PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario...

16
N. 16 3 maggio 2009 0,90 Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Celebrata la giornata per il lavoro 8 e 9 PRIMO PIANO CULTURA Fidanzati e sposi incontrano il Cardinale Sepe 5 VITA ECCLESIALE In cinquemila a Roma per Caterina Volpicelli 3 PRIMO PIANO CHIESA Andrea Acampa Chicco Ambrosino Teresa Beltrano Michele Borriello Rosanna Borzillo Cristina Celli Mario Cinti Eloisa Crocco Lorenzo Cultreri Doriano Vincenzo De Luca Luigi De Maio Rosaria La Greca Francesco Mercurio Cristina Palumbo Pasquale Puca Vincenzo Santoro Elena Scarici Salvatore Testa Angelo Vaccarella Salvatore Vilardi. Gli interventi In festa per il Beato Nunzio Sulprizio 2 In cammino con Santa Giovanna Antida 4 Proseguono gli incontri con i decanati 6 Un ricordo di mons. Pace e padre De Rosa 10 Da Napoli solidarietà per l’Abruzzo 11 Pulcinella d’oro: i bimbi dall’Arcivescovo 13 Il santuario della Madonna dell’Arco 14 Procida, recuperato il “tesoro di San Michele” 15 In compagnia di Maria Salvatore Esposito Per un progetto di convivenza 15 Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di “Maria Madre e Regina” al monte Grisa di Trieste, il 1° maggio 1992, parlando del “mese di maggio”, che cade ordinariamente nel tempo pasquale tra le due effusioni dello Spirito cui Maria è stata presente: al Calvario e nel Cenacolo (cfr. Gv 19, 30; At 2, 1-4), diceva: «Auspico che la celebrazione del mese mariano si armonizzi con la liturgia ed evidenzi i nessi organici di Maria col mistero di Cristo e della Chiesa». segue a pagina 2

Transcript of PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario...

Page 1: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

N. 16 • 3 maggio 2009 • € 0,90

Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Celebratala giornataper il lavoro

8 e 9

PRIMO PIANO

CULTURA

Fidanzati e sposiincontrano

il Cardinale Sepe

5

VITA ECCLESIALE

In cinquemilaa Roma

per Caterina Volpicelli

3

PRIMO PIANO CHIESA

Andrea Acampa • Chicco Ambrosino • Teresa Beltrano •

Michele Borriello • Rosanna Borzillo • Cristina Celli •

Mario Cinti • Eloisa Crocco • Lorenzo Cultreri • Doriano

Vincenzo De Luca • Luigi De Maio • Rosaria La Greca •

Francesco Mercurio • Cristina Palumbo • Pasquale Puca

• Vincenzo Santoro • Elena Scarici • Salvatore Testa •

Angelo Vaccarella • Salvatore Vilardi.

Gli interventiIn festa per il Beato Nunzio Sulprizio 2

In cammino con Santa Giovanna Antida 4

Proseguono gli incontri con i decanati 6

Un ricordo di mons. Pace e padre De Rosa 10

Da Napoli solidarietà per l’Abruzzo 11

Pulcinella d’oro: i bimbi dall’Arcivescovo 13

Il santuario della Madonna dell’Arco 14

Procida, recuperato il “tesoro di San Michele” 15

IInn ccoommppaaggnniiaa ddii MMaarriiaaSalvatore Esposito

Perun progetto

di convivenza

15

Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di“Maria Madre e Regina” al monte Grisa di Trieste, il 1°

maggio 1992, parlando del “mese di maggio”, che cadeordinariamente nel tempo pasquale tra le due

effusioni dello Spirito cui Maria è stata presente: alCalvario e nel Cenacolo (cfr. Gv 19, 30; At 2, 1-4),

diceva: «Auspico che la celebrazione del mesemariano si armonizzi con la liturgia ed

evidenzi i nessi organici di Maria colmistero di Cristo e della Chiesa».

segue a pagina 2

Page 2: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Recentemente il “Direttorio su pietà popo-lare e Liturgia” (2002) ha puntualizzato circala «consuetudine occidentale di celebrare un“mese mariano” in maggio sarà opportuno te-nere conto delle esigenze della Liturgia, delleattese dei fedeli, della loro maturazione nellafede, e studiare la problematica posta dai “me-si mariani” nell’ambito della “pastorale d’in-sieme” della Chiesa locale, evitando situazio-ni di contrasto pastorale che disorientino i fe-deli, come accadrebbe, ad esempio, se si spin-gesse per abolire il “mese di maggio”.

In molti casi la soluzione più opportunasarà quella di armonizzare i contenuti del “me-se mariano” con il concomitante tempodell’Anno liturgico. Così, ad esempio, duranteil mese di maggio, che in gran parte coincidecon i cinquanta giorni della Pasqua, i pii eser-cizi dovranno mettere in luce la partecipazio-ne della Vergine al mistero pasquale (cfr. Gv19, 25-27) e all’evento pentecostale (cfr. At1,14), che inaugura il cammino della Chiesa:un cammino che essa, divenuta partecipe del-la novità del Risorto, percorre sotto la guidadello Spirito. E poiché i cinquanta giorni so-no il tempo proprio per la celebrazione e la mi-stagogia dei sacramenti dell’iniziazione cri-stiana, i pii esercizi del mese di maggio potran-no utilmente dar rilievo alla funzione che laVergine, gloriosa in cielo, svolge sulla terra quie ora, nella celebrazione dei sacramenti delBattesimo, della Confermazione edell’Eucaristia” (n. 191).

Il “Direttorio” chiaramente segue diligente-mente le direttive della SacrosanctumConcilium sulla necessità che «l’animo dei fede-li sia indirizzato prima di tutto verso le feste delSignore, nelle quali, durante il corso dell’anno, sicelebrano i misteri della salvezza» (n. 108) ai qua-li è stata associata la beata Vergine Maria.

Vita ecclesiale Nuova Stagione2 • 3 MAGGIO 2009

Padri Rogazionisti

Campomissionariovocazionalein AlbaniaSe hai più di diciassette anni;se fai un cammino nella tuaparrocchia; se fai uncammino spirituale edappartieni ad un gruppoecclesiale, questo invito è perte.Vieni anche tu in Albania,partecipando al campomissionario-vocazionale damercoledì 29 luglio a lunedì10 agosto.La quota di partecipazione èdi 250 euro.Per saperne di più e per leiscrizioni, da effettuarsi entroil 20 giugno, è possibilerivolgersi a padre ClaudioMarino (tel. 339.76.45.991)[email protected]«Le vocazioni non sono fruttodello sforzo umano, ma dellapreghiera costante e fiduciosache le genera, le forme e lecrea!»(S. Annibale Maria diFrancia).

Istituto ItalianoStudi Filosofici

MostrafotograficaLunedì 4 maggio alle ore 17,presso la sede dell’IstitutoItaliano Studi Filosofici,Palazzo Serra di Cassano, viaMonte di Dio 14,inaugurazione della mostrafotografica di Enzo Barbieri:“La Spagna a Napoli nei luoghidi culto”. Un percorsoattraverso immagini di opered’arte sparse nelle chiese dellacittà.

5 maggio, festa del Beato Nunzio Sulprizio

Dal calvarioalla gloria

di Luigi De Maio

Il 13 aprile 1817, a Pescosansonesco, piccolo paese delle montagneabbruzzesi, nella Diocesi di Penne, nacque Nunzio Sulprizio. DomenicaRosa Lucani, timida, seria e virtuosa, una casalinga che sapeva trovaremolto tempo da trascorrere in chiesa, non pensava ancora a sposarsi,ma la mamma Anna Rosaria del Rosso la promise al giovane calzolaioDomenico Sulprizio, che ne chiedeva la mano. Fu perplessa Rosa maaccettò ed in breve tempo fu celebrato il matrimonio e dopo circa unanno ebbero la gioia di un bambino. Era la domenica in Albis e mam-ma Rosa, devota della Madonna dell’annuncio, volle chiamarlo Nunziocome l’angelo che portò l’annuncio a Maria: fu quella una profezia delcuore, una profezia di speranza che solo poco più tardi diventò realtà.

Nunzio, infatti, battezzato con quel nome, ben presto a soli tre an-ni, ricevette il Sacramento della Cresima che il Vescovo di Valva eSulmona, Mons. Felice Francesco Tiberi, in vista pastorale, impartivaa Popoli, il paese dove era nato il papà di Nunzio. Il piccolo, segnatodal santo Crisma, divenne un luminoso segno della presenza delloSpirito che lo accompagnò, nel pur breve percorso, dal calvario allagloria. Il calvario iniziò presto: rimasto orfano del papà, visse con lanonna presso la quale si era trasferita la mamma, fino a quando, co-stretta dalla indigenza, ella dovette passare a nuove nozze.

Nunzio soffrì perché costretto ad allontanarsi dalla nonna AnnaMaria del Rosso e per i modi rudi e severi del suo nuovo padre GiacomoDe Fabiis. Così, il calvario di Nunzio si delineava sempre di più e pren-deva consistenza in una realtà ancora più dolorosa: il 5 marzo 1823 glimorì la mamma e, a nove anni, fu affidato alla nonna, una secondamamma per lui e da lei ricevette il primo latte spirituale e culturale, ali-mentando così, con la grazia divina, le sembianze fisiche e spirituali diun vero angelo. Nunzio non si stancava di nutrirsi dell’abbondanza dinozioni e di verità religiose che il cuore della nonna, pieno di fede sem-plice ma profonda, effondeva come rugiada fresca in lui, bocciolo chesi apriva alla vita. Così egli trascorreva il tempo trascurando anche ilnaturale desiderio che hanno i ragazzi per lo svago e per il gioco. Ardevadal desiderio di ricevere la Prima Comunione e la nonna gli promise chea 14 anni, come era uso del tempo, l’avrebbe ricevuta; ma non fu ella avedere questo giorno perché morì il 4 aprile 1826 a 65 anni.

Orfano per la terza volta, si trovava così all’apice del Calvario dovedi lì a poco si sarebbe delineata e intravista anche la croce, come mor-te di un corpo e resurrezione e gloria della vita. Nunzio si ritrovò an-cora più solo ma non smise di ricordare gli insegnamenti che la non-na gli aveva messo nel cuore: l’interesse e la frenetica gioia di accom-pagnare il Parroco che portava il Santo Viatico agli ammalati o di re-carsi in Chiesa a partecipare alle funzioni sacre.

Quando era impedito si fermava sulla porta di casa come in estasi,guardando verso la Chiesa; ma grande era l’ammirazione di tutti quan-

do lo vedevano assorto in preghiera, tutto proteso, sguardo, mente ecuore a parlare con l’amico più caro: Gesù. Così fu ancora la nonna adiniziarlo al catechismo che frequentava la domenica ed era l’attesa piùesaltante di tutta la settimana tanto che diventava il microfono di Gesùe, con la sua voce dolce e convincente, invitava i compagni a frequen-tarlo. Questo suo impegno e fervore era costante anche nell’apprendi-mento scolastico, a cui lo aveva indirizzato sempre la nonna, diventan-do l’esempio di impegno ed applicazione che i maestri proponevano diimitare anche agli altri alunni della classe.

Fin da questi anni la vita e l’impegno di Nunzio, il candore del suocuore semplice e amabile, rispettoso e sollecito a tutti i suggerimentidei suoi superiori, si rivelarono come il segno certo della sua santità.

Nunzio Sulprizio è il modello di chi soffre nella tenera innocenzadegli anni, additando il dolore, non come maledizione e castigo, ma le-va potente della santità. In lui si rispecchia e vive il dolore degli inno-centi, vessati e calpestati in ogni diritto. Egli, protettore dei martiri diieri e di oggi, segna una strada, indica una meta, annuncia la vittoria:la santità ed il 5 maggio 1836 la sua morte ne suggella l’inizio.

Le spoglie mortali di Nunzio Sulprizio sono esposte alla venerazio-ne nella prima cappella della chiesa di San Domenico Soriano in piaz-za Dante a Napoli. Ogni giovedì, alle ore 11, si celebra la Santa Messain suo onore con larghissima partecipazione di fedeli. Tra gi prossimiappuntamenti in programma domenica 3, ore 12, Messa Solenne.Celebra don Alessandro Generoso. Animazione domenicale.

Lunedì 4, ore 19, Messa Solenne. Celebra il decano don GiuseppeCarmelo, presidente del Centro Accoglienza. Animano le comunitàGesù Risorto.

Martedì 5, festa del Beato, Sante Messe alle ore 7.30; 10; 11; 12. Ore19, Santa Messa solenne, celebrata da S. E. Mons Armando Dini,Vescovo emerito di Campobasso-Bojano. Animano le ComunitàNeocatecumenali.

Il mese di maggio: liturgia e pietà popolare

In compagnia di MariaÈ certo che i pii esercizi non hanno lo sco-

po di sostituirsi alle azioni liturgiche né di me-scolarsi ad esse, essendo «la natura della litur-gia di gran lunga superiore» (SC 13) pertanto,tenendo conto dei tempi liturgici, essi devonoarmonizzarsi con la liturgia, devono trarreispirazione da essa, e ad essa condurre. Questisono i principi, sobri ma precisi, per valutare,orientare e valorizzare la pietà popolare versola Madonna santa, principi, approfonditinell’Esortazione apostolica “Marialis Cultus”(2 febbraio 1974) e ripresi e rilanciati dalla“Lettera della Congregazione per il CultoDivino: Orientamenti e proposte per la cele-brazione dell’anno mariano” (3 aprile 1987).

La via migliore per rinnovare le forme tra-dizionali della pietà mariana è di impregnarledella parola del Vangelo e di ispirarle alla li-turgia. Ora per evitare di trasformare in espres-sioni liturgiche gli esercizi della pietà popola-re, o peggio produrre ibridismi e sovrapposi-zioni, nasce spontaneo il desiderio di suggeri-re qualche proposta per valorizzare il mese dimaggio, durante il quale non necessariamen-te è prevista la celebrazione eucaristica vesper-tina e dove l’omelia non viene “condizionata”dal Lezionario.

Una prima proposta è la valorizzazione deiformulari delle Messe della Beata VergineMaria e del Lezionario proprio. Volendo orga-nizzare una catechesi mariana lungo il mesedi maggio, basterebbe commentare i diversi ti-toli dei formulari attingendo dalle ricche in-troduzioni per i contenuti biblici, teologici, li-turgici, spirituali e catechistici. Senza trascu-

rare la parte eucologica e il Lezionario di cia-scun formulario.

In questo caso si potrebbe celebrare laMessa nella mattina e programmare la cate-chesi alla sera, preceduta dalla recita delRosario e da canti. Una seconda proposta po-trebbe avere una cadenza settimanale: anchequi la celebrazione della Messa dovrebbe esse-re fissata nella mattinata.

Si avrà allora questo schema: lunedì: rosa-rio meditato; martedì: liturgia della Parola;mercoledì: celebrazioni dei Vespri; giovedì:adorazione eucaristica; venerdì: celebrazionedel sacramento della Penitenza; sabato: Messafestiva; domenica: celebrazione dei Vespri eSanta Messa.

È sempre prevista l’omelia i cui contenutipossono essere attinti dal Lezionario e dai for-mulari delle Messe della Beata Vergine Maria.Non si può trascurare di valorizzare ilBenedizionale, specie se si organizzano mo-menti di preghiera con alcune categorie di per-sone (fanciulli, famiglie, ammalati, fidanzati).In questo modo la Santa Messa diventa “la fon-te e il culmine” della vita parrocchiale e, nellostesso tempo si educa il popolo a pregare e adapprezzare la ricchezza delle celebrazioni li-turgiche.

Infine si potrebbe celebrare con il ReginaCoeli e con il celebre inno Akàthistos (cfr. Cei,Comitato Nazionale per l’Anno Mariano, “Inpreghiera con Maria la madre di Gesù”, Roma1987). È da tenere, poi, in considerazione inquesto mese la Novena di Pentecoste.

Salvatore Esposito

Page 3: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Primo Piano ChiesaNuova Stagione 3 MAGGIO 2009 • 3

Napoli prepara la processioneLe migliaia di pellegrini che il 26aprile hanno riempito PiazzaSan Pietro in Vaticano perpartecipare alla canonizzazionedi cinque nuovi santitestimoniano come questiuomini e donne continuino atoccare i cuori e a suscitarecambiamenti di vita. I piùespansivi sono stati i devoti aCaterina Volpicelli, che si sonodistinti anche nel coro posto allasinistra del Santo Padre sulsagrato della Basilica Vaticana.Le juniores, i coristi di sanGiovanni a Teduccio guidati daNunzia Riscetti e quelli diFrattamaggiore, diretti dalmaestro Antonio Capasso,hanno animato con gioia epassione la preghiera che hapreceduto il Solenne rito dellacanonizzazione.La preghiera era iniziata ilsabato precedente nel Santuariodi Nostra Signora del SacroCuore in Piazza Navona con laVeglia presieduta dal Prefettodella Congregazione per le Causedei Santi mons. Angelo Amatoche, nell’omelia, avevasintetizzato in tre puntifondamentali la vita e l’operadella Volpicelli: attenzione aipoveri, riscatto culturale esociale, dimensionecontemplativa. Napoli festeggerà CaterinaVolpicelli il prossimo 9 maggiocon la “Peregrinatio” del corpo.L’appuntamento è alle 16 nellaParrocchia di San DomenicoSoriano in piazza Dante. Laprocessione giungerà inCattedrale e i resti mortali dellaSanta resteranno esposti allavenerazione dei fedeli. Semprenel Duomo, il 10 maggio alle18.30 il Cardinale CrescenzioSepe presiederà la Solenneconcelebrazione eucaristica diringraziamento. È stata allestita anche unaMostra itinerante sulla vita e leopere della Volpicelli che fino al10 maggio resterà nel Duomo.La mostra si sposterà fino al 31maggio nella chiesa dellaPietrasanta, nel mese di giugnosarà a Scampia e a luglio sarà aPonticelli. È previsto anche unitinerario alla scoperta deiluoghi volpicelliani nel centrostorico di Napoli. Nonmancheranno le proposteculturali con convegni econcerti: il primo, il 17 ottobre2009, nella basilica di SantaRestituta al Duomo, con lapresentazione del volume dimons. Antonio Illibato«Caterina Volpicelli, donna dellaNapoli dell’Ottocento».

«Costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà»

servizio a cura di Doriano Vincenzo De Luca

Napoletani, panamensi, brasiliani e indonesiani abbracciati dal colonnato del Berninihanno gioito con uno sventolìo di bandiere e cappellini alla recita di Benedetto XVI del-la formula di canonizzazione di Caterina Volpicelli, fondatrice dell’Istituo delle Ancelledel Sacro Cuore. Sotto un cielo plumbeo, acceso da un arcobaleno di colori dei fazzo-letti agitati da migliaia di fedeli, domenica 26 aprile Papa Benedetto XVI ha così iscrit-to nel registro dei santi un nuovo nome della terra di Napoli: Caterina Volpicelli. Con leigli italiani Arcangelo Tadini, sacerdote e fondatore delle Suore Operaie della Santa Casadi Nazareth; Bernardo Tolomei, abate, fondatore della Congregazione di Santa Maria diMonte Oliveto dell’Ordine di San Benedetto; Gertrude Comensoli, vergine, fondatricedell’Istituto delle Suore Sacramentine; e il portoghese Nuno de Santa Maria ÁlvaresPereira, religioso dell’Ordine dei Carmelitani ed eroe nazionale del Portogallo.

Ad accompagnare gli oltre cinquemila devoti della Volpicelli, il Cardinale CrescenzioSepe, che ha concelebrato la solenne liturgia assieme a numerosi porporati, vescovi esacerdoti. Nelle prime fila la Madre generale delle Ancelle, suor Concetta Liguori, laPostulatrice, suor Carmelina Vergara, il Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, ilPresidente della Provincia Dino Di Palma, e numerose altre autorità religiose e civili.

Dal tempo in cui Gesù Risorto era fisicamente presente tra gli apostoli fino ai nostrigiorni, segnati da una grave crisi economica e dallo “smarrimento” presente soprattut-to nei giovani, i fedeli trovano nell’Eucaristia ispirazione e sostegno. In «una conversio-ne che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo» è possibile«porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superandoquello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostropianeta». È questo l’insegnamento che Benedetto XVI ha indicato nella vita di CaterinaVolpicelli, sottolineando gli sforzi della novella santa di «essere di Cristo, per portare aCristo quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spiri-tuale e sociale». Per essere autentici educatori della fede e trasmettere alle nuove gene-razioni i valori della cultura cristiana, ha osservato, «è indispensabile, come amava ripe-tere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuoredi Cristo - ha aggiunto il Pontefice - l’umanità può trovare la sua “stabile dimora”».

Al termine della celebrazione, prima di recitare il Regina Coeli, il Pontefice ha augu-rato a ciascuno dei pellegrini giunti a Roma per partecipare alla canonizzazione dei nuo-vi santi che questo evento li aiuti «a correre con più gioia e più slancio verso la mèta fina-le, verso il premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù».

«Sebbene lei appartenga a un secolopassato, cerchiamo di imitarla per-ché è una donna attualissima, del

nostro tempo. Ha lasciato tutto per diventareuna donna umile vicina ai poveri», è il com-mento di Carmelina Acitelli, partita all’alba daNapoli per partecipare alla canonizzazione diCaterina Volpicelli. Tanta commozione, tantagioia e partecipazione da parte di tutti. DavideDe Rosa, della parrocchia della Salute, con lamoglie e i tre figli, ha preso parte all’offerto-rio, per sottolineare il ruolo centrale della fa-miglia nello sviluppo della persona e della vi-ta civile, come amava sottolineare la Volpicelli.«Il Papa ha preso spunto dalla sua storia e dalsuo esempio - ha sottolineato la PostulatriceCarmelina Vergana - per incitare tutti, fedeli ereligiose, a fare sempre di più, ricordando comela Madre Santa si inserisce in questo tempo dicrisi materiale e spirituale e ci insegna ad af-frontare le tante situazioni di difficoltà e a vin-cerle in maniera ordinata».

A Roma c’era anche il Vescovo FernandoPanico, in missione in Brasile a Crato, parti-colarmente devoto alla novella Santa, ma c’e-rano soprattutto i napoletani, tanti fedeli giun-ti dal centro di Napoli, ma pure da SanGiovanni a Teduccio, Ponticelli, Casoria,Frattamaggiore, Aversa, Meta, Sorrento,Salerno, Sessa Aurunca. E ancora dal Lazio edalla Toscana. E tanti sacerdoti, don FrancoGravino e don Enzo Papa, molto attivi nellapreparazione dei festeggiamenti in onore del-la Santa, don Franco Perna, don CiroScognamiglio, don Sossio Rossi. C’erano an-che i “Servos do Sagrado Curacao de Jesus”,con il superiore Padre Josè Wilton Leite, chein Brasile, a Campos Sales, stanno dando vitaal ramo maschile, antico desiderio dellaMadre Fondatrice.

«È stata una gioia ritrovarsi a Roma - hacommentato il Sindaco Iervolino - a così bre-ve distanza di tempo dalla canonizzazione diGaetano Errico, per ascoltare ancora una voltala proclamazione a santo di un nostro concit-tadino». La Iervolino ha voluto sottolineare il

valore sociale della vita e dell’attività dellaVolpicelli: «La figura di questa donna che giàalla metà dell’800 si batteva per l’emancipazio-ne femminile, e che ha saputo così bene conci-liare la fede e la preghiera con l’impegno attivodi carità verso i poveri e gli emarginati, è davve-ro affascinante e dimostra la ricchezza dellaChiesa napoletana».

Anche la Madre generale, Concetta Liguori,ha rimarcato l’invito del Santo Padre a vederenella Volpicelli un esempio valido e attualissi-mo per i nostri giorni. «Sua Santità - ha detto- ha riproposto il carisma di una donna che hasempre operato per il bene degli umili. Per la no-stra congregazione è un riconoscimento straor-dinario che ci riempie di gioia». PasqualeGiustiniani, docente di filosofia alla FacoltàTeologica, membro del Comitato organizzato-

re della canonizzazione, ha evidenziato l’ori-ginalità dell’attività pedagogica dellaVolpicelli: «la sua attività educatrice era perquei tempi molto originale - ha spiegato - per-ché prima di altri santa Caterina si è dedicataalla formazione e al recupero sociale e civile diorfani, diseredati e di ex-prostitute che avviavaa lavori onesti e produttivi, non attraverso unistituto tradizionale di suore, ma, tramite unastruttura concentrica, rilanciata poi dalConcilio Vaticano II, capace di allargarsi all’e-sterno senza perdere la profonda natura religio-sa». Infatti l’Istituto è composto da donne con-sacrate, senza abito religioso, dedite ad atti-vità rispondenti alle esigenze del tempo, ed ècoadiuvato dal Ramo Esterno delle PiccoleAncelle e Aggregate, donne nubili e coniugate,che vivono in famiglia.

La commozione e la gioia dei fedeli che hanno partecipato al Rito

Originale e al passocoi tempi

In cinquemila in Piazza San Pietro, guidati dal Cardinale Crescenzio Sepe, perla canonizzazione di Caterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore

Page 4: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Vita ecclesiale Nuova Stagione4 • 3 MAGGIO 2009

APPUNTAMENTI

Corso di iconografiaA conclusione dell’Anno

Paolino, presso la Casa di eser-cizi spirituali “Sant’Ignazio”,dei padri Gesuiti, in vialeSant’Ignazio 51 Napoli, è inprogramma, da mercoledì 3 amercoledì 10 giugno, un corsopratico di iconografia sul tema:“Scrivere l’icona di San Paolo”.

Lo scopo del corso, tenutodal maestro iconografo AngeloVaccarella, è quello di realizza-re un’icona finita, percorrendoun triplice percorso: tecnico,teologico e spirituale.

Per ulteriori informazioni eprenotazioni: 335.653.01.31.

Usmi DiocesanaIl corso di formazione per-

manente dell’Usmi per l’anno2008-2009 ha per tema: “Alprincipio di ogni teologia. IlGrande Codice”. Obiettivo delcorso: guida alla introduzionealla Bibbia. Gli incontri si ten-gono di martedi, nella sede fe-derativa dell’Usmi, in largoDonnaregina 22. Il riferimentoè Optatam Totius 16: “La SacraScrittura è come l’anima di tut-ta la teologia”.

Questi gli ultimi appunta-menti: 5 maggio – Le “Costantibibliche”: Dio santifica (padreRosario Piazzolla). 12 maggio– Le “Costanti bibliche”: Diogiudica (padre RosarioPiazzolla).

Pastorale della Terza EtàL’Ufficio di Pastorale della

Terza Età organizza un corsodi formazione per operatoripastorali della durata di ottoincontri che si terranno, sem-pre di venerdì, dalle ore 16 al-le 18, nella Sala deiCatecumeni, presso la CuriaArcivescovile, in largoDonnaregina 22. Prossimi ap-puntamenti: 8 e 15 maggio.

Mercoledì 13 maggio alleore 17, presso la SalaMonumentale di Santa Mariala Nova, si terrà una tavola ro-tonda sul tema: “Quale futuroper l’anziano?... Quale anzianoper il futuro?”.

Apostolato della PreghieraMartedì 12 maggio, alle ore

10.30, nella Sala deiCatecumeni, presso la CuriaArcivescovile di Napoli, in lar-go Donnaregina 22, si terrà l’in-contro mensile di formazioneper animatori e animatricidell’Apostolato della Pre-ghiera.

Centro Collegi LiturgiciIl Centro diocesano Collegi

Liturgici, settore del GrandeVicariato della Liturgia, conti-nua il cammino di formazioneper tutti i responsabili deiGruppi Ministranti, e per tuttele realtà che ruotano intornoalla vita liturgica delle comu-nità parrocchiali.

Immediata scadenza è la ce-lebrazione del congresso deiMinistranti, giunto alla suatrentesima edizione, che siterrà sabato 16 maggio nellaBasilica di San PaoloMaggiore, in via Tribunali.

Secondiglianoraduna

i suoi giovanidi Salvatore Testa

I giovani cattolici dell’area nord di Napoli(Secondigliano, San Pietro a Patierno eCasavatore) voglio costruirsi un futuro diversoda quello attuale, fatto di degrado e di una de-sertificazione imprenditoriale che costringemolti di loro a emigrare. Per farlo pretendonorisposte certe e tempi brevi da parte delle isti-tuzioni e dall’imprenditoria pubblica e privata,che deve intervenire e investire di più nei loroquartieri. Lo hanno chiesto nel corso di un ra-duno di tre giorni promosso dalla parrocchia diS.Maria della Natività proprio per fare il puntosulla situazione di disagio in cui ormai versanoqueste zone e per capire quali sono le aspirazio-ni e le proposte delle giovani generazioni per at-tivare una inversione di tendenza. La “tre gior-ni” si è articolata in una serie di dibattiti con lapartecipazioni di rappresentanti del mondo del-l’imprenditoria e dell’associazionismo e delleistituzioni. Alla fine di ciascuna giornata i par-tecipanti hanno potuto assistere alla messa inscena da parte della compagnia “I varietà”, for-mata da giovani della parrocchia, del musical“Una storia a Parigi”, tratto da “Notre Dame deParis” e messo in scena da Camillo Garzia.

«Abbiamo promosso questo raduno – haspiegato il parroco, don Giuseppe Provitera -per stimolare i giovani a vivere i veri valori, nonsolo religiosi, perché oggi i giovani siano studen-ti, operai o impiegati sono ‘distratti’ da questomondo e non vedono la Chiesa come una cosada capire. Qui, in questo quartiere,molti si sonoresi conto che la Chiesa sta facendo da volano,sta muovendo le associazioni e le istituzioni. Noicerchiamo di sostenere i giovani, di aprire lorola mente, di togliere i bavagli e i paraocchi».

«I giovani devono capire – aggiunge donGiuseppe - che si può cambiare, si può costrui-re la società dell’amore. Ma se vogliono che qual-cosa cambi debbono sporcarsi le mani, debbo-no impegnarsi in prima persona. Debbono esse-re uomini e donne vere. Debbono sapere che c’ègente che crede che con il loro modo di fare pos-sono cambiare il mondo e le istituzioni».Quelleistituzioni in cui i giovani ripongono scarsa fi-ducia… «Il problema del livello di sfiducia nel-le istituzioni – sottolinea il presidente della VIIMunicipalità Giuseppe Esposito – è un proble-ma molto serio e non è solo locale. Scaturiscedal degrado della classe dirigente e dalla man-canza di punti di riferimento validi che si ispi-rino a dei principi. I giovani posso invitarli adavere rispetto nelle istituzioni e a farsi rappre-sentare da chi è meglio di loro. Così si ricostrui-sce la fiducia». Anche l’imprenditoria, però. inquesto contesto, deve fare la sua parte…«Siamo pronti – dice Giuseppe Zanelli, dell’as-sociazione Giovani imprenditori - a raccoglie-re il messaggio e la sfida che viene dai giovanidi quest’area, dove è quasi scomparsa la picco-la imprenditoria. Possiamo portare conoscenzae informazione, perché queste sono le armi pervincere, soprattutto se si imbocca la strada del-le energie alternative, come è stato fatto inGermania e negli Usa, che possono creare mi-gliaia di posti di lavoro. Qui si tratta di ricostrui-re il tessuto connettivo fatto dalla rete di picco-le imprese artigiane e industriale che sono spa-rite negli ultimi anni. Quella delle energie alter-native è, a nostro parere, la strada giusta da im-boccare,ci sono leggi europee, nazionali e tra po-co anche locali che si muovono in questo sen-so. Questi sono i fatti e noi ci crediamo. Noncrediamo nel treno che deve passare e che dob-biamo prendere necessariamente e nel politicodi turno che fa regali. Crediamo invece in unapolitica di programmazione che si può costrui-re su qualcosa di concreto che già esiste (le leg-gi e le tecnologie) e su cose che si possono facil-mente costruire come la qualificazione profes-sionale dei giovani».

Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret

Donna “nuova”per tempi nuovi

Da mercoledì 20 a sabato 23 maggio si svolgerà, nella Cattedrale di Napoli, il tri-duo in preparazione della peregrinatio del busto reliquario di Santa Giovanna Antida.

Mercoledì 20, ore 17, “In cammino con Giovanna Antida”. Processione del bustoreliquario di Santa Giovanna Antida dalla chiesa di Regina Coeli al Duomo.Celebrazione solenne dei Vespri, presieduta da S. E. Mons. Filippo Iannone, VescovoAusiliare di Napoli.

Giovedì 21, ore 9.30-10.30, “Giovanna Antida incontra i bambini”. Per i bambinidelle scuole dell’infanzia e primarie. Ore 11-12.30, “I giovani parlano ai giovani”. Pergiovani delle scuole secondarie di primo grado e delle scuole secondarie superiori.Ore 17, “La vita a servizio degli altri”. Celebrazione di preghiera, guidata da Mons.Vincenzo De Gregorio, Abate Prelato della cappella del Tesoro di San Gennaro. Pergli operatori pastorali, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, consacrati.

Venerdì 22, ore 10, “In contemplazione con Giovanna Antida”. Adorazione euca-ristica. Ore 11, celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Antonio Tredicini, par-roco del Duomo. Ore 17, “A servizio della vita”. Pellegrinaggio dall’orto medico del-l’ospedale Santa Maria del Popolo degli incerabili al Duomo. Per operatori e volon-tari della Caritas, degli ospedali e organismi, delle associazioni che si occupano diemarginazione. Ore 20-21, “In preghiera con Giovanna Antida”. Veglia di preghieraaperta a tutti, con la partecipazione delle parrocchie, animata dalla comunità par-rocchiale San Michele Arcangelo di Pozzuoli.

Sabato 23, ore 18, solenne concelebrazione conclusiva del triduo, presieduta dalCardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli.

Per ulteriori informazioni: Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret,casa Provinciale Regina Coeli, via San Gaudioso 2, Napoli. (tell. 081.19.28.55.06 –081.459.114).

A Giuglianol’incontro

degliex alunni

In preparazione alla celebrazione del bicentenario delle venuta di Santa GiovannaAntida a Napoli (1810-2010), si terrà sabato 16 maggio alle ore 16,30, presso l’isti-tuto di via Santa Anna a Giugliano un raduno degli ex alunni e alunne. Sarà un mo-mento di incontro e di condivisione di esperienze per ritrovare la gioia nel ricordodi cose belle e ancora buone in un tempo di forte emergenza educativa.

L’istituto scolastico ‘’Santa Giovanna Antida di Giugliano’’ vanta una tradizioneeducativa più che secolare, poiché, dal 1862 le Suore della Carità vi sono presen-ti per l’istruzione e l’educazione dei fanciulli della scuola dell’infanzia e primaria.

Nel corso di questi anni si sono avvicendate generazioni di Giuglianesi e, attra-verso svariate iniziative, di cui ognuno porta ricorda particolare, le Suore, con ilcarisma della ‘’passione per l’uomo’’, hanno potuto formare il cuore e la mente a sa-ni principi umani e religiosi ponendo le basi di un sapere finalizzato soprattutto al-l’acquisizione di un metodo di studio utile per la vita.

L’incontro prevede, oltre al saluto della superiora della comunità, suor FrancescaMastramatteo, una conversazione guidata dal professore Giorgio Banaudi, presidedell’istituto ‘’Fratelli Maristi’’ dal titolo ‘’Tempi difficili per l’educazione’’, la condi-visione di esperienze da parte di alcuni ex alunni e la visione di un documento daltitolo ‘’Santa Giovanna Antida e la sua passione per l’uomo in tempi difficili’’. In ta-le incontro gli ex alunni avranno la gioia di incontrare alcune suore e alcuni inse-gnanti che si sono occupati della loro formazione.

Page 5: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Vita ecclesialeNuova Stagione 3 MAGGIO 2009 • 5

Il Cardinale Sepe scrive aldecano di Torre del Grecoper esprimere solidarietàai marittimi sequestratitra lo Yemen e la Somalia

«Restituitela libertàai sequestrati»Caro don Franco, seguiamo contrepidazione e speranza le sortidei marittimi in servizio sulrimorchiatore Buccaneer,sequestrati da pirati mentreerano in navigazione tra loYemen e la Somalia. Il nostropensiero, affettuoso e accorato, èrivolto, in particolare, ai trenostri conterranei, BernardoBorrelli, Vincenzo Montella eGiovanni Vollaro, che si trovanoa vivere una difficile situazionein acque straniere, ingiustamenteprivati della loro libertà ed anchedel loro lavoro, prevedibilmenteprovati sul piano fisico e suquello psicologico. Per le loro famiglie, e certamenteper tutti i cittadini di Torre delGreco e di Ercolano in spirito disolidarietà, questi sono giorni diangoscia, di preoccupazione e disofferenza, nell’attesa dellaliberazione dei loro congiunti edel loro ritorno alla vitaordinaria.A queste famiglie e ai Sindacidelle Città di Torre del Greco e diErcolano vogliamo testimoniare,caro don Franco, la totalevicinanza della Chiesa di Napoli,con profonda partecipazione alloro dolore, nella condivisionedella loro ansia e del legittimodesiderio e bisogno diriabbracciare i propri familiari,sapendo e riaffermando chenessuno può arrogarsi l’arbitriodi usare violenza su un propriosimile, privandolo della libertàpersonale, in spregio ad ogninorma del diritto internazionalee, prima ancora, del dirittonaturale. E’ appena il caso diricordare che ogni offesa arrecataall’uomo è offesa fatta al BuonDio.Ti preghiamo, caro don Franco,quale Decano della Chiesa locale,di trasmettere alle famiglieBorrelli, Montella e Vollaro,questi nostri sentimenti, chesono sentimenti di tutta lacomunità ecclesialedell’Arcidiocesi di Napoli,assicurando la nostra fervidapreghiera unitamente al possibileintervento presso le autoritàcompetenti, perché il Signoreprotegga loro e i cari che sonolontani, illuminando gli autoridel grave abuso perchérestituiscano Bernardo, Vincenzoe Giovanni alla libertà , allefamiglie e alle loro comunità.Ci accompagni in questa trepidaattesa la speranza che mai devevenir meno e, soprattutto, laprotezione di Maria, la nostragrande Mamma celeste.

Un appello alla fedeltà, al rispetto del vin-colo coniugale, al valore indissolubile del ma-trimonio e all’importanza della famiglia. Lo harivolto il 23 aprile il cardinale Crescenzio Sepenel ricevere nell’auditorium della Curia arci-vescovile in largo Donnaregina, oltre 500 per-sone tra fidanzati, prossimi sposi e giovanisposi per un momento di condivisione e di ri-flessione sulla vita matrimoniale. È stata l’oc-casione per ritrovare le coppie che già l’annoscorso e due anni fa lo avevano conosciuto eapprezzato ma anche per conoscere quei tan-ti giovani che l’arcivescovo incontra nelle par-rocchie, ma anche in rete, scambiando con lo-ro messaggi attraverso facebook.

«La fedeltà degli sposi è il dono grande chepotete fare all’umanità», ha scritto in un mes-saggio l’Arcivescovo. «Il matrimonio che avetecelebrato o state per celebrare - continua ilCardinale - vi unisce, vi fa una sola persona persempre: Dio è garante della vostra unione».

Gioioso ed allegro l’appuntamento convivia-le in auditorium con buffet, canzoni e testimo-nianze tra le quali quella dell’attore comico na-poletano Lino D’Angiò e di sua moglie che han-no spiegato l’importanza di aver scelto il matri-monio religioso, a seguire quella offerta dallacampionessa paraolimpica Imma Cerasuolo,infine l’esempio portato dai coniugi Marino, co-raggiosi protagonisti di una triplice adozione.

Suggestiva la scenografia, curata dal sacer-dote Aniello Di Luca, scelta per ornare

Lo scorso 31 marzo, nella casa dei Padri Dehoniani, il Cardinale,accompagnato da S.E. Mons. Antonio Di Donna e da Mons. GennaroMatino, ha incontrato il presbiterio e il Consiglio PastoraleDecanale.

Nella mattinata l’incontro con il presbiterio, svolto in un climadi profonda fraternità, si è aperto con la preghiera e con una rela-zione del decano don Vincenzo Branno.

Il Decano ha posto in evidenza le caratteristiche e le problema-tiche del territorio di Chiaia – Posillipo che non sono di natura eco-nomica, come altrove, ma molto più complesse: la scristianizzazio-ne delle parrocchie e la mentalità laicista diffusa, che se non fa ca-lare la domanda dei servizi religiosi, non apre, di sicuro, ai valoridella vita cristiana e questo nonostante gli sforzi e l’impegno dellevarie realtà ecclesiali presenti sul territorio.

Dopo la presentazione del decano è intervenuto Mons. Di Donna,che ha evidenziato le scelte prioritarie dell’Arcivescovo: la centra-lità del territorio, per una pastorale incarnata nel vissuto delle po-polazioni; la necessità che il decanato possa respirare con due pol-moni: quello del presbiterio e quello del Consiglio Pastorale, per vi-vere ed esprimere la “ comunione”, che costituisce l’essenza dellaChiesa.

Gli interventi successivi dei presbiteri hanno posto in granderilievo:

- la bellezza dello”stare insieme” al di là del fatto che il decana-to presenta una sua propria pecurialità: su diciannove parrocchie,dieci sono affidate a famiglie religiose;

- il desiderio di lavorare “ insieme” per superare l’individuali-smo, che produce spesso il senso della solitudine e di inadeguatez-za di fronte alle sfide dei tempi che sono cambiati e cambiano con-

tinuamente;- la coscienza di operare in un territorio che presenta delle for-

ti sfide legate ad una mentalità prettamente secolaristica;- le difficoltà a reperire e a preparare valide cooperazioni pasto-

rali nelle comunità parrocchiali;- l’impegno a porsi come” laboratorio pastorale “ per progetta-

re risposte adeguate alle sfide tipiche del territorio;- la coscienza di possedere ricchezze ecclesiali che vanno mes-

se in “rete” per un lavoro fattivo e fruttuoso.Dopo gli interventi dei sacerdoti, il Cardinale ha preso la paro-

la ringraziando per aver dato al Vescovo una visione più ampia del-la vita del decanato e ribadendo le scelte di fondo del suo piano pa-storale: la comunione a tutti i livelli per una pastorale di insieme,capace di realizzare sinergie, superando anche difficoltà e resisten-ze.

L’incontro della mattinata si è concluso con il pranzo.Nel pomeriggio l’Arcivescovo ha incontrato i diaconi e i mem-

bri del Consiglio Pastorale decanale.L’ intervento di Mons. Di Donna ha posto in luce l’identità del

Consiglio Pastorale decanale, nel quale sono presenti tutte le realtàecclesiali, perché nella Chiesa ognuno è diversamente chiamato etutti sono responsabilmente impegnati nella edificazione del Regnodi Dio.

I segretari delle tre commissioni decanali hanno, successiva-mente, esposto le linee di fondo del cammino pastorale.

Nella conclusione il Cardinale ha evidenziato che il ConsiglioPastorale decanale è una realtà ecclesiale, nella quale si esprimel’interezza della Chiesa e che comporta una missione, che richiedesacrificio a tutti coloro che vi fanno parte.

L’Arcivescovo ha incontrato in Auditorium e poi in Cattedrale oltre 500 fidanzati e giovani sposi

La fedeltà è il dono più grandedi Elena Scarici

Incontrocon

le famigliein situazione

difficileo irregolareDomenica 17 maggio, alle ore

18.30, nella Cappella dell’Episco-pio, il Cardinale Crescenzio Sepeincontrerà quanti vivono situazionifamiliari difficili o irregolari per«esprimere accoglienza e miseri-cordia da parte della Chiesa»(Direttorio di Pastorale familiare n.200), per accompagnarli nel loropercorso di vita cristiana.

l’Auditorium con la ginestra che rappresentasimbolicamente la famiglia perché mediterra-nea, cresce su terreno difficile e non si spezzafacilmente. All’ingresso le le bomboniere soli-dali realizzate in economia con carta coloratae con un confetto, preparate dalle volontariedell’Ufficio Famiglia, che le coppie di vecchiadata hanno donato simbolicamente ai fidan-zati per un invito alla sobrietà.

Dopo ci si è trasferiti, dopo una breve pas-seggiata lungo via Duomo, in Cattedrale perun momento di preghiera. Qui l’arcivescovoha ricordato che «La vostra giovinezza, l’entu-siasmo che manifestate e l’amore che testimo-niate sono fattori importanti per costruire la co-munità ecclesiale e quella civile. Come SanPaolo, vi invito a farvi, dunque, sempre più imi-tatori di Cristo e a camminare nella carità: unameta molto alta, un percorso difficile, in una so-cietà, come la nostra, che non conosce o nonaccetta il vero amore. Ma siatene certi, Dio haun progetto d’amore su di voi, nel quale potetetrovare la vostra piena realizzazione e rinnova-re il mondo, vivendo di vera gioia».

A tutti durante la liturgia è stato offerto ilpane fresco fatto al mattino dai volontari del-la comunità Ecclesia. L’appuntamento è statopromosso dal Vicariato per il laicato, direttoda mons. Raffaele Ponte, dall’Ufficio Famigliae Vita della Diocesi, con il coordinamento diSergio e Maria Pia Condurro, coppia respon-sabile dell’Ufficio.

Il Cardinale Sepe incontra il Quarto Decanatodi Mario Cinti

Page 6: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Vita ecclesiale Nuova Stagione6 • 3 MAGGIO 2009

Il Cardinale Sepe a Scampia ha incontrato presbiteri e laici dell’Ottavo Decanato

Non arrendersi al maledi Francesco Minervino

«L’azione del prendersi cura richiedegrande dedizione e tenerezza: ci si prendecura di ciò che è fragile, di ciò che è prezio-so, di ciò che può essere in pericolo. E l’o-rigine di questo prendersi cura amorevole eappassionato nasce e mette radici proprionella coscienza di appartenenza a Cristo,nella comunione ecclesiale e sacerdotale.Ciò significa che nel nostro ministero sa-cerdotale dobbiamo evitare quell’isolamen-to dell’io che, oltre a recare grave danno anoi, diminuisce l’efficacia del nostro mini-stero per il bene delle anime.

Mettendoci nella situazione dicoscienza isolata da Dio e dal po-polo di Dio, corriamo cioè il ri-schio di non essere “inviati”, madi “andare per conto nostro” e fi-nire disorientati in mille forme diautoreferenzialità».

Questo è il significativo pas-saggio dell’omelia della MessaCrismale 2009, che ha introdottol’incontro con il Presbiterio delDecanato VIII, con il CardinaleSepe, nella mattinata del 21 apri-le a Scampia.

Accompagnato dal VescovoAusiliare mons. Antonio diDonna e dal vicario episcopalemons. Gennaro Matino che coor-dina la programmazione pastora-le dei 13 decanati, l’Arcivescovoha ricevuto il saluto di benvenu-to e di ringraziamento da partedel Decano don FrancescoMinervino a nome del Presbiteriodei quartieri di Scampia,Chiaiano, Miano e Piscinola-Marianella.

Si è voluto ricordiamo con gratitudinela scelta del Cardinale di cominciare il suoingresso nella nostra Diocesi il 1 luglio2006 nel quartiere di Scampia, sulle ormelasciate da Giovanni Paolo II nel 1990 nel-la Visita pastorale alla Chiesa e alla cittàdi Napoli. Proprio da questa terra segna-ta da tante ferite il Papa alzò alta la voce,incoraggiando a non arrendersi al male,mai, a superare paura e rassegnazione ad

coni e laici, si sono confrontati sulla si-tuazione di marcato malessere sociale edeconomico che vive il territorio, con unapopolazione di circa 100.000 persone , inagglomerati urbani rioni-città dormitoried in antichi centri deturpati da una spre-giudicata politica di edilizia popolare, lapresenza dei Campi Rom, del Carcere,ma ciò che opprime è la camorra, presen-te nella vita sociale e civile del territorio,che controlla un notevole traffico di dro-ga.

Compito della comunità ecclesiale edella società civile è anche quel-lo di contrastare un simile diffu-so malcostume, trovando le viepiù corrette ed efficaci.

L’unico interlocutore sul ter-ritorio è stato finora la Chiesa,che ogni giorno opera in questiquartieri dove è talvolta diventa-ta l’unico punto di riferimentodella popolazione. È indispensa-bile preparare cittadini, uominie donne con idee, una classe di-rigente che possa diventare unmodello virtuoso per ogni citta-dino. Necessita una formazionecompleta dei laici, l’individua-zione e la formazione di figure dilaici “adulti”. Con una formazio-ne dei nostri laici ritagliata sulla“diocesanità”, vale a dire una spi-ritualità che esprime la consape-vole appartenenza alla “propria”diocesi, assimilando gli stili spi-rituali e pastorali che ne costitui-scono l’identità.

A conclusione della giorna-ta, la consegna delle parole del

Salmo: «Se il Signore non costruisce lacasa, invano vi faticano i costruttori. Seil Signore non custodisce la città, inva-no veglia il custode». Così c’è la consa-pevolezza che ogni tempo della storiavede la presenza paterna, operante econcreta del Signore: una presenza chedona fiducia, apre alla speranza e im-merge nella storia con accresciuta re-sponsabilità.

organizzare con lo sforzo solidale di tut-ti la speranza viva. La visita nel decana-to ha significato il necessario ritrovarsiinsieme, l’impegno di una “ascesi dell’in-contro” come l’ha definita mons. DiDonna, per rimotivare le iniziative di co-munione, nell’attuare le indicazioni delPiano Pastorale Diocesano “Organizzarela Speranza”.

La sede scelta per questa giornata èstata la struttura del “Centro di AscoltoCaritas Scampia”, un prefabbricato nelquartiere di Scampia, già per un decen-

nio la sede della parrocchia di SanGiuseppe Moscati, segno dell’impegno diChiesa nella carità e nella comunione inquesto territorio. Infatti, «è nell’impegnodella Carità – ha ricordato suor OrnellaBaratelli, referente decanale Caritas – checi ritroviamo e testimoniamo l’amore diDio». L’Arcivescovo ha incontrato nellamattinata i sacerdoti e nella serata il coor-dinamento pastorale decanale, con dia-

Per un giorno, il 25 aprile, oltre mille giovani provenienti dalleDiocesi della Campania e dalle parrocchie della città hanno invaso lestrade e le chiese per la festa della vocazione, com’è stata definita dalrettore del seminario diocesano Don Stefano Rega che, insieme a DonEmilio Salvatore direttore del Centro regionale vocazioni, ha ideato eportato a termine la manifestazione.

Dopo le tappe di Acerra, Materdomini, Ischia, Pompei, Amalfi il pel-legrinaggio ideale della preghiera per le vocazioni e della testimonian-za della bellezza della vocazione, attraverso le diocesi della Campania,è approdato ad Aversa, antichissima diocesi della Campania, che ha perpatrono proprio l’apostolo Paolo.

Seguendo la traccia proposta dal Centro Nazionale Vocazioni perla XLVI giornata di preghiera “So a chi ho dato la mia fiducia” (2 Tm1, 12), in programma per il prossimo 3 maggio, sulla falsariga dell’e-sperienza paolina, l’incontro è stato articolato dopo l’accoglienza ini-ziale, in una serie di catechesi – testimonianze di una famiglia, un se-minarista, un religioso, un missionario, legate alle diverse figure deicollaboratori di Paolo: la testimonianza

Dopo il pranzo a sacco, offerto dalla Diocesi di Aversa, si è snoda-ta lungo il corso principale della città una singolare via di Paolo carat-terizzata dalle soste animate dalle diverse diocesi della Campania ideal-mente gemellate con i luoghi paolini: Damasco, Gerusalemme,Antiochia, Atene, Corinto, Efeso, Pozzuoli, Roma sino alla cattedraleove è iniziata la solenne Adorazione Eucaristica presieduta dalCardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli. Ad ac-coglierlo, in mezzo a due ali di giovani, religiose e religiosi, sacerdotie seminaristi, Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano – Calvi, e Mons.Francesco Marino, Vescovo di Avellino, e soprattutto il vescovo diAversa, Mons. Mario Milano, che ha rivolto al Cardinale e ai presentiun saluto caloroso, esprimendo la gioia della comunità diocesana per

il momento di grazia vissuto insieme. Don Emilio Salvatore ha letto ilmessaggio inviato da Don Nico Dal Molin, direttore del Centro nazio-nale vocazioni, che tra l’altro affermava: «Vi auguro di essere dei cuo-ri carichi di passione, di entusiasmo e di gioia e di saper spendere lavostra vita per qualcosa di grande … o per qualcuno che veramente ciama!”. “La pastorale vocazionale – ha poi aggiunto il direttore delCentro regionale vocazioni della Campania - vive del lavoro discreto,paziente e martirizzante degli accompagnatori, ma anche della testi-monianza di uomini coraggiosi, che si fa annuncio vocazionale, chesappia mostrare ai giovani, ai ragazzi, a tutti, che Dio non abbandonail suo popolo, nessuno di noi, e chiama a uomini e donne a collabora-re alla sua azione di cura premurosa verso il suo popolo».

Infine il Cardinale ha svolto la sua omelia sotto forma di un’acco-rata preghiera rivolta al Signore in cui, riprendendo le parole che alcu-ni giovani avevano espresso all’inizio della liturgia, si è così espresso:«Signore, spesso non sappiamo dove andare, né cosa fare e di chi fi-darci. Tu hai posto la tua fiducia in noi, nonostante i nostri limiti e lenostre incertezze, e ci inviti a riporre la nostra fiducia in te. Solo tu seila nostra speranza e la nostra luce nelle tenebre del mondo».

La giornata si è conclusa con la rappresentazione del musical“Paulus”, a cura dei seminaristi della Diocesi di Aversa.

Abbiamo chiesto ad uno dei giovani presenti al termine della gior-nata: «Cosa porti con te da quest’incontro?». Andrea, uno per tutti, 17anni, capelli lunghi trattenuti dalla simpatica fascia azzurra gadget del-la giornata, volto abbronzato da un insolito e forte sole di primavera(benaugurale), occhi brillanti ci ha risposto: «Il desiderio di capire co-sa veramente il Signore vuole da me e di fidarmi di lui».

Cristina Palumbo

Aversa città di PaoloLa Giornata regionale di preghiera per le vocazioni nel centro campano

Dirittida sancireUna celebrazione nellachiesa di Santa Mariadella Vittoria per ricordareil genocidio armeno

Come ogni 24 aprile, dal 1985,l’Airh (AssociazioneInternazionale Regina Elenaonlus), patrocinata dal Consiglioper la Comunità Armena diRoma, ha voluto commemorarel’inizio del primo genocidio delXX secolo, quello subito cioè dalpopolo armeno, con una solennecelebrazione eucaristica svoltasinella chiesa di Santa Maria dellaVittoria a Napoli. «La ragione di questacelebrazione, ha detto OrazioMamone, presidente dell’Airhnapoletana, non è soltanto ildesiderio di pregare per il milionee mezzo di vittime armeneinnocenti di oltre 90 anni fa, maanche una manifestazione disolidarietà per l’attualecomunità». Storicamente il massacro siriferisce alla deportazione ed allasoppressione degli armeni,compiuta negli anni 1915-1916,dal governo dei “Giovani Turchi”,movimento politico dell’inizio delXX secolo succeduto all’ImperoOttomano, i quali temevano chegli armeni potessero allearsi con irussi, di cui erano nemici. Quasi1.500.000 persone furonoarrestate e deportate. Centinaia dimigliaia morirono di fame, dimalattia o deperimento. Altrecentinaia di migliaia furonomassacrate dalla milizia curda edall’esercito turco. «Oggi l’Armenia è un esempio distabilità e di sviluppo economico,ha precisato nel suo interventoRodolfo Armenio, membrodell’Airh, il suo Martirio, però, èancora negato sia dal Governoturco, sia dal mondo post-comunista».Dopo una lunghissima attesa,oggi il popolo armeno aspetta cheil genocidio venga riconosciuto,non solo per ristabilire un diritto,ma soprattutto per aiutare ilpopolo turco a comprenderemeglio il suo passato, affinché sipossa accelerare quel processo diriconciliazione e di dialogo tra laTurchia e l’Armenia. «Il passato -ha sottolineato nel suo salutodon Franco Rapullino - è forzaper progettare il futuro e senzamemoria si nega l’identità dellepersone».Al termine della celebrazione, èstata deposta una corona dialloro al Monumento ai Martiriin Piazza dei Martiri, seguitadalla lettura della preghierarecitata da Giovanni Paolo II, alMemoriale di Tzitzernakaberd diErevan, quando si recò inArmenia il 26 settembre 2001,che, soprattutto nei suoi versifinali, ha saputo esprimereperfettamente tutto il cordoglio ela speranza dei presenti.

Angelo Vaccarella

Page 7: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 3 MAGGIO 2009 • 7

Viaggio attraversogli Istituti ReligiosiFemminili dellaDiocesi

Varietàdi Carismiin un soloSpiritoSocietà delle Figliedel Cuore di Maria La Fondatrice, Maria Adelaidede Cicé nasce in Francia, nel1749 e fin dalla giovinezza èfedele ad una chiamata: comerealizzare in pienezza una vitaconsacrata di testimonianza edi annunzio al di fuori delchiostro, restando nel mondo,per servire i poveri là dove essivivono e soffrono. Si sentechiamata ad essere religiosa inpieno mondo, senza uniformitàdi abito o altro segno distintivo,per essere con i poveri e isofferenti, facendosi povera perdonare ai poveri, ed obbediente,per non seguire il sentimentoma la volontà di Dio. Ormai laRivoluzione avanza a grandipassi. Nel febbraio del 1790l’Assemblea Costituentesopprime gli ordini religiosi edogni movimento associativo. Ilmattino del 19 luglio dellostesso anno, padre de Clorivièreha una improvvisa ispirazione:una forma del tutto nuova,adatta alle circostanze in cui sitrovava la Chiesa, permetterà aimembri di vivere in mezzo almondo, in ogni situazione, unavita religiosa autentica. Il 2febbraio 1791 il primo gruppodi preti del Sacro Cuore nellaCappella dei Martiri aMontmartre e, sparse qua e là,a Parigi e in Bretagna, lo stessogiorno, le prime Figlie del Cuoredi Maria si consacrano a Dio.Adelaide de Cicé muore il 26aprile 1818, padre de Clorivièremuore il 9 gennaio 1820.

Carisma, spiritualità,opereNella Chiesa e con la Chiesache è nel mondo, ma non è delmondo, la Società, nata intempo di rivoluzione e di apertaostilità ad ogni valore religioso,forma ad uno stile ecclesiale dipreghiera, di vita, di azione inuna fedeltà al Cristo che,sull’esempio delle Vergini e deiMartiri della Chiesa primitiva,sappia affrontare ognisacrificio, anche quello dellavita.La ricerca della più grandegloria di Dio, il desiderio diseguire il Cristo il più da vicinopossibile e di meglio servire laChiesa sono note cherichiamano l’attenzione agliEsercizi spirituali diSant’Ignazio. Le Figlie delCuore di Maria d’Italia siritrovano nella scuola, in unafabbrica o in una corsia diospedale; nelle attività sociali,assistenziali, caritative ecatechistiche, nell’aiuto ainomadi; là dove la sazietà delsuperfluo rende vuota e triste lavita, o missionarie tra i bimbidenutriti e tra tutte le povertà.

3 maggio: Domenica IV di Pasqua

Il dono della vitadi Francesco Mercurio

Che tristezza e quanto deve aver sof-ferto Cristo nel vedere l’uomo, al qualeha dato la vita ed ha offerto la propriaprendendo su di sé il nostro peccato per-ché potessimo godere per sempre dell’a-more di Dio, già nella Sua paternità ri-cevuta con il battesimo e che sarà per-fetta nella Sua ultima manifestazione,come afferma San Giovanni nella suaprima lettera.

È la fede nello Spirito Santo, forza diDio presente negli apostoli, che dà aPietro di poter guarire l’infermo nel no-me di Gesù.

Nel Vangelo di Giovanni, alla figuradi Gesù, buon pastore, che parla primadella sua passione, fa da contrasto la fi-

gura del mercenario che fugge e abban-dona le pecore al lupo.

Gesù afferma la conoscenza scam-bievole che c’è fra Lui e il Padre, cono-scenza che nell’amore si realizza e vive,ed è l’amore che porterà Lui a dare lapropria vita per gli uomini.

La meditazione sulle pagine dellascrittura di questa domenica, specie delVangelo, dovrebbe suscitare in ciascu-no di noi un aumento ed una purifica-zione dell’amore di Dio e per Dio e i fra-telli, disporci in un atteggiamento direndimento di grazie al Signore per i do-ni della vita e specialmente della vita diGrazia, cioè della partecipazione allaSua vita, ricevuta nel battesimo e accre-

sciuta dagli altri sacramenti.La tristezza e la sofferenza di Cristo,

che abbiamo indicato all’inizio della ri-flessione, dovrebbe farsi nostra nellaconstatazione che tanti, in buona fedeo presi dalle loro esperienze o dalla ri-cerca dei beni che passano, dal potere,dalla ricchezza, dall’affermazione di sé,non comprendono o vivono superficial-mente e come un di più, quasi come unoptional, il dono della vita e dellaGrazia.

Voglia Dio che nessun uomo, speciese battezzato o consacrato, possa rinun-ciare al Suo amore e alla Sua vita perperdersi nelle cose che passano.

San Paoloin “pillole”di Teresa Beltrano

Alleanza

ANNO PAOLINO

RECENSIONI

Il concetto di diatheke, afferma-tosi nella letteratura greca, designail disporre di persone e di cose, inparticolare disporre per testamento.Si riferisce ad una disposizione in-contestabile, che nessun soggettopuò far revocare.

Nei XXL il termine diatheke è usa-to in particolare per tradurre il con-cetto ebraico di berit, alleanza, che sitrova ben 270 volte. Beritsignifica let-teralmente, tagliare un’a., come èespresso in Genesi e in Geremia: “Gliuomini che hanno trasgredito la miaalleanza, perché non hanno eseguito itermini dell’alleanza che avevano con-clusa in mia presenza, io li renderò co-me il vitello che spaccarono in duepassando fra le sue metà” (Ger 34,18).

La parola diatheke si trova nelNuovo Testamento solo 33 volte,mentre l’Antico Testamento la usaquasi 300 volte. Il concetto didiatheke ha una posizione primariain tutti i racconti della cena nelNuovo Testamento: “Allo stesso mo-do, dopo aver cenato, prese anche ilcalice, dicendo: «Questo calice è lanuova alleanza nel mio sangue; fatequesto, ogni volta che ne bevete, inmemoria di me»” (1Cor 11,25). Il ter-mine è usato sul calice: “Allo stessomodo dopo aver cenato, prese il cali-ce dicendo: «Questo calice è la nuo-va alleanza nel mio sangue, che vie-ne versato per voi»” (Lc 22,20).

Nuova alleanza e regno di Dio,inoltre, costituiscono due concettimolto simili: “Io preparo per voi unregno, come il Padre l’ha preparato

per me” (Lc 22,29). Nell’Antico Testamento una

realtà importante dell’alleanza eracostituita dalla benedizione e male-dizione, così anche nella nuova al-leanza si trova un riferimento allamaledizione: “Perciò chiunque inmodo indegno mangia il pane o beveil calice del Signore, sarà reo del cor-po e del sangue del Signore” (1Cor11,27); e come l’antica alleanza po-teva essere osservata attraverso laconoscenza del suo contenuto, cosìla cena del Signore, è memoria,anamnesisi di ciò che Gesù ha com-piuto una volta per sempre:”Fatequesto, ogni volta che ne bevete, inmemoria di me»” (1Cor 11,25).

La Lettera agli Ebrei elabora unateologia dell’alleanza. Ebrei poneun preciso ordine di relazione tra ledue alleanze: la nuova alleanza è su-periore, il garante e mediatore del-la nuova alleanza è Gesù stesso at-traverso la sua morte per la reden-zione dei peccati che erano staticommessi sotto l’antica alleanza:“Ora invece egli ha ottenuto un mi-nistero tanto più eccellente quantomigliore è l’alleanza di cui è mediato-re, essendo questa fondata su miglio-ri promesse” (Eb 8,6).

In Gesù Cristo si sono compiutiil modello e l’essenza dell’unica ideadi alleanza. La nuova alleanza si rea-lizza mediante il sangue di Cristosommo sacerdote: “Egli al contrario,avendo offerto un solo sacrificio peri peccati una volta per sempre si è as-siso alla destra di Dio” (Eb 10,12).

Il martirio:liturgia e donodello Spirito

di Salvatore Esposito

La Parola di Dionella festa dei Santi Martiri

La prima Lettura della Messa è tratta dalla Lettera aiRomani, capitolo 8, 31-39. L’Apostolo Paolo dichiara aper-tamente la sua adesione al progetto salvifico di Dio rivelatoin Gesù Cristo. Per salvare l’umanità, il Padre dona il Figlio,anzi lo “consegna” nelle mani degli uomini per la crocifis-sione e la morte. In forza di questo supremo sacrificio, ilPadre donerà al Figlio la gloria e agli uomini la possibilitàdi prendervi parte. Dinanzi all’amore sconfinato del Padrerivelato in Gesù, Paolo annunzia che nessuna esperienza ne-gativa o dolorosa potrà separarci dall’amore del Padre e delFiglio. Dunque, neanche la morte potrà separare il testimo-ne dall’amore del Signore, anzi, il martirio sarà la via per vi-vere eternamente in Cristo.

Ritornello al Salmo Responsoriale – Salmo 114 –«Preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi Santi», can-ta la preziosità della morte dei Santi agli occhi del Signore.Preziosa perché il martirio è dono inconsumabile delloSpirito.

Il Canto al Vangelo ci ricorda che sono beati i persegui-tati per la parola di Dio perché di essi è il regno dei cieli (Mt5, 10).

Nel Vangelo (Matteo 10, 28-33) Gesù ci ricorda che la co-raggiosa proclamazione del suo evangelo può richiedere an-che il sacrificio della vita, per guadagnare quella eterna. IlSignore incoraggia la sua Chiesa a non temere le parole, igiudizi e la violenza degli uomini che possono uccidere ilcorpo e non mai l’anima. Solo Dio è padrone dell’uno e del-l’altra. Dio non dimentica i suoi figli testimoni del Figlio.

I martiri, e così ogni cristiano coerente, vale molto più“di molti passeri”. Il Vangelo dunque ci sprona ad avere fi-ducia in Dio nelle situazioni difficili e pericolose accoglien-do come suo dono supremo il martirio. L’abbandono fidu-cioso dei nostri Santi Cosma e Damiano guideranno i nostripassi nel difficile cammino della testimonianza evangelica.

(72. continua)

UFFICIO CULTO DIVINO

È una nuova proposta di canti per la ce-lebrazione eucaristica; un progetto che com-prende canti processionali (ingresso, cantoal Vangelo, offertorio, canti di comunione),canti rituali (Kyrie, Gloria, Santo, Agnello diDio), il salmo responsoriale e altro.

Per la loro cantabilità e lo stile musicale

e testuale sobrio, questi brani favoriscono lapartecipazione dell’assemblea parrocchiale,a cui sono rivolti. Si tratta di un valido con-tributo per comprendere e vivere la ricchez-za della “Pasqua settimanale” e imprimereil carattere di festa proprio di ogni celebra-zione eucaristica. Gli animatori liturgici lo

sapranno valorizzare per arricchire il reper-torio e per animare anche altri momenti dicelebrazione. Tommaso BailoA te veniamo con gioia. Canti per la MessaPaoline Audiovisivi 2009 Romacd euro 15,00 – spartito euro 10,00

A te veniamo con gioia

Page 8: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Speciale Nuova Stagione8 • 3 MAGGIO 2009

Celebrata dal Cardinale Crescenzio Sepe con gli operai e i dirigenti dell’Ansal

La nuova vocazione al lavodi Doriano Vinc

Vedere, valutare ed agire, ovvero il metodo della dottrina sociale della Chiesa, ri-specchia l’atteggiamento di Gesù di fronte alla folla che gli chiede da mangiare.

Il Cristo vede la gente sulla riva, riconosce le pecore smarrite, senza pastore. Ancheoggi la Chiesa ha il compito di vedere i problemi dei propri fedeli, problemi che nel-l’universo-lavoro portano il nome di globalizzazione, precariato, parcellizzazione, im-migrazione, differenze tra nord e sud. Il Cristo scende a riva, insegna “molte cose” al-la gente accorsa ad ascoltarlo. La valutazione sta proprio qui, nella volontà di stimo-lare la mente, di dare una dimensione etica al vissuto quotidiano di ogni uomo. Infinel’agire, perché Gesù moltiplica i pani ed i pesci, sfama la folla rispondendo anche aibisogni materiali, ai problemi concreti dei convenuti. Ecco la strada che deve percor-rere oggi la Chiesa: servire con passione i propri fedeli, lavorando per la globalizza-zione della solidarietà.

Importante, a tale riguardo, è l’iniziativa promossa dal Cardinale Crescenzio Sepecon la sua Lettera pastorale “Dove possiamo comprare il pane” in una realtà comeNapoli e la Campania alle prese con una dura fase economica e sociale. È partita, in-fatti, la raccolta dei fondi per la costituzione della “Banca dei poveri”, che l’Arcivescovoha voluto intitolare al Servo di Dio card. Sisto Riario Sforza, che nel 1870, durante unforte periodo di crisi economica, avviò un progetto simile. Il Cardinale Sepe ha già de-voluto parte dei suoi risparmi e lo stipendio di un anno con la speranza che in molti

Mentrelo spettro delladisoccupazione

massiva,particolarmentedoloroso quandocolpisce i giovani,

si aggiunge,soprattutto nella

nostra terra,alla piaga

dei disoccupatistorici,

dei precari,dei senza tetto,

delle famiglie chenon riescono adarrivare a fine

mese, allasolitudine degliimmigrati che,

approdati da noiin cerca

di futuro,si ritrovano

agli angoli dellestrade, sfruttati

talvolta dallamalavita,a chiederel’elemosina

o ad accettarelavoro nero,è quanto mai

urgenterichiamare

la collettivitàall’etica

del lavoro,ad una

pianificazionesociale capace

di garantirecon inviolabile

imparzialitàla giustiziacosiddetta

distributiva

Una battaglia contro il tempoParla Pietro Cerrito, segretario generale della Cisl Campania

(a. a.) «L’attuale situazione del credito finanzia solo i ric-chi». A parlare è Pietro Cerrito segretario generale del sindaca-to riconfermato ai vertici della Cisl Campania che non nascon-de il proprio malcontento per l’attuale condizione di lavorato-ri ed imprenditori partenopei costretti a fronteggiare una crisisenza precedenti. Cerrito ha physique du rôle, è al suo terzomandato ed è da dieci anni alla guida della confederazione edindica nelle opportunità da cogliere per spezzare la crisi «la na-scita di una leggeche tuteli mag-giormente le fascedeboli della popo-lazione».

C’è qualcosadi più concretodi una propostadi legge?

«Abbiamo incorso con laRegione la defini-zione di questalegge da noi pro-posta. C’è l’idea diun reddito di cit-tadinanza cheaiuti le famigliepiù disagiate. LaRegione deve in-dividuare unamappa del disa-gio sociale ed in-tervenire quanto prima. L’indice di povertà nella nostra regio-ne è in salita vertiginosa ha toccato quota 43% e stiamo pre-cipitando tutti insieme a larghi passi verso il baratro della po-vertà. Tutti devono aiutarci nel sostenere questa battaglia.Purtroppo tra burocrazia ed intoppi vari c’è un grave ritardodell’ente Regione nell’individuare le risposte che da tempostiamo sollecitando. Si tratta di una battaglia contro il tempo

e noi al momento siamo al palo».Cosa altro bisogna fare per dare un nuovo impulso all’e-

conomia ormai stagnante?«Bisogna rendere competitivo il territorio offrendo realtà

urbanizzare, territorio a basso prezzo e zone dove è possibileinvestire ed iniziare a lavorare da subito. Servono quanto pri-ma delle aree “chiavi in mano” che diano quel qualcosa in piùall’imprenditore che sceglie di investire nella nostra città. Al

momento il terri-torio partenopeonon è un polo diattrattive per in-vestitori e non dàgaranzie. Siamola prima regionese consideriamo iltasso di disoccu-pazione. Sonostati versati 15miliardi di euro intutti questi anniattraverso i fondieuropei però larealtà locale sten-ta ancora a cre-scere e sviluppar-si come dovreb-be».

La Chiesa diNapoli sta facen-do qualcosa con

l’ultima proposta dell’Arcivescovo della “Banca dei poveri”.Può essere un’opportunità valida?

«L’idea del cardinale colma un buco. L’attuale situazione delcredito finanzia solo i ricchi. Invece, quest’iniziativa è a soste-gno di larghe fasce della popolazione va bene a tutti quelli chesostengono iniziative di microcredito. Il sistema bancario nonsi muove con le stesse modalità».

Page 9: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Speciale Nuova Stagione 3 MAGGIO 2009 • 9

ldo Breda la Festa del Lavoro. Continua l’iniziativa della “Banca dei poveri”

oro del popolo napoletanocenzo De Luca

possono partecipare con un loro contributo. L’istituto di microcredito nasce per dareconforto economico, con regole ben precise, non solo a disoccupati e meno abbientima anche a chi vuole costruire con le sue mani il proprio futuro e la propria attivitàartigianale o commerciale. Un fondo di solidarietà per finanziare a tasso zero picco-le attività imprenditoriali gestite da persone che hanno perso il lavoro, non lo hannomai avuto o sono vessati dagli usurai. La concessione del microcredito (che non verràdato indistintamente a tutti ma, a giudizio di una commissione di esperti, a coloroche presenteranno progetti finalizzati al lavoro) non è assolutamente una misura dipuro assistenzialismo ma vuole essere la strada per far riemergere la creatività e l’in-gegno del popolo napoletano per trasformare, come lo stesso Arcivescovo ha scrittonella sua Lettera, «l’arte di arrangiarsi, peculiare della nostra terra, in nuova vocazioneal lavoro».

La definizione e l’approvazione dei progetti, dunque, verrà effettuata da un’équipedi esperti e di tecnici che, dinanzi a richieste di uguale necessità, preferiranno quelliche genereranno nuovi posti di lavoro. In questa prima fase si lavorerà per incremen-tare il fondo interessando le banche, gli istituti di credito, le fondazioni e il mondodell’imprenditoria.

Solidarietà ed innovazione devono essere, per l’Arcivescovo di Napoli, i tratti di-stintivi di questo nuovo progetto. Sentiero arduo ma percorribile, per un vero svilup-po solidale. Proviamo a sperimentarlo.

Per le vittimedegli infortuniLa celebrazionenelle parole di donTonino Palmese

(r.b.) È da due anni cheall’Ansaldo è iniziato unpercorso di preghiera e ascoltodella Parola, guidato da donTonino Palmese. Ogniquindici giorni il sacerdotenapoletano incontra lemaestranze per intrecciare unpercorso fondato sulla Parola.Scaturisce da questo l’ideadella celebrazione dellaGiornata del lavoro in sede.Oltre mille i lavoratoripresenti per oltrre un’ora diriflessione ed una lunga visitaallo stabilimento che ha vistoanche la presenza dei quattrosindacati, le aziende delgruppo Finmeccanica, idipendenti dellaCircumvesuviana. «È stato unmomento toccante esignificativo - dice don ToninoPalmese, direttore dell’Ufficiogiustizia e pace della Diocesi –per ricordare sulle vittime dellavoro. La scelta dell’Ansaldonasce da una tradizione –spiega - iniziata con Paolo VIdi celebrare la Giornata dellavoro nei luoghi dove nasce esi sviluppa il lavoro». LaGiornata è stata preparatadalla liturgia dellaRiconciliazione con lemaestranze, i dipendenti e ladirigenza: non un momentosganciato, ma legato alcammino compiuto in questianni. « “Vittime” degli infortuniperò non sono solo coloro chehanno perso la vita o chehanno subito gravi danni inseguito a questi incidenti, maanche le loro famiglie, gliamici e, in fondo, l’interasocietà, la preghiera – dicedon Tonino – dunque è stataper tutti e la Giornata èdiventata un momentosignificativo per ricordare eriflettere sulla necessariaprevenzione». «La celebrazione dellagiornata del lavoro - concludePalmese – si è inserita proprioin un’idea di Chiesa che ha acuore la dignità ed i diritti dichi lavora».

Rispondere ai veri bisogniGaetano Cola, presidente della Camera di Commercio

di Andrea Acampa

«Fiscalità di compensazione» per chivolesse investire sul territorio partenopeoed una maggiore attenzione alla piccolaimpresa, quella basata sull’artigianato lo-cale oramai in via d’estinzione. Il presi-dente della Camera di Commercio diNapoli, Gaetano Cola col suo “aplomb”sempre impeccabile fa un’analisi dell’at-tuale situazione dell’economia all’ombradel Vesuvio e individua la strada per in-vertire la tendenza negativa. Da espertoconoscitore delle dinamiche del mercatoe vero maestro dei codici etici nella ge-stione aziendale Cola apprezza la propo-sta dell’Arcivescovo Crescenzio Sepe diuna “Banca dei poveri” dedicata al cardi-nale Sisto Riario Sforza e presentata conla lettera pastorale: «Dove possiamo com-prare il pane?».

L’idea può dare qualche stimolo al-l’economia locale attraverso il micro-credito in questo periodo di crisi?

«È un’iniziativa lodevole. Si tratta diun progetto ambizioso ma sono sicuroche sua Eminenza riuscirà a realizzarlo.Lui, del resto, conosce i veri poveri, sa be-nissimo quali sono i problemi della suacittà, grazie anche alla presenza sul terri-torio delle parrocchie, e si impegna per ri-solverli».

Ha dei rischi un progetto del gene-re?

«Bisogna fare una distinzione, capirechi ha realmente bisogno. A Napoli sonoin tanti che pretendono soldi senza volerfare nulla, il Cardinale è una persona ca-pace e saprà individuare chi ha realmen-te bisogno di un aiuto e vuole emergereda una condizione di difficoltà con pro-poste pratiche».

Ci sarà anche un coinvolgimento diqualche imprenditore locale per aiuta-re famiglie e piccole imprese a supera-re questo periodo di crisi?

«La crisi è nazionale, con i provvedi-menti del governo qualcosa si sta muo-vendo, dobbiamo cercare di convinceregli imprenditori locali e non ad investiresul territorio partenopeo. Le proposte de-vono essere precise e competitive, comelo è stato il progetto “Quadrifoglio” con-

diviso tra Unione industriali e curia. Lacriminalità ed il malaffare possono esse-re sconfitti con iniziative del genere».

Come bisogna invogliare gli im-prenditori ad investire su Napoli?

«Le ripercussioni della sfavorevolecongiuntura economica sono sotto gliocchi di tutti, e non è possibile sminuir-ne la portata. Ci sono troppe disecono-mie che messe insieme sfavoriscono lacompetitività. Noi della Camera di com-mercio abbiamo proposto una fiscalitàdi compensazione in modo da poteragevolare, almeno per i primi cinqueanni, chi vuole investire in un’area dif-ficile e depressa come la nostra. Allostesso modo, bisognerebbe investire sualcuni comparti come ad quello dellaproduzioni di qualità e quello turisti-co».

Due settori che, da soli, non posso-no risolvere tutte le diseconomie...

«Certo, perché se non si risolvonoquelle che io definisco “esternalità nega-tive”, quali il credito elevato o difficile,l’eccessiva burocrazia, la carenza di infra-strutture e la tranquillità sociale, si giraattorno al problema, senza mai affrontar-lo. Dobbiamo fare in modo che i nostriprodotti riescano a raggiungere i merca-ti più distanti. Noi ad esempio abbiamostipulato alcune convenzioni con laSpagna per diffondere i nostri prodotti.

L’internazionalizzazione, infatti, danon confondere con la delocalizzazione,permette alle piccole e medie imprese delnostro territorio di farsi conoscere all’e-stero, tanto sui mercati affermati, quan-to su quelli emergenti, per aggredirnenuove fette».

Resta, comunque, il problema del-la scarsa competitività. C’è, a suo avvi-so, una ricetta valida?

«Favorire la formazione, la specializ-zazione, e gli investimenti mirati, tale dacreare ulteriori sinergie con il mondodella ricerca e con le Università.Purtroppo fare impresa al Sud costa, inmedia, anche il 35 per cento in più ri-spetto al Nord. I fattori che determina-no tale situazione sono il costo del lavo-ro, la scarsa innovazione tecnologica ela bassa sicurezza, per citarne qualcu-no, e concorrono al rallentamento dellacrescita economica».

La Banca dei poveri può interveni-re anche in questo senso?

«Napoli deve avere una banca di rife-rimento, sia per esercitare una diversafunzione economica, che per migliorarela sua attrattività. Può sostenere attraver-so il microcredito quell’artigianato diqualità che oramai è in via d’estinzione.Il Cardinale sta cercando di dare una ri-sposta ed anche le istituzioni locali devo-no fare la loro parte».

Page 10: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Vita ecclesiale Nuova Stagione10 • 3 MAGGIO 2009

L’Arcivescovoha incontratole associazioni dellaMadonna dell’Arco

Devozionee pietàpopolareC’erano tutti, con i labari, lebandiere colorate e le loro divisetradizionali per incontrarel’arcivescovo e manifestare laloro devozione alla “mammadell’Arco”. Il cardinaleCrescenzio Sepe ha accolto, perla prima volta, nella storia dellaChiesa napoletana, sul sagratodel Duomo tutte le associazionidella Madonna dell’Arco ed isuoi tanti devoti. Oltre unmigliaio di fedeli, quindi, delleUnioni Cattoliche Operaiehanno incontrato, ieri,l’arcivescovo per ricevere la suapaterna benedizione prima diintraprendere il pellegrinaggioverso il santuario della Madonnadell’Arco. «Il simbolismo che sicela dietro queste tradizioni – hacommentato sua Eminenza -acquista un significato del tuttoparticolare perché esse sonoradicate nella nostra terra e sonotestimonianze di una fede viva eprofonda. La pietà popolare èmolto diffusa e c’è un forte sensodella famiglia. Il dolore e la gioiadi ciascuno diventano il dolore ela gioia di tutti. È questo ilterreno sul quale lavorare,perché la città produca qualcosadi buono per il futuro». Ad accogliere i tanti devotianche il vicario episcopale disettore Salvatore Esposito,l’assistente diocesano DomenicoFelleca ed il vicario episcopalealla carità don GaetanoRomano. Quella di lunedì inAlbis è stata una giornata unicaper tanti fedeli. Durante ilpellegrinaggio, infatti, i devotiriscoprono la loro cognizione dipersone alla ricerca di una meta,e trovano l’approdo nel luogodella presenza di Dio, ilsantuario, dove attraverso isacramenti della riconciliazionee dell’eucarestia la “Mammadell’Arco” offre a tutti i suoi figlila via maestra per accedere alCristo Gesù. «La devozione allaMadonna dell’Arco – ha spiegatoPasquale Oliviero, delegatoarcivescovile per le Uco - èl’espressione di una grande pietàpopolare che ha tanta incidenzanella vita di moltissimi fedelidella nostra regione. Il numeroelevato di persone che sitramandano tale devozione, digenerazione in generazione, ciricordano che siamo di frontead un fenomeno significativoche va si purificato, ma maimortificato o denigrato.

Andrea Acampa

Mons. Antonino Pace fu uomo dicultura, prete di stampo antico,collaboratore di Curia, tenace

organizzatore, canonico della Cattedrale.Lo conobbi nella prima metà degli anniSettanta, uscendo un giorno dalla FacoltàTeologica, ove mi si presentò chiedendo-mi di revisionare le bozze di un suo volu-me sull’agricoltura.

Quando andai a vivere nel territoriodella parrocchia di Santa Caterina aFormello, della quale allora era parroco,desiderò che gli stessi al fianco nel veico-lare agli operatori le linee pastorali delCardinale Corrado Ursi e la preparazionedel Sinodo diocesano.

Divenuto responsabile della Pastoraledel Lavoro, in ambito diocesano dappri-ma e quindi regionale, mi chiamò a farparte per anni delle corrispondentiCommissioni consultive.

Nel 1991 venne a concelebrare in par-rocchia, quando ordinato diacono perma-nente in Cattedrale, fui accolto nella suaparrocchia, ed ormai mia sede di servizio.In quello stesso periodo stemmo insiemeanche all’inaugurazione di un Anno acca-demico dell’Università “Parthenope”, allaquale si presentò in rappresentanzadell’Arcivescovo. Nel 2005 partecipai aqualcuna delle solenni celebrazioni delcinquantenario della sua ordinazione sa-cerdotale. L’ho visto per l’ultima volta inoccasione della festa del Natale deiLucani a Napoli, nel dicembre del 2007,in quanto, nella qualità di presidente del-l’associazione, mi aveva invitato a tenereuna allocuzione dal titolo: “E nacque daMaria Vergine”.

Mi parlava delle conoscenze che ave-

Era nato ad Afragola il 18 ottobre del 1936 da Eduardo eAnnina Papa. Il 23 agosto del 1953 fece il suo ingresso inNoviziato vestendo l’abito dei Frati Minori. Il giorno 19 marzodel 1959 emise la Professione Solenne, e il 25 aprile del 1962,nella chiesa di Santa Lucia al Monte, fu ordinato Presbitero dalCardinale Giovanni LandazuriRichetts, dell’Ordine dei Frati Minori.Frequentò poi il Pontificio AteneoAntonianum, dove nel 1963 conseguì laLicenza in Sacra Teologia. Negli anni1963-65 frequentò il Pontificio IstitutoLiturgico di Sant’Anselmo. Tornato inProvincia fu trasferito a Santa Lucia alMonte con l’incarico di vice-maestrodei frati studenti. Durante questi annifu Docente di Liturgia e Patrologiapresso l’Istituto Diocesano “DunsScoto” di Nola e Membro dellaCommissione Liturgica dellaArcidiocesi di Napoli. Nel luglio del1969 fu nominato Vice-parroco dellaParrocchia di San Francesco alVomero, e Consigliere del VicariatoUrbano del Vomero. Dal 1970 al 1980fu parroco di Santa Chiara in Napoli.Negli anni 1970-1989 fu anche Membrodel Consiglio Presbiteraledell’Archidiocesi di Napoli; Professoreincaricato di Teologia liturgica presso la Pontificia FacoltàTeologica di Napoli - sez. San Tommaso, Presidente dellaCommissione Liturgica Diocesana di Napoli, Assistente dioce-sano dell’Opera della Regalità, Delegato della ConferenzaEpiscopale Campana per la Sacra Liturgia. Fu poi Segretariodella Provincia e Vicario Provinciale. Nel 1989 fu trasferito aRoma, presso la Curia Generale dei Frati Minori, dove prima hasvolto l’ufficio di Vice-Postulatore e poi, dal 1995 fino alla mor-te, quello di Postulatore Generale. Intenso e generoso è stato ilsuo impegno in tale ufficio, grazie al quale si sono concluse di-verse cause di beatificazione e di canonizzazione, e molte altresono state inoltrate. Quanto lavoro svolto nel silenzio e nella pre-

ghiera, in onore e a devozione del Sacro Cuore di Gesù!Fra Josè Rodriguez Carballo, Ministro Generale dell’Ordine

dei Frati Minori, concludendo la sua omelia nel giorno delle ese-quie, ha rivolto al defunto frate un sentito ringraziamento.Attraverso di esso si evincono le caratteristiche peculiari della

persona di Padre Luca: “Grazie, caris-simo fratello Luca, per la tua gioia fran-cescana, con la quale hai aiutato a co-struire quotidianamente la fraternità.Grazie per aver saputo ridere su te stes-so e della tua malattia. Grazie perchéanche nella sofferenza non hai rispar-miato il tuo sorriso a chi si incontravacon te. Grazie per il tuo lavoro inProvincia, come professore di liturgia,parroco, Segretario e VicarioProvinciale. Grazie anche a nome del-l’intero Ordine, per il tuo servizio gene-roso, fedele e fecondo da quando sei ar-rivato nel 1989 nella Postulazione, pri-ma come Vice-Postulatore e da 14 annicome Postulatore Generale. Grazie peri tuoi molteplici servizi, piccoli e gran-di, alla fraternità, a me come Ministroe ai confratelli che si avvicinavano a techiedendoti qualcosa. Grazie perchénon ha mai saputo dire di no”. Negli ul-timi giorni della sua vita, pur sfiancato

dal morbo di Parkinson e da un tumore maligno, P. Luca, assi-stito amorevolmente dai frati e dai suoi familiari, non ha maismesso di lodare e benedire il Signore, e di ringraziare quantilo circondavano di fraterne cure. Qualche ora prima di spirareha voluto ricevere, in piena coscienza, da Fra Agostino Esposito,Ministro Provinciale, il conforto del Sacramento dell’Unzionedegli Infermi, dando testimonianza di una grande fede. Le ese-quie si sono svolte nella Basilica di S. Chiara in Napoli il gior-no 27 aprile 2009 alle ore 10.30. La salma è stata inumata nellaCappella cimiteriale dei Frati Minori in Afragola.

*Segretario Provinciale Frati Minori

va coltivato: prelati, politici, sindacalisti,professionisti, operatori economici, acca-demici, artisti. Se ne serviva anche a findi bene, a vantaggio di qualche “povero”.Mi parlava in anticipo delle pubblicazio-ni dei suoi scritti, in particolare di quellisulla Dottrina sociale della Chiesa e dellesue omelie domenicali.

Talvolta il suo pensiero si soffermavasulla onlus che aveva costituito per onora-re la memoria di suoi genitori, e risultavapreoccupato per la realizzazione faticosadella prevista opera sociale nel suo paesenatìo: Filiano, in provincia di Potenza.

Era solito parlare lento, riflessivo, for-bito in pubblico, anche quando utilizza-va rielaborazioni di informazioni giorna-listiche e di pensieri altrui: nelle sueespressioni di frequente comparivano l’e-rudizione sociologica, nonché termini delpiù puro linguaggio “ecclesialese”; i con-tenuti di ciò che sosteneva come prete ra-sentavano talvolta il rivendicazionismosindacale ed un Vangelo da teoria della li-berazione, che tralascia il valore salvificodella Croce nel corso della vita umana. Inprivato si mostrava anche critico versoquanti non si impegnavano nell’approc-cio e nella soluzione dei problemi socialied economici della gente.

Nell’ultimo tratto della sua vita, quan-do si è ritrovato solo nei momenti crucia-li della sofferenza, ha sperimentato, dabattezzato e da sacerdote, che l’unico ami-co, quello vero, dell’uomo è l’UnigenitoFiglio di Dio. Ora le sue spoglie mortalisono affidate alla terra, in attesa della re-surrezione della carne; la sua anima, in-vece, è stata già ammessa nella, da lui pro-fessata, comunione dei santi.

È tornato alla Casa del PadreMons. Antonino Pace

Sacerdotenel sociale

di Vincenzo Santoro

La scomparsa di padre Luca De Rosa ofm, il 25 aprile 2009,nel 47° anniversario della sua ordinazione presbiterale

Il “grazie” della Chiesa di Napolidi Salvatore Vilardi*

Page 11: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

CittàNuova Stagione 3 MAGGIO 2009 • 11

Immigratia scuolad’italianoPresso laparrocchiadi Sant’Alfonsoall’Arenacciacon il Rotarydi Napoli nord-est

Un progetto di alfabetizzazioneper aiutare gli immigrati adinserirsi nella nostra comunitàecclesiale e civile. L’idea è dipadre Luigi Pecoraro, parroco diS. Alfonso Maria dei Liguoriall’Arenaccia. «Il progetto – cispiega - in parte nascedall’esigenza di risanamento delquartiere popolaredell’Arenaccia. Negli ultimi anniin questa zona sono venuti adabitare molti extracomunitaricon problemi di linguaggio ecomunicazione. Senzadimenticare poi gli ostacoli cheincontrano a livello burocratico;non è semplice trovare qualcunoin grado di aiutarli e orientarliin un contesto problematicocome quello attuale. Nonostantea Napoli siano presenti alcuneassociazioni che si dedicano aiproblemi degli immigrati, si èvoluto fermamente agire anchein questa zona. Con il Rotaryclub della sezione Napoli nord-est si è pensato di aprire pressola nostra parrocchia di S.Alfonso all’Arenaccia unosportello per gli immigrati».Il progetto è stato presentato nelpomeriggio di giovedì 23 pressola parrocchia per monitorare leesigenze degli immigrati. Chiparteciperà al corso veicolerà leinformazioni ad altri. A Napolisono presenti diversi flussimigratori stanziatisi negli anni:nel quartiere dell’Arenaccia èpredominante la presenza diucraini, perciò si partirà con ladiffusione di volantini in linguaucraina. I corsi si svolgerannoil giovedì pomeriggio e ladomenica mattina perconsentire la partecipazione dichi lavora.«All’interno della parrocchia cisaranno diverse persone che simetteranno a disposizione alivello informatico – spiegapadre Luigi - i membri delRotary si occuperannodell’istruzione. Ma ci sarà anchechi si occuperà di offriresostegno sociale, vale a dire chili indirizzerà nel reperimento didocumenti e certificati».L’auspicio è che il progetto nonresti isolato nel nostroquartiere.«Vorremmo che ucraini edimmigrati di altri paesi possanoinserirsi sempre di più nelnostro tessuto urbano, senzapregiudizi e anche grazie adopere caritatevoli».

Cristina Celli

Da Napoli sono partiti cinque furgoni di generi di prima necessità

Solidarietà per l’AbruzzoVenerdì 8 maggio, a San Sebastiano Martire, il termine ultimo per consegnare

altri materiali urgenti per i terremotatidi Rosanna Borzillo

È stato il triduo pasquale della soli-darietà. Lo definisce così don EnzoCozzolino, parroco della chiesa di S.Sebastiano Martire in San Sebastianoal Vesuvio. E lo è stato veramente se siconsidera che 250 giovani si sono im-pegnati, dal giovedì al saba-to santo, per dividere, scar-tare ed impacchettare de-tersivi, carta igienica, indu-menti, posate, bicchieri, co-perte per i terremotatidell’Abruzzo. Tra la Crocedel venerdì c’erano, insom-ma, detersivi e bicchieri: lacarità diventa operosa. Peri giovani, per le parrocchie,per i sacerdoti e per tante fa-miglie del XII decanatoquesta Pasqua è diventatasolidarietà e amicizia perchi non ha più casa. L’ideapartita da don EnzoCozzolino ha trovato l’im-mediata risposta del deca-nato. E così il martedì in Albis cinquecamion carichi di lettini, coperte, cartaigienica sono partiti per L’Aquila. «170chiese rase al suolo – spiega don Enzo –soltanto una chiesa ancora in piedi – cidice - e qui siamo arrivati noi con il no-stro carico». Velocissimi, superandoburocrazia e lentezze. Con lui donPasquale Incoronato, parroco di S.Maria del Pilar ad Ercolano e 20 giova-ni. «Quando siamo arrivati erano tutti

sorpresi – dice don Enzo – ci ha mossila telefonata del parroco di Paganica, donRodriguez, conoscente di vecchia datache ci ha parlato dell’emergenza: non po-tevamo restare fermi».

«È stato molto commovente celebra-

re la messa nella tendopoli e condivide-re il momento di dolore di queste perso-ne. Ho visto – dice don PasqualeIncoronato – il Signore nei loro occhicrocifissi, ma non sconfitti. Tanta forzae tanta solidarietà». Ma nello stessotempo, ci sono stati tanti sorrisi. «Il mo-mento più divertente certamente – dicedon Pasquale – è stato condividere il “ca-satiello” con Bagnasco ed offrirgli partedelle nostre tradizioni. Un bel momento

anche per i nostri giovani». Tante le storie di tristezza racconta-

te e incrociate: «Ragazzi appena sposa-ti e in attesa di un bimbo morti sotto lemacerie – racconta commosso donPasquale – tutto questo ci ha lasciati tur-

bati. Ma ciò che colpisce è chequesta gente continua, nono-stante la stanchezza di non la-varsi, i morti, i feriti ad accet-tare tutto con grande sempli-cità e dignità».

All’orizzonte altri proget-ti: un campo di lavoro per iragazzi abruzzesi: «Perchéhanno bisogno di ricaricarsi:bisogna dare forza a chi devedare forza», dice don Enzo.Ed ora una nuova gara di so-lidarietà: che deve coinvol-gere tutti. Serve altro mate-riale. Urgente, entro l’8 mag-gio. Soprattutto shampooantipidocchi, olio, caffè, sca-tolame (legumi, tonno), bi-

scotti, generi di prima necessità, tende,sacchi a pelo. «Sarebbe meglio se il ma-teriale arrivasse già impacchettato –spiega don Enzo – i tempi si accorcianoe possiamo essere più tempestivi».L’appello va a tutti. Basta recarsi allaparrocchia di don Enzo Cozzolino: S.Sebastiano Martire a S. Sebastiano alVesuvio, per ulteriori informazioni tel.0815745358. Entro e non oltre l’8 mag-gio. La carità non può aspettare…

Oratoriodella Pietà

dei Turchini

Ungesto

d’amoreMartedì 5 maggio, al-

le ore 19.30, nell’Oratoriodella Pietà dei Turchini,presso la chiesa di SanGiuseppe, in via Medina,si terrà un incontro-con-ferenza sul tema:“Donare gli organi: un ge-sto di amore verso il pros-simo”.

I n t e r v e r r a n n o :Maurizio di Mauro, diret-tore sanitario ospedale“San Paolo” e coordinato-re Asl Na1 per i prelievid’organo: “Come e perchédiventare donatori” eAnna Maria Bogliolo, di-rigente primo livello ane-stesia e rianimazione,coordinatrice locale per iprelievi d’organo, ospe-dale “Ascalesi”. Prevista,inoltre, la testimonianzadi un trapiantato: “Dallamorte alla vita”.

L’appuntamento si in-serisce nell’ambito dellaSettimana nazionale del-la donazione d’organo (3-10 maggio).

Page 12: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Nuova Stagione12 • 3 MAGGIO 2009 Città

Premiodi poesia Guido GiustinianoHa preso il via da pochi giornila nuova edizione di un premiodi poesia divenuto ormai unodegli appuntamenti più impor-tanti del panorama nazionale.Si tratta del premio intitolatoall’indimenticato sacerdotefrancescano padre GuidoGiustiniano, grande intellettua-le, teologo e giurista, nonchéapprezzato poeta.Le iscrizioni a questa undicesi-ma edizione saranno aperte fi-no al 30 maggio 2009. Ogni au-tore potrà partecipare al con-corso con una sola poesia inlingua italiana a tema libero,che non superi i trenta versi eche dovrà essere spedita in sei(6) copie dattiloscritte, di cuiuna sola recante in calce il no-me, il cognome, l’indirizzo, iltelefono e la firma dell’autoreall’indirizzo: Associazione DueNuvole nel Cielo “GuidoGiustiniano”, Via Libertà 205/A– 80055 Portici (NA)(Tel.081.7751963 –338.4664356). Interessanti, an-che quest’anno, i premi in pa-lio: al primo classificato an-dranno 300 euro; il secondo e ilterzo classificato riceveranno,invece, una medaglia d’oro. Lacerimonia di premiazione, inprogramma per il prossimo 24ottobre, si terrà, come da tradi-zione, a Napoli, presso il con-vento francescano di SanLorenzo Maggiore, in via deiTribunali. Tutti gli autori parte-cipanti al premio che presenzie-ranno alla cerimonia, anchequelli non risultati vincitori,potranno ricevere un attestatodi partecipazione.Padre Guido Giustiniano – na-to a Portici il il 2 novembre1941 - è stato giudice e vice pre-sidente del TribunaleEcclesiastico regionale campa-no e d’appello, Avvocato dellaSacra Rota Romana, MinistroProvinciale dell’Ordine dei FratiFrancescani MinoriConventuali, giornalista e diret-tore del mensile francescanoLuce Serafica, poeta e scrittore,nonché docente di teologia e di-ritto canonico in diverse facoltàe massimo esperto nazionaledei rapporti tra Omosessualità,Transessualità e diritto canoni-co. Fulgido esempio di caritàcristiana e spirito francescanodi semplicità e povertà, padre.Guido è stato anche missiona-rio presso la comunità france-scana di Manila, nello Statodelle Filippine. È morto aNapoli il 26 ottobre 2008.

Per tutto il mese di maggio al Museo diocesano le opere realizzatedalla sezione napoletana degli “Amici del presepe”

Tradizione in mostradi Rosaria La Greca

In festa con l’eremita Francesco di Paoladi Lorenzo Cultreri

Un presepe spogliato dalle sue tipiche vesti, quelle della rappresen-tazione della natività, per trasformarsi in scenografia di luoghi e me-stieri della tradizione napoletana sette-ottocentesca.

Soni i presepi esposti presso il Museo diocesano di Napoli in largoDonnaregina, che nell’ambito della manifestazione “Maggio dei monu-menti” vuole regalare al turismo partenopeo uno spaccato della tradi-zione culturale, religiosa e artistica del capoluogo campano per riscat-tare l’immagine di una città troppo spesso umiliata.

La mostra è stata allestita dall’associazione “Amici del presepe”, chedal 1954, grazie al volere di Angelo Stefanucci, suo fondatore, opera sututto il territorio e che trova a Napoli la sua sezione più fruttuosa.

«Le scenografie e le figure, meglio conosciute col nome di pastori, di-ventano un mezzo per far rivivere le antiche tradizioni di Napoli capita-le» spiega Umberto Grillo, segretario di “Amici del Presepe” che de-scrive l’opera presepiale come un’arte rappresentativa richiesta in tut-ta il mondo, capace di assumere forme diverse per ogni contesto so-cio-culturale in cui si esprime. «Per tutto il mese di maggio- continua-saranno esposti, in questo museo, pezzi della nostra città che nonostan-te tutto, amiamo, grazie all’amore che i nostri soci riversano in quest’ar-te e verso la nostra tradizione».

Forcella, piazza Mercato, il Petraio, una cappella votiva sulla stra-da che porta alla collina dei Camaldoli, l’interno di un basso, o di unacucina in una casa di Capodimonte del ‘700, sono i luoghi che il turi-sta può ammirare visitando la mostra e dove troverà rappresentati imestieri più antichi della nostra città: dalla lavandaia al banco dell’ac-

qua, dall’impagliaseggia al saponaro. Tutti finemente rappresentati dafigure in terracotta, materiale che, come ci spiega uno degli artisti, èinsieme al legno, quello che rende maggiore preziosità alla forma arti-stica. Immancabile, si troverà anche il nostro Pulcinella intento nel suotipico atteggiamento mentre con le mani gusta un piatto di macchero-ni. Non manca la rappresentazione settecentesca del Duomo davantial quale si svolgono atti quotidiani della Napoli ricca e di quella pove-ra.

«Ogni tradizione culturale che vuole essere innovativa deve attingeredalle sue radici per creare una città del futuro - dice il vicario episcopa-le per la cultura e direttore del museo diocesano don Adolfo Russo, chedefinisce il museo: una Chiesa ricca di ricordi storici dove arte, fede e fu-turo si coniugano insieme per divenire un ambiente degno del lavoro edella tradizione culturale degli “Amici del presepe”».

Al futuro si rivolge anche il pensiero di Elisabetta Gambardella, expresidente della circoscrizione di Montecalvario, che in qualità di ma-drina della mostra dice: «Per chi ama questa città è una forte emozionevedere realizzata questa mostra in un luogo difficile come il centro diNapoli dove grazie alla sinergia tra Curia, museo diocesano e l’associa-zione “Amici del presepe” è possibile ammirare la parte migliore della cittàche assicura il nostro successo per il futuro».

La mostra rimarrà aperta fino a domenica 31 maggio. Le parroc-chie, i movimenti e le associazioni interessate possono concordare vi-site a prezzo di favore contattando il Museo Diocesano di largoDonnaregina (081.5571365 - 38.2703470).

Nella Basilica di San Francesco di Paolaa Napoli, si è tenuto un incontro di preghie-ra, promosso dai Frati Minimi, per comme-morare il “beato transito” del loro padrefondatore. Un incontro partecipato e senti-to non solo dai devoti del Santo, convenu-ti a Napoli da ogni parte della Campaniama da tanti giovani e da un crescente nu-mero di terziari che guardano a questo san-to calabrese con simpatia e tanto fascinoper il messaggio di evangelizzazione lascia-to alla Chiesa di ieri e di oggi.

Il suo, un deciso richiamo alla conver-sione e alla penitenza, vie privilegiate, que-ste, per il cambiamento personale e collet-tivo. Il messaggio di frate Francesco, infat-ti, parte da lontano ma giunge al cuore del-l’uomo moderno per la sua originalità edattualità. Un’attualità senza riserve e ten-tennamenti, la sua, che sfida il nostro tem-po per la vita austera, penitente e contem-plativa espressa, e per il radicale richiamoal Vangelo.

A tessere le virtù eroiche del “Santo del-la penitenza”, difensore dei poveri e dei di-

seredati, dei sofferenti nel corpo e nello spi-rito, degli oppressi e degli ultimi, un affilia-to all’Ordine dei Minimi fin dal 1975,l’Arcivescovo di Aversa Mons. MarioMilano, già arcivescovo di Sant’Angelo deiLombardi-Conza-Nusco e Bisaccia che, daprofondo conoscitore della vita e del pen-siero del taumaturgo di Paola, ha posto inrilievo il grande messaggio di Francesco,uomo di fede, di gioia e di accoglienza, cheancora oggi continua a vivere tra noi per lasua umanità ricca di speranza evangelica,per la difesa della dignità umana, il rigoree la fermezza penitenziale, l’umiltà e la sem-plicità della vita, oltre che per la sua scon-finata carità verso Dio e il prossimo.

«Seppellire l’accidia che ci tiene legati aquesto mondo – ha esortato Mons. Milano– reagire ad una società sempre più logoratadalle forze del malcostume, difendere i debo-li e gli abbandonati».

Si è trattato di un evento celebrativo digrande spessore religioso. A fare gli onoridi casa all’illustre presule, il rettore-parro-co della Basilica padre Saverio Cento, il cor-

rettore provinciale padre Damiano La Rosacon i Frati Minimi dell’intera Provincia re-ligiosa di Santa Maria della Stella.

Alla gratitudine espressa verso tutti iconfratelli da Mons. Milano, per la gioio-sa accoglienza in un giorno così importan-te, ha fatto seguito un indirizzo di saluto,oltre che da padre Saverio Cento, anchedal padre provinciale che, a nome dell’in-tera comunità religiosa, ha sottolineato lesingolari doti di zelo pastorale, sapienzaecclesiale, esercizio della carità e praticadell’umiltà del vescovo Mario Milano, fi-glio straordinario della famiglia dei mini-mi.

La magistrale esecuzione dei canti litur-gici, eseguiti dalla Cappella Musicale dellaBasilica, diretta dal maestro ErnestoPagliano, ha reso ancora più solenne e sug-gestiva la concelebrazione eucaristica, ri-cordando però a tutti che le vere riformepartono sempre dal cuore dell’uomo. Eccoperché, come ci ammonisce il Santo, se vo-gliamo cambiare il mondo, dobbiamo dasubito cominciare a cambiare noi stessi.

Page 13: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Nuova Stagione 3 MAGGIO 2009 • 13Città

Dovetecontinuare cosìed andare avanti – ha incoraggiato

l’Arcivescovo – per sfruttare

al meglioil dono

che avete ricevutodi una vocecosì bella.Iniziative

come questaservono

a far crescerevoi bambiniin maniera

sanae ad educarvi

al rispettodell’altro

e all’integrazionecon chi proviene

da altri Paesie culture

Il Cardinale Sepe riceve i piccoli solisti del festival “Pulcinella d’oro”

Quando il canto uniscedi Elena Scarici

Il 22 aprile il cardinale ha ricevuto una delegazione di cir-ca 20 bambini che partecipavano al “Pulcinella d’oro”, festivalinternazionale della Canzone Classica Napoletana, organizza-ta dall’associazione “Eco di Napoli”, giunto alla quarta edizio-ne, la cui serata finale si è tenuta sabato 25 al teatroMediterraneo.

Il gruppo è composto da 100 elementi, provenienti da diver-se scuole, di cui venti appartenenti a diversi Paesi del mondocui si aggiungono da quest’anno, Iran, Mongolia ed Ecuador.Della delegazione che ha incontrato l’arcivescovo facevano par-te tre bambini di Thailandia, Bulgaria e Lettonia. Per l’arcive-scovo i piccoli solisti hanno eseguito “’A città ‘e Pulecenella”mentre il bambino lettone ha intonato “O sole mio”.

Grande incoraggiamento da parte del cardinale Sepe ai pic-coli: «Dovete continuare così ed andare avanti per sfruttare almeglio il dono che avete ricevuto di una voce così bella – ha det-to l’arcivescovo – iniziative come questa servono a far crescerei bambini in maniera sana e ad educarli al rispetto dell’altro e al-l’integrazione con chi proviene da altri Paesi e culture».

I bambini hanno regalato al cardinale una maglietta con illogo della manifestazione e un piccolo Pulcinella, simbolo delFestival. «La indosserò quando sono in montagna, libero da im-pegni istituzionali», ha riferito il cardinale.

Per questa quarta edizione del Pulcinella d’Oro è stato av-viato un nuovo Progetto: la formazione di un Coro di bambiniche sia espressione dell’intera città di Napoli, e che prende ilnome di “Coro dei Bambini di Napoli”. Per tale scopo sono sta-te coinvolte quattro scuole elementari di Napoli, e precisamen-te l’Istituto Comprensivo “Borghi” di Poggioreale, il 63° CircoloDidattico “Andrea Doria” di Fuorigrotta, il 17° Circolo Didattico“Angiulli” del Rione Sanità e l’87° Circolo Didattico “DonGuanella” di Secondigliano. Grazie all’entusiasmo e alla fatti-va collaborazione dei Dirigenti Scolastici e delle famiglie deibambini, il Direttore Artistico del Pulcinella d’Oro, PeppeBarone, ha potuto lavorare e preparare un Coro di circa 120bambini provenienti, che ha fatto da supporto alla quarta edi-zione del Festival.

«La manifestazione rappresenta un interscambio culturaleed un elemento coesivo delle diverse etnie - ha spiegato il pre-sidente dell’associazione “Eco di Napoli”, Salvatore D’Esposito- oltre ad essere un momento di divulgazione della cultura par-tenopea tra le giovani leve del canto europeo».

Tra le iniziative che il progetto porta avanti anche attivitàdi partenariato tra docenti europei, in particolare della Lettoniae della Germania, per lo sviluppo di una didattica comune chevede al centro dei programmi di studio la musica, il canto edil teatro.

«Il Pulcinella d’Oro rappresenta un ponte immaginario cheunisce i bambini di Italia e d’Europa attraverso le meravigliosenote delle canzoni classiche napoletane – ha aggiunto D’Esposito– il che significa creare integrazione attraverso la riscoperta del-le nostre tradizioni».

Anche quest’anno, come nelle edizioni passate, il festival so-sterrà con il ricavato delle serate, i progetti a favore dei bam-bini africani di Amref.

Page 14: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Attualità ecclesiale Nuova Stagione14 • 3 MAGGIO 2009

MovimentoCristianoLavoratori

Pellegrinaggiosulle orme diSanta AgostinaIl gruppo di pellegrinidell’unione provinciale diNapoli del MovimentoCristiano Lavoratori con idirigenti accompagnatoriNello Vollono, BrunoCarrano, Salvatore DeSimone e il “decano”Salvatore Molino conNazzareno Papili, sindaco diPozzaglia Sabina e suorMariarosa dell’Ordine delleSuore della Carità di SantaGiovanna Antida raccolto aipiedi del monumento inbronzo di Santa AgostinaPietrantoni. Il pellegrinaggio è statoorganizzato in occasione deldecimo anniversario dellacanonizzazione della Santa,patrona degli infermierid’Italia, da parte di GiovanniPaolo II il 18 aprile del 1999. La città di Pozzaglia Sabinadiede i natali a SantaAgostina Pietrantoni e neconserva le spoglie.

1609-2009: quarto centenario della morte di San Giovanni Leonardi

Il Santuario di Madonna dell’Arcodi Michele Borriello

Verso la fine del 1300 e l’inizio del 1400sotto l’Arco, rudere di un antico acquedot-to, alcuni devoti fecero dipingere un’imma-gine della Madonna col Bambino. I vian-danti la proclamarono Madonna dell’Arco.È tradizione che i Benedettini del monaste-ro dei Santi Severino e Sossio in Napoli ab-biano commissionato l’affresco ad una taleTesauro Filippo.

Dell’affresco originale rimangono: l’au-reola, la corona e parte degli angeli, un la-to dello schienale del trono ed uno sfondosfocato sulla destra. Sul tronosiede regina la Vergine Maria,sotto un cielo nuvoloso; si in-travedono alcuni archi dell’ac-quedotto romano e due torri.«Questa devotissima immagi-ne sta dipinta in muro che conla mano sinistra teneramenteabbraccia il Santo Figliolo…»(Arcangelo Dominici).

Per ridurre le dimensionidell’affresco e quindi racchiu-derlo in marmi preziosi furo-no fatti “improvvidi tagli”.Oggi rimane quasi un terzodell’affresco originario.Presso questa edicola gli abi-tanti di Sant’Anastasia si ra-dunavano, per una vecchiaconsuetudine, il lunedì dell’Angelo per ce-lebrare quasi una sagra paesana.

Ora, in questo giorno, del 1450, un gio-catore di bocce, sbagliando un colpo, co-minciò a bestemmiare il santo nome diMaria più volte e, inviperito, scagliò la bi-glia contro il volto dell’immagine. «Quasifosse viva carne, la guancia della Madonnasi coprì di sangue» (Dominici). La folla deidevoti stava per linciare il giovane, inter-vennero le autorità del Regno che, dopo unsommario processo, fecero impiccare ilmalcapitato.

Questo primo prodigio attirò numerosefolle ai piedi della Vergine. Ma un altro piùclamoroso e assai tragico consacrò la devo-zione alla Madonna dell’Arco da parte nonsolo dei locali, ma di molte popolazioni delRegno di Napoli: il caso di Aurelia Del Prete.Costei era donna bruttissima e nell’anima enel corpo: bestemmiatrice accanita. Ungiorno, spaccando la legna, si ferì ad un pie-de e temendo una cancrena, fece voto allaVergine dell’Arco che se fosse guarita leavrebbe portato per ex-voto due piedi di ce-

ra. Guarì e, per ottemperare al voto, si recòaccompagnata dal marito a Sant’Anastasia.

Nel mentre si dirigeva all’edicola le ca-scò un piede di cera: scaraventò l’altro a ter-ra e, bestemmiando più volte, li calpestò. Illunedì di Pasqua del 1589 il marito diquell’Aurelia, si recò insieme alla moglie al-l’edicola per sciogliere un voto, al guinza-glio conducevano un maialino. A causa del-la ressa, sfuggì di mano e Aurelia, bestem-miando e imprecando si mise a correre perriprenderlo e trovandosi ai piedi della

Vergine (ove si era rifugiato l’animaletto) fupresa da ira così violenta che prese il votodi cera del marito e lo calpestò e bestemmiòla Madonna e chi l’aveva dipinta e i devotitutti.

Nel 1590, dopo 12 mesi, l’Aurelia comin-ciò ad avvertire dolori ai piedi. E nonostan-te le cure mediche, il lunedì dell’Angelo diquell’anno, i piedi letteralmente le si stac-carono. La notizia del fatto si diffuse velo-cemente tra gli abitanti del luogo e arrivòcosì al responsabile del sedile CapuanoGiovanni Capocelatro. Questi costrinse, ilRettore della chiesetta don Cesare a scava-re nel punto indicato e trovarono “i piedi diAurelia” e, presenti molti testimoni, li espo-sero sull’altare della Vergine.

Vi fu per questo grande concorso di po-polo e con le folle aumentarono le offerte ele donazioni di ogni genere e così il vesco-vo di Nola Fabrizio Gallo nel maggio 1590scrisse al rettore don Cesare di Sarno, im-ponendogli di raccogliere, insieme a due de-putati da lui nominati, tutte le offerte e i do-ni e fargli un resoconto settimanale. A don

Cesare, non avendo ancora ricevuto la let-tera del vescovo, si presentarono nello stes-so mese il sindaco di Sant’Anastasia ed al-tri notabili.

Dietro varie intimidazioni don Cesarefirmò un atto, in cui si dichiarava non ido-neo a riscuotere offerte. Il vescovo protestòvivamente e comminò la scomunica a chi,al di fuori del Rettore, avesse incameratoofferte.

Nonostante la scomunica i rappresen-tanti del Casale si presentarono lo stesso a

don Cesare per riscuotere le of-ferte. Per legalizzare la cosa ilsindaco aveva convocato ilConsiglio comunale nel qualesi era dato delega ufficiale aidue Deputati del Casale.

Dopo sei giorni dalla datadel consiglio, il Vicario gene-rale della Diocesi di Nola ed ilnotaio De Iorio, si presentaro-no a don Cesare che confermòloro di avere liberamente fir-mato la nomina dei due procu-ratori comunali. Fu costrettodal Vescovo a dimettersi. Per“congelare” le offerte, il vesco-vo subito inviò nottetempo ilparroco di Somma Nunzio DeStefano, con altri preti ma

questi si trovarono circondati da circa 60uomini armati dalla milizia del Casale.

Per timore di subire violenza, fecero ri-torno a Nola. Gli eventi precipitarono ed ilvicerè di Napoli, nel giugno 1591, aveva fat-to rivolgere a Papa Gregorio XIV una peti-zione perché fosse inviato un ordine di re-ligiosi osservanti per reggere la Chiesa diMadonna dell’Arco. Fu soltanto, dopo l’ele-zione al trono, di Clemente VIII che il 10marzo 1592 la Sacra Congregazione impe-gnò il Nunzio Apostolico JacopoAldobrandini di esaminare a fondo la que-stione di Madonna dell’Arco e inviare unarelazione.

Nel frattempo moriva, il 1° maggio 1592,don Cesare e gli animi erano sempre piùinaspriti. Finalmente Roma si decideva peruna scelta equilibrata: con decreto di PapaClemente VIII si designava padre GiovanniLeonardi con quattro collaboratori «peradempiere a quanto è necessario per il servi-zio di Dio e il bene dei fedeli perché ponessefine alla contesa e iniziasse la costruzione diun Santuario degna dimora di Maria».

“La fiducia nell’iniziativa di Dio e la risposta umana”: è questo iltema della 46a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che sicelebra domenica 3 maggio. Esso è offerto alla riflessione di tutte lecomponenti della comunità ecclesiale da Papa Benedetto XVI nelMessaggio del 20 gennaio scorso.

È importante averlo presente anche durante il corso dell’anno.Infatti, la vocazione del battezzato ad una particolare forma di con-sacrazione, perchè si dedichi ad un determinato servizio per il benedel popolo di Dio, nasce dall’incontro tra l’amore di Dio e la libera ri-sposta della persona che Egli chiama.

«La vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata – ricorda ilPontefice – costituisce uno speciale dono divino che si inserisce nel va-sto progetto di amore e di salvezza che Iddio ha su ogni uomo per l’in-tera umanità. Nell’universale chiamata alla santità risalta la peculiareiniziativa di Dio, con cui sceglie alcuni perché seguano più da vicino ilsuo Figlio Gesù Cristo, e di lui siamo ministri e testimoni privilegiati».

Ma, fa osservare il Santo Padre, «da parte di quanti sono chiamatisi esige attento ascolto e prudente discernimento, generosa e pronta ade-sione al progetto divino, serio approfondimento di ciò che è proprio del-la vocazione sacerdotale e religiosa per corrispondervi in modo respon-sabile e convinto».

«La libera iniziativa di Dio – aggiunge Benedetto XVI – richiede lalibera risposta dell’uomo. Una risposta positiva che presuppone semprel’accettazione e la condivisione del progetto che Dio ha su ciascuno; unarisposta che accolga l’iniziativa d’amore del Signore e diventi per chi èchiamato un’esigenza morale vincolante, un riconoscente omaggio a Dio

e una totale cooperazione al piano che Egli persegue nella storia».Perciò, è dal misterioso e provvidenziale incontro tra l’amore di

Dio e la libertà dell’uomo che nasce nel cristiano la vocazione di tan-ti uomini e donne che, nel sacerdozio ministeriale o nella via dei con-sigli evangelici, abbandonano «famiglia, possedimenti, ricchezze mate-riali e tutto quello che umanamente è desiderabile, per seguire generosa-mente il Cristo e vivere il suo Vangelo, diventato per essi scuola di radi-cale santità».

Anche ai nosti giorni, fa inoltre rilevare il Santo Padre, «il Signoreche liberamente sceglie e invita alla sua sequela persone di ogni culturae di ogni età» chiede loro «di impegnare liberamente la loro esistenzaper collaborare con lui più strettamente all’opera della salvezza».

Il Papa non manca poi di esortare la comunità cristiana a mante-nere sempre viva la coscienza vocazionale «nelle famiglie e nelle par-rocchie, nei movimenti e nelle associazioni impegnati nell’apostolato,nelle comunità religiose e in tutte le articolazioni della vita diocesana».

Al tempo stesso, egli ricorda a coloro che sono chiamati ad una vi-ta di speciale consacrazione per il Regno di Dio, che Cristo che li sce-glie «li sostiene perché la loro risposta si sviluppi in una dimensione difiducia e di gratitudine che dirada ogni paura».

«È utile ribadire – fa osservare il Pontefice – che la risposta dell’uo-mo alla chiamata divina, quando si è consapevoli che è Dio a prenderel’iniziativa» diviene «corresponsabilità, responsabilità in e con Cristo»e rende «testimoni della gioia» che scaturisce dall’incontro con Cristoe con il suo Vangelo.

Pasquale Puca

Nuova StagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Editore: Campania Notizie s.r.l.Organo di informazione ecclesiale

e di formazione cristiana

Reg. Tribunale di Napoli N. 1115

del 16.11.57 e del 22.10.68

Direttore Responsabile

CRESCENZO CIRO PISCOPO

Direttore Editoriale MICHELE BORRIELLO

Vice Direttore VINCENZO DORIANO DE LUCA

Redazione, segreteria e amministrazione:

Largo Donnaregina, 22 - 80138 NAPOLI

Tel. 081.557.42.98/99 - 081.44.15.00Fax 081.45.18.45

E-mail: [email protected] numero € 0,90

abbonamento annuale € 38 c.c.postale n. 00428805

Pubblicità: Ufficio Pubblicità di NUOVA STAGIONE

Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati

non si restituiscono

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Aderente alla Federazione Italiana

Settimanali Cattolici

A.C.M. S.p.A. - Torre del Greco

Il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Iniziativa di Dio e risposta umana

Page 15: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

CulturaNuova Stagione 3 MAGGIO 2009 • 15

Musica e solidarietàper l’AbruzzoIn piazza Santa Maria La Nova,si è tenuta “Note di solidarietà:artisti per l’Abruzzo”, unamanifestazione patrocinata dallaprovincia di Napoli «per nonvoltare le spalle» alla tragedia delterremoto in Abruzzo. La serataha previsto una raccolta di fondied un mercatino solidale afavore dei terremotati.Numerosi gli artisti che si sonoesibiti: da Tony Cercola aPrincipe e Socio fino a FabrizioFierro e Nello Daniele.La manifestazione è nata daun’idea di Massimo Curzio,cantautore partenopeo e sociodell’Associazione Napoli Netcrimson da sempre impegnatanel sociale: «L’idea è nata peressere accanto al dolore delpopolo abruzzese; la raccoltafondi sarà interamente devolutaalle popolazioni colpite dalsisma e nonostante il nostro siasolo un piccolo aiuto, vogliamodare una mano a chi è statocolpito da questa disgrazia.Abbiamo cercato di coniugare lasolidarietà alla musica e più ingenerale all’arte e la rispostadegli amici cantautori contattatiè stata soddisfacente, nonostantealcuni di essi non siano potutiintervenire. La cosa importantein questo momento è pensareagli altri, uscendo per un attimodai problemi della nostraquotidianità e dedicandosi a chiha perso davvero tutto». NapoliNet, nata nell’area Nord diNapoli, è un’associazione che daanni si impegna nel socialelavorando soprattutto nelle zonea rischio della città: «Stiamocurando molti progettisoprattutto con ragazzi chevivono nei quartieri più disagiatidi Napoli - continua Curzio - ilnostro obiettivo è far crescere lenuove generazioni grazie adiverse forme d’arte come lamusica e il teatro».La serata ha visto l’alternarsi dispettacoli di danza, recitazionee soprattutto tanta buonamusica: «La manifestazionecade in una data moltoimportante per gli italiani, unadata che rappresenta la libertà -esordisce Alan Wurzburger,cantautore partenopeo - perciòla data di oggi deve essere unosprone per capire quanto siaimportante la memoria. Lamanifestazione deve esserequella dell’incontro tra personeche vogliono confrontarsi congli altri e non rinchiudersi nelproprio mondo. Da semprequesta piazza rappresenta unpunto di aggregazione culturaleimportante per la città evogliamo che la spinta artisticasi espanda il più possibile».

Gianluca Manca

San Michele ha compiuto un nuovo miracolo. Sono stati ritrovati i beni e gli arre-di sacri sottratti nell’Abbazia di Terra Murata, a Procida, dedicata al santo patrono del-l’isola. Il materiale è stato recuperato in un garage di Pomigliano ove era stato nasco-sto in attesa di migliori occasioni per essere smerciato. Il proprietario del garage è sta-to arrestato. La brillante operazione è stata portata a termine dai Carabinieri dellaStazione di Chiaia, a Napoli, che indagando su un altro furto di opere d’arte, si sonoimbattuti nel furto consumato a Procida il 26 marzo scorso.

I beni sono tornati nell’isola, ed è stata festa grande. Il traghetto “Adeona” dellaCaremar, con a bordo il “tesoro di San Michele”, scortato da una pattuglia deiCarabinieri di Chiaia, con il luogotenente Antonio Covuccio, reggente la Stazione, e ilmaresciallo Salvatore Cuppone, comandante della stazione di Procida, è attraccato alporto di Marina Grande dopo aver emesso tre lunghi festosi fischi.

Il saluto marinaro è stato ricambiato dall’esplosione di cinquanta colpi di mortaioe dal suono delle campane. Nell’Abbazia benedettina di Terra Murata c’erano in atte-sa centinaia di fedeli. Quando i Carabinieri sono entrati in Chiesa con i grossi scato-loni contenenti i beni ritrovati, sono stati accolti da un lungo, fragoroso applauso, com-mosso il curato mons. Michele Del Prete.

«La sera precedente – ha raccontato dall’altare – ero stato informato dell’evento, invia riservata, dal segretario del Cardinale Sepe. Non ho dormito tutta la notte. San Micheleaveva ascoltato le nostre preghiere guidando i passi degli uomini della Benemerita a cuivanno i ringraziamenti miei e di tutta l’isola. Ai Carabinieri doneremo una targa a ricor-do dell’avvenimento che ha posto riparo alla violenza portata alla nostra storia e alla no-stra cultura».

Anche il sindaco dell’isola Gerardo Lubrano, la Giunta e vari consiglieri comunalihanno partecipato alla festa collettiva nell’Abbazia dove i fedeli, emozionati e com-mossi, hanno intonato l’Inno a San Michele per ringraziarlo del ritrovamento.Purtroppo parte del materiale risulta danneggiato. Come pure non sono stati recupe-rati la porticina in argento della custodia della cappella di San Michele e lo stemmacol rubino, donato dal cardinale Ascanio Filomarino, asportato dalla croce astile del1700.

Chicco Ambrosino

A margine del Convegno promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica

Nella città per un progetto di convivenzadi Eloisa Crocco

“La persona nella città – Per un nuovo pro-getto di convivenza”: questo il tema del con-vegno 2009 della Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale, che si è tenuto il 22 e23 aprile presso l’Aula Magna Storicadell’Università “Federico II”. «Abbiamo scelto– così nella sua introduzione Carlo Greco, pre-side della Facoltà Teologica – di tenere il con-vegno qui, nel cuore di Napoli, perché vogliamoessere al centro della città e dei suoi problemi».

Appunto dei problemi di Napoli hanno di-scusso gli esperti chiamati come relatori, evi-denziando difficoltà e potenzialità della cittàe cercando strade possibili per una miglioreconvivenza civile in quella che ormai per mol-ti versi è divenuta una metropoli invivibile. «Inquesta città – ha affermato il rettore della“Federico II” Guido Trombetti – le percezionediffusa è che non ci si sente sicuri», mentre lopsicoanalista Giovanni De Renzis, membrodella Società Psicoanalitica Italiana, ha rinca-rato la dose, spiegando che «molte forme di di-sagio possono ridursi nei termini di una forteinstabilità. Una volta in una città si riusciva agarantire rifugio e sicurezza alla persona, orainvece la città è diventata sinonimo di incertez-za». Anche Carlo Greco ha messo in evidenzaquesto tipo di percezione, facendo notare ilpassaggio traumatico, avvenuto nel giro di al-cuni anni, dalla «città luogo di incontro e so-cializzazione alla città in cui si ha paura per lestrade, e in certi orari quando si è fuori non sivede l’ora di ritornare nella sicurezza della pro-pria casa».

«Napoli è gravemente ammalata – cosìAdolfo Russo, vicario episcopale per la Culturae la Pastorale universitaria nonché docente diTeologia dogmatica presso la Facoltà Teologica– e nel correre al capezzale del moribondo biso-gna decidere se staccare la spina o rimboccarsile maniche per cercare di guarirlo. Perché la cittàpossa riprendere a camminare è importante tro-vare un terreno comune, nel rispetto delle iden-tità, tra quanti vogliono aiutarla a risollevarsi,trasformandola di nuovo in soggetto di pensie-ro, che riesce a pensare ad un futuro». Napoli ineffetti è città di cui si parla tanto, forse troppo,ma che resta spesso semplicemente un ogget-to, magari di critiche, e poco fa per essere sog-

getto attivo che costruisce se stesso e una suapositività. Per arrivare a questo è necessarioche ciascuno faccia la sua parte: «Bisogna crea-re un coro – queste le parole del cardinaleCrescenzio Sepe nel saluto di apertura – chemetta insieme le voci di tutti per cantare un mes-saggio di speranza, e ognuno deve dare quello chepuò dare, perché solo attraverso la partecipazio-ne si dimostra la sensibilità e la voglia di affron-tare i problemi senza paura».

La Facoltà Teologica ha scelto questa tema-tica per il convegno annuale perché segni l’i-nizio di un cammino più partecipativo;«L’impegno che ci assumiamo – ha spiegatoAdolfo Russo – è quello formativo, ma voglia-mo in questo percorso unirci agli altri saperi cit-tadini e dialogare con le istituzioni. Soprattutto

vogliamo portare avanti una teologia che sia in-teressata alla città, e che non sia lontana dai pro-blemi concreti».

I problemi sono tanti in una città comeNapoli, ma il convegno non si è limitato adanalizzarli, anzi ha soprattutto cercato di tra-smettere un messaggio di speranza; GiovanniMazzillo, docente di Teologia dogmatica pres-so la sede di Catanzaro della Facoltà Teologica,è stato emblematico al riguardo: «Quello che èimportante trasmettere – ha spiegato – è il sen-so non declamatorio ma progettuale della spe-ranza. Il compito della comunità ecclesiale inparticolare è combattere la violenza producen-do segnali autentici, segnali di vera speranza,perché ritenere che si possa cambiare è già ini-ziare a cambiare».

Torna a Procidail “tesoro di San Michele”

Page 16: PRIMO PIANO CHIESA In compagnia di Maria · Il Santo Padre Giovanni Paolo II in visita al Santuario di ... missionario-vocazionale da mercoledì 29 luglio a lunedì ... in suo onore

Nuova Stagione16 • 3 MAGGIO 2009

NuovaStagione NuovaS

tagioneA

nno LX

III - Num

ero 15 - 26 aprile 2009P

oste Italiane s.p.a. - Spedizione in A

bb. Postale - D

.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com

ma 1, D

CB

Napoli

Reg. Trib. di N

apoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68R

edazione e Am

ministrazione: L

argo Donnaregina, 22 - 80138 N

apoliE

-mail: nuovastagione@

chiesadinapoli.it

SE

TT

IMA

NA

LE D

IOC

ES

AN

O D

I NA

PO

LI Il Papa visitai terremotati dell’Abruzzo

«Nonresterete

soli»Un abbraccio alla popolazione colpita

dal terremoto del 6 aprile, l’impegno dellaChiesa a non lasciare solo nessuno nella ri-costruzione e la richiesta di ricostruire nelrispetto della vita e della dignità umana. Èquesto, in sintesi, il senso della visita cheBenedetto XVI ha compiuto in Abruzzo, vi-sitando i terremotati e le zone colpite dal si-sma, lo scorso 28 aprile.

«Ho nel cuore tutte le vittime di questacatastrofe: bambini, giovani, adulti, anzia-ni - ha detto il Papa - e la mia visita in mez-zo a voi, da me desiderata sin dal primo mo-mento, vuole essere un segno della mia vi-cinanza a ciascuno di voi e della fraternasolidarietà di tutta la Chiesa perché se unaparte soffre, tutte le altre parti soffrono conlei; e se una parte si sforza di risollevarsi,tutte partecipano al suo sforzo».

«Vorrei abbracciarvi con affetto ad unoad uno - ha poi aggiunto il Pontefice - e hoammirato il coraggio, la dignità e la fedecon cui avete affrontato anche questa duraprova, manifestando grande volontà di noncedere alle avversità».

L’appello del Papa si è concentrato anchesulla ricostruzione delle zone distrutte dalsisma. La solidarietà alla popolazionedell’Abruzzo colpita dal sisma, ha afferma-to, «non può limitarsi all’emergenza inizia-le, ma deve diventare un progetto stabile econcreto nel tempo. Incoraggio tutti, istitu-zioni e imprese, affinché questa città e que-sta terra risorgano».

Foto: Siciliani/Sir