POSSIBILI VIE: ASSERTIVITA’...
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Come riconoscere la violenza nelle relazioni intime
POSSIBILI VIE: ASSERTIVITA’ EAUTOMATIZZAZIONE
Rosa Angela Fabio
Dipartimento di Scienze Cognitive
Via Concezione, 6/8, 090-344831
Università degli studi di Messina
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Definizione di violenza
domestica
•Ogni forma di aggressione fisica, psicologica, morale, economica, se
attuata o tentata all’interno di una relazione intima presente o passata
(Baldry, 2006)
•Comprende:
• 1. attacchi verbali
• 2. isolamento di una donna dalle sue relazioni sociali o economiche
• 3. estrema gelosia o ossessività, controllo del suo comportamento
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•Segni fisici
• come escoriazioni, ecchimosi, graffiature
•Segni psichici
• come paura verso il partner, depressione
• ricercare, costantemente e con ansia, di non destare
• nervosismo nell’altro
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Cause nell’aggressore
• L’elenco dei fattori che l’OMS ha individuato (WHO, 2002, 2012) e il seguente:
- giovane età
- basso reddito;
- comportamenti aggressivi o delinquenziali nell’adolescenza;
- basso livello di istruzione;
- storia di violenza domestica nella famiglia d’origine
- - uso eccessivo di alcool o altre droghe
• - fattori di personalità:
• bassa autostima
• insicurezza
• disturbo antisociale di personalita’
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Giovane età, ricorso al
Bere, Disturbi di personalità,
Basso reddito, aver subito
violenza,
Giustificazione della
violenza, Tradizioni
sulle differenze di
genere
mass media, istituzioni
educative meccanismi di
competizione e soluzione
violenta dei conflitti
Caprara, Malamuth e Check
esposiz … The Guardian
sensaz
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•Gli interventi, secondo l’OMS (2012)
dovrebbero essere strutturati su ognuno
dei livelli
-Quali sono gli ostacoli?
-Nella vittima
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modello
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Perché? •La realtà non è lineare
•Alterata percezione delle proprie risorse reali
• senso di fallimento e isolamento
• incapacità di immaginare un’autonomia economica o psicologica
•Sconfitta: valore dell’unità della famiglia, cultura
• Il partner non è sempre violento, può alternare prevaricazione a
debolezza, fragilità
•La donna è sempre più confusa
•Mancanza di autostima e di autoefficacia
•Catastrofismo: più pericolo nel lasciare il rapporto
•Può pensare che la gelosia sia una prova di amore
ELLIS, 2009
A C ?
A B C!
Le idee doverizzazioni
disfunzionali:… bisogni assoluti
catastrofizzazione
giudizi totale
IL VALORE
B
B funzionali
B disfunzionali
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• Io devo mantenere l’unità e l’integrità della mia famiglia
• Ho bisogno di lui, sono sola e non posso sopravvivere
• Senza di lui cosa succederà di me?
• Visto che è geloso, allora mi ama
• Io riuscirò ad aiutarlo e cambiarlo
Gli stereotipi e i pregiudizi che sopravvivono nel quotidiano
creano una visione distorta dell’uomo e della donna, delle loro
differenze, ineguagliabili e complementari
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•spostamento verso
• le aree sottocorticali
•Luu, Tuckera and
•Stripling (2009)
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La difficoltà può essere dovuta a… •Multifattorialità
•Automatizzazione di alcune situazioni: nastri, schemi, inconsci
•Deautomatizzare è difficile
•La consapevolezza è il primo passo verso la nuova
automatizzazione : il valore del sé
•Coscienza del valore ma non tradotto in vita
Intervento a tutti i livelli
EMOZIONI
COMPORTAMENTI
COGNIZIONI
Sé
R
E
L
A
Z
I
O
N
E
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Ellsberg (2014) propone l’assertività come metodologia di coping
•L’assertività è uno stile relazionale/comunicativo che permette all’individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni e i propri punti di vista senza prevaricare né essere prevaricati
• Heisell, Ellsberg & Gottemoeller, 2014
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AGGRESSIVITA’ E PASSIVITA’: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
AGGRESSIVITA’
DISISTIMA DI SE’
PASSIVITA’
1. STIMA DI SE’
2. SAPER ASCOLTARE
3. ASSUMERE DEI
RISCHI
4. SAPER DIRE NO
5. CRITICA
COSTRUTTIVA
• No: non sono portato
• Dire GRAZIE
• Riconoscere i meriti
• Ascolto PULITO
• Risk taking
• Shame attaching
•Rispetto dei confini
• No alla passività, no all’aggressività
• Specifica e non generica
• Rivolta al comportamento e non alla persona
• E’ osservazione di un dato di fatto, non giudizio
• Mira a correggere, non a mortificare
• Aiuta a risolvere i problemi = dare
un’alternativa positiva
6. RISPOSTA
ALLA CRITICA
7. DARE UN
FEEDBACK POSITIVO
8. CHIAREZZA DI
OBIETTIVI
9. VOLONTA’ DI
PAGARE IL PREZZO
10. COME REAGIRE
AGLI ERRORI
• Sdrammatizzare (critica provocatoria)
• Contenere (critica sfogo)
• Ammettere l’errore e trovare una soluzione
(critica costruttiva)
• Enfatizzare ciò che di positivo
una persona fa
• Tradurre un obiettivo a lungo termine in
obiettivi a medio e breve termine
• Il prezzo della fatica, ma la soddisfazione
• No alla rabbia o allo scoraggiamento
• Come rimediare?
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In tutte le scene di violenza di genere, c’e un copione di gesti e parole variamente interpretato, ma spesso identificabile. È un linguaggio con uno stile impositivo, colpevolizzante, che utilizza insulti, toni di voce ironici o sarcastici.
Riconoscerlo sul nascere è di grande importanza: aiuta a individuare le persone potenzialmente portate a questo comportamento ad acquisire la capacità di contrastare certi atteggiamenti prima che degenerino, sia come vittime sia come testimoni.
Lo stile di comunicazione assertivo, invece, si esprime in un dialogo alla pari, che rispetta il punto di vista dell’altro, ma difende il proprio, in modo diretto, calmo e sincero, capace di mediare.
Questo stile non elimina le situazioni violente, ma può prevenirle contrastando l’incapacità di affrontare conflitti, caratteristica delle personalità aggressive e di quelle passive.
Gli stereotipi che alimentano la violenza di genere sono sotto ai nostri occhi ogni giorno. Mascherati da scherzi, barzellette, toni offensivi. Tacere e accettarli non fa che facilitare il loro propagarsi e le loro possibili ricadute.
Ogni giorno, ognuno di noi ha un’occasione per contrastare la violenza, senza fare azioni eclatanti né eroiche, semplicemente rompendo quel silenzio che la rende invisibile: consigliare un’amica che ha relazioni pericolose, prendere posizione di fronte a compagni che si comportano scorrettamente verso le donne, comunicare a chi ci sta vicino quanto è diffusa e insostenibile la pratica della violenza di genere.