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INDICE

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Editoriale

Siamo Pronti a Lasciarci Guidare? Guida Autonoma all’Autopromotec

Corsi Senza Frontiere Allarghiamo gli scenari formativi

Testiamo le white box ALYT

Numero 30

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Cari amici,

Questo numero inizia con un viaggio che ci ha portati alla

conferenza dell’Autopromotec di Bologna, focalizzata su tutto

quello che l’Internet of Things e la guida autonoma sta

generando nel mondo automotive.

Nel secondo articolo parleremo dei nuovi corsi di formazione in

lingua inglese, l’ultimo effettuato ad una società di vernici leader

nel settore nell’Est Europa.

Infine, ritorneremo a parlare di Internet of Things, ma in ambito

domestico, illustrandovi i risultati dei nostri test sul dispositivo

Alyt per la "Connected Home".

Confidando nel vostro interesse e gradimento,

vi invio i miei migliori saluti.

Marco Marello

Numero 30

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Siamo Pronti a Lasciarci Guidare? Guida Autonoma all’Autopromotec

Anche quest’anno si è svolto a Bologna l’Autopromotec

Conference (biennale internazionale delle attrezzature e

dell’aftermarket automobilistico), due giorni di incontri e

dibattiti con imprenditori e top manager

dell’automotive, un convegno internazionale che

approfondisce i nuovi scenari, nuovi modelli di business

dell’aftermarket, un aggiornamento rivolto all'industria

dell’automotive, ai componentisti, ai ricambisti, al

mondo dell’officina, con le testimonianze dei

protagonisti del cambiamento. Il tema del 2016 che gli

Stati Generali dell’aftermarket hanno affrontato è stato

“Officina 4.0”. La parola chiave dell’evoluzione del

settore è stata la connettività: l’Internet of things una

nuova dimensione con tanta forza da cambiare i

processi in atto e tale da condizionare in maniera

sostanziale il futuro dell’officina e dei ricambi. Dalla

telediagnosi ai servizi di connettività e dalla cyber

security con approfondimenti di scenario sulle

innovazioni alla guida autonoma e proprio su questo

punto andremo a focalizzarci. Uno degli ospiti

dell’Autopromotec, il Prof. Carlo Ratti (Direttore MIT

Senseable City Lab) ci ha fatto capire quanto ormai si

fa sul serio. L’auto a guida autonoma è entrata nella fase

di sperimentazione “calda” e la città che sta facendo da

apripista per una flotta di veicoli pubblici senza guidatore

la cosiddetta “Svizzera d’Oriente”, centro economico

sempre più protagonista nella scena internazionale e

luogo caratterizzato da un mix cultural-tecnologico come

pochi altri al mondo. Grazie ad un finanziamento di ben 16

milioni di dollari erogato alla startup nuTonomy da parte di

vari soggetti, tra cui Ford che è stata tra le prime sostenitrici

della nuova azienda proveniente dal MIT, il

celebre Massachusetts Institute of Technology.

Dunque, Google, GM e Uber non sono le uniche che puntano

ai taxi senza autista. La startup nuTonomy ha però stretto un

accordo con il governo di Singapore per far circolare i suoi

prototipi a guida autonoma in mezzo al traffico reale entro il

prossimo autunno e prevede di lanciare il servizio effettivo

per il pubblico non più tardi del 2018. Attualmente, le

vetture utilizzate per i test sono le elettriche Mitsubishi

iMiev, ma gli ingegneri della nuTonomy anticipano che

aggiungeranno al loro parco auto anche le Renault Zoe entro

la fine del 2016.

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NuTonomy, che vede tra i fondatori anche un italiano, il

professore del MIT Emilio Frazzoli, non produce

hardware e sensori per la guida autonoma, è

specializzata invece nel software che la fa funzionare, nel

“cervello elettronico” che dice alla vettura come si deve

comportare a seconda delle situazioni e che

immagazzina ed elabora i dati raccolti per migliorare

l’esperienza. E sembra funzionare piuttosto bene.

Sono ben otto, finora, le aziende che si sono recate a

Singapore per testare i propri veicoli driverless – tra cui

Uber e BMW – ma nuTonomy è l’unica, ad oggi, ad aver

concluso un accordo con le istituzioni della città-

stato asiatica.

La tecnologia è pronta. E noi, siamo pronti a lasciar

guidare il computer?

La guida autonoma è destinata a cambiare completamente il

nostro modo di guidare e anche le basi della

classica assicurazione auto.

Se ciò comporterà una rivoluzione nel settore

dell’automobile e dei trasporti, ammesso che realmente ci

possano essere meno incidenti, è altresì vero che la

riparazione di un veicolo sarà più costosa proprio per

la tecnologia e l’elettronica in esso contenuto. Insomma, il

quadro parrebbe rappresentare un panorama con meno

incidenti ma riparazioni decisamente più costose.

Cosa ci riservo il futuro?

Le assicurazioni andranno a scoprire territori inesplorati

proprio perché si troveranno ad affrontare contesti e

situazioni tutte nuove: innanzitutto l’auto a guida

autonoma come verrà utilizzata rispetto all’uso attuale

dell’auto? E in caso di condivisione di utilizzo come si

disciplinerà la materia? L’auto a guida autonoma si potrà

prestare bene anche al noleggio, quindi alla condivisione di

utilizzo: che tipo di assicurazione verrà stipulata in questo

caso?

Anche la costatazione amichevole probabilmente non avrà

più senso, poiché è presumibile pensare che in un mondo

dove tutto sarà connesso, le auto trasmetteranno alle

rispettive compagnie assicurative, i dati attraverso cui le

stesse potranno rilevare le modalità di accadimento degli

eventi e le responsabilità con buona pace dei

passeggeri/conducenti.

Siamo Pronti a Lasciarci Guidare? Guida Autonoma all’Autopromotec

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Ultimamente si è parlato molto del primo incidente

mortale che ha visto coinvolto un veicolo a guida

autonoma di Tesla; anche in questo caso non è di facile

individuazione la responsabilità dell’accaduto.

Ma tornando a quello che attualmente è già sulle nostre

strade, Generali Innovation Center sta portando avanti dei

test in collaborazione con Audi Italia, Renault e Nissan,

analizzando i progenitori dei sistemi di guida autonoma.

Tali sistemi, chiamati A.D.A.S (Advanced Driver Assistence

System), permettono tramite svariati sensori di monitorare

ciò che accade attorno al veicolo e di assistere il guidatore

tramite segnalazioni acustiche, visive e, nei sistemi più

evoluti, intervenire direttamente ad esempio frenando

automaticamente. Nei prossimi numeri vi racconteremo i

risultati tecnici dei test attualmente in corso.

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Corsi Senza Frontiere Allarghiamo gli scenari formativi

Come ben sapete, Generali Innovation Center si occupa

di formazione interna ed esterna alla Ns Compagnia e

nel mese di Aprile si è tenuto, presso la sede di Generali

Innovation Center, il primo corso totalmente in inglese. Il

corso è stato erogato ad una società di vernici, Helios

SPA, leader nel Est Europa. Helios nasce nel 1924 e oggi

è presente tra le prime dieci aziende nel mercato

europeo. Con 15 siti produttivi, con 145.000 mq di area

di produzione, 30 propri punti di vendita locali e 50

partner.

L’argomento principe è stato il tempario Siva, il Tempario

creato da Generali Innovation Center.

Helios ha mostrato molto interesse dato l’obiettivo di

iniziare ad utilizzare Siva per testare i parametri tecnici dei

loro prodotti sulle riparazioni.

I due giorni di formazione si sono suddivisi in parte presso

l’area sperimentale, andando a seguire in presa diretta la

riparazione di un atto vandalico, e in parte in aula con

sessioni teoriche. Una volta prese le tempistiche reali della

riparazione, il corso si è trasferito in aula per vedere

l’effettivo utilizzo del sistema e confrontare i tempi del

tempario di Generali Innovation Center.

In tutto il ciclo di riparazione sono stati utilizzati prodotti

Helios.

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Corsi Senza Frontiere Allarghiamo gli scenari formativi

Il risultato è stato ottimo con soddisfazione da ambo i lati,

che ha portato a rafforzare la collaborazione ed

organizzare ulteriori date del corso.

Il corso di formazione è stato un momento di scambio tra

diverse culture e diverse realtà, che ha messo in luce le

esigenze che possono riguardare altri Paesi. Anche

Generali Innovation Center si è recata presso la sede in

Slovenia di Helios per osservare da vicino il processo

produttivo e testare con i loro tecnici i prodotti più

innovativi ed in fase di sperimentazione.

Rimanendo nell’ambito Internazionale Generali

Innovation Center in Collaborazione con L’Head Office di

Generali sta organizzando dei corsi rivolti a colleghi

provenienti dai vari Paesi della UE.

Questo processo di Internalizzazione che sta

coinvolgendo Generali Innovation Center nell’ambito

formativo è solo il primo step. Vi aggiorneremo nei

prossimi numeri!

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Testiamo le white box ALYT

Nei precedenti numeri di Generalicar News vi abbiamo

parlato del tema IoT (“Internet of Things”) ed in

particolare della “Connected Home” con i risvolti che

può avere in ambito assicurativo. Nell’ultimo articolo vi

avevamo descritto le caratteristiche del sistema

Samsung SmartThings; eccoci ora a proporvi risultati dei

test condotti su un altro prodotto interessante: ALYT.

ALYT è un prodotto LYT Inc., un’azienda fondata da

cinque ragazzi di Torino nel Novembre del 2013, con

sede oltreoceano nella celebre Silicon Valley.

Alyt si indirizza principalmente al mercato consumer, ma

la società pensa di sviluppare le proprie attività anche

verso il mercato assicurativo, seguendo un modello di

business B2B2C fornendo servizi professionali di terze

parti.

ALYT, acronimo di “Affordable Link Your Things”, è uno

Smart Home Manager DIY (“Do It Yourself”) costituito da

un hardware (Hub), da una piattaforma in Cloud per la

domotica e da un app per l’utente.

Alyt non possiede sensori e dispositivi propri, ma si pone

quale sistema di gestione versatile in grado di far

dialogare numerosi “dispositivi smart”, facendoli

interagire tra loro a prescindere dal protocollo di

comunicazione che utilizzano (3G, Z-Wave, Zigbee,

Bluetooth, Wi-Fi, IR e NFC).

Questo si traduce in un grande vantaggio per il cliente

finale che può scegliere liberamente tra più di 1000

dispositivi di oltre 200 brands presenti sul mercato,

soddisfacendo le proprie esigenze in termini di

funzionalità, caratteristiche tecniche, design e costi.

La batteria d’emergenza e la comunicazione cellulare

bluetooth e/o 3G permettono al sistema di funzionare

anche in assenza di alimentazione e di copertura,

continuando a dialogare con i sensori presenti in casa.

Il sistema offre ampissime possibilità di impiego, dalla

gestione dalle tapparelle e delle porte, ai dispositivi di

sicurezza, dalla lavatrice all’impianto elettrico,

all’ottimizzazione dei consumi.

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Bluetooth

ZigBee

Al fine di valutare la customer experience e le

difficoltà di installazione, Generali Innovation Center

ha testato l’HUB (versione 1.4.22) e l’app (versione

1.1.8) di ALYT.

Per verificare la versatilità e le capacità di

connessione sono stati provati i dispositivi di due

differenti brand che sfruttano diversi sistemi di

comunicazione. I prodotti Fibaro si servono del

protocollo di connessione Z-Wave, mentre i prodotti

Bitron Home si appoggiano al sistema di

comunicazione ZigBee.

Testiamo le white box ALYT

La configurazione adottata nel test è costituita da:

- sensore di allagamento e di temperatura (Fibaro -

Flood Sensor), operativo semplicemente poggiando

il dispositivo sul pavimento.

- rilevatore di fumo (Fibaro - Smoke Sensor), che

integra un termometro per segnalare innalzamenti

termici, legati a possibili incendi, anche in assenza

di fumo.

- sensore di prossimità magnetico (Bitron Home –

Magnetic contact sensor), che può segnalare

l’apertura o la chiusura di porte e finestre.

- sensore di movimento ad infrarossi per interno

(Bitron Home – Motion sensor).

Fibaro

Flood Sensor

Fibaro

Smoke Sensor

Kwikset

925 Kevo Single Cylinder

Everspring

Wireless On/Off Plug with

Power Metering Bitron Home

Motion sensor

Bitron Home

Magnetic contact sensor

Nest

Learning Thermostat

SkyBell

Wi-Fi Doorbell with Motion Sensor

Z-Wave

Z-Wave

ZigBee

Wi-Fi

Bluetooth

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Testiamo le white box ALYT

Il sistema Alyt si è dimostrato

piuttosto rapido nel avvisare

l’utente dello stato di allarme

dei diversi sensori. Il lasso di

tempo che intercorre tra il

cambio di stato del sensore e

la ricezione della notifica è

stato dell’ordine di 30 secondi

per notifica su app (Cloud

mode), mentre in 20

I dispositivi sopracitati sono tutti alimentati a batteria ed

hanno connessione wireless, permettendo una facile

installazione fai-da-te senza necessità di interventi

murari.

Il processo di installazione, eseguito da un utente medio,

non esperto del prodotto, si è rivelato abbastanza

semplice. Come prima operazione è richiesta la

registrazione sul sito web di ALYT, cui segue il download

dell’app su smartphone (o tablet) e la connessione dello

stesso con lo Hub in modalità Wi-Fi e Cloud. Solo durante

quest’ultima operazione, che permette la gestione dei

dispositivi in remoto, sono state riscontrate dall’utente

alcune difficoltà.

La versione del firmware testato presenta un limite

importante legato alla possibilità di monitorare

esclusivamente il parametro principale trasmesso dai

sensori installati. Ad esempio connettendo Fibaro -

Smoke Sensor ad Alyt è stato possibile verificare solo la

presenza o l’assenza di fumo, mentre con altri Hub (i.e.

Samsung SmartThings) è possibile visualizzare la

temperatura ambientale misurata dal termometro

integrato, il livello di carica della batteria, la perdita della

connessione, oltre che gestire le impostazioni della

sensibilità e degli allarmi sonori/visivi/acustici del

dispositivo.

secondi è possibile ricevere la notifica via email.

L’Hub di Alyt è dotato di una camera ad alta

definizione che permette di ricevere immagini o

filmati in qualsiasi momento. È stato impostato uno

scenario che faccia avviare la registrazione di un

video al verificarsi di un anomalia (es allagamento,

intrusione, presenza di fumo). Alcuni frames vengono

inviati istantaneamente via email all’utente, mentre il

video completo rimane memorizzato sulla SD card.

Un problema è stato riscontrato alla rimozione della

SD card. Alyt disattiva permanentemente lo slot e,

per il riconoscimento del reinserimento della

memoria esterna, è necessario riavviare il sistema

estraendo la batteria.

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Testiamo le white box ALYT

Dai nostri test è risultata una performance non

particolarmente brillante in termini di massima distanza

di connessione.

Nella tabella sottostante si propone un confronto diretto

con il Samsung SmartThings Hub.

Un ulteriore aspetto che necessita un miglioramento

riguarda la perdita di segnale dei sensori. Quando

vengono spostati oltre il limite di connettività non si

riceve alcuna notifica che avverta dell’interruzione della

comunicazione tra sensore e Hub; anche lo stato del

sensore visualizzato sull’app non subisce alcuna

variazione.

Gli aspetti negativi segnalati (i.e. istruzioni limitate sulle

funzionalità dell’applicazione, visualizzazione del solo

parametro principale dei sensori, disconnessione dello

slot SD, perdita connessione non segnalata) sono in gran

parte già noti al produttore che ha pianificato la loro

risoluzione già dalla prossima versione.

In conclusione Alyt si è dimostrata una piattaforma con

ottime potenzialità, ma che necessita di completare la

fase di sviluppo e il miglioramento di alcuni dettagli. Le

funzionalità sono in costante aumento, anche grazie alla

community di appassionati di informatica e di domotica

Tipo di sensore Test in ambiente con muri ed ostacoli, simile a quello domestico

15 m 20 m 25 m 30 m Fibaro Smoke sensor con Alyt

Fibaro Smoke sensor con SmartThings

Fibaro Flood sensor con Alyt

Fibaro Flood sensor con SmartThings

Bitron Motion sensor con Alyt *

Bitron Magnetic sensor con Alyt *

* Confronto con Samsung SmartThings non disponibile perché non compatibile con Bitron

formatasi spontaneamente intorno

alle possibilità offerte dal sistema

operativo Android parzialmente open

source.

Inoltre LYT Inc. ha già avviato una

collaborazione con una compagnia

esperta in “customer experience” per

migliorare la propria applicazione.

Noi di Generali Innovation Center

siamo ansiosi di testare il prodotto

aggiornato; nella sua attesa

continueremo a raccontarvi i risultati

dei test condotti su nuovi dispositivi

per la «connected home».

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2012

Via C. Pisacane, 48 20016 PERO (MI) Tel. 02 38 100 356 www.generalicar.com

Dirigente Responsabile Marco Marello [email protected] Resp. Centro Sperimentale Ricerca e Formazione Tecnica Ing. Andrea Mondini [email protected]

Numero 30