Presentazione del libro - unimi.it€¦ · delle detenute politiche delle carceri uruguaiane...

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Traduzione e postfazione di Stefania Mucci, Introduzione di Rosa Maria Grillo I edizione El caballo perdido, Montevideo, 2007. Per info: Laura Scarabelli Dipartimento di lingue e letterature straniere [email protected] DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA E STUDI INTERCULTURALI e DIPARTIMENTO DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE Presentazione del libro Oblivion di Edda Fabbri 28 aprile 2014 ore 18.30 Libreria Isola Libri Via Pollaiuolo, 5 Milano Sarà presente l'autrice Edda Fabbri, in dialogo con Irina Bajini (Università degli Studi di Milano) Edda Fabbri, Oblivion, Oèdipus, Salerno/Milano, 2012 Quella di Edda Fabbri è una prosa poetica per descrivere l’orrore, per raccontare la Storia e le storie delle detenute politiche delle carceri uruguaiane durante la dittatura degli anni ’70-’80 del piccolo paese del Plata. Pochi sono i dati referenziali, ma sufficienti per inquadrare storicamente quel contesto chiuso e oppressivo che inaspettatamente si apre al mondo e al futuro: è una riflessione sulla memoria e sull’oblio; sulla dignità e sulla solidarietà; sul dolore, il corpo e la scrittura; su quel ‘noi’ – in spagnolo 'nosotras' – che è una affermazione di genere e nello stesso tempo generazionale e politico-ideologica. "Sarebbe facile dire che scrivo contro l’oblio, ma non lo credo. Esiste un diritto all’oblio, anche. Esiste un diritto a diffidare dei ricordi. Non so se si scrive per dimenticare o per ricordare. Però è contro qualcosa, contro quello che gli altri scrivono o altri tacciono. Forse anche contro il proprio silenzio, contro i propri ricordi ingannevoli. So che devo diffidare dei miei ricordi. “L’oblio somiglia al perdono”, avevo scritto tempo fa. Ascoltavo quel tango, ogni nota perfetta, e l’ho pensato. Poi ho cercato nel dizionario. Forse poteva voler dire un’altra cosa. Ma non è un'altra cosa, è oblio. Non so per quale ragione Piazzolla abbia scelto il nome in inglese, forse per dimenticare qualcosa. Ha scelto così e io ho scritto: “Oblivion somiglia al perdono. Forse il perdono è questo, la musica che rimane dopo il ricordo." Edda Fabbri, scrittrice uruguaiana di origine veneta, studentessa di medicina nei primi anni ‘70, militante nel Movimiento de Liberación Nacional Tupamaros, è stata rinchiusa in diverse carceri dal 1971 al 1985, seguendo le imperscrutabili geografie della detenzione. Con il suo unico libro, Oblivion, ha vinto all’unanimità il Premio Casa de las Américas 2007 nella Categoria Literatura Testimonial.

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Traduzione e postfazione di Stefania Mucci, Introduzione di Rosa Maria Grillo I edizione El caballo perdido, Montevideo, 2007.

Per info: Laura Scarabelli Dipartimento di lingue e letterature straniere [email protected]

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA E STUDI

INTERCULTURALI e DIPARTIMENTO DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE

Presentazione del libro

Oblivion di Edda Fabbri

28 aprile 2014 ore 18.30

Libreria Isola Libri Via Pollaiuolo, 5 Milano

Sarà presente l'autrice Edda Fabbri, in dialogo con Irina Bajini (Università degli Studi di Milano)

Edda Fabbri, Oblivion, Oèdipus, Salerno/Milano, 2012 Quella di Edda Fabbri è una prosa poetica per descrivere l’orrore, per raccontare la Storia e le storie delle detenute politiche delle carceri uruguaiane durante la dittatura degli anni ’70-’80 del piccolo paese del Plata. Pochi sono i dati referenziali, ma sufficienti per inquadrare storicamente quel contesto chiuso e oppressivo che inaspettatamente si apre al mondo e al futuro: è una riflessione sulla memoria e sull’oblio; sulla dignità e sulla solidarietà; sul dolore, il corpo e la scrittura; su quel ‘noi’ – in spagnolo 'nosotras' – che è una affermazione di genere e nello stesso tempo generazionale e politico-ideologica.

"Sarebbe facile dire che scrivo contro l’oblio, ma non lo credo. Esiste un diritto all’oblio, anche. Esiste un diritto a diffidare dei ricordi. Non so se si scrive per dimenticare o per ricordare. Però è contro qualcosa, contro quello che gli altri scrivono o altri tacciono. Forse anche contro il proprio silenzio, contro i propri ricordi ingannevoli. So che devo diffidare dei miei ricordi. “L’oblio somiglia al perdono”, avevo scritto tempo fa. Ascoltavo quel tango, ogni nota perfetta, e l’ho pensato. Poi ho cercato nel dizionario. Forse poteva voler dire un’altra cosa. Ma non è un'altra cosa, è oblio. Non so per quale ragione Piazzolla abbia scelto il nome in inglese, forse per dimenticare qualcosa. Ha scelto così e io ho scritto: “Oblivion somiglia al perdono. Forse il perdono è questo, la musica che rimane dopo il ricordo."

Edda Fabbri, scrittrice uruguaiana di origine veneta, studentessa di medicina nei primi anni ‘70, militante nel Movimiento de Liberación Nacional Tupamaros, è stata rinchiusa in diverse carceri dal 1971 al 1985, seguendo le imperscrutabili geografie della detenzione. Con il suo unico libro, Oblivion, ha vinto all’unanimità il Premio Casa de las Américas 2007 nella Categoria Literatura Testimonial.