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Prof. Roberto Riguzzi LISCIVIAZIONE (Estrazione solido-liquido) 1

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Prof. Roberto Riguzzi

LISCIVIAZIONE (Estrazione solido-liquido)

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INTRODUZIONE

L’estrazione è una operazione che consente di rimuovere un componente da una miscela mediante solubilizzazione con appropriato solvente (liquido). Se la fase estratta è solida, l’estrazione è chiamata lisciviazione. L’operazione consiste nel mettere a contatto il solido con la sostanza da estrarre (soluto A) opportunamente pretrattato (macinazione, frantumazione, riscaldamento, ecc.) con un liquido (solvente S). La soluzione formatasi è poi separata dal solido residuo (materiale inerte). L’insieme delle due operazioni rappresenta uno stadio di estrazione. Al termine dell’estrazione il solvente sarà separato dal soluto, per ottenere il componente desiderato puro e riciclare il solvente. Tutte e tre i componenti di questo processo sono nella maggior parte dei casi non sostanze pure, ma miscele di sostanze.

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PARAMETRI CHE INFLUENZANO L’ESTRAZIONE

La quantità di soluto estratto dipende da molti fattori chimico/fisici: •concentrazione del soluto nel solido; •tipo di solvente; •quantità di solvente; •Temperatura e pressione; •dimensioni delle particelle del solido (superficie di contatto); •numero di stadi di estrazione; •tempo di contatto solido/solvente e agitazione. L’estrazione è favorita dalla temperatura, dalla Pressione, dall’agitazione, dalla natura del solvente e dalle dimensioni piccole delle particelle di solido. La separazione del solido dal liquido, nella realtà, non è mai completa. Parte del solvente rimane imprigionato nel solido formando un fango. Quindi alla fine del processo avremo una soluzione (solvente + soluto) e un fango.

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MODELLO A DOPPIO FILM Il trasferimento di materia in assenza di reazioni chimiche fra due fasi immiscibili è quello del doppio film (o doppio strato - double layer). Ai due lati dell’interfaccia sono presenti due strati sottilissimi (strato limite) in cui è localizzata la resistenza al trasferimento di massa che avviene solo per diffusione, mentre nel resto della massa avviene per turbolenza. Questo è lo stadio lento dei processo. Il gradiente di concentrazione fra ogni film sottile e la massa della fase spinge il processo di diffusione.

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La diffusione è regolata dalla Legge di Fick che descrive il trasferimento tra le due fasi dovuto ai gradienti di concentrazione. c = -D*dx/dl c: il flusso di soluto per unità di sezione (velocità di diffusione in kg/m2*s). D: coefficiente specifico di diffusione che dipende dai materiali coinvolti nell’operazione e dalla temperatura (kg/m*s). dx/dl: gradiente della concentrazione del soluto nella direzione l (m-1). Il rapporto fra le concentrazioni del soluto nelle due fasi è il coefficiente di ripartizione di Nerst Kf=y/x=xEi/xRi

MODELLO DELL’ESTRAZIONE SOLIDO-LIQUIDO

Il modello diffusivo nella lisciviazione prevede che uno dei due film sia costituito dal solido e il liquido ricopre la particella di una pellicola sottile di soluzione stagnante corrispondente allo strato limite. In assenza di reazioni chimiche la diffusione del soluto rappresenta lo stadio lento. In presenza di reazioni chimiche la valutazione va svolta in funzione della loro cinetica. Il meccanismo procede per stadi:

1.Diffusione del solvente dalla soluzione alla superficie del solido attraverso lo strato limite.

2.Diffusione del solvente all’interno dei pori.

3.Dissoluzione del soluto.

4.Diffusione del soluto dai pori alla superficie della particella.

5.Diffusione del soluto dallo strato limite alla massa del soluto.

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EFFICIENZA

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Il tempo di contatto solitamente non consente di raggiungere l’equilibrio nella ripartizione del soluto nelle due fasi. L’estrazione nello stadio reale sarà perciò minore rispetto a quello dello stadio ideale. Per questo motivo si introduce il concetto di efficienza : = estratto/estraibile La lisciviazione può essere a stadio singolo o a stadi multipli. La risoluzione dei problemi può richiedere il calcolo delle portate, la determinazione delle composizioni e il calcolo degli stadi. Questi calcoli sono svolti sia per via analitiche che grafica.

DIAGRAMMI TERNARI Un sistema formato da tre componenti è rappresentato attraverso un diagramma triangolare. Nella lisciviazione utilizzeremo triangoli rettangoli isosceli, nell’estrazione liquido/liquido triangoli equilateri. Nel triangolo i tre vertici rappresentano i componenti puri (A il vertice in basso a destra, B l’angolo retto, S il vertice superiore). I punti lungo tre lati rappresentano le composizioni delle tre possibili miscele binarie (l’asse delle ascisse sono le miscele soluto(A)/inerte(B), l’asse delle ordinate le miscele solvente(S)/inerte(B), l’ipotenusa le miscele solvente (S)/soluto(A)). I punti del triangolo le composizioni delle possibili miscele ternarie.

S

B A 7

DIAGRAMMI TERNARI

La composizione delle miscele sul grafico sono espresse come frazioni in massa dei tre componenti (x, y, z). Con questo sistema la quantità di ciascuno componente non è indipendente ma è funzione di quella delle altre due.

x= mA/(mA+mB+mS) y = mS/(mC+mB+mS) z = mB/(mA+mB+mS)

x + y + z = 1

Nell’esempio della slide precedente la composizione rappresenta dal punto corrisponde ad una miscela con 0,4 (40%) di soluto, 0,2 (20%) di solvente, 04, (40%) di inerte. Siccome il solido e il liquido sono tra loro non miscibili, la miscela ternaria si separerà in una fase solida e in una fase liquida.

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PUNTO DI SATURAZIONE Nella curva di equilibrio dobbiamo considerare che il soluto non sia miscibile con il solvente in tutte le proporzioni, ma oltre una certa quantità determina la formazione di soluzioni sature. La soluzione satura individuata da un punto sulla ipotenusa (C ). L’area del triangolo compresa sotto la retta che congiunge il punto C con il vertice dell’angolo retto è la zona di saturazione, dove è presente soluto non solubilizzabile dal solvente. Di solito si lavora con rapporti che si collocano sopra questa retta, con il soluto completamente solubile nel solvente. Ovviamene la collocazione del punto C e della retta di saturazione dipendono dalla temperatura.

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SEPARAZIONE DELLE MISCELE TERNARIE

Le miscele ternarie si separano in funzione della posizione della stessa rispetto alla retta di saturazione. Nel caso del punto G (soluzioni diluite) la composizione della soluzione si ottiene prolungando la retta che passa per G partendo dall’origine. Nel caso di soluzione sature (N), la composizione della soluzione è vincolata dalla solubilità (punto C). Prolungando la retta che congiunge C con N si ottiene la composizione del solido residuo (F).

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LINEA DI EQUILIBRIO (O DEL FANGO)

Parte della soluzione non può essere separata dal solido. La soluzione quindi si separerà non dal solido esausto, ma dal fango con cui sarà in equilibrio. La curva che rappresenta il limite oltre al quale il liquido aggiunto può essere separato dal solido è chiamata curva di equilibrio. Per poter svolgere la lisciviazione è necessario che la miscela ternaria che si formi risulti al di fuori di questa curva. La funzione matematica che rappresenta questa curva può dipendere:

1. La quantità di soluzione che rimane nella soluzione varia al variare della composizione della miscela (correlazione empirica).

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LINEA DI EQUILIBRIO (O DEL FANGO) 2. La quantità di soluzione che rimane

nella parte solida è indipendente dalla composizione della miscela (rapporto soluzione /inerte costante). (xR+yR)/(1-xR-yR )=r. xR è la frazione di soluto nel fango e yR la frazione di solvente. La retta è parallela all’ipotenusa e passa per un valore di x=y.

3. La quantità di soluzione che rimane nel fango è costante al variare della composizione della miscela (rapporto solvente inerte costante). yR/(1- xR-yR

)=r

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LISCIVIAZIONE DISCONTINUA

Metodo matematico. Impostiamo i bilanci materiali:

F + E= M+ S Bilancio di massa globale

M*xM = F *xF + E* xE Bilancio di massa del soluto

S= F*yF + E*yE Bilancio di massa del solvente.

Il bilancio di massa dell’inerte è funzione delle equazioni già scritte.

Flussi in entrata M=alimentazione S= solvente.

Flussi in uscita: F= Raffinato/fango E = estratto (solvente + soluto).

y= frazioni del solvente nelle miscele. x= frazioni del soluto nelle miscele.

Da queste equazioni possiamo calcolare la quantità di solvente necessaria, la quantità di solido che si può trattare con un certo solvente, le composizione delle diverse frazioni.

Calcolo della composizione della miscela ottenuta dalla mescolanza del solvente con l’alimentazione (T) (esempio pag 10)

xT= M*xM/(M+S) yT= S/(M+S) l’inerte è calcolato per differenza.

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LISCIVIAZIONE DISCONTINUA

Metodo grafico. Si applica per la sua semplicità e quando non sono disponibili tutti i dati per il metodo matematico.

Si posizionano sul grafico il punto M in funzione della composizione. Si congiunge con il punto che rappresenta il solvente S. La miscela ternaria che si forma giace sulla retta che congiunge questi due punti e la indichiamo con T. La sua posizione dipende dal rapporto fra le portate di M e S con la regola della leva risolvendo il sistema di queste due espressioni.

MT*M=TS*S

MT+TS=MS

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LISCIVIAZIONE DISCONTINUA

La miscela del punto T si separerà nel raffinato e nell’estratto (Vedi slide 10). Se è presente la retta di equilibrio la fase solida sarà un fango la cui composizione la leggiamo sulla retta del fango (soluzioni E e F). Misurando sul grafico i segmenti FT, TE e FE si possono calcolare le portate di flussi mettendoli a sistema con il bilancio di materia totale. Vedi esempio pag 11.

F+E=M+S bilancio globale

TE*E = TF*F rapporto fra i flussi in uscita

Le composizioni dei flussi si leggono sul grafico.

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Linea di

equilibrio

B

B M A

S

E

T

D F

YE

YR

XR XE

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Condizione limite: rappresenta la

quantità minima di solvente da aggiungere per poter avere la separazione. Si ricava dal grafico e si esprime come rapporto rispetto all’alimentazione. Consideriamo una solido con portata e composizione M a cui si aggiunge solvente S. Tutte le miscele ternarie che si collocano tra M e D non separano, rimane solo il fango. Il rapporto (MD/SD)min è il rapporto minimo di S/M che consente la separazione. La quantità di solvente da aggiungere è spesso espressa come multiplo di (MD/SD)min .

ESTRAZIONE A STADI MULTIPLI A CORRENTI INCROCIATE

S1 S2 S3

M F1 F2 F3

E1 E2 E3

L’asportazione del soluto da parte del solvente è migliore però porta a estratti

diluiti. Si calcolano composizione, portate e numeri degli stadi.

Si opera nel seguente modo:

si traccia la linea d’equilibrio e su di essa si identifica Fn (dato).

Si segnano M ed S e si uniscono.

Si determina quindi T1 con la regola della leva.

Unendo B(l’angolo retto) con F1 si individuano F1 e E1.

Si unisce F1 ( che rappresenta l’alimentazione del secondo stadio) con S . Si

determina così T2 con la regola della leva.

Unendo il vertice B con T2 si individuano E2 e F2.

Si prosegue fino a quando il raffinato F ha concentrazione minore di Fn.

Il caso rappresentato in figura si riferisce ad una linea d’equilibrio tracciata per

punti, un solvente non puro contenente del soluto e l’alimentazione contenente:

soluto, solvente e inerte.

M1 M2 M3

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Esempi pag 14. Risoluzione di un impianto operante in equicorrente nel caso di soluzioni diluite e di soluzione sature

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LISCIVIAZIONE A STADI MULTIPLI IN CONTROCORRENTE

Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 Stadio 4

F3 Fn

S E4 E3 E2 E1

F1 F2 M

Calcolo del bilancio di materia dell’intera apparecchiatura: M+S= E1+Fn

Se manca uno di questi dati ,può essere determinato graficamente determinando il punto T globale con la regola della leva. Per il calcolo del numero degli stadi dobbiamo calcolare H (corrente all’interstadio). M=H+E1 Siccome M è la somma di H e E1, questi tre punti giacciono sul grafico sulla medesima retta. Similmente possiamo dire Fn=H+S. Le coordinate di H (x concentrazione di soluto e y concentrazione di solvente) si possono calcolare dal bilancio di materia dei singoli componenti (S e A) all’interstadio (esempio a pag 16). H*xH = M*xM - E1*xE1 xH= (M*xM-E1*xE1)/H H*yH = M*yH - E1*yE1 yH= (M*yM-E1*yE1)/H Graficamente H è individuato dalla intersezione delle rette E1M e SFn

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ESTRAZIONE A STADI MULTIPLI IN CONTROCORRENTE

Determinate le coordinate di H, si procede al calcolo egli stadi congiungendo E1 con l’origine del grafico, nel punto in cui incrocia la curva del fango troviamo F1. Colleghiamo H con F1 e dove la retta tocca l’ipotenusa individuiamo E2. Congiungiamo con l’origine e troviamo F2. Si procede fino a raggiungere una concentrazione di soluto nel fango inferiore a Fn. Il numero di segmenti EnFn rappresenta il numero degli stadi teorici o ideali.

Il calcolo degli stadi reali si ottiene dividendo gli stadi teorici con l’efficienza.

Nreali=nt/η (esempio pag 18)

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Calcolo degli stadi teorici. Vedi esempio pag 18). Esercizi a pag 31 dal n. 1 al n.7

DISEGNO IMPIANTO DI ESTRAZIONE SOLIDO/LIQUIDO

Un prodotto vegetale, opportunamente pretrattato, è sottoposto ad estrazione con solvente in contro corrente in continuo, per recuperare un composto presente nel vegetale. Si utilizza acqua preriscaldata. La soluzione ottenuta, opportunamente filtrata, e il solido residuo, dopo passaggio in filtro pressa, sono inviati allo stoccaggio e successive lavorazioni. Il liquido in uscita dalla filtro pressa è unito al flusso dell’estratto. L’acqua di processo è prelevata dopo stoccaggio. L’estratto presenta viscosità elevata.

Disegnare lo schema di un impianto idoneo a effettuare l’operazione proposta, rispettando le normative UNICHIM, completo delle attrezzature accessorie (pompe, valvole, serbatoi, stoccaggi e macchinari per il trasporto dei solidi) e degli anelli di regolazione automatica. Elaborate una proposta di estrattore per svolgere questa operazione.

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Estrazione con solvente in controcorrente utilizzando acqua preriscaldata (esame di

stato 1991, pag 115 del Manuale)

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ESERCITAZIONI

Esame di stato 1991 pag 112 del manuale per calcoli e disegno.

Esame di stato 2001 quesito 1 Pag 195 e 199 calcoli.

Esame di stato 2009 quesito 1 pag 262 e 264 calcoli.

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APPARECCHIATURE PER LISCIVIAZIONE

CLASSIFICAZIONE

In funzione della modalità dell’estrazione

- Per percolazione: il solvente attraversa un letto solido le cui particelle sono immobili;

- Per dispersione: il sistema di agitazione fa muovere disordinatamente il solido nella soluzione.

In funzione della movimentazione del solido

- Apparecchiature discontinue: si alternano fasi di carica dell’estrattore, aggiunta di solvente, scarico della soluzione e svuotamento del raffinato. Presentano un solo stadio

- Apparecchiature continue: sono macchine a stadi (controcorrente) in cui si alternano fasi di miscelazione a fasi di separazione residuo estratto.

- Apparecchiature differenziali: macchine continue a stadi in cui il contatto fra le due correnti (liquido/solido) è continuo.

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ESTRATTORE DISCONTINUO APERTO A VASCA

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ESTRATTORI DISOCONTINUI A

TINO CHIUSO

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ESTRATTORE CONTINUO A TAZZE

BOLMAN

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ESTRATTORE CONTINUO A CAROSELLO (ROTOCEL)

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ESTRATTORE CONTINUO A NASTRO DE SMET

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ESTRATTORE CONTINUO

DIFFERENZIALE A TORRE BONOTTO

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ESTRATTORE CONTINUO DIFFERENZIALE A CLOCLEA DDS

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ESTRATTORE CENTRIFUGO

OLII E GRASSI (libro di testo cap 7pag112) (collegamenti: Chimica organica, lisciviazione e idrogenazione )

I lipidi sono esteri formati dalla glicerina (trigliceridi) con acidi grassi con numero di carbonio pari.

Un olio/grasso alimentare, oltre ai trigliceridi, presenta una frazione chiamata “insaponificabile”, piccola come quantità ma importante per la caratterizzazione del lipide (Es.: presenza di colesterolo).

L’insaponificabile è così chiamato in quanto non transmetilabile con la KOH metanolica. È costituito da steroli, alcoli, idrocarburi (squalene), vitamine e coloranti (clorofilla, carotenoidi, vitamina E).

La maggior parte degli grassi sono anidri, ad eccezione del burro.

Steroli: steroidi che derivano dal peridropentanofenantrene, con una catena idrocarburica in posizione C17.

Cere: sono esteri di alcoli alifatici con acidi grassi. Negli oli di oliva ottenuti mediante estrazione meccanica, sono presenti in modeste quantità.

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Immagine 3d di un trigliceride

Sitosterolo: carbonio in C17 sostituito con una catena idrocarburica, presenza di un doppio legame e

dell’ossidrile

R

Sterolo, capostipite degli steroli

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Esempio di un trigliceride insaturo: glicerina con acido palmitico (saturo), acido oleico (insaturo) e acido alfa linolenico (polinsaturo)

OLII E GRAASSI

Lipidi

Grassi (acidi grassi saturi) (solidi a temperatura ambiente)

Olii (acidi grassi insaturi) (liquidi a temperatura ambiente)

ORIGINE VEGETALE ORIGINE ANIMALE

ORIGINE VEGETALE

ARTIFICIALI

SEMI FRUTTI

COLZA COTONE GIRASOLE SESAMO SOIA LINO (industria) RICINO (industria)

OLIVA PALMA (semisolido)

CACAO (burro) PALMA (semisolido)

BURRO (LATTE) STRUTTO SEGO

GRASSI IDROGENATI (MARGARINE) DERIVANTI DA MATERIE PRIME SIA DI ORIGINE VEGETALE CHE ANIMALE

PARAMETRI CHIMICI CARATTERISTICI DEGLI OLII

Sono numerose le analisi che riguardano gli per caratterizzarli al fine del loro uso industriale o antifrode. Il settore analitico è in costante e continua evoluzione. Si elencano le determinazioni più frequenti e utilizzate, senza essere esaustive di tutte quelle possibili.

Acidità: esprime i grammi di acido oleico libero nell’olio (titolazione) prodotti da processi di degradazione (idrolisi). Max 0,8 g/L per l’olio extravergine di oliva.

Numero di perossidi: indice dell’irrancidimento ossidativo (autossidazione) degli acidi grassi dell’olio. Titolazioni iodometrica. Limite 20meqO2/kg di olio.

Costanti spettrofotometrìche: la determinazione del K232; del K270 e del AK viene realizzata con lo spettrofotometro in laboratorio mediante lettura degli assorbimenti a 232 e 270 nanometri. I limiti per un olio extravergine sono 2,5 per il K232, 0,2 per il K270 e 0,01 per il AK. L’analisi spettrofotometrica evidenzia processi di raffinazione o fenomeni di ossidazione e invecchiamento dell’olio. Un aumento del K232, evidenzia un’ossidazione primaria, con formazione di perossidi, mentre un aumento del K270 evidenzia un’ossidazione secondaria, con formazione di aldeidi e chetoni.

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PARAMETRI CHIMICI CARATTERISTICI DEGLI OLII DI SEMI

Analisi degli acidi grassi: la composizione percentuale dei diversi tipi di acido grasso è caratteristica di ogni olio . L’analisi è gascromatografica dopo transmetilazione .Consente di determinare l’aggiunta di olii di specie diverse da quelle dichiarate.

Composizione degli steroli: analisi gascromatografica . La quantità totale e li rapporti fra i diversi steroli sono indicatori di aggiunte fraudolente di olii di specie diverse da quelle dichiarate.

Analisi dei trigliceridi: si utilizza la HPLC (cromatografia liquida ad alta pressione). Il rapporto fra i diversi trigliceridi è tipico di ogni olio e consente di determinare aggiunte fraudolente.

Temperatura o punto di fumo: temperatura di inizio della degradazione termica dell’olio (pirolisi), con produzione di IPA e acroleina. Importante per gli usi alimentari dell’olio.

Numero di iodio: titolazione che consente di calcolare il grado di insaturazione di un olio (presenza di doppi legami negli acidi grassi). Parametri di interesse industriale (idrogenazione dei grassi o produzione di vernici).

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UTILIZZO OLII E GRASSI

1. ALIMENTAZIONE;

2. CERE;

3. GOMME SINTETICHE

4. FIBRE TESSILI;

5. PRODOTTI FARMACEUTICI;

6. VERNICI;

7. COSMETICI;

8. LUBRIFICANTI;

9. BIOCARBURANTI

PREPARAZIONE DEI SEMI

1. PULITURA dei semi: Setacciatura, Ventilazione, Vagliatura , Elettrocalamite, spazzolatura.

2. DECORTICATURA: (sgusciatuta con apparecchi a cilindri rotanti, dischi rotanti e a pioli).

3. ESSICAZIONE: essiccatoio a circolazione d’aria a tamburo rotante.

4. MACINAZIONE: per schiacciamento (molazza, frantoi a cilindri, calandre)

ESTRAZIONE DEGLI OLII VEGETALI

Estrazione per pressione (spremitura): olio di buona qualità ricco di sostanze nutritive quali le vitamine, ma rese basse. Non serve la rettifica dell’olio dopo l’estrazione. Si usa per produrre olii alimentari di qualità (olio di oliva, olii di semi spremuti a freddo, olio di palma vergine) provenienti da frutti o semi ricchi di olio.

Le apparecchiature usate sono torchi a piatti (in cui la pasta si alterna con tele dette fiscoli) o a gabbia (pag 118 del libro).

La pasta da estrare è preparata con le fasi precedenti.

ESTRAZIONE DEGLI OLII VEGETALI Estrazione per pressione (spremitura): Nel caso dell’oliva la macinazione si chiama molitura a cui segue la gramolatura (rimescolamento per far coagulare le goccioline di olio).

Per alzare le rese della spremitura si può alzare la temperatura di estrazione. L’olio che si ottiene è però di qualità inferiore. Per l’olio extravergine le temperature devono restare sotto i 50°C anche durante la pressatura.

Dopo la spremitura l’olio deve essere separato (decantazione o centrifugazione) dall’acqua di vegetazione, di difficile smaltimento.

I pannelli esausti possono essere avviati all’estrazione con solvente (si ottengono però olii di estrazione).

ESTRAZIONE DEGLI OLII VEGETALI Estrazione con solvente (lisciviazione): si utilizza per ottenere la stragrande maggioranza degli olii di semi e l’olio di sansa di oliva (La sansa di olive è un sottoprodotto del processo di estrazione dell'olio d'oliva composto dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino).

Gli olii ottenuti non sono direttamente utilizzabili nell’alimentazione ma devono subire il processo di raffinazione.

Solvente: il più usato è l’esano (elevato potere solvente, poco tossico, poco costoso, temperatura di ebollizione bassa, però ad alto rischio di incendio ed esplosione. È sempre riciclato in impianto). Poco usata la benzina. Clorurati e CS2 non più usati da decenni per la loro tossicità.

Apparecchiature: estrattori centrifughi, Bolman, a coclea, De Smet. L’estrazione è sempre in controcorrente.

SEPARAZIONE DEL SOLVENTE

La separazione olio / solvente avviene per riscaldamento.

Per il rischio di incendio non si usa riscaldamento diretto o con fiamme libere.

La tecnica più utilizzata è quella di serpentine riscaldanti alimentate con vapore a bassa pressione.

Il solvente è condensato con acqua fredda e avviato in testa al processo per essere riutilizzato.

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RAFFINAZIONE (RETTIFICA) DEGLI OLII DI ESTRAZIONE

Diverse delle operazioni sotto riportate sono svolte in contemporanea con un unico trattamento (esempio demucillaginazione e sedimentazione, demucillaginazione e deacidificazione, ecc).

Sedimentazione: elimina i solidi sospesi nell’olio.

Demucillaginazione: (H2SO4, H2O, elettroliti, NaOH, NaCl, argille). Fa precipitare i solidi sospesi non sedimentabili per coagulazione.

Deodorazione: vapore surriscaldato a 200°C e bassa pressione (distillazione in corrente di vapore).

Decolorazione: carboni attivi o calore (90-95°C). 48

RAFFINAZIONE (RETTIFICA) DEGLI OLII DI ESTRAZIONE

Deacidificazione: Riporta l’acidità sotto al limite di legge eliminando gli acidi grassi liberi. Soluzione di NaOH a pioggia a 40-70°C. Se l’olio è ricco di acidi grassi liberi c’è il rischio che si formino saponi che inglobando l’olio, riducono la resa. In questo caso si utilizza la distillazione in corrente di vapore. Gli acidi grassi liberi sono recuperati e riutilizzati (detergenti, vernici, plastiche, ecc).

Demargarinazione (winterizzazione): i trigliceridi altofondenti separati per filtrazione dopo raffreddamento.

Trattamenti speciali: decerazione e desterolizzazione.

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DIAGRAMMA DI FLUSSO PER L’ESTRAZIONE OLIO VEGETALE

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