Presentazione · Chiesa del Concilio Vaticano II. 2 Gaudium et spes. Costituzione pastorale sulla...

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I QUADERNI DEL SINODO Preghiera per il Sinodo Diocesano Senigallia Padre Santo, Dio di bontà e di misericordia, mostraci il cammino che la nostra Chiesa di Senigallia è chiamata a percorrere attraverso il Sinodo diocesano. Insegnaci a camminare insieme come popolo di Dio - nella comunione, nella collaborazione e nella corresponsabilità - perché la nostra comunità diocesana sia segno visibile della tua presenza e del tuo amore. Aiutaci a metterci in ascolto dello Spirito e dei segni dei tempi perché sappiamo essere testimoni di speranza nella Chiesa e nel mondo. La Parola di Cristo sia la nostra guida, lo Spirito Santo la nostra luce, l’Eucaristia la nostra forza. Ci accompagnino la Vergine Maria, Madonna della Speranza, il Beato Pio IX e i Santi di cui la nostra terra gode la protezione. Amen. Giuseppe Orlandoni 1 Iniziamo la pubblicazione del Quader- ni del Sinodo, che accompagneranno lo svolgimento di questo periodo di grazia della nostra chiesa diocesana. I Quaderni del Sinodo saranno conse- gnati ai sacerdoti, agli animatori sino- dali e agli operatori pastorali, religiosi e laici, come strumento di lavoro per pre- parare i cristiani e tutte le persone inte- ressate a vivere l’esperienza del Sino- do diocesano. Dopo la preghiera per il Sinodo il primo Quaderno: 1) mostra il percorso seguito dalla no- stra diocesi per arrivare al Sinodo, spiega cos'è il Sinodo e come si svol- gerà; 2) nella parte centrale si parla più tecni- camente della commissione prepa- ratoria che ha terminato il suo compi- to e della composizione della com- missione centrale, oltre che dell’ico- na e del logo del Sinodo; 3) nella terza parte viene riportata l'o- melia del Vescovo nella celebrazione di Indizione del Sinodo, viene illustra- to lo svolgimento delle assemblee vi- cariali ed evidenziato il ruolo dell'ani- matore sinodale. In appendice si riportano due documen- ti di interesse storico e giuridico: la sto- ria dei Sinodi della nostra diocesi e il Si- nodo diocesano nella legislazione cano- nica. I futuri Quaderni continueranno ad ac- compagnare questo nostro cammino, sostenendoci a livello formativo e scan- dendo le tappe del nostro percorso. P resentazione

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I QUADERNI DEL SINODO

Preghiera per ilSinodo DiocesanoSenigallia

Padre Santo, Dio di bontà e di misericordia, mostraci il cammino che la nostra Chiesa di Senigallia è chiamata a percorrere attraverso il Sinodo diocesano.

Insegnaci a camminare insieme come popolo di Dio - nella comunione, nella collaborazione e nella corresponsabilità - perché la nostra comunità diocesana sia segno visibile della tua presenza e del tuo amore.

Aiutaci a metterci in ascolto dello Spiritoe dei segni dei tempi perché sappiamo essere testimoni di speranza nella Chiesa e nel mondo.

La Parola di Cristo sia la nostra guida, lo Spirito Santo la nostra luce,l’Eucaristia la nostra forza.

Ci accompagnino la Vergine Maria,Madonna della Speranza, il Beato Pio IX e i Santi di cui la nostra terra gode la protezione.

Amen.

� Giuseppe Orlandoni

1

Iniziamo la pubblicazione del Quader-ni del Sinodo, che accompagneranno losvolgimento di questo periodo di graziadella nostra chiesa diocesana.I Quaderni del Sinodo saranno conse-gnati ai sacerdoti, agli animatori sino-dali e agli operatori pastorali, religiosi elaici, come strumento di lavoro per pre-parare i cristiani e tutte le persone inte-ressate a vivere l’esperienza del Sino-do diocesano.Dopo la preghiera per il Sinodo il primoQuaderno:1) mostra il percorso seguito dalla no-

stra diocesi per arrivare al Sinodo,spiega cos'è il Sinodo e come si svol-gerà;

2) nella parte centrale si parla più tecni-camente della commissione prepa-ratoria che ha terminato il suo compi-to e della composizione della com-missione centrale, oltre che dell’ico-na e del logo del Sinodo;

3) nella terza parte viene riportata l'o-melia del Vescovo nella celebrazionedi Indizione del Sinodo, viene illustra-to lo svolgimento delle assemblee vi-cariali ed evidenziato il ruolo dell'ani-matore sinodale.

In appendice si riportano due documen-ti di interesse storico e giuridico: la sto-ria dei Sinodi della nostra diocesi e il Si-nodo diocesano nella legislazione cano-nica.I futuri Quaderni continueranno ad ac-compagnare questo nostro cammino,sostenendoci a livello formativo e scan-dendo le tappe del nostro percorso.

Presentazione

I QUADERNI DEL SINODO2

La Diocesi di Senigallia si appresta avivere uno dei momenti più signi-ficativi della sua storia. A conclu-

sione del cammino pastorale compiuto inquesti ultimi anni e in vista delle mete daraggiungere nel prossimo futuro tutta laChiesa locale è convocata per la celebra-zione del SINODO DIOCESANO, da meindetto domenica 25 gennaio, festa dellaConversione di San Paolo.Il Sinodo è un evento di grazia, unastraordinaria esperienza ecclesiale, checoinvolgerà tutte le realtà della nostraChiesa particolare - sacerdoti, religiosi,suore, laici, comunità parrocchiali e ag-gregazioni laicali - per un cammino fattoinsieme (tale è il significato della parola“sinodo”): un cammino di conversionepersonale, di comunione ecclesiale e diprogettazione pastorale.Lo scopo è quello di un rinnovamentodella vita e della missione delle nostre co-munità cristiane perché si realizzi il pro-getto che il Signore ha sulla Chiesa: esse-re “un cuor solo e un’anima sola” (At4,32), una comunità che cammina unitanell’ascolto dello Spirito Santo e nell’im-pegno a mettersi a servizio dell’uomocon un rinnovato annuncio del Vangelo. Si apre dunque davanti a noi un cammi-no arduo ed entusiasmante, lungo il qua-le vorremmo sentire la mano potente erassicurante di Dio, che saprà guidarcicome sempre ha guidato il suo popolo.L’evento del Sinodo, che si protrarrà per

qualche anno, sarà un “kairos”, e cioè untempo favorevole, un tempo di grazia, incui i cristiani si riuniscono per ascoltare,per discernere e per progettare insieme ilcammino verso il Regno, verso “i cielinuovi e la terra nuova” (Ap 21,1). Si trat-ta di ascoltare il Signore che ci parla nellasua parola e nei segni dei tempi: per que-sto sarà necessaria la preghiera, ma an-che l’ascolto dell’uomo di oggi, dei suoiproblemi, delle sue speranze e delle sueangosce. Il discernimento consisterà nelvalutare le situazioni, le tendenze e leaspettative del mondo contemporaneo edella gente che vive nel nostro territorioalla luce del Vangelo e dell’insegnamentodella Chiesa. La progettazione si concre-tizzerà nelle proposte e nelle decisioniche insieme si vorranno prendere per “ri-disegnare” il volto della nostra Chiesa, incontinuità e in applicazione del ConcilioEcumenico Vaticano II, nella fedeltà aDio e all’uomo.Perché il cammino sinodale della nostraDiocesi sia ricco di frutti è necessario checiascuno faccia la sua parte: tutti possonointervenire, perché tutti sono chiamati adare il proprio contributo.Garanzia della buona riuscita dell’assisediocesana sarà comunque una corale eincessante preghiera perché tale eventosia accolto e vissuto come un dono, comeuna nuova Pentecoste dello Spirito.

� Giuseppe OrlandoniVescovo

Perchéil Sinodo

diocesano

COME LA NOSTRA DIOCESIÈ ARRIVATA AL SINODO

I QUADERNI DEL SINODO 3

Proprio cinquant’anni fa, il 25 gen-naio 1959 nella Basilica romana diSan Paolo Fuori le Mura, il papa

Giovanni XXIII annunciava l’intenzio-ne di celebrare quello che sarebbe statoil Concilio Ecumenico Vaticano II: lagrande assise che, alla luce della Parolae della Tradizione, riscopre il volto au-tentico della Chiesa mistero di comunionein missione. La Chiesa si riconosce lucedelle genti1, coinvolta nelle gioie e speran-ze, tristezze e angosce degli uomini2. Dopomezzo secolo da quell’annuncio, la no-stra Chiesa diocesana rinnova il propo-sito di camminare insieme (fare sinodo) suquesta importante traccia. Domenica 25 gennaio si è raccolta inCattedrale, attorno al suo Pastore, per lacelebrazione eucaristica d’Indizione del

Sinodo diocesano.La sinodalità o dinamismo sinodale, il cam-minare insieme fa parte della natura stes-sa della Chiesa: essa è il Popolo di Dioradunato3. In effetti l’uso di indire sinodinella Chiesa è antichissimo4, ma dob-biamo soprattutto all’ecclesiologia con-ciliare la consapevolezza che la Chiesa èuna comunione e che tutti i membri diquesta comunione partecipano, in virtùdel battesimo e secondo i propri cari-smi, alla missione affidata da Cristo allasua Chiesa5. Dunque la sinodalità non èsemplicemente una modalità espressi-va occasionale, ma lo stile di vita diChiesa autentica così come Cristo l’havoluta.In realtà la nostra Chiesa diocesana dadiverso tempo si è messa in stato di sino-

1 Lumen gentium. Costituzione dogmatica sullaChiesa del Concilio Vaticano II.

2 Gaudium et spes. Costituzione pastorale sullaChiesa nel mondo contemporaneo del ConcilioVaticano II.

3 «Dio volle santificare e salvare gli uomini nonindividualmente e senza alcun legame tra loro,ma volle costituire di loro un popolo […]. Scelsequindi per sé il popolo israelita, stabilì con luiun’alleanza e lo formò lentamente […]. Tuttoquesto però avvenne in preparazione e figura diquella nuova e perfetta alleanza da farsi inCristo […] chiamando la folla dai Giudei e dallenazioni perché si fondesse in unità non secondola carne, ma nello Spirito, e costituisse il nuovoPopolo di Dio». Lumen gentium, 9.

Uno stile sinodale

4 Cfr. E. CORECCO, «Sinodalità», in G. BARBAGLIO –S. DIANICH, in Nuovo dizionario di teologia,Paoline, Alba 1977, pp. 1466-1495.

5 Il dovere di esprimersi, di consigliare e ascoltaresono costantemente richiamati nei documenticonciliari: «Il vescovo […] non rifugga dall’a-scoltare quelli chi dipendono da lui, curandolicome veri figli suoi ed esortandoli a cooperarealacremente con lui». Lumen gentium 27. «I pre-sbiteri […] siano pronti ad ascoltare il pareredei laici, tenendo conto con interesse fraternodelle loro aspirazioni e giovandosi della loroesperienza e competenza nei diversi campi del-l’attività umana, in modo da poter assiemericonoscere i segni dei tempi». Presbyterorumordinis 9.

dalità: un lento impegno di assimilazio-ne, nella mentalità e nelle modalità pa-storali — a volte faticoso, ma comunqueprogressivo —, dell’idea che siamo po-polo di Dio e comunione, che le nostreparrocchie sono comunità e porzioni diuna comunità più grande: la diocesi. Questo cammino è stato segnato da al-cuni eventi significativi. Appare quantomai opportuno ricordare, tra le tante,due iniziative promosse dal nostro ve-scovo emerito Odo: un Sinodo diocesa-no celebrato nel 1983 per «tradurre nel-la vita della nostra Chiesa le costituzio-ni, i decreti e le dichiarazioni del Vatica-no II»6 così come la felice consuetudinedi radunarci nei periodici convegni diinizio e fine anno pastorale per pro-grammare e verificare insieme.In Diocesi il dinamismo sinodale è con-tinuato sotto la guida del vescovo Giu-seppe, che giungendo tra noi ci salutòdesiderando che «siano riconosciuti epromossi i doni dello Spirito, in modoche ciascuno li metta al servizio dellacomunità e così tutta la Chiesa locale di-

6 O. F. PECCI, Decreto di Indizione del SinodoDiocesano, Senigallia, 8 dicembre 1980, inDIOCESI DI SENIGALLIA, Documenti del SinodoDiocesano 1980-1983, Senigallia 1984, p. 7.

7 G. Orlandoni, Il saluto alla Chiesa di Senigallia, inLa Voce Misena – Emmaus, numero speciale del10 aprile 1997, p. 16.

8 «In vista del Giubileo dell’anno 2000 desideroproporre e indire una grande MissioneDiocesana con la finalità di rinvigorire la fede erinnovare la vita cristiana. La missione è uncompito imprescindibile che il Risorto ha affida-to alla Chiesa. La Chiesa è per definizione mis-sionaria: non esiste per se stessa, ma per ilmondo. Esiste per evangelizzare. Essa è il primoservizio che la comunità cristiana può rendere aciascun uomo. La Missione Diocesana che pro-pongo è un evento che interessa la responsabi-lità di tutta la comunità cristiana. Tutta la Chiesa

I QUADERNI DEL SINODO

venti ministeriale, aperta ai bisogni delmondo, pronta ad offrire il proprio con-tributo al rinnovamento della società»7.È sorprendente notare come in questeparole fosse già implicito il contenutodel Sinodo diocesano che stiamo per vi-vere: Un cuor solo ed un’anima sola: laChiesa di Senigallia in cammino, in ascoltodello Spirito e a servizio dell’uomo.I rilevanti avvenimenti ecclesiali di que-sti ultimi anni promossi dal nostro Pa-store, hanno esplicitato la sinodalitàdella nostra Chiesa e ci hanno semprepiù permesso di entrare nel cuore delmistero ecclesiale, richiamandoci all’i-dea di comunione – comunità – correspon-sabilità: la Missione del Popolo al Popo-lo (1998), perché «è responsabilità ditutta la comunità cristiana essere mis-sionaria in modo permanente»8; la pri-ma Visita pastorale (2001-2002), per«promuovere la corresponsabilità, su-scitando i ministeri di fatto, istituiti e or-dinati»9; l’istituzione del Corso di for-mazione teologico-pastorale ai ministe-ri ecclesiali (2001), per «preparare i no-

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senigalliese, e in essa ogni parrocchia e ognirealtà ecclesiale, è convocata per porsi in stato dimissione. L’obiettivo finale è quello di renderela comunità cristiana missionaria in modo per-manente». G. ORLANDONI, Annuncio dellaMissione del Popolo al Popolo, domenica 26 aprile1998.

9 «Trascorsi quattro anni dall’inizio del mio mini-stero episcopale in questa Chiesa particolareche è in Senigallia, avendo già incontrato invarie occasioni persone, famiglie, gruppi ecomunità parrocchiali, è ora tempo di procede-re alla prima Visita Pastorale dell’interaDiocesi. La mia prima Visita Pastorale si prefig-gerà in particolare il raggiungimento deiseguenti tre obiettivi: evangelizzazione: dareimpulso alla missione popolare; ministerialità:promuovere la corresponsabilità, suscitando iministeri di fatto, istituiti e ordinati; carità: valo-

rizzare il servizio ai fratelli, incoraggiando ilvolontariato e promuovendo le Caritas parroc-chiali». G. ORLANDONI, Decreto, 29 giugno 2001.

10 «La comunione a cui siamo chiamati esige chenella comunità cristiana si dia spazio a tutti idoni dello Spirito. Non si può fare a meno difavorire il fiorire, accanto al ministero ordinato,di altri ministeri. A questo riguardo, sentito ilparere unanime del Consiglio Presbiterale,sono lieto di annunciare che il prossimo otto-bre si darà inizio in Diocesi ad un “Corso di for-mazione teologico-pastorale ai ministeri ecclesiali”:

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stri laici ecclesialmente impegnati, pie-namente corresponsabili della vita dellaChiesa»10 e la seconda Visita pastorale(2007-2008) Chiamati in un solo corpo,«per aiutare le comunità parrocchiali asviluppare la dimensione della ministe-rialità e della corresponsabilità con par-ticolare riferimento al laicato».Questo cammino ci ha confermato cheCristo, nella sapienza e prudenza delVescovo, guida il Popolo di Dio nel pel-legrinaggio terreno fino alla felicitàeterna. Il Vescovo, che presiede la co-munione e la carità nella Chiesa locale eha «ricevuto il ministero della comunitàper esercitarlo con i propri collaborato-

ri»11 non in maniera autonoma o autar-chica, chiama ancora il Popolo di Dioche è in Senigallia a camminare insieme, afare sinodo per rinvigorire la partecipa-zione ecclesiale e promuovere il discer-nimento: leggere i segni dei tempi allaluce dello Spirito e della Parola, per de-cidere insieme quali scelte migliori in-traprendere.I prossimi anni saranno una grande oc-casione di comunione, discussioni escelte. Verranno coinvolte tutte le realtàecclesiali a livello di parrocchie, unitàpastorali e vicarie. Continuiamo a cam-minare insieme!

Simone Mandolini

dando così ai nostri laici ecclesialmente impe-gnati la possibilità di prepararsi a svolgere queiservizi di carattere stabile e continuativo checorrispondono ai loro doni: potranno rendersiin questo modo pienamente corresponsabilidella vita della Chiesa. Nutriamo la speranzache tra coloro che avranno frequentato taleCorso il Signore chiami qualcuno a proseguireil cammino di formazione in vista delDiaconato permanente». G. ORLANDONI, Omeliadella Messa del Crisma, 2001.

11 Lumen gentium.

I QUADERNI DEL SINODO

LA CHIESAHA UNO STILE SINODALE

Il Sinodo è un periodo di comunioneprofonda che vuole educarci acamminare insieme – laici, religiosi esacerdoti – per far sì che la chiesa siasempre più popolo di Dio, Corpo diCristo, comunione tra tutti i fedeli.Concretamente si tratta di unperiodo durante il quale tutta lachiesa si mette in ascolto del Signoree di ogni persona per imparare -come ci ricorda la stessa parola“sinodo”-“syn-odos” (camminoinsieme) - a “camminare insieme”dietro di Gesù, per costruire unaChiesa viva, capace di manifestarel’amore di Dio con la testimonianzadell’unità e della carità e capace diannunciare il Vangelo in modocredibile e convincente.

MA DI CHE CAMMINO SITRATTA?

È un cammino di conversione: cichiama a scoprire il Signore Risortodentro la nostra vita, a dare ascoltoalle sue chiamate e ad accoglierlocome Unico Signore della nostraesistenza. “Signore, che cosa dobbiamofare?” (cf. At 2,37): è questa ladomanda che deve risuonare dentrodi noi durante questo Sinodo.È un cammino di comunione: Cristorisorto nel nostro battesimo ha fatto

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di tutti noi, mediante il suo Spirito,un corpo solo e ci ha chiamati avivere come una “comunità ditestimoni”: testimoni di Cristo checamminano insieme, in un rapportodi una reciproca stima; testimoni diCristo Risorto che fanno della Chiesauna “casa e scuola di comunione”;testimoni di Cristo che aiutano tuttigli uomini a camminare nellaconcordia, nella fraternità e nellapace.È un cammino di discernimento: ilSignore ci invita a verificare se ilnostro modo di vivere corrispondealla nostra vocazione cristiana; ciinvita a leggere ed interpretare nellaluce della sua Parola la realtàsociale, culturale e religiosa dellanostra diocesi, per cogliervi dentrola sua presenza e le sue chiamate. Celo raccomanda il Concilio VaticanoII: “È dovere permanente della Chiesascrutare i segni dei tempi e interpretarlialla luce del Vangelo” (GS 4).È un cammino di progettazione, concui vogliamo ridisegnare il nostromodo di essere Chiesa e la nostraazione pastorale, per essere semprepiù fedeli a Dio e fedeli agli uominidel nostro tempo, per adempierefedelmente la nostra missione nelmondo. Non siamo Chiesa per noi,ma per il mondo.

Cosa è il Sinodoe come si svolgerà

I QUADERNI DEL SINODO

LE TAPPE

Chi è coinvolto nel Sinodo? Tutti gli uomini e le donne di buonavolontà - credenti e non credenti -che operano nei diversi “ambiti”della vita. Le persone siincontreranno a livello parrocchiale(o nell’unità pastorale), vicariale,diocesano per ascoltare lo Spirito egli altri, per pregare, per capire e perscegliere. Il tutto confluirà nelleassemblee sinodali diocesane cheoffriranno al Vescovo tutto ciò che dibello è emerso, perché egli possaessere sostenuto nelle decisioni cheverranno prese perché la nostradiocesi sia fedele alla volontà di Dio.

Come si svolgerà il Sinodo? In questo periodo ha lavorando lacommissione preparatoriasoprattutto in vista dell'indizione delSinodo che è stata domenica 25gennaio 2009. Siamo dunque nella fase dipreparazione che durerà fino asettembre 2009. Momento importante di questa fasesaranno le assemblee vicariali che sisvolgono nei mesi di marzo e aprile2009 precedute da incontri deiConsigli pastorali parrocchiali.Il percorso sarà poi in tre fasi: nella prima la nostra Chiesa si mettein ascolto (da settembre 2009 asettembre 2010); nella seconda la Chiesa valutariscopre la sua identità (da settembre2010 a settembre 2011); nella terza la Chiesa sceglie e decide(da settembre 2011 a settembre2012).

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Info e suggerimenti:[email protected]

I QUADERNI DEL SINODO

Terminata la seconda Visita Pastorale, che aveva come scopo precipuo quello di pro-muovere la comunione, la collaborazione e la corresponsabilità attraverso la valorizzazio-ne, in particolare, degli organismi di partecipazione ecclesiale;– considerato l’intendimento di convocare un Sinodo Diocesano, a 25 anni di distanza dal

precedente Sinodo della Chiesa di Senigallia, nella prospettiva di sviluppare ulterior-mente le dimensioni della comunione e della missionarietà;

– sentito il parere del Consiglio Presbiterale nella riunione del 28 agosto 2008 e del Consi-glio Pastorale Diocesano nella riunione del 4 settembre 2008;

– – visti i canoni 460-468 del Codice di Diritto Canonico;– – con il presente Decreto

N O M I N O

la Commissione Preparatoria e la Segreteria Generale del Sinodo Diocesano, che sarà uffi-cialmente indetto il 25 gennaio 2009, festa della Conversione di San Paolo.

La Commissione e la Segreteria avranno il compito di predisporre e coordinare tuttoquanto è necessario per il cammino previo e lo svolgimento dell’assise diocesana: in parti-colare avranno cura di informare, sensibilizzare, formare i fedeli, ascoltare le realtà del ter-ritorio, raccogliere proposte e suggerimenti sui contenuti e sul metodo del Sinodo, elabora-re uno strumento di lavoro ed altri sussidi utili al discernimento e alla progettazione delmodo di essere della Chiesa locale.

Sono nominati membri della Commissione preparatoria:GUERRI Mons. LucianoMONTESI Don PaoloLAURETANI Don EmanueleFRANCESCHINI Don AndreaBOMPREZZI Dott. GiovanniGIANCARLI Prof. LucaGIULIANI Arch.DanielaMANDOLINI Prof. SimoneMARZI Dott. DanieleSPINOZZI Dott. Francesco

Segretario Generale del Sinodo è nominato il Rev.do Don PAOLO GASPERINI, VicarioEpiscopale per la Pastorale.

�Giuseppe Orlandoni, vescovo di SenigalliaSenigallia, 11 ottobre 2008,

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Nominadella Commissionepreparatoria

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Ascensione e Pentecostedi M. I. Rupnik

La Pentecoste è unita all’Ascensione. Cristo deve salire alPadre perché lo Spirito scenda. Il Padre rimane sempre na-scosto. Noi conosciamo Dio tramite la sua mano, l’operanella creazione e nella redenzione e vediamo il Figlio chegià tocca il Paradiso, l’abitazione del Padre, con le feriteben evidenziate perché porta con se l’umano, la realtà piùumana sul corpo di Cristo sono le ferite di Cristo.Sotto, con il mantello di Cristo che sfiora ancora la terrac’è la Madre, la vergine donna dove tutto questo misterosi è comunicato e rivelato. Lei è in atteggiamento orante,dunque immagine della Chiesa in epiclesi. Cristo sale alPadre e lascia sulla terra il Paradiso. La vergine MadreChiesa in epiclesi per la discesa dello Spirito Santo. LoSpirito Santo scende come fuoco e crea la comunità, cheè il grande miracolo della storia umana.Questa comunità ha nel suo cuore Cristo che torna alPadre. Se viene meno Cristo nel cuore della Chiesa, nonha più senso questa struttura che si svuota e perde disignificato. È una scena che presenta come un grandedisegno escatologico: ogni apostolo ha il vestito di un colo-re che non si ripete mai e il mantello del colore di quello diCristo e che portano uguale. Infatti ognuno di noi è figlionello Spirito che ci rende figli dal di dentro, in modo deltutto personale, ma siamo figli nel Figlio, come insistevaAtanasio.Lo Spirito Santo garantisce la pluralità della figliolanza, e ilFiglio, Cristo, è garante dell’unità nella figliolanza. C’è tuttoun discorso di sguardi, un discorso pnematologico. Fuoco,colomba, vento non sono immagini personali dello SpiritoSanto, ma lo Spirito santo è una persona divina. Già gli

Spiegazionedell’Icona

del Sinodo

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antichi padri si chiedevano quale sia il volto dello Spirito Santo eAtanasio rispondeva che il volto dello Spirito Santo è il Figlio. I primiquattro apostoli in alto guardano pertanto Cristo perché solo grazieallo Spirito Santo ricevuto lo riescono a vedere come Signore. Solonello Spirito Santo si può dire che Gesù Cristo è il Signore. Altri quat-tro, a due a due, si guardano l’un l’altro, perché ogni battezzato è ilvolto dello Spirito Santo. I penultimi due guardano Maria, che èpiena di Spirito Santo e dunque anch’essa volto dello Spirito Santo.Pietro e Paolo guardano di fronte a loro, nello spazio fuori dalla pare-te, dove la Chiesa viva celebra la liturgia, il volto dello Spirito Santonella nostra storia oggi. Tutta la parete è pensata intorno al versetto in cui Isaia dice che lapioggia scende e torna al cielo solo dopo aver fecondata la terra eaverla fatta fruttificare. C’è un movimento di ascesa e discesa, divenuta e di ritorno.

La lettera “S” al centro del logo del Sinodo diocesano ci ricorda alcu-ne parole centrali in questo evento: - innanzitutto il Sinodo coinvolge tutta la nostra Chiesa di Senigalliachiamata dal Vescovo ad intraprendere una feconda esperienza dicomunione;

- poi lo Spirito Santo e la Strada, richiamati sia nella S che nel colo-re e nella forma: la forma prospettica richiama una Strada, percor-sa da tante persone che si mettono in cammino insieme, noi tutti,pietre vive della nostra Chiesa, mentre il colore quello della fiam-ma dello Spirito che è il vero protagonista di questo evento diGrazia;

- la croce della missione diocesana segna e precede il nostro cam-mino, perché il nostro camminare sia sempre seguire il Cristo, viaverità e vita.

La croce ci ricorda altre parole significative per il sinodo: lo Stile dicomunione e di Servizio all'uomo e l'orizzonte di Speranza e diSantità a cui siamo chiamati.

Spiegazione del logodel Sinodo

I QUADERNI DEL SINODO

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa diDio che è pellegrina a Senigallia;Carissimi fratelli Vescovi Odo e Mario;Carissimi sacerdoti, religiosi, religiose,persone consacrate, diaconi, seminaristi;

1. Siamo riuniti in preghiera in questaChiesa Cattedrale, come gli apostoli eMaria nel Cenacolo, in attesa di unaeffusione, una nuova effusione delloSpirito Santo, per indire solennemen-te il Sinodo Diocesano. Lo SpiritoSanto, infatti, viene, se invocato, nonsolo in tempi ordinari, come ogni-qualvolta che si celebra l’Eucaristia,ma anche in tempi straordinari, comeè il caso di questo Sinodo.L’evento che viviamo si colloca nellacornice della festa della conversionedi San Paolo, momento particolar-mente significativo di questo annodedicato al grande apostolo dellegenti.La prima lettura di questa liturgia ciha ricordato il fatto saliente e determi-nante della vita di Saulo di Tarso, chepoi prese il nome di Paolo: sulla via diDamasco il Signore gli si è rivelato edegli ha risposto alla chiamata divinaconvertendosi, cambiando radical-mente la sua vita. Da feroce persecu-tore dei cristiani, divenne amico diGesù, appassionato testimone del

Vangelo. A Damasco comprese cheormai doveva dedicare la sua nuovavita, mettendo in pratica il mandatodi Gesù, che è risuonato poco fa nelVangelo: “Andate in tutto il mondoed annunciate il Vangelo ad ogni crea-tura” (Mc 16,15): divenne così il piùgrande, instancabile missionario ditutti i tempi, fondatore di diversecomunità di discepoli di Gesù. Paolo ha amato la Chiesa, corpo diCristo, sposa di Cristo, di un amoreappassionato, tenero e forte, senzariserve, spendendo tutte le sue ener-gie perché fosse unita nella fede e nel-l’amore.Quando nella prima comunità cristia-na sorse un problema riguardante ilmodo di comportarsi verso coloro chesi convertivano al cristianesimo pro-venendo non dal popolo ebraico mada altri popoli e culture, si celebrò aGerusalemme il primo Concilio dellastoria, Concilio che possiamo chiama-re anche Sinodo. A questo primoConcilio o Sinodo, come attesta laseconda lettura (Gal 2,1-10), partecipòanche Paolo e determinante fu il suoaccorato intervento perché nellacomunità cristiana si adottasse unalinea condivisa, a salvaguardia dell’u-nità della Chiesa. Ci fu una discussio-ne franca e alla fine, dopo aver invo-

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Cattedrale di Senigallia, 25 gennaio 2009

Omelia nella celebrazione di indizionedel Sinodo Diocesano

I QUADERNI DEL SINODO

cato lo Spirito del Signore, insiemecon lo stesso Spirito fu deciso concor-demente che cosa fare.

2. Sulla scia dell’esperienza di Paolo edella Chiesa primitiva anche la nostraChiesa di Senigallia viene convocataper celebrare il Sinodo Diocesano.Precisamente questa sera, in questaChiesa Cattedrale che è il centro e ilcuore pulsante della nostra Diocesi,con trepidazione e commozione noiindiciamo pubblicamente il SinodoDiocesano come anello che si annodaalla lunga catena di Concili, a comin-ciare da quello di Gerusalemme finoal Concilio Vaticano II, il quale, perfelice coincidenza, è stato indetto pre-cisamente cinquanta ani fa, il 25 gen-naio 1959; ugualmente il nostroSinodo si annoda a quelli che finorasono stati celebrati nella nostraDiocesi, l’ultimo dei quali è statoindetto e presieduto, nel 1983, dal miovenerato predecessore e nostro caris-simo Vescovo emerito, Mons. OdoFusi Pecci.

3. Indiciamo il Sinodo diocesano perverificare se il nostro modo di essereChiesa e il nostro modo di annuncia-re il Vangelo rispondono alle mutateesigenze dei tempi e per progettareun’azione pastorale che consenta allanostra Chiesa locale di svolgere la suamissione nella piena fedeltà a Dio eall’uomo di oggi.Il Sinodo si propone di stimolare i cri-stiani a camminare insieme perché sirealizzi il progetto che il Signore hasulla Chiesa: essere, ad imitazionedella comunità primitiva, “un cuorsolo e un’anima sola” (At 4,32): unacomunità che cammina unita per ser-vire l’uomo, così da essere sale della

terra, lucerna del candelabro, lievitonella pasta, voce di gioia e di speran-za nelle case e negli ambiti dove lagente vive.

4. In questo giorno di festa noi ricor-diamo la conversione di Paolo.Ebbene, quello che il Signore ci chiedein relazione al Sinodo non è il faretante cose, ma convertirci. Quale con-versione il Signore ci chiede rispettoal cammino sinodale che ci preparia-mo a compiere?a) La prima conversione è quella dimetterci in ascolto del Signore stesso.A imitazione di Samuele, dovremmodire: “Parla, o Signore, che il tuo servoti ascolta” (1 Sam 3,19). Non la nostravolontà, ma la volontà del Signore sudi noi e sulla nostra Chiesa è ciò chedobbiamo cercare. Anzitutto e primadi ogni altra cosa dobbiamo afferma-re nella nostra vita il primato dellaParola di Dio, Parola che va ascoltata,meditata, pregata, vissuta. Di fonda-mentale importanza è perciò il tempoche durante il Sinodo dedicheremoalla preghiera: preghiera personale epreghiera comunitaria-liturgica, dacui deve scaturire l’incontro con ilSignore, la crescita della nostra fede. Èa partire dall’ascolto della Parola diDio e dalla partecipazione alla mensaeucaristica che si possono formare cri-stiani adulti nella fede. Il Sinododovrà spronare le nostre comunità aformare cristiani adulti nella fede, cri-stiani cioè, che accolgono Gesù Cristocome unico Signore della loro vita e loannunciano e lo testimoniano inmodo credibile e significativo; cristia-ni capaci di coniugare fede e vita,pronti a rendere ragione della lorofede con gioia e speranza (cf. 1 Pt3,15). Dunque, la prima conversione,

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I QUADERNI DEL SINODO

il punto di partenza per un rinnova-mento della vita personale come puredella vita ecclesiale e della pastorale,è l’ascolto della Parola.b) La seconda conversione è quella dimetterci seriamente in ascolto dellagente del nostro tempo e del nostroterritorio per cercare di capire qualisono le tendenze, le attese, le paure, iproblemi. Il Concilio ci insegna che “èdovere permanente della Chiesa scru-tare i segni dei tempi e interpretarlialla luce del Vangelo” (GS 4). È neces-sario perciò metterci in ascolto dellacultura e delle sfide del mondo con-temporaneo per poter operare undiscernimento comunitario nella con-sapevolezza che Cristo è il Signoredella storia, il suo Spirito è all’operanel cuore di tanti uomini e donne, isegni del suo Regno sono presentinelle situazioni che investono il tessu-to quotidiano.c) La terza conversione che il Signoreci chiede è quella di impegnarci a rin-novare le nostre comunità perchédiventino “casa e scuola di comunio-ne”: E’ questo infatti il tema centrale elo scopo principale del Sinodo: diven-tare “un cuor solo e un’anima sola”. E’necessario che i cristiani maturino ilsenso di appartenenza e sperimentinola bellezza di una Chiesa fraterna esolidale, specchio della Trinità, mani-festazione dell’amore di Dio per noi.L’esperienza sinodale dovrà essere

come un laboratorio di comunione, dipartecipazione, di corresponsabilità,di ministerialità, una “palestra” nellaquale ci educhiamo insieme – sacer-doti, religiosi e laici – all’ascolto, aldiscernimento e alla progettazionepastorale.Chiediamo allo Spirito Santo di inva-dere i nostri cuori: riempia il cuore deisacerdoti, perché non si lascino pren-dere dallo scoraggiamento e conservi-no la gioia pasquale pur sotto il pesodella fatica pastorale. Riempia ilcuore dei religiosi, delle religiose,delle persone consacrate perché conla loro testimonianza ci facciano senti-re la nostalgia del mondo futuro, ilmondo delle beatitudini. Riempia ilcuore dei laici, perché, sentendosichiamati ad una fede adulta e respon-sabile, nelle parrocchie e nelle aggre-gazioni ecclesiali collaborino all’edifi-cazione della Chiesa, corpo di Cristo,partecipando attivamente ai lavorisinodali.E in questo nuovo cammino, che oggiviene ufficialmente annunciato einaugurato, ci accompagnino e ci assi-stano la Vergine Santa, venerata inquesta Cattedrale come la Madonnadella Speranza, il patrono della nostraDiocesi San Paolino, i Santi e Beatidella nostra terra, tra i quali SantaMaria Goretti e il Beato Pio IX, e tuttigli amici del cielo che invochiamocome nostri intercessori. Così sia.

Giuseppe Orlandoni

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I QUADERNI DEL SINODO

Giuseppe Orlandoniper grazia di Dio e della Sede Apostolica

Vescovo di Senigalliavisto il decreto di indizione del sinodo diocesano

(prot.n.2/09/v del 25 gennaio 2009);

nominola Commissione Centrale del Sinodo diocesano

nelle persone di:

Gasperini Don Paolo, SegretarioGeneraleAgarbati AlbertoArosio Sr.PaolaBigelli LauraBomprezzi GiovanniCamborata Don MarioCampolucci Don PaoloCeresi Carlo e ClaudiaCori GiancarloCursi AngeloGiuliani DanielaDi Ventura Diac.GiovanniGiancarli LucaFranceschini Don AndreaGasparini Mons.UmbertoGiuliani Don GiancarloGrassi P.GiulianoGuerri Mons. Luciano

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Nomina della Commissione centrale

Lauretani Don EmanueleLuzietti FedericoLuzietti Luciana in GalliMagini ArmandaMandolini LauraMandolini SimoneMarzi DanieleMontesi Don PaoloPaolucci Don CarloPersi Michele e PaolaPianelli AntonellaPiergiovanni Don AldoPioppi Stefano e MariangelaPongetti ChiaraPurziani Don GesualdoSpinozzi FrancescoVichi MarioZandri LianaZingaretti Don Giuliano

La Commissione ha il compito di fornire gli indirizzi del cammino sinodale,di programmare e coordinare i lavori e di fissare i criteri redazionali dei documentisinodali.

Con la mia benedizioneSenigallia, 5 marzo 2009

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Il cammino del Sinodo diocesano, indetto lo scorso 25 gen-naio 2009, vive ora un momento decisivo: la scelta dei temi delSinodo. Per arrivare a questo obiettivo vogliamo vivere una for-ma di consultazione ampia, con il coinvolgimento prima dei Con-sigli pastorali parrocchiali (Cpp) e poi delle assemblee vicariali.Di seguito i passi che vogliamo compiere insieme.

1. CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO PASTORALEPARROCCHIALE PER PREPARARE L’ASSEMBLEA VICARIALEPoiché all’assemblea vicariale si metterà insieme la riflessio-

ne delle parrocchie, è necessario arrivare preparati. Per questoogni parrocchia deve convocare il suo Consiglio Pastorale intempi abbastanza brevi; è bene che la convocazione sia “allarga-ta”, cioè che possano partecipare tutti gli operatori pastorali etutte le persone disponibili. Tre sono gli obiettivi delle assem-blee vicariali, ma il secondo ha un ruolo centrale:

Dare agli operatori pastorali una adeguata informazione cir-ca la natura, le motivazioni, le finalità, le modalità del Sinodo elo stile con cui vivere questo evento straordinario di comunioneecclesiale, di ascolto, di discernimento e di progettazione pa-storale.

Raccogliere dagli operatori pastorali i problemi sociali, cul-turali, religiosi e pastorali, con cui la nostra Chiesa diocesana èchiamata a confrontarsi oggi.

Raccogliere le proposte più opportune circa il coinvolgimen-to nel cammino sinodale di tutti i cristiani presenti sul territorio,soprattutto giovani e famiglie, praticanti e non praticanti.

Inoltre in questo incontro del Consiglio Pastorale parroc-chiale è bene si scelga l’animatore sinodale parrocchiale.

2. SVOLGIMENTO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEIl Cpp, una volta convocato, si riunisce per preparare l’assem-

blea vicariale mettendo all’ordine del giorno due domande, chesaranno anche le domande al centro dell’assemblea vicariale:1ª DOMANDAQuali sono oggi nel nostro territorio i principali problemi sociali,culturali, religiosi e pastorali, con cui la nostra Chiesa diocesa-na oggi è chiamata a confrontarsi? (vedere i temi esemplificatipiù sotto in seguito)

La preparazionenei consiglipastoraliparrocchialiMARZO - APRILE 2009

LE ASSEMBLEE VICARIALI

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2ª DOMANDAQuali proposte riteniamo più opportune per coinvolgere nel cammino sinodale icristiani presenti sul territorio, soprattutto giovani e famiglie, praticanti e non pra-ticanti?

In particolare per la prima domanda è opportuno non focalizzare l’attenzionesolo su un punto (es.: solo sui problemi della catechesi o solo sui problemi delmondo del lavoro), ma è bene tenere presenti tutti gli aspetti della vita delle per-sone.

Il lavoro del Cpp potrebbe svolgersi così:• la prima parte dell’incontro (più corposa) viene dedicata alla risposta alla prima

domanda; la seconda parte (molto più breve della prima) viene dedicata alla se-conda domanda.

• Ad ogni partecipante viene consegnata una scheda con le due domande e conle esemplificazione delle aree per quello che riguarda la prima questione (lascheda che segue questo testo). Poi si focalizza l’attenzione sulla prima do-manda: ognuno, dopo aver letto il foglio si prende alcuni minuti di silenzio e in-dividua quelle che a suo parere sono le tre questioni principali che la Chiesa og-gi deve affrontare (Es.: l’annuncio ai non credenti per quello che riguarda l’areadell’evangelizzazione; gli stili di vita per quello che riguarda l’area della carità;la scuola per l’area del rapporto con il mondo).

• È evidente che occorre fare una scelta e ogni scelta comporta una rinuncia, maquesto piccolo esercizio serve a focalizzare le urgenze maggiori. È possibileche si mettano al centro della riflessione anche questioni che non sono enume-rate.

• Successivamente si inizia a parlare partendo da un punto qualunque; se vieneaffrontato un argomento che anche altri hanno scelto, viene condiviso da tutticoloro che lo hanno evidenziato nella riflessione personale, così da evidenzia-re quelli che sono i temi maggiormente significativi.

• N. B.: Questo incontro non è il luogo per “risolvere” le situazioni o per individua-re i percorsi possibili, ma serve solo per individuare i problemi. Gli interventi de-vono essere dunque solo di analisi e motivare il perché quella data questioneè più urgente di un’altra secondo la sensibilità della persona che parla.

• Quando tutti hanno parlato si passa alla seconda domanda.

Seconda domanda della scheda. A questo punto si prende in esame la secon-da domanda, si riflette un po’ singolarmente e poi ci si confronta sulle idee. E’ im-portante non censurare nessun parere, ma raccoglierli veramente tutti anche sepossono sembrare irrealizzabili.N. B.: Occorre che ci sia un segretario verbalizzatore che raccolga tutte le sottoli-neature sia della prima, sia della seconda domanda, perché nulla vada perduto.Magari questo segretario potrebbe essere l’animatore sinodale. Queste riflessio-ni è bene vengano comunicate via mail alla segreteria del Sinodo: “[email protected]”.

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3. COME ORGANIZZARE LE ASSEMBLEE VICARIALI

a. I COORDINATORI E GLI ANIMATORI DELLE ASSEMBLEE VICARIALI1) Il Vicario foraneo convoca l’Assemblea, che è presieduta dal Vescovo o da un

suo rappresentante della Segreteria del Sinodo.2) Almeno un rappresentante per parrocchia forma una piccola equipe che colla-

bora per la preparazione dell’assemblea (per esempio spedendo gli inviti aglioperatori pastorali); raccoglie poi le sintesi dei lavori di gruppo e collabora nel-la stesura della sintesi conclusiva. Questi laici saranno il primo nucleo deglianimatori sinodali.

3) Gli animatori dei gruppi di studio: ogni gruppo è coordinato da un membro del-la Segreteria del Sinodo coadiuvato da un laico della Vicaria (tra quelli individuatisopra) che funge anche da segretario-verbalista.

b. CHI INVITARE ALLE ASSEMBLEE VICARIALEAlle Assemblee vicariali sono invitati a intervenire tutti gli operatori pastorali del-la Vicaria:• i cristiani che collaborano in parrocchia su mandato del parroco nei diversi set-

tori pastorali; in particolare i membri dei Consigli pastorali e i membri delle ag-gregazioni ecclesiali;

• i cristiani che sono disposti ad assumere in parrocchia qualche impegno pa-storale.

4. MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELL’ASSEMBLEA VICARIALEPotrebbe essere fatta dalle 15.00 alle 18.00 di domenica pomeriggio o dalle18.30 alle 22.30 di un giorno ferialeore 15.00 / 18.30: Riunione degli operatori pastorali. Preghiera.

Presentazione del cammino sinodale: natura, motivazioni, finalità, metododi lavoro, tempi (a cura del Vescovo o del segretario del Sinodo).

ore 15.45 / 19.15 (cena) 19.45: Lavori di gruppo (non più di 20 persone per gruppo).I. Problemi sociali, culturali, religiosi, pastorali del nostro territorio.II. Proposte circa il coinvolgimento dei cristiani nel cammino sinodale.

ore 17.45 / 21.45: Conclusione dei lavori di gruppo e ritorno in Assemblea.ore 18.00 / 22.00: Riunione assembleare per il momento conclusivo (presiedu-

ta dal Vescovo o da un suo delegato). Gli animatori di gruppo segnalano iproblemi ritenuti più importanti e le proposte più condivise per il coinvolgi-mento dei cristiani.

ore 18.30 / 22.30: Chiusura dell’Assemblea.

5. DOPO L’ASSEMBLEA VICARIALENei giorni successivi l’assemblea vicariale i coordinatori dei gruppi di studio si

incontrano per raccogliere tutto il materiale e per fare una prima sintesi da offri-re alla Commissione centrale del Sinodo. Sarà poi la Commissione centrale cheuna volta raccolti tutti i contributi individuerà i temi del Sinodo.

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SCHEDA DI LAVORO PER IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEDOMANDE PER LA RIFLESSIONE

1ª DOMANDA Quali sono oggi nel nostro territorio i principali problemi sociali,culturali, religiosi e pastorali, con cui la nostra Chiesa diocesana oggi è chia-mata a confrontarsi?Per aiutarci nella riflessione e per evitare di affrontare solo singole tematiche e determinati settoridella pastorale, vengono di seguito esemplificate le seguenti aree da prendere in considerazione:

1. EVANGELIZZAZIONE Ragazzi – Giovani – Adulti1. E CATECHESI Famiglie

Annuncio ai non credentiFormazione dei laiciDimensione missionaria della Chiesa………………………………………………………

2. LITURGIA Domenica, giorno del SignoreSacramentiSacramentali (funerali, benedizioni pasquali, ecc.)

………………………………………………………

3. PASTORALE DELLA CARITÀ I poveri oggiPastorale della salute e dei malatiMigrantiStili di vita………………………………………………………

4. VITA DI COMUNITÀ La Parrocchia: comunione e corresponsabilità dei laiciRiassetto della diocesi e Unità pastoraliRuolo e vita dei sacerdoti e degli altri ministeriAmministrazione dei beni temporali della ChiesaRapporto con le Associazioni, Movimenti e GruppiEcclesiali………………………………………………………

5. LA NOSTRA CHIESA DI FRONTE ALLE SFIDE DEL MONDO CONTEMPORANEORapporto con la cultura del mondocontemporaneoScuola e Comunicazioni SocialiPolitica, bene comune, lavoro, educazione aivalori, pace, ambiente…………………………………………………………

2ª DOMANDA Quali proposte riteniamo più opportune per coinvolgere nel cam-mino sinodale i cristiani presenti sul territorio, soprattutto giovani e famiglie,praticanti e non praticanti?

I QUADERNI DEL SINODO

Il cammino sinodale si svolge essen-zialmente nelle parrocchie e dunquei membri di associazioni e movimen-

ti sono chiamati a essere presenti nelcammino sinodale parrocchiale. Tutta-via ci possono essere occasioni in cui leassociazioni o i movimenti hanno mo-menti specifici, come per esempio nellafase di ascolto della realtà, in quanto unmovimento può mettersi in ascolto dipersone che in parrocchia non parteci-perebbero. Per questo gli animatori si-nodali sono sia parrocchiali, sia di asso-ciazioni e movimenti.

Chi è l’animatore sinodale?È una laica o un laico che all’interno del-la parrocchia o dell’associazione o movi-mento segue in modo particolare il cam-mino sinodale.

Cosa fa l’animatore sinodale?È il referente, insieme al parroco o ai re-sponsabili, del cammino sinodale dellaparrocchia o dell’associazione. In parti-colare, avvalendosi dell’aiuto di altrepersone:> fa da collegamento tra la comunità di

cui fa parte e la Commissione centraledel Sinodo per tutto l’aspetto contenu-tistico e organizzativo;

> anima in parrocchia o in associazionele tappe del cammino sinodale;

> promuove gli incontri in parrocchia oin associazione sui temi sinodali;

> coinvolge tutte le persone della par-rocchia, anche i lontani, con stile mis-sionario seguendo i suggerimenti del-la Commissione centrale e inventan-dosene altri.

Quali le caratteristiche dell’animatoresinodale parrocchiale?> È scelto preferibilmente all’interno del

Consiglio Pastorale parrocchiale o ne èsubito chiamato a far parte.

> Ha una spiritualità autentica, vissutaindividualmente ed ecclesialmente.

> È formato alle tematiche del Sinodo.> È capace di ascolto, di collaborazione

in équipe, capace di relazioni umaneserene e costruttive e spirito di servi-zio.

> Se oltre a questo, è anche creativo edumile, lo segnaleremo alla Congrega-zione per le Cause dei Santi… In uncompito come questo, in cui bisognamediare tra parroci, consigli pastoralie documento preparatorio del Sinodo,ci vuole un buona dose di pazienza emolta motivazione.

Quale impegno si prende?> Innanzitutto quello della formazione.

La Commissione centrale del Sinodoorganizzerà una “duesere” di forma-zione per tutti gli animatori sinodalicon l’obiettivo di aiutarli a svolgere ilcompito loro affidato. I contenuti della“duesere” riguarderanno la teologiadella comunione e della sinodalità e ilsinodo come strumento di comunionee ascolto – discernimento – progetta-zione pastorale.

> L’altro impegno è quello di essere distimolo alla comunità; in questo cer-cherà l’aiuto e la collaborazione di al-tre persone. Il suo primo incarico saràquello di preparare in parrocchia e invicaria le assemblee vicariali dei pros-simi mesi di marzo e aprile.

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L’animatore sinodale

I QUADERNI DEL SINODO

Nel Sinodo del 4 maggio 1581 viene pro-mulgato il Decreto sulla residenza dei Cu-rati, ripreso poi dal Sinodo del 4 maggio1583. La pena stabilita per i trasgressoriè di 50 scudi da erogarsi ad usi pii. Il Ve-scovo Henrici convoca il Sinodo Diocesa-no annualmente il 4 maggio.

1592. Convocato dal Vescovo Pietro Ri-dolfi da Tossignano. È il primo Sinodo dicui vengono pubblicate le Costituzioninello stesso anno 1592 composte da seidecreti. Si danno una serie di disposizio-ni che riguardano la disciplina ecclesia-stica richiamando all’integrità dei costu-mi coloro che esercitano il ministero ec-clesiastico. Seguono diverse indicazionisu come celebrare la S. Messa e le altrefunzioni religiose, su come recitare il bre-viario. Vi è anche la riaffermazione del-l’obbligo di residenza da parte dei sacer-doti che usufruiscano di un beneficio(parrocchie o cappellanie). Viene anchesollecitata l’obbedienza dovuta al Vesco-vo da parte dei canonici, l’elezione di unsacerdote dotato di saldi requisiti moraliche sovrintenda all’osservanza delle di-sposizioni sinodali. Infine sono date alcu-ne prescrizioni per la periodica convoca-zione del Capitolo dei canonici “in cui sitrattino argomenti validi rispettando unacondotta dignitosa”.

1627. Celebrato il 4 maggio dal VescovoCard. Antonio Barberini che ne pubblicanello stesso anno a Roma le relative Costi-

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Gli antichi Codici Vescovili attestano, findal 1341, la prassi di celebrare ogni an-no il Sinodo Diocesano. I Codici più anti-chi, Codex Palmae e Codex Lilii, riportanoi Sinodi celebrati dal Vescovo Giovanni IId’Ancona negli anni 1341 – 1342 – 1343– 1345 – 1347. Questi Sinodi sono adu-nanze generali di tutto il clero che tratta-no di uno o più questioni di carattere pre-valentemente economico – amministrati-vo. Seguono altri Sinodi a scadenza più omeno annuale e in prossimità della Festadel Patrono, il 4 maggio.

1495. Celebrato il 4 maggio del 1495dal Vescovo Marco Vigerio I Della Rovere,dà una soluzione definitiva alla pretesadella Comunità di Jesi di avere alcuni di-ritti su determinati fondi presso il Vacca-rile.

1573. Celebrato dal Vescovo Rusticuc-ci e presieduto dal suo Vicario GeneraleFrancesco Maria Henrici, che ne sarà ilsuccessore. È indetto a seguito di un bre-ve di Papa Gregorio XIII del 2 aprile 1573che sollecitava l’applicazione della rifor-ma del Concilio di Trento.

1578. Celebrato il 4 maggio 1578 dalVescovo Francesco Maria Henrici, che fuil primo animatore della riforma tridenti-na nella Diocesi di Senigallia. Si parladell’erigendo Seminario che ha già accu-mulato un debito di 60 scudi. Si proponeuna tassa.

I Sinodi nella Diocesidi Senigallia

I QUADERNI DEL SINODO

tuzioni. È un Sinodo importantissimo per-ché cala nella diocesi senigalliese la rifor-ma del Concilio di Trento. Il Vescovo Fac-chinetti, suo successore, dirà che dopoqueste leggi non si avrebbe potuto averealtre e migliori norme per la Diocesi.Il “Liber Sinodarum celebratarum in Se-nogallia tempore Eminentissimi et Reve-rendissimi Cardinalis Facchinetti episco-pi et comitis” e suoi successori, registran. 7 Sinodi con il Vescovo Card. Facchi-netti (1643 – 1655) e n. 8 Sinodi con Ve-scovo Card. Marazzani (1659 – 1682).Questi Sinodi appaiono come le solite as-semblee generali annuali.

1727. Dal 4 al 6 maggio il Vescovo Bar-tolomeo Castelli celebra il Sinodo Dioce-sano e pubblica gli atti nella tipografiaGalvani di Senigallia. Le Costituzionicomprendono quattro parti: la parte teo-logica, quella dei Sacramenti, l’organiz-zazione ecclesiastica, la parte ammini-strativa. Concludono diverse Appendici dicui una riporta la serie dei vescovi di Se-nigallia.

1737. Il 29 giugno il Vescovo RizzardoIsolani pubblica in seconda edizione, conle aggiunte di aggiornamento, le costitu-zioni sinodali del card. Antonio Barberinie conferma i decreti del Sinodo Castelli“se non sono al nuovo contrari”. Le Costi-tuzioni contengono 51 capitoli che tratta-no della Dottrina cristiana, dei Sacramen-ti, dei luoghi e delle suppellettili sacre,

delle istituzioni ecclesiastiche e del rap-porto della Chiesa con alcune categoriedi persone particolarmente pericolose(De Blasphematoribus, de Usuraiis, deMeretricibus…). In Appendice viene ripor-tato il regolamento del Seminario e il di-scorso tenuto dal conte Fagnani a chiusu-ra del Sinodo.

1791. Dal 4 al 6 maggio il Vescovo Ber-nardino Honorati celebra il Sinodo Dioce-sano e ne pubblica le costituzioni. Ai do-cumenti introduttivi seguono il Titulusprooemialis composto da tre articoli: sul-la fede, sulla dottrina cristiana, sulla pre-dicazioni. Concludono due titoli, de per-sonis e de rebus sacris a cui è aggiuntaun’appendice con 44 editti e alcune noti-ficazioni.

1904. Il 5 e 6 settembre il Vescovo TitoMaria Cucchi celebra il Sinodo Diocesanoche segue quello di Honorati e pubblicale costituzioni. In una lettera al Capitolo,ai Vicari Foranei e ai Parroci del 4 maggio1902, egli scriveva fra l’altro: “La neces-sità di provvedere al maggior bene spiri-tuale di questa mia Diocesi, mi ha indot-to a volgere il pensiero con sollecitudinead uno dei principali doveri del Vescovo,la celebrazione del Sinodo Diocesano,che da più di un secolo non si è più tenu-to; e con la grazia di Dio porrò mano aquest’opera santa e salutare appenaavrò compiuta la prima Visita Pastorale.Siccome però si tratta di un’opera assai

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I QUADERNI DEL SINODO

difficile e che tanto da vicino interessatutti, ho creduto opportuno incominciareper tempo i lavori preparatori e domanda-re a voi, venerabile fratello, l’aiuto dellavostra preghiera e del consiglio vostro.Quindi è che vi invito a studiare attenta-mente, dopo implorati i lumi del DivinoSpirito, gli atti dell’ultimo Sinodo, cele-brato dall’Em. mo Card. Vescovo Honora-ti di v.m. con le relative-appendici”.Presidente fu nominato il Can. EttoreFronzi, segretario il Can. Rosati e tre De-putazioni composte da alcuni sacerdoticome D. Pio Cucchi, D. Giuseppe Polvera-ri (senior), D. Luigi Sampaoli, D. AttilioCerioni, D. Antonio Ansuini, D. VincenzoCesarini, D. Giovanni Pierpaoli. Le costi-tuzioni, precedute dagli acta praesinoda-lia, comprendono: Pars prooemialis: Defide (4 capitoli); Pars prima: De personis(16 capitoli); Pars seconda: De rebus sa-cris: 1. De sacramentis (8 capitoli), 2. Dealiis rebus sacris (17 capitoli). Seguono30 appendici

1983. Indetto dal Vescovo Odo FusiPecci e celebrato dal 27 al 29 dicembrein Cattedrale. È il primo Sinodo diocesa-no dopo la celebrazione del Concilio Vati-cano II. Nel decreto di indizione dell’8 di-cembre 1980 lo stesso vescovo Fusi Pec-ci enuncia gli obiettivi del Sinodo: 1°) Ap-profondire la conoscenza dell’insegna-mento del Concilio Ecumenico Vaticano IInella sua autenticità, evitando certeinterpretazioni che non corrispondono alsuo magistero, indicate da Papa Giovan-ni Paolo II nelle due tendenze del « pro-gressismo » e dell’« integralismo » (1 giu-gno 1980 ai Vescovi della Francia), fruttospesso di estrapolazioni unilaterali; 2°)confrontare con l’insegnamento del Vati-cano II la realtà e la pastorale della no-stra Chiesa locale; 3°) prendere coscien-za del lavoro compiuto e in atto per la pro-

mozione integrale e la salvezza di ogniuomo; 4°) comporre in piano organico dipastorale di insieme le varie attività; 5°)crescere nella comunione ecclesiale enella unità chiesta da Cristo per noi al Pa-dre, «affinché il mondo creda» (Gv17,12); caricarsi di maggiore amore esollecitudine per i lontani; alimentare lacooperazione della nostra Chiesa con lealtre Chiese.

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I QUADERNI DEL SINODO

Le costituzioni sinodali sono promulgateil 25 novembre 1984. Essecomprendono X capitoli e 477 articoli: Capitolo I: Il popolo di Dio (Norme

generali; Il popolo di Dio; Ifedeli; Associazione emovimenti; La famiglia; Igiovani; Pastoralevocazionale e Seminario).

Capitolo II: I ministeri ordinati (Il Papa;Il Vescovo; I Sacerdoti;Rapporto tra i sacerdoti e ilVescovo; Rapporto delsacerdoti con i suoiconfratelli diocesani e con ilaici; I diaconi permanenti).

Capitolo III: La vita di specialeconsacrazione.

Capitolo IV: La organizzazionepastorale (Il Capitolo deicanonici; Vicarie foranee eil Vicario foraneo.

Capitolo V: Pastoraledell’insegnamento dellaParola di Dio(Evangelizzazione ecatechesi; Missioni;Cultura; Comunicazionisociali; Lavoro;Emigrazione; Turismo).

Capitolo VI: Pastorale liturgica.Capitolo VII: Pastorale della carità.Capitolo VIII: Beni culturali e beni

artistici.Capitolo IX: Beni temporali.Capitolo X: Il procedimento giudiziale.I partecipanti alle assemblee sinodali so-no 144 di cui: 82 sacerdoti, 10 religiosi,21 religiose, 31 laici. Nei tre giorni si so-no avuti più di cento interventi sui varischemi proposti dalla Segreteria Genera-le del Sinodo.

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1. COSA DICE IL CODICE DI DIRITTO CANONICO

IntroduzioneNella disciplina canonica attuale, che trae ispirazione da una rinnovata visioneecclesiologica quale fu delineata dal Concilio Vaticano II, il Sinodo diocesanomantiene un ruolo e una posizione privilegiata rispetto ad altre strutture dellaChiesa locale, come risulta dalla stessa collocazione sistematica all’interno delCodice di diritto canonico vigente, il quale, ponendolo al primo posto tra le isti-tuzioni partecipative della diocesi (CDC 460-468), “ne ha fatto una struttura pri-mordiale della Chiesa particolare” (Giovanni Paolo II). Rispetto alla normativa precedente, l’attuale fisionomia del Sinodo risulta note-volmente rinnovata. In particolare è possibile individuare una novità ecclesio-logica: non è più un’assemblea di soli chierici, bensì un’assemblea rappresenta-tiva di tutto il popolo di Dio nella varietà dei carismi e dei ministeri, dove il ve-scovo naturalmente mantiene il suo ruolo di presidenza autorevole e ultima-mente deliberante.

Can. 460Il sinodo diocesano è l’assemblea dei sacerdoti e degli altri fedeli della Chiesaparticolare, scelti per prestare aiuto al Vescovo diocesano in ordine al bene ditutta la comunità diocesana, a norma dei canoni seguenti.

Can. 461§1. Il sinodo diocesano si celebri nelle singole Chiese particolari quando, a giu-

dizio del Vescovo diocesano, sentito il consiglio presbiterale le circostanze losuggeriscano.

§2. Se il Vescovo ha la cura di più diocesi oppure ha la cura di una come Vesco-vo proprio e di un’altra come Amministratore, può convocare un solo sino-do diocesano da tutte le diocesi affidategli.

Can. 462§1. Convoca il sinodo diocesano solo il Vescovo diocesano, non chi presiede la

diocesi interinalmente.

Il Sinodo Diocesanonella LegislazioneCanonica

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§2. Presiede il sinodo diocesano il Vescovo diocesano, il quale tuttavia può dele-gare il Vicario generale o il Vicario episcopale, a svolgere tale ufficio, per lesingole sessioni del sinodo.

Can. 463§1. Al sinodo diocesano devono essere chiamati in qualità di membri e sono te-

nuti all’obbligo di parteciparvi:§1. 1) il Vescovo coadiutore e i Vescovi ausiliari; §1. 2) i Vicari generali e i Vicari episcopali, nonché il Vicario giudiziale; §1. 3) i canonici della chiesa cattedrale; §1. 4) i membri del consiglio presbiterale;§1. 5) i fedeli laici, anche membri di istituti di vita consacrata, eletti dal consiglio

pastorale nel modo e nel numero da determinarsi dal Vescovo diocesano,oppure, dove tale consiglio non esiste, secondo i criteri determinati dal Ve-scovo diocesano;

§1. 6) il rettore del seminario maggiore diocesano; §1. 7) i vicari foranei; §1. 8) almeno un presbitero eletto in ciascun vicariato foraneo da tutti coloro che

ivi hanno cura d’anime; inoltre deve essere eletto un altro presbitero che losostituisca se il primo è impedito;

§1. 9) alcuni Superiori degli istituti religiosi e delle società di vita apostolica chehanno la casa nella diocesi, i quali devono essere eletti nel numero e nelmodo determinati dal Vescovo diocesano.

§2. Al sinodo diocesano possono essere chiamati in qualità di membri anche al-tri, sia chierici, sia membri di istituti di vita consacrata, sia fedeli laici.

§3. Il Vescovo diocesano, se lo ritiene opportuno, può invitare come osservatorialcuni ministri o membri di Chiese o comunità ecclesiali che non sono nellapiena comunione con la Chiesa cattolica.

Can. 464Un membro del sinodo, se è trattenuto da legittimo impedimento, non può in-viare un procuratore che vi partecipi in suo nome; avverta però il Vescovo dio-cesano di tale impedimento.

Can. 465Tutte le questioni proposte siano sottomesse alla libera discussione dei membrinelle sessioni del sinodo.

Can. 466Nel sinodo diocesano l’unico legislatore è il Vescovo diocesano, mentre gli altrimembri del sinodo hanno solamente voto consultivo; lui solo sottoscrive le di-chiarazioni e i decreti sinodali, che possono essere resi pubblici soltanto per lasua autorità.

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Can. 467 Il Vescovo diocesano comunichi al Metropolita e alla conferenza dei Vescovi i te-sti delle dichiarazioni e dei decreti sinodali.Can. 468§1. Spetta al Vescovo diocesano, secondo il suo prudente giudizio, sospendere e

sciogliere il sinodo diocesano.

§2. Quando la sede episcopale è vacante o impedita, il sinodo diocesano si inter-rompe per il diritto stesso finché il Vescovo diocesano che gli succede nondecreti che esso venga continuato oppure non lo dichiari estinto.

2. IL SINODO DIOCESANOnel «Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi» (2004)

67. Criteri dell’esercizio della funzione legislativa. Nell’esercizio della funzione legislativa, il Vescovo diocesano terrà presenti al-cuni principi basilari:

a) Il carattere personale: la potestà legislativa nell’ambito diocesano appartieneesclusivamente al Vescovo diocesano. Tale grave responsabilità non impedi-sce, anzi comporta, che il Vescovo ascolti il consiglio e ricerchi la collaborazio-ne degli organi e dei consigli diocesani prima di emanare norme o direttivegenerali per la diocesi. Il Sinodo diocesano è lo strumento per eccellenza perprestare aiuto al Vescovo nel determinare l’ordinamento canonico dellaChiesa diocesana (cf. CDC can. 460).

b) Autonomia: come conseguenza della natura stessa della Chiesa particolare, ilsignificato della potestà legislativa non si esaurisce nella determinazione oapplicazione locale delle norme emanate dalla Santa Sede o dalla Conferen-za Episcopale, quando esse siano norme giuridicamente vincolanti, ma siestende anche alla regolazione di qualunque materia pastorale di ambito dio-cesano che non sia riservata alla suprema o ad altra autorità ecclesiastica (cf.CDC can. 381). Cionondimeno, la potestà legislativa sia sempre esercitata condiscrezione, in modo che le norme rispondano sempre a una reale necessitàpastorale.

c) Soggezione al diritto superiore: il Pastore diocesano sa bene che la sua pote-stà è soggetta alla suprema autorità della Chiesa e alle norme del Diritto Ca-nonico. Per questo, nel disporre quanto convenga al bene della diocesi, devesempre assicurare la necessaria armonia tra le disposizioni e gli orientamentipastorali locali e la disciplina canonica universale e particolare determinatadalla Conferenza Episcopale o dal Concilio Particolare (cf. CDC can. 135).

d) Cura nel redigere le leggi: Il Vescovo avrà cura che i testi legislativi e i testi ca-

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nonici siano redatti con precisione e rigore tecnico-giuridico evitando le con-traddizioni, le ripetizioni inutili o la moltiplicazione di disposizioni su unastessa materia…

167. Atto di governo ed evento di comunione. Secondo una norma di attività pastorale trasmessa attraverso i secoli e poi codi-ficata dal Concilio di Trento, ripresa dal Concilio Vaticano II e prevista dal Codi-ce di Diritto Canonico, al vertice delle strutture di partecipazione della diocesi,nel governo pastorale del Vescovo il Sinodo diocesano occupa un posto di pri-mario rilievo1. Esso si configura come un atto del governo episcopale e comeevento di comunione che esprime l’indole della comunione gerarchica che ap-partiene alla natura della Chiesa2.

168. Natura del Sinodo. Il Sinodo diocesano è una riunione o assemblea consultiva, convocata e direttadal Vescovo, alla quale sono chiamati, secondo le prescrizioni canoniche, sacer-doti e altri fedeli della Chiesa particolare, per aiutarlo nella sua funzione di gui-da della comunità diocesana. Nel Sinodo e attraverso di esso, il Vescovo eserci-ta in forma solenne l’ufficio e il ministero di pascere il suo gregge.

169. Applicazione ed adattamento della disciplina universale. Nella sua duplice dimensione di «atto di governo episcopale ed evento di comunio-ne», il Sinodo è mezzo idoneo per applicare e adattare le leggi e le norme dellaChiesa universale alla situazione particolare della diocesi, indicando i metodiche occorra adottare nel lavoro apostolico diocesano, superando le difficoltàinerenti all’apostolato e al governo, animando opere e iniziative di carattere ge-nerale, proponendo la retta dottrina e correggendo, se esistessero, gli errori sul-la fede e la morale.

170. Composizione a immagine della Chiesa particolare. Sempre nel rispetto delle prescrizioni canoniche (cf. CDC can. 463) è necessariofare in modo che la composizione dei membri del Sinodo rifletta la diversità divocazioni, di impegni apostolico, di origine sociale e geografica che caratterizzala diocesi, procurando però di affidare ai chierici un ruolo prevalente, secondo laloro funzione nella comunione ecclesiale. Il contributo dei sinodali sarà tantopiù valido quanto più emergano per rettitudine di vita, prudenza pastorale, ze-lo apostolico, competenza e prestigio.

1 Circa la disciplina del Sinodo diocesano, cf. Codex Iuris Canonici, cann. 460-468; Congregazio-ne per i Vescovi e Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, Istruzione sui Sinodi dio-cesani.

2 Cf. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica post-sinodale Pastores Gregis, 44; Omelia del 3ottobre 1992, in « L’Osservatore Romano», 4 ottobre 1992, pp. 4-5.

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171. Presenza degli osservatori delle altre Chiese o comunità cristiane. Per introdurre la preoccupazione ecumenica nella pastorale diocesana, il Ve-scovo, se lo ritiene opportuno, può invitare come osservatori alcuni ministri omembri di Chiese o Comunità ecclesiali che non sono in piena comunione conla Chiesa cattolica. La presenza degli osservatori contribuirà a far crescere la re-ciproca conoscenza, la carità vicendevole e, possibilmente, la fraterna collabo-razione. Per la loro individuazione, di solito, converrà procedere d’intesa con icapi di tali Chiese o Comunità che segnaleranno la persona più idonea a rap-presentarle.

172. Diritti e doveri del Vescovo nel Sinodo. Spetta al Vescovo convocare il Sinodo diocesano, quando, dopo aver sentito ilConsiglio Presbiterale, a suo giudizio, le circostanze della diocesi lo suggerisca-no. Spetta a lui decidere la maggiore o minore periodicità di convocazione delSinodo. Il criterio che deve guidare il Vescovo in tale decisione sono le necessitàdella diocesi e del governo diocesano. Il Vescovo, tra i motivi, terrà conto anchedella necessità di promuovere una pastorale d’insieme, la necessità di applicarenorme o orientamenti superiori in ambito diocesano, particolare problemi delladiocesi che necessitano di una soluzione condivisa, la necessità di una maggio-re comunione ecclesiale.Nel valutare l’opportunità della convocazione sinodale, il Vescovo terrà contodei risultati della visita pastorale che, più delle indagini sociologiche o inchie-ste, gli consente di conoscere i bisogni spirituali della diocesi. Spetta, inoltre, alVescovo anche individuare l’argomento del Sinodo ed emanare il Decreto diconvocazione, che annunzierà in occasione di una festa liturgica di particolaresolennità. Chi guida la diocesi interinalmente non ha la facoltà di indire il Sino-do diocesano. Se il Vescovo ha la cura pastorale di più diocesi, come Vescovoproprio o come Amministratore, può convocare un solo Sinodo diocesano pertutte le diocesi affidategli.Il Vescovo fin dall’inizio del cammino sinodale dovrà chiarire che i sinodali so-no chiamati a prestare aiuto al Vescovo diocesano con il loro parere e con il votoconsultivo. La forma consultiva del voto sta ad indicare che il Vescovo, pur rico-noscendone l’importanza, è libero di accogliere o meno le opinioni dei sinodali.D’altra parte, egli non si discosterà da opinioni o voti espressi in larga maggio-ranza, se non per gravi motivi di carattere dottrinale, disciplinare o liturgico.Il Vescovo chiarisca subito, qualora ve ne fosse bisogno, che non si può mai con-trapporre il Sinodo al Vescovo in forza di una pretesa rappresentanza del Popo-lo di Dio. Una volta convocato il Sinodo, il Vescovo, pur potendo delegare il Vi-cario Generale o quello episcopale a presiedere singole sessioni, lo diriga perso-nalmente. In esso come maestro della Chiesa insegna, corregge, discerne in mo-do che tutti aderiscano alla dottrina della Chiesa.È dovere del Vescovo sospendere e sciogliere il Sinodo diocesano, qualora gra-vi motivi dottrinali, disciplinari o di ordine Sociale, a suo giudizio, perturbino ilpacifico svolgimento del lavoro sinodale. Prima di emettere il Decreto di so-

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spensione o di scioglimento, è opportuno che il Vescovo senta il parere del Con-siglio Presbiterale, pur rimanendo libero di prendere la decisione che egli riterràgiusta. Il Vescovo farà in modo che i testi sinodali siano redatti con formule pre-cise, evitando di restare nel generico o in mere esortazioni. Le dichiarazioni e idecreti sinodali dovranno essere sottoscritti soltanto dal Vescovo. Le espressio-ni usate nei documenti devono mostrare chiaramente che nel Sinodo diocesanol’unico legislatore è il Vescovo diocesano. Il Vescovo tenga presente che un de-creto sinodale contrario al diritto superiore è giuridicamente invalido.

173. Preparazione del Sinodo. Il Vescovo deve sentirsi profondamente impegnato nella preparazione, pro-grammazione e celebrazione del Sinodo, con forme rinnovate e adattate alle at-tuali necessità della Chiesa. A questo scopo il Vescovo si atterrà all’Istruzionesui Sinodi diocesani emanata dalle Congregazioni per i Vescovi e per l’Evange-lizzazione dei Popoli. Affinché si svolga bene e risulti veramente fecondo per lacrescita della comunità diocesana, il Sinodo deve essere adeguatamente prepa-rato. Per tale finalità, il Vescovo costituisca una commissione preparatoria come or-ganismo che, durante la fase di preparazione lo assista ed esegua quanto vienedisposto. In questo modo si proceda all’elaborazione del regolamento del Sino-do.

174. Suggerimenti, preghiera ed informazioni nella preparazione del Sinododiocesano. Il Vescovo inviti i fedeli a formulare liberamente suggerimenti al Sinodo e, inparticolare, solleciti i sacerdoti perché trasmettano proposte relative al governopastorale della diocesi. Sulla base di questi apporti e con l’aiuto di gruppi diesperti o di membri del Sinodo già eletti, il Vescovo fissi le diverse questioni daproporre alla discussione e deliberazione sinodale. Fin dall’inizio dei lavori pre-paratori, il Vescovo si preoccupi perché tutta la diocesi sia informata sull’eventoe non tralasci di chiedere abbondanti preghiere per il suo felice esito. Può anchedisporre una capillare catechesi, offrendo adeguati sussidi per la predicazionesulla natura della Chiesa, sulla dignità della vocazione cristiana e sulla parteci-pazione di tutti i fedeli alla sua missione soprannaturale, alla luce degli insegna-menti conciliari.

175. Celebrazione del Sinodo. Il carattere ecclesiale dell’assemblea sinodale si manifesta in primo luogo nellecelebrazioni liturgiche, che ne costituiscono il nucleo più visibile. E opportuno chetanto le solenni liturgie eucaristiche di apertura e di conclusione del Sinodo, co-me le celebrazioni quotidiane, siano aperte a tutti i fedeli.Gli studi e i dibattiti sulle questioni o gli schemi proposti sono riservati ai mem-bri dell’assemblea sinodale, sempre alla presenza e sotto la direzione del Vesco-vo o del suo delegato. «Tutte le questioni proposte si sottoporranno alla Liberadiscussione dei membri nelle sessioni del Sinodo» (CDC can. 465) ma «il Vescovo

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ha il dovere di escludere dalla discussione sinodale tesi o posizioni - magari pro-poste con la pretesa di trasmettere alla Santa Sede «voti» in merito - discordantidalla perenne dottrina della Chiesa o del Magistero Pontificio o relative a mate-rie disciplinari riservate alla suprema o ad altra autorità ecclesiastica»3.Al termine degli interventi, il Vescovo affiderà a diverse commissioni la redazio-ne dei progetti di documenti sinodali, dando le opportune indicazioni. Infine,esaminerà i testi preparati e, come unico legislatore, sottoscriverà i decreti e le di-chiarazioni sinodali e li farà pubblicare con la sua personale autorità (cf. CDAcan. 466).Concluso il Sinodo, il Vescovo disporrà la trasmissione dei decreti e delle dichia-razioni al Metropolita e alla Conferenza Episcopale, per favorire la comunionee l’armonia legislativa tra le Chiese particolari di uno stesso ambito, ed invierà,attraverso la Rappresentanza Pontificia, ai Dicasteri interessati della Santa Se-de, particolarmente alla Congregazione per i Vescovi e a quella per l’Evangeliz-zazione dei Popoli, il Libro del Sinodo. Se i documenti sinodali di carattere so-prattutto normativo non si pronunziano circa la loro applicazione, sarà il Vesco-vo a determinare le modalità di esecuzione, affidandola anche agli organismidiocesani.

3 Congregazione per i Vescovi e Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, Istruzionesui Sinodi diocesani, IV, 4.

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PresentazionePreghiera del SinodoPerché il SinodoUno stile sinodaleCosa è il Sinodo e come si svolgeràNomina della commissione preparatoriaSpiegazione dell’icona del Sinodo Spiegazione del logo del SinodoOmelia del Vescovo nella celebrazione di indizione

del Sinodo: 25 gennaio 2009Nomina della Commissione centraleLe assemblee vicarialiL’animatore sinodale

Appendice:I sinodi nella diocesi di SenigalliaIl sinodo nella legislazione canonica

Indicedel primo quaderno del Sinodo

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