Preferisci la preferenziale? L’estate è finita...MOZIONE URGENTE Il Consiglio di zona 4 porta...

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Verso la soluzione del problema della Caimi S ettembre sarà il mese decisivo per la an- nosa questione della piscina Caimi, che i nostri lettori dovrebbero conoscere, avendola seguita in questi anni. Infatti l’asses- sore allo Sport del Comune di Milano, Chiara Bisconti, dopo aver sentito a luglio tutte le par- ti interessate (comitati di residenti, Fondazio- ne PierLombardo, Consiglio di zona 4, sta pre- disponendo una convenzione che tiene conto di tutte le esigenze espresse; è prevista poi ad ottobre (non abbiamo ancora la data) una pre- sentazione pubblica del progetto e dei termini della delibera che verrà approvata dalla Giun- ta comunale. Significativa poi la mozione urgente approva- ta con 29 voti favorevoli e 2 astenuti dal Con- siglio di Zona 4 il 14 luglio scorso, che ripor- tiamo per esteso perché riassume i termini del- l’annoso problema. MOZIONE URGENTE Il Consiglio di zona 4 porta all’attenzione de- gli assessorati competenti, Sport e Cultura, le seguenti osservazioni, maturate dopo aver va- lutato la documentazione disponibile e le va- rie problematiche relative alla possibile ri- apertura della piscina Caimi. La piscina Caimi è chiusa ormai da 5 anni, Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Luca Cecchelli, Giuseppina Gullì, Luca Percetti, Luca Rascaroli. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2011: 20 euro - cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura 16.000 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno XV, numero 128, settembre 2011 ® ® E bbene sì, sono inizia- ti i lavori per la realizzazio- ne della corsia preferenziale del- la 92 nel tratto Dateo-Piazza Emilia. Nella fo- to vedete il par- terre di viale Pi- ceno transennato e completamente libero: fa un cer- to effetto (positi- vo)! I lavori si svolge- ranno in fasi di al- cuni mesi per trat- ti di strada e dure- ranno circa due anni. Il calendario dei lavori previsti per il primo anno, dopo le ope- re preliminari e propedeutiche con la predisposizione dei car- telli per la sosta provvisoria: - fino al 30 giugno 2012: i la- vori procederanno da via Pic- cinni verso piazzale Dateo; - fino al 31 marzo 2012: i la- vori procederanno da piazzale Dateo verso piazza Cappelli. Tra i lavori accessori, c’è il tra- sferimento dell’edicola di piazza Emilia, che verrà spo- stata sul lato opposto di corso XXII Marzo, lato Marinai d’I- talia, e lo spostamento della ex fontana dell’acqua marcia nel giardinetto di piazza Emilia, dove sarà più visibile e godi- bile di quanto succedeva fino- ra, completamente nascosta dalle macchine parcheggiate. Metropolitana Milanese ci in- forma che, questione di gior- ni, andrà in rete il sito del can- tiere www.preferenziale92.it A nche ad agosto l’incro- cio Comelico/Um- bria/Ennio è stato teatro di numerosi incidenti, di cui uno, il 24 agosto di mattina, partico- larmente grave. Come ci ha de- scritto una testimone, “Un pull- man ha preso in pieno una mac- china proveniente da via Ennio scaraventandola sul marciapie- de di viale Umbria 63, sotto le finestre dell’asilo Nido…..la sce- na che ho visto è stata racca- pricciante …. una giovane don- na bionda, esile con la carna- gione quasi albina, incastrata nella sua auto, grondante di san- gue….”. Abbiamo subito ricontattato l’as- sessorato al Traffico, cui peraltro avevamo già consegnato il 12 lu- glio 700 firme raccolte fra i resi- denti sotto una petizione pro- mossa dal nostro giornale. Ab- biamo ribadito ancora la neces- sità di un intervento risolutivo e l’urgenza dei provvedimenti ne- cessari. Abbiamo ottenuto almeno qual- che risposta e qualche impegno, che controlleremo vengano ri- spettati: Il Servi- zio Traffico e Viabilità ha predi- sposto l'Ordinanza Sindacale pro- pedeutica all'incremento del se- gnale di Stop anche nel varco del- lo spartitraffico di viale Umbria per i veicoli provenienti da via Ennio e da via Comelico. Ulte- riormente, per meglio evidenzia- re l'intersezione e migliorarne la visibilità, si è predisposta speci- fica segnaletica di preavviso Stop sugli assi via Ennio e via Come- lico, entrambi adducenti viale Umbria (circa 50 mt. prima). Questi sono gli interventi possi- bili in breve tempo, un interven- to più radicale è stato inserito nel- le priorità del Piano delle opere pubbliche 2011 e presto verrà Nelle pagine interne: Lo scalo di Porta Romana: studi e riflessioni pag. 6-7 Il Teatro Carcano/1 pag. 10 Chiamati Raffaello Sanzio e poi vedrai/1 pag. 4 La Tazzinetta Benefica pag. 11 Realtà industriali: la Telettra pag. 5 ATHOS Ancora un gravissimo incidente segue a pag. 3 L’estate è finita Preferisci la preferenziale?

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Verso la soluzione del problema della Caimi

Settembre sarà il mese decisivo per la an-nosa questione della piscina Caimi, chei nostri lettori dovrebbero conoscere,

avendola seguita in questi anni. Infatti l’asses-sore allo Sport del Comune di Milano, ChiaraBisconti, dopo aver sentito a luglio tutte le par-ti interessate (comitati di residenti, Fondazio-ne PierLombardo, Consiglio di zona 4, sta pre-disponendo una convenzione che tiene contodi tutte le esigenze espresse; è prevista poi adottobre (non abbiamo ancora la data) una pre-sentazione pubblica del progetto e dei terminidella delibera che verrà approvata dalla Giun-ta comunale.Significativa poi la mozione urgente approva-

ta con 29 voti favorevoli e 2 astenuti dal Con-siglio di Zona 4 il 14 luglio scorso, che ripor-tiamo per esteso perché riassume i termini del-l’annoso problema.

MOZIONE URGENTEIl Consiglio di zona 4 porta all’attenzione de-gli assessorati competenti, Sport e Cultura, leseguenti osservazioni, maturate dopo aver va-lutato la documentazione disponibile e le va-rie problematiche relative alla possibile ri-apertura della piscina Caimi.■ La piscina Caimi è chiusa ormai da 5 anni,

Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.itVideoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari.Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, WilliamPorzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Luca Cecchelli, Giuseppina Gullì, Luca Percetti, Luca Rascaroli. Aderente alCoordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2011: 20 euro - cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura 16.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno XV, numero 128, settembre 2011

® ®

Ebbene sì,sono inizia-ti i lavori

per la realizzazio-ne della corsiapreferenziale del-la 92 nel trattoD a t e o - P i a z z aEmilia. Nella fo-to vedete il par-terre di viale Pi-ceno transennatoe completamentelibero: fa un cer-to effetto (positi-vo)!I lavori si svolge-ranno in fasi di al-cuni mesi per trat-ti di strada e dure-ranno circa dueanni. Il calendariodei lavori previstiper il primo anno, dopo le ope-re preliminari e propedeutichecon la predisposizione dei car-telli per la sosta provvisoria:- fino al 30 giugno 2012: i la-vori procederanno da via Pic-cinni verso piazzale Dateo;- fino al 31 marzo 2012: i la-vori procederanno da piazzale

Dateo verso piazza Cappelli.Tra i lavori accessori, c’è il tra-sferimento dell’edicola dipiazza Emilia, che verrà spo-stata sul lato opposto di corsoXXII Marzo, lato Marinai d’I-talia, e lo spostamento della exfontana dell’acqua marcia nelgiardinetto di piazza Emilia,

dove sarà più visibile e godi-bile di quanto succedeva fino-ra, completamente nascostadalle macchine parcheggiate.

Metropolitana Milanese ci in-forma che, questione di gior-ni, andrà in rete il sito del can-tiere www.preferenziale92.it

A nche ad agosto l’incro-cio Comelico/Um-bria/Ennio è stato teatro

di numerosi incidenti, di cui uno,il 24 agosto di mattina, partico-larmente grave. Come ci ha de-scritto una testimone, “Un pull-man ha preso in pieno una mac-china proveniente da via Ennioscaraventandola sul marciapie-de di viale Umbria 63, sotto lefinestre dell’asilo Nido…..la sce-na che ho visto è stata racca-pricciante …. una giovane don-na bionda, esile con la carna-gione quasi albina, incastratanella sua auto, grondante di san-gue….”.Abbiamo subito ricontattato l’as-sessorato al Traffico, cui peraltroavevamo già consegnato il 12 lu-glio 700 firme raccolte fra i resi-denti sotto una petizione pro-mossa dal nostro giornale. Ab-biamo ribadito ancora la neces-sità di un intervento risolutivo el’urgenza dei provvedimenti ne-cessari.Abbiamo ottenuto almeno qual-che risposta e qualche impegno,che controlleremo vengano ri-

spettati: “Il Servi-zio Traffico e Viabilità ha predi-sposto l'Ordinanza Sindacale pro-pedeutica all'incremento del se-gnale di Stop anche nel varco del-lo spartitraffico di viale Umbriaper i veicoli provenienti da viaEnnio e da via Comelico. Ulte-riormente, per meglio evidenzia-re l'intersezione e migliorarne la

visibilità, si è predisposta speci-fica segnaletica di preavviso Stopsugli assi via Ennio e via Come-lico, entrambi adducenti vialeUmbria (circa 50 mt. prima).Questi sono gli interventi possi-bili in breve tempo, un interven-to più radicale è stato inserito nel-le priorità del Piano delle operepubbliche 2011 e presto verrà

Nellepagineinterne:

Lo scalo di PortaRomana: studi e riflessioni

pag. 6-7

Il Teatro Carcano/1

pag. 10

Chiamati Raffaello Sanzio e poi vedrai/1

pag. 4

La Tazzinetta Benefica

pag. 11

Realtà industriali: la Telettra

pag. 5

ATHOS

Ancora un gravissimo incidente

segue a pag. 3

L’estate è finitaPreferisci la preferenziale?

Page 2: Preferisci la preferenziale? L’estate è finita...MOZIONE URGENTE Il Consiglio di zona 4 porta all’attenzione de-gli assessorati competenti, Sport e Cultura, le seguenti osservazioni,

2 settembre 2011

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Seneca-Assistenza domiciliare Anziani ricer-ca nuovi volontari per ampliare la propria at-tività di assistenza domiciliare gratuita ad an-ziani bisognosi residenti a Milano.L’Associazione Seneca sostiene annualmentepiù di 300 anziani con 200 volontari. Negli ul-timi anni la richiesta di aiuto da parte di perso-ne sole e sofferenti è aumentata considerevol-mente e Seneca ha bisogno di altri volontari for-temente motivati, per i quali l’associazione or-ganizza corsi di formazione gratuiti. Sono aper-te le iscrizioni al prossimo corso di formazio-ne sulla relazione d’aiuto per volontari.

Il corso prevede 4 incontri che si terrannoSabato 15-25 ottobre 2011; 5-12 novembre 2011dalle ore 9.00 alle ore 12.00 presso la sede di viaMontevideo 5

Sono inoltre previste riunioni periodiche di for-mazione permanente di verifica esperienziale.L’impegno minimo richiesto è di almeno dueore alla settimana.Per informazioni: Tel. 02 8942 0532; e-mail:[email protected]

Facciata liberty

Pubblichiamo volentieri questa fotografia del-la facciata di via B. Corio 6 (la prima traversadi via Lodi lato numeri dispari) su indicazionedi una condòmina, giustamente soddisfatta deilavori di risanamento recentemente conclusi;sono stati ricostruiti i decori pittorici florealiin stile Liberty originari dell'epoca di costru-

zione dell'edificio ed anche i decori in cemen-to ed in ferro battuto.E’ sempre un piacere vedere una bella casa, ab-bellisce la città per tutti!

Il mio Francesco

Martedì 4 ottobre alle 21, in occasione dellafesta di San Francesco, verrà trasmesso sul ca-nale televisivo di Internet: www.mosaiko.orgla nuova edizione del musical: "Il mio France-sco".E’ questa un'occasione per rivedere le sequen-ze più belle dello spettacolo musicale realiz-zato in collaborazione con il Centro Kolbe 18anni fa. Attraverso un lungo e certosino lavo-ro di ricerca, sono state selezionate le scene piùinteressanti e belle, recuperate dall'archivio sto-rico. Per la bellezza delle musiche scritte daAnna Garaffa, dirette e suonate da Michele d'A-mico, per la ricchezza e l'originalità dei testiscritti da Tiziano Collinetti e liberamente ispi-rati al libro di Carlo Carretto "Io, Francesco….", lo spettacolo ottenne il Primo premio delconcorso organizzato a livello regionale dallaFom.La trama è molto semplice e suggestiva: a unanno dalla morte di Francesco d'Assisi, i suoiamici si ritrovano nella piccola chiesa di SanDamiano e ricordano alcuni momenti della vi-

ta trascorsa insieme con lui. L'irruzione im-provvisa di uno spettatore, durante la rappre-sentazione, costringe gli attori a modificare ilcopione proponendo così una rappresentazio-ne che sviluppa tematiche ancora attuali. Puressendo passate 800 anni dalla morte di Fran-cesco, le sue parole, i suoi insegnamenti sonovalidi ancora oggi.

Oltre ad essere occasione per incontrarsi e ri-cordare come eravamo, il regista e sceneggia-tore Tiziano Collinetti, con il recupero di que-sto spettacolo, si augura di poter contribuire afar germogliare i semi di speranza che sono in-terpretati da: Francesco Fischetti, Stefano Broc-ca, Diletta Rossi, Domenico Radic, DiegoMeucci, Sonia Re, Marcello Sottocorno, Gior-gio Gobbi.

Maggiori informazioni potete trovarle sul si-to: www.mosaiko.org

Centro Ramazzini

Al Centro Ramazzini, via Mecenate 8, si ter-ranno le seguenti giornate gratuite per i residentidella zona 4:

GIOVEDÌ 22 SETTEMBREM.O.C. + Visita Ortopedica

LUNEDÌ 3 OTTOBREVisita Ortopedica + Trattamento Osteopatico

MARTEDÌ 25 OTTOBREVisita Ortopedica + Trattamento Fisioterapico

Per prenotazione visite tel. 02 506.21.82 (ore16-18) oppure 339 32.91.380. www.poliambu-latorioramazzini.it

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il passato ritorna sempre

Quante volte abbiamo dovuto riflettere su que-sto detto.Ed è proprio in questi giorni che il detto si è fat-to realtà e l'emozione che ho provato è stata nonsolo grande, ma anche inaspettata. Cosa è suc-cesso?!Ecco, ho letto una notizia, anzi la notizia sulnumero di giugno di QUATTRO che, a pagina8, riportava due commenti su iniziative che ave-vano “trovato casa” all'Istituto Verri di via Lat-tanzio.Mi si potrebbe dire che sono notizie normali eche, in esse, non vi è nulla di straordinario.Invece non è così, perchè chi scrive queste duerighe è un ex-ex-ex studente del Verri che si èvisto ripiombare negli anni '50 quando fre-quentava l'Istituto che, allora, si trovava in cor-so di Porta Romana e che, in quella sede, uni-tamente ad altri sei amici fondò “il Caffè”.Il giornale studentesco che dopo solo sei nu-meri si guadagnò il 1° Premio della Stampa

Studentesca, sorpassando ben 127 giornalistampati negli Istituti Superiori di tutta Italia.Accanto a questo giornale sorge il Circolo Cul-turale Verri (C.C.V.) che sarà il perno attornoal quale si concretizzeranno diverse manifesta-zioni culturali: serate dedicate al jazz, mostradi dipinti, mostra fotografica, e poi la nascitadel Jolly Verri Sextet, della Compagnia teatra-le, della rivista di fine anno (con e curata daGiulio Rapetti che tutti conosciamo come Mo-gol) e tante altre iniziative di cui non voglio fa-re un'arida elencazione.Questi “frammenti di vita” di un vecchio Verrimi paiono esistere ancora nel DNA degli attua-li verrini che si sentono uniti alla scuola e nel-la loro scuola ed a cui mi rivolgo da questa pa-gine per ringraziarli di queste espressioni di vi-talità e di creatività che, mi sembrava, fosseroormai perse.

Gianfranco Chiappa

co-fondatore del Il Caffè e del C.C.V.Segretario pro tempore

dell'Associazione ex studenti del Verri

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C on il nuovo anno sco-lastico il complessoMorosini-Manara pre-

senta una novità molto im-portante: la struttura alle spal-le del complesso è stata ri-strutturata con lo smantella-mento della parte de-dicata alla prepara-zione dei pasti am-pliando così il refet-torio che potrà acco-gliere tutte le classieliminando così ilproblema delle quar-te e quinte che fino al-lo scorso anno, allaManara, avevanoun’aula di “fortuna”adibita a mensa. Laristrutturazione del-l’ala, come ci ha spie-gato il dirigente dellaMorosini Sergio Ron-carati, ha permessoinoltre di recuperaresei aule che ospite-ranno le classi quarteche fino allo scorso anno era-no dislocate nel plesso dellemedie. Se le tre aule, che so-no ora a disposizione dellamaterna saranno “restituite”,anche le quinte potranno ri-entrare in sede con evidentieconomie di tempi dovuti aglispostamenti e ai problemi le-gati alla sorveglianza. Il nu-mero delle aule a disposizio-

ne ha permesso di inserire daquest’anno una prima in piùrispetto agli scorsi anni.Tra gli altri interventi esegui-ti è stato rifatto il pavimentoin alcune aule e se saranno so-stituiti in tempo gli infissi an-

che il problema delle tempe-rature in inverno sarà risolto.Soddisfatto il preside per que-ste migliorie che seguonoquelle dello scorso anno conil rifacimento del campo dabasket, di pallavolo e le cor-sie per l’atletica. Da aggiun-gere, inoltre, l’asfaltatura delcortile interno, una valvola disfogo per i ragazzi durante

l’intervallo. Interessante quan-to proposto da un insegnate,idea che il preside ha sposato,di creare un’area per le primetre classi rispolverando vec-chi giochi da cortile come ilmondo o campana con spazi

creati dagli stessi ragazzi o de-limitati con la vernice. In attesa che tutta la scuolasia rimessa a nuovo.“Sì, nell’attesa che nel prossi-mo lotto di lavori previsti laMorosini venga ristrutturatacominciando dal tetto, il cuirifacimento ci consentirebbedi avere una seconda palestraal momento inagibile per in-filtrazioni”.Questo significherebbe in pri-mo luogo il recupero del se-condo piano di tutta la struttu-ra e di conseguenza la dispo-sizione di spazi da utilizzareper laboratori di manipolazio-ne, ad esempio, o per altre ini-ziative che darebbero un va-lore aggiunto al piano forma-tivo.Idee e progetti non mancanonel cassetto della scrivania diSergio Roncarati e con il tem-po potrebbero diventare real-tà. E Quattro ne darà con pia-cere notizia.

Sergio Biagini

3settembre 2011

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perché non ha più i requisitinecessari per la sua apertura,in particolare mancano i per-messi ASL. ■ In questi 5 anni la struttura èandata man mano degradan-dosi, sia le vasche che hannovisto crescere arbusti al lorointerno, sia la palazzina che ri-schia cedimenti strutturali senon si interviene subito. Que-st’anno, poi, tutto il complessobalneare è stato oggetto di oc-cupazione per alcuni mesi daparte di un gruppo autodefini-tosi “antagonista”.■ In questi anni il Comune diMilano non èstato in grado diristrutturare lapiscina, soprat-tutto per ragio-ni economiche,necessitandol’operazione al-cuni milioni dieuro. Invece,negli ultimi me-si della prece-dente consiglia-tura sono ripresii contatti con laF o n d a z i o n ePierLombardoper arrivare auna soluzionedel problema,sulla base dellasigla di un pri-mo protocollodi intesa, in cuisi fissavano gliimpegni dellaFondazione da un lato e delComune dall’altro.■ In questa fase ci risulta chesiano in corso gli ultimi ap-profondimenti, sia sul proget-to che sul piano economico, alivello di Settore comunalecompetente, e che si sia in at-tesa della valutazione dell’or-gano politico. Il progetto ela-borato è molto rispettoso deldisegno e dei materiali origi-

nari, con i necessari adegua-menti funzionali e alle nuovenormative per gli impianti dibalneazione non agonistici.Per la palazzina si prevede almomento solo la messa in si-curezza e il rinforzo dellestrutture per evitare che ceda-no.■ La nostra valutazione è chel’obiettivo primario per la no-stra zona, ma ovviamente noninteressa solo la zona 4, sia lariapertura al pubblico dellabalneazione nei mesi estivi giàdalla prossima stagione. Se cifosse questa volontà, ancheeconomica e gestionale, daparte dell’Assessorato allo

sport, ne saremmo soddisfattie sosterremmo questa scelta.■ Altrimenti, valutiamo posi-tivamente l’affidamento del-l’impianto balneare alla Fon-dazione PierLombardo, ga-rantendo l’uso pubblico e letariffe comunali. Peraltro laFondazione è pubblico-priva-ta, essendoci nel Consiglio diAmministrazione rappresen-tanti di Comune, Provincia e

Regione in grado di garantirel’interesse pubblico.■ L’affidamento tramite con-venzione è una modalità am-piamente utilizzata dal Co-mune di Milano per recupera-re spazi abbandonati (ad esem-pio le cascine comunali) senzacosti economici per l’Ammi-nistrazione, che resta comun-que proprietaria delle struttu-re. È evidente che alla Fonda-zione sarà concesso l’utilizzodella struttura in tempi e mo-menti fuori dall’attività nata-toria per organizzare eventi eattività culturali, il cui scopoè l’ampliamento dell’offertadel teatro e il graduale rientro

dei costi di investimento so-stenuti per la ristrutturazione.■ Chiediamo quindi agli as-sessorati competenti di valu-tare in tempi rapidi (proprioperché di anni ne sono già pas-sati troppi) il progetto e il pro-tocollo di intesa per arrivaread una decisione in grado dioffrire ai cittadini la riaperturadella piscina già dalla stagio-ne estiva 2012.

segue da pag. 1

Caimi

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CI SI SONO MESSI IN DUE

Ci si sono messi in due, perché perfare certe cose bisogna essere in due;minimo; cioè ci può essere anchequalcuno in più, ma, insomma, cosavai a pensare dei tuoi genitori. Per-ciò ci si sono messi in due per collo-carmi sopra la palla rotante del mon-do, e di questo li ringrazio; il proble-ma è che erano in due anche quandomi hanno scelto il nome, me l’hannoconfessato loro, e il verbo confessarenon è fuori luogo visto il risultato.Perché cercare a tutti i costi di esseremoderni, si sono detti, visto che unavolta i bambini si trovavano il nomebello che pronto, ed era il nome delnonno paterno, che poteva anche es-sere un obbrobrio, come possono te-stimoniare le legioni di infelici chedalla propria carta di identità tiranofuori di tutto, compresa una gagliar-da dose di antipatia verso gli ante-nati, ma una volta che te l’hanno ap-pioppato te lo tieni, e poi i diminuti-vi serviranno bene a qualcosa. Perciò eccomi battezzato Raffaello,come il papà di papà, ed è da qui,grazie a questo nome, che pratica-mente fino dal primo vagito hannoavuto inizio le mie tribolazioni Mirendo conto che nomi come Luca,Marco, Matteo e Daniele sembranoevasi dalle sacre scritture - e non sicapisce perché Ezechiele e Geremiadebbano essere discriminati - e ce n’èinflazione, più la pletora dei Massi-miliano, che tutti chiamano Max, equando ai giardinetti una mammagrida Maaax, accorrono tre bambinie una mezza dozzina di cani; ma so-no nomi più …portabili, ecco. Nonche Raffaello sia brutto, ma è un po’ingombrante, e scorciarlo con Rafneanche parlarne, Raf può anche es-sere il diminutivo di Raffaele, che èun nome meridionale, in Puglia c’èil pieno, e i miei sono milanesi diquelli che intingerebbero la cassoeulanel caffelatte, e non è che ce l’abbia-no con i meridionali, ma se quelli so-no nati laggiù, poveretti, qualche col-pa dovranno pure averla, e comun-que non è il caso di mescolarcisi trop-po. Da qui la mia spontanea doman-

da: vi chiamaste Manzoni,vostro figlio lo chiameresteAlessandro? E se aveste co-me cognome Colombo, da-reste al pargolo il nome diCristoforo? Perché io, chegrazie al nonno mi chiamoRaffaello, e grazie alla di-fesa della purezza della raz-za padana neanche posso

essere chiamato Raf, di cognome fac-cio Sanzio!

TECNICHE DI PREDESTINAZIONE

Quando un bambino si chiama Raf-faello Sanzio, e non è Raffaello San-

zio da Urbino, ma da via Vallarsa inMilano, i genitori, dopo avere con-sumato il crimine anagrafico, rimuo-vono la cosa e non se ne rendono piùconto. Gli altri, invece, non perde-ranno mai di vista la faccenda, sicchéun bambino che si chiama RaffaelloSanzio diverrà a ogni ricorrenza, permano di nonni, zii e amici di fami-glia, il bersaglio dei dardi più ironi-ci della cattiva sorte. Così, mentre gli

altri bambini ricevono in regaloun’automobilina, un pallone o un ro-bot, a un bambino che si chiama Raf-faello Sanzio si imporranno matitecolorate, acquerelli, tempere e albumda disegno. I primi tempi ho cercatodi utilizzare l’armamentario delle bel-le arti in modo alternativo, tipo farela palizzata di un fortino con le ma-tite, o un’astronave con i tubetti del-le tempere e la scatola dei pastelli,ma chi mi aveva segnato la vita si èpremurato di completare l’opera in-timandomi l’uso proprio di ogni cosae sorvegliandomi di conseguenza.Così, poiché nelle viscere del piane-ta è pieno di stalattiti e stalagmiti che

testimoniano cosa possa fare una goc-cia se ne ha al seguito un’altra eun’altra ancora, ho cominciato a di-segnare i giocattoli che non potevoavere, con la speranza che qualcunocapisse. Il mio ultimo tentativo di sot-trarmi all’ineluttabilità del destino èstato quello di affrescare una loco-motiva a vapore sulla parete più gran-de del soggiorno, forse evocando queltrenino elettrico che mai avrei avuto.

In un primo momento le ho buscatesode, perché all’epoca la psicologiainfantile stava tutta nel “primo me-nagli e dopo se ne può discutere”. Poila cosa ha preso una piega differen-te, e anche il vicinato è stato coin-volto in una visita guidata all’ancorasgocciolante imbrattatura. «Il talen-to non è frattaglia» continuava a ri-petere nonno Raffaello, che faceva ilmacellaio dalle parti di Piazzale Ga-brio Rosa e, nonostante si chiamasseRaffaello Sanzio come me, a tutto po-teva essere associato fuorché a pen-nelli e tavolozze, vuoi per via del col-tellaccio che per motivi di lavoro te-neva quasi sempre in mano e vuoi

perché, beato lui, era un omaccionenerboruto. Io, invece, mi trovavo fre-gato pure dal fisico delicato, da arti-sta, appunto.

MEGLIO UN CHIMICO OGGI CHE UN PITTORE DOMANI

Ti condizionano. Non gli è bastatochiamarti Raffaello Sanzio, ti co-stringono a diventarlo davvero. Tu,

disegna oggi e disegna domani, ti faila mano, e il parentado passa all’in-casso. Lo zio Aldo ti commissiona unacquerello della sua villetta a schie-ra basso-brianzola, mentre la di luiconsorte zia Giulia ti chiede una tem-pera del suo barboncino, perfido ani-male rosaceo di tosature e con il mu-so sempre sporco di terra giacché pas-sa il tempo a seppellire nei quattropalmi del giardino una sciagurata tar-taruga che, potesse dire la sua, invo-cherebbe l’intervento della Protezio-ne Animali. La zia Pinuccia, che è più colta, tichiede invece qualche girasole di VanGogh, “E già che ci sei mettici anchequalche papavero, che il rosso e ilgiallo stanno bene insieme”. Hai tre-dici anni e nonno Raffaello, che con-tinua ad affettare bistecche, ti com-missiona La Gioconda, e tu gliela ri-fai tal quale, anzi, visto che ti trovi,dai un’aggiustatina al sorriso, perchéquello di Monna Lisa più lo guardi epiù ti sembra da ebete. Quando però,dopo la terza media, decidi di anda-re al liceo artistico, scoppia il fini-mondo. E’ un coro: al liceo artisticovanno quelli che non riescono inniente, al liceo artistico sono tutti dro-gati, dopo il liceo artistico ti aspetta-no la disoccupazione, la miseria, lafame, la galera. «Al liceo artistico fanno posare ledonne nude!» esclama nonna Giulia,che è la mamma di zia Giulia, comedire che in famiglia non c’è tanta fan-tasia per i nomi, come io posso bentestimoniare. Nonno Raffaello bor-botta che le donne nude sarebberol’unico motivo per andarci davvero,al liceo artistico, e mi offre in alter-nativa un posto in macelleria, coltempo potrei subentrargli. Io ascoltoe taccio. Sto dipingendo L’ultima ce-na, solo che gli apostoli hanno le fac-ce dei miei parenti. Gesù, invece, hala sua, che a ben guardare è identicaa quella della Gioconda e a quella delGiovanni Battista. Lo comunico confierezza alla professoressa di disegnodelle medie, che incontro casual-mente. Lei, che neanche s’era accor-ta delle mie capacità - a scuola suc-cede - dice che se vado al liceo arti-stico con questo spirito mi buttanofuori ancora prima di avermi fatto en-trare. “Eppure somigliano” mi dicopensando all’eppur si muove di Ga-lileo davanti all’Inquisizione deside-rosa di grigliarlo, mentre, rassegna-to, accetto il mio futuro di perito chi-mico. Disegnerò impianti magnifici.(continua)

Giovanni Chiara

CHIAMATI RAFFAELLO SANZIO E POI VEDRAI / 1

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5settembre 2011

Era l’anno 1946, l’Italiausciva dalla secondaguerra mondiale e af-

frontava i grandi nodi politi-ci del Paese mentre si avvia-va alla ricostruzione dell’ap-parato industriale, gravemen-te danneggiato dal conflitto.Sono anni difficili, ma in mol-ti campi è possibile operaree ricostruire: la rete delle tele-comunicazioni, della telefoniae della radio, era andata quasicompletamente distrutta, e larichiesta di apparecchiature eimpianti cresceva con granderapidità. L’ingegner VirgilioFloriani, che aveva esperienzadel settore radio e delle sue ap-plicazioni, insieme con un pic-colo gruppo di persone fondala Telettra, acronimo di Tele-fonia, Elettronica, Radio. Dopo una partenza in un pic-colo laboratorio senza riscal-damento, il successivo è si-tuato in via Poma e man ma-no si amplia occupando tuttol’angolo fra via Poma e viaMarcona; questo laboratoriocomprende un reparto moltoparticolare e speciale, l’R&S,finalizzato alla Ricerca e loSviluppo delle tecnologie del-le telecomunicazioni.Possiamo ripercorrere questastoria attraverso la testimo-nianza del signor Alberto Ca-stellazzi: si tratta di un’espe-rienza umana e lavorativa dicirca un trentennio, a partiredal 1962 quando entra alla Te-lettra come tecnico della ri-cerca e sviluppo delle appa-recchiature. L’ambiente è sti-molante, lo compongono tec-nici di ottima formazione edingegneri che insieme realiz-zano una serie di brevetti in-novativi. La Telettra diventacosì l’azienda leader delle te-lecomunicazioni in Italia e nelmondo: stiamo parlando ditransistor, semiconduttori,ponti radio, centrali di com-mutazione elettronica, tuttociò che è all’origine dei nostritempi in modo imprescindibi-le e che ai nostri occhi ha an-cora dell’incredibile.L’azienda si ingrandisce finoa comprendere 11.000-12.000dipendenti e ad operare con se-di sparse in tutto il mondo. Apartire dal 1960 lo stabilimen-to di via Poma, oggi sede del-la Banca Intesa, viene trasfe-rito a Vimercate, nell’area in

cui si eleva la Torre di test del-le antenne e dei ponti radio.Lo Stato a sua volta entra nelmercato della telefonia con l’I-taltel, azienda pubblica appar-tenente all’Iri-Stet, che inter-viene operando in regime dimonopolio per quantoriguarda il mercato ela commercializzazio-ne di tecnologie mol-to avanzate, su cui laTeletta si trova all’a-vanguardia. C’era difatto l’adeguamentoad una richiesta incontinua espansione disettori produttivi dimedia entità e dellestesse famiglie italia-ne, ma questi limitiinevitabili non impe-discono all’azienda diproseguire in modoautonomo la ricerca.Le centrali di commu-tazione elettronicahanno rappresentatol’innovazione tecnolo-gica più importante,pur non essendo poi state pro-dotte per i vincoli di una poli-tica industriale che orientavacon proprie scelte un settoredefinito di interesse strategi-co nazionale.

Nel 1978 la proprietà dell’a-zienda viene ceduta dall’inge-gner Floriani al gruppo Fiat. Ilcambiamento si fa sentire so-prattutto nella prima fase in re-lazione agli obiettivi dell’in-dustria automobilistica orien-

tati più alla produzione in ter-mini quantitativi che allo svi-luppo di apparecchiature mol-to sofisticate. In quegli stessianni il tentativo di costituire,mediante accordi politici, un

polo nazionale delle teleco-municazioni con la fusione diTelettra con Italtel fallisce .ela Fiat nel 1990 decide di ven-dere la società alla francese Al-catel, con conseguente fine delmarchio storico. L’Alcatel nel

2006 si unisce conLucent che ha nellasede di Vimercateuno dei poli più rile-vanti a livello mon-diale per la progetta-zione e produzionedi apparecchiature infibra ottica. Alberto Castellazzici parla di questopassaggio. “Leaziende sono stateannullate ed è statala fine. Nel 1994 hodovuto lasciare quelcorpo vitalissimo chesi era già sgretolatocon il passaggio al-l’Alcatel”.In queste parole c’ènon solo la difficoltàseguita alle dimis-

sioni premature dal lavoro, maanche il rammarico per la finedi un’esperienza straordinaria,quella che ha rivoluzionato ilmondo non solo delle teleco-municazioni ma anche dei si-

stemi automatizzati e compu-terizzati delle linee di produ-zione. Citiamo, oltre a quantosi è detto, le apparecchiatureper il Terra-Treno, che è il te-lefono, fine anni 60, il cui se-gnale viaggia sulle linee di ali-mentazione. La sua evoluzionepermette la Diagnostica inTempo Reale delle situazionianomale di treni e metropoli-tane sia da parte del persona-le di bordo sia da parte dellaCentrale Operativa, che puòintervenire con azioni miratee immediate. Successivamen-te, si è avviata la progettazionedi macchine a fini industrialiche standardizzavano e unifi-cavano la componentistica permigliorare i processi produtti-vi. Argomenti attualissimi e dinon poco conto.Ma c’era anche un modo di la-vorare, un clima particolareche coinvolgeva, e che riguar-dava i rapporti tra le persone, ilvalore del lavoro, la discipli-na e l’ordine, che erano ancheun fatto mentale, una questio-ne di metodo. C’era la scuoladel sabato e della domenicamattina. In fabbrica poi si ve-niva formati attraverso la co-noscenza delle diverse fasi del-la produzione, dal progetto al-

l’istallazione degli impianti sulposto. L’ingegner Floriani ave-va rapporti diretti con i suoi di-pendenti, ne osservava le ca-pacità e favoriva la crescitadelle competenze. Pur essen-do un’azienda a carattere pa-dronale, vi erano molte occa-sioni, molte feste, che creava-no legami in un clima comu-ne. C’era anche attenzione edisponibilità a dare sostegnoai dipendenti per situazioni fa-miliari particolari.Negli anni 70 ci sono state lot-te sindacali con coinvolgi-mento di operai ed impiegati,c’erano rivendicazioni politi-che e alcune appartenenze agruppi estremisti.Ma al signor Castellazzi man-cava la cultura degli anni del-la contestazione, e non ne con-divideva i metodi. Abbiamo riportato con fedel-tà questa conversazione per-ché ci illumina su aspetti dellanostra storia industriale su cuiabbiamo raccolto numerose te-stimonianze. Di questo siamograti al signor Castellazzi checi ha permesso di rendere piùricco e documentato il nostrolavoro.

Vanda Aleni

Nota: ricordiamo anche chel’ingegner Floriani, spentosia 94 anni nel 2000, promossela Fondazione che porta il suonome, per aiutare i malati ter-minali. E anche questa sareb-be una bellissima storia daraccontare

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Una nuova storia industriale: la Telettra

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6 settembre 2011

Il nuovo piano di governo del territorio perMilano (PGT) è soggetto a ripensamentiche indicano quanto sia difficile oggi ela-

borare le migliori idee per aggiornare e rilan-ciare la vita civile e economica della nostracittà. In particolare, il processo di dismissioneindustriale appare molto complesso anche perla grande quantità di superfici e volumetrieedilizie da trasformare con nuovi usi e svi-luppi urbani. Tra le infrastrutture ex industrialiin esame vi sono gli scali cittadini di proprie-tà delle Ferrovie, come quello di Porta Ro-mana, già oggetto di un “Accordo di pro-gramma” tra Comune e Ferrovie inserito nelPGT della precedente Amministrazione citta-dina. Questi documenti hanno suscitato lemaggiori opposizioni da parte della popola-zione per le forti volumetrie previste, soprat-tutto per l’edilizia abitativa. Nel rispetto delle radici storiche di Milano,

che aveva fondato la propria economia ma an-che una parte importante della propria identi-tà sociale e civile sulle sue caratteristiche dicittà produttiva, riteniamo che il recupero de-gli spazi industriali dismessi dovrebbe svol-gersi quasi come una operazione chirurgica,attenta a sostituire il cuore degli insediamen-ti originali, cioè le fabbriche, con nuovi ele-menti urbani dotati di un significato altrettantoimportante, fornendo servizi, opportunità disviluppo e strutture per la vita civica, di cui siavverte la richiesta sempre più pressante.Questa opportunità, noi sosteniamo, va im-mediatamente legata al problema della riqua-lificazione e del risanamento ambientali. Do-po lo sviluppo industriale, l’inquinamento sen-za regole e la “cultura dello spreco” diffusa-si col consumismo degli anni dello sviluppo,i nuovi temi di riferimento per le pubblicheamministrazioni in tutto il mondo occidenta-

le sono diventati infatti, o dovrebbero diven-tare, il rispetto dei cicli naturali nell’uso delsuolo e delle sue risorse, come l’acqua e il ver-de; il risparmio energetico e lo sfruttamentodelle energie rinnovabili; l’adozione di formedi mobilità dolce per la riduzione dell’inqui-namento, e l’istituzione in generale di unamaggiore convivialità nell’uso degli spazi pub-blici. I paesi europei ed extraeuropei di più avan-zata sensibilità ecologica affrontano questeproblematiche da alcuni decenni, con ampiesperimentazioni che sono diventate parti in-tegranti delle loro città e non episodi isolati.In Italia invece queste scelte, che riteniamonon più rinviabili, per varie ragioni stentanoa trovare applicazioni concrete. Abbiamo quindi ritenuto utile e didattico il-lustrare ai nostri studenti i migliori esempi in-ternazionali: per esempio a Oslo gli autobus

cittadini viaggiano grazie a un carburante eco-logico, ottenuto con gli impianti di biogas chetrasformano i reflui di fognatura. A Stoccol-ma, come in altre città del Nord, le acque pio-vane provenienti dai tetti delle case e dallestrade vengono incanalate, purificate e riuti-lizzate per scopi domestici e per l’irrigazionedel verde senza sprechi; questo risultato è pos-sibile grazie a corsi d’acqua che arricchisco-no e rinnovano in modo gratificante il pae-saggio delle città, mentre a Milano le nostrecantine spesso sono allagate dai temporali ele metropolitane sono ferme per analoghi mo-tivi. A Copenhagen come in molte città eu-ropee, grandi serre vetrate sono accostate agliedifici per ridurre i consumi del riscaldamen-to, e al contempo per offrire alla vita pubbli-ca spazi sociali piacevoli e protetti. L’indicazione più importante che ci offronoquesti esempi, è che i vari provvedimenti ven-

Presentiamo in queste pagine alcuni lavori didattici sul recupe-ro dello scalo ferroviario di Porta Romana a Milano. I disegnisono stati realizzati presso la Scuola di Architettura Civile delPolitecnico di Milano nel corso del prof. Luca Rascaroli, comeconclusione agli studi svolti sulle città europee e le loro archi-

tetture promossi dal professore sul tema della sostenibilitàambientale. La loro base teorica, ci è stato spiegato, si rifà allericerche accademiche sull’ambiente urbano in chiave di ecolo-gia promosse nel tempo dal Laboratorio Abita sotto la guidadalle professoresse Bianca Bottero e Maria Bottero, che hanno

già trovato prove di realtà e sperimentazioni applicative in al-cuni quartieri di Milano. Qui acccanto l’articolo di Luca Rasca-roli descrive i lavori degli studenti e offre un contributo sul di-battito cittadino che si è acceso sui temi affrontati, lo pubbli-chiamo anche sul nostro sito con alcune note aggiuntive.

Lo scalo dismesso di Porta Romana e le reti ecologiche:Un tema urbanistico di stretta attualità

Il lavoro del gruppo degli studenti Amoro-so, Faè de Moura, Parmeggiani, Rossetti or-ganizza un originale tessuto ambientale,che alterna in diverse proporzioni verde ur-bano e orti coltivati, trame d’acqua, stradee passaggi pedonali con un’architetturacomplessa, caratterizzata da grandi vele divetro tese fra gli edifici e ragionate tecnica-mente per offrire allo spazio pubblico unclima temperato nelle diverse stagioni, conun bilancio energetico favorevole.

Il lavoro delle studentesse Mazzon, Morelli,Morotti, Travaini si distingue per il disegnocircostanziato dello spazio aperto, amma-gliato ai quartieri limitrofi. Viene proposto ilriuso dei binari superstiti come tema di ar-cheologia industriale per strutturare il dise-gno del verde, intrecciato alla rete ecologi-ca. L’edificio sede dell’azienda A2a viene ri-strutturato con criteri di architettura soste-nibile e ampliato anche come “porta temati-ca” al nuovo “parco delle energie”.

GRUPPO 1

GRUPPO 2

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7settembre 2011

gono spesso intergrati tra loro e si rafforzanoin un progetto generale di città orientato con-sapevolmente alla sostenibilità ambientale.Pensiamo che anche a Milano la grande quan-tità di aree ex industriali renda possibile unanuova strategia per la città, come era propostonei lavori del gruppo coordinato dalla ricer-catrice Emilia Costa, presentati a un recenteworkshop presso la Scuola di architettura Ci-vile del Politecnico.I disegni presentati qui a fianco, e accolti nel-la Mostra imminente di cui si riferisce in altrapagina della rivista Quattro, sono stati elabo-rati dai nostri studenti con la sensibilità propriadelle nuove generazioni e con le stesse in-tenzioni, proponendo elementi utili per la ri-qualificazione ambientale dello scalo di Por-ta Romana con un sistema ecologico formatodai tre sistemi principali: quello del verde ,quello dell’acqua, quello della mobilità dol-ce. Nelle loro prove lo Scalo è diventato un“parco tecnologico” verde per la produzionedelle energie rinnovabili, accessibile e grati-ficante per i cittadini, solcato da percorsi ci-clopedonali anche con funzione di collega-mento delle zone a sud e a nord dell’area. Ilparco stabilisce nel suo insieme una connes-sione tematica forte con il parco agricolo Sud,quindi tra Milano e il suo sistema territorialemeridionale.Al centro dei vari disegni vi è un grande spa-zio aperto, variamente organizzato nei suoitessuti verdi, compresi gli orti urbani che han-no un riscontro sociaele apprezzato e impor-tante. La linea ferroviaria per i passeggeri at-traversa questo spazio, affiancata da specchid’acqua per la gestione delle acque di piog-gia e delle risorse idriche della città, utili aqualificare il nuovo paesaggio. E’ poi previstala chiusura del ciclo dei rifiuti con impiantidi produzione del biogas, e altri impianti perlo sfruttamento dell’energia solare. Sui bordi del parco verso la città circostante,si prospetta un nodo di scambio intermodalecon una nuova stazione ferroviaria e la sta-zione metropolitana Lodi Tibb, un parcheg-gio per automobili e uno per la custodia del-le biciclette, a favorire l’integrazione dellamobilità dolce. Completano questo program-ma edifici e percorsi allineati su canali d’ac-qua, piazze pubbliche, ristoranti, una stradacommerciale integrata nell’ambito del quar-tiere e a supporto delle necessità dei pendo-lari. Infine è stato ipotizzato l’ampliamentodella bella sede storica dell’ Azienda A2a conuna serra direzionata verso uno dei bacinid’acqua del parco, conservandone la funzio-ne di sede aziendale, ma al contempo tra-sformandola in una porta di accesso al parcourbano, con ambienti dedicati alla divulga-zione delle buone pratiche per il risparmioenergetico; con le sue serre tematiche diven-ta sopratutto un esempio per future edifica-zioni sull’area.Il nostro obiettivo di fondo è stato quindi quel-lo di evidenziare la necessità prioritaria di unprogetto del suolo, a premessa o a migliorespecificazione delle scelte degli strumenti ur-banistici. Abbiamo quindi ripensato l’area intermini di sostenibilità, come una piattafor-ma ecologica su cui impiantare diversi tipi disviluppo urbano, un parco come nei disegnidei nostri studenti, o anche altre scelte alter-native. Ci auguriamo in ogni caso che la ri-discussione del PGT comporti una riduzionedelle volumetrie attualmente previste, e chele esigenze della collettività siano riassuntein un processo di partecipazione allargato sinqui trascurato. Attraverso la nostra ricogni-zione sull’area abbiamo visitato le sedi di pic-cole e medie attività produttive, spesso conun’alta specializzazione artigianale, ormai co-strette all’espulsione dalla città: parrebbe uti-le ricollocarle quali attività produttive legge-re in un insediamento con significative carat-teristiche di sostenibilità ambientale. Forse lapermanenza in città del settore produttivo, informe opportune e attuali, non farebbe tortoall’economia della città e all’idea di una com-posizione sociale variegata e ricca di espe-rienze diverse, come premessa di una convi-venza civile progredita e stimolante che a Mi-lano aveva una sua casa.

Luca Rascaroli

studi e riflessioni per un nuovo paesaggio urbano

Sulla suggestione di un noto esempio europeo, gli studenti Gorla, Parolini, Tellaroli hannoevidenziato con lunghe gradinate le differenze di quota date dallo scarto tra il piano delferro e i vari ambiti cittadini circostanti allo scalo ferroviario. Si crea così un disegno unita-rio e controllato con valenze di sostenibilità ambientale, con il sistema delle stazioni rior-ganizzato e affacciato su un grande ambito centrale trattato in modo naturalistico.

Il lavoro analitico e progettuale degli stu-denti Colombo, Maccarinelli, Miajlovic, at-tento anche alla delicata area a Sud delloscalo in dismissione e al rapporto città/ser-vizi, e la ricerca sul campo della studentes-sa Aloise Madlène, ampliata alla dimensio-ne storica e sociologica, colgono con di-versi strumenti di indagine le problemati-che dei tessuti urbani analizzati.

GRUPPO 3

GRUPPO 5

Il disegno a scala urbana degli studenti Oriola e Sacchi, memore di un progettomancato per Milano degli architetti Gabetti e Isola, coglie in un unico sguardo ilrapporto tra la forma della città compatta e la campagna del meridione milanese,evidenziando con una forte matrice geometrica, derivata dalla trama dell’agricoltu-ra, le possibilità di una rinnovata dialettica città-territorio in chiave paesaggistica edi corretta sostenibilità ambientale.

GRUPPO 4Infine, solo per mancanza dispazio, una menzione senzaimmagini agli studi dellestudentesse Andriyevska,Anselmi, Mondragon, Morol-li, che hanno proposto nuo-ve funzioni urbane organiz-zate su percorsi d’acqua; ailavori di Franco Teixeira, Lo-pes Ribeiro Ramos, Montei-ro, Santos Salvado e quellidi Akerman, Aktas, Kazlau-skaite, Valkova, che studia-no a Milano con la formulaErasmus, e agli altri studentinon menzionati, caratteriz-zati da una freschezza im-mediata nella ricerca delleforme paesaggistiche per idiversi temi di impianto am-bientale a scala urbana.

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8 settembre 2011

Di cosa vi occupavate primadi buttarvi in questa avven-tura?Eravamo studenti universitaridi psicologia, ma poi abbiamovisto da un lato il tempo che cisi mette a laurearsi, dall’altro leaspettative lavorative… e cosìabbiamo deciso di metterci inproprio.

Come è stato entrare in que-sto franchising?L’idea di base era aprire un ne-gozio di questo genere, la for-tuna è stata essere contattati daGames Academy dopo aver la-sciato i nostri dati sul loro sitointernet, specificando il luogoin cui avremmo voluto aprire ilpunto vendita. Entrare in unfranchising significa aprire unnegozio sostenuti da qualcunonon solo a livello di immagine,ma anche a livello di marketing,indagini di mercato ecc. Stiamodiventando un punto venditamolto frequentato per un moti-vo molto semplice: abbiamo 23anni. Il negoziante medio nelramo è di età compresa tra i 35e i 50 anni, ma così il gap tracliente e negoziante diventa ab-bastanza importante.

Come funziona l’apertura diun negozio Games Academy?C’è una spesa iniziale da soste-nere, circa 40-45.000 euro. Ilproblema, come sempre quan-do si tratta di persone giovaniche vogliono costruirsi un la-voro, sono le garanzie. Noi ab-biamo cercato il negozio permesi e mesi, lo abbiamo trova-to i primi di novembre e a di-cembre eravamo già aperti!Avevamo trovato anche altri po-sti splendidi, ma le trattative siconcludevano quasi sempre conla frase: «ci spiace, siete trop-po giovani». Conosco nego-zianti molto giovani che vivo-no all’estero: loro non hannoquesto genere di problemi, anzi,hanno tante sovvenzioni peraprire negozi, creare lavoro.

Il vostro negozio oltre ad es-sere un punto vendita di og-

getti molto particolari è an-che un luogo ricreativo e diaggregazione.Sì, ad esempio offriamo anchedei corsi: per ora è partito quel-lo di pittura di miniature, moltoseguito perché effettivamentebisogna imparare a costruirle ea dipingerle. L’ambiente poi èmolto piacevole, abbiamo an-che un piccolo giardino…

Qual è l’età degli appassiona-ti?In generale l’utenza maggioreviaggia tra i 14 e i 20 anni. Poici sono fasce minori, comequella dei curiosi che vengonoqui per trovare giochi di carteper più giovani, come Yughioh.Poi c’è la fascia maggiore dispenditori, più che di giocato-ri-frequentatori del negozio, cheva dai 30 anni in su.

Come funzionano i tornei diMagic? Ogni torneo per ora è un torneosingolo, abbiamo anche prova-to con sistemi a lega: più torneiche garantiscono un accumulo

punti che portano poi ad unapremiazione finale. I tornei sin-goli però funzionano meglio pervari motivi: la lega ha il grossoproblemadi finire per far emer-gere e divertire solo i più esper-ti… così i primi tornei contanoun buon numero di iscritti, mapoi negli anni successivi le iscri-zioni calano perché l’ambienteè molto competitivo e chi vole-va solo partecipare ad un tor-neo tanto per provare non è in-centivato a riscriversi. Il bellodel gioco è invece avere un am-biente rilassato in cui gli esper-ti istruiscano i novizi propriodurante le partite. I giochi che proponiamo nonsono semplici passatempi, ser-vono strategia, memoria e altrequalità che si sviluppano pianpiano. La vera sfida è portare inovizi al livello dei migliori, an-che perché non si vince nienteper cui valga la pena rovinarequesti bei giochi. I premi sonobuoni acquisto da spendere nelnegozio.

Oltre a Magic e Warhammer

proponete anche altri pro-dotti…Il gioco in scatola, ad esempio,va tantissimo: da quando ab-biamo aperto stiamo scoprendoi 90 giochi in scatola della topeuropea. Noi possiamo procu-rare qualsiasi gioco e organiz-ziamo settimanalmente dimo-strazioni gratuite, anche su ri-chiesta, per insegnare ad usar-li. Un episodio da ricordare èstato quando è entrata in nego-zio una signora anziana, venutaa comprare per sé e i suoi ami-ci un gioco da tavola che le ave-va fatto scoprire suo nipote. Epoi ci sono i fumetti… unascommessa importante in cui cisiamo lanciati. Oltre ai classici,offriamo anche prodotti d’arte,le graphic novel più belle equelli più sconosciuti. Agli ap-passionati offriamo un servizioutile: creiamo delle “caselle po-stali” personalizzate in cui te-niamo da parte i loro fumetti inmodo che siano sicuri di nonperderne nemmeno un numero.

Francesca Barocco

L’isola di QUATTROA cura della Redazione giovani - Per raccontare la vostra storia giovane, [email protected]

Bentornati! Con l’arrivo dell’autun-no bisogna prepararsi a salutare i par-chi e i bar all’aperto… tranquilli!

L’Isola di Quattro vi propone dueluoghi alternativi in cui crogiolarvial calduccio, senza rinunciare al di-

vertimento: il Games Academy di viaEnnio e lo Yatta Manga Café di viaTito Livio vi aspettano con le loro at-

mosfere cariche di passione, prontea contagiarvi. Buona lettura e buonrientro in città!

Yatta Manga Cafè

…DENTRO AL NEGOZIO, DENTRO ALLA PASSIONE

Non è un bar. Non è nem-meno una fumetteria. Èun Manga Cafè. All’i-

nizio del 2011 Pierluigi Piras,un trentenne appassionato di fu-metti, ha inaugurato in via Ti-to Livio il primo Manga Cafèd’Italia, un locale pensato e al-lestito per i giovani secondo lemodalità giapponesi. Un luogodi socializzazione dove gli ap-passionati di fumetti Mangapossono leggere, parlare e dis-cutere dei propri eroi bevendoun caffè, un frullato o un suc-co di frutta. Nei Manga Cafègiapponesi i fumetti possonoessere noleggiati grazie ad una

tessera a tempo e si possonoleggere in loco; la differenzacon il Manga Cafè di Piras èche qui i fumetti possono esse-re solo venduti. «Il Manga giapponese è un tipodi fumetto di recente nascita ediffusione, rispetto al più lon-gevo e datato fumetto america-no - spiega Pierluigi -. I Man-ga si leggono al contrario, dasinistra verso destra, ma la dif-ferenza fondamentale col fu-metto americano consiste nelfatto che, mentre quest’ultimoprevede l’inizio e la fine di unaintera storia in un unico nume-ro, ogni fumetto giapponeserappresenta la puntata di una

storia lunghissima che si svi-luppa e conclude nell’arco dipiù numeri».I tipi di fumetti che si possonotrovare nello Yatta Manga Ca-fè di via Tito Livio sono: Man-ga Giapponesi e Koreani - det-ti mangua -; supereroi ameri-cani della DC e Marvel comeSpiderman e Batman; qualcheitaliano, Manara e Crepax. Cisono inoltre dei gadget relativialle serie dei fumetti venduti,molti però sono del proprieta-rio. Si trovano anche giochi edvd, sempre e solo relativi aiprotagonisti dei fumetti. Gli appassionati del Cafè han-

no un’età compresa tra gli 8 ei 60 anni, con una prevalenzadi giovani che vengono ancheda fuori Milano. Tra i prossimi eventi in pro-gramma, per rendere il Cafèsempre più simile a quelli nip-ponici, da settembre inizierà uncorso di lingua giapponese conuna insegnante madrelingua.Pierluigi sta inoltre prendendocontatti per creare un eventoCos-Costume player -, una sor-ta di carnevale Manga e del fu-metto, dove gli appassionati sipossono vestire come i perso-naggi delle loro letture.

Lu. Ce., La. Mi. & Si. Bra.

Abbiamo approfittato del torneo diMagic: l’Adunanza tenutosi pres-so il negozio per chiedere ai ra-

gazzi che vi partecipavano alcuni parerisul Games Academy di via Ennio e, piùin generale, sui vari hobby coltivabili nelpunto vendita. È bene precisare fin da subito che tuttele persone presenti, circa una trentina, dietà compresa tra quattordici e trent’an-ni, erano a dir poco entusiasti del nego-zio. Il motivo? Avere davanti due perso-ne giovani, interessate e motivate, chepartecipano attivamente ai tornei e ai cor-si organizzati nel punto vendita con l’in-tento di aiutare, se non addirittura edu-care, i clienti è un’offerta da non sotto-valutare. Se alla mancanza di gap gene-razionale aggiungiamo anche simpatia ecordialità, senza dimenticare un’«etica

ottima», come dice Giovanni, uno deifrequentatori, capiamo subito che i gio-vani proprietari del Games Academy nonhanno aperto il negozio solo per guada-gnare su giochi costosi, ma per coltivareuna vera e propria passione.Alcuni giocano solo a Magic: l’Adu-nanza, che a quanto pare sembra l’hobbypiù caro, con una media di cinquanta eu-ro a settimana per procurarsi le carte giu-ste; Niccolò, descrivendoci il gioco, par-la addirittura di assuefazione: «è comecon le sigarette - ci dice -. Avevo smes-so, ma un giorno mi hanno regalato unpacchetto (di carte, n.d.r.), e ora eccomiqui a giocare». Altri, al contrario, colti-vano diversi interessi, come i giochi diruolo, quelli da tavolo o la pittura di mi-niature che, sebbene a volte richiedanouna spesa iniziale maggiore, permetto-

no di contenere i costi sul lungo perio-do, grazie anche alla tessera sconto dis-ponibile in negozio. Discorso a parte perquanto riguarda i fumetti, in quanto laspesa cambia notevolmente a seconda

del tipo: se il lettore di manga, spendesui 3 euro al mese a fumetto, quello digraphic novel può arrivare a spenderedieci volte tanto.La maggior parte dei frequentatori par-

tecipa almeno una volta a settimana aitornei o ai corsi organizzati dal GamesAcademy. Inoltre molti vanno in nego-zio per usufruire dei numerosi tavoli mes-si a disposizione dei clienti per giocarecon i propri amici e per sfidare personenuove, o anche solo per chiedere consi-gli a persone più esperte di loro; in que-sto modo si crea una fitta rete di cono-scenze, che spesso si estende anche al dilà delle passioni in comune, come ci fanotare Marco, il ragazzo che sta vin-cendo il torneo mentre raccogliamo leinterviste. E se pensate che i presenti sia-no tutti della zona vi sbagliate di grosso:il Games Academy di via Ennio è apertoa tutta la città; un luogo dove ragazzi diMilano e provincia si recano per giocaree divertirsi insieme.

Luca Percetti

Intervista a Marco e Gianluca, un’avventura di nome Games Academy

Il punto di vista degli appassionati

Marco, a sinistra, e Gianluca

Page 9: Preferisci la preferenziale? L’estate è finita...MOZIONE URGENTE Il Consiglio di zona 4 porta all’attenzione de-gli assessorati competenti, Sport e Cultura, le seguenti osservazioni,

Le riviste di cucina si moltipli-cano; i programmi televisivi intema sono seguitissimi; i gran-di chef sembrano essere le“rockstar” del momento! Cosasuccede agli italiani? Hannoforse scoperto che nella vita sipuò anche cucinare? Sia comesia, sembra crescere l’interesseper pentole e fornelli e in tutte lelibrerie (dai Remainders aigrandi bookstore) gli spazi de-dicati ai libri di cucina si sonoinaspettatamente dilatati. Pote-va mancare a Milano una libre-ria specializzata? Detto e fatto… e proprio nella nostra zona!Dalla fine di maggio, infatti, invia Cellini (zona PortaVittoria) ha aperto i bat-tenti “Malafarina. Li-breria di cultura ga-stronomica”.Per chi non la cono-scesse, via Cellini èl’ultima traversa di cor-so XXII Marzo, primadi piazza Cinque Gior-nate; è una via un po’defilata, ma da qualchetempo in questo ango-lo della zona 4 stannospuntando come funghiristoranti, enoteche, wi-ne-bar e quant’altro. Eproprio nel tratto di viaCellini compreso fravia Archimede e viaSottocorno si aprono idue locali di Malafari-na, ove il colore bian-co domina incontrasta-to su tavoli, scaffali edespositori in legno lac-cato. In vetrina, volumi scel-ti che coi loro titolichiariscono inequivocabilmen-te la vocazione della libreria.Entro - interessato e incuriosi-to – e trovo un paio di clientiche, seduti a un tavolo, stannoconsultando alcuni volumi conla collaborazione della titolare,Anna Malafarina. Quando iclienti se ne vanno soddisfatticon un bel librone illustrato sot-to braccio, rovescio le mie do-mande sulla nuova temeraria li-braia! Chi? Come? Perché?Anna, come libraia, è una neo-fita. Proviene da tutt’altro set-tore, ma a un certo punto dellasua vita ha deciso di cambiare

attività ed essendosi sempre in-teressata di libri e di cucina hadeciso di far convergere tali pre-disposizioni in questa iniziati-va commerciale e culturale. Leiovviamente non ignora le criti-cità del settore librario, ma è ot-timista e confida nella specia-lizzazione che ha scelto. La suaè una libreria “pura” (niente ar-ticoli di cancelleria e gadget),ma le tematiche dei volumi invendita spaziano attorno al con-cetto di “gastronomia” nella suaaccezione più ampia: non soloricettari – tanto per intenderci– ma anche libri di cultura ga-stronomica, di storia della ali-

mentazione, di fisiologia del gu-sto, di salute e dietetica e – per-ché no? – anche di letteratura(non mancano, infatti, romanziscelti con trame in tema).Giro e osservo. Ogni scaffaleun settore: la cucina italiana emediterranea; la cucina euro-pea e mondiale; la cucina ve-getariana e salutista; il ciocco-lato (meno salutista, ma più in-teressante! – n.d.r.); i vini (po-tevano mancare?); e persino unsettore per bambini, con volu-mi a misura dei potenziali “pic-coli cuochi”. E poi le rassegnegastronomiche, dalla cucina po-

vera alla cucina dei pellegrini(anch’essa probabilmente ab-bastanza “povera”), alla cucinafrancese del XIV secolo. Nonmancano le opere enciclopedi-che e i classici (tipo l’Artusi);la collana della Giunti sui gran-di chef e i testi di cucina mole-colare (in evidenza la V edizio-ne di Pentole e provette di Her-vè This); fino a volumi origi-nali come “Coltelli e cucina” e“Storia della pentola”! Poiché l’editoria ha dato cordaa questa tendenza del momento,scodellando una marea di librida riempirci uno show-room dimoda, Anna deve limitarsi a

una scelta oculata,abbinando alla dis-ponibilità di volumiin libreria un servi-zio rapido di ricer-ca e prenotazione.Altri progetti perfar conoscere lasua libreria? Annapensa a incontri congli autori, a confe-renze di cultura ga-stronomica, a parte-cipazioni nell’am-bito di manifesta-zioni e iniziativeesterne in tema e acollaborazioni conristoranti e scuole dicucina (sono già incorso contatti con lavicina scuola di viaMancini – “Il Giar-dino dei Sapori” –che organizza corsie stage per tutti).Tanta carne al fuo-co, insomma, perun’attività impe-

gnativa e interessante.Quindi, se siete anche voiamanti di pentole e fornelli, orache siete tornati dalle ferie po-tete fare un salto da Malafari-na (via B. Cellini 21) per cer-care i vostri libri di cucina. Lalibreria è aperta dal martedì alsabato, dalle ore 10.00 alle13.00 e dalle ore 15.30 alle19.00 (tel. 02.36584864; sito inallestimento: www.libreriaga-stronomica.it). E per il bene delvostro fegato, leggete tanto mamangiate con moderazione!

Francesco Pustorino

LIBRI DI CUCINA…per tutti i gusti La zona 4 benedice il luminoso futuro

dell’hockey su ghiaccio milanese

9settembre 2011

CONSEGNE A DOMICILIO

Gli appassionati di sportnon ricorderanno l’e-state che sta per con-

cludersi solo per le tempera-ture africane, quanto piuttostoper un evento storico che hariscaldato anche i tifosi dellosport più bello tra quelli chesi praticano sul ghiaccio. In-fatti, proprio nella nostra zo-na, a pochi metri dalla storicasede del Palazzo del Ghiacciodi via Piranesi, che tante stel-le ha visto brillare, nello scor-so giugno è stato ufficializza-to l’accordo che prevede lapartecipazione del HockeyMilano Rossoblu alla Konti-nental Hockey League. Per chifosse a digiuno di hockey sughiaccio, è opportuno spiega-re quanto tutto ciò sia impor-tante: la KHL (acronimo diKontinental Hockey League –ndr) è il campionato che ri-unisce le migliori squadre pro-fessionistiche di Russia, Bie-lorussia, Lettonia e Kazaki-stan; ed è considerato il se-condo campionato hockeisti-co al mondo dietro solo all’a-mericano NHL (acronimo diNational Hockey League -ndr). La partecipa-zione della franchi-gia meneghina di-venterà realtà a par-tire dalla stagione2012/2013 con lacreazione di unasquadra ad hoc, ingrado di non sfigu-rare di fronte alle agguerritis-sime, e fortissime, compaginidel super torneo russo; ma giàdalla prossima stagione i tifo-si italiani potranno sognare,grazie all’accordo commer-ciale stipulato che contemplaanche l’apposizione del logoKHL sulle divise di gioco del-la squadra milanese, oltre adaltri eventi promozionali dadefinire nel dettaglio. Insom-ma, l’Hockey di Milano si ap-presta a misurarsi col “gotha”del ghiaccio, entrando dallaporta principale. E per cele-brare questo passaggio epo-cale, il CONI provinciale diMilano con in testa il suo im-marcescibile presidente, Fi-lippo Grassia, ha accolto neilocali della sua sede il Primo

Console russo, il dottor Ale-xander Grachev, il presidentedella KHL, Alexander Med-vedev; e molti vip dell’hoc-key nostrano, tra cui citiamosolo (per brevità – ndr) il pre-sidente della Federazione Ita-liana Sport del Ghiaccio,Giancarlo Bolognini, e il no-to giornalista specializzato insport americani, Guido Ba-gatta. Naturalmente era pre-sente anche il presidente del-l’Hockey Milano Rossoblu,Ico Migliore, che così ha illu-strato i vantaggi economici esportivi dell’accordo: "I soldidella KHL ci serviranno percostruire una squadra di granlivello con cui puntare subito

alla promozione inA1 (attualmente la

squadra gioca in Serie A2 –ndr). Dalla stagione successi-va le squadre si sdoppieranno:una continuerà a partecipareal campionato italiano, chenon abbiamo la minima in-tenzione di abbandonare, l'al-tra si iscriverà alla KHL". E asua volta anche la KHL pen-sa in grande, se è vero che ilprogetto in prospettiva do-vrebbe includere la partecipa-zione anche di compagini au-striache, tedesche, ceche, slo-vacche, e persino svedesi; finoa far diventare il campionatouna sorta di Champions Lea-gue dell’hockey europeo diélite, con tutto quello che ciòcomporta in termini di visibi-lità mediatica e di conseguen-ti entrate commerciali. Ovvio

che Milano non potesse per-dere un’occasione del genere,soprattutto per rilanciare unosport, e un movimento, chetroppi pochi giovani conosco-no e apprezzano, ma che sifonda su solide basi di lealtàsportiva e di agonismo acce-so nel rispetto dei princìpi delfair play. L’hockey su ghiac-cio, infatti, è uno sport nobi-le, con radici antiche e ben ra-dicate nella cultura del centroEuropa. Pare che già nel XVIsecolo pittori olandesi e fiam-minghi ne celebrassero le ge-sta sportive e le epiche conte-se agonistiche. Indubbiamen-te in Italia i costi dell’equi-paggiamento necessario all’i-

niziazione agonistica sono su-periori ai costi medi di altrisport, ma chi ha provato l’e-sperienza del mondo hockeysa quanto sia coinvolgente equanto, come succede anchenel rugby, le regole che s’im-parano giocando sul ghiacciocontribuiscano a crescere for-ti, fisicamente e mentalmen-te. E anche i tifosi, pur ali-mentando pittoresche e fol-cloristiche rivalità, prediligo-no godersi le rudi prodezzedegli atleti sul ghiaccio e vi-vere il dopo gara a fraterniz-zare insieme.

Alberto Tufano

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In occasione della nuova stagio-ne del Teatro Carcano (che vi pre-senteremo nel prossimo numero)

mi è stato chiesto di tracciarne ancheun profilo storico-artistico; in questiarticoli cercherò di valorizzare gliaspetti peculiari. Per meglio inquadrare la na-scita del Teatro Carcano è op-portuno ripercorrere alcune vi-cende che ne precedettero lacostruzione. La zona denomi-nata Crocetta era sempre stataa Milano luogo di nobiltà eprestigio; basti ricordare chegià nel II secolo a.C., quandovenne tracciata la via Emilia,di cui il corso di Porta Romnaera parte integrante, all'altez-za della Crocetta si trovava unquadriportico (come rilevatodai ritrovamenti avvenuti inoccasione degli scavi per lametropolitana 3), il che signi-ficava un punto di enorme im-portanza (un quadriportico èuno spazio aperto, circondatosui quattro lati da portici, e nel-l'architettura romana era lospazio porticato dietro la scenadel teatro romano). Tuttavia, al termine del XVIIIsecolo il fulcro si spostò nel-l'area di Porta Orientale; neconseguì la necessità di megliosistemare il corso di Porta Ro-mana affinché non perdessel'antico prestigio. Venne allora incaricato della riquali-ficazione l'architetto Piermarini, ilquale, anche basandosi sul propriogusto, rivisitò le facciate dei palazzi,fece selciare le strade e vi inserì deitrottatoi di granito per favorire losfrecciare (relativo, s'intende) dei coc-chi lungo la strada. Nel 1801 quindi, in questo clima digrande rinnovamento urbano deter-minato dalla conquista napoleonica,la Società teatrale della Casa Carca-no decise l'edificazione di un nuovo,grande teatro; lo spazio venne trova-to nell'area dell'ex convento di San

Lazzaro, che venne acquistata da Giu-seppe Carcano. Non era inusuale, all'epoca, acquisi-re i beni sottratti agli enti religiosi; inquesto caso il Convento di San Laz-zaro risaliva al 1509, e alle sue mo-

nache fu aggregata nel 1576 la co-munità del soppresso convento di SanDomenico in Via Levata, così che es-so prese la doppia denominazione. Ilconvento a sua volta era stato rica-vato nel vecchio Ospedale di SanLazzaro, un tempo lebbrosario ed ab-bandonato da decenni, che era statodonato dal duca Ludovico Sforza afra Stefano da Seregno nel 1499 perfarne un monastero. Vale la pena di notare che, sul retrodel teatro, al civico 61 di Corso diPorta Romana, sopravvive il chiostrodell'antico Ospedale e Convento di

San Lazzaro, attualmente al centro diuna ristrutturazione edilizia; nella fo-tografia è visibile la situazione neglianni '80 del ventesimo secolo. Tornando al Teatro e alla sua costru-zione, la progettazione venne affida-

ta ad un architetto sviz-zero, un giovane d'inge-gno, di nome Luigi Ca-nonica, successore delPiermarini come architet-to di Stato. Egli prese amodello il Teatro allaScala e il Teatro dellaCannobiana (che si tro-vava in luogo del TeatroLirico e di cui è visibileun mosaico in via Larga). Il Teatro Carcano aveva quattro or-dini di palchi, una volta decorata astucchi e dorature con un medaglione

centrale, ed ornamenti in stile neo-classico posti in ogni dove. Si tratta-va quindi di un teatro celebrativo, epoteva ospitare fino a 1500 persone. Il 3 settembre 1803 la nobiltà e la ric-ca borghesia riempirono il teatro per

la serata inaugurale: il pro-gramma comprendeva"Zaira" tratta dal drammadi Voltaire, musicata daVincenzo Federici (venti-sei anni dopo lo stesso sog-getto sarebbe stato messoin musica anche da Belli-ni) e il ballo "Alfredo ilgrande" musicato da Pao-lo Franchi. L'attività proseguì con l'in-tervento anche di artisti fa-mosi, come nella memora-bile serata del 15 ottobre1813, nel corso della qua-le Niccolò Paganini venneproclamato "primo violi-nista del mondo", dopo es-sersi esibito nelle "Stre-ghe". Sul palcoscenico del Car-cano passarono, negli an-ni, le più grandi dive della

lirica, dalla Pasta alla Malibran. Giu-ditta Pasta si esibì nella prima "An-na Bolena" di Donizetti e poi, la seradel 6 marzo 1831, ne "La Sonnam-

bula" di Bellini; Maria Malibran in-vece legò il suo nome, nel 1833, a ce-lebri edizioni di "Norma" e de "LaSonnambula". Nel 1848 Il Carcano vide anche lebarricate delle Cinque Giornate, eret-te proprio davanti al suo ingresso; fie-ro del suo blasone patriottico, fu ilprimo teatro a riprendere le rappre-sentazioni, la sera del 30 marzo, conla Compagnia Nazionale Lombardadiretta da Giuseppe Moncalvo in unambiente pieno di legittimo entusia-smo; lo spettacolo si concludeva conun "grazioso dialogo tra Metterniche Radetzky con Meneghino locan-diere". Come logico, ritornati gli au-striaci, il Carcano dovette fare spessoi conti con la censura. Alla lirica, nuovamente in gran vogadopo il 1850, si alternarono la prosa,gli spettacoli da circo e i concerti ban-distici: proprio al Carcano, il 31 di-cembre 1858, il maestro GustavoRossari diresse "La bella Gigogin" lanotissima marcia scritta in quello stes-so anno da Paolo Giorza, che tuttorarallegra via radio gli ascoltatori lom-bardi. Del resto, nella petizione al cittadino"Ministro dell'Interno", nel 1801,Giuseppe Carcano aveva indicato co-me motivazione del nuovo teatro, lanecessità dell'apertura della grandesala "alla numerosa popolazione cheva aumentando in questo vasto co-mune... considerato pure il bisognoche può avere questo pubblico di es-sere nel medesimo tempo ed istruitoe divertito". Per quanto riguarda il teatro infine,diedero lustro al Carcano personag-gi come Gustavo Modena, ErnestoRossi, Adelaide Ristori, Edoardo Fer-ravilla, Eleonora Duse, Italia Vitalia-ni: inoltre Ermete Novelli lo scelseper il suo addio alle scene "ma nonalla gloria", come ricorda la lapideche indica anche la data di quel con-gedo: 20 febbraio 1915. Nel prossimo articolo proseguiremoad esaminare la storia del teatro ne-gli anni e secoli successivi.

Il Teatro Carcano (parte I)A cura della Fondazione Milano Policroma - Testo di Riccardo Tammaro - Fotografie Archivio FMP e cortesia Teatro Carcano

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Capperus, in questo numero c’è una foto diNick! Per chi ancora non lo sapesse Nick èil gatto del commissario Gualtieri di GIAL-LOQUATTRO. A proposito: Gualtieri chefine ha fatto? Non è che a furia di pren-dersela con i politici lo han chiusoa San Vittore con la mezza ideadi perdere casualmente la chia-ve, e a noi resta il gatto sul gob-bo? Ah sì, il Risorgimento.Dunque, l’Augusto Anfossi(1812-1848) era di Nizza come Ga-ribaldi, ed era talmente patriottico che nel1831, a soli 19 anni, ma all’epoca i bam-boccioni mica usavano, anzi c’era pieno digente precoce di brutto, stava già randa-giando in esilio. Prima si è arruolato nella

Legione Straniera francese, perché si sa chei francesi il lavoro sporco lo fanno fare aglialtri, poi è finito in Egitto alle dipendenze diIbrahim Pascià. Quando è scoppiato il ’48è corso a Milano, dove è diventato subito

uno dei capi degli insorti del-le Cinque Giornate. Il 21marzo, mentre guidaval’assedio al Palazzo delGenio e cercava di tirar giù

con un cannoncino il por-tone che invece ce la metteva

tutta per restare su, ha preso una fucilata infronte ed è morto sul colpo, e il portone,che ormai s’era illuso che sarebbe rimastosu, è stato incendiato da Pasquale Sotto-corno, come ho già detto tempo addietro.

Capperus che gente che erano ‘sti patrioti,ne avessimo adesso di quelli così, che ma-gari loro a sapere cosa saremmo diventatimica la facevano l’Italia, e si mettevano,che so, a collezionare francobolli o ad al-levare topi ballerini. Allora, dicevamo, sisa niente del commissario Gualtieri? Co-me sarebbe che devo fare il Risorgimento?L’ho già fatto, quanti Risorgimenti mi toc-ca mettere nello stesso numero? O per ren-dere meglio l’idea faccio una barricata quain redazione, che neanche c’è spazio, esbandiero il tricolore cantando “La bellaGigogin”? Uffa, se la prendono sempre conme perché sono piccola e precaria. Allaprossima.

Samantha

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Il teatro nel 1810

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11settembre 2011

Tazzinetta Benefica nasce nel1893 nell’osteria I Trì Scagna Porta Ticinese, quando ungruppo di avventori decise didestinare parte delle vincite acarte ai poveri, mettendo i sol-di in una tazza usata ai tempiper bere il vino. Da lì il nomeTazzinetta, che da allora si svi-luppò con nuovi soci e dispo-nibilità, rivolgendosi alle per-sone indigenti di Milano e, du-rante e dopo le guerre, pren-dendosi cura di sfollati e ve-dove di guerra. Oggi la Tazzinetta Benefica,con sede in via Marcona an-golo Mameli, assiste circa 900persone bisognose che ricevo-no ogni mese un pacco di ge-neri di prima necessità e aiutidi altro tipo.Fatta questa introduzione, cifacciamo raccontare da Mat-teo Gildone, presidente del-l’associazione, maggiori det-tagli sul lavoro svolto.“Come detto, sono quasi 900i nostri assistiti che provengo-no da enti assistenziali e dai

servizi sociali, che qui trova-no ogni mese un pacco conte-nente diversi prodotti. Dallapasta al riso, dallo scatolameallo zucchero, a volte formag-gio o burro quando le nostrefinanze ce lo permettono”.Esiste poi anche la possibilitàda parte degli iscritti - ognipersona è registrata e al ritirofirma una ricevuta - di usu-fruire di medicine da bancogratuite esibendo una ricetta.Le medicine provengono dalBanco Farmaceutico, così co-me i generi alimentari pro-vengono dal Banco alimenta-re o da altre istituzioni. Sotto la sede, un’ampia canti-na serve da magazzino e luo-go di confezionamento. Anchegli indumenti rientrano nelladistribuzione, così come lescarpe, le coperte, le lenzuolae indumenti per bambini.

L’associazione si basa sui con-tributi dei soci, purtroppo sce-si da 2500 a 200, sulle dona-zioni di enti o privati; insom-ma di quanti si sentono in do-vere di aiutare chi è meno for-tunato. Anzi, da quanto ci raccontaMatteo, spesso è molto mamolto meno fortunato. Anzia-ni che faticano ad arrivare al-la fine del mese, famiglie do-ve il reddito è sparito come ilposto di lavoro, genitori sepa-rati costretti a rivolgersi allaTazzinetta a causa dei costi delmantenimento dei figli. E poi,extracomunitari, detenuti scar-cerati e scaricati dalle famiglieo ragazze madri. A chi è in difficoltà è dato an-che aiuto psicologico o ci siattiva per cercare un posto dilavoro. In alcuni casi la Tazzi-netta si fa carico delle spese diaffitto o del costo delle bollet-te.“All’anziano povero siamoabituati, ma oggi fa pena il pa-dre di famiglia che perde il la-

voro e con le lacrime agli oc-chi ritira il pacco che sa nonsarà sufficiente per tirare avan-ti. O gli anziani, messi in dis-parte dai figli, che ti chiedonouna tavoletta di cioccolato inpiù “Così i miei nipoti mi ven-gono a trovare”. Somatizzi e ti mortifichi – pro-segue Matteo – e spesso nonho il coraggio di guardarli ne-gli occhi perché so ci vedreiuna situazione drammatica”.“A volte penso alla loro di-gnità che viene calpestata –commenta amaramente Mat-teo -. Riusciamo a fare unabuona iniziativa ma se ci ta-gliano le gambe…”.Questa frase è emblematicadella situazione finanziariadella Tazzinetta, che a volte fa-tica a far quadrare i bilanci an-che a causa di mancanza diaiuto da parte del Comune.

Negli ultimi due anni il Prese-pe di piazza Duomo, da sem-pre promosso dalla Tazzinet-ta, non è stato più fatto se nonin misura minore e senza con-tributi, mentre, aggiunge Mat-teo, associazioni, meritevoliindiscutibilmente, hanno avu-to maggiore attenzione da par-te degli assessorati preposti. Allora la Tazzinetta si dà dafare organizzando al Castelloil Palio città di Milano, rievo-cazione storica delle 6 porte edegli Sforza, o il concorso let-terario regionale dedicato aglistudenti delle scuole superio-ri, per “fare cassa”, ma nonsempre questo basta per co-prire le spese.Il problema è quindi recupe-rare fondi e Matteo Gildonechiederà un incontro con ilnuovo sindaco e l’assessorecompetente perché si possa ri-prendere l’iniziativa del pre-sepio in piazza Duomo. In conclusione, che cosa siaspetta la Tazzinetta Beneficadalle istituzioni e dalle perso-

ne?“Dalla gente più solidarietà,che ci aiuti con un contributoanche minimo. Dalle istitu-zioni, disponibilità, attenzio-ne, collaborazione nel fare lenostre manifestazioni: un aiu-to per superare le difficoltà.Che sono tante”.Come tanta è la buona volon-tà che dal presidente all’ulti-mo volontario viene messa nelportare avanti una azione me-ritevole e che andrebbe aiuta-ta in modo più concreto. An-che fosse solo andare a dareuna mano.

Sergio Biagini

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Da novembre 2009, presso l’ambulatorio mi-lanese di Viale Molise 5 - tel. 02 5462937 - laLega Italiana per la Lotta contro i Tumori(LILT) ha dato il via al progetto “ DONNA DO-VUNQUE “, rivolto alle donne straniere, inparticolare a coloro che sono al momentosprovviste di permesso di soggiorno.L’iniziativa è nata per aiutare ed educare allaprevenzione ed alla diagnosi precoce dei tu-mori, tenuto conto che per la maggior parte del-le immigrate tutto ciò non rientra nelle abitu-dini personali e non è attuato nelle loro strut-ture. Medici stranieri, che si sono occupati di onco-logia anche nei paesi d’origine, parlano nei di-versi idiomi delle pazienti: sono presenti lo spa-gnolo, per tutte le persone di area ispano-ame-ricana, il russo, le lingue moldava, ucraina, ru-mena, per la zona dell’est Europa, il cinese, l’a-rabo.La lingua veicolare resta comunque l’inglese.Lo spazio prevenzione della LILT si avvale di

apparecchiature tecnologiche all’avanguardiae della presenza di volontari che servono dasupporto alle pazienti ed agli operatori sanita-ri. Le più assidue dello sportello-prevenzione so-no le ispano-americane e le straniere dell’Est.Le visite senologiche, ginecologiche, Pap-test,corredate da suggerimenti ed indicazioni sullenorme d’igiene sanitaria, sulle modalità e pe-riodicità dei controlli, sono effettuate di gio-vedì e sono gratuite.I tempi d’attesa sono relativamente brevi.E’ auspicabile che il servizio offerto dalla Le-ga Tumori con “ DONNA DOVUNQUE “ sisviluppi ulteriormente, per sensibilizzare an-che le donne di altre etnie ad avere maggiorecura della loro salute, ad usufruire di tutte quel-le facilities che ci rendono più informate, at-tente, nella lotta contro il cancro perchè, è be-ne ricordarlo, “ prevenire è vivere”.

Giuseppina Gullì

“DONNA DOVUNQUE“contro il cancro

Le galle non sono le mogli dei galli. Que-sto possiamo darlo per assodato. Piutto-sto sono “architetture” stimolate ad arte

da alcune specie di insetti e create dalle pianteper difendersi dai nemici esterni. Trovarle nonè tanto difficile, anzi. Il problema è riconoscerleperché molto spesso possono essere scambiateper frutti. Hanno mille forme: rotonde, ovoi-dali, acuminate: possono essere munite di acu-lei, pelose o lisce; o ancora possono essere divari colori, dal rosso acceso al giallo o al ver-de. Ma a cosa sono dovute queste strane escre-scenze? Come accennato, nella bella stagione,quando le foglie verdeggiano e migliaia di spe-cie di insetti si librano nell’aria, le piante sub-iscono molteplici attacchi. Solo che mentre cisono insetti che mangiano i tessuti fogliari, al-tri hanno elaborato tattiche più sofisticate pertrovare il proprio nutrimento. Molti imenotte-ri (per intenderci parenti di vespe e api), ditte-

ri (moschini) o coleotteri, infatti, depongonole uova sulle venature delle foglie, sulle gem-me o a contatto con altri tessuti e quando le lar-ve si schiudono queste ultime stimolano in que-sti tessuti delicati la creazione di vere e proprie“strutture” che hanno lo scopo, dal punto di vi-sta della pianta per lo meno, di segregare l’in-truso. Al contrario, per le larve degli insetti di-ventano delle case, già ricolme di ogni ben diDio dove compiranno il loro ciclo vitale sinoal periodo della loro fuoriuscita.Tra le piante alcune sono più predisposte di al-tre a creare galle. Per esempio è facile ritro-varle in faggi, querce, rose, rovi, rododendri,ecc… Se vi intestardite e volete aprirle sappiateche se sono sul color marroncino non vi trove-rete dentro alcun ospite: troppo tardi. Diversose puntate su quelle verdi. Potrebbe capitarviallora di vedere un bel bagarozzo. Una larvad'insetto biancastra.Provare per credere. Ed ora tutti alla ricercadella galla più strana. Ma attenti ai galli….

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

Galla di quercia Foto di Patrizia Ferrari

Galla di rosa canina Foto di Patrizia Ferrari

Le galle sono le mogli dei galli?

Page 12: Preferisci la preferenziale? L’estate è finita...MOZIONE URGENTE Il Consiglio di zona 4 porta all’attenzione de-gli assessorati competenti, Sport e Cultura, le seguenti osservazioni,

CASCINE APERTE

Anche quest'anno in città si svolgerà la gior-nata delle Cascine Aperte, organizzata da Co-mitato Cascine Milano 2015, Distretto Agrico-lo Milanese ed altre realtà cittadine, che vedràmolte cascine aperte al pubblico con varie at-tività.Nella zona 4 si svolgeranno numerose iniziati-ve: visite guidate agli orti di Cascina Colombè(pomeriggio), rievocazione storica dell' anticagrangia del nocetum a Cascina Corte San Gia-como (intera giornata), “giochi di una volta”alla Cascina Cuccagna o Torchio (pomeriggio),mostre e visite guidate presso il borgo di Ca-vriano (pomeriggio). Ulteriori dettagli ed ag-giornamenti sul sito:www.cascinemilano2015.orgIn particolare nella Cascina Cavriano verràesposta la mostra “Cascine chiuse”, a cura del-la Fondazione Milano Policroma, con fotogra-fie di Michele Addavide, Riccardo Tammaro edell’Archivio della Fondazione, e dedicata allecascine perdute o a rischio negli ultimi 30 anni;la mostra resterà aperta fino al 2 ottobre.

PERIFERIE?

Martedì 27 settembre ore 21

Centro convegni ROSETUMVia Pisanello 1 5ª Convenzione delle PERIFERIE di MilanoPresenta: Walter Cherubini

(Portavoce Consulta Periferie Milano)interviene: Daniela Benelli

(Assessore Area metropolitana, Decentramen-to e municipalità - Comune di Milano)Coordina: Salvatore Crapanzano (Giunta Consulta Pe-riferie Milano)

Dettagli sul sito www.periferiemilano.it

NUBE E LUCE

Mercoledì 21 settembre ore 18.00

Palazzo Sormani-Sala del Grechetto via Francesco Sforza 7

Presentazione del libroNUBE E LUCE di Gabriele Prigioni. Piccola Casa Editrice Ac-quaviva 2011 Introduce Riccardo Tammaro

interviene con l’autore Antonella Prigioni,giornalista contributo musicale del M° Agostino Barbie-

ri con sue composizioni originali ispirate al ro-manzo

CENTRO ALTROTEMPO

Sabato 24 settembre dalle 11 alle 12.30

presso la Cascina Cuccagna di via Muratori incontro gratuito rivolto a papà e mamme dibambini da 0 a 12 anniPAPÀ AL CENTRO: poesie e letture ad alta vocesu bambini e papà. “Ieri figli, oggi padri”

Prenotazione telefonica obbligatoria allo 0255191587 - cell 340 7038275

COMITATO SOCI COOP ROGOREDO_PIAZZALODI

Sabato 17 settembre

GITA A VILLA BALBIANELLO SUL LAGO DI COMO

h. 8.00 partenza da IPERCOOP P.ZA LODI h. 8.10 partenza da Rogoredo ang. via Feltri-nelli

PROGRAMMA:

Arrivo a Lenno e imbarco per Villa Balbia-

nello; visita libera dei giardini e visita guidatadi Villa Balbianello; pranzo al Ristorante Li-

do di Lenno; nel pomeriggio visita guidata aVilla Carlotta di Tremezzo. Rientro in serata

Quota di partecipazione soci € 50,00 - non so-ci € 55,00La quota comprende: a/r bus, assicurazione,pranzo, ingressi e visite guidatePrenotazioni presso: Ufficio soci Ipercooptel.02 54045253 - Ufficio Coop Via Freikofel7, Rogoredo

28 settembre ore 21

Presso lo Spazio Tertulliano, via Tertulliano 68la Compagnia Teatrale Alma Rosè presentalo spettacolo “COME MI BATTE FORTE IL CUORE – STORIA DIMIO PADRE”dal libro di Benedetta Tobagi - ingresso libero

8 e 9 ottobre

GITA “BENESSERE” di due giorni a Riolo TermeCosto soci € 148,00 non soci 158,00.

CENTRO CULTURALE INSIEME

Domenica 25 settembre ore 11-12.30

sul sagrato della Chiesa di S. Michele Arcan-gelo e S. RitaAperitivo e presentazione del programma2011-2012

Giovedì 29 settembre ore 21 in Santuario

Festa di S. Michele ArcangeloEccezionale serata con la presenza del pianistadon Carlo José Seno

CORSI DI RECITAZIONE E DANZA

PANVIL PRODUCTIONS, che opera pressoil Teatro Arca di Corso XXII Marzo 23/15, pro-pone a partire da ottobre corsi di recitazione edanza.RECITAZIONE: da ottobre a maggio con saggiofinale in teatro. Frequenza: Pre-adolescenti Martedì h. 17.00-18.30;Adolescenti Martedì h. 18.45-20.45; Adulti Martedì h. 21.00-23.00DANZA: “Hip-Hop”, “Musical Broadway Jazz”e “Latino Americano” con breve performancefinale in teatro. Frequenza: Hip-Hop Mercoledì h. 17.30-18.30; Musical Broadway Jazz Mercoledì h. 19.00-20.15Latino Americano Mercoledì h. 20.30-21.30

Per info ed iscrizioni: cell. 338 8318470 - [email protected] - www.panvilpro-ductions.com

TEATROLA SCALA DELLA VITA.

LA CULTURA FA (DEL) BENE

Chi passa in via Piolti de’ Bianchi può già av-vertire lo scricchiolio del palco in legno, il ci-golio di porte che si aprono e le voci sommes-se di testi teatrali mai proferiti, neppure dallebocche degli stessi attori. Tutto ricomincia men-tre le vacanze non rimangono che un lontanoricordo in formato cartolina. Il Teatro La Scala della Vita in realtà non si èmai fermato ed ora è pronto ad aprire le porte aduna nuova strabiliante stagione fatta di teatroma non solo.Il primo imperdibile appuntamento è con la mu-sica d’arpa che torna trionfante sul palco delteatro con i suoi concerti dalle atmosfere affa-scinanti. Da non perdere allora sabato 17 settembre, al-le 21.00, il concerto di musica scozzese ed ir-

landese di Grainne Hambly e Wlliam Jackson.Il teatro invece ricomincia con un appuntamentoimperdibile sabato 1 ottobre con un’artista mol-to particolare: la pittrice e attrice Silvia Mer-coli interpreta Artemisia Gentileschi (pittriceitaliana del XVII secolo le cui opere sono espo-ste a Palazzo Reale dal 22 settembre al 22 gen-naio), che al termine della sua vita, malata edimenticata, narra con passione, orgoglio e sof-

ferenza la sua vicenda artistica e personale. Asettembre, poi, ricominciano tutti i corsi e ilteatro ha in serbo per tutti coloro che sono stan-chi dei soliti corsi di chitarra o di ballo liscio,delle piccole gemme, alcune alla seconda edi-zione mentre altre ancora da scoprire. Dopo l’enorme successo del corso dell’annoscorso diretto da Alessandra Faiella, riparte que-st’anno la scuola di teatro comico e cabaret

Comedians che quest’anno aggiunge una nuo-va annualità per i più esperti. Nell’ambito del-le scuole teatrali milanesi, Comedians si pro-pone come l’unico corso biennale gestito da in-segnanti professionisti dell’arte comica conl’intervento didattico supplementare di artistiprofessionisti dello spettacolo. Chi non ha mai sentito parlare invece dei setteChakra? A settembre si dà il via al Teatro dei

sette Chakra: seminario fisico-sensoriale sul-l'attivazione dei flussi energetici attraverso ilgioco dei 5 sensi che si propone di esploraretutte le correlazioni fisiche e sensoriali di ognu-no dei sette Chakra basando il lavoro sui cin-que sensi, attraverso giochi, esperienze, visua-lizzazioni, esercizi ed improvvisazioni.Ovviamente l’attività del teatro a favore del-l’associazione Il sipario dei Bambini (per la lo-ro assistenza in ospedale) non si è mai fermata

e continua anche quest’anno, e non solo graziealla stagione adulti e ai laboratori, ma anchegrazie agli spettacoli del sabato e della dome-nica pomeriggio rivolti proprio a loro: i bam-bini. Il Teatro La Scala della Vita è una picco-la perla nascosta solo a chi non ha il coraggio dicredere quanto possa essere prezioso e abba-gliante il frutto di un’ostrica. E in questo ritor-no, nella città “grigia”, lasciamoci incantaredalla luce abbagliante di questo sogno.

Irene De Luca

Teatro La Scala della Vita

Via Piolti de’Bianchi 47 (sotto l’ospedale Macedonio Melloni)Per ulteriori informazioni: www.teatrolascaladellavita.it oppure Tel. 02 6363.3353/333.8832030;mail: [email protected]

Associazione Tempo Libero COMITATO SOCI DI ZONAMILANO ROGOREDO - P.ZZA LODI

12 settembre 2011

Dal 19 al 23 settembre settimana di prove gratuite dei corsi.Per informazioni e prenotazioni telefonare a: 02-39440752

o inviare una mail a: [email protected]"

Il prossimo numero di

esce il 5 ottobre 2011