Politiche e normative ambientali nel Guangdong · che, come noto, assieme alla Cina è ... Il...

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Politiche e normative ambientalinel Guangdong

UNA GUIDA PRATICAConsolato Generale d’Italia a Canton

Prefazione

Parte Prima La questione ambientale e la Cina

Parte Seconda Per chi commercia con la Cina

Parte Terza Per chi investe in Cina

Parte Quarta Quali oportunità per chi opera nel settore ambientale

Parte QuintaProgramma di collaborazione Italo-Cinese

per la protezione ambientale

Parte Sesta Focus sul Guangdong

Allegato 1Principali normative in materia ambientale

della Provincia del Guangdong

Allegato 2Contatti Utili

I N D I C E

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La guida “Politiche e normative ambientali nel Guangdong: una guida pratica”, presentata in occasione del Forum Italo Cinese sull’Ambiente (Canton, 13 novembre 2009), organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Pechino e dall’Associazione delle Industrie per la Protezione Ambientale di Guangzhou, è stata realizzata congiuntamente dal Consolato Generale d’Italia a Canton e dallo Studio di consulenza tributaria e legale Pirola Pennuto Zei & Associati.

Essa si propone di fornire un quadro di riferimento, quanto più chiaro possibile, sulla complessa normativa, la relativa organizzazione amministrativa e le principali politiche di intervento pubblico nel settore della protezione ambientale e della mitigazione dei cambiamenti climatici nella Provincia del Guangdong.

Un testo quindi che vuole essere di pronta e facile consultazione, che include anche contatti e siti web utili e che, auspico, possa essere di ausilio alle aziende italiane interessate a cogliere le crescenti opportunità che offre questa grande Provincia, da sempre all’avanguardia in termini di sviluppo economico e innovazione in Cina.

La pubblicazione è anche il frutto del lavoro di ricerca svolto nel corso del 2009 presso il Consolato Generale da Fabio Scandroglio e dalle tirocinanti Giulia Iemmolo e Manuela Ippoliti, che desidero ringraziare per il prezioso contributo.

P R E F A Z I O N E

Paolo Miraglia del Giudice Console Generale d’Italia a Canton

Consolato Generale d’Italia a Canton

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LA QUESTIONE AMBIENTALE E LA CINA

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1 In occasione degli incontri internazionali che si terranno in vista dell’importante conferenza dell’ONU circa il climate change, che si terrà a Copenaghen il prossimo mese di dicembre e nella quale si dovranno decidere, tra l’altro, le misure da adottare per giungere ad un nuovo trattato internazionale che superi quello di Kyoto, il governo cinese ha espresso la propria posizione in materia di riduzione delle emissioni di gas serra e di applicazione di nuove politiche in materia ambientale.

In particolare, anche la Cina ha posto l’accento sull’importanza di un dialogo, a livello globale, quale strada maestra per giungere ad una risoluzione del problema, esprimendo peraltro la volontà di essere parte attiva di questo processo; dialogo ritenuto necessario, soprattutto, con gli Stati Uniti, paese che, come noto, assieme alla Cina è il principale responsabile del maggior volume di emissioni di anidride carbonica.

Nel contempo, tuttavia, il governo cinese ha sollevato problematiche di una certa rilevanza, con riferimento, ad esempio, alla necessità o meno di continuare a perseguire gli impegni assunti da ciascun Paese a livello internazionale, come quelli previsti dalla Convenzione quadro dell’ONU sul cambiamento climatico del 1992, dal Protocollo di Kyoto e quelli assunti in occasione della Conferenza di Bali del 2007. Allo stesso tempo, ad ogni modo, è stata ribadita l’opportunità di continuare, da parte dei Paesi sviluppati, le politiche di aiuti in materia ambientale nei confronti delle economie emergenti dei Paesi in via di sviluppo.

Sul fronte interno, negli ultimi anni, la leadership cinese ha indubbiamente iniziato a realizzare una politica di ricezione nel proprio ordinamento dei principi della cosiddetta green economy, cercando di giungere ad un equilibrio tra rispetto dell’ambiente e crescita economica. La consapevolezza dell’urgenza di porre le questioni ambientali al centro del confronto sulla politica economica, dunque, non sembra più essere messa in discussione. La copiosa normativa in materia di protezione ambientale emanata negli ultimi dieci anni, d’altronde, ne è l’evidente conferma.

Le normative cinesi in materia di protezione ambientale sono principalmente frutto delle Linee Guida espresse dal governo cinese nel ‘Piano relativo alla Protezione Ambientale’ inserito nel (XI) ‘Piano Quinquennale’ (National

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1Economic and Social Plan), così come previsto, a partire dal 1989, dalla Environmental Protection Law.

Il ‘Piano relativo alla Protezione Ambientale’ attualmente in vigore è quello inserito nel 2006 all’interno dell’‘XI Piano Quinquennale’ (2006-2010) ed ha l’ambizioso obiettivo di definire i compiti e le responsabilità dei vari dipartimenti per la protezione ambientale di tutto il Paese e di mobilitare imprese e società civile nello sviluppo di una società che risulti ‘armoniosa’ anche rispetto alle tematiche ambientali. Rispetto ai Piani precedenti, quello inserito nell’‘XI Piano Quinquennale’ è caratterizzato da un approccio pragmatico e da un linguaggio meno retorico e più direttamente rivolto all’individuazione degli obiettivi da raggiungere nei suoi cinque anni di attuazione.

II Piano, infatti, per la prima volta sembra proporre un modello di sviluppo alternativo a quello della ‘cieca’ crescita quantitativa dell’economia che ha contraddistinto le politiche economiche del passato, cercando, in particolare, di considerare la questione ambientale come elemento centrale nella definizione delle politiche di sviluppo e stabilendo, ad esempio, standard ambientali minimi come criteri di accesso al mercato.

Il nuovo corso del governo cinese, peraltro, è confermato dal contenuto delle normative più recenti, quali, ad esempio, la ‘Circular Economy Promotion Law’ del 2009. Tale legge risulta la testimonianza di come la Cina, almeno sul piano legislativo, sia riuscita a comprendere l’urgenza di inglobare le politiche ambientali nelle politiche di sviluppo.

La promozione di una ‘economia circolare’, termine coniato per indicare l’utilizzazione di tecnologie innovative volte alla sostituzione di materie e risorse naturali con sottoprodotti derivanti da processi di produzione e consumo, ovvero, più semplicemente, il ciclo di riduzione del consumo delle risorse – conservazione del patrimonio – riciclo e riutilizzazione, trova la propria affermazione nella suddetta legge tramite la previsione di Linee Guida per il processo di rinnovamento del settore industriale. La formulazione dei Piani Quinquennali nazionali e locali, pertanto, d’ora in avanti dovrà necessariamente tenere conto dei principi della Circular Economy.

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1 Da un punto di vista pratico, la legge prevede l’emanazione di specifici Catalogues dove vengono stabiliti, ad esempio, quali materiali potranno essere importati in Cina ed utilizzati dall’industria in quanto riciclabili e a basso impatto ambientale e quali materiali, invece, in ragione del non soddisfacimento dei suddetti requisiti, non potranno più essere importati. La formulazione del ‘Catalogo dei Prodotti e delle Tecnologie incoraggiati all’importazione’ del 2009, a tal proposito, risulta emblematica. La stessa legge prevede, inoltre, riduzioni fiscali per tutte le attività industriali che siano conformi ai principi dell’economia circolare e che utilizzino tecnologie innovative, materiali riciclabili e attuino rigidi controlli sull’impatto ambientale dei loro processi produttivi.

Il Ministero per la Protezione Ambientale.

Anche a livello di governance ambientale, il governo cinese ha voluto dare importanti segnali di discontinuità.

Nel 2008, infatti, la State Environmental Protection Administration (istituita nel 1998) è stata innalzata a rango di Ministero, con il nome di Ministry of Environmental Protection e con la responsabilità di emanare le principali normative in materia ambientale e, soprattutto, di controllarne l’attuazione. Più in generale, con tale riforma si è voluta unificare, sotto il coordinamento di un unico ente amministrativo, la competenza in materia di politiche ambientali. Il Ministero, dal punto di vista dell’amministrazione statale, dipende dal Consiglio di Stato (Governo) e partecipa così alla determinazione delle più importanti decisioni in materia di politica economica.

Il Ministero per la Protezione Ambientale è articolato in sedi amministrative decentrate a livello provinciale, municipale e di distretto, con competenze in materia di controllo circa l’effettiva implementazione delle normative nazionali e sul rispetto degli standard di inquinamento.Per il perseguimento di tali obiettivi, gli uffici periferici possono anche disporre, secondo un criterio di competenza territoriale, ispezioni presso stabilimenti industriali e altri luoghi di produzione.

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1I dipartimenti provinciali del Ministero per la Protezione Ambientale (Environmental Protection Bureau) sono anche responsabili della formulazione dei Piani Quinquennali sulla protezione ambientale a livello provinciale.

Segue una tabella riassuntiva delle tappe principali dell’evoluzione della normativa di protezione ambientale prevista, parallelamente, a livello globale e a livello cinese.

Quadro normativo in materia ambientale.

A livello pubblicistico, il principio della responsabilità dello Stato per la protezione e la tutela dell’ambiente è espressamente enunciato dalla Costituzione vigente all’art. 26, che afferma che ‘Lo Stato protegge e migliora l'ambiente di vita e l'ambiente naturale, previene e controlla l'inquinamento e altri disastri naturali. Lo Stato organizza e incoraggia il rimboschimento e la protezione delle foreste’.

Anche il Codice Penale, agli artt. 338-345, prevede specifici reati in materia ambientale, con pene che arrivano fino ad un massimo di 10 anni di reclusione. In materia ambientale, poi, va menzionata l’Opinion della 9

1 Corte Suprema del 21 luglio 2006 concernente ‘Alcuni problemi riguardanti l’applicazione delle normative in materia ambientale nei processi penali’.

Sul fronte privatistico, poi, l’art. 124 dei ‘Principi Generali di Diritto Civile’ del 1986 stabilisce che ‘chi, infrangendo i regolamenti dello Stato sulla protezione ambientale e sulla prevenzione dell’inquinamento, causa l’inquinamento dell’ambiente e danno ad altra persona è in base alla legge responsabile civilmente’. Anche nell’ultima bozza della ‘Legge sulla Responsabilità Civile’, ancora all’esame del legislatore cinese, si fa esplicito riferimento, in un capitolo apposito, alla ‘responsabilità da inquinamento ambientale’, regolamentando più in dettaglio le circostanze in cui si presume sussistere una responsabilità per danni causati all’ambiente.

Circa le normative specificamente rivolte a disciplinare la materia ambientale, la prima legge che ha organicamente affrontato la questione è stata l’Environmental Protection Law, risalente al 1989. Tale legge, da una parte, ha definito le competenze dei dipartimenti ambientali del Paese a livello periferico e centrale, e, dall’altra, come già menzionato, ha previsto che all’interno dei Piani Quinquennali fosse previsto uno specifico capitolo denominato ‘Piano per la Protezione Ambientale’.

Più in generale, a partire dagli anni ’80 sono state complessivamente emanate più di una ventina di normative nazionali in materia ambientale.Tra queste vanno ricordate, in ordine cronologico, la ‘Forestry Law’ dell’1985 (emendata nel 1998); la ‘Law on the Protection of Wildlife’ del 1986 (emendata nel 2004); la ‘Mineral Resources Law’ del 1986 (emendata nel1996); la ‘Law on the Prevention and Control of Environmental Noise Pollution’ del 1997; le ‘Regulations on the Administration of Construction Project Environmental Protection’ del 1998; le ‘Measures on the Management of Environmental Standards’ del 1999; la ‘Law on Protecting Against and Mitigating Earthquake Disasters’ del 1999; la ‘Marine Environment Protection Law’ del 2000; le ‘Implementing Rules on the Prevention and Control of Water Pollution’ del 2000; la ‘Law on the Prevention and Control of Atmospheric Pollution’ del 2000; la ‘Water Law’ del 2002; la ‘Law on Desert Prevention and Transformation’ del 2002; la ‘Law on Evaluation of Environmental Effects’ del 2003, testo normativo di particolare rilievo per gli investitori esteri; la ‘Law on the Promotion of Clean Production’ del 2003; la ‘Law on the Prevention and Control of Environmental Pollution 10

1by Solid Wastes’ del 2005; le ‘Interim Regulations on Giving Punishments for Illegal Acts and Disciplinary Offences in Environmental Protection’ del 2006; le ‘Measures for the Administration on Pollution Control of Electronic Information Products’ del 2007; e, infine, la sopra citata ‘Circular Economy Promotion Law’ del 2009.

Oltre alle normative nazionali, per avere un quadro completo della disciplina cinese in materia ambientale occorre fare riferimento, poi, alle normative locali (provinciali e municipali). In particolare, il Guangdong è stata una delle province che si è maggiormente contraddistinta nell’emanazione (e, anche, nell’implementazione) di un numero rilevante di normative locali in materia ambientale, che ‘interferiscono’ significativamente nell’attività di operatori economici cinesi e stranieri. L’all. n. 1, a tal proposito, elenca le più importanti normative del Guangdong in materia.

Nei capitoli successivi si darà conto di come il rafforzamento degli standard ambientali avvenuto negli ultimi anni e, più in generale, l’evoluzione della disciplina in materia ambientale possano ‘interferire’ sulle attività economiche di chi intrattiene relazioni commerciali con la Cina, sia in termini di investimento, sia in termini di costituzione di una stabile organizzazione. Uno specifico capitolo, poi, sarà rivolto alle imprese italiane che operano nel settore ambientale cinese e, più in particolare, a come queste possano sfruttare le opportunità offerte dal ‘Paese di mezzo’.

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PER CHI COMMERCIA CON LA CINA

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2 Per gli operatori economici stranieri che intrattengono rapporti di natura puramente commerciale con la Cina, le maggiori novità in materia di disciplina ambientale hanno riguardato soprattutto coloro che operano con accordi di processing trade (lavorazione ed assemblaggio).

Come noto, dall’avvio della ‘politica di riforma ed apertura’ degli inizi degli anni ’80, i contratti internazionali di processing trade tra soggetti cinesi e soggetti stranieri hanno costituito una delle soluzioni maggiormente utilizzate dagli operatori stranieri per delocalizzare parte della produzione in Cina, sfruttando il basso costo della manodopera specializzata senza, tuttavia, dover arrivare a costituire delle proprie società controllate o partecipate.

Il successo economico della provincia del Guangdong degli ultimi 30 anni è senza dubbio strettamente legato a questo tipo di lavorazioni, effettuate da aziende cinesi su commesse provenienti dall’estero e, in parte rilevante, dall’Italia.

Tra i più importanti vantaggi offerti agli operatori stranieri dagli accordi di processing trade, vanno senz’altro menzionati quelli legati allo status di temporanea importazione delle materie prime, semilavorati e macchinari importanti per la produzione dei beni oggetto del contratto con agevolazioni in termini di pagamento e/o anticipo di dazi doganali e IVA.

A tale riguardo, negli ultimi due anni sono state emanate alcune normative (a livello nazionale e locale) il cui scopo principale è stato quello di limitare, per alcuni tipi di lavorazione (in primis, settore conciario e della plastica), il ricorso a tali accordi, in quanto gravemente dannosi per l’ambiente e, quindi, non più ‘graditi’ in Cina.

Nello specifico, nel agosto del 2008 è entrato in vigore, per iniziativa congiunta del Ministero del Commercio e dell’Amministrazione Generale, il ‘Catalogo dei prodotti ristretti nelle attività di processing trade’ (consultabile presso il sito: www.customs.gov.cn).

La normativa pone delle nuove restrizioni nell’approvazione e nella conduzione delle attività di lavorazione dei prodotti rientranti nella categoria ‘ristretti’, aggravando, ad esempio, l’onere finanziario nella gestione dei 14

2depositi di garanzia che occorre versare alle dogane cinesi per usufruire del regime di temporanea importazione.

Queste normative dal carattere restrittivo, peraltro, al momento non risultano applicate alle imprese residenti nelle aree economicamente più arretrate delle province centro-occidentali.

Le restrizioni negli accordi di processing trade, dunque, hanno manifestato la propria influenza soprattutto sull’economia della provincia del Guangdong, provocando un notevole esodo di investimenti verso altre province cinesi o, più semplicemente, verso paesi asiatici e nordafricani con normative ambientali più permissive.

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PER CHI INVESTE IN CINA

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La virata ambientalista che ha contraddistinto le riforme legislative attuate dal governo cinese negli ultimi anni ha coinvolto anche il quadro normativo di riferimento in materia di investimenti diretti.

Con l’introduzione di normative volte ad un maggiore controllo dell’impatto ambientale di tutti i progetti che vengono realizzati nel territorio cinese, il governo centrale ha cercato di applicare criteri più rigidi di selezione degli investimenti, puntando sullo sviluppo di tecnologie all’avanguardia e poco inquinanti e cercando, in tal modo, di applicare i principi della green economy alla crescita cinese. Il quadro normativo di riferimento in materia di investimenti, dunque, si è arricchito di nuove normative in materia ambientale, le quali, d’ora in avanti, risulteranno essenziali per qualsiasi investitore interessato al mercato cinese.

Questa parte della presente Guida intende offrire, quindi, la presentazione delle normative in campo ambientale che interessano le varie modalità di investimento previste in Cina. Per chi si accinga ad effettuare un investimento diretto in Cina, tuttavia, gli argomenti da approfondire rispetto alle normative che interessano, in senso ampio, la protezione ambientale, risultano molteplici. In questa sede, ne verranno analizzati principalmente tre: gli incentivi (soprattutto di natura fiscale) che l’ordinamento giuridico-economico cinese offre a chi utilizza tecnologia o processi virtuosi per l’ambiente; gli adempimenti burocratici obbligatori richiesti in materia ambientale in sede di costituzione di una nuova società e, infine, l’attenzione al grado di conformità alla disciplina ambientale della società target in caso di operazioni di M&A.

Quanto al primo aspetto, come noto, le ‘Regulations on guiding the Direction of Foreign Investment’ del 2002 ed il loro Regolamento attuativo, aggiornato periodicamente, ‘Il Catalogue for the Guidance of Foreign Investment Industries (‘Cataologo’) ’, di cui l’ultima versione risale al 2007, sono i testi normativi di riferimento per comprendere se un progetto d’investimento estero sia ammesso dall’ordinamento cinese e/o sia, eventualmente, addirittura in qualche modo incentivato. Nel Catalogo, i progetti di investimento estero vengono divisi, a seconda del loro oggetto sociale, in quattro diverse categorie (‘incoraggiati’; ‘permessi’; ‘ristretti’; ‘vietati’ ).

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Nell’ultima revisione del 2007, nella sezione degli investimenti ‘incoraggiati’ compaiono numerose tipologie di investimento nel settore ambientale o che fanno ricorso a tecnologie innovative da un punto di vista dell’impatto ambientale. Le cosiddette agevolazioni di cui possono beneficiare gli investimenti facenti parte della categoria ‘incoraggiati’ sono innanzitutto di natura fiscale. A tal proposito, le agevolazioni fiscali possono riguardare sia un regime preferenziale nell’importazione di macchinari come conferimento in conto capitale, sia quelli che vengono acquistati nel corso dell’attività d’impresa, sia riduzioni del carico fiscale sul reddito d’impresa.

In particolare, se l’investimento rientra tra quelli ‘incoraggiati’, ai sensi del Catalogo e in base alla ‘Circular of the State Council Concerning the Adjustment in the Taxation Policy of Import Equipment ’ (n. 37 del 1997) è prevista l’esenzione del pagamento dei dazi d’importazione e dell’IVA sull’acquisto di macchinari per uso proprio. Per quanto riguarda le riduzioni sul reddito d’impresa, invece, successivamente all’abrogazione degli incentivi fiscali per le imprese a capitale straniero avvenuta nel 2008, le società a capitale straniero (come d’altronde tutte le altre società cinesi) che operano nel settore (o che hanno progetti nel campo) della tutela dell’ambiente, del risparmio energetico ed idrico, così come tutte le imprese operanti nel settore agricolo, forestale, zootecnico o della pesca, mantengono tuttora il diritto a riduzioni delle imposte nell’ordine del 20%.

Quanto agli adempimenti burocratici obbligatori richiesti in materia ambientale in sede di costituzione di una nuova società, già da qualche anno, ormai, chiunque si accinga a costituire una newco in Cina (sia in forma di joint-venture, sia di società a capitale intermante straniero), tra la documentazione richiesta dall’autorità competente per l’approvazione della società ha l’obbligo di presentare una Relazione sull’impatto ambientale del proprio progetto di investimento. Tale Relazione, da depositare presso l’Environmental Bureau a livello di distretto, è divenuta necessaria a seguito dell’entrata in vigore nel 2003, della ‘Legge sulla valutazione dell’impatto ambientale’ (‘Law on Evaluation of Environmental effects’ ).

La ‘Legge sulla valutazione dell’impatto ambientale’ ha imposto a tutti i nuovi progetti di sviluppo in campo industriale, agricolo, forestale, energetico, turistico, dei trasporti, dell’urbanistica e dello sfruttamento di risorse naturali, la redazione di una Relazione sull’impatto ambientale, con

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lo scopo di attuare una strategia di sviluppo sostenibile e cercare, in questo modo, di prevenire gli effetti negativi sull’ambiente.

Qualunque investitore, pertanto, deve affidare la redazione di tale Relazione ad una agenzia di consulenza specializzata in materia ambientale. Il parere positivo dell’ Environmental Bureau a cui deve essere presentata la Relazione è vincolante per il proseguo dell’iter di approvazione. L’esame della Relazione sull’impatto ambientale è effettuata in base agli standard sul rispetto della qualità dell’ambiente che la stessa legge affida ai Environmental Bureau, cui è anche affidato il compito di rendere pubblici tali requisiti.

La Relazione sull’impatto ambientale, inter alia, deve includere:

analisi, previsione e valutazione dei possibili effetti sull’ambiente •causati dall’attuazione del progetto d’investimento;

misure previste per impedire o attenuare gli effetti negativi •sull’ambiente.

Consegnata tale documentazione al dipartimento della protezione ambientale del distretto in cui si intende avviare l’attività, è responsabilità dello stesso organo di assegnare, in base ad un sistema di assegnazione casuale, l’esame di merito ad un team di tecnici-specialisti che esaminerà la Relazione e stilerà un documento contenente il proprio parere.

Per determinati tipologie di investimento, le informazioni richieste possono essere maggiori e più approfondite. Ad esempio, per i progetti di investimento immobiliari e nelle infrastrutture sono richieste informazioni anche riguardo il territorio, le misure per la protezione ambientale che si intendono attuare, il conto economico dei danni provocati all’ambiente, i sistemi di monitoraggio ambientale che si intendono attuare.

Come già menzionato, il parere favorevole del dipartimento della protezione ambientale costituirà parte integrante della documentazione che l’investitore dovrà presentare all’autorità competente (Ministero del commercio) per farsi approvare la costituzione della newco.

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La legge, a tutela di quanto in essa disposto, prevede sanzioni amministrative (da 50.00 a 200.00 RMB), sia a carico dei funzionari pubblici incaricati sia della newco, nel caso in cui si ometta di presentare la Relazione, la stessa contenga informazioni non veritiere o si accerti, successivamente, che il progetto di investimento realizzato differisca da quanto rappresentato nella Relazione.

Rispetto alla terza delle tematiche in esame, attenzione alle questioni del rispetto delle normative ambientali andrà poi riposta nei casi in cui si decida di investire in Cina tramite l’acquisizione di un’azienda cinese già costituita. A partire dagli anni ’90, infatti, il governo cinese ha promosso una politica di privatizzazione di molte aziende statali o municipalizzate, trasformate in società di capitali ai sensi della Legge Societaria, con la possibilità che le stesse vengano acquisite anche da investitori stranieri.

Negli ultimi anni, pertanto, è divenuto sempre più frequente che l’investimento diretto in Cina avvenisse non più con la costituzione di una newco, ma con l’acquisizione di aziende o rami d’azienda, o anche semplicemente quote di società cinesi di proprietà interamente o parzialmente statale, come anche di proprietà straniera.

In dette operazioni di M&A, oltre alla consueta due diligence legale e contabile, è più che mai consigliabile, soprattutto in determinati settori industriali più a rischio, richiedere anche una due diligence socio-ambientale per verificare i permessi rilasciati dal dipartimento della protezione ambientale ed il grado di conformità della società target rispetto agli standard ambientali locali e nazionali.In considerazione del fatto che in determinati settori industriali è obbligatorio, per la società, sottoporsi a controlli annuali, il reperimento di tutta la documentazione riguardante le varie ispezioni effettuate dagli organi locali competenti rappresenta un buon indicatore del rispetto della disciplina ambientale.

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QUALI OPPORTUNITÀ PER CHIOPERA NEL SETTORE AMBIENTALE

QUALI OPPORTUNITÀ PER CHIOPERA NEL SETTORE AMBIENTALE

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Il settore ambientale in Cina rappresenta senza dubbio una nuova prospettiva di investimento per tutti gli operatori stranieri che operano a vario titolo specificatamente nel settore ambientale. Tra le diverse modalità di investimento in questo settore risulta opportuno prenderne in considerazione due in particolare: la possibilità, per un investitore straniero, di partecipare ai progetti Build Operate Transfer (BOT) e la possibilità di vendita di tecnologie e macchinari di cui la Cina ancora non dispone, ma di cui non può fare a meno per portare avanti il processo di ‘riconversione’ del settore industriale.

Il BOT è una particolare modalità di investimento attraverso la quale un soggetto privato straniero riceve una concessione da un soggetto pubblico cinese per il finanziamento di particolari progetti infrastrutturali in Cina. La normativa di riferimento in materia è la ‘Provisional Regulations on Foreign Investment Build-Operate-Transfer’ del 1996.

L’autorità governativa può, attraverso un contratto di concessione e per un periodo limitato (che comunque non superi i 30 anni), autorizzare progetti BOT ad una project company straniera che sarà responsabile del finanziamento, della costruzione, dell’operatività e della manutenzione del progetto.

Alla scadenza del periodo di concessione, la proprietà della struttura torna nuovamente all’ente che l’ha concessa. Durante il periodo di concessione, la project company, in base alla normativa, può recuperare le spese destinate al finanziamento, all’operatività ed alla manutenzione del progetto, facendo pagare una quota a coloro i quali usufruiranno della struttura.

La normativa del ’96 stabilisce quali tipologie di progetti possono usufruire di un finanziamento BOT: centrali elettriche a carbone e centrali idriche sotto 250 MW, strade, ferrovie locali, ponti, gallerie, impianti di depurazione delle acque e impianti di depurazione in genere.

L’investitore straniero viene selezionato attraverso una gara d’appalto internazionale; sarà dunque onere dello stesso monitorare i siti d’asta di questi progetti (per il Guangdong, il riferimento è al Guangdong Machinery and Electric Tendering Center - China International).

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L’investitore che vincerà la gara concluderà un contratto BOT con l’autorità cinese che ha bandito la gara.

L’investitore straniero, inoltre, a condizione che avvii una partnership con società cinesi, ha la possibilità di partecipare alle gare d’appalto ‘nazionali’ con le modalità seguenti:

l’appaltante (solitamente un’amministrazione municipale) affida all’agente 1.d’asta l’organizzazione della gara d’appalto per l’implementazione di un progetto pubblico;

il bando di gara viene pubblicato sul sito del centro d’asta in cinese;2.

il potenziale appaltatore dovrà recarsi presso la sede del centro d’asta e 3.ritirare i documenti di gara in versione originale (qualora si trovi in Italia potrà richiedere di spedirli);

il potenziale appaltatore dovrà rispedire al centro d’asta i documenti 4.opportunamente compilati entro la data di scadenza indicata sul bando, solitamente di 30 giorni;

il centro d’asta procederà lla valutazione delle varie candidature, scegliendo 5.il vincitore della gara che vincerà l’appalto e concluderà un contratto BOT con l’amministrazione che ha avviato le procedure per il bando.

Qualora invece si intenda mantenere un approccio di natura meramente commerciale, gli operatori stranieri che producono o commercializzano prodotti o tecnologie che vengono considerati di beneficio alle politiche di protezione ambientale possono anche considerare i vantaggi, di natura prevalentemente fiscale e doganale, che sussistono nel caso in cui il prodotto o la tecnologia che si intendono importare in Cina siano ricomprese nel sopra menzionato ‘Catalogo dei Prodotti e delle Tecnologie incoraggiati

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all’importazione’ aggiornato nel 2009.Un’ accenno infine al Protocollo di Kyoto. Pur non rientrando nell’ambito del presente contributo, il cui scopo è, principalmente, quello di fornire un’overview sulla disciplina ambientale cinese con un taglio marcatamente operativo, occorre non dimenticare, infatti, che il Protocollo di Kyoto, in materia di riduzioni delle emissioni di Co2 nell’atmosfera (ad oggi ratificato da 174 Paesi, compresa la Cina), offre importanti opportunità in termini economici anche per gli investitori esteri in Cina. Questo, infatti, tramite la previsione del sistema dei cosiddetti ‘crediti’, intende favorire chi promuove investimenti in Paesi ad economia in transizione ed in via di sviluppo che possano contribuire alla riduzione dei gas serra. Ovviamente, tali benefici si aggiungono a quelli sino ad ora descritti.

In conclusione, è evidente come il legislatore cinese, sia nazionale che locale, ha recentemente posto grande attenzione alla disciplina della materia ambientale e che la stessa, anche da un punto di vista della sua concreta attuazione (la così detta law in action) ha interessato in primo luogo proprio i rapporti commerciali con l’estero e gli investimenti esteri in Cina.

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PROGRAMMA DI COLLABORAZIONE

ITALO-CINESE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE

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Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Italiano ha iniziato il suo Programma di Collaborazione nel settore ambientale con il Ministero per la Protezione dell’Ambiente della Repubblica Popolare Cinese a partire dal 2000. Questo Programma si è sviluppato in cooperazione con numerose istituzioni cinesi, quali l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali (CASS), il Ministero delle Ricerca e della Tecnologia (MOST), il Ministero delle Risorse Idriche, l’Amministrazione Forestale di Stato, la Commissione Nazionale per le Riforme e lo Sviluppo (NDRC), le Municipalità di Pechino, Shanghai, Tianjing, Xi’an, Suzhou Lanzhou e Urumqi, le Università Tsinghua di Pechino, Jiaotong e Tongji di Shanghai.

Nell’ambito del Programma sono state sviluppate, fino ad oggi, 85 linee progettuali finalizzate al monitoraggio e alla gestione dell’ambiente, al rafforzamento delle istituzioni cinesi a livello nazionale e locale, alla protezione e conservazione delle risorse naturali, alla gestione delle risorse idriche, alla valorizzazione energetica dei rifiuti, allo sviluppo delle fonti rinnovabili e della efficienza energetica, alla pianificazione urbana sostenibile, alla protezione dell’ambiente nelle aree più povere, allo sviluppo di tecnologie e sistemi di trasporto a basse emissioni, alla ‘agricoltura sostenibile’, alla protezione della biodiversità, alla gestione delle foreste.

I progetti sono stati individuati in base agli obiettivi e ai programmi previsti dalle Convenzioni e dai Protocolli delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sulla protezione della fascia di ozono, sulla protezione della biodiversità, sulla eliminazione delle sostanze chimiche organiche persistenti, sulla lotta contro la desertificazione.

In particolare, i progetti sull’efficienza energetica, sulle energie rinnovabili, sulla valorizzazione energetica dei rifiuti, sulla gestione delle foreste sono finalizzati a generare crediti di emissione, secondo quanto previsto dal Clean Development Mechanism (CDM) del Protocollo di Kyoto.

Al fine di coinvolgere nel Programma di collaborazione le imprese italiane e valorizzare le potenzialità delle nostre tecnologie, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha affidato all’Ufficio ICE di Pechino il ruolo di project manager.

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L’attuazione del Programma è affidata a una task-force italo-cinese, con due sedi permanenti a Pechino e Shanghai, composta da oltre 60 esperti del Ministero italiano, delle Agenzie e Ministeri cinesi, di Istituzioni scientifiche e Università italiane e cinesi.

Per parte italiana, oltre al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, partecipano il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), le Università di Bologna, Pavia, Torino, Tuscia, Venezia, l’Università Bocconi, la Venice International University, la Fondazione Mattei, il Consorzio Interuniversitario di Economia Manageriale.

Dal 2001 ad oggi, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha cofinanziato i progetti con 170 milioni di Euro, attraverso contributi diretti e mediante l’impiego dei Trust Funds istituiti presso la Banca Mondiale e i Fondi Multilaterali. Al co-finanziamento dei progetti partecipano le Istituzioni Cinesi con 40 milioni di Euro, le imprese italiane che hanno aderito al Programma con 25 milioni di Euro, la United Nations Foundation, le Agenzie delle Nazioni Unite - UNEP, UNDP, UNIDO -, il Global Environment Facility, la Banca Mondiale ed il Fondo Multilaterale del Protocollo di Montreal per la Protezione della Fascia di Ozono con 29 milioni di Euro.

Il Programma, ad oggi, comprende progetti per circa 264 milioni di Euro.

Nel 2005, il governo cinese ha voluto riconoscere il valore della collaborazione italiana, assegnando al Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dott. Corrado Clini, il prestigioso Premio Internazionale per la Scienza e la Tecnologia.

Tra i progetti che sono già stati realizzati nell’ambito della collaborazione italo-cinese figurano: progetti per il rafforzamento della governance ambientale e dello sviluppo sostenibile della Cina; progetti per il recupero ambientale delle zone colpite dal terremoto del Sichuan; progetti realizzati in occasione delle Olimpiadi di Pechino (Olimpiadi Verdi); progetti per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e dell’idrogeno; progetti per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose per l’ambiente e per la fascia di ozono; progetti per l’agricoltura sostenibile, la riforestazione, e la protezione della biodiversità; progetti per la gestione

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integrata delle acque; progetti per lo sviluppo sostenibile di Tianjing e per la conservazione del patrimonio culturale italiano in Cina.

In vista dell’Esposizione Universale ‘Better City, Better Life’, che si svolgerà a Shanghai nel 2010 e che sarà dedicata alla qualità della vita negli ambienti urbani, infine, la Municipalità di Shanghai ed il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare hanno definito un programma finalizzato alla realizzazione di progetti chiave per lo sviluppo sostenibile della metropoli cinese, e per la partecipazione di Shanghai alle sfide globali della protezione del clima e della eliminazione delle sostanze chimiche pericolose.

Fondo Fiduciario Italiano per la Protezione dell’Ambiente in Cina presso la Banca Mondiale.

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Italiano, in collaborazione con il governo cinese e la Banca Mondiale, attraverso l’Unità per lo Sviluppo Ambientale e Sociale della regione Asia dell’Est e Pacifico, ha istituito, nel luglio 2004, il Fondo Fiduciario Italiano per la Protezione dell’Ambiente in Cina. Tale Fondo si propone di supportare la strategia cinese di lungo termine, per il raggiungimento dell’equilibrio tra crescita economica, uso sostenibile della risorse naturali e gestione dell’ambiente attraverso attività di assistenza tecnica, co-finanziamento di progetti e preparazione di progetti, con particolare attenzione all’impatto dei cambiamenti climatici.

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FOCUS SUL GUANGDONG

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FOCUS SUL GUANGDONG

L’XI Piano Quinquennale della Provincia del Guangdong per la Protezione Ambientale: settori strategici per l’investimento.

Nel 2006, L’Environmental Protection Bureau della Provincia del Guangdong, in base alle direttive nazionali (vedi ‘Legge sulla valutazione dell’impatto ambientale’ del 2003), ha presentato l’XI Piano Quinquennale della Provincia del Guangdong, di cui una parte è dedicata alla Protezione Ambientale.

In base a quanto stabilito dagli obiettivi dell’XI Piano Quinquennale per la Protezione Ambientale, entro il 2010, i trend dell’inquinamento ambientale e del deterioramento ecologico dovranno essere essenzialmente sotto controllo e la qualità ambientale dell’intera provincia avrà raggiunto una condizione generale di stabilità.

La qualità ambientale dell’area del Delta delle Perle sarà alquanto migliorata, la preservazione ecologica dell’area montuosa a Nord, dell’area orientale e dell’area occidentale del Guangdong avrà raggiunto un buon livello, il 50% delle città a livello di prefettura avrà raggiunto i requisiti nazionali di ‘città modello’ in materia di protezione ambientale, mentre alcune città avranno raggiunto lo status di ‘città ecologica’.

Per conseguire tali obiettivi è stato necessario rendere effettivi i grandi progetti ingegneristici prioritari stabiliti dal Piano, ovvero: i progetti di gestione e smaltimento delle acque reflue e di dragaggio dei corsi d’acqua a livello distrettuale; i progetti di desolforazione delle centrali elettriche; i progetti di gestione e smaltimento degli scarti radioattivi e dei rifiuti radioattivi; i progetti di monitoraggio e prevenzione ambientale.

Tra i progetti del Piano Quinquennale appena citati, il principale settore di investimento, che potrebbe rivelarsi un settore chiave per la collaborazione tra Italia e Guangdong, è con tutta probabilità quello della depurazione delle acque reflue e del trattamento dei rifiuti.

L’affermata esperienza gestionale dell’industria italiana per la protezione ambientale, la tecnologia avanzata per la protezione ambientale ed i prodotti italiani di settore possono essere utilizzati nel Guangdong.

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Enti governativi locali preposti alla protezione ambientale e alla promozione degli scambi commerciali con l’estero.

L’ Environmental Protection Bureau della Provincia del Guangdong, con sede a Guangzhou, è l’ente governativo preposto a formulare piani e a supervisionare l’implementazione delle Leggi e dei Regolamenti riguardanti la protezione ambientale. Per ciò che concerne i progetti ambientali implementati nella provincia, tale organo si occupa della collaborazione con l’estero per la ricerca di fondi e di tecnologie utili, ma non partecipa ai processi di investimento e di approvvigionamento, di cui si occupano, invece, le singole amministrazioni cittadine.

Ogni città ha diversi dipartimenti responsabili di specifici settori, ad esempio il Water Service Bureau e l’Environmental Sanitation Department.

Secondo quanto stabilito dalla ‘Legge sulla valutazione dell’impatto ambientale’ del 2003, il dipartimento provinciale per la protezione ambientale è responsabile della redazione delle griglie degli standard provinciali di inquinamento delle acque, dell’aria, del suono.In base a questi standard, le autorità locali competenti, durante le ispezioni alle società presenti nella provincia, stabiliranno quali società, avendo superato gli standard di inquinamento, saranno oggetto di sanzioni.

Il Guangdong Board of Investment Promotion è un organo governativo che si occupa principalmente dell’attrazione degli investimenti stranieri in Cina ed altresì della promozione e dell’assistenza agli investimenti cinesi all’estero.

Questo dipartimento è suddiviso in tre piattaforme: una piattaforma informativa, nella quale vengono raccolte tutte le notizie, i report, le statistiche riguardanti l’economia del Guangdong, la presentazione della situazione economica anche delle altre regioni, e che pubblica un elenco delle opportunità di investimento nel campo della protezione ambientale.

La seconda piattaforma consiste in una guida agli investimenti presentando gli organi per la consulenza sulle strategie di investimento nelle 21 municipalità del Guangdong.

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L’ultima piattaforma è predisposta all’erogazione di servizi: mediante la compagnia di servizi UNIPRO, che collabora con il Guangdong Board of Investment Promotion, vengono erogati servizi di assistenza alle compagnie straniere intenzionate ad investire nella provincia.

Il Guangdong Association of Environmental Protection Industry è l’ente provinciale, nato nel 1986 dall’associazione delle istituzioni del Guangdong responsabili alla ricerca scientifica, delle attrezzature, della produzione, dei progetti ingegneristici, della costruzione, dell’utilizzo di tutte le risorse e della protezione ambientale e conta attualmente 600 membri.

L’associazione organizza uno dei più importanti eventi per lo scambio di tecnologie, utili per il settore ambientale, tra la Cina e l’estero, ovvero la ‘Fiera Internazionale della Protezione Ambientale di Guangzhou’.

Dal 15 al 17 giugno 2010, a Guangzhou si terrà l’VIII edizione dell’International Environmental Protection Exhibition, manifestazione che ospiterà più di 150 imprese e conterà più di 250 stand. Un’occasione importante per instaurare contatti business.Dalla Guangdong Association of Environmental Protection Industry è possibile reperire informazioni utili riguardo alle imprese cinesi attive nel settore ambientale che necessitino di tecnologie straniere.

Dal marzo 2009, sul sito dell’associazione è attiva una piattaforma interattiva dove le aziende straniere possono caricare i propri dati e cataloghi e le rispettive proposte di business (il servizio è a pagamento e comporta un costo annuale di 1000 Euro).

Action Plan Italia - Guangdong per i partenariati territoriali: un’opportunità per fare business.

Il Progetto ‘Sostegno allo sviluppo delle relazioni tra regioni italiane e cinesi’, elaborato nel 2007 dal Ministero dello Sviluppo Economico - dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (MISE-DPS), risulta finalizzato all’identificazione di modalità di cooperazione con il ‘Programma Multiregionale per il sostegno delle relazioni dei territori regionali con la

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Cina’, promosso dal Ministero degli Affari Esteri nell’ambito del Comitato Italia - Cina (Programma Regioni-MAE-Cina). Il progetto di cooperazione DPS intende affiancare il MAE nell’identificazione dei primi progetti di partenariato tra Regioni cinesi ed italiane ed ha previsto una fase di analisi economica e normativa finalizzata ad acquisire ogni informazione necessaria, di carattere macroeconomico, istituzionale e normativo. Le Province cinesi coinvolte nel progetto sono il Guangdong e lo Zhejiang.

Le Regioni italiane, con particolare riferimento a quelle del Mezzogiorno, ed il MAE risultano essere i partner di questo progetto, in cui sono stati coinvolti anche il Ministero dell’Ambiente, Invitalia, Simest, Confservizi ed alcune università italiane.

Il piano d’azione elaborato per la cooperazione Italia - Guangdong ha previsto la missione di esperti italiani presso il Consolato Generale di Canton nel corso del 2008-2009 per l’identificazione e l’implementazione dei progetti di partenariato interregionale tra Italia e Cina. Quella della Protezione Ambientale costituisce una voce importante all’interno dei programmi di partenariato territoriale con il Guangdong e lo Zhejiang, oltre a quelle della Qualità urbana, della Cultura e dell’Educazione e dell’Attrazione di Investimenti.

Nel Guangdong, quindi, sono stati individuati, insieme alle autorità competenti di Guangzhou, Shenzhen e Zhuhai i 17 progetti dell’Action Plan relativi al settore ambientale, dove poter attuare delle collaborazioni tra i due paesi, ed è stato avviato un programma di lavoro per contattare le istituzioni responsabili ed individuare le opportunità di investimento attuali o future per le imprese italiane del settore. Tali progetti includono impianti di trattamento delle acque di scolo, impianti di incenerimento rifiuti domestici ed alimentari e discariche. Le tecnologie principalmente richieste sono termovalorizzatori, tecnologie di riciclaggio delle risorse microbiologiche.

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Informazioni utili.

Per conoscere i progetti in ambito ambientale che sono stati, o saranno, implementi nella provincia del Guangdong è necessario rivolgersi ai vari dipartimenti dell’Environmental Protection Bureau di Guangzhou, ovvero:

Guangdong Construction Department;•Water Service Bureau;•Municipal Administration Bureau Environmental Sanitation Department;•Environmental Sanitation Department.•

Per essere informati rispetto allo stato di avanzamento dei progetti in questione e rispetto alle gare d’appalto relative e la richiesta di tecnologie straniere, infine, si possono contattare i seguenti enti istituzionali e privati:

Guangdong Machinery and Electric Equipment Tendering Center;•ZKC Environment Group Ltd.;•Guangzhou Environmental Protection Investment Co. Ltd.;•Shenzhen Energy Environmental Engineering Co Ltd.;•Water Service Bureau e Water Resource Bureau • delle 21 municipalità del Guangdong;Guangdong Board of Investment Promotion;•Guangdong Association of Environmental Protection Industry• .

Allegati:

Schema riassuntivo della legislazione ambientale nel Guangdong;1.

scheda riassuntiva dei vari dipartimenti relativi alla protezione 2.ambientale delle 21 municipalità del Guangdong.

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ALLEGATO 1

PRINCIPALI NORMATIVE IN MATERIA AMBIENTALE DELLA PROVINCIA DEL GUANGDONG

1A

ALLEGATO 1

PRINCIPALI NORMATIVE IN MATERIA AMBIENTALE DELLA PROVINCIA DEL GUANGDONG

A1Italian Title Chinese Title Effective

date

Regolamenti del Dipartimento Provinciale per la protezione delle acque del Dongjiang

广东省东江水系水质保护条例

(www.nwpcp.mep.gov.cn) 2008.08.15

Direttive amministrative sulla gestione della riscossione delle tasse per diminuire il livello di inquinamento nella Provincia del Guangdong.

广东省排污费征收使用管理办法

(www.gd.gov.cn) 2007.08.01

Regolamenti della Provincia del Guangdong sulla protezione delle sorgenti di acqua potabile

广东省饮用水源水质保护条

(www.rd.gd.cn) 2007.07.01

Regolamenti amministrativi inter-regionali della provincia del Guangdong sulla protezione della qualita’ della acque fluviali

广东省跨行政区域河流交

接断面水质保护管理条列

(www.epb.shunde.gov.cn)2006.06.01

Regolamenti della provincia del Guangdong sulla tutela ambientale

广东省环境保护条例

(www.southcn.com) 2005.01.01

Misure per l’attuazione nella provincia del Guangdong del “Controllo dell’inquinamento acustico della Repubblica Popolare Cinese”

广东省实施“中国人民共和国环境噪声污染防治”办法

(www.epb.shunde.gov.cn)2004.11.03

Regolamenti amministrativi della Provincia del Guangdong per i progetti di costruzione

广东省建设项目环境保护管理条例

(www.epb.shunde.gov.cn) 2004.07.29

Regolamenti Della Provincia Del Guangdong sul controllo dei rifiuti solidi che inquinano l’ambiente

广东省固体废物污染环境防治条

(www.csjs.com.cn) 2004.05.01

Italian Title Chinese Title Effective date

Regolamenti amministrativi sull’approvazione dei progetti ambientali messi in atto dalla Provincia del Guangdong

广东省建设项目环境保护分级

审批管理规定

(www.epb.gov.cn)2004.02.17

Regolamenti della Provincia del Guangdong sulla tutela della qualita’ delle acque del bacino del fiume Han

广东省韩江流域水质保护条列

(www.gdemo.gov.cn) 2001.03.01

Direttive amministrative sui rifiuti soliti radioattivi della Provincia del Guangdong

广东省 放射性废物管理办法

2001.06.01

Regolamenti Della Provincia Del Guangdong sul controllo dell’inquinamento causato dai gas di scarico dei veicoli.

广东省机动车排气污染防治条

(www.chinalawinfo.com) 2000.01.09

Regolamenti della Provincia del Guangdong sulla tutela della qualità delle acque del Delta del Fiume delle Perle

广东省珠江三角水质保护

(www.gdemo.gov.cn) 1999.01.01

Regolamenti della Provincia del Guangdong sulla tutela ambientale delle zone agricole

广东省农业环境保护条例

(www.gdepb.gov.cn) 1998.10.01

Regolamenti amministrativi Della Provincia Del Guangdong sulla gestione delle emergenze e la prevenzione di incidenti negli impianti nucleari civili

广东省民用核设施事故预防和

应急管理条列

(www.gdemo.gov.cn)1998.01.01

Regolamenti amministrativi sulla protezione ambientale negli impianti nucleari della Provincia del Guangdong.

广东省核电厂环境保护管理规定

(www.fqnp.com) 1996.10.01

A1

ALLEGATO 2

CONTATTI UTILI

1A

ALLEGATO 2

CONTATTI UTILI

2Nome Telefono Sito internet Indirizzo

MOHURD

Ministry of Housing and Urban-Rural Development of the People’s Republic of China中华人民共和国住房和城乡建设部

(010)6839414468393292

www.mohurd.gov.cnHaidingqu Sanlihelu n.9

Beijing

SICP

Sino-Italian Cooperation Program for Environmental Protection of the Ministry of Environment in Beijing中意环保合作项目

(010)51600666 84476610

Beijing office:

(010)82268788

Shanghai office:

(021)6110.4860

http://www.sinoitaenvi-ronment.org/indexe02.

asp

6th floor,4C Building No.5Hou Ying Fang Hu Tong,Xi Cheng District.100035 Beijing

Rm.1901-1906, 1911B, The Center,989 Changle RoadShanghai 200031

DOFTEC Department of Foreign Trade and Economic Cooperation of Guangdong 广东省对外贸易经济合作厅

(020) 38819814

www.gddoftec.gov.cnn. 351 Tianhe Rd. Guangzhou

Guangdong Environmental Protection Bureau广东省环境保护局

(020)8753 1752

www.gdepb.gov.cn213, Longkouxi Road, 213, Guangzhou,

Guangdong Construction Department 广东省建设厅

(020) 83373570

http://www.gdcic.net/Sjst

No. 305, Dongfeng Zhong Road, Guangzhou

A

A2Nome Telefono Sito internet Indirizzo

Urban Planning Office of Guangdong Construction Department 广东省建设厅, 城市建设处

(020) 8337357083133590 83133593

email : [email protected]

(Chen Fuchun 陈辅淳(副处长)

No. 305, Dongfeng Zhong Road, Guangzhou

Housing Security Office of Guangdong Construction Department 广东省建设厅的住房保障处

(020)83133556

email: [email protected]

No. 305, Dongfeng Zhong Road,Guangzhou

Consular Section of the FAO 广东省外办领事处

(020) 8121959081218211

http://www.gdfao.gd.gov.cn/

email: [email protected] ;

[email protected];[email protected]

No. 45, Shamian street, Guangzhou

Guangdong Science and Technology Department, Division of External Cooperation 东省科学技术厅, 对外科技合作厅

(020) 8354830983163862

www.gdstc.gov.cn [email protected]

No. 171 Lianxin Road, Guangzhou 510033, China

Guangdong Association of Environmental Protection Industry广东省环保产业协会

(020)83555193 8354274383517493 83548054 83557285

www.gdcp.org.cn; www.gdepi.com.cn;

www.pprdepi.cn

Room 1006-1007 10/F 363 Dongfeng Zhong Road,

Guangzhou

Guangdong Machinery and Electric Equipment Tendering Center 广东省机电设备招标中心

(020)627918506279186962791876

http://www.gdmeetc.com

No.118, Yuehua Road, Guangzhou

Chaozhou Water Resource Bureau 潮洲市水利局

(0768)2352067

http://www.czslj.gov.cn

Fengchun nan Road, N.1 Jiyuan street, Chaozhou,

Guangdong

A2Nome Telefono Sito internet Indirizzo

Dongguan Water Resource Bureau东莞市水利局

(0769)22830703

http://dgwater.dg.gov.cn

No.99, Hongfu Road, Dongguan

Foshan Water Resource Bureau:佛山市水利局

(0757)83330575

http://www.fswater.gov.cn/

No.113, Jinyu street, Foshan

Foshan Sanitation Bureau:佛山市卫生局主办

(0757)83382525

http://www.fswsj.gov.cn/

No.12, Shidong Xia Road, Shancheng District, Fos-

han, Guangdong

Guangzhou Water Service Bureau 广州市水务局

(020)61300556 6130053387580626

http://www.gzwater.gov.cn

No.555, Shougou ling Road, Tianhe District,

Guangzhou

Bureau of City Appearance, Environment and Sanitation of Guangzhou Municipality 广州市市容环境卫生局

(020)81083331

http://www.gzsrhw.gov.cn

No.140, Dongfeng Xi Road, East Finance Build-ing 9 piano, Guangzhou

Guangzhou Information Engineering Bidding Center 广州市信息工程招投标中心

(020)38825557

http://www.it-tender.gov.cn

E building, 1 floor, Guang-zhou City E-Government

Service Hall, Suiyuan Area, Tianhe District

Guangzhou Center for Administrative Service 广州市政务服务中心

(020)38920000

http://www.gzonline.gov.cn/portal/site/site/portal/pearl/index.jsp

No. 61, Huali Road, Zhuji-ang Xincheng, Guangzhou

Guangzhou Municipal Administration Bureau广州市市政局

(020)8382564383825643

http://www.gzszyl.gov.cn/

No. 348, Huanshi Dong Road, Guangzhou

Heyuan Water Service Bureau 河源市水务局

(0762)33331573333178

http://www.hywater.gov.cn

No.5, Kaifeng Road, Xinshi District, Heyuan

A2Nome Telefono Sito internet Indirizzo

Huizhou Water Resource Bureau惠州市水利局

(0752)2846866

http://slj.huizhou.gov.cn

No.5 Jiangbei District, Huizhou

Guangdong Huizhou City Appearance Environmental Hygene Management Bureau 广东省惠州市市容环境卫生管理局

(0752)2109974

http://www.hzhwj.com

No.4, Hengjiang San Road, Huicheng District, Huizhou

Jiangmen Water Resource Bureau 江门市水利局

(0668)2288545

http://swj.maoming.gov.cn/

No.9, Nonglin Dong Road, Jiangmen

Jieyang Water Resource Bureau 揭阳市水利局

(0663)8236586

http://www.jyslj.gov.cn/

[email protected]

Huanshi Xi Road,Rongcheng District,

Jieyang

Maoming Water Service Bureau 茂名市水务局

(0668)2288545

http://swj.maoming.gov.cn/

No.100, Yingbin Road, Maoming

Maoming Environmental Protection Bureau茂名市环保局

(0668)29015592901856

http://hbj.maoming.gov.cn/

Youcheng 4 Road, Maom-ing

Meizhou Water Resource Bureau 梅州市水利局

(0753)2211738

http://www.mzwater.gov.cn

No.18, Jinli Lai road, Meizhou

Meizhou Environmental Protection Bureau 梅州市环保局

(0753)2252743

http://mzepb.mei-zhou.net

5th Fl.,Municipal Govern-ment Palace, Meizhou

Qingyuan Water Resource Bureau 清远市水利局

(0763)3362925

www.qysl.gov.cnNo.8,Luming

Road,Xincheng District, Qingyuan

Qingyuan Environmental Protection Bureau清远市环保局

(0763)3378042 3360131

http://www.qyepb.gov.cn Lianjian Road, Qingyuan

A2Nome Telefono Sito internet Indirizzo

Shantou Water Resource Bureau 汕头市水利局

(0754)88545015

www.stwater.gov.cnNo.189, Zhongshan Road,

Shantou

Shantou Sanitation Bureau头市卫生局

(0754)8548501

http://www.stwsj.gov.cn/

No.9, Dahua Road, Shan-tou

Environmental Protection Bureau of Shantou 汕头环境保护局

(0754)88627570

www.stepb.gov.cnNo.47, Zhangping Road,

Shantou

Shanwei Water Resource Bureau and Water Management Office 汕尾市城区水利局汕尾水利管理所

+86 660-3331401

http://www.swsl.gov.cn

No.326,Chengqu Si Ma Road, Shanwei

Shaoguan Water Resource Bureau 韶关市水利局

(0751)8775244

http://www.sgwater.gov.cn

No.20, Gongye East Road, Shaoguan

Shaoguan Sanitation Bureau韶关市卫生局

(0751)87600158176601

http://www.sgwsj.gov.cn

Xinhua South Road, Sha-oguan

Shaoguan Environmental Protection Bureau韶关市环抱局

(0751)8776056

http://www.sgepb.gov.cn/ No.36, Xinhua North Road,

Shenzhen City Management Bureau深圳市城市管理局

(0755)83915862 8391580582235797

http://www.szum.gov.cn

No. 4, Lianhua Zhi Road, Futian District, Shenzhen

Longgang District Environmental Protection Bureau

28948858 http://www.lg.gov.cn/

Health Inspection Compre-hensive BuildingChengyu

Lin Road, Longgang District Center

A2Nome Telefono Sito internet Indirizzo

Nanshan District Government

(0755)26465434

http://www.szns.gov.cn/main_en/govagen-cy/quzhengfu/index.

shtml

District Committee Build-ing, Nanshan District

Shenzhen Water Service Bureau深圳市水务局主办

(0755)8307288883072860

http://www.szwrb.gov.cn/

Water Tower, No.1098, Lianhua Road, Futian Dis-

trict, Shenzhen

Yangjiang Water Resource Bureau 阳江市水利局

(0662)3324244

Dongfeng San Road, Gar-den Village

Yunfu Water Service Bureau云浮市水务局

(0766)8982000

http://swj.yunfu.gov.cn

No.70, Henan East Road,Yuncheng District,

Yunfu

Zhanjiang Water Resource Bureau湛江市水利局

(0759)3194139

http://www.zhanjiang.gov.cn/ Cunjin Road, Zhanjiang

People’s Government of Zhanjiang City 湛江市人民政府办公室

(0759)3181288

http://www.zhanjiang.gov.cn/

No.67, Chikan Yuejin Road, Zhanjiang

Zhanjiang Environmental Protection Bureau湛江市环保局

(0759)3381789

http://www.zjnw.net/web_sl/

No.32, Renmin Dadao Zhong, Zhanjiang

Zhaoqing Water Resource Bureau肇庆市水利局

(0758)2224000

http://www.zqwater.gov.cn

No.17, Gongnong North Road, Zhaoqing

Zhongshan Water Resource Bureau中山市水利局

(0760)88853212

http://www.zswater.gov.cn/

No.178, Sunwen Zhong Road, Zhongshan

Zhuhai Water Service Bureau 珠海市水务局

(0756)2268667 2268225

http://www.zhwater.gov.cn

No.79,Xiangzhou District, Zhuhai

Questa pubblicazione è stata stampata nel novembre 2009 con il contributo dello Studio Pirola Pennuto Zei & Associati.

I capitoli 1, 2, 3, 4 sono stati curati da Federico Roberto Antonelli.

I capitoli 5, 6 sono stati curati da Edoardo Napoli.

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