminuire la solubilità dei gas (e quindi anche dell'

Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito

Urbanizzazione, Industrializzazione e Attività similari

ricadenti nella categoria “Urbanizzazione, Industrializzazione e

” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997

codice 400: aree urbane, insediamenti umani;

codice 490: altre attività urbanistiche, industriali e simili;

FENOMENO AREE URBANE, INSEDIAMENTI UMANI (codice 400)

DETERMINANTI: aree urbane ed insediamenti umani

Tali aree, essendo prossime, e quindi, circostanti l’area oggetto di studio, ed

avendo anche una particolarissima morfologia semi-naturale, assumono una forte

componente di degrado urbanistico ambientale.

PRESSIONI: degrado urbanistico-ambientale

Il sistema dell’urbanizzazione novecentesca ha portato una progressiva

espansione della città in direzione dei rilievi collinari adiacenti l’area della Gravina

, depurazione degli scarichi civili ed industriali,

attamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed

riscaldamento globale contribuirà a

peggiorare il fenomeno dell'eutrofizzazione. Il riscaldamento delle acque

dei gas (e quindi anche dell'ossigeno).

Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito

Urbanizzazione, Industrializzazione e

” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997

striali e simili;

Tali aree, essendo prossime, e quindi, circostanti l’area oggetto di studio, ed

urale, assumono una forte

Il sistema dell’urbanizzazione novecentesca ha portato una progressiva

l’area della Gravina

Page 44: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

STATO: degrado

Disordinato processo di urbanizzazione

IMPATTI: problematiche naturalistico

Dette aree urbane presentano problematiche naturalistico

particolari qualità, ed essendo collocate

zona sic, città, assi stradali di collegamento interregionale.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

L’intensità del fenomeno è alta ed,

l’adozione di misure di contenimento del fenomeno

normativa di settore.

Per dette aree sarebbe necessario una radicale operazione di riqualificazione

ambientale finalizzata, e supportata, da un’altrettanto radicale riconversione e

riqualificazione funzionale.

verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.

FENOMENO ALTRE ATTIVITA’ URBANISTICHE, INDUSTRIALI E SIMILI (codice 490)

DETERMINANTI: attività industriali, attivi

artigianali e attività ricreative

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono

rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la

principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic, e da attività

artigianali e ricreative.

PRESSIONI: aree agricole, commerciali, industriali e artigianali

Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura agricola, commerciale e

industrializzata. Ma l’area che presenta maggiori pressioni è quella industriale,

Disordinato processo di urbanizzazione

IMPATTI: problematiche naturalistico-ambientali

Dette aree urbane presentano problematiche naturalistico- ambientali, avendo

particolari qualità, ed essendo collocate in posizione territoriale “strategica”, tra

zona sic, città, assi stradali di collegamento interregionale.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

nsità del fenomeno è alta ed, avendo influenza neutra e negativa, si auspica

i misure di contenimento del fenomeno mediante il rispetto della

Per dette aree sarebbe necessario una radicale operazione di riqualificazione

ambientale finalizzata, e supportata, da un’altrettanto radicale riconversione e

Inoltre bisognerebbe riconvertire le strutture esistenti

verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.

FENOMENO ALTRE ATTIVITA’ URBANISTICHE, INDUSTRIALI E SIMILI (codice 490)

DETERMINANTI: attività industriali, attività agro/silvo/pastorali e zootecniche, attività

artigianali e attività ricreative

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono

rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la

è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic, e da attività

PRESSIONI: aree agricole, commerciali, industriali e artigianali

Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura agricola, commerciale e

alizzata. Ma l’area che presenta maggiori pressioni è quella industriale,

ambientali, avendo

in posizione territoriale “strategica”, tra

negativa, si auspica

mediante il rispetto della

Per dette aree sarebbe necessario una radicale operazione di riqualificazione

ambientale finalizzata, e supportata, da un’altrettanto radicale riconversione e

Inoltre bisognerebbe riconvertire le strutture esistenti

FENOMENO ALTRE ATTIVITA’ URBANISTICHE, INDUSTRIALI E SIMILI (codice 490)

tà agro/silvo/pastorali e zootecniche, attività

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono

rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la

è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic, e da attività

Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura agricola, commerciale e

alizzata. Ma l’area che presenta maggiori pressioni è quella industriale,

Page 45: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

rappresentata dal cementificio che

m2).

STATO: inquinamento

Tali attività determinano il fenomeno dell’inquinamento con

di polveri e particelle inquinanti

dovuto ai processi di lavorazione delle varie attività.

IMPATTI: compromissione della qualità dell’ambiente locale

Si evidenzia la compromissione della qualità

dalla qualità dell’aria, dal rumore ambientale, dalla gradevolezza visiva e

generale. La qualità dell’ambiente circostante il sic può cambiare rapidamente a

seguito di cambiamenti di traffico, delle attività industriali,

aumenti generali del livello di attività.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

L’intensità dell’attività nel SIC è media ed ha influenza

strutture necessitano di essere monitorate dal punto

ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe, facendo

dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);

Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento dell’area dal punto di

vista urbanistico-ambientale, riconvertendo le strutture esistenti verso forme più

compatibili, essendo prossime al parco.

cementificio che si estende su un’area di circa 30 ettari (324113

il fenomeno dell’inquinamento con emissioni i

di polveri e particelle inquinanti, versamenti di reflui sul suolo, nonché rumore

dovuto ai processi di lavorazione delle varie attività.

IMPATTI: compromissione della qualità dell’ambiente locale

Si evidenzia la compromissione della qualità dell’ambiente, che viene definita

dalla qualità dell’aria, dal rumore ambientale, dalla gradevolezza visiva e

generale. La qualità dell’ambiente circostante il sic può cambiare rapidamente a

seguito di cambiamenti di traffico, delle attività industriali, di attività edilizie e da

aumenti generali del livello di attività.

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

nsità dell’attività nel SIC è media ed ha influenza negati

strutture necessitano di essere monitorate dal punto di vista

ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe, facendo

dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);

Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento dell’area dal punto di

ambientale, riconvertendo le strutture esistenti verso forme più

compatibili, essendo prossime al parco.

di circa 30 ettari (324113

emissioni in atmosfera

, versamenti di reflui sul suolo, nonché rumore

dell’ambiente, che viene definita

dalla qualità dell’aria, dal rumore ambientale, dalla gradevolezza visiva e

generale. La qualità dell’ambiente circostante il sic può cambiare rapidamente a

di attività edilizie e da

negativa, pertanto tali

di vista dell'impatto

ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe, facendo

Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento dell’area dal punto di

ambientale, riconvertendo le strutture esistenti verso forme più

Page 46: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

Inquinamento ed altre attività umane

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “

umane” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice

E) sono:

� codice 700: inquinamento;

� codice 710: disturbi sonori;

FENOMENO INQUINAMENTO

DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con

conseguenza fenomeno di eutrofizzazione, attività estrattiva da cava, traffico

veicolare ed impianto di produzione cementi

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che determinano

il fenomeno dell’inquinamento a vari livelli ed in varie f

dell’acqua, dell’ suolo e dell’aria.

PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione, possibile sviluppo di circostanze

anossiche, emissione di polveri e altre sostanze inquinanti

Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto prin

all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito

gli impianti di depurazione dei reflui civili di M

Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,

soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per

attività produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.

Problemi di inquinamento sono dovuti a: fenomeno dell’eutrofizzazione, che

ad essere causata dalle concimazi

evapotraspirazione e scarichi organici delle

cave, impianto di produzione di cementi con relative due cave di

Inquinamento ed altre attività umane

I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “Inquinamento ed altre attività

ale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice

codice 700: inquinamento;

codice 710: disturbi sonori;

FENOMENO INQUINAMENTO (codice 700)

DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con

enomeno di eutrofizzazione, attività estrattiva da cava, traffico

veicolare ed impianto di produzione cementi

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che determinano

il fenomeno dell’inquinamento a vari livelli ed in varie forme: inquinamento

dell’acqua, dell’ suolo e dell’aria.

PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione, possibile sviluppo di circostanze

anossiche, emissione di polveri e altre sostanze inquinanti

Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto prin

all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito

impianti di depurazione dei reflui civili di Matera.

Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,

ree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per

produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.

Problemi di inquinamento sono dovuti a: fenomeno dell’eutrofizzazione, che

ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene provocata, in estate da:

evapotraspirazione e scarichi organici delle strutture; attività di estrazione da

cave, impianto di produzione di cementi con relative due cave di

Inquinamento ed altre attività

ale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice

DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con

enomeno di eutrofizzazione, attività estrattiva da cava, traffico

L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che determinano

orme: inquinamento

PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione, possibile sviluppo di circostanze

Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente

all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito finale di tutti

Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,

ree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per

produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.

Problemi di inquinamento sono dovuti a: fenomeno dell’eutrofizzazione, che oltre

provocata, in estate da:

strutture; attività di estrazione da

cave, impianto di produzione di cementi con relative due cave di

Page 47: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

approvvigionamento materiali, situate ai limiti del sic Gravina

di assi stradali di collegamento interregionale.

STATO: inquinamento

Il torrente Gravina presenta

dispersione di prodotti provenienti da attività agricole

determinare problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.

Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

ossigeno nelle acque.

Emissioni di sostanze inquinanti e di polveri provenienti da traffico veicolare, attività

di cave e cementeria.

IMPATTI: influenza sulla qualità degli ecosistemi

Sicuramente il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre

all’attività agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic,

in corrispondenza della valle del torrente Jesce.

Presenza di inquinanti impattanti, derivanti dalle diverse attività, di cui possiamo

menzionare: Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

Dai dati di monitoraggio, si

dell’inquinamento, visto che presenta un’intensità Alta ed

Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante le

analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificando

limiti normativi previsti in Allegato 5

Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da

interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di dep

adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.

Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo

sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano

approvvigionamento materiali, situate ai limiti del sic Gravina di Matera; presenza

di assi stradali di collegamento interregionale.

Il torrente Gravina presenta versamenti provenienti dagli impianti di depurazione e

dispersione di prodotti provenienti da attività agricole

problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.

Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

Emissioni di sostanze inquinanti e di polveri provenienti da traffico veicolare, attività

IMPATTI: influenza sulla qualità degli ecosistemi

Sicuramente il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre

all’attività agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic,

della valle del torrente Jesce.

impattanti, derivanti dalle diverse attività, di cui possiamo

Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3

RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenom

dell’inquinamento, visto che presenta un’intensità Alta ed influenza nega

Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante le

analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificandone la rispondenza tabellare con i

limiti normativi previsti in Allegato 5 – parte III – D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);

Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da

interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di dep

adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.

Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo

sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano

di Matera; presenza

provenienti dagli impianti di depurazione e

che potrebbero

Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di

Emissioni di sostanze inquinanti e di polveri provenienti da traffico veicolare, attività

Sicuramente il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre

all’attività agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic,

impattanti, derivanti dalle diverse attività, di cui possiamo

evince la necessità di ridurre il fenomeno

influenza negativa.

Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante le

ne la rispondenza tabellare con i

D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);

Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da

interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o di

Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo

sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano

Page 48: - primo report- ATO 11 IMPATTI AMBIENTALI · norma collocate all’interno dei Centri Visita, or dall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati,

comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi

idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.

Le diverse Attività presenti nell’area circostante il sic

monitorate dal punto di vista dell'impat

rispettino la normativa ambientale vigente (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.);

FENOMENO DISTURBI SONORI (codice 710)

DETERMINANTI: traffico veicolare e attività antropiche

La presenza di traffico veicolare e funzionamento dell’impianto di frantumazione e

di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno della cava,

determinano disturbi all’ecosistema.

PRESSIONI: Emissione di suono

Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turisti

registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.

STATO : Rumore

Gli impianti costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici

costituiscono sorgenti sonore mobili.

IMPATTI: Inquinamento acusti

Il traffico veicolare e l’attività estrattiva da cava provocano

dell’aria ed acustico.

RISPOSTE: regolamentazione del rumore

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di r

disturbi sonori (influenza neutr

presenta intensità bassa.

sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi

idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.

Le diverse Attività presenti nell’area circostante il sic, invece, necessitano di essere

to di vista dell'impatto ambientale e assicurandosi che

la normativa ambientale vigente (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.);

FENOMENO DISTURBI SONORI (codice 710)

DETERMINANTI: traffico veicolare e attività antropiche

colare e funzionamento dell’impianto di frantumazione e

di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno della cava,

determinano disturbi all’ecosistema.

Emissione di suono

Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari

registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.

Gli impianti costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici

costituiscono sorgenti sonore mobili.

IMPATTI: Inquinamento acustico

Il traffico veicolare e l’attività estrattiva da cava provocano

RISPOSTE: regolamentazione del rumore

Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di regolamentare

neutra e negativa) ed anche se nell’area circostante il sic

sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi

idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.

, invece, necessitano di essere

assicurandosi che

la normativa ambientale vigente (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.);

colare e funzionamento dell’impianto di frantumazione e

di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno della cava,

ci e veicolari, e rumorosità

Gli impianti costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici

Il traffico veicolare e l’attività estrattiva da cava provocano inquinamento

egolamentare il fenomeno del

a e negativa) ed anche se nell’area circostante il sic