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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127) Filippo Imbesi Dopo la conquista della Sicilia da parte dei Normanni, i territori oggi ricadenti nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto assunsero con- siderevole rilievo nel vasto contesto della piana di Milazzo. Gli anti- chissimi siti di Gala e Nasari, in modo particolare, compaiono in due *Abbreviazioni utilizzate: Afpr = Archivio di Stato di Palermo, Fondo Protonotaro del Regno; Afrc = Archivio di Stato di Palermo, Fondo Regia Cancelleria; Barberi = G. Sil- vestri, a cura di, I capibrevi di Giovanni Luca Barberi, II, I feudi del Val Demone, Società Siciliana per la Storia Patria, Palermo, 1879; Catalioto = L. Catalioto, Terre, baroni e città in Sicilia nell’età di Carlo I d’Angiò, Editrice Intilla, Messina, 1995; Cusa = S. Cusa, I diplomi greci ed arabi di Sicilia, stabilimento tipografico Lao, Palermo, 1868; Garufi = C. A. Garufi, I documenti inediti dell’epoca normanna in Sicilia, (Documenti per servire alla storia di Sicilia, s. I, XVIII), tipografia Lo Statuto, Palermo, 1899; Giardina = C. Giardina, Capitoli e privilegi di Messina, tipografia Boccone del Povero, Palermo, 1937; Lagu- mina = Bartolomeo e Giuseppe Lagumina, Codice diplomatico dei Giudei di Sicilia, tipografia Michele Amenta, Palermo, 1884; Lionti = F. Lionti, Codice diplomatico di Alfonso il Magnanimo, tipografia Lo Sta- tuto, Palermo, 1891, vol. I; Muscia = B. Muscia, Sicilia nobilis sive nomina et cogno- mina comitum, baronum et feudatariorum regni Siciliae anno 1296 sub Friderico II, vulgo III et anno 1408 sub Martino II Siciliae regibus, apud haeredes Corbelletti, Roma, 1692; Gregorio = R. Gregorio, Bibliotheca scriptorum qui res in Sicilia gestas sub ara- gonum imperio retulere, ex Regio Typogra- pheo, Palermo, 1792; Penet = H. Penet Hadrien, Le Chartrier de S. Maria di Mes- sina, Società di Storia Patria di Messina, Messina,1998; Rca = R. Filangeri, a cura di, I registri della Cancelleria Angioina, rico- struiti da R. Filangeri con la collaborazione degli archivisti napoletani, Arte Tipografica, Napoli, 1957, vol. VIII; Spucches = F. San Martino De Spucches, La storia dei feudi e n. 555 20 Mediterranea Ricerche storiche Anno VII - Dicembre 2010

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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI

(GIUGNO 1127)

Filippo Imbesi

Dopo la conquista della Sicilia da parte dei Normanni, i territorioggi ricadenti nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto assunsero con-siderevole rilievo nel vasto contesto della piana di Milazzo. Gli anti-chissimi siti di Gala e Nasari, in modo particolare, compaiono in due

*Abbreviazioni utilizzate: Afpr = Archivio diStato di Palermo, Fondo Protonotaro delRegno; Afrc = Archivio di Stato di Palermo,Fondo Regia Cancelleria; Barberi = G. Sil-vestri, a cura di, I capibrevi di GiovanniLuca Barberi, II, I feudi del Val Demone,Società Siciliana per la Storia Patria,Palermo, 1879; Catalioto = L. Catalioto,Terre, baroni e città in Sicilia nell’età diCarlo I d’Angiò, Editrice Intilla, Messina,1995; Cusa = S. Cusa, I diplomi greci edarabi di Sicilia, stabilimento tipograficoLao, Palermo, 1868; Garufi = C. A. Garufi,I documenti inediti dell’epoca normanna inSicilia, (Documenti per servire alla storia diSicilia, s. I, XVIII), tipografia Lo Statuto,Palermo, 1899; Giardina = C. Giardina,Capitoli e privilegi di Messina, tipografiaBoccone del Povero, Palermo, 1937; Lagu-mina = Bartolomeo e Giuseppe Lagumina,Codice diplomatico dei Giudei di Sicilia,

tipografia Michele Amenta, Palermo, 1884;Lionti = F. Lionti, Codice diplomatico diAlfonso il Magnanimo, tipografia Lo Sta-tuto, Palermo, 1891, vol. I; Muscia = B.Muscia, Sicilia nobilis sive nomina et cogno-mina comitum, baronum et feudatariorumregni Siciliae anno 1296 sub Friderico II,vulgo III et anno 1408 sub Martino II Siciliaeregibus, apud haeredes Corbelletti, Roma,1692; Gregorio = R. Gregorio, Bibliothecascriptorum qui res in Sicilia gestas sub ara-gonum imperio retulere, ex Regio Typogra-pheo, Palermo, 1792; Penet = H. PenetHadrien, Le Chartrier de S. Maria di Mes-sina, Società di Storia Patria di Messina,Messina,1998; Rca = R. Filangeri, a curadi, I registri della Cancelleria Angioina, rico-struiti da R. Filangeri con la collaborazionedegli archivisti napoletani, Arte Tipografica,Napoli, 1957, vol. VIII; Spucches = F. SanMartino De Spucches, La storia dei feudi e

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20M e d i t e r r a n e a R i c e r c h e s t o r i c h e Anno VII - Dicembre 2010

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documenti del primo periodo normanno, indici di una toponomasticadi derivazione greca e araba già consolidata nel territorio barcelloneseancor prima dell’avvento dei Normanni. Il casale di Nasari1 rivestì inquesto contesto territoriale notevole importanza derivata dalle carat-teristiche orografiche del sito (ricco di terreni agricoli e fiumare), dive-nendo oggetto di una donazione, effettuata nel giugno dell’anno bizan-tino 6635 (1127), dal gran conte normanno Ruggero II a favore diAnsaldo vicecomes2 di Arri, della moglie e degli eredi e successori.

Il documento originale in lingua greca contenente questa dona-zione è purtroppo perduto. Oggi è possibile conoscerne il testo soloperché un suo transunto latino fu interamente inserito in un privi-legio emanato il 30 gennaio del 14533 da Simone di Bologna (arcive-scovo di Palermo e in quel momento presidente del Regno di Sicilia) afavore del nobile Giovanni de Nassari. Questi, assistito dal notaiopalermitano Antonio de Monaco, suo procuratore, aveva richiesto ilpossesso del feudo di Nasari (sito «in plana Milatii» e nel territorio diCastroreale) in qualità di erede del padre Antonio4 e del fratello Bon-signore5, morto «sine inponentis filiis legitimis et naturalis». Per dimo-

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dei titoli nobiliari di Sicilia dalla loro origineai nostri giorni, lavoro compilato su docu-menti ed atti ufficiali e legali, tipografiaBoccone del Povero, Palermo, 1924, ValDemone; Spata = G. Spata, Le pergamenegreche esistenti nel grande archivio diPalermo, tipografia Clamis e Roberti,Palermo, 1862; Tcf = F. Imbesi, Terre,casali e feudi nel comprensorio barcello-nese. Dal privilegio di Adelasia alla fine delfeudalesimo, Uni Service, Trento, 2009.[1] Il toponimo Nasari, di origine araba(nasara = i cristiani), trova collegamentocon la forma greca Nasara…oi o NazarhnÒi

(i Nazareni), con cui venivano indicati iseguaci di Cristo (H. Bin Talal, Il cristiane-simo nel mondo arabo, Fazi editore, Roma,2004, pp. 11-12). Le origini del casale diNasari sono da collegare strettamente allapresenza del limitrofo monastero di ritogreco della “Genitrice di Dio” di Gala,rifondato da Adelasia nel 1104-1105 (perquesto documento, si veda F. Imbesi, Ilprivilegio di rifondazione del monastero diSanta Maria di Gala (1104-1105), «Medi-terranea. Ricerche storiche», A. VI, 17,dicembre 2009, pp. 597-634). 2 Il vicecomes, come riporta il Gregorio,era un funzionario che, in qualità di giu-dice, amministrava nei castelli e nei vil-

laggi la giustizia civile a nome del signore.In genere la carica di vicecomes (simile aquella del baiulo) era accoppiata a quelladello stratigoto, che invece amministravala giustizia criminale (R. Gregorio, Consi-derazioni sopra la storia di Sicilia dai tempinormanni sino ai presenti, Reale Stam-peria, Palermo, 1805, I, pp. XVII-XVIII).3 Questo privilegio, ratificato dal protono-taro Gerardo Agliata e da «Iohannes Thi-minus» («advocatus fisci»), è stato intera-mente trascritto nel volume 91 della RegiaCancelleria, oggi custodito presso l’Archiviodi Stato di Palermo (Afrc, cc. 201r - 205r).4 Antonio «de Nassaro» risultava intestato«pro feudo Nassarij» al tempo di re MartinoI, come si rileva dalla «Recensio Feudorum»del 1408 (Muscia, p. 106; Gregorio, p. 497). 5 Bonsignore di Nasari, «cavaliero utdicitur miles saletuario», come si riportain un memoriale redatto l’8 giugno del1649, fu assegnatario di un privilegioemanato da re Alfonso il 22 ottobre del1440, con il quale gli «furono concessi,confirmati ed esecutoriati tutti li privilegi,franchezze, dignità, potestà ed altri capi-tuli per il sudetto feudo di Nasari, comevisconte d’Ari … e barone di detto casaledi Nasari» (Afpr, b. 1681, doc. 9721, vol.1777; Tcf, p.316).

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strare il diritto a succedere nel feudo, Giovanni de Nassari aveva pre-sentato «in auctentica forma» un documento munito di sigillo pen-dente proveniente dagli atti del notaio Bartolomeo de Capello («puplicitabellionis» della terra di Castroreale), contenente un «regium privile-gium» emanato il 15 aprile del 1435 da re Alfonso di Aragona a favoredel padre Antonio e del fratello Bonsignore, con il quale era stato loroconcesso il possesso del feudo. Il presidente del Regno di Sicilia, con-siderando la validità del documento esibito e i servizi resi ai re diSicilia «per antecessores ipsius Iohannis», il 30 gennaio del 1453 con-cedeva a Giovanni de Nassari e ai suoi eredi e successori il possessodel feudo «sub debito tamen et consueto militari servicio» di venti onceper cavaliere armato e il diritto di vendere in esso la gabella del vino,riservando per la Curia Regia i diritti di legnare ed escludendo il pos-sesso di miniere, saline, giardini, foreste e antiche difese, «ex antiquoipsi demanio spectantia». La concessione inoltre escludeva, secondo laprassi diplomatica del tempo, anche «aliqua bona et possessiones» dibaroni e feudatari e i diritti di pascolo già esistenti, consentendo diestendere, «per factum baliste», le pertinenze del feudo fino al litorale,spettante «ex antiquo ad regiam dignitatem».

All’interno del documento del 1453 concesso a Giovanni de Nas-sari fu interamente riportato l’intero privilegio reale emanato il 15aprile del 1435, fonte di preziose informazioni per la storia del casaledi Nasari. Da questo secondo documento si apprende che Antonio «deNassari de Messana» e suo figlio Bonsignore, esibendo al re Alfonso diAragona il testo latino (contenuto «in quodam transumto auctentico»)di un privilegio del 1127 con cui Ruggero II aveva donato il casale diNasari «domino Ansaldo vicecomiti de Arri», ne reclamavano il pos-sesso affermando che la famiglia Nassari6 lo aveva precedentementeposseduto in qualità di successori di Ansaldo. Allo stesso modo riven-dicavano anche di vendere in esso la «cabellam vini», diritto che erastato incamerato, a causa delle guerre, dalla Curia Regia. Re Alfonsod’Aragona, giudicando valido il transunto del documento del 1127 alui esibito e anche per le altre concessioni effettuate alla famiglia Nas-sari dai suoi predecessori («vigore preinserti privilegii et aliorum quo-rumvis per dictos illustrissimos predecessores nostros Aragonum et

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6 Il Mango vuole la famiglia Nassari prove-niente dalla Francia e discendente dai«visconti di Ari» (A. Mango di Casalge-rardo, Nobiliario di Sicilia compilato suidocumenti estinti negli archivi di Stato,notarili e dell’Ordine di Malta, Forni edi-tore, Bologna, 1912-1915, ristampa ana-statica, 1970, II, voce Nassari o Nasari). IlCaravale invece ritiene che Ari sia il nome

abbreviato di «un territorio in cui si eser-citavano poteri economici e giurisdizio-nali» (M. Caravale, Il regno normanno diSicilia, Giuffrè editore, Roma, 1966, p.336). Il casale o feudo di Nasari o Nassari(com’è indistintamente definito in moltidocumenti) diede il titolo baronale allefamiglie che lo possedettero.

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Sicilie reges, memorie celebris, vestris predecessoribus … conces-sorum»)7, concedeva il 15 aprile del 1435 ad Antonio de Nassari, a suofiglio Bonsignore e ai loro eredi e successori il possesso «in perpe-tuum» del “casale o feudo” di Nasari8 (nel quale risultavano esistentiuna torre e un fortilizio)9 e il diritto di vendere in esso la gabella delvino, demandando a tutte le cariche del regno di Sicilia e agli ufficialidelle terre di Castroreale il compito di rispettare e far osservare tuttele sue disposizioni.

Nel documento concesso ad Antonio e Bonsignore de Nassari nel1435 fu inserito in extenso l’intero transunto latino del privilegio ema-nato nel giugno del 1127 da Ruggero II, Gran Conte di Sicilia, Cala-bria e Italia, il quale, trovandosi a Messina, concedeva ad Ansaldo diArri (come premio per la sua fedeltà), alla moglie e agli eredi e succes-sori il possesso del casale di Nasari e dei trentadue abitanti uomini(greci e musulmani)10 presenti in esso, di cui due, «Ioseph» ed «Epen-

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7 Altre notizie sul possesso di questocasale da parte della famiglia Nassari siricavano da un memoriale redatto l’8giugno del 1649 da Francesca MariaNasari, baronessa del feudo. In esso sonomenzionati «gli antichi privilegii confir-mati» ai precedenti proprietari del feudoda vari sovrani, tra cui un documentoconcesso nel 1328 da re Federico III afavore di Bonsignore di Nasari, «signore ebarone del casale di Nasari» (Afpr, b. 1681,doc. 9721, vol. 1777; Tcf, pp.315-317).Quest’ultimo coincide con quel Bonsi-gnore «de Nasaro» menzionato nella«Descriptio feudorum» sotto re Federico III(Muscia, pp. 21-22; Gregorio, p. 468). Inprecedenza, durante la dominazioneangioina (1272), il casale di Nasari erastato assegnato al filoangioino «Nicola deAloara» o Alcara (Rca, pp. 73, 192; Cata-lioto, pp. 147, 253, 301), mentre duranteil periodo svevo, le terre site «in tenimentoNasari», erano state possedute daGuglielmo il Rosso e in seguito dallanipote Canfora, che le donò nel 1263 almonastero di Santa Maria Monialium diMessina (Penet, pp. 122-123).8 Il doppio titolo di casale o feudo, assuntoda Nasari in questo documento, appare unaconseguenza dei turbinosi avvenimentisociali e politici che caratterizzarono lapiana di Milazzo nel XIV secolo. La fonda-zione di Castroreale, decretata con un

diploma del 24 marzo 1324 da re FedericoIII (Museo Civico di Castroreale, Liberaureus privilegiorum, n. 2, serie a, cc. 148-151), la conseguente guerra dei novant’annie le numerose scorribande francesi e arago-nesi nella piana di Milazzo (culminate conl’assedio angioino di Milazzo nel biennio1341/1342 e con l’assedio di Castroreale daparte di re Ludovico nel 1353) sconvolseroper oltre mezzo secolo il quadro amministra-tivo della piana di Milazzo (A. Marrone,Repertorio degli atti della Cancelleria delRegno di Sicilia dal 1282 al 1377, on line sulsito www.mediterranearicerchestoriche.it,sezione archivio, pp. 154, 156, 158, 183). Ilnucleo di Nasari, relegato al titolo di sem-plice casale fino al tempo di re Federico III,dopo un periodo molto oscuro e avaro didocumenti durato circa settant’anni, ricom-pare come feudo sotto re Martino I nelleproprietà di Antonio «de Nassari», padre diBonsignore e Giovanni (Gregorio, p. 497;Muscia, pp. 105-106).9 La torre menzionata in questo documentoè forse da identificare con quella oggi sitanelle vicinanze della «speluncam SancteVenere» (già esistente nel 1104-1105) checostituiva il confine tra il feudo di Nasari eil territorio di pertinenza del monastero diGala (Tcf, pp. 41, 233, 309-310).10 I nomi dei trentadue abitanti donatirivelano la presenza nel casale di etniagreca e musulmana. Una fitta presenza

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chasim», erano fuggiti. Appare evidente che il casale (in precedenzaposseduto dalla moglie di Ansaldo) doveva essere popolato da unnumero maggiore di unità, considerando anche le mogli e i figli deitrentadue residenti. La concessione prevedeva anche numerosi benisiti nello stesso casale. Ruggero II, infatti, donava ad Ansaldo anchele terre di due salme che prima erano state possedute da «Nicola deEbraco», un mulino (per metà concesso in precedenza dallo stessoconte Ruggero II e per metà acquistato con cento tareni dal notaioSergio di Milazzo), tutta la vigna e le terre che avevano dallo stessocasale «Caytus» e i «Genecii» e una casa, «que fuit Buirelli»11, sita fuoridalla città di Messina. Tutti questi beni erano concessi ad Ansaldo eai suoi eredi e successori senza alcun diritto di successione per terzie senza che nessuno potesse per sempre avanzare diritti.

La particolarità del privilegio del 1127 non si ferma solo alle infor-mazioni contenute in esso, ma dipende anche dal fatto che moltiautori nel corso dei secoli, pur attingendo tutti al documento del1453, ne hanno riportato estratti o proposto interpretazioni diversetra loro e dal documento originale. Ciò ha creato una vera e propriaconfusione su questo privilegio che si è protratta per parecchi secoli.

Il primo autore attendibile, che menzionò la donazione del casaledi Nasari a favore di Ansaldo, fu Giovan Luca Barberi nei suoi Capi-brevi, inchiesta sui feudi siciliani commissionatagli da re Ferdinando ilCattolico nel primo decennio del XVI secolo12. Il Barberi, pur ripor-tando di aver estratto questo privilegio dal foglio 201 del volume dellaRegia Cancelleria del 1453, attribuiva però la paternità di questa dona-zione al «serenissimum comitem Rogerium nortmandum, primumregni huius a sarracenorum manibus aquisitorem, Sicilie, Calabrie etItalie comitem»[13]. Il fatto che il Barberi indicasse in modo chiaro che ilConte Ruggero donante fosse stato il “primo acquisitore di questoregno dalle mani dei saraceni” ha indotto numerosi autori seguenti aritenere che egli attribuisse questa donazione a Ruggero I, al quale si

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greca nel casale di Nasari e in tutta lazona circostante è attestata nelle Rationesdecimarum con la colletta indetta nel1308-1310 (P. Sella, a cura di, RationesDecimarun Italiae nei secoli XIII e XIV -Sicilia, Biblioteca Apostolica Vaticana,Roma-Città del Vaticano, 1944, pp. 47-67;M. Scaduto, Il monachesimo basilianonella Sicilia medievale, edizioni di storia eletteratura, Roma, 1982, ristampa ana-statica dell’edizione del 1947, pp. 309-320, Tcf, pp. 270-271).11 Il «Buirelli» qui menzionato dovrebbecoincidere con quel «Goffridus Burrellus»

che nel primo periodo normanno fuSignore della valle di Milazzo, come sirileva da due diplomi degli anni bizantini6593 e 6594 inseriti all’interno di un pri-vilegio di Costanza emanato nell’aprile del1198 (R. Starrabba, I diplomi della catte-drale di Messina raccolti da AntoninoAmico, tipografia Michele Amenta,Palermo, 1876-1890, I, f. I, doc. XXXIV,pp. 44-46).12 S. Giurato, La Sicilia di Ferdinando ilCattolico. Tradizioni politiche e conflitto traQuattrocento e Cinquecento (1468-1523),Rubettino, Soveria Mannelli, 2003, p. 217.

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deve la conquista normanna della Sicilia dai Musulmani. Di diversoavviso il canonico Rosario Gregorio, il quale, nelle Considerazioni soprala storia di Sicilia dai tempi normanni sino ai presenti, riportando esat-tamente la collocazione di questo privilegio nel foglio 201 del volumedella Regia Cancelleria del 1453, attribuiva, al contrario del Barberi, lapaternità della donazione del casale di Nasari al secondo conte nor-manno Ruggero, riferendo correttamente la data 1127. Il Gregorio,nonostante riportasse fedelmente due brevi estratti di questo privilegio,definiva Ansaldo «vicecomite de Achis» e non di «Arri»14.

Queste due interpretazioni del documento del 1127 crearono inmolti autori seguenti diverse attribuzioni di questa donazione, riferitaindistintamente al primo conte Ruggero I o a suo figlio Ruggero II. Tradi essi figurano Vito Amico che, su indicazione del Barberi, riferiva ladonazione al «primus … Rogerius comes»15 e lo storico milazzese Giu-seppe Piaggia che invece riportava una doppia attribuzione di questadonazione, effettuata, secondo il Gregorio, «dal re Ruggiero» a favoredi «Ansaldo vicecomite de Achis» e, secondo un’altra copia di questodocumento, «da Ruggiero il conte»16.

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13 Barberi, pp. 229: «Feudum sive casaleNassari nuncupatum, in valle Demine et inPlano Melacij existens, in quo antiquitustriginta duo vassalli fuerant, per Serenis-simum Comitem Rogerium Nortmandum,primum regni huius a Sarracenorummanibus aquisitorem, Sicilie, Calabrie etItalie Comitem, quondam Ansaldo Viceco-mite de Arri suisque in perpetuum here-dibus et successoribus, una cum quadamvine et duobus terrarum salmatis, acquadam domo in Messana, nec non et cumquodam molendino, de quo medietatememit, olim concessum extitit, sicut in ipsiusComitis Rogerij privilegio dato Messane inanno ... continetur». Il Barberi non riportòla data di questo privilegio.14 Gregorio, Considerazioni cit., p. 106:«L’altro diploma è inserito in un privilegiodi Alfonso del 1435, che conservasi nel-l’archivio della Real Cancellaria nelvolume dell’anno 1453, fol. 201. Inquello, il secondo Ruggieri, concede nel1127 ad Ansaldo vicecomite de Achis ilcasale di Nasari: concedo tibi supra-dictum casale, et tibi et tuae uxori, etpropriis filiis vestris et successoribus ...Ista omnia concessi per praesens meumprivilegium tibi et tuis heredibus et suc-cessoribus, ut habeas ea cum dominio et

potestate a me et meis heredibus et suc-cessoribus in perpetuum».15 V. Amico, Lexicon TopographicumSiculum, apud Joachim Pulejum, Catania,1760, III, p. 97: «primus turrim sarraceniseripuit Rogerius comes, hosque sesededentes, duos supra triginta cum familiisAnsaldo vicecomiti de Ari commilitoni suoin subditos designavit, singulos exnomine in donationis charta decribens».16 G. Piaggia, Illustrazione di Milazzo estudi sulla morale e sù costumi dei villanidel suo territorio, tipografia di Pietro Mor-villo, Palermo,1853, p. 93: «Dal seguenteDiploma di Alfonso il Magnanimo rilevasiche il Casale di Nasari, o feudo, fu donato,al 1127, dal re Ruggiero ad un Ansaldovicecomite de Achis: Concedo tibi supra-dictum Casale, et tibi et tuae uxori et pro-priis filiis vestris et successoribus ... Istaomnia concessi per praesens meum privi-legium tibi et tuis heredibus et successo-ribus, ut habeas ea cum dominio et pote-state a me et meis haeredibus et succes-soribus in perpetuum. V. Gregorio, Consi-derazioni ec., lib. 1, cap. 2, p. 106. Nel-l’istesso Diploma, che rinviensi ms. nellanostra Bibl. del Sen. Q.q.G.9, p. 66,questa donazione apparisce fatta da Rug-giero il conte».

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Solo alla fine del XIX secolo lo storico barcellonese Filippo Ros-sitto, rintracciando il documento presso l’archivio del Protonotaro delRegno, riferiva correttamente che il casale di Nasari era stato con-cesso nel 1127 ad Ansaldo da «Ruggiero secondo, pria conte e poiprimo re di Sicilia»17, anticipando di qualche anno l’intera pubblica-zione del solo privilegio del 1127, contenuto nell’investitura del 1453,effettuata da Carlo Alberto Garufi nel 189918.

Nonostante la pubblicazione di questo documento, altri autoriseguenti continuarono a fornire dati imprecisi su questa donazione.Tra di essi figurano il Caspar che, pur riferendo nel dettaglio dellapubblicazione effettuata dal Garufi, riportava ancora che secondo ilBarberi questo documento era stato concesso da Ruggero I19, e Fran-cesco San Martino De Spucches il quale attribuiva, senza alcunadata, la donazione del casale di Nasari al «Conte Ruggeri»20.

Da quest’analisi appare evidente che il documento del 1127, oggicustodito presso l’Archivio di Stato di Palermo, sia lo stesso cui hannoattinto Gian Luca Barberi, Rosario Gregorio, Filippo Rossitto e CarloAlberto Garufi, in quanto, sia le parti pubblicate, sia la fonte di riferi-mento (volume della Cancelleria Regia dell’anno 1453) coincidono conquesto privilegio. Meno attendibile sulla datazione di questo docu-mento appare il Barberi il quale commise probabilmente l’errore diritenere che Ruggero II, durante il suo regno, fosse stato soltanto redi Sicilia, ignorando che prima della sua incoronazione del 1130 egliaveva assunto il titolo di Gran Conte di Sicilia, Calabria e Italia. Lediverse interpretazioni di questo documento non mettono però in

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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

17 F. Rossitto, La città di Barcellona Pozzodi Gotto, Palermo, I.L.A. Palma editrice,1986, ristampa dell’edizione del 1911, pp.84-85: «Ruggero secondo, pria Conte e poiprimo Re di Sicilia, concesse il casale e ilfeudo di Nasari con trentadue Saraceni adAnzaldo Visconte d’Ari ed a sua moglie condiploma del mese giugno degli anni delmondo 6635 e di Gesù Cristo 1127, che fuconfermato a favore dei suoi discendentiAntonio di Nasari da Mazzara, e del suoprimogenito Bonsignore di Nasari con altrodiploma del re Alfonso del 15 aprile 1435,presentato nell’Uffizio dei Giurati e del ViceSegretario di Castroreale à 26 Giugno dellostesso anno e confermato dallo Arcive-scovo di Palermo, Presidente del Regno,con lettere del 30 gennaro 1453 in personadi Giovanni di Nasari, che successe a suopadre Antonio per la morte del fratelloBonsignore senza figli».

18 Garufi, doc. VII, pp. 16-18.19 Caspar, reg. 51, p. 459: «Ruggero, granconte di Sicilia, Calabria e Italia, dona alvicecomite Ansaldo de Arri, su suarichiesta, il casale di Nasari insieme a 32villani (i cui nomi sono registrati) e grandiproprietà terriere … in AS Palermo (Can-celleria, vol. 9, fol. 202), da cui Garufi, n.7, p. 16; estratto in Capibrevi di GiovanniLuca Barberi, II (ed. Silvestri, Doc. p.s.,vol VIII, p. 229, che attribuisce il docu-mento a Ruggero I)».20 Spucches, p. 286: «Il feudo di Nasari, colsuo casale, si trova in Val Demone e nellaPiana di Milazzo. Fu concesso dal ConteRuggeri al fu Ansaldo, Visconte d’Ari, ed asua moglie, loro eredi e successori, e ciòinsieme ad un vigneto e due salme di terra(ettari 3,50), una casa in Messina, unmulino».

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discussione l’importanza del privilegio del 1127 che rivela, dal primoperiodo normanno, l’esistenza del casale (poi divenuto feudo) diNasari nel vasto contesto della piana di Milazzo e continuamentedocumentato fino allo scioglimento del feudalesimo.

Appendice

I. 30 gennaio 1453, Palermo. Su richiesta di Giovanni de Nasari, figliodi Antonio e fratello di Bonsignore (morto senza eredi), il presidentedel regno di Sicilia gli concede il possesso del feudo di Nasari che erastato assegnato da Ruggero II al suo predecessore Ansaldo vicecomesdi Arri con un privilegio emanato nel giugno del 1127 (Afrc, cc. 201r -205r)21.

Alfonsus et cetera. Presidens et cetera. Presentis privilegii serienotum fieri volumus universis tam presentibus quam futuris quod innostri presentia constitutus providus vester notarius Anthonius deMonaco de urbe felici Panormi, procurator nobilis Iohannis de Nas-sari, baronis pheudi Nassaris, ut constitit vigore procuracionis instru-menti acti in terra Castri Regalis die XXIII ianuarii prime indictionismillesimo CCCCLIII per manus discreti notarii Bartholomei deCapello, puplici tabellionis, quod nobis in auctentica forma presen-tatum. Inspici fecimus et vidimus nobis exhibuit et presentavitquoddam regium privilegium omnium, quadam sollemnitate vallatumsigilloque pendenti munitum tenoris istantis videlicet.

Nos Alfonsus Dei gratia rex Aragonum, Sicilie et cetera. Quia proparte vestri fidelis et dilecti nostri Anthonii de Nassari de Messana,baronis casalis seu pheudi Nassari siti in plana Milatii, et Bonsignoride Nassari, vestri filii primogeniti et heredis, fuit maiestati nostrehumiliter supplicatum ut cum dictum pheudum Nassari, quod olimerat casale, fuerit per illustrem et excellentem Rogerium magnumcomitem Sicilie, Calabrie et Italie, divi recordii, concessum predeces-soribus vestris cum dominio et potestate, prout videmus contineri inquodam transumto auctentico privilegii inde facti quod est tenorissequentis.

Privilegium factum a me Rogerio Magno Comite Sicilie, Calabrie etItalie, quod datum est tibi, domino Ansaldo vicecomiti de Arri, mense

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21 L’intera trascrizione del documento del30 gennaio 1453, di seguito riportata, èancora inedita. Essa comprende anche iltesto del privilegio del giugno 1127 che fu

pubblicato da Carlo Alberto Garufi nel1899 (Garufi, doc. VII, pp. 16-18). Le inte-grazioni al testo originale sono state indi-cate con il segno < >.

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iunii quinte indictionis. Qui ex toto animo diligunt nos et sinceramdilectionem observant, non solum diligere eos iustum esset, et quibu-sdam beneficiis letificare melius est. Unde autem tu qui per omniameus es, dominus Ansaldus, venisti ad me et petiisti privilegium daritibi pro casali Nassari, quod prius concessi tue uxori; non iudicavirepellere hanc petitionem set in fine complere. Quare et concedo tibisupradictum casale tibi et tue uxori et propriis filiis vestris et succes-soribus cum ibidem habitantibus hominibus quorum nomina sunthec: Bucherius filius Vecule fili<i> Cupi, ac Metus Epenimonin,Muses frater eius, Chusenis et Pensinius Yses frater eius, Musesfrater eorum, Ioseph Epensimunii, Adberathin ac Miocus frater eius,Umarii Sopen, Hebrien Chalesepen, Ychie ab Deiracmenti; UnaCueyn, Alii Epensalem, Muchisii Epensalem frater eius, Uthumennfilius Muchamute, Sensius Amchamutus, Chanerii, Joseph Chay-repii, Echepotry, Lullusii, Omaltis, Graferius de Muchonilies, AliiCharenus, Abdcara Chenn, Varlies filius Maymuny, Cay de Liviri,Buclrey, Epentugannis, Selemardo et qui fugierunt de casali Nasari:Ioseph, Epenchasim filii Supi; summa omnes predicti triginta duo.Cum hiis autem concessi tibi et terras panchatarum duarum sicutprius tenebat eas Nicolaus de Ebraco.

Similiter concessi tibi et ibidem molendinum cuius medietatemhabuisti a me, aliam vero medietatem emisti meo consilio etprece<p>to a notaro Sergio de Milacio pro tarenis centum. Similiterconcessi tibi totam vineam et terras quas habent a ipso casali Caytus<et> Genecii. Cum hiis omnibus concessi et extra civitatem Messanedomum unam que fuit Buirelli, que est collateralis Guillelmo Carbuni,cum pro aulis suo sicut descendit usque a mare. Ipsa omnia concessiper presens meum privilegium tibi et tuis heredibus et successoribus,ut habeas ea cum dominio et potestate a me et meis heredibus et suc-cessoribus in perpetuum, nullatenus habeat aliquis potestatemdapmnum faciendi te de hoc. Qui autem temptare voluerit contrahirevel infirmare presens meum privilegium, non modicam a me indigna-cionem substinebit, set et meo carebit amore.

Ad maiorem autem fidem et tantam certitudinem succedenciumpresens privilegium sigillavi consueta mea aurea bulla. Datum est tibidomino Ansaldo vicecomiti Arri et tuis heredibus et successoribus,mense et indictione prescriptis, existente me in Messana anno sexmil-lesimo sexcentesimo tricesimo quinto. Dedisti vicem et Curie me prosupradictis vineis Geneci nomismata saracenata centum ex parteipsius Geneci. Rogerius comes et xristianorum adiutor.

Et vigore preinserti privilegii et aliorum etiam concessorum pre-decessoribus vestris per serenissimos reges Aragonum et Sicilie felicismemorie, predecessores vestri predicti possiderint et vos, dictusAnthonius, possideatis pacifice de presenti casale seu pheudumipsum Nasari cum turri et fortilicio in eo <e>sistente, dignarem vobiset vestris heredibus et successoribus pheudum ipsum laudare,

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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

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approbare, confirmare et ratificare ac pleno favore regio roborare etnihilominus restituere vobis et vestris omnem integritatem dictipheudi, specialiter cabellam vini inibi vendendi que ab aliqua cura, utasseritis, ad manus nostre Curie propter guerrarum discrimina tam-quam de membris dicti casalis seu pheudi Nasari pervenit.

Nos nomine supplicacioni huiusmodi, benigniter annuentesintuitum serviciorum perutilium per vos et vestros Regis dom<i>niAragonum et Sicilie prestitorum queque prestatis ad presens et pre-stiturum vos speramus, dante domino, meliora attendentes potissimeque a dicto Ansaldo vicecomite de Alibri, in preinserto privilegio nomi-nato, recta linea proceditis id quidem et vetustantem ipsam gratamhabentes tenore presentis de nostri certa stima deliberateque et con-sulte laudamus, approbamus, confirmamus et ratificamus ac plenofavore regio roboramus vobis dicto Anthonio et dicto Bonsignoro deNasari filio vestro primogenito et heredi eiusque heredibus et succes-soribus in perpetuum pheudum predictum cum predictis turri et for-tilicio, eis modo et forma quibus illa melius et plenius tenuistis et pos-sidistis ac tenetis et possidetis ac ad vos et eas spectant et pertinentvigore preinserti privilegii et aliorum quorumvis per dictos illustris-simos predecessores nostros Aragonum et Sicilie reges, memorie cele-bris, vestris predecessoribus ac vobis et successoribus vestris conces-sorum, que rata habemus grata et accepta sub militari servicio eidemCurie Regie prestari debito et solito et oblato, restituimus vobis dic-toque Bonsig<n>oro filio et heredi vestro eiusque heredibus et succes-soribus in dicto pheudo, et denuo damus et concedimus et donamusin pheudum cabellam vini vendendi in pheudo predicto ac omnemaliam iuridicionem et iura hactenus consueta in perpetuum.

Itaque vigore presentis restitucionis seu nove concessionis vos,dictus Anthonius, dictique vestri heredes et successores in dictopheudo Nassari teneatis et possideatis, teneant et possideant dictamcabellam vini vendendi in dicto vestro pheudo cum suis iuribus etpertinentiis debitis et consuetis ac iuridicionibus quibuscumque eiu-sque redditus et introytus recup<e>ratis, percipiatis et habeatisvestrisque utilitatibus et usibus applicetis sub contingenti pro indemilitari servicio nostre Curie prestando iuxta consuetudines et usumdicti regni Sicilie.

Quare mandamus quibusvis vices nostras gesturis pro tempore indicto regno Sicilie, magistris rationalibus, thexaurario ac conservatorinostri patrimonii, vicesecreto quoque et aliis officialibus terre CastriRegalis ad quos seu quem spectet ceterisque universis et singulis offi-cialibus et subditis nostris in dicto regno Sicilie constitutis presen-tibus et subditis quatenus confirmacionem, restitucionem et novamconcessionem nostras huiusmodi prout superius continetur exe-quatur, teneant firmum et observent tenerique et observari faciantimmolabiliter per quoscumque inducantque vos seu quem volueritisloco vestri incorporare possessionem seu que dicte cabelle induc-

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tumque manu teneant favorabiliter et defendant contra quascumquepersonas, in cuius rei testimonium presens privilegium ex inde fieriiussimus negociorum Sicilie nostro sigillo inpendenti munitum.

Datum in nobili civitate Messane die XV mense aprilis anno incar-nacione domini MCCCCXXXV. Rex Alfonsus in communi Sicilie nono.

Dominus rex mandavit mihi Iohanni Olzma. Registrata responsioin dorso vero legitur nostro per conservatorem Iohannem Porta notavicesimo sexto iunii XIII indictionis.

Presentatum fuit presens privilegium dominis vicesecreto, viceca-pitanei et iudicibus terre Castri Regalis per nobilem Anthonium deNasari, baronem dicti pheudi, et per nobilem Bonsignorum de Nasari,eius filium.

Eodem subscripti officiales induxerunt et inposuerunt in posses-sione dicte cabelle predictos nobiles Anthonium baronem et Bonsi-gnorum, iuxta tenorem presentis privilegii.

Et nobis humiliter supplicavit quod cum quondam Anthonius deNasari, pater dicti Iohannis, donec vixerit, pheudum ipsum tenuerit etpossiderit fructus, redditus et proventus percipiendo et percipifaciendo; quo Anthonio, ab vita sublato, Bonsignorus de Nasari miles,donec vixerit, pheudum ipsum tenuerit et possiderit fructus, reddituset proventus percipiendo et percipi faciendo; quo Bonsignoro, sineinponentis filiis legitimis et naturalis, nomine derelicti Iohannis pre-fatus tamque filius legitimus et naturalis dicti Anthonii, eidem patrisuo, in dicto pheudo successerit, succedere voluerit et vult, et ab eotunc tenuerit et possiderit fructus, redditus et proventus percipiendoet percipi faciendo.

Ut dignaremur dicto Iohanni, heredibus et successoribus suis inperpetuum pheudum ipsum confirmare, cuius supplicationi beni-gnius interpretati nec non considerantes servicia tam per anteces-sores ipsius Iohannis serenissimis dominis retroregibus queque ipseIohannes prestat ad presens et innantea speramus, volente domino,meliora et quia nobis de possessione, morte, filiacione et successionepredictis constituit per testes numero competenti super hoc servicioproductos eidem Iohanni et suis heredibus et successoribus in perpe-tuum sub debito tamen et consueto militari servicio antea, videlicetuncis viginti per quolibet equite armato secundum annuos redditus etproventus dicti pheudi et cabella vini vendendi in dicto pheudo iuxtausum et consuetudinem dicti regni Sicilie que servitium.

Dictus procurator in nostri presentia constitutus dictumIohannem et heredes suos Curie dicti regni Sicilie sponte obtulit pre-stituros prestans pro inde fidelitatis debitum iuramentum faciensquehomagium manibus et ore commendatum, iuxta sacrarum constitu-cionum imperialium dicti regni seriem, dictum pheudum et cabellamvini si et prout melius et plenius huc usque usus fuerit et est et cumuniversis iuribus, iuridicionibus, pertinentiis et preheminentiis suis,

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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

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iuxta preinserti privilegii et aliorum privilegiorum suorum confir-mamus itaque. Ipse Iohannes et heredes sui pheudum ipsum in capi-tulis a Regia Curia teneant et cognitio stant et ipse Curie dicto mili-tari servicio servire teneantur, retentis tamen et reservatis que a pre-senti confirmacione omnino excludimus iuribus lignaminum, si quasunt in pertinentiis dicti pheudi, que Curie debentur, nec non mine-riis, salinis, solaciis, forestis et defensis antiquis que sunt de regiodominio et ea velud ex antiquo ipsi demanio spectantia, eidemdemanio et dominio volumus reservari.

Et si in pertinentiis dicti pheudi sunt aliqui barones et pheudo-tarii qui pro baroniis et pheudis eorum servire in capitulis Regie Curiedebentur, eidem Curie servirent ut tenentur; pro quibus illique fortein pertinentiis dicti pheudi habent aliqua bona et possessiones perviceregem aut dominum regem concessa, ea teneant et possideantprout ipsa ipsis per eos aut dominum regem concessa fuerunt primomodo. Pertinentie dicti pheudi protenderent usque ad mare iusdominum et proprietas totius litoris et maritime pertinenciarumipsarum in quacumque a mari infra terra per factum baliste; ipse per-tinencie protendantur tamquam ex antiquo ad regiam dignitatemspectantia eidem demanio et dominio volumus reservari.

Et quod ad ea omnia et singula occasione presentis confirma-cionis non extendant aliquis manus suas et que animalia et equita-ture aratiarum, massariarum, maristallarum in pertinentiis dictipheudi libere sumere valeant pascua et que ipse Iohannes et heredessui sint incole regni Sicilie et sub regia fidelitate et dominio habitentet morentur et fidelitate dicti domini nostri regis, heredum et succes-sorum suorum nec non constitucionibus et capitulis serenissimidomini nostri regis Iacobi, olim Aragonum et Sicilie regis, dum eidemregno prefuit, editis aliorum que viceregii et domini nostri regis dic-toque militari servitio iuribus Curie, cuiuslibet alterius semper salvis,in cuius rei testimonium presens privilegium ex inde fieri iussimusmagno sigillo inpendenti munitum. Datum Panormi die penultimoianuarii, secunde indictionis millesimo quadricentesimo LIII.

Spectabilis archiepiscopus panormitanus. Dominus presidensmandavit mihi Gerardo Agliata protonotario et videlicet illud IohannesThiminus advocatus fisci.

II. Corrispondenze tra il privilegio del giugno 1127e documenti del periodo normanno.

Poiché il testo del privilegio emanato a favore di Ansaldo di Arri èinserito nel documento concesso nel 1435 ad Antonio e Bonsignore deNassari (a loro volta compresi all’interno della conferma del feudo,ottenuta da Giovanni de Nassari nel 1453), quest’appendice sarà com-posta dalle seguenti parti:

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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

22 I documenti utilizzati nel confronto sonoquelli pubblicati dal Giardina, dal Lagu-

mina e dal Lionti.

1. un confronto tra il testo del privilegio del 1453 e documenti

redatti durante i regni di Federico III, Martino I e Alfonso d’Aragona;

2. un confronto tra il testo del privilegio del 1435 e alcuni

documenti emanati dalla Cancelleria dei re aragonesi;

3. un confronto tra il privilegio concesso ad Ansaldo di Arri del

1127 e documenti del primo periodo normanno.

II.1. Privilegio emanato il 30 gennaio del 1453

Il privilegio concesso a Giovanni de Nassari nel 1453 presenta

numerose similitudini con alcuni documenti emanati durante i regni

di Federico III, Martino I e Alfonso d’Aragona22, con i quali condivide,

sia nel testo sia nelle caratteristiche diplomatiche, le seguenti

analogie.

– La prima formula, contenente la presentazione del documento

effettuata da Giovanni de Nassari e dal suo procuratore, si ritrova in

modo simile in atti compresi tra il 1364 e il 1453, come si rileva dai

confronti di seguito riportati.

Privilegio concesso a Giovanni de Nassari il 30 gennaio del 1453

«Alfonsus et cetera. Presidens et cetera. Presentis privilegii serie notum fieri volumusuniversis tam presentibus quam futuris quod in nostri presentia constitutus provi-dus vester notarius Anthonius de Monaco de urbe felici Panormi, procurator nobilisIohannis de Nassari, baronis pheudi Nassaris, ut constitit vigore procuracionis in-strumenti acti in terra Castri Regalis die XXIII ianuarii prime indictionis millesimoCCCCLIII per manus discreti notarii Bartholomei de Capello, puplici tabellionis, quodnobis in auctentica forma presentatum. Inspici fecimus et vidimus nobis exhibuit etpresentavit quoddam regium privilegium omnium, quadam sollemnitate vallatumsigilloque pendenti munitum tenoris istantis videlicet».

Analogie riscontrate in altri documenti dello stesso periodo

Anno Documento Testo

30 novembre1364

Re Federico III confermaalcuni capitoli della giu-daica di Siracusa.

«Presentis scripti serie notum fieri volu-mus universis tam presentibus quam fu-turis quod […]; fuit nuper nostre celsitu-dini presentatum quoddam puplicuminstrumentum omni debita sollemnitateperactum» (Lagumina, p. 78).

2 agosto1399

Re Martino e la reginaMaria confermano agliambasciatori di Messina

«Presentis privilegij serie notum fieri volu-mus universis tam presentibus quam fu-turis quod in nostre maiestatis conspectu

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alcune disposizioni ema-nate in precedenza.

personaliter costituti […]; obtulerunt etpresentarunt nostri culminibus quedamcapitula […]; tenor sequitur et talis est»(Giardina, p. 157).

5 febbraio1416

I vicerè confermano aGinevra de Pactis unaconcessione effettuata inprecedenza da re FedericoIII.

«Alfonsus etc […] Presentis privilegii serienotum fieri volumus universis tam presen-tibus quam futuris quod ostenso nobis»(Lagumina, p. 341)23.

30 novembre1416

I vicerè confermano aFilippo de Leto la conces-sione del feudo di Capo-darso.

«presentis privilegii serie notum fieri volu-mus universis tam presentibus quam fu-turis […]; obtulit et presentavit quoddamsacrum regium privilegium […]; subscriptitenoris videlicet» (Lionti, p. 68).

12 gennaio 1422

I vicerè ordinano l'esecu-zione di una lettera di reAlfonso.

«Alfonsus etc […] presencium literarumserie notum fieri volumus universis etsingulis tam presentibus quam futurisquod […]; exibuit et presentavit quoddamprivilegium […]; tenoris et continenciesubsequentis videlicet» (Lagumina, p. 378).

15 luglio1453

Il vicerè conferma a Loisiode Fardella la concessionedel feudo di Arcudaci.

«Alfonsus etc […] Presentis privilegii serienotum fieri volumus universis tam pre-sentibus quam futuris quod in nostri pre-sentia constitutus Luris de Pullastra tam-que procurator ad hec legitime constitutusLoisii de Fardella baronis pheudi tunccasalis Arcudachi ut nobis constitit vigorecuiusdam procuracionis instrumenti actiDrepani die XXV Iunii prime indictionis M°CCCCLIII manu notarii Francisci de For-mica, publici notarii per totam vallem Ma-zarie, nobis exhibuit et presentavit quod-dam regium privilegium omnium qua de-cet sollepnitatem vallatum sigilloque pen-denti munitum tenoris sequentis» (Afrc, c.206 v)24.

– Il rimanente testo (contenente la richiesta di successione nel feudo avanzata da Giovanni di Nasari, le concessioni effettuate a suofavore e le clausole diplomatiche del tempo) si ritrova in piccoli braniin molti documenti emanati dai re aragonesi. In modo particolare, unatto redatto nel 1416 presenta, tra quelli utilizzati nel confronto,maggiori similitudini con il testo del documento del 1453, come sievince dallo schema seguente.

23 La formula «Presentis privilegij serienotum fieri volumus universis tam presen-tibus quam futuris quod in nostre maie-statis conspectu» (o anche «quod in nostripresentia constitutus») si ritrova in molti

atti pubblicati dal Lagumina e dal Lionti. 24 Questo documento fu trascritto nelvolume 91 della Cancelleria Regia, subitodopo quello concesso a Giovanni de Nas-sari.

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30 gennaio 1453Privilegio concesso a Giovanni

de Nassari.

30 novembre 1416I vicerè confermano a Filippo de Leto la

concessione del feudo di Capodarso (Lionti, pp. 68-73)25.

«Et nobis humiliter supplicavit quodcum quondam Anthonius de Nasari,pater dicti Iohannis […] eidem patri suo,in dicto pheudo successerit, succederevoluerit et vult».

«Et humiliter supplicavit ut cum predic-tus quondam Philippus, pater suus,mortuus fuerit, superstiti sibi tamentam predicto Gualtierio eius filio, qui inomnibus bonis suis succedit et vult deiure succedere».

«uncias viginti per quolibet equite arma-to secundum annuos redditus et pro-ventus dicti pheudi […] iuxta usum etconsuetudinem dicti regni Sicilie»

«uncias viginti pro servicio cuilibet militisecundum annuos proventus et reddi-tus tenimenti ipsius […] iuxta usum etconsuetudinem regni nostri Sicilie».

«prestans pro inde fidelitatis debitumiuramentum faciensque homagium ma-nibus et ore commendatum, iuxta sa-crarum constitucionum imperialiumdicti regni»

«prestans pro inde fidelitatis debitumiuramentum faciensque manibus et orehommagium iusta sacrarum constitu-tionum imperialium dicti regni».

«a presenti confirmacione omnino e-xcludimus iuribus lignaminum, si quasunt in pertinentiis dicti pheudi, queCurie debentur, nec non mineriis, sali-nis, solaciis, forestis et defensis antiquisque sunt de regio dominio et ea velud exantiquo ipsi demanio spectantia, eidemdemanio et dominio volumus reservari».

«a predicta concessione nostra omninoexcludimus iuribus lignaminum, si quain eodem tenimento et pertinenciis suisCurie nostre debentur, nec non salinis,solaciis, forestis et defensis antiquis,que sunt de nostro demanio et ea velutiex antiquo ipsi demanio pertinentia vo-lumus eidem demanio reservari».

«Et si in pertinentiis dicti pheudi suntaliqui barones et pheudotarii qui probaroniis et pheudis eorum servire incapitulis Regie Curie debentur, eidemCurie servirent ut tenentur; pro quibusillique forte in pertinentiis dicti pheudihabent aliqua bona et possessiones perviceregem aut dominum regem conces-sa, ea teneant et possideant prout ipsaipsis per eos aut dominum regem con-cessa fuerunt primo modo. Pertinentiedicti pheudi protenderent usque ad ma-re ius dominum et proprietas totiuslitoris et maritime pertinenciarum ipsa-rum in quacumque a mari infra terraper factum baliste; ipse pertinencie pro-tendantur tamquam ex antiquo ad re-giam dignitatem spectantia eidem de-manio et dominio volumus reservari».

«et quod si in eodem tenimento et perti-nenciis suis sint aliqui barones et pheu-datarii, qui pro baroniis et pheudis eo-rum servire in capite nostre Curie tene-antur, nobis et nostris heredibus exindeserviant ut teneantur, […]; quidquid illiquibus in eodem tenimento et pertinen-ciis aliqua iure possessiones et bona perillustrissimum dominum aragonum […]concesse fuerunt, ea teneant et posside-ant prout eis per eos vel nos concessa fuerunt […];si vero pertinencie tenimentiipsius currerent usque ad marem iusdominium et proprietas tocius litoris etmaritime pertinenciarum ipsarum inquantum a mari infra terram per iactumbaliste, ipse pertinencie protendunttamquam ex antiquo ad regiam dignita-tem spectantia, in nostri demanio etdominio reserventur».

«Et quod ad ea omnia et singula occa-sione presentis confirmacionis nonextendant aliquis manus suas et que

«et quod ad ea omnia occasione presen-tis concessionis non extendat aliquate-nus manus suas et quod animalia equi-

569n.20

IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

25 La sequenza delle varie parti non rispecchia l’ordine presente nel documento.

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animalia et equitature aratiarum, mas-sariarum, maristallarum in pertinentiisdicti pheudi libere sumere valeant pa-scua».

tature, arratature, maniscallarum etmassariarum nostrarum libere sumerevaleant pascua».

«heredes sui sint incole regni Sicilie etsub regia fidelitate et dominio habitentet morentur».

«heredes sui sint incole regni nostri Sici-lie et in eodem regno sub nostro, here-dum nostrorum dominio habitent etmorentur».

«nec non constitucionibus et capitulisserenissimi domini nostri regis Iacobi,olim Aragonum et Sicilie regis, dumeidem regno prefuit, editis aliorum queviceregii et domini nostri regis dictoquemilitari servitio iuribus Curie, cuiuslibetalterius semper salvis, in cuius reitestimonium presens privilegium exinde fieri iussimus magno sigillo inpen-denti munitum».

«nec non constitucionibus et capitulisillustrissimi principis Regis Jacobi, olimaragonum et Sicile Regis preclari, cele-bris memorie, dum eidem regno Sicilie prefuit editis, ac serenissimorum alio-rum retroprincipum recordationis exi-mie eiusdem eiusdem domini regis, dic-to militari sevicio Curie et cuiuslibetalterius iuribus semper salvis ad huiusautem nostre confirmacionis robburperpetuo valiturum presens privilegiumexinde fieri iussimus regio sigillo pen-dente munitum».

II.2. Privilegio emanato il 15 aprile 1435

Il documento emanato a favore di Antonio e Bonsignore di Nas-

sari nel 1435 è conforme in alcune parti ad alcuni documenti ema-

nati dai re aragonesi nel periodo compreso tra il 1374 e il 1460 (pub-

blicati dal Giardina, dal Lagumina e dal Lionti), come di seguito evi-

denziato.

– La prima formula, contenente le suppliche effettuate da Anto-

nio e Bonsignore de Nassari e la presentazione del documento del

1127, si ritrova in modo simile in atti compresi tra il 1364 e il 1453,

come si rileva dai seguenti confronti.

Parte presente nel documento del 30 gennaio 1453

«Nos Alfonsus Dei gratia rex Aragonum, Sicilie et cetera. Quia pro parte vestri fideliset dilecti nostri Anthonii de Nassari de Messana, baronis casalis seu pheudi Nassarisiti in plana Milatii, et Bonsignori de Nassari, vestri filii primogeniti et heredis, fuitmaiestati nostre humiliter supplicatum ut cum dictum pheudum Nassari, quod olimerat casale, fuerit per illustrem et excellentem Rogerium magnum comitem Sicilie,Calabrie et Italie, divi recordii, concessum predecessoribus vestris cum dominio etpotestate, prout videmus contineri in quodam transumto auctentico privilegii indefacti quod est tenoris sequentis».

Analogie riscontrate in altri documenti dello stesso periodo

Anno Documento Testo

3 ottobre 1374 Re Federico emana alcunedisposizioni a favoredell’Università delle terre

«Pro parte universitatis Iudeorum terre montis Sancti Iuliani camere nostreservorum fuit noviter nostro culmini

Page 17: Prime Pagine › public › md1_dir › r1571.pdf · Sicilie reges, memorie celebris, vestris predecessoribus … conces-sorum»)7, concedeva il 15 aprile del 1435 ad Antonio de Nassari,

di monte S. Giuliano. humiliter supplicatum ut cum» (Lagu-mina, p. 96)26.

1 aprile 1377 Federico III conferma adAloisio Sala una conces-sione di re Pietro II.

«Pro parte Aloysii Sale minoris filii etheredis quondam Symonis Sale de Mes-sana […] fuit exhibitum et presentatumCurie Nostre quoddam privilegium se-renissimi principis domini Petri […] divememorie […] continentiae subsequentis»(Lagumina, pp. 100-101)27.

2 agosto 1399 Re Martino conferma al-cune disposizioni al-l’Università di Messina.

«annu ad supplicari et dimandari allasacra regali maiestati per parti di […],maiestatibus nostris humiliter suppli-carunt ut» (Giardina, p. 157).

26 ottobre 1413 Disposizione viceregia afavore degli ufficiali diPolizzi.

«Per parti di li Iudei di quissa terra […]ni è statu expostu noviter cum querela[…]; in tempu di li serenissimi bonememorie re di Sicilia» (Lagumina, p.312).

30 settembre1422

Re Alfonso ordina alcunedisposizioni su richiestadella città di Messina.

«Nos Alfonsus Dei gratia rex Aragonum,Sicilie […] Attendentes per vos nobilesdilectos et fideles nostros Philippum deBonfilio et Simonem de Tortoreto […]privilegium solemne omni debita so-lemnitate vallatum et communitum»(Giardina, p. 197).

15 novembre1460

Re Giovanni approva al-cuni capitoli della città diMessina.

«Serenitate nostre exhibita et humiliterpresentata e oblata fuere per dilectumfidelemque familiarem nostrum […]quedam capitula […]; sunt huiusmodisub tenore» (Giardina, p. 330).

– Altre parti del documento si ritrovano in modo simile in alcuni

atti redatti nel periodo compreso tra il 1399 e il 1431, come si evince

dagli schemi seguenti.

15 aprile 1435Privilegio concesso ad Antonio e Bonsi-gnore de Nassari.

2 agosto 1399Re Martino conferma alcune disposizioniall’Università di Messina (Giardina, p.158).

«dignaremur […] approbare, confirmareet ratificare».

«Acceptare, ratificare et confirmare be-nigniter dignaremur»28.

571n.20

IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

26 Questa formula caratterizza quasi tutti idocumenti riguardanti l’Università di monteS. Giuliano pubblicati dal Lagumina.27 Il brano «pro parte […] fuit exhibitum etpresentatum quoddam privilegium […]continentiae subsequentis» (o molto

simile) si ritrova in molti atti emanati dare Martino I (si veda Lagumina). 28 La formula «dignaremur approbare,confirmare et ratificare» è presente inmolti documenti pubblicati dal Giardina edal Lionti.

Page 18: Prime Pagine › public › md1_dir › r1571.pdf · Sicilie reges, memorie celebris, vestris predecessoribus … conces-sorum»)7, concedeva il 15 aprile del 1435 ad Antonio de Nassari,

572

F. IMBESI

15 aprile 1435Privilegio concesso ad Antonio e Bonsi-gnore de Nassari.

30 novembre 1416I vicerè confermano a Filippo de Leto laconcessione del feudo di Capodarso(Lionti, p. 71).

«benigniter annuentes intuitum servicio-rum perutilium per vos et vestros […]queque prestatis ad presens et prestitu-rum vos speramus, dante Domino, me-liora attendentes potissime».

«benigne annuentes, considerantes fi-dem puram et devocionem sinceram,quam predictus Gualterius […] gessit etgerit, nec minus grata fidelitatis obse-quia […] que conferre poterit in futurumauctore domino graciora».

15 aprile 1435Privilegio concesso ad Antonio e Bonsi-gnore de Nassari.

19 dicembre 1416 I vicerè confermano a Perronio de Firrariol’ufficio di vicesecreto di Sciacca (Lionti,p. 94).

«Nos nomine supplicacioni huiusmodi,benigniter annuentes».

«Nos vero hiuc supplicacioni, tamquam iuste, annuentes benigne»29.

15 aprile 1435Privilegio concesso ad Antonio e Bonsi-gnore de Nassari.

19 giugno 1421Re Alfonso accoglie alcune richieste a-vanzate dall’università di Messina (Giar-dina, p. 196).

«Quare mandamus quibusvis vices no-stras, gesturis pro tempore in dicto re-gno Sicilie […] et singulis officialibus etsubditis nostris in dicto regno Sicilie […]teneant firmum et observent teneriqueet observari faciant […] et defendantcontra quascumque personas, in cuius rei testimonium presens privilegium exinde fieri iussimus negociorum Sicilienostro sigillo inpendenti munitum»30.

«Mandantes cum presenti viceregibusdicti regni Sicilie, qui pro tempore fue-rint […] et singulis officialibus nostrisdicti regni […] teneant firmiter et obser-vent tenerique et observari faciant […]nec aliquem contravenire permittantaliqua ratione seu causa, in cuius reitestimonium presentem fieri iussimusnostro sigillo negociorum Sicilie inpen-denti munitum».

15 aprile 1435Privilegio concesso ad Antonio e Bonsi-gnore de Nassari.

15 novembre 1431Re Alfonso ordina che siano riparate lemura di Messina (Giardina, p. 204).

«Quare mandamus […] aliis officialibusterre Castri Regalis ad quos seu quemspectet […] prout superius contineturexequatur, teneant firmum et observenttenerique et observari faciant inviolabili-ter per quoscumque […] in cuius reitestimonium presens privilegium exinde fieri iussimus negociorum Sicilienostro sigillo inpendenti munitum».

«Mandantes […] aliis quibusvis officiali-bus et personis ad quos seu quem spec-tet […] Prout continetur superius tene-ant firmiter et observant tenerique etobservari inviolabiliter faciant per qu-oscumque […] in cuius rei testimoniumpresents fieri iussimus sigillo nostrocommuni Sicilie muniri».

29 La parte «Nos vero hiuc supplicacioni,tamquam iuste, annuentes benigne» oanche «cuius supplicacione, tamquamiusta, non denegatur assensus» si ritrovain molti documenti della Cancelleria ara-

gonese (si vedano Giardina, Lagumina eLionti). 30 Questa formula, o similare, si ritrova inmolti atti pubblicati dal Giadina.

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II.3. Privilegio emanato nel giugno del 1127

Il testo del privilegio del giugno 1127 s’inserisce nell’itinerario di

Ruggero II, il quale si trovò a Messina nel giugno del 1127, da dove,

verso la metà di agosto dello stesso anno, partì alla volta di Salerno31.

Lo stesso documento presenta molte similitudini con atti conosciuti

in traduzione latina tardiva emanati nel periodo compreso tra il 1092

e il 1145 con cui condivide, sia nel testo (comparato considerando il

linguaggio utilizzato e le differenze di traduzione dal greco al latino

operate nei transunti), sia nelle caratteristiche diplomatiche, le se-

guenti analogie.

– La prima formula contenuta nel documento del giugno 1127,

contenente l’intitulatio «Privilegium factum a me Rogerio magno

comite Sicilie, Calabrie et Italie», si ritrova in altri documenti

conosciuti sia in traduzione latina tardiva sia in originale greco32.

– La seconda parte, contenente l’inscriptio e la narratio, si ritrova

riportata in modo simile in alcuni documenti dello stesso periodo,

come si evince dagli schemi seguenti.

Parte contenuta nel privilegio del 1127 concesso ad Ansaldo vicecomes di Arri

«Privilegium factum a me Rogerio magno comite Sicilie, Calabrie et Italie, quod datum esttibi, domino Ansaldo vicecomiti de Arri, mense iunii quinte indictionis. Qui ex toto animodiligunt nos et sinceram dilectionem observant, non solum diligere eos iustum esset, etquibusdam beneficiis letificare melius est. Unde autem tu qui per omnia meus es, domi-nus Ansaldus, venisti ad me et petiisti privilegium dari tibi pro casali Nassari, quod priusconcessi tue uxori; non iudicavi repellere hanc petitionem set in fine complere».

Analogie riscontrate in altri documenti del periodo normanno

Anno Documento Testo

dicembre1092

Ruggero I concede aChremete di ricostruireil monastero del SanSalvatore di Placa.

«Sigillum effectum a Rogerio magno comiteCalabrie et Sicilie ... datum ad te abatemChremetem de Placa, in decembris menseindicionis prime» (Garufi, doc. II, pp. 7-9).

settembre1098

Ruggero concede aScholario alcune terree diritti.

«Sigillum factum a me Rogerio comite Cala-briae et Siciliae, datum ad te nostrum fidelemservitorem Scholarium mense septembris,indictione VIII … Qui nobis in omnibus rebuspure ministrarunt et servierunt et pura servi-tia erga nos demonstrarunt, honestum puta-mus et valde laudabile ut ... crescant et mul-tis beneficiis frui» (Pirri, p. 1003).

febbraio 1099

Ruggero I concede al mo-nastero di Santa Maria deEremo alcuni villani.

«Sigillum factum a Rogerio ... ac traditum ...domino Brunoni ... mense februario, indictio-ne VII … Virtute praeditos exaudire nomine,

573n.20

IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

31 P. Aubè, Ruggero II. Re di Sicilia, Cala-bria e Puglia. Un normanno nel Mediter-raneo, traduzione di Daniele Ballarini,Newton & Compton editori, Roma, 2002,

pp. 100-102.32 «Sig…llion gen£menon par /a ·oger…ou toà

meg£lou kÒmitoj ºtal…aj, kalabr…aj ka…

sikel…aj» (Cusa, p. 554).

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574

F. IMBESI

eorumque petitionibus satisfacere pium acdivinum est ... Qua propter praedictus Bruno ... a mea petiit potestate» (Trinchera, p. 86).

maggio 1125 Ruggero II dona aGualtiero Gavarretta ilcasale di Sicaminò

«Privilegium factum a me Rogerio comite Ita-lie, Calabrie et Sicilie et datum tibi militjGualtiero Gavarrecta, mense madij indictionistercie … Qui pure et sine dolo nobis servie-runt et ad fidem apparuerunt quod amplexifuerunt nostri servicij dignum in hiis benefa-cere gratiam autem et assumere, ut dominoplaceamus alias autem extollere … dictummilitem Gualtierium Gavarrectam sine desi-dia adinvenimus ad nostra servicia servien-tem satis» (Garufi, doc. IV, pp. 11-12)33.

– La terza parte, contenente la dispositio, segue in piccoli brani il

linguaggio che si riscontra in altri documenti del periodo normanno,

come si rileva dai documenti seguenti.

giugno 1127Ruggero II concede il casale di Nasariad Ansaldo vicecomes di Arri.

maggio 1125 Ruggero II dona a Gualtiero Gavarretta il casa-le di Sicaminò (Garufi, doc. IV, pp. 11-12).

«Quare et concedo tibi supradictum casale tibi et tue uxori et propriis filiisvestris et successoribus».

«pro mercede gratiam donamus tibi et filiistuis et heredibus in valle Milacii pheudum».

giugno 1127Ruggero II concede il casale di Nasariad Ansaldo vicecomes di Arri.

dicembre 1092Ruggero I concede a Chremete di ricostruire ilmonastero del San Salvatore di Placa (Garufi,doc. II, pp. 7-9).

«Cum hiis omnibus concessi» «Cum istis omnibus ... tradidi»

«quorum nomina sunt hec: ... Muchamute»

«quorum nomina hec sunt: Machamuti»

giugno 1127Ruggero II concede il casale di Nasariad Ansaldo vicecomes di Arri.

febbraio 1099Ruggero I concede al monastero di Santa Ma-ria de Eremo alcuni villani (Trinchera, p. 86).

«cum ibidem habitantibus hominibus,quorum nomina sunt hec».

«homines dono ac largior, quorum nominaheic».

33 Il Garufi riporta come data di questo docu-mento l’anno bizantino 6623 (III indizione),che lo stesso autore fa coincidere con l’annocristiano 1115. Essendo però presente nel-l’anno bizantino 6623 l’indizione VIII, ilCaspar ha spostato la data di questo docu-mento al 1125 (anno bizantino 6633) checorrisponde con l’indizione III (Caspar, reg.47, pp. 457-458). L’ipotesi del Casparappare esatta solo considerando un erroredi trascrizione nella Regia Cancelleria (6623

al posto di 6633). Una conferma dell’ipotesiavanzata dal Caspar è l’intitulatio “GranConte di Sicilia, Calabria e Italia”, assuntada Ruggero II in questo documento, che siritrova anche in due documenti dello stessoperiodo e rispettivamente nella donazione dialcune terre presso Lentini, effettuata neldicembre 1125 al vescovo Maurizio diCatania (Cusa, p. 554), e nella donazione delcasale di Nasari effettuata ad Ansaldo nel1127 (Garufi, doc. VII, p. 16; Afrc, c. 202v).

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giugno 1127Ruggero II concede il casale di Nasari adAnsaldo vicecomes di Arri.

febbraio 1132Ruggero II concede alla chiesa di Cefa-lù numerosi villani (Spata, pp. 413-420).

«Muses frater eius … Yses … Alii Epen…». «moÚsej ¢delfÕj ¢ut�u ... †sej ... ¥lh™p�n».

giugno 1127Ruggero II concede il casale di Nasari adAnsaldo vicecomes di Arri.

13 gennaio 1145Re Ruggero II rinnova ad Adelina unprivilegio concesso in precedenza (Garu-fi, doc. XXI, pp. 31-32).

«cum ... hominibus quorum nomina sunthec: …Yses frater eius … summa omnespredicti triginta duo».

«homines vero sunt hii: ... Hyse fratereius … summa nomina quinque».

giugno 1127Ruggero II concede il casale di Nasari adAnsaldo vicecomes di Arri.

1145 circaPlatea rilasciata alla chiesa di Cataniada arconti, baroni, conti e vescovi diSicilia (Cusa pp. 586- 595)

«Muchamute … Maymuny … Ioseph». «moucoÚmmout ... ma‹moun ... „oÚsef»34.

– La quarta parte, contenente la sanctio, la corroboratio, la

datatio e la subscriptio, si ritrova in modo simile in alcuni documenti

emanati nel periodo compreso tra il 1092 e il 1125, come si evince

dagli schemi seguenti.

Parte contenuta nel privilegio del 1127 concesso ad Ansaldo vicecomes di Arri

«Ipsa omnia concessi per presens meum privilegium tibi et tuis heredibus et successori-bus, ut habeas ea cum dominio et potestate a me et meis heredibus et successoribus inperpetuum, nullatenus habeat aliquis potestatem dapmnum faciendi te de hoc. Qui au-tem temptare voluerit contrahire vel infirmare presens meum privilegium, non modicam ame indignacionem substinebit, set et meo carebit amore. Ad maiorem autem fidem ettantam certitudinem succedencium presens privilegium sigillavi consueta mea aureabulla. Datum est tibi domino Ansaldo vicecomiti Arri et tuis heredibus et successoribus,mense et indictione prescriptis, existente me in Messana anno sexmillesimo sexcentesimotricesimo quinto … Rogerius comes et xristianorum adiutor»35.

Analogie riscontrate in altri documenti del periodo normanno

Anno Documento Testo

dicembre1092

Ruggero I concede a Chremete di ricostruireil monastero del SanSalvatore di Placa.

«et nullus unquam potestatem habeat re-gimen ispum impedire vel extirminare perme purum effectum absque ulla diminuzio-ne … ad superfluam fortificationem et fir-mam corroborationem mea bulla plumbeasigillavi» (Garufi, doc. II, pp. 7-9).

575n.20

IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

34 Alcuni nomi comuni dei villani riportatinel privilegio concesso ad Ansaldo mal cor-rispondono, per errori di traslitterazione, anomi di etnia musulmana contenuti in altridocumenti dello stesso periodo (Cusa,pp.564-595; Spata, pp. 413-420). Le incon-gruenze riscontrate suggeriscono che i loro

nomi non furono correttamente transun-tati o trascritti nel volume 91 della RegiaCancelleria (Tcf, p. 223).35 Le formule contenenti la sanctio e la cor-roboratio («qui autem temptare voluerit con-trahire vel infirmare presens meum privile-gium, non modicam a me indignacionem

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F. IMBESI

settembre1098

Ruggero concede aScholario alcune terre ediritti.

«Admoneo igitur et praecipio omnibus meissuccessoribus ... ut non contrarium dicantvel permittant meum privilegium; ... etiam... volo ... possideri ab te et tuis haeredibuset successoribus … Si vero quispiam aususfuerit nostrum privilegium parvifacere no-scet se indignationem nostram habiturumet privationem nostrae gratiae ... Pro caute-la et fide firma et tutela possidentium; sigil-latum nostro solito sigillo et datum est tibipraedicto Scholario mense et anno praedic-to» (Pirri, p. 1003).

febbraio 1099

Ruggero I concede almonastero di SantaMaria de Eremo alcunivillani.

«Hoc autem suprascriptum (privilegium) ... abbati domino Brunoni ... concessi ... etconsueta mea plumbea bulla fuit robora-tum, mense atque indictione supradictis»(Trinchera, p. 86).

maggio1125

Ruggero II dona aGualtiero Gavarretta ilcasale di Sicaminò

«dedimus ipsum tibi predicto Gualtiero Ga-varrecta et tuis heredibus ad habendum etpossidendum in perpetuum, non habeatpotestatem audere aliquis de nostris here-dibus aliquatenus auferre a vobis dictaspheudi res … presens privilegium scriptumest et roboratum et sigillatum mea consuetabulla plumbea. Datum est tibi prefato Gual-tierio Gavarrecta mense et indictione pre-scriptis anno sexmillesimo sexcentesimovicesimo tercio. Rogerius comes … christia-norum adiutor» (Garufi, doc. IV, pp. 11-12).

– Le varie parti diplomatiche caratterizzanti il privilegio latino

tardivo del 1127 (protocollo, testo, escatocollo e loro suddivisioni in-

terne) si ritrovano similmente riportate in sequenza nel confronto con

due documenti emanati nel 1092 e nel 1125 (contenenti anche brani

di testo simile), come si evince dagli schemi seguenti che forniscono,

insieme all’analisi in precedenza effettuata, garanzie di attendibilità

all’intero documento del 1453, in cui è inserito il testo del privilegio

concesso ad Ansaldo vicecomes di Arri.

giugno 1127Sequenza contenuta nel privilegio concui Ruggero II concede il casale di Na-sari ad Ansaldo vicecomes di Arri.

dicembre 1092Sequenza contenuta nel privilegio con cuiRuggero I concede a Chremete di ricostrui-re il monastero del San Salvatore di Placa(Garufi, doc. II, pp. 7-9).

Intitulatio,inscriptio,

«Privilegium factum ame Rogerio Magno Co-

Intitulatio,inscriptio,

«Sigillum effectum aRogerio magno comite

substinebit, set et meo carebit amore. Admaiorem autem fidem et tantam certitu-dinem succedencium presens privilegiumsigillavi consueta mea … bulla») risultanoidentiche a quelle presenti in un diploma inlingua greca del luglio 1099 e molto simili a

quella riportate in altri atti redatti nelperiodo compreso tra l’ottobre del 1091 e ilnovembre del 1112 (Tcf, p. 248). Per unconfronto tra il testo latino del privilegio del1127 e documenti greci del primo periodonormanno si veda Tcf, pp. 247-248.

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datatio mite Sicilie, Calabrieet Italie, quod datumest tibi, domino An-saldo vicecomiti deArri, mense iunii quin-te indictionis».

datatio Calabrie et Sicilie …datum ad te abatemChremetem de Placa indecembris mense indi-cionis prime».

Narratio «Qui ex toto animo diligunt nos et since-ram dilectionem ob-servant, non solumdiligere eos iustumesset, et quibusdambeneficiis letificaremelius est. Unde au-tem tu qui per omniameus es, dominusAnsaldus, venisti adme et petiisti privile-gium dari tibi pro ca-sali Nassari, quodprius concessi tueuxori; non iudicavirepellere hanc petitio-nem set in fine com-plere».

Narratio «Divina providentia totaSicilia insula nobis exi-stente in omnibus su-biecta proposui corruptatempla et aliarum exindead restitutionem et ap-parenciam relevare velutprius erant …. hoc iu-stum deduxi ac placabi-le; … per me prenomina-to abbati Chremeti dePlaca tradidi … causasublevandi templumSalvatoris ac ipsum ree-dificandi».

Dispositio Quare et concedo tibisupradictum casaletibi et tue uxori etpropriis filiis vestris etsuccessoribus cumibidem habitantibusquorum nomina sunthec: ... Muchamute; ...autem concessi tibi etterras … et molendi-num unum … totamvineam et terras etextra civitatem Messa-ne domum unam …ipsa omnia concessiper presens meumprivilegium tibi et tuisheredibus et successo-ribus, ut habeas eacum dominio et pote-state a me et meisheredibus et successo-ribus in perpetuum,nullatenus habeataliquis potestatemdapmnum faciendi tede hoc. ».

Dispositio «ad istius monasteriiservitium et consuetudi-nem divisi terras multas;… tradidi ad ipsius mo-nasterii servitium aga-renos quatuor … quo-rum nomina hec sunt:Muchamuti; … abbate inipso monasterio ac aliisabbatibus, qui exinde,accipiant potestatemipsam talem et nullusunquam potestatemhabeat regimen ipsumimpedire … absque ulladiminuzione;… concedoautem et mando … ad-didi monasterio isto talimolendina duo».

Sanctio «Qui autem temptarevoluerit contrahire velinfirmare presensmeum privilegium,non modicam a meindignacionem substi-nebit, set et meo care-bit amore».

Sanctio «quicumque presumeretsigillum effectum a no-bis extramovere autgenitus meus aut aliquisde consanguineis meisdum sumus in vita de-fensionem a me ha-beant. Et post obitum

577n.20

IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

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F. IMBESI

meum si aliquis ten-taverit maledicatur».

Corroboratio «Ad maiorem autemfidem et tantam certi-tudinem succeden-cium presens privile-gium sigillavi consuetamea aurea bulla».

Corroboratio «ad superfluam fortifica-cionem et firmam corro-borationem mea bullaplumbea sigillavi».

Datatio «Datum est tibi domi-no Ansaldo vicecomitiArri et tuis heredibuset successoribus,mense et indictioneprescriptis … annosexmillesimo sexcen-tesimo tricesimo quin-to».

Datatio «mea bulla plumbea …ad te abbatem de PlacaChremetem appropriavi,Messane hac indictioneprima prescripta, annomundi sexmille sexcen-tum addito uno».

Clausula «Dedisti vicem et Curie me pro supradictisvineis Geneci nomi-smata saracenata cen-tum ex parte ipsiusGeneci».

Subscriptio «Rogerius comes etxristianorum adiutor».

Subscriptio «Signum comitis Rogerii».

giugno 1127Sequenza contenuta nel privilegio concui Ruggero II concede il casale di Nasa-ri ad Ansaldo vicecomes di Arri.

maggio 1125 Sequenza contenuta nel privilegio con cuiRuggero II dona a Gualtiero Gavarretta ilcasale di Sicaminò (Garufi, pp. 11-12).

Intitulatio,inscriptio,datatio

«Privilegium factum ame Rogerio Magno Co-mite Sicilie, Calabrie etItalie, quod datum est tibi, domino Ansaldo vicecomiti de Arri, men-se iunii quinte indictio-nis».

Intitulatio,inscriptio,datatio

«Privilegium factum a meRogerio comite Italie,Calabrie et Sicilie et da-tum tibi militj GualtieroGavarrecta, mense madijindictionis tercie».

Narratio «Qui ex toto animo dili-gunt nos et sinceramdilectionem observant,non solum diligere eosiustum esset, et quibu-sdam beneficiis letificaremelius est. Unde autemtu qui per omnia meuses, dominus Ansaldus,venisti ad me et petiistiprivilegium dari tibi procasali Nassari, quodprius concessi tue uxori;non iudicavi repellerehanc petitionem set infine complere».

Narratio «Qui pure et sine dolonobis servierunt et adfidem apparuerunt quodamplexi fuerunt nostriservicij dignum in hiisbenefacere gratiam au-tem et assumere … Hincigitur te dictum militemGualtierium Gavarrectamsine desidia adinvenimusad nostra servicia ser-vientem satis multa promercede gratiam dona-mus tibi et filiis tuis etheredibus in valle Milacij pheudum casalis dictumdi Sicamino».

Page 25: Prime Pagine › public › md1_dir › r1571.pdf · Sicilie reges, memorie celebris, vestris predecessoribus … conces-sorum»)7, concedeva il 15 aprile del 1435 ad Antonio de Nassari,

Dispositio Quare et concedo tibisupradictum casale tibiet tue uxori et propriisfiliis vestris et succes-soribus cum ibidemhabitantibus hominibus... autem concessi tibi etterras … et molendinumunum … totam vineamet terras et extra civita-tem Messane domum unam … Ipsa omniaconcessi per presensmeum privilegium tibi ettuis heredibus et suc-cessoribus, ut habeasea cum dominio et pote-state a me et meis he-redibus et successori-bus in perpetuum, nul-latenus habeat aliquispotestatem dapmnumfaciendi te de hoc».

Dispositio «donamus tibi et filiistuis et heredibus in valleMilacij pheudum casalisdictum di Sicamino cumtenimentis suis... simili-ter damus tibi nemus …damus autem tibi … etibidem molendinum etterram … et villanumunum saracenum … Hoc dictum … dedimus …tibi predicto GualtieroGavarrecta et tuis here-dibus ad habendum etpossidendum in perpe-tuum».

Sanctio «Qui autem temptarevoluerit contrahire velinfirmare presens meumprivilegium, non modi-cam a me indignacio-nem substinebit, set etmeo carebit amore».

Sanctio «non habeat potestatemaudere aliquis de nostrisheredibus aliquatenusauferre a vobis dictaspheudi res».

Corroboratio «Ad maiorem autemfidem et tantam certitu-dinem succedenciumpresens privilegiumsigillavi consueta meaaurea bulla».

Corroboratio «presens privilegium scri-ptum est et roboratum etsigillatum mea consuetabulla plumbea».

Datatio «Datum est tibi dominoAnsaldo vicecomiti Arriet tuis heredibus et suc-cessoribus, mense etindictione prescriptis …anno sexmillesimo se-xcentesimo tricesimoquinto».

Datatio «Datum est tibi prefato Gualtierio Gavarrectamense et indictione pre-scriptis anno sexmille-simo sexcentesimo vice-simo tercio».

Clausula «Dedisti vicem et Curie me pro supradictis vi-neis Geneci nomismatasaracenata centum exparte ipsius Geneci».

Subscriptio «Rogerius comes et xris-tianorum adiutor».

Subscriptio «Rogerius comes Italie,Calabrie et Sicilie chri-stianorum adiutor».

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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

Page 26: Prime Pagine › public › md1_dir › r1571.pdf · Sicilie reges, memorie celebris, vestris predecessoribus … conces-sorum»)7, concedeva il 15 aprile del 1435 ad Antonio de Nassari,

III. 9 gennaio 1812, Palermo. Relazione cronologica sul casale o feudodi Nasari (dalla concessione di Ruggero II fino allo scioglimento del feu-dalesimo) compilata dal viceregio coadiuvatore Giuseppe Merlo e dal-l’ufficiale Giovanni Pingitore su richiesta del barone Mario GiuseppeFazio (Afpr, b. 1681, doc. 9721, vol. 1777).

Il barone Don Mario Giuseppe Fazio della città di Messina,dovendo investirsi del feudo di Nassari, ha chiesto con sua sup-plica la relazione cronologica descrivente la origine e passaggi delsuddetto feudo, che con dispaccio dè 19 giugno 1802 Sua Maestàprescrisse di doversi ottenere dà successori ai feudi, titoli e corpifeudali pria di spedirsene la corrispondente investitura, e iodunque, eseguendo il regale comando colla scorta dè libri esi-stenti nelle regali officine, per detto feudo di Nassari ho rilevatoquanto segue.

Nassari feudo

1435 – A’ 15 aprile il re Alfonso ad istanza di Antonio de Nas-sari di Messina e di Bonsignore de Nassari, di lui figlio primogenitoed erede, con suo Regal Privilegio dato in Messina, confermò loroil possesso del feudo di Nassari, un tempo casale, esistente nellapiana dè Milazzo che dal conte Ruggero era stato concesso adAnsaldo de Arri ed alla di lui moglie per i propri figli e successorie ciò con l’obbligo della prestazione del solito militar servigio, comesi rileva dal divisato regal privilegio inserto nella seguente regiaconferma.

1453 – A’ 30 gennaro per la morte senza figli del divisato Bonsi-gnore de Nassari successe in detto feudo Giovanni de Nassari, figliosecondogenito del riferito Don Antonio e fratello dell’anzidetto di Bon-signore, e lo stesso re Alfonso con altro Regal Privilegio36 dato in Mes-sina confermò al sudetto Giovanni e suoi eredi il possesso del dettofeudo di Nassari, con l’obbligo del Regio Militar Servigio e colle soliteriserve dè diritti spettanti alla Regia Corte. Cancelleria, libro 1453,volume primo, foglio 201r.

1485 – A’ 15 gennaro, per una sentenza profferita dalla GranCorte, fu considerato il suddetto feudo di Nassari come divoluto allaCorona e nonostante la causa pendente nel Concistoro ad istanza diGregorio Nassari fu dal re Ferdinando concesso il feudo medesimo aDon Gaspare de Spes, vicerè in questo regno di Sicilia, nel modo comespettava alla regia Corte e tal privilegio trovasi esecutoriato in Palermo

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36 Questo privilegio, come rilevato in precedenza, fu emanato da presidente del regno di Sicilia.

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à 16 settembre 1488. Conservatoria, libro privilegia et investiture anni1459 usque ad 1497, foglio 902.

1489 – A’ 6 gennaro, avendo Gregorio de Periconio alias de Nas-sari prodotto innanzi il Tribunale della Sacra Regia Coscienza che ildivisato feudo di Nassari dovea al medesimo spettare ed avendone i dicostui figli ed eredi ottenuta favorevole la decisione, fu dal re Ferdi-nando ordinato osservarsi ed eseguirsi tal sentenza e con effetto se nespedì la corrispondente osservatoria in Palermo. Cancelleria, libro1489 e 1490, VIII indizione, foglio 264 r.

1490 – A’ 26 maggio il nobile Salvatore de Marquisio e donnaDiana, vedova del nobile Gregorio de Nasari, tutori e madre delnobile Bonsignore de Nassari, minore figlio primogenito del sud-detto Gregorio, s’investirono a nome del sueletto Bonsignore delprecisato feudo di Nasari. La presente investitura viene chiamatanella seguente di Cesare di Nasari e nell’Officio del Protonotarosi trova il processicolo nel mazzo che incomincia dall’anno 1483al 1489.

1515 – A’ 7 marzo il magnifico Cesare de Nassari s’investì delfeudo di Nassari per la morte e come figlio primogenito di Giò Fran-cesco de Nassari e Perricone alias Bonsignore. Conservatoria, librod’investure dal 1512 al 1527, foglio 82 originale.

1517 – A’ 19 gennaro il sueletto magnifico Cesare de Nassariprestò il giuramento per il feudo di Nassari, per la morte del re Ferdi-nando e successione della regina Giovanna e re Carlo di lei figlio. Con-servatoria, libro suddetto, foglio 644.

1538 – A’ 17 settembre da don Cesare Nassari furono presentatial re Carlo e regina Giovanna due privilegi della concessione del feudodi Nassari, ottenuti dai suoi antecessori dal re Alfonso, dati nelCastelnuovo di Napoli, uno à 17 ottobre 1440 a favor di Bonsignorede Nassari e altro à 15 marzo 1446 a favor di Giovanni de Nassari esuoi successori, e ad istanza dello stesso Cesare de Nassari furonodagli anzidetti re Carlo e regina Giovanna confermati per sè e suoisuccessori come per la esecutoria della suddetta conferma registratanell’Ufficio del Conservatore nel libro Mercedes 1538 e 1539, cop.foglio 4.

1550 – A’ 6 maggio Giovan Vincenzo Nassari s’investì del feudo diNassari per la morte e come figlio primogenito del magnifico CesareNassari e della magnifica Domenica Bernardina Nassari. Conserva-toria, libro d’investiture dal 1542 al 1557, foglio 397.

1557 – A’ 25 novembre Giovan Vincenzo Nassari prestò ilgiuramento per il feudo di Nassari per la renuncia di questoregno del re Carlo Quinto e nuova successione del re Filippoterzo, di lui figlio. Conservatoria, libro d’investitura dal 1557 al1570, foglio 325.

1568 – A’ 12 maggio lo spettabile Francesco de Nassari e de Per-ricone s’investì del feudo di Nassari come fratello più vicino e suc-

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cessore dello spettabile Orazio de Pericono premorto, e come ancorafratello secondogenito e donatario dello spettabile Giovan Vincenzodè Perricono, fratello primogenito del detto Francesco, in vigor didonazione agli atti di notar Girolamo de Blasco lì 9 ottobre 1567 edi licenza accordata dal Presidente del Regno al riferito Giovan Vin-cenzo di restituire il suddetto feudo di Nassari in persona del divi-sato Orazio, di lui fratello secondogenito. Protonotaro, processo1567 e 1568.

1600 – A’ 23 settembre Bernardina de Nassari s’investì del feudodi Nassari posto nella piana di Milazzo come figlia legittima e naturaleed erede universale di Francesco Nassari, di lui padre. Protonotaro,processo 1621 e 1622, mazzo primo.

1622 – A’ 27 agosto la suddetta Bernardina Nasari e Perriconoprestò il giuramento per la baronia di Nassari per la morte di Filippoterzo e nuova concessione di Filippo quarto. Protonotaro, processi1621 e 1622, mazzo primo.

1632 – A’ 14 agosto Francesca Maria lo Puzzo e Nassari s’in-vestì del feudo di Nasari per la morte di Bernardina Nasari e Pre-cone, di lui madre, in vigor del suo testamento celebrato nella cittàdel Castroreale presso l’atti di quel notaro Antonino Magnone, lì 15agosto 1631. Conservatoria, libro d’investiture dal 1632 al 1636,foglio 2 r.

1666 – A’ 16 settembre Don Francesco Maria Ansalone, maritalinomine di Donna Francesca Maria Ansalone e de Puteo, prestò il giu-ramento per il feudo di Nasari per la morte del re Filippo quarto e suc-cessione di Carlo secondo. Conservatoria, libro investiture anni 1666,foglio 127 r.

1671 – A’ 17 ottobre il dominus Don Antonio Porzio s’investì dellabaronia e feudo di Nasari per la morte ab intestato e come figlio pri-mogenito di Donna Francesca Maria e Anzalone, di lui madre. Conser-vatoria, libro d’investiture dal 1671 al 1674, foglio 12.

1682 – A’ 29 agosto Don Saverio Porzio s’investì della baroniae feudo di Nasari per la morte e come figlio primogenito di DonAntonio Porzio, in vigor di nuncupativo testamento stipolatopresso gli atti di notar Giovanni Battista de Gregorio di Messina, lì15 febbraio 1682. Conservatoria, libro d’investiture dal 1680 al1685, foglio 54 retro.

1744 – A’ 23 settembre Don Antonino Porzio s’investì dellabaronia e feudo di Nassari per la morte di Don Saverio Portio, di luipadre, in vigor di schedola testamentaria stipolata presso gli atti dinotar Antonino de Cola di Messina il primo maggio 1744. Conserva-toria, libro d’investiture dal 1741 al 1746, foglio 124.

1777 – A’ 5 settembre Don Giovanni Battista Porzio, marchese diCamporotondo, s’investì della baronia di Nasari qual chiamato e sosti-tuito nè fedecommessi del fu Don Antonino Porzio, barone di Nasari,

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di lui cugino, morto ab intestato senza figli. Cancelleria, libro primoanni 1777 e 1778, foglio 16.

1795 – A’ 19 giugno Don Gaetano Deodato, marchese di Porto-palo, s’investì della baronia di Nasari qual marito e maritali nomine diDonna Gaetana Porzio e Gregorio, figlia unigenita legittima e naturaledi Don Giovanni Battista Porzio, marchesa di Camporotondo e baronedi Nasari. Conservatoria, libro d’investiture dall’anno 1795 sino al1798, pagina 4 retro.

Con dispaccio del Regio Delegato Conservadore Avarna del 26novembre 1811 fu ordinato di non recarsi alcuna molestia al baroneDon Mario Giuseppe Fazio per la pena della investitura non presa eper la concessione del feudo e titolo di barone Nasari; quante volte dalmedesimo si curerà di spedirsi la investitura per la comprea del sensosullo enunciato feudo di Nasari in once 400 all’anno fatta da potere diDonna Gaetana Deodato Porzio, vedova del marchese di Portopalo, innotar Tomasino il primo settembre 1811. Libro di numero 20 di dele-gazioni di decima e tarì, al foglio 48.

Il barone Don Mario Giuseppe Fazio della città di Messina, con-cessionario del feudo di Nassari concessogli dalla marchesa vedovadi Portopalo in notar Don Pietro Anelli di Palermo lì 12 marzo 1810,ha rivelato in questo officio della Regal Conservadoria e nel riparti-mento della Valle di Demine la compra col verbo regio, ossia affran-cazione, dell’annuale canone di once 202 dovuto sopra il feudo diNasari, esistente nel territorio del Castroreale, una col titolo dibarone e mero e misto imperio, posseduti dall’anzidetta vedovamarchesa di Portopalo Donna Gaetana Deodato Porzio, per il prezzoe capitale di once 4014 come per contratto in notar Don GirolamoTomasino di Palermo il primo settembre 1811. Ch’è quanto mioccorre riferire.

Palermo, 9 gennaro 1812. Giuseppe Merlo, viceregio coadiuva-tore. Giovanni Pingitore, ufficiale.

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IV. Elenco dei principali documenti riguardanti il casale o feudo diNasari, dalla concessione di Ruggero II fino allo scioglimento delfeudalesimo.

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37 Per la datazione di questo documento siveda A. Marrone, Sulla datazione della«Descriptio feudorum sub rege Friderico»(1335) e dell’«Adohamentum sub rege Ludo-vico» (1345), in «Mediterranea. Ricerche sto-riche», A. I, 1, giugno 2004, pp. 123-168.

38 Relazione cronologica sulle investiture delfeudo di Nasari riportata nella precedenteappendice (Afpr, b. 1681, doc. 9721, vol. 1777).39 Secondo Rcn: 17 ottobre 1440. 40 Per il testo di questa sentenza si vedaBarberi, pp. 230-234.

Anno Documento

giugno

1127

Ruggero II concesse ad Ansaldo vicecomes di Arri il casale di Nasa-ri (già posseduto dalla moglie di Ansaldo) insieme ai trentadueabitanti uomini presenti in esso e ad alcune terre, un mulino, unavigna e una casa sita fuori dalla città di Messina (Afrc, cc. 202v –203v; Barberi, p. 229; Rcn; Garufi, doc. VII, pp. 16-18, Spucches,p. 286).

14 giugno1263

Canfora, figlia di Ottaviano Pisano, donò al monastero di SantaMaria Monialium di Messina le terre «que sunt in tenimento Nasa-ri» della piana di Milazzo, in precedenza possedute dallo zio Gu-glielmo il Rosso (Penet, pp. 122-123).

1272 Carlo I d’Angiò assegnò il casale di Nasari al messinese «Nicola deAloara» o Alcara (Rca, pp. 73, 192; Catalioto, pp. 147, 253, 301).

a partire dal1296

«Bonsignorus de Nasaro», come si riporta nella «Descriptio feudo-rum sub rege Friderico»37, versò per il casale di Nasari il censo di44 once (Gregorio, p. 468; Muscia, pp. 21-22).

15 dicembre1328

Bonsignore de Nasari ottenne da re Federico III alcune concessionidi diritti da esercitare sul casale di Nasari (Afpr, b. 1681, doc.9721, vol. 1777; Tcf, pp.315-317).

1408 Antonio de Nassaro risultava intestato «pro feudo Nassarij» al tem-po di re Martino I (Gregorio, p. 497; Muscia, pp. 105-106).

15 aprile1435

Re Alfonso confermò ad Antonio e Bonsignore de Nassari il posses-so del casale o feudo di Nasari, come discendenti di Ansaldo vice-comes di Arri (Afrc, cc. 201r-204v; Barberi, p. 229; Rcn38; Spuc-ches, p. 286).

22 ottobre144039

Bonsignore di Nasari, «cavaliero ut dicitur miles saletuario», ebbeconfermati da re Alfonso «tutti li privilegi, franchezze, dignità, pote-stà ed altri capituli» precedenti del feudo (Afpr, b. 1681, doc. 9721,vol. 1777; Rcn; Tcf, p.316).

30 gennaio 1453

Il presidente del regno di Sicilia concesse a Giovanni de Nassari,altro figlio di Antonio ed erede del fratello Bonsignore (morto senzaeredi), il possesso del feudo di Nasari (Afrc, cc. 201r-205r; Barberi,pp. 229-230; Rcn; Spucches, p. 286).

15 gennaio 1485

Per sentenza della Gran Corte il feudo di Nasari fu devoluto allaCorona (Rcn, Barberi, p. 230).

23 dicembre1488

Francesco Bonsignore Periconio Nassari successe con una senten-za nel possesso del feudo come erede del padre Gregorio, che van-tava a suo favore la donazione del feudo di Nasari effettuata daBonsignore, fratello di Giovanni40. Re Ferdinando confermò la sen-tenza il 6 gennaio del 1489 (Afpr, b. 1485, doc. 338, vol. 1484-1489; Barberi, p. 230-233; Rcn; Spucches, p. 286).

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IL PRIVILEGIO DI ANSALDO VICECOMES DI ARRI (GIUGNO 1127)

26 maggio 1490

Il nobile Salvatore de Marchisio e donna Diana (vedova di Gregoriodi Nasari e tutrice del figlio Giovanni Francesco Bonsignore),s’investirono del feudo di Nasari (Rcn).

7 marzo 1515 Cesare Periconio Nassari s’investì del feudo come figlio primogenitoed erede testamentario di Giovanni Francesco Bonsignore Perico-nio e Nassari (Afpr, b. 1494, doc. 836, vol. 1513-1515; Rcn; Spuc-ches, pp. 286-287)41.

19 gennaio 1517

Cesare Periconio Nassari s’investì per il passaggio della Corona(Rcn; Spucches, p. 287)42.

17 settembre1538

Il re Carlo e la regina Giovanna confermarono a Cesare Periconio Nassari due privilegi sul feudo concessi il 17 ottobre del 1440 afavore di Bonsignore de Nassari e il 15 marzo del 1446 a favore diGiovanni de Nassari (Rcn; Spucches, p. 287).

6 maggio1550

Giovanni Vincenzo Nassari, figlio primogenito e successore di Ce-sare Periconio Nassari, prese l’investitura del feudo per la mortedel padre (Afpr, b. 1509, doc. 1782, vol. 1550; Rcn; Spucches, p.287).

25 novembre1557

Giovanni Vincenzo Nassari s’investì per il passaggio della Corona(Afpr, b. 1514, doc. 2153, vol. 1558; Rcn; Spucches, p. 287).

13 maggio 1568

Francesco Nassari e Pericone, fratello di Giovanni Vincenzo, presel’investitura come erede del defunto fratello Orazio e per donazionedi Giovanni Vincenzo Nassari (Afpr, b. 1523, doc. 2494, vol. 1568;Rcn; Spucches, p. 287).

23 settembre1600

Bernardina de Nassari s’investì per la morte del padre FrancescoNassari Pericone (Afpr, b. 1554, doc. 3474, vol. 1600; Rcn; Spuc-ches, p. 287).

27 agosto1622

Bernardina Nassari Picone prese l’investitura per l’avvento del re-gno di re Filippo IV (Afpr, b. 1568, doc. 4042, vol. 1622; Rcn; Bar-beri p. 287).

14 agosto163243

Francesca Maria Nassari Lo Portio s’investì per la morte di Bernar-dina Nassari, sua madre (Afpr, b. 1610, doc. 5851, vol. 1666; Rcn,Spucches, p. 287).

8 giugno1649

Il vicerè Giovanni d’Austria confermò a Francesca Maria Nassaritutti i precedenti privilegi riguardanti il feudo di Nasari (Afpr, b.1681, doc. 9721, vol. 1777; Rcn; Tcf, pp. 302-305).

16 settembre1666

Francesco Maria Ansalone, marito di Francesca Maria Nassari LoPortio, s’investì maritali nomine per il passaggio della Corona (Afpr,b. 1610, doc. 5851, vol. 1666; Rcn; Spucches, p. 287).

17 ottobre1671

Antonio Porzio prese l’investitura del feudo per la morte di France-sca Maria Nassari, sua madre (Afpr, b. 1623, doc. 6473, vol. 1682;Rcn; Spucches, p. 287).

29 agosto1682

Saverio Porzio Ansalone s’investì come figlio primogenito e succes-sore di Antonio Porzio (Afpr, b. 1623, doc. 6473, vol. 1682; Rcn;Spucches, p. 287).

41 Giovanni Francesco Nassari, padre diCesare, fu assegnatario di «dui provisioniviceregii» con cui gli furono concessi ildiritto di cacciare e la «iurisdictionemcivilem et criminalem» nel feudo di Nasari(Museo Civico di Castroreale, Liber aureusprivilegiorum, n.° 2, serie a, c. 92v).

42 Il Barberi riporta che Antonina, tutricetestamentaria del figlio Cesare, si erainvestita per la morte di re Ferdinando il28 gennaio del 1516 (Barberi, p. 234).43 Secondo il de Spucches: 24 agosto 1632(Spucches, p. 287).

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1702 Saverio Porzio Ansalone prese l’investitura per il passaggio dellaCorona (Afpr, b. 1639, doc. 7170, vol. 1702).

23 settembre174444

Antonino Porzio, figlio e successore di Saverio, s’investì del feudo ebaronia di Nasari (Afpr, b. 1663, doc. 8688, vol. 1744; Rcn; Spuc-ches, p. 287).

5 settembre1777

Giovanni Battista Porzio s’investì come successore del cugino An-tonino Porzio, morto senza figli (Afpr, b. 1681, doc. 9721, vol.1777; Rcn; Spucches, p. 288).

19 giugno1795

Gaetano Deodato prese l’investitura come marito di Gaetana Por-zio, figlia ed erede di Giovanni Battista (Rcn; Spucches, p. 288).

27 aprile1812

Mario Giuseppe Fazio s’investì della baronia di Nasari come acqui-rente del feudo da parte di Gaetana Porzio (vedova di Gaetano De-odato). Il contratto di acquisto fu redatto dal notaio palermitano Girolamo Tomasino il primo settembre del 1811 (Rcn; Spucches, p.288).

44 Secondo il de Spucches: 23 settembre 1766 (Spucches, p. 287).