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AGENZIA DI MAZARA Via Marsala, 185/B Tel/Fax 0923-931932 [email protected] Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge 662/96 DCB Sicilia 2003 - Reg. Tribunale Marsala n. 140/7 – 2003 - Distribuzione gratuita Quindicinale di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo Anno VIII - n° 11 - 18 Giugno 2010 L o scorso 15 giugno, in occasione della solennità di San Vito martire, patrono della città e della diocesi di Mazara del Vallo, il nostro Vescovo, mons. Domenico Mogavero, ha presentato le linee guida per il prossimo Piano pastorale. “A conclusione del sessennio pastorale dedi- cato alla celebrazione eucaristica – ha detto il Vescovo - non si può semplicemente girare pagina e riprendere a fare le cose di sempre come se non fosse accaduto nulla! Si tratta invece di verificare se è diventata patrimonio comune la celebrazione eucaristica, fonte e culmine della vita cristiana . Mons. Mogavero ha sottolineato quanto sia indispensabile che “in un contesto di fede adulta si assuma come Chiesa locale un me- todo pastorale condiviso”. “Ciò richiede e rende imprescindibile la pro- gettazione e la programmazione dell’azione pastorale a livello locale (parrocchia), zonale (foranie) e diocesano e la verifica periodica e finale di quanto programmato, per valutare i risultati man mano conseguiti e ripartire con obiettivi e programmi sempre più adeguati”. L’icona biblica che ci accompagnerà nel per- corso di quest’anno è l’incontro di Gesù con la donna di Samaria; questa, infatti, esprime bene l’esigenza, che attiene anche alla nostra Chiesa locale, di ritrovare la propria identi- tà, il proprio volto davanti al Risorto, perché davanti a Gesù, il Crocifisso Risorto, non si può eludere l’incontro con la verità. Infatti, se al posto del Gesù storico collochiamo la Chiesa, suo corpo e prolungamento, non si può fare a meno di notare che essa pure è chiamata a mostrare sempre non un volto preoccupato di sé, distratto, stanco, ma ca- pace di indicare a chiunque in ogni circo- stanza la strada della vita. Una strada che è esperienza e servizio di verità per la Chiesa e per il mondo. Il Vescovo vuole far comprendere che il sessennio appena concluso ci consegna un compito e una missione: assumere gli ambiti di Verona (vita affettiva, lavoro e festa, fragi- lità, tradizione, cittadinanza) nel patrimonio di identità e tradizione della nostra Chiesa. Essa, infatti, è chiamata a collocarsi davanti al Risorto per guardare da questa ricca pro- spettiva al Mediterraneo, “mare di Dio”. “Occorre chiedersi – ha continuato il Vesco- vo - quale “forma” deve assumere la testimo- nianza nella pastorale della nostra Chiesa. E la risposta, che mi pare suggerisca il presente momento storico, è che la forma della testi- monianza sia la diaconia della integrazione sotto diversi profili: integrazione tra fede e vita a partire dall’Eucaristia e integrazione tra giustizia e carità, tra sicurezza e ospitali- tà, tra diritto e perdono, tra legalità e rispetto per immettere nella vita del mondo la linfa buona della gratuità, della ricerca del bene comune, della solidarietà e sussidiarietà”. P rendere dei testi antichi senza “metterli in scena”, ma “mettendoli in vita”, facendoli ricreare dal gioco e dall’immaginario dei ragazzini. Hanno cominciato così, vent’anni fa a Ravenna, i collaboratori del Teatro delle Albe coordinati da Marco Martinelli prima e da Alessandro Renda in seguito. Una pratica di lavoro con gli adolescenti che hanno chiamato “non-scuola”, perché non intendono “formare” dei giovani attori, ma far scoprire la forza anarchica e liberatoria del palcoscenico In questo modo il teatro ritrova il piacere di farsi attraversare dalla società, di farsi specchio della realtà, così come gli antichi, dai Greci a Shakespeare a Molière ci hanno insegnato. Hanno portato questa pratica nel mondo: a Chicago, nei villaggi del Senegal, in Belgio e in Francia, in altre città italiane fino alla periferia napoletana di Scampia. Ogni volta hanno quanto il teatro possa ritrovare senso in questo incontro, quanto gli adolescenti “nobilitino” il palcoscenico, così come il palcoscenico possa farsi umile medium della loro carica vitale. Sono quindi arrivati, un anno fa, a Mazara del Vallo, su sollecitazione di Ravenna Festival e dopo sei mesi di prove, sabato 29 e domenica 30 maggio, nella splendida cornice del Collegio dei Gesuiti, una sessantina di adolescenti tunisini e siciliani, legati al progetto “Voci dal Mediterraneo” della Fondazione San Vito Onlus hanno messo in scena la riscrittura teatrale “Cercatori di tracce” di Sofocle. La storia è quella di Hermes, un dio bambino e già ladruncolo, che ruba una mandria di vacche al dio Apollo. Questi manda i suoi, satiri e ninfe, sulle tracce delle vacche rubate e scopre che l’intento del piccolo Hermes era di costruire strumenti musicali con le loro pelli e inventare la musica come “medicina del dolore” e per fare festa insieme. I nostri 63 adolescenti si sono esibiti nella Villa Pantelleria a Palermo e nel teatro di Mirabilandia a Ravenna. Editoriale LA DOMANDA DETERMINANTE PER PRETI E LAICI Farsi mangiare o ammuffire? Mostriamo insieme il volto della spera nza Presentate dal Vescovo le linee guida per il Piano pastorale 2010-2011 “Cercatori di tracce” con gli adolescenti di Mazara “La legge finanziaria approvata in Consi- glio dei ministri è fortemente iniqua, e avrà conseguenze gravissime per i soggetti più deboli”. Lo affermano oggi le 25 organiz- zazioni del volontariato e del terzo settore (tra le quali Cnca, Emmaus Italia, Federa- zione italiana per il superamento dell’han- dicap, Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, Federazione Scs/ Cnos, Jesuit Social Network Italia, Cipsi) che aderiscono alla campagna “I diritti al- zano la voce”. “Invece di fornire risposte adeguate a chi ha perso il lavoro, a chi vive sotto la soglia di povertà, alle persone non autosufficienti o con disabilità - affermano -, il Governo ha deciso una drastica riduzione delle risorse indirizzate alle Regioni e agli Enti locali, che si tradurrà in tagli ai servizi sociali, alla cultura e al diritto allo studio, alla mobilità e alla salute”. Ad avviso delle 25 organizza- zioni la manovra toglie “soprattutto a chi meno guadagna”, lasciando “quasi inalterati i costi della politica”, senza “alcuno sforzo serio contro l’evasione fiscale” e senza toc- care “chi vive di rendita”. La campagna si augura che il Parlamento renda “più equa una manovra che rischia di aumentare di- seguaglianze economiche già superiori a quelle di quasi tutti i paesi dell’Europa oc- cidentale, e di condannare tanti cittadini e famiglie ad anni durissimi”. I l caldo estivo che improvvisamente è giunto, certamente non aiuta a porsi delle domande importanti per la nostra vita. Ma - lo dice l’esperienza - che ogni mo- mento è buono per dare una “raddrizzata” al nostro cammino. C’è una questione fonda- mentale che ognuno di noi deve mettere in “conto”: sono un dono per il mondo e per la Chiesa o uno che arreca più danni e dispia- ceri a chi incontra? C’è chi sfugge sempre a questa domanda, incolpando solamente gli altri e ritenendosi privo di qualsiasi respon- sabilità e dispensato da una seria riflessione sull’argomento. Noi invece non intendia- mo sottrarci. Molti nostri lettori sanno che stiamo in questi giorni - nella nostra Chiesa di Mazara del Vallo - concludendo il ses- sennio pastorale dedicato alla celebrazione eucaristica. Giustamente il nostro Vescovo Domenico ci ha ricordato che non possia- mo “girare pagina e riprendere a fare le cose di sempre come se non fosse accaduto nulla”. In questi anni abbiamo cercato di sperimen- tare concretamente - nel vissuto personale e comunitario - che l’Eucaristia è la sorgente e il culmine della vita della Chiesa. Nel loro ultimo documento “Per un Paese solidale”, i Vescovi italiani definiscono chiaramente cosa significa mettere al centro l’Eucaristia: “vogliamo ribadire che l’Eucaristia non si li- mita a disegnare l’immagine esemplare della Chiesa o a darle quell’energia spirituale della quale ha bisogno, ma le conferisce anche la forma, realizzando già al massimo grado, perché compiute in unione con Cristo, tut- te quelle azioni che siamo chiamati a pro- lungare nella storia. Da questa inesauribile sorgente, tutti attingiamo forza”. La forza sostanziale che ci dona il Cristo si traduce in pratica nella capacità di farsi come Lui “pane spezzato” per essere testimoni credibili della sua presenza nelle vicende, nelle sfide e nelle fragilità di oggi. Nel documento sopracitato ci viene insegnato che precisamente “dona- re senza trattenere per sé: in ciò consiste lo specifico servizio dei discepoli di Gesù verso il mondo, un servizio la cui qualità ed effi- cacia non dipendono da un calcolo umano. Si tratta, infatti, non soltanto del ‘fare’ a cui sono abituati i governanti delle nazioni, ma del ‘consegnare a Dio’ − nello spazio orante del discernimento spirituale e pastorale − tutto ciò che si condivide con la gente, cioè i pochi pani e i pochi pesci. In questa condivi- sione riuscita l’Eucaristia si rivela veramen- te come la fonte e il compimento della vita della Chiesa”. Indubbiamente non possiamo dichiararci fedeli a Dio, tranquilli nella no- stra coscienza, se ci chiudiamo in un sterile intimismo, se mostriamo un volto preoc- cupato di noi stessi (carrierismo, sicurezza economica ad ogni costo, sfiducia continua), se rifiutiamo le occasioni d’incontro e di confronto anche se faticoso, se permaniamo nella distrazione e nell’incapacità di indicare, a chiunque incrociamo sulle strade della vita, la gioia di “farci mangiare” per rispondere alle loro giuste esigenze materiali e spirituali. Il rischio allora è quello di “ammuffire” - nel senso proprio del termine - e quindi di esse- re tristi e scoraggiati, di snobbare tutto e tut- ti, di non assecondare le novità del “vento” dello Spirito di pace e di libertà. Nel recente “Messaggio dei Vescovi italiani ai sacerdoti” è affermato che il Signore “non ci ha pro- messo una vita facile, ma una presenza che non verrà mai meno. (…) La sua compagnia non ci mette al sicuro dagli attacchi del ma- ligno né ci rende impeccabili, ma ci assicura che il male non avrà mai l’ultima parola, per- ché chi si fa carico del proprio peccato può sempre rialzarsi e riprendere il cammino”. Parole di speranza per tutti, non solo per i preti. Che la gratitudine e la gratuità siano sempre presenti nella nostra quotidiana te- stimonianza della bellezza risanante di Dio. Don Francesco Fiorino MANOVRA FISCALE: VOLONTARIATO E TERZO SETTORE, “CONSEGUENZE GRAVISSIME SUI PIÙ DEBOLI” Gesù con la Samaritana al pozzo - Cappella della “Casa incontri cristiani” - Capiago (CO) - Italia

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AGENZIA DI MAZARAVia Marsala, 185/B

Tel/Fax [email protected] Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge 662/96 DCB

Sicilia 2003 - Reg. Tribunale Marsala n. 140/7 – 2003 - Distribuzione gratuita

Quindicinale di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

Anno VIII - n° 11 - 18 Giugno 2010

Lo scorso 15 giugno, in occasione della solennità di San Vito martire, patrono della città e della diocesi di Mazara del

Vallo, il nostro Vescovo, mons. Domenico Mogavero, ha presentato le linee guida per il prossimo Piano pastorale.“A conclusione del sessennio pastorale dedi-cato alla celebrazione eucaristica – ha detto il Vescovo - non si può semplicemente girare pagina e riprendere a fare le cose di sempre come se non fosse accaduto nulla! Si tratta invece di verificare se è diventata patrimonio comune la celebrazione eucaristica, fonte e culmine della vita cristiana .Mons. Mogavero ha sottolineato quanto sia indispensabile che “in un contesto di fede adulta si assuma come Chiesa locale un me-todo pastorale condiviso”. “Ciò richiede e rende imprescindibile la pro-gettazione e la programmazione dell’azione pastorale a livello locale (parrocchia), zonale (foranie) e diocesano e la verifica periodica e finale di quanto programmato, per valutare i risultati man mano conseguiti e ripartire con obiettivi e programmi sempre più adeguati”.L’icona biblica che ci accompagnerà nel per-corso di quest’anno è l’incontro di Gesù con la donna di Samaria; questa, infatti, esprime bene l’esigenza, che attiene anche alla nostra Chiesa locale, di ritrovare la propria identi-tà, il proprio volto davanti al Risorto, perché davanti a Gesù, il Crocifisso Risorto, non si può eludere l’incontro con la verità. Infatti, se al posto del Gesù storico collochiamo la Chiesa, suo corpo e prolungamento, non si può fare a meno di notare che essa pure è chiamata a mostrare sempre non un volto preoccupato di sé, distratto, stanco, ma ca-pace di indicare a chiunque in ogni circo-stanza la strada della vita. Una strada che è esperienza e servizio di verità per la Chiesa e per il mondo.Il Vescovo vuole far comprendere che il sessennio appena concluso ci consegna un compito e una missione: assumere gli ambiti di Verona (vita affettiva, lavoro e festa, fragi-lità, tradizione, cittadinanza) nel patrimonio di identità e tradizione della nostra Chiesa. Essa, infatti, è chiamata a collocarsi davanti al Risorto per guardare da questa ricca pro-spettiva al Mediterraneo, “mare di Dio”.“Occorre chiedersi – ha continuato il Vesco-vo - quale “forma” deve assumere la testimo-nianza nella pastorale della nostra Chiesa. E la risposta, che mi pare suggerisca il presente momento storico, è che la forma della testi-monianza sia la diaconia della integrazione sotto diversi profili: integrazione tra fede e vita a partire dall’Eucaristia e integrazione tra giustizia e carità, tra sicurezza e ospitali-tà, tra diritto e perdono, tra legalità e rispetto per immettere nella vita del mondo la linfa buona della gratuità, della ricerca del bene comune, della solidarietà e sussidiarietà”.

Prendere dei testi antichi senza “metterli in scena”, ma “mettendoli

in vita”, facendoli ricreare dal gioco e dall’immaginario dei ragazzini. Hanno cominciato così, vent’anni fa a Ravenna, i collaboratori del Teatro delle Albe coordinati da Marco Martinelli prima e da Alessandro Renda in seguito. Una pratica di lavoro con gli adolescenti che hanno chiamato “non-scuola”, perché non intendono “formare” dei giovani attori, ma far scoprire la forza anarchica e liberatoria del palcoscenico In questo modo il teatro ritrova il piacere di farsi attraversare dalla società, di farsi specchio della realtà, così come gli antichi, dai Greci a Shakespeare a Molière ci hanno insegnato. Hanno portato questa pratica nel mondo: a Chicago, nei villaggi del Senegal, in Belgio e in Francia, in altre città italiane fino alla periferia napoletana di Scampia. Ogni volta hanno quanto il teatro possa ritrovare senso in questo incontro, quanto gli

adolescenti “nobilitino” il palcoscenico, così come il palcoscenico possa farsi umile medium della loro carica vitale. Sono quindi arrivati, un anno fa, a Mazara del Vallo, su sollecitazione di Ravenna Festival e dopo sei mesi di prove, sabato 29 e domenica 30 maggio, nella splendida cornice del Collegio dei Gesuiti, una sessantina di adolescenti tunisini e siciliani, legati al progetto “Voci dal Mediterraneo” della Fondazione San Vito Onlus hanno messo in scena la riscrittura teatrale “Cercatori di tracce” di Sofocle. La storia è quella di Hermes, un dio bambino e già ladruncolo, che ruba una mandria di vacche al dio Apollo. Questi manda i suoi, satiri e ninfe, sulle tracce delle

vacche rubate e scopre che l’intento del piccolo Hermes era di costruire strumenti musicali con le loro pelli e inventare la musica come “medicina del dolore” e per fare festa insieme. I nostri 63 adolescenti si sono esibiti nella Villa Pantelleria a Palermo e nel teatro di Mirabilandia a Ravenna.

Editoriale

LA DOMANDA DETERMINANTE

PER PRETI E LAICI

Farsi mangiare o ammuffire?

Mostriamo insieme il volto della speranzaPresentate dal Vescovo le linee guida per il Piano pastorale 2010-2011

“Cercatori di tracce” con gli adolescenti di Mazara

“La legge finanziaria approvata in Consi-glio dei ministri è fortemente iniqua, e avrà conseguenze gravissime per i soggetti più deboli”. Lo affermano oggi le 25 organiz-zazioni del volontariato e del terzo settore (tra le quali Cnca, Emmaus Italia, Federa-zione italiana per il superamento dell’han-dicap, Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, Federazione Scs/Cnos, Jesuit Social Network Italia, Cipsi) che aderiscono alla campagna “I diritti al-zano la voce”. “Invece di fornire risposte adeguate a chi ha perso il lavoro, a chi vive sotto la soglia di povertà, alle persone non autosufficienti o con disabilità - affermano -, il Governo ha

deciso una drastica riduzione delle risorse indirizzate alle Regioni e agli Enti locali, che si tradurrà in tagli ai servizi sociali, alla cultura e al diritto allo studio, alla mobilità e alla salute”. Ad avviso delle 25 organizza-zioni la manovra toglie “soprattutto a chi meno guadagna”, lasciando “quasi inalterati i costi della politica”, senza “alcuno sforzo serio contro l’evasione fiscale” e senza toc-care “chi vive di rendita”. La campagna si augura che il Parlamento renda “più equa una manovra che rischia di aumentare di-seguaglianze economiche già superiori a quelle di quasi tutti i paesi dell’Europa oc-cidentale, e di condannare tanti cittadini e famiglie ad anni durissimi”.

Il caldo estivo che improvvisamente è giunto, certamente non aiuta a porsi delle domande importanti per la nostra

vita. Ma - lo dice l’esperienza - che ogni mo-mento è buono per dare una “raddrizzata” al nostro cammino. C’è una questione fonda-mentale che ognuno di noi deve mettere in “conto”: sono un dono per il mondo e per la Chiesa o uno che arreca più danni e dispia-ceri a chi incontra? C’è chi sfugge sempre a questa domanda, incolpando solamente gli altri e ritenendosi privo di qualsiasi respon-sabilità e dispensato da una seria riflessione sull’argomento. Noi invece non intendia-mo sottrarci. Molti nostri lettori sanno che stiamo in questi giorni - nella nostra Chiesa di Mazara del Vallo - concludendo il ses-sennio pastorale dedicato alla celebrazione eucaristica. Giustamente il nostro Vescovo Domenico ci ha ricordato che non possia-mo “girare pagina e riprendere a fare le cose di sempre come se non fosse accaduto nulla”. In questi anni abbiamo cercato di sperimen-tare concretamente - nel vissuto personale e comunitario - che l’Eucaristia è la sorgente e il culmine della vita della Chiesa. Nel loro ultimo documento “Per un Paese solidale”, i Vescovi italiani definiscono chiaramente cosa significa mettere al centro l’Eucaristia: “vogliamo ribadire che l’Eucaristia non si li-mita a disegnare l’immagine esemplare della Chiesa o a darle quell’energia spirituale della quale ha bisogno, ma le conferisce anche la forma, realizzando già al massimo grado, perché compiute in unione con Cristo, tut-te quelle azioni che siamo chiamati a pro-lungare nella storia. Da questa inesauribile sorgente, tutti attingiamo forza”. La forza sostanziale che ci dona il Cristo si traduce in pratica nella capacità di farsi come Lui “pane spezzato” per essere testimoni credibili della sua presenza nelle vicende, nelle sfide e nelle fragilità di oggi. Nel documento sopracitato ci viene insegnato che precisamente “dona-re senza trattenere per sé: in ciò consiste lo specifico servizio dei discepoli di Gesù verso il mondo, un servizio la cui qualità ed effi-cacia non dipendono da un calcolo umano. Si tratta, infatti, non soltanto del ‘fare’ a cui sono abituati i governanti delle nazioni, ma del ‘consegnare a Dio’ − nello spazio orante del discernimento spirituale e pastorale − tutto ciò che si condivide con la gente, cioè i pochi pani e i pochi pesci. In questa condivi-sione riuscita l’Eucaristia si rivela veramen-te come la fonte e il compimento della vita della Chiesa”. Indubbiamente non possiamo dichiararci fedeli a Dio, tranquilli nella no-stra coscienza, se ci chiudiamo in un sterile intimismo, se mostriamo un volto preoc-cupato di noi stessi (carrierismo, sicurezza economica ad ogni costo, sfiducia continua), se rifiutiamo le occasioni d’incontro e di confronto anche se faticoso, se permaniamo nella distrazione e nell’incapacità di indicare, a chiunque incrociamo sulle strade della vita, la gioia di “farci mangiare” per rispondere alle loro giuste esigenze materiali e spirituali. Il rischio allora è quello di “ammuffire” - nel senso proprio del termine - e quindi di esse-re tristi e scoraggiati, di snobbare tutto e tut-ti, di non assecondare le novità del “vento” dello Spirito di pace e di libertà. Nel recente “Messaggio dei Vescovi italiani ai sacerdoti” è affermato che il Signore “non ci ha pro-messo una vita facile, ma una presenza che non verrà mai meno. (…) La sua compagnia non ci mette al sicuro dagli attacchi del ma-ligno né ci rende impeccabili, ma ci assicura che il male non avrà mai l’ultima parola, per-ché chi si fa carico del proprio peccato può sempre rialzarsi e riprendere il cammino”. Parole di speranza per tutti, non solo per i preti. Che la gratitudine e la gratuità siano sempre presenti nella nostra quotidiana te-stimonianza della bellezza risanante di Dio.

Don Francesco Fiorino

MANOVRA FISCALE: VOLONTARIATO E TERZO SETTORE,

“CONSEGUENZE GRAVISSIME SUI PIÙ DEBOLI”

Gesù con la Samaritana al pozzo - Cappella della “Casa incontri cristiani” - Capiago (CO) - Italia

Page 2: Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge … · 2010. 6. 17. · AGENZIA DI MAZARA Via Marsala, 185/B Tel/Fax 0923-931932 24161@age.auroraassicurazioni.it

� 18 Giugno 2010

UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO

MAZARA DEL VALLO

I° FORUM CATECHETICO

L'ATTO CATECHISTICO - EDUCATIVOPER I RAGAZZI DAI 6 AI 14 ANNI

Aula Magna Seminario Vescovile

23/24 giugno 2010

La spiritualità del catechista - educatore

Seguendo il vangelo di Luca, è possibile

delineare alcune peculiarità dell'educatore cristiano,

che possono essere illuminanti per l'identità del

catechista parrocchiale:

Gesù si lascia educare dal Padre: attraverso

Maria e Giuseppe, nel segreto della preghiera

personale, nella fedeltà piena e totale fino alla

croce. (Lc 2,51; 3,21; 22,42)

Egli incontra ed educa ciascuno in

maniera personale: Gesù non applica ricette,

accoglie ciascuno nella sua verità e nella

situazione in cui si trova, accoglie le domande dei

singoli e a partire da queste li provoca ad andare

oltre. ( Lc 7,36-50; 10,23-37; 19,1-10)

Egli istaura un rapporto particolare con

alcuni: li chiama personalmente, fa vivere loro

una esperienza singolare e privilegiata di

comunione, li responsabilizza e li invia per

compiti specifici. (Lc 5,1-11; 9,18-22; 9,46-48;

22,24-27)

Egli non teme di essere esigente pur

rispettando la loro libertà: le sue esigenze

sono quelle dell'amore, senza mai manipolare o

circuire. (Lc 9,57-62; 18,1830)

Egli educa alla preghiera: Gesù mostra

concretamente come pregare facendo nascere il

bisogno di imitarlo. (Lc 10,21-22; 11,1-4)

L'iniziazione Cristiana

nella Chiesa di Mazara del Vallo

L'itinerario che l'ufficio catechistico

diocesano propone, ha bisogno della originalità e

dell'estro del catechista che lo fa proprio e lo media

per la sua realizzazione concreta; ma, ha bisogno

anche dell'apporto di tutte le persone che, in qualche

modo, svolgono un ruolo educativo.

Si intende fare riferimento alla necessità, per

la parrocchia, di stabilire una stretta intesa con i

genitori e, lì dove è possibile, con i docenti; la

comunità parrocchiale ha molto da dire, ma ha

anche molto da apprendere da tutte le agenzie

educative presenti nel territorio; isolarsi o

contrapporsi non è nella linea dell'educazione,

mentre dialogare e mediare pone già dentro la

prospettiva educativa.

Tenendo presente le tappe evolutive della

fanciullezza e della prima adolescenza, ogni anno è

diviso in 5 tappe, che tengono conto dell'anno

liturgico e delle pagine di riferimento al catechismo

della CEI.

Si è tentato di programmare un itinerario

articolato per anni dove la catechesi entra in simbiosi

con la liturgia e la carità, per introdurre in una chiesa

missionaria che fa della Parola di Dio e delle tappe

sacramentali i suoi insostituibili punti di

riferimento.

UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO

MAZARA DEL VALLO

I° FORUM CATECHETICO

L'ATTO CATECHISTICO - EDUCATIVOPER I RAGAZZI DAI 6 AI 14 ANNI

Aula Magna Seminario Vescovile

23/24 giugno 2010

La spiritualità del catechista - educatore

Seguendo il vangelo di Luca, è possibile

delineare alcune peculiarità dell'educatore cristiano,

che possono essere illuminanti per l'identità del

catechista parrocchiale:

Gesù si lascia educare dal Padre: attraverso

Maria e Giuseppe, nel segreto della preghiera

personale, nella fedeltà piena e totale fino alla

croce. (Lc 2,51; 3,21; 22,42)

Egli incontra ed educa ciascuno in

maniera personale: Gesù non applica ricette,

accoglie ciascuno nella sua verità e nella

situazione in cui si trova, accoglie le domande dei

singoli e a partire da queste li provoca ad andare

oltre. ( Lc 7,36-50; 10,23-37; 19,1-10)

Egli istaura un rapporto particolare con

alcuni: li chiama personalmente, fa vivere loro

una esperienza singolare e privilegiata di

comunione, li responsabilizza e li invia per

compiti specifici. (Lc 5,1-11; 9,18-22; 9,46-48;

22,24-27)

Egli non teme di essere esigente pur

rispettando la loro libertà: le sue esigenze

sono quelle dell'amore, senza mai manipolare o

circuire. (Lc 9,57-62; 18,1830)

Egli educa alla preghiera: Gesù mostra

concretamente come pregare facendo nascere il

bisogno di imitarlo. (Lc 10,21-22; 11,1-4)

L'iniziazione Cristiana

nella Chiesa di Mazara del Vallo

L'itinerario che l'ufficio catechistico

diocesano propone, ha bisogno della originalità e

dell'estro del catechista che lo fa proprio e lo media

per la sua realizzazione concreta; ma, ha bisogno

anche dell'apporto di tutte le persone che, in qualche

modo, svolgono un ruolo educativo.

Si intende fare riferimento alla necessità, per

la parrocchia, di stabilire una stretta intesa con i

genitori e, lì dove è possibile, con i docenti; la

comunità parrocchiale ha molto da dire, ma ha

anche molto da apprendere da tutte le agenzie

educative presenti nel territorio; isolarsi o

contrapporsi non è nella linea dell'educazione,

mentre dialogare e mediare pone già dentro la

prospettiva educativa.

Tenendo presente le tappe evolutive della

fanciullezza e della prima adolescenza, ogni anno è

diviso in 5 tappe, che tengono conto dell'anno

liturgico e delle pagine di riferimento al catechismo

della CEI.

Si è tentato di programmare un itinerario

articolato per anni dove la catechesi entra in simbiosi

con la liturgia e la carità, per introdurre in una chiesa

missionaria che fa della Parola di Dio e delle tappe

sacramentali i suoi insostituibili punti di

riferimento.

Letterada Haiti

Vita della Diocesi

Carissimi,sono padre Jean-Francois Printemps parroco della

parrocchia Santa Maria Maddale-na ad Haiti.Qui continuiamo a fare quello che possiamo per aiutare la gente di Haiti, le scosse continuano…La zona in cui opero si trova in una zona molto colpita della pe-riferia di Port-au-Prince. Qui è presente la scuola “Sant Eugenio de Mazenod” di cui sono direttore. Prima del terremoto 465 erano gli alunni iscritti, ora sono molti di più i bambini che hanno, nelle poche mura che restano della scuola e negli insegnanti, un punto di riferimento, in mezzo alla catastrofe in cui si trovano. Stando in mezzo ai miei alunni mi sono reso conto della necessità di realizzare delle azioni di aiuto concreto attraverso un progetto di una mensa e di sostegno psicologico.Concretamente le azioni progettuali riguardano, la creazione di una mensa con la possibilità per i bambini di consumare almeno un pasto completo al giorno, l’ani-mazione e l’assistenza psicologica agli alunni, traumatizzati dalle conseguenze del terremoto: perdita dei genitori, di compagni di scuola, di amici, etc

Per contribuire a realizzare questo progetto i ragazzi preadolescenti hanno inviato, tramite la Caritas della diocesi di Mazara del Vallo, la somma di € 950.

“Spazi scenici d’asfalto” questo è il titolo del prossimo la-boratorio di arte di strada che si svolgerà a Castelvetra-

no nel Convento dei Frati Cappuccini dal 22 al 26 giugno. È una nuova attività organizzata dal Servizio di pastorale gio-vanile dei Cappuccini, dalla Associazione “Noi Francescani” e dai Missionari di strada dell’associazione “Camminare Insie-me”. Nel mese di maggio si è concluso il laboratorio di arte sperimentale che per tutto l’anno, settimanalmente, ha visto cimentarsi in diverse tecniche pittoriche più di quaranta par-tecipanti e proprio in questi giorni inoltre si stanno ultiman-do i murales che due artisti di strada stanno realizzando nel piazzale antistante al Convento raffigurando scene ispirate al Cantico dei Cantici.Il laboratorio Spazi scenici d’asfalto vedrà due docenti del Tea-tro di strada de L’Aquila che verranno ad insegnare tecniche di mimo, clowneria, giocoleria e teatro spontaneo, per orga-nizzare, alla fine, un vero e proprio spettacolo. Partendo dalla nostra esperienza pensiamo che la pastorale di strada possa trovare nelle diverse forme d’arte una particolare espressione in risposta ai bisogni, alle attese e alle attitudini dei giovani e

della famiglie del nostro territorio. L’animazione di strada per tanti è diventato un modo per dare spazio a quella ricerca di Dio che appartiene al profondo dell’animo umano. È interes-sante potere esplicitare ed approfondire questo anelito a par-tire dai luoghi abitati dalla gente come le piazze. Quei luoghi feriali che sovente rischiano di perdere il tratto umano finendo col diventare luoghi dell’apparenza, ove ognuno si sente giudi-ce e giudicato come se si trovasse a vivere in un palcoscenico. La nostra esperienza pastorale ci mostra come il luogo abitato possa diventare positivamente palcoscenico della vita, spazio in cui trovare autenticità e rispetto di sé e dell’altro. Ancora è vivo il ricordo della missione vissuta la scorsa estate a Mari-nella di Selinunte ove centoventi giovani missionari di strada hanno animato per dieci giorni la suggestiva località balnea-re. È stato un modo per iniziare a condividere sul campo il tema pastorale “Comunicazione e missione” che ci ha guidati durante tutto l’anno. Altresì tale riflessione ci ha portato con i giovani missionari a radio Liberty ove, alternandoci con il nostro parroco don Baldassare Meli, abbiamo commentato il Vangelo della domenica partendo dalla vita, chiave interpre-tativa della Parola che nostro Signore ci ha consegnato.Un invito allora va a tutti quei giovani della nostra Diocesi interessati alla pastorale di strada. Un laboratorio che vuole essere una opportunità di incontro e di condivisione oltre che di formazione specifica inerente all’arte di strada.Per ulteriori informazioni basta contattarci al Convento dei Frati Cappuccini di Castelvetrano (0924.902617) o visitando i nostri siti www.insiemecamminare.it; www.pgvcappuccinipa-lermo.it, o il gruppo “Missionari di strada” su facebook.

Fra Maurodella fraternità dei Cappuccini di Castelvetrano

Domenica 13 Giugno, presso l’Istituto Genna di Marsala, si è vissuto un momento di grande festa, partecipato dal-

la comunità parrocchiale della Chiesa madre di questa città. E’ consuetudine, ormai da diversi anni, e, per iniziativa della Caritas Parrocchiale, che insieme alle famiglie da questa as-sistite ci si incontri tutti per dare segno di vera comunità, e, quindi, si pranzi come vera famiglia (questo è il senso che si vuole dare). Il tutto è stato allietato dalla partecipazione gra-tuita del gruppo folkloristico “I picciotti di Matarocco” che hanno animato gioiosamente, con canti e balli, questo pranzo parrocchiale coinvolgendo nelle danze anche i commensali. E’

bello stare insieme, per dare te-stimonianza di comunione! L’at-tesa vera, però, è che ciò diventi scelta e acquisizione di un nuo-vo stile di vita reso visibile nella quotidianità di ognuno, attraver-so la donazione di sè all’altro e, soprattutto, l’attenzione verso gli ultimi, i prediletti del Signore.

Maria Mirabile

Ordinazione Presbiterale di Giuseppe Inglese

eGiacomo Putaggiosabato 10 luglio 2010Basilica CattedraleMazara del Vallo

Spazi scenici d’asfaltoLaboratorio di arte di strada a Castelvetrano

“Un segno di vera Comunità”I parrocchiani della Chiesa madre di Marsala a pranzo con oltre 200 poveri

Alcuni volontari

UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO

MAZARA DEL VALLO

I° FORUM CATECHETICO

L'ATTO CATECHISTICO - EDUCATIVOPER I RAGAZZI DAI 6 AI 14 ANNI

Aula Magna Seminario Vescovile

23/24 giugno 2010

La spiritualità del catechista - educatore

Seguendo il vangelo di Luca, è possibile

delineare alcune peculiarità dell'educatore cristiano,

che possono essere illuminanti per l'identità del

catechista parrocchiale:

Gesù si lascia educare dal Padre: attraverso

Maria e Giuseppe, nel segreto della preghiera

personale, nella fedeltà piena e totale fino alla

croce. (Lc 2,51; 3,21; 22,42)

Egli incontra ed educa ciascuno in

maniera personale: Gesù non applica ricette,

accoglie ciascuno nella sua verità e nella

situazione in cui si trova, accoglie le domande dei

singoli e a partire da queste li provoca ad andare

oltre. ( Lc 7,36-50; 10,23-37; 19,1-10)

Egli istaura un rapporto particolare con

alcuni: li chiama personalmente, fa vivere loro

una esperienza singolare e privilegiata di

comunione, li responsabilizza e li invia per

compiti specifici. (Lc 5,1-11; 9,18-22; 9,46-48;

22,24-27)

Egli non teme di essere esigente pur

rispettando la loro libertà: le sue esigenze

sono quelle dell'amore, senza mai manipolare o

circuire. (Lc 9,57-62; 18,1830)

Egli educa alla preghiera: Gesù mostra

concretamente come pregare facendo nascere il

bisogno di imitarlo. (Lc 10,21-22; 11,1-4)

L'iniziazione Cristiana

nella Chiesa di Mazara del Vallo

L'itinerario che l'ufficio catechistico

diocesano propone, ha bisogno della originalità e

dell'estro del catechista che lo fa proprio e lo media

per la sua realizzazione concreta; ma, ha bisogno

anche dell'apporto di tutte le persone che, in qualche

modo, svolgono un ruolo educativo.

Si intende fare riferimento alla necessità, per

la parrocchia, di stabilire una stretta intesa con i

genitori e, lì dove è possibile, con i docenti; la

comunità parrocchiale ha molto da dire, ma ha

anche molto da apprendere da tutte le agenzie

educative presenti nel territorio; isolarsi o

contrapporsi non è nella linea dell'educazione,

mentre dialogare e mediare pone già dentro la

prospettiva educativa.

Tenendo presente le tappe evolutive della

fanciullezza e della prima adolescenza, ogni anno è

diviso in 5 tappe, che tengono conto dell'anno

liturgico e delle pagine di riferimento al catechismo

della CEI.

Si è tentato di programmare un itinerario

articolato per anni dove la catechesi entra in simbiosi

con la liturgia e la carità, per introdurre in una chiesa

missionaria che fa della Parola di Dio e delle tappe

sacramentali i suoi insostituibili punti di

riferimento.

UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO

MAZARA DEL VALLO

I° FORUM CATECHETICO

L'ATTO CATECHISTICO - EDUCATIVOPER I RAGAZZI DAI 6 AI 14 ANNI

Aula Magna Seminario Vescovile

23/24 giugno 2010

La spiritualità del catechista - educatore

Seguendo il vangelo di Luca, è possibile

delineare alcune peculiarità dell'educatore cristiano,

che possono essere illuminanti per l'identità del

catechista parrocchiale:

Gesù si lascia educare dal Padre: attraverso

Maria e Giuseppe, nel segreto della preghiera

personale, nella fedeltà piena e totale fino alla

croce. (Lc 2,51; 3,21; 22,42)

Egli incontra ed educa ciascuno in

maniera personale: Gesù non applica ricette,

accoglie ciascuno nella sua verità e nella

situazione in cui si trova, accoglie le domande dei

singoli e a partire da queste li provoca ad andare

oltre. ( Lc 7,36-50; 10,23-37; 19,1-10)

Egli istaura un rapporto particolare con

alcuni: li chiama personalmente, fa vivere loro

una esperienza singolare e privilegiata di

comunione, li responsabilizza e li invia per

compiti specifici. (Lc 5,1-11; 9,18-22; 9,46-48;

22,24-27)

Egli non teme di essere esigente pur

rispettando la loro libertà: le sue esigenze

sono quelle dell'amore, senza mai manipolare o

circuire. (Lc 9,57-62; 18,1830)

Egli educa alla preghiera: Gesù mostra

concretamente come pregare facendo nascere il

bisogno di imitarlo. (Lc 10,21-22; 11,1-4)

L'iniziazione Cristiana

nella Chiesa di Mazara del Vallo

L'itinerario che l'ufficio catechistico

diocesano propone, ha bisogno della originalità e

dell'estro del catechista che lo fa proprio e lo media

per la sua realizzazione concreta; ma, ha bisogno

anche dell'apporto di tutte le persone che, in qualche

modo, svolgono un ruolo educativo.

Si intende fare riferimento alla necessità, per

la parrocchia, di stabilire una stretta intesa con i

genitori e, lì dove è possibile, con i docenti; la

comunità parrocchiale ha molto da dire, ma ha

anche molto da apprendere da tutte le agenzie

educative presenti nel territorio; isolarsi o

contrapporsi non è nella linea dell'educazione,

mentre dialogare e mediare pone già dentro la

prospettiva educativa.

Tenendo presente le tappe evolutive della

fanciullezza e della prima adolescenza, ogni anno è

diviso in 5 tappe, che tengono conto dell'anno

liturgico e delle pagine di riferimento al catechismo

della CEI.

Si è tentato di programmare un itinerario

articolato per anni dove la catechesi entra in simbiosi

con la liturgia e la carità, per introdurre in una chiesa

missionaria che fa della Parola di Dio e delle tappe

sacramentali i suoi insostituibili punti di

riferimento.

23/24 giugno 2010

Aula Magna Seminario Vescovile

Destinatari:

Giorno 23 giugno Animatori parrocchiali dei catechisti

e Catechisti dei fanciulliGiorno 24 giugno

Catechisti dei preadolescenti e Giovani Catechisti (16-30 anni)

INIZIO INCONTRI ORE 16.00

CELEBRAZIONE DI ChIUSURA DELL’ANNO PASTORALE 2009-2010

Domenica 27 giugno 2010 - ore 19.00Basilica Cattedrale - Mazara del Vallo

Page 3: Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge … · 2010. 6. 17. · AGENZIA DI MAZARA Via Marsala, 185/B Tel/Fax 0923-931932 24161@age.auroraassicurazioni.it

�18 Giugno 2010 �

IL TERZO ORDINE MINIMO

Il T.O.M., terzo ordine minimo, è un’associazione pubblica di fedeli i cui membri sparsi in tutto il mondo tendono alla

perfezione evangelica e si impegnano a lavorare nella Chie-sa. Fondatore del Terz’Ordine dei Minimi è San Francesco di Paola. Risalire all’origine del Terz’Ordine è piuttosto diffi-cile. Francesco di Paola è stato il fondatore della triplice Fa-miglia dei Minimi che comprende nel primo i sacerdoti, nel secondo i frati e le suore, il Terz’Ordine, maschile e femmi-nile. Questa famiglia, venne riconosciuta dall’arcivescovo di Cosenza, Pizzo Caracciolo Novembre 1471 e venne chiama-ta Congregazione dei frati eremiti e anche congregazione di San Francesco D’Assisi. Dall’arcivescovo casentino, Francesco venne conosciuto come, rettore e priore di questa sua prima comunità eremitica. Sisto IV il 17 maggio 1474 approvò poi questa Congregazione degli eremiti di San Francesco D’Assisi sorta nel territorio di Calabria autorizzò a Francesco a “rice-vere ed accettare tutte le persone ecclesiastiche e laiche che volevano fare la sua stessa esperienza di vita, di vestire il suo stesso abito e fare professione di fede, di carità, penitenza e umiltà”. Nacque così, ufficialmente, prima con un documento

dell’autorità diocesana e poi con una bolla pontificia, questa congregazione eremitica, che poi verrà chiamata Ordine dei Minimi. spirito di umiltà, servizio evangelico e pastora-le caratterizzato già inizialmente questa fondazione. Essi non vivono chiusi al mondo, ma si pongono al servizio della Chiesa e dei fedeli. Dietro istanza di Francesco, il papa Innocenzo VIII con una bolla del 23 marzo 1486 diede un ulteriore approva-zione. C’era ora in Francesco solo la preoccu-pazione di preparare una regola e farla appro-vare dalla Santa Sede. Una prima stesura della regola avvenne quando Francesco si trovava in Francia, che con il patrocinio del Re Carlo VIII la inviò al papa Alessandro VI che l’approvò il 26 febbraio 1493. Poi ce ne furono altre e pian piano scomparve il riferimento alla “vita eremiti-ca”; crediamo che Francesco abbia voluto operare questa trasformazione per mettere i suoi frati a di-retto contatto con le esigenze pastorali della Chiesa. Con questa ulteriore redazione Francesco presentò al papa, anche una Regola del Terz’Ordine in 7 capitoli per tutti coloro che pur restando in famiglia con i loro impegni di laici desi-

derassero seguire il modello evangelico ispirato alla carità, la penitenza e l’umiltà, attraverso la fondazione di questa triplice

famiglia, Francesco invitava i suoi frati, donne e uomini che vivevano in famiglia e nelle loro professioni a testi-

moniare la fede, la carità, l’umiltà e la speranza, a cui noi del Terz’Ordine facciamo riferimento. A Marsa-la il Terz’Ordine ebbe il suo inzio (forse) nell’anno 1927 con i Terziari della prima ora che furono le signore: Genco Maria, Marino Giovanna, Mari-no Elena, Teri Margherita, Volpe Rosa il signor Volpe Francesco etc etc... ancora oggi si continua questa grande vocazione al Santo Francesco di Paola. Oggi la nostra Fraternità è composta da 98 Terziari, molti di loro sono impegnati nella chari-tas, nella catechesi ed in altre opere di volontariato,

alcune anziane e ammalate.Non è facile racchiudere in un intervento quanto

risulta essenziale alla vita del Terziario. Non si tratta di mettere insieme due termini Carisma del Fondatore e

Terz’Ordine, ma di individuare l’essenza del Terz’Ordine stes-so, a cui ogni anno, nuovi aspiranti si accostano.

Giuseppa Bonafede

Vita della Diocesi

Nella ricorrenza del 3° Cen-tenario della santa morte

del Venerabile P. Elia da Gesù e Maria, agostiniano scalzo mar-salese, a Marsala nella Chiesa dell’Itria si sono ricordate le date più importanti della sua vita: - Nei giorni 26-29 novembre 2009 la professione religiosa, av-venuta il 30-11-1664 - nei giorni 31 gennaio – 7 feb-braio 2010 la sua santa morte, avvenuta il 2 febbraio 1710- nei giorni 3-7 Giugno la sua Ordinazione sacerdotale confe-ritagli da Mons. Giovanni Loza-no il 7 giugno 1659 a Mazara del Vallo.Il 7 giugno, si è commemorato alle ore 17,30 l’anniversario del-l’ordinazione sacerdotale con la celebrazione eucaristica, al cui termine ci si è recati alla tom-ba del Venerabile per recitare la preghiera per la sua glorifi-cazione. Infine tutti i presenti

si sono recati al vicino piazzale adiacente Piazza S. Agostino, dove il Priore P. Mario Genco ha benedetto e l’Assessore ai lavori pubblici Milazzo Giu-seppe, in rappresentanza del Sindaco Avv. Renzo Carini, ha scoperto la nuova intitolazione, che la città di Marsala ha voluto dedicare al suo illustre concit-tadino: Largo Venerabile Padre Elia (1631 – 1710) Agostiniano Scalzo Marsalese. Marsala ha dato all’Ordine degli Agostinia-ni Scalzi ben 110 religiosi tra cui oltre il Ven. P. Elia di Gesù e Maria sono degni di memoria: P. Domenico Maltese di S. Dome-nico, P. Giovanni Vito Buffa di S. Giuseppe, P. Lorenzo Pace di S. Anna, P. Luigi Maria Mannone di S. Francesco e P. Vito Barba-ro di S. Alberto. Il Venerabile P. Elia è strettamente legato alla chiesa dell’Itria di Marsala poi-ché è nato un anno dopo (1631)

della presa di possesso dell’Itria (8-11-1630), ne è stato due volte superiore, vi ha passato diverse tempo, vi ha scritto il suo Diario spirituale ed il suo corpo incor-rotto si conserva in essa.E’ stato un segno di gratitudine da parte della Città di Marsa-la all’Ordine degli Agostiniani Scalzi, che vi opera ininterrotta-mente fin dal 1630.

P. Mario Genco

Si è tenuto sabato 5 giugno, all’Audito-rium Santa Cecilia di Marsala, il con-

certo inaugurale del Movimento per la Vita di Marsala. Dopo la presentazione del direttivo il presidente, Vittore Saladi-no, ha salutato i numerosi presenti spie-gando gli scopi dell’associazione fondata essenzialmente per amore del prossimo, per servire il bene comune, per difende-re e promuovere i diritti umani special-mente dei più deboli e poveri. L’associa-zione nasce però soprattutto per dare voce a chi non ha voce, come i bambini non ancora nati, che essendo piccoli, de-boli, incapaci di parlare e di difendersi, a rischio di morte, allora sono anche po-veri, i più poveri tra i poveri.“Affermare il diritto alla vita di chi an-cora non è nato non ci impedisce di esprimere solidarietà ad ogni prossimo – anzi ce lo impone – ha continuato Vittore Saladino. Senza difesa della vita umana, infatti, non può esservi solida-rietà, né rinnovamento della società, né uguaglianza, né libertà, né democrazia, né realizzazione dei diritti umani e né pace”.Il Vescovo della nostra diocesi, interve-nuto alla cerimonia, ha tra le altre cose

detto che “impegnarsi per la difesa del-la vita significa andare controcorren-te rispetto alla cultura dominante. La vita degli altri, indifesa, nascente, non fa notizia e ciò spesso vuol dire operare spesso in condizioni difficili, senza gran-di riconoscimenti.”. “Auspico – ha conti-nuato Monsignor Mogavero – un’ope-

ra di sensibilizzazione, formazione e di testimonianza e delle scelte di valore. La vita è un dono che viene da Dio. La te-stimonianza quando è vera ci espone a vituperi ed anche alla morte”. Il vescovo ha ricordato a questo proposito la testi-

monianza di monsignor Luigi Padovese ucciso recentemente in Turchia. Sua Eccellenza, pur riconoscendo ed ap-provando nel suo intervento l’assoluto stato laico della neo-nata associazione, ha evidenziato la totale condivisione del-la Chiesa nell’operato dei Movimenti e dei Centri di Aiuto alla Vita, in quanto

il diritto alla vita è un diritto non ne-goziabile che va riconosciuto da tutti. “Auguro – ha concluso – che il Movi-mento sappia essere segno di attenzio-ne alla vita per potere accompagnare quanti vivono la gravidanza nella dif-ficoltà. La numerosa presenza di cit-tadini è segno di speranza e anche che questa città merita la nascita del Mo-vimento per la Vita”.I maestri Ivan Di Dia e Mario Vultag-gio, con i loro violini, hanno regalato ai presenti un’atmosfera di riflessione e partecipazione.Il brindisi finale, servito nella sugge-

stiva Piazzetta Purgatorio, ha permesso infine ai soci e ai membri del direttivo di incontrare tantissime persone entusiaste, da cui hanno ricevuto stima ed incorag-giamento.

Vittore Saladino

Marsala: dedicata una piazza al VenerabilePadre Elia da Gesù

Domenica 6 giugno, festa del Corpus Domini, presso la Casa Salesia-

na Divina Provvidenza di Marsala, si è concluso il cammino del Centro dei Sa-lesiani Cooperatori di Marsala “Maria Ausiliatrice”.Hanno partecipato alla giornata anche i centri di Alcamo e di Trapani.La giornata si è aperta con il saluto del direttore della casa don Alessandro Ma-laponte, e dopo la preghiera iniziale, don Carmelo Umana ha accompagnato nella meditazione i partecipanti sull’ul-tima scheda del cammino di formazione dei Salesiani Cooperatori di quest’anno, “Vogliamo vedere Gesù”, e precisamente “Evangelizzare nello Spirito Salesiano.”Don Carmelo ha invitato tutti a fare il punto della situazione nel proprio cammino personale e in quello dell’ associazione per poter affrontare con preparazione e cognizione l’emergenza educativa che oggi la società ci sottopo-ne. La mattina di riflessione si è conclu-sa con la messa e con la condivisione di un’agape fraterna nei locali stessi della casa salesiana di Marsala insieme a par-te della comunità Sdb.Insieme ai Salesiani Cooperatori han-no partecipato gli aspiranti dei cen-tri, i membri del neonato Laboratorio Mamma Margherita di Marsala, e tanti simpatizzanti tra parrocchiani e asso-ciati degli altri gruppi della parrocchia salesiana. Dopo pranzo le signore del Laboratorio Mamma Margherita hanno mostrato i lavori fatti durante questo primo anno spiegando cos’è e cosa fa il Laboratorio. Dopo la verifica dei centri la testimonianza forte di Gianni e Rula

Casale della loro esperienza da poco vis-suta in Madagascar con monsignor Saro Vella ha chiuso la giornata già ricca.Una giornata di festa e di spiritualità vissuta con gioia e con un forte senso di comunione e di appartenenza, impor-tante in un periodo storico in cui si cer-ca di minare l’unità e la credibilità degli ambienti ecclesiastici e salesiani.Prima di concludere nel primo pome-riggio, per poter dare ai partecipanti la possibilità di partecipare alle proces-sioni cittadine del Corpus Domini, si è dato appuntamento per gli incontri esti-vi locali e regionali, e soprattutto, per il Grest, attività importante e centro pro-pulsivo dell’estate salesiana.

Manfredo Spadaro

Inaugurato il Movimento per la vita di MarsalaPronti ad affrontare con entusiasmo una bellissima avventura

Festa dei Cooperatori salesiani

Membro della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

Proprietà: Diocesi di Mazara del ValloEditore: Associaz. Culturale Orizzonti Mediterranei

Piazza della Repubblica, 6 - 91026 Mazara del Vallo (TP)Tel. 0923 902737 – 338.2372766 – fax 0923 941108

E-mail: [email protected]. Tribunale Marsala n. 140/7 - 2003

Direttore responsabileDon Francesco Fiorino

reDazione:Vittore Saladino (Segretario),

Nicolò Marino, Rosanna Asaro,Franco Puccio, don Giuseppe Ivan Undari,don Vincenzo Noto, Padre Adriano Titone

impaginazione e grafica:Vittore Saladino - Piero Gancitano

stampa:Officine grafiche Rallo

Via San Domenico Savio, 20/A - Mazara del Vallo

Periodico di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

Spiritualitàdel quotidiano

Il professorGiuseppeSavagnone, editorialistadi Avvenire,a Marsala

Momento di fondamentale importanza della tre gior-ni, in preparazione della Solennità del Corpus Do-

mini, organizzata dalla Confraternita del SS. Sacramento della Chiesa Madre di Marsala, è stato l’incontro con il prof. Savagnone, docente di storia e filosofia ed edito-rialista di Avvenire e del Giornale di Sicilia. Il Professore Savagnone, nella sua relazione “L’Eucaristia e la missione del laico cristiano, oggi”, ha ricordato come l’Eucaristia sia nata come rito che supera la distinzione tra il sacro ed il profano, come offerta totale della vita. Noi, però, spessissimo dimentichiamo la spiritualità del quotidiano tradendo la logica dell’Eucaristia, facendola diventare un rito separato dalla vita. Come rimediare a ciò è la sfida che ciascuna comunità deve affrontare. La via da percor-rere è già stata indicata dalla CEI che ha programmato di dedicare il prossimo decennio all’educazione. Educare in modo nuovo, a stili di vita diversi per creare il vero laico-cristiano; non lasciarsi plagiare dalla cultura in cui vivia-mo, santificare ogni azione della vita, solo così potremo celebrare, in modo significativo, il Corpus Domini.

Ester Vaccari

Campo di amicizia con la Chiesa in TunisiaDal 4 al 10 luglio 2010

Un modo per rafforzare il gemellaggioecclesiale iniziato nel 1998

Per ulteriori informazioni tel. 3382372766 Mons. Maroun Lahham, Vescovo di Tunisi

Page 4: Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge … · 2010. 6. 17. · AGENZIA DI MAZARA Via Marsala, 185/B Tel/Fax 0923-931932 24161@age.auroraassicurazioni.it

� 18 Giugno 2010 Vita della Diocesi

Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro

missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento

Clero e vengono distribuite a tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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Essere padre…oggi !

Aspettare con trepidazione la barretta che si colora e ti dice timidamente sei “padre”! Una gioia enorme che ti prende e il cuore inizia a battere

con trepidazione, una lacrima solca il tuo viso incredulo, e tanti pensieri affollano la tua mente, sogni e desideri che si mescolano a ricordi dell’infanzia! E cominci a fare progetti, ad immaginarti insieme a lui o a lei che crescerà accanto a te, crescerà con te!

Rimanere meravigliati dal miracolo della vita, una vita che nasce dall’amore per la tua donna, dal dono profondo di se stessi, e rimanere stupiti dalla

forza prorompente della vita!

Quanta poesia c’è nello scoprire di essere padre, quanta gioia! Ma noi oggi, uomini del terzo millennio, come viviamo questo momento

così importante per la nostra vita? Mettere al mondo un figlio ai giorni nostri, come sempre è stato nel passato, esige responsabilità. E’ frutto di un programma studiato, messo in opera dopo che tutti i tasselli sono andati al loro posto. Quando, quanti e come farli non è una decisione da prendere a cuor leggero, ma va vagliata con tutte le sue variabili: quanto ci costerà, sarà sano, cosa gli assicureremo, in che società vivrà, in che stanza starà, a cosa rinunceremo, per quanto tempo ci assorbirà, uno solo basterà…. e così via!

Ma il dono della vita non ci appartiene, non siamo noi a deciderne ogni particolare, il nostro compito è mettersi a disposizione dell’autore

della vita. Allora si che ogni vita che ci viene donata ci crea stupore, gioia, ci dà il senso della nostra vita. Tante giovani coppie che incontro e alle quali chiedo della procreazione mi pongono tante obiezioni, tante paure, come se il dono della vita fosse soltanto un’esperienza razionale, intellettiva e anche meramente emotiva. Si lasciano condizionare e confondere da tutto ciò che gira attorno e fuori di loro, perdendo di vista quello che sta dentro, la vera vocazione della coppia. Riscopriamo la bellezza di essere collaboratori di Dio nel mettere al mondo dei figli, progetto non nostro, ma ben più alto al quale noi possiamo solamente dire si o no, ma non esserne gli autori. Oggi abbiamo paura di affrontare la nostra vita con le sue responsabilità, ma ne abbiamo le capacità e non possiamo tirarci indietro. Il dono della vita è un’esperienza unica, un’esperienza che trascende la nostra volontà, un’esperienza che ci rende veramente uomini, e che ci dà la dignità di figli di Dio. Spesso parliamo di libertà, negata, concessa, pretesa, violata, soppressa, ma la vera libertà dell’uomo sta nell’esprimere pienamente il proprio essere uomo e donna, che liberamente si amano, che liberamente collaborano al progetto di Dio. “Non abbiate paura!”, ma con la responsabilità che si addice a uomini e donne adulti, non neghiamoci l’avventura più bella della nostra vita, ma viviamola con intensità e generosità.

Manfredo Spadaro Per info e prenotazioni: Cell. 338.8627579

Lupi nella nebbia

Kosovo: l’Onu ostaggio

di mafie e Usa

di Ciulla Giuseppe, Romano Vittorio

Jaca Book - 2010

Prezzo: € 14.00

Mafia likes fog, like wolves.

La mafia vuole la nebbia, come i lupi. Le parole di un poliziotto koso-varo sono la sintesi di un Paese in cui dieci anni di ammi-nistrazione ONU non hanno portato benessere e giusti-zia, ma miseria e criminalità. Dove, in nome della stabilità dei Balcani, si è legittimata una classe dirigente legata a doppio filo con la mafia. Attraverso una scrupolosa inchiesta giornalistica Giu-seppe Ciulla e Vittorio Romano tracciano un bilancio a tinte fosche della gestione interna-zionale: l’insabbiamento dei processi per cri-mini di guerra, le investigazioni sulle più alte personalità politiche del Paese (tutti o quasi ex comandanti UCK) misteriosamente spa-rite nel passaggio di consegne dalle Nazioni Unite all’Unione Europea; i rapporti degli osservatori OSCE che denunciano l’inerzia dell’ONU, rimasti lettera morta; le responsa-bilità degli USA. Il Kosovo è grande quanto l’Abruzzo e con 14.000 soldati NATO do-vrebbe essere uno dei posti più sicuri del mondo. Perché allora a nord di Mitrovica si spara ancora? Per i magistrati il Kosovo è uno degli snodi più importanti per il traffico di armi, droga, organi ed esseri umani verso l’Occidente. Come mai quindi alle frontiere nessuno controlla i carichi dei camion? Nel cuore dei Balcani che marciano verso l’Eu-ropa il Kosovo è uno Stato delle mafie, auto-proclamatosi indipendente, che ci riporta a una nuova guerra fredda.

IL L

IBRO

Rubrica a cura di Rosanna Asaro

Si è conclusa domenica 13 giugno la 12a edizione di “Sap-pusi Insieme”. La settimana di festa in onore della Ma-

donna della Sapienza, a cui è dedicata la chiesa del quar-tiere marsalese, è stata caratterizzata da vari incontri di preghiera e di riflessione, che hanno avuto il culmine nella processione del simulacro della statua della Madonna della Sapienza, anche via mare, attraverso una imbarcazione dei locali marinai. Entusiasmanti e partecipati sono stati anche i vari momenti di fraternità, gioia e condivisione nei qua-li tutta la comunità parrocchiale si è ritrovata unita nella piazza parrocchiale. Tra le diverse attività, è opportuno ricordare il raduno di moto ed auto d’epoca organizzato domenica mattina, mentre la sera tutti hanno potuto go-dere dello spettacolo, organizzato durante la settimana del GREST, attraverso il quale i più piccoli, insieme ai loro ani-matori, hanno portato in scena alcune parabole.

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