Presentazione Stirati 22 11 08

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Conferenza regionale dei lavoratori e delle lavoratrici 22-23 Novembre 2008 Torino.

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Conferenza regionale dei lavoratori e delle lavoratrici

22-23 Novembre 2008

Torino.

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Alcuni risultati dell’indagine Fiom(Metalmeccanic@, Meta Edizioni 2008)

• Redditi individuali mensili netti comprensivi di premi, straordinari, turni

– il 30% di tutti gli intervistati ha un reddito compreso tra 900 e 1.100 euro al mese;

– la grande maggioranza (71%) non supera i 1.300 euro mensili;

– La quasi totalità della categoria (86%) ha un reddito netto comunque inferiore ai 1.500 euro al mese.

– I lavoratori che guadagnano di meno sono, evidentemente, gli operai, con un reddito medio pari a 1.170 euro al mese. Ben il 63% degli operai (cioè circa due operai su tre) ha un reddito mensile che non supera i 1.200 euro.

– gli impiegati hanno un reddito medio di 1.370 euro;

– I redditi medi non aumentano sensibilmente nemmeno con l’età: mediamente un operaio con più di 45 anni guadagna appena 100 euro in più di un operaio che ne ha meno di 35.

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Tabella 4 – Redditonetto medio mensileper età

Euro/ mese

Operai- meno di 35 anni 1.111

- da 36 a 45 anni 1.197

- più di 45 1.225

Impiegati

- meno di 35 anni 1.227

- da 36 a 45 anni 1.425

- più di 45 1.531

TOTALE 1.246

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Principali fattori di disparità nei redditi individuali

• Essere donna, anche a parità di anzianità presso l’impresa, di orario di lavoro, di mansione:

• Circa una donna su tre (32%) guadagna meno di 1.000 euro al mese (tra gli uomini soltanto il 9% non supera questa soglia).

• Le donne operaie hanno un reddito medio di 1020 euro mensili, contro 1210 per gli uomini, e il 40% guadagna meno di 1000 euro al mese

• Tra le donne impiegate il reddito medio è 1250 euro mensili contro 1450 degli uomini e il 32% guadagna sino a 1100 euro, contro il 12,5 per gli uomini.

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Il Tipo di contratto

• I lavoratori precari hanno redditi mensili sempre inferiori a quelli dei lavoratori stabili Il reddito medio mensile è 1078 per i contratti atipici (in grande prevalenza contratti a tempo determinato) e 1250 euro per i lavoratori stabili.

• Le differenze tra operai stabili e precari persistono anche a parità di età: circa il 70% degli operai giovani (meno di 35 anni) se sono precari guadagnano meno di 1.100 euro al mese; il 44% se sono stabili.

• Durante l’anno, il 17% ha lavorato tra gli otto e i dodici mesi e il 7% meno di 8 mesi.

• Uno su quattro (il 25%) di questi lavoratori lavora presso la stessa impresa da più di sei anni, e un altro 23% ha lavorato presso la stessa impresa per un periodo tra i due e i sei anni.

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Redditi familiari• il reddito familiare complessivo di chi ha risposto al

questionario mediamente è di 2.125 euro al mese• si va dai 1.983 euro al mese degli operai a 2.472 degli

impiegati. • la grande maggioranza di tutti gli intervistati (80%) è sotto i

2.600. • Mediamente, coloro che vivono in coppia con i figli (che si

dividono a metà tra coloro che hanno un figlio e coloro che ne hanno due o, molto raramente, di più) contano su un reddito familiare mensile di 2.150 euro.

• In particolare: • nel 21,5% dei casi il reddito familiare di questo tipo di

famiglie non supera i 1.500 euro al mese;• nel 17% dei casi è compreso tra 1.500 e 1.900;• nel 46% tra 1.900 e 2.600.

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Incidenza della povertà

• Tra gli intervistati, tale fenomeno riguarda le famiglie con più di due componenti – in genere famiglie con figli conviventi.

• La soglia di povertà relativa calcolata dall'Istat, è per il 2006 di 1290 euro mensili per una famiglia di tre persone e di 1580 per una famiglia di 4.

• Il 14% delle famiglie con tre componenti, ed il 22,5 % delle famiglie di 4 sono sicuramente collocate al disotto di quelle soglie

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Redditi familiari per area geografica• REDDITO FAMILIARE NETTO MENSILE MEDIO

• AREA GEOGRAFICA

• Nord Ovest 2142• Nord Est 2201• Centro 2135• Sud 1765• Isole 1719

• L’incidenza della povertà relativa è molto più elevata nel Sud e nelle Isole: complessivamente in queste aree il 34,5% delle famiglie con tre componenti e il 47% di quelle a quattro componenti cadono sotto la soglia di povertà relativa stimata dall’Istat

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Incidenza delle spese per l’abitazione• Le spese per l’abitazione

• pagano un mutuo 42,2• di cui: • - fino a 300 euro 11,5• - da 301 a 600 euro 50,6• - oltre 601 euro 37,9• 100%•• pagano un affitto 21,4• di cui: • - basso (meno 20% reddito familiare) 19,6• - medio (20-30% reddito familiare) 50,6• - elevato (oltre 30% reddito familiare) 29,8• 100%•• hanno una casa di proprietà (SENZA MUTUO) 36,4

• Totale 100%

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Retribuzioni lorde* mensili** in vari settori produttivi•• ATTIVITÀ ECONOMICHE RETRIBUZIONE LORDA MENSILE MEDIA

• Industria in senso stretto 1,928

• - Industrie tessili e dell'abbigliamento 1.488

• - Fabbricazione di macchine elettriche 2.080

• - Fabbricazione di mezzi di trasporto 2.111

• Costruzioni 1.516

• Commercio, alberghi e ristoranti, trasporti 1.831

• Servizi generali della pubblica amministrazione 2.557

• Istruzione 1.958

• Sanità e assistenza sociale 2.392

• TOTALE ECONOMIA 1.930• Fonte: Istat, Conti Economici Nazionali• * al lordo di imposte e contributi a carico del lavoratore; • ** ricavata dividendo per tredici mensilità la retribuzione lorda annua di una unità di lavoro

standard

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• Il lavoro dipendente in Italia conta quasi 20 milioni di lavoratori , contro circa 6 milioni di lavoratori autonomi

• Il lavoro dipendente complessivo è in aumento dagli anni ‘70 ad oggi, sia nella componente pubblica che in quella privata. Il trend storico/strutturale è a tutt'oggi quello all'aumento del peso del lavoro dipendente salariato sia in assoluto che in proporzione dell’occupazioe totale

• Il silenzio di cui è stato circondato non nasce da una sua perdita di 'peso' nella realtà; ma solo da una perdita di peso politico.

• I dati raccolti, offrono anche lo spaccato di una situazione reddituale assolutamente pervasiva nella società italiana. Anzi, va piuttosto sottolineato che i dati sui redditi che risultano da questa indagine, peccano per eccesso, piuttosto che per difetto. Infatti, sia per la natura del settore che dell'indagine, sono meno rappresentati che nell'insieme del lavoro dipendente le piccole imprese e le regioni meridionali, che vedono generalmente condizioni peggiori

• registriamo qui una presenza di premi di risultato contrattati in azienda pari all’80%, molto al di sopra della media nazionale: nel settore industriale nel suo complesso infatti i dati nazionali indicano che la contrattazione di 2° livello riguarda il 45% degli occupati (Banca d’Italia, Relazione annuale, 2007).

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retribuzioni lorde annue in potere d'acquisto

-

5,000.0

10,000.0

15,000.0

20,000.0

25,000.0Industriain sensostretto

Commercio,riparazioni,alberghieristoranti,trasportiAltreattività diservizi

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• La situazione di impoverimento assoluto e relativo dei lavoratori qui registrata deriva da tendenze di lunga data, e parte dai cambiamenti nella distribuzione iniziati negli anni '80. Da allora in media i salari reali sono cresciuti sistematicamente meno della produttività

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Retribuzioni e produttività nell'industria. 1980=100

-

50.0

100.0

150.0

200.0

RetribuzioniindustriaProduttivitàindustria

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Retribuzioni e produttività nel Commercio, Ristorazione, Trasporti,

Comunicazioni

- 20.040.060.080.0

100.0120.0140.0160.0

1980

1983

1986

1989

1992

1995

1998

2001

2004

2007

RetribuzioniCommercio,ristorazione,trasporti

Produttivitàcommercio,ristorazione,trasporti

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Quota dei profitti e dei redditi non da lavoro

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

1970 1973 1976 1979 1982 1985 1988 1991 1994 1997 2000 2,003.0

SETTORE PRIVATO

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Costo del lavoro e redditi netti

• Importo annuo in migliaia di dollari a parità di potere d'acquistoAnno 2006

• costo del lavoro reddito netto• PAESI• GermanIa54,1 25,7• Francia 49,8 24,8• Italia 36,6 20,1• Svezia 46,4 24,2• Olanda 49,0 27,2• Grecia 39,2 23,1• Danimarca 38,9 22,8• Spagna 35,2 21,4• Norvegia 45,3 28,4• Portogallo 25,8 16,5• Regno Unito 55,1 36,5• Stati Uniti 35,0 24,9• Irlanda 32,9 25,3• OECD 37,8 23,3• EU-15 44,3 25• EU-19 39 22• Fonte: Ocse, Taxing Wages, 2007•

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Costo orario del lavoro (comprensivo di imposte e contributi) –

Industria manifatturiera. •• anno 2006 (dollari Usa)•• USA 29,6• Austria 36,7• Belgio 36,3• Danimarca 38,2• Francia 33,7• Germania 41,0• Irlanda31,0• Olanda35,3• Norvegia 46,3• Svezia 34,2• Spagna 22,0• Regno Unito 33,7• ITALIA 28,7•• Fonte: Bureau of Labor Statistics, Usa

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Da dove viena questo peggioramento delle condizioni dei lavoratori?

• “Svolta” politico-istituzionale fine anni ’70 e inizio anni 80 a livello nazionale ed internazionale (Reagan e Tatcher)

• Cambiamento politiche macroeconomiche in Italia e a livello internazionale: forte aumento della disoccupazione

• In Italia: prima progressiva riduzione copertura scala mobile poi accordo del ‘92 e mancato decollo contrattazione aziendale

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Prospettive

• Aumento della disoccupazione: ulteriore indebolimento della capacità contrattuale, soprattutto a livello aziendale

• Disoccupazione, cassa integrazione, erosione potere d’acquisto dei salari: caduta ulteriore dei consumi, della domanda interna e dell’occupazione

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Possibili obiettivi

• Sostegno della domanda interna e dei salari in termini di potere d’acquisto

• - spesa pubblica • - redistribuzione per via fiscale al lavoro

DIPENDENTE: restituzione fiscal drag; detrazioni per lavoro dipendente e per figli a carico (ma NON quoziente familiare)

• Redistribuzione dai profitti ai salari• Controllo dei prezzi: casa, assicurazioni, prestazioni

professionali, trasporti, energia

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• La redistribuzione del reddito verso il lavoro dipendente:

• Equità e coesione sociale ma anche sostegno della domanda e dell’occupazione sia per l’Italia che per l’Unione Europea: l’aumento dei profitti e la riduzione del costo del lavoro NON generano investimenti, crescita economica, crescita dell’occupazione

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