PORTA COMASINA.

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P'E· RCELLINA. 227 nicano. Nelle Cappelle poi il S. Giorgio, che o1feruate, egli è di Cami!- Procaccini, il S. Giacinto del Duchi no, la S.Rofa di Federico Panza, 11 Simeone col Bambino in braccio d• Ambrogio Figin i,il S. LoJouico trancio con due altri Santi, e Crifto io Gloria d• Andrea Lanzani, e dello fieffo è ancora il B. Pio (hlinco cqn altri due Santi Domenicani, il S. An- tonio di Padoa auuanti à Nofira Signora con il Figlio in braccio, tencn- dofi da vn lato S.Pietro Martì re è di FilippoAbbiati, adro fou ra il va- fo dcll• Ac _quaBenedetta del Zoppo di Lugano, e tutte l'altre Phure,che Vedete,e tràCappelle,e sù perle pnreti,eccettuate le pittureà frefco nella Cappella della Madonna, che dipinfe il Duchino J fono di Francef- co Carauaggi. La Vergine del Rofaio trouafi in Ulatua entro vna Nic- chia cinta di preziofi arredi, e quelle quattro figure d•Angeli, che offer- Uatc dai lati di [colpito Legno J diedi 1 che fieno difegno d'Annibale Fon- tana. Abbafianza fi lìamo trattenuti à vagheggiare gli Ollri quella Ec.: . c]efiafiica Rofa, partiamoci, e non portiamoci alle f pine, fi bene agli f piedi,perche l'ora è del definare;fi tra1afd di confiderar Tauole di dipinti c?lori, prouinfi i calori delle Tauole, cui vi llann.o imbandite_, Ptatanze. Troppo da noifi fece in cotefia giornata, fe rauuifando la,._, Vercellina Porta incominciammo le faticJ1e con Venere, riftoriamocìJ th' egli è il douere, con le foauità di Cerere, e B.lcco. PORTA COMASINA. L più curiofo impiego, in cui polfa [pendere l' huomo i fuoi giorni, io ftimo, che fia, girfene pel Mondo, ad of. feruare nuoui Paefi, e pafcere gli occhi con neo più vedu- te bellezze, e da1la Natura·, e dall• Arte prodotte. Da.... faggio parlò chi di ife. Nil quàm omniafcire. A fa. per' aifai , non folo è atta la folitud ine d•vn ritirato Gabi- Tomba di Libri, fa d•vopo vfdre da' pntrij nidi. Qgefia verità fu tntefa da Diocleziano, quando hebbe à dire. Impcrator, 'fM domi clnu- fits cfi, 11cra non nouit. E grande la confolazione, che prouafi nel riportar notizia lli ciocche trouafi per tutta la Terra, affai maggiore e li giubilo, che raccoglie viaggiante in vedere in prnpia pofitura..... tutto quello , che fiaffi fotto il Sole confirutto. Da voi dunque confeffa- tatal verità, profeguite anche in cotello giorno J•incominciata faccen- da, eh• io fedelmebtc v•affifio in i(corta co• miei ragguagli. Da Como Città, e Colonia de' Romani fituata alle radici de• Monti ,e fuUe f ponde. cl cl Lago Lario prende quefta Porta, che oggi hà da effe re__, da voi rauuifata, à farfi chiamar Comafina 1 aprendo à tal Città diritto iJ fcntiere; )e dedicata la Luna, acciò non le mancalfe la fua falfa Deità, tome fi tengono tutte le altre cinque Porte. Ritrouandofi noi dunque... llell• ore frefche del mattino, à godere il verdeggiante apparato dc:U• er• Ff ::. be; .Auret1.

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Page 1: PORTA COMASINA.

P'E· RCELLINA. 227 nicano. Nelle Cappelle poi il S. Giorgio, che o1feruate, egli è di Cami!­~o Procaccini, il S. Giacinto del Duchi no, la S.Rofa di Federico Panza, 11 Simeone col Bambino in braccio d• Ambrogio Figin i,il S. LoJouico Bel~ trancio con due altri Santi, e Crifto io Gloria d• Andrea Lanzani, e dello fieffo è ancora il B. Pio (hlinco cqn altri due Santi Domenicani, il S. An­tonio di Padoa auuanti à Nofira Signora con il Figlio in braccio, tencn­dofi da vn lato S.Pietro Martì re è di Filip poAbbiati, il~ adro fou ra il va­fo dcll• Ac_quaBenedetta del Zoppo di Lugano, e tutte l'altre Phure,che Vedete,e tràCappelle,e sù perle pnreti,eccettuate le pittureà frefco nella Cappella della Madonna, che dipinfe il Duchino J fono di Francef­co Carauaggi. La Vergine del Rofaio trouafi in Ulatua entro vna Nic­chia cinta di preziofi arredi, e quelle quattro figure d•Angeli, che offer­Uatc dai lati di [colpito Legno J diedi 1 che fieno difegno d'Annibale Fon­tana.

Abbafianza fi lìamo trattenuti à vagheggiare gli Ollri dì quella Ec.: . c]efiafiica Rofa, partiamoci, e non portiamoci alle f pine, mà fi bene agli f piedi,perche l'ora è del definare;fi tra1afd di confiderar Tauole di dipinti c?lori, mà prouinfi i calori delle Tauole, sù cui vi llann.o imbandite_, Ptatanze. Troppo da noifi fece in cotefia giornata, fe rauuifando la,._, Vercellina Porta incominciammo le faticJ1e con Venere, riftoriamocìJ th' egli è il douere, con le foauità di Cerere, e B.lcco.

PORTA COMASINA. L più curiofo impiego, in cui polfa [pendere l' huomo i

-~~I. fuoi giorni, io ftimo, che fia, girfene pel Mondo, ad of. feruare nuoui Paefi, e pafcere gli occhi con neo più vedu­te bellezze, e da1la Natura·, e dall• Arte prodotte. Da.... faggio parlò chi di ife. Nil dulcil~s quàm omniafcire. A fa. per' aifai , non folo è atta la folitud ine d•vn ritirato Gabi­

~e~to Tomba di Libri, mà fa d•vopo vfdre da' pntrij nidi. Qgefia verità fu tntefa da Diocleziano, quando hebbe à dire. Impcrator, 'fM domi clnu-fits cfi, 11cra non nouit. E grande la confolazione, che prouafi nel riportar ~~·Libri notizia lli ciocche trouafi per tutta la Terra, mà affai maggiore e li giubilo, che raccoglie v~ viaggiante in vedere in prnpia pofitura..... tutto quello , che fiaffi fotto il Sole confirutto. Da voi dunque confeffa­tatal verità, profeguite anche in cotello giorno J•incominciata faccen­da, eh• io fedelmebtc v•affifio in i(corta co• miei ragguagli.

Da Como Città, e Colonia de' Romani fituata alle radici de• Monti ,e fuUe f ponde. cl cl Lago Lario prende quefta Porta, che oggi hà da effe re__, da voi rauuifata, à farfi chiamar Comafina 1 aprendo à tal Città diritto iJ fcntiere; )e fù dedicata la Luna, acciò non le mancalfe la fua falfa Deità, tome fi tengono tutte le altre cinque Porte. Ritrouandofi noi dunque... llell• ore frefche del mattino, à godere il verdeggiante apparato dc:U• er•

Ff ::. be;

Popif.i~ .Auret1.

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228 PORTA . be Ocfo fu) dorfo Ji quefic eminenti Bafiie, Guardie immobili Ji Milano, vorrei, che non vi hauetfe, à rincrefcere vn viaggio di mille paffi, traf· portandoui ad vna Chiefa di molta Diuozione per vna Vergine Miraco· lofa, pofciache m irereflc le moderne F.ibbriche innalzate da' Padri Mi· nimi di S. Francefc" di Pauola, mà perche dubito, c'habbiaui, à rlufcir• di troppo incomodo,fenza m uoueru i ,le vi defcriuerò con v n laconico mio racconto.

LI 'MA- CHiclL:afi tal fito S. Maria della Fontana, e fannoui refidenza gli gia DONN.A accennatiPadridall' anno I ~47· fino à quefligiorni, iui allogati da della Fonta- Ferdin:tndo Gonzaga ad iflanza di D. Ifa bella Capua Cua Moglie, per na. hauere in Padre fuo Spirituale vno di quefii Religiofi.

Tal Luogo Yen ne fatto Sacro fino altempo di FranceCco Primo Rè: di Francia, potfedcndo con atfoluto dominio il Ducato di Milano nel t 507. ergendoli atfai viflofa Chiefa contigua ad vn Fonte con Corti.te a• Porti· ci, e da Colonne abbellita, ed ingrandita dalla liberalità del fopranno·· minato Gonzaga, reflaua ella vfiziata da Confraternità di Scolari , gli quali poi cedettero ogni loro potfetfo a• Padri Minimi, la cui efatta affi[ .. tcnza tU cagione, che alcuni anni fono, nfiaffe perfezionata sù fJli ome· ri della vecchia Chiefa vn' altra più grande: Gio. Battilla Gu1dabom· barda Architetto difegnolla in vna fola Nauc con ordine Ionico arric• chita di varie Cappelle in amcnduni i lati: Vedcfi il Monifieroatrai gran .. de con Claufiri à Portici in Volta, ed à Colonne di marmo, non mancan• dogli Appartamenti Magnifici , comodi Dormentorij, ed altre flan­ze per numerofi Padri: ogni giorno di Venere euui particolare concorf o di perfonc diuote sì alla Vergine, per etfere Miracolofa ,come al Santo Fondatore di tal Religione; riCcrbomi di colà condurui in altro tempo, terminato, c'hauremo l'incominciato impiego, di rauuifare entro delle fue mura Milano.

ENtriamo adunque in quello antico vicino Tempio, mentre dinanzi i L'INCOJt.O- lui li trouiaruo, nè fia da voi creduto di poca fii ma, per vederli in• N.AT .A· nalzato quali fotto le mura. Stimatelo pure Tempio Ducale, mentre.;,

vanta fua Origine dalla diuozionc de' noflri Padroni Duchi, e vi raffe~· mino il mio dire que' Caratteri, che otferu ate in marmo foura gli Archi• tr.rni di due Porte, che tal Chiefa tienefi, apprelfateu i pure à loro, per Ieg~ergli, mà à toglicrui d'ogni difagio, fcntitcmi, eh' io ve gli fpiego, c;os1 van dicendo. _

1U11{lriffimus D.D. Francifc11s Sfortia Pictcomes D11cali infignit11s Corona Ìn.J flgnum dcuotiams Coronattt Yirgini Templum hoc co1'ftrui {cm fuatfoite sealO Gcorgio de Cremona huius 711.onafterij FundMor .Ann. I 4 5 I. Sentite ancora l'al· tra Infcrizione sù la feconda Porta . . .

Hauc Eccle/iam 4d1/ìcari fccit J/luflrifs. D.D. Bla1'ca Maria Duciffa ?Acdiolam' 'PJpùe, .Angltri~1ue Comitiff.t, ac Cremon.e Domina in honorem s. Nicol.ti de 'f~­Jentinc, cui impetrauit a Sanllifs. 'Papa 'PIO sec1mdo plen~nam remiffionem ~n p~~­mo anno fu~ Dedicationis, & feptcm annornm, & fcptcm qu.idragenarum m feJ._

tQ tiu/rltm sanfli in perpctuum anno 1460. dic .t. Scptembris. . !P.~C~;

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C O M A S. IN .A. -~29 Intendelle ~dunque, come qucfli Iugali Principi ft:cero e<Jincare du~

Chiefc con vn folo Frnntif pizio, entriamo, che mircretele difiinte, ma gc4 1ne1Je ritrouandofì molto fimili, e Culla fidfa Architettura, [ebbene per lcopcrnzioni amoreuoJi dcl Padre Angelo Maria Somariua Vicario Ge­nerale di quefii Agofiiniani Padri rcfiarono ambedue rifiora te con orna­~enti Ionici, e toglietene la verità da quefio incaftrato fatfo, che moftra 1n caratteri incili cotcfic parole.

D. O. 'M. Templttm hoc R_!llgiofa indu{lriti

'Fi!llertndiffimi 'Patris .A.ngcli M. St1mmaripd! Yicar~ Gencralis Jl..!fla11ratum an. 165 4.

Eccole pure tutte due refiando diu ife con Archi fofienuti da Pilaflro: fii di materia cotta. La Chiefa alla finifira mano fituata dedicoffi a Nof­ti:a Signora, e l'altra 2Jla delira à S. Nicola di Tolentino, venendo vfi­~late da• Padri dcll' Ordine fie1fo di quello Santo. Diede il Du<:a Fran­cefco Titolo di S. Maria Coronata, pcrchc in quella, come è penfiert!...t d'alcun i, riceuette egli con Apparati publici il Diadema Ducale, e la-­J:?uche1fa Bianca conf ecrò la foa à San Nicola, viu endogli grandemente d1uota per varie riceu u te Grazie dalle fue mani, che fanno fola adoprarc ponenti, e f pandere Celefii fauori. ·

Le fpefetemporali, c;hefece il Padre Somariua negli Ecclefiaftici riC:· tori di qucfto Trmpio ,contracambiò lddio con il ritrouamento di due 'I' efori Spirituali, chiuft in marmoree Caffe fotto terra; nel difporre i llttoui fondamenti, per innaJzar nuoue pareti fi Ccopcrfero gli Sacri Cor­pi, del B. Giorgio Laccioli CremoneJe primo Vicario Generale di quefia Congregazione dell' 01feruanza di S. Agofiino, e del B. Giouanni Roc­co Borri Milanefe, gli quali adde1fo ripofano nella ben' ornata Cappella del già nominato Dottore della Chiefa Cattolica Agofiin Santo, eh' è <}Ucfia nel mezzo alle due altre fituate nel lato finifiro. La Tauola pofia full• Altare, che ra ppre(enta pure S. Agofiino con altre bizzarrie pitto­rcfche dipinfe Siro Ferri allieuo di Pietro da Cortona, Jc Pitture à frc(co llella Volta operò Luigi Scaramuccia detto Perugino, e le Illorie nei lati :llt1·csì a tempra riaonofcono per loro Pittori Ercole Prornccin i, e Stdfa· no Montalti,dellecìnquealtre Cappc:lle,trèperparte,lc Tauole,che P~cru~te ef poftc sù gli Altari vengono ftim~te, ma incogniti fono i lor~

ltton. Il Tabernacolo fituato ne 1:1 Maggior Cappella di legno fabbri­cato a fcarpcllo vfcì dal!e induftriofe mani di Carlo GJrauaglia, nella fappelladi S. Nicola vedcfi in Nicchia full• Altare la Statua di legno co-?rata dello ftdfo Santo, ed in quella di S.Tomafo di Villa Nuoua fi riuc­

r1fcono l'Offa dcl B. G:ibriele Sforza Arciucfcouo di Milano, mà prima fcligi?(odi quefra Congrcgazione.,il quale confe~ròloi .medcma ~hicfa • ..1 P~d.n o_cc~pa~o affai buono Momftero, bene be m ant1c.i Fabbrica, con ~chz1ed1G1ardmi.

Non viftupite, s•io Cono perdirui, che ne' tempi di $.Ambrogio quc·­~~ ~t~ ~a nato abitaZÌO!_!C ~i~· Agofti?o,e di ~.~onic~;tenctc ciò per ve-:

ro,

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Scr.pof. Bipt.S •

.Ag11flini

230 POR'TA ro ,quiui tali Santi vollero abitare, per ritrouarfi vicini à S. Simpticiano J

Archidiacono allora della noftra Cattedrale, cherifcdeua, doue ora ve­defi il Tempio èedicato à fuo nome, il quale attcndeua le giornate inter~ in rendere fcienti di Precetti Cattolici quelle perfone, che voleuano v(cl· re dalle falfe Leggi Idolatre, e dadi à feguirc le infticuzioni di Crifto, ac­ciò il detto Sant' Agofcino haueffefacile la Conuerfazione di San Sim• plicìano, à rendcrtì con gli fuoi Santi auucrtimenti inftrutto nella vera. Fede, dcfiderofo di lafcinre le Manichee bugie, cd ignoranze. Riccuu­to, che tal Santo hcbbc il Battefimo da Sant' Ambrogio, e veftito co11..> particolari arredi dallo freffo Santo ottenuti, come egli racconta co11..> quefre parole. Notmm Chriflian11m nouis 11eflp;1e1His C11cull .t nig;-a induim11s, cingulo e:r Cori o nos 1pfl pr.ccitl:rimus, qttod S1mplician11s nofl~ ingenti l.etitht.> donauit. Ritiroffi quiui con varij Compagni Cattolici à far vita quafi MonachiJe, conuertendo fua Cafa in Moni(cero , vfando caduno per Abito il riceu uro modo di vefiidi da S. Ambrogio, che pur' era vna can· dida fottana, e di fopra vna nera Cocolla con cintura nera di cuoio, Abi· to vfato addeffo da quelli Padri. Forzato pofcia S. Agofcino à riuederc il natiuo Pade Africa no, e douendo abbandonare l'lnf ubria, in quefto ftcf· foJuogodimorarono gli adunati Compagni, offeruando que• riti di viue· re,che a pprefero da Santo così innamorato delle Leggi Cattoliche. Vifs~ ,, ro quefti in tal fito per fino a 1 cépo di S.Lazaro noftroArciuefcouo, e forfc prouando finiftri incontri di fortuna dai regnantiTir~nni, che f ufcita•

Gio. de Dei uano facili in quelle mifere età, à fconuolucre fenza pietofi riguat"di Ja Francefco quiete de' Religiofi, da quefto Santo Arciuefcouo venendo protetti con·

Be/O'{'{!> nel- tro ogni barbaro potere gli rinfrancò nello fteffo fito lafdatolòro da S. laY1ta d1S. Agofiino,quindì viuendo quafiin iftato Romitano,per ritrouarfi tal La-zaro .A.r- L~og~ l~n.gi dalla Cit~à, ne vfcirono .Poi gli .P~dri., che i_n. qucfta noftr& ciuefcouo. eta qu1u1 nfcdono, cluama ndoli PadrJ Agofun1an1 Romm. s 'M.APJ.A Mlrafi qui vicino vn Vicolo, il quale viene intitolato Borghetto, ì d~gli .An e/i dirtinzione d~l vafto Borgo, che farà da voi veduto nell' inuiarti cappJtcC1~e alla Città) il quale è di lunghezza fino alle f pondc del Nauilio di paffi no-

. fr11iordìnarij 1600. Q!_e(to.Borghettoadunque ferufl•anno 1630. nei fu­roridi quella gran Pcfte, che ogni Cafa era vno Speda le, ed ogni fito v!1 Sepolcro per riferbaco Ri poftiglio ai mifcri opprcffi; in quefti tempi r~· trouafì ne• fuoi Confini vna Cafa chiamata Collegio de• Catccumenr, pofta io vfo dal Cardmale Federico Borromeo Arciucfcouo, in cui abita: no perfone approuate l per ammaefcrare ne• noftri Cattolici loftituti eh• dcfidera vfcire d·aJle faJfità d'altre Leggi, acciò riefçano difpofti, à rice· uereJ'Acqua Battefìmale. Vede~pofcia piccoJoMoniftero di mod~rnc: Cappuccine, il cui Ti.toJo fi è della Maaonna degli Angeli, iui ant~ca· mente eferciuafi publica Oftcri:i,e fù ridotta dalle accurate operazioni del Cardinale Federico Borromeo Arciuefcouo in raUunanza di Monache Orfoline, e nel Reggimento dell' Eminentifs. Arduefcouo Litta rifolferli d'offeru~re.le Ca Pr.ucciMfche Regole, ma pecche t:il Rcligion.c a eco~: tentafi d1 vmere amKa della pouenà, p,oucra o!fc(uafila loro Chief.1 'e 1

lito, e di Fabariche le di iittl:!re. ~efL"

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COM)1'&fNA. 23r () V~ft' altr3 Chiefet ta fi chiama S. Fcbronia, e ferue per nppoggio S. FEE\_0 · ~ Zittclle pouere,le quali vengono gouernace da Vergini con.::. Nl~.

. Abito di S. Orfola, e volendo effe nello (ceffo Luogo vcJarfi, non fi rtcufa loro cosi Santa Rifoluzionc. In quefta radunanza entrarono quelle Mouache OrColinc,che non fentiuanfi forze d'abbracciare le ftret· te R.cgoJc di San Francefco nel .Monifcero, c'habbiamo otferuato della Madonna degli Angeli paffando dai lini alleJane. Fu inftituita tal Pia Ca~a da Francefco Maria Graffo Sacerdote Prete, il quale comperò t~l Abitazione da certi Signori della Famiglia Naua, e volle fotfe gouernata da fecolari Deputati; non ergefi Fabbrica di Chiefa, hauendo per Luogo Sacro fatto Ccelta di priuata Abitazione , non mancheranno però elemo­Jìne, ad innalzare in breue qualche nobile Edificio.

ECcoui vn' altra Chiefa con Moniftero fotto il Titolo della Madre della S • .ANN.,t: .Madonna S.Anna, v.6ziata ella fc ne veniua da' Padri dell'Ordine

dcl Beato Girolamo da Fiefole, mà Jeuati con faputa del Sommo Pontefi-ce, rcfta affifcita addéffo da' Padri Teatini. Dianzi dell' ingranaimento dcl Caftcllo di Porta di Giouc, ergeuafi tal Chiefa con fuo Moniftero fot .. to le di lui vecchie Fortificazioni, mà giunto ad e.tfcre Duca FrancefCl> ~forza, cd attendendo, à renderlo inefpugnabile con più forti antimuri, uc~cffc il totale fmantellamcnto di quefto Religiof o fico, concedend<>

agh fteffi Padri l'accafamcnto in quefto Luogo. La Chiefa confiftc ÌIL !na folaNauecon alcune Cappelle d'antica Architettura, e con foffitta a legname . Bernardo Zcnale aaoprò il Cu0 pennello in vna TauoJa en­tro la Cappella al finifiro lato, ed il Zoppo di Lugano di_pinfc le Reggi dell'Organo, le quali ra pprcf entano per di fuori la V erg me col Bambi­n~, eS. Anna, cdi dentro S. Girolamo con S. Agoftino. Ora che gli Pa.­dn Teatini quiui rifcdono_, alle loro diligenze vfcirà in brcuc quefia Chie­!a dalle fuc anticaglie, dandone faggio per fino addeifo vaa incominciata iabbrica nel Monifiero. lJ'Ccoui vn• altro Rccinto<liVclate Vergini ,che tiene per fuoTitolo S. CPJSTI~ ~ S. Crifiina; albergauano quelle il fecolo paffaco in vha Stanza quali N.;t • aUe falde delle mura entro quel primo Borghetto, che feceu i o1ieruare, adoprato nell'anno 1630. per ripofliglio d'Appellati , mà confiderato quc) lito da S:tn Carlo, non à propofito per Claufura, forfe troppo fog-get~? à finifiri incontri, volle, che quiui fi craf portaffero,e cic> fu nel 1 f77.· ~Os1 Jnftando il Padre Francefco Adorno Giefuita, e Padre Spirituale del. 0 ftc1fo Santo Arciuefcouo. Nel 1'652. la vecchia. Ghiefa Jafciò le anti-

1-te fu~ fpoglie , riducendo/i alla modernità, che mir?itc per mezzo d'v11 J cr~Ie sborfo fatto Cla vna fua Mona~a CJj Cafa Calligliona, ed immitara a diuerfe altre ad atti co~ì pietofi, rcflarono, ed Alt:ui, e Sagrefiia ben

Prcfio arricchiti éJi nobil i corrcdamenti, e di fii mate argenterie. {lER quello lato diritto vfccndo di Città ritrouafi gr~ln Borgo chiama- L.A.

h t~ da noi degli Ortolani, che forfe non l'inuidia in ampiezza à qual- TRJN IT A.

t ~ Cmà, dimora in Jui vna Chiefa fatta ne' tempi di San Carlo Parroc-~~la 1 che d~anzi ~~~ Propofitura ~o~~ ~icca de~ ~ad~i V IJliliatÌ. Le Ter:

re

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232 PORTA re ìui all'intorno Orti fertili filmi mandano tutto l'anno frtttti in abbo!Ì; danza, riceucndone Milano vtili fouuenimcnti pel viuere cotidiano.

S.ANt' TRouafi pofcia tri quefli Abituri ancora vn Moniflero, occupato ad· .AMBJtO· dcffo da• Padd Zoccolanti Riformati, che anticamente era fianza

GIO. di Romiti chiamaci di Sant' Ambrogio, e la Chiefa fieifa porta in Titolo •d Nem11s: il nome di tanto Protettore, aggiungendoui al Bofco, che oggi giorno

comm11lnemcnte diceli S. Ambrogio ad Nem1:1s. . Viene queflo Luogo in tal guifa chiamato, poiche ne· primi tempi, v1

s•innalzaua vna Villa con deliziofi Apparati, il cui Poffcffore nomauafi Leonzio Caualiere .Milanefe, e molto amico di SJnt' Ambrogio, che per tale amicizia prcfe egli à f,l!lggirfene quiui, acciò haueffe occulto aggua· te, ad affeatarfi da• Cittadini, vogliofi di vederlo Mitrato, per reggere l'Ecclefiafiiche faccende: f'u dal Caualicrc afficurato per pQchi giorni, rnà crefccndo il Cittadinefco defio, d'intracciarlo, fu egli fol'zato à pa1efar· lo, per non contrauuenire à troppo rigorofi comandi: che in quefca Soli· tudine ne' tempi di Sant' Ambrogio rifede1feui poi tal Vili.i di Lconzio,

1.i~. 4- fentite per proua ciocche lafciò fcritto il Ripamonti, dicendo. ~ltt.v J.eontij traflu lungo, & am~no pertinebat antiquitùs à 'Po1·tie R,.oman,e con/iTlip;1f 11ue in e11m locHm, -Pbi nunc funt Clat4ftr.i D . .Ambrosq, quibus à circumieflo quo•· Jam NemoreCognomen manet. Mutoffi di Villa in Romitaggio ,e vi s'ifl• trodufse numerofa radunanza di Pie Perfone, tra• quali lo ftefso Ambro· gio portauafi, à godere non terrene delizie, mà Diuini tr.utenimenti, ed alcuni vogliono, che S. Mltroniano Romita venifse trà efsi loro annoue­rato, 4andone certo attefcato alcune antiche Pittllre à frefco entro il Co­ro della Chiefa, le quali va o no rapprefentando vari gefti della Miracolo­fa Vita di <JUefto Santo, la cui Salma, carne ve ne ragguagli.ii, riueri.fccfl nella Baftltca degli Appofcoli mia Collegiata.

Si h.ì per veridica tradizione, che l'lmperadrice Giuftina conof ciuta..Ì ltaucndo la fallici degli Ariani, iui fi riducefsc à far penitenza dc• fu o i fal­li, e dipofte le Imperiali Infegne, occultatfe ogni faflo tra' Monacali Ve· li. 11 Monifiero, che di prefente fi fcuoprc, hebbc fua Origine dalle duu Famiglie Ferrcra, e Boffa, h:ì Chic fa eretta in vna fola N aue con alcune: Cappelle per ornamento. Gli Frati, che l'aoitauano, chiamandoli di s. Ambro~io, vefiiuano Abito quali alla Carmelitana, eccettuatane Ja for: uefia bianca, eh' era dello fieffo colore con la difotco, furono negli ann• pa1fati rimoffi, conuercendofi ogni rendita annuale in Commenda, cd ora veggonfi abitare, e Monifiero, eh' egli è a1fai comodo, e Chiefa, come grà diffiuj, gli P.1dri Zoccolanti Riformati, tenendoui il loro Nouizia~o !

In quella Chiefa , effendo in gran V cnerazione appreifo a' Cittadtnl Milanefi, s'efcrcitauano publiche Sacre Azioni, per fino à coronarfi en­tro d'etra gl• Imperadori. Corrado hebbe ardimento vn giorno, di voler far federe entro d•effa fui fcggio Arciuef couale vn Calonaco della çacce­draJe, f poffeffando deJlo lteffo il vero Pallore Mitrato, eh' crane Er1bcr~o Antiminiano, perche egli opponcuafi con ragione a' fuoi mali diportt.' ~rc~tan~~-ti~~n~!fa.mcn~c iroperi~l forz;a ~e~fo !~.Leggi çactolich~~;~1~

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----. COM ASINA. 23~ ra._to fi farebbe il t utto efe~uito, quando fi fcorfc in vn baleno veflirfi il Cielo à bruno, li urea di cordoglio, cingerli di tumide N1.Jbi, quafi prepa­rando lagrime, muggire i Tuoni, fcintill:lre fulmini, cd in mezzo à così funefii apparati coniparire Ambrogio Santo con acciaio feritore in... J>.ugno, alla cui tragica fccna af pettando tutti vn fine di morte, ricmpiu­t1fi i cuori di fredda temenza con vna fugga generale, rcfefì imperfrtta ogni temeraria azione di Corrado, forzato a confelfarc per vero Arciuc(­couo il maltrattato Antiminiano .

. Non ft farebbe adopr:no quello Regnante cosl precipitofo ne' fpropo..: fìt1, (e li folfe raccordato cieli' auuifo, che diede Mecenate ad Augufio, acciò bene reggeifc fuo Imperio, dicendogli. D111111um Numcn omni modo, Dio. lib. )i fJ>n>li temporc cole, & -Pt alij colant, effice.

LVngi da quello Borgo trè miglia incirca ritrouafi la Certofa di Gari- CEU-OS.4 gnar10, fimile quafi a quella di Pauia, ma non con tanca fontuofìtà, d1 G11rig1L•·

\'eggonfi Fabbriche nobili, Pitture celebri, ad a uccnric..irui fu~ magnifi- n•. ... cenza, fappiace, che ne fù il Promotore Giouaoni Vifcontc l'Arciuefco-\lo, ed indi a poco liberale donatario di facultofo Lafcio Lu echino Vif-conte chiamato il Nouello, figlio di Lucchino il Primo, che conobbe pet Genitore il Magno Matteo.

Eccoui di nuouoà riuedcre per quella parte il CafleJlo di Porta di Gia..: Ile, sò, che voletemi ricerc . .ire <1uali diroccare mura fieno quelle, eh~ 'cggonfi giacere tra' vicini paludofi canneti, a qual fine fieno fiate colà pofie ,e qual fembiantc fonnauano per lo palfaro. Dirouui, chiJmarli Tenaglie in Lombardo parlare, che alrro non vogliono dire, che Forti­ficazioni eficriori in guarentigia della contigua Rocca, fatte innalzare da Ferdinando Gonz:iga l'anno 1550.confideratc pofcia,eifere Fortifica4

zicni, ò poco à propofito, ò troppo di(pendiofc, f mantellaronfi, quindi r~{lano addeifo in mifcrabilc fiato non incamiciate di buoni ripari, mà ridotte peggio, che in camicia, perchc lì trouano del tutto nude. .

Togliamoci da quefii quafì dif.1bicati Contorni,& attenda fi à rauuede­r~ Edificij di non poco riJicuo, afpetrandoci frà ogni altro il gran Tem­pio di S:rn Simpliciano, e quell'Arco antico da voi olfcruato nella fini­fi_ra mane\ i feruirà di gu~do, per incrodurui à lui, volgendo però dian­zi vn•occhìataà qucflo Altare nel mezzoddla calpellata Contrada,il quale retb gu:irdato aJI' intorno da inneOati fiecconi di ferro. Chiama.li S. Rocco, ciù quiui tal' Ara di(poOa in occorrenza di Comagiofo male, per :igio delle CegueOrate genti nelle loro Cafc, acciò poteffero affiflere_, al S:icrificio della Mdfa fcnza v(cita da quelle,\ iene taJ Luogo gouer­n:no da Confratcrnirà della Croce; mà encri:imo ornai ne' Benedettini Chiot1ii. () Vcfla Piazza fi è l'Atrio , che ferue per antifcena alla C'hje(a._,. s. ST'M'Pll~ :~ L'Orar?rio, che fiaffi alJa finifira !'11a~o.hà:p~r (u? ~itol~ S.10 Gio. CI.ANO. _,

BJmfia, ed è v fiziJ to da Scola1'1 D1fc1plln1, qu 1u 1 po fidino J•an­ll? 1398. 11 Frc,ntifpi.zio di tal Bcne-~ettino Tempio riconofccfoque­fi1 temri qualche rinnouclfamento > dfendo nel refio corrifpondcnr~ a~:

Q7 - am~ o J

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.2 34 P O R ~r A 2ntichità,cbe li tiene nel feno;e Pinefhc,cPorte laterali l'èmo R:ite gli anni pa!fati ridotte ad Archicercura modcrna,la Porta maggiore per ritrouarfi ornata di [colpici m.umi, rimane ancora oerfuo antico difegno, e fe mi ricercaflc a qual' azione flaffi in quel (i ;1iflro lato accefo vn lume (ulJ• Ar­chicrauc, vi rifponderei fobico, iui cufiodirfi entro piccoli ornamenti di legno dorato vilìbile Tronco della Santa Croce, e perciò in fuo otfequio da• Padri mantienefi tutte !'ore acceCa face, anzi à lei nel giorno di fua._, Efaltazione Proceffionahncnte fe ne vengono e(li cantando in fua Lode, ed Inni, ed altre varie Orazioni.

Già fentifle, che in quefli Recinti tcneua f ua Abitazione S. Simplici.t• no, v iucndo ArchiJìacono della noOra Cattedrale, cJicoui ora di più, che S. Ambrogio in onore di noflra Signora, e di tutte k Vergini Sante fcceui innalzare qucfla Chiefa, mà non m•arrifchio à mantenerui, chu Gt1elb fì:t la lle(fa con la prefence Architettura, per gli orribili danni, che Mila no hà (offerto da canti Barbari; rcflò arricchita dal mede mo nollro Protettore di numerofo Clero,eleggédola in Parrocchia, e ritrouanfi per fino addeifo alcuni S.icerdoti con Titolo di Curato, mà mercenari; Am .. minifiratori de' Sacramenti a• vicini Popoli. In proceifodi tempo quell' antico Clero hebbe Titolo di Collegiata, con l'affiflenza d'vn Propolto, mà alla venuta dc' Padri Benedettini Cluniacenfi rimoffefi, che fu nel mille, e cento in cii-ca, reggendo il Pafloral Ballane Anfelano Q.!!arto di Ca fa Valuafforc, abirnndo quei Padri à S. Procafio ad Monacos, detto alla Rouere, fico non à propofito per effi loro, etfendo rifiretto in angu( .. te mura ,entro cui e[ercitar non poteuano le Sante Regole del Patriar# ca Benedetto ,ampliandoli ogni <lì più tal Famiglia; Per alcuni fecali fiorirono le Sante, e virtuofe operazioni di quefli Monaci in così plauli· bile Tempio, mà da nemica Fortuna maltrattati rellando, da• Romani :Pontefici tù ogni rendita loro pofia in Commenda, e per Abate Padrone riconofceuafi ora vn Prelato ,ed ora vn• altro. Non piacendo forfe i Clemente Setti..-io, che vn così lnfigne Tempio miraffefi inofiziato nel 1 516.feccne egli dono atfoluto,e di tutte le fue antiche rendite a'l>adri Be­nedettini di S. Gin Oina di Padoa, ed effi fono quegli, che fanno con nuo­i;i abbellimenti rifplendere, e Chiefa, e Monictero in quefta nofira età•

Trafportatofi, 'he fi fu al Cielo il Santo Pl"otettore Ambrogio, rdlò in fua vece al gouerno S. Simpliciano già profetizzato Arciue(couo dal­lo lletfo Ambro~io quafi agonizante, fenticofi a dire per tre volte Buono Simpl1eiano, mà ,ccch;o. Pofloit in Seggio, prefc ad hauere particolar .Ptotezzione di cotefto Tempio, quindi adornollo di Reliquie ,lo volle..> redi!icaco li douc era mancante di Fabbriche, e ridotto~ pofcia à mor~e, elc1fe in lui fuo fepolcro, al cui Santo acquifio cdfandoil nome di Ch1e· fa della Vergine Affunta ,ditfefi,come altresi diedi San Simplici:1110. ~attro· altri Santi Arciuefcouj nofiri ali' efempio fuoentro di lui yol­lero c1!cre foppclliti, e furono S. Ampellio, S. Antonino, S. Geronzio' e S.B~n1gno,~c ~i lo~o .Reliquie effend? ll:ite riconofciute da S. çarlo, han-110 m qudh g1orn1 npofo nel ~1agg10E'. ~ltare ! · Mà

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COM.ASINA. Z3S . Mi non più fi differi(ca l'ingreffo: olferuate omai la di lui vana am.;

piezza, e fmifurata altezza delle fue Volte fofienutedagroffi Pilafironi, Parte di felce, e parte di pietre cotte, di quefii per cadun lato voi ne nu­merate otto, con altrettanti Archi, arriuando fino alla Cupola. Iu trè N aui fu dif poHa la f ua antica Architettura, con due altre N aui laterali formando vna Croce, moda vfata da Sant' Ambrogio nell'Erezione d~J­le Chicfe, eh' egli foleua innalzare: fcarfeggia alquanto nelle C:irpdlc alla va!lità del fuo fito, perche quattro fe ne veggono fole, due per parte. lo Spofalizio della Vergine neJJa prima Cappella alla finifira mano Vt!nne dipinto da Camilla Procaccini, ed il S. Mauro nell'altra à rimpet ­~o à quella operò Girolamo Chignoli. Bernardo Zen al e dipinfe nei lati Interiori della Porta maggiore l'Annunzi azione à frcfco, e Camillo Pro· caccini ornò con fue Pitture tutta la nobiJ Cappella della Madonna, che fi troua n.cl braccio diritto deJla Croce entro varij ornamenti di llucco dorato. Il Coro di pinco anch'egli refla, mà da antico pennello à tem­pra, nel cui mezzo appare la Triade Coronante la Regina de' Cieli; il fuo Altare ne' gradini poco fa refiò maefiofo dagli intagli dì Carlo Ga­rauaglia, il quale fece ancora tutti gli ornamenti in legno degli due Or­gani, che pofano auuami al Coro fieffo tra' laterali Pi1afironi.

D_iffiui nel Maggior' Altare hauer ripofo quattro Arciuefcoui Santi; f~ccioui intendere ritrouarfi di più trè Santi Martiri ancora, che fono Sifinìo, Martirio, cd Aktfandro portati à Milano dalla Città di Trento, Per opera di S. Vigilia fuo Vcfcouo; vcggeuafi anticamente foura que-1lo Altare in onore dt tante Salme Sante fatta à mufaid fregi •na Cupol~ f~fienuta da quattro Colonne di Porfido, e fe non fi in ira di prefente_,, dice pure, h:tuer (offerto naufragio nelle piene de• bellici tumulti •

. Mà giacche mi fentifle nominare trè Martil'Ì portati da Trento, vo­ghoui narrare curiofo prodigio degno per le vofire orecchie, feguito in turbolenze di guerra nelle perfone di tali Santi. Non ancora fentiuanfi raffreddati gli focofi fdegni,che il B ... rbJro1fa nutriua contro Milano,tut­tocche dopo la generale ruina da ragli, mofiraffe compiacimento, d'ac­Crefcere fregi di pacifico VJiuo ali' inferto di fna Corona, perchc nell' anno II 76. riduffefi a nuouo ~f0go, cosi fecefi vedere accampato ne' ~oCnfini d1 Cairate Vmaggio alfa i riguardeuole, tratte le fue Milizie ,ed 1

• uo Traino dalla Città di Pauia. Afficurauafi egli di dufcirne Vitto­ri?fo, mentre tlimauafi più èc• Milanefi prouueduto di forze; appog­g~andotì adunque à qucJla f peranza, che per eJfer• aerea facilmcnce. fua­~tfce, fè pubi i care dcli' attacco 1:1 giornata; tal nuoua diede Ja fof piruc

{' l• Efercito Milancfc, conofcendo in !ealta, che il danno cCfer do~eu:i duo 'p~rche le peràitc fempre .v~nnod1 confrrua.con !e debole~z~: tl ce-cre er.i vn• acquiltarfi ignom101c ~l'opporli a• Vntonofi gue:ra~n ,_er~

fcClo troppo ~ffc~deuole. Ag!tata tra queO_e penficrofe Can_<ld1 gh M1· ri~ne(j ~ qu:ifi ~nf ~1rati da Diodledcdi a' Vott, e perche nelJa gtornac~ ~e·

1 •uadi qucfiL tre: M.iniri cadcua Ja palcfata Z ufl.J , furono effi fcelti 1n.... • oro Protettori, proponendo con maggiori Applawfi fo!enoiz.zare 1'an-:

9g 2. .ouale

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;,.·36 P O R T A nuale memoria; llabilito l'aifcnfo, parue, che vn giubilo llraorJiAario ra !ferenaife à tutti le turbate menti, e che vn generai penfiere, di rellar Vincitori, innanimaifegJi, ad ìmbrandire coraggioli 1e fpade, non cr~t più dolorofo J'arriuo della vicina giornata, mà ben fi faceua fcntir noiola queJla dimora, che manteneua oziofi gli acciari, in fomma gli atomi dll· la fof penfione maneggiati ratfembrauano rincrefccuoli giornate de' Ju n· ghi Luglij, e più peuaua(i in a f pettar le ferite,che ridotti agonizza nei fof· tener penofo J'eftremo paifaggio ali' altra vita. Nafce aJJa fine della Ila· bilita giornata il Sole, danfi dagli Oricalchi gli orridi auuifi, à vcdcdi amenduni gìi Campi à frontè, per rubarli dalle fronti i vittoriofi Allori, .e fla.• pugni le trionfanti Palme; difpofio il tutto, ecco dinanzi degli affalt· menti, che miranfi con r~pido volo, venire da vna contigua Chìcfetta à quelli Martiri dedicata trè candide Columbe, e dopo d'hauer formato folk Falangi degl' Infubri Guerrieri varie Corone coi loro voli, qaafi di· pigncndo nel gran Q!!adrodell' Aria vittoriofi cerchi, facendoli vicine al C:i.rroccio ,eleffero per loro feggio la di lui traue inalberata, non li partendo dal!' fotra prefo pollo confianti, ed intrepide ai fulmini de' per· ceffi acciari, che foJgoreggiauano innumerabili, fin che non olferuaro· no disfatti i nemici, e ridetto adobbrobriofa fugga l'Enobarbo Tiranno. La guerra indebitamente moifa vcfie ne' fuoi rrincipij Manco dominan· te, e nel fine non troua appena cenciofa gonna per coprire le fue igno ...

'Pluta1'&9. minic. Ciò auucnne à Serfe, quando entrò nella Grecia per deuaflarla cotro ogni ragion:, più d'vn milione di Soldati numerauafi nel fuo Efer· cico, e ridottofì à fuggire,perche fa Fortuna non fccondollo, vn fol fidato amico non hebbe, che poteifelo atficurare da pochi Greci, che in trac ..

Cap.z.o. ;~ ciandolo, vofeuanlo eltinto. Ben l'intcfe Augufio,che per di portarli fecn· "'l'gufto. prc da gloriofo, folo voleua, che giufii attacchi, e di ciò (e ne hà da Sue· - ton io la Fede, qu:t ndo lafciò fcritto di lui. Nulligentifinè iuftis, & ncccf[A·

r~s catt{FJ &1!11 m int1dit. . Nel motceggi.uui d'vn Carroccio hò (coperto in voi penfier voglio(o,

•i fa pere qu.il macchina fi fo{fe quella, e qual fazione opera!fe trà lu accampate genti; COf? lo (piegamento vuo• fecondare vofiri defiderij.

Non vfciul mai daJla Città di Milano fchierato Campo, per intrapren4

·clere Marziale Imprcfa, (enza condurre con [eco gran Carro moifo da.:-' otto f mifurati Boui con Palandrane fui dorfo di drappi candidi, e vcrcn~­gli,Ja di cui Liurca adornaua anche lo fietfo Carro per nmi quattro i lati, forgeodoui nel mezzo aggu ifa di marinarefco Vafcello Albero ingigan­tito con Croce Roffa nell'alto, ai cui piedi veggeuafi preparato AltJre..JI t:on fimili arredi guernìto, alla fua guardia trouandofi della più (celt:tà Nobiltà Milanefe vn Caualicrc con Titolo di Capitano, comandando più perfonc tutte inuolte in Abiti candiJi,c vcrmiglì,trinatid'oro,e pron'" ti (e ne flauano alcuni Sa-cerdoti Miniflri del Sacrificio della Metfa, te­nendoli fcmpre vicini Jifpofli vafi per co~ì Santa azione. Eribcrro An: timiniano Milauefe noflro Arciuefcouo ne fu il ricrouarore, dandogli n~mc d~ ~~~o~~~,~ [rn~ ~: t~wp! ~~~ Maguo !"latte~ Yifcoute ine~n:

tenu ~

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COM ASINA. 237 tennefi vifibile nel mezzo alle Iofubri Falangi.

Se vi porterete p.:>i nel Monifiero, mireretelo in antica Architettll ra è vero, mà con buon'ordine fatto, perche Bramanti no fu quell'Ingegno, che lodifpore in Claufiri à Colonne, in Appartamenti nobili, e Ja lui veggonfi di pinte le pareti fotto le Volte con varij gefii degli trè nominati Martiri Sifi.nio, Martirio, ed Aleffandro.

E Tempo omai J•vfcire da quefia Benedettina Chiefa, per attendere s. 'PEL.A..; ad altre vedute. E fiane per la prima la vicina moderna Chief~1 GI.A. '

architettata daFrancefco Ricchini in ordine Ionico; Innalzauafi i!L quefio fito negli anni paffati vno Spedale intitolato di San Simpliciano 1

entro il qu:tlc curauanfi gli vlccrati nelle gambe, gli fciancati, d ifettofì, e quegli, che ritrouauanfi ridotti ad vn' eflrema veccl,iaia, inutili à qual ~ fia operazione; venne eretto da' Principi Vifconti, prouuigionandolo tn varie Ville di due milla, e fcttecento, e più pertiche.di fertile Terreno, con l'affitto di ventidue Cafe fituate in quella medema Porta Com<l/ln~, mà vcggendofi ne' tempi dell' Arciuefcouo Cardinal Ce fare Monti, tu.1C-ponata ogni fua faccenda allo Spedal Maggiore, per non lafciar' ozi010 così vafio ftto, operò quel Mitrato Pallore d•ergcrui vna Claufura à b~ nefìcio di quelle Femmine, che dateli à fcialaquata -vita fono cagioqe.) · ' d•vna continua offrfa di Dio. Sotto la Protezione di S. Pelagia Peniten-te fe ne ftanno quefle Donne in buona quantità racchiufe, haucndc of­tenuto Abito particolare Monachile, e venendo gouernate da fecolari Deputati aOHlenti a• loro bifogni.

SV quefio Ponte, che da' Milan dì Pùnte Morto G chiama, diJnzi del 'PONTE 132+ eraui il fuoArco con le latcralifue Fortificazioni, nella ma- Morto.

niera, che veggonfi gli Archi degli altri Ponti, come fin' addeffo hauete cfferuato; diedi, effere originata la denominazione di Morto da vn lu-gubre fucccffo, che auuenne il fudetto anno à RaimonJo Guafconi Pa-palino Vicario nella Lombardi.1, e Generale dell'armi Pontificie contro Galc3zzo il Primo, figlio del Magno Matteo; hebbe quìu i t.il Guerriere, à rimirare disfatt:l la fua gente militare, rellando egli prigione con il di· rocca mento del Ponte, e con la total caduta dell'Arco, nel volere attac~ car{ì alle mura con armata macchina, chiamata Gatto, foura la quale_, furono fparf e incen~iarie materie, <?gli bogl.ienti, accefa pece da' Mila.-D~fi, quindi abbruc1ando la macc_hrna, add1et~o à fua rurna fu cc effe Il d1sfacc1mcnto del P@nte, eh' era d1 legno, e la d1firuzionc dell'arco. Da Donato Baffi c6 Cuoi raccordi refta autenticato quanto f cntifie,dicendo . Tandem ft•fo f11pel'7lf oleo, aliaque pingui materia igni commixt~ maclm1a_me~· Don. Bof. tum, atq11e 1pf11m pariw· 'Pontem concremanmt, parlando egll de' nofln Ctt- C1 o. I 324. tadin i, coraggiofamcntc intenti alla difcfa dcl Patrio Nido.

e O s1 di(corrrndo, eccoci portati ad altro Tempio nouellamente_, S.C.Al{.'PQ~ rifatto, ed è quegli, che mirali in fronte di queflo Vicoletto, rnr· FO~O ~

Cato fr:bito il Pnutc Morto alla finifira mano, tenendoli dinanzi qualche poco di Piazza . San Carpo foro diedi, ed affiftono alla Cura dcli' .rnime, ~gendo FarrocchLa 1 ducRettori. La Chicfa vcdcfiin vnafola Na.ue_,

- - · - · · - - - - -- · fabbri, ,.;

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IL Cv!I{]Y1I­

NE.

2~s PORTA ~ ~

fabbricata in ordine I"" .iirn, e ne fu il fuo Architetto il Puttini, orn~t~ retla da fei Ca ppclle diu i(e vgualmente per caduna parte, gli cui Altari tengono fregi alla Cori . 1.1,parte in lauorati marmi macchiati,e parte in illucco: Ftlippo Abbi:,u colorì quella Tauola,che mirali nella Cappell~ allato finiflro vicina all:i Sagrdlia, foura cui appaiono quattro Santi Martirizzati; e Claudio Lore.flefe dipinfe il S. Antonio nella Cappella à mezzo la Chiefa.

In quello Sacro fico nel tempo dcl Romano Dominio adorauafi la Dea. V ella, ed ifirutta quefia fai fa Deità , di Tempio di Vefta, diuenne Cafa di Santi, perchc venne quiuiad abitarui vna vera Diuina Vefta, nolt-1 figlia di Saturno, mà di Satiro il Santo, ed' Ambrogio SorelJa, che f'u S. Marcellina.S'o1feruano ancora in quefii giorni alcuni auuanzi del Tem­pio V ella le, e Cono quelle <luattro ColGnnc di Porfido, che appoggiate li ftanno nei lati del Maggior' Altare, foficnendo, mentre ti trouauan<! erette, vna Cupola à fembianza di quella da voi o1feruata nel Tempio dl S.Ambrogio nell:i Maggior Cappella, e vogliono alcuni ofieruatori dell' antichita di Milano ,che il marmo fcarpcllato fofienitore dell'Acqua Benedetta foffe il piedeflajlo, che reggeffe la Statua della Dea Vefia.

A I Carmelitani Padri inuiamoci, gli quali furono introdotti in Mi· lano nelle maggiori turbolenze Ciuili, che mai romor~ggiaifero

in quella Cictà, e per raffettarle fù d'vopo implorare dal Cielo Diuini Soccorfi, e forze Ecclcfiaftiche. Vennero adunq ue al poffeffo di quefto fitol'anno 1250. incirca, guerreggiando con odij mortali Nobili Citta· dini, e Plebei per pretenfioni richiefte da gli vni, e ne~ate dagli altri , à fegno cale, che furono sforzati gli Nobili à fnidarli dai loro agi, e dfoen~ tar Forcfi, traendofi con effi loro in tante calamità l'Arciucfcouo ficlfo Regnante ,il quale chiamaualì Leon Perego, quindi impotfclfacafi della Città la gente minuta, e collocando il gouerno nelle mani di Martiru Torriano, fece, eh' egli volgeffe il timone d'effa a fuo piacere, azione, che fà l'origine dell'ingrandimento di Cara Torriana, poiche egli diftruf: {e il Tribunale della Credenza, e volle effere gridato alfoluto Signore dt Milano, occupando infino le Arciuefcouali facultà,benche ne fentitft: dal Sommo Pontefice quelle doglianze, che fi meritano cosi fpmpofitati ar­dimenti. Furono breui però quelle fue grandezze, perche à loro fi traf­portò con troppa veemenza, e (e così Infigne Famiglia fi vide fmucciaca ben preflo nelle miferie ,fù, perche non fi Jilectò forfe mai di fiudfar Se­neca, che le h auerebbe detco, .A.d dcterior.i f~cilcs fumut. ~dlo Tempio refiò innalzato feguito di p0co l'ingreffo de' CJrmc­

litani Padri, non fi ritrouando dinanzi infogna di Chiefa alcuna, mira­telo adunque in architettura antica, dal Coro infuori, effcnJo tlato r~n­nouellato poc' anni fono in ordine Ionico,minacciando ruina il \•ccch10, come anche parte della Chiefa addeffo veddi cadente, viene cli a (ofienu­ta da Cci Archi per lato con altre tante CoJonne di cocca materia conde' refiando ornata da altrettante Cappelle, parte moderne,è parte an~ic hc; Ja feconda di effe alla diritta mano dedicata alla V ergine hebbe ari ccu e:

- - - - -- - -- · - re

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COM A S l N A. .:39 re negli anni poco fa fcodi varie Picture dal Piammenghino, quella che ~cgue molto antica mofira fua Cupola colorita con dodici Appofloli dL

ramante, così rJccord.lndo Gio. Paolo Lom:tzzi, mà quafi tutte le figu­r~ t~ouanfi Cmarrite; vn• altra, che vicina aaifte operò Ca milio Procac­cini; ncll' altro lato non vcggonfi Pitture in niuna Cappella da comme­tn~rarc, dal S. Giaccomo in fuori nella Cappella, che feruc per braccio finiflro alla Chicfa, il quale fu pollo in dipintura dal Duchi no, e ncll' al­~ro canto à rimpetto la S. Maria Maddalena de'Pazz.{ dipinfe il Monta lei,

]cgucndo dietro à quella vna rimodernata Cappella, e pollaui full' Altare a Tau ola Ji S. Lucia, che ritrouauafi vccchiamcnte entro il finiflro pi ·

lafiro dell' Ah:ar Maggiore. Camilla pofcia Procaccini fece ume le Pie .... tur~, che vcggonfi nella contigua CappeJJa dedicata alla Vergine dell' Abito Carmelitano.

Comodo Moniflero fi godono i Padri, quali tutto in moderne Fabbri-

lthc n<lotto,prouueduto di vago Cortile cinto <li Portici in Volt.i con Co­onnc di marmo. LA <li ritta, e lunga firada, che quefio Monifierofi tiene d'.tuuanti, 'PONTE d chiamafi Corfo di Porta Comafina, per andarfene anch'ella al p~ri r ET JtO.

<:l!' altre Porte, e da quel Ponte Morto già defcrittoui fino alla Colon ... Ila ?che mirali eretta ncll' dlremità del fuo fito, fonoui paffi oofiri natu: rah fciccnto, mà non vi fiupitc io rimirare entro di quefio Corfo tante Ili Umerofc genti trafficandoli in varij ECercizij mecanici, l'.1mpiezza del-a Città ammette in tutti i fuoi Corli cotcfti impieghi ,...icciò habbiano i

Cittadini comodi polli, à prouuederfi di ciocche loro è bifogncuolc, fcn-2a ridurli nel centro d'etra, ouc fi vendeuano le publiche prouuifioni per f?fienimento delle Famiglie. Nel Lembo di quefto Corfo vcggellafi an­ticamente ondeggiare vn• acqua forfe di quelle introdotte d<i' Romani, Per mantenere illcfa la Città dalJc fchifczze gittate nelle firacle alla gior­iata, e quiui per traggitto della dett' acqua inarcauafi vn Ponte, il qua· e fu poi leuato nel riportar• altroue il corrente Riuolo; à diffcrcnz:iare...t ~ueno Ponte da gli altri, gli li diede Titolo di vecchio, e ballardato tal norncdal parlar Milanefe ,nominali Vetro, eh' altro non vuo' dire, che Vecchio, così adùeifo à nominare quefio fito diedi Ponte V cero.

La Colonna, che quiui s'innalza col Vcfilflo del noftro rifcatto a• co­mandi di S. Carlo venne piantata, c<l ella da il nome à qudlo luogo cii f ar~obbio, perche dianzi della ru ina Enobarba yeggeuanfi le mura del-a. Cmà quiui innalzate in f ua difefa • •

LA Chiefa, che voi oiferuate alla dc11ra mano fic11ata chiamafi S.Mar- SAW cellina, ed è Parrocchia gouernata da •11 folo Rettore, l'itrounfi in 7t1.AitCEL.;_

~odcrna.Architcttura,ment:e t'ra ~adcntc,c tr?ppo :intica,il Puttini fù il LINO. uo Arch.1t_etto,che dif pofela rn ordioc lon1co,ttcn~ vna fola N.tue,c refi:t

ornata.di tette Cappelle vnitamente con b m agg!orc. L:t Ta~ola. del S. A..nto.n10 pofc.i nella Cappella di mezz~ all:uo fin.1ll.ro Qpc~c\ R id<?!t" Cu­tuo ~1fccpolo dcl Ccrani, e lodafi tal Pmore nel d1p1gnere 1 nccnd11,c not· ~:;k1,gclli,lc ~ui picto!efc~~ f~th*c f ~no Jcgn~ ~·~91arG.i~inccti, L~ ~-

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~40 PORTA S.Il.AR.JO·LA firad:t,che apreli percontrocbiamafi diRoueI!o,edoff'crualin.e'

(uoi Confini piccola Chiefa detta Sant' Ilario, non fernendo ella JO quelli tempi ad altro, che efcrcitarc à Cue ore la Dottrina di Crillo: ali.a liberalità d'vn Nobile nollro Cittadino, per nome Anfelmo B.1lfJmo V! .. de il fuo innalzamento nel 1060.à ripararla dalla vicina ruina le fu apph· cato nouello rHloro di moderna Fabbrica pochi anni fono. •

Seguafi il nofirocammino sù per quella diritta incominciata ctrada, per ridurli alla Collegiata di San Tomafo in Terra Amara, tratc:into ice rauuifando Milano in qucfie parti, come egli fi:i negli effercizij inuolto' non vi effendoCafa per ogni lato, che non moflri [palancate Botteghe, entro le quali non vi fparga fudori l'Arte mecanica. · .

'S.A'N LA fcarfczza delle Collegiate, che non mirauanfi in quella Porta Co .. TOM.ASO maftna, fece rifoluere S. Carlo a radunare nella Parrocchia di Sa!JJ

zn Tcm1. Tom;\(o quattordici Calonctci col loro Propo!lo , per formarla nella gui­~mar.1. fa, eh' orafi troua. Dalla Vi Ila di Monate vicina al Lago Verbano leuò

quattro Calonacati con vn Tirolo d• Arciprete, da Brebbia (ci d'altri, e quattro d'Abbiate Guazzane col loro Propofio, che v n iti infieme a(cen­clono al numero di qu:m:ordici ;ditferemi fono le prebende loro, pcrche diffimili lono k·rendite, che riportarono da doue ritrou auanfi piaHtati• Veggeu:ifi quefia Cbiefa il (ecolo paffato in altra politura, innalzandoli fuo Coro ,doucora fono le Porte, quindi rcndcndofi faticofo l'ingrc1fo, yen ne ridotta nel fembiante, che Ja fcorgcte addefso, ma nafccndo nota• bili difcordie, nece!Iìtolfi, à Ja fciarfi mirare fulla primiera fua pofttur3; per dieci anni continui m:tntcnnefi tale, edifpiacendo al vicinato, rùni­rarla con le Porte n:lfcone, ridufsefi à flato, che da poca gente vifitat3.J venia a; fatta poi da alcuni Caualieri falda rifoluzione di rimcttcrl:i, con riportar le Porte vcrfo la pt1 blica flrada,per foppliche date à Sillo ~into Sommo Pontefice ottenndì ogni intento, e ne furono i Motori princi­pali Ermete, e Gio. Batti fra V ifconci Padre, e figlio: aJl• innalza mento del nuouo Coro, doue orafi vedc,ed alle aggiuftate Porte fi venne anche tutta la Chicfa ad dbbellirc con CJU:ltrro Ca ppcllc per cadun lato, ornan· dole di flucchi in ordine Corintio, e fcbbcn' crgcfi in vna (o);) Nauc, ren· <l~fi nulladimeno Maefiofa, ed alfa i capace di Popolo. Il S. Carlo i~ pittura, e he offeruate neJJa fin i Ora pa1·tc della (econda Cappella cok>rl vagamente .GiulioCefare Procaccini, e nella prima Cappella al dcftro Iato trouafi vna Maddalena molto bella dipinta da Aurelio Lou ini, ado· randa Crifio in fembiante d'Ortolano, e nell'altra, che ficguc, cuui v~ Sant' Antonio nel Di ferro di non minor pennello, mà oltramo11tano : di Rodolfo Cunio fono akunrS:inti in Pittura, che fanno ornamcnco aJJ:l Chiefa d'intorno .

Accorgomi quanto vi folletica il defio di faprre, perche s'intitoli qucf· ta Collegiata S.T0mafo in Terra Amara. Anticamente non diccuafì San Tomafo, ma li bene S. Fumè, Lombarda parola corrotta, volendo djre S. Tomafo; il Titolo poi di Terra Amara vogliono alcuni, che ve11ga da vn' onida uzione, che quiuiopera uafi, cioè, che i malu iuenti pagau~no .. - d

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C O M A S l N A. 2 4 r il fio de• loro misfatti con la morte fulminata da giuRa Af'trea,quindi teg:: ,.J

geuati nelle publichc Scritture, .Ad Sanélum T-homarn ad CrNctm, ouuero .Ad Sanllum Thomam in Tcmt Sicariormn. Altri dicono, chiamarli Ter.ra. amara per vn• auuerfa Fortuna, fiera danneggiatrice dcli' Efcrcito Cat• t?lico accampatofi in quello fito alla dillruzione degli Ariani nel tunpo '11 S. Arnbrogro, mà llimerci, che più tofio haueffe acqu i flato tal nome d'Amara all'accidente occorfo ne• tempi del Duca Gio. Maria Vfconce llella pcrfona d' vn• innocente Religiofo , riufcendogli quello tcrrenct lnoltoamaro aicomandidiquel Barbaro Duca,chcaoch1 eglipagò la. Pena dct fu0i fcueri misfatti con lo sborfo dcl propio fangue: fentitcne il caro ,e commiferatelo.

Era Colito quello Duca ne' caldi Efliui portarfi dal Patagio Duca tu • ogni giornoful cader del Sole, à prender' aria entro Cocchio alla graD.J Piazza del Caficllo, auuicinaco/ì vna fera à quella, venne trattenuto da \'oci flebili, che v{cendo da femminili Jabra, feppero defiargli curiofa.... Voglia d•ifpiarc la cagione di cosi mcfia mufica, non giàmoffo da tene­r~zza, pcrche niun cuore di Tiranno refia ammollito mai, ned à fiille di P~anto, ned à fiamme d·~ddolorato pecto; rauuolco adunque a• Corti· ~.•ani impofo loro, che gli ne foffero rapportati i ragguagli, vbbidito fu-lt?, intefe, come vna Donna rellata in quel giorno vedoua, doleuafi,

e d1 fua pouertà, e della rigidezza del Parrocchiano di S. Tomafo, noL 'folendo egli per alcun modo dar requie al cadaucre del fuo c:llinto mari­to, pcrchc non fi ritrouaua àJtri ori da frendcre, che Je anclla de' fuoi trini, ned altri argenti, che gli fiillanti da gli occhi. A quella nuoua il l:>uca fè intendere al ripugnante Curato, che s'adempicffe la funebre..,, Clzione, pcrche addimandauafi egli il debitore, ed a foddisfarlo, OOIL ~autria intF,rpofh1 dimora, con comando però, che mentre à lui toccaua a fpela, \olcua in pcrfona affitlere al tutto, affegnando J•ora dopo il ri·

toòrno dcl foo Faffc.-ggio. Con ogni puncualirà v'interuenne,c chi J•offer· ll sì pietofo, ringraziò tofio lddio, c•hauelfe vna volta coi pallidori d·v~ n.orto raffreddati in lui que' bollori, che lo rnanteneuano ogni gior­no !n frenetici f propofitì; rPa qucfii pcnramenti buoni ccffarono fubito n:ui' perche di f pofia, che viddì la Tomba , ad :llfettarui dentro il cada­~cre, vfo di que'tempi, che ne' Cemiterij dipofitauanfi in particolari

ho.tre gli dlinti, irnpofe egli, che vnitamenrc refiaffe intam:ito il Parroc­

t lclno, non dando orecchio al trito Prouerbio , e1fer cofa jndeccnte ,ri­Porre due morti in vna fola Caffa, non vi fù prece peroratrice buona à ~frf uadt>r~li il c6rrario,e oiun pianto potè ~ar' ondeggiare al !'?.reo della

e!nenza 11 fuo i ucrudelito volere, furono rnfomma foppelhc11nfieme, ~Utndi lq sfortunato Rettore auuido di vedere il morco nel fuo fcrigno, fi thouò egli Yiuo, per morir col morto .nel fepokro ~ In quella azione?

e colllparue buona in apparc.-nz:t, ncordoffi lo fc1aurato Regnante di . . , ~\Je.J detto, e hc 'Principi nihil effe imufl11m, qttod frttll11oj1Jm, & duiptrt pro 'Plm.l1b. g, ~b~bus tcmporum.prudentia tft. Dire ora voi, fc per tale accidente cotdla ep1ft.)! ~ icça dcucfi cluamare S. 'fon1afo in Terra amara.

- -- -· - ~b ~cgui;

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242 PORTA $.AN SEguitemi per pochi paro, eh' io vuo' moftrarui il Campidoglio d~'

N .AZ.AJtO . Guerrieri Cattolici ne• tempi di S. A111brogio, (e vi hò fatto veJer~ r~ "Pietra Sa11- Teatro infaufio della loro Tragedia, mentre vi hò fign ificatò, che qu1u1 ta. disfece/i ogni loro accampata forza, per cui forfe dicelì In TcJTa .AmJra.

Entrate adunque meco in qudta Chiefa, quale chiamafi $111 N tz.1~0 Pietra Santa contlrutta d'vna fola Naue con trè Cappelle, e Frontifpiz.rtl -ornato à varij fiucchi. OJferuatc nel manco lato fotto quegli incroc1c· ciati ferri i primi Caratteri incifi in viua Pietra ,ecco ,che dicono. v.:1'1 in ttdi11torium mcum intende. Fù quello Sa if o con le medeme lettere po!t~ quiui da• Milanefi in memoria dell'ottenuta Vittoria contro gli Ari~nJ in quello fito, benche poc• anzi (j foffcro trouati perditori, douc habbra· mo rimirata la Collegiata di S. Tomafo, faccndou i di più innalzJre ~· Amòrogi(), non guefla Chicfa, ch•ora vedefi, mà fi bc11c vn' altra, acc1.ò reftatre per fempre vn v ifibile attefiato dc i diffipati nemici: morto p0rc1.l il Protettore Prelato foui aggiunta à queHc Jcncre tal• Jnfcrizionu · Diuus .Ambroftus, dttm .Arianos F ami/i~ 'Petrn.f.inélorum manu hic cxpug/Mf' grato in teUU1't te/limonio Y1élotite, locum à gente ipfa 'Pctrafanf1.11n 1101m11.~~1I: Pietra Santa adunque nominoffi la Chìcf.1 per gli aiuti riccuuti milltJrl nella Battaglia dalla Famiglia Pietra Santa,e f uccelfe in tal guifa il Cori· flitto _

Non isbigottiti i Mila ncfi C.ntolicì da Ifa rotta hauuta nel fito di SJP Tomafo, con animi più vigorofi, e con ifperanze più fode rifecero la lo· ro Armata, e non poicuano fc non riufcire intrepidi,mentrc fi vedeuan° foccorfi da Sante Pietre, vfe :id atterrare anche Giganti, bençhe ado­prate da fanciullcfche mani; fcnza a<lunque interporre dimora alcun!\(. intimarono a' newici B.1tt<1gli::i, cd accampandofi quiui, alla Zuff.i _I venne. Inftabile la Vittovia, ora moflraua Allori agli Ariani, ora Crd preffì 3'Ca~tolic_i,e mutando vcce,ora à quefti fpargcua Corone,e. ora a q11c:i:~IJ fenur fa cc o a dagli oricalchi fuooi di morte: ma guidata e63

21la fine d.dla dcHra di Dio,chc no volcua pcrmettcrc,che la gente d~1 (uO dilecto Ambrogio da così perfidi animi reftaffe abbatcuta , rrfolfeli .~Jfat~ niirare t11tta à fauore dcl Campo Cattolico. Vinfero adunque i Mi.~O~ 1

fq~uaci d'Ambrogio con glf :tccenn:tti foccodì di quella Nobile Fa1n1gl1~ Pict~J Santa, quinJi etcrnollì il fatto con quelli incili Caratteri. .

Srnn al fecolo pafl:lto la detta Chi'-fa mancennefi con le fue prune.J {c tnbiJ tizc, ~ozi con Titolo Ji P.urocchia, mà nel go~er~o di f;erdin:t~: <'( G;) z ga.intenro a raffazzonare con varie mutJzron1d'ant1che f~ l 1 il hf la Ci et.i , rdtò f Gggetta d•vn diroccamento, perche troua uafi 1~ fi to, c.ilc:i1opedit1a i·J corfo di pu blica fir:ida; ottenuc però in breue que ci r. <,derni .;bb:-Jlimenrr, e venne coofcgnata à Scolarì con Abito, protc~.J ,J,, S:Girolamo,gliqualih:inno perfallo 'cderlacgniJì vfiziata,e ~acri tic ij ' e da :i ltre preci di molta Ji1 nzrone-. o

I N q11dto V . cHo à rimpetto ergdi v1 'altra Chie(ctta, c•hà p~r fil frtol0Sa1, Pr~(pero , la fa Archrtt"tturadichiarala molto aot1ct''

.non s'a!''~ fc 1.ou in giorni F<.:ftiui,, per efc~citarui .la l)otu:ina di ~0'

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COM A S f N A. 143 (\ ~ ~ poco au_u anti o1feruatc vn Lu~~o Pi~, eh~ c_hiamafì Monte di 1'r10N!I!. '<.,!!età, da lui efeono veramente m101crc p1etofe d1 numcrace pecu- ctcUa 'Ptetà.

nic fouuenitrici de' Poueri. Si fomminifcrano adunque dinari fcnz• alcun' intcre1fe à chi chi fia miferabilc cou la fola cautela di cqui­Ualente pegno: il e~ pit~lc, eh~ tr~uafi. fc:m p~e pro~t~ allo sborfo, alt~ Comma di lire ottanta mila arrrnera, gli offcm pegni d1 lana tcngonfi per Vn'anno intero ,e per due quegli, che e.ili non fono; non rifcuotcn.Jofi nel determinato tempo, fi vendono al publico incanto. R~gnando Lo­d?uico iJ Moro fù egli eretto nel 1490. ad iftanza delle pieto(e operazio­ni del P.1drc Domenico Punzoni 4\.1ilancfc Francefc.ino Jcli'Ofkrua11za, e Toma{o Graffo vi donò Ja Caf.1,acciò in efia fi cfcrcica tfe lo sborfo. Do~ dici <;auaJicri affiftono al foo Goucrno, durando il loro maneggio per lo fpaz10 di due anni, mutandone fci per cadun' anno, gli quali vengono eletti d.t i Deputati deJlo Speda I Maggiore, da quegli dell.i F:ibbrica dcl Duomo, deJI.1 Carità, della Mifericord ia •dc Ife ~acero M uie, e dello SpeJal d .. ' Vecchi. A rendere maggiormente Famofo tal Luogo vi fù appìicaca vna perpetua IndulgenzJ in forma di Giubileo, efponendofi il ~!Orno di s. Angelo con tutto 11 Clero della Cicca. La cara mirafi in an· ~ca i\r~hitctcura, ma la Chiefa poc~ fa riftoroffi in vna piccola Roton-a, ed èdi(ègnodi GiroJamoQuad_rio,la Tauolain Pitcurapofrn full' ·

'\lta.re, c~e rapprefenta vn~ Ver~rne A~dolorata ftrignendo eftinto il F1gl10,vfc1 dal pennello dcl Ceram,ed è Pmura degna,d•cfTere olferuata. ·

[ A Chicfa, a cui noi arriuiamo per quc(ta diritta vfa, fi Jice S. M.1ria s M.AFJ.,,C Secreta, <rnticamcnte detta Secrea da vna diuota Donna,chc tencua 'Seçrcta

la freno nome fatta edificare negli anni 850.con l'incarco di Curaivfizia~ ' Uafi ne• fecoii trafcorfi da'Padri Vmiiiad,e nel i 58). reftò affegnata per 0Per_1 d'vn Religiofo chiamato Battifta Bagarotti a'PJ.dd della Congre-ga~1one di Somafca, gli qu:1li con ogni decoro ogni dì più attendono ad. :rncchirJa di Ecclefiaftici arredi, e d'orna menti di riguardo. V ed cli co-l e a Chiefa eretta con vna fola Naue cinta di quattro Cappelle per lato, p rnaggiore trouafi.dipinta con a.aioni dcJla Regina de' Cieli da Camillo !0 cacdni, e Bernardino Lanini ne colorl vna nella diritta parte ,effi­

~1A'do varjj fatti à frefco di S. Ambrogio, e full' Altare ad oglio lo ftetfo : mb_rogiCJ Pontificalmente vefrito. Il Tabernacolo full' Altar Mag­

~rorc ~l macchiata pietra viene dal di legno di Carlo Garauaglia; mofrra dal C~1efa viui fegni deHa fua antichità, poiche le Cappelle, tolti gli mo· a er'.11 ~pparati mordine Corintio, che lì tengono d'attorno, hanno, ed A nttch1 fregi, e vecchia ~rchittetura; .Euui vna Capp~Jla ~c~icata ali• 0 1~c!o Cufcodc, cd in quefta efprt:1fe Jl detto Angelo m dipintura ad

Ig 10 11 Taurini . l contiguo Moniftero dr Velate Vergini, che tr?uiamo s•intitol3J

'llellBocchctto, ed è Claufura antica, bc1~che fua Ch1efa ~eggafi rinn~-2; a~a n.cll' ann<;> 16J8: per vn ricc0Laf~10 ottc~uto da G~rola~o Albr~­to' Pianccfco R1cch1H1 ne fu il f uo Architetto, d1fegnolla In orclrnc Ion1-

arefla ornata da due CappeJI\: yna per lato, l'Altare deJJa Maggiore. · - - Hil • · · vede~

IL BOe; CRETTO M.onifl'ir~;

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24~ PORTA . vedcfi cinto d'ahbcllimenti alla Corintia di macebi~to mirmo con dU~ Colonne, nel mezzo delle quali pofa vna 'tauola dipinta da Carlo Fran· cef co N u uoloni ef primendo vna V ergine con Bambino, S. VJderico Ti· tolo della Chiefa, e San .Benedetto, le cli cui Regole otferuano le r~cchiu­fe Monache, Carlo G.irauaglia fece il T4tbernacolo, che fc ne frà nel mezzo, ra Cappe11.i alla finiftra mano venne tutta dipinta sì à frefco, co· me ad oglio dal Bar:i.bino Pittore Genouefe, effigiando la Tauola lo Spo­faliz io della V ergine con S. Giufeppe.

Diffìui numerare quefto Moniftcro molte età, ciò anche addeffo io vi . raffermo, fù però :iccrcfciuto da dlcuni ttggregati Moniftcri f parfi vec­chiamcnte perlaCittà,e ne•fuoiBorghi,efe fapervoktc,perche egli chiami lì Bocchette, dirouui, che in f ua vicinanza radunauanfi alcune ~eque antiche, (correndo per aperte Fogne, e quiui formando vafta La­guna, à {caricarle fuori delle Cittadine mura foronui aperte varie fab• bricatcBocchc, alcune delle quali veggonG ancora entro di qucfti Clau· ftri, e per tal cagione diedcfi Titolo di Rocchetto al Mooiftero. In v~ giorno di S. Teodora tutto il vecchio Conucnto miroffiandar à fiamme, il cui incendio diuorò l' Archiuio. doue racchiudeuanfi antiche Scrittu· re, quindi non potToui accertare in quale eta habbia hauura fua orjginc:. Con ogni agio lè ne viuono coccfte Monache, anzi poc• anni fono am­pliarono il Monifrcro con la compra cli varie Cafe vicine.

L :A DA TE vn' occhiata à quefce quattro Contrade, che vanno formando -,,1sCIN.A vna Croce, nel loro centro anticamente veggeuafi l'accenna.ta La~

'-guna per le acque, che correuano nella Citta, à quefta acquofa radu .. nanza il detto fico prefe ,à farti chiamar Pifcina, e tal rlomc portafi an­cora con Ceco per le bocche de• Cittadini, e volendone voi pittorefco at· teftato,eccoui sù vn::t parete cffigiara, benche in poco buoni color i la p;. fcina Probatica, vfiziofo inirandofi il noftro Ripar,ato1·e, ad apportar fal­uezza a' miferi languenti.

1 L AL Corduce fiamo arriuati, ed iftupite nel rauuolgerui per coterle ·~'!_!lDYCE. vie <il folto numero de' Trafficanti, che fi trattengono io cantu

aperte Botteghe. Soura quclJo Picdi(caUo di marmo macchiato lifci0 i~ moJern:i Architettura la Statua di S. Carlo eretta, con tcfta, e mani di bronzo, ed il rimanente di rame fU in tal fico fatta riponcre da i Confr:t• telli d'vna Radunanza delta Crocei che quiui fi troua, come ve ne accer· ca il motto in lettere d'oro, che vedefi fott0 i piedi della ftelfa Statua, qllil <lice • .Sociefas C11ricf Ducu. Il dilègno di ul Coloifo vfci daJl'induftriofe ope .. razioni di Dionigi Butfola Statuario ,il getto operò Ambrogio Gr~rth e gli Abiti furono tirati in piaftra da Alberto Guerra. "Gli EdificiJ fil" J>crbi ,che altre volte in quefti Contorni ergcuanfi, furono origine d~l nome di Corduce, benthe ftorpiato dal Milanefe parlare. Attendcte1JJ11

che narrcrouui fua Jrtoria. _ Eftinto, che fu l'Lnp{'radore Teodofio crearono i Milaneli vn Capo

con Titolo di Duca , il cui impiego era di terminar Liti, prouuederé à cotid.iaat vrgcna:c 1 reggere 11c' viucri ~ Città, t lal maneggio Colo ca· -- -- · -- · - · -· ,_ - - àeua

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_ CO MA S IN A~ :145 detta in perfone della più f celta Nobiltà di Milano; Dagli lfrorici fi vuo-­le, che in quefto lìto haueffe il fuo Palagio, come che quiuì ne fta il Cen· tro di Milano, e fentite, [e non credete al mio dire,da Donato Boffi antico Scrittore, qual fi foffe di ta.1 Duca l'incarco. Officium, dice egli, Ducis trat lt.$ Commu11itatibus ftatuere , ad bune h.ereditates eorum, qui fine b.etedìbus de­teffiJJent dei~cn icbant, cenfum ex fingulis, qui nafcebantur capiebat, ex cibarqs, 'JUdl ad uebebant11r, alijfque prouentibus ftatutam porti1nem cettis anni tempo;·j­bus, prout eius dignitas, nobilitafquc pofcebat in 'Palatio, iuxtà Templum Diui "Prothasq, quod Curia Ducis cibatur, mmc corrupto --Pocabulo Cordufiµm dicitur babitabat;in ipfa creatione fe Vrbis fìat11tafe1·uaturum iurabat,Iura Ciitium Oppt­danorum, eorumque, qui 'Pagos, ViU<l[que incolebant fummo ftudio procurabat; F 11étiones, motufq; Cilliles, priuatas infupet difcordias, turbat1onef q; c1,i11ji:unqu~ generis, ex Lege pro ~l>'ibus fedabat&ç. I

Sentiftc omai quante faccende haueua per le mani tal titolato Duta ..... Cittadino; Il Pal'agio adunque, eh' egli abitaua ergeuafi contiguo alla Chiefa di S. Prot:;tfio ad Monacos; anzi vogliono, che lo fieffo fito della Chiefa folfe queJ d,effo, vedeuanfi in lui ampie fianze per Giudici, vafie Sale per ricettar Caualieri all' vdienze, addobbate Camere per ripofi, fe- ~ greti Gabinetti per gli negoziati piu occulti, Prctorij, Torri, Prigfoni, \ ~per le delizie del Prencipe Padrone Giardini, Paffeggi, Fonti dalle piìi 1n.gegnofe mani confirutte. Terminando in quello Luogo di tutta la... Città gli ::iffari, à lui face\.).ano ca po ad ogn• ora le genti, ed interrogate, dou e s'im:1fa1fero, vdi.uanfi rif pondere, ~Ila Corte dcl Duca, e perche la !loflr;t M1lanefe Nazmnc hebbe fempre m vfo d'ef pone abbreu1ato il (uo Parlare, ne fegul il nome accorciato di Corduce ,che altro non vuo• egli dire, che C1wia Ducì1. Diconfi altre fauole ancora, mà come tali hanno, Poco eredito, cioè, che abitando forfe quiyi qualche fauorita Dama dei l)uc.hi, ò Vi( conti, ò Sforz~fchi, àiceffefi CordHce,, ':]Uafi facendo noto t!fere quefliil loco, Cj>Ue fbnzaua il cuore del Duca. <l.!!efte gran,Jezze di Fabbriche ora (ono nmc f9anite, altro non fi trouaodo .a.ddeifo, che ~Pertc Botteghe, e trafficanti Cittadini ,cd akllne Pitture fulle pareti, egnc d'e.ffere offeruate, e traetene il faggio da quefta, in cui vc~fi cfr.

P~efi~ vna VergineM~dre col Bambino,S. Giufeppe ,e du~ A~geJetti 'I/· P1ed1, vno de' quali va toccando vna Cetra con tanta legg1adna, che {e non fi fentono fuoi fuoni, è forza confelfare ,l'orecchie de• viuenti 001•

tffer degne d•vdire concenti Celefii ,efprcffe q~e!la Dipintura il Moraz· 20ni, e l'altra fi è quella, c~evoi offerua~c p~co a~uanci full~ fietfo l:i~o delle feguentì pareti, ~Jtrouafi v n Cnflo viaggtante ver(o 11 Caluam> Col duro pcfodclla Croce Tul doifo, e nefÙ il FiammengbiniilfuoMaef.

I O

à'0 • L'Adorazione de' Magi in vn lato all'indietro, dipintura aneli,. e ifa .. frefco, vfcì dal pennello dcl Barabino. · .

} L Luogo Pio, che vc:)i trouate quì vicino viene chiam~to la Miferi· LA ,7f1IS~ , cordia, trà le Cafe Pie di Milano ,quefiaoccupa il Titolo di primata_, ~coi~:·.

11 per le ricche Entrate, ihe poffede ,come per l'Elemofine 1 <:he c;oddia· DI..411 ~ente porgo.nfi a• !'oueri Cittadini, Sua fondai io.ne; è ~ntica,e coine

- . - - .. - - - - -- - . 'OA'>"' - .. ..

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IL BJt.0· LETTO.

246 PORTA cono(cerc non fi puotc dalla Chicf etta, che li tiene aJlato in Architettu~a

,molto vecchia, nelJ• anno 161.6. vennero ampliate (uc rend;te da Virga· nia Spinola Dama Gencue(e, come ne troucrctc la verità dagli ef preai car:mcri fo quella gran Tauola di marmo,che aJ publico llaffi ef pofla nel Cortile ,leggetegli, che così dicono.

M1tJtem Yirgineum, 1mdi egeni ~qualiter dìllgendi, cx fex Prbis l{!gionihus_, gr11tis quotannis accipient -pcfles, 'Pelliceas, operitnentum Leétorum, 'Pallia, TI· bia/;a, Calceamenta, & ccrt4m pccrmiamm jummam ad ~s alicnum extinguen· dum, & captiuos rcdimendos Pirginia Spinula Matrona Gcnuenfis Nobiliffimtt, & ltberaliffima fimdauit, ac com111e11dauit XI I. ?Iris 'Pr.tfeélis'Pite Domus Mi/t• ricordiit Gaf pare ex C apitaneis dc Picomercato publtcoTabeUioni Medio/ani pia~ Teflamentis 11oluntatcm e:aipiente • .Anno Dnz M.DC .XXPI.dic XXPII . .Auguftr,

Goucrnafi quella Mifcricordiofa Ca fa da dodici, come leggelle, Ca­ualieri nollri Cittadini, gli quali non fono ammouibili , ed ogni anno vno ne afcende al Primo Luogo con Titolo di Reggitore. Se volete poi olfcru are vna Tau ola in dipintura a!fai buona, entrate nella piccola contigua Chiefa, che efpofla full' Altare ctam, e contiene vn Crifio i11.J Croce con la Vergine, e S. Giouanni, credeli, che il nome del fuo Maef· tro ne fia Aurelio Lou ini, che dello fletfo Pittore fono bene queJle figure à tempra, che ve~gonfi Culla Porta di quefia. Cafa, parte diflribuendo de­mo6na, e earte riceucndola.

M A g1à,chc fi portammo in ifirada,dopo d'hauer rauuifato di quello Luogo Pio ogni fianza, priegoui ,ad entrare in quella così vafla

Abitazione, che trouafi quiui a rimpetto. Ella nel mille, t feiccnto dn-­que fw eletta per publico Granaio della Città, ottenuta in dono daFilip· po Terzo Monarca delle Spagne, deuoluta à quella Corona per acciden­ti auuenuti. Fù di France(co Cramagnola il P alagio fatto fabbricare da Filippo Maria Vifcontc, e<l nncora veggonfi auanzi dell'antica Archi· tèttura ,comeFeoefironi alla Gottica, Portici dipinti à chiarofcuro con varie beUiche imptefe. Q!iui adunque in dÌllioci granai riponefi ogn' anno quella quantità di biade, che ftimafi necdfaria per (ouuenimenco di calamitofa Fortuna,e quiui ogni giorno vedcfi efercit:ire publica mer· caunzia di viueri, acciò refli facile a ca<lun Cittadino il prou uifionare fua Cafa di quegli aiuti,che ricercanfi perla cotidiana pallura: vendonli macinate farine di qual li fia biada, mirafi ancora io alctini Saloni ag· giufiata tutta l'armeria, per porre in aiTetto la Milizia Citta~ina, ve .. nendo il cafo di tumulti guerrieri, quindi ad vn minimo cenno vedereb· bonfi in foccorfo della Città guarenti ti più di ventimila Soldati finto oa· duno d'armi; al gouerno di quella ann~ria fianno affiflemi varie perC~ pagate. · •

Quella gran Cafa, in cui s'aprono due valli Cortili co' (uoi Portici à colonne, hauendo da due lati publiche ftrade, da che ricroua lì f.ltra Gra· naio, e diucnuta fito preci Co d'vn continuo mcrc:uo de' viuea·i, chiam_ati da' Cittadini Broletto, già difperfa, e polla in filenzio tal deno1tiina~1t>-i ne dci due altri Bro~tti ,thc vcggeuanfi in Milano anticamente,' ~u · · - · - luoghi

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C O MA S l N A. 247 1uoghi farannoui tfa me palefati à fuo tempo, perJoche quefii può dirli ~rol~ttoNouiffimo.1'(clla foa piccola Chicfa euui full•Altare vnaTJt1ola In pn_turaeffìgiando voa VergincM.1<lre conS.Ambrogio,la quale fo colontn da Enea Salma zio. ·

N EL Frontifpizio di quefla chinfa Piazza, la Chicfa da voi veduta..... S .4 N cr-. diedi S. Cipria no Oratorio di Scol:tri fenz' Abito, altre volt.! l"Ì · 'Pl{J.A.ND

trouauafi ella con l'incarcodigouernar' .rnime, Gafp:tro Vifconte Arei· Uefcouo nofiro fu quel Prelato ,che vi dcflip.ò gli accennaci Scolari, gli quali prima vfiziauano neJJa Chiefa dc' P .idri Riformati dcl GiarJ ino •

. Nel gouerno di S. Carlo in quello medcmo fico foronui pofte onorate Zittelle fotto la direzione d'vna Donna <li vita efempl.tre, che gloriJuafi, <l'_haucr col fuo latte nmricato il detto S.Carlo,mentre nelle fJfce viucu J.

S1Jl che trafficoffi il Borromeo Pallore mantennefi cosi pio impiego, mi alla di lui morte fi fofpcfc, quindi ne fuccetfero gli già accennati ScolJri, e perche trà effi loro, fe ne videro col tempo di facultofi, lafciandoui co­p1ofe rendite, per impiegarli in clemofìne,oggidì fi dif penfano in doti,ed in cibarie difiribuzioni. ~efla piccola Chiefa foffictata di legno con_, vn foloAltare rimirauafi tutta dipinta dal Fiammenghino,ed il Coro an~ora, in cui recitano gli Scolari ne' giorni Pellio i 1e Diuine Lodi. Po­chi giorni foooJì è poi innalzato vn' altro Altare nel finiflro lato.

LA Chiefa, che vcdcfi colà, tencndofi dinanzi piccolo Cimitero, lr.ì s .AN per fuo Titolo San Dalm=izio, era ne' tempi dc' Padri V mii iati, da.... D .. !LMA­

effi loro. v~ziata, e conf cgn~,ta _venne ali' dlinzionc di que' ReJigiofi agli ZIO. · Obblatl J1 S. Sepolcro, aceto v1 fi trac taffero tutte le F.1ccende f pettanti ~Ila Dottrina Criftiana,laondc ogni Domenica dopoildefinarl! radu­~anfi i Capi d'dfa, terminato i1 Santo impiego, col loro Generale Priore., 11 quale egli è f em prc vn Sacerdote Obblato, e fi agira ciocche fà <luopo P~r mantenimento della detca Dottrina, dicefì, che in quefta Chiefa vi fi. !•troua la Ca lf a, in cui fu ripofto San Carlo fubito cfliom . Ella è eretta •n vna fola N;iue, hà foffitta di legno,haucndo vna Cola Cappella con Ta., Tola full' Altare d'antico pennello, nei lati à frefco vcggonlidipinti dal

_auri no, e San Carlo, ed il Cardinal Fcclerico intenti amcnduni in efcr­cizij di tal Dottrina Euangelica, riceuette poc"anni fono quefia Chicfa qualche moderno rifioro negli orna mc 11ti della Porta.

La Contrada, che al di fitto lato d il u ngafi vien nomi nata dc• Boai, for: ~e per ~bitar:.ii antica~e1~t~ tai Famiglia; l"~~tica gl:an C~fa, che po~ cuopr1tenelfu0Fronttfp1z10 con ornainenu a figure ,cd a rebefch1 d1

.J lllatcria cotta, tenendo per termini della Parra due Scatue al naturale di lllarmo, fò propietà dì quel Cofmo de' .Medici, che per ogni Città d'Italia nrnbi~a, d'haucre plaufibile appoggio, ora viene P?tfeduta 'da~ Signor~ ~ont1 Barboui, mà fu donatl dallo fldfo gran 0Jca a Luca Ferego d'ettOt li Capita~ Puzzi per le fue infign i q11alica mil1uri, che poffedeua ,dJ cu· Ile fono d1fcefì g li Signori Pozzi da Perego, vno de q11ali chiamato fraB tefco ritrouafi mio Concan.onico nella Bafilica ~azar.iana.

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248 POR T .A t.AN CIO; osferuate vn•altra Chiefa di Fabbrica moderna, i1 cui Architetto~

Y .ANNI France(co Maria Ricchini, da lui difegnata in forma rotond2..J' 11lle quattro cbiam:tfi S. Giouanni alle quattro FJcce, e douecc fa pere, che q uiui al Facce. tempo degli Idolatri vcdeuafi cretto il Tempio di Giano, quindi ricorda

il nofiro antico Iftorico Fiamma, effere flato iJ primo Tcmpi0, à rimirarli innalzato in Milatio in onore delle falfe Deità. Gentilcfche: ergeuafi a OT

ticamentc in quello fico la Terrapienaca muragli,1 per guardia della Cit· tà con fu.i Porca fiancheggiata da Torri, e Pretorio, come l'altre, e chia· mauafi Porta Comafina, per aprire diritto il fentiere alla Città di Como;

. e perche il Dio Giano fu quegli, che diuifc in quattro Stagioni l'anno' Gio . .A.nt. cioè in Primauera, in Ella te, in Autunno, ed in Inuerno, glifi attribui·

C aft. 'Parte rono quattro (cmbianti, vno di Giouanetto effigiando il fiorito, & odo· 'P.fafc.I. rofo Aprile, vno d'huomo adulto raff'embrando il rouente Giugno, il

terzo vecchio, gerolitico del maturo Ottobre, ed il quarto di Decrepito vero ritratto dell'incanutito Genaio: feruiuagli per Capo quadrata Tr~· ue, firignendo ~clJa diritta defira vn numero trecento ,e nella finifira al {c(fantacinque, che vniti infieme vienefi 'a computare la giufia quantità . dc' giorni di tutto l'anno intero, dedicandoli tal figura foura generof o deflriere alluminofo Nume genitore deJl•Ore. Da quello quadriuoltO Idolo ritenne femprc cotelto fico il cognome di ~actro Facce, e mutan • doli il Tempio Idolatro in Cattolica Chiefa, anc)l'.eJla tt:aff'eli con Ceco la fieifa denominazione. AO:Hlcu iv n Parrocclriano, cd è delle più antiche Cure, che folfcro erette in Mli~. .

S .AN .7' R..,OT .A-.

SIO ad. M.ona=

POrciamoci omai, à rimirare il fico, doue abitarono gli Martiri fratelli Ge~uafio, e Protafio; eccolo pure, che vi ~i ungemmo fenza au ue·

derfenc. Ora vi fi ritroua vna Chiefa, che ne' tra(corfi tempi era fecoJ~· ref ca Abitazione, anzi Paterna loro Ca fa, e riguardeuole, pofciache Ja• chiarauanfi fi~Ji ·di S. Vitale perfona titolata, che de(linaro :i Rauena per Giudice, fu fentenziato alla morte, in voler pale fare Crifio Aut~r~ clclla Vita. Non vi contra fii il penfiere, l'haucr• intefo da mc, che qu1u1 s'ionalzaffe quel gran Palagio, da cui venendo originaco il nome di Cor: duce 1 mentre ora vi dico, ritrouarfi nel mcdcmo fico l:i.. Cafa di q udh Martiri. Dianzi dell'innalzamento di cal P.ilagio, vjdefi fabbricata,J quella Cafa, pcrche come fentifie, l'origine di que' Duchi Cucceifc fe: guita la morte di Tcodolio del 187. incirca dopo il Parto Diuino,e qucfu

. .1.-fartiri prouarono iJ caglio della falce di morte fotto Nerone il. f~IJa· gefimo fettimo anno Ccorfo l'accennato P.arco,hauendoper M1nillro delle fue Tirannie in Milano Annolino, Pirum peflilcntem totius Italiit? & tun& pa.ffe, & interfcéli ftmt Beati Gcruafìus, & 'PJ'othafius, come lafciò f cr1ttO Donato Boffi. Nell' intcruallo adunque di trcccnto,c più anni vi P?ceu~ cfferc 1a Cafa di quelli Santi, e fabbricarfi entro <l'etra il Palazzo di que primi Duchi acccnnatiui.

<b_iui nclJe fiere pcrfecuzioni, che (offeriuano gli Fedeli di Crillo '.re:: gnando vn Nerone fi ficttcro quelli nofiri Concittadim Santi pe~ drccl fnni co.ntimii fcgretamemc racchiufi, no11 timorofi, d'hJue;: ad ,.1ncon:

- -- -·- - ------·· - - - -- - -· ·- trarc: -----

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. C O M .A S I N .A. 249 · trarc la mvrte, pcrche non altro penfierc haueuano, che il patire, mà Per attendere i cenni di Dio, à dif porfi à tal' arringo, fendoche più vale l'vbbidirc, che il fa criticare, nauigati pofcia al Porto dcl Paradifo fu ll' onde del fangue loro f parfo, fmantcllandofi la Ca fa, ne fu cc effe il def e rit­to Palagio, e dalle ruinc fue ne f puntò q uefia Chi e fa, che alla V cnut.i clc• Padri Cluniacenfi, à loro diedcfi per abitazione, come v'accennai nel r~cc omo dcl Tempie di S.Simpliciano,tenendo effi perfino in quelli tem­pi au toteuole poffelfo, d'a pplicarui vn Parrocchiano di duc,che affifiono :il goucrno Spirituale dell' anime, ora tali vicende 1i fono fmarrite. , Sentì quella Chicfa il fecola paifato quel rifioro di modernità, che ye.:' iefi .'e ne fu l'Architetto Pellegrino Pellegrini, che difegnolla io ordine: onico d•vna fola Naue con trè Cappelle per lato, ornandola tutta d1

~upcchi dorati. Per comando del Cardinale Federico Borromeo innalzofi'i 1 ~rtico à Colonne din1nzi alle trè Porte, feruendo per Anticorte alla... .Chtefa, non vi effendo lito per Cimitero. Daniele Crcfpi dipinfcla pri­Jna Cappella nel finillro lato, e dello fieffo è la Tauola full' Altare, mof­tr~ndo vn S. Gio. BattHla perorante nel Diferto, nella feconda Cappella nurafi vna Vergine con altri Santi fotto vetri ,e furono dipinti dal Fiam­lllcnghino, il CriRo in Croce nella terza Cappella con due Santi dai lati f uua. medema Tau ola dipinfe il Ccrani 'ed è nobile dipintura; dall' altrG ato ~rimpetto euui va S. Antonio Eremita, e credefi, che fia di Rodolfo

.Cun1o;vafii perfezionado Ja vicina Cappella con ornamenti di marmo, e con colonne Jatcrali;nell'vltima Cappella poi Carlo Franccfco Nuuoloni Colorì la TauoJa della S.Anna,l'Anounziazionc ncJJe Reggi dell'Organo fece Carlo Antonio Ro11ì, ed in tutta la Volta affaticoffi il Fimmcnghino.

LA Chiefa rifatta,che oiferuate quafi fituata nel mezzo delle due Con- S.;(N d' tradc degli Orefici chiama'fi. S. Michele al Gallo; l' Architetto,che la MICHELE ~fpofe in ordine Corintio fu Gifolamo ~adrio, ritrouafi in vna Col~ alGano. ~uc con trè Cappelle vna per lato,e fa terza nel fuo Frontif pizio,glì Ar­

c~1 Vengono abbelliti da ilolatc Nicchie con cacelli di marmo forato per ~1P1°rui la Mufica, aaifieui vn Parrocc)liano, e gli Orefici fannoui in vna

0 a a tont;gua Jeloro Atfcmblee,quindi hauend<;> pc~ P~otett~rc S. El_igio

F R~raolo ton Apparati pompofi, e con conccnu fqu1fiu nel giorno d1 f ua D a,quat cade ne Jd1 l.).di Giugno, in d~c.~adro:ii veggonfi dipinti da anicle Cref pi parte d~· ~ira colo li gdh d1 t~J ~anto • . .

il Sò' che voi voletemi chiedere, per qual ragione quena Ch1cfa t1e11cli cog~omc di Gallo: dirouui ciocche venncmi all1 orecchio, cciocch~

faarin1 credibile. Vogliono alcuni Intelligenti delle nofirc antichità M.1-c~cfì' c~c lino al lito di q ucfto Sacro Luogo. a~tigneffc l'innalzato a~t1-llal P~ 1a&10 ~per cui diedi Corduce, e che qu.1u1appunto facetfcro Tr1bu­'Ua e 1 G1ud1ci, due dc' quali portaffero pc~ rnfegn~ vn G?llo, e~ vn ~a­th 110 '~fanza, che ma.ntienefi viua anche m ~uc.fi1 nofir~ te~np1, pofc1a· C:l~ m1ran!i nel Pretorio <\u} vicin<:> le fe~1e d1. due. ~1ud1c1., tc~encf.o l.oduna cfprcffi nel Frontifpizio in Pittura 1 femb1anud1 que{h animali: · · cu o!~ a~corteua parmi c1fcrdlata de gli antichi 1 a pnlicarc à i Capa

--- li ~ . ~r~

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250 PORT'A loro di Giùflizia tali Infegne, rich iedendofi ne' Giudici, e vigilanza~ cd Imperio;così fu dato il Gallo à Mercu rio,come Dio della Sagacità,haucn· do detto di lui S. Ambrog~o, Bonus cobabttator, qui dormientem excitat, & jollicitum adrnotzet, ed i CaualJi frà tutti gli Animali vengono celebrati per imperi oli, quindi raccontafi di Bucefalo, che effcndo in Battaglia mal· trattato da percoffe nemiche,e volendo Aldfandto afce ndere nuouo pc· firiere, egli in così mal' eifere s'oppofe, non permctten do mai di vederlo

'Plm.lib.8. in Sella ad altri,perloche egli fu sforzato à ricauakarlo,bcnche ferito.Al· cri narrano, elfedi quiui con publiche Fdle incoronato Gallo Imper~· dore fratello dì Giuliano Didio,ed in memoria dì tal Principe fi lia pollo d Cognome di Gallo :ì quefia Chiefa; Centine quanto fi dice, non vi difcorre· rò della certezza, pcrche l'antichità fu f marrire ogni memoria. Rauuol· gctc lo fguardo nella facciata della Cafa quiui ali'incontro,cd in trè ~a· dreni à tempra rimirate alcune figure dipinte da Bramate, nel primo fcor· geli imbandita vna Tauola con varij Conuitati fedchdo, nell'altra dueJ Giudici foura feggio comandante,mà à forza rapiti da impetuofe genti, e nel terzo perfona altresì fedendo sù rozzo f canno,difcorrendo con vicino amico; quelli fi è il modo di dipigncre, che tcneua Bramante, ammira~ .. dofi in lui buono difegno, forzofi fcorci, mà pouertà di panneggiament!' e fcarf ezza di moto • Diceti, elfere fiate quiui pofic fimili Pitture, per ra· cardo, hauer' hauura la Giuftizia il fuo Trono in cotefii Contorni. •

Cl!:!_efie due Contrade entro diritta, e lunga linea reftano riferuatc aglt Orefici. Riguardatele bene, che eifendo ogni Bottega ricca di prezio~ metalli ,sì &~oro, quanto d'argento,crcdcretlc, eh' entro di loro hauctfe.• Vincitore Annibale votati i Cacchi di quegli ~nclli, ch'egli feppe in Ita.l•~ -aggregare col valore dellefue armi. E Jc chiamerefic anche tanti eaclt ftellati, mirandole per ogni lato far pompa d•incafsate lu minofe ge0101C' quafi conficllazioni dorate. Credetemi,che chi tiene facultà di f pende.re, troua in quefiedue Contrade l'impiego de• fuoi contanti, e delle volte 111• citando le vo~lie à chi non hà il potere, ne fono il fuo efierminio , perd1e riefcono facih i dìroccàmcnti nello fuifcerare i Monti, per cauar' oro' 6' ind illinti i naufragi alle pefche delle gemme. lntcfa quella verità da JJer~ nabò Vifconte feccui innalzare vicino vn ferrato rifugio à quegli, eh~ feppcro fare il loro DEBITO, e commiferando le loro calamità, decer01~~ nò certi foccorfi ,acciò non moriffero di fame, agguiCa de• Tantali,' periuano<l'Inedia nel mezzo dc~ cibi.

1 I. TRouafiadunquein que!lofito, per non difcorrerui c()n equiuoche.J

11 .A .A · frafi vna Ca fa detta Malafialla, in cui riponefi chi diede di cozzo ST .ALL.A • ne' fallimenti, e chi non tiene comodità di pagare gli debiti, ed è que~~~

full.l cui Porta fcuopreli vn Cri fio in Croce, eJJa è Prigione capace 0 0

per gl' lndcbitati, goucrnafi da alcuni Nobili Reggitori, e vi fi difpeofal1oi certi cotidiani f uffidi ;,per alcune Rendite a pplicateui a queflo fine ·~~i giorno di V cner<li radunaofi quioi cinque Auuocati Collegiati ~o 1 ~ alcrettanti Procuratori, e cinque Caualieri Protettori ,gli quali vannf· tra.tt:indo affari d_i<~1~te le C~rced di M~lano,, ~ ri~on.ofciute ~c~aufc )a. faucanfi con og01 J11lgcnza,a procurar .Li berta a ch1è111 cafo di rtceuAer

AL~

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COMASINA. 251 ,-A~ LLA Piazza de' Mercanti indirizziamo i paffi,la quale farà da voi 'PI.AZZA ..çl rauuifata fubito entrato, c'hauretc quefio moderno grand' Arco, de' Mcuan­rtnnouelJato poc• anni fono ad vn' accidente d •incendio fiero, che dif- ti. t~u[eJe vecchie mura neccfiltandolc ai diroccamenti, da• quali n'è poi l'lforta quella Fabbrica nuoua, hauendo hJuuto per fuo Architetto Carlo Buzzi, feguendol•ordincdi quella, che vedcfi da 11• altro lato à rimpetto con Punici, con Archi foflenuti da Colonne di marmo à due à due, coIL ~.nefhe ornate di fcolpite viue pietre,e con fregi,in cui fcuopronfi altresì 1 marmo mezze figure à batfo rilieuo, e foura i corniccion i già fi flan no

tue ~atue di marmo fino i folate, vfcite dallo [carpello di Gio. Pietro La-a_g!11, raffigurando v na Sant• Agofiino i e l'altra Aufonio Gallo Poeta....

lirico Francefe da Bordegala Città in Francia, ora detta Bordeos. Col tern~o fi rimirerà quella Famofa Piazza tutta cinta all'intorno con gl'in­tornrntiati Edificij! In vna di quelle due Tauole di marmo bianco olfer­~~te da voi full' Arco di quella gran Porta,che refla contigua alla Chìefa

1 S. Micheh! al Gallo, vedefi regifirato l'Epigramma d' Aufonio, mà ha­llendouelo fatto io fentire il primo giorno, che entrafle in Milano, tra~ lafccrò fua replica, per non eccitarui il tedio, nell• altra viene ramme­lllorata la ca~ione, perche ridufferfi le antiche mura à quefio rinnouellar lllento. ços1 dicono quc' Caratteri.

'P .Al.AT IN .AS Dll.A'PS.AS ..AiDES

.Al/SONI SIMYL.ACJtO, lT C.AB._MTNE P....ESTITPTIS: ?ETI<.f'S GEOP....GIVS BVP....RJ'S,

YP....BIS 'Pl\_v'EFECTPS, .AC XII. v'F.DTLES

OBJECT .A?rl uf.'MYL.ATI M.AGNIFICENTI.AM.

DECJtETO I NST .AYJ{y{.NT .

"M.D.C.X.L.P • . ~ìui fono ]e Palatine Scuole introJotte fino a' tempi degli Imperado­

ri_ eg11ami in Milano,nell'inuecchiata parete caduta,pcr J'incendioap­h~catofe~ c: vna nQtte nell'accennato millefim~, veggeua fi vn S. Agolli~o d• tfputante in dipintur:i vfcito dal pennello d1 Br .. mJntino, in mc~1or1a cl etrerfi quiui trattenuto così prodigiofo S:rnto, ad iofegnar RetoricéL.>, .and_ouene fede il motto, che fi tiene la fua moderna marmorea Statua....a ~I P•ede<tallo, dicendo. HIC ,Auguflinus humttn.1 àoccns >D1uma di{cit, per­Pr~ eff~nl~O M.10icheo di R.:!igione, r!duff~fi alla C:\ttolica. Leg~e co• lYricett1 d1 S. Ambmgio, djkttandofi cli fentrrlo, e Perorante 111 Ch1efa,,_e

1 pucante ne• Licci come e~li fieffo raccorda nelle (ue Confeffio~1 • ~eflo Pala tino Studio da• fuoi prin cipij fin•adde {fo fù fempre plau (ìbde? ~ ~aucr'.h.auuto. MaeClri dotti, e ~·affig~rar potete .di loro alcuni ~itrattl

. a[o r~~~uo ~!~~~mo ipllc!!au sie gli o1r!1amentl fotto le 1inc.fl.1:e,cili<: l 2.

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'l'arte i..

·2 s 2 P O R 'r A . di Virgilio, narrandoli, hauer' anco in Milano prdala Toga Viritc,dt Stazio Poeta, di Pietro Candido, di Prancefco Filelfo, di Georgio Meru· la,e d'altri. Affaticanfi in cCfo fempre efercicaoti quattro L~ggitori,que· fii applicato all' Infiituta, quegli alla Matematica, vn• altro alla Reco: rica ,ed il quarto alla Lin~u;i Grec1 . Il fico, in cui fi fpiegano r.alt Scienze egli è foura quelli cinque Archi moderni, che fotto van perfezto· rtando vn Portico con Colonne à due à due di marmo, entro cui il.inno aperte varie Botteghe. Sù q uefl• ordine di cosi vaghi Porticati s'adorne· rà tutta la Piazza,e pochi Atrij vedr.anfi in [calia a lei pari. La feguent~ Fabbrica antica veramente Macftofa, e conflnma di quadrate Jatlre da marmo bianco, e nero con cinque Archi anch' etra a Colonne di m1rrno formando due Portici l'vno foura 1' altro, viene chiamata d l DJnato Boai Loggia de~li Oftj, e videfi eretta l'anno r J I 6. come dice B ·rnardino Co· rio à' cenni d•Aicardo Arciuefcouo nortro, che dfanzi era Frate di Saru Francefco, iJ quale rinunziò il fuo Seggio à Giouanni Vifconccfigliodel Magno M.itteo, raffettati, che furono con elfo lui i Ciuili Tumulti ,fe• guendo il partito de' Torriani. Mentreflette nortro Arciue(couo, Ju• randopcrquattordici anni il fuo Gouerno,dilettoffi d'ornare la Città cod Edificij Infigni ,vno ùe•qualifuqudla Loggia,miratda,c~nferuarV in trè Nicchie foura tutti i due Porcici nuoue Statue di marmo dli· giando Santi con la Vergine nel mezzo, mà lauorace d l rozz > fcarpello, e nel parapetto de' primi Archi fcuopronfi (colpici i V dlìll i di cadu nv Porta di Milano, con la.Croce Infegna della flctfa nofira Crttà, e due Vi· pere, ed vn' Aquil.1 nel Frontifpizio del poggetto di mezzo ,olfeuando(t ancora nel canto fioiflro, doue è fua (cala, la Scmfa tra gli artigli J•vn' altr' Aquila, publica memoria, e1fere Milano Feudo Imperiale. A' gior• ni paffaci quefl• antichità minacciaua ruina, quindi apprefiandolc foC" corfo, le furono rifartele Colonne del primo Portico, le quali veggon(t in moderno di(egno, ed effcndo più vigorofe Jeuano il pericolo della ca· duta. Il Moriggi dice, cotefia Fabbrica, effe re fiata eretta da Matteo Vifconte; per Ja verità io m'<J.ttacco al Corio,come Hlorico più vccchio,e più accreditato . Nelle feguenti Abitazioni vi rifede il Podeflà porlo sr.a· gnuolo,da che di Milano è Padrone l'Ibero Monarca. Dirauui l'lnfcrizro• ne, che leggefi fotto di quella Pittura à frefco,i n cui vedefi colorita Ja Jt.e• gin a de' Cieli. con varie altre figure entro Cornice di terr.t lauorata co~ta' qmito fia antico in quello ftto 1•V.6zio Pretorio co fuc Prigioni, così dJCG •

D. 'Mariie ?irgini T'itt11s -4.Toyfius Bonttcurfi /emine nttttts,

Q.±!od Fiorentfoum 'Patria clartt dedit. Bis Medìof4ni 'Prietor fmt indè cre11t11s,

Ob mcritum Ciuis hanc drd1t rffi~iem. 'Pr~turtim grffie mm 'M..CCCC LY. LYI. LX. • •

Dian~i però della Reggenza di quello Podcfià trouauali 3nche quiul il Prerorro, ed in.comincioffi nell' an1.10 1251. e le Carceri, che li vcggC"~ Culla ficifa Loggia furono innalzate J1 medcfimo anno, c1fendo ncll~ a ,

nça

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C O Jlt1 A S l N A .2S3 tica di Pocleflà Giouanni Enrico Ripa Mantouano . N cl a J3. dic:ciotto anni prima dell'erezione delle Carceri venne innalzato il gran Salone, Che vc:deli nel mezzo della Piazza, e ne fù il fuo Promotore OJdr ado di l'rcfièno Nobile Lodigiano ,e di quella nollra Città Pretore, il cui Simu· la ero è quella Statua, che offeruate à Cauallo in Nicchia foura vno degli fe~te Archi, che: fofientano il m~demo Salone, à rimpetto alla Loggia dc~ gh Ofij. Leggete (u:i Jn(crizionc (colpita in marmo.

'M..C.C .XXXIII. Domit1us Oldradus de Trexeno 'Pot. M.ediolani • ..,{tria, qui gradis Solij 1{.tgalia fcandis Ciuis L4t,denfìs ftdei Tutoris, & enfis. 'Pr~fìdis, b~c memore s Oldradi femptr lumoru, R!Ji .folius ftr11xit e atbaros, .,,t dcbuit, "Pffit.

Tal Salone fatto edificare da quello Oldrado li è in lunghezza paffi nO: flri ordinarij ottanta, cd ìn larghezza ventiotto foflenuto da quattordici ~rchi, metil perlato jn lungh~zza, e da quattro altri, due per Frontifpi• 210: all• incarco degli Archi voi vedete forgere grofsi pilallroni di felce per tutte le parti, e per maggior franchigia fette fc ne innalzano nel mez .. zo? tra'quali radunanfi al Coperto due volte del giGrno i Mercanti Ban· C~teri, à traccare le loro faccende. In quello Luogo vcggeuan fi à Con fi­glio noueccnto Cittadini in vgual numero trà Nobili, e Plebei, quau altro Comizio Romano rammcmoratoda Tito Liuio ,cd acciò caduno haueffc facile J•ingrdfo in quella Piazza, s'aprirono tanti valli Archi chiamati Ja• Milanefi Portoni, come tante fono le Porte della Città• ~egli della Ticine(e Porta cntrauaoo per vn• Arco, che crgeuafi fott() le fianzc del Po<ldla, doue rimirate quel lito chiufo da fiecconi di ferro, luogo del publico Incanto, quegli di Porta Vercellina s'introduceuano Per l'Arco riunouellato à San Michele contiguo ,l'altro de• Fu flag nari fcruiua per la gente di Porta Comafina, e gli altri trè per le Porte, N uo­lla, 9ricntalc, e Romana, viuendo allora Milano con goucroo Arillo· drauco . ~e viportcrcte~ifopra~etlc d.uefc.aJ~di.~armo,che trouanfi

a due Jau, olfcruerete gh dueTr1bunah de•G1ud1c1 dc:I GJllo, e dd Ca· ll~llo acccnnatiui, cd altri Pofti occu patì da N otari sì Ciu ili, come Cri· lll•nali ,e l'Vfizio altresì dcl Giudice delle Scradc, le quali incomincia· ro~~ à laflricare di viuc pietre ne.li' anno 11. 7~. i~ Porta Orientale,e rcfoa po eia à perfezione tal faccenda in tutta la Cma nel gouc:rno del Duca.... Gale.azzo Maria. Addietro a que• ferrati cancelli del publico Incant<> fie• f ue 11 Bel neo di s. Ambrogio~ ha~endone di lui ~up1·em~ autor.icà il P~e: ;.tto della Città chiamato Vicario della Prouu1fionc. Ottau10 Semrna li ittore colorì quelle due figure à temp~a !uU~ ~ggia d~l P1defi~ rappr~­;~tandodue Virtù, e contiguo al~e.Pn~1on1 rnnalzafi 11 Ma~n1fico Ed1 • d~1~ dcl Collegio de Dottori Nob1lr M1Jancli, cretto a• cenni, ed a fpefc s' Pro ~arto ~Sommo Pontefice ~i Cafa M~d ici ooflro ~1~tadino,e Zio di

1~ ~a rio , dalla cui fuperba Fabbrica tolfeli.il Modello d1. rio~ouJre I~ Pa· Il tiu~ Scuole, e t'efieriore Faccia ti del P.duzo, dout tiene ti fuo Tnbu·

alc d Prefetto della Cittil c;o• Jodiçi {uoi Compagni Reggitori,c feffanta - e~~

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~s+ PORTA . Caualicri Cittadini con Titolo di Quefiori affillenti alle puhliche facce~· de clcJJa Ci età, d iflingucndofi Colo dalle In fegne, che il Collegio mofira in marmo fcolpice le Medicee Palle, cd iJ Palazzo dcl publico Tribunale la Croce, V cffillo già dedicato alla Città di Milano. Confiflc il fico dcl Col· 1<:gio in due lunghe Sale con altre ftanze, occupata ne già vna in numero· fa Libreria , e due Porti e i efieriori per patf eggio con Cc lon ne doppie pe.r foficnimento degli Archi,c trà le due Sale aprcfi vaga Ca ppdla,in cui d1· celi cotidiana Mc1fa, hauendo full' .Altare colorita gran Tau ola Ambro· gio Figini ,ra ppref entado in effa la Ve1•gi ne con B~mbino,S.Michele co.n vn'altro Santo,c le Pitture nelle Nicchie fono di Giulio Ccfare Procacci· ni, e così Antonio Bufca affaticoffi con figure in bizza ria à tempra,per or· nare la Volta della feconda Sala. Di quella Fabbrica ne fu l'Architetto Vicenza Se regni, · ed à farui noto quanto acuto ne fulfc fuo ingegno nell'Architettura, e quanta fii ma ne faéetfero i Primi Prencipi del Mon· do, fcntitc qual• Elogio trouafi al fuo Sepolcro, che fi olferua in marmo acro nella Chiefa di S.Giouanni la Conca de'Carmelitani Padri,cosi dice•

YincentitJ Sercnio M.ediolancnfi . . Nobili Statuario, atque egregio .Architeffo; Templi Max imi v.Edl/icationi 'Pr~feélo,

/l.!!i cum fuam in publicis, pri11atifq; ~di/ìcijs arcbitetlandis Domi, Forifq; probaffct ind11firiam,

ln tota Gallia Cif alpi,,a Comuni .ArclJitcllorurn confcnf u primas confecutus cfl,

Jtomam À 'Pio IP. 'Pont. Max • .Atl Fabricationem Bafilic~ S. 'Petri

7'rofequendam expetitus eft, .;tmpliffimis pr~mqs- in11it1tus

Caritate 'Patritt retemus ln extruendo Iurifconful. Collegio

.A. fo pulcberrimè de/cripto Ciuibus fuis, quam comm1dis

feruire maluit. -l>tni9ut tum in benemercndo de .ArchiteElura ~ de'1_UO TatriA

Confenui!Jct, Clarus ocnefatlis, & carus omnibus

lxceffit è ,ita 7.'1i.1dus Ianl4 • .Ann. Salut. 1594· B.t. {HA! 8)'. Yitruius filius .Arcbiteélus

'Patris Opt. 'M. pofuit, .Ann.1599. Jlitorniancene all' otferuazioni. Di Filippo Secondo Rè delle Spa gne

è gucfto gran Cololfo,chc vedete nella falda della forgente Torre; perc~e qu!~i fia fiato eretto, ve ne daranno ragguaglio gli fottof critti Caratteri'

luftitite Sìmulacrum , J1.Hod t:t antique 'Pij IP. inftituto

~oll<>candum bu: d1xerant I. C. 7'tted1ola'nm. l~ '!_bil1ppo !1· R.fge ~ ~tl~o l~c~ !xpre!Jer~1!!t,

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COMASINA. :zss Magno Comeflabil1 Io. f/elafco fclicitcr itmtm Gubernante.

· 7'r1. D. C. Xl . . Da Andrea Biffi Statuario venne (colpita così vaga Statua,e come f en·

-tific qniui eretta per vbbidire a• comandi di Pio il IV. Sommo Pontefice n~l tempo di f'abricio Baffo Vicario di Prouuifione,dandouenc fede il deC­Tltto fuo nome in Caratteri Ronuni pofli netla Facciat.~ della medemL

arre, che fu innalzata nell'anno 11.72.. foflenendo Nappa Torri.mo lo Scet~ro del Milancfe Goucrno, i cui cenni veniuano vbbHiti da trentami­la Cittadini tutti dcfireggiati nelle Militari Imprefe; prouarono al di lui Valore gli Vifconti per lungo tempo vn• afpro sbandeggiamento dalla lo­ro Patria, era così temuto, che ad vn femplice fuo cenno sù quefta Piazz& Volle vedere occili più di cinquanta Nobili Cittadini conf piratori della rno.~te di Pagan Torriano,mentre portauafi à Vercelli con carica di Preto­~e Ol quella Città,e facendogli agguifa di fgozzati Vitelli riporre femiuiui 0 ura Carri,ordinò, che à publici fgua rdi fi firafcinaffero per le più calpcf­

tatc firadc di Milano,doue i miferi rafsébrauano,hauer fofferto l'.affogamé.­to entro vn Mar Roffo, pcrche vedeuanfi ondeggiar tutti nel propio fan­gue: mà non andò guari à pagar la pena di sì crudel' ccceffo ,poiche nello ~~zio di cinque anni vegnenti,ritrouandofi egli vint~ dalle genti d'Otto

lfconte Arciuef couo nofiro, fu confirctto vederli priuo di libertà, e rì-d~r6 all' cfiremo di fua vita nella Rocca di Barradello poco lungi daJIL Città di Como. Chi lì crede inuincibilc, troppo prefio fi troua vinto;non tnancano forze per dar morte, anche a• Leoni. Il Drago di Tiberio per fllet. bcftialc, che fi foffc, In perdette con le formiche, animali quafi inuitibili.

Fù quefia Torre prouueduta di Campana,al cui fuono in tempo di trat· tar- affari adunau anfi i Configlieri, orafa ai fentire, ò pcrlugubrc a cci· d~nte,ò per diuota azione nel cader dcl Sole,ad oifequiarc orando la Ver· g1ne Madre, ò nelle due ore di notte, ammonendo i Cittadini, à f propiarli d•acciari nociui, per non difubbidire i Leggi, che proibifcono con pene, reggere armi in tempi notturni. s /\ggit·ando an• indietro lo (guardo oifcruercte della da me nominata Vrofn. mezzo lanofa il Simulacro, eccola pure {colpita in marmo nella

alta del fecondo Arco del già rau u i fato Salone. La _F<lbbrica poi, che vedete feguire al Collegio dei Dùttori,mofirando

~c~pite per 1e Infegne della Cro~e_,~ è il Palagio del!a Prauui~o?e,f'u Jet­: ro~etto Nuouo, qu:indo qumi rnnalzoffi nel m11lefimo di g1a accen­

a1tou1, in tal luogo fi traf portò dalla Corte dcli' Arrengo, ora Corte Du-e~ e, pere be qucfio fito rcndeuafi più comodo a• Cittadini per ogni nego· ~1~0 ; alla fua erezione (ma ntcllofii il Monillcro Lantafio, che pur' ad-~ 0 fi troua fu! Corfodi Porca Rom:io.i,e parte ancora di quel Palazzo,

e e vedeuafi ne' ccntorni di Sln Protafio ad Mooacos. Afcendafi da noi <]~teli~ fcala, che tir.ne ne• fuoi lati in Ifiatue di marmo, e Sant' Ambro .. f'0 m1nacci;.'lnte con I sferza trà le mani,~ la ~i u flizia adop!ando f ~~ <i ~1ncc, c~c vederete le fupcriori fianze, Jn cu1 radunanfi gh Regg1con e e pubhchc façccode: la Sala primicra, che_trouate, fcrue per rratt~c - , - - gla

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256 PO R T A gli Cittadinef chi affari, la cui Volta mofirando in Pittura la Triade San; tiffima con varietà J•Angeli venne dipinta da Pietro Pranccfco M:izzuc· chelli detto il Morazzoni. Entrate nella contigua Cappella, ed oifcrua: te dianzi d'ogn• altra Pfrcura il Sant' Ambrogio à Cauallo contro gl• Arfani nella Tau ola full• Altare, perchc io poi dirottui, cffer' vfcito dal pennello d'Ambrogio Figini, del Ccrani fono nei com partiti di dettilJ, Cappella gli Santi Gio. BJttifia, e Carlo; colorl Camilla Procaccini gh SS. Geruafio, e Protafio; di Giulio Cefare fuo fratello è il S. B.trnaba, e S. Sebafiiano; dal Cerani ancora vfcì in mezza figura il S. Francefco, u della lleff.1 grandezza fece Daniele Cref pi il Saluacore, e S. Pietro Mar· tire. CarloFrancefco Nuuoloni gli SS. Ambrogio, Agofiino, cd Ant~ nio di P adoua; S. Giufeppe fù pennelleggiato da Guido Reo i, ed il Cof· tantino Imperadore, che del Chiodo Santo ne fà vn freno al fuo Cauallo

~ riconofce per fuo Pittore Giulio Cefare Procaccini; del Duchi no è Ja,... Nafcita di S.Ambrogio, e d'Andrea Pellegrini fono le figure, che trouanfi c:olorite in varie Nicchie: fcoiliamoci da quello Trìbu nalc. .

Entro que• Cancelli, che mirate di lauorato marmo auuanti à certe.I 'Botteghe di Librari, e Stampatori fubìto paffato il Collegio dc1Procura: rori, in cui cuui nota d'ogni fcrittura Ciuile dall'anno 1400. fino à quelli giorni, dimorano alla giornata publici Portatori di Cicazion i in carta ~t Liti, e nello ficffo Recinto fi fianno ancora tri graffi pezzi ui felce fcolpl" te le forme dello fiaio, le mi(ure dc' mattoni, e delle concaue pietre PCI coprirei Tetti,doucndo e[ere fcmpre d'vna certa quantità; al lembo~ {eia dello fcalone, per cui s•afccntlé alla vafia Sala dcl Pretorio, entro~ 9uale fanno ragione gli Giudici del Gallo, e del Cauallo, cuui l•VnciO -degli Statuti del Comune di Milano, chiamato l'Vfizio del Panigarola ,t toglietene la certezza da que' caratteri ,che veggonfi nella marmorea.'. pietra innefiata nella parete vicina , che dicono cosl. •

In controuerslf s cauf arum corporales inimiciti~ oriuntur, pt Am,,,iffio txptn/~ f'Um, lahor animi txercetur, corpus quotidi( fatigatur, multa, & inbonefta cri­mina indè canfequuntul', bona J & 11tilia opera pofpon1mtur, & quifiepè credu"I obtinere,.frcquenter fuccumbunt, & fi obtincnt computatis laboribu1, & txptnftt1 11ibil açq11irunt •

Tbomas de Caponago fedt 144s. . La Sal~,che mirate poi nell'altro lato entro q uaJrata, cd ammodern1ta

Porta, fi e la Matricola, ouuero come dicono i Milanefi Ja Badia dc' Mer­canti Cambia tori, cd à mezzo la [cala accenna t:i v edeft quella dc' Me; canti di Lana, come altresì (bffi nel lato diritto del Banco di S.Ambrog•0

~uclla de• Mercanti di Seta, Oro, ed Argento. Mentre rauui(ammo il Nouiffimo Broletto arriuò l'ora del dcfinarc

1?

p~rti~moci pure, perche in cocelli luoghi li trattano bene affari per & ' v1ueri, mà non fi troua imbandimento alcuno da viuere . Riftoratl' ~be faremo, attendoui ad altre nuoue vifitc.

Fine dc liti C omaftn11 Port11, ~del Secondo Li6ro · p~