PRIMO PIANO DIOCESI - Chiesa di Napoli

16
N. 17 • 14 maggio 2017 • 1,00 Anno LXXI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Rosanna Borzillo Antonio Colasanto Giuseppe Daniele Doriano Vincenzo De Luca Alfondo D’Errico Pasquale Giustiniani Rosaria La Greca Emanuele La Veglia Lorenzo Montecalvo Antonio Rungi Angelo Scafa Elena Scarici Maria Rosaria Soldi Claudio Tolin Stefano Wurzburger Gli interventi Ricordando la fondatrice delle suore di Sant’Anna 4 Un premio intitolato a padre Gaetano Errico 6 La fede generosa di Charles de Foucauld 10 Gli incontri della Pastorale universitaria 11 Il Cardinale Sepe ad Ottaviano 14 Il medico di Lampedusa all’arciconfraternita dei Pellegrini 15 Al Conservatorio San Pietro a Majella la Festa della Carità 3 PRIMO PIANO DIOCESI Il libro dei docenti della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale 2 VITA DIOCESANA Il Premio Napoli Città di Pace 15 CULTURA Nuovi diaconi per la Chiesa di Napoli 5 VITA DIOCESANA Giovani e lavoro, la sfida del nostro tempo @ Crescenzio Card. Sepe Attraversare in processione le strade della città, accanto e in compagnia del Patrono, non lascia tranquilli. Non possiamo calpestarle e vedere le case di tante fa- miglie in sofferenza senza provare preoccupazione e dolore. Un velo di tristezza sem- bra coprire strade e case. Quante famiglie senza reddito e senza pane. Quanti figli di mamma alla ricerca di un domani. Quanti giovani in attesa di un lavoro. alle pagine 8 e 9

Transcript of PRIMO PIANO DIOCESI - Chiesa di Napoli

N. 17 • 14 maggio 2017 • € 1,00

Anno LXXI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Rosanna Borzillo • Antonio Colasanto

Giuseppe Daniele • Doriano Vincenzo De Luca

Alfondo D’Errico • Pasquale Giustiniani

Rosaria La Greca • Emanuele La Veglia

Lorenzo Montecalvo • Antonio Rungi

Angelo Scafa • Elena Scarici

Maria Rosaria Soldi • Claudio Tolin

Stefano Wurzburger

Gli interventiRicordando la fondatrice delle suore di Sant’Anna 4

Un premio intitolato a padre Gaetano Errico 6

La fede generosa di Charles de Foucauld 10

Gli incontri della Pastorale universitaria 11

Il Cardinale Sepe ad Ottaviano 14

Il medico di Lampedusa all’arciconfraternita dei Pellegrini 15

Al Conservatorio San Pietro a Majellala Festa della Carità

3

PRIMO PIANO DIOCESI

Il libro dei docenti della Pontificia Facoltà Teologica

dell’Italia Meridionale

2

VITA DIOCESANA

Il PremioNapoli

Città di Pace

15

CULTURA

Nuovi diaconi per

la Chiesa di Napoli

5

VITA DIOCESANA

Giovani e lavoro,la sfida del nostro tempo

@ Crescenzio Card. Sepe

Attraversare in processione le strade della città, accanto e in compagnia delPatrono, non lascia tranquilli. Non possiamo calpestarle e vedere le case di tante fa-miglie in sofferenza senza provare preoccupazione e dolore. Un velo di tristezza sem-bra coprire strade e case. Quante famiglie senza reddito e senza pane. Quanti figlidi mamma alla ricerca di un domani. Quanti giovani in attesa di un lavoro.

alle pagine 8 e 9

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 14 maggio 2017

Il 26 aprile convegno per la presentazione del volume preparato dai docenti della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

in occasione del Giubileo sacerdotale ed episcopale del Cardinale Sepe

Una teologia per la cittàdi Pasquale Giustiniani

Aula magna della Facoltà teologicagremita di ospiti, docenti e studentidelle due sezioni napoletane dell’u-

nica Facoltà di teologia dell’ItaliaMeridionale, oltre ad autorità accademi-che (il Preside Marafioti e i due vice-Presidi, p. Pino Di Luccio e don Gaetano diPalma), nonché delegati dell’Istituto aggre-gato di Catanzaro e dei tanti Issrcollegati,disseminati tra Cam pania, Calabria eLucania.

L’occasione è di quelle solenni, il 26aprile mattina: il Preside della Pftim, p.Domenico Marafioti S.J. dona, infatti lamiscellanea, fresca di stampa, preparatadai Docenti in occasione del duplice giubi-leo, sacerdotale ed episcopale, del cardina-le arcivescovo di Napoli, mons. CrescenzioSepe. Un’arpa (Adriana Ciofi) e un flauto(Gaetano Perrone) segnano musicalmenteil ritmo, eseguendo composizioni di AstorPiazzolla, dopo i saluti del rappresentantedegli studenti e i tre interventi programma-ti di don Adolfo Russo, docente emeritodella Facoltà, di mons. Antonio Di Donna,oggi vescovo di Acerra e un tempo docentedi teologia pastorale in Facoltà, del prof.Francesco P. Casavola, presidente emeritodella Corte Costituzionale, già Presidentedell’Enciclopedia Italiana e Presidente delComitato Nazionale per la Bioetica.

Un’intera città – la Napoli che Leopardiamava più di Roma – nei suoi gangli cultu-rali e intellettuali è qui rappresentata intor-no al suo Vescovo. Soprattutto un prete, hadetto il cardinale sintetizzando se stesso,prima educatore del Seminario Romano –come ha alla fine ricordato mons. VincenzoPaglia, che ha pure redatto la Prefazione al-la Miscellanea -, poi docente nelleUniversità Pontificie del Laterano edell’Urbaniana, oltre che alla Sapienza; in-fine, collaboratore di san Giovanni PaoloII, particolarmente nei momenti qualifi-canti dell’anno giubilare d’inizio millen-nio; e, infine, vescovo di Napoli e perNapoli: non solo la città, ma tantissimi co-muni dell’hinterland partenopeo.

A Napoli, ricorda don Adolfo Russo, ilcardinale trova il linguaggio giusto per en-trare in comunicazione, anche in lingua par-tenopea, con il popolo, cominciando dalleperiferie, alle quali rivolge ogni volta quelsaluto atteso, ormai diventato proverbiale:“A Maronna v’accumpagne!”. Consapevoleche Napoli è una città che seduce per la suaalta cultura, la sua arte, i suoi teatri, le suecanzoni. Ma è anche la città, come insisteil primo dei relatori, afflitta da una camor-ra che l’attanaglia, che detta la sua legge diafflizione e di morte, che riesce a controlla-re il territorio, a volte, più delle stesse isti-tuzioni. In questo territorio, ci sono ultimipiù degli altri: i giovani, sempre più assentidalla vita della chiesa e senza i mezzi eco-nomici per pagarsi gli studi; i miseri, chenon riescono neppure ad assicurarsi un pa-sto caldo al giorno, le ragazze madri, i tos-sicodipendenti, i barboni, i profughi e egliimmigrati… Si comincia da qui, è la strate-gia sociale e pastorale del cardinale, chepresto bandisce un Giubileo per la città: leporte storiche di Napoli si aprono per ban-dire un nuovo anno di grazia del Signore.

E poi, raccolta di oggetti d’oro per i piùbisognosi, borse di studio per gli universi-tari che vengono seguiti da un tutore, ban-de musicali per insegnare almeno a suona-re uno strumento, strutture oratoriali par-rocchiali… Un crescendo, raccontato dadon Russo, il quale rammenta anche le la-crime di commozione di Sepe, quando ve-de il popolo delle periferie cittadine cheraccoglie il proprio oro, affinché sia tra-sformato dalla Chiesa in strumenti di soli-darietà. E poi, il sogno di un Ateneo ponti-ficio, integrando la Facoltà di teologia, conun’altra Facoltà di diritto e una di filoso-fia… Ecco il ragionamento che muove ilcardinale: se la città non va avanti sul pianosociale, è anche perché la fede creduta è, inqualche modo, divaricata rispetto all’impe-gno civile e civico.

Perciò, oltre al vero e proprio unicum delGiubileo per la città, una Lettera annuale al-la città per realizzare una ad una le setteopere di misericordia corporale, unCatechismo per la città (anche questo un fat-to unico ed originale per l’Italia intera), ilcoordinamento di tutti i Vescovi delle regio-

ni meridionali e insulari per il superamen-to della questione meridionale ecclesiale,che riguarda la Chiesa stessa. Ecco perchémons. Di Donna cita sant’Ambrogio, chescriveva un testo con i suoi suggerimentiper un vescovo di prima nomina. Prima ditutto, conoscere, suggeriva Ambrogio.

E, su questa scia, il card. Sepe conosce,annota, ottiene il quadro d’insieme della si-tuazione pastorale della sua Chiesa parti-colare, per organizzare la speranza, cioè pervivere, comunicare e incarnare la fede. Lateologia per la città, come ricorda anche il ti-tolo della miscellanea in honorem, non è al-tro che la traduzione, per Napoli, della teo-logia dell’Incarnazione del Verbo eterno,che suggerisce di ri-organizzare le divisioniterritoriali diocesane, i vicariati episcopalidi settore, le prime esperienze di più presbi-teri che, insieme, reggono le parrocchie. Lafolla sterminata e popolare, ricordaCasavola, resta ammirata e colpita da quelvescovo di 63 anni, proveniente dalla santaSede, che parla la lingua napoletana. Il pa-radiso abitato da diavoli, di cui diceva donBenedetto Croce, può essere piuttosto uninferno (dal punto di vista delle condizionieconomiche e sociali) abitato da santi.Tanti, tantissimi, sia nel calendario cattoli-co che nella quotidianità, i santi parteno-pei, nutriti di teologia popolare, ma anchedi teologia colta e di teologia morale e so-ciale, nella rotta di Alfonso Maria de’Liguori e dei filosofi speculativi e sociali delsecondo Ottocento partenopeo (intorno adon Gaetano Sanseverino, fondatore dellaprima Accademia tomista al mondo).

L’Arcivescovo di Napoli, Sepe, non fa al-tro che napoletanizzare la ventata di novità,già assimilata dal giovane prete originariodi Carinaro negli anni del Vaticano II, so-prattutto negli anni di papa Paolo VI, comerammenta mons. Paglia. Nelle aule dellaFacoltà teologica di Capodimonte (intito-late divo Thomae) e di Cappella Cangianisi sono formati e si formano schiere di lai-ci, presbiteri e persone di vita consacrata,per servire questa città e realizzare questestrategie pastorali.

La sede di Capodimonte, progettata suindicazione del cardinale Ursi come laprua di una nave che solca il mare diNapoli è un po’ la metafora della Chiesa in-tera, della barca di Pietro che, nonostantele tempeste improvvise e la navigazionedifficile, segue la sua rotta divino-umana,tracciata dal Crocifisso-Risorto, ascoltan-do le indicazioni del suo nocchiero, ilPastore della Chiesa particolare, il cardi-nale Crescenzio Sepe.

Foto: Stefano Wurzburger

Foto: Stefano Wurzburger

Primo Piano DiocesiNuova Stagione 14 maggio 2017 • 3

Festa della Carità al Conservatorio San Pietro a Majellaper il terzo evento del Giubileo sacerdotale ed episcopale del Cardinale Sepe

I poveri manifestano la presenza di CristoServizio a cura di Elena Scarici

«Non ci può essere per un sacerdote, per un vesco-vo, una festa che non coinvolga in maniera speciale ipoveri che sono quelli più prediletti, coloro che mani-festano la presenza di Cristo». Il Cardinale Sepe ha sa-lutato così il terzo evento delle celebrazioni per il suo50esimo anniversario di ordinazione sacerdotale eventicinquesimo di episcopato che lo ha visto protago-nista nella “Festa della Carità”, organizzata alConservatorio San Pietro a Majella, grazie alla dispo-nibilità della direttrice Elsa Evangelista. Qui un pub-blico speciale: senza dimora, immigrati, persone sole.«Questa della povertà – ha fatto notare l’arcivescovo –è la nota con la quale mi sento in maggiore sintonia.Ho cercato in questi anni di svolgere un ministero cheprivilegiasse i fratelli più bisognosi e quindi questo èuno dei momenti più significativi della mia ricorren-za».

L’orchestra San Pietro a Majella, diretta dal mae-stro Mario Ciervo, ha eseguito due fantasie, la primadedicata alle musiche dei film di Totò, la seconda allepiù belle canzoni della tradizione melodica napoleta-

na. Totò Fantasy è stata eseguita con grande passionee, in modo particolare, le sezioni ottoni e percussionihanno dimostrato di essere in forma smagliante. LaFantasia Napoletana è stata poi arrangiata con grandeintelligenza e con due particolarità: legni e violini se-condi sono stati usati non come accompagnamentoma per rafforzare la struttura melodica e la tonalitàusata all’inizio era in minore per poi eseguire tutta lascala cromatica (passando per misura difficili come3/8 o 9/8) e finire in un esplosivo do diesis maggiore.

Bravi i soprani Angela Rosa Fico e Sabrina Sanza,i tenori Enrico Terrone e Armando Valentino, e il bari-tono Maurizio Esposito, che ci hanno accompagnatonel cuore della Napoli più vera attraverso l’orchestra-zione delle canzoni più amate di tutti i tempi come Iote vurria vasa’, Chella lla’, ‘O surdato ‘nnammurato,Santa Lucia luntana, Spingule francese, Torna aSurriento, Era de maggio, Piscatore d’o mare e Pusilleco,Silenzio cantatore, Munasterio ‘e Santa Chiara,Marechiaro, Funiculi’ funicula’, Passione e tante altre.

Durante una pausa del concerto l’attore Mario

Porfito ha recitato la poesia “Lassamme fa’ a Dio” diSalvatore di Giacomo, introdotta e commentata dalVicario episcopale per la Carità don Tonino Palmeseche ha organizzato l’evento in collaborazione con laresponsabile dell’Ufficio per le aggregazioni laicali,Maria Pia Condurro, e condotto la serata. Alla fine delconcerto c’è stata un’ottima cena per gli ospiti prepa-rata dagli allievi degli istituti Galiani ed Elena d’Aostacon i prodotti tipici offerti dai comuni di San SalvatoreTelesino, Teano, Castelvenere, Sant’Angelo di Alife,Avella.

Sulla povertà il cardinale è poi ritornato, ricordan-do che: «Mai ricorrere alla tentazione dell’assistenzia-lismo, ai poveri bisogna dare un lavoro stabile, biso-gna che si aiuti realmente la gente povera, non bastadare i soldi e dire: vivi per una settimana o per un mese,poi il problema si ripresenta. Il lavoro stabile serve percostruirsi una famiglia. È la pietra angolare per co-struire la propria vita».

In allegria con gli alunnidell’Isabella

D’Este CaraccioloCirca cinquecento alunni dell’istituto Isabella D’Este – Caracciolo”, diret-

to da Giovanna Scala hanno festeggiato in maniera gioiosa il cardinale Sepeper il suo Giubileo.

A coronamento di un percorso caratterizzato da profonda e reciproca sti-ma, unione d’intenti e amore per la città, il Cardinale, da sempre vicino ai gio-vani e partecipe della realtà scolastica, ha espresso la volontà di condividerei festeggiamenti con lacomunità scolastica dell’Isabella D’Este – Caracciolo.

Gli studenti dell’Istituto gli hanno reso omaggio con esibizioni e perfor-manceaugurali a testimonianza e ringraziamento della sua lunga e fruttuosadedizione al territorio.

L’evento ha rappresentato un momento di condivisione e partecipazionetra scuola, società civile e rappresentanti del Clero, per sottolineare l’impor-tanza dell’azione comune delle due istituzioni, realtà concretamente immer-se nel tessuto sociale, attente alle problematiche territoriali e dei giovani,consapevoli delle strategie d’intervento da offrire alla città. Il ministero dellaParola ha portato frutto è il messaggio di cui, su espressa richiesta delCardinale Sepe, l’Istituto “Isabella D’Este – Caracciolo” si è reso fidato inter-prete, parole di inequivocabile intensità che esprimono la riconciliazionecon il patrimonio umano cittadino. Dopo lo spettacolo dei ragazzi, all’arci-vescovo è stata offerta una splendida torta con cinquanta candeline.

Foto: Stefano Wurzburger

Foto: Stefano Wurzburger

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 14 maggio 2017

Caritas Diocesana Sono in corso di svolgimento

gli incontri per la formazione diéquipes decanali, un percorsodi specializzazione presso ilMonastero delle Suore Crocifis-se Adoratrici dell’Eucarestia, inpiazzetta San Gregorio Arme-no. Ultimo appuntamenti: mar-tedì 16 maggio, dalle ore 17.30alle 20. In ascolto della Parola:“Quale Caritas, oggi? Identità eprospettive”. Don Enzo Cozzoli-no, direttore Caritas diocesana.Gruppi di Lavoro – Conclusioniin aula.

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 17 mag-gio, a partire dalle ore 16. Alleore 17, celebrazione della SantaMessa. I padri sono disponibiliad accogliere i fedeli che deside-rano ricevere il sacramento del-la Penitenza.

Istituto Piccole Ancelledi Cristo Re

Nell’ambito degli incontri di“Lectura Patrum Neapolitana”,a cura di Antonio Nazzaro esuor Antonietta Tuccillo, sabato20 maggio, alle ore 17, nell’aulamagna della Casa del Volto San-to, in via Ponti Rossi 54, ManlioSimonetti, Socio nazionaledell’Accademia dei Lincei, leg-gerà: Pseudo-Pelagio, “Il cuoreindurito del faraone”, a cura diGiuseppe Caruso e GiovanniMarcotullio, Collana di testiPatristici 233, Roma, Città Nuo-va, 2014.

APPUNTAMENTI

IN RICORDODirezione, Redazione e

Amministrazione di “Nuo -va Stagione” partecipano aldolore di

DonMassimo Ghezzi

Parroco di San Gennaroal Vomero

per la scomparsadell’amatissima mamma

Maria Gaetana

IN RICORDOÈ tornato

alla Casa del Padre

Mons. Pasquale Rinaldi

Prelato della Cappella delTesoro di San Gennaro

Direzione, Redazione eAmministrazione di “Nuo -va Stagione” partecipano aldolore della famiglia.

Federazione Universitaria Cattolica Italiana

Mediterraneo,frontiere di speranzaA Vigevano il congresso nazionale

Dopo gli aspetti tematici, le altre giornate conclusive sono state dedicateall’Assemblea Federale, il momento democratico più alto della Federazione.Durante tale momento, sono stati rinnovate alcune cariche federative, sono statevotate le mozioni d’indirizzo, dalle quali nel Consiglio Centrale di giugno di par-tirà per delineare le tematiche dell’anno. Inoltre, in questi giorni si sono svolti an-che i lavori del Consiglio Centrale, in una formula più breve.

I giovani universitari si sono voluti soffermare in questo momento federativosul tema del Mediterraneo quale un ambito della società reale vissuto e abitatoda ognuno. Come giovani non si può non interessarsi alla situazione attuale, ca-ratterizzata da una crisi economica, umanitaria, migratoria, politica sociale.Proprio per questo motivo, tramite il lavoro di una commissione precedente alCongresso e di tutti i ragazzi presenti in lavori di gruppo, è stato elaborato il do-cumento delle Tesi Congressuali contenenti riflessioni sugli aspetti di crisi, in ri-ferimento al Mediterraneo, prima elencati.

Durante i lavori, il Consiglio Centrale ha eletto come Presidente NazionaleFemminile Gabriella Serra, di cui propone la nomina al Consiglio Permanentedella Conferenza Episcopale Italiana, e come Vicepresidente NazionaleFemminile Anna Del Bene.

Quattro giorni che hanno visto i caratteristici elementi della Fuci esprimersicontemporaneamente: la ricerca, lo studio, la condivisione, la democraticità, lagoliardia, l’amicizia e il senso della responsabilità sono alcuni degli aspetti checostituiscono tale associazione.

Le Tesi Congressuali verranno pubblicate, come di consueto, e saranno con-sultabili online sul sito www.fuci.net.

La festa della BeataMadre RosaGattorno

Le Suore di Sant’Anna che sono presentinella città di Napoli, il 5 maggio hanno fe-steggiato la loro fondatrice la Beata MadreRosa Gattorno, con la processione del qua-dro della Beata, nella Villa dell’Istituto e lasolenne liturgia eucaristica, presieduta dapadre Adelfio, Figlio di S.Anna, con la par-tecipazione di alcuni sacerdoti.

La Beata Rosa Gattorno nacque aGenova, il 14 ottobre 1831, da una famigliadi agiate condizioni economiche. A 21 anni(5 novembre 1852), sposò il cuginoGerolamo Custo, e si trasferì a Marsiglia.Dalla coppia dei coniugi nacquero tre figli.Un imprevisto dissesto finanziario turbòben presto la felicità della novella famiglia,costretta a far ritorno a Genova nel segnodella povertà. Disgrazie ancor più gravi in-combevano: la primogenita Carlotta, colpi-ta da un improvviso malore, rimase sordo-muta per sempre; la gioia degli altri due figlifu profondamente turbata dalla scomparsadel marito, che la lasciò vedova a meno di seianni dalle nozze (9 marzo 1858) e, dopoqualche mese, dalla perdita dell’ultimo fi-glioletto. Emise i voti privati perpetui di ca-stità e di obbedienza nella festadell’Immacolata 1858; in seguito anche dipovertà (1861), nello spirito del Poverello diAssisi, quale terziaria francescana. Nel 1862ricevette il dono delle stimmate occulte, per-cepito più intensamente nei giorni di ve-nerdì. Si dedicò con più fervore alle operepie e a frequentare gli ospedali e i poveri in-fermi a domicilio, soccorrendoli e aiutando-li nelle loro necessità. Il Pontefice, Pio IX,nell’udienza del 3 gennaio 1866, le ingiunsedi iniziare subito la fondazione per le operedi carità. Superate inoltre le resistenze deiparenti e abbandonate le opere di Genovadiede inizio a Piacenza, alla nuova famigliareligiosa, che denominò definitivamente“Figlie di S.Anna, Madre di MariaImmacolata” (8 dicembre 1866). Vestì l’abi-to religioso il 26 luglio 1867, e l’8 aprile 1870emise la professione religiosa insieme a 12Consorelle. Il 6 maggio 1900, alle ore 9 delmattino, compiuto il suo pellegrinaggio ter-reno, si spense santamente nella Casa gene-ralizia.

Fu beatificata da Papa San GiovanniPaolo II il 9 aprile 2000, dopo che il Vaticanoritenne miracolosa la guarigione, a lei attri-buita, di una suora, che di lei disse: “Io,quando sarò elevato da terra - ha promessoGesù nel Vangelo - attirerò tutti a me” (Gv12, 32). Sarà, infatti, dall’alto della Croceche Gesù rivelerà al mondo l’amore sconfi-nato di Dio per l’umanità bisognosa di sal-vezza. Attratta irresistibilmente da questoamore, Anna Rosa Gattorno trasformò lasua vita in una continua immolazione per laconversione dei peccatori e la santificazionedi tutti gli uomini. Essere “portavoce diGesù”, per far giungere ovunque il messag-gio dell’amore che salva: ecco l’anelito piùprofondo del suo cuore!”.

Alla sua morte, aveva avviato 368 Casenelle quali svolgevano la loro missione 3500Suore.

Antonio Rungi

Vita DiocesanaNuova Stagione 14 maggio 2017 • 5

Quarta Domenica di Pasqua, 7 maggio, in Cattedrale, l’ordinazione dei Diaconi Permanenti

Il Cardinale Sepe: «Sappiate essere servitori»

@ Crescenzio Card. Sepe*

Cari fratelli e sorelle, Cari DiaconiOrdinandi: Filippo, Franco, Gianluigi,Davide, Liberato e in particolare a te,Antonio Wang Tian Qi, proveniente dal-la Cina che sarà ordinato con voi comeDiacono Transeunte,

“ Sono venuto perché abbiano la vita el’abbiano in abbondanza.”

Queste parole di Gesù, che abbiamoascoltato nel brano evangelico appenaletto, dicono il senso della sua missione,culminata nella Pasqua, ma anche dellanostra missione, che Lui ci affida comesuoi discepoli, come Diaconi.

Con l’Ordinazione diaconale, che trapoco vi conferirò, si stabilirà tra Lui evoi, un rapporto profondo di vita sacra-mentale: voi non potrete vivere senza diLui, come Lui, pastore, non potrà viveresenza di voi.

È un cambiamento fondamentaledella vostra vita che, da oggi, non saràpiù quella di prima. Ecco perché Gesù cidice che Egli ci dà la vita in “abbondan-za”: la vita del sacramento dell’ordine èmolto più grande e forte di quella comu-

ne degli altri fedeli e molto di più diquello che potremmo desiderare e meri-tare. È una “marcia in più” che ci vienedata. La certezza della Sua presenza e lasicurezza del suo appoggio non verran-no mai meno perché Egli vi unisce a sèe si fa custode delle vostre “anime”, cioèdella vostra vita, del vostro ministerodiaconale. Questo speciale rapporto divita che avrete con Gesù deve creare invoi una grande confidenza, una profon-da intesa con Lui. Per questo, bisognaimparare, sempre di più e sempre me-glio, a riconoscere la sua voce, a seguirloe, soprattutto, a fidarsi di Lui.

Nella misura con la quale saprete ac-cogliere la sua voce, la sua Parola, voi sa-prete accogliere e servire l’altro. Chi ac-coglie l’altro, accoglie lo stesso Gesù. E’lo Spirito del Risorto che vi sospinge al-la carità aprendovi a chi bussa alla vo-stra porta. Così, la diaconia alla caritàpassa attraverso la diaconia dellaParola, che continua a incarnarsi attra-verso il ministero diaconale. Vale, inquesto senso, quanto Gesù dice nella pa-

rabola del seme: “Quelli che ricevono ilseme su terreno buono sono coloro cheascoltano la parola, l’accolgono e porta-no frutto nella misura chi del trenta, chidel sessanta, chi del cento per uno” (Mc4,20).

L’accoglienza della Parola si traduce,per opera della grazia, nella testimo-nianza della carità, incarnata nella co-munità ecclesiale, nella famiglia, nel la-voro, in tutti i rapporti interpersonali.

“Accogliere la Parola, ci ricorda PapaFrancesco nella “Laudato si”, è dare unarisposta positiva all’amore di Dio, rive-lato in Gesù Cristo Crocifisso, che si pre-senta a noi nei fratelli e in tutti i crocifis-si della storia. L’apertura verso l’altro,verso l’ultimo, è autentica diaconia per-ché rende visibile nel mondo la presen-za di Dio.

Accogliere ogni giorno la Parola,ascoltare la voce del pastore, tradurlanella vita quotidiana, annunziarla aifratelli è la vostra missione diaconale.Se lo Spirito del Signore che vi sarà in-fuso nel sacramento, rimarrà sempre in

voi, sarà fonte anche del vostro ministe-ro diaconale e non vi farà mancare tuttociò che occorre per poterlo compiere se-condo la sua volontà e per la sua esclu-siva gloria. Cari ordinandi, imparate ascoprire sempre di più la voce di Cristo,il vero pastore, per rifuggire i “ladri” e i“briganti” che intendono sottrarvi alsuo amore.

Vivete l’altissima vocazione che vi èstata data in dono, la quale si declina, inun modo particolare, in esistenza a ser-vizio di tutti i fratelli e sorelle ai quali èdestinato il vostro servizio diaconale.

Amate soprattutto i poveri e quantihanno bisogno della vostra diaconia.Siate testimoni della carità di Cristo inquesto nostro mondo, impregnato dimaterialismo ed egoismo.

Maria, che donò la sua vita ponendo-la a servizio del Figlio e dell’umanità, il-lumini la vostra missione e vi sostenganel vostro ministero.

Dio vi benedica e “A Maronna V’Ac -cumpagna”

* Arcivescovo Mertropolita di Napoli

Ministri dell’accoglienza per vivere la Diaconia della Carità

Nella Festa del Buon Pastore, la Chiesa di Napoli lodae ringrazia il Signore per il dono delle vocazioni. Sei no-stri fratelli di provata fede e rettitudine morale e di vita,rispondendo generosamente alla chiamata del Padronedella messe, si apprestano a mettersi al servizio dei fra-telli nella gloriosa Chiesa Partenopea.

Nella Cattedrale di Napoli, alla presenza di S. E. Mons.Gennaro Acampa, Vicario Generale, Delegato per ilDiaconato della Conferenza Episcopale Campana, deiparroci e sacerdoti che hanno guidato una folta rappre-sentanza delle comunità parrocchiali, di alcuni membridella comunità cinese presente a Napoli a cui apparten-gono gli Ordinandi e di numerosi Diaconi, il CardinaleCrescenzio Sepe, per l’invocazione dello Spirito Santo el’imposizione delle mani, ha ordinato Diaconi gliAccoliti: Filippo Incarnato della parrocchia SanGiovanni Maggiore, nella chiesa di Santa Mariadell’Aiuto in Napoli; Franco Migliorato della parrocchiaBeata Vergine di Lourdes e Santa Bernadetta inPonticelli; Gianluigi Perna della parrocchia MariaSantissima della Salute in Portici; Davide Santoro dellaparrocchia Sant’Anna al Trivio in Napoli; Liberato

Scarcella della parrocchia Santissimo Rosario inErcolano; Antonio Wang Tian Qi della Comunità Cinese,Candidato al Presbiterato. All’omelia l’Arcivescovo, com-mentando i brani biblici proclamati, ha ricordato che lamissione del cristiano e in particolare dei Diaconi è con-tinuare l’opera di Gesù Cristo che è venuto perché tutti«abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Tale missione può essere portata a termine solo con uncambiamento radicale della nostra vita che si deve fon-dare su uno stretto rapporto di comunione con il BuonPastore. Per attuare questo rinnovamento è necessarioogni giorno ascoltare la voce di Gesù, accogliere la suaParola nella nostra vita per accogliere gli altri soprattuttoi più bisognosi, figure di Gesù stesso.

La Diaconia della Carità, caratteristica del Diaconato,passa attraverso la Parola. È la Parola che come il semedella parabola del seminatore, attecchisce nel terrenodell’animo umano producendo frutto, anche se in misuradiversa. «È questa la missione che oggi la Chiesa vi affida– ha ricordato il Cardinale Sepe – accogliere la Parola e vi-vere la Carità nella famiglia, nella parrocchia, nei luoghi dilavoro. L’apertura verso l’altro rende visibile la presenza di

Dio». Infine l’Arcivescovo ha esortato gli ordinandi adascoltare sempre la voce del “Pastore grande delle peco-re”, rendendosi docili all’azione dello Spirito Santo e, conl’intercessione di Maria, mettersi al servizio di tutte lepersone con le quali condividono la propria vita.L’imposizione delle mani, la preghiera di Ordinazione, lavestizione degli abiti diaconali, la consegna del Vangeloe l’abbraccio di pace, scambiato dai nuovi Diaconi con iVescovi e con tutti i Diaconi presenti, hanno chiuso laLiturgia dell’Ordinazione.

Al termine della Celebrazione il Cardinale ha imparti-to la benedizione finale con le Reliquie del Sangue di SanGennaro che, in occasione della Festa della Traslazionedelle Reliquie, ha manifestato la sua protezione e patro-cinio alla Chiesa e alla Città di Napoli, con la liquefazionedel suo Sangue. Nella Basilica di Santa Restituta i nuoviDiaconi hanno ricevuto gli auguri e l’abbraccio di tuttiquelli che hanno partecipato alla Solenne Celebrazioneche segna per loro un nuovo percorso per vivere appienola Missione ricevuta.

Giuseppe DanieleDiacono

Vita Ecclesiale Nuova Stagione6 • 14 maggio 2017

La catechesi settimanale di Papa Francesco

Ripartire dall’alleanza tra Dio e l’uomodi Antonio Colasanto

Continua la sfilatadei Centenari paolini

“Un segno dei tempi”? Sicuramente !

È una sfilata? Sì, non fa rumore, fa solo Luce! La “serie” dei Centenari ha avuto inizionel 2014 e il grande “Albero” della Famiglia Paolina nelle radici nel Beato GiacomoAlberione ne ha dato il “via”.

Nel 2014 con la Società San Paolo, la prima sfilata; con le Figlie di San Paolo nel 2015,la seconda sfilata; e oggi, 2017, l’ora del laicato paolino, i Cooperatori paolini entrano nelpercorso di preparazione del loro Centenario, all’Azione di Grazie per le meraviglie che Dioha compiuto con un uomo di Dio, un uomo che ha saputo fidarsi di Dio, avvalendosi di laici,uomini e donne, per condividere non solo l’opera materiale, ma soprattutto la valorizzazio-ne del laicato che assume la spiritualità e l’opera apostolica della Famiglia Paolina.Alberione è stato, come l’ha definito Paolo VI, “meraviglia della nostra epoca”.

«Con profetica e pionieristica intuizione il Beato Giacomo Alberione si rendeva conto che imutamenti del mondo e della società dovevano spingere la Chiesa a parlare da nuovi pulpiti.La sua attenzione e la sua professionalità furono fondamentali perché la Chiesa uscisse da uncomplesso di inferiorità, rispetto al mondo dell’industria comunicativa. Non bisognava averpaura del mondo industriale e commerciale , ma servirsene per il bene della Chiesa». (+MCamisasca) Il Beato Alberione a imitazione di San Paolo voleva che attraverso gli Areopaghidel mondo si parlasse di Cristo, che tutte le strade fossero percorse per farlo conoscere eamare dagli uomini del suo tempo.

L’oggi incontra ancora degli uomini e donne, papà e mamme di famiglia, “dei coopera-tori” impegnati e disponibili al servizio della nuova evangelizzazione con medialità. SanPaolo e il Beato Alberione sono un faro per ogni laico, nell’ora del terzo millenario per en-trare a far parte della Famiglia Paolina e di “Risvegliare il mondo con la luce del Vangelo”.

L’ufficialità del Centenario, la sua apertura, è prevista a Roma alla Basilica di San Paolofuori le mura per il 30 giugno 2017. Si intravvedono dei programmi nel corso dell’anno persperimentare il dono e la grazia di far parte della Famiglia Paolina che coordina questoevento: convegni e congressi a scadenze ritmate da visite ai luoghi carismatici paolini.

Ogni cooperatore vive la sua vocazione paolina con l’armatura di Dio. (Ef 6,10-20). Ognicooperatore si dispone a collaborare per la riuscita del Centenario nel proprio territorio egettare semi di vocazioni laicali. Napoli, avrà il suo spazio nei programmi per celebrare evivere “insieme” il Centenario paolino dei Cooperatori (2017-2018).

Intanto, fine marzo 2017, il Gruppo dei Cooperatori di Napoli, aperto a quello di Salerno,e in compagnia dell’Istituto della Santa Famiglia di Aversa, ha vissuto la gioia di “essere fa-miglia”. Alla luce del tema dell’anno “Svegliate il mondo con la luce del Vangelo” hanno ce-lebrato il loro ritiro, guidato da Don Clemente Petrillo, prete di Gesù Sacerdote di Aversa,per proseguire con “risveglio” paolino il cammino sui passi di San Paolo Apostolo.

Angelo Scafa e Claudio TolinCooperatori Paolini di Napoli

Oggi desidero parlarvi del Viaggio apo-stolico che, con l’aiuto di Dio, ho compiutonei giorni scorsi in Egitto. Mi sono recato inquel Paese, ha ricordato Papa Francesco inapertura dell’udienza generale del merco-ledì in piazza san Pietro, in seguito a un qua-druplice invito: del Presidente dellaRepubblica, di Sua Santità il PatriarcaCopto ortodosso, del Grande Imam di Al-Azhar e del Patriarca Copto cattolico. Infattiil motto del Viaggio era “Il Papa della pacein un Egitto di pace”. Ringrazio ciascuno diloro per l’accoglienza che mi hanno riserva-to, veramente calorosa. E ringrazio l’interopopolo egiziano per la partecipazione e l’af-fetto con cui ha vissuto questa visita delSuccessore di San Pietro.

La mia visita all’Università Al-Azhar, lapiù antica università islamica e massimaistituzione accademica dell’Islam sunnita,ha avuto un doppio orizzonte: quello deldialogo tra i cristiani e i musulmani e, altempo stesso, quello della promozione dellapace nel mondo. Ad Al-Azhar ho incontratoil Grande Imam, incontro che si è poi allar-gato alla Conferenza Internazionale per laPace. In tale contesto ho offerto una rifles-sione che ha valorizzato la storia dell’Egittocome terra di civiltà e terra di alleanze. Lapace si costruisce anche ripartendo dall’al-leanza tra Dio e l’uomo, fondamento dell’al-leanza tra tutti gli uomini, basata sulDecalogo scritto sulle tavole di pietra delSinai, ma molto più profondamente nelcuore di ogni uomo di ogni tempo e luogo,legge che si riassume nei due comandamen-ti dell’amore di Dio e del prossimo.

Questo medesimo fondamento sta anchealla base della costruzione dell’ordine socia-le e civile, in cui sono chiamati a collaboraretutti i cittadini, di ogni origine, cultura e re-ligione. Tale visione di sana laicità è emersanello scambio di discorsi con il Presidente

con i sacerdoti, i religiosi e le religiose e i se-minaristi, nel Seminario Maggiore. Ci sonotanti seminaristi: questa è una consolazio-ne! È stata una liturgia della Parola, in cuisono state rinnovate le promesse di vita con-sacrata. In questa comunità di uomini edonne che hanno scelto di donare la vita aCristo per il Regno di Dio, ho visto la bellez-za della Chiesa in Egitto, e ho pregato pertutti i cristiani nel Medio Oriente.

L’Egitto, per noi, ha concluso il SantoPadre, è stato segno di speranza, di rifugio,di aiuto. La Santa Famiglia di Nazaret, cheemigrò sulle rive del Nilo per scampare allaviolenza di Erode, benedica e protegga sem-pre il popolo egiziano e lo guidi sulla via del-la prosperità, della fraternità e della pace.

della Repubblica dell’Egitto, alla presenzadelle autorità del Paese e del Corpo diploma-tico. Il grande patrimonio storico e religiosodell’Egitto e il suo ruolo nella regione medio-rientale gli conferiscono un compito pecu-liare nel cammino verso una pace stabile eduratura, che poggi non sul diritto della for-za, ma sulla forza del diritto.

I cristiani, in Egitto come in ogni nazionedella terra, sono chiamati ad essere lievito difraternità. Un forte segno di comunione,grazie a Dio, abbiamo potuto darlo insiemecon il mio caro fratello Papa Tawadros II,Patriarca dei Copti ortodossi. Abbiamo rin-novato l’impegno, anche firmando unaDichiarazione Comune, di camminare in-sieme e di impegnarci per non ripetere il

Battesimo amministrato nelle rispettiveChiese.

Il secondo giorno del viaggio, ha raccon-tato Papa Francesco, è stato dedicato ai fe-deli cattolici. La Santa Messa celebrata nelloStadio messo a disposizione dalle autoritàegiziane è stata una festa di fede e di frater-nità, in cui abbiamo sentito la presenza vivadel Signore Risorto. Commentando ilVangelo, ho esortato la piccola comunitàcattolica in Egitto a rivivere l’esperienza deidiscepoli di Emmaus: a trovare sempre inCristo, Parola e Pane di vita, la gioia della fe-de, l’ardore della speranza e la forza di testi-moniare nell’amore che “abbiamo incontra-to il Signore!”.

E l’ultimo momento l’ho vissuto insieme

Santa RestitutaVergine e Martire – 17 maggioVenerata a Napoli e Ischia, è la Restituta del gruppo dei martiri Abitinesi, dei quali narra laPassio dei Santi Dativo, Saturnino ed altri. Originaria di Cartagine, fu condotta da questa cittàad Abitina insieme con Seconda e Vittoria. Non si conosce altro di questa Santa. Si sa, in ge-nere, che tutti furono gettati in carcere e versarono il sangue a testimonianza della fede intempi, modi e luoghi diversi. Le reliquie di Santa Restituta furono trasportate dall’Africa inCampania durante le persecuzioni vandaliche, ma è impossibile stabilire se siano giunte di-rettamente a Napoli o, in tempi successivi, da Ischia. La traslazione era già avvenuta alla metàdel nono secolo, quando il nome della martire si trova imposto alla basilica eretta nella cittàpartenopea cinque secoli prima dall’imperatore Costantino. Dal 1066 in poi la congregazionedei sacerdoti addetti alla basilica costantiniana si trova designata con il nome della Santa,che fu ed è venerata dal Capitolo metropolitano come propria patrona. Reliquie di SantaRestituta si conservano nella Basilica a lei dedicata, sotto l’altare di Santa Maria del Principio.

Santa Giulia SalzanoVergine – 17 maggioNata a Santa Maria Capua Vetere il 13 ottobre del 1846 e rimasta orfana di padre in teneraetà, nel 1865 si trasferì con la mamma a Casoria, dove fu solerte ed esemplare insegnante nellescuole elementari del paese. Nel 1877 conobbe Santa Caterina Volpicelli, che le propose dientrare nel suo Istituto. Nel 1880 ricevette la croce e il diploma di Piccola Ancella; ma SanLudovico da Casoria, non volendo privare la sua città natale della sua benefica opera, la esortòa rimanere fra i bambini di Casoria. Maturò così la sua scelta di vita religiosa. Il 21 novembre1905 prese il velo assieme a sette compagne. Fine del suo Istituto, da lei tenacemente perse-guito fino al termine della sua lunga vita, era l’istruzione catechistica impartita tutti i giornie a ogni classe di persone. Promosse la devozione eucaristica al Sacro Cuore e il soccorso aipoveri con denaro e viveri. Pose fine alla sua esistenza terrena a Casoria il 17 maggio del 1929.

Beata Pina Suriano19 maggio Pina Suriano nacque a Partinico, centro agricolo della provincia di Palermo il 18 febbraio1915. I suoi giovani genitori Giuseppe e Graziella Costantino, vivevano del modesto guada-gno proveniente dal lavoro dei campi. A sette anni ricevette i Sacramenti della Penitenza, del-la Prima Comunione e Cresima e fece il suo ingresso nelle file dell’Azione CattolicaFemminile. Nel 1938 fu nominata delegata delle sezioni minori femminili e dal 1939 al 1948fu segretaria della Sezione di Azione Cattolica, nel contempo fu Presidente delle Giovani. PinaSuriano fece proprio il motto dell’Azione Cattolica su cui si basa tutto il suo apostolato e spi-ritualità: “Preghiera, Azione, Sacrificio”, a ciò aggiunse la partecipazione alla Santa Messa,la comunione e meditazione quotidiana, lo studiare la parola di Dio e l’ubbidienza al magi-stero ecclesiastico. Il suo impegno religioso scaturiva da una convinta scelta di vita e in talecontesto si pone il voto di castità che fece nel 1932 e continuò a lavorare nella pastorale par-rocchiale nei due rami in cui era impegnata, l’Azione Cattolica e le Figlie di Maria. Pina volleoffrire a Gesù l’ultima prova del suo immenso amore e il 30 marzo 1948 si offrì come vittimaper la santificazione dei sacerdoti. Proprio nel 1948 si presentarono i disturbi di una violentaforma di artrite reumatica, che le portò come conseguenza un difetto cardiaco. Ne soffrì mol-to, ma fu contenta perché convinta che la sua offerta di vittima fosse stata accettata. Morì im-provvisamente per un infarto il 19 maggio 1950. I funerali furono solenni con la partecipa-zione di tanta gente, convinta che fosse morta una santa, la salma fu sepolta nella tomba difamiglia nel cimitero di Partinico. Il 18 maggio 1969 avvenne la definitiva traslazione dei restimortali dal cimitero alla chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Partinico.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 14 maggio 2017 • 7

Parrocchialuogo privilegiatodel sostegnoeconomicoalla Chiesa(sir) Oltre quindici milioni dicontribuenti hanno scelto diassegnare l’8xmille alla Chiesacattolica, valore in continuacrescita rispetto ad una plateache nel 2000 si fermava aundici milioni e mezzo. Anchele Offerte per i sacerdoti,strumento concordatario menonoto ma espressamentededicato al sostentamento delclero, dopo alcuni anni diflessione stanno tornando insegno positivo: 2, 4 per cento didonazioni in più nel 2016rispetto all’anno precedenteEntrato ormai a regime ilnuovo sistema che, a partireda 8xmille e Offerte per ilsostentamento dei sacerdoti,aboliva la congrua e, sulleorme del Concilio VaticanoII, affidava i presbiteri aifedeli per il sostentamento,oggi gli incaricati diocesanisi misurano con la necessitàdi una rendicontazionesempre più puntuale edefficace, della valorizzazionetrasparente delle opererealizzate, come veicolo difiducia e riconferma dellafirma o delle Offerte, fino auna sempre miglioreformazione dei fedeli alla“scuola dellacorresponsabilità” ancheeconomica verso la Chiesa.«Le parrocchie –spiega Matteo Calabresi,direttore del Serviziopromozione Cei per ilsostegno economico allaChiesa – sono il luogoprivilegiato dove dare contocon trasparenza dell’azionedella Chiesa, dell’utilizzo deifondi, ma anche in cuisollecitare i fedeli adomandarsi da dove vengonole risorse per la missionequotidiana di presbiteri,diocesi e comunità, dove farloro conoscere ilfunzionamento del sistemaconcordatario, perparteciparvi, donandoognuno secondo le propriepossibilità, con sempre piùconsapevolezza».

14 maggio. Quinta Domenica di Pasqua

Dove c’è fede non c’è paura At 6, 1-7; Sal 32; 1 Pt 2, 4-9; Gv 14, 1-12

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Alfabeto familiareL’idea del nuovo libro Alfabeto familia-

re muove dall’intento di riscattare alcuneevidenze elementari e suggerire qualcheelemento di profondità dell’universo fami-liare, per fronteggiarne la liquefazione e li-quidazione post-moderna. La famiglia èsempre stata, è, e sarà sempre un bene pre-zioso, ma oggi è in caduta libera. Pochi ma-trimoni, poche nascite, famiglie ferite. Èinnegabile che si diventa umani in fami-glia, ma intanto le coppie scoppiano, l’edu-cazione è in affanno, le persone mostranotante fragilità.

In pochi decenni la società tradizionaleha ceduto il passo alla cosiddetta societàcomplessa, con vistosi guadagni in terminidi benessere ed evidenti perdite quanto aqualità della vita. Ci siamo liberati di qual-che rigidezza tipica delle epoche sacrali,ma l’età secolare ci consegna una società li-quida nella quale tutti i legami sono in fran-tumi.

La situazione attuale ha spinto l’autoreal proposito più modesto e insieme più ra-dicale di scrivere un alfabeto familiare.L’idea è quella di rintracciare tutti quegliaspetti elementari dell’amore umano chesono costitutivi della famiglia e che si im-parano in famiglia, a beneficio di ogni altrolegame. L’obiettivo è quello di ritrovare lagrammatica dei sessi, rimettere in moto lasintassi degli affetti, riarticolare il discorsodell’amore in vista della sua felice riuscita.Nella stesura, si è tenuto conto di diverseesigenze. Anzitutto quella di coniugare unacerta agilità espositiva con una precisionenei contenuti. Inoltre, se da una parte si ri-chiamano le verità di sempre sull’amore,dall’altra si cerca di dare notizia delle pro-blematiche emergenti nel nostro tempo,anche le più attuali. In altre parole, si an-nuncia il Vangelo della famiglia al tempo enell’ottica della nuova evangelizzazione.Roberto CarelliAlfabeto familiareCostruire legami solidi in una società liquidaEditrice Elledici – 2017pagine 112 – euro 11,90

Se non si fa un vero e serio camminodi fede non si sa cos’è in realtà la fede.Molti cristiani dicono di avere fede, mavivono senza fede. Per esempio, chi dicedi avere fede e poi vive con una costantepaura non ha fede. Chi dice di aver fedee non perdona non ha fede. Chi dice diaver fede e ha paura della morte non hafede.

Avere fede non significa solo crederenell’esistenza di Dio, ma soprattutto si-gnifica credere che Dio è amore. Chi èconvinto che Dio è amore non vive nellapaura. La paura è un sentimento che to-glie all’uomo la passione e la gioia di vi-vere: «Non sia turbato il vostro cuore,ma abbiate fede in Dio e in me», diceGesù Cristo ai suoi discepoli. Nel mon-do ci sono forze diaboliche ed eventi didolore e di sofferenza che mettono l’uo-mo in una profonda paura. La paura èuna forza così negativa da rendere l’uo-mo totalmente paralitico nello spirito.L’uomo attanagliato dalla paura è comeun individuo che si trova dinanzi a uncobra; egli, per paura di essere morso,non va né avanti né indietro, né a destrané a sinistra.

Qual è oggi la paura che ti attanaglia?La paura di andare all’inferno, perchécredi che Dio non ti perdonerà i peccatiche hai commessi? Coraggio! La miseri-cordia di Dio è infinitamente più grandedei tuoi peccati. Contempla il Crocifissoe comprenderai che Gesù Cristo è mor-to per il perdono dei tuoi peccati. Forsesei attanagliato dalla paura della mor-te? Coraggio! Siamo nel tempo diPasqua e la nostra fede ci fa credere cheGesù è morto e risorto. Se sarai saldo eperseverante nella fede, nel momentodella morte avrai la Grazia di chiuderegli occhi alla scena di questo mondo nel-la pace con il Signore e con il prossimo.Forse hai la paura di cadere gravementeammalato? Coraggio! Anche se tu do-vessi cadere ammalato gravemente,non temere al male perché il Signore èsempre con te per darti forza e ristoro.

Non farti possedere dalla paura delfuturo. Il futuro non ti appartiene. Tuttociò che dovrai vivere nel futuro è per iltuo bene. Il Signore cammina davanti ate per prepararti una mensa ricca diamore, di pace e di gioia. Non dimenti-care mai le parole di San Paolo: «Tutto

concorre al bene di coloro che amano ilSignore», (Rm 8, 28). E non dimenticareneppure le altre parole di San Paolo: «SeDio è per noi, chi sarà contro di noi?»(Rm 8, 31).

Se non hai fede nell’amore delSignore verso di te, abbi piuttosto pauradi vivere! Senza la fede nel Signore, lavita diventa impossibile. Senza la lucedella fede la formica diventerà un ele-fante davanti ai tuoi occhi. Con la forzadella fede, come Davide, sarai capace diandare incontro a Golia senza paura,certo che, avendo come alleato ilSignore, lo sconfiggerai. Dice l’uomo difede: «Il Signore è mia luce e mia salvez-za, di chi avrò paura?». L’unico rimpro-vero che Gesù fa ai suoi discepoli è:«Uomini di poca fede, perché temete?».Sì, non si può dire: «Ho fede» e viverenella paura. La paura è un sentimentodiabolico. Come si vince la paura?Facendo un cammino di fede. Vogliosperare che nella tua parrocchia il par-roco ti guidi nel cammino di fede comeun pastore guida il suo gregge a pascolierbosi e ad acque tranquille.

Lorenzo Montecalvo, sdv

Speciale Nuova Stagione8 • 14 maggio 2017

La processioneper il centro storicodi Napoli

Col fiatosospesoSi ripete anche quest’anno ilcosiddetto «miracolo diprimavera». Dopo il mancatoprodigio dello scorso 16dicembre, il patrono ha tenutocol fiato sospeso i fedeli anchein questa ricorrenza checelebra la traslazione dellereliquie dal primo luogo disepoltura dell’agro Marciano -presso l’attuale via Terracina -alle catacombe diCapodimonte. Solo alle 20.04 èarrivata la buona notizia: nellabasilica di Santa Chiara, dovele ampolle col sangue eranogiunte in processione dalDuomo come accade ognisabato che precede la primadomenica di maggio, sonostati sventolati i fazzolettibianchi da un membro dellaDeputazione. Subito dopo, ilconsueto bacio dei fedeli e lescene di giubilo.La processione di maggio èdetta anche «degli infrascati»,per la consuetudine del cleropartecipante di proteggersi dalsole coprendosi il capo concorone di fiori. Ne è memoriala corona in argento chesovrasta il tronetto sul qualeviene posta la teca con ilsangue del Santo, che porta alcentro un enorme smeraldo,dono della città, diprovenienza centroamericana.Il Cardinale si è recato alle 17nella Cappella del Tesoro diSan Gennaro, all’interno delDuomo, dove è stato accoltodall’Abate della cappella,monsignor Vincenzo DeGregorio, e dai membri dellaDeputazione di San Gennaro.Qui è stata aperta la cassaforteche custodisce le reliquie delSanto. Sul sagrato del Duomosono stati disposti i bustiargentei dei Santi compatroni.L’avvio della processione èstato preceduto da un brevemomento di preghiera guidatodall’Arcivescovo.Alla processione religiosahanno preso parte anchedelegazioni delle Chieseortodosse di Russia e dellaBielorussia e della diocesi diAscoli Piceno, gemellata conquella di Napoli. Lungo ilpercorso i parroci del territorioattraversato hanno onoratosan Gennaro con l’offertadell’incenso e il suono dellecampane. Il corteo è statoaccompagnato dalla Fanfaradei carabinieri.

Dopo una lunga e trepidante preghiera, alle 20.04 del 6 maggio, si ripete in occasione della Solenne processione nel ricordo della traslazione delle reliqu

Giovani e lavoro, la sf @ Crescenzio

Desidero innanzitutto porgere un cordialesaluto a tutti voi che partecipate a questa litur-gia, provenienti anche da altre parti d’Italia edel mondo. In particolare, saluto gli amici diAscoli Piceno, Diocesi gemellata con noi, e lafolta delegazione della Chiesa OrtodossaRussa, guidata dal Vescovo di Slutsk, SuaEccellenza Antoniy.

Un deferente saluto al Vicesindaco diNapoli, a tutte le Autorità civili e militari, ai ca-ri Amici della Deputazione del Tesoro e delComitato S. Gennaro.

Saluto e ringrazio gli amici giornalisti, glioperatori televisivi e i fotoreporter, la troupegiornalistica di Rai 3, di TV2000, di Mediaset,del Canale televisivo russo Soyuz e della tele-visione francese.

La processione, con il nostro santo Patronoe le statue dei santi Compatroni, ha attraversa-to le vie della città, nel cuore della Napoli piùautentica e popolare. Al termine, anzi al culmi-ne, ci ritroviamo per la celebrazione eucaristi-ca in questa splendida basilica di SantaChiara, culla, a sua volta, della spiritualità na-poletana.

Dalle strade all’altare, come abbiamo fattooggi. È il percorso emblematico della nostravita di cristiani, chiamati a stare nel mondo,sapendo di essere stati creati per una vita chenon conosce tramonto.

La strada è simbolo della nostra vita con-creta, l’altare rappresenta il luogo dove piùampio e più luminoso si disvela l’orizzonte ul-

timo della nostra esistenza. Non si tratta dicammini o di prospettive che si escludono o siannullano vicendevolmente. Un “buon cam-mino” è anzi ciò che aiuta a trovare più agevol-mente la via dell’altare e ad essere degni di vol-gere, da qui, lo sguardo verso l’alto e verso l’e-terno.

La memoria di San Gennaro, che si mise incammino da Benevento per andare ad assiste-re i cristiani imprigionati per la fede aPozzuoli, ci spinge a non essere indifferentiverso tutto ciò che scorre sotto i nostri occhi.Non possiamo attraversare anche un solo trat-to di strada senza “contare”, in qualche modo,i nostri passi.

L’invito, pertanto, che ci viene da questoomaggio al nostro santo Patrono è quello di sa-per leggere nel dettaglio - passo dopo passo -una realtà che si manifesta in tutta la sua cru-dezza, giorno dopo giorno, ma che spesso,proprio nella quotidianità, rischia di trovarciimpreparati e smarriti.

Lo sappiamo bene: a Napoli si alterna la li-sta di realtà eccellenti con quella dei drammi,dei problemi e delle attese, fino a mettere tal-volta a dura prova la speranza. Sappiamo an-cora meglio, purtroppo, come la deriva di unmalessere così profondo porti, alla fine, al ma-laffare e alla violenza.

Attraversare in processione le strade dellacittà, accanto e in compagnia del Patrono, nonlascia tranquilli. Non possiamo calpestarle evedere le case di tante famiglie in sofferenza

senza provare preoccupazione e dolore. Un velodi tristezza sembra coprire strade e case.Quante famiglie senza reddito e senza pane.Quanti figli di mamma alla ricerca di un doma-ni. Quanti giovani in attesa di un lavoro.

È questo un vero dramma; è problema prio-ritario rispetto a tutti gli altri problemi. La que-stione giovanile costituisce la grande sfida diquesto nostro tempo, alla quale, tuttavia, siguarda con trepidazione ma anche con timidez-

Una reliquia del Patrono donata alla Chiesa ortodossa russa

Favorire la conoscenza e il dialogodi Doriano Vincenzo De Luca

Una reliquia di San Gennaro - si tratta diun piccolo pezzo del cranio - è stata donatalo scorso 6 maggio Chiesa ortodossa diRussia che, con una delegazione di 21 perso-ne guidata dal Vescovo di Slustk, sua eccel-lenza Antoniy, ha preso parte alla processio-ne religiosa e alla celebrazione eucaristicaper il prodigio della liquefazione del Sanguedi San Gennaro. La decisione di donare ilpezzo del cranio è stata presa dal CardinaleCrescenzio Sepe perché nella diocesi diSlustk è molto praticato il culto per il Santopatrono di Napoli e della Campania e tantis-simi i bambini che ogni anno sono battezzaticon il nome di Gennaro.

Il culto per San Gennaro (secondo la gra-fia russa Iannuarij) è giunto nel mondo sla-vo, insieme a tutto il corpus delle tradizioniliturgiche e devozionali bizantine, alla finedel X secolo, con l’evangelizzazione delle ter-re slave; l’ufficiatura liturgica, celebrata an-cora oggi il 21 aprile, è tradotta letteralmen-te dai testi bizantini. Nella tradizione agio-grafica russa, che suddivide i Santi in nove“categorie” (giusti, martiri, confessori…), aSan Gennaro è stato attribuito il titolo disvjašennomu�enik, assegnato ai martiri chepossedevano lo status ecclesiastico.

Il miracolo della liquefazione del sanguedel Santo a Napoli è attestato per la primavolta dalla cultura russa nel 1698, nel reso-conto, molto dettagliato, che ne fece l’amba-sciatore moscovita conte Boris Šeremetev,ma nel corso del XIX secolo le descrizionidell’evento diventarono particolarmentenumerose. Fra di esse si distinse quella delloscrittore religioso Andrej Murav’�v, che vi-sitò Napoli nel 1845: devotissimo a SanGennaro, tanto da curarne la divulgazionedelle vicende del suo martirio a Pozzuoli,egli fu però particolarmente critico nei con-

fronti degli eccessi delle manifestazioni devo-zionali che si verificavano in occasione dell’e-vento. La sua testimonianza fu più volte ripresae utilizzata in altri resoconti successivi, che tut-tavia ne smorzarono i toni critici per lasciarespazio al puro evento cultuale e antropologico.

Nel 1858 anche un noto poeta russo, AppolonMajkov, dedicò al Santo un devoto poemetto percelebrare il prodigio napoletano. L’ultimo riferi-mento al miracolo si ritrova invece nell’operadel musicista e saggista Grigorij Gnesin, ma sitrattò di una mancata liquefazione del sangue,descritta insieme alle manifestazioni di delusio-ne dei fedeli che vi assistettero. La pubblicazio-ne di Gnesin uscì nel 1917, l’anno in cui il pelle-grinaggio russo alle reliquie di San Gennaro, co-me anche alle altre custodite in Italia e altrove,fu interrotto bruscamente dalla Rivoluzione

bolscevica, per riprendere gradualmente solo intempi recenti.

Il dono del Cardinale Sepe, dunque, s’inseri-sce in lungo e fruttuoso cammino ecumenicocon la Chiesa russa, volto ad incrementare unrapporto di conoscenza e amicizia, consapevoledel fatto che spesso quando ci si conosce cadonobarriere, pregiudizi e si diventa perfino amicipur rispettando la diversità e il cammino cheognuno deve fare.

«Le relazioni - ha affermato il VescovoAntoniy - costituiscono un vero e proprio un cre-scendo di distensione e favoriscono la possibi-lità in taluni rapporti di una amicizia franca conuna certa correzione reciproca. Questo è dovutoalla crescente passione di conoscersi e di trovarel’uno nell’altro punti di interesse e di accresci-mento della propria esperienza di fede».

SpecialeNuova Stagione 14 maggio 2017 • 9

il prodigio della liquefazione del Sangue del Martire e Patrono Gennaro, uie. L’accorato appello del Cardinale Crescenzio Sepe sulla questione giovanile

fida del nostro tempo@ Card. Sepe *

consentire che offerte di lavoro e proposte diarruolamento vengano dalla malavita. Ed èdelitto altrettanto grave farli studiare, farlispecializzare, farli dottori di ricerca se poi nonsi offre loro sbocchi occupazionali e professio-nali e li si tiene in parcheggio, inoperosi.

Non dobbiamo poi sorprenderci se si di-sgregano le famiglie, se si riducono o fallisco-no i matrimoni, se c’è la denatalità e se si va de-lineando una società stanca e invecchiata.Non dobbiamo allora meravigliarci e provaretimore se nascono le baby gang e i baby boss,se le bande criminali si lottano e si distruggononel tentativo di controllare il territorio e con-quistarlo alla droga e al malaffare, portandonelle famiglie impoverimento e morte.

Su tale grave realtà, come Chiesa ci siamointerrogati con angoscia e responsabilità, riu-nendo a Napoli tutti i Vescovi delle Regioni ec-clesiastiche meridionali per interrogarci sulfuturo dei giovani del Sud, sulla mancanza dilavoro e sul possibile aiuto, che, in termini diproposte anche se non esaustive, possono darele varie Diocesi.

Abbiamo avuto modo di riflettere e di dia-logare tra noi Chiesa, confrontandoci con leIstituzioni e le forze sociali e abbiamo dettoche qualcosa si può, anzi si deve fare per i gio-vani.

Certamente, non abbiamo competenze oformule risolutive strutturali, ma abbiamopensato che possiamo mettere a disposizionequello che abbiamo, ossia il nostro patrimonio

culturale ed anche i nostri terreni, per affidarliai giovani riuniti in cooperative, ai quali peròle istituzioni preposte debbono assicurare gui-da e sostegno.

Il percorso è stato avviato e i progetti sonoin itinere e, per quanto riguarda la Campania,quanto prima si dovrebbe passare alla faseoperativa.

Cari amici, non permettiamo che la vitadella nostra gioventù venga profanata, rubatae infine tolta. Famiglie, scuola, soggetti educa-tivi e istituzionali: tutti devono sentirsi impe-gnati e responsabili di fronte a questa intolle-rabile piaga che deturpa, più di ogni altra, ilvolto e l’anima delle persone e della città.

La prima a non chiamarsi fuori è però lachiesa di Napoli, che non lascerà mai soli i suoigiovani e non si stancherà mai di alzare la vocein loro nome e a loro difesa. Metteremo in atto,più di quanto stiamo già facendo, tutte le ini-ziative e gli atti possibili per stendere una realee concreta “rete di incoraggiamento e di aiuto”a salvaguardia della loro dignità.

San Gennaro, Patrono esemplarmente vi-cino alla sua gente e difensore della fede, dellagiustizia e della dignità di ogni persona, ci aiu-ti nel compiere la nostra missione.

Maria Santissima, la nostra Madre eRegina, ci protegga e ci sostenga nella nostrafedeltà a Cristo, suo Figlio, e al Vangelo. Diobenedica la nostra Città e la nostra Diocesi. ‘AMaronna c’accumpagna!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Servizio fotografico:Stefano Wurzburger

za, perché non si hanno risposte da dare, perchénon si sanno trovare risposte adeguate.

Le statistiche sui giovani disoccupati sonoimpressionanti e interpellano la coscienza ditutti. Si sta distruggendo un patrimonio, qual èquello dei giovani, che è patrimonio dell’uma-nità, è il futuro della famiglia umana.

Chi restituisce loro la giovinezza perduta? È delitto grave lasciare che si inaridisca una

intera generazione di giovani senza lavoro o

Nuova Stagione10 • 14 maggio 2017

La fede generosa e ardente di Charles de Foucauld

Testimone originale del Vangelodi Alfonso D’Errico

Per la sua fede ardente e generosa, conil suo amore fervente per Gesù, con ilsuo rispetto per gli uomini, con la sua

predilezione verso i più poveri, in cui sapevadi scoprire il riflesso del volto del Figliodell’Uomo, fratello Charles non ha cessato,dopo la morte, di attirare sempre più animeverso il mistero di Nazareth. E il suo stessocammino, dal baratro, in cui era rimasto«dodici anni senza credere in nulla, disperan-do della verità e non credendo in Dio»(Lettera a Henri de Castries, Notre Damedes Neiges, 14 ottobre 1901), sino al sommodell’abbandono spirituale nell’imitazionedel Modello unico, in «perfetta conformitàalla sua vita» (Lettera a Madame de Bondy-Akbès, 27 giugno 1895), non è forse un po-tente e contagioso esempio di ciò che può lagrazia del Signore allorché èricevuta da un uomo di buona volontà?Testimone vivente, nella sua povertà, dell’a-more che il Cristo porta agli uomini, fratelloCharles tutti li chiama a vivere come Gesù,con e per Gesù, il cui cuore tanto egli desi-dera «irradiasse su tutta questa povera terra,su quelli che noi amiamo e su noi stessi» (aMadame de Bondy, Roma, 20 settembre1900). All’incrocio delle vie delleBeatitudini, egli ci insegna che vivere ilVangelo rimane, oggi come ieri, il segretodell’irradiamento dell’Apostolo che attingenella preghiera al “solo Benamato” (aMadame de Bondy, Tamanrasset, 26 ottobre1905) la forza di essere un testimoniodell’Invisibile nel cuore del mondo. Possa illuminoso messaggio del Beato de Foucauldesercitare il suo benefico influsso su un nu-mero d’anime sempre maggiore, per rivela-re loro di quale amore il Signore le ama e aquale amore esse siano chiamate nella lorostessa esistenza quotidiana. Voglia anchel’Onnipotente Dio benedire in particolar-mente le anime consacrate, i sacerdoti e ilaici che appartengono a questa grande fa-miglia spirituale e si sforzano di vivere nellasemplicità e nello spogliamento una profon-da vita spirituale, alimentata dalla contem-plazione amorosa e dal culto eucaristico evotata alla carità fraterna.

Affascinato dall’Assoluto«Se il chicco di grano, caduto in terra, non

muore, rimane solo; se invece muore, produ-ce molto frutto» (Gv 12, 24). Nella vicendaspirituale del Beato Charles de Foucauldquesta parola evangelica, a lui molto cara,rappresenta il cuore della sua vocazione edella sua missione. Egli si è posto con unatale docilità nelle mani di Dio, con una talefiducia e abbandono alla Sua volontà, da la-sciarsi gettare da Lui nel terreno, come il se-me nella mano del seminatore. Dio, come ènoto, lo ha gettato nel deserto, il deserto delSahara, ma non solo, anche nel mezzo deideserti umani, perché essi potessero fioriree dare frutto. Per Charles è stato un lavoropaziente, umile, totalmente affidato, un la-voro nascosto, povero, fiducioso, solitario.Fatto di cura delle relazioni, di accompa-gnamento e amicizia, di preghiera e medita-zione del Vangelo, di studio della lingua edella cultura della popolazione tuareg, didiffusione del bene e di ricerca di operai peril Regno di Dio. In vita è rimasto solo: uma-namente, un fallimento. Eppure dopo la suamorte sono nati via via, nel tempo e in diver-se parti del mondo, molti gruppi (di laici, sa-cerdoti, religiosi e religiose) e singole perso-ne che si ispirano a lui e vivono nella loroquotidianità la vita semplice di Nazaret, l’a-scolto della Parola di Dio, l’adorazione eu-caristica silenziosa, la condivisione con i po-veri: una fecondità secondo il Vangelo.

La grande famigliaOggi gli appartenenti alla grande

Famiglia Charles de Foucauld sono più ditredicimila membri dei 20 gruppi formal-mente riconosciuti dall’Associazione inter-nazionale. Sono presenti in 81 nazioni ditutti i continenti, in particolare nelle perife-rie delle metropoli dell’Occidente e dei paesipiù poveri e nei luoghi di forte presenza ara-ba: dall’Iraq ad Haiti, dal Libano alGiappone, da Israele al Rwanda, al Vietnam,al deserto del Sahara, al Cile, al Pakistan. Lavitalità della grande famiglia foucauldiana,che non emerge in grandi avvenimenti, manella fedeltà umile e semplice della vita or-dinaria, fatta di silenzio e contemplazione,di piccoli gesti di amicizia e di prossimità aipoveri e agli ultimi, si è resa più visibile, in

spinti dalla carità di Cristo, cosi come ai loroemuli e successori che continuano ad essere,anche oggi, al servizio di coloro che evangeliz-zano». Il 13 aprile 1978 fu decretata l’intro-duzione della causa presso laCongregazione delle Cause dei Santi, segui-ta dal decreto sul processo sul non culto il 18maggio 1979. Il 17 novembre 1979 la causaottenne la dispensa sul processo apostolico,ma venne richiesto un supplemento di ricer-ca storica, per la redazione della “Positio su-per virtutibus”, consegnata il 25 luglio 1995dopo oltre quindici anni di lavoro. In quelperiodo giunse anche la convalida dei pro-cessi diocesani, il 21 giugno 1991. LaCommissione teologica, il 20 ottobre 2000,si pronunciò favorevolmente circa l’eserci-zio in grado eroico delle virtù teologali daparte del Servo di Dio. Il parere venne con-fermato dai Cardinali e vescovi membri del-la Congregazione delle Cause dei Santi il 9febbraio 2001. Infine, il 24 aprile 2001, PapaGiovanni Paolo II autorizzò la promulga-zione del decreto che dichiarava Venerabilefratel Charles.

Nel corso degli anni, il postulatore, mon-signor Maurice Bouvier, si impegnò a trova-re un possibile miracolo, senza riuscirci. Aiprimi di dicembre del 2000 una delle PiccoleSorelle di Gesù incontrò una coppia diDesio, Giovanni Pulici e Giovanna Citeri, dipassaggio a Roma per il Giubileo degliArtisti, Giovanni era da molto tempo devotodi fratel Charles e chiese alla suora quandofosse prevista la beatificazione. Lei risposeche serviva un miracolo, sempre più difficileda trovare. A quel punto, l’uomo affermòche ne aveva uno proprio di fronte a lei, in-dicando sua moglie: la suora era proprioquella incaricata di seguire il processo dibeatificazione. Alla fine del 1983, infatti,Giovanna era stata colpita da un tumore os-seo, che nella Quaresima del 1984 era giàmolto avanzato. Suo marito, allora, chieseespressamente l’intercessione del “fratellouniversale”: da quel momento, le ossa, cheprima erano tanto fragili da rompersi a ognistarnuto, si rinsaldarono. Il processo sul mi-racolo si svolse nella diocesi di Milano, sottocui si trova Desio, dal 28 ottobre 2002 al 4marzo 2003. Nel corso dell’inchiesta emerseche mancavano i documenti necessari percomprovare la presunta guarigione miraco-losa; tuttavia, i molti testimoni compensa-rono la carenza di referti medici. Il 15 mag-gio 2003 la Congregazione delle Cause deiSanti approvò gli atti del processo. La com-missione medica formata per l’occasione, il24 giugno 2004, riconobbe l’inspiegabilitàscientifica del fatto, mentre i cardinali e ve-scovi confermarono, il 7 dicembre successi-vo, l’intercessione del Venerabile.

Charles de Foucauld, beatificato il 13 no-vembre 2005 da Papa Benedetto XVI, morìin totale solitudine, ma oggi sono molte lepersone che si rifanno a lui. Non è possibileseparare Foucauld da questi discepoli spiri-tuali. Questo mistico ha suscitato non soloun grande numero di seguaci, ma anche unagrande diversità nelle modalità della seque-la. Gli uni sono attratti dalla sua vita di ere-mita; gli altri sono ispirati dai suoi progettidi vita comune; gli uni lo seguono come re-ligiosi, gli altri come laici; ma tutti possonorichiamarsi legittimamente a lui. Anchenon credenti e giovani con mentalità moder-na guardano a lui. Charles de Foucauld ècertamente una figura interessante sul pia-no psicologico e storico, ma soprattutto dàtestimonianza di una sensibilità religiosache fa di lui un profeta del ventesimo secolo,così che gli uomini possano guardare al ter-zo millennio con il cuore aperto alla speran-za. Per lui Dio è come una madre, che nelsuo intimo trepida per gli uomini. Per luiDio è anzitutto amore e quindi vulnerabi-lità; è qualcuno che si fa conoscere perso-nalmente, e al quale si risponde riconoscen-dolo. Foucauld si lascia guardare da Dio. Inun mondo che rischia una fine apocalitticaa causa dell’irresponsabilità degli uomini,l’appello di Charles de Foucauld a essere pergli altri, a essere vulnerabili e coraggiosi, èdi un’attualità strepitosa.

lità di soldato, ma lasciò l’esercito per dedi-carsi a spedizioni geografiche in Maroc -co avendo come guida il rabbino Mar -dochée Aby Serour e studiare l’arabo e l’e-braico. Fidanzatosi con una fanciulla,Marie-Marguerite Titre, fu costretto a la-sciarla per l’ostilità della famiglia.Nel 1885 ricevette la medaglia d’oro dallaSocietà francese di geografia per il viaggiodi esplorazione del Marocco e l’anno succes-sivo ritornò in Francia. Pur essendostato battezzato, Charles non aveva mai vis-suto una vera e propria vita di fede, ma tor-nato in patria sentì il bisogno di conosceremeglio la religione cattolica. Iniziò, così, uncammino spirituale che, agli inizi del 1889,lo portò in Palestina, a Nazaret. Rimase af-fascinato da quella realtà e comprese di es-sere chiamato a vivere come viveva la SantaFamiglia di Nazaret. Nel 1890 entrònella trappa “Notre Dame des Neiges”in Francia, dopo sei mesi però volle ritirarsiin una trappa molto più povera in Siria,ad Akbes. Redasse, in questo periodo, unprimo progetto di congregazione religiosa echiese di essere dispensato dai voti.Nell’ottobre del 1896 venne mandatoa Roma per studiare. Nel 1897 l’abate gene-rale dei Trappisti lo lasciò libero di seguirela sua vocazione. Nello stesso anno si recò aNazaret, dove lavorò come domestico del-le monache Clarisse abitando in una capan-na del loro giardino. Restò a Nazaret tre an-ni, visitando anche le zone circostanti co-me Taybeh, e decise di divenire sacerdote.Tornato in Francia nel 1901, venne ordinatoprete a Viviers nell’Ardèche.

Vuole essere monaco missionarioNel 1901 giunse in Algeria stabilendosi a

Beni-Abbés nel deserto del Sahara, ai confi-ni con il Marocco. Iniziò una vita conformeallo stile di Nazaret, basata sulla preghiera,sul silenzio, sul lavoro manuale e l’assisten-za ai poveri. Definì le linee del suo pensieroe gli statuti dei “Piccoli Fratelli del SacroCuore”, congregazione religiosa che nonriuscì a fondare. A Beni Abbes fondò un ro-mitorio, dove accolse i poveri della regionee studiò, per agevolare il lavoro dei futurimissionari, la lingua dei Tuareg. Viaggiònel deserto e tra le città algerine e, aTamanrasset, fondò un eremo. Si impegnò,inoltre, nella difesa delle popolazioni localidagli assalti dei predoni, il suo “monastero”era una cappella, una stanza, un locale perl’accoglienza dei viandandi, i poveri, chiun-que gli chiedesse aiuto. Si recò tre volte inFrancia, tra il 1909 ed il 1913, nell’intento difondare l’unione dei “Fratelli e delle Sorelledel Sacro Cuore”, associazione di laici perl’evangelizzazione dei popoli. Nel 1916 co-struì, intorno all’eremo di Tamanrasset, pervivere con i nomadi Tuaregs dell’Hoggar.Diventerà il loro fratello, il loro amico, ilsaggio. Rispetto, amicizia e fiducia sono ilsuo modo di dire. Farà di tutto per migliora-re le condizioni di vita dei suoi amici.Realizzò un importante lavoro di traduzio-ne della lingua Tuaregs, per poter trasmette-re il messaggio evangelico. La sera del l° di-cembre 1916 fu ucciso da una banda di pre-doni di passaggio. Il suo sogno era statoquello di condividere la sua vocazione conaltri, la sua “vita di Nazareth” può essere vis-suta da tutti ed ovunque.

Il processo di beatificazioneFratel Charles era circondato già in vita

da una fama di santità. I musulmani lo defi-nivano “il marabutto cristiano”. A dare im-pulso alla beatificazione fu senz’altro la suamenzione nell’enciclica “PopulorumProgressio”: «In parecchie regioni i missio-nari sono stati i pionieri del progresso mate-riale come dello sviluppo culturale. Basti ri-cordare l’esempio del padre Carlo deFoucauld, che fu giudicato degno di esserechiamato, per la sua carità, il “Fratello uni-versale” e al quale si deve la compilazione diun prezioso dizionario della lingua tuareg. Ènostro dovere rendere omaggio a questi pre-cursori troppo spesso ignorati, uomini so-

occasione del centenario della morte di frè-re Charles. Charles de Foucauld desideròimitare la vita nascosta di Gesù durante itrent’anni trascorsi a Nazaret. Dalla datadella sua conversione (1886) fino alla morte(1916) Foucauld fa riferimento costante aquesta intenzione fondamentale, e nella suavita spirituale non fa che sviluppare questodesiderio. Vuole vivere il vangelo, in modonascosto e silenzioso, e non predicarlo di-rettamente. Per alcuni anni della sua vita, deFoucauld è stato prigioniero dell’orgogliosodesiderio dell’uomo moderno, che cerca ilpotere per il potere, che vuole colonizzarepopoli stranieri ed esplorare terre scono-sciute. Ma con la sua conversione a Nazaretè diventato un segno per il nostro tempo; unsegno del fatto che non conta il potere e ilpossesso, ma lo spogliarsi di sé, per diventa-re liberi dagli stolti desideri di costruire inquesto mondo il proprio regno, un progettofolle che, poco dopo la sua morte vedrà sor-gere al suo servizio una schiera di anime.“Nazaret” si chiama l’intuizione fondamen-tale di Charles de Foucauld, che si realizzaper gradi. Vuole vivere questa povertà con-creta, vuole assumere di persona, alla lette-ra, il ruolo del povero carpentiere Gesù diNazaret. Nel vangelo cerca tutto quello cherimanda a questa povertà, all’umiliazionedel Figlio di Dio che si è fatto uomo; un’umi-liazione che egli ha vissuto nel modo più po-vero e concreto possibile. Un’espressione,tolta da una predica dell’abbé Huvelin, lo ac-compagna costantemente.

Un esistenza alla ricerca di DioNacque a Strasburgo il 15 settembre

1858, secondogenito di Edouard deFoucauld, visconte di Pontbriand e sovrin-tendente alle foreste dell’Alsazia. La madreeducò lui e la sorella Marie in maniera seriae religiosa, ma mori nel marzo 1864. Nel me-se di agosto fu la volta del padre, da tempoaffetto da una malattia mentale. I figli ven-nero allora presi sotto la tutela del nonnomaterno Charles de Morlet, colonnello inpensione. Con l’annessione dell’Alsazia allaGermania, seguita alla guerra del 1870, scel-se di dare loro la nazionalità francese e sitrasferì a Nancy. Charles continuò gli studiin quella città, senza mai applicarsi troppo.Ricevette la Prima Comunione e la Cresimail 28 aprile 1872 nella cattedrale di Nancy,ma verso il 1874, perse la fede. Fu stimolatoin questo dalla sua passione per la lettura,non regolata né guidata, e dalle correnti fi-losofiche del tempo, improntate al materia-lismo e alla negazione di Dio. Espulso dallascuola di preparazione per l’accademia mi-litare di Saint-Cyr a causa della sua pigriziae della cattiva condotta, riuscì comunque avincere il concorso, per non dispiacere ilnonno. Alla morte di quest’ultimo, nel feb-braio 1878, ereditò i suoi beni. Annoiato dal-la vita militare, il giovane si divertiva inveceorganizzando cene raffinate e frequentandol’alta società.Intanto passò alla scuola diCavalleria a Saumur, dove divenne sottote-nente, sebbene ultimo nell’elenco dei pro-mossi. Nel 1880 si trasferì in Africa,in Algeria. Si distinse per le sue buone qua-

CittàNuova Stagione 14 maggio 2017 • 11

Giuseppe Ferraro, docente di Filosofia

morale alla Federico II, ha incontrato un gruppo diuniversitari nella chiesa delcomplesso di Donnaregina.Intervento dell’Arcivescovo

Tra fede e filosofia

Si può imparare ad amare? E come si pos-sono incontrare fede e filosofia? Sabato 6maggio alcuni giovani napoletani hanno or-ganizzato un incontro tra etica e arte, tra reli-gione e linguaggio. Evento centrale la relazio-ne di Giuseppe Ferraro, professore di filosofiamorale alla Federico II, il quale ha incontratodecine di ragazzi nella chiesa vecchia delcomplesso monumentale di Donnaregina.Un incontro patrocinato dalla Curia di Napolie dal Museo Diocesano che hanno permessouna visita guidata dell’intero complesso, gra-tuita per i partecipanti. A introdurre la matti-nata sono stati il cardinale Crescenzio Sepe eil vicario episcopale per la Cultura, donAdolfo Russo, direttore del museo.

Un appuntamento progettato da tempo,nell’ambito del percorso degli studenti uni-versitari che si sono conosciuti a Pietralba,tra le montagne del Trentino in occasionedella vacanza offerta annualmente dal cardi-nale nel mese di agosto, a partire dal 2013.Questa volta però la scalata non è stata sullerocce, ma sugli scogli del linguaggio cercan-do di indagare la vera essenza dell’amore edella coscienza di sé. «Amare e vivere – haspiegato Ferraro – sono due cose che non sipossono insegnare ma che vanno assoluta-mente imparate. Quando chiedi a un artigia-no come fa a fare il suo lavoro così preciso,non te lo sa dire, ma ti risponde che devi ap-prendere da solo, guardando».

“Guardare”, “stare da soli”: Ferraro hamesso in discussione ogni parola del suo di-scorso non dando per scontato niente, in pu-ro metodo socratico, basato su domande erisposte. Nel suo intervento il docente hachiarito che nell’amore non ci può esseregiudizio ma comprensione delle esigenzedell’altro: «Gli amanti sono nudi e non sen-tono il pudore se non quando l’uno per l’altrodiventano una cosa, ma laddove c’è amore siveste l’altro di se stesso. Un amore non fini-sce mai. Se finisce, non è mai stato vero».

Ferraro ha messo a confronto il concettodi “nudità” con quello di “dignità”, in conti-nuità con la lettera pastorale del cardinaleSepe per l’anno pastorale in corso dal titoloVestire gli ignudi. «Se io leggo la storia dellanostra cultura – ha sottolineato - la nudità ela dignità sono sempre state separate nell’i-dea che chi è nudo non è degno. L’uomo nascenudo, debole. La debolezza è la nostra fragi-lità. È il nostro sguardo che veste o spoglial’altro». In quest’ottica l’imperativo morale,che dà il titolo all’incontro, è “amare oltre ledebolezze”, oltre le nudità. «Quando si amasi è deboli, ma ci si sente vivi» ha concluso,aggiungendo che noi uomini viviamo senzaguardarci e senza ascoltarci, ma viviamo infunzione degli altri, guardandoli e ascoltan-doli. Ha sottolineato come ad esempio ci ri-sulti difficile parlare in pubblico, perché inquel momento ci tocca sentire la nostra voce,che è la parte più interna che abbiamo.

Le sue parole sono state condite dalla let-tura, fatta da alcuni giovani, di alcuni passidel suo libro “Imparare ad amare” e dalla te-stimonianza del suo impegno nelle carcericon il progetto “Filosofia fuori le mura”, ciclidi incontri dove rende pratico il sapere uma-nistico, dimostrandone l’attualità.

Il suo impegno umanitario e la sua filo-sofia si intrecciano non poco con la moralecattolica. «Chi non ha mai paura di perderela propria fede, l’ha già persa» il monito diFerraro, che conclude: «Chi ha fede non per-de la vita, perché ama. Siamo tra un invito eun mandato, siamo qui per morire senzaperdere la vita».

Emanuele La Veglia

Due pellegrini francesi trovarono ospitalità in una piccolastanza del convento di Sant’Arcangelo a Bajano il 14 agosto 1578.Da quel giorno la porta dell’Arciconfraternita dei Pellegrini è ri-masta aperta per accogliere quanti non avevano dove dormire,mangiare e lavarsi, napoletani e “forestieri”. E quest’anno, dallalingua francese, parte la collaborazione con il Liceo EleonoraPimentel Fonseca: nel mese di maggio, ogni sabato, sarà possi-bile visitare gratuitamente l’intero percorso del ComplessoMuseale dei Pellegrini guidati, in italiano e francese, dagli stu-denti delle classi 4C E 4D, indirizzo Linguistico, del Liceo Statale“EleonoraPimentel Fonseca”.

Gli stessi alunni, con la supervisione dei docenti, hanno an-che prodotto un sintetico depliant che illustra il percorso di visitain tedesco, inglese, spagnolo e francese.

L’accesso al Museo è dal cortile dell’Ospedale dei Pellegrini(via Portamedina 41).

Visite guidate gratuite tutti i sabati di maggio, ogni 30 mi-nuti, dalle 9,30 alle 12.

Durata: circa 1 ora e 40’Il percorso di visita comprende: la chiesa cinquecentesca di

Santa Maria Materdomini, che conserva l’originario disegno del-la facciata; la chiesa della Santissima Trinità, opera di Carlo

Vanvitelli, magnifica per la singolare pianta a due ottagoni col-legati da rettangoli. Opera del Medrano sono la Terrasanta e ilCoro in radica di noce e cupola con motivi in oro zecchino dise-gnati dall’architetto Astarita. Attraverso il Corridoio delleLapidi, si accede agli ambienti destinati alla vitadell’Arciconfraternita: Salone del Mandato, Sale dellaVestizione, Sala degli Albi d’Oro, Galleria dei Dipinti.Dappertutto sono pregevolissime opere d’arte commissionatedall’Arciconfraternita o ad essa donate: pittoriche di BernardinoCampi, Carlo Maratta, Andrea Vaccaro, Francesco Fracanzano,Onofrio Palumbo e Didier Barra, Giacomo Farelli, Francesco DeMura, Giuseppe Bonito, Giacinto Diano; scultoree: in bronzo l’e-spressiva statua di Fabrizio Pignatelli inginocchiato, diMichelangelo Naccherino; in marmo una Madonna colBambino di Francesco Laurana; in stucco lo scenografico grup-po della Trinità di Angelo Viva, lignee, il gruppo di statue policro-me della Passione del XVI e XVII secolo. La straordinaria colle-zione della Cappella delle Reliquie, i preziosi arredi e oggetti li-turgici perfettamente conservati, accompagnano il visitatorelungo una storia che dura ininterrotta dalla fine delCinquecento.

Info e prenotazioni: www.museodeipellegrini.it

Non c’è trucco e non c’è inganno

La Festa diocesana degli Incontri dell’Azione Cattolica Ragazzi

Sabato 20 maggio, l’Azione Cattolica dei Ragazzi della diocesi diNapoli vivrà la Festa degli Incontri presso il “Palaveliero” di SanGiorgio a Cremano, dalle ore 15.30 alle ore 19.00.

L’appuntamento conclude il “Mese degli Incontri”, tappa dell’iti-nerario di carità della terza fase del cammino di fede propostodall’Azione Cattolica ai bambini e ai ragazzi dai 3 ai 14 anni.

In questo mese, in particolare, i ragazzi hanno provato ad inter-rogarsi su come raccontare la gioia della fede, che scaturisce dall’an-nuncio pasquale, coinvolgendo tutti, in modo che ciascuno, con leproprie caratteristiche e talenti, potesse sentirsi protagonista delgrande spettacolo della vita.

Questa festa rappresenta, allora, il momento in cui i bambini e iragazzi scoprono come fare della propria vita uno “spettacolo di san-tità”, attraverso l’esempio e la testimonianza di Santi e Beati diAzione Cattolica che hanno imparato da Gesù il trucco più impor-tante: essere beati insieme.

I bambini e i ragazzi, attraverso percorsi fatti di stand a loro mi-sura, conosceranno le storie di Pier Giorgio Frassati, AlbertoMarvelli, Antonietta Meo, Armida Barelli, quattro testimoni della

bella storia dell’Azione Cattolica, ciascuno dei quali si è caratteriz-zato per un “trucco” particolare che lo rende testimone di santità: iltrucco di Alberto Marvelli è stato l’impegno nella costruzione di unmondo migliore, per Antonietta Meo il sorriso frutto dell’amiciziacon Dio, per Armida Barelli la fiducia in Dio e negli altri, per PierGiorgio la carità che si fa concreta in gesti che fanno la differenza.

Il “trucco” che ha reso “santi” questi testimoni di vita e di fede, nonè una scorciatoia o un escamotage, ma è il talento che hanno saputovalorizzare perché la gioia di tutti sia piena. Sul loro esempio, allora,i bambini e i ragazzi, durante il percorso della festa, faranno espe-rienza di come sia possibile una vita senza trucco e senza inganno!

Insieme ai bambini e ragazzi, anche i genitori saranno impegnatiin un percorso giochi. Sarà questa l’occasione, dunque, per incon-trarsi come famiglia, vivere una bella esperienza di Chiesa in uscita,proprio come ci invita a fare anche Papa Francesco, condividendola gioia di essere discepoli missionari e aprendo così i festeggiamentidei 150 anni dell’Azione Cattolica anche a Napoli.

Maria Rosaria SoldiPresidente Diocesano Azione Cattolica

Maggio alla scoperta del Museo dei Pellegrini

Con gli studenti del liceo statale“Eleonora Pimentel Fonseca”. Il sabato visite gratuite in italiano e francese

Città Nuova Stagione12 • 14 maggio 2017

Quinta edizione della campagna di sicurezzastradale “‘A Maronna t’accumpagna…

ma chi guida sei tu!”

Sicurezza stradalee nuove tecnologie:rischi e vantaggi

Giunge alla quinta edizione la campagna di sicurezza stradale “ ‘AMaronna t’accumpagna…ma chi guida sei tu!”. L’iniziativa si avvale della col-laborazione delle parrocchie e delle scuole cattoliche dell’Arcidiocesi diNapoli per coinvolgere i giovani che rappresentano la categoria di utenti dellastrada più a rischio sotto il profilo dell’incidentalità. A tal fine, sono stati te-nuti incontri specifici sull’argomento presso le parrocchie e gli istituti scola-stici per sensibilizzare i ragazzi su questo grave problema e, quindi, spronarliad assumere e promuovere comportamenti virtuosi, fondati sul rispetto delleregole e della sacralità della vita.

Alla campagna è abbinato un concorso, riservato ai giovani di età compre-sa tra gli 8 ed i 21 anni, sul tema “Sicurezza stradale e nuove tecnologie: rischie vantaggi” in cui i partecipanti sono stati chiamati a rappresentare, attraver-so le forme espressive ritenute più idonee, il loro punto di vista sul problemadell’incidentalità stradale, con riferimento, soprattutto, all’uso incontrollatodei nuovi dispositivi tecnologici, come smartphone, tablet, “action-cam”, na-vigatori, alla guida e, più in generale, nell’ambiente stradale.

I vincitori saranno premiati lunedì 15 maggio, alle ore 10, nel corso di unacerimonia pubblica presso il Museo Diocesano di Napoli, in largoDonnaregina, unitamente agli appartenenti delle forze dell’ordine che si sonoparticolarmente adoperati a favore della mobilità e della legalità. Hanno as-sicurato, tra gli altri, la loro partecipazione alla manifestazione il presidentedell’Anac Raffaele Cantone, il sottosegretario di Stato Antimo Cesaro, ilPresidente nazionale dell’Automobile Club Italia Angelo Sticchi Damiani, ildirettore nazionale del Servizio di Polizia Stradale Giuseppe Bisogno, il coor-dinatore della struttura tecnica per l’indirizzo strategico e lo sviluppo delMinistero dei Trasporti Ennio Cascetta, ed il Procuratore generale di Napoli,nonché presidente dei Seminari giuridici dell’Automobile Club Napoli, LuigiRiello.

Giornata Europea del Mare

Venerdì 19 maggio, ore 9Stazione Marittima di Napoli

CulturaNuova Stagione 14 maggio 2017 • 13

L’arte è preghieraRassegna a SantaMaria della Stella

L’arte è preghiera; “ Lode al Dioaltissimo” è la rassegna artisticatutta in ceramica, che RitaRagni, poeta, pittrice, ceramista,grafica e scultrice napoletana ,presenta presso la chiesa diSanta Maria della Stella sitanell’omonima piazza. Larassegna si inserisce nelprogramma partenopeo “maggiodei monumenti”, e a partiredallo scorso 2 maggio rimarràaperta al pubblica per tutto ilperiodo in cui Napoli accende iriflettori su arte e cultura.Nel lontano 2003, racconta RitaRagni, ho iniziato questaavventura con la mia primaesposizione presso la chiesa disan Francesco d’Assisi alVomero, ispirata ai misteri dellaluce appena introdotti per voleredi Papa Woityla. Da lì numerosevolte ha presentato in pubblicole sue opere, ricorda inparticolare 2 mostre quellapresentata ad Assisi e quella inSan Paolo fuori le mura aRoma, oltre le varie uscite incui è stata ospite presso lachiesa del Rosariello a Napoli,sede delle Unioni cattolicheOperaie grazie all’accoglienza delpresidente Pasquale Oliviero.D’ispirazione tutta religiosa,l’arte della Ragni cerca ilmessaggio di gioia insito nelmessaggio cristiano, il gaudio, laletizia, la pace interiore, il sensodella vita. L’arte si fa preghieranel momento della composizioneperché, dice l’artista, l’astrazioneche si raggiunge quando si creaè assimilabile a quella che sivive durante la preghiera. Quest’anno la mostra si declinasul tema del cibo. Piatti,alzatine, bicchieri, biscotti,mozzarella e frutta tutti inceramica, ad imbandire le tretavole allestite nelle cappelle ailati della navata centrale dellachiesa retta dai frati Minimi diSan Francesco di Paola. Tra levarie realizzazioni, si fa stradaallo sguardo dei visitatori, ilcalice che contiene un’ostia dipane ed un grappolo d’uva aricordare la fonte dei doni cheCristo ci ha lasciato e nei qualisi fa vivo durante le celebrazionieucaristiche. «Una mostra –conclude - che vuole essere unalode al Dio altissimo,nutrimento per l’anima chedurante il banchetto eucaristicosi mostra in abbondanza e adisposizione di tutti».

Rosaria La Greca

Campus LinkCollegamenti su gomma

nella zona di Monte Sant’Angelo

La Scuola Politecnica e delle Scienze di Basedell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’AziendaNapoletana Mobilità collaborano per favorire la mobilità so-stenibile e promuovere il trasporto pubblico collettivo.Insieme hanno dato il via all’operazione Campus Link, inizia-tiva che intende promuovere la connettività fisica e virtualetra i diversi plessi della Scuola dislocati nei quartieri diFuorigrotta e Bagnoli e che si configurano come un Campusvirtuale cittadino.

Coerentemente con tali obiettivi, è stata siglata una con-venzione per la sperimentazione di servizi per gli studenti uni-versitari da attivare alle principali fermate e a bordo dei busdella linea 615, collegamento-navetta attivo tra PiazzaleTecchio - stazione M2 - e il complesso universitario di MonteSant’Angelo.

Il collegamento avviene con quattro mezzi dedicati, forni-sce da ottobre scorso decine di corse giornaliere su un percor-so ottimizzato in termini di efficienza, con riduzione al mini-mo delle fermate intermedie, e serve giornalmente migliaia diutenti, la grandissima parte dei quali studenti e personale del-la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base. Il servizio è statooggetto, fin dal primo semestre dell’anno accademico2016/2017, di un consistente potenziamento da parte di Anm,finalizzato a sopperire, per quanto nelle possibilità di un ser-vizio su gomma in sede promiscua, alle esigenze di mobilitàche potranno essere pienamente soddisfatte solo con l’aper-tura della linea 7.

Nell’ambito della convenzione Anm e Federico II hanno av-viato l’attivazione di servizi tecnologici avanzati, tra i quali l’e-stensione della rete wi-fi universitaria alle fermate del servizio(e poi al percorso a bordo dei mezzi pubblici), la fruizione abordo dei bus dei servizi informativi messi a disposizionedall’Università mediante monitor multimediali, con la replicadelle stesse informazioni disponibili sui monitor dislocati neiplessi universitari e collegati alla intranet della scuola.

L’impegno di Anm e dell’Ateneo federiciano si estende adun numero crescente di servizi. È in corso di perfezionamentouna convenzione che permetterà agli studenti di utilizzare acondizioni particolarmente favorevoli e in modalità di abbo-namento alcuni parcheggi multipiano ad accesso controllatogestiti da Anm in prossimità del plesso di via Nuova Agnanodella Scuola Politecnica e delle Scienze di Base.

È possibile inviare online la dichiarazione dei redditi

Precompilata2017, si parteZero controlli sui documenti per chi laaccetta in autonomia e senza modifiche

Dichiarazione precompilata 2017, si apre il canale per l’invio. Daadesso è possibile spedire online la dichiarazione dei redditi, predi-sposta dall’Agenzia con l’ausilio del partner tecnologico Sogei, echiudere con pochi passaggi l’appuntamento annuale con il Fisco.Niente più carta né scontrini e ricevute da conservare per chi resti-tuisce in autonomia e senza modifiche il modello 730 digitale com-pilato dal Fisco: se la dichiarazione è accettata “in toto”, infatti,l’Agenzia non potrà più chiedere al cittadino di presentare la docu-mentazione che giustifica le somme portate in detrazione, come lespese sanitarie, universitarie, quelle per ristrutturazioni e gli altrisconti fiscali.

In queste due settimane dall’apertura della precompilata in mo-dalità consultazione (dal 18 aprile alle ore 7 di oggi) sono stati regi-strati più di 1 milione e 400mila accessi all’applicazione da parte di962.508 utenti distinti. Chi ha già controllato la dichiarazione e ac-quisito dimestichezza con il sistema che, schermata dopo scherma-ta, guida all’invio, lo ha fatto entrando sul sito delle Entrate perlopiùcon le credenziali Fisconline (52% dei casi) e Inps (39%). La dichia-razione 730 potrà essere modificata, integrata e spedita fino al 24 lu-glio; per il modello Redditi, invece, c’è tempo fino al 2 ottobre 2017.

Precompilata 2017, è possibile accettare o modificare e in-viare– Sono online e pronti per essere inviati, con o senza modifiche,circa 20 milioni di 730.

Da oggi è possibile anche modificare 10 milioni di modelliRedditi che potranno essere inviati a partire dall’11 maggio. In tota-le, se si contano anche i familiari a carico, i dati precaricatidall’Agenzia riguardano oltre 59 milioni e 700mila cittadini, pratica-mente l’intera platea dei residenti italiani. È uno sforzo enorme quel-lo che ha visto l’Agenzia raccogliere, in vista di questo terzo anno disperimentazione, quanti più dati per poter consegnare ai contri-buenti un modello il più possibile completo.

Con il supporto di Sogei, la società generale d’informatica parte-cipata interamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e lacollaborazione di tutti i soggetti chiamati a trasmettere le informa-zioni da precaricare nelle dichiarazioni, quest’anno sono confluitinei server del Fisco oltre 800 milioni di dati. Tra questi, 690 milionidi documenti fiscali relativi a spese sanitarie, compresi gli scontrinidei farmaci da banco; circa 94 milioni di dati relativi a premi assicu-rativi; più di 7 milioni e 600mila bonifici per ristrutturazioni, arredoe risparmio energetico. E ancora: oltre 8 milioni di interessi passivisui mutui contratti dagli italiani; circa 5 milioni e 600 mila dati rela-tivi a ristrutturazioni condominiali e quasi 4 milioni e mezzo di datirelativi a contributi previdenziali.

Bonus al riparo dai controlli documentali per le dichiarazio-ni accettate in autonomia - Con la versione 2017 si chiude il terzoanno di sperimentazione. Dal 2015, grazie alla precompilata, l’ap-proccio alla dichiarazione è radicalmente cambiato: dal vecchioschema “tu cittadino dichiari e io amministrazione, poi, controllo”,si è passati infatti a una modalità che, al contrario, prevede che sia ilcittadino a controllare i dati precaricati dal Fisco e, se tutto va bene,ad accettarli o, viceversa, a integrarli o modificarli.

Una nuova impostazione che, oltre al vantaggio di una maggioresemplicità, porta con sé anche degli evidenti benefici lato controlli.Il Fisco infatti rinuncia a controllare la documentazione a supportodelle detrazioni in caso di dichiarazione 730 accettata in autonomiae senza modifiche. Un beneficio che si estende anche alle dichiara-zioni 730 inviate, con o senza modifiche, tramite Caf e professionisti:saranno questi ultimi, infatti, in caso di controllo documentale, a do-ver esibire la documentazione al posto dei loro assistiti.

Tra le novità di quest’anno anche la possibilità di consultare e, senecessario, correggere, la dichiarazione precompilata 2016, purchésia stata inviata tramite l’applicazione web. Per le eventuali modifi-che della dichiarazione precompilata 2016 i contribuenti devonoutilizzare il modello Unico 2016 integrativo, disponibile online sele-zionando la funzione “cambia anno di dichiarazione”, all’internodell’applicazione, che consente di selezionare la dichiarazione su cuisi intende intervenire.

L’assistenza del Fisco L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei cittadini un sito

internet dedicato, raggiungibile all’indirizzo https://infoprecompi-lata.agenziaentrate.gov.it, dove sono presenti anche le risposte alledomande più frequenti. Inoltre, sono sempre disponibili i numeridell’assistenza telefonica: 848.800.444 da rete fissa, 06 966.689.07 dacellulare e +39 06.966.689.33 per chi chiama dall’estero, operatividal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 17 e il sabato dalle ore 9 alleore 13.

Provincia Nuova Stagione14 • 14 maggio 2017

Opera Pellegrinaggi

Arcidiocesi di Napoli

Pellegrinaggioa FatimaIn occasione

del centesimo

anniversario

delle apparizioni

Da venerdì 25 a martedì 29

agosto è in programma un

pellegrinaggio a Fatima, con

visite a Lisbona, Alcobaca e

Nazarè.

Volo diretto da Roma, con

quota individuale di

partecipazione di 765 euro,

comprensiva di trasferimento

in pullman da Napoli a Roma

e ritorno.

Per ulteriori informazioni:

Opera Pellegrinaggi

Arcidiocesi di Napoli, largo

Donnaregina 22

(081.557.42.56 –

333.581.75.12 –

333.784.69.82 –

[email protected] -

www.pellegrinaggiopan.com )

Meeting regionale Vita consacrata

Pompei, sabato 20 maggio

Ore 9 Accoglienza. Ore 9.30 Saluti del Cardinale Crescenzio Sepe, ArcivescovoMetropolita di Napoli; suor Maria Antonietta Barbato, presiden-te Usmi regionale; padre Francesco La Vecchia, presidente Cismregionale.Ore 10 Preghiera: “Maria sulle note del Magnificat il Sì dellaRedenzione”.Introduzione: Dom Michele Petruzzelli osb, Abate Ordinario diBadia di Cava dei Tirreni, Delegato della Conferenza EpiscopaleCampana per la Vita Consacrata.Ore 10.30 “La vita restituita. Esperienza della Fraternità dellaSperanza – Sermig” – Ernesto Oliviero, fondatore dell’Arsenaledella Pace.Ore 12 Dialogo con il relatore.Ore 13 Pranzo a Sacco.Ore 14.30 “Vita religiosa e Chiesa locale: la comunione e la suaincarnazione nei contesti quotidiani” – suor Fernanda Barbierosmsd, direttrice di Consacrazione e Servizio.Ore 15.40 Testimonianza di Giuseppina Avolio, consigliera na-zionale dell’Ordo Virginum.Ore 16 Celebrazione Eucaristica in Basilica presieduta da DomMichele Petruzzelli osb.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni: Usmi – suorCarmelina Sauchelli, [email protected] - 333.345.29.31; Cism –padre Damiano La Rosa, [email protected] -344.041.55.39; Ciis – Rosaria Castellano, [email protected] - 349.765.24.86; Ordo Virginum: Aurora Tartaglione,[email protected] - 327.296.96.20.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Editore: Verbum Ferens s.r.l.Organo di informazione ecclesiale

e di formazione cristiana

Reg. Tribunale di Napoli N. 1115

del 16.11.57 e del 22.10.68

Iscrizione Reg. Roc. N. 19131del 18.02.2010

Direttore Responsabile

CRESCENZO CIRO PISCOPO

Vice Direttore VINCENZO DORIANO DE LUCA

Redazione, segreteria e amministrazione:

Largo Donnaregina, 22 - 80138 NAPOLI

Tel. 081.557.42.98/99 - 081.44.15.00Fax 081.45.18.45

E-mail: [email protected] numero € 1,00

abbonamento annuale € 40 c.c.postale n. 2232998

Pubblicità: Ufficio Pubblicità

di NUOVA STAGIONE

Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati

non si restituiscono

Aderente alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

A.C.M. S.p.A. - Torre del Greco

Stabilimento Tipo-Litografico

Tel. 081.803.97.46

Chiuso in tipografia alle ore 17 del mercoledì

Il Cardinale Crescenzio Sepe nella chiesa di San Michele Arcangelo a Ottaviano

Aprirsi a Dio per unirsi agli altri

Una chiesa gremita per accogliere, aOttaviano, il Cardinale Crescenzio Sepe,lo scorso 8 maggio, nel luogo di culto inti-tolato a San Michele Arcangelo, per la ce-lebrazione in onore del Santo Patrono,nell’ambito delle numerose iniziativemesse in calendario per la festa patronale.

La prima visita in città dell’Arcivescovoha visto, oltre alla consueta partecipazio-ne di popolo e fedeli anche la presenza del-le autorità civili del posto, tra cui il sinda-co Luca Capasso e il presidente del consi-glio comunale Biagio Simonetti. Davantialle forze dell’ordine, il Cardinale Sepe haanzitutto messo in evidenza l’importanzadei festeggiamenti del Santo patrono.«Questa devozione – ha sottolineatol’Arcivescovo – non deve concretizzarsi sol-tanto nel ricordo della celebrazione eucari-stica. La vera devozione è quella di chi cercacostantemente nel Santo protettore la forzaper la vita e per la spiritualità».

«Il nome dell’Arcangelo Michele – ha

proseguito nel corso dell’omelia – derivada un’espressione che significa “Chi è comeDio?”. L’uomo non è come Dio, non deve er-gersi a Signore, perché questo tentativo fanascere le ingiustizie, il sangue, le guerre.Noi non siamo come Dio, ma abbiamo bi-sogno di Dio, dobbiamo aprirci a lui, unircie riconoscerci negli altri. Questo anche neimomenti di difficoltà. Non aprirsi a Dio ècome stare in una stanza chiusa senza portee finestre: corriamo il rischio di asfissia».

Nelle parole del Cardinale Sepe non so-no poi mancati i complimenti alla comu-nità cittadina, «Fate in modo che questacittà sia sempre un punto di riferimento pertutta la zona ecclesiastica e civile». «LaCittà e la Chiesa – ha conclusol’Arcivescovo nel ringraziare MicheleCutolo, presidente provinciale delMovimento Cristiano Lavoratori – seppurdiverse, devono procedere unite nella voca-zione alla solidarietà».

Le espressioni di incoraggiamento del

Cardinale Sepe sono state accolte congrande entusiasmo. Al termine della cele-brazione tutta la comunità locale, grataper la visita ha recitato insieme alPorporato la tradizionale Supplica allaMadonna di Pompei.

«Ringrazio il Cardinale Crescenzio Sepe– ha rimarcato il sindaco Capasso – che ciha dato la possibilità di stringerci intorno alui e ringrazio la città di Ottaviano, che ri-sponde sempre bene in queste occasioni».

Ringraziamenti al Cardinale sonogiunti anche da parte del presidente pro-vinciale del Movimento CristianoLavoratori Michele Cutolo, il quale ha sot-tolineato come Sepe porti con sé i tre papiche ha visto nel corso della sua lunga mis-sione, felicitandosi con lui per i cinquantaanni di sacerdozio e i venticinque di epi-scopato e infine ringraziando anche donMichele Napolitano, parroco della chiesadi San Michele Arcangelo.

Carmine De Cicco

CulturaNuova Stagione 14 maggio 2017 • 15

La decima edizione del “Premio Napoli Città di Pace” nato nel 2007, grazie ad una sinergia tra l’Arcidiocesi, l’Università Suor Orsola Benincasa, l’Unione cattolica della stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti della Campania

«Giustizia, verità e accoglienza presupposti di pace»Premiati il magistrato Federico Cafiero De Raho, il medico “salva migranti”

di Lampedusa Pietro Bartolo e i giornalisti Laura Goracci e Domenico Iannaccone. Presente il Cardinale Sepe

di Rosanna Borzillo

«La guerra non può non far paura, lapaura di morire deve esserci. Amo andaredove si combatte non per raccontare la mor-te, ma la vita che resta attaccata alle perso-ne. La guerra ti aiuta ad apprezzare la bel-lezza del vivere e a difendere contro tutto etutti la dignità delle persone». Le parole diLucia Goracci, tra i premiati dalla decimaedizione del premio “Napoli città di pace”(promosso grazie ad una sinergia tral’Arcidiocesi, il Suor Orsola Benincasa,l’Unione cattolica della stampa italiana el’Ordine dei giornalisti della Campania)chiariscono subito il senso di un riconosci-mento non soltanto giornalistico, ma voltoa segnalare l’impegno di testimoni e costrut-tori di speranza nei più diversi ambiti dellacomunicazione sociale.

Venerdì 5 maggio, al Suor OrsolaBenincasa, al premio nato nel 2007, oltre al-la Goracci, (inviata di guerra che ha seguitoalcuni dei conflitti internazionali più delica-ti degli ultimi anni dal Medio Orienteall’America Latina) Federico Cafiero DeRaho, procuratore capo della Repubblica diReggio Calabria, Pietro Bartolo, il medico diLampedusa e Domenico Iannaccone, gior-nalista. Parole di speranza vengono daCafiero De Raho: «Napoli può cambiare: lacamorra e la ‘ndrangheta non esisterannopiù». «In Campania - ha ricordato - grazie ainterventi quasi quotidiani, con arresti econdanne si è riusciti a sovvertire totalmen-

te quello che era l’andamento di quei territo-ri. Quando mi sono allontanato, per andarealtrove, tutti pronunciavano senza timore ilnome dei Casalesi in quella stessa chiesa do-ve fu ucciso don Peppino Diana».

«Questo accadrà anche a Napoli – è con-vinto il procuratore – perché i quartieri asse-diati dalla camorra saranno liberati». Ilpremio è stato consegnato dal cardinaleCrescenzio Sepe, che ha sottolineato «la ca-pacità di Napoli al dialogo, al confronto, al-l’accoglienza; e il significato di un riconosci-mento che diventa sprone a combattere tuttiinsieme per il trionfo della giustizia, presup-posto di ogni pace».

Sepe ha ricordato che «occorre impe-gnarsi quotidianamente perché in tempi diprofonda crisi di valori e di senso, di globa-lizzazione dei conflitti e dell’indifferenza, sirilanci la pace non in maniera astratta, ma

impegnandosi in un’azione di cambiamentoconcreto, a tutela dei beni comuni e in difesadei soggetti meno garantiti nei loro dirittifondamentali».

Ecco il riconoscimento al medico “salvamigranti” di Lampedusa che ha lanciato unappello accorato: «è tutta l’Europa che deveassumersi la responsabilità di promuoverela cultura dell’accoglienza. In 26 anni - haspiegato - ho visitato oltre 300mila migrantie raggiunto il record mondiale per un medi-co di ispezioni cadaveriche, alcune vera-mente strazianti: da corpi senza vita di don-ne incinte a bambini.

È per questo che vi chiedo: fermate que-sta strage». Accanto a Cafiero De Raho,Bartolo e Goracci, anche Iannaccone, auto-re e conduttore de “I Dieci Comandamenti”che ha spiegato come ami raccontare «la vitanormale con i suoi ha tempi, le sue pause, i

suoi silenzi. Se voglio proporre un modellotelevisivo di verità, non posso imporre qual-cosa di artefatto – ha detto Iannaccone - nel-la vita ci sono le pause e ci sono dei luoghiraccontati con rigore stilistico. È evidenteche, facendo televisione, curo le immaginiperché attingo dal filone e dalla ricerca deldocumentarismo e del cinema italiano. Sipossono fare inchieste, raccontare storie, faremergere i mali della società italiana, macon dei canoni che si avvicinino al flussonormale dell’esistenza umana». La cronacasi veste di poesia.

Alla premiazione, anche il Rettoredell’Università Suor Orsola Benincasa,Lucio d’Alessandro, il presidente dell’UcsiCampania, Giuseppe Blasi, il presidentedell’Ordine dei Giornalisti della Cam -pania, Ottavio Lucarelli, e il vicepresidentenazionale dell’Ucsi, Donatella Trotta.

Salvi per miracoloImmagini dall’iconografia popolare partenopea rap-presentati nella chiesa gotica di Donnaregina Vecchia

“Salvi per miracolo” è una performance teatrale, con gli stessi attori e la tecnica dei ta-bleaux vivants. Lo spettacolo, nato come un percorso itinerante e per spazi non convenzio-nali, è frutto di un intenso lavoro laboratoriale. Gli ospiti diventano idealmente spettatori eattori di un teatro anatomico, luogo in cui si incrociano lo studio del corpo con lo studiodell’estetica e dell’arte. Il pubblico, accompagnato in un viaggio visionario alla scoperta del-la fede visibile, potrà assistere attraverso la rappresentazione di dipinti strettamente colle-gati alla città di Napoli ad un affresco tutto partenopeo che si comporrà nei luoghi della chie-sa di Donnaregina Vecchia. Scene di vita popolare si animeranno in una galleria vivente av-volta dalla musica sacra, da quella popolare e dai suoni dei vicoli di Napoli. La valenza deiquadri non è meramente estetica, colui che osserva vi partecipa vivendo così un’esperienzadi conoscenza del corpo e del gesto dinamico, che lo avvicina maggiormente all’opera pit-torica, alla sua comprensione, alle sue funzioni simboliche.

All’Arciconfraternita dei Pellegrini la presentazione del libro “Lacrime di sale” di Pietro Bartolo e Lidia Tilotta

Non chiamateli clandestinidi Rosaria La Greca

Lacrime di sale è il libro scritto da Pietro Bartolo, medicolampedusano impegnato in prima linea sull’isola per gestirele emergenze del fenomeno degli sbarchi dalla Libia che da26 anni dilania la vita dei migranti e l’animo degli isolani.

Presentato a Napoli lo scorso venerdì, presso la sala delmandato dell’arciconfraternita dei Pellegrini sita all’internodell’omonima struttura ospedaliera, Lacrime di Sale è il libroche intende raccontare, con gli occhi di chi vive gli sbarchicon cadenza quotidiana, le storie di esseri umani costretti asubire soprusi in un assurdo viaggio in fuga da guerra mise-ria e sofferenza, un viaggio infernale che spesso dura anni eche altrettanto spesso si conclude nel peggiore dei modi.«Un libro privo di retorica, è un libro non di parole ma di vita,di emozioni», così la giornalista napoletana Donatella Trottache parla dell’autore come di «un eroe involontario ma noncerto inconsapevole, testimone di speranza e costruttore dipace».

Per don Tonino Palmese, Vicario episcopale per la caritàdella curia di Napoli e preposito dell’Arciconfraternita deiPellegrini, Lacrime di Sale è un libro che si legge e si fa legge-re in poche ore. «Pietro Bartolo soccorre i migranti in nomedel Salmo ottavo in cui si legge che Dio ha fatto l’uomo pocomeno degli Angeli».

«Ho voluto raccontare la verità, la realtà di nomi e volti

che certa stampa ha ridotto a numeri – dice Bartolo - ierisbarcati in 300; 40 i morti durante il viaggio; per domani si at-tendono altri 500; ancora 2 i gommoni approdati sulle nostrecoste. Ebbene – prosegue - questi numeri si chiamano,Mustafà, Favour, Gift; Pietro… che portano con storie di sof-ferenza, di solitudine, amore e disperazione». Pietro è ilbambino nato sul molo all’arrivo dall’estenuante viaggio chela sua mamma ha affrontato. Pietro Bartolo ha assistito du-rante il parto la donna, il cordone ombelicale legato con illaccio delle sue scarpe, non c’era altro a disposizione nellaconcitazione dei salvataggi che intanto avvenivano. La don-na ha voluto omaggiare il medico, dando al figlio il suo no-me. Queste sono le storie su cui Lacrime di Sale fa piena luce,

diverse da quelle che insinuano l’idea di «fantomatici “terro-risti” imbarcati sui gommoni. E sulle quali il dottore si chie-de con sgomento come si possa chiamare terrorista chi af-fronta un viaggio da cui se si esce vivo, il più delle volte si ar-riva a Lampedusa con la pelle ustionata dal carburante chea contatto con il materiale dell’imbarcazione crea delle esco-riazioni senza eguali, oppure gambizzato o torturato». Unapagina vergognosa della nostra storia contemporanea chepossiamo sconfiggere solo percorrendo la strada della soli-darietà. «Non chiamateli Clandestini» è il suo grido, non so-no degli invasori, non portano malattie e non rubano il lavo-ro a nessuno. « I migranti sono esseri umani, non sono altro,non sono alieni, ma esseri umani fatti poco meno degliAngeli».

Per Vincenzo Galgano primicerio dell’arciconfraternitache ospita l’evento, (a cui sono intervenuti, tra gli altri il que-store Antonio De Iesu e l’ex governatore Antonio Bassolino),Lacrime di sale è un valido strumento per prendere atto dellesofferenze altrui. Sofferenze che si perpetrano nel mare no-strum, il Mediterraneo: un tempo strada di incontri com-merciali e culturali, tramutato oggi in strada di fuga da unimpoverimento progressivo. Una realtà, quella degli sbar-chi, che va affrontata con lo spirito della rivoluzione moraleche ha portato il cristianesimo: la pietà per il prossimo.

Nuova Stagione16 • 14 maggio 2017

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXXI • Numero 17 • 14 maggio 2017

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com

ma 1, DCB Napoli

Reg. Trib. di Napoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68Redazione e Amministrazione: Largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli

E-mail: [email protected]

SETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Quote 2017

Gli abbonamenti si sottoscrivono presso la segreteria di “Nuova Stagione” oppure tramite versamento

sul c/c postale n. 2232998 intestato a Verbum Ferens s.r.l., largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli.

Abbonamento ordinarioAbbonamento amico

Abbonamento sostenitoreBenemerito a partire da

€ 40,00€ 50,00€ 150,00€ 500,00

Quote 2017

Gli abbonamenti si sottoscrivono presso la segreteria di “Nuova Stagione” oppure tramite versamento

sul c/c postale n. 2232998 intestato a Verbum Ferens s.r.l., largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli.

Abbonamento ordinarioAbbonamento amico

Abbonamento sostenitoreBenemerito a partire da

€ 40,00€ 50,00€ 150,00€ 500,00