Premio Teresa Strada 2015 - I Vincitori - IC Anna D'Alençon

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“La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia” dalla Costituzione dell’OMS (Ginevra, 22 luglio 1946) Lo dice la Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e a conferma dell’importanza dell’argomento c’è la nostra Costituzione, che all’articolo 32 recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Ma cosa si intende col termine salute? Se non è semplice assenza di malattia, allora cos’è? E cosa significa oggi benessere? Esiste un’unica definizione oppure l’idea che si ha del benessere varia in relazione al posto in cui si vive? Esistono dei fattori che influenzano lo stato di salute? Di quali cose abbiamo bisogno per vivere bene? Benessere è realizzare solo i bisogni del presente? Quali sono questi bisogni? E le nostre idee sul futuro hanno a che fare con il nostro stare bene oggi? La speranza c’entra con il benessere? La bellezza? Queste sono solo alcune delle domande che sono emerse nel corso delle nostre riflessioni. Cammin facendo, ci siamo accorti come da un ragionamento prevalentemente negativo, che ci portava a definire più facilmente la salute come condizione che si realizza “quando non” (quando non sono malato, non sto male, quando non sono solo, quando non sono arrabbiato…), siamo passati a un modo di pensare positivo (sto bene quando…). Inoltre se all’inizio le nostre considerazioni facevano ri ferimento tutte alla nostra realtà, quella che noi conosciamo, col tempo abbiamo cominciato a interrogarci quale idea di benessere potesse avere chi nasce e vive in altre parti del mondo(Africa, Asia, America meridionale, la costa meridionale del nostro Mediterraneo), dove ci sono guerre, fame, violazioni di diritti fondamentali, come quello all’istruzione… Sono emerse così tante cose che abbiamo dovuto fare una scelta cercando sempre di mettere in relazione il nostro vissuto a quello di Paesi molto diversi e cercando di adottare, quando possibile, uno sguardo positivo: perché per noi la speranza di benessere è già benessere e non è possibile stare bene se non si può pensare che le cose possano cambiare e cambiare per tutti (perché, come ha detto qualcuno di noi, “si sta bene, se si sta bene tutti”). INDICE 1. Un ambiente sano 2. Pari diritti e opportunità 3. Il lavoro 4. La pace… in classe 5. L’alimentazione 6. Cibo per l’anima 7. Io sto bene quando… 8. L’importanza delle relazioni

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“La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale

e non semplice assenza di malattia”

dalla Costituzione dell’OMS (Ginevra, 22 luglio 1946)

Lo dice la Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e a conferma dell’importanza

dell’argomento c’è la nostra Costituzione, che all’articolo 32 recita:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e

garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Ma cosa si intende col termine salute? Se non è semplice assenza di malattia, allora cos’è?

E cosa significa oggi benessere? Esiste un’unica definizione oppure l’idea che si ha del benessere varia in

relazione al posto in cui si vive? Esistono dei fattori che influenzano lo stato di salute? Di quali cose abbiamo

bisogno per vivere bene? Benessere è realizzare solo i bisogni del presente? Quali sono questi bisogni? E le

nostre idee sul futuro hanno a che fare con il nostro stare bene oggi? La speranza c’entra con il benessere?

La bellezza?

Queste sono solo alcune delle domande che sono emerse nel corso delle nostre riflessioni.

Cammin facendo, ci siamo accorti come da un ragionamento prevalentemente negativo, che ci portava a

definire più facilmente la salute come condizione che si realizza “quando non” (quando non sono malato,

non sto male, quando non sono solo, quando non sono arrabbiato…), siamo passati a un modo di pensare

positivo (sto bene quando…). Inoltre se all’inizio le nostre considerazioni facevano riferimento tutte alla

nostra realtà, quella che noi conosciamo, col tempo abbiamo cominciato a interrogarci quale idea di

benessere potesse avere chi nasce e vive in altre parti del mondo(Africa, Asia, America meridionale, la costa

meridionale del nostro Mediterraneo), dove ci sono guerre, fame, violazioni di diritti fondamentali, come

quello all’istruzione…

Sono emerse così tante cose che abbiamo dovuto fare una scelta cercando sempre di mettere in relazione il

nostro vissuto a quello di Paesi molto diversi e cercando di adottare, quando possibile, uno sguardo positivo:

perché per noi la speranza di benessere è già benessere e non è possibile stare bene se non si può pensare

che le cose possano cambiare e cambiare per tutti (perché, come ha detto qualcuno di noi, “si sta bene, se

si sta bene tutti”).

INDICE

1. Un ambiente sano

2. Pari diritti e opportunità

3. Il lavoro

4. La pace… in classe

5. L’alimentazione

6. Cibo per l’anima

7. Io sto bene quando…

8. L’importanza delle relazioni

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1. UN AMBIENTE SANO

C’era una volta l’Eternit

Eternit a Casale Monferrato è il nome di una fabbrica che oggi non c’è più e che a partire dall’inizio del secolo scorso fino alla fine degli anni Ottanta ha prodotto fibrocemento, utilizzato in edilizia come materiale da copertura o per costruire tubature, cisterne, pannelli ecc. Il nome stesso (dal latino aeternitas) fa riferimento alla sua resistenza nel tempo. L'amianto è un materiale cancerogeno e può provocare una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico. Eternit ha continuato tuttavia a produrre manufatti sino al 1986, con drammatiche conseguenze per la salute degli operai. Con la Legge 27 marzo 1992, n. 257 è stata vietata la produzione la commercializzazione dell’amianto. Nel 2009 è iniziato il processo contro Stephan Schmidheiny, ex presidente del consiglio di amministrazione, e contro Louis De Cartier de Marchienne, direttore dell'azienda negli anni Sessanta, morto nel 2013. Il 19 novembre 2014 la Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato prescritto il reato di disastro ambientale, annullando le condanne e i risarcimenti in favore delle parti civili.

DAL DIARIO DI LORENZO Caro Diario, oggi l’ennesima vittima dell’amianto… Aveva poco più di quarant’anni e all’Eternit non aveva mai lavorato! Gli è bastato nascere e vivere qui… Sono passati tanti anni dalla chiusura della fabbrica infernale, ma a Casale si muore ancora per quel maledetto polverino... Ce ne libereremo mai? Molte persone sono morte, altre si sono ammalate, io stesso non mi sento al sicuro. Se penso poi che in certe parti del mondo, ad esempio in Brasile, l’amianto viene ancora lavorato mi viene una rabbia… Possibile che tutto questo non sia servito a niente? Possibile che lavoro e sicurezza non possano far parte dello stesso vocabolario?

La notizia che vorremmo leggere

ETERNIT: GIUSTIZIA È FATTA!

“Un grande risultato, sindaco. È soddisfatto?”. "Sì, questo è un gran giorno per noi. Finalmente, dopo anni di lotte e battaglie giudiziarie, dopo tanti morti, giustizia è fatta! E Casale potrà finalmente rivendicare un felice primato: sarà la prima città al mondo libera dall'amianto”. Con queste parole il sindaco di Casale ha annunciato la sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto il reato di disastro ambientale condannando il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e affermando l’obbligo di risarcimento alla città e ai familiari delle vittime. “Investiremo i soldi in opere di bonifica: molti edifici hanno ancora coperture in amianto. Investiremo nella ricerca scientifica, perché si trovi finalmente una cura contro questo terribile tumore che è il mesotelioma. Risarciremo i familiari delle vittime: questo non restituirà i loro cari, ma riaffermerà con forza il senso della giustizia”. “Giustizia è fatta”, commentano i casalesi in questa bella giornata di sole e speranza.

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2. PARI DIRITTI E OPPORTUNITÀ

Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (Assemblea Generale ONU, 1948), articolo 1:

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. (…)” Sta qui anche il diritto all’istruzione. Abbiamo conosciuto la storia di Malala Yousafzai e abbiamo così scoperto che quello che per noi è un pesante obbligo, per i nostri coetanei che vivono in altre parti del mondo è un sogno e un diritto da conquistare. Malala Yousafzai è una ragazza pakistana che come tutti noi pensa di avere il diritto all’istruzione. Per questo, per aver difeso i diritti delle donne e il diritto all’istruzione, i talebani pakistani hanno tentato di ucciderla. Malala ora è viva, abita a Birmingham e va a scuola. Nel 2014 le è stato consegnato il premio Nobel per la PACE.

Caro Diario…

Caro Diario, ho appena finito di leggere “La storia di Malala”! Sono commossa. E pensare che molti di noi si lamentano perché non vogliono andare a scuola… Malala e la sua storia ci fanno capire che l’istruzione è molto importante. La ammiro e le invidio anche un po’ il suo coraggio: io non sarei mai riuscita a fare una cosa del genere. Mi è servito tanto leggere questo libro e secondo me dovrebbero leggerlo tutti, soprattutto chi ha paura ad esprimere le proprie opinioni. Ora, caro Diario, ti devo lasciare.

Tua, Sere Il livello di istruzione incide anche sullo stato di salute delle persone. Chi è più istruito, vive più a lungo e meglio. Perché accede più facilmente alle informazioni e quindi è più attento alla sua salute, allo stile di vita, alla prevenzione e alla cura delle malattie, si alimenta meglio. L’istruzione è quindi utile: per curarsi e vivere meglio. Per saper leggere, scrivere e contare. E per capire il mondo. Tutti devono poter studiare e avere le stesse possibilità. Ma non è sempre così neppure da noi, in Italia. Si pensi alle barriere architettoniche. E sì che la nostra Costituzione, all’articolo 3 così recita:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge (…). È compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, (…),

impediscono il pieno sviluppo della persona umana (…)”.

In biblioteca Io

Oggi non c’è scuola e nel pomeriggio ho appuntamento con le mie amiche andare in biblioteca. La sala prestiti e consultazione si trova al secondo piano. Facciamo i compiti, prendo due libri e verso le 18 andiamo a casa. Sono proprio soddisfatta! Federico Si sveglia alle sei, anche oggi che non c’è scuola, perché sua mamma deve andare a lavorare presto. Sua mamma lo solleva, lo sistema sulla sedia a rotelle, lo porta in bagno, poi Federico si lava i denti e la faccia. Federico oggi va in biblioteca con due suoi amici: Fabio e Michele. Qui però si presenta un problema: la sala prestiti e consultazione è al secondo piano e non ci sono né un ascensore né una rampa di accesso. Fabio e Michele riportano Federico a casa. Quando la madre torna a casa, trova Federico arrabbiato e triste.

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3. IL LAVORO

Il lavoro è importante. E chi ne ha uno, deve ritenersi molto fortunato. Il lavoro è importante perché non solo dà sicurezza e stabilità economica, ma dà anche autonomia, dignità, contribuisce a costruire la propria identità, permette di pianificare e progettare il futuro. Il lavoro oggi manca. Lo perde chi già da tempo lavorava, perché le aziende a causa della crisi chiudono, falliscono, si trasferiscono. E non lo trovano i giovani, tagliati fuori dal mondo del lavoro perché giovani, inesperti, troppo prepararti, non abbastanza qualificati, poco flessibili… Eppure la nostra Costituzione, all’articolo 1, così recita:

“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (…)”

Il lavoro è un diritto: perché a nessuno può essere proibito di lavorare e occorre dare a chi vuole lavorare le condizioni per poterlo fare. Questo serve non solo per guadagnare e mantenersi, ma anche per essere parte della società. È un dovere: perché senza l’impegno dei cittadini la società non esisterebbe o potrebbe non essere più una democrazia. Se non si lavora, si finisce col dipendere da qualcun altro, che assume così potere e può finire col scegliere e decidere al posto nostro.

AAA Lavoro Offresi Siccome ci piace ragionare di più in termini di salute che di malattia, di ciò che dovrebbe esserci e non di ciò che manca, ecco l’annuncio che vorremmo leggere sui nostri giornali.

Seria e onesta azienda

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dipendenti anche senza esperienza da inserire con contratto a tempo indeterminato.

Giusta retribuzione, tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori.

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4. LA PACE… IN CLASSE Negli ultimi anni il fenomeno del bullismo si è diffuso a macchia d'olio, soprattutto nelle scuole. Basta seguire i notiziari o sfogliare un quotidiano per rendersi conto che si verificano ogni giorno drammi ed emergenze sempre nuove. Ancora una volta ci abbiamo ragionato su, a modo nostro.

Caro diario…

Giovedì 2 Febbraio Caro Diario, mi vergogno di me stesso! Oggi, all’uscita da scuola, Guido ha picchiato Matteo, il mio migliore amico, e io non ho fatto né detto nulla per evitare che questo accadesse. È da un po’ Guido fa il bullo, lui e la sua cricca. Hanno scelto Matteo come vittima, forse perchè Matteo è un po’ strano e non risponde al loro modo di essere. Io lo conosco bene e so che è molto intelligente e sensibile, ma siccome non gliene frega niente di cellulari e motori, per loro è uno sfigato. Già da due settimane Guido ricattava Matteo: doveva dargli la sua merenda, altrimenti diceva Guido, per lui sarebbe andata a finire male, molto male... Oggi Matteo si è presentato a scuola senza merenda: non so se se la sia dimenticata o se l’abbia fatto apposta, sta di fatto che l’altro ha mantenuto la parola data e all’uscita dalla scuola l’ha picchiato. Subito non ho detto nulla, non ho fatto nulla (e sottolineo il NON). Ero impietrito, terrorizzato e sono rimasto lì a guardare la scena senza muovere un dito, finchè finalmente qualcosa dentro mi è scattato e con una voce non mia ho urlato di smetterla, che avrei detto tutto alla prof di matematica, che erano dei vigliacchi a prendersela in tre contro uno. A quel punto Guido mi ha guardato con disprezzo, mi si è avvicinato e ha sputato per terra, sulla punta delle mie scarpe, poi se n’è andato. Mi vergogno perchè non ho saputo reagire prima, perchè sapevo e ho taciuto. Adesso vado a trovare Matteo, a dopo!

Martedì 14 marzo Caro Diario, Marco continua a minacciarmi e io non so cosa fare. Ho paura. Vorrei confidarmi con qualcuno, ma ho paura di peggiorare le cose e di provocarlo ancora di più. Sarebbe capace di qualsiasi cosa… Lui frequenta la terza media e io solo la prima, non posso dirgli di smetterla. Vuole un sacco di soldi ed ogni giorno mi prende la merenda. Come oggi, durante l’intervallo. Mi si è avvicinato e mi ha chiesto cosa gli avessi portato di buono. Quando gli ho detto che non avevo nulla per lui e che la focaccia era per me, mi ha spinto per terra. Il prof di arte ha visto la scena ed è venuto subito a vedere cosa stava succedendo: gli ho detto che sono caduto da solo. Credo però che Lucia abbia visto tutta la scena. Spero di sbagliarmi: se scoprisse cosa sta succedendo… Non voglio neppure pensarci. A domani.

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5. L’ALIMENTAZIONE Quando si parla di salute, si sa, l'alimentazione è un elemento di fondamentale importanza Se si guarda al mondo, si vede chiaramente che mentre alcuni Paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sud America non dispongono delle risorse necessarie alla sopravvivenza, altri, i cosiddetti paesi avanzati, ne consumano troppo e spesso è di cattiva qualità. Ecco allora le due facce della stessa medaglia: da una parte la scarsità e la mancanza di cibo causano la denutrizione e malattie da deficienza nutrizionale, dall’altra la sua scarsa qualità unita a una scarsa varietà causano la malnutrizione e contribuiscono allo sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche, di tumori, di obesità. L’importanza quindi dell’alimentazione, la necessità che non solo sia garantita a tutti, ma che sia anche corretta e sana, è emersa più volte nel corso delle nostre riflessioni. Per questo proponiamo qui una doppia intervista: da una parte Andrew, dall’altra Malik.

Come ti chiami? Come ti chiami?

Mi chiamo Andrew Mi chiamo Malik

Di dove sei e quanti anni hai? Di dove sei e quanti anni hai?

Sono americano e ho 13 anni Sono africano e ho 13 anni

Cosa mangi di solito? Cosa mangi di solito?

A colazione mangio pancake, uova con bacon, cereali con il latte. A pranzo mangio un panino con wurstel e senape, oppure un cheeseburger. A cena una bistecca con patatine fritte. E per finire burro di arachidi!!

Quando va bene, del riso con verdure

Qual è il tuo cibo preferito? Qual è il tuo cibo preferito?

Il mio piatto preferito è hamburger e patatine Non saprei… Direi che mi piace tutto

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6. CIBO PER L’ANIMA Guardando la nostra lavagna, dove abbiamo registrato i nostri liberi ragionamenti sulla salute, accanto alla parola cibo abbiamo trovato numerose annotazioni che hanno a che fare con la pace, l’amicizia, le relazioni. In fondo, ci siamo detti, queste sono il cibo della nostra anima.

Perché allora non amalgamare il tutto in ricette creative? Oggi poi che tutti cucinano di tutto in tv… Ecco allora qui alcune facili ricette per cuochi più e meno esperti.

LA TORTA DELLA FELICITÀ Ingredienti per l’impasto Ingredienti per la crema 20 gr. di allegria 20 ml. di amicizia 100 ml. di buon umore 30 gr. di bontà un pizzico di ironia Baci (q.b.) 400 gr. di dolcezza Per l’impasto Amalgamate poco a poco la dolcezza e l’allegria fino a ottenere un impasto soffice e compatto. Aggiungete il buon umore e l’ironia, lavorate il tutto con la frusta elettrica in modo che il composto diventi omogeneo, morbido e resistente. Stendetelo su una teglia e cuocete in forno a 180° per 30 minuti.

Per la crema Versate in una ciotola l’amicizia e la bontà, quindi lavorateli con un frullatore a immersione, così da ottenere una crema spumosa. Riponete in frigorifero e lasciate raffreddare per circa 10 minuti. Ultimata la cottura, estraete dal forno la torta e ricoprite a volontà con la crema. Se volete, potete guarnire con scaglie di baci e... voilà, la ricetta della felicità!

TORTA DELLA FELICITÀ CON LA EFFE MAIUSCOLA Ingredienti per l’impasto Ingredienti per la crema 1 kg. di Amore 6 cucchiai di Speranza 500 gr. di Fiducia 3 cucchiai di Fedeltà 300 gr. di Pazienza Volontà (q.b.) 250 gr. di Dolcezza 150 gr. di Comprensione 2 tazze di Amicizia Preparazione dell’impasto Prendete Amore e Fiducia e mescolateli con la Pazienza. Unite Dolcezza e Comprensione, infine incorporate lentamente l’Amicizia. Cuocete con il calore del sole per 40/45 minuti.

Preparazione della crema : Montate a neve la Speranza e unite la Fedeltà e la Volontà. Lasciate riposare il tutto per 10 minuti, quindi spalmate sulla torta. Potete guarnire con confetti colorati di Riso. Servite in tavola con felicità la vostra torta della felicità (felicitàxfelicità=Felicità) e avrete :

La Torta della Felicità con la effe maiuscola

MOUSSE DELLA PACE

Ingredienti 500 gr. di felicità 100 gr. di ironia 600 gr. di amore per tutti 150 gr. di rispetto 200 gr. di accoglienza 300 gr. di gioia 250 gr di salute 350 gr. di benessere grezzo (quello raffinato nuoce gravemente alla salute, n.d.r.) Serenità (q.b.)

Preparazione Unite e mescolate la felicità, la salute, il benessere grezzo ed il rispetto. Aggiungete poi l'accoglienza, la gioia, l'ironia. In una ciotola a parte montate a neve l'amore per tutti, unite al composto e amalgamate bene fino a ottenere una crema consistente e leggera. Versate in una pirofila e riponete in frigorifero per 1 ora. Infine guarnite con “serenità a velo” e servite in tavola ai vostri amici.

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7. IO STO BENE QUANDO… Il benessere delle persone non è solo stare bene fisicamente, ma anche e soprattutto interiormente: significa stare bene con se stessi, con gli altri, facendo le cose che più ci piacciono. Il benessere può essere qualcosa di diverso per ciascuna persona e ognuno ha modi propri per raggiungerlo. Benessere è anche star bene con gli altri e con se stessi, accettarsi, essere considerati. Questo fa secondo me la felicità. Io ad esempio sto molto bene quando ascolto la musica perché mi rilassa e mi fa sentire libera, senza preoccupazioni. Ma ancor di più sto bene quando sono Felice (Felice con la lettera maiuscola, perché altrimenti non è vera felicità e non senti i suoi magnifici benefici). Può sembrare una ripetizione o un’ovvietà, ma non è così: sto bene quando sono Felice. La Felicità con la effe maiuscola è quando ti senti in armonia con tutti e tutto. (Irene) La musica è l’unica cosa che sempre, in qualsiasi momento, mi fa davvero stare bene. Quando la ascolto, mi dimentico di tutto: è come se entrassi in un mondo mio, un mondo perfetto, fuori da quello vero. Alla musica non rinuncerei mai, mi serve, per me è come l’ossigeno. Con la musica riesco a stare tranquilla, sono sicura di farcela ad affrontare qualsiasi ostacolo. Se la musica fosse una persona non smetterei mai e poi mai di ringraziarla perché mi ha sempre aiutata e sono sicura che sempre mi aiuterà. (Gaia) Io sto bene quando studio, mi impegno e do il massimo per dimostrare quanto valgo. Benessere per me vuol dire vivere studiando e approfondendo ciò che mi piace. Quando sento al telegiornale che bambine come me non possono imparare mi intristisco, perché, se io non potessi studiare, sarei più povera dentro e avrei meno possibilità per costruire il mio futuro. Anche se molti miei coetanei pensano il contrario, credo che ricevere un’istruzione sia molto importante, perché imparando si cresce e si diventa persone più mature e responsabili. Il mio benessere quindi consiste nel fare il mio dovere di studentessa, cercando di capire cosa vorrò fare da grande. (Chiara)

Felicità Che cos’è la felicità? Quasi nessuno lo sa,

si è troppo occupati nel lavoro e pochi credono che essa sia più preziosa dell’oro.

Che cos’è la serenità?

Forse solo chi è bimbo lo sa, perché lui la preoccupazione non sa che cos’è

e tutto ciò che vede è sereno intorno a sè.

Che cos’è la volontà? Certamente ogni persona ce l’ha, è la forza che ogni dì ci sprona

per affrontare la vita, un po’ burlona.

E se mettiamo insieme questi tre elementi cosa si otterrà? Il benessere, eccolo qua!

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8. L’IMPORTANZA DELLE RELAZIONI

Se ognuno ha il proprio modo per star bene, tutti, ma proprio tutti, ci siamo trovati d’accordo nel riconoscere

l’importanza delle relazioni, dell’amicizia.

Trova i nostri nomi

Nel seguente schema sono inseriti “a incastro” i nostri nomi (in orizzontale, verticale, obliquo, al diritto e al

rovescio). Con le lettere rimanenti (su sfondo bianco) si otterrà una frase… quale?

Cecilia – Valeria – Lorenzo – Irene – Stella –

Andrea – Luigi – Lorenzo – Sara – Margherita –

Gaia – Serena – Alessia – Ikram – Marta – Gaja

– Alessia – Widane – Chiara – Riccardo –

Filippo – Francesca - Sara

Soluzione

La nostra classe… una rete di relazioni