PRIMO PIANO Stati Uniti d’America · 2011-01-19 · Nord America 3 Lo stato federale Gli USA sono...

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1 Nord America stiere, Catena delle Cascate, Sierra Nevada, dove si trova il monte Whitney, il più alto del Mainland (4418 metri). Le catene montuose occidentali sono in- tramezzate da altipiani, vallate, depressioni (tra cui la Valle della Morte, che scende a 86 metri sotto il livello del mare), deserti (tipo quello del Nevada) e profondi canyon. Fa- moso è il Gran Canyon del Colorado, una spettacolare gola rocciosa lunga 350 km e profonda dai 1000 ai 2000 m, modellata in milioni di anni dall’azione erosiva del fiu- me (figura ). Questa regione è soggetta ad attività sismica: residue manifestazioni di attività vulcanica sono evidenti nei gey- ser del parco nazionale di Yellowstone; lun- go la costa orientale della California si trova la Faglia di Sant’Andrea, una frattura della crosta terrestre lunga 1300 km che ha de- terminato catastrofici terremoti. 2 Climi e ambienti diversissimi Ad eccezione dell’Alaska, soggetta a clima subpolare, e delle Hawaii ai tropici, gli Sta- ti Uniti rientrano per la maggior parte nel- la zona temperata, anche se le variazioni locali e stagionali possono essere notevoli. La fascia orientale del Mainland è forte- mente influenzata dalle correnti oceani- che. Il nord-est, bagnato dalla corrente fredda del Labrador, si distingue per inver- ni rigidi, mentre il sud-est, raggiunto dalla corrente del Golfo, è caratterizzato da un clima mite, soprattutto in Florida. Le pia- nure centrali, mancando di rilievi in grado di arrestare i venti provenienti da sud e da nord, sono influenzate in estate da quelli caldi provenienti dal Messico e in inverno da quelli freddi provenienti dal Canada. La fascia occidentale, lambita dalle correnti PRIMO PIANO Stati Uniti d’America Gli Stati Uniti d’America (United States of America, o USA) occupano, con il loro principale territorio, il Mainland, la parte centrale dell’America settentrionale. Come superficie si trovano al quarto posto mon- diale, dopo Russia, Canada e Cina. Un paese dai grandi spazi Il territorio statunitense è composto di tre sezioni separate l’una dall’altra. La più va- sta è il Mainland, che nell’America setten- trionale occupa una grande area delimitata a nord dal Canada, a sud dal Messico, a ovest dall’Oceano Pacifico e a est dall’Ocea- no Atlantico. La seconda sezione è l’Alaska, una penisola a nord-ovest del Canada, ca- ratterizzata da alte montagne dove si trova la vetta più alta degli Stati Uniti, il monte McKinley (6194 m). La cordigliera meri- dionale è soggetta a una forte attività sismi- ca e vulcanica. La terza sezione è l’arcipela- go delle isole Hawaii, in pieno Oceano Pa- cifico a 3000 km da San Francisco, costella- to di imponenti coni vulcanici attivi. Il Mainland è composto di tre distinte regioni. Quella orientale comprende la ca- tena degli Appalachi, che si estende per 2500 km parallelamente alla pianura co- stiera e culmina col monte Mitchell (2037 m). Quella centrale è costituita da una im- mensa area pianeggiante adatta all’agricol- tura, che si estende fino alle Montagne Rocciose e che comprende nella sua parte settentrionale la regione dei Grandi Laghi (Superiore, Michigan, Huron, Erie, Onta- rio). Attraverso questa grande pianura scorrono il Mississippi (lungo 3778 km) e i suoi affluenti (figura ). Quella occiden- tale comprende una serie di catene mon- tuose: Montagne Rocciose, Montagne Co- 1 Capitale Washington, D.C. Ordinamento dello stato Repubblica federale presidenziale Superficie 9 355 855 km 2 Popolazione 310 milioni Popolazione urbana 82% Lingua Inglese (uff.), spagnolo Religione Protestanti e altri cristiani 60%, cattolici 22%, altri 8% Moneta Dollaro USA Reddito nazionale pro capite 47580 $ (alto) Speranza di vita 79 anni Mortalità sotto i 5 anni 7 (per 1000 nati vivi) Analfabetismo (m/f) 1% / 1% Il Gran Canyon 2 Il fiume Mississippi 1 Questo file è una estensione online del corso Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO © Zanichelli editore SpA, Bologna [6894]

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1Nord America

stiere, Catena delle Cascate, Sierra Nevada,dove si trova il monte Whitney, il più altodel Mainland (4418 metri).

Le catene montuose occidentali sono in-tramezzate da altipiani, vallate, depressioni(tra cui la Valle della Morte, che scende a 86metri sotto il livello del mare), deserti (tipoquello del Nevada) e profondi canyon. Fa-moso è il Gran Canyon del Colorado, unaspettacolare gola rocciosa lunga 350 km eprofonda dai 1000 ai 2000 m, modellata inmilioni di anni dall’azione erosiva del fiu-me (figura ). Questa regione è soggettaad attività sismica: residue manifestazionidi attività vulcanica sono evidenti nei gey-ser del parco nazionale di Yellowstone; lun-go la costa orientale della California si trovala Faglia di Sant’Andrea, una frattura dellacrosta terrestre lunga 1300 km che ha de-terminato catastrofici terremoti.

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Climi e ambienti diversissimiAd eccezione dell’Alaska, soggetta a climasubpolare, e delle Hawaii ai tropici, gli Sta-ti Uniti rientrano per la maggior parte nel-la zona temperata, anche se le variazionilocali e stagionali possono essere notevoli.La fascia orientale del Mainland è forte-mente influenzata dalle correnti oceani-che. Il nord-est, bagnato dalla correntefredda del Labrador, si distingue per inver-ni rigidi, mentre il sud-est, raggiunto dallacorrente del Golfo, è caratterizzato da unclima mite, soprattutto in Florida. Le pia-nure centrali, mancando di rilievi in gradodi arrestare i venti provenienti da sud e danord, sono influenzate in estate da quellicaldi provenienti dal Messico e in invernoda quelli freddi provenienti dal Canada. Lafascia occidentale, lambita dalle correnti

PRIMO PIANO Stati Uniti d’America

Gli Stati Uniti d’America (United States ofAmerica, o USA) occupano, con il loroprincipale territorio, il Mainland, la partecentrale dell’America settentrionale. Comesuperficie si trovano al quarto posto mon-diale, dopo Russia, Canada e Cina.

Un paese dai grandi spaziIl territorio statunitense è composto di tresezioni separate l’una dall’altra. La più va-sta è il Mainland, che nell’America setten-trionale occupa una grande area delimitataa nord dal Canada, a sud dal Messico, aovest dall’Oceano Pacifico e a est dall’Ocea-no Atlantico. La seconda sezione è l’Alaska,una penisola a nord-ovest del Canada, ca-ratterizzata da alte montagne dove si trovala vetta più alta degli Stati Uniti, il monteMcKinley (6194 m). La cordigliera meri-dionale è soggetta a una forte attività sismi-ca e vulcanica. La terza sezione è l’arcipela-go delle isole Hawaii, in pieno Oceano Pa-cifico a 3000 km da San Francisco, costella-to di imponenti coni vulcanici attivi.

Il Mainland è composto di tre distinteregioni. Quella orientale comprende la ca-tena degli Appalachi, che si estende per2500 km parallelamente alla pianura co-stiera e culmina col monte Mitchell (2037m). Quella centrale è costituita da una im-mensa area pianeggiante adatta all’agricol-tura, che si estende fino alle MontagneRocciose e che comprende nella sua partesettentrionale la regione dei Grandi Laghi(Superiore, Michigan, Huron, Erie, Onta-rio). Attraverso questa grande pianurascorrono il Mississippi (lungo 3778 km) e isuoi affluenti (figura ). Quella occiden-tale comprende una serie di catene mon-tuose: Montagne Rocciose, Montagne Co-

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Capitale Washington, D.C.

Ordinamento dello stato Repubblica federalepresidenziale

Superficie 9 355 855 km2

Popolazione 310 milioni

Popolazione urbana 82%

Lingua Inglese (uff.), spagnolo

Religione Protestanti e altri cristiani 60%, cattolici 22%, altri 8%

Moneta Dollaro USA

Reddito nazionale pro capite 47580 $ (alto)

Speranza di vita 79 anni

Mortalità sotto i 5 anni 7 (per 1000 nati vivi)

Analfabetismo (m/f) 1% / 1%

Il Gran Canyon2

Il fiume Mississippi1

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2 Le AmericheI

del Pacifico, ha invece un clima più mitesoprattutto nella parte meridionale.

La vegetazione varia molto a secondadelle caratteristiche del clima e del territo-rio. Si va dalle foreste di latifoglie della co-sta atlantica a quelle di conifere delle catenecostiere occidentali, caratterizzate dalle se-quoie millenarie e dagli abeti Douglas (chepossono superare i 100 metri di altezza). Lepianure centrali sono ricoperte da praterie,oggi largamente coltivate a cereali. Nonmancano aree desertiche a ovest o paludosea sud. Caratteristiche le paludi del bassocorso del Mississippi e le zone anfibie dellaFlorida, ricoperte dalle mangrovie.

La pressione umana sull’ambiente hatrasformato gran parte del paese, riducen-do fortemente la biodiversità. Resta co-munque alta la difesa di importanti areeambientali. Negli USA si contano più di300 aree protette e 58 grandi parchi nazio-nali, fra cui quello di Yellowstone (Wyo-ming) dove vivono i famosi orsi, e quellodi Yosemite (California) con le sequoie gi-ganti risalenti anche a 1500 anni fa.

Uno dei paesi più popolosi del mondo Con circa 310 milioni di abitanti, gli StatiUniti sono uno dei paesi più popolosi del

mondo. La maggioranza della popolazio-ne, circa l’80%, vive nelle aree urbane (fi-gura ). Quasi tutte le città statunitensisono state fondate nell’Ottocento e sonocaratterizzate da un semplice sistema ascacchiera. In quelle più grandi il centrodegli affari è dominato dai grattacieli.

Lungo la costa orientale si estende quellache viene chiamata la Megalopoli Atlantica,un’area superurbanizzata di circa 600 kmcostellata di grandi agglomerati: Boston(4,5 milioni), New York (18,7 milioni), Fi-

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0 1000 km

0 300 km

Abitanti per km2

0-11-1010-2525-5050-100100-200più di 200

Principali città

tra 500 000 e 1 000 000tra 1 000 000 e 2 500 000tra 2 500 000 e 5 000 000più di 5 000 000

San DiegoLos Angeles

San FranciscoSan Jose

Portland

Seattle

PhoenixEl Paso

Denver

Milwaukee

Chicago

Detroit

Columbus

MenphisOklaoma City

Fort WorthDallas

Houston

AustinSan Antonio

Jacksonville

New YorkFiladelfia

Baltimore

Washington

NashvilleCharlotte

ladelfia (5,8 milioni), Baltimora (2,6 milio-ni) e la capitale Washington (6 milioni).

Sulla costa occidentale il popolamento èavvenuto in differenti fasi. Nel 1848 vi fu lafamosa corsa all’oro della California, nel1892 la scoperta dei giacimenti petroliferiintensificò gli arrivi. Negli anni Trenta delNovecento la siccità delle grandi pianurespinse verso ovest milioni di famiglie con-tadine rovinate. Dagli anni Settanta la forteimmigrazione di latino-americani e asiaticiha dato un’ulteriore spinta al popolamento.Oggi la città più popolosa è Los Angeles,con 13 milioni di abitanti nell’area metro-politana formata da circa ottanta centri co-me Santa Monica, Beverly Hills, Malibu e lafamosissima Hollywood, un tempo unicasede della cinematografia statunitense (fi-gura ). Los Angeles si differenzia dalle al-tre città in quanto è formata da quartieriisolati molto diversi fra loro, collegati dauna fitta rete di autostrade.

Anche a San Francisco (4 milioni nell’a-rea metropolitana) l’incremento della po-polazione cominciò con la corsa all’oro. Nel1906 un forte terremoto, seguito da disa-strosi incendi, distrusse quasi interamentela città. Si salvarono alcune dimore otto-centesche che furono restaurate e affiancateda alti grattacieli. Costruita su una quaran-tina di alture, è caratterizzata da strade inpendenza percorse da tram simili a teleferi-che. La città gode di grande prestigio cultu-rale: nelle sue vicinanze sorge la famosa Silicon Valley, sede di numerose aziendedel settore dell’informatica, incentrata sullaprestigiosa università di Stanford. Diversealtre città comprendono nel loro agglome-rato una popolazione molto numerosa:Chicago (9 milioni), Detroit (5 milioni),Atlanta (4,5 milioni), Miami (5 milioni),Dallas (5,6 milioni), Houston (5 milioni).

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La distribuzione della popolazione3

Los Angeles4

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3Nord America

Lo stato federaleGli USA sono una repubblica federale presi-denziale, formata da 50 stati, 48 dei quali sitrovano nel Mainland. Ciascuno dei 50 sta-ti che compongono l’unione è dotato diuna costituzione, di un parlamento e di ungoverno, presieduto da un governatoreeletto ogni 4 anni. I singoli stati hanno am-pia autonomia in materie come l’istruzionepubblica, le politiche sociali ed economi-che, la gestione della polizia, l’amministra-zione della giustizia, compresa la possibilitàdi istituire o abolire la pena di morte. Al disopra degli stati si colloca il governo fede-rale. Il potere legislativo è di competenza diun parlamento bicamerale (Congresso eSenato); quello esecutivo è invece esercitatodirettamente dal Presidente (figura ),eletto ogni 4 anni dai cittadini attraversoun sistema piuttosto complicato (i cittadinieleggono alcuni «grandi elettori» che a lorovolta eleggono il Presidente).Vi sono dueprincipali partiti politici, quello Repubbli-cano e quello Democratico, che si alterna-no al governo del paese dalla seconda metàdell’Ottocento. Comunque la partecipazio-ne dei cittadini alla vita politica è piuttostoscarsa. Rispetto all’Europa l’astensionismoè molto elevato: in media si reca a votaremeno del 50% degli aventi diritto.

Un mosaico di popoli e cultureLa maggior parte dei cittadini statunitensidiscende da coloni e immigrati giunti inAmerica durante gli ultimi quattrocentoanni. Al primo posto troviamo i cittadinidi discendenza europea: soprattutto ingle-si, ma anche irlandesi, tedeschi, italiani,polacchi, greci, russi e altri emigrati negliUSA fra la seconda metà dell’Ottocento e iprimi decenni del Novecento. Seguono icittadini di origine latino-americana, i neri(discendenti degli schiavi liberati dopo laGuerra di Secessione), gli asiatici. Gli ame-rindi, discendenti degli originari abitantidel continente denominati indiani, sonomeno dello 0,5%, di cui un terzo vive nelleriserve. L’incremento demografico è forte-mente differenziato tra i diversi gruppi et-nici. Il tasso di crescita fra i bianchi anglo-sassoni è prossimo allo zero, mentre le mi-noranze nera, asiatica e latina crescono aritmi sostenuti. Se le attuali tendenze con-tinueranno, la composizione etnica delpaese potrebbe cambiare radicalmente neiprossimi 50 anni.

Dal punto di vista culturale il quadro èmolto vario. Nonostante il ruolo unifican-te della lingua inglese (simile a quella par-lata in Gran Bretagna, ma con significative

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differenze di lessico e pronuncia), le varieminoranze etniche continuano a parlareanche l’idioma del paese d’origine. La se-conda lingua più parlata è lo spagnolo, datoche i latinos (messicani, portoricani, cubani,ecc.) sono circa 45 milioni (figura ). An-che il quadro religioso è composito, conuna prevalenza dei protestanti, frammen-tati però in una miriade di differenti con-fessioni, seguiti da cattolici, ebrei, ortodos-si, islamici. Sull’onda delle varie ondatemigratorie si sono diffusi anche il buddhi-smo, lo shintoismo e molti altri culti. Negliultimi decenni si è inoltre sviluppato il fe-nomeno delle cosiddette «chiese televisi-

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ve», movimenti cristiani che si propongo-no attraverso strategie pubblicitarie e chesono stati spesso al centro di polemiche edi vere e proprie truffe.

Caratteristica distintiva della società sta-tunitense è dunque quella di essere un cro-giolo (melting pot) di culture e gruppi et-nici. Come è stato dimostrato da diversistudi, tali gruppi non si sono però fusi traloro, ma rimangono largamente separati.Nelle grandi metropoli troviamo infattiquartieri «bianchi», «neri», «latini», «cine-si» o «islamici», territorialmente vicini gliuni agli altri, ma fondamentalmente sepa-rati e talvolta reciprocamente ostili.

Il presidente Barack Obama parla al Congresso5

Negozi con insegne in inglese e in spagnolo a Los Angeles6

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Un tecnico al lavoro su un circuito elettronico in California8

Una fabbrica della Boeing a Seattle7

La potenza economica dominante Gli Stati Uniti costituiscono la maggiorepotenza economica del mondo, non soloperché hanno un reddito nazionale lordonettamente superiore a quello di qualsiasialtro paese (� B1), ma soprattutto perchésvolgono un ruolo chiave nell’economiaglobale.

L’agricoltura, pur occupando menodell’1% della forza lavoro, realizza una im-mensa produzione grazie alle avanzate tec-niche agricole. I principali prodotti sonomais, soia, grano, tabacco, cotone, sorgo,patate, riso, avena. Circa un quarto dellaproduzione viene esportato, poiché leesportazioni agricole usufruiscono di fortisovvenzioni statali. Ciò fa degli Stati Unitiil principale esportatore mondiale di pro-dotti alimentari.

L’industria, estremamente diversificata,è autosufficiente per la maggior parte dellematerie prime, ad eccezione del petrolio:pur essendo il terzo produttore mondiale,gli USA devono importare i due terzi diquello che consumano. Sono anche tra iprincipali produttori di carbone, mineralidi ferro, alluminio, piombo, rame, oro eargento. Le principali industrie manifattu-riere, appartenenti a multinazionali cheoperano su scala mondiale, sono quellechimica (in particolare farmaceutica), au-tomobilistica, aerospaziale ed elettronica, equelle delle telecomunicazioni e tecnologie

dell’informazione (figura e ). Ciascu-na domina il rispettivo settore del mercatoglobale. Particolarmente importante è l’in-dustria chimica, che realizza circa il 30%della produzione mondiale.

Negli ultimi decenni, la produzione ma-nifatturiera interna ha subìto notevoli ri-duzioni in alcuni comparti, soprattuttoquelli del tessile, dell’abbigliamento e degliapparecchi elettronici, per effetto della delocalizzazione di attività produttive ef-fettuata dalle multinazionali principal-mente nelle export processing zones cinesi enelle maquiladoras messicane (� B2). Perquesto Cina e Messico sono, dopo il Cana-

87 da, i paesi con i quali gli Stati Uniti hanno imaggiori scambi commerciali: nelle im-portazioni statunitensi sono rispettiva-mente al primo e al terzo posto. Il fatto chemolte merci vengano fabbricate dalle mul-tinazionali statunitensi all’estero, e quindiimportate negli USA, contribuisce al disa-vanzo della bilancia commerciale, appe-santito dalle importazioni petrolifere: gliUSA importano merci per un valore supe-riore di circa due terzi a quello delle merciche esportano.

I servizi, nei quali si concentrano oltre itre quarti della forza lavoro, costituisconola base della potenza economica statuni-tense. Nel settore delle tecnologie del-l’informazione, ad esempio, i software sta-tunitensi (soprattutto della Microsoft) so-no quelli maggiormente usati sui compu-ter di tutto il mondo; i motori di ricercastatunitensi (Google, Yahoo, Aol) sono ipiù usati su Internet in tutto il mondo.

Il settore dei servizi nettamente più im-portante è quello finanziario, che svolgeun ruolo dominante su scala globale. Ildollaro, pur avendo perso valore rispettoall’euro, resta la principale moneta per ipagamenti e le riserve valutarie internazio-nali. La NYSE Euronext, la cui sede princi-pale è a New York, è la maggiore Borsa va-lori del mondo (� B3), nella quale sonoquotate azioni il cui valore supera quellodel reddito nazionale lordo degli Stati Uni-ti. A New York e in altri centri finanziari(soprattutto Chicago, Boston, Filadelfia,San Francisco e Los Angeles) operano an-che banche d’affari, fondi comuni di inve-stimento, fondi pensione e altri istituti fi-nanziari, in cui vengono investiti capitalida tutto il mondo.

Negli Stati Uniti hanno sede anche le

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maggiori Borse merci del mondo: la NY-MEX (New York Mercantile Exchange), alprimo posto mondiale nella contrattazio-ne dei futures soprattutto su prodotti ener-getici e metalli preziosi; la CME (ChicagoMercantile Exchange) (figura ), dove sistipula oltre un miliardo di contratti al-l’anno soprattutto su prodotti agricoli (� B2).

Un ruolo di primaria importanza vienesvolto nell’economia statunitense anchedal settore militare, che assorbe circa unquarto del bilancio federale. Questa enor-me spesa militare, equivalente a quasi lametà di quella mondiale (� C7), permetteall’industria statunitense di prevalere suscala mondiale nella produzione ed espor-tazione di armamenti ad alta tecnologia.Permette allo stesso tempo agli Stati Unitidi mantenere le più potenti forze armatedel mondo e oltre 800 basi militari all’este-ro. L’alta spesa militare, unita al crescentedeficit della bilancia commerciale, ha peròfatto crescere il debito pubblico statuni-tense (l’ammontare di denaro dovuto dalgoverno) a un livello superiore ai due terzidel reddito nazionale lordo (� B3).

Un paese di grandi contraddizioniPur essendo uno dei paesi con reddito procapite più alto, gli Stati Uniti sono caratte-rizzati da disuguaglianze sociali moltomarcate. Il divario fra ricchi e poveri è fra ipiù ampi al mondo. Basti pensare che il20% più ricco della popolazione detienel’80% del reddito nazionale e che negli ul-timi decenni la differenza di reddito traricchi e poveri è aumentata. Oltre 36 mi-lioni di cittadini statunitensi (in media 12su 100) vivono in povertà (figura ). Par-ticolarmente disagiate sono le minoranzeetniche: tra i neri la percentuale di poverisupera il 24%, mentre tra i bianchi èdell’8%. Una delle conseguenze della po-vertà è il fenomeno degli homeless (senza-casa): molte sono le famiglie e le singolepersone costrette a passare la notte nei ri-fugi pubblici, o all’aperto quando manca ilposto, e a vivere sulla strada durante ilgiorno. Un altro fenomeno derivante dallapovertà è la fame: secondo dati forniti dalDipartimento dell’agricoltura, oltre 12 mi-lioni di famiglie statunitensi (in media 11su 100) non hanno abbastanza denaro peracquistare il cibo necessario.

Circa 50 milioni di cittadini statunitensi(16 su 100) sono sprovvisti di assistenzasanitaria, non potendo permettersi di pa-gare una assicurazione privata. Inoltre,

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5Nord America

La Borsa merci di Chicago9

Un homeless a New York10

una fascia ancora più estesa di popolazio-ne possiede una copertura solo parziale edè quindi costretta a spendere cifre elevateper medicinali, analisi e cure. Nei casi digravi malattie come i tumori, il 70% deimalati rischia di morire per mancanza dicure adeguate. La riforma sanitaria, varatadall’amministrazione Obama, finanzia lecompagnie private con fondi pubblici per-ché stipulino contratti a prezzi ridotti conchi ne è privo. Molte famiglie, però, nonsono in grado di addossarsi neppure talespesa.

Nel campo dell’istruzione, esiste un fortedivario tra la bassa qualità della scuola pub-

blica, frequentata dai figli delle famiglie abasso reddito, e l’alta qualità della scuolaprivata, frequentata dai figli delle famiglie apiù alto reddito.

QUESITI

• Quali tipi di clima si incontrano negli Stati Uniti?

• Quali tappe hanno caratterizzato il popolamento della costa occidenta-

le degli Stati Uniti?

• Qual è l’ordinamento statale degli Stati Uniti? Come è strutturato?

• La società statunitense viene spesso descritta come un melting pot di

culture e gruppi etnici. Che cosa significa questa espressione e il suo

uso è appropriato?

• Quali effetti hanno sugli strati più deboli le forti differenze di reddito al-

l’interno della società statunitense?

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6 Le AmericheI

Il Nord America fino al XV secoloIl territorio attualmente occupato dagliStati Uniti era originariamente abitatoda tribù di cacciatori e pescatori. Questiamerindi, che verranno in seguito chia-mati indiani o pellerossa, non edificaro-no mai vasti imperi come quelli azteco einca. La maggiore disponibilità di risorsee la minore densità demografica delleterre nordamericane favorì invece lo svi-luppo di tribù seminomadi piuttostoegualitarie (irochesi, sioux, ecc.).

La colonizzazione e la nascita degli USALa colonizzazione cominciò agli inizi delXVII secolo, quando gruppi sempre piùnumerosi di europei cominciarono a in-sediarsi stabilmente sulla costa atlantica.I primi furono gli inglesi. Nel 1607 ungruppo di artigiani londinesi che avevaincontrato difficoltà economiche in pa-tria fondò, in memoria della regina Eli-sabetta, una colonia chiamata Virginia.Nel 1620 un gruppo di protestanti ingle-si, detti Padri Pellegrini, fondò il Massa-chussets, con capitale Boston. Nel 1667,al termine della guerra anglo-olandese,la colonia olandese di New Amsterdamvenne occupata dagli inglesi e ribattezza-ta New York.

Ben presto le colonie inglesi in NordAmerica, nel frattempo salite a 13, di-vennero molto importanti dal punto divista economico. Vi si era infatti svilup-

pata una fiorente economia di pianta-gione (tabacco, indaco, canapa, lino,ecc.), anche grazie al trasferimento dischiavi dall’Africa. Nel 1765 le colonie,stanche di sottostare alle imposizioni fi-scali della madrepatria, promossero unarivolta contro l’Inghilterra, rivendicandola propria autonomia.

Il 4 luglio 1776 il congresso dei rap-presentanti delle colonie approvò la Di-chiarazione di Indipendenza, dando vitaagli Stati Uniti d’America (USA). Sotto laguida del generale George Washingtonl’esercito statunitense, con il determi-nante appoggio della Francia, affrontò esconfisse le truppe inviate dall’Inghilter-ra che, nel 1783, fu costretta a riconosce-re il nuovo stato indipendente. Nel 1787una convenzione convocata a Filadelfiaapprovò la Costituzione che dava agliUSA un ordinamento repubblicano, fe-derale e presidenziale. Primo presidentefu lo stesso Washington.

La Guerra di SecessioneDurante il XIX secolo gli USA crebberomolto sia dal punto di vista economico,sia da quello territoriale e demografico,con la creazione di molti nuovi stati suterritori acquistati o conquistati. L’e-spansione del paese verso ovest, il FarWest, venne realizzata a spese degli in-diani, considerati come cittadini stranie-ri (figura ). Contemporaneamente gliStati Uniti si allargarono a spese del

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Messico, cui sottrassero diversi territori:gli attuali Texas, New Mexico, California,Utah, Nevada e Arizona. Negli stati delsud venne inoltre mantenuta la schia-vitù.

Verso la metà dell’Ottocento il paeseera caratterizzato da due distinti e con-trapposti modelli di sviluppo: quello in-dustriale degli stati del nord e quello ba-sato sulle piantagioni schiavistiche, neglistati del sud. Ben presto i due modelli sirivelarono incompatibili e, dopo l’elezio-ne di Abramo Lincoln (figura ) allapresidenza (1860) e il tentativo di seces-sione degli stati del sud, scoppiò unasanguinosissima guerra civile. La vittoriadegli stati del nord portò all’abolizionedella schiavitù e alla marginalizzazionedell’economia agricola del sud. Fino atempi recenti si mantenne però, neglistati meridionali, un regime di discrimi-nazione razziale.

Gli Stati Uniti da giovane paese a grande potenzaA partire dalla fine dell’Ottocento gliUSA svilupparono una politica esteraespansionista e interventista. Assoggetta-rono tutta una serie di stati: Cuba, Puer-to Rico e Panama in America centrale eCaraibi; le Filippine nell’Asia sud-orien-tale; l’arcipelago delle Hawaii nel Pacifi-co centro-settentrionale. Tale assoggetta-mento avvenne insediando in tali paesigoverni alleati degli USA e subalterni ailoro interessi.

Dopo lo scoppio della Prima guerramondiale gli Stati Uniti realizzarono no-tevoli guadagni concedendo prestiti aipaesi dell’Intesa, soprattutto alla GranBretagna. Nel 1917, decisero di interve-nire direttamente nel conflitto ancheperché, se l’Intesa fosse stata sconfitta, iprestiti non sarebbero stati restituiti.

Il crollo della Borsa di New York, nel1929, segnò l’inizio di una profonda crisieconomica, che venne comunque supe-rata grazie a una politica di forti investi-menti promossa dal presidente Roose-velt. Rimasti inizialmente fuori dalla Se-conda guerra mondiale, gli Stati Unitidecisero di intervenire dopo che la loroflotta navale, ancorata a Pearl Harbor(Hawaii), fu bombardata dall’aviazionegiapponese. Le forze armate statunitensicombatterono contro quelle nazifascistein Europa e nel Pacifico.

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APPUNTI DI STORIA Stati Uniti

Toro Seduto1 Abramo Lincoln2

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Page 7: PRIMO PIANO Stati Uniti d’America · 2011-01-19 · Nord America 3 Lo stato federale Gli USA sono una repubblica federale presi- denziale, formata da 50 stati, 48 dei quali si trovano

7Nord America

Per concludere rapidamente la guerracontro il Giappone, gli Stati Uniti decise-ro di utilizzare, per la prima e sinoraunica volta nella storia, armi nucleariche vennero sganciate nell’agosto 1945su Hiroshima e Nagasaki.

Dalla guerra fredda al dopo guerra fredda Dopo la conclusione del conflitto mon-diale (1945), l’alleanza che aveva unitoUSA e URSS durante la guerra venne me-no e iniziò la cosiddetta guerra fredda.Anche se l’equilibrio di forze tra le duesuperpotenze nucleari (definito «equili-brio del terrore») evitò lo scontro arma-to diretto, ciascuna delle due impegnòbuona parte delle proprie risorse econo-miche e militari per contrastare la po-tenza rivale.

Tale strategia portò gli USA a interve-nire in una serie di conflitti, dalla Guer-ra di Corea a quella del Vietnam, non-

guerra mondiale, della guerra di Corea e della

guerra del Vietnam. Quest’ultimo è costituito

da un lungo muro di pietra nera con i nomi di

tutti i 58 000 militari morti e dispersi durante il

conflitto. Due kilometri a sud si trova il Penta-

gono, sede del Dipartimento della difesa, dal-

la caratteristica forma pentagonale che gli ha

dato il nome, una delle costruzioni più grandi

del mondo tra quelle adibite a uffici.

ché a finanziare e appoggiare movimen-ti che combattevano l’URSS o altri statisocialisti.

Dopo lo scioglimento dell’URSS

(1991), gli Stati Uniti, rimasti l’unica su-perpotenza, hanno moltiplicato gli in-terventi militari su scalaglobale. Basti pensarealla prima guerra control’Iraq, alla guerra controla Jugoslavia, agli inter-venti in Somalia e Ame-rica Latina. Successiva-mente agli attacchi ter-roristici dell’11 settem-bre 2001 contro le TorriGemelle a New York (fi-gura ) e il Pentagono aWashington, rivendicatida Osama bin Laden,l’amministrazione sta-tunitense ha formulatola dottrina dell’attacco

3

Il Campidoglio e la Casa BiancaWashington è una città relativamente giova-

ne. La sua costruzione fu iniziata nel 1781,

secondo una pianta a scacchiera, lungo le ri-

ve del fiume Potomac. Quasi interamente

bruciata nel 1814, durante la guerra contro la

Gran Bretagna, fu ricostruita nella seconda

metà del 1800. I principali monumenti, di stile

neoclassico, sono concentrati nel centro cit-

tadino attorno a una lunga area verde, The

Mall. Qui, su un colle, sorge il Capitol (Campi-

doglio), l’imponente edificio del Congresso,

sovrastato da un’enorme cupola dalla strut-

tura in ghisa. Vicino si trova la Casa Bianca

(nella foto), residenza ufficiale e principale uffi-

cio del Presidente degli Stati Uniti, sopravvis-

suta all’incendio del 1814.

preventivo, muovendo guerra prima al-l’Afghanistan, accusato di ospitare le ba-si di organizzazioni terroristiche, poi al-l’Iraq, accusato di sviluppare armi di di-struzione di massa, peraltro mai rinve-nute.

Washington: i monumenti della storia

L’attacco terroristico dell’11 settembre 20013

The Washington Monument, il Lincoln Memorial e i monumenti ai cadutiSempre in centro, si erge l’obelisco in marmo

del Washington Monument, alto 169 metri,

considerato il simbolo della città. All’estremità

occidentale del Mall, vicino alla Reflecting

Pool, una grande vasca piena d’acqua, sorge

il Lincoln Memorial (nella foto a destra), dedi-

cato al presidente assassinato nel 1865. Il

monumento, terminato nel 1922, ha la forma

di un tempio greco sostenuto da 36 colonne,

tante quanti erano gli stati americani all’epo-

ca; all’interno, la grande statua alta sei metri

rappresenta Lincoln seduto in atteggiamento

pensoso. Nell’area si trovano anche i monu-

menti ai caduti statunitensi della Seconda

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