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LA RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO E DI QUELLE DI LEGNO
Università degli studi della Basilicata
Scuola di Ingegneria
Corso di Costruzioni in Acciaio e Legno A.A. 2018-2019
Ing. Gianluca AULETTA
AZIONI ECCEZIONALI
AZIONI ECCEZIONALI (cap.3.6 NTC 2018)
INCENDIO ESPLOSIONI URTI
URTI (NTC 2018 cap. 3.6.3)
Le NTC 2018 definiscono le seguenti tipologie di urti:
- Urti da traffico veicolare;
- Urti da traffico ferroviario;
- Urti da imbarcazioni ed aeromobili.
AZIONI ECCEZIONALI
L’urto è una collisione tra due corpi
ESPLOSIONI (NTC 2018 cap. 3.6.2)
AZIONI ECCEZIONALI
L'esplosione è un fenomeno di trasformazione chimica o chimico-fisica che partendo da un
elemento solido, liquido o gassoso, genera la formazione di un gas ad elevate pressioni in un
tempo rapidissimo, accompagnato da sviluppo di energia (in buona parte termica).
Una esplosione può essere generata da miscele esplosive di polveri o gas in aria oppure da
materiali esplosivi propriamente detti
DEFLAGRAZIONE DETONAZIONE
Quando la velocità di propagazione del
fronte di reazione, nel mezzo reagente è
inferiore alla velocità del suono.
Quando la velocità di propagazione del
fronte di reazione, nel mezzo reagente è
superiore alla velocità del suono (7000 –
8000 m/s).
NTC 2018 cap. 2.1 Principi fondamentali
Sicurezza antincendio: capacità di garantire le prestazioni
strutturali previste in caso di incendio, per un periodo
previsto.
AZIONI ECCEZIONALI
Robustezza: capacità di evitare danni sproporzionati rispetto
all’entità di possibili cause innescanti eccezionali.
INCENDIO (NTC 2018 cap. 3.6.1)
Per incendio si intende la combustione autoalimentata e incotrollata di
materiali combustibili presenti in un compartimento.
RISCHIO D’INCENDIO
Incendio torre Windsor a
Madrid 12/02/2005
Incendio grattacielo Torch Tower a
Dubai
RISCHIO D’INCENDIO
Collasso del World Trade
Center a causa dell’incendio
del carburante aeronautico.
RISCHIO D’INCENDIO
Nuovo approccio
Vecchio approccio
con norme di
tipo prescrittivo
Nuovo approccio
con modelli di
tipo prestazionale
•Obiettivi non esplicitati dalla normativa
•Progettare secondo una regola tecnica
•Indicazione dei requisiti minimi
(resistenza al fuoco, alt.zze, dist.ze,)
•Prescrizioni espresse in termini di obiettivi
•Progettare in funzione degli scenari possibili
•Considerare le reazioni fra sistemi e soluzioni
•Valutazione dell’intero sistema in condizioni reali
RISCHIO D’INCENDIO
Quadro normativo
Normative Nazionali: - D.P.R. 1/8/2011 n°151 “nuovo regolamento di semplificazione di prevenzione
incendi”;
- D.M. 17/1/2018 “aggiornamento delle norme per le costruzioni”;
- D.M. 03/08/2015 “nuovo codice di prevenzione incendi”;
- Decreto Ministero dell’Interno 9/5/2007 “direttive per l’attuazione
dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio”;
- Decreto Ministero dell’Interno 9/3/2007 “ prestazioni di resistenza al fuoco delle
costruzioni nelle attività soggette al controllo del corpo nazionale VV.FF.
-CNR_DT206_2007 “ istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e il controllo
delle strutture in legno” .
Normative Europee: - Eurocodice 2 parte fuoco “strutture in c.a. e c.a.p.”;
- Eurocodice 3 parte fuoco “strutture in Acciaio”;
- Eurocodice 5 parte fuoco “strutture in legno”;
“Progettazione di strutture in acciaio e composte acciaio-calcestruzzo in caso
di incendio”, E. Nigro, S. Pustorino, G. Cefarelli e P. Princi; Hoepli.
RISCHIO D’INCENDIO
GENERALITÀ
L’incendio può essere definito come un fenomeno di rapida
reazione di ossidazione dei materiali combustibili più vari, con
notevole sviluppo di energia sotto forma di luce e calore;
La combustione determina un aumento della temperatura dell’
ambiente che raggiunge valori elevati (>1000°C) in tempi brevi.
Perché un incendio si verifichi necessita la coesistenza di:
• combustibile;
• comburente (aria);
• sorgente iniziale di energia.
RISCHIO D’INCENDIO
FATTORI DI RISCHIO
Il rischio che si verifichi un incendio in un edificio dipende da
vari fattori:
• destinazione d’uso dell’edificio;
• superficie coperta;
• numeri di piani e superficie;
• altezza dell’edificio;
• numero degli occupanti;
• carico d’incendio;
• ventilazione e velocità di combustione.
N.B. il rischio che a seguito di un terremoto (specie se di
forte entità), ci sia anche un incendio, è molto elevata
RISCHIO D’INCENDIO
SVILUPPO DELL’INCENDIO
L’incendio viene di solito distinto in tre fasi schematiche:
1. fase iniziale o di accensione: va dall’apparire delle fiamme
fino al cosiddetto “flashover” o stato irreversibile (simultanea
ignizione di tutti i materiali combustibili) al di là del quale vi è
scarsa probabilità che l’incendio si spenga da solo, in tale
fase la Tmedia è intorno ai 500-600 °C;
2. fase di incendio vero e proprio o a Vcomb.costante: dopo il
“flashover” la temperatura cresce in modo esponenziale fino
al valore massimo (1000°C e più);
3. fase di estinzione o di raffreddamento: che va dal punto di
temperatura massima fino all’estinzione totale; tale fase si
ritiene ultimata quando la Tmedia raggiunge circa 300°C.
RISCHIO D’INCENDIO
I – Fase iniziale o di ignizione
Combustibili a contatto con sorgente
di calore
II – Propagazione
Vengono coinvolti altri oggetti
combustibili
III – Incendio generalizzato
Incendio esteso a tutti i combustibile
presenti
IV – Estinzione o
raffreddamento
Incendio diminuisce col consumo del
combustibile
RISCHIO D’INCENDIO
PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO
La propagazione dell’incendio, sia all’interno che all’esterno
dell’ edificio avviene:
• Per irraggiamento delle fiamme;
• Per convezione poiché i fumi prodotti hanno
temperature di centinaia di gradi;
• Per trasporto di materia dovuto a correnti ascensionali
che trasportano gas caldi e particelle incandescenti;
• Per contatto diretto.
RISCHIO D’INCENDIO
RISCHIO INCENDIO
Per ridurre il rischio e gli effetti che l’incendio produce su
persone e cose bisogna:
• ridurre la FREQUENZA e quindi le cause del suo insorgere
(PREVENZIONE);
• ridurre l’entità delle conseguenze (MAGNITUDO) contenendo
i danni dell’ incendio qualora si sia verificato (PROTEZIONE)
Il RISCHIO è il prodotto della frequenza per il grado medio di
danno
MfR
RISCHIO D’INCENDIO
RISCHIO INCENDIO
Se riportiamo in un riferimento cartesiano questa relazione nel quale R1 è la
curva del rischio prima di qualsiasi intervento di prevenzione e protezione,
mentre R2 è la curva che consegue alla realizzazione delle predette misure.
RISCHIO D’INCENDIO
MISURE DI PREVENZIONE
Le principali misure di prevenzione da adottare:
• Impianti elettrici a norme CEI
• Adeguata manutenzione di impianti e macchinari
• Impianti di ventilazione e aspirazione
• Utilizzo di materiali con bassa classe di reazione al fuoco
• Regolamentazione nell’uso di fiamme libere
• Divieto di fumo nelle aree a maggior rischio
• Ordine e pulizia
RISCHIO D’INCENDIO
MISURE DI PROTEZIONE
Le misure di protezione sono provvedimenti volti a ridurre i
danni provocati da un incendio.
Essi si dividono in:
- PROTEZIONI PASSIVE non necessitano dell’intervento di
un operatore e/o dell’azionamento di un impianto (impedirne
l’estensione, salvaguardare la salute umana, contenere i
danni alle strutture, ecc.);
- PROTEZIONI ATTIVE necessitano dell’intervento di un
operatore e/o dell’azionamento di un impianto e sono
finalizzate alla pronta rilevazione, quindi alla segnalazione
ed allo spegnimento dell’incendio.
RISCHIO D’INCENDIO
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
Le principali misure di protezione passiva da adottare:
• Barriere antincendio;
• Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco (REI)
proporzionate ai carichi d’incendio;
• Sistemi di vie d’uscita;
• Materiali classificati per la reazione al fuoco (che non sono
combustibili);
• Compartimentazione degli ambienti.
RISCHIO D’INCENDIO
MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA
Cementizi spruzzati Pannelli prefabbricati
RISCHIO D’INCENDIO
MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA
Le principali misure di protezione attiva da adottare:
- Estintori;
- Rete idrica antincendio (naspi e idranti);
- Impianti di rilevazione automatica d’incendio e allarme
incendio;
- Impianti di spegnimento automatici;
- Illuminazione di sicurezza;
- Evacuatori di fumo e di calore.
EFFETTI DELL’INCENDIO
Dilatazioni termiche Decadimento delle
proprietà meccaniche
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE
• Rottura dei materiali fragili (vetro);
• fusione delle materie plastiche e di alcuni metalli (stagno, piombo,
zinco, ecc.);
• Sfaldamento delle pietre calcaree, arenarie e di graniti per effetto
delle diverse dilatazioni;
• Le pietre artificiali di cemento, pomice e di cls cellulare non
subiscono apprezzabili variazioni;
• I mattoni pieni resistono bene e a lungo; i forati si rompono per
effetto del taglio indotto dal ΔT fra i vari strati;
• Il gesso ha un comportamento caratteristico poiché perde acqua
per evaporazione e durante tale trasformazione le temperature
restano costanti; viene dilavato con i getti d’acqua di estinzione.
EFFETTI SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE
Il comportamento dei cls varia a secondo:
• Della composizione e natura degli inerti;
• Della granulometria;
• Del grado di costipamento, ecc.
l
T °C 0 500 1000
Kcal
mh°C
1,4
0,8
0,5
CONDUTTIVITÀ CLS
T °C 0 350 1000
1
RESISTENZA CLS A
COMPRESSIONE
sRT
sR
600
0,45
EFFETTI DELL’INCENDIO
T °C 50 200 600
1
CLS: MODULO
ELASTICO
ET
E
400
0,5
0,15
0,05
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE
Il comportamento dell’acciaio per cls ordinario:
• Si ipotizza una temper. uniforme sull’elemento esposto
• comportamento elasto–plastico indipendente dalla temp.
0 350 1000
1
RESISTENZA A
ROTTURA ACCIAIO
sRT
sR
500
0,5
T °C T °C 0 250 750
1
RESISTENZA s0,2
DELL’ ACCIAIO
s0,2T
s0,2
EFFETTI DELL’INCENDIO
T °C 0 400 1000
1
RESISTENZA s0,2
DELL’ ACCIAIO
s0,2T
s0,2
0,7
T °C 0 750
1
MODULO
ELASTICO ACCIAIO
ET
E
EFFETTI SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE
Il comportamento dell’acciaio da costruzione:
• temperatura uniforme sull’elemento esposto
• comportamento elasto–plastico indipendente dalla temp.
EFFETTI DELL’INCENDIO
l
T °C 0 400 800
W
m°C
55
CONDUTTIVITÀ
ACCIAIO
EFFETTI SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE
Il comportamento dell’acciaio da costruzione:
• temperatura uniforme sull’elemento esposto
• comportamento elasto–plastico indipendente dalla temp.
%
T °C 0 350 700
D L
L
1
DILATAZIONE
ACCIAIO
D L medio = 1,4 * 10-5 * T
L
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE
Il comportamento dell’acciaio da costruzione: (EC3 parte fuoco)
Incendio Prestazioni meccaniche dell’acciaio
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SULLE STRUTTURE
Gli effetti del calore sulle strutture dipende essenzialmente in
rapporto ai seguenti fattori:
• distribuzione delle temperature nelle strutture: è generalmente
non uniforme quindi si hanno tensioni di origine termica tanto
più elevate quanto minore è la conduttività del materiale;
• degradazione dei materiali con l’aumentare della temperatura
e cioè diminuzione della resistenza e della rigidità: conduce ad
un’alterazione dello stato tensionale e deformativo con relativa
diminuzione del grado di sicurezza
• dilatazione termica degli elementi e delle strutture: ha
conseguenze diverse a seconda dello schema statico della
struttura ed in particolare dei vincoli.
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SULLE STRUTTURE
Crisi a taglio delle
travi
Schiacciamento
della colonna Instabilità locale
delle travi
EFFETTI DELL’INCENDIO
Effetti del secondo ordine;
Interazione tra gli elementi.
- EFFETTI DELLE DILATAZIONI TERMICHE -
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SULLE STRUTTURE
dilatazione termica degli elementi e delle strutture:
1. Dilatazioni libere (strutture isostatiche):
• Non generano nessuna sollecitazione
• Generano deformazioni notevoli che sommate a quelle
elastiche, plastiche e viscose gia presenti possono dar
luogo a scorrimenti eccessivi rispetto ai vincoli.
2. Dilatazioni impedite (strutture iperstatiche):
• Generano sforzi normali e momenti flettenti
N = a • E • DTm • A s = a • E • DTm
M = a • (DTm/h) • E • J s = ½ • a • E • DTm
a = (1,2 – 1,5) • 10-5
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SULLE STRUTTURE
2. Dilatazioni impedite (strutture iperstatiche):
Per una trave in acciaio di 6 m di luce, costituita da un IPE200
(h = 20 cm A = 28,5 cm2 J = 1943 cm4), con una
temperatura distribuita linearmente da 100°C al bordo
inferiore a 20°C al bordo superiore, assumendo a = 1,2 • 10-5
si ottiene:
N = 43,1 t sn = 1512 kg/cm2
M = 1959 kg•cm sm = 1008 kg/cm2
Quindi si generano sforzi spesso incompatibili con la resistenza
della struttura e dei vincoli stessi.
EFFETTI DELL’INCENDIO
EFFETTI SULLE STRUTTURE
2. Dilatazioni impedite (strutture iperstatiche):
In realtà per il cedimento dei vincoli, la plasticizzazione delle
sezioni, l’inflessione per carico di punta e le deformazioni
plastico – viscose attenuano l’intensità degli sforzi fino a
determinare, addirittura un’inversione degli sforzi assiali.
Nelle strutture intelaiate gli allungamenti dei traversi aggravano
le condizioni dei pilastri, mentre le dilatazioni delle piastre dei
solai danneggiano le travi e così via.
Tutti gli effetti negativi possono essere eliminati creando dei
giunti di dilatazione.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
RESISTENZA ALL’INCENDIO
La resistenza all’incendio è la proprietà di una struttura, nelle condizioni in
cui si trova, di continuare ad assolvere le sue funzioni sotto l’azione
contemporanea del carico che vi insiste, e del fuoco quale in realtà si
sviluppa.
Essa è l’attitudine di un elemento costruttivo o della struttura a conservare
per un tempo determinato:
• la stabilità (“R”) ossia l’attitudine a conservare la resistenza
meccanica sotto l’azione del fuoco;
• la tenuta (“E”) ossia l’attitudine a non lasciar passare né
produrre fiamme, vapori o gas caldi in caso d’incendio;
• l’isolamento termico (“I”) ossia l’attitudine che una struttura
manifesta a ridurre, entro dei limiti, la trasmissione del calore.
EFFETTI DELL’INCENDIO
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Pertanto i simboli REI, RE, R, identificano elementi costruttivi
che devono conservare, per un tempo determinato, le
caratteristiche di:
SIMBOLO CARATTERISTICHE
REI Stabilità, tenuta, isolamento termico
RE Stabilità, tenuta
R Stabilità
Azione Eccezionale INCENDIO (NTC 2018 cap. 3.6.1)
Ai fini della normativa, si fa riferimento ad un “incendio convenzionale
di progetto”, definito attraverso una curva di incendio che rappresenta
l’andamento, in funzione del tempo, della temperatura dei gas di
combustione nell’intorno della superficie degli elementi strutturali.
- Curva nominale: adottata per la classificazione delle costruzioni e per
le verifiche di resistenza al fuoco di tipo convenzionale;
- Curva naturale: determinata in base a modelli d’incendio e a
parametri fisici che definiscono le variabili di stato all’interno del
compartimento.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Carico d’incendio specifico di progetto: si intende il potenziale termico
netto che può essere prodotto nel corso della combustione di tutti i
materiali combustibili contenuti in un compartimento, riferito all’unità
di superficie.
Compartimento antincendio: parte della costruzione delimitata da
elementi costruttivi resistenti al fuoco.
2
21, MJ/m nqqfdf qq
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Carico d’incendio specifico di progetto:
δq1 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione alla dimensione del
compartimento
2
21, MJ/m nqqfdf qq
RESISTENZA ALL’INCENDIO
δq2 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione al tipo di attività
svolta nel compartimento
Carico d’incendio specifico di progetto: 2
21, MJ/m nqqfdf qq
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Carico d’incendio specifico di progetto: 2
21, MJ/m nqqfdf qq
RESISTENZA ALL’INCENDIO
qf è il valore nominale del carico d’incendio specifico da determinarsi
secondo la formula:
g i: massa dell’i-esimo materiale combustibile [Kg];
Hi: potere calorifico dell’i-esimo combustibile [Mj/Kg];
m i: fattore di partecipazione alla combustione dell’i-esimo materiale
combustibile pari a 0.80 per il legno e altri materiali di natura cellulosica e 1.00
per tutti gli altri materiali combustibili;
Yi: fattore di limitazione della partecipazione alla combustione dell’i-esimo
materiale pari a 0 per i materiali contenuti in contenitori resistenti al fuoco e
pari a 0.85 per quelli contenuti in contenitori non resistenti al fuoco e 1 in tutti
gli altri casi;
A: superficie in pianta lorda del compartimento [m2].
A
mHg
q
n
i
iiii
f
1
Carico d’incendio specifico di progetto: 2
21, MJ/m nqqfdf qq
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Per alcuni tipi di edifici sono disponibili valori di riferimento del carico
di incendio nominale qf, definiti su base statistica, in funzione della
destinazione d’uso.
Carico d’incendio specifico di progetto: 2
21, MJ/m nqqfdf qq
Si deve far riferimento al frattile 80% della distribuzione.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Richieste di prestazione: Al fine di limitare i rischi derivanti dagli incendi, le costruzioni devono essere
progettate e costruite in modo tale da garantire la resistenza e la stabilità degli
elementi portanti e limitare la propagazione del fuoco e dei fumi secondo
quanto previsto dalle normative antincendio.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
La classe di resistenza al fuoco è l’intervallo di tempo in
minuti, definito in base al carico di incendio specifico,
durante il quale il compartimento antincendio garantisce la
capacità di compartimentazione.
Classi di resistenza al fuoco:
15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240 e 360
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Livello 2 di prestazione:
Il livello 2 di prestazione può ritenersi adeguato per costruzioni fino a due piani
fuori terra ed un piano interrato, isolate – eventualmente adiacenti ad altre
purchè strutturalmente e funzionalmente separate – destinate ad un’unica
attività non aperta al pubblico e ai relativi impianti tecnologici di servizio e
depositi.
Le classi di resistenza al fuoco necessarie per garantire il livello 2 sono le
seguenti:
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Livello 3 di prestazione:
Il livello 3 di prestazione può ritenersi adeguato per tutte quelle costruzioni
rientranti nel campo di applicazione del D.M 9 marzo 2007 (ministero
dell’interno). Le classi di resistenza al fuoco necessarie per garantire tale
livello sono in funzione del carico d’incendio specifico di progetto.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Criteri di progettazione
La sicurezza del sistema strutturale in caso di incendio si determina sulla base
della resistenza al fuoco dei singoli elementi strutturali, di porzioni di struttura
o dell’intero sistema costruttivo.
Procedura di analisi della resistenza al fuoco
- Individuazione dell’incendio di progetto appropriato alla costruzione in esame;
- Analisi della evoluzione della temperatura all’interno degli elementi strutturali;
- Analisi del comportamento meccanico delle strutture esposte al fuoco;
- Verifiche di sicurezza.
Incendio di progetto
Secondo l’incendio convenzionale di progetto adottato, l’andamento delle
temperature viene valutato con riferimento a :
- Una curva di incendio nominale;
- Una curva di incendio naturale.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Schema generale della verifica strutturale in condizioni
di incendio
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Incendio di progetto (curve nominali) Nel caso di incendio di materiali di natura cellulosica la curva di
incendio nominale standard è la seguente:
Nel caso di incendi di quantità rilevanti di idrocarburi o altre sostanze
con equivalente velocità di rilascio termico, la curva di incendio
nominale standard è:
Nel caso di incendi sviluppatisi all’interno di un compartimento, ma
che coinvolgono strutture poste all’esterno, la curva di incendio
nominale standard diventa la seguente
18log34520 10 tg
20675.0325.011080 5.2167.0 tt
g ee
20313.0687.01660 8.332.0 tt
g ee
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Curve d’incendio nominali
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Incendio di progetto (curve naturali)
- Incendi parametrici, equazione temperatura-tempo in funzione di specifici
parametri (per incendi in fase post-flashover);
- Modello di incendio localizzato, (per incendi in fase pre-flashover);
- Modello di incendio su elementi esterni, per la valutazione degli effetti di
un incendio su elementi posti all’esterno del compartimento, cioè interessati
dalle fiamme che fuoriescono attraverso le aperture del compartimento stesso
(per incendi in fase post-flashover);
- Modelli a zone, ( modelli termodinamici per incendi in fase di pre e/o post-
flashover);
- Modelli di campo o CFD, ( modelli termodinamici generali per incendi e
fumi);
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura
Il campo termico all’interno dei componenti della struttura viene valutato
risolvendo il corrispondente problema di propagazione del calore, tenendo
conto del trasferimento di calore per irraggiamento e convezione dei gas di
combustione alla superficie esterna degli elementi e considerando l’eventuale
presenza di materiali protettivi.
Flusso di calore:
rnetcnetnet hhh ,,
2
, W/m mgccneth a
244
, W/m 273273 mgsfrneth s
Convezione:
Radiazione:
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura
Dopo aver definito il flusso di calore netto ḣnet (W/m2) trasmesso alla superficie,
è possibile determinare la distribuzione delle temperature negli elementi
mediante la risoluzione dell’equazione di Fourier.
Sezione di un profilo in acciaio Sezione di trave in c.a.p.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura
Modelli semplificati per elementi di acciaio non protetti (EN 1993-1-2)
thc
VAk dnet
aa
mshta D
D ,,
/
VA
bVAk
m
msh
/
/9.0
Temperatura ipotizzata uniforme sull’intera sezione
VAm /
Fattore di sezione
Shadow effect
(effetto ombra)
Ca = calore specifico dell’acciaio assunto costante e pari a 650 j/KgK
a = densità dell’acciaio in Kg/m3
RESISTENZA ALL’INCENDIO
FATTORE DI SEZIONE (EC3 parte fuoco)
RESISTENZA ALL’INCENDIO
FATTORE DI SEZIONE (EC3 parte fuoco)
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura
Modelli semplificati per elementi di acciaio protetti (EN 1993-1-2)
tg
tatg
aap
pp
ta etcd
VA,
10/,,
, 13/1
/
l DD
D
Temperatura ipotizzata uniforme sull’intera sezione
Cp = calore specifico del materiale protettivo indipendente dalla temperatura
p = densità del materiale protettivo
V
A
c
dc p
aa
ppp
lp = conducibilità termica del materiale
protettivo
Ap = area della superficie interna del
materiale protettivo per unità di lunghezza
dell’elemento metallico
IPE 300; protezione: lp = 0.15 w/(m k);
cp =1000 j/(Kg k), p = 250 Kg/m3
RESISTENZA ALL’INCENDIO
FATTORE DI SEZIONE (dell’elemento rivestito con materiale
protettivo)
RESISTENZA ALL’INCENDIO
3.5. Analisi dell’evoluzione della temperatura Modelli semplificati per solette composte acciaio-calcestruzzo (EN
1994-1-2 allegato D)
2
432
3
10
1 bb
L
Ab
lbb
r
a
Soletta composta acciaio-calcestruzzo esposta alla curva di incendio standard
Temperatura della flangia superiore, dell’anima e della flangia inferiore
2
212
22
212
22
2
ll
hl
llh
L
A
r
3
2
212
2
2
213
2
222
l
llh
lllh
Fattore di configurazione o di vista della
flangia superiore
Fattore di geometria
della nervatura
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura Modelli semplificati per solette composte acciaio-calcestruzzo (EN
1994-1-2 allegato D)
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura Modelli semplificati per solette composte acciaio-calcestruzzo (EN
1994-1-2 allegato D)
3
5432
2
310
1
lcc
L
Aczc
h
ucc
r
s a
Soletta composta acciaio-calcestruzzo esposta alla curva di incendio standard
Temperatura delle barre di rinforzo posizionate nelle nervature
321
1111
uuuz
Posizione della barra
nella nervatura
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura
Modelli semplificati per solette composte acciaio-calcestruzzo (EN
1994-1-2 allegato D)
Verifica nei confronti della tenuta “E” e dell’isolamento termico “I”
- Il criterio della tenuta “ E” secondo l’EN 1994-1-2 risulta automaticamente
soddisfatto se la soletta è stata progettata conformemente alle indicazioni
dell’EC4 -1-1.
- Il criterio dell’isolamento termico “ I” riguarda la capacità di una
membratura di prevenire un’eccessiva trasmissione di calore. L’aumento
medio di temperatura su tutta la superficie del solaio non esposta all’incendio
non deve eccedere il valore di 140°C ed in nessun punto di tale superficie il
valore massimo dell’incremento di temperatura deve superare i 180°C.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi dell’evoluzione della temperatura Modelli semplificati per solette composte acciaio-calcestruzzo (EN
1994-1-2 allegato D)
Tempo di resistenza al fuoco nei riguardi del criterio dell’isolamento
3
5
3
432110
11
lL
Aa
la
L
Aaahaat
rr
i
La temperatura nella zona compressa di calcestruzzo (momento positivo)
presenta valori generalmente abbastanza contenuti. Infatti, se il criterio
dell’isolamento termico “ I” risulta soddisfatto, l’aumento di temperatura medio
sulla parte non esposta al fuoco non può essere superiore a 140°C; di
conseguenza il calcestruzzo non subisce significative riduzioni di resistenza.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Analisi del comportamento meccanico
- Il comportamento meccanico della struttura viene analizzato tenendo conto
della riduzione della resistenza meccanica dei componenti dovuta al
danneggiamento dei materiali per effetto dell’aumento di temperatura e per lo
stesso periodo di tempo usato nell’analisi dell’evoluzione della temperatura;
- Si deve tener conto della presenza delle azioni permanenti e di quelle variabili
che agiscono contemporaneamente all’incendio secondo la combinazione
eccezionale;
- Si deve tener conto, dove necessario, degli effetti delle sollecitazioni
iperstatiche dovute alle dilatazioni termiche impedite.
...22212121 kkd QQAPGG
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza NTC 2018
La verifica della resistenza al fuoco viene eseguita controllando che la
resistenza meccanica venga mantenuta per il tempo corrispondente
alla classe di resistenza al fuoco della struttura con riferimento alla
curva nominale di incendio.
Nel caso si utilizzi la curva naturale d’incendio, le analisi e le verifiche
devono essere estese all’intera durata dell’incendio, inclusa la fase di
raffreddamento.
Le prestazioni di resistenza al fuoco dei prodotti e degli elementi
costruttivi devono essere determinati in base ai risultati di:
a) PROVE; b) CALCOLI;
c) CONFRONTI CON TABELLE
Verifiche di sicurezza DM 16/02/2007
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Classificazione mediante confronto con tabelle (all. D, DM 16/02/2007)
Verifiche di sicurezza DM 16/02/2007
Solette piene e solai alleggeriti “ R”
Con “ H” spessore solaio o soletta e con “ a” copriferro
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Classificazione mediante confronto con tabelle (all. D, DM 16/02/2007)
Verifiche di sicurezza DM 16/02/2007
Solette piene e solai alleggeriti, tenuta e isolamento “ EI”
Valori minimi dello strato di materiale isolante e della parte in c.a.
Con “ h” del materiale isolante e con “ d” parte in c.a.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
TRAVI, TIRANTI E COLONNE IN ACCIAIO
Valori minimi dello spessore di rivestimento protettivo, sufficiente a garantire il
requisito “ R” al variare del fattore di sezione S/V (m-1).
RESISTENZA ALL’INCENDIO
TRAVI, TIRANTI E COLONNE IN ACCIAIO
Valori minimi dello spessore di rivestimento protettivo, sufficiente a garantire il
requisito “ R” al variare del fattore di sezione S/V (m-1).
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Metodi di verifica degli elementi in caso di incendio
Analisi nel dominio del tempo: si verifica che la durata di esposizione
all’incendio prima della perdita di stabilità sia maggiore della resistenza al fuoco
richiesta (la resistenza al fuoco richiesta corrisponde al tempo in cui la struttura deve
mantenere la propria capacità portante).
tfi,d ≥ tfi,richiesto
Analisi nel dominio della resistenza: si verifica che, durante l’esposizione
all’incendio considerata, la resistenza di progetto sia superiore alla sollecitazione di
progetto:
Rfi,d,t ≥ Efi,d,t
Analisi nel dominio della temperatura: si verifica che, per tutto il tempo di
esposizione all’incendio, la temperatura degli elementi non superi la temperatura
critica, definita come la temperatura in corrispondenza della quale un elemento,
soggetto ad un dato carico, perde la propria capacità portante:
Ja,t ≤ Jcr
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza (par. 4.2 EC3)
Modelli di calcolo semplici
La funzione portante di un elemento strutturale di acciaio o di un elemento strutturale
può essere assunta come invariata dopo un periodo di tempo t, per un dato fuoco di
progetto, se:
dove:
Efi,d è l’effetto di progetto delle azioni per la situazione di incendio determinato in
conformità alla ENV 1991-2-2;
Rfi,d,t è la resistenza di progetto di una struttura di acciaio o per una situazione di
incendio al tempo t.
La resistenza di progetto Rfi,d,t al tempo t deve essere determinata per la
distribuzione di temperatura nella sezione trasversale, modificando la resistenza di
progetto per la progettazione a temperatura normale, al fine di mettere in conto le
proprietà meccaniche dell'acciaio alle temperature elevate.
tdfidfi RE ,,,
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza (par. 4.2.3)
La resistenza di progetto Nfi,t,Rd di un elemento teso soggetto ad una distribuzione
di temperatura non uniforme al tempo t, può essere determinata mediante la relazione
Elementi tesi
dove:
Ai è l'area elementare della sezione trasversale a temperatura i;
ky,q,i è il fattore di riduzione della resistenza allo snervamento dell'acciaio alla
temperatura i;
i è la temperatura dell'area elementare Ai.
n
i
fiMyiiyRdtfi fAkN1
,,,,, /
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza (par. 4.2.3)
Proprietà di resistenza e deformazione dell’acciaio
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Proprietà di resistenza e deformazione dell’acciaio
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza (par. 4.2.3)
Elementi tesi
La resistenza di progetto Nfi,,Rd di un elemento teso a temperatura uniforme a può
essere determinata da:
dove:
ky, è il fattore di riduzione della resistenza allo snervamento dell'acciaio a temperatura
a;
NRd è la resistenza di progetto della sezione trasversale lorda Npl,Rd per la
progettazione a temperatura normale
fiM
MRdyRdfi NkN
,
0,,,
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza (par. 4.2.3)
Elementi inflessi
Il momento di resistenza di progettazione Mfi,t,Rd al tempo t di una sezione trasversale
di classe 1 o classe 2 con una distribuzione non uniforme della temperatura può
essere determinata da:
Dove:
Zi è la distanza dall’asse neutro plastico al centro gravitazionale della superficie
elementare Ai;
fy,i è il limite di elasticità nominale fy per una delle superfici elementare Ai preso come
positivo sul lato compresso dell’asse neutro plastico e come negativo sul lato in
tensione;
Ai e ky,i sono i parametri definiti precedentemente.
n
i
fiMyiiiyRdtfi fZAkM1
,,,,, /
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza (par. 4.2.3)
Elementi inflessi Il momento resistente di progetto Mfi,,Rd di una sezione trasversale di classe 1 o
classe 2 caratterizzata da una distribuzione uniforme di temperatura a può essere
così determinato:
dove:
MRd è il momento di resistenza plastica della sezione trasversale lorda Mpl,Rd per la
progettazione a temperatura ordinaria;
ky, è il fattore di riduzione della resistenza allo snervamento dell'acciaio a
temperatura a.
fiM
MRdyRdfi MkM
,
0,,,
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza
I Collegamenti Per le connessioni bullonate si suggerisce di non effettuare la verifica della sezione
netta in corrispondenza dei fori, in quanto la temperatura dell’acciaio nella zona della
connessione è più bassa rispetto alla parte centrale della trave grazie alla presenza
di materiale aggiuntivo, quale ad esempio le squadrette del collegamento.
dove:
Fv,Rd è la resistenza a taglio di progetto del bullone, valutata assumendo come
sezione resistente la sezione filettata;
Fb,Rd è la resistenza di progetto a rifollamento valutata in condizioni normali;
kb, è il fattore di riduzione della resistenza, dipendente dalla temperatura del bullone;
M2 è il coefficiente parziale di sicurezza a temperatura normale;
M,fi è il coefficiente parziale di sicurezza in condizioni di incendio;
fiM
MbRdvRdtv kFF
,
2,,,,
fiM
MbRdbRdtb kFF
,
2,,,,
Resistenza a taglio dei bulloni Resistenza a rifollamento
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza I Collegamenti Per le connessioni saldate del tipo a completa penetrazione, se la temperatura è
inferiore a 700°C, la resistenza della connessione dovrebbe essere assunta uguale
alla resistenza della parte collegata più debole, usando appropriati fattori di riduzione
per l’acciaio strutturale; per temperature superiori a 700°C, il fattore di riduzione
della resistenza può essere posto uguale a quello fornito per le altre tipologie di
saldature.
dove:
FW,Rd è la resistenza della saldatura in
condizioni normali;
kW, è il fattore di riduzione della
resistenza della saldatura, dipendente
dalla temperatura ;
fiM
MWRdWRdtW kFF
,
2,,,,
Resistenza della saldatura
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza
Verifiche di resistenza di solai composti acciaio-cls Valutazione con il metodo semplificato. Tale metodo consente di valutare la
temperatura della lamiera suddivisa in tre parti (flangia inferiore, flangia superiore e
anima), delle eventuali barre di rinforzo e della soletta di calcestruzzo. Conoscendo
la distribuzione di temperatura nella sezione si può calcolare il momento resistente.
0,,
3
1 ,,
,
,, cfiM
cslab
i afiM
iy
iyi
fbx
fkA
a
Equilibrio alla traslazione
cfiM
cjslab
i afiM
iy
iyiitRdfi
fzbx
fkzAM
,,
3
1 ,,
,
,,,,
a
Momento resistente
RESISTENZA ALL’INCENDIO
Verifiche di sicurezza
Verifiche di resistenza di solai composti acciaio-cls
Una soluzione molto efficace per incrementare la resistenza a momento positivo
della soletta composta in condizioni di incendio consiste nel disporre barre di
armatura aggiuntive nelle nervature. Tale armatura, beneficiando della protezione del
calcestruzzo, attinge temperature più basse rispetto a quelle della lamiera.
0,,1 ,,
,
,,
3
1 ,,
,
,, cfiM
cslab
n
k afiM
kys
ksk
i afiM
iy
iyi
fbx
fkA
fkA
a
Equilibrio alla traslazione
cfiM
ccslab
n
k afiM
kys
kskk
i afiM
iy
iyiitRdfi
fzbx
fkzA
fkzAM
,,1 ,,
,
,,
3
1 ,,
,
,,,,
a
Momento resistente
Verifiche di resistenza di solai composti acciaio-cls con armatura aggiuntiva
nelle nervature.
RESISTENZA ALL’INCENDIO
STRUTTURE IN LEGNO
STRUTTURE IN LEGNO
Caratteristiche all’incendio:
- Materiale combustibile: durante l’incendio gli elementi strutturali esposti
subiscono una riduzione di massa;
- Bassa conducibilità termica: (circa 0.15 W/mK), perciò esso si comporta come
un buon isolante termico.
Meccanismo della combustione del legno
1°stadio: riscaldamento con conseguente perdita d’acqua;
2°stadio: il riscaldamento provoca la decomposizione del legno con
liberazione di sostanze volatili, che mescolandosi con l’aria, danno luogo a
miscele combustibili. La temperatura d’ignizione può assumere valori di 200-
300 °C;
3°stadio: combustione della parte solida, per lo più frazione carboniosa, la
combustione procede verso l’interno con velocità finita, chiamata “velocità di
penetrazione della carbonizzazione”.
STRUTTURE IN LEGNO
Solaio in legno non crollato
a seguito dell’incendio
Capannone in c.a. cedimento
delle armature metalliche
STRUTTURE IN LEGNO
STRUTTURE IN LEGNO
Durante la combustione si possono distinguere tre zone
all’interno della sezione:
Zona Carbonizzata: situata all’esterno della sezione, in essa non si
considera più alcuna caratteristica di resistenza;
Zona Alterata: strato intermedio dello spessore di alcuni millimetri,
in cui le caratteristiche meccaniche sono degradate;
Zona Interna: parte della sezione non ancora investita dal fuoco, in
tale zona le caratteristiche meccaniche sono pressochè inalterate.
STRUTTURE IN LEGNO
Valutazione della sicurezza: con la CNR_DT206_2007
Si definiscono i seguenti termini che nel seguito saranno utilizzati, con riferimento
alla sezione trasversale di un generico elemento di legno:
- linea di carbonizzazione: confine tra strato carbonizzato e sezione trasversale
residua;
- sezione trasversale residua: sezione trasversale originaria ridotta dello strato
carbonizzato;
- sezione trasversale efficace: sezione trasversale originaria ridotta dello strato
carbonizzato e di un successivo strato in cui si considerano nulli i valori di resistenza
e di rigidezza.
STRUTTURE IN LEGNO
Valutazione della sicurezza: con la CNR_DT206_2007
RESISTENZA DI UN ELEMENTO LIGNEO ESPOSTO AL FUOCO
Per il singolo elemento ligneo esposto al fuoco, in assenza di valutazioni più rigorose, si può
fare riferimento al calcolo della cosiddetta “sezione efficace” in corrispondenza del tempo t
richiesto di resistenza al fuoco.
00 dkdd charef
STRUTTURE IN LEGNO
Valutazione della sicurezza: con la CNR_DT206_2007
Velocità di carbonizzazione
Per quanto riguarda la velocità di carbonizzazione b0, in mancanza di valutazioni
sperimentali dirette effettuate in accordo alle pertinenti normative CEN, si può fare
riferimento a quanto riportato nella Tabella 12.1.