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N. 15 • 29 aprile 2018 • 1,00 Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Rosanna Borzillo Antonio Boccellino Doriano Vincenzo De Luca Vincenzo De Gregorio Pier Paolo Petino Marianna Russo Elena Scarici Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro Marco Vetturino Gaudenzia Zilberti Gli interventi Famiglie e giovani nel Sud 2 L’otto per mille per in Paesi in via di sviluppo 5 Esercizi spirituali per i Diaconi permanenti 6 L’Esortazione Apostolica «Gaudete et exsultate» 10 5 maggio, Processione di San Gennaro 11 Meeting del Movimento Giovanile Guanelliano 12 Preti e scuole in marcia per la legalità 11 CITTÀ Assisi: la Campania offre l’olio per San Francesco 3 PRIMO PIANO CHIESA L’Arcivescovo incontra i nubendi 4 VITA DIOCESANA Il sottosuolo della Pietrasanta in tecnologia 3D 8 e 9 SPECIALE Vivere nell’amore di Dio da fratelli di Cristo @ Crescenzio Card. Sepe Ognuno di noi è strumento di bontà e di misericordia, di generosità di Dio che ci assiste: io sono il buon pastore e vi conosco. Gesù ci conosce dentro, fino a conoscere anche quelle cose che nemmeno noi immaginiamo, che neanche noi sappiamo, perché è il Dio che si è fatto come noi, è diventato come noi e ha preso su di sé anche le nostre debolezze, le nostre mancanze, i nostri limiti per portarci, in cambio, gioia, sicurezza, amore, ca- rità, solidarietà, fraternità. a pagina 7

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N. 15 • 29 aprile 2018 • € 1,00

Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Rosanna Borzillo • Antonio Boccellino

Doriano Vincenzo De Luca • Vincenzo De Gregorio

Pier Paolo Petino • Marianna Russo

Elena Scarici • Mariangela Tassielli

Gianpiero Tavolaro • Marco Vetturino

Gaudenzia Zilberti

Gli interventiFamiglie e giovani nel Sud 2

L’otto per mille per in Paesi in via di sviluppo 5

Esercizi spirituali per i Diaconi permanenti 6

L’Esortazione Apostolica «Gaudete et exsultate» 10

5 maggio, Processione di San Gennaro 11

Meeting del Movimento Giovanile Guanelliano 12

Preti e scuolein marcia

per la legalità

11

CITTÀ

Assisi: la Campania offre l’olio

per San Francesco

3

PRIMO PIANO CHIESA

L’Arcivescovo incontra i nubendi

4

VITA DIOCESANA

Il sottosuolodella Pietrasantain tecnologia 3D

8 e 9

SPECIALE

Vivere nell’amore di Dioda fratelli di Cristo@ Crescenzio Card. Sepe

Ognuno di noi è strumento di bontà e di misericordia, di generosità di Dio che ci assiste:io sono il buon pastore e vi conosco. Gesù ci conosce dentro, fino a conoscere anchequelle cose che nemmeno noi immaginiamo, che neanche noi sappiamo, perché è il Dioche si è fatto come noi, è diventato come noi e ha preso su di sé anche le nostre debolezze,le nostre mancanze, i nostri limiti per portarci, in cambio, gioia, sicurezza, amore, ca-rità, solidarietà, fraternità.

a pagina 7

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 29 aprile 2018

Usmi – Cism – Ciis

Ordo Virginum

Meeting regionaledella VitaConsacrataSabato 19 maggio

al Santuario

Madonna dell’Arco

Si svolgerà a Sant’Anastasia,

presso il Santuario Madonna

dell’Arco, il terzo meeting

regionale della Vita

Consacrata.

Accoglienza a partire dalle

ore 9. A seguire, alle ore 9.30,

i saluti di S. E. Mons.

Francesco Marino, Vescovo

di Nola; suor Maria

Antonietta Barbato,

Presidente Usmi Regionale;

padre Francesco La Vecchia,

Presidente Cism Regionale.

Alle ore 10, momento di

preghiera: “Gioia e fedeltà nel

servire la Chiesa e il mondo”.

Alle ore 10.15, conferenza di

Fratel Enzo Bianchi,

fondatore della Comunità

monastica di Bose, sul tema:

“Discernimento personale e

comunitario per una vita

religiosa gioiosa”.

Ore 13, pranzo a sacco.

Alle ore 14.30, testimonianza

di padre Antonio Coluccia

sdv sul tema: “Il Vangelo del

coraggio”.

Seguirà un dialogo-confronto

con il testimone.

Alle ore 16, Celebrazione

Eucaristica in Santuario

presieduta dal rev.mo Dom

Michele Petruzzelli osb, Abate

Ordinario Badia Cava dei

Tirreni e Delegato della

Conferenza Episcopale

Campana per la Vita

Consacrata.

La quota di partecipazione è

di euro 5. Per ulteriori

informazioni e prenotazioni:

Usmi: suor Carmelina

Sauchelli, 333.345.29.31 –

081.578.15.12.

Cism: padre Damiano La

Rosa, 342.776.96.74.

Ciis: Rosaria Castellano,

349.765.24.86.

Ordo Virginum: Aurora

Tartaglione, 327.296.96.20.

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Donnaregina”, in cam-mino con la Chiesa di Napoli, interviene nel percorso tracciato da S.Em.za Card. Crescenzio Sepe, apportando un contributo alla rifles-sione sulla lettera pastorale “Accogliere i pellegrini”.

Mercoledì 9 maggio, alle ore 16, presso la Pontificia FacoltàTeologica dell’Italia Meridionale “sez. S. Tommaso”, in viale ColliAminei 2, l’Issr, in collaborazione con la Caritas, organizza un con-vegno sul tema “Migranti: dall’accoglienza all’inclusione”.

Il declinare l’opera di misericordia sull’accoglienza dei pellegrinicon la questione degli immigrati, pone organizzatori e partecipantidi fronte ad una grande sfida che, come dice il Cardinale, si trasfor-ma per tutti, studenti, insegnanti di religione, operatori sociali e del-la carità, in “una missione di drammatica attualità”.

Drammatica poiché, se “ogni uomo è un pellegrino” e “ogni pel-legrino è mio fratello”, la persona che liberamente o per costrizionebussa alle porte della comunità civile e religiosa, merita di essere ac-colta e supportata in un libero percorso di inclusione.

Intanto, il Cardinale è consapevole di come “oggi accogliere unosconosciuto in casa è percepito come una rischiosa avventatezza”.Complici, probabilmente, di questa tendenza, “gli approcci politicispesso faziosi e demagogici, se non proprio razzisti”.

Il convegno, allora, si pone come risposta al pastore di Napoliche, parlando degli immigrati, così si esprime: “Noi, Chiesa diNapoli, con le nostre organizzazioni, dobbiamo farci carico di unapiù attenta opera di sensibilizzazione delle coscienze, di un sostegnomateriale e morale, di un accompagnamento vigile e concreto diqueste persone in percorsi di inserimento nella comunità.Impariamo, come ci insegna Papa Francesco, ad abbattere muri ecostruire ponti di solidarietà e fraternità”.

Questione di teologia pratica che, giustamente, merita l’attenzio-ne, tra le “organizzazioni” cattoliche sul territorio, anche dell’ISSR,dalla prospettiva educativa e culturale che lo contraddistingue,evangelicamente obbligato a svolgere la sua parte.

L’evento, introdotto da Antonio Scarpato, direttore dell’ISSR,sarà moderato da Giancamillo Trani, vicedirettore della Caritas dio-cesana. Interverranno: Stefania Rodà, dirigente Ufficio immigrazio-ne della Prefettura di Napoli; Roger Sylvestre Adjicoudè, responsa-bile Ufficio immigrazione della diocesi di Aversa; Vito Del Prete, do-cente dell’ISSR “Donnaregina”. L’iniziativa sarà arricchita dalla ri-flessione in musica di Federico Battaglia e i “MigrAngels”.

Il dovere dell’accoglienza

Prosegue il corso di formazione che sta impegnando parroci, insegnanti di religione, studenti e operatori, promosso dall’Ufficio diocesano

di pastorale giovanile e dalla Facoltà Teologica dell’Italia meridionale

Famiglie e giovani nel Sud di Rosanna Borzillo

Fede e giovani nel Sud: si interrogano i re-sponsabili dell’Ufficio diocesano di pastoralegiovanile e i docenti della Facoltà Teologicadell’Italia meridionale. Prosegue, infatti, ilcorso di formazione che sta impegnando damartedì 11 aprile (e fino al 5 giugno) parroci,insegnanti di religione, studenti, operatori dipastorale familiare e giovanile. Il secondo in-contro, martedì 17 aprile, su “Giovani, fami-glie e religione nel Sud Italia” ha previsto l’in-tervento di Federico D’Agostino, docente diSociologia della Famiglia alla Federico II.

A D’Agostino il compito di esaminare a chepunto siamo per poter elaborare una pastoralemirata e concreta. E così – nella sua lectio ma-gistralisdinanzi ad un uditorio attento e parte-cipato - il docente passa al setaccio il rapportointergenerazionale sottolineando che «oggi ilprimo dato importante è che i giovani restanoin famiglia fino a trent’anni: il 70%, infatti nonlascia la famiglia prima di quell’età. Un feno-meno – spiega il docente - tipico dell’Italia edella Spagna».

In pratica, quindi, si verifica il fenomenodel giovane-adulto che soggiornando a lungoin famiglia si inserisce in ritardo nella vita so-ciale. A questo si aggiunge l’elemento culturaleche si collega ad un altro fenomeno cheD’Agostino definisce della famiglia minima edella famiglia lunga. La prima sarebbe costitui-ta dal figlio unico: una famiglia effetto dellaglobalizzazione dove si manifesta una relazio-ne di tipo verticale e non orizzontale, dove pra-ticamente è venuto a mancare il rapporto coni fratelli e le sorelle. «Il figlio unico – diced’Agostino – difficilmente riesce a distaccarsie si crea un rapporto simbiotico con i genitori:questo ritarda la sua autonomia e il suo inseri-mento nella vita adulta».

Accanto a questo il docente parla di uncambiamento del modello di comunicazione:

una nuova cultura giovanile che porta i ragazziad una perenne connessione. La stessa fami-glia – spiega D’Agostino – è una piazza, non èpiù un luogo di intimità.

Cosa resta, allora, della famiglia, è la do-manda che occorre porsi. «È un guscio vuoto– dice il docente – da una famiglia etica da cuivenivano le regole, si arriva ad una famiglia af-fettiva in cui ci sono genitori elastici e flessibili,che negoziano le regole per mantenere il dialo-go con i figli, per non perdere l’unica possibi-lità di contatto che hanno con loro».

E allora quale può essere la soluzione? Ilproblema – è convinto d’Agostino – è sempre illavoro che si lega alla formazione. «Oggi –chiarisce il docente sociologo – già a 15-16 an-ni si inizia a preoccuparsi e a parlare di forma-zione, di futuro. I nostri ragazzi si preoccupa-

no di ciò che dovranno fare e soprattutto del la-voro che intenderanno intraprendere. Quandonoi eravamo piccoli non era così. Il problemaè che sono aumentati i bisogni. Dipende dellacosiddetta forbice di Merton secondo il qualeesiste «discontinuità tra scopi culturali e mez-zi legittimi per raggiungerli. Pensando agliStati Uniti, egli vede il “sogno americano” co-me un’enfasi del successo economico, comescopo culturale, a cui però non corrispondeun’adeguata enfasi sui mezzi legittimi per rag-giungerlo. Questa contraddizione porta a unaumento considerevole di devianza». Ecco ciòche avverrebbe anche nella nostra società e, inparticolare, nelle classi medio basse.

E, ancora, nei tempi passati c’erano nonni,zii che avevano la funzione di mediare il ruolodella famiglia, ora sono venuti meno le figureparentali ed è cambiato anche il ruolo delladonna «in sovraccarico depressivo» – diceD’Agostino ed aggiunge: «per ogni donna cheesce c’è bisogno di un uomo che rientra, altri-menti la famiglia va allo sbando». Ecco, allora,il suggerimento: «un’associazione di famiglieche osano condividere e supplire il ruolo dellefigure parentali, che condividono problemi,aspettative e bisogni».

La sfida da vincere è quella della prossimitàper poter sopravvivere e per poter superare iconflitti.

Ma D’Agostino va oltre: disegna una sortadi identikit della famiglia al Sud. Famiglie di-vise che lottano per restare in piedi, spesso inpreda a dipendenze di ogni tipo, dove i ragazzivivono una religiosità spesso rituale o di criticaalla Chiesa, dove insomma si «avverte il distac-co dalle Istituzioni». È con questa realtà cheoccorre fare i conti. E con questi giovani che cisi deve relazionare per progettare percorsi cre-dibili di pastorale familiare e giovanile. Il testi-mone adesso passa agli operatori pastorali.

Primo Piano ChiesaNuova Stagione 29 aprile 2018 • 3

Il Messaggiodei Vescovicampani

In letizia,nonostantetuttoSorelle e fratelli nella fede in

Cristo Gesù,

quest’anno la Regione

Campania porterà in dono ad

Assisi (4 ottobre) l’olio per la

«Lampada di san Francesco». Il

Santo di Assisi ci è dato come

modello perché ciascuno di noi

possa meglio seguire, e con

gioia, le orme di Cristo (1Pt

2,21). San Francesco mostra

infatti come solo assumendo in

pienezza la logica della croce,

che tante volte cerchiamo di

evitare, possiamo trovare la

perfetta letizia e quella segreta

dolcezza che Dio rivela ai suoi

amici.

La gioia sana, tratto distintivo

delle genti campane, deve quindi

accompagnarci ancora, anche in

anni difficili come i nostri, in

cui molte famiglie sono in

ristrettezza e molti dei nostri

giovani devono emigrare per

cercare lavoro altrove. Poiché,

afferma il Santo di Assisi, «dove

è povertà con letizia, / ivi non è

cupidigia né avarizia», e «dove è

il timore del Signore a custodire

la sua casa, / ivi il nemico non

può trovare via d’entrata»

(Ammonizione XXVII). Da parte

sua, Papa Francesco insegna che

la lotta dura che il cristiano è

chiamato a combattere con se

stesso per mantenersi fedele al

Vangelo «non implica uno

spirito inibito, triste, acido,

malinconico, o un basso profilo

senza energia»; chi infatti

testimonia senza reticenze la

propria fede «è capace di vivere

con gioia e senso dell’umorismo.

Senza perdere il realismo,

illumina gli altri con uno spirito

positivo e ricco di speranza»

(Gaudete et exsultate, 122).

Anche per questo ci rechiamo ad

Assisi, per trarre un nuovo

entusiasmo nel vivere la fede. Il

pellegrinaggio delle nostre

diocesi nei giorni 3-4 ottobre,

sarà perciò un vero momento di

festa. Invitiamo tutti,

parrocchie, realtà ecclesiali,

associazioni, movimenti e

gruppi, singoli fedeli, soprattutto

i giovani, ai quali sarà dedicato

un apposito Sinodo, a unirsi a

noi (seguirà un programma più

dettagliato); chi invece non

potrà accompagnarci

fisicamente, lo faccia con la

preghiera.

Presentato nella Basilica di Santa Restituta al Duomo, il programma dell’evento, civile e religioso, legato alla prossima Festa di San Francescod’Assisi, cui parteciperà la Campania, a nome di tutte le regioni d’Italia,

per offrire in dono l’olio per la Lampada del Santo Patrono d’Italia

Uniti, per una testimonianzadi fede e di pace

servizio a cura di Doriano Vincenzo De Luca

La Campania ad Assisi il prossimo 3 e 4 ot-tobre per portare in dono l’olio per la Lampadadi San Francesco, Patrono d’Italia. Una grandemobilitazione - si prevedono, infatti, circa15mila pellegrini - che vedrà insieme le istitu-zioni regionali, provinciali e cittadine collabo-rare per un grande pellegrinaggio, all’insegnadel riscatto sociale e civile.

Nella Basilica di Santa Restituta al Duomo,sabato scorso, il Cardinale Crescenzio Sepe, inqualità di Presidente della ConferenzaEpiscopale Campana, insieme al portavoce delSacro Convento di Assisi, Padre EnzoFortunato, ha illustrato il grande evento.«Sarà una festa - ha detto l’Arcivescovo diNapoli - all’insegna dei valori incarnati e testi-moniati da San Francesco, volti a promuovereil rispetto e la dignità dell’uomo. Sarà un’occa-sione per poter mostrare quel volto di Napoliche ha sempre avuto nel suo Dna i valori dellapace, della fraternità e del dialogo». Un mes-saggio attuale contro ogni forma di violenza ediscriminazione: «Francesco - ha aggiuntoSepe - predicava pace e dialogava con il lupo,apriva il suo cuore ad ogni persona.Necessario un ritorno al suo insegnamento,che va predicato soprattutto ai nostri ragazzi».«Se noi calassimo le mani, ci scoraggiassimo,ci estraniassimo dalla vita della società - hacontinuato il Cardinale -, allora sarebbe lasconfitta personale, sociale, comunitaria. Seinvece riusciamo a reagire con la collaborazio-ne e l’accompagnamento di tutti coloro chehanno responsabilità ad ogni livello, allorapossiamo far risplendere quel volto bello diuna regione invidiata da tutto il mondo».

L’Arcivescovo di Benevento, monsignorFelice Accrocca, coordinatore dell’evento, haricordato il Messaggio dei Vescovi dellaCampania in occasione del pellegrinaggio «Inletizia, nonostante tutto». «Un “nonostantetutto” che allude alle difficoltà dei territoricampani, nonché alla migrazione dei giovani ealla povertà. Ma la letizia sottolinea la gioia sa-na del popolo campano e il coinvolgimentodelle realtà francescane sul territorio», citan-do il forte legame tra la stessa Campania e ilfrancescanesimo: «i santi francescani campa-ni sono numerosi - ha ricordato Accrocca - tratutti ricordiamo San Ludovico da Casoria eSan Padre Pio da Pietrelcina».

Anche Padre Enzo Fortunato ha sottolinea-to la necessità di recuperare modelli sani «cheaiutino a fare pace dentro di noi. Francesco èl’uomo che insegna per eccellenza a riconosce-re le nostre potenzialità e i limiti interiori.Abbiamo bisogno di un’anima pacificante al-trimenti il rischio è la spirale che genera violen-za». Ad Assisi, ha ricordato Padre Enzo, arrive-ranno i sindaci di circa 550 comuni campani,230 saranno piccoli comuni, elemento moltoimportante che va a sottolineare «l’importanzadei territori e la grande religiosità popolaredella Campania».

Esperienza civile ed ecclesiastica insieme,dunque. «C’è bisogno di tornare alle fonti del-l’identità italica, non solo per le radici culturalidella lingua italiana di cui il Cantico delleCreature è espressione ma anche alle radicidella spiritualità, per recuperare le virtù di la-boriosità e fraternità caratteristiche del nostro

territorio» ha, infatti, affermato Luigi Mansi,sindaco del Comune di Scala, città più anticadella Costa d’Amalfi, membro del direttivo na-zionale dell’Anpci e del comitato organizzatoredelle celebrazioni nazionali del 3 e 4 ottobre adAssisi.

Monsignor Orazio Soricelli, Arcivescovo diAmalfi-Cava e Delegato Cece per il turismo e iltempo libero si è detto convinto che laCampania parteciperà in modo autentico: «Sicammina insieme verso Assisi e verso un testi-mone credibile del Vangelo, uno dei più perfet-ti somiglianti al Cristo. Si tratterà di un mo-mento forte di crescita e di ampio coinvolgi-mento». Gli fa da sponda monsignor CiroMiniero, Vescovo di Vallo della Lucania eDelegato Cec per le comunicazioni sociali:«Itinerario nella pace e occasione di riflessionecollettiva, una vetrina del saper vivere in comu-nità».

Ad Assisi per la quinta voltaCostituito uno speciale Comitato promotore

È il quinto pellegrinaggio che la Campania vive nella città di SanFrancesco, dopo le visite, con l’offerta dell’olio, del 1944, 1961, 1979 e1998. La città capofila è Napoli che offrirà l’olio (500 litri) per la lampadavotiva, ma ci sarà un grande impegno e sostegno economico da partedella Regione che organizzerà una serie di eventi per rendere il pellegri-naggio un modo per far conoscere all’Italia e al mondo i nostri prodottidi qualità. Nell’iniziativa, infatti, sono coinvolti i brand di EccellenzeCampane di Paolo Scudieri, le pizze di Enzo Staiano, il pizzaiolo del pa-pa, l’arte presepiale di Antonio Cantone, che esporrà il presepe che è giàstato in piazza San Pietro. In più la regione si è impegnata ad allestiresulla piazza del Convento una mostra sulla presenza francescana inCampania, ha organizzato un’esposizione di noti artisti (uno per ognicapoluogo di provincia) e a sostenere il restauro di un affresco.

Per coordinare tutte le iniziative è stato costituito un comitato, coor-dinato dall’Arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, compostoda rappresentanti della Regione, del Comune, di Scabec, della Curia ealtri enti. Ad Assisi si potrà giungere in pullman e in autobus attraversol’organizzazione messa a disposizione dal Comitato, ma, volendo, comein un vero pellegrinaggio, anche a piedi.

Nel pomeriggio del 3 ottobre la Cerimonia inaugurale, mentre il 4 ot-tobre alle ore 10 ci sarà la Santa Messa, presieduta dal CardinaleCrescenzio Sepe e concelebrata da tutti i Vescovi della Campania, chesarà trasmessa in diretta su Rai 1. Con i presuli, il Presidente dellaRegione Vincenzo De Luca, il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che,

insieme agli altri sindaci, rappresenteranno l’intera nazione nel gestodell’accensione della lampada.

In preparazione al pellegrinaggio ci sarà ad Assisi un altro evento, il1 e il 2 settembre, che coinvolgerà i giovani, i movimenti, i gruppi e le as-sociazioni di volontariato, dal tema «I santi ci precedono», mentre intutte le Diocesi della Campania, in prossimità dell’evento verrà celebra-ta, in concomitanza e in un luogo francescano, una speciale Veglia diPreghiera.

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 29 aprile 2018

Frati DomenicaniConvento SanDomenico MaggioreSocietà InternazionaleTommaso D’Aquino

Seminario permanente distudio dei testi di San Tommaso.Ultimo incontro: lunedì 7 mag-gio, alle ore 16.30, presso l’aulaSan Tommaso, in vico SanDomenico Maggiore 18, Napoli.

Centro MissionarioDiocesano

Seminario di studio e di for-mazione missionaria per cono-scere le grandi religioni nel mon-do e per il dialogo interreligioso.Gli incontri, guidati da padreGiuseppe Buono, docente diMissiologia e di BioeticaInterreligiosa, si tengono pressola Basilica del Buon Consiglio aCapodimonte. Prossimi appun-tamento: martedì 8 maggio, mar-tedì 22 maggio e martedì 5 giu-gno, sempre alle ore 17. Per ulte-riori informazioni: [email protected] oppure [email protected]

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese, in-

contro mensile di preghiera deimalati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 16 mag-gio, a partire dalle ore 16. Alle ore17, celebrazione della SantaMessa. I padri sono disponibiliad accogliere i fedeli che deside-rano ricevere il sacramento dellaPenitenza.

Associazione Figli in Cielo

Le famiglie aderentiall’Associazione “Figli in Cielo”si incontrano ogni terzo sabatodel mese, a partire dalle ore 17,presso la Basilica del BuonConsiglio a Capodimonte. Le ri-flessioni e le preghiere sono gui-date da mons. NicolaLongobardo. Prossimo appunta-mento 19 maggio.

* * *

Cuore a Cuore ti parlerò. Educare all’affettività, l’Azione Cattolica in formazione

Un percorso per tutta la vita

Genitori anche se non più coniugiProsegue il cammino di formazione dedicato a chi vive il conflitto della separazione

e a chi vuole tentare di curare questa ferita della famiglia

L’Ufficio Famiglia e Vita della Diocesi di Napoli da alcunianni pone la propria attenzione particolare alle “ferite” dellefamiglie.

In questa direzione propone un percorso di formazionepermanente intitolandolo “La strada si apre” per mettere inrilievo le prospettive di apertura, accoglienza e inclusione of-ferte dalla “Amoris Laetitia”, di Papa Francesco, per coloroche hanno subito una separazione nel loro matrimonio.

Il primo appuntamento di questi percorsi si è svolto nelmese di dicembre del 2017 con il titolo: “Chi ci separerà dal-l’amore di Dio?”.

Il secondo si è svolto lo scorso 18 aprile presso l’ipogeo del-la Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio aCapodimonte, sul tema: “Genitori anche se non più coniugi”,una riflessione sviluppata da Mariano Iavarone, consulente emediatore familiare.

Il relatore ha approfondito la ferita della separazione dalpunto di vista dei figli, osservando che il conflitto dei genitoripuò essere da loro vissuto come un trauma che comporta unaserie di disturbi psicologico-comportamentali molto piùprofondi di quanto si possa immaginare ad un’osservazionetroppo spesso superficiale della realtà. Iavarone ha certamen-te dato diversi spunti di riflessione ma nel contempo è statodi grande aiuto a coloro che affrontano il superamento di que-ste sofferenze con l’aiuto della fede.

Nutrita la partecipazione, e molto attenta e interessata.Diversi i partecipanti intervenuti per la prima volta. Positivele impressioni dei presenti che hanno incoraggiato a prose-guire e approfondire queste tematiche così scottanti sia per lacomunità ecclesiale che per la società civile.

Ad arricchire l’incontro hanno contribuito, con la loro te-stimnianza, i coniugi Cigliano, venuti appositamente daIschia, rappresentanti di “Retrouvaille”, un’iniziativa inter-nazionale che contribuisce a sanare le crisi di coppia evitandocosì il dramma della separazione attraverso una metodologiache agisce soprattutto sul potenziamento della relazione co-niugale.

Équipe famiglie ferite – Ufficio Famiglia e Vita

Abitando il festoso contesto dell’Is -pettoria Salesiana Meridionale sita in viaDon Bosco, l’Azione Cattolica della dioce-si di Napoli ha vissuto nel pomeriggio didomenica 15 aprile la seconda tappa delpercorso formativo di questo triennio as-sociativo; il titolo di questo secondo labo-ratorio di formazione è stato: “Cuore aCuore ti parlerò – Educare all’affettività,un percorso per tutta la vita”.

In linea con la prima tappa vissuta afebbraio e incentrata sul tema della co-municazione approfondito con il giorna-lista Marco Iasevoli e con altri esperti delsettore, la scelta dell’argomento da svi-scerare è ricaduta non a caso su un ambi-to legato a doppio filo conduttore con lacomunicazione, quello dell’affettività edella sessualità, strettamente connessi,tutti e tre, a quello più ampio delle relazio-ni.

Dopo il saluto del presidente diocesanoMaria Rosaria Soldi, il primo momentodella giornata è stato dedicato alla pre-ghiera centrata sulle parole del titolodell’Laboratorio di formazione: “Cuore aCuore ti parlerò”; l’assistente unitario donGiuseppe Rinaldi ha approfondito la figu-ra del “discepolo amato”, proponendo lalettura del Vangelo di Giovanni 13, 25 incui è raccontato del discepolo Giovanniche si china sul cuore di Gesù quando ilMaestro comunica ai suoi discepoli cheverrà tradito da uno di loro.

Francesco Del Pizzo, vice presidentediocesano Settore adulti, ha dato il via conuna breve introduzione ai temi “affettivitàe sessualità”, sottolineando quanto questidue argomenti debbano essere centraliper l’impegno educativo e quanto sia fuor-viante la tendenza allo sbilanciamentoverso il secondo di questi, la sessualità; «ilgrosso errore che si rischia di commettere èdunque quello di sottovalutare l’affettività,trattando il tema delle relazioni solo dalpunto di vista della sfera corporale che pu-

re conserva la sua centralità se in connes-sione con quello dell’affettività».

I lavori sono poi proseguiti per quasidue ore con i laboratori: gli educatoridell’Acr sono stati guidati da MariangelaBeato, psicologa e psicoterapeuta; glieducatori dei giovanissimi da Anna LuciaGiustiniani, psicologa e psicoterapeuta;gli animatori dei giovani e degli adulti daAntonio Gentile, docente presso laPontificia Facoltà Teologica dell’ItaliaMeridionale.

I laboratori sono stati il luogo in cui glieducatori hanno avuto l’occasione di ap-profondire e lavorare con gli esperti inter-venuti attraverso percorsi di conoscenza edi condivisione strutturati sulla base di at-tività, domande ed esperienze formativeche hanno fatto zoom su affettività e ses-sualità. «Né affettività né sessualità ma re-lazione. È il senso ed il valore della relazioneche risponde a quanto tu sei importante per

me, a partire da un’altra domanda di fondo,qual è il valore che io do al mio corpo?Bisogna essere chiari nella comunicazionee soprattutto arrivare nella comunicazioneprima che altri arrivino e diano messagginon in sintonia con norme e valori che inuna comunità complessa come la nostranon sempre sono facilmente identificabili[…] Il primo punto è quindi relazione, il se-condo è quello del corpo e della conoscenzadel corpo, il terzo è il senso, il senso delle no-stre relazioni».

Questi alcuni dei punti focalizzati nelleconclusioni da Del Pizzo a margine dellecondivisioni e delle testimonianze espres-se da ciascun esperto concernenti i lavorisvolti nei laboratori di settore su questidue macro temi e sull’educare all’affetti-vità che, come descritto dallo stesso sotto-titolo del laboratorio, costituisce un “per-corso per tutta la vita”.

Marco Vetturino

APPUNTAMENTI

Centri del Vangelo

Incontro di formazione

Sabato 5 maggio, dalleore 9.30 alle 12.30, presso ilSeminario Maggiore Arcive-scovile, in viale Colli Aminei,si terrà il terzo incontro diformazione e aggiornamen-to per gli operatori pastoralidei Centri di evangelizzazio-ne.

Le riflessioni saranno gui-date da padre Francesco LaVecchia o.p. Superiore Pro-vinciale.

Vita EcclesialeNuova Stagione 29 aprile 2018 • 5

Dal 1990 ad oggi sono 14.529 i progetti realizzati grazie ai fondi 8xmille che la Chiesa italiana decide di destinare ai Paesi in via di sviluppo. Il punto con don Leonardo di Mauro, responsabile del Servizio

Interventi caritativi a favore dei Paesi del terzo mondo della Conferenza episcopale italiana

“Un atto di restituzione”Dal 1990 ad oggi 14.529 progetti sono

stati realizzati grazie ai fondi 8xmille che laChiesa italiana decide di destinare ai Paesiin via di sviluppo. Solo nell’ultimo qua-driennio (2013/2016) i progetti approvatisono stati 2.727 per un importo complessivodi euro 370.432.687,49. Progetti di forma-zione e sviluppo sociale a favore della scola-rizzazione dei bambini, alfabetizzazionedegli adulti, prevenzione e cura delle malat-tie, sviluppo agricolo, promozione delladonna, a fianco dei rifugiati di guerra.Dietro a ogni progetto, c’è un popolo di per-sone che per conto di diocesi, parrocchie,Caritas e Ong, hanno deciso di spendere lapropria vita o un periodo per i più poverinelle periferie del mondo. Ne parliamo condon Leonardo di Mauro, responsabile delServizio degli interventi caritativi a favore

Ocse che abbraccia i Paesi a basso e medio-basso reddito.

In che percentuale alla fine vengonoapprovati?

Ogni anno riceviamo quasi 1.300 proget-ti e ne vengono approvati 700/750. Per cuipossiamo dire, più della metà.

Una volta che il finanziamento è ap-provato, cosa succede? Come fate a con-trollare che il progetto si è realmente rea-lizzato?

Innanzitutto se la somma è importante,viene divisa in tranche e ogni tranche deveessere regolarmente rendicontata. Non pos-siamo autorizzare l’invio della secondatranche se la prima non è stata rendicontatacon una relazione, con giustificativi conta-bili e con delle foto. E poi a campione faccia-mo anche delle visite sul posto.

Alcuni dicono che il vostro servizio èl’immagine buonista dell’8xmille. Comerispondete a questa critica?

Se c’è questa percezione, è perché ormaisi è abituati ad interpretare il mondo e, quin-di, anche la Chiesa secondo le categorie delprofitto e dell’immagine. Da parte, invece,di chi ci sta dentro, posso dire che è un gestodi grande generosità. I bisogni sono tantianche in Italia e la divisione dell’8xmille èequa, con un terzo al sostentamento del cle-ro, un terzo per il culto e un terzo per la ca-rità. Da questo terzo per la carità, la Chiesaitaliana ha deciso di destinare un 10% aiPaesi del terzo mondo che sono purtroppoimpoveriti a causa di un Occidente che pri-ma li ha sfruttati e poi li ha dimenticati ocontinua a sfruttarli. Per questo, preferiscodefinire questa somma della Chiesa italianacome un atto di restituzione.

Doriano Vincenzo De Luca

presidenza il suo parere.Chi fa parte del Comitato?Il Comitato si riunisce 6/7 volte l’anno ed

è formato da 14 membri. Il presidente è il ve-scovo di Susa, mons. Alfonso BadiniConfalonieri. Poi ci sono 3 membri di dirittoche sono i responsabili del Servizio degli in-terventi caritativi a favore dei Paesi del terzomondo, della Caritas italiana e dellaFondazione Missio. E ancora: 3 personeprese dal Consiglio missionario nazionale e8 esperti nominati dal Consiglio permanen-te scelti tra professori universitari, medici,ingegneri, persone che hanno esperienza dicooperazione.

Chi presenta i progetti?I soggetti che possono presentare i pro-

getti al nostro Servizio sono preferenzial-mente le Conferenze episcopali e le diocesidei Paesi poveri che fanno parte della lista

dei Paesi del terzo mondo della Conferenzaepiscopale italiana, per capire come nasce esi sviluppa un progetto. Un ufficio compo-sto da 12 persone. È qui che arrivano le pro-poste e da qui partono i finanziamenti.

Don Leonardo di Mauro, con quali cri-teri si scelgono i progetti?

Prima di tutto si verifica la bontà del pro-getto, poi si analizza la validità di quello chesi vuole fare, se è utile per la gente del Paesee se c’è l’approvazione del vescovo o dellaConferenza episcopale locale. Dopodichél’altro criterio è quello di vedere la congruitàdel budget.

Chi decide?La decisione finale viene presa dalla

Presidenza della Cei che firma il decreto difinanziamento. C’è però un Comitato con-sultivo, tecnico e specializzato che offre alla

Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 29 aprile 2018

Parrocchia San Rocco a Ponticelli

La sollecitudinedel Pastore

La comunità di San Rocco a Ponticelli ha vissuto, lo scorso 22 aprile, un evento ricco disignificato che segna una tappa importante nel cammino di comunione della parrocchia. Ilmomento di grazia per il conferimento del possesso canonico al nuovo parroco don Carlode Rosa ha visto l’intera famiglia parrocchiale in movimento. Grandi e piccoli hanno datoil meglio nel preparare l’evento tanto atteso. Rendiamo grazie al Signore che ci ama, anzi cipredilige perché piccola periferia, lo ha manifestato in modo chiaro il Cardinale CrescenzioSepe durante l’omelia quando ha trasmesso con forza il suo amore di padre e di maestro neiconfronti della comunità. Una giornata scandita dalla voglia di partecipazione attiva alla vi-ta della Chiesa.

L’accoglienza festosa di piccoli e grandi in piazza, le persone affacciate ai balconi ador-nati, la banda musicale e tanto altro hanno rivelato il tanto bene che spesso rimane nel som-merso. È stata una festa piena di calore e di colore con la chiesa vestita a festa in un climadi preghiera sostenuto dalla corale. Quindi il taglio della torta, decorata a tema e accompa-gnata dalle parole augurali della comunità: auguri per il tuo cammino di santità, quella san-tità costruita nel quotidiano, con pazienza, giorno dopo giorno e che ti abilita ad entrare nelcuore della gente. Quella stessa gente che lo ha affidato al Beato Luigi Palazzolo, affinchélo conduca a vivere da povero tra i poveri, ricco di Dio senza beni materiali, fiducioso nellaProvvidenza. Con l’aiuto del Signore che non delude mai, non mancheranno al pastore ladocilità del gregge e al gregge la sollecitudine del pastore.

Gaudenzia Zilberti

Esercizi spirituali per i diaconi permanenti, guidati dal Vescovo Ausiliare Mons. Gennaro Acampa

La fede, una continua scoperta di DioI diaconi permanenti, accompagnati

dalle loro spose e figli, si sono ritrovati peri consueti esercizi spirituali.L’appuntamento era al centro diSpiritualità “Santissima Annunziata”,presso il convento dell’Ordine deiCarmelitani Scalzi, a Maddaloni, in pro-vincia di Caserta. Guidati dal VescovoAusiliare S. E. Mons. Gennaro Acampa eda don Carmine Nappo, i diaconi hannocondiviso le proprie esperienze pastorali,approfondito la conoscenza della Paroladi Dio e il proprio ruolo nel ministeroOrdinato.

Le giornate sono state scandite dalla li-turgia delle ore, dalla meditazione di bra-ni del vangelo, seguita dalla riflessionepersonale in silenzio, e a fine giornata dal-la condivisione in assemblea, momentodurante il quale ognuno ha testimoniatocon umiltà, sincerità e ardore il carismaricevuto e l’esperienza vissuta nelle co-munità di appartenenza.

La prima meditazione ha riguardato ilpasso “La scelta di Dio”, tratto dal vangelodi Luca (14, 25-35). Dalle riflessioni deipresenti è emerso che l’uomo contempo-raneo, immerso in una società in conti-nua trasformazione avverte l’esigenza diristabilire ordine nella propria vita e chela testimonianza della comunità cattolicadeve essere quella di avere scelto Cristocome unico punto di riferimento, fondan-do su di Lui il progetto di vita e affidando-si a Lui con totale abbandono e senza nes-sun compromesso.

La seconda giornata è stata ricca dispunti. Abbiamo riflettuto come genitorisull’angoscia provata da Maria, in quei tregiorni in cui aveva smarrito il proprio fi-

glio. La stessa angoscia che poi sperimen-terà, insieme agli apostoli, in quegli ultimitre giorni della Passione, morte eRisurrezione di Gesù. Tante sono state ledomande che sono affiorate, in particola-re se anche noi abbiamo la forza di prega-re, specie nei momenti difficili, anchequando non comprendiamo cosa sta ac-cadendo attorno a noi.

Abbiamo meditato su alcuni momentidel cammino di fede dell’apostolo Pietro,che è presente, seppur con sfumature di-verse, in tutti e quattro i vangeli. Per Pietrola fede è stato un cammino difficile, conmomenti di entusiasmo ma anche di fragi-lità, in cui tutti possiamo rispecchiarci. Lafede cresce per la continua scoperta di Dio

che ha di fiducia verso di noi, scoperta checome è successo a Pietro, avviene nella vitaquotidiana, caratterizzata dal lavoro, dal-la stanchezza, da insuccessi.

«Maestro, abbiamo faticato tutta la not-te e non abbiamo preso nulla; ma sulla tuaparola getterò le reti»: queste sono le primeparole pronunciate da Pietro nel vangelosecondo Luca. Sono l’esempio del suo fi-darsi totalmente di Dio che noi dovrem-mo pronunciare quotidianamente.

Nell’ultima giornata ci ha accompa-gnato la figura di Maria in contrasto conla madre dei figli di Zebedeo. Alla richie-sta di quest’ultima di onori per i figli Gesùnon assume un atteggiamento di severitàma indica ancora una volta qual è la stra-

da da seguire: mettersi al servizio delprossimo in modo che tutti possano rico-noscere lo spessore della fede, essere di-sposti a servire come Gesù e in nome diGesù e come Maria dire un sì incondizio-nato a Dio.

Ci siamo salutati in un clima di grandeaffetto fraterno e di sincera commozioneper il dono ricevuto dell’esperienza vissu-ta e con la consapevolezza che non si puòprescindere dal prossimo per dialogarecon Dio, che l’incontro con l’altro deve av-venire tramite la preghiera ma soprattut-to che bisogna testimoniare e annunciareGesù con la nostra vita, una testimonian-za viva che possa contagiare le comunitàin cui viviamo.

Vita DiocesanaNuova Stagione 29 aprile 2018 • 7

Le parole dell’Arcivescovo durante la Celebrazione Eucaristica nella chiesa delle Carmelitaneall’Arco Mirelli, in occasione della riconsegna alla comunità dei fedeli della corona

del Bambino Gesù di Praga, trafugata oltre un anno fa

Vivere nell’amore di Dioda fratelli di Cristo

@ Crescenzio Card. Sepe*

È questa una occasione speciale in cuiverifichiamo, ancora una volta, la vici-nanza del Signore con noi, di come, anchecon gesti concreti, Egli si mostra vicino, civuole bene, ci accompagna ed è contento.

Del tutto speciale, oggi la presenza deinostri amici Carabinieri che, sempre par-tecipano alle nostre celebrazioni, ai quali,però, questa volta vogliamo esprimere ilnostro affettuoso ringraziamento per l’o-pera meritoria che hanno compiuto ripor-tando qui la corona del Bambinello diPraga che era stata trafugata.

La loro è stata una meravigliosa testi-monianza di impegno istituzionale e diattaccamento al dovere in termini di ser-vizio per la comunità. Certamente non èla prima e non sarà l’ultima. Ricordo adesempio che tempo fa andarono fino inBelgio per recuperare quadri rubati.

Il ritrovamento della corona è di gran-de importanza e non tanto per un motivovenale o di valore materiale, ma perché ilCristo è parte di noi. «Io sono il buon pa-store» dice Gesù che si manifesta a noi. Èquesta una delle autodefinizioni che Gesùda’ di se stesso, ed è tra le più belle: io sonoil buon pastore. Non sono come i merce-nari, io sono buono perché vi chiamo tuttiper nome, vi conosco per nome e vi chia-mo a far parte di questa famiglia, la par-rocchia, la chiesa, questa rettoria. È unapiccola famiglia che si inserisce nelle altrepiccole famiglie e tutte insieme formanola grande famiglia della Diocesi di Napolie, in senso esteso, formano la grande fa-miglia di Dio, il popolo santo di Dio.

Il papà di questa famiglia è il Dio che ciha dato la vita, ci ha messi al mondo, ci hacreati. La mamma è la Madonna; il figlioè Gesù, il figlio del Padre, fratello nostroche ci ha redenti con il suo sangue, il suo

Carabinieri per averci restituito l’imma-gine completa di questo Bambino diPraga, noi vogliamo rinsaldare la nostrafede in Colui che ci salva, che ci converte,che ci chiama a vivere nella giustizia e nel-la santità.

Facciamo adesso gli auguri a tuttol’Ordine Carmelitano, nella persona delpadre provinciale di questo territorio, aldecano, al parroco, ai superiori e al nostroVicario episcopale, ma soprattutto allesuore dell’Arco Mirelli, alle quali dico: sia-te forti nella fede perché dalla vostra fededipende la fede di tanti che aspettano davoi, dalle vostre preghiere e dalle vostresofferenze la salvezza e la conversione.

Dio vi benedica tutti e ‘a Madonna v’ac-cumpagne.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

amore, la sua donazione. È come se in noiscorresse una vena di sangue che attraver-sa tutto il corpo nel quale, però, ognunoha la sua funzione, ma il corpo è uno soloed è animato da Dio.

Le nostre sorelle, con le quali siamoriuniti in questa assemblea liturgica, sonocome quelle realtà che non sempre riu-sciamo a vedere con i nostri occhi ma cherappresentano il lievito per fermentare ilpane, perché il pane possa crescere, per-ché la società possa crescere.

Sono chiamate da Dio per essere l’ani-ma della nostra società, attraverso le loropreghiere, i loro sacrifici, anche qui, comeCarmelitane Scalze dell’Arco Mirelli, contutte le loro difficoltà. La Provvidenza hapremiato la loro devozione rinsanguandola loro comunità. La loro presenza è donodi Dio, come il sacerdote, come tutti que-

sti giovani che si preparano a diventarepadri carmelitani. Ognuno di noi è stru-mento di bontà e di misericordia, di gene-rosità di Dio che ci assiste: io sono il buonpastore e vi conosco. Gesù ci conosce den-tro, fino a conoscere anche quelle coseche nemmeno noi immaginiamo, cheneanche noi sappiamo, perché è il Dio chesi è fatto come noi, è diventato come noi eha preso su di sé anche le nostre debolez-ze, le nostre mancanze, i nostri limiti perportarci, in cambio, gioia, sicurezza,amore, carità, solidarietà, fraternità.

Vivere da figli di Dio, fratelli di Cristosignifica vivere nell’amore di Dio, nell’a-more vero. Il comandamento è: ama Dio eamatevi tra voi come fratelli e sorelle.

Ed allora, in questa circostanza cosìbella, mentre ringraziamo il Signore per ildono che ci hanno fatto i nostri amici

Un segno della benevolenza di DioDopo oltre un anno è tornata al suo posto la corona in metallo argentato che orna il

capo della statua del Bambino Gesù di Praga, nella chiesa dei Santi Giovanni e Teresa,all’interno del Monastero dell’Ordine di Clausura delle Carmelitane Scalze a Napoli.L’emozione di un’intera comunità ha fatto da corollario alla liturgia, celebrata dalCardinale Crescenzio Sepe, nel corso della quale il comandante del Nucleo CarabinieriTutela Patrimonio Culturale, capitano Giampaolo Brasili, ha riconsegnato nelle manidell’Arcivescovo l’oggetto trafugato tra il 23 e il 30 dicembre del 2016.

Un culto carico di fervore mistico quello che accompagna la fede di chi rivolge leproprie preghiere al “Gesù Bambino di Praga”, promosso da Madre RaffaelinaBorruto, una religiosa delle “Suore della Carità” che ha dedicato la sua esistenza alleorfanelle e scomparsa all’età di 103 anni nel 2007 nel convento di Benevento.

«Per noi – ha raccontato il capitano Brasili, presente insieme al colonnello VittorioFragalà, comandante del Gruppo Carabinieri Napoli e al capitano Michele Centola, co-mandante della Compagnia Carabinieri Centro – è sempre un’emozione particolare ri-portare a casa queste opere. Quest’indagine, molto complessa, ci ha consentito di restitui-re ai proprietari un centinaio di opere d’arte che per il 90 per cento dei casi era provenientedagli Istituti di culto».

Nella chiesa gremita una comunità che da tempo si è stretta intorno alle cinque suo-re che negli anni sono state anche al centro di numerose difficoltà, ma che hanno pro-seguito il loro magistero con grande fervore.

«C’era una sorta di disperazione per il furto di questa corona – ha aggiunto il padreprovinciale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, Luigi Borriello – e questo ritrovamentofa dire al Bambino Gesù: voglio stare ancora con voi con tutti i miei poteri e voglio essereil superiore di questa comunità, il principe dei Carmelitani e di questa comunità che ioaccompagno sempre».

L’immagine del Bambino Gesù di Praga si ritiene che sia stata scolpita nel suddella Spagna nel sedicesimo secolo, da uno scultore sconosciuto. Nel 1628 venne quin-di regalata ai Carmelitani scalzi del convento della chiesa di Santa Maria della Vittoriada Polixena Lobcowicz. L’immagine è oggetto di grande devozione in virtù della sua fa-ma miracolosa e ha ricevuto diversi riconoscimenti papali.

«All’interno di quella che è la vita pastorale e liturgica questa è una domenica specialeperché è la domenica del buon pastore– ha spiegato il Cardinale Crescenzio Sepe – ovvero

quella nella quale si ordinavano i sacerdoti. Però questa tradizione costituisce l’animo diquesto quartiere che ci tiene, pur essendo una zona piena di tante chiese parrocchie, a con-servare una tradizione speciale per un Santo o anche solo per una parrocchia. E poi c’èquesto gesto così bello del ritrovamento. Devo fare un elogio a questa sezione particolaredi Carabinieri che si dedica al recupero delle opere d’arte rubate. Al di là del fatto materialediventa simbolico per la gente, un motivo di rinnovamento di devozione e fede, perché an-che questo è un segno della benevolenza di Dio».

Pier Paolo Petino

Speciale Nuova Stagione8 • 29 aprile 2018

L’itinerario Giochi di luce ed effetti visiviconvergono in un mosaico diispirazione romana. Sulpavimento e sul soffitto dellacripta sono proiettatiaccattivanti animazioni edeffetti di luce. Postazionidedicate alla didattica e allaboratorio multimediale;giochi dedicati ai più piccoli eattività interattive. Leapplicazioni realizzatecontengono una riproduzionetridimensionale dell’interocomplesso, reso in questomodo analizzabile in tutti isuoi dettagli: la basilica, ilcampanile, e le due cappellepotranno essere, tramitel’utilizzo di un puntatore, vistein tre dimensioni e sezionate,scomposte, ruotate in tutti isensi.Un tavolo interattivo forniscealle guide un supportoaudiovisivo utile a illustrareinformazioni più approfonditesul complesso, accedere a unagalleria di video e foto econtenuti dalla funzionedidattica, illustrativa e ludica.In una stanza è installata unanuova tecnologia di proiezioneche permette a figure epersonaggi di animarsi emettersi in movimento sullepareti circostanti, creandoillusioni e giochi virtuali. Lascena riproposta utilizzapersonaggi e scenari attinentialla storia del sito. Un documentario proiettatoall’interno della Sala Cinemaripercorre la storia dellaPietrasanta e del suosottosuolo, con il corredo disuggestive immagini, ripresedella città effettuate da undrone e musiche originali. Unaserie di proiezioniaccompagnano gli spettatorifino alla discesa nei sotterraneidella Basilica. Undocumentario illustra levicende del sottosuolo diNapoli, dalla creazionedell’acquedotto greco-romano,fino alle successive modifiche,ampliamenti e utilizzi. Il focusè il sottosuolo napoletanocome fonte di ricchezza e lacreazione dei ricoveri dellaseconda guerra mondiale conla riscoperta e mappatura delsistema di cunicoli, pozzi ecisterne.Una proiezione di grandeimpatto riproduce effettiprospettici e luminosi chehanno lo scopo di rendereancor più suggestivo lo spaziosotterraneo. Lo spettatore ètrasportato in un percorsospeleologico ed emozionale,che vedrà l’avvicendarsi dipersonaggi appartenenti adiversi scenari ed epocherelative alla storia dellaPietrasanta. L’effetto è quellodi un viaggio quasi onirico,che viene amplificatodall’utilizzo della tecnologia direaltà virtuale a 360 gradi.

Riapre al pubblico la cavità sotterranea e il percorso archeolog un viaggio affascinante nella Napoli greco

Il fascino della città sepolta riv Inaugurazione con il Cardinale Crescenzio Sepe, il Rettore della Basilica, Mons. Vincenzo

Servizio a cura d

Negli anni ‘80, Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, splendida basilica seicentesca alleporte del Decumano maggiore, era usata come pista per il motocross, il suo sagrato comecampo di calcio, le due cappelle laterali come rifugio per randagi e deposito per salme, nellacripta c’era una discoteca.

Oggi tutto questo non sembra possibile, eppure le condizioni in cui l’attuale rettore,mons. Vincenzo De Gregorio la trovò, erano proprio queste. «Prima del terremoto erano sta-ti fatti lavori di restauro - racconta – il Provveditorato delle Opere pubbliche aveva le chiavi.Dopo era tutto abbandonato, i ragazzi avevano forzato il portone e avevano messo una ca-tena».

Undici anni fa la riapertura, sette anni fa il comodato d’uso con la Curia per svolgere at-tività culturali legate soprattutto alla musica.

«La prima volta che ho messo piede nella Basilica della Pietrasanta era tutto distrutto.Sembrava impossibile - afferma - e invece quando sono tornato dopo i lavori, è stato comescoprire l’America».

Così il cardinale Sepe che ha parlato di un vero e proprio “miracolo”. Il 23 aprile la ria-pertura della cripta e del percorso archeologico sotterraneo grazie al felice connubio conl’associazione Pietrasanta Polo culturale, presieduta da Raffaele Iovine. Un viaggio affasci-nante nella Napoli greco-romana nella quale è possibile ritrovare anche i resti di un acque-dotto romano, attraverso tracce archeologiche che vanno dal periodo romano al paleocri-stiano. La mostra: “Lapis, i segreti della Pietrasanta. Dalla Fabrica Ecclesiae a una grandeFabbrica della Cultura”, accompagna il visitatore nella cavità sotterranea della basilica, in

Tra storia e leggendaLungo l’antico cardine maggiore, su viadei Tribunali, vi è il complesso dellaBasilica di Santa Maria Maggiore alla

Pietrasanta. Un luogo ricco di storia, che rac-chiude un percorso millenario nella città diNapoli. La Basilica fu fondata nel sesto seco-lo dopo Cristo, tra il 525 e il 533, per voleredel Vescovo Pomponio. La fondazione dellachiesa è legata ad un’antica leggenda popola-re secondo la quale il Diavolo, sotto le spogliedi un maiale, infestava la zona fra piazzaMiraglia e il centro antico, e grugnendo spa-ventava i passanti durante le ore notturne. Ilcentro di tale attività demoniaca era ritenutaproprio la Pietrasanta. Ma per quale motivo?

Erano gli antichi resti del tempio diDiana, presenti proprio dove oggi sorge labasilica, che ospitavano tali presenze demo-niache. Le adoratrici della dea pagana, dive-nute poi nel dizionario popolare “janare”,praticavano riti e cerimoniali estranei allacultura ormai cristiana della città.

Pomponio fece costruire la basilica a se-guito di un sogno durante il quale laMadonna gli ordinò di erigerle una chiesa nelluogo dove si sarebbe ritrovato un panno ce-leste. Sotto il panno, la pietra santa: una roc-cia con su incisa una croce, che sarebbe statavenerata dai fedeli negli anni come fonted’indulgenza. La basilica, nominata SantaMaria Maggiore, venne eretta, quindi, con unpreciso scopo esorcistico. Oltre al tempiodella dea Diana, vi sono, a testimoniare il lun-go passato del sito, anche i resti dell’anticoacquedotto greco-romano. Un percorso sot-terraneo di cunicoli e cisterne che correvanon solo sotto la basilica, ma per l’intero pe-rimetro della città antica, permettendo la di-stribuzione dell’acqua nell’allora già svilup-pato centro di Neapolis. E ancora, mosaici epavimenti che testimoniano la presenza diuna domus romana. Durante il 1600, si resenecessario il rifacimento della chiesa, a cau-

sa del cattivo stato in cui versava la struttura inseguito a danni prodotti dal terremoto del 1456.I lavori per la costruzione della nuova Basilicainiziarono nel 1656, sotto la direzione di CosimoFanzago e, dopo un iniziale sospendimento cau-sato dal dilagare della peste, si conclusero nel1667. La Chiesa seicentesca, che è la struttura vi-sibile ancora oggi, fu sviluppata su pianta a cro-ce greca, con una cupola alta ben 65 metri.L’attuale facciata di Santa Maria Maggiore è il ri-sultato di vari interventi e modifiche, alcuni diquesti resi necessari a seguito dei danni provo-cati durante la seconda guerra mondiale.

La chiesa, che durante l’Ottocento aveva giàsubìto interventi radicali alla cupola, fu soggettaa diversi successivi cambiamenti. Patì per duevolte i bombardamenti, il primo nel 1942, quan-do un proiettile d’artiglieria distrusse il frontonedopo aver colpito la volta fra l’ingresso e la cupo-la, e il secondo, nel 1943 quando, a seguito di

un’incursione aerea, furono distrutte parti dellacupola e del muro dietro l’altare maggiore. Gliingenti danni costrinsero la chiusura della chie-sa al culto.

Per decenni, il sito rimase in uno stato d’ab-bandono. Basti pensare che durante gli anniSettanta fu addirittura utilizzato come depositodi materiale da costruzione, mettendo a rischioil pavimento maiolicato della Basilica. Dopo 64anni, la chiesa è stata riaperta con una solenneMessa celebrata il 21 giugno del 2007. La nuovagestione del Polo Pietrasanta ha finalmente ri-portato la Basilica di Santa Maria Maggiore allacittà, ponendo il sito al centro di diversi progettie manifestazioni culturali.

La criptaNella cripta vi sono i resti dell’antica basilica

paleocristiana e si conservano i frammenti di unantico mosaico di epoca romana. Nel 2011 glispeleologi hanno rinvenuto nel sottosuolo dellachiesa dei simboli templari. I simboli, ricercatida sempre dagli archeologi e speleologi napole-tani, sono stati infissi nell’acquedotto sottostan-te la struttura in oggetto. In realtà, le suddette in-cisioni cruciformi ritrovate sulle pareti delFormale di via Tribunali sono ascrivibili a queisegni realizzati nella gran parte dei cunicoli, del-le cisterne e delle cave presenti in tutta la città diNapoli. Per lo più, sono rappresentazioni devo-zionali, da annoverare anche gli altarini tufacei,che cavatori e pozzari nei secoli hanno incisonella pietra come simboli protettori.

Le cappelle Di fronte al campanile, l’una di fianco all’al-

tra, vi sono le due cappelle, quella del Santissimo

SpecialeNuova Stagione 29 aprile 2018 • 9

Un polo culturaleL’Associazione Pietrasanta

Polo Culturale onlus è stata

fondata nel 2011 da Raffaele

Iovine, l’attuale presidente.

Composta da professionisti,

imprenditori e docenti della

città di Napoli, l’Associazione,

per statuto, si propone di

realizzare una serie di opere di

valorizzazione della Basilica di

Santa Maria Maggiore detta La

Pietrasanta.

A tal fine, l’Associazione ha

stipulato con l’Arcidiocesi di

Napoli un contratto di

comodato d’uso ed ha

realizzato, sin dal 2012, una

serie di interventi per garantire

la piena fruibilità del

complesso monumentale, fino

a pochi anni fa precluso al

pubblico e sede storica del più

antico luogo di culto della

città.

Per la sua storia, il suo fascino

architettonico, il suo antico

ipogeo ed il suo sottosuolo, la

Pietrasanta racchiude in sé

tutte le potenzialità per

diventare il punto focale di

richiamo del grande flusso di

turisti che sempre più, in

questi ultimi anni, si

dimostrano attratti dalla

Napoli antica e folcloristica,

rappresentando il punto

moderno e funzionale di

riferimento e di

riqualificazione di un più

ampio itinerario storico-

culturale.

Inoltre, la posizione strategica

nel cuore della città, alle porte

del Decumano Maggiore, e

l’attrazione culturale ne fanno

un importante strumento per

la riqualificazione e la

valorizzazione del panorama

storico cittadino, recuperando

gli ampi e suggestivi

sotterranei per rievocare e

celebrare i momenti cruciali e

le fasi principali delle

numerose svolte storiche

vissute dalla società

meridionale e dalla sua

capitale.

Il progetto presentato ha visto

impegnati numerosi attori:

l’Arcidiocesi di Napoli, le

Soprintendenze, autorevoli

studi tecnici, numerose e

qualificate imprese per

un’opera di restauro e di

valorizzazione che sono la

testimonianza di uno dei più

importanti investimenti privati

nel settore dei beni culturali a

Napoli.

gico della Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta, o-romana con sofisticate tecnologie in 3D

vive attraverso la realtà virtuale De Gregorio e il Presidente dell’Associazione “Pietrasanta Polo Culturale”, Raffale Iovine

di Elena Scarici

un itinerario multisensoriale e multimediale, fatto di giochi di luci, tecnologie 3D ed effettivisivi straordinari, curati da Phantasya.

Attraverso la realtà virtuale è possibile veder passeggiare ad esempio le janare, le adora-trici della dea pagana Diana. Sul tempio a lei dedicato, pare, sia stata eretta la basilica pa-leocristiana della Pietrasanta.

Lo scavo, in gran parte realizzato, dovrà essere completato per poi collegarsi, permessipermettendo, con quelli di Napoli sotterranea.

Alle spalle un gruppo di privati e due banche che hanno investito, nel progetto generaledi recupero e restauro, circa 1,5 milioni di euro, e l’inserimento del complesso fra i sitiUnesco, i cui fondi hanno coperto solo la facciata e la cupola.

«È un progetto che nasce come impresa culturale - spiega Raffaele Iovine - si rischia inproprio. Tutto quello che ora è possibile vedere, dal restauro alla valorizzazione, dal recu-pero agli impianti di videosorveglianza, sono stati ottenuti grazie anche al lavoro di un grup-po di cittadini che da moltissimi anni si prendono cura della Pietrasanta».

«Questa è una eccellenza di Napoli che fa onore a quanti ci hanno lavorato, ma anche allanostra città – ha concluso l’arcivescovo – grazie all’interesse, alla sensibilità, alla competen-za anche dei privati che hanno preso a cuore questo luogo e si sono esposti.

È la dimostrazione che quando le forze buone si mettono insieme si possono ottenere ri-sultati straordinari - conclude - l’idea ora potrebbe essere quella di creare un percorso reli-gioso culturale che inizi dalle Catacombe di San Gennaro e attraverso un percorso nel RioneSanità possa arrivare qui».

Il primo edificio sacro

dedicato alla Santa Vergine

Fino a dove giungeva lo sguardo, si estendeva la cura d’anime della parrocchia diSanta Maria Maggiore della Pietrasanta. Il lato di ponente della Città era affidato al cle-ro della Basilica che trae la denominazione dalla antica fondazione che la volle, primoedificio sacro dedicato alla Santa Vergine, come baluardo della fede cristiana lì dovepiù facile sarebbe stato lo sviluppo urbano di Napoli, in continua espansione.

Le attenzioni rivolte al venerando sito sono testimoniate dalla maestosità dei volumiche sono coronati dalla superba cupola, la più alta della Città.

Come sempre accade allorché i secoli segnano le testimonianze della presenza degliabitanti con i loro eventi, dolorosi, carichi di entusiasmi o di abbandono, anche laPietrasanta ha subito ferite e ricevuto cure, offese mortali e attenzioni di risurrezione.La sua risurrezione, nella dignità ritrovata, nell’utilizzo per la cultura, nella nuova com-prensione giuridica e canonica di Rettoria che comprende il campanile, il mausoleo del-la Cappella Pontano rappresenta una delle più antiche testimonianze di fratrìa cristiananella straordinaria chiesetta del Santissimo Salvatore, porta il nome che resta benedettonella nostra memoria di don Mario Franco, Moderatore della Curia Diocesana, già se-gretario personale del Cardinale Corrado Ursi Egli vi era stato battezzato e sollecitò pres-so il Cardinale Giordano la realizzazione dell’idea del predecessore, l’Arcivescovo Ursi,di riaprire la Basilica e farne un luogo di cultura e di musica. L’energia e l’entusiasmotravolgente del Cardinale Crescenzio Sepe hanno fatto il seguito, andando oltre ogni pre-vedibile orizzonte aprendo con la Pietrasanta la stagione dell’affido dei luoghi di cultoinutilizzati alle realtà associative, in sintonia con la Chiesa di Napoli, operanti nel centroantico. Il più singolare edificio sacro di Napoli, la Pietrasanta, si infigge nelle profonditàdella Napoli greca con le sue caverne maestose ed immense e svetta nel cielo con la cu-pola, la più alta di tutte.

Vincenzo De Gregorio Rettore della Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta

Salvatore detta del Cappuccio e la CappellaPontano. La Cappella del Santissimo Salvatorenasce come chiesa autonoma, ma, in brevi perio-di della sua storia, ha costituito un unico edificiodi culto con la vicinissima e ben più vecchiaCappella dei Pontano. Il suo interno, di modestedimensioni, è stato rimaneggiato nella secondametà del diciottesimo secolo; in tale occasione fuarricchita del pregevole pavimento in maiolicariccamente decorato e dell’altare in marmi poli-cromi.

Adiacente alla Cappella del Cappuccio, vi è ilTempietto in piperno del Pontano, un piccolotempio grigio. La cappella sorge nel luogo chenell’antichità si diceva ad Arcum; poco lontanovi era l’abitazione del Pontano, dove l’umanistasoleva trattenersi nelle ore pomeridiane per rice-vere i suoi amici dell’Accademia e ragionarvi difilosofia e lettere. Pontano fu infatti, nel quattro-cento, il massimo rappresentante dell’umanesi-mo napoletano. Fatta edificare nel 1492 dall’u-manista, la cappella servì da monumento fune-bre per la sua amata prima moglie AdrianaSassone e, successivamente, per i suoi figli. Mala Cappella Pontano non è solo luogo di comme-morazione personale: oltre alla leggenda cheracconta della presenza nel tempietto di una re-liquia dello storico Tito Livio, vi sono le epigrafiesterne, dodici moniti di alto valore civile e mo-rale. Così, il Pontano, rappresenta sé stesso: al-l’interno dell’edicola la memoria delle sue scia-gure private, all’esterno la sua immagine pubbli-ca e civile.

Il campanileÈ il più antico ancora esistente in città data-

bile tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo connella base marmi di spoglio, aperto da un pianodi bifore con pulvini mensoliformi e sormontatoda cuspide. È costruito in laterizio, pianta qua-drata e si sviluppa su quattro livelli; i resti inopus reticulatum alla base sono una riprovadell’esistenza dell’antico tempio della dea Dianache fu eretto proprio in quella piazza ed in corri-spondenza del quale fu, poi, eretta la basilica diSanta Maria maggiore detta la Pietrasanta. Leeffigi di marmo a forma di grugno di maiale chesi possono tutt’ora trovare nelle parti più alte ri-cordano la leggenda del vescovo Pomponio.

Negli ultimi anni lavori di restauro hannorinvenuto, nella parte inferiore del campanile, latavola del gioco romano “ludus latrunculorum”,il gioco dei soldati, un antenato del gioco delladama o dell’Otello, e il feretro funebre del natu-ralista Stefano delle Chiaie che, divenuto diret-tore del Museo di Anatomia Umana di Napoli,per venti anni prima della sua morte, fu sepoltoin quel luogo nel 1860. Per molti anni, addossatoal campanile vi era un edificio che fungeva da ac-cesso alla torre, abbattuto nel 1978.

Attualità Ecclesiale Nuova Stagione10 • 29 aprile 2018

La terza Esortazione Apostolica di Papa Francesco «Gaudete et exsultate»sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo

I Santi della porta accantoIl Pontefice l’identikit del cristiano a partire dalle Beatitudini e invita a prendere le distanze da gnosticismo e pelagianesimo

di Doriano Vincenzo De Luca

«Non aver paura» della «san-tità della porta accanto». Èl’imperativo che fa da sfon-

do alla terza Esortazione apostolica diPapa Francesco Gaudete et exsultate, resapubblica lo scorso 9 aprile. I santi non so-no solo quelli già beatificati e canonizza-ti, ma il “popolo” di Dio, cioè ognuno dinoi, chiamato a vivere la santità come unitinerario fatto di “piccoli gesti” quotidia-ni.

«Mi piace vedere la santità nel popolodi Dio paziente, - scrive il Papa -, nei ge-nitori che crescono con tanto amore i lo-ro figli, negli uomini e nelle donne che la-vorano per portare il pane a casa, nei ma-lati, nelle religiose anziane che continua-no a sorridere. In questa costanza per an-dare avanti giorno dopo giorno vedo lasantità della Chiesa militante». È questala “santità della porta accanto”, annota ilPapa, che rende omaggio anche agli “stilifemminili di santità” che hanno contri-buito a riformare la Chiesa e alle «tantedonne sconosciute o dimenticate» che«hanno sostenuto e trasformato famigliee comunità con la forza della loro testi-monianza».

Gnosticismo e pelagianesimo sono idue pericoli opposti da evitare, e non so-no appannaggio solo dei «razionalisti ne-mici della fede cristiana», ma anche dellacomunità cristiana, quando si assolutiz-zano le proprie teorie e si riduce l’inse-gnamento di Gesù a «una logica fredda edura che cerca di dominare tutto».

«Anche qualora l’esistenza di qualcu-no sia stata un disastro, anche quando lovediamo distrutto dai vizi o dalle dipen-denze, Dio è presente nella sua vita», am-monisce Francesco denunciando la ten-denza a «esercitare un controllo stretto

to positivo e ricco di speranza». La Chiesa«non ha bisogno di tanti burocrati e fun-zionari, ma di missionari appassionati».La vita cristiana «è una lotta costantecontro il diavolo, che è il principe del ma-le», che non è «un mito, una rappresenta-zione, un simbolo, una figura, un’idea».

Da fuggire è inoltre la “corruzione spi-rituale”, che «è peggiore della caduta diun peccatore, perché si tratta di una ce-cità comoda e autosufficiente dove alla fi-ne tutto sembra lecito: l’inganno, la ca-lunnia, l’egoismo e tante sottili forme diautoreferenzialità».

Per sapere «se una cosa viene dalloSpirito Santo o se deriva dallo spirito delmondo o dallo spirito del diavolo» l’unicastrada è il discernimento, in un mondo incui «tutti, ma specialmente i giovani, so-no esposti a uno zapping costante».

«Senza la sapienza del discernimento- conclude Francesco - possiamo trasfor-marci facilmente in burattini alla mercédelle tendenze del momento». Di qui l’in-vito a «non tralasciare di fare ogni giornoun sincero esame di coscienza», per libe-rarci dalla “rigidità” e dalla tentazione di“ripetere il passato”.

sulla vita degli altri». I nuovi pelagiani so-no coloro che credono nella «giustifica-zione mediante le proprie forze». «Moltevolte, contro l’impulso dello Spirito, la vi-ta della Chiesa si trasforma in un pezzoda museo o in possesso di pochi», la de-nuncia. Questo accade quando «alcunigruppi cristiani danno eccessiva impor-tanza all’osservanza di determinate nor-me proprie, di costumi o stili».

Nel terzo capitolo dell’Esortazione, ilPapa si sofferma ancora una volta sullospirito delle beatitudini come la “MagnaCharta” del cristiano e ricorda che lagrande regola di comportamento, in basealla quale saremo giudicati, è quella rac-chiusa nel capitolo 25 di Matteo. In talsenso ricorda che la situazione dei mi-granti non è “marginale”, o «un tema se-condario rispetto ai temi “seri” dellabioetica». La Chiesa non si può ridurre auna Ong, ma altrettanto «nocivo e ideolo-gico è l’errore di quanti vivono diffidandodell’impegno sociale degli altri, conside-randolo qualcosa di superficiale, monda-no, secolarizzato, immanentista, comu-nista, populista». «Il consumismo edoni-

sta può giocarci un brutto tiro», ma «an-che il consumismo di informazione su-perficiale e le forme di comunicazione ra-pida e virtuale possono essere un fattoredi stordimento che si porta via tutto il no-stro tempo e ci allontana dalla carne sof-ferente dei fratelli».

«Il santo è capace di vivere con gioia esenso dell’umorismo. Senza perdere ilrealismo, illumina gli altri con uno spiri-

CittàNuova Stagione 29 aprile 2018 • 11

Processione delSanto Patrono

e Martire GennaroSabato 5 maggio 2018, ore 17, dalla Chiesa

Cattedrale alla Basilica di Santa Chiara

Tradizionale, solenne processione del Busto di San Gennaro e delle Ampolle con-tenenti il Sangue del Martire, dalla Chiesa Cattedrale alla Basilica di Santa Chiara, sa-bato 5 maggio 2018, a partire dalle ore 17.

La processione si svolge in ricordo della traslazione delle Reliquie del Santo dalCimitero posto nell’Agro Marciano, nel territorio di Fuorigrotta, alle Catacombe diCapodimonte, poi denominate, per questa ragione, di San Gennaro. La processione dimaggio fu detta anche “degli infrascati”, per la consuetudine del clero partecipante diproteggersi dal sole coprendosi il capo con corone di fiori. Ne è memoria la corona inargento che sovrasta il tronetto sul quale viene posta la teca con il Sangue del Santo,che porta al centro un enorme smeraldo, dono della Città, di provenienza centroame-ricana.

Il Cardinale Crescenzio Sepe, alle ore 17, dopo essersi recato nella Cappella delTesoro, accolto dall’Abate Prelato, mons. Vincenzo De Gregorio e dalla Deputazione,procederà all’apertura della cassaforte che custodisce le Reliquie del Santo.

Sul sagrato del Duomo saranno disposti i busti argentei dei Santi compatroni.L’avvio della processione sarà preceduto da un breve momento di preghiera guidatodall’Arcivescovo. Il corteo processionale si snoderà per via Duomo e via dei Tribunali,passando dinanzi al Pio Monte della Misericordia; si porterà poi in via delle Zite pergiungere a Forcella, proseguendo poi lungo via San Biagio dei Librai, piazza SanDomenico Maggiore e via Benedetto Croce, fino alla Basilica di Santa Chiara.

Lungo il percorso i parroci del territorio attraversato onoreranno il Santo Patronocon l’offerta dell’incenso e il suono delle campane. Il corteo processionale sarà accom-pagnato dalla Fanfara dei Carabinieri.

Nella Basilica di Santa Chiara, alle ore 18, avrà inizio la Celebrazione eucaristicapresieduta dall’Arcivescovo. In tale occasione, come è avvenuto tante volte negli anniscorsi, si può rinnovare il prodigioso evento della liquefazione del Sangue del Santo.

Per tutta la settimana seguente, in Cattedrale ogni giorno, sarà venerata la Teca con-tenente le Ampolle del Sangue di San Gennaro.

Alla processione e alla celebrazione prenderanno parte delegazioni provenienti daluoghi dove è particolarmente vissuto il culto a San Gennaro.

A San Giovanni a Teduccio la marcia organizzata dai parroci della zona insieme alle scuole e alle associazioni del Terzo settore per dire no alle sparatorie dimostrative

Il coraggio di un quartieredi Elena Scarici

“Non finisce qui”: ha concluso cosìdon Modesto Bravaccino, parroco diSan Giuseppe e Madonna di Lourdes alRione Villa di San Giovanni a Teduccio,la marcia contro le stese di camorra dalui organizzata insieme ai parroci dellazona, alle scuole del territorio e alle as-sociazioni.

Una manifestazione dunque che è so-lo l’inizio di un cammino difficile ma chenon intende fermarsi. Oltre mille perso-ne sono scese per strada al grido di “Ionon ci sto”.

Tantissimi i bambini, alunni dellescuole che ruotano intorno al rione Villa,dove ha sede uno dei plessi dell’istitutocomprensivo Vittorino Da Feltre, l’altrosi trova in via Taverna del Ferro, il cosid-detto Bronx. La sua coraggiosa e giova-ne preside Valeria Perone ha collaboratocon don Modesto in questo complicatolavoro di preparazione, di raccolta delleadesioni: «Oggi abbiamo avuto un risul-tato eccezionale e una grande soddisfa-zione - racconta - con noi hanno sfilatobambini, famiglie, si sono uniti i com-mercianti, di solito impauriti, ma arriva-re a questo non è stato facile.

Fino a venti giorni fa non avevamoun’adesione, i bambini avevano paura, lestese di camorra sono una cosa di cui siparla ancora troppo poco. Quando entronelle classi e gli alunni mi dicono“Preside ieri erano le cinque del pomerig-gio quando si è sparato e io mi sono na-scosto dietro una macchina“, mi sembrapazzesco che non ne parli nessuno.Questo è il nostro grido di rabbia».

Tante le richieste da parte dei cittadi-ni, ma quello che preme in questo mo-mento è la presenza di una pattuglia fissache possa vigilare giorno e notte. La po-litica viene chiamata in causa più volte,lo ricorda anche padre Alex Zanotelliquando dice: «Oggi la politica è schiac-ciata dai poteri forti e sono le periferie apagarne il prezzo più alto».

L’iniziativa, partita dal Parco Troisi econclusasi a piazza Capri, ha visto la par-tecipazione di numerose scuole del quar-tiere: Istituto Comprensivo “Vitto rino daFeltre”; Istituto Comprensivo “Rodinò”;Istituto Comprensivo “Sarria Monti”;Istituto Comprensivo “Scialoja Cortese”;48°Circolo Didattico “Madre ClaudiaRusso”; Scuola Media Statale“Solimena”; 69°Circolo Didattico Bar -bato; Isis Livatino, Ipseoa “Cavalcanti,Istituto Caterina Volpicelli.

Un successo dovuto anche grazie alla

partecipazione del comparto del terzosettore della rete Napoli Zeta, in partico-lare: Coopera tiva Sociale Sepofà, l’asso-ciazione Terra di Confine, FondazioneFamiglia di Maria, Maestri di strada. Tragli organizzatori anche l’associazioneStudenti Contro la Camorra e Agisco.

In corteo ci sono gli assessori comu-nali Borriello, Palmieri e Clemente, c’è ilconsigliere regionale Marciano e il presi-dente della Municipalità SalvatoreBoggia. Sono presenti le forze dell’ordi-ne. Il corteo attraversa le strade del“Bronx” esce su corso san Giovanni arri-va al rione Villa ed entra dentro, propriodove si spara, dove abitano i boss (qual-che bambino chiede: ma ci passiamoproprio sotto?) e dove il 31 dicembrescorso per un proiettile vagante è statoferito un ragazzino di dodici anni.

Don Modesto fa il bilancio di una gior-nata importante, ha in mano un proietti-

le che ha trovato nel campetto della suaparrocchia: unico presidio di legalità, in-sieme alla succursale della Vittorino DeFeltre, per l’intero rione: un agglomeratodi cinquemila persone.

«Si c’è solo la parrocchia e la scuola, inegozi hanno chiuso tutti per il racket, lagente ha paura, però oggi era qui a mar-ciare con noi.

Questo è un rione armato, nelle caseci sono un sacco di armi, c’è usura e spac-cio di droga».

Gli chiediamo allora se ha notatoqualche pentimento almeno nei più gio-vani: «Si qualcuno mi confessa che vor-rebbe cambiare vita, ma io posso propor-gli un percorso di fede, per il resto ci devestare una volontà reale, qualcuno mi dicead esempio vorrei liberarmi della pisto-la, ma non so dove portarla». La genteperò ha voglia di cambiare e scendendoin strada lo ha dimostrato.

Città Nuova Stagione12 • 29 aprile 2018

AugustissimaArciconfraternita ed Ospedali dellaSantissima Trinità dei Pellegrini e Convalescenti

I SantidellaCaritàNell’ambito delle celebrazioniper il 440° anniversariodell’AugustissimaArciconfraternita ed Ospedalidella Santissima Trinità deiPellegrini e Convalescenti(1578-2018), lunedì 30 aprile,alle ore 17.30, nel Salone delMandato dell’Arciconfraternitadei Pellegrini, ci sarà lapresentazione del libro “Lacarità di Ludovico da Casoria.Chiesa, cultura e movimentocattolico a Napoli dopo l’unitàd’Italia”, di GiuseppePalmisciano.Presiede e conclude ilCardinale Crescenzio Sepe,Arcivescovo Metropolita diNapoli.Saluti: Vincenzo Galgano,Primiceriodell’Arciconfraternita deiPellegrini; S. E. Mons.Giuseppe Giudice, Vescovo diNocera Inferiore-Sarno.Delegato Educazione Cattolica,Scola e Università dellaConferenza EpiscopaleCampana.Intervengono: Don ToninoPalmese, Vicario EpiscopaleCarità e Gustizia, PresidenteFondazione Polis e Prepositodell’Arciconfraternita deiPellegrini; Raffaele Cananzi,già Presidente Nazionale diAzione Cattolica; GiuseppeAcocella, Università “FedericoII” di Napoli.Coordina Massimo Milone,Direttore Rai Vaticano.Sarà presente l’autore. IlSalone del Mandatodell’Arciconfraternita deiPellegrini si trova in viaPortamedina 41. Si accede dalcortile dell’Ospedale deiPellegrini.

Il meeting del Movimento Giovanile Guanelliano a Napoli

“Abitare” la famiglia, la parrocchia, il territorio

di Lillo Di Rosa*

Da sabato 28 aprile a martedì 1° mag-gio si ritrovano a Napoli, presso la Casadell’Opera Don Guanella, ragazzi e giova-ni del Movimento Giovanile Guanellianoprovenienti da varie parti d’Italia, tuttiuniti dalla spiritualità di San Luigi Gua-nella, insieme a sacerdoti, seminaristi esuore che del carisma di San Luigi nesono portatori e testimoni.

“E Lui si è fatto Tenda per noi”: questoè lo slogan che accompagna i quattrogiorni, richiamando l’espressione di SanGiovanni che, nel prologo del suo Vange-lo scrive: «E il Verbo si è fatto carne evenne ad abitare in mezzo a noi» o anco-ra meglio «venne a posare la sua tenda inmezzo a noi».

Il dono più grande che l’umanità hapotuto ricevere è Gesù Cristo, il Figlio diDio, che non è venuto soltanto sulla terrapassandoci accanto ma si è unito allanostra umanità, è entrato con la sua pre-senza nella storia dell’umanità ed èentrato in intimità con ciascuno di noi,venendo appunto a porre la sua tenda.

“Abitare”, pertanto costituisce il gran-

de verbo che guiderà queste giornate. Gli appuntamenti hanno inizio sabato

28 aprile con il tema sull’“abitare la fami-glia con cura e attenzione”, attraverso latestimonianze di alcune famiglie chevivono l’impegno a diventare “chiesadomestica”.

Si passerà al secondo giorno, domeni-ca 29 aprile con la presentazione deltema “abitare la parrocchia con parteci-pazione”, attraverso l’incontro dei giova-ni partecipanti al meeting con i bambinidel territorio che al mattino si ritroveran-no a celebrare la Santa Messa e poi tuttiinsieme in Oratorio con giochi e anima-zione. In prima serata dello stesso giornosarà presentato il musical “Scugnizzi”del gruppo dei giovanissimi e giovaniparrocchiale.

La giornata si concluderà con unaVeglia di preghiera improntata sulle fasidella costruzione della “tenda”, comesimbolo della costruzione della vita chedeve poi farsi abitare da Gesù, richia-mandoci all’icona della Trasfigurazionesul Monte Tabor che ci porterà a contem-

plare la sua Gloria nella nostra esistenza.Lunedì 30 aprile verrà affrontato il

tema dell’abitare il “territorio conresponsabilità”, ambito della nostra mis-sione, attraverso la testimonianza di donMaurizio Patriciello, sacerdote impegna-to nel sociale e in particolare nella difesadell’ambiente.

Al pomeriggio tutti i ragazzi e i giova-ni vivranno l’incontro con le bellezze del-la nostra città di Napoli con i “laborato-ri” che saranno vissuti in alcune chiesedel Centro storico.

Martedì 1° maggio il meeting giun-gerà a conclusione con la CelebrazioneEucaristica finale in cui verrà affidato aigiovani il messaggio-impegno per “abita-re il futuro con Speranza” che troverà igiovani pronti a realizzare quei progettiche Dio ha per ciascun di loro e per ritor-nare a rinnovare da “abitanti” e non da“nomadi” le proprie realtà di apparte-nenza.

* SdC, parroco

IN RICORDOÈ tornato

alla Casa del Padre

Mons. Vincenzo GalanoGià parroco in SantaMaria di Tutti i Santi

Direzione, Redazione e Amministrazione di “Nuova Stagione” partecipano al dolore

della famiglia.

CittàNuova Stagione 29 aprile 2018 • 13

Ufficio per la Pastoraledel Tempo Libero,Turismo e Sport

Vietnamtra passato e presenteDa mercoledì 22 a venerdì 31 agosto

Un viaggio attraverso il Vietnamdi oggi e di ieri, le sue antichecittà, i templi, i mercati di stradae di fiume, ma anche ildinamismo di un popolo che siaffaccia alla modernità. L’itinerario da Ha Noi fino aSaigon conduce attraverso legrandi tradizioni artistiche eculinarie di un Paese orgogliosodel proprio passato, ma nelquale si respira l’ottimismo peril futuro. Dalla serenità degli antichitempli buddisti, allo spettacolonaturale delle Isole carsichedella baia di Ha Long, fino allaquiete dei villaggi sul Me Kong edelle spiagge bianche di Hoi An,fino alla frenetica vitalità diSaigon. Il Vietnam è una esperienza deisensi, del cuore e di una storia lecui tracce si incontranoovunque.La quota base di partecipazioneè di 2.050 euro alla quale vannoaggiunti 250 euro di tasseaeroportuali, 30 euro per laquota di iscrizione e 35 euro peril visto. Supplemento camerasingola: 260 euro.Le iscrizioni, già aperte, sarannoaccettate improrogabilmentefino a martedì 8 maggio e sipossono effettuare presso lapropria parrocchia oppure inCuria, all’Ufficio Turismo, illunedì, martedì e giovedì dalleore 10 alle 13. Per ulteriori informazioni èpossibile fare riferimento a donEnrico Assini: 081.557.42.33 –333.84.50.211 –[email protected].

Area rugby al Bosco di Capodimonte

Uno sport che educa ai valori della lealtà e della cooperazione

““A Sylvain Bellenger, per il coraggio di avercreduto in questa città, per la splendida follianell’aver immaginato un campo di rugby nelsuo luogo più incantato”. È questa la frase in-cisa sulla targa che Dario Calapai presidentedel settore giovanile dell’associazionePolisportiva “Partenope” consegna al direttoredel Museo e Real Bosco di Capodimonte a bor-do campo dell’area rubgy appena inaugurata.

Bellenger, nel ricevere anche un pallone dagioco ha sottolineato le parole “coraggio” e“follia”, entrambe necessarie per realizzaretutti i progetti ambiziosi messi in campo permigliorare la fruizione del Real Bosco. «Sonofelice di offrire un nuovo spazio ai ragazzi dovepraticare lo sport – ha dichiarato il direttore –dopo i due campi di calcio già frequentatissimi.Il rugby, in particolare, è una disciplina di squa-dra che educa ai valori della lealtà e della coope-razione».

Bellenger ha ricordato anche le altre inizia-tive attuate grazie al sostegno dei cittadini edelle associazioni: rastrelliere per bici a PortaPiccola, Porta di Mezzo e sull’area Belvedere,grazie al progetto “Adotta una panchina” cheha già portato a Capodimonte 87 nuove pan-

chine e 33 alberi adottati. «Presto apriremo aglisportivi un altro edificio del Bosco – ha promes-so il direttore – come la Fagianeria. Inoltre giàabbiamo anticipato l’orario di apertura delBosco per consentire a tutti gli sportivi mattinie-ri di correre e poi andare al lavoro».

Sull’area rugby, realizzata grazie al contri-buto dell’associazione “Amici diCapodimonte” onlus, intanto, gli studenti di al-cune scuole (I.C Maiuri, Sms Belvedere, IcSant’Alfonso De’Liguori, Francesco Solimena,Ic Sarria Monti, Liceo Ginnasio statale G. B.Vico, Itis Leonardo Da Vinci e Itc Caruso) sistanno sfidando per l’anteprima del settimoTrofeo “Partenope Rugby Junior” in program-ma mercoledì 23 maggio allo stadio militare“Albricci” di Napoli.

All’inaugurazione ha partecipato ancheFranco Ascione responsabile area tecnica dellaFederazione Italiana Rubgy che ha sottolinea-to come l’interesse dei giovani e giovanissimisia aumentato per questo tipo di sport negli ul-timi anni, e il presidente degli “Amici diCapodimonte” onlus, Errico di Lorenzo.

L’assessore allo sport, Ciro Borriello, ha an-che ricordato l’assegnazione, da parte del

Comune di Napoli, di un campo di rugby allascuola secondaria di primo grado “FrancescoSolimena” di Barra, che sarà gestito dall’asso-ciazione Polisportiva “Partenope”.

Erano presenti, per la terza municipalità, ilpresidente Ivo Poggiani e l’assessore alla lega-lità Carmela Sermino, vedova di GiuseppeVeropalumbo, vittima innocente di camorra,colpito da un proiettile vagante a TorreAnnunziata la sera del 31 dicembre del 2007.La giornata è stata allietata dal contributo mu-sicale della “Viviani New Band” e dell’associa-zione “MusiCapodimonte”.

L’area rugby, all’interno dello storico parcocittadino sarà aperta a tutti e gratuita, un luogodove poter praticare questo sport in modo nonagonistico, in quanto l’area non è un campo re-golamentare ma un luogo di aggregazione lu-dica per esercitare il rugby non professionale,e soprattutto condividerne i valori universali dirispetto, di lealtà, di solidarietà e di disciplina.

Prossimo appuntamento sabato 28 aprile,alle ore 15, con il rugby a Capodimonte grazieall’associazione Amatori Napoli Rugby,Associazione Sportiva Dilettantistica e “Rugbynei Parchi”.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Il Sud indietro nellatutela della salute

Per Lucio Romano è urgente un nuovo welfare sociale e sanitario

Nell’area metropolitana di Napoli si vive quattro anni in meno rispet-to al Nord e circa sette anni di meno rispetto all’area più avanzatad’Europa. In Italia si muore meno per tumori e malattie croniche dovela prevenzione funziona, principalmente nelle regioni settentrionali.All’opposto al Sud, dove la mortalità è maggiore dal 5 al 28 per cento. Èciò che emerge dal quindicesimo rapporto “Osserva Salute” pubblicatodall’Università Cattolica di Roma.

Lucio Romano, medico e senatore della Repubblica nella scorsaLegislatura, promotore e relatore in Senato dell’Indagine conoscitiva suinquinamento e tumori, approvata recentemente e che, peraltro, ha giàevidenziato criticità assistenziali e negli screening di prevenzione.«Significativo – ha evidenziato Romano – è l’indice di sopravvivenza pertumori: nel Centro-Nord è omogenea per tutte le tipologie di tumori esa-minati, con una maggiore uniformità per programmi di prevenzione etrattamenti. Viceversa, al Sud e nelle Isole, risulta generalmente inferiorealla media».

«Diversi fattori incidono – continua Romano – mentre da diverso tem-po, ormai, la tutela della salute non sembra più essere un diritto fonda-mentale, costituzionalmente riconosciuto, di ogni cittadino. Il passaggiodal Servizio Sanitario Nazionale ai Servizi Sanitari Regionali ha determi-nato disuguaglianze e disparità nelle offerte socio-sanitarie, che vari studiaccreditati hanno evidenziato. È, pertanto, urgente una nuova strategianazionale di welfare sociale e sanitario per dare risposte efficaci e non dif-feribili, soprattutto per l’Italia meridionale. Necessita riequilibrare il ripar-to del Fondo Sanitario Nazionale, impostandolo sugli effettivi bisogni disalute e recuperando qualità gestionale e operativa del sistema».

Provincia Nuova Stagione14 • 29 aprile 2018

Amicizia EbraicoCristiana di Napoli

Il Tempio,tra

storia, archeologiae teologia

Lunedì 14 maggio, alle ore 7.30,presso la sede della Comunitàebraica di Napoli, in via CappellaVecchia 31, si terrà una conferenzasul tema “Il Tempio, tra storia, ar-cheologia e teologia”.

Alla conferenza, organizzatadalla Comunità ebraica e dall’as-sociazione “Amicizia ebraico cri-stiana”, parteciperanno FrancescoLucrezi e Giancarlo Rinaldi.

Secondo Meeting annuale Aes – Giugliano Scuola di Impresa

Creare impresa per creare lavoro

In occasione del secondo anniversariodella dichiarazione di venerabilità di pa-dre Sosio del Prete, il Fondatore, insiemealla Serva di Dio, suor AntoniettaGiugliano, della Congregazione dellePiccole Ancelle di Cristo Re, lo scorso 22aprile al Tempio del Volto Santo, si è svoltauna Solenne celebrazione Euca ri sti -ca presieduta dal Cardinale AngeloAmato, Prefetto della Congregazione perle Cause dei Santi e accompagnata dal co-ro diretto da suor Emerenziana.

Il Porporato ha tracciato un profilo delVenerabile, rimarcandone le forme delsuo apostolato e del suo carisma, ad ini-ziare dalla fondazione dell’Istituto dellePiccole Ancelle, avvenuta ad Afragola nel1932, e agli anni della sua esistenza terre-na.

Il Cardinale ha ricordato alcune testi-monianze significative, come il raccontodi una signora di Ischia, che ha attestatocome, grazie ad una benedizione di padreSosio ad alcuni pescatori che ne avevanofatto richiesta, sia avvenuta una pesca mi-racolosa.

Ed ancora: la deposizione di un’altrapersona sull’incontro del Venerabile conuna vecchietta di Afragola, sofferente e infin di vita, in un tugurio: episodio che ave-va fatto maturare in lui il convincimentoad adoperarsi per i poveri.

«La carità di padre Sosio – ha ricordato

Il Cardinale Angelo Amato ha ricordato padre Sosio del Prete, il Fondatore delle Piccole Ancelle di Cristo Re, in cammino verso la Santità

Guardare con fiducia alle sfide della carità

A Giugliano, presso la locale sede della pro loco, si è rin-novato, lo scorso 21 aprile, l’appuntamento con il meetingdi “Associazione Economia e Sviluppo” e “GiuglianoScuola di Impresa”. Tema di quest’anno “Creare Impresaper Creare Lavoro”. L’iniziativa è stata realizzata per pro-porre al territorio giuglianese, e in generale ai comuni del-l’area a nord di Napoli un progetto di sviluppo basato sulladiffusione della cultura dell’imprenditorialità.

Il primo obiettivo del progetto è quello di iniettare im-prenditorialità sul territorio attraverso corsi di formazio-ne, seminari, convegni, progetti aziendali, borse di studioanche per iniziative estere come accaduto nel 2017 per lapartecipazione al “Global Village for Future Leaders inBusiness and Industry” presso lo Iacocca Institute, negliUsa. Momento importante del Meeting la presentazionedel programma “Resto al Sud” gestito da “Invitalia” e peril quale “Associazione Economia e Sviluppo” svolge atti-vità di consulenza e assistenza gratuita in qualità di enteaccreditato da “Invitalia”. “Associazione Economia eSviluppo” ha lanciato un nuovo corso, denominato “Crea

la Tua Impresa” con l’obiettivo di preparare i giovani al-l’autoimprenditorialità. Si tratta di sviluppare un percor-so aperto a tutti coloro che vogliono intraprendere un pro-getto d’impresa o semplicemente verificare la propriaidea di business e le proprie capacità imprenditoriali.

Articolato in sei moduli: Imprenditorialità, BusinessModel, Design e prototipazione, Marketing, BusinessPlan e Finanziamenti agevolati, il corso mira ad accom-pagnare gli aspiranti imprenditori nello sviluppo del pro-prio progetto imprenditoriale.

Grazie alla collaborazione con “A Colorni HirschmanInternational Institute” (www.colornihirschman.org) e“Iacocca Institute-Lehigh University” (https://global.lehi-gh.edu/iacocca), “Associazione Economia e Sviluppo” e“Giugliano Scuola di Impresa” investono sullo sviluppodel territorio attraverso la formazione imprenditoriale ela crescita di leader capaci di innescare uno sviluppo pro-pulsivo.

“Associazione Economia e Sviluppo” collabora conimportanti associazioni territoriali in un’ottica di associa-

zione e di sviluppo della collaborazione in rete tra le quali“Eupolis”, la “Scuola di Formazione all’Impegno Socialee Politico” della Diocesi di Aversa, “Hub” spa,“Coworking” e “Maker Space” a Giugliano, il “ProgettoPolicoro” della Diocesi di Pozzuoli e l’associazione “IlMiglio Santo” di Pagani.

Ai lavori del meeting, che è stato aperto dal presidentedi “Associazione Economia e Sviluppo” Tommaso DiNardo, ha portato il proprio saluto il sindaco di GiuglianoAntonio Poziello, al quale sono seguite le relazioni diRosario Vecchione su “Resto al Sud e le agevolazioniInvitalia alla creazione di Impresa”, di Paolo Caputo su“Imprenditorialità e creazione di impresa”, di AnielloAscolese su “Il Miglio Santo: un progetto di sviluppo perPagani” e di Pietro Rufolo su “Il progetto Imprenditori didiventa”. Inoltre ci sono stati gli interventi programmatidi Armando De Rosa, Unpli Regione Campania - TeclaMagliacano, Cna - Andrea Pianese, Aicast - RosarioPorcaro, Confesercenti - Luigi Russo, Cig e StefanoStanzione, Odcec Napoli Nord.

il Cardinale Amato – era rivolta verso tuttie, soprattutto, verso i poveri e gli ammalati.Inoltre, era un uomo molto colto e un gran-de musicista, le musiche di accompagna-mento alla Messa che abbiamo ascoltato,furono composte da lui, che diede vita adun’azione caritativa senza precedenti: lecronache del tempo parlano di un venten-nio radioso dal 1932 al 1952. Alla domanda

dove abita Dio, egli rispondeva che i postidove si può trovare Dio sono il Tabernacoloe i poveri.

Oggi, dopo il riconoscimento delle virtùeroiche, avvenuta il 26 aprile 2016, c’è iltempo per chiedere la sua intercessione, perottenere le grazie».«L’attualità del insegna-mento del nostro Fondatore e della sua te-stimonianza di vita – ha sottolineato la

Superiora generale della Congregazione,suor Leonia Buono – costituiscono unmonito e un incitamento al nostro oggi e alnostro futuro, un aiuto a guardare con fi-ducia alle sfide della carità alle quali laChiesa ci invita a rispondere con coraggioe fiducia nei diversi contesti del mondo incui siamo presenti. Chiedo a tutti di pregareaffinché la santità dei nostri fondatori, pa-dre Sosio e suor Antonietta si manifesti vi-sibilmente attraverso un evento miracolo-so, attribuito alla loro intercessione».

Antonio Boccellino

Festa del Lavoro nella solennità di San Giuseppe Lavoratore

Celebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe

presso la sede di Tim S.p.A.

Centro Direzionale Isola F6 - Napoli

Mercoledì 2 maggio, ore 12

San Pio VPapa – 30 aprile

San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, è il Papa della Controriforma, della bat-taglia di Lepanto, del catechismo romano, del breviario romano riformato e delmessale romano. Negli anni di preparazione al sacerdozio, insieme a una solidaformazione teologica, facilitata da una fervida intelligenza, manifestò quella au-sterità di vita che sempre lo caratterizzò.

Nel 1528 ricevette l’ordinazione sacerdotale a Genova e già a quel tempo sidistinse per la forza del suo credo. Come Rettore di vari conventi domenicani sidistinse per la rigida e santificante disciplina imposta, e ricevette la nomina diinquisitore della città di Como. Giunto a Roma nel 1550 divenne Commissariogenerale dell’Inquisizione romana. Paolo IV lo nominò vescovo di Sutri e Nepinel 1556; fu in seguito creato Cardinale con il titolo di Santa Maria sopraMinerva.

Nel 1566, fu inaspettatamente eletto Papa grazie ad un accordo stabilito frai cardinali Carlo Borromeo e Alessandro Farnese. La sua elezione fece tremarela Curia romana e non solo quella. Serietà e inflessibilità iniziarono immediata-mente: niente festeggiamenti e sontuosi banchetti per solennizzare l’elezionepontificia. San Pio V nella sua vita non cercò mai altri interessi che quelli delRegno di Dio e prima di spirare dichiarò ai cardinali, radunati intorno al suo let-to: «Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi unsuccessore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altriinteressi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità».Morì il 1° maggio 1572. La sua salma riposa nella patriarcale basilica di SantaMaria Maggiore in Roma. Papa Clemente X beatificò il suo predecessorecent’anni dopo, il 27 aprile 1672, e solo Clemente XI lo canonizzò poi il 22 mag-gio 1712.

San Giuseppe Maria Rubio PeraltaGesuita, Fondatore – 2 maggio

San José Maria Rubio Peralta è stato canonizzato a Madrid il 4 maggio 2003da papa Giovanni Paolo II. Nacque a Dalias nella provincia di Almeria in Spagna,il 22 luglio 1864 da umili e pii genitori contadini. Trascorse una felice infanzia enel 1875 iniziò gli studi medi ad Almeria, per poterli proseguire nel seminariodella diocesi, perché ormai era chiara la sua chiamata al sacerdozio. Nel 1878 sitrasferì nel Seminario maggiore di Granada per gli studi di filosofia, teologia ediritto canonico.

Otto anni dopo nel 1886 si recò a Madrid dove completò gli studi, conseguen-do le lauree nelle suddette specializzazioni; venne ordinato sacerdote il 24 set-tembre 1887 a Madrid. Entrò nel noviziato dei Gesuiti di Granada. Passò a svol-gere il suo ministero pastorale nella residenza dei padri a Madrid, dove rimasefino alla morte, avvenuta ad Aranjuez il 2 maggio 1929. Formato alla scuola degliEsercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, con una profonda vita spiritualealimentata soprattutto dall’amore per l’Eucaristia e dalla devozione al Cuore diGesù.

Fu ricercatissimo per gli esercizi spirituali ad ogni categoria di persone e perl’assistenza spirituale nelle comunità religiose, sempre numerose in Spagna.Con coraggioso zelo si dedicò alla cura pastorale dei quartieri più poveri ed ab-bandonati della città. Particolare impegno profuse nella formazione dei laici, af-finché si comportassero da buoni cristiani in famiglia, nelle loro professioni enella vita sociale.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 29 aprile 2018 • 15

Aggrappatevi!L’invito che prorompe dalVangelo è deciso: «Rimanete inme, rimanete nella mia Parola,rimanete nel mio amore!» (cfr.Gv 15, 1-8).Chi si ferma a leggere e pregaresul brano dell’evangelistaGiovanni, non può non sentirsiraggiunto da un appello forte,quasi un’implorazione a nonandare via, a non allontanarsi, anon prendere le distanze da Dio.Come i tralci alla vite, così lanostra vita è legata a Dio; comela linfa irrora i tralci così la vitadi Dio e il suo amore ciirrorano, ci riempiono, rendonopossibile per noi una pienezzainaudita.Ma cosa ci può allontanare?Cosa ci può separare?Qualcuno potrebbe dire: «Diostesso. Quel Dio che pota iltralcio». Ma sarebbe correttaquesta lettura?Il Padre che pota non fa altroche eliminare tralci già secchi,in cui la linfa non riesce più ascorrere. E l’essere secchi, e perquesto potati e buttati, non èaltro che frutto di scelte fatte,non subite.Ciò che invece potrebbe rendercidavvero tralci secchi, separatidalla vite-Dio, è la nostra stessavita e le sue vicissitudini. Èl’imprevisto che sconvolgenegativamente i nostri fantasticiprogetti. È la malattia che entrasenza chiedere permesso.Eppure, proprio in questesituazioni limite, quandol’umanità deve piegarsi,Qualcuno ci ricorda che la gioiaè sempre possibile, e nasceproprio dal contatto vivo e verodon lui.Lasciamo scorrere la sua Parolain noi, lasciamoci irrorare delsuo Vangelo: questo ci renderàautentici discepoli che portanofrutti di vita, dentro se stessi enel mondo.

La preghieraTienici uniti a te, Signore Gesù,anche quando tuttopotrebbe separarci.Legaci con il tuo amore,quando solitudine e non sensopotrebbero allontanarci.Tu sei la vite che ci tiene in vita,sei la linfa che ridona speranzaa ogni nostro giorno:insegnaci a rimanere,a non mollare, a non preferireil più semplice e più immediato.In te porteremo frutto...E sarà gioia... Gioia piena,vera e condivisa. Amen.

Preghiere dei fedeli per i bam-bini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com.Potranno essere usate anche co-me preghiera di intercessionedurante l’incontro di catechesisettimanale.

Mariangela Tassielli

29 aprile. Quinta Domenica di Pasqua

«Io sono la vite»!At 9, 26-31; Sal 21; 1 Gv 3, 18-24; Gv 15, 1-8

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Eucaristia, l’amore che trasforma

Il primo incontro con Gesù nella Comunione eucari-stica può essere un momento meraviglioso, entusia-smante, indimenticabile. Prima di tutto occorre essereben consapevoli che il Signore Gesù viene nel cuore diciascuno per creare un’amicizia autentica e indistrutti-bile, un’amicizia che da parte del Signore durerà persempre e sarà sempre più forte, rispettosa, generosa.Questo scorrevole libretto, vivacemente e simpatica-mente illustrato, offre tanti strumenti che possono esse-re utili per la preghiera intima con Gesù e per la rifles-sione personale, non solo per la Prima Comunione maanche per la straordinaria avventura che è la vita insie-me a Lui, il nostro migliore amico. Feliciano InnocenteEucaristia l’amore che trasforma. Dalla Prima Comunione all’amicizia profonda e fruttuosa con Gesù nel Santissimo SacramentoEdizioni Elledici – 2018 Pagine 128 – euro 4,50

Cristianesimo extra-largeUn cristianesimo di nuova generazione, restio ad alli-

nearsi docilmente ai modelli ecclesiali della tradizionecattolica e delle Chiese della Riforma, si sta rapidamentediffondendo in Africa, Asia e America Latina ed è ormaipronto a mettere radici anche in Europa. Più interessatoa proporsi come esperienza immediata della potenza del-lo Spirito che a elaborare categorie teologiche, questocristianesimo crede nell’efficacia dei doni spirituali nelpromuovere il cambiamento interiore e il successo nellavita mondana e si affida a leader carismatici che sapien-temente trasformano le liturgie in spettacoli di massa perprovare i loro poteri di guarigione e profezia. Un elemen-to che riassume tutti questi aspetti è la scelta di ampiestrutture che, sul piano architettonico non ripetono glistili dell’arte sacra, ma si integrano nel panorama dellemetropoli, preferendo la forma esteriore di grandi audi-tori e di multisale di preghiera. L’organizzazione dram-maturgica dello spazio sacro è al servizio di una messa inscena: la guerra contro gli spiriti del male in nome diGesù e dello Spirito Santo, cui, sotto la regia del leader,tutti potenzialmente sono chiamati a partecipare, reci-tando ruoli da co-protagonisti. Enzo Pace - Cristianesimo extra-large. La fede come spettacolo di massaEdizioni Dehoniane – 2018 Pagine 264 – euro 19,50

Per il Quarto vangelo vivere quotidiana-mente l’essere discepolo significa rimanerein Gesù: il discepolo, in altri termini, non èuno che sta dinanzi a Lui (quasi preceden-dolo) e neanche più semplicemente dietro diLui (semplicemente seguendolo), ma unoche soprattutto resta in Lui!

È in questa prospettiva che può essereletta l’allegoria della vite, mediante la qualeGesù ancora una volta rivela se stesso per ri-velare ai suoi di loro stessi: parlando di unavite, infatti, Gesù intende richiamare allamente dei suoi ascoltatori la predicazionedei profeti, che spesso avevano paragonatoIsraele a una vigna deludente e capace solodi fruttificare uva aspra e selvatica, (cfr. Is5,1-7; Ger 2, 21) una vigna che aveva di con-tinuo bisogno d’essere visitata dal Signore(cfr. Sal 80,15: «Dio degli eserciti, ritorna!Guarda dal cielo e vedi e visita questa vi-gna»).

Il modo in cui Gesù si serve dell’immagi-ne della vita, tuttavia, è profondamente di-verso dal modo in cui i profeti si erano servitidell’immagine della vigna: sulle labbra diGesù, l’immagine della vite diviene il modomediante il quale egli si autodefinisce pro-prio a partire da questa categoria: «Io sonola vite»! Dicendo di essere non la vigna, mala vite, Gesù, nella lettura che il Quarto van-gelo fa della storia della salvezza, è presen-

tato come Colui che viene ad abitare nella vi-gna infedele perché tutta la vigna possaprendere vita nuova da Lui.

Da sé quella vigna darebbe solo fruttiaspri e selvatici. Gesù, vite vera, è allora ve-nuto a rendere possibile il frutto, il vino dellagioia, il vino delle nozze (al quale il Quartovangelo introduce da subito il suo lettore eascoltatore, presentando come primo tra isegni compiuti da Gesù il segno di Cana, os-sia l’abbondanza del vino messianico!).

La vite vera è Gesù, il quale rende fecondii tralci che hanno il coraggio di farsi alimen-tare dalla sua stessa linfa! Vivere come tralcidella vite che è Gesù è un fatto tutt’altro cheimmediato: esige coraggio, perché la linfavitale, che Gesù è pronto a donare a chi ri-mane innestato in Lui, è esigente e chiedeche si sia pronti a farsi espropriare per amo-re di Lui.

Se non si ha il coraggio di dimorare inColui che è venuto a dimorare in mezzo agliuomini, ci si secca, si diviene non solo infe-condi, ma anche totalmente inutili e buonisolo per essere bruciati.

Il discorso di Gesù appare, naturalmen-te, tutto rivolto a chi è nella Chiesa e non aquelli di fuori: il rimanere è per i discepoli; ilrimanere è per chi Cristo l’ha incontrato, perchi presume di stare dentro, ma poi con ilcuore è fuori, latita e cerca vie continue di fu-

ga dal vangelo. D’altro canto, per chi ha avu-to il coraggio di rimanere nella vite che èGesù, il Padre, che viene a visitare questa vi-gna, fa anche un’altra operazione, partico-larmente dolorosa: pota!

Le potature di cui parla il vangelo sonoquei “no” necessari a chi ha il coraggio di ri-manere in Cristo, perché rimanga effettiva-mente in Lui! Non esiste un manuale dellepotature: quali siano specificamente le pota-ture, infatti, non si può dire in astratto e inassoluto: ciascuno deve e può porsi davantialla propria esistenza per riconoscere qualipotature il Padre ha già operato e per render-si disponibile a quelle ancora necessarie eulteriori. L’operazione della potatura è, in-fatti, un’operazione che non può dirsi com-piuta una volta per sempre.

I frutti che Gesù permette, allora, non so-no i frutti che il mondo si attende: uomo cheporta frutto è, per il mondo, chi ha successo,chi possiede, chi ha fatto carriera; uno chetutti guardano con ammirazione, invidia emagari perfino con un certo timore. I fruttidello Spirito vanno, invece, in tutt’altra dire-zione da quella del mondo: si deve essere di-sposti a farsi perdenti per il mondo! Eccoperché ci vuole coraggio per rimanere inne-stati in Gesù vera vite!

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

Nuova Stagione16 • 29 aprile 2018

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Processionedel Santo Patronoe Martire Gennaro

Sabato 5 maggio – ore 17Dalla Chiesa Cattedrale alla Basilica di Santa Chiara