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corso di ripresa e montaggio video

Presentato da

Emanuele Quintili_corso riprese

Stefano Torreggiani_corso montaggio

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Presentazione

• Il corso e rivolto a chi desidera approfondire le competenze necessarie per riuscire a realizzare in autonomia un cortometraggio.

• Le lezioni sono finalizzate all’acquisizione della parte tecnica e pratica .

• E’ richiesta una padronanza base del personal computer.

• Il corso di ripresa e montaggio video si articola in sei lezioni della durata di tre ore ciascuna per un totale di diciotto ore

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Corso di montaggio video

• Fase 1: come nasce il montaggio video▫ Breve passaggio sulla storia del montaggio video

• Fase 2: evoluzione e stili di montaggi video▫ Esaminiamo insieme i principali stili di montaggio.

• Fase 3: Transizioni ed effetti geometrici▫ Le dissolvenze sono tutti quegli effetti che comportano la progressiva sparizione di

un’inquadratura.▫ Gli effetti geometrici sono quelle transizioni che consentono ad una nuova inquadratura di

sostituirne progressivamente un’altra attraverso svariate linee geometriche di avanzamento.

• Fase 4: introduzione all’interfaccia e realizzazione clip▫ Formazione per la gestione di Adobe Premiere Pro.▫ Realizzazione cortometraggio

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Fase 1: storia del montaggio• Il primo ad utilizzare tecniche di montaggio fu uno dei pionieri del

cinema, Georges Méliès, il quale comprese che tagliando ed incollando tra loro spezzoni di diverse riprese si potevano creare dei rudimentali effetti speciali (definite vedute d'azione). Fu invece David W. Griffith a rendere evidenti le potenzialità del montaggio ai fini narrativi.

• Nel film La nascita di una nazione del 1915, egli teorizzò gli elementi alla base del "linguaggio cinematografico": inquadratura, scena e sequenza. Nel 1920, il regista russo Lev Vladimirovič Kulešov compì un importante esperimento (poi chiamato effetto Kulešov): alternò col montaggio il primo piano dell'attore Ivan Mozžuchin con riprese di vario tipo (un piatto di minestra, una bambina in una bara, una donna su un divano), e sebbene l'espressione del viso dell'attore non cambiasse, il pubblico percepiva i suoi differenti stati d'animo (fame, paura, tenerezza). Questo esperimento permise in seguito a Sergej M. Ejzenštejn, e agli esponenti dell'espressionismo tedesco e del surrealismo, di dare una dimensione nuova al montaggio: attraverso la correlazione o l'opposizione di due immagini in sequenza, si ottenevano significati e simbolismi che travalicavano il contenuto delle singole inquadrature.

• In seguito, con l'avvento del sonoro e l'eliminazione delle didascalie, il montaggio divenne più fluido: la transizione fra le inquadrature aveva ora una maggiore continuità, potendo utilizzare dialoghi e suoni in aggiunta a dissolvenze ed inserti (piccole inquadrature di raccordo o esplicative, spesso riguardanti un dettaglio). A partire dagli anni cinquanta, i registi iniziarono ad aumentare il ritmo dei film, eliminando i tempi morti, introducendo l'ellissi, dando maggiore importanza al fuori campo e modificando la continuità temporale del film con più libertà. Si prestava ora maggior attenzione al significato dell'intera scena, ai rapporti di causa ed effetto, all'interpretazione degli attori, tralasciando i particolari non strettamente necessari.

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Fase 2: Stili di montaggio

• Il montaggio narrativo

• Il montaggio alternato

• Il montaggio parallelo

• Il montaggio ellittico

• Il montaggio connotativo

• Il montaggio discontinuoBACK

Il montaggio cinematografico è una delle fasi più importanti di realizzazione di un film, per alcuni il momento in cui si manifesta la vera forza creativa della realtà filmica. Ma quali sono i diversi tipi di montaggio?Per ricostruire, scena dopo scena, la storia del film così come era stata concepita in fase di sceneggiatura, il montatore dovrà ordinare e scegliere tra le diverse riprese della stessa inquadratura quella più efficace, per poi unire i segmenti scelti tra loro. Ma unire tra loro due inquadrature (raccordo) è qualcosa di più che una semplice operazione tecnica, e l’associazione di due immagini può produrre un senso diverso da quello che ognuna di esse ha presa in sé e per sé.I diversi tipi di montaggio sono finalizzati alla creazione di significati che devono stimolare e guidare lo spettatore verso una forma di interpretazione della realtà sempre diversa.

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• Si chiama montaggio narrativo il tipo di montaggio che dall’assemblaggio delle inquadrature fa scaturire dei contenuti narrativi, un mondo immaginario, cioè una sequenza spazio temporale di avvenimenti in cui agiscono di personaggi.

• Chiamato anche découpage classico, questo tipo di montaggio è diventato la forma dominante un pò in tutto il mondo, trovando la sua perfetta realizzazione nel cinema hollywoodiano. David WarkGriffith è considerato il primo regista ad averlo introdotto.

• “Consiste principalmente nel raccordare le varie inquadrature di una scena secondo criteri di logica e continuità tali per cui lo spettatore sentirà come “naturali” questi passaggi e non li percepirà nemmeno“

• Perché le tessere del puzzle combacino, è necessario mettere in atto una serie di raccordi tra le inquadrature. Ma perché i raccordi si possano realizzare, le condizioni per la continuità devono essere state poste già in fase di ripresa. Di seguito, i principali tipi di raccordo:

Il montaggio narrativo

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Roberto Gastone Zeffiro Rossellini(Roma, 8 maggio 1906 –Roma, 3 giugno 1977)

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• Alterna le inquadrature di due o più eventi che si svolgono contemporaneamente, ma in posti differenti, che talvolta finiscono per convergere nello stesso luogo. Conferisce allo spettatore un sapere maggiore di quello dei personaggi, generando così un particolare significato o un effetto di suspense.

Il montaggio alternato

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La tecnica del Montaggio Alternato fu utilizzata per la prima volta da Edwin S. Porter in "Life of an American Fireman"(1903)

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• Distanziandosi dal montaggio narrativo, vuole produrre significazioni ideologiche, intrecciando due o più motivi che alternativamente si ripetono. Si tratta di situazioni che non hanno rapporti spazio-temporali, ma che sono state scelte per far emergere implicazioni ideologiche e simboliche.

Il montaggio parallelo

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Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica, noto come Vittorio De Sica(Sora, 7 luglio 1901 – Neuilly-sur-Seine, 13 novembre 1974)

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• Si tratta di un montaggio di contrazione temporale in cui lo stacco funge da ellissi temporale non mostrando determinate azioni ma sintetizzandole e procedendo col racconto. Qui le ellissi temporali devono essere impercettibili agli occhi dello spettatore, nel senso che anche se vengono percepite, non devono diventare elemento di “distaccamento” dalla storia da parte dello spettatore.

Il montaggio ellittico

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Marie-Georges-Jean Méliès, conosciuto come Georges Méliès (Parigi, 8 dicembre 1861 –Parigi, 21 gennaio 1938)

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• Mira a costruire un preciso significato attraverso l'associazione di immagini che prese singolarmente avrebbero una valenza differente; mette in pratica l'effetto Kulešov, che dimostra quanto la percezione dello spettatore sia influenzabile dal modo e dall'ordine in cui gli vengono mostrate le immagini sullo schermo. Tra i più grandi registi e teorici del cinema che hanno fatto uso di questa tipologia di montaggio c’è sicuramente Sergej Ėjzenštejn e il suo “Montaggio intellettuale”.>

Il montaggio connotativo

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Sergej Michailovic Ejzenštejn(Riga, 1898- Mosca, 1948)

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• Il montaggio discontinuo rifiuta apertamente il principio della continuità caro al cinema classico, senza addurre motivazioni narrative. Ricorre a scavalcamento di campo, anomalie nell'ordine e nella frequenza con cui vengono mostrati gli eventi, inserti non diegetici e jumpcut, una successione di inquadrature di un personaggio (scena) che possono essere troppo simili fra loro dal punto di vista della distanza e dell'angolazione, oppure che mostrano l'attore in posizioni nettamente differenti, esplicitando gli stacchi e, di conseguenza, la finzione filmica.

Il montaggio discontinuo

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David Abelevič Kaufman Bjelostok, 2 gennaio 1896– Mosca, 12 febbraio 1954) Denis Arkad´evičKaufman e con lo pseudonimo di Dziga Vertov

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Fase 3: introduzione all’interfaccia e realizzazione clip

• Tra due inquadrature c'è sempre un passaggio più o meno invisibile tra un segmento di ripresa e un altro. In un film ci sono centinaia di inquadrature diverse, e centinaia di stacchi. Il montaggio è il linguaggio che si incarica di unire le inquadrature di un’opera cinetelevisiva in modo da chiarire il racconto (soprattutto grazie al rispetto delle regole di continuità), tradurre i passaggi narrativi nel linguaggio audiovisivo (soprattutto con gli schemi di montaggio), dare fluidità e ritmo all’opera (editing e cutting), legare tra loro le diverse scene e sequenze (con i raccordi)

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Effetto Kulešov

• L'effetto Kulešov è un fenomeno cognitivo del montaggio cinematografico dimostrato dal cineasta russo LevVladimirovič Kulešov negli anni venti.

• Kulešov fece un esperimento che dimostrò che la sensazione che un'inquadratura trasmette allo spettatore è influenzata in maniera determinante dalle inquadrature precedenti e successive. L'effetto Kulešov fu quindi la dimostrazione della grande importanza del montaggio nella comprensione di ciò che appare in una sequenza cinematografica e fu fondamentale per la formulazione delle prime teorie sul montaggio stesso. Tuttavia non esistono documenti o prove su questo esperimento, poiché il materiale filmico andò distrutto durante la Seconda guerra mondiale, e non c'è nemmeno la certezza che l'esperimento sia realmente avvenuto nei termini in cui è stato descritto, considerando che le testimonianze di chi vi prese parte divergono su alcuni particolari.

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• Raccordo sull’asse: si passa da un’inquadratura A aun’inquadratura B ripresa sullo stesso asse e dalla stessa angolazione rispetto al soggetto, ma a una distanza maggiore o minore. Per realizzare un attacco sull’asse in continuità, non bisogna staccare due immagini troppo simili, in caso contrario lo stacco risulterebbe troppo brusco.

Il montaggio narrativo_raccordi

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• Raccordo di posizione: nello stacco da un’inquadratura all’altra i personaggi e gli oggetti mantengono le stesse posizioni sullo schermo: ciò che era a destra nella prima inquadratura rimane a destra nella seconda e così via;

Il montaggio narrativo_raccordi

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• Raccordo di sguardo: a legare le due inquadrature è lo sguardo dell’attore, la prima inquadratura mostra un personaggio che guarda qualcosa, la seconda ci mostra l’oggetto del suo sguardo o viceversa (esempio di Psycho, minuto 00:30);

Il montaggio narrativo_raccordi

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• Raccordo di direzione: se il personaggio esce a destra nella prima inquadratura, rientrerà a sinistra nella seconda e viceversa;

Il montaggio narrativo_raccordi

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• Spiegazione

• Questo procedimento cinematografico consiste nell'alternanza di due scene di ambientazioni/eventi differenti della stessa sequenza, ma che avvengano nello stesso lasso di tempo e che poi potrebbero convergere nella stessa azione (scena), essendo quindi correlate tra loro. Questo metodo è molto utilizzato per le sequenze degli inseguimenti, in cui vengono alternate scene tra colui che è inseguito e l'inseguitore.

• Esempio

• Nel film di Porter questa tecnica viene utilizzata nella sequenza finale, in cui la stessa vicenda (l'incendio all'interno della casa e il pompiere che porta in salvo la donna) viene narrata attraverso due scene differenti, mostrando prima la scena all'interno della casa (interna) e successivamente, la scena, ripetuta da capo, dal cortile (esterna). Chiaramente, in questo caso, è evidente l'utilizzo ancora primitivo del Montaggio Alternato, nel quale vengono accostate due scene complete l'una dopo l'altra, anziché alternare diverse inquadrature delle due scene per dare due diversi punti di vista, in una successione tipo: interno-esterno-interno-esterno ecc.

Il montaggio alternato

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• Distanziandosi dal montaggio narrativo, vuole produrre significazioni ideologiche, intrecciando due o più motivi che alternativamente si ripetono. Si tratta di situazioni che non hanno rapporti spazio-temporali, ma che sono state scelte per far emergere implicazioni ideologiche e simboliche. Un celebre esempio di questa modalità di montaggio è la sequenza che associa scene di repressione della polizia zarista alle crude operazioni di mattanza di bovini in un mattatoio in Sciopero (Stačka, 1924) di Ejzenštejn.

Il montaggio parallelo

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• Rifiuta apertamente il principio della continuità caro al cinema classico, senza addure motivazioni narrative. Ricorre a scavalcamento di campo, anomalie nell'ordine e nella frequenza con cui vengono mostrati gli eventi, inserti non diegetici e jump cut, una successione di inquadrature di un personaggio che possono essere troppo simili fra loro dal punto di vista della distanza e dell'angolazione, oppure che mostrano l'attore in posizioni nettamente differenti, esplicitando gli stacchi e, di conseguenza, la finzione filmica. Un caso esemplare è quello dell'omicidio di un poliziotto tratto da Fino all'ultimo respiro (À boutde souffle, 1960) rappresentato da Jean-Luc Godard secondo la libertà d'azione tipica del protagonista, con soggettive che privilegiano dettagli e primi piani, piuttosto che l'intera scena, seguendo l'attitudine anarchica del personaggio.

Il montaggio discontinuo

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• Mira a costruire un preciso significato attraverso l'associazione di immagini che prese singolarmente avrebbero una valenza differente; mette in pratica l'effetto Kulešov, che dimostra quanto la percezione dello spettatore sia influenzabile dal modo e dall'ordine in cui gli vengono mostrate le immagini sullo schermo.

• L'importanza del montaggio connotativo per la volontà di significazione cinematografica è la chiave portante dei film del regista e teorico russo Ejzenštejn, nella sequenza tratta da La corazzata Potëmkin (Bronenosec Potëmkin, 1925) il contrasto fra immagini apparentemente slegate tra loro enfatizza la combattività del popolo di Odessa che si appresta a ribellarsi alle autorità dispotiche. Altro valido esempio di come il montaggio connotativo produca significato è una delle sequenze iniziali di 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odissey, 1968) in cui Stanley Kubrick evoca un chiaro risvolto evoluzionistico grazie allo studiato accostamento di immagini di causa ed effetto.

Il montaggio connotativo

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• Nel film Oldboy di Park Chan-Wookpossiamo notare un’ enorme quantità di ellissi, in particolare microellissi (cioè salti temporali molto piccoli) come si vede in questa scena. Il protagonista resta rinchiuso per 15 anni e il passaggio di tempo è mostrato tramite tante microellissi continue(spesso sono anche jump cut, ma ne parleremo più avanti). Le tecniche che possono essere usate per ottenere un montaggio ellittico sono varie, ma di questo ne parleremo nei prossimi articoli.

Il montaggio ellittico

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Fase 3: Transizioni-le dissolvenze

• Nella dissolvenza incrociata una inquadratura sparisce gradualmente a favore di un'altra. Il passaggio della camera sul tetto dell'auto divide i due momenti, quello in cui l'uomo è solo e quello in cui è appassionatamente abbracciato alla donna. La dissolvenza incrociata sopprime, com'era costume all'epoca, il tempo presumibilmente occupato dal rapporto sessuale.

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Fase 3: Transizioni-le dissolvenze

• La dissolvenza in chiusura conclude di solito un’opera, prima dei titoli di coda, e segnala definitivamente al pubblico che il film o il programma televisivo sono terminati. In "Interiors" (id., di Woody Allen, 1978, USA) le tre sorelle, con vite segnate dall'infelicità, guardano fuori dalla finestra. La dissolvenza in chiusura rafforza la mestizia di un finale che comunque rimane aperto.

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Fase 3: Transizioni-le dissolvenze

• La dissolvenza in apertura dà inizio all’opera, perché uno stacco netto dal nero è considerato troppo brusco. All'inizio di "La battaglia di Algeri" (di Gillo Pontecorvo, 1966, Italia) un algerino è appena stato sottoposto ad una sessione di tortura dagli occupanti francesi.

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Fase 3: Transizioni-le dissolvenze

• Il passaggio a nero si ha quando una inquadratura si dissolve sul nero e dal nero ne appare un'altra. Si ha uno stacco sul neroquando due inquadrature sono separate da alcuni fotogrammi neri. In questa sequenza tratta da "Strade perdute" ("Lost Highway", di David Lynch, 1997, USA, Francia) il passaggio a nero segnala il passaggio di tempo e un salto di qualità nella visione allucinatoria del personaggio.

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Fase 3: Transizioni-effetti geometrici

• L'iris, la transizione più in voga durante il cinema muto, consiste nell’oscuramento progressivo e circolare dello schermo (iris out), oppure nell’apparizione dal nero dell’immagine attraverso il graduale rivelamento circolare (iris in). Queste due scene sono raccordate da una chiusura ed una apertura a iris che serve a segnalare l'amore cinefilo dell'autore per i vecchi film. Da "Fino all'ultimo respiro" ("À bout de souffle, r. di Jean-Luc Godard", 1960, Fr.).

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• Il campo-controcampo è una tecnica utilizzata durante la fase di montaggio di un film, articolata in due distinte inquadrature speculari. Si tratta di uno degli effetti più usati nel linguaggio cinematografico.

Il montaggio narrativo_raccordi

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