Presentazione Sulle tracce - AmBios, per una comunicazione ... · L’associazione cacciatori di...

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Presentazione Il percorso, di facile percorrenza, si propone di fare conoscere la storia dell’“anca” centrale elerica di Roncegno Terme, oggi restaurata ed adibi- ta a sede permanente della locale associazione cacciatori, che si rende di- sponibile, su prenotazione da parte di gruppi organizza, ad aprirne le sale e a mostrare la turbina ancora presente e omamente conservata. Alcune didascalie collocate a bordo del senero, accompagnate da imma- gini d’epoca, permeono di realizzare una visita in autonomia, cogliendo spun di riflessione lega allo scorrere dei torren Larganza e Larganzola, che da sempre hanno contraddisnto la vita dell’abitato di Roncegno Terme. Una semplice mappa riportata in questo pieghevole vuole invece fare cono- scere gli ambien di vita che si incontrano lungo il percorso, a cui associare le diverse e numerose specie animali presen nella zona. Buona vista Specifiche tecniche: Distanza dal parcheggio all’inizio del percorso: 400 m Distanza dal punto di inizio del percorso alla sede dei cacciatori: 450 m L’associazione cacciatori di Roncegno Terme è a disposizio- ne di scuole e gruppi organizza per realizzare delle visite guidate lungo il percorso funzionali a conoscere la fauna locale e la storia della centrale elerica. Info: 348 9251430 Realizzazione: AmBios – per una comunicazione dell’ambiente www.ambios.it La centrale elettrica Era la primavera del 1893 quando, per volontà dei fratelli Waiz, fu ulmata la costruzione della centrale elerica di Roncegno. La centrale, una delle prime del Trenno, era desnata a fornire energia elerica alle Terme e alla borgata. “Il vecchio petrolio è stato fugato dalla bianca e fulgida luce di Edison. Lo stabilimento, il piazzale, il vasto parco, le adiacenze, dappertuo è uno sfol- gorio della nuova luce”. Così tolava il quodiano “L’Alto Adige” il 3 luglio 1893. L’acqua che alimentava l’impianto veniva prelevata dai rivi Larganza e Lar - ganzola, in località Molini, dove fu costruito un serbatoio, oggi interrato. La prima turbina fu poi sostuita nel 1941. La centrale rimase in funzione sino al 1963. Constava di un edificio in mura- tura con il solo pianoterra e i relavi macchinari: una turbina che azionava, a mezzo di trasmissione a cinghia, l’alternatore trifase e la piccola dinamo per l’eccitazione dell’alternatore. Nella sala si trovava anche una cabina di manovra con gli apparecchi di protezione e il quadro della strumentazione. “Gli adde al controllo, di solito due, si davano il cambio nel corso della giornata. Facevano 8-12 ore di lavoro a testa. Nel locale faceva caldo, tant’è che, nei mesi invernali, le donne portavano ad asciugare i loro panni”. Percorso tra storia e natura alla scoperta dell’ “antica” centrale elettrica di Roncegno Terme Sulle tracce dell ’acqua COMUNE DI RONCEGNO TERME Foto storiche Biblioteca comunale, collezione documentaria: “Stabilimento balneare – Bains Roncegno: Austria – Trenno”, [post 1900–ante 1905]. La turbina oggi, perfeamente conservata e ancora visibile su prenotazione INIZIO PERCORSO Roncegno Terme Via delle Fonderie

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PresentazioneIl percorso, di facile percorrenza, si propone di fare conoscere la storia dell’“antica” centrale elettrica di Roncegno Terme, oggi restaurata ed adibi-ta a sede permanente della locale associazione cacciatori, che si rende di-sponibile, su prenotazione da parte di gruppi organizzati, ad aprirne le sale e a mostrare la turbina ancora presente e ottimamente conservata.Alcune didascalie collocate a bordo del sentiero, accompagnate da imma-gini d’epoca, permettono di realizzare una visita in autonomia, cogliendo spunti di riflessione legati allo scorrere dei torrenti Larganza e Larganzola, che da sempre hanno contraddistinto la vita dell’abitato di Roncegno Terme.Una semplice mappa riportata in questo pieghevole vuole invece fare cono-scere gli ambienti di vita che si incontrano lungo il percorso, a cui associare le diverse e numerose specie animali presenti nella zona.

Buona vista

Specifiche tecniche:Distanza dal parcheggio all’inizio del percorso: 400 mDistanza dal punto di inizio del percorso alla sede dei cacciatori: 450 m

L’associazione cacciatori di Roncegno Terme è a disposizio-ne di scuole e gruppi organizzati per realizzare delle visite guidate lungo il percorso funzionali a conoscere la fauna locale e la storia della centrale elettrica.Info: 348 9251430

Realizzazione:AmBios – per una comunicazione dell’ambiente www.ambios.it

La centrale elettricaEra la primavera del 1893 quando, per volontà dei fratelli Waiz, fu ultimata la costruzione della centrale elettrica di Roncegno.

La centrale, una delle prime del Trentino, era destinata a fornire energia elettrica alle Terme e alla borgata.“Il vecchio petrolio è stato fugato dalla bianca e fulgida luce di Edison. Lo stabilimento, il piazzale, il vasto parco, le adiacenze, dappertutto è uno sfol-gorio della nuova luce”. Così titolava il quotidiano “L’Alto Adige” il 3 luglio 1893. L’acqua che alimentava l’impianto veniva prelevata dai rivi Larganza e Lar-ganzola, in località Molini, dove fu costruito un serbatoio, oggi interrato.La prima turbina fu poi sostituita nel 1941. La centrale rimase in funzione sino al 1963. Constava di un edificio in mura-tura con il solo pianoterra e i relativi macchinari: una turbina che azionava, a mezzo di trasmissione a cinghia, l’alternatore trifase e la piccola dinamo per l’eccitazione dell’alternatore. Nella sala si trovava anche una cabina di manovra con gli apparecchi di protezione e il quadro della strumentazione.“Gli addetti al controllo, di solito due, si davano il cambio nel corso della giornata. Facevano 8-12 ore di lavoro a testa. Nel locale faceva caldo, tant’è che, nei mesi invernali, le donne portavano ad asciugare i loro panni”.

Percorso tra storia e natura alla scoperta dell’ “antica” centrale elettrica di Roncegno Terme

Sulle tracce dell ’acqua

COMUNE DI RONCEGNO TERME

Foto storicheBiblioteca comunale, collezione documentaria: “Stabilimento balneare – Bains Roncegno: Austria – Trentino”, [post 1900–ante 1905].

La turbina oggi, perfettamente conservata e ancora visibile su prenotazione

INIZIO PERCORSO

Roncegno Terme

Via delle Fonderie

IL LARGANZA E IL LARGANZOLAIl torrente Larganza, lungo poco più di 5 km, na-sce al passo della Portela (2.152 m), vicino al più famoso monte Favort; il Larganzola nasce invece dal suggestivo laghetto delle Prese (1.620 m).Dopo una vita separata, il Larganzola confluisce nel Larganza proprio lungo il percorso, in prossi-mità del ponte che porta alla piccola cascata. In-sieme andranno quindi a finire nel fiume Brenta. Nella storia recente di questi torrenti si ricorda una data che gli abitanti di Roncegno non di-menticano. “Era il 4 novembre 1966, entrambi i rii uscirono dai loro argini. La piena fu peggiore nel Larganzola, che invase la strada e circondò le case. Le donne e i bambini furono sfollati, noi uo-mini della frazione Molini rimanemmo isolati fino le 7 di sera”.

Per i più piccoliCon l’aiuto di mamma o papà rispondi a tutte le domande, completa la scheda e portala presso Mulino Angeli – casa museo degli spaventapasseri. Riceverai in omaggio un simpatico gadget. Ma attenzione, potrai portare solo una scheda!

Nome:Età:Città e Provincia:

Leggi attentamente la tabella “la centrale elettrica” e scrivi qui quanti m3 d’ac-qua conteneva il serbatoio:

Guarda attentamente il grande albero, ambiente di vita n 6, e scrivi qui il suo nome. I resti dei frutti che trovi per terra, sotto la sua chioma, ti possono aiutare:

Guarda attentamente le foglie dell’ontano bianco riportate nella tabella “l’im-portanza della fascia riparia” e scrivi qui come hanno l’apice:

Leggi attentamente la tabella “la vita nel torrente” e scrivi il nome di un insetto acquatico che vive nel torrente:

Leggi attentamente la tabella “specie aliene” e scrivi il nome dell’albero venuto da lontano, con i fiori viola – lilla, presente lungo il torrente:

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Lungo il percorso sono presenti diversi ambienti di vita. Scopri i numerosi animali a loro associati!

I muri a secco rivestono una grande im-portanza da un punto di vista naturalistico.Gli spazi liberi presenti tra i sassi rappre-sentano infatti un’ambiente vitale per molte specie di animali (insetti, ragni, lu-mache, rettili, anfibi) e vegetali. La particolarità dei muri a secco è la pre-senza, in uno spazio ristretto, di una va-rietà di microclimi, con un’alternanza di spazi caldi, freddi, umidi, aridi, soleggiati, ombreggiati.

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COCCINELLA RAGNO LUCERTOLA

I MURI A SECCO

I tratti di bosco presenti in prossimità del percorso ospitano numerosi mammiferi, più facilmente visibili quando escono allo scoperto nei prati circostanti. Tra questi si segnalano il riccio e la lepre. E ancora il tasso, che si rifugia nelle buche da lui stesso scavate, e la volpe, che può spesso condividere le stesse buche. Tra gli ungulati non mancano il cervo e il capriolo, animali schivi che scappano al primo rumore. Durante i mesi dell’inverno, quando le nevicate sono abbondanti, è talvolta pos-sibile avvistare sulle rocce anche qualche camoscio, sceso a quote inferiori rispetto al suo habitat d’elezione.

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CAPRIOLO CERVO TASSO

PRATI E BOSCO

Sui numerosi alberi di castagno presenti nella zona sono presenti il picchio verde e il raro picchio rosso mezzano (specie protetta dalla Direttiva Uccelli). Sempre sugli alberi è possibile vedere il verdone e ascoltare il bel canto del fringuello.

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VERDONE FRINGUELLOPICCHIO ROSSO

GLI ALBERI DI CASTAGNO

Gli alberi di ontano bianco e nero, che contornano le rive dei torrenti, sono il ri-paro ideale per il grazioso verzellino, per il frosone (il più grande tra i fringuelli) e per il lucherino, davvero ghiotto dei frutti degli ontani. Se un tempo i lucherini era-no molto abbondanti nella zona, tanto da “creare” delle nuvole gialle, oggi sono in deciso calo ed è più difficile avvistarli.

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VERZELLINO FROSONE LUCHERINO

VEGETAZIONE RIPARIA

Le siepi rappresentano un ambiente par-ticolarmente prezioso da preservare e rispettare. I loro rami intricati sono un luogo di rifu-gio e alimentazione per uccelli, mammi-feri, rettili e insetti.Tra l’avifauna si segnala nella zona la pre-senza della capinera, di diverse specie di cince (ad esempio la cinciarella e la cincia bigia), del pettirosso, della passera scopa-iola e dello scricciolo. Durante tutto l’an-no non mancano infine i merli.

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SCRICCIOLO CAPINERA CINCIARELLA

SIEPE DI NOCCIOLO Sopra gli alberi più grandi, con un po’ di attenzione e for-tuna, è possibile vedere, mentre sono a riposo, i rapaci notturni, quali il gufo e la civetta comune, o quelli diurni, quali la poiana e l’astore. Non manca poi un simpatico via vai di scoiattoli, sempre intenti a fare provviste di cibo per i mesi più freddi.

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ASTORE CIVETTA GUFO POIANA

I GRANDI ALBERI

Nelle acque del Larganzola la regina in-contrastata è la trota fario. Questo pesce ama infatti le acque fresche e tumultuo-se, nutrendosi principalmente di larve di insetti acquatici, presenti sotto i sassi, ma anche di insetti adulti che cattura “bol-lando” in superficie.

TROTA FARIO

IL TORRENTE

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o Ar

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Maso Tesobo

Alle FontiIl torrente Larganza oggi

VERZELLINO FROSONE LUCHERINO