Presentazione HPLC
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L' HPLC, ovvero la cromatografia liquida ad alte prestazioni (o ad alta
pressione) è una tecnica analitica cromatografica che serve per
separare i componenti di una miscela omogenea, in particolare per le
sostanze che non possono essere separate utilizzando la
gascromatografia, quindi per le sostanze non vaporizzabili (ad esempio
le sostanze termolabili, ovvero che si alterano con le alte temperature,
come gli amminoacidi e le proteine), quindi il discriminante per la
separazione dei componenti della miscela sarà l' utilizzo non della
temperatura, ma delle alte pressioni.
Il primo modulo è costituito da un sistema di pompaggio del campione,
che, grazie a una pompa meccanica a pistone, aspira l' eluente e lo
spinge all'interno del loop e della colonna;
nel primo modulo è possibile regolare il flusso dell' eluente.
Il loop è la camera di iniezione in cui il campione viene iniettato
Per iniettare il campione, posizionare il loop su "inject", inserire il
campione con la siringa, chiudere il loop posizionandolo su "load" ed
estrarre la siringa; poi, premere "mark" sul secondo modulo, in modo
che lo strumento possa leggere i dati.
Le sostanze del campione, insieme all' eluente, vengono spinte
all'interno della colonna, dove arrivano tutte insieme, ma in base alla
diversa affinità che le varie sostanze (dovuta al differente peso
molecolare e ad altre caratteristiche chimico-fisiche delle sostanze
stesse) hanno con la fase fissa adsorbente presente all'interno della
colonna, le varie sostanze vengono più o meno trattenute, uscendo
quindi con tempi differenti tra loro.
Il secondo modulo dello strumento è costituito da un rivelatore UV dove,
al passaggio delle diverse sostanze in uscita dalla colonna, ne rileva la
presenza; le sostanze, successivamente, escono dal rivelatore e
vengono raccolte in un recipiente.
Il terzo modulo è costituito da un altro rivelatore, in questo caso un
rivelatore a indice di rifrazione, che però non utilizziamo.
Il quarto modulo è costituito da un ADC (Analogic Digital Converter),
che ha la funzione di convertire il segnale, proveniente dal rivelatore,
da analogico a digitale.
Il segnale, successivamente, viene rielaborato, riprocessato da un
software dedicato (ChromNAV, in questo caso), che consente di
calcolare varie grandezze che caratterizzano il cromatogramma, come
l'area dei picchi (e quindi la concentrazione delle varie sostanze) e i
tempi di ritenzione di ogni sostanza.