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1 Polveri sottili, relazione del prof. V. De Felice (consulente del Sindaco di S. Maria C. V., avv. Antonio Mirra sulle tematiche ambientali) allegata alla risposta del Sindaco alle interrogazioni a firma dei Consiglieri PD del 21.12.2016 e del 28.04.2017 Premessa PM (Particulate Matter) è il termine generico con il quale si definisce un mix di particelle solide e liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell’aria. Lo schema che viene generalmente considerato per descrivere il processo di formazione delle polveri in relazione al diametro prevede la nucleazione omogenea ed eterogenea di sostanze ad alto peso molecolare e a bassa volatilità per i diametri più piccoli o il contributo diretto di particelle provenienti da processi di erosione per quelle a diametro più grande (Figura 1). Il PM può avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione del suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini, ecc.) sia da attività antropiche, in particolar modo dai processi di combustione e dal traffico veicolare (particolato primario). Esiste, inoltre, un particolato di origine secondaria che si genera in atmosfera per reazione di altri inquinanti come gli ossidi di azoto (NOx), il biossido di zolfo (SO2), l’ammoniaca (NH3) ed i Composti Organici Volatili (COV), per formare solfati, nitrati e sali di ammonio (Tabella 1; Tabella 2). Tra le sorgenti secondarie citate, le principali fonti urbane di emissione di polveri nelle aree urbane sono principalmente due: traffico veicolare e impianti di riscaldamento civili. Tutti i mezzi di trasporto emettono polveri fini. In particolare i motori diesel e i ciclomotori emettono un quantitativo di polveri, per km percorso, maggiore rispetto ai veicoli a benzina. Altrettanto certo è il legame fra la cilindrata del veicolo e la quantità del particolato prodotto: più potente è il veicolo e maggiore è la quantità di particolato prodotto. Queste osservazioni indicano che i mezzi commerciali pesanti sono i maggiormente inquinanti, seguiti dai commerciali leggeri e dalle automobili a cui si aggiunge una fonte di minore importanza legata all’usura di freni, dei pneumatici, manto stradale e frizioni, nonché al sollevamento delle frazioni depositate sulla carreggiata dovuto allo stesso traffico. Oggi è generalmente riconosciuto che, su larga scala territoriale, il trasporto e il riscaldamento domestico contribuiscono rispettivamente al 29% e 28% del totale delle emissioni primarie di PM10 e rispettivamente al 34% e 36%, del totale delle emissioni primarie del PM2.5 Gli studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi. A livello di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed alcuni elementi in tracce (As, Cd, Ni, Pb). Le particelle di dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in quanto possono penetrare in profondità nell'apparato respiratorio (Figura 2); è per questo motivo che viene attuato il monitoraggio ambientale di PM10 e PM2,5 che rappresentano le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 μm e a 2,5 μm (diametro aerodinamico equivalente: ovvero corrispondente al diametro di un'ipotetica sferetta di densità uguale a 1 g/cm³ ugualmente veicolata dall'aria). A seconda dell’intervallo di dimensioni del diametro aerodinamico della particella (da) il particolato può essere classificato come: ultrafine (da ≤0,1μm); fine (0,1 μm≤da≤2,5 μm); grossolano (2,5 μm≤da≤10 μm); ultragrossolano (da>10 μm). La Figura 3 è utile per un confronto con altri sistemi di dimensioni paragonabili. La Tabella 3 permette di correlare dimensione e tipo di particelle. La speciazione del particolato ci conferma che il granellino di polvere è un contenitore di molti composti chimici, con una composizione che può variare molto sia in termini di sostanze presenti che di rapporto fra le stesse. Questa variabilità rende ovviamente difficile anche la valutazione della tossicità che varia a seconda della composizione ed è quindi legata alla fonte di emissione e al processo di formazione delle polveri.

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Polveri sottili, relazione del prof. V. De Felice (consulente del Sindaco di S. Maria C. V., avv.

Antonio Mirra sulle tematiche ambientali) allegata alla risposta del Sindaco alle interrogazioni a

firma dei Consiglieri PD del 21.12.2016 e del 28.04.2017

Premessa

PM (Particulate Matter) è il termine generico con il quale si definisce un mix di particelle solide e

liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell’aria. Lo schema che viene generalmente

considerato per descrivere il processo di formazione delle polveri in relazione al diametro prevede

la nucleazione omogenea ed eterogenea di sostanze ad alto peso molecolare e a bassa volatilità per

i diametri più piccoli o il contributo diretto di particelle provenienti da processi di erosione per quelle

a diametro più grande (Figura 1). Il PM può avere origine sia da fenomeni naturali (processi di

erosione del suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini, ecc.) sia da attività antropiche, in

particolar modo dai processi di combustione e dal traffico veicolare (particolato primario). Esiste,

inoltre, un particolato di origine secondaria che si genera in atmosfera per reazione di altri

inquinanti come gli ossidi di azoto (NOx), il biossido di zolfo (SO2), l’ammoniaca (NH3) ed i Composti

Organici Volatili (COV), per formare solfati, nitrati e sali di ammonio (Tabella 1; Tabella 2).

Tra le sorgenti secondarie citate, le principali fonti urbane di emissione di polveri nelle aree urbane

sono principalmente due: traffico veicolare e impianti di riscaldamento civili.

Tutti i mezzi di trasporto emettono polveri fini. In particolare i motori diesel e i ciclomotori

emettono un quantitativo di polveri, per km percorso, maggiore rispetto ai veicoli a benzina.

Altrettanto certo è il legame fra la cilindrata del veicolo e la quantità del particolato prodotto: più

potente è il veicolo e maggiore è la quantità di particolato prodotto. Queste osservazioni indicano

che i mezzi commerciali pesanti sono i maggiormente inquinanti, seguiti dai commerciali leggeri e

dalle automobili a cui si aggiunge una fonte di minore importanza legata all’usura di freni, dei

pneumatici, manto stradale e frizioni, nonché al sollevamento delle frazioni depositate sulla

carreggiata dovuto allo stesso traffico. Oggi è generalmente riconosciuto che, su larga scala

territoriale, il trasporto e il riscaldamento domestico contribuiscono rispettivamente al 29% e 28%

del totale delle emissioni primarie di PM10 e rispettivamente al 34% e 36%, del totale delle emissioni

primarie del PM2.5

Gli studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria

e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi.

A livello di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità,

quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed alcuni elementi in tracce (As, Cd, Ni,

Pb). Le particelle di dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in

quanto possono penetrare in profondità nell'apparato respiratorio (Figura 2); è per questo motivo

che viene attuato il monitoraggio ambientale di PM10 e PM2,5 che rappresentano le frazioni di

particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 µm e a 2,5 µm

(diametro aerodinamico equivalente: ovvero corrispondente al diametro di un'ipotetica sferetta di

densità uguale a 1 g/cm³ ugualmente veicolata dall'aria).

A seconda dell’intervallo di dimensioni del diametro aerodinamico della particella (da) il particolato

può essere classificato come: ultrafine (da ≤0,1μm); fine (0,1 μm≤da≤2,5 μm); grossolano (2,5

μm≤da≤10 μm); ultragrossolano (da>10 μm). La Figura 3 è utile per un confronto con altri sistemi

di dimensioni paragonabili.

La Tabella 3 permette di correlare dimensione e tipo di particelle.

La speciazione del particolato ci conferma che il granellino di polvere è un contenitore di molti

composti chimici, con una composizione che può variare molto sia in termini di sostanze presenti che

di rapporto fra le stesse. Questa variabilità rende ovviamente difficile anche la valutazione della

tossicità che varia a seconda della composizione ed è quindi legata alla fonte di emissione e al

processo di formazione delle polveri.

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La concentrazione delle polveri nell’aria ambientale dipende dalle caratteristiche del sito in cui si

effetua il monitoraggio e al tempo di permanenza in atmosfera. La Tabella 4 riporta i risultati di uno

studio condotto a Roma nel 2001, ma ancora attuale, in cui sono stati confrontati i valori misurati

sulle PM 10 e 2,5 in diversi periodi dell’anno nei siti classificati, a seconda delle caratteristiche,

come: strada, parco urbano e fondo.

Risulta tra l’altro interessante considerare anche il rapporto PM2,5/PM10 che diminuisce nel

periodo invernale e nell’aria del sito urbano caratterizzata da emissioni dovute al traffico veicolare

pesante e agli impianti di riscaldamento.

La concentrazione delle polveri è legata al tempo di permanenza in atmosfera prima della sua

deposizione al suolo ed è fortemente influenzata dai venti, dalle precipitazioni e dalle dimensioni

delle particelle. Si può ritenere che le particelle più grandi e visibili, con un diametro superiore a 50

μm, hanno una velocità di sedimentazione molto alta per cui i fenomeni di inquinamento ad esse

collegati, si manifestano su scala molto ristretta rispetto al punto di emissione mentre le più piccole,

rimanendo in sospensione per un tempo più lungo possono spostarsi all’interno di un’area più ampia.

Queste ultime sono comunque interessate da un processo di accrescimento delle dimensioni dovuto

agli urti casuali e alla reciproca attrazione che le fanno collidere e riunire. L’azione del vento è la

causa principale del trasporto a lunga distanza tanto che le particelle con diametro minore di 10 μm,

in determinate condizioni, è stato valutato che possono coprire distanze superiori ai 5000 km.

Nella seduta del 17.10.2016 fu portato per la prima volta all’attenzione del Consiglio il preoccupante

livello dell’inquinamento atmosferico per le PM10 registrato dalla centralina fissa presso lo STIR di

S. Maria C.V. rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana (D.Lgs. 155/2010), che ha recepito

le seguenti direttive europee (Direttiva 2008/50/CE):

a) per le polveri PM10 il valore limite per la media annuale di 40 µg/m3 e un valore limite

per la media giornaliera di 50 µg/m3 (da non superare più di 35 volte l’anno);

b) per le polveri PM2.5 il valore limite per la media annuale di 25 µg/m3

Il Sindaco, a valle della seduta del consiglio, si è immediatamente attivato ed ha convocato un

tavolo tecnico con i funzionari dell’ARPAC, dello STIR e dell’ASL riunitosi il 01.12.2016 ed ha

investito della problematica la Consulta insediatasi il 6 ottobre 2016, di cui fanno parte la GISEC, il

Sindaco del comune di San Tammaro nella seduta del 22 maggio 2017.

In merito alle cause dei valori di PM dai dati raccolti dalle centraline posizionate presso lo STIR, in

via preliminare l’ARPAC ebbe a precisare che la causa prevalente non sarebbe imputabile al

funzionamento dell’impianto stesso ma ad altri fattori quali quelli connessi al traffico veicolare,

impianti di riscaldamento e altri fenomeni di carattere ambientale. Al termine dei lavori del tavolo

tecnico e, sulla base di quanto emerso nel primo incontro della Consulta, si convenne di procedere

all’adozione di alcuni provvedimenti:

a) ordinanza sindacale con la disposizione dell’obbligo di spegnimento dei motori dei

camion in attesa di scaricare presso l’impianto STIR;

b) richiesta di informazioni sulla tipologia e caratteristiche tecniche dell’impianto di

riscaldamento della Casa Circondariale;

c) impegno da parte dei responsabili dello STIR a svolgere con maggiore attenzione le

operazioni di movimentazione delle frazioni processate nell’impianto potenzialmente

fonti di PM, e a rimodulare i flussi di rifiuti da parte dei comuni della provincia di

Caserta in modo da evitare la disomogeneità nella quantità giornaliere conferite con

relativi sovraccarichi;

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d) impegno dell’ARPAC a inviare mensilmente al Comune e all’ASL una relazione

mensile con il resoconto sintetico relativo ai dati forniti dalla centralina fissa presso lo

STIR di S. Maria C.V.;

e) impegno dell’ARPAC a posizionare nel centro cittadino una stazione mobile per il

monitoraggio della qualità dell’aria ambientale in città;

f) disponibilità dell’ARPAC ad avviare, in un secondo momento, lo studio sulla

speciazione delle polveri con l’installazione di una specifica attrezzatura per il

campionamento.

Nella seconda riunione della Consulta del 22 maggio 2017 furono approfonditi alcuni dettagli

tecnici legati al funzionamento dell’impianto e alle implementazioni che si stavano programmando

di realizzare sugli scrubber e biofiltri con l’obiettivo di migliorare l’efficienza degli stessi nella

depurazione dell’aria di processo. Nella stessa seduta fu verificato che i valori medi giornalieri più

alti di PM10 non erano correlabili con i quantitativi giornalieri dei rifiuti conferiti allo STIR.

Come riportato in precedenza, durante il tavolo tecnico indetto dal Sindaco il 25/11/2016, era stato

chiesto all’ARPAC, di inviare al Comune e all’ASL i dati registrati dalla centralina presso lo STIR

mediante un report sintetico sulla qualità dell’aria ambiente annuale per il 2016 e mensile a partire

dal mese di febbraio 2017.

Dalla relazione di sintesi elaborata dall’ARPAC per l’anno 2016, che riporta i dati giornalieri per

tutto l’anno, una rappresentazione grafica degli stessi ma non contiene una valutazione critica dei

dati, è stata estrapolata la Tabella 5 che rappresenta il resoconto sintetico dell’intero anno 2016 dei

dati registrati dalla stazione di monitoraggio dell’aria presso lo STIR.

Risultano 54 superamenti del valore di 50 µg/m3 per PM10, superiore ai 35 superamenti previsti come

limite annuale dalla normativa vigente, è inoltre preoccupante anche la media annuale pari a 38,8

µg/m3 molto vicina alla media di 40 µg/m3 prevista come valore limite dalla normativa.

Anche per le polveri sottili PM2,5 la media annuale di 20,8 µg/m3 è relativamente alta rispetto al

valore limite di 25 µg/m3.

Una più approfondita analisi sui dati raccolti della stazione di monitoraggio della qualità dell’aria

ambiente presso lo STIR è stata condotta da codesta amministrazione sui dati pubblicati sul sito

dell’ARPAC.

In particolare risulta che la stazione di monitoraggio presso lo STIR è entrata in funzione il 1

novembre 2014, giorno in cui si iniziano a pubblicare i dati ufficiali. Le tabelle riportano i dati medi

giornalieri senza le indicazioni del numero dei superamenti

Anno 2015- 82 superamenti del valore limite di 50 µg/m3.

In dettaglio dall’analisi dei dati pubblicati risulta:

a) Molti giorni senza dati analitici (probabilmente per motivi strumentali); in particolare:

28 a gennaio; 10 a febbraio; 3 a marzo; 4 a aprile; 13 a maggio; 13 a giugno; 5 a luglio; 15

ad agosto; 3 a settembre; 2 a ottobre; 5 a dicembre

b) alcuni errori (per difetto) nel conteggio dei casi di superamento del limite giornaliero

(maggio 2015; novembre 2015; dicembre 2015)

c) per il mese di gennaio non sono disponibili dati significativi; novembre e dicembre 2015 sono

i mesi in cui si registrano quasi il 50% dei superamenti complessivi dell’intero anno

(rispettivamente 16 e 21). Nel mese di luglio si verificano ben 13 superamenti, inoltre è

importante sottolineare che la media mensile è molto alta con 23 giorni su 26 al di sopra di

40 μg/m3. La situazione peggiore si verifica a Dicembre 2015, mese in cui i valori giornalieri

sono quasi tutti al di sopra del valore limite;

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a) Particolare da non sottovalutare è che nei casi in cui si misurano i valori più alti di PM10 il

rapporto PM2,5/PM10 è più basso di quello solitamente riscontrato. In particolare nei mesi:

luglio, agosto e settembre 2015. Questa anomalia può essere collegata alle condizioni

meteoclimatiche e ad una fonte di emissione o processo di formazione diversi da quelli

normalmente attivi.

Anno 2016 - 54 superamenti del valore limite di 50 µg/m3.

In dettaglio dall’analisi dei dati pubblicati risulta:

b) Molti giorni senza dati analitici (probabilmente per motivi strumentali); in particolare: 9 a

gennaio; 3 a febbraio; 2 a marzo; 2 a aprile; 3 a maggio; 5 a giugno; 3 a luglio; 25 ad agosto;

9 a settembre; 17 a ottobre; 7/16 giorni a novembre.

c) Purtroppo i dati coprono un numero di giorni insufficiente e non permettono di evidenziare

alcuna correlazione tra l’alta concentrazione di particolato e i mesi più freddi. Infatti a

gennaio si sono riscontrati 12 superamenti (con un buon rapporto PM2,5/PM10), a febbraio,

marzo e aprile, rispettivamente con 8, 5 e 7 superamenti (con sbilanciamento del rapporto

PM2,5/PM10) ma purtroppo a novembre 2016 (nessun caso di superamento) i dati si

riferiscono solo a circa la metà dei giorni.

d) A dicembre 2016 ci sono stati 13 superamenti anche se non sono disponibili i dati relativi ai

giorni dal 26 al 31 dicembre. Per questi giorni sono però disponibili i dati sul PM2,5 dai

quali, tenuto conto che i valori di PM10 sono sempre superiori ai PM2,5, si può ritenere che

i superamenti siano stati almeno altri 3. Complessivamente quindi 13 + 3 nel mese di

dicembre.

e) Particolare da non sottovalutare è che nei casi in cui si misurano i valori più alti di PM10 il

rapporto PM2,5/PM10 è più basso di quello solitamente riscontrato. In particolare nei mesi:

febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, 2016. Questa anomalia può essere collegata

alle condizioni meteoclimatiche e ad una fonte di emissione o processo di formazione diversi

da quelli normalmente attivi che influenzano maggiormente le frazioni di dimensioni più

grandi.

Anno 2017- Risultati mensili qualità aria ambiente STIR

Per i mesi gennaio-maggio 2017 l’ARPAC, nel rispetto degli impegni presi nella riunione del tavolo

tecnico, ha inviato il report mensile per cui è stato possibile verificare anche la corrispondenza con i

valori medi giornalieri pubblicati sul sito ufficiale dell’ARPAC.

Gennaio2017. Risultano 3 superamenti ufficiali dai dati inviati al comune (Tabella 6) inoltre, in

alcuni giorni in cui non sono stati registrati i valori di PM10 sono comunque disponibili i dati su

PM2,5 che rappresentano una frazione compresa nelle PM10; in tre casi i valori risultano maggiori

di 50 µg/m3 per cui i valori di PM10 negli stessi giorni sono stati sicuramente superiori al valore

soglia di 50 µg/m3.

Sulla base di queste considerazioni i superamenti risulterebbero 3 ufficiali (+ 3 nei giorni in cui

PM2,5 > 50 µg/m3)

Febbraio 2017 Risultano 9 superamenti ufficiali di PM10 (Tabella 7) non ci sono giorni senza dati,

con una media mensile di 41,1 µg/m3 (superiore al valore limite della media annuale = 40 µg/m3.

Complessivamente: Gennaio + Febbraio:

superamenti = 12; (+ 3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Marzo 2017

Risultano 5 superamenti ufficiali di PM10 (Tabella 8) con un solo giorno senza dati.

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Inoltre sono 6 i giorni in cui il valore è > 45µg/m3, prossimo al valore soglia.

Media mensile di 37,5 µg/m3 (valore limite della media annuale = 40 µg/m3).

Complessivamente: Gennaio + Febbraio + Marzo:

superamenti = 17; (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Aprile: risultano 2 valori superiori alla soglia di 50 µg/m3 (Tabella 8)

superamenti = 19; (3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Maggio: risulta n.1 valore superiore alla soglia di 50 µg/m3 registrato il 12/05/2017. Nello stesso

giorno tutte le stazioni/STIR hanno registrato valori di concentrazione che hanno superato di molto

la soglia a causa del fenomeno delle polveri sahariane

superamenti = 20 (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Giugno: risulta n.1 valore superiore alla soglia di 50 µg/m3 registrato il 28/06/2017

superamenti = 21; (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Luglio: 3 superamenti fino al 18 luglio. In particolare una nota dell’ARPAC fa notare che i valori

superiori al valore limite dei giorni 11 e 12 luglio (rispettivamente 52 e 62 µg/m3 ), sono stati

certamente influenzati anche dagli incendi sul M. Vesuvio.

superamenti = 24; (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

E’ importante segnalare che dalle tabelle giornaliere pubblicate sul sito ARPAC/STIR risultano 20

superamenti al 18/07/2017.

Un particolare non trascurabile che emerge chiaramente è il numero non trascurabile di giorni in cui

non sono disponibili dati validati. A tale proposito è stata sollecitata una maggiore attenzione per

migliorare l’efficienza del monitoraggio.

Per valutare l’evoluzione della qualità dell’aria ambiente nel periodo interessato dal monitoraggio si

è proceduto al confronto tra i mesi di dicembre e luglio degli anni 2015, 2016 e il mese di luglio

2017 (un estratto dalle tabelle in cui viene riportato il numero di superamenti di PM10 registrati).

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Risulta un generale miglioramento della qualità dell’aria ambientale nei siti monitorati dal 2015 al

2016 mentre il confronto tra i superamenti al mese di luglio rispetto a quelli registrati nel mese di

dicembre dello stesso anno ci conferma che non è possibile trovare una stessa correlazione valida

per tutti i siti.

Per quanto riguarda lo STIR di S. Maria C.V., il numero dei superamenti registrati alla data del 18

luglio 2017 sono fortunatamente quasi la metà rispetto ai superamenti allo stesso mese dell’anno

2016 ma, per quanto detto in precedenza, non è possibile fare ragionevoli previsioni per i prossimi

mesi anche se è ragionevole ipotizzare che, con i mesi più freddi, il numero dei superamenti a fine

anno saranno superiori ai 35. A tale proposito l’ARPAC ha precisato che la stazione allo STIR di S.

Maria C.V., come tutte le altre che si trovano in prossimità di impianti che trattano rifiuti, non

rientra nella rete regionale perché risente dell’inquinamento locale dovuto ai processi lavorativi. Dal

sito dell’ARPAC risulta che la nuova configurazione di rete prevede la suddivisione del territorio

regionale in tre macro-zone: "Agglomerato Napoli – Caserta", "Zona Costiero – Collinare" e "Zona

Montuosa". Le stazioni di monitoraggio più vicine alla nostra città si trovano nella città di Caserta

nella macrozona "Agglomerato Napoli – Caserta"; fanno parte della rete anche le due stazioni a

Sparanise e Pignataro che sono però gestite da CALENIA.

La nostra città si trova all’esterno di una fascia molto monitorata all’interno della macro-zona e, per

la configurazione orografica e la particolare conurbazione del territorio, dovrebbe ospitare una

stazione fissa per il monitoraggio della qualità dell’aria ambientale.

Stazione mobile S. Maria C.V. presso Commissariato

I risultati forniti dalla centralina fissa dell’ARPAC presso lo STIR sul monitoraggio della qualità

dell’aria e in particolare sul parametro polveri, hanno destato una forte preoccupazione per il timore

che tali dati negativi potessero riguardare anche il centro abitato della città. L’ARPAC ha accolto la

richiesta del Sindaco e, dopo aver individuato un sito rappresentativo con le caratteristiche idonee

anche da un punto della alimentazione elettrica e sicurezza, ha installato un laboratorio mobile al

Commissariato (S. Maria C.V.) il 23 marzo 2017. I parametri monitorati sono riportati nella Tabella

9.

E’ interessante sottolineare che i dati (consultabili al seguente link:

http://www.arpacampania.it/web/guest/1099) sono forniti per ogni ora e questo permette di condurre

un’analisi più approfondita e di verificare eventuali correlazioni causa-effetto in caso di criticità

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riscontrata. Nello stesso tempo però, per un confronto con i dati analitici forniti dalla centralina dallo

STIR, è stato necessario calcolarne i valori medi giornalieri.

Il primo blocco dati sulle polveri PM10 e PM2,5 pubblicati si riferiscono al periodo che va dal

28/03/2017 al 16/04/2017.

Il secondo blocco di dati pubblicati il giorno 30/05/2017 si riferisce al periodo che va dal 17/04/2017

al 28/05/2017

Il terzo blocco arriva fino al giorno 08/06/2017

L’ultimo blocco, in attesa di essere pubblicato, dovrebbe comprendere i risultati dell’analisi fino al

giorno 30/06/2017.

Dal giorno 04/07/2017 la stazione mobile, in accordo con i responsabili dell’ARPAC, è stata spostata

nel parcheggio della scuola Perla in via Achille Grandi per continuare la raccolta di dati sulla qualità

dell’aria in un’altra zona della città. Purtroppo in data 13 luglio, in seguito all’incendio alla ILSIDE

di Bellona, e nella impossibilità di spostare un’altra centralina dal territorio di Napoli a causa del

disastroso incendio sul Vesuvio durato molti giorni, è stata trasferita con urgenza nella località

dell’incendio con l’impegno di riprendere il monitoraggio a S. Maria C.V. il prima possibile.

Complessivamente alla data del 08/06/2017 i dati si riferiscono a 63 giorni completi (valore

disponibile per ogni ora/giorno = 24 valori), ed altri 13 giorni validi ai fini del calcolo della media

giornaliera (la copertura giornaliera deve riguardare almeno 18 ore su 24) nel periodo che va dal 28

marzo all’8 giugno; in tutto 76 valori medi giornalieri nel periodo 28/03/2017- 08/06/2017. Per gli

altri sono disponibili valori orari parziali non utilizzabili ai fini del calcolo medio giornaliero e solo

per 5 giorni non vi è alcun dato.

PM10 e PM2,5: Si ricorda che la normativa fa riferimento al valore limite di 50 µg/m3 di PM10

intesa come media giornaliera (nell’arco delle 24 ore)

Dalla media giornaliera calcolata sui valori pubblicati possiamo dire che tale limite è stato superato

una sola volta nel periodo monitorato in data 12 maggio 2017 (PM10 = 104 µg/m3). Comunque questo

valore alto è stato provocato dall’evento particolare legato al fenomeno delle polveri sahariane come

documentato dal sito “meteoarpac.it” (Qualità dell’aria – Eventi polveri sahariane). A conferma di

ciò si può verificare ad esempio che nello stesso giorno si sono riscontrate alte concentrazioni in tutti

i siti che ospitano impianto di trattamento dei rifiuti monitorati dall’ARPAC (Tabella 10).

Il fenomeno suddetto ha determinato un aumento della concentrazione delle polveri a partire dalla

serata del giorno precedente. In particolare si è registrato il valore di 108 µg/m3 e 104 µg/m3 di PM10

rispettivamente allo STIR e al Commissariato. Nel Grafico 1 viene riportato l’andamento dei valori

medi orari di PM2,5, PM10 e NOx registrati dalla stazione mobile ubicata al Commissariato,

nell’arco delle 24 ore del giorno 12 maggio. I valori di PM10 superano i 50 µg/m3 a partire dalle

ore 07:00; nel giorno successivo per la fascia oraria 01:00-08:00 non sono disponibili dati validati

ma probabilmente i valori sono rimasti al di sopra del limite in quanto dalle ore 09:00, quando la

concentrazione risultava 64 µg/m3, i valori sono scesi gradualmente al di sotto del valore limite, a

dimostrazione che il fenomeno delle polveri sahariane andava esaurendosi.

E’ interessante sottolineare che i valori di NOx, che normalmente seguono un andamento simile a

quello di PM10, non aumentano nella fascia oraria in cui si registrano i valori più alti delle

concentrazioni delle polveri.

Nell’intero periodo di funzionamento della stazione mobile, il valore medio orario e giornaliero più

alto è stato 153,8 µg/m3 di PM10 alle ore 07:00 del 30 marzo (giovedì) con una media giornaliera

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(riferita allo stesso giorno) di 48,3 µg/m3 di PM10. E’ da evidenziare che nello stesso giorno si è

registrato un valore alto presso lo STIR con il superamento del limite (55 µg/m3 di PM10).

Per quanto riguarda i valori medi/orari si sono verificati diversi superamenti del valore limite di 50

µg/m3 di PM10.

Una parte dei dati finora disponibili sono stati elaborati per cercare eventuali correlazioni rispetto

all’andamento orario giornaliero e rispetto ad altri inquinanti tipici emessi durante i processi di

combustione quali NOx e benzene. In particolare la quantità di benzene emessa dipende

maggiormente dalla combustione negli impianti di riscaldamento piuttosto che dal traffico veicolare

leggero.

Sono stati quindi riportati in un grafico i valori medi orari per PM10, PM2,5 , NOx e benzene

selezionando alcuni giorni in cui si sono registrati i valori medi giornalieri più alti. Giorno 30 marzo

(Grafico 2 e Grafico 2bis); giorno 31 marzo (Grafico 3 e Grafico 3 bis); giorno 20 aprile (Grafico

4 e Grafico 4bis). L’elaborazione grafica relativa ad altri giorni è riportata nel file

“Grafici_Relazione_Polveri SMCV.docx” che può essere considerato parte integrante di questa

relazione.

Si può notare come nell’intorno della fascia oraria in cui è stato registrato il valore di PM più alto

sono stati riscontrati alti valori anche per gli NOx e il benzene che sono inquinanti tipicamente emessi

dai processi di combustione di idrocarburi (processi civili, industriali e autoveicoli).

Altro aspetto interessante da sottolineare è il rapporto tra le concentrazioni PM2,5/PM10 che varia

durante l’anno e può raggiungere il valore 0,6-0,7 (PM 2,5 = 60-70% rispetto a PM10) quando è alto

il contributo del traffico veicolare leggero e delle caldaie ad uso domestico. Queste condizioni sono

più facilmente verificate nei periodi invernali mentre in primavera-estate aumenta il contributo della

frazione con diametro > 2,5 µm.

Confronto Città-STIR

Recentemente l’ARPAC ha pubblicato uno studio (Relazione sulle campagne di monitoraggio delle

polveri sottili eseguite nel territorio nolano-acerrano nel 2016 e sull'andamento meteorologico)

relativo al territorio monitorato da stazioni posizionate ad Acerra, Caserta, Casoria, Maddaloni

Pomigliano d’Arco, S. Felice a Cancello, S. Vitaliano, Tufino. Lo studio è molto interessante e

sicuramente utile perché il territorio di S. Maria C.V. rappresenta una zona periferica rispetto all’area

oggetto dello studio.

La configurazione orografica dell’area presenta caratteristiche tali da ostacolare la dispersione

naturale degli inquinanti che dipende dall’altezza dello strato di rimescolamento (PBL = planetary

Boundary Layer), dalla presenza di inversioni termiche e dall’intensità del vento. E’ stato riscontrato

che nel periodo invernale l’altezza dello strato di mescolamento è relativamente basso (inferiore a

200 m) per cui gli inquinanti ristagnano e la concentrazione in questa fascia di atmosfera tende ad

aumentare.

Gli studi condotti sul monitoraggio dell’intensità del vento nelle aree interne della Campania hanno

dimostrato che è generalmente debole (Figura 4) e nel periodo novembre dicembre gennaio, tranne

nei casi di passaggio di perturbazioni, si determinano condizioni favorevoli al ristagno degli

inquinanti nell’aria.

Come solitamente riscontrato, l’andamento generale delle concentrazioni delle polveri nel corso

dell’anno presenta valori massimi che si verificano nel periodo invernale e in particolare nei mesi di

novembre dicembre e gennaio. In questo periodo, alle non favorevoli condizioni meteorologiche, si

associano le maggiori emissioni provocate dagli impianti di riscaldamento i cui effetti si protraggono

fino a marzo.

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E’stata poi condotta l’analisi della distribuzione temporale delle concentrazioni di polveri sottili

nell’arco delle 24 ore da cui risulta che le concentrazioni più alte sono state registrate nella fascia

oraria serale/notturna quando sono governate principalmente da fattori antropici e meteorologici.

La stazione mobile installata dall’ARPAC ha raccolto i primi dati a partire dalla fine del mese di

marzo, periodo dell’anno in cui solitamente la concentrazione delle polveri risulta mediamente più

bassa rispetto al periodo novembre-febbraio.

In una prima elaborazione dei dati della stazione mobile in città è stato calcolato il valore medio

giornaliero e successivamente confrontato con lo stesso valore registrato presso lo STIR.

L’elaborazione grafica ha permesso di evidenziare che:

a) la concentrazione media giornaliera di PM10 risulta leggermente più alta allo STIR (Grafico

5 - Confronto PM10);

b) la concentrazione media giornaliera di PM2,5 risulta mediamente più alta in città (Grafico 6

- Confronto PM2,5);

c) il rapporto PM2,5/PM10 risulta mediamente più alto in città (Grafico 7 - PM –SMCV;

Grafico 8 - PM -STIR);

d) I dati forniti dall’ARPAC comprendono anche le concentrazioni di benzene (Grafico

benzene/STIR ARPAC) relative al mese di maggio, da cui risulta un valore particolarmente

alto nel giorno 17 maggio con il picco massimo alle ore 15:00. Questo dato è stato confrontato

con le concentrazioni medie orarie rilevate dalla stazione mobile al Commissariato nello

stesso giorno (Grafico benzene/STIR mercoledì 17 maggio). Non risulta alcuna

correlazione tra i valori delle concentrazioni registrati nei due siti.

In conclusione possiamo dire che sebbene sia relativamente breve il periodo coperto dal monitoraggio

e che detto periodo interessa i mesi di aprile, maggio e giugno, per i quali si verificano i valori più

bassi dell’anno, l’elaborazione dei dati disponibili non ha evidenziato particolare correlazioni tra i

due siti a conferma del fatto che sono interessati da specifici sorgenti e processi di formazione.

Compatibilmente con l’evoluzione degli eventi eccezionali che hanno colpito il territorio compreso

nella macrozona "Agglomerato Napoli – Caserta", in accordo con l’ARPAC, la campagna di

monitoraggio e lo studio finora realizzato deve intendersi non definitivo e dovrà continuare coprendo

in modo particolare i mesi più freddi nell’anno. Nello stesso tempo si valuterà l’utilità di realizzare

studi sulla speciazione di campioni di polveri per avere maggiori informazioni sulle fonti di emissione

e processi di formazione.

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01:0003:0005:0007:0009:0011:0013:0015:0017:0019:0021:0023:00

Grafico 1_venerdì 12 maggio - polveri sahariane -Commissariato SMCV

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

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160,0

180,0

Grafico 2 - giovedì 30 marzo

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

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Grafico 2bis - giovedì 30 marzo benzene [µg/m³]

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200,0

Grafico 3 - venerdì 31 marzo

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

0,0

0,2

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Grafico 3bis - venerdì 31 marzo benzene µg/m3

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Grafico 4 - giovedì 20 aprile

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

0,0

0,1

0,1

0,2

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0,3

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Grafico 4bis - giovedì 20 aprile benzene µg/m3

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100,0105,0110,0115,0

µg/

m3

giorno

Grafico 5 - Confronto PM10

STIR PM10 SMCV PM10

0

5

10

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30

35

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µg/

m3

Grafico 6 - Confronto PM2,5

STIR PM2,5 SMCV PM2,5

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100,0

105,0

110,0

µg/

m3

Grafico 7 - PM - SMCV

commissariato PM10 commissariato PM2,5

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Grafico 8 - PM - STIR

Stir PM2,5 Stir PM10

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Grafico benzene/STIR mercoledì 17 maggio benzene [µg/m³]