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ROMA - 2014

ISTITUTO LUCE CINECITTÀ SRL

LA RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI

(D.LGS. 231/2001)

Materiale didattico ad uso esclusivo dell’Istituto Luce Cinecittà Srl

Sessione formativa

Il D.Lgs. 231/2001 ha superato il principio

“societas delinquere non potest”

…il D.Lgs 231/2001, sanzionando la persona giuridica in via autonoma e diretta con le forme del processo penale si differenzia dalle preesistenti sanzioni irrogabili agli enti, così da sancire la morte del dogma “societas delinquere non potest.

Materiale didattico ad uso esclusivo dell’ Istituto Luce Cinecittà Srl

LE FONTI NORMATIVE

Cass. Sez. II, Sent. n. 3615 del 20.12.2005

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Il Decreto Legislativo 231/2001:

introduce i principi generali e i criteri di attribuzione della responsabilità amministrativa;

identifica i reati in relazione ai quali insorge la responsabilità dell’ente;

identifica gli adempimenti necessari per l’esonero dalla responsabilità;

descrive le sanzioni in caso di commissione del reato.

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SEGUE…

D.LGS. 231/2001

AMBITO DI APPLICAZIONE

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Soggetti destinatari: Società di persone; Società di capitali; Associazioni con o senza

personalità giuridica; Enti pubblici economici; Enti privati concessionari di

un pubblico servizio; Società cooperative.

Soggetti esclusi:

Stato; Enti pubblici territoriali

(Regioni, Province, Comuni); Enti pubblici non economici; Enti che svolgono funzioni di

rilievo costituzionale (Partiti politici, sindacati);

Professionisti.

D.LGS. 231/2001

RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA

DELL’ENTE

Con il D.lgs 231/2001 viene introdotta la responsabilità amministrativa dell’ente, con sanzioni penali. Un ente è passibile di responsabilità in caso di commissione dei reati ex D.lgs. 231/2001, se realizzati

da parte di soggetti in posizione di vertice (c.d. apicali);

da altri soggetti quali dipendenti, consulenti e/o collaboratori, etc.

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NELL’INTERESSE / A BENEFICIO DELL’ENTE

D.LGS. 231/2001

COLPA DI ORGANIZZAZIONE

La punibilità si giustifica solo e in quanto sia riconducibile ad una “colpa di organizzazione”.

La colpa dell’ente risiede nella mancata organizzazione o, più specificamente, nell’omessa predisposizione di un modello di organizzazione e controllo che garantisca il monitoraggio efficace ed efficiente dei processi critici dell’ente e, di conseguenza, eviti o comunque sia finalizzato ad evitare le fattispecie delittuose.

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REATI COMMESSI DA SOGGETTI IN POSIZIONE APICALE

l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato,

un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi;

il compito di vigilare sul funzionamento del modello e di curarne l’aggiornamento è stato affidato a un Organismo di Vigilanza dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo;

le persone hanno agito eludendo fraudolentemente il modello di organizzazione e di gestione.

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l’ente non è responsabile se prova che


la commissione del reato è stata resa possibile dall’inosservanza degli obblighi di direzione o di vigilanza da parte degli organi dirigenti;

si presume esclusa tale inosservanza se l’ente, prima

della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire i reati, e l’Organismo di Vigilanza ha diligentemente svolto le proprie funzioni.

l’ente è responsabile se

REATI COMMESSI DA SOGGETTI SOTTOPOSTI ALLA DIREZIONE O ALLA VIGILANZA DEI

SOGGETTI APICALI

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I REATI PRESUPPOSTO

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Reati originariamente previsti dal D. Lgs 231/2001

art. 24: “indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico”;

art. 25: “concussione e corruzione”.

Reati successivamente integrati nel D. Lgs. 231/2001

art. 24 bis: “delitti informatici e trattamento illecito di dati” (introdotti dall’art. 7 L. n. 48/2008);

art. 24 ter: “ delitti di criminalità organizzata “(introdotti dalla legge n. 46/2009)”;

art. 25 bis: “falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo” (introdotti dall’art. 6 del d.l. n. 350/2001 convertito in L. n. 409/2001);

art. 25 ter: “reati societari” (introdotti dall’art. 3 del D.Lgs. n. 61/2002);

SEGUE…

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Reati successivamente integrati nel D.Lgs. 231/2001

art. 25 quater: “delitti con finalità di terrorismo o di eversione all’ordine democratico” (introdotti dall’art. 3 della Legge n. 7/2004);

art. 25 quater 1: “pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili” (introdotti dall’art. 3 della Legge n. 7/2006);

art. 25 quinquies: “delitti contro la personalità individuale” (introdotti dall’art. 5 della Legge 228/2003 e modificati da art. 10 Legge n. 38/2006);

art 25 sexies: “abusi di mercato” (introdotti dall’art. 9 della Legge n. 62/2005);

art 25 septies: “omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro” (introdotti dall’art. 9 della Legge n. 123/2007 e successivamente modificati dall’art. 300 del D.Lgs. n. 81/2008);

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Reati successivamente integrati nel D.Lgs. 231/2001

art. 25 octies: “ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita” (introdotti dall’art. 63 del D.Lgs. n. 231/2007);

art. 25 novies: “delitti in materia di violazione del diritto d’autore (introdotti dalla L. n. 99/2009);

art. 25 decies: “induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (introdotti dalla L. n. 116/2009);

art. 25 undecies: “Reati ambientali (introdotti dal D.Lgs. n. 121/2011);

art. 25 duodecies: “Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (introdotti dal D.Lgs. n. 109/2012);

“reati transnazionali” introdotti dalla Legge n. 146/2006.

LE SANZIONI

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L’art. 9 del Decreto Legislativo n. 231/2001 elenca le sanzioni irrogabili agli enti che sono: sanzioni pecuniarie (artt. 10, 11, 12 del D.lgs. 231/2001); sanzioni interdittive (art. 9, comma 2 del D.lgs. 231/2001; confisca (art. 19 del D.lgs. 231/2001); pubblicazione della sentenza (art. 18 del D.lgs. 231/2001).

In particolare, sono previste:

sanzioni che devono sempre essere irrogate tutte le volte che sia stata accertata la sussistenza della responsabilità dell’ente (sanzione pecuniaria e confisca);

sanzioni previste solo per alcune fattispecie di reato, nei casi ritenuti più gravi (sanzioni interdittive e pubblicazione della sentenza).

Al fine di essere esonerato dalla responsabilità ex D.Lgs. 231/2001, l’ente adotta al proprio interno i seguenti presidi:

Modello di organizzazione gestione e controllo;

Codice etico;

Organismo di Vigilanza – OdV.

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I PRESIDI DELLA NORMATIVA

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

È un documento che:

le attività aziendali nel cui ambito esiste la possibilità che vengano commessi i reati previsti dal D.lgs. 231/2001

la commissione dei reati previsti dal D.lgs. 231/2001

mediante specifici protocolli e misure di prevenzione

INDIVIDUA


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PREVIENE

OBIETTIVI DEL MODELLO: Prevenire o mitigare ogni forma di irregolarità che possa

concretizzarsi in uno dei reati previsti;

Costituire valide evidenze obiettive al fine di escludere la responsabilità societaria nel caso siano commesse irregolarità;

Assicurare l’efficienza e l’efficacia della gestione per garantire la massima trasparenza nei rapporti con le controparti private e istituzionali.


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Il Modello, per adempiere alla sua funzione in modo efficace va:

aggiornato costantemente.

modificato e/o integrato, in presenza di:

► novità normative intercorse nel D.lgs 231/2001;

► importanti modifiche organizzative all’interno dell’ente;

► commissione di una grave infrazione ex D.lgs. 231/2001.

L’OdV presidia il rischio di commissione dei reati ex D.lgs. 231/2001 e vigila sul buon funzionamento e la corretta applicazione del Modello.

L’Istituto Luce Cinecittà Srl, al fine di essere esonerato dalla responsabilità ex D.Lgs. 231/2001, ha adottato al proprio interno i seguenti presidi:

Modello di organizzazione gestione e controllo (approvato dal CdA in data 19/02/2013);

Codice etico (approvato dal CdA in data 19/02/2013);

Organismo di Vigilanza – OdV – (nominato dal CdA in data 9/11/2012).

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ISTITUTO LUCE CINECITTA’ SRL I PRESIDI ADOTTATI


Il Modello è costituito da una Parte Generale e da una Parte Speciale. La Parte Generale, è suddivisa nelle seguenti sezioni: il sistema organizzativo; il sistema di procure e deleghe; le procedure manuali ed informatiche; il sistema di controllo di gestione; il sistema di controllo sulla salute e sicurezza sul lavoro

(gestione operativa e monitoraggio); il Codice Etico; il Sistema Disciplinare; la comunicazione ed il coinvolgimento del personale sul

Modello, nonché la sua formazione ed addestramento.

ISTITUTO LUCE CINECITTA’ SRL IL MODELLO ADOTTATO

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La Parte Speciale contiene la mappatura dei rischi teorici di commissione dei seguenti reati ex D. Lgs. 231/2002.

reati commessi nei confronti della Pubblica Amministrazione;

reati societari;

reati commessi con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico;

reati contro la personalità individuale;

reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro;

reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita;

reati informatici e trattamento illecito dei dati;

reati di criminalità organizzata;

reati previsti in materia di violazione del diritto d’autore;

reati di induzione a non rendere e/o rendere dichiarazioni mendace all’autorità giudiziaria;

reati ambientali.


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I REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

REATI COMMESSI NEI CONFRONTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: concussione (art. 317 c.p.); corruzione per un atto d’ufficio (artt. 318 e 321 c.p.); corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (artt. 319 e 321 c.p.); corruzione in atti giudiziari (artt. 319-ter e 321 c.p.); istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.); corruzione di persone incaricate di pubblico servizio (art. 320 e 321

c.p.); malversazione ai danni delle Stato o altro Ente pubblico (art. 316-bis

c.p.); peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione di

membri degli organi delle Comunità Europee e di Stati Esteri.


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I REATI SOCIETARI

False comunicazioni sociali (artt. 2621 e 2622 c.c.) Falso in prospetto (art. 173-bis del D.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58) Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni della società di revisione (art.

2624 c.c.) Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza

(art. 2638 c.c.) Omessa comunicazione del conflitto d’interesse (art. 2629 bis c.c.) Estensione delle qualifiche soggettive (art. 2639 c.c.) Impedito controllo (art. 2625 c.c.) Illecita influenza sull’assemblea (art. 2636 c.c.) Aggiotaggio (art. 2637 c.c.) Indebita restituzione dei conferimenti (art. 2626

c.c.) Illegale ripartizione degli utili o delle riserve (art. 2627 c.c.) Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art.

2628 c.c.) Operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 c.c.) Formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.) Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.)


REATI SOCIETARI:

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REATI COMMESSI IN VIOLAZIONE DELLE NORME ANTINFORTUNISTICHE E SULLA TUTELA

DELL'IGIENE E DELLA SALUTE SUL LAVORO

REATI COMMESSI IN TALE AMBITO: Omicidio colposo (art. 589 c.p.); Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.).

L’applicabilità di tali reati ad Istituto Luce Cinecittà S.r.l. è stabilita direttamente dalla legge come specificato negli articoli 3 e 30 del D.lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro).

TUTTE le aree di Istituto Luce Cinecittà S.r.l. sono potenzialmente a rischio di inadempimento.


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REATI DI RICETTAZIONE, RICICLAGGIO E IMPIEGO DI DENARO, BENI O UTILITÀ DI

PROVENIENZA ILLECITA REATI:

RICETTAZIONE (art. 648 c.p.): Si configura nel caso in cui un soggetto, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta danaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farli acquistare, ricevere od occultare. La pena è diminuita quando il fatto è di particolare tenuità. RICICLAGGIO (art. 648-bis c.p.): Si configura nel caso in cui un soggetto sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale. IMPIEGO DI DENARO, BENI O UTILITÀ DI PROVENIENZA ILLECITA (art.

648-ter c.p.). Si configura nel caso di impiego in attività economiche o finanziarie di denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale.


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REATI INFORMATICI E TRATTAMENTO ILLECITO DEI DATI

REATI:

Accesso abusivo a un sistema informatico o telematico (art. 615-ter cod. penale); Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici

(art. 615-quater cod. penale); Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a

danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies cod. penale);

Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quater cod. penale);

Installazione di apparecchiature atte a intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies cod. penale);

Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis cod. penale);

Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro Ente Pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter cod. penale);

Danneggiamento di sistemi informatici e telematici (art. 635-quater cod. penale); Danneggiamento di sistemi informatici e telematici di pubblica utilità (art. 635-

quinquies cod. penale); Documenti informatici (art. 491-bis cod. penale); Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica

(art. 640-quinquies cod. penale).


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RISERVATEZZA: garanzia che un determinato dato sia preservato da accessi impropri e sia utilizzato esclusivamente dai soggetti autorizzati. Le informazioni riservate devono essere protette sia nella fase di trasmissione sia nella fase di memorizzazione /conservazione, in modo tale che l’informazione sia accessibile esclusivamente a coloro i quali sono autorizzati a conoscerla.

INTEGRITÀ: garanzia che ogni dato della società sia realmente quello originariamente immesso nel sistema informatico e sia stato modificato esclusivamente in modo legittimo. Si deve garantire che le informazioni vengano trattate in modo tale che non possano essere manomesse o modificate da soggetti non autorizzati.

DISPONIBILITÀ: garanzia di reperibilità di dati della società in funzione delle esigenze di continuità dei processi e nel rispetto delle norme che ne impongono la conservazione storica.

OBBIETTIVI FONDAMENTALI DELLA SICUREZZA INFORMATIVA

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REATI IN MATERIA DI VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI AUTORE

REATI: ART. 171 L. 633/41 (1° COMMA, LETTERA A-BIS e 3° COMMA) - punisce la

messa a disposizione del pubblico, attraverso l’immissione in un sistema di reti telematiche e con connessioni di qualsiasi genere, di un’opera di ingegno protetta o di parte di essa.

ART. 171-BIS L. 633/41 (1° e 2° COMMA) - Il primo comma dell'art. 171 è volto a tutelare penalmente il c.d. software, punendo l'abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; ma anche l'importazione, la distribuzione, la vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE. Il comma 2 dell’art. 171-bis mira alla protezione delle banche dati.

ART. 171-TER L. 633/41 – La norma punisce l'abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio di dischi, nastri o supporti analoghi o ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento; [omissis]…


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REATI DI INDUZIONE A NON RENDERE DICHIARAZIONI O A RENDERE DICHIARAZIONI

MENDACI ALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA

REATI:

Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.). Il reato si configura mediante l'induzione, a seguito di violenza, minaccia ovvero offerta o promessa di denaro o altre utilità, del soggetto avente facoltà di non rispondere, a non rendere dichiarazioni - ossia ad avvalersi di tale facoltà - o a rendere dichiarazioni mendaci all'Autorità giudiziaria (Giudice o Pubblico Ministero).


AREA DI RISCHIO:

gestione di contenziosi giudiziali ed extragiudiziali nei confronti di soggetti pubblici.

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REATI AMBIENTALI

REATI:

Per quanto attiene le attività specifiche svolte da Istituto Luce Cinecittà S.r.l. si ritiene che l’ambito di applicazione del gruppo di reati previsti dall’art. 25- undecies del D. Lgs. n. 231/2001, ricade esclusivamente nell’art. 257 D.Lgs. 152/2006 - BONIFICA DEI SITI.


AREA DI RISCHIO:

smaltimento di supporti cinematografici.

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ISTITUTO LUCE CINECITTÀ SRL

IL CODICE ETICO

L’adozione di principi etici rilevanti ai fini della prevenzione dei reati ex D.Lgs. 231/2001 costituisce elemento essenziale del sistema di controllo preventivo.

In generale, il codice etico è un documento ufficiale dell’ente che contiene l’insieme dei diritti, dei doveri e delle responsabilità di chi opera con e per conto dell’ente. Il codice deve essere strutturato, nelle sue linee essenziali, in modo tale che vengano garantiti i seguenti principi:

il rispetto di leggi e regolamenti vigenti in tutti i Paesi in cui l’ente opera;

ogni operazione e transazione deve essere correttamente registrata, autorizzata, verificabile, legittima, coerente e congrua;

rapporti di correttezza con gli interlocutori dell’ente: PA, pubblici dipendenti e, nel caso di enti concessionari di pubblico servizio, interlocutori commerciali privati.

Tramite l’adozione del codice e delle procedure attuative dello stesso, devono essere individuate e dissuase quelle condotte penalmente rilevanti che possono arrecare un vantaggio patrimoniale all’ente.

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SEGUE…

FINALITA’ Definire con chiarezza e trasparenza l’insieme dei valori ai quali si ispira per raggiungere i propri obiettivi.

L’osservanza del Codice Etico è imprescindibile per il corretto funzionamento, affidabilità, reputazione ed immagine dell’ Istituto Luce Cinecittà, che costituiscono i fondamenti per il successo e lo sviluppo attuale e futuro. Istituto Luce Cinecittà ha identificato un OdV, il quale provvede: monitorare costantemente l’applicazione del Codice Etico da parte dei

soggetti interessati, anche attraverso l’accoglimento delle eventuali segnalazioni;

segnalare eventuali violazioni del Codice;

esprimere pareri vincolanti in merito all’eventuale revisione delle più rilevanti politiche e procedure aziendali, allo scopo di garantirne la coerenza con il Codice Etico;

provvedere, ove necessario, alla revisione periodica del Codice;

proporre o applicare idonee misure sanzionatorie in caso di violazione.

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SEGUE…

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I principi e le disposizioni del Codice Etico sono vincolanti per gli amministratori, i dipendenti e tutti coloro che operano con Istituto Luce Cinecittà sulla base di un rapporto contrattuale, anche temporaneo. Tutti i predetti soggetti, nel seguito sono collettivamente definiti “destinatari”.

Istituto Luce Cinecittà si impegna a divulgare il Codice Etico presso i destinatari mediante:

apposite attività di comunicazione;

predisposizione e realizzazione di piani periodici di comunicazione volti a favorire la conoscenza dei principi e delle norme etiche contenuti nel Codice.

Istituto Luce Cinecittà provvede a stabilire canali di comunicazione attraverso i quali:

i destinatari possano rivolgere le proprie segnalazioni;

dipendenti possono segnalare (per iscritto e in forma non anonima) ogni violazione o sospetto di violazione del Codice Etico all’OdV.


ISTITUTO LUCE CINECITTÀ SRL IL SISTEMA DISCIPLINARE AZIENDALE

Al fine di garantire l’efficacia del Modello è necessario adottare un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto del Modello e dei Protocolli ad esso connessi (artt. 6 e 7 del D. Lgs. 231/2001). L’applicazione delle sanzioni previste dal Sistema Disciplinare deriva dal mancato rispetto dei principi, valori e norme del Codice di Comportamento ed è indipendente dall’instaurarsi o meno di un procedimento penale da parte dell’Autorità Giudiziaria. Ha una funzione preventiva, in quanto ognuno dei soggetti destinatari del Modello (apicali e loro sottoposti, dipendenti, collaboratori esterni, etc..) deve conoscere, anticipatamente, le sanzioni cui andrebbe incontro in caso di violazione delle regole dallo stesso previste.


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OGGETTO DI SANZIONE SONO:

le violazioni del Modello commesse dai soggetti posti in posizione “apicale”, in quanto titolari di funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione della società o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, ovvero titolari del potere, anche solo di fatto, di gestione o di controllo della società;

le violazioni perpetrate dai soggetti sottoposti all’altrui direzione o vigilanza o operanti in nome e/o per conto della società.

TIPOLOGIE DI SANZIONI

Dipendenti/Dirigenti: si applicano le misure disciplinari fra quelle previste dal CCNL di riferimento;

Amministratori/Sindaci: la sanzione può essere costituita da un rimprovero scritto, da una multa, dalla revoca totale o parziale delle procure o dalla revoca del mandato.

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L’art. 6 del D. Lgs. n. 231/2001 prevede che l’ente possa essere esonerato dalla responsabilità conseguente alla commissione dei reati indicati se l’organo dirigente ha, fra l’altro: adottato modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a

prevenire i reati considerati; affidato il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del

modello e di curarne l’aggiornamento ad un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (OdV).

L’affidamento di detti compiti all’Organismo è dunque un presupposto indispensabile per l’esonero dalla responsabilità, sia che il reato sia stato commesso dai soggetti “apicali” (espressamente contemplati dall’art. 6), che dai soggetti sottoposti all’altrui direzione. REQUISITI: autonomia e indipendenza; professionalità; onorabilità; continuità d’azione.

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ISTITUTO LUCE CINECITTÀ SRL L’ORGANISMO DI VIGILANZA

COMPITI:

vigilanza sull’effettività del modello, che si sostanzia nella verifica della coerenza tra i comportamenti concreti ed il modello istituito;

disamina in merito all’adeguatezza del modello, ossia della sua capacità di prevenire i comportamenti non voluti;

analisi circa il mantenimento nel tempo dei requisiti di solidità e funzionalità del Modello;

aggiornamento in senso dinamico del Modello, nell’ipotesi in cui le analisi operate rendano necessario effettuare correzioni ed adeguamenti;

presentazione di proposte di adeguamento del Modello verso gli organi/funzioni aziendali in grado di dare loro concreta attuazione nel tessuto aziendale;

follow-up, ossia verifica dell’attuazione e dell’effettiva funzionalità delle soluzioni proposte.

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SEGUE…

SEGUE…

ATTIVITA’: si riunisce periodicamente su convocazione di uno dei

componenti; definisce le modalità e le tempistiche con cui i soggetti

apicali, gli organi sociali, le strutture operative, i dipendenti, i consulenti devono trasmettere i flussi informativi all’Organismo stesso;

nello svolgere le proprie attività ispettive, può richiedere in ogni momento alle diverse Funzioni/Direzioni ulteriori informazioni con particolare riferimento a dati e statistiche riguardanti le attività a rischio di reato;

informa in maniera continua e periodica i componenti del CdA e il Collegio Sindacale sulle attività svolte.

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LA GIURISPRUDENZA NEL CORSO DEGLI ANNI

CENNI ALLE SENTENZE EMESSE NEI PRIMI 12 ANNI DI VIGENZA DEL

D.LGS. 231/2001

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