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presenta. Il Maestro Djwal Khul. - PowerPoint PPT Presentation

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Il Maestro Il Maestro Djwal KhulDjwal Khul

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““Se guardiamo Se guardiamo alle religioni come alle alle religioni come alle

mille foglie di un albero, mille foglie di un albero, ci sembrano tutte differenti, ci sembrano tutte differenti, ma riconducono tutte allo ma riconducono tutte allo stesso tronco; finché non stesso tronco; finché non

riusciremo a intuire tale unità di riusciremo a intuire tale unità di fondo, non sapremo far cessare fondo, non sapremo far cessare

le guerre condotte in nome le guerre condotte in nome della religione ...” della religione ...”   

GandhiGandhi

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Esiste da sempre una conoscenza dei segreti dell’-Esiste da sempre una conoscenza dei segreti dell’-Universo, una ricerca del Sapere che illumina e dirige Universo, una ricerca del Sapere che illumina e dirige

le coscienze, una somma di tutti quei postulati sul le coscienze, una somma di tutti quei postulati sul mistero di Dio, dell'uomo e della natura e dei loro mistero di Dio, dell'uomo e della natura e dei loro

intimi rapporti: è l'Antica Saggezza ! intimi rapporti: è l'Antica Saggezza !

Questa Sapienza primordiale è “la Religione dello Questa Sapienza primordiale è “la Religione dello Spirito”, la “Religione Una ed Universale”, all’origine Spirito”, la “Religione Una ed Universale”, all’origine delle maggiori organizzazioni spirituali del mondo ed delle maggiori organizzazioni spirituali del mondo ed ispiratrice dei Libri Sacri di tutti i popoli e quindi delle ispiratrice dei Libri Sacri di tutti i popoli e quindi delle

arti, delle scienze, delle psicologie e delle filosofie delle arti, delle scienze, delle psicologie e delle filosofie delle maggiori civiltà umane.maggiori civiltà umane.

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I vecchi saggi dell’Oriente e dell’Occidente avevano I vecchi saggi dell’Oriente e dell’Occidente avevano come base dei propri insegnamenti questa “Antica come base dei propri insegnamenti questa “Antica Saggezza” in cui era concentrata la totalità dello Saggezza” in cui era concentrata la totalità dello

scibile umano. scibile umano.

La sua trasmissione riguardava solo coloro che La sua trasmissione riguardava solo coloro che avevano saputo dare prova di esserne degni e avevano saputo dare prova di esserne degni e quindi Essa passò, lungo il corso dei secoli, daquindi Essa passò, lungo il corso dei secoli, da

Sacerdote-Iniziato ad Adepto-Discepolo. Sacerdote-Iniziato ad Adepto-Discepolo.

In modo da salvaguardare i suoi contenuti, gli Iniziati In modo da salvaguardare i suoi contenuti, gli Iniziati la affidarono principalmente alle Società Esoteriche la affidarono principalmente alle Società Esoteriche

tradizionali per perpetrarne i Misteri, sia i minori che tradizionali per perpetrarne i Misteri, sia i minori che i maggiori.i maggiori.

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L’abusoL’abusodei Cristallidei Cristalli

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(Seguito del volume uno)

Il sentiero che percorriamo propone la freschezza d'un tappeto di viole, sono immagini

tanto naturali, eppure ci paiono incredibili...

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Fratelli, né io né nessuno vi farà da cicerone a Shambhalla: d'altronde, non servirebbe a nulla continuare la visita. I vostri occhi forse si per-

derebbero in bellezze il cui insegnamento è secondario rispetto alle necessità; questo luogo vi servirà solo come base interiore

fintanto che resterete tra noi, il tempo d'un minuto, d'una notte... Quest'edificio è stato

costruito undici-mila anni fa, con una materia derivata dalla sublimazione della roccia; gli abbiamo dato la forma e le proporzioni d'un perfetto dodecae-dro, perché sintetizza uno degli aspetti maggi-ori dai quali possiamo apprendere la geometria divina nelle varie

dimensioni della nostra galas-sia. Potete però vederne solo metà, in quanto l'altra è nel

sottosuolo di questa radura.

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Ma non pensiate che noi, qui, ci si diverta a giocare agli architetti... piuttosto, le

costruzioni che avete visto finora rivestono tre funzioni: la prima è energetica, sia in questo

mondo sia nel mondo degli uomini della Terra... questo è un ruolo che non tocca a me definire, ma è di estr-ema importanza; inoltre, ci sono utili per viverci ogni tanto, e so che questo vi sorprenderà... ma finché restiamo su questo

pianeta, dobbiamo per forza venire a patti con certe contingenze con delle disposizioni

concrete, e certi supporti hanno la loro utilità. Shambhalla non è spirito, Shambhalla è una

sfaccettatura dell'energia cristica incarnata su un piano ben definito, e deve dunque

mantenere la sua realtà all'umana portata.

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In terzo luogo, le nostre costruzioni sono l'affermazione, mediante l'arte, dell'amore per la Creazione: questa è la nostra partecipazione

alla Grande Opera della Natura...

facendo sorgere le roccia dalla sua ganga terre-stre e sposandola alla luce, distilliamo la

sua vera Vita! "

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Un'agile figura, una luminosità azzurra, si sposta davanti a noi: qualcosa è cambiato,

qualcosa che scuote le nostre anime con la sua evidenza: il suolo s'è come cancellato sotto i piedi, e distinguiamo dei nostri tre corpi solo più una nebbiolina iridescente e sospesa nel

centro del dodecaedro. Siamo proprio nel cuore d'una sfera, e sulla sua parete compaiono qui e là delle macchie, o meglio masse ben ordinate, di diversa intensità luminosa, secondo la loro

posizione; la nostra attenzione è particolarmen-te attirata da certi bei raggi

bianchi e azzurri... Che strana sensazione... Di che si tratta? Esitia-mo... la risposta ci sembra

ovvia e sorprendente allo stesso tempo! Ma quelle forme sono così familiari...

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La Terra! È una rappresentazione della Terra e dei continenti...

È il nostro pianeta, così come lo si vedrebbe dal suo centro.

È come una presenza che ci accoglie a braccia aperte.

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"Ciò che vedete riproduce i circuiti di energia sottile che percorrono il pianeta in ogni senso.

Tuttavia, non si tratta della Terra fisica nel senso proprio del termine, ma del suo guscio

eterico, o meglio del suo corpo, del suo sensore di energia vitale.

Ciò significa che quei fascelli luminosi non cor-rispondono esattamente ad un tracciato legato al tellurismo, ma rappresentano fedelmente il

vero sistema nervoso della Terra, ovvero il circuito completo dei suoi nadi.

È la congiunzione delle forze tettoniche e delle onde cosmiche, che dà loro vita.

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Il Grande Prana, o se preferite le Acque Primordiali in cui vivono gli universi, hanno

bisogno di canali per circolare, ed essi possono concretizzarsi solo con il concorso di forze più

dense, di cui il tellurismo è un aspetto. L'immagine in seno alla quale stiamo vibrando

non è una vera e propria carta, né ha a che ved-ere con un circuito elettronico o con una mac-china di simulazione: è animata da un

gioco di energia molto più sottile e, mediante un metodo che ci è proprio, questa sfera è continuamente in contatto con tutti i punti

vitali della Terra, fornendo la proiezione fedele dello stato sottile del pianeta, e permettendo così, mediante la fluttuazione delle immagini, una diagnosi costante dell'equilibrio dei suoi

corpi.

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È proprio il prana , ciò che vedete circolare intorno a voi, e non il suo tracciato simbolico. Come negli esseri umani, certi nodi energetici

sono naturalmente generati dall‘inevitabile incrociarsi dei numerosissimi nadi, creando così

ciò che il vostro mondo chiama un 'chakra'.

Tutte quelle calde luci azzurre e vivaci che per-cepite, sono dunque proprio i chakra, i punti di

vita più intensa della Terra; potete contarne sette principali, come nel corpo umano. Gli altri punti minori indicano centri secondari, o certi luoghi dinamizzati da esseri in preghiera o in meditazione, o da una grande concentrazione

di cuori puri che agiscono nella materia.

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Notate come intorno a noi tutto si muove: l'in-sieme dei chakra e della rete oscilla

leggermen-te, indicandoci fino a che punto possono essere influenzati dalla somma dei

pensieri umani.

Vedete come gli uomini, attraverso la qualità della loro energia psichica, intervengono in

bene o in male sull‘insieme dei nadi e dei centri vitali del loro pianeta.

La Terra offre le sue forze, e spesso l'uomo, per ignoranza ma soprattutto per mancanza d'Amo-re, non se ne cura: agisce come un anarchico,

sia materialmente che psichicamente.

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Ogni concreto instaurarsi d'una conoscenza tecnologica, d'un semplice edificio o di ciò che

chiamate fabbrica, si ripercuote immediatamen-te sugli organi eterici d'un

corpo planetario; analogamente, ogni pensiero inquina o vivifica questi stessi organi.

Sappiate dunque che ciò che vi sta davanti è completamente diverso da ciò che avreste

potuto vedere dodicimila anni fa, e da ciò che potreste vedere fra dodicimila anni.

Voglio dire che i chakra del pianeta si spostano secondo i suoi cicli vitali, in funzione delle necessità della sua evoluzione, e secondo i bisogni delle forze umane che esso nutre.

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L'uomo stesso, nella sua costituzione eterica, si è notevolmente modificato nel corso delle

ere: il solo centro energetico che resta immuta-to è quello di Shambhalla, nel corpo umano così come sulla superficie della Terra. Shambhalla

può essere identificata con il chakra principale, o coronale, con il punto di manifestazione della

forza cristica in fiore, ovvero cosciente di sé: Shambhalla, dunque, è il vero castello del Graal

del vostro universo al tempo del Medioevo.

Questo palazzo, questo regno, può anche esse-re assimilato al cuore supremo dell'umanità e

del pianeta, perché la via suprema dello Spirito passa dal centro cardiaco.

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In questo senso, Shambhalla ha il ruolo d'un punto d'incontro: la Materia si spiritualizza, e lo

Spirito si materializza.

Qui tutto è Uno, il verticale raggiunge l'oriz-zontale formando una grande croce, al centro

della quale scaturisce la fiamma.

Come vedete, nessun simbolo è gratuito: da tempo immemorabile, in tutte le religioni, sotto

svariate denominazioni adatte a coscienze diverse, la croce nel suo valore assoluto ha

sempre rappresentato la chiave d'oro, il punto di contatto ultimo con il centro coronale, la

sommità del cranio... scarabeo in Egitto, Golgota in Giudea.

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Il suo centro ha la bellezza d'un fiore, amici, e poco importa se è una rosa o un loto o un altro ancora: contano solo i suoi 144.000 petali, che rappresentano (ben Pochi ancora lo sanno) il numero di raggi di luce proiettati da tutti i chakra aperti ed equilibrati: è il fiore della realizzazione per il nostro tipo di universo.

Sapete, l'uomo ha fatto con la Terra un matrimonio d'Amore, e non d'affari o

d'interesse come spesso crede…

Ed è perché tutti richiamino alla memoria questa grande legge, che oggi i miei Fratelli ed

io ricompariamo.

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Vi ho detto sotto quali aspetti alcuni di noi ver-ranno, o già si trovano, nel mondo attuale; ma le modalità della nostra venuta sono variabili, sottoposte alla specificità della nostra azione. Secondo il suo fabbisogno di densità, c'è chi prende la strada del ventre d'una madre, chi

invece tesse mentalmente la trama d'un corpo di carne densa e si proietta in seguito nella ma-teria per svolgere un compito ben preciso o di media durata, e chi infine adotta, investe tem-

poraneamente i corpi di certi nostri Fratelli umani la cui limpidezza è ancora intatta.

Questo accade e continuerà ad accadere spesso, senza troppa pubblicità ma con un

impatto decisivo.

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Ma non crediate che uno dei Grandi Fratelli di Shambhalla incarnatosi mediante il processo

della nascita decida di conservare la coscienza della sua realizzazione durante la vita

terrestre: tutti, qui, sanno quale fardello sarebbe questa decisione...

Bisogna saper morire per andare nel senso del-la Vita: se la luce non accetta di farsi penetrare un poco dall’ombra, come potrà trovare il lingu-aggio per rivolgersi alla tenebra? Ma siate ben consci che tutto questo non richiede spirito di sacrificio, e si compie come un semplice atto d'Amore. Nessuno di noi è un martire d'una

causa, perché solo la gioia illumina Shambhalla.

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Se, da incarnati, i nostri volti possono riflettere la sofferenza, ricordate che sono le nostre maschere che soffrono, e basta. . Sì, lo

so... la parola 'gerarchia' suscita mille domande... Gerarchia ... Gli uomini equivocano su questo

termine, che ogni tanto ci appioppano. Se siete accolti qui da questa Gerarchia,

sappia-te tuttavia quanta poca importanza ha questo termine per la gerarchia stessa. Se una

definizi-one è comoda, non sia però un’ulteriore ingan-no, un altro ostacolo alla

comprensione. Com'è infatti possibile che ci sia un primo e un ultimo, quando ogni essere vive un po' in tutti gli altri? Come ho detto, non siamo niente di più di ciò che siete voi, e nessuno di voi è più

degli altri.

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Perché mai, questa necessità umana di classifi-care, di inventariare, di etichettare... Perché dunque questa necessità assoluta di definirsi

rispetto agli altri?

Bisogna spersonalizzarsi, allontanando la scor-za delle nostre pelli una dopo l'altra, ben sapen-do che si è sempre mendicante e

principe con- temporaneamente, e che non bisogna guardare né avanti né indietro.

L'orizzonte ci sfugge eter-namente se non lo situiamo in noi, e non v'è né egocentrismo né

ricerca di annullamento della coscienza, in questo, ma la messa in atto dell‘-unico

principio solare. Non siate né il primo né l'ultimo piolo d'una scala immaginaria, ma la

scala nella sua interezza.

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Quando dite 'Io Sono', avete detto tutto: avete quasi detto 'Iesus'. Non avete mai notato la

somiglianza tra questi due termini?

Il nostro Fratello Gesù non fu forse un portato-re della fiaccola del Kristos, ovvero dell’' Io So-no' realizzato? La vostra lingua si presta stra-namente alla traduzione di questa verità, ed avrete altre occasioni di constatarlo: ogni lin-gua ha la sua funzione, e bisogna imparare a

scoprirne la forza e gli effetti.

Vedrete, se vorrete vedere... Ciò detto, Fratelli, devo ancora aggiungere qualcosa che non

mancherete di riportare:

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Gli Esseri che fanno parte della cosiddetta 'Gerarchia di Shambhalla', o 'Gerarchia planeta-ria', non desiderano che alcun uomo risvegliato o che si sta risvegliando si focalizzi su di loro, cercando di contattarli, e in questo mi faccio portavoce di tutti gli abitanti di Shambhalla. Gli esseri umani che dovessero dirigersi verso l'Himalaya, il deserto di Gobi, o verso qualsiasi

punto di luce del pianeta con l'intenzione di contattarci, sbaglierebbero meta. Il contatto

fisico spesso è poco costruttivo, e lo favoriamo solo se è realmente importante.

Di questi tempi non ci si può trastullare, si deve agire là dove ci si trova o dove si è

chiamati, sapendo che in ogni circostanza la luce deve seguire le nostre orme.

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Forse siamo più presenti laddove gli uomini si dilaniano che nelle isole di pace in cui

imparano a crescere e a pregare. Attizziamo le fiamme, cerchiamo la vivificante mobilità del

vento: nessuno ci troverà mai fissi in un luogo, pietrificati nella perennità.

Colui che cerca il Saggio, spesso dimentica il povero all'angolo della strada; colui che può comprendere, non si preoccupa di noi: sa che noi Siamo, che lavoriamo, che anch'egli lavora segretamente con noi, che non è mai solo, e

che si fonde con la nostra forza in un solo Amore."

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Shambhalla, sarai tu la base di lancio dell'intera razza umana...?

I tempi di Lemuria e Atlantide affiorano non come un ricordo nostalgico, ma perché suggeri-

scono una lezione di speranza.

Sappiamo, in fondo al cuore, che non si tratta di ritrovare un certo passato, una possibile età

dell'oro, né ciò che possiamo pensare d'aver perso con essa; ciò che l'uomo fa davvero suo,

o meglio, Sé, non si perde mai.

Così tutto resta da scoprire...

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"Tutti gli esseri hanno bisogno d'un punto di contatto tra la coscienza e il corpo materiale, e questo punto si presenta in molti modi diversi: nell'uomo è il cervello, a Shambhalla lo chiami-amo Tempio della Conoscenza, ed è un immen-

so serbatoio..."

La voce risuona e vediamo il Fratello Djwal Khul che si avvicina e dice: "Seguitemi lassù!"

Con un gesto preciso ci indica la cima merlata della torre, che ora sembra far parte d'un com-plesso molto più vasto, immerso nei fiori e nel verde. Lo seguiamo a ruota, su per una scala di madreperla che sale a spirale, non molto ripida

e con larghi gradini.

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Su una colonna al centro della stanza si trova un oggetto che emana una straordinaria aura

bianca: è ancora un libro, che sembra più lungo che largo. L'Es sere dai capelli d'ebano, con pas-so lento, si avvia in quella direzione, richiaman-

do anche noi.

"Ecco il libro dell'avvenire della Terra, dice. L'Eterno Presente non vi ha ancora scritto le peripezie del suo ritrovarsi, dopo tanto, con l'umanità... In un certo senso, il Tutto è già

raggiunto, come vi hanno detto, ma resta da scoprire con quali mezzi la coscienza umana

ritroverà le strade del Ritorno.

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Ciò che chiamate Futuro è una regressione pro-gressista, Fratelli, ed è l'unica cosa che

attende d'esser scritta su questo libro. La Meta è nota, e non ha mai smesso d'esistere. I mezzi per rico-noscerla fanno parte del libero arbitrio

di tutte le razze terrestri. Queste pagine vergini si riem-piranno dei segni con cui il

pianeta ed i suoi abitanti avranno deciso del loro progresso.

Amici, dovete capire che la libertà della vita è totale ed assoluta, e che l'Avvenire della Terra è simile a quello delle vostre anime. L'umanità di questo mondo che si crede vecchio, mentre è solo alle soglie dell'adolescenza, attualmente si aspetta un cataclisma che venga a risolvere o

ad annientare tutti i problemi.

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Sapete che spesso l'immaginazione si compia-ce nel pensare quale aspetto esso potrebbe avere, se di una guerra, di un'epidemia, o di una catastrofe naturale legata ai movimenti tellurici... Persino i più saggi degli uomini, a volte, sperano in qualcosa di simile, come se

potesse liberarli di un fardello, come se venisse a far giustizia dal cielo.

Che pessima comprensione delle leggi del Tutto!

Sono proprio queste paure, a volte travestite da speranze inconfessate, consce o inconsce,

che stroncano lo slancio vitale.

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Volume due Volume due di tredi tre