POLITICA LO SPIGOLO DITE QUALCOSA! Disperato il Pd ......Poi ci sono politici che u - sano i social...

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VENERDÌ 20 NOVEMBRE 2020 25 POLITICA GLI SPINOSI CASI ALESSANDRINI Razzisti, inopportuni e maleducati I politici sui social? Un vero disastro Dalle dita per provare piacere ai simboli nazi: ma tra internet e il bar c’è un po’ di differenza (come scriveva Eco...) Vale la pena scomodare ancora una volta Umberto Eco, non solo per le origini alessandrine ma per la sen- satezza del pensiero: «I so- cial media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vi- no, senza danneggiare la collettività. Venivano subi- to messi a tacere, mentre o- ra hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecil- li». Lungi dal considerare im- becilli (“persone di limitata capacità di discernimento e di buon senso o dal com- portamento stolido”, come da dizionario) i soggetti a cui questa pagina è dedica- ta (chi siamo noi per giu- dicare?), è evidente che il compianto semiologo non retrocederebbe di un milli- metro di fronte alle ultime performance via web di al- cuni politici, suoi conterra- nei. Anzi, l’Eco-pensiero (il pre- fisso “eco” ormai sta bene con tutto) trova conferme nel proliferare di razzismi e castronerie varie alternate a slogan inopportuni, quel- li che al bar giustifichi con uno spritz di troppo, ma che su internet rischiano di restare imperituri, sfidan- do senza successo il sacro- santo diritto all’oblio. Una foto... al virus Alcuni amministratori di A- lessandria sembra gareggi- no per svettare in testa alla classifica delle scempiaggi- ni. C’è l’assessore Fteita che, trattando di materia Covid, ha dato l’impressio- ne di sostenere tesi nega- zioniste; il suo collega Cic- caglioni ha usato argomen- ti che credevamo estinti con la Lega di Bossi; il con- sigliere Bovone s’è “selfiz- zato” in giro per la città do- po il ricovero causa virus: pochi metri, dall’ambulan- za a casa. Un’ingenuità più che un reato. Sempre me- glio di quando, sintetizzan- do, associò il quartiere Cri- sto alla mafia. Nel bailamme, spiccano anche le foto postate da E- manuele Locci. Alle 22 i lo- cali chiudono? Nessun pro- blema, si brinda sugli auto- bus che, a quell’ora, posso- no circolare. È storia risa- lente a un paio di decreti fa. Prossimamente: mega pranzo di Natale in chiesa, visto che i luoghi di culto possono stare aperti. Ma all’hospice no I disastri più recenti ri- schiano di farci dimentica- re che il presidente della commissione Cultura del Comune, Carmine Passac- qua, invitò a non fare offer- te all’hospice, una struttura dove (intanto) si va per mo- rire, oppure che l’assessore Cinzia Lumiera definì Susy Matrisciano «senatrice na- poletana». Il che non è sba- gliato ma, messa come l’ha messa, profuma di stortura. In tutto ciò, in ambito Pd, c’è chi è presente più sui so- cial che a casa e chi cerca di risolvere su Facebook gli a- tavici problemi del partito (telefonatevi, va). L’apice venne toccato dal duo complementare Furia-Ros- sa incapace di distinguere tra satira e notizia. “Campagna” rossa E in provincia? Va peggio. Almeno ad Alessandria nessuno simula un reato né esibisce tatuaggi con sim- boli nazisti (Lele Rachiele e Sabrina Deambrogi a Va- lenza). Se si può perdonare l’assessore Novelli di Casa- le per strafalcioni da matita blu anche quando ci spiega che la «Campagna» do- vrebbe essere zona rossa (ah, non verde?), oppure il leghista Bonvini, tuttologo e complottista novese (ma se lo sono filato in pochi), diventa più complicato di- fendere Vittorio De Prà, di Molare, in quota Pd, che ha insultato il ministro Azzo- lina, oppure il leghista tor- tonese Nicolò Castellini che ha consigliato a una po- veretta, di divergenti opi- nioni, di usare le dita per provare piacere. Caro professor Eco, non pensava si arrivasse a tanto, vero? M.B. L’INTERVISTA MARCO REVELLI «Scrivono di pancia e, troppo imbarbariti, inquinano la realtà» MASSIMO BRUSASCO - [email protected] Marco Revelli, 73 anni a dicembre, è uno storico, un giornalista, un attivista politico nonché docente all’Università del Piemon- te orientale ‘Amedeo Avo- gadro’. Figlio del celebre partigiano-scrittore Nuto Revelli, partecipa spesso a trasmissione televisive, in qualità di opinionista. Molte le sue pubblicazione dedicate, in particolare, al modo operaio e alla poli- tica. Professor Revelli, anche lei ha l’impressione che trop- pi politici facciano un uso dei social un po’ disinvol - to? Io, francamente, sono tur- bato da come, ormai sem- pre più sovente, i social vengano utilizzati. Se ci ri- feriamo espressamente ai politici, ecco: dico che biso- gnerebbe vietare loro di u- sarli. Stop. Drastico. Il rischio di arrecare grave danno alla Politica è altis- simo. Perché, secondo lei, succe- de sempre più spesso che ci si lasci andare a esterna- zioni di cui, poi, magari ci si pente? Perché i social consentono un accesso immediato alla sfera pubblica, dunque manca il senso della rifles- sione, che è importante. Pensare prima di scrivere. Esatto. Con l’immediatez - za, è la pancia a parlare. In psicanalisi si direbbe che manca l’intervento del “su - per io”, ovvero quello che, fungendo da censore, ci im- pone il controllo delle no- stre azioni. Noi abbiamo esempi locali tutt ’altro che edificanti. Ma ci sono “modelli” mon - diali tutt’altro che edifi- canti. L’esempio globale più ecla- tante è Donald Trump che ancora oggi, pur sconfitto alle elezioni, continua a es- sere devastante, ferendo gravemente la democrazia. Poi ci sono politici che u- sano i social a fin di bene. Certo, perché restano un mezzo importante. Però il mio augurio è che i cattivi politici escano dai social e i buoni cittadini stacchino la spina. Potrebbe essere uti- le. Lei, professore, da questo punto di vista è un buon cittadino? Che rapporto ha con i social? Un rapporto quasi nullo. Però su Facebook è pre- sente. Sì, ma con moderazione. Esageriamo: usa Tik Tok? Me ne tengo bene alla larga, grazie. È fresca la notizia che ‘Il giornale di Brescia’ sia u- scito da Facebook, a causa dei commenti spesso vio- lenti. È un’iniziativa lodevole, che mi sento di approvare. Ammetto però che i com- menti sono uno strumento straordinario per avere il cosiddetto “feedback”, ov- vero le opinioni su una tal notizia. Però, troppo spes- so, chi commenta si fa prendere dall’esasperazio - ne e la realtà viene inqui- nata. Tornando ai politici e al rapporto col web: non cre- de che si dovrebbe dare importanza ai “social me- dia manager”, ovvero a fi- gure in grado di dettare re- gole di comportamento e aiutare a districarsi nel mondo di internet? No, guardi, glielo dico chia- ro: spesso i “social media manager” sono peggiori di chi li ingaggia. Non ha grande fiducia. Ahimè no. Purtroppo siamo in un periodo difficile in cui assistiamo a un costante imbarbarimento. LO SPIGOLO DITE QUALCOSA! Disperato il Pd alessandrino: «Sono tre giorni che il centrodestra non dice cazzate e noi non sappiamo di cosa parlare»

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  • VENERDÌ 20 NOVEMBRE 2020 25

    POLITICAGLI SPINOSI CASI ALESSANDRINIRazzisti, inopportuni e maleducatiI politici sui social? Un vero disastroDalle dita per provarepiacere ai simboli nazi:ma tra internet e il barc’è un po’ di differenza(come scriveva Eco...)

    n Vale la pena scomodareancora una volta UmbertoEco, non solo per le originialessandrine ma per la sen-satezza del pensiero: «I so-cial media danno diritto diparola a legioni di imbecilliche prima parlavano solo albar dopo un bicchiere di vi-no, senza danneggiare lacollettività. Venivano subi-to messi a tacere, mentre o-ra hanno lo stesso diritto diparola di un Premio Nobel.È l’invasione degli imbecil-li».Lungi dal considerare im-becilli (“persone di limitatacapacità di discernimento edi buon senso o dal com-portamento stolido”, comeda dizionario) i soggetti acui questa pagina è dedica-ta (chi siamo noi per giu-dicare?), è evidente che ilcompianto semiologo nonretrocederebbe di un milli-metro di fronte alle ultimeperformance via web di al-cuni politici, suoi conterra-nei.Anzi, l’Eco-pensiero (il pre-fisso “eco” ormai sta benecon tutto) trova confermenel proliferare di razzismi ecastronerie varie alternatea slogan inopportuni, quel-li che al bar giustifichi conuno spritz di troppo, ma

    che su internet rischiano direstare imperituri, sfidan-do senza successo il sacro-santo diritto all’oblio.

    Una foto... al virusAlcuni amministratori di A-lessandria sembra gareggi-no per svettare in testa allaclassifica delle scempiaggi-ni. C’è l’assessore Fteitache, trattando di materiaCovid, ha dato l’impressio -ne di sostenere tesi nega-zioniste; il suo collega Cic-caglioni ha usato argomen-ti che credevamo estinticon la Lega di Bossi; il con-sigliere Bovone s’è “selfiz -zato” in giro per la città do-po il ricovero causa virus:pochi metri, dall’ambulan -za a casa. Un’ingenuità piùche un reato. Sempre me-glio di quando, sintetizzan-do, associò il quartiere Cri-sto alla mafia.Nel bailamme, spiccanoanche le foto postate da E-manuele Locci. Alle 22 i lo-cali chiudono? Nessun pro-blema, si brinda sugli auto-bus che, a quell’ora, posso-no circolare. È storia risa-lente a un paio di decreti fa.Prossimamente: megapranzo di Natale in chiesa,visto che i luoghi di cultopossono stare aperti.

    Ma all’hospice noI disastri più recenti ri-schiano di farci dimentica-re che il presidente dellacommissione Cultura delComune, Carmine Passac-qua, invitò a non fare offer-te all’hospice, una strutturadove (intanto) si va per mo-rire, oppure che l’assessoreCinzia Lumiera definì SusyMatrisciano «senatrice na-poletana». Il che non è sba-gliato ma, messa come l’hamessa, profuma di stortura.In tutto ciò, in ambito Pd,c’è chi è presente più sui so-cial che a casa e chi cerca dirisolvere su Facebook gli a-tavici problemi del partito(telefonatevi, va). L’a pi cevenne toccato dal duocomplementare Furia-Ros-sa incapace di distingueretra satira e notizia.

    “Campagna” rossaE in provincia? Va peggio.Almeno ad Alessandrianessuno simula un reato néesibisce tatuaggi con sim-boli nazisti (Lele Rachiele eSabrina Deambrogi a Va-lenza). Se si può perdonarel’assessore Novelli di Casa-le per strafalcioni da matitablu anche quando ci spiegache la «Campagna» do-vrebbe essere zona rossa(ah, non verde?), oppure illeghista Bonvini, tuttologoe complottista novese (mase lo sono filato in pochi),diventa più complicato di-fendere Vittorio De Prà, diMolare, in quota Pd, che hainsultato il ministro Azzo-lina, oppure il leghista tor-tonese Nicolò Castelliniche ha consigliato a una po-veretta, di divergenti opi-nioni, di usare le dita perprovare piacere.Caro professor Eco, nonpensava si arrivasse a tanto,vero?

    M.B.

    L’INTERVISTA MARCO REVELLI

    «Scrivono di panciae, troppo imbarbariti,inquinano la realtà»MASSIMO BRUSASCO - [email protected]

    n Marco Revelli, 73 anni adicembre, è uno storico,un giornalista, un attivistapolitico nonché docenteall’Università del Piemon-te orientale ‘Amedeo Avo-ga dr o’. Figlio del celebrepartigiano-scrittore NutoRevelli, partecipa spesso atrasmissione televisive, inqualità di opinionista.Molte le sue pubblicazionededicate, in particolare, almodo operaio e alla poli-tica.

    Professor Revelli, anche leiha l’impressione che trop-pi politici facciano un usodei social un po’ disinvol -to?Io, francamente, sono tur-

    bato da come, ormai sem-pre più sovente, i socialvengano utilizzati. Se ci ri-feriamo espressamente aipolitici, ecco: dico che biso-gnerebbe vietare loro di u-sarli. Stop.

    Drastico.Il rischio di arrecare gravedanno alla Politica è altis-simo.

    Perché, secondo lei, succe-de sempre più spesso checi si lasci andare a esterna-zioni di cui, poi, magari cisi pente?Perché i social consentonoun accesso immediato allasfera pubblica, dunquemanca il senso della rifles-

    sione, che è importante.

    Pensare prima di scrivere.Esatto. Con l’immediatez -za, è la pancia a parlare. Inpsicanalisi si direbbe chemanca l’intervento del “su -per io”, ovvero quello che,fungendo da censore, ci im-pone il controllo delle no-stre azioni.

    Noi abbiamo esempi localit u tt ’altro che edificanti.Ma ci sono “modelli” mon -diali tutt’altro che edifi-canti.L’esempio globale più ecla-tante è Donald Trump cheancora oggi, pur sconfittoalle elezioni, continua a es-sere devastante, ferendogravemente la democrazia.

    Poi ci sono politici che u-sano i social a fin di bene.Certo, perché restano unmezzo importante. Però ilmio augurio è che i cattivipolitici escano dai social e ibuoni cittadini stacchino laspina. Potrebbe essere uti-le.

    Lei, professore, da questo

    punto di vista è un buoncittadino? Che rapportoha con i social?Un rapporto quasi nullo.

    Però su Facebook è pre-sente.Sì, ma con moderazione.

    Esageriamo: usa Tik Tok?Me ne tengo bene alla larga,grazie.

    È fresca la notizia che ‘Ilgiornale di Brescia’ sia u-

    scito da Facebook, a causadei commenti spesso vio-lenti.È un’iniziativa lodevole,che mi sento di approvare.Ammetto però che i com-menti sono uno strumentostraordinario per avere ilcosiddetto “feedback”, ov-vero le opinioni su una talnotizia. Però, troppo spes-so, chi commenta si faprendere dall’esasperazio -ne e la realtà viene inqui-nata.

    Tornando ai politici e alrapporto col web: non cre-de che si dovrebbe dareimportanza ai “social me-dia manager”, ovvero a fi-gure in grado di dettare re-gole di comportamento eaiutare a districarsi nelmondo di internet?No, guardi, glielo dico chia-ro: spesso i “social mediamanager” sono peggiori dichi li ingaggia.

    Non ha grande fiducia.Ahimè no. Purtroppo siamoin un periodo difficile in cuiassistiamo a un costanteimbarbarimento.

    LO SPIGOLODITE QUALCOSA!Disperato il Pd alessandrino: «Sono tregiorni che il centrodestra non dice cazzatee noi non sappiamo di cosa parlare»