La Permacultura

Premessa

La teoria economica della decrescita (le 8R) ci ha indicato la strada secondo la quale l'usoconsapevole dell'energia, l'auto-produzione, il risparmio e il riuso delle risorse del pianta cipermetterà nel prossimo futuro di sopravvivere senza crisi sociali o economiche (il contrariodi quello che sta accadendo adesso).

I beni più preziosi sono l'aria, l'acqua e il cibo e dovremmo tutti prenderne coscienza. L'ariapulita ci vene data dalle piante, l'acqua pulita e il cibo sano dalla terra ... ma comesappiamo l'attività antropica mette a rischio queste indispensabili risorse. La domanda ècome fare a salvaguardarle integrando tutto con i problemi del lavoro, della salute e dellerelazioni sociali? Per questo, parlando di decrescita, si accende subito la parolaPermacultura (cultura permanente).

Cos’è la PermaculturaL'attivazione di relazioni utili tra le diverse parti di un sistema è il meccanismo di basedel funzionamento della Permacultura, diretto a far sì che la maggior parte dei bisognisiano soddisfatti da risorse interne, e la maggior parte dei prodotti vengano riassorbitidal sistema stesso. Questo principio può essere applicato non solo alle relazioni trapiante e animali, ma anche tra esseri umani. In effetti, l'unica comunità sostenibile èuna comunità in cui i bisogni locali sono soddisfatti, essenzialmente, dalla produzionelocale.Oggi, la maggior parte di noi vive in dormitori situati in qualche frazione dicampagna o in grandi condomini urbani. Rispondiamo ai nostri bisogni perlopiù conprodotti importati da lontano e compiamo lunghi tragitti per andare al lavoro.Facciamo parte di un'economia su scala nazionale e globale. Tra le conseguenze cisono l'uso eccessivo di energia e l'inquinamento, dato che usiamo enormi quantità dicombustibili fossili per spostare cose e persone da un luogo all'altro. Quando compriamo qualcosa al supermercato, è difficile sapere di cosa è fatto. Iprocessi di produzione potrebbero aver causato danni ecologici, problemi di salute ailavoratori o crudeltà verso gli animali. Acquistando quel determinato prodottodiventiamo parte integrante di un certo processo produttivo, in genere senza neanchesaperlo. I prodotti locali, invece, provengono da luoghi che conosciamo, da persone checonosciamo ed è facile sapere come sono stati ottenuti e cosa c'è dentro.

Perchè la PermaculturaLe persone possono ritrovarsi senza lavoro a causa di decisioni prese dall'altra partedel Pianeta. Spesso, i lavoratori stessi non hanno modo di sapere se il loro lavoro faparte di un processo che sta danneggiando il Pianeta, ma anche quando lo sanno,non possono farci un bel niente; mentre quando si lavora per, o si commercia con,qualcuno che vive nei nostri paraggi è molto più facile far sentire la propria voce.

Possiamo risolvere i problemi causati dalla distanza sviluppando comunità capaci difare affidamento su se stesse. Non stiamo parlando di una totale autosufficienza: ilcommercio tra paesi vicini, e tra parti diverse del mondo, è sempre stato e sempresarà necessario. Una comunità che sa fare affidamento su di sé è un luogo in cui laproduzione di beni locali per il consumo locale non è l'eccezione ma la norma, unluogo dove si viaggia per piacere non per necessità e dove le persone sono qualcosadi più di semplici pezzi di un complicato ingranaggio .

Sviluppare questo senso di appartenenza e cittadinanza significa riporre il poterenelle mani delle comunità locali, invece che in quelle di grandi organizzazioninazionali e sovranazionali. II potere, si intende, di decidere come vivere la propriavita, non certo di decidere sul destino di qualcun altro.

Perchè l'Italia ha bisogno della Permacltura

La Permacultura, tutto sommato, non è niente di nuovo: si tratta solo di buon senso, ma puressendo nata in Australia, il buon senso esiste in ogni cultura e si applica a qualunquesituazione. Ascoltando questa presentazione penserete: "Proprio come diceva mio nonno".In tutto il mondo, i diversi popoli hanno ideato sistemi di gestione del territorio che hannosuperato la prova dei secoli. Tuttavia, negli ultimi cent'anni o giù di lì, molti di questi sistemihanno chiuso bottega, messi sotto pressione dai tempi moderni e dalle premesse chesostengono oggi le nostre attività: economie basate sulla crescita continua, il cui ritmo diespansione e di consumo deve costantemente aumentare .

In Italia, il sistema di gestione del territorio applicato fino alla fine della mezzadria , in cui icontadini erano custodi di terreni e paesaggi, sarebbe potuto essere un esempio disostenibilità ambientale perpetuabile all'infinito se non fosse stato per la percentuale delraccolto esageratamente alta che il mezzadro doveva cedere al proprietario del fondo, cosache lo rese insostenibile economicament e.

I sistemi di coltivazione usati dai mezzadri in Toscana hanno mantenuto per centinaia di anni ilterritorio non solo integro, ma anche bello. La fine della mezzadria e dei sistemi di gestionedel territorio ad essa associati risale al 1965 e dopo meno di cinquant'anni, la bellezza dellecolline toscane è minata da smottamenti e gravi fenomeni di erosione.

Ogni pioggia autunnale ci mostra le conseguenze di un sistema agricolo che tiene la terrascoperta, e della patologica determinazione ad eliminare l'acqua il più in fretta possibile,canalizzandola verso il mare per la via più breve. Entrambe queste scelte, la terra nuda e la canalizzazione veloce , dimostrano una scellerataignoranza sia dei fondamenti dell'ecologia che della sostenibilità economica: il colore rosso,marrone o grigio dei fumi dopo un violento acquazzone è il sangue della terra che finisce inmare, terra che non possiamo permetterci di perdere.

La Permacultura cerca, per quanto possibile, di minimizzare le azioni di disturbo sulterreno, come per esempio l'aratura e l'uso di fertilizzanti molto solubili, proponendoalternative concrete, come i sistemi di coltivazione in cui il terreno è sempre coperto,mantenendone giudiziosamente la buona salute.

La Permacultura riconosce anche l'esigenza di mantenere l'acqua il più a lungo possibilenel terreno, invece di eliminarla rapidamente. II più delle volte, l'acqua, che “ruscella”dalle colline con il suo carico di terra e limo rallenta una volta arrivata in pianura, dove sideposita, riducendo la portata del fiume in cui si versa. Per conseguenza, alla successivaforte pioggia la ridotta capacità del fiume potrà causare allagamenti, e quindi ancoradanni e spese, con unici beneficiari i costruttori di argini e barriere che non sarebberostate nemmeno necessarie se fin dall'inizio si fosse prestata attenzione alla veranecessità.

Perchè l'Italia ha bisogno della Permacultura

L'approccioIn agricoltura, come in qualunque altra attività umana, se si prende più di quello che si dà,vuol dire che si sta sfruttando, si sta depauperando, di certo non si sta mantenendo il"capitale" naturale dell'azienda. Nel caso di un terreno, che siamo abituati a pensare sia qualcosa di molto stabile, perenne einesauribile, che da tempo immemorabile si trova lì, è facile ignorare la relazione di dare eprendere, così si finisce per prendere e basta. II rifiuto di applicare una visione integrata allagestione dell'ambiente, insistendo invece per trattare ogni problema come un caso a séstante, e solo quando si presenta, porta invariabilmente a un maggior degrado. Se questodegrado non è immediatamente evidente, ma appare con un certo ritardo, allora sarannoforse le generazioni future a pagare il conto dei nostri errori. Conto che in ogni caso prima opoi va pagato.

Una scorciatoia non esiste. Arare di traverso nei terreni in pendio, oltre a essere moltodifficoltoso è anche pericoloso. Ciò nonostante molti agricoltori praticano questo tipo diaratura per esempio per piantare una vigna.Prima di ogni intervento di una certa importanza, invece, un permacultore si pone sempre ladomanda: "Come posso utilizzare al meglio questo terreno in modo che sia produttivo perme, ma non distruttivo per il suolo?" e "Quale attività può assicurare benefici per me e allostesso tempo migliorare il terreno?".

Storie di PermacultoriPer recintare gli animali, all'inizio hanno piantato pali di legno, prodotti nei dintorni. Ma i palinon dureranno per sempre, mentre la Permacultura invita a guardare avanti, ad occuparsi delfuturo, anche quello distant e. "Così accanto alle recinzioni stiamo piantando siepi, chefiniranno per sostituirli. Recintiamo seguendo le curve di livello, in modo da creare fasceverdi che contribuiranno alla riforestazione, oltre che a conservare l'acqua.

Quando facciamo un orto, ci piantiamo in mezzo gli alberi, che così il primo anno ricevono moltaacqua, quando ne hanno veramente bisogno. Poi l'orto si sposta, la cisterna anche, e l'alberocontinua a crescere. Utilizziamo anche molto la pacciamatura, con strati pesanti che trattengonol'umidità e proteggono il terreno".

Il metodo biologico, con relativa certificazione, fa parte della cultura della mia azienda sindall'inizio. "Poi mi sono avvicinata alla biodinamica, ma sono metodi che, purtroppo, mal siconciliano con la vita che faccio. Non posso seguire le lune e i calendari, però questo nonsignifica che debba abbandonare la visione di un'agricoltura fatta con il minimo utilizzo dipetrolio e di mezzi meccanici".Nella Permacultura, Franca ha trovato tecniche che si adattavano alla perfezione alleesigenze del suo ritmo di vita e che, anzi, lo miglioravano, permettendole allo stesso tempodi recuperare e valorizzare il terreno a disposizione. Mi sono fatta ispirare dall'idea dellaspirale, al concetto di costruire qualcosa che si espande da un centro che sei tu, o il posto incui abiti. Iniziando dalla porta di casa, da quella che in Permacultura si chiama `zona I ', hocreato piccole aree coltivate che si auto-organizzano.

“Per me non sarebbe conveniente, né possibile, coltivare per la produzione. Ma hoscoperto di poter coltivare per la ri-produzione".

Gli orti domestici producono molto di più delle aziende agricole. Ricerche fatte in GranBretagna indicano che in media un orto familiare rende al metro quadro tre volte emezzo di più rispetto a un'azienda agricola, grazie alla maggiore attenzione che èpossibile rivolgere agli spazi piccoli.

La strategia applicata oggi, con coltivazioni agricole estensive e meccanizzate, e menodell'1 % della popolazione che lavora la terra, è possibile solo grazie a un sussidionascosto: il prezzo bassissimo dei combustibili fossili.

Storie di Permacultori

Il FuturoNon è un ritorno al Medioevo!

Ci sono molte incertezze sul futuro, ma una cosa è sicura: che non possiamo continuarecosì. Nella visione permaculturale del futuro, molte persone si autoproducono almeno parte delcibo che consumano . C'è chi riesce a procurarsi tutto il cibo di cui necessita e poi lavora part-time perguadagnare il denaro necessario a coprire altri bisogni, mentre altri con la terra ottengonoun surplus di prodotti da destinare alla vendita, ed altri ancora non coltivano nulla. Nonesiste un unico modello, valido per tutti. Di sicuro, nessuno deve sudare sette camicie percoltivarsi il cibo, dato che la Permacultura sostituisce il lavoro manuale con laprogettazione intelligente.In questo modo, gran parte della superficie attualmente destinata all'agricoltura potrebbeessere restituita alla natura e, col tempo, ritornare boscaglia. Alcuni boschi potrebberoessere gestiti per ottenere legna e altri prodotti, altri lasciati allo stato selvatico, ma tutti,indistintamente, produrrebbero due beni di cui il mondo ha veramente bisogno: ariarespirabile e acqua pulita, beni oggi sempre più rari.

Cereali senz'aratroL'azione ripetuta dell'aratro indebolisce o distrugge la struttura naturale del suolo,esponendolo ad eccessiva aerazione. Tutto questo porta alla perdita di materiale organicoindispensabile per conservare la struttura intera. In queste condizioni, l'unica scelta possibileè continuare ad arare, per mantenere in funzione una struttura diversa, anche se creataartificialmente. Arando, si distruggono la fertilità naturale e la struttura del suolo e ci sicondanna a infiniti passaggi di aratro e spandiletame e/o concimi chimici (che poi finiscono infalda).Questo potrà anche portare ad aumenti di produzione per ettaro, ma solo secontemporaneamente si aumenta anche l'apporto di lavoro, energia e concimi. Un sistemasenza aratura genera maggior produzione a parità di energia utilizzata .Esempio: Usando il ripper in profondità lungo le linee di livello invece di arare è possibileaumentare l'assorbimento dell'acqua piovana fino all'80%.

Inoltre non dimentichiamoci, però, che la maggior parte dei cereali prodotti oggi va a nutriregli animali da allevamento , che potrebbero essere allevati in maniera più efficiente con sistemidi foraggio e pascolo all'aperto. La parte di cereali consumata direttamente dagli esseri umaniè minoritaria: si tratta di quantità che potrebbero facilmente essere coltivate con metodi diagricoltura naturale.

E' possibile sfamare il mondo con la Permacultura ?

Una cosa è certa: l'agricoltura industriale contemporanea non riesce a sfamare la popolazionemondiale e il suo declino è prossimo.

Come ogni altro aspetto dell'economia contemporanea, l'agricoltura industriale dipendecompletamente dai combustibili fossili, che saranno sempre meno disponibili e sempre piùcostosi. II consumo dei combustibili fossili si accompagna a livelli di inquinamento altrettantoinsostenibili, di cui il cambiamento climatico non è che una delle conseguenze. Quel che èpeggio, è che gli attuali metodi di produzione agricola, nel Nord industriale come nel Sud delmondo, stanno distruggendo la fertilità dei suoli a ritmi inconcepibili.

In lowa, negli Stati Uniti, si calcola che per ogni trenta chili di grano prodotti, quasi duecentochili di suolo fertile vadano perduti. Nelle campagne agricole americane, l'erosione si è giàportata via un terzo del suolo fertile che avevano trovato i primi coloni. Da questo punto di vista,più che campi di grano, forse dovremmo parlare di "cave di suolo".

L'avanzata dei deserti è stata accelerata dal riscaldamento globale e da usi inappropriati delterritorio, quali l'ipersfrutta mento dei pascoli, la coltivazione di terreni inadatti, l'abbattimentodegli alberi.

E' possibile sfamare il mondo con la Permacultura ?

Terra:

Spazio bioriproduttivo: 12 miliardi di ettari 1,8 ettari procapite

Consumo umano medio 2,2 ettari!!! 30% in più della capacità rigenerazione della biosfera

Cittadino americano: 9,6 ettari

Cittadino italiano: 3,8

Modi di vita occidentali per tutti

Un terzo del cibo coltivato sul pianeta cresce in terreni irrigati artificialmente; ma quando unterreno è irrigato troppo, può accadere che i sali minerali si accumulino gradualmente neglistrati superficiali (fenomeno della salinizzazione) e un terreno salino è ostile alla crescitadelle piante e nei casi più gravi può rendere impossibile qualunque coltivazione. Già oggi, il50% di tutti i terreni irrigati artificialmente è affetto da salinizzazione, e si stima che questonumero raddoppierà entro la fine del decennio.

Gli effetti combinati dell'erosione, della desertificazione e della salinizzazione portano aconcludere che per sfamare la popolazione mondiale, peraltro in continuo aumento, avremo adisposizione estensioni sempre minori di terreno coltivabile. La gran parte del terreno persosi trova in quei paesi che attualmente costituiscono i principali esportatori di cibo, come gliStati Uniti e l'Australia.

E' possibile sfamare il mondo con la Permacultura ?

La Permacultura propone soluzioni pratiche a questi tre gravi problemi.

L'erosione può essere fermata creando nuovo suolo fertile adottando tecniche come lasemina su sodo o la non lavorazione, che non disturbano il terreno, e coltivando alberi epiante perenni sulle pendenze. La desertificazione può essere contrastata educando gliabitanti delle zone aride a piantare orti e giardini, forme di produzione agricola menodistruttive rispetto all'allevamento e alle piantagioni estensive. Molti permacultori sonospecialisti nella riforestazione delle zone aride e una delle conseguenze della riforestazioneè proprio l'arrivo di nuove piogge.

Gli alberi contribuiscono a fermare la salinizzazione assorbendo, attraverso le radici, acquain profondità, risucchiandola via dalla superficie e riequilibrando così la composizione delterreno.

Per fare un esempio: è meglio accettare le rese basse assicurate dalle varietà di sorgoadattate ai climi aridi, (pianta che è possibile continuare a coltivare per secoli), che puntaresul più redditizio cotone, la cui coltivazione dopo qualche anno ci lascerà in eredità undeserto.

Non resta che provare!

LETTURE CONSIGLIATE

 

IL PROGRAMMA DELLE 8RRivalutare. Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole sul razionale. Questa rivalutazione deve poter superare l’immaginario in cui viviamo, i cui valori sono sistemici, sono cioè suscitati e stimolati dal sistema, che a loro volta contribuiscono a rafforzare.

Ricontestualizzare.

Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione.

2

 

IL PROGRAMMA DELLE 8RRistrutturare.

Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.

Rilocalizzare.

Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico).

Ridistribuire.

Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti. Predare meno piuttosto che “dare di più”.

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Ridurre.

Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. La potenza energetica necessaria ad un tenore di vita decoroso (riscaldamento, igiene personale, illuminazione, trasporti, produzione dei beni materiali fondamentali) equivale circa a quella richiesta da un piccolo radiatore acceso di continuo (1 kw). Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben sotto questa soglia. Questo consumo eccessivo va ridotto per assicurare a tutti condizioni di vita eque e dignitose.

Riutilizzare.

Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli 1 / 2

Riciclare.

Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività. Autore:

Serge Latouche

IL PROGRAMMA DELLE 8R

Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole;più comodità, ma meno tempo; 

più lauree, ma meno buon senso; più conoscenza, ma meno giudizio;

più esperti, ma più problemi;più medicine, ma meno salute.

Abbiamo fatto tutta la strada fino alla luna e indietro, ma abbiamo problemi ad attraversare la strada per incontrare il

nuovo vicino.Costruiamo più computer per contenere più informazioni e

produrre più copie che mai, ma abbiamo meno comunicazione.Siamo migliorati sulla quantità, ma peggiorati sulla qualità.Questi sono i tempi dei fast- food e della digestione lenta;

dei grandi uomini, ma dai piccoli caratteri;profitti veloci, ma relazioni di poco valore.

E’ un tempo in cui c’è molto fuori dalla finestra, ma poco nella stanza.

 

Il pensiero decrescente del Dalai Lama