POR Campania FESR 2007-2013 - Salerno · 2010-12-15 · Nell’attuazione del POR Campania FESR...
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POR Campania FESR 2007-2013
Manuale delle procedure per i
controlli di I livello
Ottobre 2010
Versione 1
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POR Campania FESR 2007-2013 - Manuale delle procedure per i controlli di I livello 2
INDICE
PREMESSA ...................................................................................................................................................................... 4
1 RIFERIMENTI NORMATIVI ............................. .................................................................................................. 5
1.1 NORMATIVA COMUNITARIA ............................................................................................................................. 5
1.2 NORMATIVA NAZIONALE .................................................................................................................................. 8
1.3 NORMATIVA REGIONALE .................................................................................................................................. 10
2 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................................................................ 11
2.1 QUADRO DI RIFERIMENTO ORGANIZZATIVO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI ................................................ 11
2.2 QUADRO DI RIFERIMENTO GENERALE DEL SISTEMA DEI CONTR OLLI .......................................................... 12
3 L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO DI I LIVELLO............... ................................................................................ 13
3.2 PISTA DI CONTROLLO ..................................................................................................................................... 15
3.3 VERIFICHE AMMINISTRATIVE SU BASE DOCUMENTALE ............................................................................... 18
3.4 I CONTROLLI IN LOCO : CAMPIONAMENTO ....................................................................................................... 22
3.4.1 PREMESSA ............................................................................................................................................................. 22
3.4.2 LE ATTIVITÀ RELATIVE ALLE VERIFICHE IN LOCO E MODALITÀ DI SELEZIONE DELLE OPERAZIONI ............................... 23
3.4.3 ANALISI DEI RISCHI ................................................................................................................................................ 24
3.4.4 RISCHI ASSOCIATI ALLA TIPOLOGIA DI OPERAZIONE ................................................................................................. 24
3.4.5 RISCHI ASSOCIATI AL BENEFICIARIO ........................................................................................................................ 27
3.4.6 VALUTAZIONE DEL RISCHIO CONGIUNTO OPERAZIONE – BENEFICIARIO ................................................................... 29
3.4.7 VALUTAZIONE DEL RISCHIO CONGIUNTO, STRATIFICAZIONE E DEFINIZIONE DEL CAMPIONE ...................................... 30
3.4.8 CAMPIONAMENTO SUPPLEMENTARE ....................................................................................................................... 31
3.5 SVOLGIMENTO DELLE VERIFICHE IN LOCO ................................................................................................... 31
3.6 CONTRADDITTORIO E FOLLOW -UP DEI CONTROLLI ...................................................................................... 33
3.6.1 CONTRADDITTORIO ............................................................................................................................................... 33
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3.6.2 FOLLOW-UP .......................................................................................................................................................... 33
3.7 RUOLO E RESPONSABILITÀ DELL ’ORGANISMO INTERMEDIO IN TEMA DI CONTROLLI ....................................... 37
4 REPORTING E ARCHIVIAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE .... ........................................................ 39
4.1 REPORTING ............................................................................................................................................................ 39
4.2 ARCHIVIAZIONE ..................................................................................................................................................... 41
5 PIANIFICAZIONE DEI CONTROLLI ...................... ........................................................................................ 44
6 AMMISSIBILITA’ DELLE SPESE ..................................................................................................................... 46
ALLEGATI ..................................................................................................................................................................... 47
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PREMESSA
In applicazione di quanto previsto dal comma 4 art.13 del Regolamento (CE) n. 1828/2006 l’Autorità di
Gestione (di seguito anche AdG) stabilisce per iscritto norme e procedure relative alle verifiche di natura
amministrativa ed in loco. Il complesso di tali verifiche, svolte ai sensi dell’art. 13 comma 2 del
Regolamento (CE) n. 1828/2006, verranno nel seguito denominate “Controlli di primo livello”.
Il presente Manuale, in particolare, fornisce le linee guida ai soggetti responsabili dell’esecuzione dei
controlli di I livello, richiamati nel cap.5 del Manuale di Attuazione Versione 1 approvato con D.G.R. n.
1715 del 20/11/2009 (di seguito anche Manuale di Attuazione), nell’ambito del Programma Operativo
Regionale Campania FESR 2007 – 2013 (di seguito anche POR FESR) e, illustra nello specifico le norme di
riferimento, lo scopo delle verifiche, le principali regole da seguire ed i modelli di strumenti operativi da
utilizzare per lo svolgimento e la formalizzazione dei controlli amministrativi ed in loco non previsti da
precedenti disposizioni regionali.
Le disposizioni contenute nel presente documento non esauriscono tutti gli aspetti relativi al controllo di I
livello, bensì si integrano con le relative disposizioni riportate nella relazione sui “Sistemi di Gestione e
Controllo”, ex art. 71 Regolamento (CE) n. 1083/2006 del POR FESR 2007-2013 approvato dalla
Commissione Europea (Nota n. 5655 del 03/07/2009) e nel Manuale di Attuazione.
Tale documento, approvato con Decreto dell’Autorità di Gestione, previa consultazione congiunta dei
Comitati di Coordinamento di Asse, potrà essere aggiornato in relazione alle esigenze di armonizzare e
migliorare le procedure previste per i controlli di I livello in base alle necessità che emergeranno nel corso
della programmazione 2007 – 2013.
Il presente documento è articolato come riportato nella tabella che segue.
Rif. TITOLO CONTENUTO
Cap. 1 Riferimenti normativi
Riporta la normativa generale comunitaria, nazionale e regionale di
riferimento sulla base della quale vengono svolte le attività di controllo di I
livello nell’ambito del POR FESR.
Cap. 2 Ambito di applicazione Descrive l’ambito di applicazione dei controlli di I livello delineandone il
quadro di riferimento organizzativo e generale del sistema dei controlli.
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Rif. TITOLO CONTENUTO
Cap. 3 L’attività di controllo di I
livello
Approfondisce le fasi in cui si articolano i controlli documentali e quelli in
loco e descrive la metodologia per il campionamento dei progetti da
sottoporre ai controlli in loco. Inoltre illustra il procedimento di
contraddittorio e follow–up conseguente alle irregolarità/criticità
riscontrate a seguito dei controlli di I livello.
Cap. 4 Reporting e archiviazione
della documentazione
Descrive le modalità operative di utilizzo della reportistica da utilizzare
per la formalizzazione dei controlli di I livello.
Cap. 5 Pianificazione dei controlli Illustra la tempistica da seguire per lo svolgimento dei controlli di I livello.
Cap. 6 Ammissibilità delle spese Illustra i riferimenti normativi relativi all’ammissibilità delle spese
nell’ambito del POR Campania FESR 2007-2013.
Allegati
Sono riportati i modelli di piste di controllo e gli strumenti di reporting da
utilizzare per la formalizzazione dei controlli di I livello non riportati in
allegato al Manuale di Attuazione.
Tabella 1: Riepilogo dei contenuti previsti nei Capitoli/Allegati del presente documento.
1 RIFERIMENTI NORMATIVI
Nell’attuazione del POR Campania FESR 2007-2013, con particolare riferimento al sistema dei controlli,
trovano applicazione le seguenti disposizioni distinte per tipologia di fonte normativa (comunitaria,
nazionale e regionale).
1.1 Normativa comunitaria
• Regolamento (CE) n. 539 del 16 giugno 2010, che modifica il Regolamento (CE) n. 1083/2006
recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e
sul Fondo di coesione, per quanto riguarda la semplificazione di taluni requisiti e talune disposizioni
relative alla gestione finanziaria;
• Regolamento (CE) n. 846 del 10 settembre 2009, che modifica il Regolamento (CE) n. 1828/2006
che stabilisce modalità di applicazione del Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante
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disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul
Fondo di coesione e del Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio
relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale;
• Regolamento (CE) n. 284/2009 del Consiglio del 7 aprile 2009 di modifica del Regolamento (CE) n.
1083/2006 recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale
europeo e sul Fondo di coesione, per quanto riguarda alcune disposizioni relative alla gestione
finanziaria;
• Regolamento (CE) n. 1341 del Consiglio del 18 dicembre 2008 di modifica del Regolamento (CE) n.
1083/2006 sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di
coesione relativamente ad alcuni progetti generatori di entrate;
• Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006, relativo
al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e recante abrogazione del Regolamento (CE) n. 1783/1999;
• Regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione del 6 agosto 2008, che dichiara alcune categorie
di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato
(Regolamento generale di esenzione di categoria);
• Regolamento (CE) n. 213 del 28 novembre 2007 - Modifica del Regolamento (CE) n. 2195/2002 del
Parlamento europeo e del Consiglio relativo al vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV) e
delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relative alle
procedure per gli appalti pubblici;
• Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che
abroga il Regolamento (CE) n. 1260/1999;
• Regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione, dell'8 dicembre 2006, che stabilisce modalità di
applicazione del Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del
Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo
di sviluppo regionale;
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• Regolamento (CE) n. 1989/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006 che modifica l’allegato III del
Regolamento (CE) n. 1083/2006 recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo
regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il Regolamento (CE) n.
1260/1999;
• Regolamento (CE) n. 1564 del 7 settembre 2005 - Modelli di formulari per la pubblicazione di bandi
e avvisi relativi a procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici conformemente alle Direttive
2004/17/CE e 2004/18/CE”;
• Direttiva (CE) n. 66 del 11 dicembre 2007 - Modifica delle direttive 89/665/CE e 92/13/CE per
quanto riguarda il miglioramento dell’efficacia delle procedure di ricorso in materia
d’aggiudicazione degli appalti pubblici;
• Direttiva (CE) n. 18 del 31 marzo 2004 - Coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli
appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi;
• Direttiva (CE) n. 17 del 31 marzo 2004 - Coordinamento delle procedure di appalto degli enti
erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali;
• Direttiva 85/337/CEE del Consiglio del 27 giugno 1985 concernente la valutazione dell'impatto
ambientale di determinati progetti pubblici e privati, modificata da ultimo dalla direttiva 2003/35/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio;
• Direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli
selvatici modificata dalla Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30
novembre 2009;
• Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli Habitat
naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche, ha l’obiettivo di contribuire a salvaguardare la
biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna
selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri (Direttiva HABITAT);
• Direttiva 97/11/CE del Consiglio del 3 marzo 1997 che modifica la direttiva 85/337/CEE
concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati;
• Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli
effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, è stata introdotta nel diritto comunitario la
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Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
1.2 Normativa nazionale
• Linee Guida sui Sistemi di gestione e controllo per la programmazione 2007-2013 - Ministero
dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - I.G.R.U.E. del
19 aprile 2007;
• Manuale di conformità dei sistemi di gestione e controllo - dell’Economia e delle Finanze -
Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - I.G.R.U.E. del 2 aprile 2008;
• Circolare n. 34 del 8 novembre 2007 del Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento
della Ragioneria Generale dello Stato - I.G.R.U.E.;
• Lettera del 27 dicembre 2007 del Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della
Ragioneria Generale dello Stato - I.G.R.U.E.;
• Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196, “Codice in materia di protezione dei dati personali”;
• Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, “Testo unico delle disposizioni
legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa”;
• Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti
locali”;
• Delibera CIPE n. 36 del 15 giugno 2006 - Definizione dei criteri di cofinanziamento pubblico
nazionale degli interventi socio strutturali comunitari per il periodo di programmazione 2007-2013 -
approvazione del QSN;
• Delibera CIPE n. 82 del 3 agosto 2006 - Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 - definizione delle
procedure e delle modalità di attuazione del meccanismo premiale collegato agli “obiettivi di
servizio”;
• Delibera CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN)
2007-2013 Programmazione del Fondo per le aree sottoutilizzate”;
• Decreto del Presidente della Repubblica 3 ottobre 2008, n. 196, Regolamento di esecuzione del
Regolamento (CE) n. 1083/2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo
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Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione in materia di spese ammissibili;
• Legge 7 agosto 1990 n. 241 e ss.mm.ii. (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e
di diritto di accesso ai documenti amministrativi);
• Regio Decreto 18 novembre 1923, n. 2440 (Nuove disposizioni sull’amministrazione del patrimonio
e della contabilità dello Stato);
• Regio Decreto 23 maggio 1924, n. 827 (Regolamento per l’amministrazione del patrimonio e la
contabilità generale dello Stato);
• Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e
forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE) e ss.mm.ii.;
• Legge 22 dicembre 2008, n. 201 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23
ottobre 2008, n. 162, recante interventi urgenti in materia di adeguamento dei prezzi di materiali da
costruzione, di sostegno ai settori dell’autotrasporto, dell’agricoltura e della pesca professionale,
nonché di finanziamento delle opere per il G8 e definizione degli adempimenti tributari per le
regioni Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici del 1997);
• Decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554 (Regolamento di attuazione della
legge quadro sui lavori pubblici (fino all’entrata in vigore del Regolamento di attuazione del nuovo
Codice attualmente in corso di definizione);
• Decreto del Presidente della Repubblica 20 agosto 2001, n. 384 (Regolamento di semplificazione dei
procedimenti di spesa in economia (applicabile in quanto compatibile e fino all’entrata in vigore del
Regolamento di attuazione del nuovo Codice);
• Decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34 (Regolamento per l’istituzione del
sistema di qualificazione unico dei soggetti esecutori di lavori pubblici, a norma dell’art. 8, comma
2, della legge 11 febbraio 1994, n.109 (applicabile in quanto compatibile e fino all’entrata in vigore
del Regolamento di attuazione del nuovo Codice);
• D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii. (Norme in materia ambientale);
• D.Lgs 22 gennaio 2004, n.42 e ss.mm.ii.(Codice dei beni culturali e del paesaggio).
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1.3 Normativa regionale
• Legge Regionale 27 febbraio 2007, n. 3 - Disciplina dei lavori pubblici, dei servizi e delle forniture
in Campania e ss.mm.ii.;
• Circolare - Legge Regionale 18 giugno 2007, n. 3 - Disciplina dei lavori pubblici, dei servizi e delle
forniture in Campania. Il contenuto innovativo nel B.U.R.C. n. 33 del 18/06/2007;
• DGR n. 112 del 9 febbraio 2007 - “Disciplinare Regionale per lo svolgimento di attività non
comprese nei compiti e doveri d’ufficio”;
• DGR n. 111 del 9 febbraio 2007 - Partecipazione di dirigenti e dipendenti a commissioni, non
rientrante negli ordinari compiti d’istituto, afferente le procedure d’appalto, concorso, e valutazione
di progetti;
• DGR n. 1601/2007 - Presa d’atto del “Protocollo di Legalità in materia di appalti”;
• DGR n. 2238 del 21 dicembre 2007 - Prezzario dei lavori pubblici - Edizione 2008;
• DGR n. 2007 del 23 dicembre 2008 - Prezziario dei lavori pubblici - Edizione 2009;
• DGR n. 1914 del 29 dicembre 2009 - Prezziario dei lavori pubblici - Edizione 2010;
• DGR n. 1715 del 20 novembre 2009 - Approvazione Manuale di Attuazione POR Campania FESR
2007-2013 Versione 1;
• Dpgrc n. 17 del 18 dicembre 2009 “regolamento di attuazione della valutazione ambientale
strategica (VAS) in Regione Campania”;
• Dpgrc n. 9 del 29 gennaio 2010 emanazione del regolamento - disposizioni in materia di
procedimento di valutazione di incidenza Regolamento n.1/2010;
• Dpgrc n. 10 del 29 gennaio 2010 emanazione del regolamento - disposizioni in materia di
valutazione d'impatto ambientale. Regolamento n.2/2010;
• Dgr n. 426 del 14/03/08 approvazione delle procedure di valutazione di impatto ambientale -
valutazione d'incidenza, screening, "sentito", valutazione ambientale strategica;
• Dgr n. 203 del 05/03/2010 "regolamento di attuazione della valutazione ambientale strategica (VAS)
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in Regione Campania" emanato con Dpgr n. 17 del 18 dicembre 2009. Approvazione degli "indirizzi
operativi e procedurali per lo svolgimento della VAS in Regione Campania";
• Dgr n. 324 del 19/03/2010 articolo 9, comma 2 del regolamento regionale n. 1/2010 "disposizioni in
materia di procedimento di valutazione di incidenza". Approvazione delle "linee guida e criteri di
indirizzo per l'effettuazione della valutazione di incidenza in Regione Campania".
2 AMBITO DI APPLICAZIONE
2.1 Quadro di riferimento organizzativo del sistema dei controlli
A livello organizzativo l’attuazione operativa del POR FESR, comprensiva delle attività ordinarie di
controllo di I livello, viene garantita dalle Aree Generali di Coordinamento (di seguito anche AGC)
competenti per materia.
In particolare sono designati, quali Responsabili di Obiettivo Operativo (di seguito anche ROO), i Dirigenti
di Settore, che, con il coordinamento dell’Autorità di Gestione, sono responsabili dell’attuazione delle
operazioni afferenti ai singoli Obiettivi Operativi e svolgono le funzioni proprie del Responsabile del
Procedimento.
Per i controlli di I livello, al fine di assicurare la separatezza funzionale in applicazione a quanto previsto
dalla normativa comunitaria di riferimento sono previsti differenti modelli organizzativi. In particolare:
• per le operazioni a regia regionale, la responsabilità dei controlli di I livello è in capo al ROO che si
avvale di un Team di Obiettivo Operativo;
• per le operazioni a titolarità regionale, la responsabilità dei controlli di I livello è in capo al coordinatore
del Team di controllo di I livello. Tali team sono istituiti presso ciascuna AGC e costituiti da personale
funzionalmente separato dal personale del team di Obiettivo Operativo del ROO1;
• per le operazioni a titolarità regionale non attuate direttamente dal ROO ovvero per quelle attuate
tramite soggetti in house, la responsabilità dei controlli di I livello rimane in capo allo stesso ROO
secondo la modalità organizzativa prevista per le operazioni a regia regionale;
• per le operazioni attuate per il tramite di un Organismo Intermedio (di seguito OI) la responsabilità dei
1 Cfr. Nota AdG del 11/12/2008 (prot. n. 1035463).
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controlli di I livello può essere delegata all’Organismo stesso. Il ROO dovrà effettuare, a seguito
dell’approvazione del Sistema di gestione e Controllo dell’OI da parte dell’AdA, controlli periodici di
sistema secondo quanto descritto al paragrafo 3.7.
Di seguito, per semplicità espositiva, si farà riferimento sia per le operazioni a regia che a titolarità ad un
Responsabile dei controlli di I livello, mentre si dettaglierà nel caso di specifiche competenze per le
operazioni attuate per il tramite di un OI.
2.2 Quadro di riferimento generale del sistema dei controlli
Ai sensi dell’art. 13 comma 2 del Regolamento (CE) n. 1828/2006 “le verifiche che l’Autorità di Gestione è
tenuta a effettuare a norma dell’articolo 60, lettera b) del Regolamento (CE) n. 1083/2006 riguardano, a
seconda del caso, gli aspetti amministrativi, finanziari, tecnici e fisici delle operazioni. Le verifiche
consentono di accertare che le spese dichiarate siano reali, che i prodotti o i servizi siano stati forniti
conformemente alla decisione di approvazione, che le domande di rimborso del beneficiario siano corrette e
che le operazioni e le spese siano conformi alle norme comunitarie e nazionali. Esse comprendono
procedure intese a evitare un doppio finanziamento delle spese attraverso altri programmi nazionali o
comunitari o attraverso altri periodi di programmazione.
Le verifiche comprendono le seguenti procedure:
a) verifiche documentali di tutte la documentazione amministrativo/contabile presentata dai beneficiari;
b) verifiche in loco di singole operazioni.”
Nel contesto organizzativo del POR Campania FESR 2007-2013, il Responsabile dei controlli di I livello, è
tenuto a garantire il corretto svolgimento delle verifiche amministrative ed in loco.
Le verifiche amministrative su base documentale devono svolgersi sul totale delle spese rendicontate dai
beneficiari e devono riguardare la correttezza delle procedure amministrative e contabili seguite per la
selezione dell’operazione e le rendicontazioni di spesa che accompagnano la domanda di rimborso presentata
dagli stessi. Tali verifiche costituiscono condizione necessaria per il Responsabile di Obiettivo Operativo al
fine di poter procedere alla predisposizione delle Attestazioni di spesa da presentare all’Autorità di
Certificazione.
Le verifiche in loco, successive alle verifiche documentali, saranno svolte, a cura dei rispettivi Responsabili
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dei controlli di I livello, su un campione di operazioni che abbia generato una spesa già certificata in una
annualità di riferimento (per la metodologia adottata si rimanda al Capitolo 3 § 3.4 del presente documento).
Se a seguito delle verifiche si riscontrano delle irregolarità, dovrà essere attivato un procedimento di
contraddittorio con il beneficiario (per le modalità operative si rimanda al Capitolo 3 del presente
documento).
Dalla valutazione delle controdeduzioni fornite dal beneficiario, potrà fare seguito l’eventuale
provvedimento di revoca (totale o parziale) del finanziamento e la successiva attuazione della procedura di
recupero/revoca del finanziamento da parte del ROO (cfr. Capitolo 6 del Manuale di Attuazione).
Per ciascuna verifica, amministrativa ed in loco, il Responsabile dei controlli di I livello provvederà a
formalizzare le risultanze dei controlli svolti (per la reportistica e le relativa modalità di utilizzo si rimanda a
quanto stabilito nel Capitolo 4 del presente documento).
Le informazioni relative alle verifiche svolte oltre ad essere conservate su supporto cartaceo presso il ROO
dovranno essere inserite sul sistema informativo di monitoraggio. Periodicamente i ROO dovranno inviare
all’AdG un report sui controlli effettuati.
3 L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO DI I LIVELLO
I controlli di I livello2 riguardano la correttezza delle procedure di selezione, approvazione e attuazione delle
operazioni cofinanziate, la regolarità delle spese rendicontate, nonché lo stato di avanzamento/realizzazione
dell’intervento cofinanziato.
Nello specifico, le verifiche si suddividono in verifiche documentali, previste per la totalità delle operazioni
cofinanziate e propedeutiche alla certificazione delle spese dichiarate, e verifiche in loco effettuate su un
campione rappresentativo dell’universo delle operazioni cofinanziate.
In tale contesto, ed in considerazione del modello organizzativo adottato dalla Regione Campania sopra
richiamato, l’AdG potrà svolgere periodicamente anche controlli di sistema presso i singoli Obiettivi
Operativi al fine di verificare la corretta applicazione del sistema di gestione e controllo da essi adottato e
riportato nella pista di controllo di propria competenza.
2 Per i controlli di I livello di competenza dell’AdC si rimanda al documento “Manuale delle procedure dell’Autorità di
Certificazione” approvato con D.D. n. 6 del 26/05/2009.
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Nel caso di Obiettivi Operativi in cui è prevista la delega delle attività di controllo di I livello ad un
Organismo Intermedio (di seguito anche OI), il Responsabile di Obiettivo Operativo svolgerà controlli di
sistema al fine di verificare la corretta applicazione del sistema di gestione e controllo da essi adottato,
sottoposto a valutazione dell’Autorità di Audit (di seguito AdA)3, e riportato nella pista di controllo di
propria competenza.
Nei paragrafi successivi si riportano in dettaglio le singole fasi procedurali che caratterizzano il controllo di
sistema, le piste di controllo, le verifiche amministrative ed in loco nonché le azioni da intraprendere
successive ai controlli svolti.
3.1 Controlli di sistema dell’Autorità di Gestione
I controlli di sistema di competenza dell’AdG sono previsti affinché si possa, in una logica migliorativa della
gestione e attuazione del POR FESR, valutare periodicamente l’affidabilità del sistema di gestione e
controllo all’interno dei singoli Obiettivi Operativi.
Le verifiche di sistema sono volte ad accertare presso i singoli Obiettivi Operativi:
• l’organizzazione e strutturazione delle funzioni di gestione e di controllo;
• lo svolgimento delle attività di controllo di I livello e degli adempimenti a queste connessi;
• l’utilizzo del sistema informatico regionale di registrazione e conservazione dei dati contabili relativi a
ciascuna operazione svolta nell'ambito del programma operativo, nonché la raccolta dei dati relativi
all'attuazione necessari per la gestione finanziaria, la sorveglianza, le verifiche, gli audit e la valutazione;
• la ricostruzione e razionalizzazione del tracciato documentale che caratterizza le procedure attuative e di
controllo dei progetti co-finanziati e lo stato di conservazione ed archiviazione dei documenti,
coerentemente con quanto riportato nelle piste di controllo.
Gli esiti di tali verifiche saranno utilizzati al fine di condurre un’analisi dei rischi utile per valutare il grado di
affidabilità del sistema e fornire ai ROO, ove possibile, elementi utili per i relativi adeguamenti da adottare.
Le risultanze dei controlli saranno comunicate tempestivamente dall’AdG/ROO all’AdC ed all’AdA in modo
3 Nota della Commissione Europea del 03/07/2009 (prot.n. 005655) relativa alle procedure per la valutazione di conformità del
sistema di gestione e controllo del POR Campania FESR 2007 – 2013 ex art. 71 del Reg. (CE) n. 1083/2006.
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da attestare il grado di affidabilità raggiunto dal sistema di gestione e controllo delle operazioni sulla cui base
finanziaria vengono effettuate le certificazioni.
I controlli di sistema prevedono lo svolgimento delle seguenti fasi:
1. definizione del campione da sottoporre a controllo. In tale contesto l’AdG selezionerà gli Obiettivi
Operativi da sottoporre a controllo sulla base di un giudizio professionale4;
2. calendarizzazione dei controlli e successiva comunicazione al soggetto da sottoporre a controllo entro i
10 giorni lavorativi precedenti;
3. acquisizione presso il ROO delle Piste di controllo e della eventuale documentazione ritenuta rilevante
ai fini della comprensione del sistema di gestione e controllo;
4. svolgimento di verifiche di dettaglio su singole operazioni;
5. formalizzazione delle risultanze dei controlli. L’AdG provvederà ad una corretta formalizzazione delle
risultanze dei controlli svolti. In tale contesto, occorre compilare apposite check list allegate al presente
documento.
3.2 Pista di controllo
Aspetti generali
La pista di controllo rappresenta lo strumento in cui sono indicati per singola operazione i flussi di attività da
effettuare, i soggetti coinvolti, le risorse da utilizzare ed i risultati da produrre.
Le piste di controllo, sulla scorta di quanto stabilito dal documento emanato dal MEF-IGRUE “Linee Guida
sui Sistemi di Gestione e Controllo per la Programmazione 2007 - 2013” sono classificate in funzione di due
criteri:
• la tipologia di operazioni;
• la titolarità della responsabilità gestionale.
In relazione al primo criterio, si distinguono tre tipologie di operazioni:
4 Documento di orientamento sulle verifiche di gestione che gli Stati membri devono effettuare sulle operazioni cofinanziate dai
Fondi strutturali e dal Fondo di coesione per il periodo di programmazione 2007-2013 - COCOF 08_0020_04 – IT.
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• opere pubbliche;
• acquisizione di beni e servizi;
• erogazione di finanziamenti e/o servizi a singoli beneficiari;
In relazione al secondo criterio, si distinguono due forme di responsabilità gestionale:
• operazioni a titolarità regionale;
• operazioni a regia regionale.
Per ciascuna tipologia sono stati individuati i seguenti quattro macroprocessi di operazioni cofinanziate
nell’ambito del POR Campania FESR 2007-2013:
1. Programmazione;
2. Istruttoria (Programmazione,Selezione ed approvazione delle operazioni);
3. Attuazione fisica e finanziaria delle operazioni;
4. Rendicontazione/certificazione delle spese e gestioni irregolarità.
L’analisi di ciascun macroprocesso viene effettuata utilizzando un flow chart che mette in evidenza
l’articolazione del processo in attività.
Il modello per la rappresentazione delle piste di controllo è articolato in:
1. Check list fascicolo di progetto;
2. Descrizione dei flussi dei processi gestionali (Flow chart);
3. Check list controllo di I livello.
Check list fascicolo di progetto
La check list di progetto, suddivisa per tipologia di intervento, è lo strumento al cui interno è riportata una
breve descrizione dell’intervento cofinanziato e, consente, per ogni progetto, di tracciare l’elenco di tutti i
documenti giustificativi della spesa, ivi inclusi gli estremi identificativi e l’ubicazione degli organismi che
detengono gli stessi.
Descrizione dei flussi dei processi gestionali (Flow chart)
E’ la rappresentazione che mette in evidenza, per ogni singolo processo (Programmazione, istruttoria,
attuazione e rendicontazione) le relazioni tra i vari “Soggetti” coinvolti, le varie “Azioni/Attività” messe in
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campo con le tipologie di “Attività di Controllo”.
Si compone di:
• una scheda anagrafica, che descrive i dati identificativi dell’operazione gestita dall’Obiettivo Operativo
del POR FESR, i soggetti responsabili e la programmazione finanziaria;
• una scheda organizzativa, in cui è riportata l’architettura organizzativa adottata dall’Obiettivo
Operativo;
• una scheda di programmazione, in cui è riportato il processo di programmazione del POR Campania
FESR 2007/2013;
• una scheda per singolo macroprocesso in cui vengono riportati i processi, le attività, i soggetti che
intervengono nel ciclo di vita e codifica delle attività di controllo svolta;
Check list controllo di I livello
E’ lo strumento in cui sono indicati, per singolo macroprocesso, le attività di controllo esercitate dal
Responsabile dei controlli sulla base di documentazione probatoria.
La check list evidenzia il Responsabile di controllo, l’ubicazione dei documenti e contiene i codici dei
controlli, la descrizione del controllo, l’esito dei controlli e la documentazione amministrativa/contabile. Tale
attività, così come codificate nella check list, sono riportate nel flow chart.
La pista di controllo in tal modo strutturata consente, in conformità a quanto previsto dall’art. 15 del
Regolamento (CE) n. 1828/2006, di:
a) confrontare gli importi globali certificati alla Commissione con i documenti contabili dettagliati e i
documenti giustificativi conservati dall’autorità di certificazione, dall’autorità di gestione, dagli
organismi intermedi e dai beneficiari riguardo alle operazioni cofinanziate nel quadro del programma
operativo;
b) verificare il pagamento del contributo pubblico al beneficiario;
c) verificare l’applicazione dei criteri di selezione stabiliti dal Comitato di Sorveglianza per le Attività del
POR FESR;
d) verificare per ogni operazione le specifiche tecniche e il piano di finanziamento, i documenti riguardanti
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l’approvazione della sovvenzione, la documentazione relativa alle procedure di aggiudicazione degli
appalti pubblici, le relazioni sui progressi compiuti e relazioni sulle verifiche e sugli audit effettuati.
Per maggiori dettagli, si rimanda ai relativi Allegati del presente documento in cui sono riportati i modelli di
piste di controllo previsti per le operazioni riconducibili al cofinanziamento di opere pubbliche (a titolarità e
regia), acquisizione di beni e servizi (a titolarità e regia) ed erogazione di finanziamenti e/o servizi a singoli
beneficiari (a titolarità regionale).
Sarà cura dei singoli ROO, ove se ne riscontri l’esigenza, adattarne con proprio Decreto e previo parere
favorevole dell’AdG, i contenuti alle peculiarità del proprio modello organizzativo (in caso di presenza di OI
sarà l’OI a predisporre apposite piste di controllo secondo quanto dettagliato al paragrafo 3.7) o delle
operazioni da essi gestite, nel rispetto dei contenuti minimi definiti nel presente Manuale.
In relazione agli interventi ricompresi nella tipologia “aiuti”il flusso procedurale e la check list dovranno
essere adattati dal ROO in base alla presenza o meno del Soggetto Gestore/OI, previo parere favorevole
dell’AdG. In ogni caso, sarà cura del ROO inviare le versioni definitive adottate con proprio decreto
all’AdG, all’AdC e all’AdA.
3.3 Verifiche Amministrative su base documentale
In applicazione di quanto previsto dall’art. 13 del Regolamento (CE) n. 1828/2006, le verifiche documentali
devono essere svolte in relazione a tutta la documentazione amministrativo/contabile presentata dai
beneficiari. In tale contesto le verifiche hanno ad oggetto tutta la documentazione di
selezione/fornitura/realizzazione dell’opera/bene/servizio (es. stati di avanzamento, documentazione di
consegna, ecc.), nonché della documentazione giustificativa di spesa e di pagamento (es. fatture, mandati di
pagamento, ecc.).
Nello svolgimento dell’attività di verifica, la documentazione prodotta sarà valutata dal personale incaricato,
a seconda della tipologia di operazione (opere pubbliche, acquisizione di beni e servizi, erogazione di
finanziamenti e/o servizi a singoli beneficiari) nonché della tipologia di spesa, mettendola a confronto con:
• le modalità di selezione delle operazioni;
• la normativa comunitaria e nazionale applicabile (in particolare la normativa sugli appalti pubblici,
quella sui regimi di aiuto che si applicano all’operazione, la normativa sull’ammissibilità della spesa, la
normativa sulla documentabilità sotto il profilo civilistico e fiscale della spesa e, ove applicabile, la
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normativa sulla valutazione ambientale e quella relativa alle pari opportunità);
• i criteri di selezione del POR Campania FESR 2007 – 2013, approvati dal Comitato di Sorveglianza
nella seduta del 13 marzo 2008 e ratificati con DGR n. 879/2008 e ss.mm.ii.;
• il bando di concessione del contributo;
• la domanda progettuale approvata in fase di selezione delle operazioni;
• la convenzione stipulata tra ROO e beneficiario (eventuale);
• i contratti o altri impegni giuridicamente vincolanti, assunti per la realizzazione dell’operazione, che
hanno determinato la spesa.
Dal punto di vista temporale, le verifiche amministrative devono riguardare l’intero “ciclo di vita” di
un’operazione che possono distinguersi nelle seguenti fasi:
• avvio dell’operazione (verifica ex ante);
• realizzazione dell’operazione (verifica in itinere);
• conclusione dell’operazione (verifica ex post).
In fase di avvio, le verifiche amministrative devono riguardare, in linea generale, i seguenti aspetti:
1. la coerenza delle operazioni selezionate rispetto al Fondo FESR ed alla strategia del POR Campania
FESR 2007 – 2013;
2. il rispetto dei criteri di selezione approvati dal Comitato di Sorveglianza, della correttezza e la coerenza
con la normativa di riferimento nonchè e con le procedure adottate ai fini della selezione delle operazioni
da cofinanziare;
3. la legittimità e la coerenza della procedura adottata per la selezione pubblica del beneficiario/operazioni,
con particolare attenzione ai seguenti aspetti:
� rispetto della normativa in materia di informazione, pubblicità e trasparenza, soprattutto mediante la
verifica degli avvisi pubblici per la selezione dei beneficiari/operazioni;
� sussistenza di una procedura idonea per l’acquisizione e il protocollo delle offerte, nel caso di avvisi
pubblici;
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� il corretto svolgimento delle attività connesse alle valutazioni svolte per la selezione del
beneficiario/operazione, ivi compresa la verifica della compatibilità ed idoneità delle caratteristiche
dell’operazione;
� per i Grandi Progetti, la correttezza delle procedure adottate in applicazione di quanto previsto dal
D.G.R. n. 326 del 6 marzo 2009;
4. la conformità con le norme sugli Aiuti di Stato, con le norme ambientali e con quelle sulle pari
opportunità e la non discriminazione;
5. la sussistenza del contratto/convenzione (o altra forma di impegno giuridicamente vincolante) tra
Responsabile Obiettivo Operativo e beneficiario/OI (e/o ditta esecutrice/fornitrice) e della sua coerenza
con il bando di selezione/bando di gara, lista progetti e Programma Operativo;
6. la correttezza formale delle domande di finanziamento (in caso di erogazione di finanziamenti e/o servizi
a singoli beneficiari);
7. in caso di infrastrutture e servizi a titolarità regionale, di importo superiore a 10 Meuro, l’avvenuta
valutazione delle proposte di investimento da parte del Nucleo Regionale di Valutazione degli
Investimenti Pubblici (NRVVIP) (cfr. Capitolo 1 del Manuale di Attuazione);
8. per i progetti generatori di entrate, la corretta applicazione dell’art. 55 del Reg. (CE) n. 1083/2006 e
ss.mm.ii..
In fase di realizzazione5, le verifiche amministrative e contabili hanno ad oggetto la domanda di rimborso del
beneficiario e/o ditta esecutrice/fornitrice e le rendicontazioni di spesa che la accompagnano e in particolare
riguardano:
1. la correttezza formale della richiesta di finanziamento/domanda di rimborso;
2. il rispetto delle norme comunitarie e nazionali in materia di appalti pubblici (per i singoli punti di
controllo cfr. la check list di riferimento riportata in allegato al Manuale di Attuazione);
3. il rispetto delle norme comunitarie e nazionali sulla pubblicità;
4. la conformità e la regolarità del contratto/convenzione o altro documento negoziale e/o di pianificazione
5 Le verifiche da 1 a 5 previste in fase di realizzazione saranno propedeutiche nei casi in cui sia prevista l’erogazione di un anticipo.
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delle attività rispetto all’avanzamento delle attività e la relativa tempistica. Tale verifica può essere
svolta sulla base di documenti descrittivi delle attività svolte, quali stati avanzamento lavori (in caso di
gare d’appalto) o di relazioni delle attività svolte (nel caso di avvisi in concessione);
5. la regolarità finanziaria della spesa sui documenti giustificativi presentati, ovvero l’ammissibilità delle
spese mediante verifica dei seguenti principali aspetti:
� la completezza e la coerenza della documentazione giustificativa di spesa (comprendente almeno
fatture quietanzate o documentazione contabile equivalente) ai sensi della normativa nazionale e
comunitaria di riferimento, al POR FESR, al bando di selezione/bando di gara, al
contratto/convenzione e a sue eventuali varianti;
� la conformità della documentazione giustificativa di spesa dal punto di vista normativo (civilistico
e fiscale);
� l’ammissibilità della spesa in quanto riferibile alle tipologie di spesa consentite congiuntamente
dalla normativa nazionale e comunitaria di riferimento, dal bando di selezione/di gara, dal
contratto/convenzione e da sue eventuali varianti;
� l’eleggibilità della spesa in quanto sostenuta nel periodo consentito dal Programma;
� la riferibilità della spesa al beneficiario e/o alla ditta esecutrice/fornitrice e all’operazione
selezionata;
� il rispetto dei limiti di spesa ammissibile a contributo previsti dalla normativa comunitaria e
nazionale di riferimento (es. dal regime di aiuti cui l’operazione si riferisce), dal
contratto/convenzione e da sue eventuali varianti; tale verifica deve essere riferita anche alle
singole voci di spesa incluse nella rendicontazione sottoposta a controllo;
6. il rispetto delle disposizioni previste per le modalità di erogazione del finanziamento per opere
pubbliche e acquisizione di beni e servizi superiori a 5 Meuro (cfr. § 3.1 del Manuale di Attuazione);
7. il rispetto delle disposizioni previste per le modalità di erogazione del finanziamento per opere
pubbliche e acquisizione di beni e servizi inferiori a 5 Meuro (cfr. § 3.2 del Manuale di Attuazione);
8. il rispetto delle disposizioni previste per le modalità di erogazione di finanziamenti e/o servizi ai singoli
beneficiari (cfr. § 3.3 del Manuale di Attuazione);
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9. il rispetto delle disposizioni previste per gli OI (cfr. § 1.4.1, 1.4.2, 1.4.3, 1.4.4, 1.4.5 e 3.4 del Manuale
di Attuazione).
Sulla base degli esiti dei controlli effettuati, qualora vengano rilevate irregolarità, il personale incaricato
informerà il responsabile dei controlli, che procederà ad informare il Beneficiario, l’AdC e l’AdG.
In fase di conclusione, le verifiche devono essere effettuate con riferimento ai seguenti aspetti:
• l’avvenuta presentazione del rendiconto da parte del beneficiario/OI;
• verifica della documentazione giustificativa di spesa residuale presentata secondo le modalità riportate
precedentemente nella “fase di realizzazione”;
• determinazione dell’importo effettivamente riconosciuto e del relativo saldo;
• l’avvenuta presentazione della domanda di saldo da parte del beneficiario.
Le verifiche documentali dovranno essere formalizzate per tutte le operazioni oggetto di domande di
rimborso presentate dai beneficiari e precedente alla presentazione della dichiarazione di spesa inoltrata dal
ROO all’AdC (per maggiori dettagli sugli strumenti e modalità operative da seguire per la formalizzazione
dei controlli si rimanda al Capitolo 4 del presente documento).
3.4 I controlli in loco: campionamento
3.4.1 Premessa
Dopo aver condotto le verifiche amministrative su base documentale e relative al 100% della spesa
rendicontata dal beneficiario, la normativa comunitaria prevede l’esecuzione di verifiche in loco sulle singole
operazioni rendicontate.
Come indicato dalla normativa comunitaria [art. 13 § 3 del Regolamento (CE) n. 1828/2006, modificato
dall’art. 1 § 3c del Regolamento (CE) 846/2009], tali verifiche sono eseguite su un campione, la cui
dimensione dovrà essere definita sulla base di una preventiva analisi dei rischi che il ROO dovrà condurre in
funzione della tipologia di beneficiari e di operazioni interessate, secondo la metodologia definita dall’AdG.
In caso di adozione di un campionamento delle operazioni la relativa metodologia dovrà essere riesaminata
ogni anno per valutare, in funzione dell’evoluzione del Programma Operativo, la necessità di procedere
all’adozione di un diverso metodo di campionamento o alla modifica dei parametri.
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3.4.2 Le attività relative alle verifiche in loco e modalità di selezione delle operazioni
In relazione a quanto previsto dai Regolamenti Comunitari l’AdG del POR Campania FESR 2007 – 2013
definisce nel presente documento la metodologia di campionamento per le verifiche in loco che, nel rispetto
della logica organizzativa del POR FESR, sarà utilizzata a livello di singolo Obiettivo Operativo dal
Responsabile controlli di I livello per l’estrazione del campione delle operazione e prenderà in
considerazione le singole operazioni certificate nell’anno N – 1; il campione così determinato dovrà essere
comunicato all’AdG.
Il Responsabile dei controlli di I livello dovrà conservare la documentazione che descrive le modalità
applicative seguite per l’estrazione del campione e le operazioni estratte, oggetto della verifica in loco
nell’anno di riferimento.
Obiettivo delle verifiche in loco è dunque permettere di individuare tempestivamente eventuali irregolarità o
errori, al fine di:
• completare i controlli eseguiti a livello amministrativo;
• comunicare al ROO le dovute correzioni da apportare mentre l’operazione è ancora in corso d’opera;
• accertare che le domande di rimborso presentate del beneficiario siano corrette.
A garanzia di una corretta conduzione delle operazioni si procederà a eseguire le verifiche in loco come
segue:
• nel caso in cui nell’anno N – 1, risultino un numero massimo di operazioni pari a 10 si procederà al
controllo in loco sul 50% delle operazioni selezionando, fino a concorrenza di tale percentuale, gli
interventi con importi finanziari più elevati6;
• nel caso in cui nell’anno N – 1, risultino un numero di operazioni superiori alle 10 si procederà, al fine
di aumentare la probabilità di estrarre operazioni affette da errore, ad una stratificazione della
popolazione sulla base del grado di rischio associato al beneficiario ed alla tipologia di Operazione e ad
un’estrazione del campione per ogni strato, aumentando la numerosità campionaria per quegli strati che
presentano il grado di rischio più elevato. L’estrazione di un campione per ogni singolo strato
consentirà, inoltre, di effettuare, nel caso in cui si dovessero rilevare irregolarità a seguito delle verifiche
6 Vedi nota n. 4.
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in loco, un’analisi sugli strati e, qualora sul singolo strato si dovesse riscontrare un tasso di errore
superiore al 2%, procedere ad un campionamento supplementare al fine di verificare se le irregolarità
riscontrate sono estese anche alle operazioni che non sono rientrate nel primo campionamento. In tale
contesto l’intensità della verifica in loco è, pertanto, fortemente correlata alla natura delle operazioni e
al tipo di documentazione che è stata fornita dal beneficiario in occasione della presentazione della
domanda di rimborso.
3.4.3 Analisi dei rischi
L’analisi dei rischi ha l’obiettivo di ottenere, nel rispetto del Regolamento (CE) n. 1828/2006 e ss.mm.ii. le
informazioni relative al rischio associato alla tipologia di operazione e di beneficiario necessarie per la
definizione dei parametri che determineranno la dimensione del campione delle operazioni da sottoporre a
verifica in loco. Inoltre, grazie all’analisi dei rischi, il Responsabile dei controlli di I livello potrà procedere
ad una stratificazione della popolazione, raggruppando le operazioni in base al grado di rischio in esse
rilevato e, qualora rilevasse un tasso di errore elevato, potrà ricollegare l’errore ad una specifica tipologia di
operazione e di rischio procedendo, eventualmente, alla verifica di operazioni analoghe e non inserite nel
campione.
Per eseguire l’analisi dei rischi il Responsabile dei controlli di I livello dovrà:
1) elaborare una griglia di valutazione dei rischi, considerando la probabilità che il rischio si verifichi e
l’impatto finanziario che esso avrà sull’operazione;
2) individuare i fattori di rischio riconducibili alla tipologia di operazione e di beneficiario;
3) analizzare ogni singola operazione ed esprimere un giudizio in merito ai rischi connessi alla tipologia di
operazione e di beneficiario;
4) sulla base dei risultati ottenuti elaborare un giudizio in merito al rischio congiunto operazione-
beneficiario;
5) stratificare le popolazione in base ai risultati ottenuti, raggruppando tutte le operazioni che presentano il
medesimo grado di rischio congiunto.
3.4.4 Rischi associati alla tipologia di operazione
I rischi associati alla tipologia di operazione sono riconducibili a due fattori principali:
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• la tipologia di macroprocesso;
• il numero di soggetti responsabili della gestione e realizzazione dell’operazione.
Nell’ambito del POR Campania FESR 2007 – 2013, possono distinguersi sei possibili macroprocessi,
all’interno dei quali è possibile collocare le operazioni che saranno sottoposte a verifica in loco:
• opere pubbliche a titolarità;
• opere pubbliche a regia;
• acquisizione di beni e servizi a titolarità;
• acquisizione di beni e servizi a regia;
• erogazione di finanziamenti e/o servizi a singoli beneficiari a titolarità;
• erogazione di finanziamenti e/o servizi a singoli beneficiari a regia (ad oggi non attive).
Ogni macroprocesso, presenta un livello di rischiosità funzione dei seguenti fattori:
• numero di attività previste nel macroprocesso;
• numero di passaggi di documentazione amministrativo-contabile tra i soggetti previsti nella pista di controllo;
• durata dell’operazione;
• esperienza pregressa del beneficiario rispetto alla tipologia di operazione;
• dimensione finanziaria.
Come anticipato, in considerazione di tali fattori è possibile ricondurre ad ogni macroprocesso un grado di
rischio, legato alla probabilità che si verifichi un errore e all’impatto che tale errore può avere in termini
finanziari e di realizzazione dell’operazione stessa. In relazione ai parametri sopra indicati è necessario che il
Responsabile dei controlli di I livello consideri, in relazione alle peculiarità delle operazioni dell’Obiettivo
Operativo una:
• rischiosità alta: opere pubbliche a regia, erogazione di finanziamenti e/o servizi a singoli beneficiari a regia;
• rischiosità media: acquisizione di beni e servizi a regia, opere pubbliche a titolarità;
• rischiosità bassa: acquisizione di beni e servizi a titolarità.
In tale contesto è necessario che il Responsabile dei controlli di I livello acquisisca informazioni per singola
operazione certificata circa l’esistenza di uno o più soggetti coinvolti nella gestione e realizzazione
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dell’operazione, che potrebbero appartenere ad entità diverse tra loro oppure ad una o più unità organizzative
nell’ambito di una stessa entità. L’articolazione più o meno complessa dell’organizzazione del sistema di
gestione e controllo e le caratteristiche dei soggetti in essa coinvolti è correlata alla complessità
dell’operazione dal punto di vista dell’efficacia delle attività di controllo che devono essere svolte e,
conseguentemente, al rischio connesso con la prevenzione degli errori o la loro individuazione.
Sulla base di tali considerazioni è necessario rilevare i seguenti gradi di rischio:
• rischiosità alta: più di quattro soggetti coinvolti nella gestione e realizzazione dell’operazione;
• rischiosità media: da tre a quattro soggetti coinvolti nella gestione e realizzazione dell’operazione;
• rischiosità bassa: fino a due soggetti coinvolti nella gestione e realizzazione dell’operazione.
Fattore di rischio 2
Soggetti coinvolti nella gestione e realizzazione delle operazioni
fino a 2 da 3 a 4 oltre 4
Valutazione del
Rischio Rischiosità Bassa Rischiosità Media Rischiosità Alta
Fat
tore
di r
isch
io 1
Tip
olog
ia d
i Ma
cro
pro
cess
o
Opere pubbliche a regia Rischiosità Alta
AB AM AA
Erogazione finanziamenti e/o
servizi a regia
Rischiosità Alta AB AM AA
Opere pubbliche a titolarità Rischiosità Media
MB MM MA
Acquisizione beni e servizi a
regia
Rischiosità Media MB MM MA
Erogazione finanziamenti e/o
servizi a titolarità
Rischiosità Media MB MM MA
Acquisizione beni e servizi a
titolarità
Rischiosità Bassa BB BM BA
rischiosità Alta
rischiosità Media
rischiosità Bassa
Tabella 2: Differenti gradi di rischio correlati ai Fattori 1 e 2 individuati per le operazioni.
Definiti i fattori di rischio e assegnati i relativi livelli di rischio, l’organismo preposto alle attività di controllo
di I livello procederà all’esecuzione dell’analisi dei rischi legati alla tipologia di operazione.
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Rischio Operazione
Cod. Tipologia di operazione Fattore di
rischio 1
Soggetti responsabili
della gestione e
realizzazione delle
operazioni
Fattore di rischio
2
Valutazione
rischio
Operazione
1 Erogazione finanziamenti e/o servizi a regia A 3 M AM
2 Opere pubbliche a titolarità M 2 B MB
3 Acquisizione beni e servizi a regia M 5 A MA
4 Opere pubbliche a regia A 3 M AM
… … … … … …
… … … … … …
99 Acquisizione beni e servizi a regia M 4 M MM
100 Opere pubbliche a regia A 4 M AM
Tabella 3: Valutazione del rischio per le operazioni.
3.4.5 Rischi associati al beneficiario
Nell’ambito del POR Campania FESR 2007 – 2013 possono essere individuate le seguenti tipologie di
beneficiario: Amministrazione pubblica centrale, Amministrazione locale, Ente pubblico, Ente privato.
La rischiosità di ogni tipologia di beneficiario può essere valutata sulla base dei seguenti fattori di rischio:
• esiti dei controlli amministrativi nell’ambito del POR FESR e della precedente programmazione;
• esperienza del beneficiario;
• numero di operazioni riconducibili al beneficiario.
La rischiosità legata ad un beneficiario può essere in parte valutata dagli esiti dei controlli amministrativi
condotti sulle domande di rimborso e, se effettuati, dei controlli legati alla programmazione 2000 – 2006. La
presenza di errori in fase di analisi desk deve essere interpretata come una elevata probabilità di rilevare, in
fase di controlli in loco, irregolarità legate alla corretta esecuzione dell’operazione. Se il beneficiario ha già
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partecipato alla precedente Programmazione e gli esiti dei controlli condotti in tale occasione non sono stati
positivi, il rischio beneficiario sarà considerato elevato anche se nell’attuale programmazione non sono stati
riscontrati errori.
Nel caso di un beneficiario che non ha partecipato alla precedente Programmazione, il rischio di errore dovrà
considerarsi medio, anche se i controlli amministrativi hanno rilevato irregolarità. Infine, se i controlli
amministrativi sono stati positivi ed il beneficiario ha partecipato alla precedente programmazione senza che
venissero rilevate irregolarità nel corso dei controlli, il rischio ad esso associato sarà considerato basso.
A completare la valutazione del rischio beneficiario, deve concorrere una valutazione sul numero di
operazioni riconducibili ad uno stesso beneficiario. Come già evidenziato in precedenza, e previsto anche
dalle buone prassi della Commissione Europea7, qualora un beneficiario sia responsabile di un certo numero
di azioni/attività, esso dovrà essere oggetto di almeno una verifica in loco. Pertanto dovrà essere associata ad
esso una elevata rischiosità.
Fattore di rischio 2
Numero di operazioni riconducibili al beneficiario
1 operazione da 2 a 3 operazioni più di 3 operazioni
Valutazione del
Rischio Rischiosità Bassa Rischiosità Media Rischiosità Alta
Fat
tore
di r
isch
io 1
Esi
ti co
ntro
lli
am
min
istr
ativ
i I controlli hanno rilevato errori Rischiosità Alta AB AM AA
Nuovo beneficiario Rischiosità Media MB MM MA
I controlli non hanno rilevato
errori Rischiosità Bassa BB MB BA
rischiosità Alta
rischiosità Media
rischiosità Bassa
Tabella 4: Differenti gradi di rischio correlati ai Fattori 1 e 2 individuati per i beneficiari.
7 Vedi nota n. 4.
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Rischio Beneficiario
Cod. Esiti controlli amministrativi
Fattore di
rischio 1
Numero di operazioni riconducibili al
beneficiario
Fattore di rischio 2
Valutazione
rischio
beneficiario
1 0% SI A 10 A AA
2 5% Nuovo M 3 M MM
3 0% NO B 5 A BA
4 0% NO B 2 M BM
… … … … … … …
… … … … … … …
99 0% SI A 5 A AA
100 5% NO B 3 M BM
Tabella 5: Valutazione del rischio beneficiario.
3.4.6 Valutazione del rischio congiunto Operazione – Beneficiario
A questo punto, per procedere ad una stratificazione della popolazione in funzione dei rischi legati
all’operazione ed alla tipologia di beneficiario, sarà necessario elaborare una valorizzazione del livello di
rischio congiunto associato all’operazione analizzata.
Ad ogni coppia di valori di rischio operazione – rischio beneficiario sarà associato il seguente un livello di
rischio:
• Alto Alto, Alto Medio, Medio Alto: Alto rischio;
• Basso Alto, Medio Medio, Alto Basso: Medio rischio;
• Basso Medio, Basso Basso, Medio Basso: Basso rischio.
Nella tabella che segue si riporta la valutazione del rischio congiunto beneficiario – operazione:
fonte: http://burc.regione.campania.it
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Rischio alto
Rischio medio
Rischio basso
Tabella 6: Valutazione del rischio congiunto Beneficiario –Operazione.
3.4.7 Valutazione del rischio congiunto, stratificazione e definizione del campione
Sulla base di tale griglia di valutazione si procederà quindi a determinare il grado di rischio congiunto delle
singole operazioni, che verranno quindi ordinate in base al grado di valutazione del grado di rischio e
raggruppate in 3 strati.
Cod.
Operazione Rischio Operazione Rischio Beneficiario
Rischio
Congiunto Strati
….. A A A
Strato 1 ….. A A A
….. ….. ….. A
B A M
Strato 2 B A M
….. ….. M
B M B
Strato 3 B M B
….. ….. B
Tabella 7: Distribuzione stratificata delle operazioni correlata alla valutazione del rischio congiunto Beneficiario –Operazione.
Effettuata la stratificazione il Responsabile dei controlli di I livello procederà ad individuare la dimensione
Rischio Operazione
Rischio Beneficiario Alto Medio Basso
Alto
Medio
Basso
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del campione da sottoporre a controllo considerando le percentuali di campionamento sulla spesa certificata
riportate nella tabella che segue suddivisa per i singoli gradi di rischiosità individuati in precedenza:
Strato Grado di Rischio Percentuale di campionamento
Strato 1 Alto 20%
Strato 2 Medio 15%
Strato 3 Basso 10%
Tabella 8: Percentuale di campionamento da attribuire ai differenti gradi di rischio (Strati).
Determinata la dimensione percentuale del campione il Responsabile dei controlli di I livello procederà a
individuare le operazioni da sottoporre a verifica selezionando gli interventi di dimensione finanziaria più
elevata8 fino alla concorrenza della percentuale sopra indicata.
3.4.8 Campionamento supplementare
Eseguite le verifiche in loco, nel caso in cui gli errori o le irregolarità, calcolate per singolo Strato, siano
superiori alla soglia di rilevanza del 2% (rapporto tra totale dell’importo non ammissibile in seguito alle
verifiche/totale importo certificato), il Responsabile dei controlli di I livello dovrà procedere ad un
campionamento supplementare ragionato sulle operazioni residue che presentano le stesse caratteristiche
delle operazioni che nel primo campionamento sono risultate affette da errore; l’individuazione di tale
campione dovrà essere formalizzato in un documento ed inviato all’AdG.
3.5 Svolgimento delle verifiche in loco
Ai fini di una corretta applicazione di quanto previsto dall’art. 13, comma 2 lett. b) del Regolamento (CE) n.
1828/2006, i controlli di I livello riguardano, a seconda del caso, aspetti tecnici e fisici delle operazioni
cofinanziate.
Pertanto, dopo aver condotto il processo di campionamento con l’estrazione delle operazioni da sottoporre al
controllo in loco, il Responsabile dei controlli di I livello procederà in una prima fase, ad eseguire un’analisi
8 Vedi nota n. 4.
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dei dati relativi all’operazione campionata attraverso una ricognizione della documentazione tecnica ed
amministrativa in possesso del ROO/OI.
Nel corso di tali verifiche si dovrà procedere ad una verifica della documentazione non visionata dal ROO
nel corso di svolgimento delle verifiche amministrative [ad esempio i verbali di gara, le dichiarazioni
previste ex art.55 del Regolamento (CE) n. 1083/2006, ecc.].
Le verifiche in loco comprendono anche procedure intese ad evitare il doppio finanziamento delle spese
attraverso altri programmi nazionali o comunitari nell’ambito di altri periodi di programmazione.
Oltre alle operazioni campionate, potranno essere effettuati sopralluoghi per le operazioni che nel corso delle
verifiche documentali abbiano evidenziato problematiche tali da richiedere un approfondimento in loco
presso il beneficiario.
La fase di esecuzione vera e propria del controllo in loco, si realizza mediante sopralluogo presso il
beneficiario dell’operazione da controllare e riguardano in sintesi:
• l’esistenza e l’operatività del beneficiario selezionato nell’ambito del Programma Operativo (con
particolare riferimento ai beneficiari privati);
• la sussistenza presso la sede del beneficiario di tutta la documentazione amministrativo-contabile in
originale (compresa la documentazione giustificativa di spesa);
• la sussistenza presso la sede del beneficiario di una contabilità separata relativa alle spese sostenute
nell’ambito dell’operazione cofinanziata a valere sul Programma Operativo;
• il corretto avanzamento ovvero il completamento dell’opera pubblica o della fornitura di beni e servizi
oggetto del cofinanziamento, in linea con la documentazione presentata dal beneficiario a supporto della
rendicontazione e della richiesta di erogazione del contributo;
• la conformità delle opere, i beni o i servizi oggetto del cofinanziamento con quanto previsto dalla
normativa comunitaria e nazionale, dal Programma, dal bando di selezione dell’operazione nonché dalla
convenzione/contratto stipulato tra ROO e beneficiario, dal bando di gara e dal contratto stipulato con le
ditte esecutrici;
• l’adempimento degli obblighi di informazione e pubblicità previsti dalla normativa comunitaria.
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Laddove le verifiche in loco vengano effettuate ad intervento concluso esse mireranno ad accertare, oltre a
quanto sopra elencato, anche i seguenti aspetti:
a) l’esistenza, la funzionalità, e la fruibilità dell’investimento o dell’opera realizzati con il
cofinanziamento;
b) il mantenimento della destinazione d’uso secondo la tempistica prevista dalla normativa di riferimento.
3.6 Contraddittorio e follow-up dei controlli
3.6.1 Contraddittorio
In seguito ai controlli svolti, siano essi amministrativi o in loco, il Responsabile dei controlli di I livello, a
fronte di irregolarità rilevate, comunicherà le stesse al soggetto sottoposto a controllo (Beneficiario diverso
dall’Amministrazione regionale nel caso di operazioni a regia, e ROO nel caso di operazioni a titolarità) al
fine di consentirgli di formulare eventuali controdeduzioni e di integrare quanto già in possesso del
Responsabile stesso con ulteriore documentazione considerata utile per tale scopo.
Qualsiasi integrazione e controdeduzione dovrà essere trasmessa per iscritto entro 15 giorni lavorativi
allegando, ove possibile, tutti gli elementi utili per supportare le argomentazioni fornite al fine di permettere
al Responsabile dei controlli di I livello di eseguire le opportune valutazioni.
Trascorso il tempo previsto per la ricezione delle integrazioni da parte del soggetto controllato, il
Responsabile dei controlli di I livello formalizzerà in un report le proprie conclusioni/prescrizioni al soggetto
sottoposto a controllo.
Gli esiti del controllo consentiranno al ROO, nel caso in cui vengano rilevate irregolarità non sanabili, di
attivare il relativo provvedimento di revoca (totale o parziale) del finanziamento, con l’eventuale apertura
delle schede OLAF. In quest’ultimo caso si dovrà tempestivamente comunicare all’AdG, all’AdA ed all’AdC
la condotta seguita al fine di permettere loro l’eventuale adozione di azioni di propria competenza.
3.6.2 Follow-up
Nel corso di attuazione del POR FESR nel caso in cui nel corso dei controlli vengano identificate delle
criticità e/o delle irregolarità, il Responsabile dei controlli di I livello assicurerà un’adeguata azione di
monitoraggio per accertarsi che i soggetti competenti abbiano adottato tutte le misure necessarie per
rimuovere o limitare le problematiche riscontrate.
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In particolare, saranno ripresi gli esiti delle verifiche svolte e richieste per iscritto al soggetto sottoposto a
controllo le azioni intraprese per la risoluzione delle criticità rilevate ovvero sarà verificata l’applicazione
delle prescrizioni indicate in fase di contraddittorio.
In casi di gravi irregolarità, il Responsabile dei controlli di I livello comunicherà tali problematiche all’AdG
per favorire la ricerca di soluzioni appropriate e tempestive e registrerà in un proprio database gli elementi
principali dei controlli svolti. In tale contesto risulta opportuno informare delle problematiche riscontrate
anche l’AdC e l’AdA al fine di permettere loro l’eventuale adozione di azioni di propria competenza.
Si riportano nelle figure che seguono le differenti fasi, attività e principali attori coinvolti nel processo dei
controlli di I livello rispettivamente per le operazioni a regia e per le operazioni a titolarità regionale.
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Figura 1: Iter procedurale controlli di I livello per le operazioni a regia regionale.
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Figura 2: Iter procedurale controlli di I livello per le operazioni a titolarità regionale.
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3.7 Ruolo e responsabilità dell’Organismo Intermedio in tema di controlli
ORGANISMI INTERMEDI
In caso di adozione del modello organizzativo in cui si prevede all’interno di un Obiettivo Operativo la
delega di parte delle attività di competenza del ROO ad un Organismo Intermedio, quest’ultimo può
assumere un ruolo di responsabilità nello svolgimento delle verifiche amministrative ed in loco previste
dall’art .13 del Reg. (CE) n. 1828/2006.
In tal caso, in conformità con quanto previsto dagli atti di delega sottoscritti con l’Amministrazione
regionale, l’OI dovrà garantire, in prima istanza, un assetto organizzativo in cui vi sia una chiara separazione
delle funzioni di gestione e controllo e, più in generale, un sistema di gestione e controllo rispondente alle
prescrizioni di cui al § 1.4.2 del Manuale di Attuazione: a tal riguardo l’OI sarà tenuto a comunicare al ROO,
per conto dell’AdG, le eventuali modifiche apportate al sistema adottato.
Nelle fasi di attuazione, gestione e controllo delle operazioni, le rispettive azioni di competenza dei diversi
soggetti individuati dall’OI all’interno della propria struttura organizzativa dovranno rispondere alle
prescrizioni della normativa comunitaria [Reg. (CE) n. 1083/2006 e Reg. (CE) n. 1828/2006 e ss.mm.ii.],
nazionale (D.Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii. e normativa di settore) e regionale (POR FESR, Manuale di
Attuazione e, per le modalità di svolgimento dei controlli di I livello, secondo quanto disposto nel presente
documento) nonché alle eventuali ulteriori disposizioni riportate negli atti di delega sottoscritti e nelle
direttive.
Gli Organismi Intermedi cui sono delegate le funzioni di controllo di I livello svolgono tali controlli
autonomamente, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente Manuale.
I Responsabili degli Obiettivi Operativi che prevedono la delega delle funzioni di controllo a Organismi
intermedi, svolgono, al riguardo, i controlli di sistema sul corretto funzionamento delle procedure di
controllo adottate dall’OI, nell’ambito del più generale controllo di sistema sull’adeguatezza e sul corretto
funzionamento del Sistema di Gestione e Controllo dell’OI.
Controlli di I livello degli Organismi Intermedi
Gli OI costituiscono un Ufficio apposito per i controlli di I livello, funzionalmente separato dagli Uffici
preposti alla gestione e all’attuazione delle operazioni. I controlli di I livello si compongono del controllo
documentale (sul 100% delle spese) e del controllo in loco a campione.
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I controlli documentali devono essere completati prima di inviare la dichiarazione di spesa all’Autorità di
Certificazione della Regione Campania e al ROO, allegando alle dichiarazioni stesse attestazione degli esiti
positivi dei controlli.
I controlli sono formalizzati in apposite check list predisposte e approvate dal ROO, previo parere favorevole
dell’AdG, nel rispetto dei contenuti minimi previsti dalle check list regionali di controllo. Gli esiti dei
controlli documentali sono inoltre inseriti, prima dell’invio della Dichiarazione di spesa, nel Sistema
Informatico Regionale.
I controlli in loco sono effettuati su un campione estratto secondo il metodo di campionamento adottato dalla
AdG. Essi sono pianificati su base annuale e hanno a oggetto la spesa dichiarata dall’OI all’Autorità di
Certificazione nell’anno solare precedente. Anche per essi sarà compito dell’OI adottare le apposite check
list, predisposte e approvate dal ROO, previo parere favorevole dell’AdG, nel rispetto dei contenuti minimi
previsti dalle check list regionali relative al controllo in loco.
Gli OI dovranno inoltre utilizzare apposite piste di controllo, predisposte e approvate dal ROO, previo parere
favorevole dell’AdG per ciascuna operazione, che in maniera analoga a quelle adottate dalla Regione,
forniscano tutte le informazioni relative a ciascuna fase di vita dell’intervento. Dovranno inoltre garantire un
sistema di archiviazione dei documenti analogo a quello adottato dalla Regione e basato sul concetto di
“fascicolo di progetto”.
Controlli di Sistema del ROO
I controlli di sistema del ROO hanno l’obiettivo di verificare l’idonea strutturazione e il corretto
funzionamento del Sistema di Gestione e Controllo dell’OI.
Tale sistema, è approvato dal ROO, di concerto con l’AdG, prima del conferimento della delega e validato
dall’Autorità di Audit secondo quanto specificato al Capitolo 3 ed è, successivamente e periodicamente,
verificato dal solo ROO in relazione alla sua concreta e corretta applicazione.
In particolare, il controllo di sistema del ROO verterà:
• sulla verifica dell’esistenza e della validità degli atti di nomina degli Uffici dell’OI preposti alla gestione
e all’attuazione del Programma di interventi;
• sulla verifica dell’effettivo funzionamento degli stessi;
fonte: http://burc.regione.campania.it
POR Campania FESR 2007-2013 - Manuale delle procedure per i controlli di I livello 39
• sulla verifica dell’adeguata separatezza delle funzione di controllo da quella di gestione e attuazione del
Programma;
• sull’esame degli eventuali Rapporti prodotti dall’OI;
• sull’esame dei Rapporti di Audit relativi all’OI;
• sulle verifiche a campione sulla legittimità e ammissibilità delle spese dichiarate;
• sulle verifiche a campione sul corretto funzionamento delle procedure relative ai controlli di primo
livello;
• sulle verifiche sul rispetto delle regole, per quanto compatibili con gli OI, poste dai Manuali regionali di
attuazione;
• sulle verifiche sull’adozione, sull’adeguatezza e sul corretto utilizzo delle piste di controllo e delle check
list da parte degli OI;
• sulle verifiche a campione sulla corretta tenuta da parte degli OI dei fascicoli di progetto e sulla chiara
tracciabilità di tutte le procedure relative a ciascuna operazione;
• sulle verifiche a campione sul corretto inserimento dei dati nel Sistema di monitoraggio della Regione e
sulla convalida degli stessi precedentemente all’invio delle Dichiarazioni di spesa;
• sulle verifiche a campione sulla rispondenza degli importi relativi alle Dichiarazioni di spesa con la
documentazione di spesa in possesso dell’OI.
Ciascun ROO adotterà con proprio Decreto check list adeguate per l’effettuazione dei controlli di sistema
sugli OI come sopra descritti.
4 REPORTING E ARCHIVIAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE
4.1 Reporting
Il Responsabile dei controlli di I livello, nell’espletamento delle attività di propria competenza, dovrà
formalizzare le verifiche effettuate, producendo la reportistica prevista per le differenti tipologie di controlli
ex art. 13 del Regolamento (CE) n. 1828/2006.
In particolare il Responsabile dei controlli di I livello, dovrà procedere alla compilazione di check list e
report di controllo distinti per verifiche di tipo documentale e verifiche in loco (per le check list da utilizzare
fonte: http://burc.regione.campania.it
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per i controlli documentali cfr. gli allegati del Manuale di Attuazione; per le check list da utilizzare per i
controlli in loco e per i report dei controlli documentale ed in loco cfr. gli allegati al presente documento).
Ai fini di una corretta formalizzazione delle risultanze dei controlli risulta opportuno compilare le check list
ed i report di controllo adottando le seguenti modalità operative:
• check list di controllo: è necessario procedere a riportare, nei singoli punti di verifica previsti, le
seguenti informazioni:
� esito del controllo: nella apposita colonna del documento è necessario scrivere “Sì” se la verifica ha
avuto esito positivo (non è emerso alcun rilievo), “No” se la verifica ha avuto esito negativo (sono
emerse criticità), “N/A” ovvero non applicabile se tale punto di controllo non è pertinente con le
caratteristiche del progetto sottoposto a controllo;
� estremi della documentazione probatoria: è opportuno riportare sempre gli estremi della
documentazione probatoria acquisita/visionata;
� commenti: l’apposita colonna va compilata nel caso in cui i controlli di cui al punto 1 riportino un
esito “No” o “N/A” in modo da evidenziare le motivazione che hanno portato a tale conclusione.
In relazione ai modelli da utilizzare si fa presente che per la formalizzazione dei controlli
amministrativi sulle operazioni a regia in allegato al Manuale di Attuazione è riportata una check
list di competenza del RUP/OI, concernente, in particolare, le verifiche di legittimità delle procedure
amministrative inerenti gli affidamenti di appalti pubblici rispetto della normativa comunitaria,
nazionale e regionale ed una check list di competenza del ROO, concernente le verifiche
amministrative di controllo di i livello a cui vanno sottoposti i progetti cofinanziati secondo quanto
prescritto dalle norme di utilizzo dei Fondi Strutturali; quest’ultima deve essere compilata dal ROO
in seguito all’acquisizione della check list compilata dal RUP/OI.
Per le check list relative alle verifiche di sistema ed ai controlli in loco si rimanda ai relativi modelli
riportati in allegato al presente documento.
• report del controllo: nelle singole sezione del documento riconducibili alle aree di controllo previste
nelle relative check list utilizzate è necessario riportare le risultanze dei controlli svolti.
Il report di controllo deve inoltre permettere la rilevazione delle seguenti informazioni:
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POR Campania FESR 2007-2013 - Manuale delle procedure per i controlli di I livello 41
� riferimenti dell’operazione: dati anagrafici inerenti l’operazione oggetto del controllo (Attività di
riferimento del POR FESR, Denominazione beneficiario, CUP, Codice di Monitoraggio
dell’operazione, Titolo dell’operazione, Costo totale ammesso, Contributo pubblico concesso);
� tipologia di verifica: specificazione della tipologia di controllo effettuata (in base alle fasi del
procedimento di controllo: in itinere se verte su interventi/progetti in corso, ex post se verte su
interventi/progetti conclusi);
� precedenti verifiche effettuate: indicazione di eventuali irregolarità riscontrate per l’operazione nel
caso in cui sia stata già oggetto di controllo; nominativo del responsabile della verifica;
� gli interventi correttivi: indicazione delle azioni da intraprendere per sanare le criticità rilevate;
� luogo e data del controllo.
Annualmente risulta opportuno che ogni ROO invii all’AdG un report sui controlli svolti riportante:
• il numero e l’esito delle verifiche per l’ammissione a finanziamento;
• il numero e l’esito delle verifiche sulle spese;
• gli eventuali problemi di natura sistematica riscontrati e le azioni intraprese o da intraprendere.
4.2 Archiviazione
Secondo quanto previsto dall’articolo 60 lettera f), dall’articolo 90 del Regolamento (CE) n. 1083/2006 e
dall’articolo 19 del Regolamento (CE) n. 1828/2006, i documenti giustificativi relativi alle spese e alle
verifiche del Programma, conservati sotto forma di originali o di copie autenticate su supporti comunemente
accettati, devono essere tenuti a disposizione della Commissione Europea e della Corte dei Conti per i tre
anni successivi alla chiusura del Programma o per i tre anni successivi all’anno in cui ha avuto luogo la
chiusura parziale, nel caso di operazioni interessate da tale fattispecie.
In relazione ai contenuti della documentazione da archiviare all’interno dei singoli fascicoli di progetto di
rimanda a quanto riportato nel § 5.1 del Manuale di Attuazione e alla reportistica richiamata nel presente
documento.
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Supporti comunemente accettati art. 19 commi 4, 5 e 6 Reg. (CE) 1828/2006
Fotocopie di documenti originali
Microschede di documenti originali
Versioni elettroniche di documenti originali
Documenti disponibili unicamente in formato elettronico, registrati in sistemi informatici conformi alle norme di sicurezza riconosciute, atte a garantire le conformità alle prescrizioni giuridiche nazionali e la loro affidabilità ai fini di audit
Ai fini di una corretta e sicura gestione, classificazione e conservazione della documentazione giustificativa
relativa alle spese e alle verifiche riguardanti ciascuna operazione cofinanziata, ogni ROO, per le attività di
propria competenza, deve adottare apposite procedure per la conservazione della documentazione relativa
alle spese cofinanziate.
In particolare, devono essere previsti appositi criteri e modalità di gestione secondo cui i documenti
amministrativi e gli atti in genere sono raccolti e archiviati, al fine di assicurare:
• la conservazione e trasmissione di documenti integri e di provenienza certa e identificata;
• un rapido ed efficiente reperimento della documentazione.
Criteri per un sistema di archiviazione efficace ed efficiente
Stuttura per argomento di facile e intuitiva identificazione, in relazione a categorie/attività di diretto riferimento normativo (es. rendicontazione, monitoraggio, ecc.)
Regole di archiviazione dei documenti che riflettono le relazioni createsi nel corso dello svolgimento delle attività che li hanno generati
Assegnazione di responsabilità di alimentazione ed aggiornamento
Semplicità di accesso per l’alimentazione e la consultazione attraverso la diffusione della struttura
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In linea generale, il fascicolo di progetto costituisce l’unità logica di base, all’interno della quale sono
archiviati in maniera ordinata e secondo criteri prestabiliti i documenti che si riferiscono a un medesimo
oggetto, allo scopo di riunire, a fini decisionali e informativi, tutti i documenti utili allo svolgimento delle
attività di propria competenza.
A titolo indicativo ciascun fascicolo dovrebbe contenere per ciascuna operazione/progetto:
• una scheda di riepilogo costantemente aggiornata, indicante gli atti e i documenti in esso contenuti;
• pista di controllo adottata;
• check list di controllo documentale;
• documentazione relativa alla concessione del contributo, alle procedure d’appalto e di aggiudicazione,
alla liquidazione del finanziamento;
• documentazione relativa agli stati di avanzamento del progetto;
• documentazione contabile (fatture o documenti aventi forza probatoria equivalente) relativa a spese
sostenute e dichiarate e a pagamenti effettuati a titolo di contributi, di cui sia data prova dell’avvenuto
pagamento;
• rapporti sulle ispezioni effettuate.
I fascicoli dovranno essere identificati per mezzo di un’etichetta standard apposta sul dorso che indica:
• il codice del progetto (SMILE);
• l’Asse e l’Obiettivo Operativo di riferimento;
• i riferimenti del beneficiario
• l’intervento di riferimento.
Per la gestione della documentazione, responsabile dell’archivio nel suo complesso è, per le attività di
propria competenza, il ROO, che deve assicurare regole uniformi di archiviazione ai fini della rintracciabilità
dei documenti, attraverso il controllo del rispetto delle procedure di archiviazione adottate. A tal fine è
necessario costantemente svolgere i seguenti compiti:
• alimentazione, consistente nell’archiviazione degli atti/documenti in ingresso e in uscita.
• aggiornamento, consistente nell’integrazione e/o aggiunta di elementi (es.: creazione di nuovi dossier o
eventuali modifiche).
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5 PIANIFICAZIONE DEI CONTROLLI
La pianificazione delle attività di controllo si differenziano a seconda che si tratti di verifiche di tipo
documentale o in loco.
Riguardo alla prima tipologia, il controllo dovrà essere concluso e formalizzato prima della certificazione ed
comunque la relativa esecuzione e tempestività è legata alla diversa responsabilità gestionale dell’intervento.
In particolare:
• nel caso di operazioni a regia regionale, le verifiche verranno eseguite a partire dal parere da parte
dell’AdG sulla coerenza programmatica delle proposte di deliberazione della Giunta Regionale e
saranno svolte, per singola operazione, fino alla sua conclusione;
• nel caso di operazioni a titolarità regionale, le verifiche saranno svolte a partire dal parere dell’AdG
sulla coerenza programmatica delle proposte di deliberazione della giunta regionale (in ogni caso è da
tener presente che le verifiche documentali del team di Controllo di I livello dovranno essere
propedeutiche a ciascuna attestazione di spesa ovvero precedenti alla sottoscrizione del contratto con i
fornitori di beni/servizi, esecutori di lavori. Per gli aiuti la tempistica sarà dettagliata nelle piste di
controllo approvate da ciascuna Area competente).
Per le verifiche in loco la relativa tempistica di esecuzione deve essere prevista nel corso di realizzazione e
conclusione dell’intervento.
I controlli in loco da parte del Responsabile dei controlli di I livello devono assumere carattere di ciclicità,
così come previsto dal comma 3 dell’art. 13 del Regolamento (CE) n. 1828/2006 e devono basarsi sulla
certificazione della spesa dell’anno precedente di riferimento. Essi verranno svolti, su base campionaria il
cui metodo viene riesaminato ogni anno dall’AdG.
Tutte le fasi di tale controllo saranno pertanto, riprese e revisionate ogni anno, come riportato nella figura
che segue.
fonte: http://burc.regione.campania.it
POR Campania FESR 2007-2013 - Manuale delle procedure per i controlli di I livello 45
Figura 3: Fasi cicliche delle verifiche in loco.
La procedura di comunicazione ai soggetti beneficiari, destinatari dell’attività di verifica in loco, dovrà
essere attuata attraverso le fasi di seguito descritte:
• l’AdG, attraverso le proprie strutture, definisce/riesamina la metodologia di campionamento e la
trasmette ai singoli ROO;
• il Responsabile dei controlli di I livello procede all’estrazione del campione e attiva le procedure per lo
svolgimento delle attività di verifica di sua competenza nei confronti dei soggetti beneficiari selezionati.
Le verifiche in loco devono essere pianificate in anticipo per garantire che esse siano efficaci. In genere deve
essere data notifica delle verifiche in loco almeno 10 giorni lavorativi precedenti al controllo in modo da
assicurare che il personale coinvolto (per esempio responsabile del progetto, ingegnere, personale
amministrativo) e la documentazione (contabilità finanziaria inclusi estratti conto bancari e fatture) siano resi
disponibili dal beneficiario durante la verifica.
In tal senso, il soggetto incaricato delle verifiche provvede a inviare ai soggetti da sottoporre a controllo un
avviso di controllo in cui viene comunicata la data, l’ora ed il luogo della visita di controllo e conterrà
l’indicazione del/dei nomi dei soggetti incaricati della verifica e la lista dei documenti oggetto del controllo,
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che, pertanto, dovranno essere messi a disposizione nel corso della verifica. La comunicazione conterrà,
altresì, la prescrizione per il singolo beneficiario di dare conferma del ricevimento della comunicazione di
conferma della visita di controllo.
Il beneficiario destinatario della verifica, è tenuto a collaborare consentendo, ai sensi delle disposizioni che
regolano la concessione del contributo, l’accesso alla propria impresa o al luogo interessato dalla verifica e
fornendo al personale addetto ai controlli tutta la documentazione necessaria alle verifiche.
6 AMMISSIBILITA’ DELLE SPESE
Ai sensi dell’articolo 56, comma 4, del Regolamento (CE) n. 1083/2006, le norme in materia di
ammissibilità delle spese sono definite a livello nazionale; tuttavia risulta possibile individuare alcuni criteri
generali nell’ambito dei quali i singoli Stati membri possono definire le regole di ammissibilità delle spese,
sulla base di quanto stabilito dai Regolamenti Comunitari e dalla normativa nazionale.
Tali criteri generali permettono di effettuare la valutazione in merito all’ammissibilità delle spese sulla base
dei seguenti elementi:
• periodo e area di ammissibilità;
• tipologia di spesa;
• documenti giustificativi;
• divieto di cumulo dei finanziamenti.
Nell’ambito del POR Campania FESR 2007-2013 per le regole da seguire in materia di ammissibilità delle
spese si rimanda a quanto previsto al Capitolo 2 “Spese ammissibili” del Manuale di Attuazione che
individua, sulla base delle disposizioni comunitarie, nazionali e regionali, le tipologie di spese ammissibili al
cofinanziabili nell’ambito del POR FESR.
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ALLEGATI
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