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Personalità e Disturbi del Comportamento alimentare Laurea Magistrale in Psicologia Corso di Disegni Longitudinali di Personalità Prof.ssa Lisa Di Blas Presentazione a cura di: Dott.ssa Elide Francesca De Caro- phD- [email protected]

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Personalità e Disturbi del Comportamento alimentare

Laurea Magistrale in Psicologia

Corso di Disegni Longitudinali di Personalità

Prof.ssa Lisa Di Blas

Presentazione a cura di:

Dott.ssa Elide Francesca De Caro- phD-

[email protected]

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Personalità e Psicopatologia

Premesse

• Per anni il lavoro di ricerca condotto in questo ambito è stato improntato ad accertare

l’esistenza di connessioni sistematiche tra Personalità e Psicopatologia (Maher & Maher,

1994)

• Lo studio della natura, delle cause e implicazioni di tali connessioni ha costituito il focus di

un ambito di ricerca che è cambiato notevolmente e si è evoluto negli anni (Krueger &

Tackett, 2003)

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Assunti di base:

1. La psicopatologia (in particolare disturbi sull’Asse I) insorge in un contesto

di personalità pre- morbosa: indagare un livello di funzionamento antecedente

2. Stabilire una relazione tra Personalità e Psicopatologia, comprendendone la

natura, le cause e le implicazioni, può condurre ad una migliore comprensione

del funzionamento individuale e dello sviluppo della Personalità

3. Indagare i fattori di rischio e i fattori di protezione, in età evolutiva, rispetto

all’insorgenza di condizioni psicopatologiche può fornire una base ed una

direzione per costruire piani di intervento mirati, in un’ottica di prevenzione

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DEFINIZIONE DEI COSTRUTTI

Temperamento e Personalità

Adulti:

Insieme delle caratteristiche

individuali rispetto a modi di

sentire, pensare e agire

Bambini:

Insieme di caratteristiche

individuali

comportamentali

descrivibili in termini di

Temperamento

- Substrato biologico

- Un sotto insieme dei tratti di personalità

riscontrabili in età adulta (Rothbart et al,

2000)

- Si svilupperebbero in una sempre più coesa e

integrata struttura di personalità (passaggio

da tratti di ordine inferiore a tratti di ordine

superiore)

Legame tra tratti

temperamentali e tratti di

personalità in età adulta

(Halverson et al, 2003;

Shinner & Caspi, 2003; Akson

& Kochanska, 2004)

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Relazione tra Personalità e Temperamento

• Le differenze temperamentali e di personalità sono espressione diverse di

acquisizioni, che avvengono durante il corso dello sviluppo e che afferiscono a

medesime dimensioni di base ( Caspi & Shiner, 2006)

• Relativa coerenza e stabilità di tratti di personalità dall’età pre scolare all’età scolare

(Roberts & Del Vecchio, 2000) con un margine di cambiamento ancora ampio

• Tale stabilità e consistenza permane per tutta l’infanzia e fino all’adolescenza

(Caspi, 2000; Caspi & Silva, 1995)

Integrazione degli ambiti di ricerca sullo sviluppo della personalità infantile e della

personalità in età adulta.

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I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Definizione

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Si possono definire come una grave alterazione del rapporto con il cibo e il proprio corpo in grado di

compromettere gravemente la qualità della vita

«La persona interessata da questa alterazione riferisce di non alimentarsi con serenità e di vivere un disagio con

il proprio corpo e le sue forme»

Comportamenti alimentari disfunzionali: il rifiuto del cibo, le abbuffate, il vomito, l’uso

improprio di lassativi e diuretici, l’intensa attività fisica allo scopo di dimagrire

Si dispongono lungo un continuum: «Eating problems - Partial Syndrome - Full Syndrome»

BREVE INTRODUZIONE AI DCA

Impatto sulla prevalenza e frequenza distribuita nella popolazione «normale»: diversi livelli

di gravità e diversa espressione fenotipica (Tylka & Subich, 1999)

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CLASSIFICAZIONE DEI DCA SECONDO IL DSM-5:

NUOVE CATEGORIE, NUOVI DISTURBI?

Unificazione dei disturbi del comportamento alimentare con i disturbi

dell’alimentazione e della nutrizione

• Pica

• Disturbo da ruminazione

• Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo: ARFID

• Anoressia nervosa

• Bulimia nervosa

• Disturbo da binge-eating

• Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con altra specificazione

• Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza specificazione

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Principali Modelli di Relazione Personalità - Psicopatologia

Personalità e DCA

Modello della Complicazione (ScarModel)

Modello Patoplastico (o dell’esacerbazione)

Modello della Vulnerabilità Modello delle «Cause Comuni»

Spettro

Modello delle «Cause comuni»

O della Terza Variabile

Lilenfeld, L. R. R., et al. ( 2006): «Eating Disorders and personality: A methodological and empirical review»

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MODELLO DELLA COMPLICAZIONE O SCAR MODEL

L’insorgenza e lo sviluppo di una psicopatologia collocabile sull’Asse I (CATEGORIE DISCRETE), incide

sul funzionamento individuale pre-morboso

Per testare l’effetto è necessaria una misura della personalità pre- morbosa (prima dell’insorgenza)

• le variabili di personalità non precedono la condizione clinica incrementandone il rischio di

insorgenza

• la variazione nella personalità sono ritenute un prodotto o «complicazione» dei DCA

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MODELLO DELLA COMPLICAZIONE O SCAR MODEL

- State-effect model: confronto tra persone non più interessate dalla condizione psicopatologica e

pazienti

Keys, et al (1950): ossessività come tratto emergente in risposta alla condizione «semi-starved»

(condizione tipica dopo un lungo periodo «restrittivo»)

- Scar-effect model: confronto tra persone in remissione e gruppo di controllo

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«RECOVERED DESIGN»

Klump Strober, Bulik et al, 2004

Studio sui tratti di Personalità (Modello di Cloninger, 1993)

Metodo

▪ Confronto tra pazienti in fase acuta di malattia (AN, BN, AN + BN e EDNOS) e pazienti in

fase di remissione

▪ Confronto con il gruppo di controllo

Risultati

➢ Nei pazienti in fase di remissione permangono i tratti di Personalità: Harm Avoidance,

Low Self-directedeness, Novelty Seeking

➢ Le scale presentano un elevazione significativamente maggiore sia nelle pazienti in fase acuta

che in remissione rispetto al gruppo di controllo Rilevate ad un livello non

clinico nella popolazione di

adolescenti e associate a livelli

elevati delle scale EAT-40

(Abbate-Daga, Gramaglia,

Malfi, Pierò & Fassino, 2007)

MODELLO DELLA COMPLICAZIONE O SCAR MODEL

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UN «RECOVERED DESIGN» È UTILE PER:

❑ testare il modello della complicazione identificazione di «state-effect» - effetti transitori della

condizione psicopatologica sulla personalità

QUALI POSSONO ESSERE I LIMITI PRINCIPALI?

❑ Difficoltà a discriminare tra eventuali «scar- effects» sulla personalità e la reale

personalità pre-morbosa

❑ In remissione potrebbero persistere residui della sintomatologia o della problematica

che continuano ad influenzare e modificare le caratteristiche di personalità

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MODELLO DELLA COMPLICAZIONE O SCAR MODEL

«FAMILY STUDY»

Studi condotti sui famigliari dei pazienti affetti da un DCA per testare il modello della complicazione

– i dati sulla remissione devono essere raccolti nel periodo di studio (quindi no dati retrospettivi)

1. Famigliari del probando, affetti da BU vs famigliari Rimessi

Elevato senso di

alienazione e reattività

all’ambiente

STATE-EFFECT

2 Parenti (del membro della

famiglia affetto da BU)

precedentemente affetti da

DCA

Parenti mai interessati dalla

condizione clinicavs

Elevati livelli di perfezionismo reattività allo

stress, e deficit enterocettivoSCAR-EFFECT

Nota: il probando («proband») è in genetica, il primo individuo di una famiglia (che viene esaminato), in cui si riscontra uno specifico

carattere, e attraverso il quale è perciò, possibile scoprire se la famiglia è portatrice di quel carattere

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MODELLO PATOPLASTICO (DELL’ESACERBAZIONE)

Il funzionamento pre – morboso influisce sulla psicopatologia, modificandola:

- grado di severità

- modo in cui si esprime (la forma)

- la prognosi (il corso della condizione clinica)

(Anestis, Selby & Joiner, 2007 ; Culbert et al, 2016)

Livelli di Negative Urgency: modalità avventata di reazione agi eventi stressanti

Alti livelli Maggiore gravità sintomatologia

BN e BED

Bassi livelli Minore gravità sintomatologia

BN e BED

• non è un modello causale perciò è necessario chiarire in fase di formulazione teorica se un

tratto di personalità ha ruolo causale o patoplastico

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MODELLO PATOPLASTICO (DELL’ESACERBAZIONE)

«PROSPECTIVE DESIGN»

• Il disegno sperimentale ideale per testare il modello PATOPLASTICO

• La personalità pre-morbosa e la comorbidità tra disturbi della personalità e DCA

Grilo, et al (2003): non è la presenza e la severità di disturbi della personalità ad influenzare il corso

dei DCA

Klump et al (2004): persistenza di tratti della personalità dopo il trattamento e fenomeno di

resistenza al trattamento

➢ la determinazione favorisce una migliore risposta alla CBT per BN (Cloninger, Przybeck, Svrakic, & Wetzel,

1994)

➢ Elevati punteggi alla sottoscala Isteria del MMPI-2 favorisce una migliore risposta nelle pazienti con AN

sottotipo restrittivo (Steinhausen, 2002)

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MODELLO PATOPLASTICO (DELL’ESACERBAZIONE)

«RETROSPECTIVE DESIGN»

• Può essere un utile strumento per indagare il funzionamento pre-morboso

• Si basa su report/interviste retrospettive mirate a ricostruire eventi e vissuti che possano

offrire informazioni sul funzionamento prima della condizione clinica

Jacobi, et al, 2004: possibile identificare solo correlati

Limiti:

• Ricordi inaccurati

• Ricordi selettivi

• Necessità di reclutare «informatori collaterali»

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Considerazioni:

Difficile interpretazione dei dati:

- necessari ulteriori studi e indagini su questo modello della complicazione e

patoplastico reperibilità di misure della personalità pre- morbosa

- combinazione dei diversi modelli nella spiegazione della relazione tra personalità ed

espressione fenotipica nei processi di mantenimento e cronicizzazione di un DCA

- aspetti di natura psicosociale

- Continuità infanzia, adolescenza, età adulta

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MODELLO DELLA VULNERABILITÀ E DELLA RESILIENZA

DUE PRINCIPALI AMBITI DI RICERCA

1. tratti di personalità come precursori e/o fattori di rischio per l’insorgenza di

specifiche psicopatologie- vulnerabilità individuale

2. tratti della personalità individuale come fattori di protezione dall’insorgenza

di specifiche psicopatologie (Resilienza) ---------- caso specifico del modello

patoplastico

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MODELLO DELLA VULNERABILITÀ E DELLA RESILIENZA

1. Lilenfeld, Wonderlich, Riso, Crosby & Mitchell, 2005

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MODELLO DELLA VULNERABILITÀ E DELLA RESILIENZA

• La personalità precede il rischio di sviluppare un DCA

• L’eziologia tra disturbi della personalità e DCA è indipendente (differenziazione utile per

distinguere questo modello dal modello dello spettro)

Nella formulazione è necessario distinguere se si tratta di aspetti della personalità

che costituiscono entità indipendenti rispetto ai DCA

«PERSPECTIVE STUDY»

• L’Inadeguatezza, Nevroticismo, bassa autostima e perfezionismo sono stati indagati come

condizioni di vulnerabilità (Striegel-Moore, et al, 1989; Vohs, et al, 1999)

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1. ANTECEDENTI/PRECURSORI DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO PER LO SVILUPPO DI UN DCA

- Rilevazione di sottotipi di personalità in pazienti adolescenti (Lingiardi 1996)

- Indagine di tratti di personalità ad un livello pre-morboso (Pryor & Wiederman, 1996)

- Studio della vulnerabilità individuale: al fine di descrivere individui più predisposti di altri a sviluppare la

patologia (Johnson & Wonderlich, 1992)

- reciproche influenze tra personalità, comportamenti alimentari e atteggiamenti verso il corpo e le sue forme a

rischio (De Caro & Di Blas, 2016):

Maggiori livelli

Impulsività Minore capacità di riconoscere e identificare

gli stimoli fisiologici di fame e sazietà:

Consapevolezza Enterocettiva

Bassa Autostima Maggiori livelli di Insicurezza sociale e CE

Alto Perfezionismo Bulimia

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Reciproche influenze: variabili EDI-2 come antecedenti temporali dei tratti di personalità (scale MMPI-A)

al T2

• Il BMI (Body Mass Index) è un precursore significativo del Disagio sociale rilevato al T2

• L’Ossessività è anticipata temporalmente dai livelli di Inadeguatezza rilevati al T1

• L’Impulso alla magrezza (DT) interagisce con il BMI nella spiegazione di quote di varianza sui livelli di Disagio

sociale rilevati al T2 per i maschi

IMPLICAZIONI

• Supporto al Modello della Vulnerabilità

• Testare il modello della complicazione e/o patoplastico (dell’esacerbazione)

DISEGNO LONGITUDINALE CON PIÙ MISURE RIPETUTE NEL TEMPO

(INTERVALLI TEMPORALI PIÙ AMPI)

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«RECOVERED DESIGN»

• Rispondere agli obiettivi del Modello della vulnerabilità ed implementato per indagare fattori di rischio

all’insorgenza di una condizione psicopatologica, fattori precipitanti e di mantenimento

La persistenza di determinati tratti di personalità prima e dopo il trattamento e/o in fase di remissione

QUALI POSSONO ESSERE I LIMITI PRINCIPALI?

❑ molti di questi studi non possono stabilire con certezza che non vi sia stata una condizione

clinica antecedente alla valutazione della personalità «premorbosa»

❑ i periodi di follow up spesso sono brevi

❑ spesso non vengono controllati i livelli «patologici» di base

❑ difficoltà a discriminare tra eventuali «scar- effects» sulla personalità e la reale personalità pre-

morbosa

❑ in remissione potrebbero persistere residui della sintomatologia o della problematica che

continuano ad influenzare e modificare le caratteristiche di personalità

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MODELLO «Causa Comune»

DELLO SPETTRO

Approccio dimensionale: Ipotesi del «Continuum»

Alcuni disturbi condividono con caratteristiche di personalità una stessa dimensione: giacciono lungo un

continuum, per cui la questione non è più riferita alla possibilità (probabilità) che un individuo sviluppo o no

una particolare psicopatologia) ma piuttosto che QUOTA di essa presenti

Applicazioni:

- Possibilità di rintracciare fattori specifici e COMUNI a diversi gruppi di psicopatologie

- Possibilità di spiegare la comorbidità tra diversi disturbi e le variabili discriminanti

- Maggiore spiegazione della distinzione tra Personalità e Psicopatologia (Lahey, 2004)

- Ipotesi dell’eziologia comune (es: nel modello della vulnerabilità si attesta una eziologia

indipendente)

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MODELLO DELLO SPETTRO

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❖ un “continuum”, che va dal comportamento alimentare normale alla sindrome franca, o se invece

costituiscano categorie discrete, quantitativamente distinte, che comprendono anche il semplice

“seguire diete” (dieting) e il “fare abbuffate” (binge).

❖ rispetto alle variabili di Personalità (es. ossessività, perfezionismo), queste tendono a

coesistere con DCA

Sono due espressioni diverse di uno stesso disturbo sottostante in termini sia di eziologia che di

patofisiologia

Specifico fenotipo per ED (Berrettini & Wade, 2004; «The genetics of Eating Disorders»)

MODELLO DELLO SPETTRO

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MODELLO DELLO SPETTRO

«FAMILY STUDY»

• Elevati livelli di DCA e DP riscontrati tra i famigliari dei probandi che presentano la comorbidità

(DCA + DP) o uno dei due «puro» (o DCA o DP) rispetto ai famigliari dei probandi «di

controllo» costituirebbe una prova a supporto del modello dello spettro

Mai realizzato

Una forma meno raffinata: comparazione gruppo comorbidità, gruppo puro DCA, gruppo di

controllo ------ escluso gruppo puro DP:

Trovato supporto della causa comune tra OCPD (Disturbo ossessivo compulsivo di personalità) e

AN sottotipo restrittivo----- MA---- mancando il gruppo puro OCPD non si può distinguere il

modello dello spettro dal modello della «terza variabile»

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MODELLO DELLA CAUSA COMUNE

«TERZA VARIABILE»

• Si ipotizza che esista una «causa», un «fattore di rischio» condiviso, responsabile dello

sviluppo di un DCA e/o di un DP

Es. trauma precoce: disturbo bordeline di personalità e BN (Lyons, et al, 1997)

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«FAMILY STUDY»

• utile per indagare sia il modello dello spettro che della terza variabile

• 4 gruppi necessari:

➢ i probandi con DCA e con alti livelli del «tratto» di personalità (indagato)

➢ i probandi con DCA e bassi livelli del tratto

➢ i probandi senza DCA con alto livello del tratto

➢ i probandi senza DCA con bassi livelli del tratto

➢ E i relativi famigliari

«MULTIVARIATE TWIN STUDY»

• studi sui gemelli: permetto di identificare il contributo della componente genetica condivisa e

della componente ambientale condivisa

• Wade et al (2000): modesta relazione positiva tra nevroticismo e DCA (il risultato di fattori

ambientali comuni «non condivisi» piuttosto che fattori genetici

• Klump, McGue & Iacono (2002): trovano il contrario

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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

• i modelli descritti contribuiscono a fornire un quadro comprensivo delle possibili relazioni tra

Personalità e Psicopatologia, integrandosi variamente ad un approccio dimensionale (ipotesi del

continuum)

• supporto dei modelli della vulnerabilità e dello spettro anche con difficoltà discriminative rispetto al

modello della Terza variabile

- specifico fenotipo per ED (Berrettini & Wade, 2004; «The genetics of Eating Disorders»)

- contribuiscono a spiegare le relazioni tra Personalità e ED in un’ottica di indagine dei fattori di rischio

ed eziologici

• Necessità di costruire un modello gerarchico che possa portare ad una migliore definizione della

questione della Comorbidità e dei costrutti

• combinazione dei tratti di personalità nel determinare l’insorgenza e lo sviluppo della psicopatologia:

- Modelli di moderazione e mediazione e dinamiche intra-individuali