PRIMO PIANO Nella fragilità la forza della fede siamo · Al via il laboratorio di preghiera 2 Gli...

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N. 40 9 novembre 2008 0,90 Anno LXII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Adorazione eucaristica con l’Arcivescovo per meditare su San Paolo 6 VITA ECCLESIALE La presenza degli immigrati in Campania 8e9 SPECIALE A Napoli un premio per la ricerca 13 PRIMO PIANO Scuola a che punto siamo 3 PRIMO PIANO Andrea Acampa Francesco Asti Teresa Beltrano Michele Borriello Rosanna Borzillo Antonio Botta Rosanna Bottiglieri Raffaele Cassese Valeria Chianese Fulvia Costa Eloisa Crocco Salvatore Esposito Sebastiano Pepe Domenico Pizzuti Elena Scarici Antonio Smoraldi Gli interventi Al via il laboratorio di preghiera 2 L’impegno dei padri Trinitari al corso Malta 4 Ad Afragola 50 anni per l’oratorio 4 L’Arcivescovo commemora i defunti 5 La veglia per le missioni 10 Incurabili: una risorsa per il quartiere 11 ll superiore generale dei gesuiti a Scampia 12 A San Giorgio un novembre da favola 14 Nella fragilità la forza della fede Gaetano Di Palma La 2Cor, come ogni lettera paolina, è ricca d’insegnamenti, sicché riesce difficile sceglierne uno ed escludere gli altri. Questa volta ci sembra opportuno, però, sottolineare un tema che Paolo aveva caro: la conformazione a Cristo nella morte per esserlo anche nella vita (cf. Rm 6,8 e 8,17; Fil 1,20 e 3,10). Lo stretto rapporto con Cristo nasce dalla precisa consapevolezza che «noi non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù» (4,5). La vocazione di apostolo è stata per Paolo come la luce che Dio ha fatto rifulgere dalle tenebre nel primo giorno della creazione del mondo: è in quel momento che è nato il Paolo che conosciamo, colui che ha diffuso il vangelo e ha scritto pagine bellissime, affinché quella luce che rifulse nel suo cuore splendesse anche nei nostri cuori. Quella luce corrisponde alla «conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo» (4,6). È stupendo lasciarsi inondare dalla luce del volto di Cristo, ma non dobbiamo essere presuntuosi in quanto, sebbene depositari di un briciolo di gloria divina, rimaniamo pur sempre fragili. L’immagine usata dall’apostolo è suggestiva: «Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio e non viene da noi» (4,7). Infatti, siamo stati tratti dalla terra, dalla “adamah”, e poi Dio ci ha donato il suo alito di vita: è un impasto straordinario, che ci rende immagine somigliante a Dio, pur appartenendo alla creazione. In noi c’è, quindi, forza e debolezza, grandezza e piccolezza. Tuttavia, è la debolezza umana che fa risaltare l’opera di Dio: Paolo ne parla anche altrove (cf. 2,16; 3,5-6; 10-1-8; 13,3-4), ma leggiamo ora 12,9-10: «Ed egli [il Signore] mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte». La forza di Cristo si sprigiona dalla croce, con la quale egli, apparentemente vinto, ha sconfitto i terribili nemici di Dio e dell’umanità, squarciando con il bagliore della Pasqua le tenebre dell’ignoranza, del peccato e della morte. E Paolo ci addita il volto di Cristo, sul quale è impressa la volontà del Padre di guidarci verso la luce dell’amore.

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N. 40 • 9 novembre 2008 • € 0,90

Anno LXII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Adorazione eucaristicacon l’Arcivescovo

per meditare su San Paolo

6

VITA ECCLESIALE

La presenzadegli immigratiin Campania

8 e 9

SPECIALE

A Napoliun premio

per la ricerca

13

PRIMO PIANO

Scuolaa che punto

siamo

3

PRIMO PIANO

Andrea Acampa • Francesco Asti • Teresa Beltrano •

Michele Borriello • Rosanna Borzillo • Antonio Botta •

Rosanna Bottiglieri • Raffaele Cassese • Valeria Chianese

• Fulvia Costa • Eloisa Crocco • Salvatore Esposito •

Sebastiano Pepe • Domenico Pizzuti • Elena Scarici •

Antonio Smoraldi

Gli interventiAl via il laboratorio di preghiera 2

L’impegno dei padri Trinitari al corso Malta 4

Ad Afragola 50 anni per l’oratorio 4

L’Arcivescovo commemora i defunti 5

La veglia per le missioni 10

Incurabili: una risorsa per il quartiere 11

ll superiore generale dei gesuiti a Scampia 12

A San Giorgio un novembre da favola 14

Nella fragilità la forza della fedeGaetano Di Palma

La 2Cor, come ogni lettera paolina, è riccad’insegnamenti, sicché riesce difficile sceglierneuno ed escludere gli altri. Questa volta ci sembraopportuno, però, sottolineare un tema che Paoloaveva caro: la conformazione a Cristo nella morteper esserlo anche nella vita (cf. Rm 6,8 e 8,17; Fil1,20 e 3,10). Lo stretto rapporto con Cristo nasce dallaprecisa consapevolezza che «noi non annunciamo noistessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo ivostri servitori a causa di Gesù» (4,5). La vocazione diapostolo è stata per Paolo come la luce che Dio ha fattorifulgere dalle tenebre nel primo giorno della creazione delmondo: è in quel momento che è nato il Paolo che conosciamo,colui che ha diffuso il vangelo e ha scritto pagine bellissime,affinché quella luce che rifulse nel suo cuore splendesse anche neinostri cuori. Quella luce corrisponde alla «conoscenza della gloria diDio sul volto di Cristo» (4,6).È stupendo lasciarsi inondare dalla luce del volto di Cristo, ma non dobbiamoessere presuntuosi in quanto, sebbene depositari di un briciolo di gloria divina,rimaniamo pur sempre fragili. L’immagine usata dall’apostolo è suggestiva: «Noiperò abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questastraordinaria potenza appartiene a Dio e non viene da noi» (4,7). Infatti,siamo stati tratti dalla terra, dalla “adamah”, e poi Dio ci ha donato il suoalito di vita: è un impasto straordinario, che ci rende immaginesomigliante a Dio, pur appartenendo alla creazione. In noi c’è, quindi,forza e debolezza, grandezza e piccolezza. Tuttavia, è la debolezzaumana che fa risaltare l’opera di Dio: Paolo ne parla anche altrove (cf.2,16; 3,5-6; 10-1-8; 13,3-4), ma leggiamo ora 12,9-10: «Ed egli [il Signore] miha detto: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamentenella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimoriin me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi,nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quandosono debole, è allora che sono forte».La forza di Cristo si sprigiona dalla croce, con la quale egli, apparentemente vinto, hasconfitto i terribili nemici di Dio e dell’umanità, squarciando con il bagliore dellaPasqua le tenebre dell’ignoranza, del peccato e della morte. E Paolo ci addita il volto diCristo, sul quale è impressa la volontà del Padre di guidarci verso la luce dell’amore.

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Vita ecclesiale Nuova Stagione2 • 9 NOVEMBRE 2008

Associazione MediciCattolici Italiani Sez. San Luca - Napoli

Rispetto del Creato e saluteMartedì 11 novembre, alle ore17, presso il Centro diSpiritualità “S. Ignazio”, deipadri Gesuiti, in vialeSant’Ignazio di Loyola 51,Napoli, è in programma unincontro sul tema: “Rispetto delCreato e salute”, organizzatodalla Sezione San Luca diNapoli dell’Associazione MediciCattolici Italiani.Introduce i lavori e modera:Aldo Bova, presidente Amci“San Luca” e vicepresidentenazionale Amci. Intervengono:don Tonino Palmese, delegatoarcivescovile per la difesa delCreato. Donatella Trotta,presidente campana dell’UnioneCattolica Stampa Italiana.Antonio Marfella, Mediciambiente “Isde”, Napoli.Giuliana Di Fiore, assessoreall’ambiente della Provincia diNapoli. Padre PasqualeBorromeo sj, direttore emerito diRadio Vaticana, segretarioparticolare del Padre Generaledei Gesuiti. Giovanni Di Minno,direttore generale Asl Na 1.Angelo Montemarano, assessorealla sanità della RegioneCampania. Vincenzo Saraceni,presidente nazionale Amci.Presenzia il Card. CrescenzioSepe, Arcivescovo Metropolita diNapoli.

Cammino Spirituale 2008-2009Un appuntamento mensile all’ Eremo dei Camaldoli.

Percorso di spiritualità per giovani vicini e lontani. Con l’apo-stolo Paolo sulle orme di Gesù.

Vieni anche tu … dalle 9.30 alle 13

Ti aspettiamo!

Arcidiocesi di Napoli - Ufficio di Pastorale Giovanile Largodonnaregina , 22 - 80138 Napoli

Tel/fax: 081 5574227 - cell.: 3461077588Web : www.giovaninapoli.it - Email : [email protected]

9 Novembre

14 Dicembre

18 Gennaio

8 Febbraio

15 Marzo

19 Aprile

10 Maggio

7 Giugno

Sotto il cielo di Napolifare “deserto nella città”

di Sebastiano Pepe

“Sotto il cielo di Napoli: fa-re deserto nella città” è questoil titolo del Laboratorio di pre-ghiera promosso dall’AzioneCattolica, dall’Ucsi, dalla Fuci edal Meic. Un cammino di pre-ghiera per aver cura della pro-pria interiorità, per cercarespazi di incontro con il Signoree coltivare la relazione conLui nella meditazione e nel si-lenzio. L’idea di questo labora-torio nasce dal grande bisognodi spiritualità che accomunaoggi credenti e non credenti, edal desiderio di alcune associa-zioni di collaborare e cammi-nare insieme in uno stile di co-munione e di condivisione diun progetto.

Il percorso si svilupperà incinque incontri che si svolge-ranno nella Cappella delleClarisse a piazza del Gesù. Lascelta del luogo non è stata ca-suale: la chiesa infatti, si trovanel cuore della città di Napoli eci ricorda che proprio lì dove

siamo posti, nei luoghi dellanostra quotidianità, siamochiamati a vivere la nostra vo-cazione.

La scelta di un monastero cirichiama ad avere un cuore“monaco”, unito in Cristo, a ri-cercare dentro di noi quel“Castello Interiore”, dimora diDio in noi e fonte di serenità edi pace nella complessità dellanostra vita. Cinque incontri at-traverso i quali non si vuole par-lare di preghiera, ma pregareutilizzando i metodi della tra-dizione cristiana: la Lectio di-vina, la preghiera attraverso leicone, la preghiera esicastica lapreghiera immaginativa e quel-la contemplativa.

Gli incontri sono rivolti atutti: laici, religiosi, giovani eadulti, a chi desidera un tempodi silenzio e di preghiera, e in-tendono iniziare ad un percor-so spirituale di riscoperta delladimensione contemplativa nel-la vita ordinaria.

A CappellaCangianilaboratoriper cresceredi Rosanna Borzillo

Ricomincia l’anno catechistico pastorale aCappella Cangiani. Iniziano i corsi di prepara-zione alla Prima Comunione. E con essi nuo-ve proposte formative guidate dal giovane sa-cerdote don Aniello Di Luca. È lui ad annun-ciare a grandi e piccini i “laboratori” che li gui-

deranno in nuove esperienze di crescita: «per-ché – spiega – la parrocchia possa sempre piùessere casa vostra. E qui possiate ritrovarvi in-sieme anche durante la settimana». Una propo-sta, dunque, “alternativa”, quella offerta dallacomunità parrocchiale di Santa Maria diCostantinopoli a Cappella Cangiani, guidatada mons. Raffaele Ponte, perché i più piccinipossano trascorrere pomeriggi di crescita spi-rituale, guidati in laboratori pratici che inse-gnino loro la socializzazione, i valori dell’ami-cizia, della solidarietà, della lealtà. Grande res-sa per le iscrizioni raccolte dalla vulcanicaImma Sbrizzi, coordinatrice delle catechiste.Si è partiti lunedì scorso con la “tarantella na-poletana”. Nella sacrestia piccola dalle 17.30alle 18.30 è Marianna che guida i più piccininell’arte mai dimenticata del ballo tipico dellatradizione napoletana. Sempre dalle 17.30 al-le 18.30, il lunedì pomeriggio, don Aniello, sidedica alla “pittura su pietra”: gli elaborati –certamente bellissimi e di pregio – realizzatidai più piccoli serviranno a realizzare una mo-stra di beneficenza. Il giovedì, dalle 17.30 alle19, con “Conta le favole” Luisella guiderà i ra-

gazzini ad un laboratorio sulle fiabe: perchédalle favole si imparano i valori, la morale, lavita. Il venerdì, dalle 17.30 alle 19.30 ecco tor-nare le antiche arti: Milena e Rosaria insegne-ranno “uncinetto, ferri e cucito” per chi vuoleimparare i lavori di una volta.

Il sabato, in chiesa, ritorna e si dà vita adun momento di aggregazione tutto dedicato airagazzi: l’appuntamento è alle 17.30. L’Acrscende in campo per proporre la sfida educa-tiva valida da sempre. Sono attesi i ragazzini apartire dalla terza elementare per un cammi-no formativo che possa accompagnarli e gui-darli in anni determinanti per la loro crescitaumana.

Dulcis in fundo: una proposta per tre ma-tinée al cinema. Il 23 novembre alle 11.15 nel-la sala Paradiso il “Circolo culturale Cangiani”inizia una mini-rassegna per ragazzi con laproiezione di “Come d’incanto”. Prosegue il 30novembre con “L’arca di Noè” ed il 7 dicembrecon “Kung Fu Panda”. Un’altra proposta di ag-gregazione per grandi e bambini. CappellaCangiani riparte… Aspetta soltanto i più pic-coli!

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Primo pianoNuova Stagione 9 NOVEMBRE 2008 • 3

PreghierainDuomodi Elena Scarici

La protesta contro la riformascolastica è stata moltosentita anche nella nostracittà dove le manifestazionisi sono susseguite inmaniera organizzata maanche spontanea. Il quartiergenerale è stato fissato aPalazzo Giusso, sededell’Istituto Orientale, maanche altre Facoltà sonostate occupate comeSociologia e Lettere. Inoccupazione anche circa unatrentina di istituti superioridi Napoli e provincia. Lamobilitazione non harisparmiato nemmeno lascuola media, che hapartecipato in massa aitantissimi cortei. Diverse leforme individuate dairagazzi, oltre alle lezioniall’aperto e ai “pacchi” su cuiimprimere le proteste,escogitati dagli universitari,anche l’occupazione deibinari della Stazionecentrale, nel giorno più“caldo” il 29 ottobre scorso.Tra le tante mobilitazioni, dasegnalare quella scelta dallaConfederazione degli studentiche ha promosso unmomento di preghiera inDuomo, cui ha fatto seguitoun incontro con il vicarioepiscopale per la scuola, donFrancesco Piccirillo, inrappresentanza del cardinaleSepe.«Abbiamo scelto una formadi protesta pacifica - haspiegato Rosario Pugliese,coordinatore nazionale dellaConfederazione, sia perchésiamo credenti, sia perchévogliamo far sentire la nostravoce in un manierasilenziosa». «L’arcivescovo – ha aggiuntoil coordinatore regionale,Omero Pinto – ha dimostratodi voler dar voce al disagiosociale, per questo abbiamoscelto questo momento diconfronto». Da parte sua il vicario haprecisato che «La Chiesaascolta le ragioni di tutti edialoga con tutte lecomponenti della società,certo si tratta di unafaccenda delicata – haconcluso Piccirillo -approfondiremo sicuramentemeglio i diversi aspetti dellaquestione. L’impegno è diincontrarci nei prossimigiorni insieme airesponsabili dei diversisettori della Curia.Certamente cosnegnerò alcardinale il vostromessaggio».

Il “decreto Gelmini” è diventato legge. Si può tornare alle valu-tazioni delle scelte compiute ma più utile è guardare avanti conla speranza che le tensioni si attenuino, che il clima svelenisca

e che nelle scuole torni il sereno con la disponibilità di tutti i pro-tagonisti a “mettersi in gioco” con lealtà.

È il momento di una rinnovata responsabilità e non è un caso cheproprio gli ambienti abituati e appassionati all’impegno educativo -le associazioni, il laicato cattolico - siano stati e siano in prima lineanel richiedere un salto di qualità del dibattito e delle scelte.

La questione educativa - lo si sta ripetendo da tempo e da piùparti - è cruciale per il Paese non solo perché occorre migliorare irisultati scolastici ma perché è importante ricostruire un tessuto re-lazionale in una società dove le appartenenze si sfaldano e il benecomune rischia di ridursi a unconcetto astratto e solo proclama-to. A questo risveglio della co-scienza serve prioritariamente lascuola, una buona scuola, dove ipiù piccoli imparano, possonoimparare, a stare insieme, perce-pire le diversità come risorsa, spe-rimentare la reciprocità, la possi-bilità di condivisione e altre posi-tività che poi danno sostanza al“quadro di valori costituzionali”di riferimento.

L’augurio è che i cambiamentiin cantiere possano far procederein questa direzione, che non dipen-de principalmente dall’organizza-zione scolastica ma che natural-mente non può prescinderne.L’auspicio è che il deficit di dibat-tito politico e culturale che ha se-gnato le ultime vicende possa essere messo rapidamente dietro lespalle e si apra una nuova stagione.

In una situazione politica non esaltante il laicato cattolico, inparticolare quello impegnato nell’ambito educativo, é intervenutocon uno stile che merita di essere sottolineato.

Sul “decreto Gelmini” le varie sigle cattoliche impegnate nella

scuola e nell’educazione hanno fatto registrare posizioni diverse, avolte anche contrastanti, ma la passione e la responsabilità dell’e-ducare nella verità e nella libertà sono state il motore di ogni pen-siero e di ogni parola.

Nessun altro interesse. È un segnale, questo, che fa bene alla po-litica, alla società e alla democrazia del nostro Paese.

È in un’ottica laica che l’associazionismo cattolico si è posto esi pone di fronte al legislatore esigendo, proprio per fedeltà alla

Costituzione, che venga rispetta-ta e resa concretamente possibilela libertà della scelta educativa.

Questo laicato ha volontà e ca-pacità di essere protagonista: an-che se dovrà perfezionare la pro-pria “comunicazione politica”,riesce a far comprendere la sua at-tenzione leale verso le generazio-ni che salgono. La gente che vivenella concretezza quotidiana si èresa conto che c’è qualcuno che hadavvero a cuore la scuola intesacome uno dei luoghi decisivi in cuii giovani devono poter esercitareil diritto-dovere della ricerca del-la verità, dell’assunzione di com-petenze, della formazione dellacoscienza civica.

È in nome della libertà per tut-ti che questo laicato, culturalmen-te ben attrezzato, ha preso e pren-

de la parola sulla scuola come l’ha presa e la prende sulla famigliae sulla vita.

Sono segnali importanti, certamente da irrobustire, ma diconodell’inizio di una presenza nuova ed efficace nel pensare e nell’agi-re politico, dicono che è possibile, quindi doveroso, un altro stilenell’affrontare i problemi e nel rispondere alle domande.

Da diverse settimane la scuola è tor-nata prepotentemente al centro deldibattito pubblico. A numerose ma-

nifestazioni di piazza, promosse da studen-ti e docenti, si affianca un aspro dibattitopolitico. Hanno generato polemiche deiprovvedimenti adottati dall’esecutivo per idiversi cicli d’istruzione, alcuni motivatidalla necessità di razionalizzare la spesa(maestro unico, dimensionamento degliistituti, riduzioni del monte-ore…), altri daquestioni di carattere sociale (le classi d’in-serimento per gli studenti stranieri…). Èmolto complesso pervenire ad un’opinioneunivoca su quanto sta accadendo, ancheperché, come avviene ormai da anni e condiverse maggioranze politiche, gli interven-ti sulla scuola sono operati tramite singolemisure, e non attraverso una necessariariforma organica.

L’Azione Cattolica Italiana, in conside-razione dell’impegno formativo che carat-terizza il suo vissuto ordinario e di un’at-tenzione costante alla cosiddetta “emergen-za educativa”, sente innanzitutto il doveredi sensibilizzare su questi temi responsabi-li, soci e simpatizzanti: specialmente in unmomento fortemente segnato da lettureideologiche, occorre impegnarsi in unprofondo lavoro di studio e di confronto.Per questo motivo, gli strumenti informati-vi dell’associazione, nelle prossime settima-ne, dedicheranno ampio spazio al mondo-scuola, affiancandosi alle riflessioni che or-dinariamente ci vengono proposte dalMovimento Studenti di AC e dal Movimentod’Impegno Educativo.

La difficoltà di giungere a conclusioninon impedisce però di esprimere alcune os-servazioni iniziali, che l’associazione pre-senta anche al mondo politico e a chi è chia-mato a promuovere scelte sul campo.Auspichiamo che:

la razionalizzazione della spesa non in-fluisca sulla qualità e quantità della forma-zione scolastica e umana assicurata agli stu-denti, e sia condotta prestando attenzioneai risvolti occupazionali;

la razionalizzazione della rete scolasti-ca non pregiudichi il diritto allo studio de-gli alunni per mobilità e costi di trasporto;

si chiarisca l’idea culturale e pedagogi-ca alla base di alcuni singoli provvedimen-ti (maestro unico, nuove classi di concorso

per i professori, diverso rapporto numericoprofessori-studenti, voto in condotta, clas-si d’inserimento per gli studenti stranie-ri…);

le scelte riguardanti l’università si co-niughino con il valore della libertà didatti-ca e di ricerca.

È necessario, inoltre, che su un bene co-sì prezioso per la società, quale la scuola, sicerchino tutte le strade democratiche perarrivare a conclusioni condivise, evitando ilricorso a strumenti legislativi che mortifi-cano il dibattito pubblico.

Appare evidente che l’esclusivo ricorsoad azioni di protesta non faccia il bene del-la scuola, e in questo senso tutti siamo chia-mati a responsabilizzarci sul valore di undissenso che sia costruttivo per l’eserciziodella democrazia.

Occorre una riflessione condivisa, chenon coinvolga solo alcuni settori, perché lequestioni proposte interrogano la politica ei sindacati, ma anche famiglie, insegnanti estudenti. Tutta la società civile, dunque, sisenta interpellata e sia consapevole di quan-to sta cambiando, valorizzandone il positi-

vo e vagliando il restante con l’esperienzadel vissuto ordinario.

A tal proposito, l’Azione Cattolica faproprie le recenti parole del Capo delloStato Giorgio Napolitano: «La scuola nondeve separarsi dalla società e deve far cresce-re le giovani generazioni nella passione del-lo studio e della conoscenza, nella capacitàdi costruirsi un futuro di lavoro e di vita fa-migliare, e al tempo stesso deve farle cresce-re nel senso civico, nella coscienza dei dirit-ti e dei doveri scolpiti nella nostraCostituzione, nell’attaccamento alla Patria,alla nazione italiana e nella volontà di par-tecipazione democratica nel quadro delleistituzioni repubblicane. Si parta dunque,con uno sforzo di maggiore serenità - nel con-fronto tra maggioranza e opposizione inParlamento, e tra governo e parti sociali - daiproblemi che nessuno può negare; e si discu-tano con spirito aperto tutte le diverse solu-zioni che ciascuna parte ha il diritto di pro-porre e ha il dovere di prospettare in terminipositivi e coerenti».

Presidenza nazionale di Azione Cattolica

Garantire a tuttiil diritto allo studio

L’Azione cattolica sulla scuola

La questione educativa

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Vita ecclesiale Nuova Stagione4 • 9 NOVEMBRE 2008

Solennitàdi SantaGeltrudeQuesto il programma dellecelebrazione in occasione dellasolennità di Santa Geltrude, nellachiesa di via Santa Monica 32.Domenica 16 novembre, vigiliadella solennità, alle ore 18,celebrazione della Santa Messafestiva con omelia del rev.dopadre Giuseppe Carmelo, parrocodi Santa Lucia.Lunedì 17 novembre, Solennitàdella Santa, celebrazione delleSante Messe con omelia alle ore7.30, 10 e 11. Alle ore 18,Solenne Pontificale presieduto daS. E. Mons. Filippo Iannone,Vescovo Ausiliare di Napoli.

La presenza dei padri Trinitari a Napoli data dal 20 novembre 1560con la fondazione della Domus Trinitaris et Captivorum, in via Toledo,nei Quartieri Spagnoli. I Religiosi vi costruirono una Chiesa annessadedicata alla Santissima Trinità. Nel corso degli anni, il convento hasubito parecchie metamorfosi. Nel 1809 con l’espulsione degli Spagnolida Napoli, occupata dalle truppe napoleoniche, il convento fu soppres-so da Gioacchino Murat. Fu restituito poi ai Trinitari da Ferdinando IInel 1818. La sua attività redentiva fu frastagliata e limitata, ma fu mol-to incisiva nel quartiere spagnolo a protezione dei poveri e a guida pa-storale dei cittadini. Il convento operò due redenzioni di schiavi inAfrica: la prima nel 1577 e la seconda nel 1593.

Il Convento dei Trinitari a Corso Malta in Via Fontanelle al Trivio,situato presso il Cimitero delle 366 fosse, nell’ambito della parrocchiadi Sant’Anna al Trivio, aveva annesso una chiesetta dedicata allaMadonna delle Grazie. La casa fu fondata dal Canonico don MarianoCalifano nell’aprile del 1871. Nel 1886 fu affidato dal CardinaleGiuseppe Sanfelice, Arcivescovo di Napoli, provvisoriamente ad un re-ligioso trinitario, che la governò fino al 1901. Nel 1907 lo stessoArcivescovo, volendo incrementare l’apostolato a beneficio della nume-rosa popolazione limitrofa, concesse in uso perpetuo il tempio ed i po-chi locali annessi all’Ordine dei Trinitari scalzi italiani. Nel 1916

l’Arcivescovo di Napoli propose ai Trinitari la costituzione a parrocchiadella chiesetta, essendo molto estesa quella di Sant’Anna al Trivio.L’erezione canonica della Casa religiosa risale al 1925.

Per raccogliere giovani aspiranti al sacerdozio, destinati alleMissioni estere ed all’apostolato delle opere di misericordia a favore deipoveri, i locali furono ampliati. Anche il luogo di culto subì trasforma-zioni: fu costruita la nuova Chiesa, molto più grande, dedicata allaSantissima Trinità ed inaugurata nel 1967. L’attività apostolica e l’im-pegno sociale della redenzione e dell’ospitalità, connaturali al carismadell’Ordine Trinitario, furono più organizzati e più incisivi nell’ambitodella zona del Corso Malta. Adiacente alla Chiesa. la ComunitàTrinitaria vi costruì un ampio edificio per raccogliere ed educare i bam-bini, ragazzi e giovani meno abbienti.

La cultura è la migliore terapia per debellare il male dell’ignoranzae guarire la società dai tanti mali sociali che l’affliggono. Fedeli al lorocarisma, i Trinitari e la Parrocchia operano per la redenzione della po-vera gente oppressa della povertà. Il metodo? È quello di Gesù: fare edinsegnare. Come Gesù fu inviato a portare il lieto annunzio ai poveri ea fasciare le piaghe ai cuori spezzati ed a proclamare la libertà agli schia-vi, così i Trinitari operano nella zona del Corso Malta. Per essi l’evange-lizzazione e la promozione umana sono due rotaie dello stesso binario.La strada della Chiesa è l’uomo vivente, icona visibile di Dio, ed il po-vero ne è il volto sofferente del Dio fatto uomo, Gesù Cristo. Su questafilosofia evangelica, la Comunità Trinitaria al Corso Malta, in collabo-razione con i Movimenti Ecclesiali, ha impostato le sue attività.

La parrocchia guida diversi di questi Movimenti che, nell’azione so-ciale, operano soprattutto a favore dei bisognosi. Le loro iniziative disolidarietà sono varie. In comune hanno lo stile di accoglienza e di aiu-ti concreti in generi alimentari e vestiari. La San Vincenzo, in collabo-razione con l’associazione San Giovanni De Matha, porta a domicilio,a famiglie povere, generi alimentari per i pasti della settimana ed unavolta al mese offre un pranzo comunitario ai poveri nei locali della par-rocchia. I giovani della Comunità di Sant’Egidio, due volte alla setti-mana, radunano una cinquantina di fanciulli educandoli con giochi edidattiche, ai temi della pace, della non violenza e della solidarietà coicoetanei e con tutti. L’Associazione San Giovanni De Matha, si occupadi progetti sociali soprattutto educativi e culturale e gestisce l’Oratorioparrocchiale, frequentato tutti i giorni da numerosi bambini, giovanied adulti. Varie le iniziative nel campo formativo e ricreativo all’inter-no del quale è stata inserita anche una scuola di ballo per i bambini eadolescenti. Al centro di ogni iniziativa vi è l’intenzione di animare cri-stianamente il tempo libero.

Le parrocchie cattoliche non sono soltanto centri di guida spiritua-le e di ascolto della Parola di Dio, ma sono anche promotori di svilup-po. Le opere sociali poi, affidati ad Istituti Religiosi, si arricchisconodel loro carisma di fondazione, che è sempre fautore di civile progres-so, soprattutto a beneficio dei poveri.

* Missionario Trinitario Parrocchia SS. Trinità al Corso Malta

I padri Trinitari e l’impegno

socio-apostolicodi Antonio Smoraldi *

Giovanni De Matha: il fondatoreGiovanni De Matha, della famiglia dei baroni De Matha del XII

secolo, nato a Faucon, in Francia nel 1154, ne è il Fondatore.Studioso, contemplativo, diventa il “Magister Doctor Theologus”nella celebre università di San Vittore, che sarà poi la Sorbona diParigi. A 39 anni è consacrato sacerdote, nel 1193. Durante la suaPrima Messa, celebrata nella Cappella dell’Arcivescovo di Parigi,presente il corpo docente dell’università, fu favorito da Dio con unainsolita visione: “Vidit Maestatem Dei”, così narrano gli annali del-la tradizione dell’Ordine.

Nella visione, il Cristo tiene per mano due schiavi incatenati, l’u-no bianco e l’altro moro. Lo schiavo bianco stringe nel pugno de-stro un’asta con la Croce bicolore rossa e azzurra. Questa visione èalla radice della fondazione dell’Ordine Trinitario. Giovanni DeMatha volle inciderla in un mosaico iconografico in memoria pe-renne col motto “Gloria tibi Trinitas et Captivis libertas”, che indi-ca il suo carisma. È un mosaico che pose sulla facciata esterna del-la porta principale della casa di fondazione, sul colle Celio, in Roma.

La Regola, scritta di suo pugno, fu approvata dal Papa InnocenzoIII il 17 dicembre 1198, data di fondazione ufficiale. Giovanni DeMatha abbandona l’attività di docente universitario e si dedica in-teramente, con fede ed amore, alla redenzione degli schiavi cristia-ni detenuti dai Musulmani.

Dal 1958 al 2008: in 50 anni di amore-vole ed evangelica operosità, l’orato-rio “S. Domenico Savio”, della par-

rocchia di S. Marco in Afragola, è stato econtinua ad essere un sano e formativo luo-go di aggregazione per tantissimi ragazzidel rione “Casuobbico”. In occasione dellaricorrenza del cinquantesimo anniversariodi questa agenzia educativa, in cui è semprevivo lo spirito dell’indimenticato fondatoredon Gabriele Laudiero, il parroco donPeppino Delle Cave ha disposto l’amplia-mento della struttura, per consentire almaggior numero di bambini, adolescenti egiovani del popoloso quartiere di fruirneadeguatamente e piacevolmente, in mododa offrire loro una valida alternativa allastrada, ai programmi della tv, ai videogio-chi e alla playstation.

«Il Lunedì, il martedì e il giovedì pome-riggio – spiega don Peppino – l’oratorio di-venta per alcune ore un punto d’incontro pernumerosissimi ragazzi, con spazi per attivitàinteressanti e coinvolgenti. Sono stati attiva-ti, infatti, laboratori di ballo, di sartoria, dipittura, di cucina, di musica (strumenti e vo-ce ) e di recitazione. Vi si riscontra un altogrado di partecipazione, ma ciò che per me eper gli animatori costituisce motivo di gran-de gioia è che i fanciulli apprendono progres-sivamente, in modo ludico, le basi della con-vivenza etica e civile, imparando a confron-tarsi, ad ascoltare, a dialogare in modo co-

struttivo, a rispettarsi reciprocamente, ad es-sere leali e onesti. In questo clima di amici-zia e di solidale cooperazione, offriamo la no-stra proposta di educazione alla fede, doveCristo diventa vivo e presente in ogni gesto diaiuto, di bontà, di comprensione e di apertu-ra reciproca».

Nei laboratori, pertanto, al di là degli ap-prendimenti specifici per acquisire le varieabilità, è importante il percorso formativoche seguono i ragazzi, mirato a promuove-re un’autentica crescita morale e spirituale.Don Peppino e gli operatori pastorali impe-gnati nelle attività oratoriali si orientano,quindi, in base alle linee tracciate dal pianopastorale diocesano, dove si sottolinea che«per affascinare e interessare i ragazzi allaParola di Dio ed educarli alla fede, è necessa-rio intraprendere la via del fare e del dinami-smo dell’esperienza». Il dinamico ed instan-cabile parroco si augura che il CardinaleCrescenzio Sepe, per il quale la comunità

parrocchiale nutre un filiale e profondo af-fetto, possa essere presente alla inaugura-zione dei locali ristrutturati, che si terrà adicembre o ad aprile in occasione della fe-stività di San Marco.

L’oratorio “San Domenico Savio” della parrocchia di San Marcoin Afragola compie 50 anni

Al servizio dei ragazzidi Antonio Botta

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Vita ecclesialeNuova Stagione 9 NOVEMBRE 2008 • 5

Presieduto in Seminario dal Cardinale Sepe il rito dell’accoglienza e dell’impegno dei nuovi seminaristi

Radicati sulla Parola per vivere nella caritàUn cuore che batte e pulsa nella Chiesa: il

Seminario. Mercoledì 29 ottobre, alla presenzadel nostro Arcivescovo, del Rettore e dell’equipeeducativa alle sue “porte” hanno ri-bussatoDanilo, Damiano, Gennaro, Alberto, Luigi, Gennaro, Antonio,Giacomo, Paolo, Luigi, Roberto, Michele, Emanuele, Donato, Pasquale,Giuseppe, Angelo, Giovanni e Salvatore. Sono i 19 giovani della nostraDiocesi, insieme con gli extra-diocesani Ronel e Raffaele, che hannoufficialmente impegnato la loro vita, la propria barca presso un cuoreancora più speciale: quello di Dio… per prepararsi al ministero ordi-nato. «Una celebrazione – afferma mons. Antonio Serra – per evidenzia-re che il primo è l’anno più importante dopo l’ordinazione presbiteralepoiché c’è un atto di coraggio alla base della scelta di entrare al Seminariomaggiore; per cui quest’atto va portato nella preghiera, va ufficializzato;questo rito dell’impegno in realtà dimostra l’apprezzamento di questo co-raggio espresso». Dunque, una celebrazione per riporre sulla mensa eu-caristica il sentimento forte della chiamata, fatta vibrare nel nostro cuo-re dallo Spirito; una celebrazione che si apre con la presentazione deinuovi seminaristi da parte del rettore don Antonio: «Li presento a leipadre carissimo, affinché la sua benedizione possa sostenere maggior-mente i loro passi fino a fare di questa iniziale disponibilità un dono sem-pre abbondante alla chiesa di Napoli»; ed ancora la presentazione delnuovo anno di formazione rischiarato dalla testimonianza luminosa diMons. Giovanni Bandino nel 50° della sua scomparsa: «Alla luce della

sua preziosa esperienza sacerdotale spesa negli ul-timi anni in questo nostro seminario e in comu-nione con il cammino sinodale della Chiesa nascelo slogan che ci accompagnerà lungo tutto il per-

corso educativo: Radicati sulla Parola per vivere nella lealtà e nella ca-rità». Subito nell’omelia traspare l’entusiasmo dell’Arcivescovo: «Sieteil vanto, la gloria di Napoli, perché è bello sapere che ci sono una venti-na di giovani, che lasciano tutto per incamminarsi sulla strada del sacer-dozio». E poi, perfino una confidenza: «Ne ho parlato pure con il SantoPadre e anche ad alcuni confratelli vescovi e cardinali…». Basta pensa-re che da circa un quarto di secolo non vi si accoglieva un folto grup-po di seminaristi napoletani. Primo aspetto evidenziato dal vescovoCrescenzio chiama in causa l’autenticità della chiamata fondata: «sul-l’umiltà di chi si sente ultimo per avanzare lungo la strada dell’amiciziacon il Signore». Insomma un vaglio che presupponga l’unione intimacon il Signore, verifica di autenticità: «Innamorarsi di Cristo, parola vi-vente, colui al quale vogliamo dedicare senza sconti e limitazioni tuttala nostra vita: se sentiamo di avere questa volontà, lasciando genitori, fra-telli e anche gli affetti umani per dedicarci a Dio, allora sì, questa è la chia-mata, l’autentica voce di Dio». Di qui riallacciandosi al Sinodo per ri-marcare: «Una parola che diventa carne quando si fa Amore, quando siè disposti a farsi carità autentica verso i nostri fratelli, soprattutto versoi poveri di ogni genere».

* Seminarista Secondo Biennio

di Raffaele Cassese *

«Basta morti ammazzati, morti sul lavoro esulle strade». In una chiesa piena risuona, an-cora una volta, il messaggio di speranza e l’im-pegno dell’Arcivescovo di Napoli, il cardinaleCrescenzio Sepe che è sempre vicino al popo-lo partenopeo. Domenica due novembre, in-fatti, giorno della celebrazione dei defunti, nel-la chiesa madre del cimitero monumentale diPoggioreale sua Eminenza ha officiato una so-lenne messa in suffragio dei defunti e dei ca-duti in guerra. «Il popolo napoletano – ha com-mentato il cardinale Sepe - esprime questa for-te unione con i propri cari defunti, è espressio-ne di fede e di speranza, si viene qui, infatti, per-ché si crede che i propri parenti siano vivi. Tuttii napoletani che hanno tanto bisogno di fede esperanza mi auguro che intraprendano un cam-mino sempre più pieno di volontà di riscatto edun percorso autenticamente civile e cristiano».Basta, dunque, con morti e stragi, giovani emeno giovani che vengono strappati alla vitadurante l’esercizio del proprio lavoro, sullestrade e autostrade o peggio ancora perché vit-time di camorra.

«A noi uomini – ha detto il presule duran-te un’accorata omelia - è stata affidata questavita affinché la utilizzassimo senza distrugger-la. Questa vita è così disprezzata che se ne puòfare quello che se ne vuole. Ma la morte non èl’ultima parola, la morte non è una sconfitta o

una disgrazia, ma l’apertura alla vita eterna.Non dobbiamo arrenderci, anche nella sofferen-za e nel dolore, ma continuare a vivere nella giu-stizia e nella carità». Una giornata di speranzae di fede, quindi, con un invito a non arren-dersi, ma continuare a pregare e sperare per-ché «i propri cari continuano ad essere vivi e vi-cini a chi li commemora».

«In occasione della giornata di ognissanti –ha continuato l’alto prelato - sono andato a fa-re visita ad un sacerdote gravemente ammala-to, lui non si è scoraggiato, ma cantava un bel-lissimo inno alla vita». «Quando la vita vienetolta dall’uomo e non da Dio – ha proseguitocon vigore l’Arcivescovo - quando si produce lamorte con la droga, sulle strade e persino con illavoro e viene sparso sangue innocente, non èil disegno di Dio, non è parte della volontà diDio, ma è male prodotto dall’uomo.Quest’uomo che tradisce la sua natura ed inve-ce di vivere quella dimensione di fratellanza, dirispetto, di civiltà e di amore, vive di odio, dirancore, di sopraffazione e di vendetta. Allora,napoletani ancora una volta, riscattiamoci, ri-diamo valore alla vita, viviamo la vita come do-no e rispettiamo la vita degli altri. Perché pertutti è sempre un fratello che vive, un figlio diDio che vive ed è espressione della nostra dignitàumana».

L’appello dell’Arcivescovo nel giorno della celebrazione dei defunti

«Difendere la dignità della vita»di Andrea Acampa

Ufficio GiovaniUfficio Oratori

“Progetto oratorio”si presentail 15 novembre In riferimento alle indicazionidel Piano Pastorale Diocesano,che il nostro Arcivescovo haconsegnato alla Chiesa di Napolilo scorso 24 settembre, inaccordo con il Vicarioepiscopale per i laici, gli ufficidiocesani per i giovani e per glioratori hanno ritenutoopportuno organizzare unincontro generale per sacerdoti,religiose/i e laici, al fine dipresentare il

Progetto Oratorio

L’incontro avrà luogo presso ilSeminario Diocesano, sabato 15novembre dalle 9.30 alle 12.30,con il seguente programma:“Oratorio, luogo per e deigiovani”; Oratorio, formazione,rete, organizzazione; Dibattito;Scheda di rilevamentodiocesano per attività e struttureoratoriali

Pasquale IncoronatoPasquale Langella

Antonio D’Urso

CongreghesacerdotaliUnione Apostolicadel Clero Napoli

EsercizispiritualiI Superiori delle Congreghesacerdotali e l’UnioneApostolica del Clero diNapoli comunicano la loroadesione agli Esercizispirituali programmatidalla Diocesi e inprogramma da lunedì 10 avenerdì 14 novembre adAlberi di Meta, presso lacasa “Armida Barelli”.Per le prenotazionirivolgersi a don MicheleAutuoro, don GiorgioCozzolino (081.739.45.90 –339.315.32.15), donFrancesco Rivieccio(081.881.75.44 –33.55.77.77.26).Le Congreghe, come per ilpassato, contribuiranno alversamento della quotaprevista. È vivamenteraccomandata lapartecipazione dei sacerdotimembri e dei simpatizzanti,sia diocesani che religiosi.

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Vita ecclesiale Nuova Stagione6 • 9 NOVEMBRE 2008

In trecento per l’adorazioneeucaristica con l’Arcivescovo

di Rosanna Borzillo

Erano oltre trecento persone i giovani, i fidan-zati e le coppie che giovedì 30 ottobre hanno par-tecipato all’adorazione eucaristica nella cappel-la dell’Episcopio con il cardinale Sepe. Sulle or-me di San Paolo per meditare sul mistero dell’a-more vero: nell’anno dedicato al martire cristia-no tra i primi missionaridel Vangelo tra i pagani gre-ci e romani. Quest’anno,l’Ufficio di pastorale giova-nile e l’Ufficio famiglia,d’intesa con l’Ufficio per lapastorale liturgica, pro-pongono per giovani e fa-miglie un itinerario nuovo:un appuntamento di pre-ghiera e meditazione men-sile per decanati. Ogni me-se due decanati sarannochiamati a partecipare.Hanno iniziato giovedì 30ottobre 2008, il XI e XIII de-canato, continueranno, martedì 11 novembre, al-le 20, il X e il XII decanato.

«Perché la Chiesa è territoriale – spiega AntonioD’Urso, direttore laico della pastorale giovanile– e non può vivere di grandi eventi, ma proporreincontri confidenti ed intimi con Gesù».Nell’Eucaristia allora «le coppie ritrovano Gesù –spiega D’Urso – che le accompagna, le prende permano e cammina con loro per le strade della vita».Con l’adorazione eucaristica ci si svuota di sestessi e si prega col cuore, parlando a Gesù nelproprio intimo. «In dialogo da “innamorati” – di-ce D’Urso – proprio come le coppie, i fidanzati, glisposi e così si fa parlare Gesù al nostro cuore e losi ascolta in un dialogo che permette a Dio di ope-rare profondamente in noi, per il nostro bene e peril bene della coppia».

Piena adesione e partecipazione delle giova-ni coppie che animano l’adorazione con i canti,

guidate dal maestro mons. Vincenzo De Gregorioe preparano preghiere e riflessioni sul testo pao-lino e sul magistero che il cardinale Sepe ha ri-volto alle famiglie della Chiesa diocesana. «Unvero e proprio inno all’amore – commenta MariaPia Condurro responsabile laica dell’Ufficio fa-

miglia – ed un segno di con-tinuità: erano presenti an-che coppie che lo scorso an-no erano in Cattedrale all’in-contro con i fidanzati: qual-che ragazza aveva il pancio-ne: che bel segno». Nellapreghiera sposi, fidanzati,giovani ricevono la forza eil coraggio «per affrontare –aggiunge Condurro – il quo-tidiano. Solo nella preghierail segno della continuità ecosì le coppie aprono la por-ta del loro cuore e della lorovita perché, attraverso l’in-

contro con Gesù, Dio torni al centro. Un momen-to per ripartire, dunque, accanto e con il Vescovo,perché si possa riformulare la propria vita con enella centralità dell’Eucaristia».

APPUNTAMENTI

Figlie Maria AusiliatriceQuesti i prossimi appunta-

menti di riflessione, presso VillaTiberiade, in via Prota 83, a TorreAnnunziata: domenica 9 novem-bre, per famiglie, incontro sul te-ma “Soldi o Provvidenza?”, ani-mato da Giuliana Martirani, do-cente all’Università Federico II,impegnata per i diritti umani; do-menica 23 novembre, per religio-se, incontro sul tema “Giustificatiper la fede”, animato da padeAntonio De Luca. Per informa-zioni e prenotazioni rivolgersi asuor Anna Maria Caminiti(081.883.64.50 – 333.763.46.90).

Usmi DiocesanaIl corso di formazione perma-

nente dell’Usmi per l’anno 2008-2009 ha per tema: “Al principio diogni teologia. Il Grande Codice”.Obiettivo del corso: guida alla in-troduzione alla Bibbia. Gli incon-tri si tengono di martedi, nella se-de federativa dell’Usmi, in largoDonnaregina 22. Il riferimento èOptatam Totius 16: “La SacraScrittura è come l’anima di tuttala teologia”. Questi i prossimi ap-puntamenti: 18 novembre –Introduzione all’AnticoTestamento e “lettura” cristianadell’Antico Testamento (StefaniaDe Vito). 25 novembre –Pentateuco (padre Luigi Piccolo).2 dicembre – Approfondimenti:Gen. 1-11 (padre Luigi Piccolo).

Apostolato della PreghieraMartedì 11 novembre, nella

Sala dei Catecumeni, largoDonnaregina 22, dalle ore 10.30alle 12.30, corso formativo peranimatori e animatrici parroc-chiali dell’Apostolato dellaPreghiera.

Suore della CaritàLa Provincia Italia Sud delle

Suore della Carità di SantaGiovanna Antida Thouret, nel-l’ambito della preparazione al bi-centenario dell’arrivo di SantaGiovanna Antida a Napoli, pro-muovono una serie di incontri, siriflessione e preghiera, in colla-borazione con GiulianaMartirani, aperti a giovani, laicie suore. Primo appuntamento,presso il Monastero “ReginaCoeli”, in via San Gaudioso 2,Napoli, sabato 15 novembre, alleore 17. Tema dell’incontro: “Mivuoi ascoltare sì o no?”.

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese, in-

contro mensile di preghiera deimalati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 19 novem-bre, a partire dalle ore 16. Alle ore17, celebrazione della SantaMessa, i padri sono disponibili adaccogliere i fedeli che desideranoricevere il Sacramento dellaPenitenza.

Unione Apostolica CleroGiovedì 20 novembre, alle ore

19, nella Basilica di Santa Mariaa Pugliano a Ercolano, si terràun’Adorazione eucaristica per ildiaconato permanente presiedu-ta dal diacono Camillo Garzia,decano del collegio diaconale diNapoli. Si pregherà per i prossi-mi diaconi permanenti SalvatoreCozzolino, Antonio Formisano eDomenico Parisi, per il 25° di UgoGherardelli e Raffaele Giacobellie per tutti i diaconi defunti.

Mons.Tredicini

nuovoparroco

dellaCattedraleIl Cardinale Crescenzio Sepe

ha conferito al Rev.do MonsAntonio Tredicini il mandato di

Parroco di Santa MariaAssunta al Duomo

Mons. Tredicini, Canonicodel Capitolo Metropolitano eDirettore dell’Ufficio Matrimonidella Curia, succede a Mons.Mimmo Felleca, che lascia al ter-mine del proprio mandato.

***

GuidaLiturgica

2008-2009È disponibile, presso le libre-

rie cattoliche della diocesi, laGuida Liturgico-Pastorale perl’Anno del Signore 2008-2009.

Il volume è reperibile presso:Libreria Ldc; Paoline via Duomoe viale Colli Aminei; Logos, viaAlfredo Rocco 55; Ler: Pompei.

MeditandoSan Paolo

Adorazione eucaristica con il CardinaleCrescenzio Sepe, nella Cappella dell’Episcopio,martedì 11 novembre, dalle ore 20 alle 21.

L’ora di ascolto e di preghiera, guidatadall’Arcivescovo, è aperta a tutti.

BasilicaSan Paolo Maggiore

Celebrazioniper il centenario

di S. AndreaAvellino

Nella Basilica di San PaoloMaggiore, in via Tribunali, a Napoli,da sabato 8 a lunedì 10 novembre, tregiorni dedicati alla chiusura delquarto centenario del transito alCielo di Sant’Andrea Avellino.

Sabato 8, alle ore 19, apre le cele-brazioni un concerto dell’orchestra“Symphonia Mundi” diretta dalGiuseppe Carannante.

In programma musiche di Bach,Graziani, Albinoni, Mozart oltre agliinni dedicati a Sant’Andrea Avellino,di Giuseppe Sigismondo e CarloLenzi.

Domenica 9, alle ore 18, PrimiVespri presieduti da S. E. GiuseppeBertello, Nunzio Apostolico.

Lunedì 10, Festa del Santo, SanteMesse alle ore 9, 10 e 11.Quest’ultima sarà celebrata da S. E.Mons. Antonio Di Donna, VescovoAusiliare di Napoli.

Alle ore 18.30, solenne chiusuradell’anno centenario presieduta dalrev.mo padre Valentin Arteaga,Preposito Generale dei Padri Teatini.

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Pastorale e DomenicaNuova Stagione 9 NOVEMBRE 2008 • 7

Viaggio attraversogli Istituti ReligiosiFemminili dellaDiocesi

Varietàdi Carismiin un soloSpiritoOrdinedella VisitazioneSan Francesco di Sales, ilFondatore, nacque nel 1567.Studiò nel collegio de la Roche,all’Università di Parigi e in quelladi Padova, dove si laureò in dirittocivile ed acclesiastico. Sentendosiperò chiamato al sacerdozio,studiò teologia. Rinunciò ad unabrillante carriera, per seguire eservire il Signore nello statoecclesiastico. Fu ordinatosacerdote nel 1593 e consacratoVescovo di Ginevra nel 1602.Moltiplicò la sua attività per ilbene del prossimo: catechismo;riforma del clero e delle personereligiose; formazione alla vitaspirituale dei laici di qualsiasirango sociale. Con SantaGiovanna Francesca di Chantalfondò l’Ordine della Visitazione.Santa Giovanna Francesca diChantal, la Fondatrice, nacque aDijon. Rimasta orfana dellamamma a diciotto mesi, fu concura educata dal padre che laindirizzò verso quella vita di fede,di generosità e di sacrificio che fula caratteristica di tutta la suaesistenza. Nel 1604 il Signore lediede come direttore spirituale SanFrancesco di Sales. L’incontro fudecisivo: come due stelle, i cuiraggi si fondono, così queste dueanime grandi, si associarono inun ideale di vita religiosa. Nacquecosì l’Ordine dellaVisitazione.

Carisma, spiritualità, opereContemplative nella Chiesa per laloro unione con Dio e la loroforma di vita comunitaria, lesorelle cercano di sviluppare inloro e tra loro il legame dellacarità affinché nulla separi dalloSposo celeste, che le ha uniteinsieme, né da quell’unione che lepuò tenere strette a Lui, in modoche, non avendo tutte se non unostesso cuore e una stessa anima,sia Lui stesso la loro anima e illoro cuore. Così le sorelle, offronoa Dio un sacrificio di lode,partecipano all’evangelizzazionedel mondo con una segretafecondità apostolica,testimoniando umilmente everamente che Dio è Amore.Questa vita, unita alla risposta diCristo al Padre, tende a diveniresempre più comunione col Padre,per il Cristo, nello Spirito. Peressere fedeli alla loro specificavocazione, le sorelle si sforzano divivere il Vangelo secondo lo spiritodei loro Fondatori, uno spirito checerca Dio solo e tendecontinuamente all’unione con Lui,indipendente da tutto, fuorché dalbeneplacito divino. Uno spirito diprofonda umiltà verso Dio e digrande dolcezza verso il prossimo,uno spirito che, non mettendol’accento sulle austerità esteriori,impegna le sorelle a supplirvi conla rinuncia interiore, con unagrande semplicità e gioia nella vitacomune.

9 novembre: XXXII Domenica del Tempo Ordinario

Lo zelo per il tuo tempiodi Francesco Asti

Lo zelo per la tua casa mi divora. Ho pas-sione per il tuo tempio, Signore. Il Pio ebreonutre un profondo sentimento di ammira-zione per il tempio di Gerusalemme, perchéè il luogo scelto da Dio per la preghiera. Lanube della sua gloria lo ha riempito e lo haposto come emblema della sua presenza.

Non sono le belle pietre che fanno gran-de il tempio, ma l’amore e la fedeltà del po-polo che si ritrova in questo luogo a lodaree ringraziare Dio, a chiedere perdono e a fa-re penitenze per i suoi molteplici peccati.

Il tempio è sentito come luogo di unitànazionale, di fratellanza ritrovata nell’UnicoDio. Ma nel tempo esso è diventato sede ditraffici commerciali: si vede; si compra.L’iniquità fa da padrona. L’odore della pre-ghiera si confonde con il puzzo del denaro.

Non vi è più raccoglimento interiore, maun continuo disbrigare affari tanto che icambiavalute hanno trovato in esso una sta-bile dimora. Hanno trasformato la casa di

Dio in una spelonca di ladri. L’espressione èdura, ma vera, in quanto l’economia religio-sa e dell’intera nazione ruota attorno al tem-pio. Gli affari umani diventano più impor-tanti rispetto al lavoro per Dio.

L’atteggiamento di Gesù è profetico, inquanto dà voce al richiamo che già in pas-sato altre voci avevano gridato: Ezechiele,Isaia, Zaccaria vedevano che il tempio diGerusalemme non aveva più la sua funzio-ne, ma si era trasformato in un ricettacolodi abomini umani. L’esempio della speloncadi ladri ha come scopo quello di risvegliarele coscienze di molti adagiate nel dolce farnulla.

Il nuovo tempio è Gesù stesso in cui abi-ta tutta quanta la divinità. Il suo corpo ado-rabile è il mezzo per accedere alla bontà delPadre. Distruggendo il suo corpo, si ha lapossibilità di contemplare l’intero regno diDio. Le sue ferite sulla croce sono le finestreda cui poter spiare il Paradiso.

Il suo corpo mistico, la Chiesa, è da cu-rare e da proteggere, per cui lo zelo ancoraci divora. Nel suo corpo noi cerchiamo rifu-gio; nella sua Chiesa noi cerchiamo la mise-ricordia del Padre con il sacramento della ri-conciliazione. L’uno senza l’altro non puòsussistere, in quanto il capo non può staresenza il corpo. Cristo e la Chiesa sono unitinel matrimonio per offrire nuovi figli alPadre per il dono dello Spirito Santo.

Lo zelo per la preghiera nel suo tempiosignifica vivere nella comunione perfettacon il Capo e con tutto il Corpo. Pregare inCristo significa gustare la comunione contutti i credenti, significa offrirsi per tutti,perché ciascuno abbia il dono della salvez-za.

Da questo profondo sentimento nasce ildesiderio di curare ed abbellire non solo tut-ta quanta la Chiesa con i propri doni spiri-tuali, ma rendere anche la struttura idoneaad accogliere i pellegrini della preghiera.

San Paoloin “pillole”di Teresa Beltrano

La spina nella carne

Spesso pensando alla figura dell’apostolo Paolo, immaginiamoesclusivamente un uomo forte, passionale, che non teme nessunpericolo. Nella seconda lettera ai Corinzi viene sottolineato quel-lo che gli altri dicono di lui, «le lettere - si dice - sono dure e forti,ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa» (2Cor 10,10).

Sicuramente non ci viene subito in mente la sua malattia, dicui spesso parla nelle sue lettere e in particolare ai Corinzi. Nellalettera ai Galati afferma che la sua malattia è stata provvidenzia-le per l’annuncio del Vangelo ai futuri cristiani, «Sapete che fu acausa di una malattia del corpo che vi annunziai la prima volta ilvangelo; e quella che nella mia carne era per voi una prova non l’a-vete disprezzata né respinta, ma al contrario mi avete accolto comeun angelo di Dio, come Cristo Gesù» (Gal 4,13).

La malattia di cui soffre Paolo, non si sa bene che cosa sia.Forse si tratta di emicrania cronica, febbri malariche, o epilessia.Sempre ai Corinzi, scrive che di fronte alle rivelazioni che ha ri-cevuto dal Signore, «Perché non montassi in superbia per la gran-dezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, uninviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vadain superbia».

“La spina nella carne” è una modalità un po’ particolare perPaolo per continuare a confidare nel suo Signore, l’unico suo be-ne. E’ sicuro che nulla lo potrà separare dall’amore del SignoreGesù neanche la malattia «Chi ci separerà dunque dall’amore diCristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, lanudità, il pericolo, la spada?»(Rm 8, 35).

Paolo ha cercato più volte di ottenerne la liberazione dalSignore dalla sua “spina” ma «per ben tre volte ho pregato il Signoreche l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia gra-zia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”.Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimoriin me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità,negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sof-ferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor12, 8-10).

La sua malattia è una possibilità in cui paradossalmente si ma-nifesta la potenza del Signore Gesù. Le tribolazioni sofferte per an-nunciare il Vangelo sono per Paolo una sorta di credibilità del suoessere Apostolo del Signore.

Di fronte ai suoi concorrenti missionari, Paolo sa che può sot-tolineare che le fatiche, anche molto dure, sofferte per Cristo, sonofrutto della sua autentica chiamata missionaria. «Chi è debole, cheanch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è ne-cessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla mia debolez-za. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa chenon mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta montava la guar-dia alla città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fuicalato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue mani» (2 Cor11, 29-33).

ANNO PAOLINO

Alcuniitinerari formativi

di Salvatore Esposito

Come usare il sistema di amplificazione

Durante il tempo della formazione il centro diocesano potrebbechiedere la collaborazione di gente di teatro, radio e professori di lin-gua, per motivare e orientare i lettori liturgici che partecipano a que-sti corsi. Inoltre, è imprescindibile l’uso dei migliori mezzi di regi-strazione per vedere la tecnica e i risultati della proclamazione del-la parola in pubblico.

Qualche altro consiglio mi sembra utile non trascurare. Per il let-tore non istituito, uomo o donna, non c’è bisogno di una veste spe-ciale, essi possono salire all’ambone in abito comune. Il lettore, poi,non deve dire “prima lettura”, “salmo responsoriale” e neppure leg-gere la frase riassuntiva che precede il testo. Concludendo si dirà chein mancanza di questi requisiti, è opportuno non affidare a chiun-que questo ministero. La Parola di Dio esige il nostro rispetto e l’as-semblea ha il diritto ad essere servita da lettori preparati con cura eattenzione, i quali prima di proclamare la Parola si facciano ascolta-tori della Parola stessa. Riempiti e rinnovati dalla Parola, la procla-mano nella fede e la testimoniano nella vita. Dio vuole parlare al suopopolo e sceglie lui proprio come suo portavoce.

Dal lettore ci si deve attendere qualcosa di più di una semplicelettura di un testo biblico. Egli, infatti, deve essere in condizione diesercitare con competenza, con misura e con stile tutta una serie diimportanti mediazioni, per consentire alla Parola di Dio di giungereall’assemblea e per far sì che la Parola proclamata penetri con effi-cacia nel cuore dei fedeli.

Il ministero straordinario della Comunione

Il ministero straordinario della Comunione affidato a laici, uomi-ni e donne, a molti è apparso una novità senza precedenti. Ma non ècosì. Già al tempo di San Giustino si registrano casi di laici incarica-ti di portare la Comunione. Fino al quinto secolo e oltre, i fedeli, uo-mini e donne, ebbero facoltà di portare a casa il Corpo del Signore ecomunicarsi. Anche quando questa facoltà scomparve, ad alcuni lai-ci veniva affidato il compito di recare il viatico ai moribondi. Tale mi-nistero viene riscoperto e riproposto dalla Istruzione “Immensae ca-ritatis” del 29 gennaio 1973.

Si tratta di un ministero affine al ministero dell’accolitato. Questoservizio se ne differenzia per il campo più ristretto e per le circostan-ze eccezionali in cui può essere esercitato. È un incarico straordina-rio, non permanente, concesso in relazione a particolari e reali ne-cessità di situazioni, di tempi e di persone.

Ministro straordinario della Comunione può essere tanto l’uomoquanto la donna. La possibilità di questo servizio è un gesto di squi-sita carità della Chiesa perché non restino privi della luce e del confor-to di questo sacramento i fedeli che desiderano partecipare al ban-chetto eucaristico e ai frutti del sacrificio di Cristo. Il bene spiritua-le e pastorale che proviene da questo ministero è considerevole siaper i singoli fedeli e sia per le case religiose, per ospedali, per le ca-se di cura e per ammalati nelle loro case.

(51. continua)

UFFICIO CULTO DIVINO

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Speciale Nuova Stagione8 • 9 NOVEMBRE 2008

Le rimessedegliemigrantiLe rimesse inviate dailavoratori migranti insediatiin Campania sono passatedai 7.144.000 euro del 1996ai 280.771.000 del 2007.Questa cifra equivale solo al4,6% del totale nazionale,ma rappresenta ben il51,4% delle rimesse inviatein patria da tutti ilavoratori migranti presentinel Meridione d’Italia. Neidodici anni presi inconsiderazione, i ”migranticampani” hanno inviato inpatria 918.620.000 euro,con una media annuale dicirca 70.633.000 euro. Ipaesi europei raccolgono il50,1% delle rimesseregionali, a livello deisingoli territori nonmancano le sorprese. Al primo posto troviamo laRomania, le cui rimesse - inCampania - valgono il15,7% del totale regionale;seguono la Cina (15%),l’Ucraina (8%), il Marocco(5,5%), la Turchia (5,3%),l’India (3,4%) e la Bulgaria(3,3%). Nell’anno 2006, leacquisizioni di cittadinanzaitaliana da parte di cittadinistranieri, in Campania,sono state 1.303, delle qualiil 93,4% per matrimonio esolo il 6,6% per residenza(3,6% del relativo datonazionale. I matrimonimisti, in Campania,rappresentano il 6,6% deltotale delle unioni (lstat);poiche la maggior parte diessi si celebrano fra donnestraniere e uomini italiani,fra i nuovi cittadini italianile donne sono piùnumerose.

Sensibilizzare le coscienzedi Eloisa Crocco

Presentato il 30 ottobre, nella splen-dida cornice di Villa Doria D’Angri – se-de dell’università “Parthenope” – in viaPetrarca, il Dossier Statistico 2008sull’Immigrazione, a cui hanno lavora-to la Caritas e l’associazione Migrantes.

Il Dossier è giunto alla diciottesimaedizione, e il suo scopo, come ha eviden-ziato nel suo intervento di saluto donCarmine Giudici, delegato regionaleCaritas Campania, «non è solo la presen-tazione di una serie di statistiche, ma lasensibilizzazione delle coscienze».

A una maggiore sensibilizzazione eimpegno sociale si è detto dispostoFrancesco Caia, presidente dell’Ordinedegli Avvocati di Napoli, esprimendo «lanecessità di riscrivere in Campania le re-gole della convivenza civile, e la voglia ditrasmettere un messaggio di speranza e diimpegno concreto».

Il dossier presenta una visione arti-colata e completa del fenomeno migra-torio in tutti i suoi molteplici aspetti,con un’analisi sia su scala nazionale, siadiversificata per regioni.

Diversi i relatori che si sono avvicen-dati per spiegarlo: tra questi, in partico-lare, Ugo Melchionda ha invitato a con-siderare gli immigrati «non braccia per illavoro, ma persone, che necessitano di unpercorso di integrazione», e GiancamilloTrani ha spiegato la difficoltà di questopercorso «che con 164 nazionalità diver-se esistenti in Italia, deve necessariamen-te essere diversificato per cultura».

Molto deciso l’intervento di AlfonsinaDe Felice, assessore regionale allePolitiche Sociali, che ha affermato la vo-lontà della giunta regionale di «spendere isoldi disponibili per trattare i bisogni deisingoli, non per creare progetti che spessoservono solo a chi li crea». L’assessore haspiegato che la scelta della regioneCampania è «per una politica di inclusio-ne e attenzione agli immigrati in quanto ri-sorsa», invitando tutti «a non considerarela legge nazionale come un alibi, trattandogli irregolari in modo disumano; i diritti

umani sono la prima legge da considerare,sempre». L’incontro si è concluso con l’in-tervento di Mons. Bruno Schettino, vesco-vo incaricato della C.E.C. per la“Migrantes”, che si è soffermato sui tantirecenti episodi di razzismo «che non sonoespressione di un’ideologia razzista – ha af-fermato – che oggi in Italia non è presente,ma fenomeni concreti sintomo di degrado eprofonda crisi valoriale, che indicano l’at-tuale carenza di umanità e umanesimo;quello che serve - ha concluso - è un sus-sulto umano e di speranza».

Presentati i dati campani del Dossier immigrazione 2008 a cura della Caritas diocesana

Stranieri in cerca di identitàservizio a cura di Elena Scarici

Secondo i dati del Dossier Immigra-zione 2008, in Campania al 31 dicembre2007 si registrano 129.700 persone diorigine immigrata soggiornanti sul ter-ritorio, una cifra che, in termini percen-tuali, rappresenta il 3,3% del dato nazio-nale, e il 39% degli immigrati residential Sud. Quindi ancora una volta la regio-ne campana si conferma essere la primaa livello meridionale per presenza di im-migrati. Essa si colloca al settimo postorispetto alle altre regioni italiane.

Va tenuto presente che nell’ultimodecennio la presenza di immigrati inCampania è più che raddoppiata, bastipensare che nel 1997 infatti essi erano64037.

La ripartizione delle province confer-ma il primato del capoluogo: è a Napoliche si concentra infatti il 48% delle pre-senze, il 18,7% del totale dell’intero me-ridione, il che significa che non è azzar-dato dire che 1 immigrato su 5 tra quel-li insediati al sud si trova proprio aNapoli. Nella provincia partenopea l’in-cidenza dei soggiornati stranieri sullapopolazione residente è del 2%.

Dato interessante e assolutamentenuovo è il sorpasso operato per la primavolta dalla provincia di Salerno (20’6%)su quella di Caserta (20,4%). Con le sue26700 presenze, dunque, Salerno con-ferma un trend in costante ascesa già ri-levato da qualche anno.

Al terzo posto Caserta con le sue26.400 presenze, che fa registrare percontro la più alta percentuale di inciden-za dei soggiornanti stranieri sulla popo-lazione residente (2,9%). Qui, sono in

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Speciale Nuova Stagione 9 NOVEMBRE 2008 • 9

LapresenzanellescuoleAncora più interessanti i datirelativi agli iscritti stranieriall’anno scolastico 2007/08. Iminori immigrati, in Campania,rappresentano il 15,4%dell’insieme dei residentistranieri (fine 2006): dei quali,però, soltanto una quota ridottaè nata in Italia. La popolazionescolastica straniera, inCampania, nell’anno scolastico2007/2008, è stata di 12.838studenti che rappresentano1’1,2% dell’intera plateascolastica regionale. Si tengapresente che, nell’annoscolastico 1999/2000, glistudenti stranieri nelle scuole diogni ordine e grado, in regione,erano appena 1.940, per cui, insoli otto anni, la loro presenza ècresciuta in manieraesponenziale. Gli stranieri per il14% frequentano le scuoledell’infanzia; per il 37% lescuole primarie; per il 25,1% lemedie e per il 23,9% lesuperiori. «Il fatto che ben il76% degli alunni stranieri siacostituito da bambini e ragazziche frequentano la scuolamaterna e quella dell’obbligo cifornisce l’esatta percezione circal’età della maggioranza deiminori immigrati nella regioneCampania - commenta ilresponsabile della Caritas -questa semplice constatazionedovrebbe indurre le agenzieeducative, le istituzioni prepostea lavorare molto più inprofondità su questo tema,auspicando il diffondersi di unadidattica realmenteinterculturale, che tenga contodella ricchezza delle differenze».Riguardo al genere, incontrotendenza rispetto ai datiriferibili alla popolazione adulta,per il 51,6% si tratta di maschie per il 48,4% di femmine.Rispetto alla suddivisioneprovinciale, Napoli raccoglie il42,8% del totale, seguita daCaserta con il 24,2%, e ancoraSalerno con il 20,4%, Avellinocon 1’8,6% e infine Beneventocon il 4%. Riguardo alleprovenienze dei minori diorigine immigrata chefrequentano la scuola, il 64,1%di essi è originario dell’Europa,il 15% dell’Africa, il 9,2’%dell’Asia” il 9% delle Americhe.A livello delle singolenazionalità, è una partita a duetra Ucraina (19,1 %) e Romania(15,1%). Il paeseneocomunitario prevale nellascuola dell’infanzia (20,7%),l’Ucraina nelle scuole primarie(15%), medie (25%) e superiori(24,1%).

mpani del Dossier immigrazione 2008 a cura della Caritas diocesana

nieri in cerca di identitàservizio a cura di Elena Scarici

Circa130.000

le presenzeregistrate.

Per la prima voltaSalerno

supera Caserta.Boom

di Romeni.In calo

gli Africani.Massiccio

il contributodelle donne

molti a sostenerlo si registra anche la piùalta presenza di irregolari. SeguonoAvellino (9800 presenze), Benevento(4400 presenze). Le nazionalità rappre-sentate sono 164, con una massiccia pre-senza di provenienze europee.

Il peso percentuale dei migranti pro-venienti soprattutto dai paesidell’Europa centrale arriva al 55%. Unruolo di primo piano è giocato dalla pre-senza dei Romeni, che tra il 2006 e il2007 in Campania ha conosciuto un in-

cremento di eccellenza. Da segnalare an-che l’incidenza dei migranti provenientidalla Polonia (7,9%) dalla Bulgaria(0,5%). L’Ucrania risulta sempre fornirepresenze molto cospicue (27,5% del to-tale) l’Albania vi concorre per il 6,2%, laRussia per l’1,4%.

Continua l’andamento di decrescitanell’ultimo ventennio della presenza de-gli africani che oggi rappresentano pocopiù del 20% delle presenze complessivecosì distribuiti: Marocco (9,6%), Algeria

( 2,7%), Tunisia (2,7%) Nigeria (1,9%),Senegal (1,5%) e Ghana (0,5%). L’Asiaconserva il terzo posto: Cina (6,2%), SriLanka (4,1%) Filippine (2,3%), India(1,2%) Bangladesh (1,9%) e Pakistan(0,9%). Marginale la presenza di migran-ti originari delle Americhe (6,9%) edell’Oceania (0,2%). Decisamente supe-riore la presenza femminile (58% del to-tale) anche in virtù del massiccio impie-go di donne come colf, badanti o babysitter.

Lavoratori sempre più stabiliLa Campania è una delle regioni più povere d’Italia. Il tasso

medio di crescita, secondo i dati Eurostat, Banca d’Italia eSvimez, negli ultimi sette anni è stato mediamente del 2%. Il de-ficit della regione sarebbe di 10,1 miliardi di euro, inferiore so-lo alla Sicilia. Secondo le più recenti rilevazioni Istat l’inflazio-ne a Napoli sarebbe balzata al 4,6%, seconda solo a Cagliari. Incostante aumento la povertàdelle famiglie: il 17,6% dei nu-clei familiari campani vive conun reddito annuo inferiore ai12mila euro.

Unica nota positiva il calodella disoccupazione che scen-de dal 12,9% del 2007 all’11,2%del 2007, con un calo del nu-mero di disoccupati di 38.000unità. Per contro sono aumen-tati pendolarismo ed emigra-zione.

«I circa 600.000 giovanicampani – commentaGiancamillo Trani, responsa-bile dell’Ufficio Migrantes del-la Caritas diocesana di Napolie curatore del rapporto – co-stretti ad emigrare negli ultimidieci anni sono il segnale di co-me tutte le politiche di sviluppodel Mezzogiorno siano state,purtroppo, un fallimento.Questi dati – aggiunge Trani – danno un’immagine impietosa del-la Campania, il rapporto tra gli ingenti fondi spesi e i risultati con-seguiti in termini di sviluppo e occupazione, costituisce un graveatto d’accusa nei confronti della classe dirigente che ha gestito leregioni del Sud in questi anni».

In questo scenario economico si colloca la popolazione im-migrata che sul territorio campano è divenuta negli anni sem-

pre più stabile. L’immigrazione dunque rappresenta un fenome-no strutturale, rispetto al mercato del lavoro.

In Campania gli occupati nati all’estero sono stati nel 200783.946 pari al 7,3% del totale registrato nella regione, al 31,7%degli occupati di origine straniera presenti al Sud, il 3,1% deldato nazionale. Così la ripartizione provinciale: Napoli 43,1%,

Salerno 26,2%, Caserta 15%,Avellino 10,4%, Benevento5,3%. Di questi 8 su 10 (79,9%)hanno un’età compresa tra i 25e i 49 anni, di questi il 25,3% ècompreso nella fascia 40-49anni.

I settori produttuvi nei qua-li sono occupati gli immigraticampani sono l’industria(19,1%), l’edilizia (13’9%) ilcommercio (11,9%) compartoalberghiero e ristorazione(11,4%) agricoltura (9,8%) e la-vori domestici presso le fami-glie (6,2%). «Queste scarse pre-senze in questi ultimi due setto-ri non devono trarre in inganno- commenta Trani – perché èproprio in questi due ambiti chesi annida il lavoro sommerso».

Le nazionalità degli occu-pati risultano così distribuita:Romania (15%), Ucraina

(14,7%), Polonia (6,2%) Marocco (5,5%), Albania (4,3%), Cina(4%), Sri Lanka (2,4%) e Venezuela (2,1%). Se dagli occupati sipassa alle assunzioni si osserva che quelle nette sono state 40.492(28,1 del totale meridionale, 3% di quello nazionale) l’11,5% ditutti gli assunti sul territorio campano. Questi i settori: costru-zioni (17,2%) industria (15,3%), agricoltura (14,5%) e ristorati-vo-alberghiero (14,2%).

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Vita ecclesiale Nuova Stagione10 • 9 NOVEMBRE 2008

Corsomissionarioa PompeiLa Conferenza EpiscopaleCampana, Settore perl’Evangelizzazione dei Popoli e laCooperazione tra le Chiese,organizza un corso sul tema: “LoSpirito Santo e noi protagonistidella missione”.Il corso prevede un incontromensile della durata di tre ore, ilvenerdì, dalle ore 17 alle 20, danovembre a giugno, pressol’Istituto “Bartolo Longo” aPompei. Al termine del corsoviene rilasciato un attestato diformazione missionaria.Questi gli appuntamenti inprogramma. 28 novembre: “La missione neisecoli (sviluppo eproblematiche)”, padre AlbertoTreviso, decano alla Facoltà dimissiologia dell’UniversitàUrbaniana. 29-30 dicembre: convegnomissionario regionale.30 gennaio: “I documentimissionari della Chiesa”, donGianni Colzani, docente allaFacoltà di missiologiadell’Università Urbaniana.27 febbraio: “Chiesa localesoggetto di missione”, CarmeloDotolo, docente alla Facoltà dimissiologia dell’UniversitàUrbaniana. 27 marzo: “Evangelizzazione epromozione umana: impegno perla liberazione, giustizia e pace”,padre Alex Zanotelli, missionariocomboniano.24 aprile “Spiritualitàmissionaria”, suor GabriellaTripani, missionariadell’Immacolata-Pime.29 maggio: “Le Pontificie OpereMissionarie”, padre Vito DelPrete, Segretario InternazionalePum.19 giugno: “Le nuove sfide dellamissione”, padre GabrieleFerrari.Il corso, di formazione espiritualità missionaria, è rivoltoa laici, laiche, religiosi, religiose esacerdoti per un servizio dianimazione missionaria nelleChiese locali.L’iniziativa intende suscitare unafede adulta che formi cristiani ecomunità capaci di interagirecon l’odierna situazione nellaquale sono richiesti capacità didialogo e prontezza di servizio.Preparare operatori capaci dipromuovere l’animazione ecooperazione missionaria nelleChiese locali. Sostenere lanascita e lo sviluppo dei Centrimissionari diocesani.Favorire una formazionemissionaria permanente.Concepire un’animazionemissionaria continua e non solooccasionale.Per informazioni ed iscrizioni:don Alfonso Raimo(34.77.57.55.85); padre StefanoDella Pietra sx (331.640.21.12).Segreteria: Ufficio Missionario diPompei (081.85.77.463).

Giovanni Duns, detto Scoto perché na-to in Scozia, nacque probabilmente tra il1255 e il 1256 e fu denominato dai suoicontemporanei “Doctor Subtilis”, per lasua abilità nel formulare tutte le distinzio-ni e le alternative possibili nelle scienzeteologico-filosofiche.

In un secondo momento gli fu dato, peril suo amore alla Vergine Maria, il titolo di“Doctor Marianus”. Entrato giovanenell’Ordine Francescano, studiò ad Oxforde poi a Parigi dove, secondo la consuetu-dine, commentò le “Sentenze” di PietroLombardo. Dopo una breve parentese pa-rigina, nel 1305 tornò ad insegnare adOxford, dove compose la sua opera più fa-mosa “Opus Oxoniense” (Opera diOxford).

Nel 1307 venne chiamato ad insegnareteologia nello studio di Colonia, da pocoistituito. In Colonia, poco più che cinquan-tenne, morì l’8 novembre del 1308. Altriscritti: un trattato sul “De anima” diAristotele; sul “Primo Principio”; questio-ni sulla “Metafisica” di Aristotele ed altriminori.

Il suo è un pensiero innovativo rispet-to agli altri teologi e filosofi Scolastici.Infatti un modo perché fosse accettabile lafilosofia di Aristotele in Occidente, eraconsistito nel renderla funzionale al di-scorso teologico.

Tale era stata la magistrale via intrapre-sa da San Tommaso d’Aquino. Con DunsScoto – afferma Etienne Gilson – questa“luna di miele” tra fede e filosofia viene in-terrotta. Per Scoto il termine teologia staa significare il sapere necessario all’uomoper raggiungere il suo fine soprannatura-le. Ora il Nostro dice che per agire in vistadi un fine occorre desiderarlo, ma per de-siderarlo occorre conoscerlo.

Con i suoi soli mezzi naturali l’uomonon può pervenire ad una conoscenza ade-guata del suo fine. Egli non nega che i fi-losofi possano avere qualche conoscenzadi questo fine, ma nega che tale conoscen-za sia sufficiente per salvarsi. In ultimaanalisi: il Dio del Vangelo non è l’oggettodella filosofia e il Dio dei filosofi non siidentifica col Dio dei cristiani.

In metafisica sottolinea l’unicità del-

l’essere. Traccia una netta distinzione trafilosofia e teologia e dà una sua originaledimostrazione dell’esistenza di Dio, primoagente. Ma la grandezza di San GiovanniDuns Scoto rifulge nella sua teologia ma-riana per cui è universalmente conosciu-to.

In tale senso fu il perfezionatore dellaScuola Francescana fondata da SanBonaventura, di stampo squisitamente

mariologica. Scoto emerge tra i maggioriassertori del Cristocentrismo, su cui fon-da il suo pensiero a partire dall’universaleprimato di Cristo. Tutto ruota intorno a Luiche è il fine stesso della creazione ed in cuitutte le creature trovano ragione della lo-ro esistenza.

Secondo San Tommaso e i teologi deltempo si partiva dal principio che la reden-zione dal peccato è lo scopo e il finedell’Incarnazione, «per lui se l’uomo nonavesse peccato, Dio non si sarebbe incarna-to» (Summa theologica, III, 1, 3). Scotonon è convinto di questo e parte del prin-cipio che Dio è amore. Egli agisce per amo-re e con un amore che tende a diffonder-si, espandersi, comunicarsi.

Nella mente di Dio c’è un progetto eter-no di amore, ordinato, che lo porta a co-municare se stesso. Ecco allora che Eglicrea un universo da amare e degli amato-

ri con cui ricambiare il suo amore. Tuttala creazione e cioè gli angeli, gli uomini, lecreature sono voluti da Dio in Cristo ed inordine a Cristo. Questi è predestinato adessere il Capo della creazione. Ora quan-do Dio progetta la predestinazione diCristo, in quello stesso istante pensa aColei che sarebbe stata la Madre di SuoFiglio.

Cioè nella mente di Dio si trovano uni-ti il Figlio e la sua Madre «uniti in uno stret-to indissolubile vincolo». In questa unionedeve esserci una correlazione di indipen-denza dal peccato. In questo modo quan-do il Signore pensò ad Essa, come Madresua, la pensò avvolta dalla stessa luce checircondava il Figlio, indipendente comeLui dal peccato, libera da ogni macchia ecioè Immacolata.

Questa convinzione fa di Duns Scoto ilpaladino dell’Immacolata Concezione del-la Vergine Maria. In questo seguiva l’inse-gnamento del suo maestro Guglielmo diWare, detto Doctor Fundatus, il quale af-fermava che Dio ha la possibilità della re-denzione preventiva.

Dunque, Dio poté preservare Mariadalla colpa originale, «fu conveniente chelo facesse, lo fece». Al di Ware va attribuitoil celebre detto che Scoto fece suo: «Potuit,decuit, ergo fecit». Ma il Nostro, con devo-zione e amore sublime, verso la VergineImmacolata, ancor più argomenta sullauniversalità della Redenzione di Cristo.Egli dice che «proprio perché Cristo è reden-tore universale e perfetto, doveva escluderesua madre dal peccato originale».Perché re-dimere dal peccato non è soltanto libera-re, ma preservare.

Preservare, prevenire, allora, è il piùperfetto grado di mediazione,«Perfettissimo Redentore nei riguardi dellaMadre, la preservò dal peccato originale»(Lectura, III). Questo privilegio singolare,l’Immacolata Concezione, esalta l’unicaMediazione di Cristo e la somma bontàdella Trinità.

Venerato, da molto tempo, nellaDiocesi di Nola, il 20 maggio 1993Giovanni Paolo II elevava agli onori deglialtari il Mirabile Cantore dell’Immacolata:San Giovanni Duns Scoto.

8 novembre: memoria di San Giovanni Duns Scoto

Il Dottor Sottile e Marianodi Michele Borriello

Nella Basilica di San Paolo Maggiore si è celebrata la veglia di preghiera diocesana

«Guai a me se non predicassi il Vangelo»Sabato 25 ottobre presso la Basilica di S.

Paolo Maggiore si è celebrata la veglia di pre-ghiera diocesana a chiusura del mese missiona-rio.

Sono arrivata circa un’ora prima dell’inizio per dare una manoma già c’era chi mi aveva preceduto: don Michele Autuoro che distri-buiva compiti a destra e manca, un bel gruppo di ragazzi arrivato daProcida che provava i canti, don Angelo Esposito e padre GiuseppeCarrara che sistemavano lo schermo, altri che cercavano le prese perla corrente...

Incaricata di scegliere le persone che avrebbero letto i brani an-davo su e giù per la chiesa guardando i gruppi che arrivavano allaspicciolata. Devo confessare che ero scettica sulla buona riuscita del-l’iniziativa: di sabato, in un orario in cui i negozi sono ancora aper-ti, a via Tribunali dove il traffico è solo pedonale... la sfida era vera-mente grande.

Ma la chiesa a poco a poco si riempie tanto che bisogna recupe-rare delle altre sedie.

Alle 18.30 si comincia con un video: immagini dai cinque conti-nenti, immagini di un mondo ancora in attesa della liberazione, an-cora in attesa di Cristo.

Presiede il vescovo ausiliare, mons. Filippo Iannone, che ci ricor-da che, se l’annuncio ai lontani è compito di chi parte, è dovere diognuno di noi accompagnare con la preghiera i missionari e annun-ciare il Vangelo a chi ci è vicino. Partecipano alla celebrazione il

Vicario episcopale per l’evangelizzazione donFrancesco Piccirillo, la Comunità dei padriTeatini, i missionari Comboniani e del Pime, pa-dre Paolo cappellano della Comunità Cinese a

Napoli, diversi sacerdoti diocesani e religiosi, e numerose religiose.Il vescovo affida il mandato missionario a tre suore: suor Rita

Zaninelli delle Missionarie Comboniane in partenza per ilMonzambico; suor Maribeth Liamo e suor Evangeline Arellanodell’Istituto delle Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia in partenza peril Perù e consegna loro il Crocifisso e il Vangelo.

Una di loro, suor Rita, condivide con noi la sua esperienza di ani-mazione missionaria nella nostra diocesi e il perché della scelta dipartire per il Monzabico, nello spirito del suo fondatore San DanieleComboni.

Prima dell’inizio dell’incontro erano state distribuite delle carto-line, che, firmate dai presenti, sono state inoltrate ai missionari na-poletani nel mondo come segno del nostro ricordo nella preghiera.

A chiusura della veglia ognuno dei presenti con un gesto simbo-lico, lasciando l’impronta della mano su di un manifesto in cui è di-segnato il mondo e Napoli, conferma la sua disponibilità ad impe-gnarsi nell’evangelizzazione.

Sono le 20,45 quando tutto finisce: la frase di Paolo: «Guai a mese non predicassi il Vangelo», slogan dell’ottantaduesima giornata mis-sionaria ci risuona ancora nelle orecchie e nel cuore e ci interpellaad un impegno nel nostro quotidiano.

di Fulvia Costa

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CittàNuova Stagione 9 NOVEMBRE 2008 • 11

Indetta la XVI edizione

PremioCalasanzioCon l’anno scolastico 2008-2009 èstata indetta la sedicesimaedizione del Premio Calasanzio,un concorso tra gli alunni delleScuole Primarie e Secondarie diprimo grado, statali e paritarie diNapoli e provincia.La tematica scelta per questaedizione è: “Cittadinanza eambiente”. Ogni classe potràsviluppare l’argomento propostoscegliendo liberamente uno deiseguenti temi: “La bellezza el’equilibrio della natura: armoniaper l’uomo”; “Pratiche di sobrietàper un territorio vivibile”; “La cittàche sogno è come un giardino”;“Elaborare una favola o unasceneggiatura sulla raccoltadifferenziata”.Possono essere adottate le seguentimetodologie: rappresentazionegrafica, fotografica, pittorica omediante modellazione,avvalendosi di materiali comeargilla o ceramica; balletto (su vhso dvd) di non oltre 10 minuti,sostenuto da un contenutoverbale; rappresentazione scenica(su vhs o dvd) di non oltre 15minuti; scrittura creativa;realizzazione di un cd o di un dvd.Gli elaborati dovranno pervenireentro sabato 28 febbraio 2009 alseguente indirizzo: PremioCalasanzio. Sedicesima edizione.Istituto Scuole Pie Napoletane, viaG. Leopardi 101, 80125 Napoli.La cerimonia di premiazione diterrà martedì 31 marzo 2009 nellaSala Newton di Città dellaScienza, alla presenza di autoritàdel mondo della scuola e delleistituzioni.

L’ospedale degli Incurabili chiude,almeno questo è quanto previsto dalpiano di rientro dell’Assessorato allaSanità che prevede il recupero dellospreco nel settore ospedaliero di alme-no 300 milioni di euro e, che per que-sto, programma la chiusura di alcuniospedali e pronto soccorso.

Alla decisione si oppongono i lavo-ratori degli Incurabili, uno dei più anti-chi edifici partenopei, nato nel 1522 pervolontà di Maria Longo, che ha visto neltempo susseguirsi personaggi storici digrande fama e santi come GiuseppeMoscati e Sant’Alfonso Maria de’Liguori che, proprio in una visita all’o-spedale, ebbe una visione e decise di en-trare nella Compagnia Santa MariaSuccurre Miseris, che lì operava.

Al di là della sua nobile storia i lavo-ratori rivendicano l’importanza dell’o-spedale, ancora oggi, per Napoli, l’ope-ra costante nei confronti degli ammala-ti, l’impegno professionale ed umano ditutti dai medici agli infermieri, ricono-scono la necessità di frenare gli sprechinella sanità campana ma non concor-dano con la decisione di chiudere unpresidio ospedaliero ancora così impor-tante, inoltre richiedono chiarezza sulfuturo delle loro professionalità.

Tutto questo ha portato all’autocon-vocazione dei dipendenti dell’ospedaletenutasi il 30 ottobre scorso e che ha vi-sto a sostegno anche la partecipazionedelle sigle sindacali come Cgil, Cisl, Uil,Fsi, Fials e mediche come Anaao eCimo.

«In realtà questo ospedale - ha ricor-dato Francesca Coppola coordinatriceospedaliera degli ambulatori della ma-

ternità - funziona abbastanza bene, vie-ne data assistenza sotto tutti i punti divista nei vari reparti, negli ambulatori, lepersone che sono venute qui possono te-stimoniare che non hanno trovato diffi-coltà nell’assistenza, nel calore umano,nella sensibilità. Molte persone hanno

perfino lasciato delle dediche all’ospeda-le per l’accoglienza che hanno ricevuto eper questo non vorremmo la chiusura eil traferimento del personale. Abbiamolottato per questo ospedale; alle volte ab-biamo portato materiale anche noi da ca-sa, abbiamo fatto di tutto per dare assi-stenza» .

A sostegno dell’azione dei lavorato-ri i sindacati che sono contro la ricon-versione dell’ospedale all’università epromettono il loro aiuto a medici ed in-fermieri: «Chiediamo a viva voce - han-no precisato i sindacati - di valutare, divedere con i nostri occhi quali sono lesorti di questa azienda anche perché i la-voratori non hanno avuto alcuna comu-nicazione ufficiale sul loro futuro.Abbiamo avuto un tavolo di concerta-zione con il manager dell’Asl Napoli 1che ci assicurava che ancora non c’eraun piano attuativo, che non c’era alcu-na chiusura di ospedali, solo la riconver-sione di alcuni pronto soccorso, appren-diamo ora la chiusura di questo ospeda-le».

«Il piano che prevede la chiusura de-gli Incurabili in realtà - ha ribaditoMarchionne dell’Anaao - non prende inconsiderazione le reali esigenze dei citta-dini, non vedo perché debba esse chiu-so. Perché chiudere i pronto soccorso?Dove andranno i malati?».

In ogni caso i lavoratori degliIncurabili protrarranno la protesta fin-chè non avranno risposte certe soprat-tutto per difendere un ospedale al qua-le, al di là di tutto, sembrano molto le-gati e che credono sia ancora una risor-sa importante per il loro bacino di uten-za.

Rischio chiusura per l’ospedale degli Incurabili, uno dei più antichi della città

Risorsa per il quartieredi Rosanna Bottiglieri

Partono oggi i corsi di guida si-cura realizzati dall’AutomobileClub Napoli per il personale in

formazione presso la Scuola regiona-le di Polizia locale, diretta da UgoBarbieri.

L’obiettivo: fornire ai partecipan-ti un insieme di conoscenze relativealla gestione ed alla guida in sicurez-za del veicolo, in situazioni limite.«Conoscere e rispettare il Codice dellastrada, per quanto essenziale, non ba-sta ad evitare gli incidenti - dichiara ildirettore dell’Automobile ClubNapoli, Antonio Coppola - altrettantoimportanti sono la tecnica di guida, laprontezza e la capacità del conducentedi saper dominare le reazioni istintive,affrontando adeguatamente le situa-zioni pericolose e le avversità della stra-da, anche in particolari condizioni am-bientali. I corsi di guida sicura servo-no proprio a questo scopo e sono tan-to più necessari se coinvolgono tuttequelle categorie professionali che ope-rano facendo continuo ricorso all’au-to. Perciò siamo lieti di poter ripeterecon la Scuola regionale di Polizia la po-sitiva esperienza dell’anno scorso cheha fatto seguito a quelle realizzate pergli autisti del Comune di Napoli e del-la Regione Campania».

Articolati in due sessioni – una teo-rica e l’altra pratica – i corsi di guidasicura dell’Aci Napoli sono rivolti a 20operatori di Polizia. Nel corso dellasessione teorica saranno illustrati iprincipi generali da seguire per unaguida in sicurezza: la corretta posizio-

ne da tenere al volante, l’uso consapevo-le dei comandi e dei sistemi montati sul-le vetture, gli accorgimenti da seguireper viaggiare in condizioni di efficienza.Al termine delle lezioni verranno sommi-nistrati dei questionari per verificare ilgrado di apprendimento dei partecipan-ti. Le prove di guida, che si svolgerannoa Sarno sul “Circuito InternazionaleNapoli”, invece, serviranno a mettere inpratica, mediante esercizi specifici daeseguire sia su fondo asciutto che bagna-to, le nozioni acquisite durante la faseteorica. Al termine del corso verrannoconsegnati ai partecipanti un attestato difrequenza, nonché materiale didatticoed informativo sulla sicurezza stradale,l’ambiente e le attività dell’AutomobileClub Napoli.

Corsi di guidasicura

per la Scuolaregionale

di Polizia localeIniziativa dell’Automobil

Club di Napoli

Suore Pie Discepoledel Divin Maestro

VIA DUOMO, 15380138 NAPOLI

TEL. 081.29.84.59FAX 081.29.83.81

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Nuova Stagione12 • 9 NOVEMBRE 2008 Città

Un librosu SanJosemariaEscrivàVenerdì 14 novembre, alle ore19, nell’Aula Magna dellaResidenza UniversitariaMonterone, in via Pontano36, Napoli, ci sarà lapresentazione del libro“Josemaria Escrivà, Santo” diFlavio Capucci, nellaricorrenza dell’ottantesimoanniversario dellaFondazione Opus Dei.Apertura: dott. EmanueleRizzardi, direttore dellaResidenza UniversitariaMonterone.Introduzione: dott. GiuseppeDe Carli, responsabile RaiVaticano.Relazione: mons. FlavioCapucci, Postulatore dellaCausa di canonizzazione diSan Josemaria Escrivà.

* * *

Unioni CattolicheOperaie

Il Presepenella pietàpopolareIl Centro Diocesano delle Ucoha indetto, per la festività delNatale 2008, un concorso dipresepi con mostra, che siterrà nella sede di piazzaCavour 124, chiesa delRosariello. La mostra cheospiterà le opere realizzate daisoci delle Unioni CattolicheOperaie, sarà inauguratasabato 13 dicembre eterminerà sabato 10 gennaiocon la consegna di diplomi emedaglie a tutte leassociazioni che avrannopartecipato e la premiazionedei primi tre presepi,esaminati da una appositacommissione di esperti. Ilpresepe non dovrà superare ledimensioni di due metri perun metro. Le iscrizioni dovrannopervenire entro il 20novembre, alla segreteria delCentro diocesano Uco, apertoil martedì e il giovedì dalleore 16 alle 20 (tel.081.454.666). Il presepedovrà essere consegnato entroil 6 dicembre. Per ulterioriinformazioni è possibilecontattare direttamente ildelegato arcivescovilePasquale Oliviero(347.615.33.17).

Dopo Giovanni Paolo II nel novem-bre 1990, il Presidente Scalfaro ametà a anni Novanta, ieri il neo-

eletto Superiore Generale dei GesuitiPadre Adolfo Nicolàs si è recato nel quar-tiere Scampia per inaugurare uno stagedi formazione per cinquanta giovani ge-suiti italiani nel Centro di formazione“Alberto Hurtado” diretto da padreFabrizio Valletti. Come viandante delmondo per la lunga permanenza inEstremo Oriente, in particolare inGiappone e nelle Filippine, si è presen-tato con il colletto clericale, un leggerogiubbino, una borsa di tela bianca per gliappunti, e soprattutto un sorriso rasse-renante. Il suo intervento riguardava ilrapporto fede-giustizia, un tema che ne-gli scorsi decenni ha causato tensioninon solo all’interno della Compagnia diGesù ma nella stessa Chiesa per le teolo-gie della liberazione malviste e gli impe-gni per il cambiamento sociale di religio-si e laici specialmente in alcuni paesi delcosiddetto “Terzo Mondo”.

Nella sua disanima si è rivelato un au-tentico “maestro di spirito”, che attinge-va alla migliore tradizione spirituale del-la Compagnia di Gesù ma insieme alleesperienze dell’incontro con altre religio-ni dell’Oriente. L’intervento è stato unosguardo a tutto campo sui problemimondiali della povertà, della fame, dellaviolenza con tutte le conseguenze che nederivano per le popolazioni di tanti pae-si in via di sviluppo, e sulla ricerca di unsenso della vita in quelli sviluppati no-tando con finezza analitica in questi ul-timi la perdita della capacità di trovare eprovare autentica gioia che impedisce disentire lo Spirito comunque inteso. Ilproblema di spiegare e contenere la vio-lenza diffusa ancor oggi tra gli uomininon solo con le guerre da Padre Nicolàsè ricondotto all’origine delle religionimondiali, rilevando nelle varie tradizio-ni religiose un tratto comune nella«Compassione» per i mali dell’uomo chea partire dal movimento profeticodell’Antico Testamento nel cristianesimoacquista un carattere attivo. Il soffrire

con la sofferenza degli altri si rivela il sen-so più profondo della vocazione cristia-na e dell’impegno per gli stessi gesuitia coniugare in una visione circolare “fe-de-giustizia” e non “fede e giustizia” peri poveri.

L’invito rivolto ai giovani è quindi diavvicinare nella realtà tante forme dipovertà, per accompagnare uomini edonne nel loro cammino di liberazionee recupero di dignità, anche in un quar-tiere come Scampia. Per dieci anni P.Nicolàs è vissuto in un appartamento diun quartiere popolare a Tokio recando-si ogni giorno al lavoro e per quattro an-

ni ha operato in un centro per immigra-ti. Al di là dell’impegno nel lavoro so-ciale e dei suoi risultati, secondo il P.Nicolàs, si tratta di recuperare la fonteoriginaria del lavoro sociale che è inte-riore, cristologica.In tal modo si confi-gura un’ intrigante visione olistica checomprende insieme corpo e spirito, in-terno ed esterno, mente e cuore, com-passione ed azione di cui noi occiden-tali abbiamo bisogno. In questa pro-spettiva si tratta di recuperare totalità,profondità, umanità, fede-giustizia ecosì via. Una autentica fonte di ispira-zione per la vita e l’azione sociale che -come ha rilevato nell’omelia dellaMessa nella chiesa di S. Maria dellaSperanza - attinge al Cristo compassio-nevole che guarisce i malati che incon-tra nel suo cammino.

Padre Nicolàs un guru cristiano che,attingendo a molteplici esperienze uma-ne e religiose ma rimanendo fermo nel-le sue radici cristiane, costruisce pontitra gli uomini e le loro religioni. Un ge-suita del XXI secolo?

Il Superiore Generale dei Gesuiti Padre Adolfo Nicolàs in visita a Scampia

Un maestrodi Spirito

di Domenico Pizzuti

Corso giuridico-amministrativosulla gestione della parrocchia

A Roma, presso la Casa delle Suore di San Giuseppedell’Addolorata, in via Paolo III, 16, è in programma un corsogiuridico-amministrativo di tre giorni sulla gestione della par-rocchia.

L’appuntamento è da lunedì 17 a giovedì 19 febbraio 2009.Questo il programma completo dei lavori.

Martedì 17: ore 15, aperturalavori con Mons. LucianoVindrola e saluto di Mons.Mauro Rivella, Sottosegretariodella Conferenza EpiscopaleItaliana.

Ore 15.30, relazione sul te-ma: “La parrocchia: profili ca-nonici”. Relatore: avv. CarloFusco.

Ore 17.30, relazione sul te-ma: “La parrocchia: profili ec-clesiastici”. Relatore: avv.Edoardo Boitani.

Ore 18.30, dibattito.Mercoledì 18: ore 9, relazione

sul tema: “Il patrimonio e l’amministrazione della parrocchia:profili civilistici”. Relatore: avv. Roberto Gerosa.

Ore 10, dibattito.Ore 11, relazione sul tema: “Il patrimonio e l’amministrazio-

ne della parrocchia: profili fiscali”. Relatore: dott. Federico Rossi.Ore 12, dibattito.Ore 15, relazione sul tema: “Le attività della parrocchia: pro-

fili civilistici”. Relatore: avv. Salvatore Pasculli.Ore 16, dibattito.Ore 17, relazione sul tema: “Le attività della parrocchia: pro-

fili fiscali”. Relatore: dott.Federico Rossi.

Ore 18, dibattito.Giovedì 19: ore 9, relazione

sul tema: “La parrocchia comebeneficiaria di testamenti, do-nazioni e raccolta fondi: profilicivilistici e fiscali”. Relatori: avv.Roberto Gerosa e dott. FedericoRossi.

Ore 10.30, dibattito.Ore 11.30, relazione sul te-

ma: “La parrocchia e la gestionefinanziaria”. Relatore: dott.Bruno Scarano.

Ore 12, relazione sul tema:“La responsabilità civile dell’ente parrocchia: polizza incendio,furto, polizza elettronica. Relatore: dott. Piero Fusco.

Ore 12.30, dibattito. Ore 13, conclusione affidata a Mons. Luciano Vindrola.

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CittàNuova Stagione 9 NOVEMBRE 2008 • 13

Uno“zainetto”di ricordi«Lo sai che più siinvecchia e più affioranoricordi lontanissimi, comese fosse ieri…», direbbe ilpoeta-cantautore. Ed eccoche, nella mente di unapersona, che per scelta oper forza, si ritrovasse afare i conti con una certadisponibilità di tempo, sicreano le condizioni per“catturare” facilmente,come con una retina in untratto di mare pescoso, gliepisodi lontani, magaricreduti perduti, ma che,inevitabilmente, con ilpassare degli anniritornano prepotenti, comein un vecchio film che nonci stancheremmo mai dirivedere.È quanto si ripropone difare in questo piacevolelibretto la signora MariaAmbrosino che nel suo“zainetto” vi raccoglie tuttii ricordi e con essi i sognidella sua infanzia. Tra lanatura e gli aromi dellaterra di Procida, con i suoicolori e le tante emozioniallontanate solo dal tempoma non certo sbiadite.Si descrive bambina, maistanca di stupirsi di quelpoco che possedeva perpoter riempire i suoi giornie i suoi giochi, e poigiovinetta alle prese con itempi e gli impegni deigenitori, per ritagliarsianche il proprio tempo, conle speranze, le attese e tra ivoli di rondini che altramonto accompagnavanoi rintocchi della chiesettadel paese.Una sorta di cofanetto dipietre preziose, questaproposta letteraria, capacedi racchiudere prima, e disvelare poi, autentici valoridi un tempo che fu.

Maria AmbrosinoProcida. Sogni e ricordi Edizioni L’Isola deiRagazzi, 2008 64 pagine, euro 7,00

“Napoli per la ricerca” è il tema che haispirato l’ottava edizione del premioRoberto e Guido Cortese; dopo aver premia-to esponenti del mondo delle arti come ilmusicista Campanella, esponenti politici digrande rilievo come Carlo Azeglio Ciampi,attori famosi come Tony Servillo, laFondazione Cortese quest’anno ha deciso dicambiare leggermente il suo profilo, solca-re i confini campani e premiare un esponen-te della ricerca medica in ambito interna-zionale come Pier Paolo Pandolfi capo dellaboratorio di biologia molecolare delMemorial Sloan Ketterin Cancer Center evincitore di numerosi premi per le sue ricer-che di lotta contro i carcinomi e soprattut-to le leucemie, ed un imprenditore della no-stra regione Paolo Graziani, presidente del-la Magnaghi Aeronautica per l’impegno e lavolontà imprenditoriale con cui opera nelnostro territorio.

Presidente della commissione quest’an-no è stato Fulvio Tessitore che ha spiegatoil significato ed il motivo della scelta di untema così importante ed attuale: «la ricercadovrebbe vedere convergere la produzione e lascienza e questo non accade nel nostro paesese non in occasioni straordinarie ma, la ricer-ca necessita dell’ordinario, dire questo nellamia città ha un particolare valore perché que-sta è una città che si è sempre alimentata del-

lo straordinario». Il riconoscimento dellafondazione Cortese, con il respiro interna-zionale che ha dimostrato in questa edizio-ne, in fondo, non fa che riconoscere il valo-re e la qualità della ricerca e dello studio ita-liano, delle scuole e delle università che mol-to spesso sono vessate da più parti, come lostesso professor Tessitore ammette: «il pro-fessor Pandolfi è un esempio di ciò che valeancora oggi l’università italiana che è in gra-do di formare cervelli che all’estero sono mol-to apprezzati».

Ma la ricerca scientifica e tecnologicapongono dei problemi ai loro appassionati,a chi alla scienza ha dedicato il suo lavoro ela sua vita e i dubbi e le incertezze riguar-dano il cammino ed il progresso dell’uma-nità, in fondo ci si chiede se, accanto ad unostraordinario progresso tecnologico, si siaanche, di pari passo, formato un progressoetico dell’uomo, se i grandi salti geniali del-la scienza abbiano davvero portato ad unmiglioramento della vita sociale dell’uma-nità, questo è ciò che si chiede costantemen-te il professor Sergio Vetrella, membro del-la Commissione votante ma, soprattutto, ri-cercatore e scienziato: «la domanda fonda-mentale non è perché i cervelli fuggono maperché non vengono da noi ed il motivo è chenon abbiamo creato le condizioni per acco-glierli, siamo noi i colpevoli».

Innovazione scientifica vuol dire, poi,anche accrescimento economico, sviluppodi nuovi settori e di nuove industrie e quin-di introiti e gratificazioni per le aziende ita-liane e campane, questo è il motivo dellascelta della sede della premiazione: il salo-ne della borsa valore della Camera diCommercio e della presenza del PresidenteGaetano Cola: «Questa sera noi parliamo diinnovazione che è uno dei punti focali dellenostre attività ed è importantissima per lo svi-luppo economico»

Al di là di tutto il premio Cortese è lamemoria di Roberto e Guido i due uominia cui la fondazione ha dedicato il suo no-me, figlio e marito di Amelia CorteseArdias, che da anni cura la fondazione a lo-ro dedicata: «Il premio ha sempre trattatoargomenti di grande attualità, quest’anno lascelta del premio ha un significato partico-lare: la ricerca è essenziale per il futuro deigiovani e del mezzogiorno e quindi mi sem-bra che il nostro tema, anche stavolta, è digrande attualità».

Molti gli esponenti politici e culturalipresenti in sala, durante la premiazione, se-gno dell’attenzione verso una tematica cherichiama la necessità dello sviluppo di unavivacità culturale che ha sempre caratteriz-zato ed ora lo deve fare con maggior forzala nostra città.

Ottava edizione del premio Cortese che quest’annoè stato attribuito al ricercatore di Biologia molecolarePier Paolo Pandolfi e all’imprenditore Paolo Graziani

L’importanza della ricercadi Rosanna Bottiglieri

Lo scorso 3 novembre con una conferenzastampa presso la sala Giunta di Palazzo SanGiacomo, è stato ufficializzato l’ingresso dellaCittà di Napoli nella “Rete delle città e ProvinceCompetitive”, un progetto promossodall’Associazione italiana incontri e studi sul-lo sviluppo locale (Aislo).

L’adesione del Comune partenopeo, che se-gue quella di molte altre città italiane, comePalermo, Venezia e Torino, è stata formalizza-ta lo scorso 1° agosto, con una delibera dellaGiunta Municipale.

Tale traguardo può essere considerato il cul-mine di un lavoro portato avanti con il fonda-mentale contributo di Peter Karl Kresl. docen-te presso l’università americana “Bucknell” del-la Pennsylvania ed inventore del modello di mi-surazione della competitività urbana, già spe-rimentato con successo in campo internazio-nale e da poco introdotto anche in Italia.

Peter Kresl ha realizzato diversi studi perl’Organizzazione per la cooperazione e lo svi-luppo economico (Ocse) e le Nazioni Unite edè presidente del Global Urban CompetitivenessGroup, che ha cofondato con Ni Pengfei delChinese Academy per le scienze sociali.

Alla conferenza hanno preso parte lo stes-so Peter Kresl, Stefano Mollica, presidente

dell’Aislo e Mario Raffa, assessore allo Sviluppodel Comune di Napoli.

Entrando nella “Rete delle CittàCompetitive”, il Comune di Napoli si mette ingioco, sottoponendo il proprio sistema urbanoad un confronto con le altre città italiane ed eu-ropee. La valutazione è avvenuta relativamen-te ad una serie di indicatori su cui si misura lacompetitività di un sistema urbano: dalla ricer-ca ed innovazione alla inclusione sociale e qua-lità dei servizi, dallo sviluppo delle risorse uma-ne a quello dei sistemi produttivi locali, dall’a-pertura internazionale all’efficienza e sosteni-bilità delle risorse ambientali. Il monitoraggiodei risultati raggiunti avverrà con cadenza an-nuale.

La “Rete delle città competitive” permetteràlo scambio di informazioni e buone pratichetra i sistemi urbani aderenti. Il progetto, infat-ti, consente di produrre strumenti utili ad am-ministratori locali e dirigenti delle varie cittàper valutare gli sviluppi della propria realtà ter-ritoriale, verificare il raggiungimento degliobiettivi, analizzare punti di forza e debolezzadegli interventi effettuati.

L’obiettivo, quindi, consiste nel creare unprocesso virtuoso di miglioramento continuo,fondamentale per lo sviluppo di Napoli.

Napoli nella “Rete delle città competitive”

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Provincia Nuova Stagione14 • 9 NOVEMBRE 2008

Un novembre da favolaAlla BibliotecaComunale di SanGiorgio a Cremano

Da sabato 8 novembre 2008,presso la Biblioteca Comunaledella Città di San Giorgio aCremano, Villa Bruno, si inaugurail ciclo di eventi “Novembre daFavola”, traduzione di Alice ePinocchio in Arte, Teatro e Musica.L’appuntamento rientra nell’ambitodel percorso di valorizzazione dellaBiblioteca Comunale di SanGiorgio a Cremano, delineato dalprogetto “Biblioteca a porte aperte”,promosso dall’Assessorato allePolitiche Giovanili e allaPartecipazione della Città, guidatoda Renato Carcatella, e portatoavanti dall’AssociazioneLineadarco.Numerose le iniziative che nelcorso dell’anno hanno reso labiblioteca un luogo aperto alterritorio, alle scuole, e a tutti icittadini con una crescita nettadegli accessi e dei prestiti(www.lineadarco.it).Con “Novembre da Favola”, ancorauna volta, la biblioteca divienefucina di idee, laboratorio creativoe luogo di sperimentazione, dovetrovano spazio tutti i linguaggiartistici, così, due delle fiabe piùnote, Le avventure di Pinocchio diCollodi e Alice nel paese dellemeraviglie di Lewis Carroll,vengono rilette da: Giorgia Marzicon una serie di incisioni e dipinti,in mostra dall’8 al 29 novembre2008; dalla giovanissimaFrancesca Del Prete con unaperformance costruita con il registaCostantino Di Criscio, fondatoredel gruppo di ricerca esperimentazione teatraleLineadarco; dal maestro MarioAscione che presenterà un branoinedito creato per l’iniziativa edispirato al burattino di Collodi. Inizia Giorgia Marzi con “Alice ePinocchio”. L’artista romanaespone un ciclo di incisioni apunta secca su zinco e pitture chepresentano letture grafiche dei piùfamosi testi di Carroll e Collodi.Il segno multiplo di Giorgia Marzirende in figura la metamorfosispazio temporale del progressivodivenire, alla ricerca d’identità, diPinocchio e Alice.Alice è ritratta con segni instabiliche ne amplificano il moto fisico,che è in realtà pensiero inmovimento, che è viaggio allascoperta del sé, passando per ilnonsense dell’ignoto attraverso ilsogno e l’incubo della ricerca. Nelleincisioni a punta secca dell’artistagli elementi onirici del racconto diCarroll si moltiplicano invadendolo ‘spazio-azione’ dellaprotagonista. Le figure simboliche,cariche di sottotesti, suggerisconopiù rimandi iconografici econcettuali. Nelle pitture, le scene,cariche di blu e azzurri,amplificano il senso di moto, traquiete e dinamicità, della storia diAlice.Pinocchio nasce d’improvviso, hala forma di un burattino el’incoscienza di un neonato,Giorgia ne accompagnal’evoluzione con una crescenteinvasione cromatica. L’irruzione del burattino nellarealtà è raccontata con unagamma di ocra ‘terreni’ che vannopoi arricchendosi di colori accesi.Pian piano che Pinocchio conosceil mondo, Giorgia definisce sfondie accende toni.

L’autunno nelle scuole delle SuoreFiglie di Nostra Signora dell’Eucaristiaad Ercolano è cominciato nel più tradi-zionale dei modi: con la vendemmia. Ipiccoli della scuola primaria ‘Bimbi bel-li’ e dell’elementare ‘San Tarcisio’ han-no partecipato a tutte le fasi della rac-colta dell’uva e della sua trasformazio-ne, viste da vicino in un agriturismo, contanto di festa conclusiva. Entusiasmo,stupore, curiosità e tante cose da ascol-tare e raccontare per i bambini.Un’iniziativa frutto di un progetto che,ideato dalle suore è stato approvato dal-la Regione Campania nell’ambito di piùampie iniziative per avvicinare i più pic-

coli alla cultura dei campi. Per laCongregazione fondata dalla Serva diDio Madre Letizia Zagari questo dolceautunno ha avuto un anticipo di fecon-dità, ed in tutt’altro campo, prima delladata ufficiale del suo inizio. Il 6 settem-bre infatti nella Cappella dell’Oasi delSS. Sacramento ad Ercolano tre noviziehanno preso il velo della Professione re-ligiosa temporanea dalle mani del car-dinale Michele Giordano, arcivescovoemerito di Napoli. Suor Maria SusannaRosa del Preziosissimo Sangue, SuorMaria Yelitce del Carmen del DivinMaestro e Suor Amalopamary dellaLetizia sono le nuove Figlie, che hanno

pronunciato l’”Eccomi... a lavorare nel-la Tua Chiesa”.

E il 20 settembre, in occasione dellacelebrazione del 111° anniversario del-la nascita di Madre Letizia Zagari,mons. Nicola Longobardi ha accettato anome della Comunità l’ammissione alnoviziato di Cristina Ciccarelli, daGiugliano. Sono i semi lanciati nellabuona terra dalla Serva di Dio MadreLetizia Zagari e da colei che ne ha rac-colto e arrichito l’eredità, Madre AnnaBattista, ritornata alla Casa del Padre loscorso 8 giugno. Sono i frutti, semprepiù numerosi, di sessant’anni di amoree di servizio: quelli che appunto cadonoin questo 2008. Era il 5 agosto del 1948quando Madre Letizia Zagari poté gioi-re per la fondazione di una Congre-gazione volta alla contemplazione e al-l’evangelizzazione nel segno del-l’Eucaristia. Testimoni dell’Eucaristia: èil carisma di Madre Zagari. E ‘Testimonidell’Eucaristia’ è il tema che dal 28 set-tembre, e fino a giugno, sta accompa-gnando con incontri mensili la prepara-zione del 6° Capitolo Generale Ordina-rio della Congregazione. Passi impor-tanti che la Superiora Generale MadreCandida Nocito sintetizza negli augurialla «sorella e sposa di Gesù Ostia, augu-ri Figlia di Nostra Signora del-l’Eucaristia, che questi 60 anni di vitadella tua Congregazione, siano soltantoun palpito, un desiderio perenne, una se-te inestinguibile di Gesù, da vivere, daamare, da adorare e da consegnare adogni fratello e sorella assetati e affamatidi Lui, in ogni angolo della terra, fino al-la fine dei tempi».

Il variegato cammino evangelizzatore delle Figlie di Nostra Signora dell’Eucaristia

I frutti ed i fiori di Madre Letizia Zagaridi Valeria Chianese

Inaugurato un nuovo impianto fotovoltaicoall’interno della scuola “Dalla Chiesa” di Afragola

Favorire il risparmio energeticoNell’ambito di un piano finalizzato al risparmio energetico negli istituti scolastici

della provincia di Napoli, è stato inaugurato ad Afragola, un nuovo impianto fotovol-taico installato all’interno dell’Itgc “Dalla Chiesa” in via Sicilia 60.

L’iniziativa consentirà di risparmiare energia e, al tempo stesso, di incassare l’in-centivazione annua del conto energia per i chilowatt ora prodotti. In collaborazionecon l’Università “Federico II” di Napoli, inoltre, è stato realizzato un impianto speri-mentale che aumenta la capacità delle celle di produrre energia.

All’inaugurazione sono intervenuti il presidente della Provincia di Napoli, Dino DiPalma; gli assessori provinciali all’istruzione e all’energia, Angela Cortese e AnielloLauri; il sindaco di Afragola, Vincenzo Nespoli.

L’installazione dell’impianto di Afragola rientra in un piano più ampio, che prevedela realizzazione di 5 impianti fotovoltaici all’interno di scuole di proprietà della Provinciadi Napoli. Le scuole prescelte sono situate nei comuni di Afragola, Nola, Marigliano,Bacoli e Torre del Greco. L’Amministrazione provinciale ha affidato alla società Asub larealizzazione degli impianti, stanziando un contributo di 900.000 euro.

L’impianto nella scuola di Afragola ha una potenza pari a 19,995 chilowatt picco edè costituito da 93 pannelli fotovoltaici da 215 chilowatt picco e da tre inverter (che tra-sformano l’energia elettrica da continua in alternata). L’impianto produrrà annualmen-te circa 28.000 chilowatt ora, con un risparmio economico annuo dell’Ente dovuto almancato pagamento dell’energia elettrica prodotta e consumata pari a circa 4.000 eu-ro e all’incasso da parte dell’Ente dell’incentivazione annua del conto energia pari a cir-ca 12.000 euro. L’impianto di Afragola è entrato in esercizio il 16 luglio 2008 e fino al31 ottobre ha già prodotto più di 7.000 chilowatt ora di energia.

«Il progetto – ha sottolineato il presidente Di Palma – rientra nel novero delle politi-che virtuose messe in campo dall’Amministrazione provinciale per favorire la diffusionedi una cultura del risparmio energetico sul nostro territorio».

«Utilizzare la scuola per diffondere la cultura della salvaguardia dell’ambiente - haaffermata l’assessore Cortese - è una lezione che attraverso i ragazzi viene impartita an-che alle famiglie. La scelta di Afragola – ha aggiunto Angela Cortese – mira ad una riqua-lificazione di un territorio troppo spesso mortificato».

«Inauguriamo sulla scuola di Afragola il primo di 5 impianti fotovoltaici già installa-ti sulle superfici delle scuole e già collaudati – ha aggiunto l’assessore Lauri – inoltre, èin corso la procedura per realizzare altri 20 impianti fotovoltaici sulle scuole di proprietàdella Provincia di Napoli».

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CulturaNuova Stagione 9 NOVEMBRE 2008 • 15

Postulazione“Card. SistoRiarioSforza”Presso la sede dellaPostulazione sita in Curia alsecondo piano (Ufficio UnioneApostolica del Clero) sipossono ritirare, immaginette,cartoncini, immagini grandi,biografie del Card. SistoRiario Sforza, da distribuirenelle parrocchie, istitutireligiosi, ospedali, perdiffondere la conoscenza delServo di Dio Card. RiarioSforza. La Postulazione è aperta ognivenerdì dalle 9 alle ore 11.30.Per ulteriori informazioni èpossibile rivolgersi alsegretario della postulazionedon Francesco Rivieccio (tell.081.881.75.44 –081.881.73.01 –33.55.77.77.26).Per visite alla tomba del Servodi Dio sita nella parrocchiadei Santi Apostoli in Napoli sipuò contattare la postulazioneo direttamente don CiroRiccardi, vicepostulatore eparroco della suddettaparrocchia (tel. 081.299.375).

Ritorna al teatro “Delle Palme” –fino al 16 novembre - uno deglispettacoli di maggior successo

della passata stagione, “Il re di NewYork”, protagonista Biagio Izzo con lasua comicità esilarante.

La storia è ambientata nella “Grandemela”, il sogno di tanti, e precisamentenel quartiere tutto italiano della “LittleItaly”. Qui approdano i due fratelliMontemarano, Biagio (Biagio Izzo) eTeresa (Teresa Del Vecchio), che arriva-no dall’Italia per prendere possesso diuna cospicua eredità lasciata loro dalclassico “zio d’America”, che qui è lo zioJonny, fratello del nonno materno.

A Little Italy si trova il ristorante “Ilre di Mergellina”, che da zio Jonny pas-sa ai due nipoti. Biagio vede in questainaspettata fortuna l’opportunità percambiare vita: in Italia è un maestro ele-mentare, nessuna prospettiva di carrie-ra, sempre intento a combattere conbambini difficili. A New York potrebbediventare il gestore di un ristorante, chevorrebbe trasformare in un locale allamoda. Sogna il “sogno americano”, e hagli strumenti per realizzarlo, ma sua so-rella Teresa non è d’accordo: la città nonle piace, e intorno al locale che era sta-to dello zio nota strani traffici che nonla convincono. Vuole vendere e tornarein Italia, alla solita vita – questo sì – macon un bel gruzzoletto da parte.

I due fratelli dunque non fanno chediscutere, e non riescono a trovare unaccordo, fino a che non arriva l’offertadi ben due milioni di dollari per l’acqui-sto del ristorante da parte di un certoNick Spasiano, personaggio un po’equivoco che pare avere molto poterenel quartiere. Davanti ad un’offerta si-

mile come si fa a rifiutare di vendere?A questo punto i due fratelliMontemarano non sono più in contra-sto, condividono la stessa scelta, ma asconvolgere nuovamente la situazionearriva ancora un’altra offerta per il lo-cale, davvero da capogiro: 5 milioni didollari! A presentarla è il boss LucCardillo, che incute timore solo a guar-darlo.

Ma come mai tante offerte – e cosìstraordinariamente alte – per un sem-plice ristorante? C’è da chiedersi cosa cisia dietro… A svelare il mistero arrivala spumeggiante Antonella Elia nel ruo-lo di Angie Lo Cicero, escort di alto li-vello ( o almeno così pare…). “Il re diMergellina” nasconde un segreto, qual-cosa di grosso, che fa decidere a Biagiodi rifiutare tutte le offerte, per quantoallettanti. Forse il sogno americano puòdavvero realizzarsi! Ma c’è ancora da se-guire un finale ricco di inaspettati col-pi di scena…

Il re di New Yorkdi Eloisa Crocco

Al teatro “Delle Palme”l’esilarante comicità di Biagio Izzo

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Una rinnovata Rosalia Porcaro si proponeal teatro “Diana” su testi di Vincenzo Cerami

«Ma dove vai...»di Andrea Acampa

Leggera garbata, acuta mai volgare ‘Ma dove vai’ la comme-dia di Vincenzo Cerami e Rosalia Porcaro.

Di fronte al presunto tentativo di suicidio del personaggioprincipale, Fortuna, e all’arzigogolo di suo fratello Antonio, ilquale ipotizza che ad indurla all’insano gesto sia stata la circo-stanza che la ragazza aveva finalmente trovato quel «posto fis-so» (per l’esattezza da bidella) a cui «non era abituata», la ma-dre, Carmela, obietta ironica: «E già, perché uno stipendio ognimese è ‘nu trauma...». Mentre, per soffocare lo scandalo del filmporno girato dalla stessa Fortuna, alla fine l’altro suo fratello,Alfredo, suggerisce l’identico rimedio che, ne «Il berretto a so-nagli», Ciampa suggerisce a Beatrice: il ricovero per qualchetempo in una clinica psichiatrica, in modo da far passare l’infa-mante pellicola come, appunto, la sortita innocente - tale, quin-di, da assolvere Fortuna dalla colpa e affrancare i propri fami-liari dalla vergogna- di una persona incapace d’intendere e divolere.

In mezzo, fra un attacco e un epilogo siffatti, c’è la Napolidella proverbiale arte d’arrangiarsi e della non meno proverbia-le capacità di reinventarsi la vita giorno per giorno, anche se sta-volta proiettate, quell’arte e quella capacità, sullo sfondo dei ri-

ti consumistici indotti, in particolare, dalla televisione delle ve-line. E qui, per contro, ci si attesta sul versante del facile caba-ret, fra - per intenderci - un «brontola nel buio» al posto del bran-cola nel buio e un Freud inesorabilmente battuto da «Beautiful».

Non a caso, il compromesso pirandelliano suggerito daAlfredo viene sostituito da una Fortuna che annuncia la sua par-tenza verso la mitica Bogotà da lei sempre sognata. Insomma -tra i video di Giuseppe Sollazzo, i costumi di Luisa Viglietti e lemusiche accattivanti di Enzo Gragnaniello - la regia, firmatadalla stessa Porcaro, si avvale soprattutto del gioco portato avan-ti dagli attori.

La migliore, senza alcun dubbio, è Lucia Ragni, che spingeil personaggio di Carmela verso un funambolico percorso espres-sivo scandito, a turno, da sospensioni grottesche ed esplosioninevrotiche; e come se non bastasse, s’inventa pure l’impagabilebattuta a soggetto («Nun fa’ tarde...») che risponde all’«ABogotà!» di Fortuna. Ma funzionano anche Tommaso Bianco(zio Lello, cantante fallito) e Francesco Procopio (Alfredo, il fra-tello spaccone e incasinato). Più in ombra, a prescindere dal-l’impegno, il giovane Andrea Di Maria nel ruolo dell’ingenuo econfuso Antonio.

Evento musicale al Museo Diocesano di largo Donnaregina

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Nuova Stagione16 • 9 NOVEMBRE 2008

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Alluvione in SardegnaGli aiuti della Caritas. Appello alla solidarietà

Dopo il violento nubifragio che ha colpito una vasta area della Sardegna meridionale, la Caritas Italiana ha subito espressovicinanza e ora lancia un appello alla solidarietà promuovendo una raccolta di fondi ed invitando le Caritas diocesaneitaliane ad attivarsi per sostenere gli sforzi della Chiesa locale.Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare le proprie offerte tramite versamento sul conto corrente postalenumero 347013, intestato a Caritas Italiana, via Aurelia 796 - 00165 Roma, specificando nella causale “Alluvione Sardegna”.

Le offerte sono possibili anche tramite altri canali,tra cui:

33 Allianz Bank, via San Claudio 82, Roma Iban: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097

33 Banca Popolare Etica, via Rasella 14, RomaIban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113

33 Intesa San Paolo, via Aurelia 796, RomaIban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012

33 Unicredit Banca, piazzale dell’Industria 46, RomaIban: IT02 Y032 2303 2000 0000 5369 992

33 CartaSi e Diners telefonando in orario di ufficio alla Caritas Italiana (06.66.177.001)