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t·OND1\'.l.IONI• ISTITL'TU GRt\~SCI

B1Bl.IOTH'1\

OP lt Ec 335

13 7 4 86

BIBLIOTECA _DI PROPAGANDA DE L

GRUPPO NAZIONALE LIBERALE ROMANO

N. 2. UMBERTO RICCI

PrlO f ESSORE 0RDrNARIO NELLA R. UNfVERSIT,\ DI PISA

LA

POLITICA ECONOMICA DEL

MINISTERO NITTI

Wi r!Trl li del I' in!rrrrnlo rronomico dPllo Stato ===

r -\/,1fJAZ!ONE ISTITUTO GRAMSCI

I ONLUS 1DlBLIOTECA

SOCIETÀ ANONIMA EDITRICE (<I.A VOCE» - ROMA, I92 0

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. RO~I/\, !.' • 111'1\'EHSHl I.ED, Dll'RlMhlUI 1'0!.Y<:r.oTTE

Nel/e 11l!i111e elezioni politiche 1·1 cc Gruppo Nazionale !..Ibera/e R.0111rmo n c11trò nel raggrnppamc11lo di jorzc j>ohlichc 11010 sollo il nome ((?" « .. 111eanza Xazinnale ii.

I liberali che /acel'mzo parie dcii'. J l!canza 1e con essi i nazionali-liberali) promossero un comizio, il quale fu le1111to in Roma, la sera cfd 13 noi•cmbrc 1919, nella sala Taghuni. 11 pro/. l.:111berto Ricci, y11ale raj>j>rescn/a11te dcl Gruppo , pro1111nziò 1·1 dùcorso che qui appresso ri"j>rod11ciamo.

L'oratore non era cand1:dato, ma per cagione dei suoi studi /11 prescelto a colpire il Mi11ùtro Nit11: là dove la gente comune più lo ritiene Ìll'i.!1tl11erabi"/c, c-ioè nelle sua r·inomanza cli abilissùno economista e di beucjatfore eco-110111fro della Nazione.

Larghi sunti del discorso furono faubbhcati nel Gior­nale d'Italia e in Volontà; ?: due primi capitoli appm­vero quasi per iiltero rispcttivamentc 11cll' Idea Nazionale e nella Ri\•ista di .:\Iilano.

Roma, Febbraio IQ20

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S < L\I :'d i\ l{ I O

PR01·:Mro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . · · · 5 § r. li presente discorso prop11gm1 J' l·conumin libcrnle e

c·omhaltc l'eeonomin niltiana.

I. - LA }'()J,ITJCA j\,'\NO:\".\RI.\. . • .

II.

§ ::>. l rimL·di all'a11n11:nto <ki pn•zzi : C'olhU!ll.ll"C ti.i meno, produrre di più. - § 3. J,a lihnt:I L'un<lizi<>nc· l..,;~nzink JX'T

produm:. - § I· J san:hcggi dL•i n.:~ozi e i cnlmicri al )o '' . - § 5. L e<111,;1irzi JK:r la di,;lribuziunc cli derrate e lum lt1hL':'ll cli etti.

fr, PROTEZIOXIS~IO § 6. Si~uit'u.~·clt• dcli" parok • prokzionc· • kll'inùu~tria in

Zlfl!l(ÙC •. - ~ 7. Il SOIÌ>'lllil cldl'i11dipc11<ll·J1za t·t~Jnumica.

§ 8 . .\Itri sofismi protczionbtici. - § 9. l'ulilka rc·ci,;;uncule prutczionbtica dcl :\(inislcru ;'\:illi.

III. - L'rNVASIO~'E Dhf,T.E 'fERRE. . .

§ 10. I,a leggenda cll'lk terre mcoltc.. e In l<-ggc11<la rki .17-lircmcli. § t 1 . 1,a terra ;ti contadini e la terra alla t'olk:lt1v:~l.

§ 12 li JJccrctn \'isocchi. § 1 3. lA tc;1Te cht a pn:lcrwm s ~n-vaclouo ~ouo le meglio collivatc. § 1 t J>anno ec<monurn clcllc in vasioui.

IV. - LA POLl'I'ICA 'fRIBU'l'ARTA

§ 1 5 Il miraggio elci venti miliardi. - § 16. Storia cli un cli~cgno rientralo. - ~ 1 Ì· l,n nominati viti\ tki titoli.

V. - LA BUROCRAZIA

§ r 8. Doppio danno arrecalo clalla burncrnzia: aumento ciel bilancio dello Slalo, iut rnlcio alla procluzione i1..'\z1011alc. § r 9. Rimedio: diminuzione clcllc attribuzioni clello Stato. ·-:­§ 20 Xilli aumenta la burocrazia mentre dice cli volerla rl1 miouire . - § 2r. Il nc)lotismo di :"itli.

CONCLUSIONE

§ 22. In.sincerità, leggerezza, clcbolczza F-0110 i tre attri­buti dcl Ministro Nltti .

7

lj

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47

P ROBl\IlO

§ 1. - 11 ((Comitato Liberale di azione l> ha aflìdato a me l'incarico cli s\·olgere a un tempo e il programma economico dei candidati liberali dcll'ccAlleanza», che è poi il programma t·conomico di tutti i liberali schietti, e la critica al programma ciel Gon.•rno. Più che contro il programma annnnziato nei nu­merosi discorsi e proclami, nelle frequenti lettere e circolari del Capo del Governo, io dirigerò la critica contro il programma realmente attuato da lui e dai suoi collaboratori. I due pro­grammi g"O\ ernatiYi, quello scritto per gli ingenui e quello incarnato nei fatti, notevolmente divergono iu ragione della poca sincerità cli Kitti, il quale, come tutte le persone che a o.~ni istante protestano la sincerità, la nobiltà. la lealtà elci loro sentimenti, adoperano tali parole astratte per far passare cli contrabbando le loro azioni concrete, poco sin­cere, poco nobili e poco leali

Se tocca a me l'onore di parlard. è superfluo dire che io non esprimo solo mie convinzioni personali, ma convin­zioni che sono condivise anche dagli altri oratori che Yoi avete ascoltati e ascolterete, giacchè la materia di critica al Governo che ci regge, speriamo ancora per poco, è cosi copiosa e svariata, da richiedere una vera e propria diYisione di lavoro fra i critici.

Io non vi esporrò un programma completo cli politica economica, chè allora non basterebbe l'ora assegnatami, nè

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tutto il tempo chl' dmt·r:ì il ll<Jstrn .:om'L'g111) cli 'Jlll''i\.l 'ìl'r.1,

e d'altra park n1i \'Ì annoicrl!stc troppo l' uscireste con la

ll''>la pesante e le idee co11fusc. Sarà suftìcicnte r.he noi

c'i11te11clia1110 :-.u taluni tra i pr.,hkrni più irnpmtanti che

agit.uw nel presente la \'Ìta t·co11oniica italiana. L' che sono

tra ll>ro colll'gati e colkgati col resto; pt·1 il clie, risoluti que­

sti anuonica111e11l<', la soluziq11e cli lutti gli altri resta laci·

litata L' si puc'i intuire

1 prnlilellli di cui il> hn·\•e111l'llk vi parlcr<'> vertono su

cinque pl111ti: la po!it1c11 11111101wn11, il j>rull ?i(Jll/!>1110, 1'111-v11siom dclh far<', la njor11111 trilm!ctri11 <·la h11rvcrazia Sono

i primi tre prohlc1ni <li p<>litiL'a più propria1m·ntc 1·co11v1111ca

e si 1ifl'ri-..cono più spccialtm·nte l'uno al co111111crcto, l'altro

all'111d11sl1ia. il terzo all'11~ncn//11r11; gli ultimi cllH: sono di

politica /i111111<ir11ia e toccano rispcttiva1m·nte il tema ddlc

e11lralc e quello delle spt'~t'.

l'u<'J darsi d1c le mie parole 11un vi t 1m·ino se1111nc l'Oll­

semienti, perchè è ck"lino de~li l'COll•Hllis1 i cli urtare iclec e

:,cntimcnti cari al p11h1Jli1·0: l' in hl caso \'Ì pn:gn cli ns.tnni

pazienza, e cli riflettvrc, quando saret e uscili cli <Jlli alle cose

che vi a\'rannn colpito e clw polra11110 g1.:rn1ina1c nella \'Ostra menti..! con\'inzioni cl i ,-cr-;c da q uc:I le c11l! ,·oi .1cca rezzaste

finora.

I ncon1i ncio col problema più scahro-;o.

..

L\ J'OT,ITI L'..\ .\~XOX,\HL\

~ 2 .\Ila fine della 1;ucna i prezzi, in 111l'dia, crawJ in

Itali 1 J>l'I lo rne110 triplic,1ti in co11fro11lo cf)n i prei'.zi i111111c:­

diat:1n1c11h: .interiori alla guerra I prc·zzi poi di alcune: cose,

nÌ.'ccssaric. al sostentamento umano, l'rano saliti in propor­

zioni :111t'l1c m.ig_giori. Le cause dci formiclaliili .n1111enti sono

da ril'l'Icarc· 11101!0 pi·ì addentro, che 11011 1wll',nhitrio o m~!­

l'avidtl ì cki ri\'cwlitori. Da una !>arte J,1 "Uerra ha atte-.., 1111ato le forze produttive della nazione, d.1Jl'.11tra ha cnor-

111e111e11le acntsci11to i mezzi cli pn~a1mnlo: perchè basta

che i tord1i rlei Ba1{chi cli L'missiom.• o ckl :'IIiui,.,tero elci Te­

soro '-'i mt'ttan<> .1 girare, cd ecco che a migliaia fluiscono

quei pczz\'ltini di carta colorata che o.;i offrono in cambio

<lL'lk 111crci. L'au1111.:11t:) rlei prezzi è colle.gato colla C'.lrestia

cli n1t.:rci L' coll'.1bbondanza di biglietti: clue fenomeni com­

hina1 i, che i11e,·itahil111e11tc accompaguano le ~11erre.

[ ri111ccli ? Prima di tutto bisogna coraggiosamente e

vi1il111e11te alTcnn,ire che un ri11wclio completo e miracoloso

11011 esiste ; che dur,wte la guerra. e per un certo mm1ero di

.umi dopo la g11erra, la popo1azionc nel suo complesso cle,·e

nec('ssariaml'nte sopportare certi sacrifici cd è clc-littuoso

ili udcrla che possa Yi\·er bene come prima Quel tanto di rimedi che è attuabile e che 11011 i;: molti-;simo, consiste:

r) nel diffondere le abitudini cli sohrieH frn il popolo;

111a purtroppo l'esperienza cli mostra che le pre<licazim1i

morali poco giO\·auo e che in alto e in basso i fornitori del

( ~o,·erno. gli ex possessori cli !>/orl?s rincara ti e gli operai cli

i nel ustrie pri Yilegia te, tutti si abbandonano, con impreYi­

clenza pari alla sfacciataggine, a una gauarrn cli consumi ;

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2) ne>ll'accre:;cerc la prrnl11zio11c, t· :111l'11e qui purtrnppo

si \'ecle r;he t1 gente ama gli sciopl'ri, i sabati inglesi, i rnccor­

cia111cuti d'orario, i ralle11ta111e11ti ndl 'int<.:nsit:ì cli lm·oro: e

per questa via tutti, affan11a11clo::;i a n:clnman.: cli star me­

glio, finiscono <li fatto col p1.:ggiorare.

§ 3. !\la pur ri.::onoscenclo l'lt<.: la sa h·ezza è 111 noi 1m·(k-

simi1 nella saviezza della 11o:;lr:i L''HHlotta, clu!Jliia1110 subito

aggiunger<.; che una conclizione c·sscnzialc per produrre è la libertà. Occorre che gli uomini capaci di prnclurrc: e· interes­

sati a proc.111rrc: non YC:n~ano scacciati o tor111<.:ntati dal Co­

vemo. Invece il <~ovcrno, -;ti1111Jl.tto c sospinto dai pregiudizi

popolari - p non solo il Gm·crno cli Xitti, e 11on solo il (~ìJ­

vemo italia1ll) ~-.i mette in 1111.:nk di rimcrliarc alla cnrestl::i

facendo lui, con i suoi i111pieg.1ti e a.t.:L'11li, l'importatore, l'ar­

matore, il ri,·enclitore il hattch1L·rc, e nllora i111111a11cahilmente

rag~iunge l'effetto opposto di aggra,·are la care<:tia.

] lurante la guerra, per il tenore di 11011 f:n guadagnar\.!

i commercianti, il Coveriir> l1a anìclato la custodia e la di­

stribuzione delle clernte alinH!lllari alla \,urocrnzia ::;tatak

e comunale. ;:'IIigliaia di quintali cli buona roba - patate,

ra"illoli castavne acrn1111i UO\'a fol'lli:l!!t•Ìo, J>rnscittltO, Jar-, '~ I ~ ~ .'":). I .~ J ~.J· >

clo, merluzzo, tonno -- dopo cli essere passa ti per le mani

della burocrazia, ammuffiti, 111arciti, putrefatti, brulicanti

di venni furon buttati ne\le rogllC', O a lllal"l', O anclaro!lO a

finire nelle fabbriche cli co11ci111i. Ai commercianti super­

stiti il Governo, con i calmieri, le requisizioni, i rli,·icti interni

di esportazione, i registri di carico e scarico, ha imposto tali

e tante \·essazioni da <lisgu..,tarli, rallentarne l'atti\'ità o

sperderla in operazioni cli clifcsa contro un't le;;i~lazipne me­dioevale ; illogica e deleteria.

Il pubblico se la prende con i 111."gozin111..i, esercenti, com·

mercianti iu genere, che chiama vrunpiri. Che in qualche

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occasione co1111nercianti possano riuscire poco simpatici,

vo!:;lio :1111111ctterlo, purchè \'OÌ mi consentiate che il commer­

ciante è un produttore tal quale come l'agricoltore e l'iu­

cluslriale; che il commerciante :::volge una attività indispen­

sabile alla nazione ; che se egli non esistesse, bisognerebbe

im·entarlo. E tali principii lìon li afic:;mo questa sera sol­

t;-u1to, nè per solleticare i commercianti, che possano tro­

varsi qui presenti, e iu<lnrli a \'otare per 1'« ,\lleauza », m1

l'ho stampato assai prima che io mi potessi figurar di parlare a un c0m·eg110 elettorale, e p1ima di me l'hanno stampato nua

falange gloriosa rli economisti, morti e vi\'c.:uti, le cui opere

ho studiato: a cominciare cla .\<l~mo Smith che scrive\·a nel

r77(1, fino a Pan tal eoni ecl Einaudi che scrivono ai giorni nostri.

J~: \'l'ro che il conuncrciante, nel compiere il suo ufficio

social11!('11te \'antaggioso, di tra<:portare la merce nel luogo

rlo\·e più clifetta, o di nasconderla e serharla per i! tempo in cui più scar-;eggerà, è mosso clalht \'OCC del <~nadagno, ma io

\'Orrei ripetere con nostro Signore Gesu Cristo: Chi è senza

pC'c:cato scagli la prima pietra. Anzi, in pro1iosito, 'i farò

t111a confidenza : io credo che tutti gli uomini siano per istinto

un poco \'nmpiri. Ricorro a un esempio ipotetico che non

offender:\ nessuno : mettiamo che nno di voi abbia comprato

in altri tempi un quadro per 1000 lire e sappia di poterlo

oggi ri\ en(lere a 10.000 lire. A quanto lo \·enderebbe? Al «giusto prezzo >1 di 1000 o ali'« ingiusto prezzo» di 10.000?

I a~c0rò che ognuno nella sua coscienza risponda. - È un

vampiro il negoziante, ma è un vampiro anche l'aYvocato,

anche il medico specialista ; 11011 parliamo dcli' operaio, 11011

parliamo <lell' artigiano indipendente. È u11 vampiro il padrone di cac:a, ma è un vampiro - e come! - anche l'af­

fittacalllere che sbraita contro il pa,Jron di casa e gli n1ol

pagare l'antica pigione mentre 1w triplica il valsente al

subaffittuario, ed è un vampiro l'inquilino che si v~le cli

*

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- IO -

un 'ingiusta legge per pagar la pigione antica mentre tutti

i prezzi son triplicati. È un vampiro il vc11clitorc, che, a pa­

rità <li ùanaro, cerca <li conscg11~.rc t1ua11to m<:no merce può, ma è uu vampiro anche il compratore, che cerca, a parità

di merce, di abbandonare· quanto meno rlnnaro pub, e por­ter01Jhe vi:i la iaerce a11chc gratis, senza stare a indagare

c1uanto sacrifìcio di fa\oro abbia costato e <1uanto deboli e miseri siano per avventura l:i produttrice o il procluttorC'.

j~ una legge economic:i, sicura qunnto una legge fisica, che non appena una certa merce o ur1a certa qualità cli la­yoro <lh·enta rara in confronto con la richi·~sta, il detentore della merce o il fornitore del b\·oro, g11crra o 11011 guerra, rialza il prezw al mas:-imo limite. l'otet<' votare !eggi proi­bitive, affiggere ckcreti di calmiere a tutte le cantonate, potete sfiat:in•i a pronunziar predicozzi da mane a sera, 11011 riuscirete ad abbassare i prezz1. li vero, l'unico, l'irre­sistilJile rimedio sta 11el generare l'ahbondam:a.

rate Vl·nir la merce da fuori, riattate le fcrro\'ie, consen­tite la libera esportazione da provincia a provinci:1, e vedrete

che una garn si accencle · ognuno 111'.ranclo ~l suo guadagno, e perciò strappando i clienti all'altrni guadagno, n grado a gracl0 spinge i prezzi al ribas~o. Se iuvece voi gridate: « dalli all'accaparratorc>i, e, dalli al succhione>>, <1 dagli all'affama­tore», l'aftamatore, l'accaparratore, il succhione, il vampiro si sp;n-entano, nascolirlono quello che eran pronti a vendere, cessano di comprare; il loro primo forni lo re cessa cli produrre, C' \'Oi aggravate la carestia, pur essendo mossi <lalla più nobile ambizione, quella di giovare a voi medesimi, alla vostra famiglia, ai vostri anrici, alla nazione, all'nmanit:\.

§ 4- - Simili cose ì\itti le sa, per<'hè, sebbene non sia quel sulJlime economista che molti crcclono, ma che egli per il pri1110 non nede, è tuttavia un e<'onomisla, C' non può igno-

- II -

rare l'abbiccì della scienza economica. Ora \'e<liamo come si è comportato :\itti in tema di politica annonaria.

i\ ppena raggiunto il \'erticc elci potere cui ambiva; il nuo,·o Presidente del Consiglio ramilìcò ai Prefetti una cir­

colare in cui sono, tra molte affermazioni stupende, queste d uc, che meritano una ammirazione senza riserve :

a) «Suprema necessità del Paese è <li produrre; non si può produrre ove non è ordine ».

b) «Il Governo df!siclera r::ipidamente abolire quante re­stri.doni fu necessario adottare durante la guerra e che ora la pace rende superflue o dannose 11 •

• 1) L'affermazione unon si può procforre ove non è ordine» c;j leggeva nei giornali del 24 giugno. Una settimana dopo cominciava un' orgia di saccheggi in tutti i negozi italiani. I giornali p0rtavano di città in citt:\ il racconto delle deva­stazioni permesse e col racconto il desiderio dell'imitazione e la implicita promessa dell'i111pu11itA. E allora squadre disci­plin:ite di gna"tatori rompevano vetri, scassinavano serra­t ure, trafugavano tes:-uti e !;Carpe, mbavano, o compravano a met ù prezzo, ossia rubavano per mf'tà, c'barie e vino e si uhnacavauo e sperperavano. Gli agenti <lell'ordine, alla di­pendenza del l\Iinistro dell'Interno Nitti, arriv~v:mo pun-1 ualmente nn minuto dopo che le saracinesche erano state fracassate e i negozi vuotati.

Kitti poteva o reprimere i moti o rimettere la censura p recipitosamente abolita. Replimere, o per <lir meglio opporsi alla furia vandalica, era facile, almeno nei primi momenti_ Invece la forza pubblica fu lasciata senza istruzioni. Certo in molti luoghi sarebbero bastati pochi carabinieri per impedire gli assalti e i furti.

I~a censura egli ha ben mostrato di saper prontamente ripristinare quando giovava a isclare <1' A11nunzio, ma giovava pnranco ai fini delle e!ezioni, e consentiva fra l'altro di fer-

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mare i telegrammi in cifra ai <leputati cl' opposizione, come S;l\;:intlra ha l1Clllll1Ziato di recente. 1\llora, in\·ecc, i giornali furon lasciati liberi nella loro propaganda funesta.

Fu monnornto che Xitti, quasi un :\eronc dcl ~ecolo ventesimo, con cupidi sguar<li contemplas~e i saccheggi dall'alto di Palazzo Brnschi; quei saccheggi che do\'evano atterrire i horglicsi e accostarli tremanti al nno\·o Go\'erno. Io non sono un sm:crcl1io am111iratore cli >.11.ti. Pure 111i ri­fiuto di credere che un uomo rii Go\'ernn italiano abbia po­tuto ciuicamC'nte prepar:ue un così tragico ricatto al suo Paese. :\fa è già gra\'c chC' la terribile accusa serpeggiasse cli bocca in bocca, clurante quei giorni che tutti ameremmo veder cancC"llati dalla storia cl'Italia. Ì~ gin grave che isti­gatori di ri,·oltosi contessassero : " noi sentiamo che con <>rbndo non avremm::> potnto osare altrettanto "· E sì che r )rlanclo non passerà alla storia come un campione <li forta !

B) L'a!termazionc di voler abolire la J,arclatura di guerra .;;i leggeva nei giornali il ~4 giugno e gi:ì il IJ luglio la Caz~etta U !ficiale pubblicr:i.va un decreto cbe istituiva in ogni Comune uua Commissione annonaria per :tttuare l'ubbia clcl giusto prezz.o e stabiliva nuove e uiaggiori pene di confische, oltre pene pecuniarie e corporali per gli esercenti. Venivano così leg~ilizzati quei ridicolissimi calmieri al 5v pC'r cento, che si erano venuti promulgando un po' dappertutto e persino a Roma, sotto la protezione di uno strano consesso, clie radu­nava fraternamente autorità del :\Iinistero dell'Interno e llOnùni sinistri, muniti di bracciale rosso.

§ 5. - Altri contrasti tra i propositi e le azioni del Capo rlel Governo meritano di venir messi in luce.

Il 26 luglio si leggeva nei giornali una eccellente circo­lare di Kitti che merita il nostro plauso più fervido: una cir­colare per abolire i divieti di esporta7.ioue da provincia a

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provincia. 11 t te.cupo - diceva la circolare - che la libertà degli scaml1i all'interno del paese sia rapirlamente rimessa. I <li\'iPti locali non fanno che produrre o aumentare il di­sordine e turhare l'approvvigionamento generale. L'equili­brio si deve ristabilire subito perchè l'industria e il commercio vadano verso il loro assetto normale ».

Orbrne, il I5 agosto il Governo di Nitti costituiva nna macchinosa organizzazione statale: Consorzi per la distri-1 mzione di "derrate controllate dallo Stato»; un Ispettorato centrale per 1' organizzazione e la son eglianza dei Consorzi; un Comitato centrale per la distribuzione dei generi con­trollati e Commissari ripartitori prodnciali. Co!la stessa data ripristinava i Consorzi obbligatori per il burro, i formaggi duri e molli in alta Italia, per i formaggi locali in Campania; il 1° ~ettcmbre foggiava un Consorzio obbligatorio dei sala­tori e stagionatori di formaggio pecorino ; il ~ settembre vietava l'esportazione di formagaio dalla ~arde<Yna · 1·1 o .,,, o '

r6 settembre vietava l'esportazione dei suini <la provincia a provincia in tutto il Regno.

Un'ultima parola sui Conc;orz1·, che !'on. :\Iurialdi s'in­gegna a plasmare o sni;gerirc. I Consorzi sono qnanto di più illibcrnlc possa pensarsi. Schincciano i piccoli prorluttori, impedisco110 il sorgere di nuovi produttori, taglieggiano il pubhlico cki cousumatori a tutt0 beneficio dci grandi produt­tori gi'.\ esistenti. che soli sono ammessi nel Consorzio. E nel sistema del Consorzio s'innesta quella magnifica invenzione del Commissario ripartitore che clistribui.scc gli alimenti e gli altri generi consorziati secondo gli ordini che vengono dal­l'alto, cosicchè l'approvvigionamento del popolo diventa stru­mento cli dominazione politica.

In una riunione tenutasi a Roma il 7 novembre, i rap­presentanti dell'industria casearia hanno di nuovo lanciato un grido di soccorso invocando la libertà di commercio.

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Il formaggio ceduto a bassi prezzi clai produttori, essi dicono, vicuc veucluto dai Consorzi e dagli Enti autonomi con un au­

meuto variahilc da 75 a 25., lire al quiutalc'. J\ :'llilaw> e al­trove, essi aggiungono, il burro :,i vcudc <li nasco<to a prezzi ben più alti cli quelli toccati durante il breve periodo clel co111111erdo lihero, dal :.Iurialcli fatto finire. ~ - 1Hs11lta da altre fonti •:he in alta Italia vi sono clur; prezzi per il burro; u:io rii Stato a L. 12 il kg. v l'altro, dnn:le:->tino, tra \e 2· 1 r.: le

25 lire .. \i piccoli produttori il Governo i111pone un prezzo che non copre le spese. E allora q ne lii ne \"C11clo110 cli 11ascosto, a prezzi n11 poco migliori. A chi \'cnclorw? Ai produttori con­sorziati che rivendono di nasco:;t0 ai pri\·nti ma J. prezzi assai SlllJeriori, e i minuti produttori 1:011 pos<;ono denunziare

i loro fratelli ma~~iori , dci qnali°furono complici neces::ari. Ì~ tutta una costruzione ,·iziosa chi.! ot-corre abbattere.

Spazzate via tutte queste parassitarie strnttnrc politiche, i prezzi saliranno, ma almeno il burro si potrà colllprare senza inchinarsi alle antorit:ì. e ai loro amici, e il prezzo c;arà uguale per tutti e contrattato :illa luce dcl sole· poi grnda tamente si abba~ser:\, man mano eh<.: la produzione, stimolata <1al guadagno, Yerr1 estendendosi.

Voi vedete che Ritti è rimast0 quel medesimo .l\itti che, dopo aver combattuto rla prokssore l'assicurazione· cli Stato e da deputato Gioyanni Giolitl i, anelava a 1 Governo sotto le ali di Giovanni Giolitti per attuare con tutte le sue forze l'assicurazione di Stato. Dai fatti e!-> posti e cla quelli che esporrò fra bre\ e potr.chbc dedursi che le CJperc rli Xit1i sono e saranno sempre il contrario esatto dalle sue promesse, ma una tal regola riuscirebbe troppo semplice per essere vera, e la sola conseguenz ,1. che si pnò sicuramente trarre dallo · studio comparato delle.i. condotta di Kitti e delle

circolari di Nitti è: diflìdare sempre e prepararsi al peggio.

- I5 -

II - II, PROTEZIONISl\10

§ 6. - Verrò adesso a discorrere brevemente del prote­

zionismo. La Direzione del partito liberale, nel suo manifesto, si è dichiarata contraria al protezionismo. Il Gruppo nazio­nale-liliernle, nel suo manifesto, ha ribadito la necessiti di combattere il protezionismo e iu pnrticolare il più dannoso e potente protezionismo che miHacci l'Italia, cioè il siderur­gico. ~fa come mai -- esclamer:\ il cittadino ingenuo - come mai si può rifiutarsi di proteggere l'inclu~tria nazionale ? E come mai questo rifiuto può allignare in uomini che, fre­giandosi con il titolo di nazionali-liberati, dovrebbero predi­ligere gli interessi della propria nazione di fronte a quelli di ogn.1 altra ?

Nessuna contraddizione, o Signori: noi siamo antiprote­zionisti proprio perchè fervidamc>nte italiani; vogliamo la libe1tà di commercio proprio perchè, e solo perchè, riteniamo che giovi ad arricchire l'Italia. Il protezionismo impoverisce, e un paese naturalmente povero, come il nostro, uon può tollerare che alla sua povertà naturale si aggiunga la povertà artificiale generata da una legislazione di privilegio.

I,e parole cc protezione del! 'industria nazionale» nascon­dono un trabocchetto. Sembrano voler dire : protezione dell'industria nazionale contro l'industria estera. In realtà proteggiamo certe industrie nazionali a danno di altre indu­strie pnre nazionali ; favoriamo certi pochi produttori na­zionali a danno di estesi gmppi cli consumatori pure nazio­nali. ~e io vi rivolgo la domanda ge1wrica: <e preferite l'indu­stria italiana o la forestiera ? », sono sicuro che mi risponde-

'

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rete con un pleliiscito di f.i. ;\fo se i•l volto la frn,;f' <'\i lllO'>tro quel che c'è dit'tro, e vi chie(lo: '< prc:ferltc compr.1re un'·rnto­

mohill' it~diana per .:;0.000 lin: o un'automnhill.! ~traniC"rn per

(),()(>n Jin'? ,, «preferite carta da .~iornnli italiana a r,. 150 il

q 1ùnt;, 'e o :-;tra11icra 1 I,. 120? "]J!"d eri te mo bi 1 i i t.ilin ni o mohili

!'trinieri a clue terzi clel prPz.w italiano? ' scn1H11u~tto cl 1e

il vostrn cntusia<:mo aficunati\ n comincia a illangui­rli rsi.

Il ,,c~rcto <kl protezionismo sta in ciò. lln ramo clell'in­

rlm.tri t nazio1Mle non n:-~ge ~.Ila co11co1r0n;:a -;traniE ra. Al·

lora gli industriali cli ciuel ramo tanto "si arralmttano, da

:-:.(n ;aJ111orrc al pn:zzo <lcll.1 merce <'011corrc·111t- stranicr.1 ~n

dazio dog.rnalc: e la merce stranÌl'r,1 o non en1 ra allatto o

c>ntr.i talmente rincarata da con<:l'ntire all'industria nazio­

nale' il compenso delle maggiori sp1?se. La conseguenza

qual' è ? Che fat.1lmente certi connazionali clc\·uno perdere·

o 'iÌ.l!lo consumatori, se il l1e111: protetto e rinca rnto è un hcnf' Ji rlirettn consumo : o siano industriali o a~ricnltori,

!'f' il bene protetto e rincarato I'.· una rnakria pri111a ddl'inrlu·

stria manifattricc o agricola. l'rotcz.ionis1110 signinca rincaro e lr~ jirolezia11e del!'i;ul11çfria 11a;io11ale, diiamnta riur11ro a ,Zmu1(l dei conS11111'ltori e produttori 'r:azio11rtli, perde i ::-uoi vezzi e non sc•Jnce più.

La protezione av\·ant:i.ggia ~rilnmc:ntc• i produttori che

vivono all'oml ira dcl dazio. E non lutti. l't•rclH\ attratti dalla

sicurezza del mercato interno, molti "i clcdicano ali 'i nel u~tria protetta, anche gli incapaci, e \'i sono semprc impn:se che

c'Impano sul margine ciel lalli11tl'Utu e• ;-;i lan1cntano chie­

dendo nu0va protezione. Lc imprese meglio organizzate pos­

souo spog-liare il caro connazionale, e arricchirsi tanto da

sussidiar giornali e uomini politici, i quali cle\'ono: i primi

ingannare il pubblico, i secondi Yotnre i pri,·ilcgi.

- 17 -

' - Tutti i sofismi con i quali i protezionisti soglion ~ /• . . f . Jl ..

oabliare il prossimo, lnrono mtllc \'olte con utatt. . p1u

:tacciato è'. quello della rndipendema eco11omic.1. Sanno be­

nissimo i protezionisti che nessun paese può rendersi sul

sc>rio indi pendente, chi· nessun paese può chiudersi entro una.

muraglia e rifiutarsi rli far entrare e nscirc merci e persone. :\la in p:uticolare non può divenire inrlipendente 1m paese

sfornito cli materie prime. Come \·olcte d1e 5i rcnth incli­

pend1:nte l'Italia, senza carbone, senza ferro, sen;,a cotone,

senza lana, con poco grano? Col pretesto cli riscattare i c01mazionali Jalla tlipend:nza

economica dello straniero, i protezionis1 i intanto foggiano

sicure catene per assoggettare a sè i !ero connazionali. Cosic­

<.'hì· noi italiani ..:iamo dipenrlenti due \·oltt:, una d:1;,:1i "tra­

uicri e una rlai potenti e os\.·uri gruppi politici e finanziari che

c'impediscono di mum·erci e di progredire: gruppi i quali'.

mentre blaterano <li indipendenza, sono legati da segreti

accordi industriali e bancari con q uci medesimi paesi da

cui <wrebh<>ro l'aria cli Yolerci rendere indipendenti. :\la il più buffo è che nei loro stessi program;1;i i pro:e­

ziouisti confessano l'assurdit1 cl<:!J'in<lipenclenza econouuca

e non se n'accorgono solo in gra1,ia clella loro immensa igno­

ranza. Per es., dicono cbe dobbiamo cessare' <l'importare rlal-

1' estero e ,·ice\'ersa sognauo cli e,;panrlersi ali 'estero, Yngheg­

~iano di conquistare m10Yi mercati ai prodotti agricoli e

;i manufatti italiani. :\la come riusciremo a esportare sempre

seuza importare mai ? Xou regaleremo certo le tll)~tre espor·

tazioni e duncfue doYremo importare qualcosa in cambio. -\'ogliono una grande marina mercantile italiana per rendersi

indipendenti dallo ~traniero e poi a\'Yertono che questa marina de,·c sen-ire a tra,;portare le materie prime e le altre cos0 indispensabili che noi dobbiamo comprare ali' estero ·

due affermazioni che fanno a pugni tra loro. - - \'ogliono pro-

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clnne il ferro in Italia per render~i indipendenti, L' il ferro non lo possono produrre senza <.mdare a comprar fuori i minerali

di ferro e il qtrhone. l'na perfetta analogia corre fra l'indipt·mlenza economica

e la politica. Xni non possiamo - - e m•sstmo Stato pnò -gorlere la piena indipt·nden:~a politica nel senso di essere padro11i cli dichiarar la guL·rra a tlltto il mo11Clo. J>er questo dobliiamo allearci con altre Potenze, e una volta alleati ci ~entiamo poli ticam<.>n te sicuri ~ a nostra ,-ol ta cnnf eria mo sicurezza ai nostri alleati. !'alimenti 11011 ]JOssiamo nutrirci, ve~tirci, istrnirci, diienden:i con le sole materie prime e il solo lavoro e i soli capitali italiani e m:ssnno Stato puc'> fare altrett.ll!to. :\fa entrando i11 tlll :;iste111a politico cli alle~nze ayremo cura di sceglierlo in 111cclo da gar,rntirci, in te:mpo di guerra, l'assegnazione dei fattori prodntti,·i che occorrono a intC'grarL' qu~ Ili che già possediamo e in pari km po cccl eremo ai 110-,tri alleati i fattori onde e<;si al>bi.,;og11a1.10, con reciproco vantaggio nostro <: loro.

§ 8. · r·n altro ragionamento molto popolare è quello dcl

d11111pi11~ ·cioè che gli stranieri abbassano il prezzo delle loro esportazioni per ammazzare le nostre inclustrie e poi punirci con prezzi spietati. Invitati a precisare quali sono leiudustrie sene italiane eh~ ~li stranieri hanno ammazzato, i protezio­nisti si guardano bene rlal rispondere. Ecl è: tanto piccola la loro inYentidtà che seguitano a tirar fnnri sempre gli stessi spauracchi clell'anteguerra. l'cr 'es., in un giornale romano ho letto con infinito stupore, tre o quattro giorni or sono, tutto un appC'lln alla ncces~ità di proteggerci contro l'in­n1clenza del tedesco" anelante di riprendere lo sfrnttamcnto <lell'Halia 1 •• Si vede che quel giornale ignora che negli ultimi anni una guerra ha insanguinato il mondo, che la Germania fu saht:>sata, mutilata e prostrata al suolo, clic i suoi magaz·

·- Iu

z1111 sono \'Uoti o quasi, e dre essa ci potrà, sì, fornire per qualchc- tempo qualcosa a buon mercato, ma non quelle sterminate file di carri pieni che la eccitata fantasia dei pro­

te:lionisti loro suscita avanti agli occhi._\ che servirebbe aver conseguito la vittoria completa e magnifica, se dovessimo

continuare a sentirci mancar le gambe 11<J11 appena altri rammemori il nome della Germania? La Germania, che pa­reva potenza sovrumana, formidabile di scienza e di anni, è aflranta. L'industria tedesca è fiaccata. Riprenderà ! Ri­prenderemo anche noi; ci misureremo. 11 nostro ingegno non è minore dell'ingegno alemanno. La nostra organizzazione, se la sapremo foggiare pieghevole e forte, terrà testa all'or­ganizz:-tzione tecle:,ca. ::\Ja per vincere la pacifiche gare eco­nou.icbe come \ mcemmo le cruente battaglie militari, dob­biamo accettare la vivificante forza della concorrenza e risolutamente recidere tutto cio che è parnssitario e inerte, e che intralcerebbe il nostro cammino.

Ho pure letto con sorpresa es.~ere «necessiti ineluttabile, per la nostra bilancia commerciale, di ridurre al nùnimo le importazioni. Qnalunque sia il costo con cui oggi potremmo procurarci un articolo dall'estero, giova sempre, se possibile, p rodurcelo rla noi stessi)). È meraviglioso che nel secolo ven­tesimo si ragioni alla maniera di Colbert, e vi si ragioni pro­prio cla chi chiama « trite e ritrite n e <t argomento di cultura popolare 1; le ragioni a favore del libero commercio interna­zionale. ::\Ia la nostra bilancia commerciale si raddrizza molto più facilmente producendo in Italia al minimo costo, ed esportando merci prodotte a basso costo in C'.lmbio di merci straniere da noi producibili al alto costo, anzichè ostinarci a produrre a q11al1111qzte costo tutto quanto è possibile produrre.

l'n puerile spavento è quello dell'oro che emigra: « dob· biamo proteggere l'industria nazionale perchè se no l 'oro emigra». Chi t:osì ragiona ignora i prinù element i della scienza

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ec'mon.ka t uon mc:ntu cl·e con lui ..;1 diseuta. :'llcntre ci o'iti­

nia111'l a prokggerc Ìll(lu-,trie )JCl\'L're t' <;cadenti, impediamo il ::ìOrgere di industrie nazionali naturali e vigorost• manitat­

trici o agraric> le quali, esportando i loro prodotti, ci pro­

nircn:lihero molto più oro cli quanto 111•11 ne <'111igrerebl1c per

comprare all\>:-.teru le llll rei l\'Ì proclcitte più a liuon rncr­

cato. l·n .tltrn <,olì:-ma molto in niga L- qut•llo degli oj>erai c;/1c

.sareb!>c:ro l•ul!ati s11! !m.!r1,·o, se k mdu-;1 rie -;cadenti 11011 fù:-.­:::ero prott·tte. :'lk '-t: la protc>zinne ù ì la\'oro a ct•rte catl'gorie

di operai, de tnJ\·erebl1ero u ~ualn~cntc laniro in altri rami d'indt:..,tria pit~ ... ani c.>fec011<1i, to.glie la\'oro a tutti quegli ,11-

tri operni d1e potrc:bhern occt~parsi nl'lle indu~t.ric nazionali

danneggiate dalle iudu!'.tnt: protette. l 'rotel-! •end'> l'industri.1

siderurgica, noi cli,1mo hl\ oro ~.d aku•1t' migliaia di •>pcrai che potrebbero ri\'(:rsar"i nell'indthtri.i meccanica: l'Italia s'in­

testardi.;cc a produrre la ghi..;a dovendo i111portan' minerali cli ferr0) L' carlion<.: clall'cstc·ro, 111;1 Jh:rc1li i111pl'cli..;i.:c all'i11du..;tri.1 nazionale cli fabbricar<.: aratri a lrno11 mt·rcato, vagoni ferro­

\'iari a hnon ml'rcato. cast• a l1uon lllt'rcato, e quindi clanncg

gia tutti gli operai che si dcclil'lwreblicro a qnvi rami cli pro­dm:ione, rami i quali clin•nterchl>cro fiorenti, qualora il ferro e 1 'acci:1 i<> potes~ero com prn rsi a buon prl'zzo l uori d 'I tali.l.

Quando i protezionisti sono l':ittuti sn tutti i punti, si tirano indietro gridanclo l'oltragl-!io supremo 11 ma ,·oi ~i::!k

1111 teorico! >. E diml'nticano che sono anch'essi teorid: hanno infatti la teoria clcll'orn che l'lllÌ"ra dcll'i11clipencknza economica che non si raggium.:c. ckll'operaio eh<.: \·a sul la­strico, cldla bilancia com111r:rcialc. '- he non si raddrizza, dd

d um j>ltn!, che ci m:i.ssacra, e· ..;imi! i. Solta 11 to che IP loro teorie

sono sbagliate, sono 1iene cli contr.1ddizioni logicl1c. Ed è

naturale, non si può supporre che gli cco110111isti pcrclano tanti begh anui della loro ,-ita a stucliare, per anelar poi a prender

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lezioni di economia dai segretari dei siderurgici e cli altri pro­

tezionisti. L~ discussione non è fra teorici e pratici, ma fra

buoni e cattivi teorici.

§ C). \Tediamo ora come si è comportato il l\Iinistro

N"itti rispetto al protezionismo. Per prima cosa egli è andato a cercare il Generalissimo della protezione siderurgica italiana,

Dante Ferraris, che non era nè deputato nè senatore, e di

colpo lo ha sbalzato sul seggiolone di l\Iinistro dell' indu­

stria. E il nuovo ~Iinistro si è messo subito all'opera. Xon era

trascorso un mese dalla sua nomina e già il 24 luglio faceva

firmare un decreto con due begli elenchi A e B di merci la cui importazione dai paesi ex-nemici era rl'ora innanzi inihita

ai privati e solo era concesc;a alle merci della tabella A a patto di farc;i autorizzare come dirò fra breve. La proibizione si

applica a tutti gli Stati, meno cinque con i quali abbiamo spe­ciali accordi d'importazione e che sono la Francia, il Belgio,

la Svizzera, la Gran Bretagna e Irlanda, gli Stati ""Gniti d'America. E fra le merci della tabella A ve ne sono cli indi­spensabili · solfato cli ramo; filati e tessuti di cotone, lino, ca­napa e j uta; sughero; mobili; carta; ferro e acciaio semilavo­rati, rotaie e traversine per ferrovie, macchine agricole, carri

trattori e vetture automobili; se'?i di lino; berretti e cap­pelli, ombrelli e via dicendo. Tale decreto, ferocemente proi­bitivo, annunzia,-a nel suo primo articolo cli essere venuto

al mondo apposta per ristabilire la libertà delle importa­zioni. lìn vero decreto nittiano, un vero strumento della stra­

tegia nittiana, che consiste nel prometter bianco e far nero, predicar bene e razzolar male. «Voi volete un po' d'aria? (Nitti vi domanda con voce melata). Oh ! Io vi parlo parole di sincerità e di realtà. Io vi darò l'aria». E mentre cosi dol­

cemente vi parla e ancor più dolcemente vi sorride, stringe

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un sottile cordoncino di seta, e con un gesto pieno di ;-;ince­cerità e di realt:\ delicatamente Yi strozza.

La proibizione per le merci della tabella A non è assoluta come ho detto : i pri,·ati possono in casi eccezionali farsi autorizzare a importare, ma le loro domande dc:,·0110 pas­sare attraverso un terribile Comitato wnsultivo per le impor­ta-ioni e le esporla ioni presieduto dal Sottosegretario di Stato perle finanze. Ora udite che av\'iene. Xoi 111anchia1110 di aratri. Per« lavorare e proclnrre » occorre coltivare i campi, per colti­vare i campi occorrono gli aratri. Gli aratri italiani alla Fe· derazione <lei consorzi agrari costano 3 lire al chilo,gramma.

Aratri tedeschi di gran lunga migliori possono aYcrsi alla stazione di Chiasso a metà prezzo o poco più : co~tano da L. r,50 a L. 2,50 il chilogramma, dazio compreso. Fioccano domande per importare aratri al Comitato cousnltiYo. Sa­pete chi pertinacemente si oppone, c.ol pretesto ora c!1 t.n

Consorzio da istituire, ora di una statistica da ultimare? Il rappresent?.nte del '.\Ii11istero di \ pii coltura « La rnrate e producete ll, consiglia soavemente 11 padre Xitti. "?Ila

non pretendete gli aratri a huo11 prezzo J>, corregge il figlio Vi<;occhi, piacevolmente ammiccando, ne11a stessa casa di via Venti Settembre, al frate! suo Ferrnris.

F. notate che alcune merci, a cui la Commissione consul­tiva nega l'arrivo dalla Germania, transitano tranquil­lamente per la Svizzera, e vengono lo stesso in Ihùia, ma la­sciando per la strada svizzera un buon margine di lucro, che avrebbe pur fatto comodo al meciiatore italiano.

Si stanno ora fucinando (è un vocabolo appropriato, trattandosi di Ministri siderurgici) tariffe altissime, che sono il risultato <li studi rimasti serr:.pre segreti nonostante auto­revoli moniti e richiami della :::tampa indipendente. Gi:ì. il Sole del r8 settembre e giorni successivi, commettendo un'indiscrezione non piaciuta al Governo, svelava certi

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coefficie11ti, secondo i quali dovçvano aumentarsi i dazi sulle merci provenienti dai paesi ex-nemici, quando fossero rie­

sciti a snp ·rnr l'ostacolo delle proibizioni sancite rlalla ta­bella A . Questi coefficienti venivano a costituire uua tariffa 11ltrapro·uvtsoria cla applicare in attesa di una tariffa cosid­detta provuisoria, fortunatamente non ancora attuata. La indiscrezione del Sole fu salutare perchè gettò 1' allarme nel pubblico, cosicchè lo « schema » di decreto, con tutti i suoi coefficit~nti, rimase uno <rschema» e 11101i prima di nascere.

È stata stampata in bozze la nuova tariffa generale pro,·visoria. Essa doveva essere riservatissima, ma intanto già se ne sa qualcosa. Si sa che i dazi sono ingigantiti. Per esempio i dazi sulla ghisa sono triplicati, quelli sulle rotaie e tnn-ersine di ferro raddoppiati, su talune macchine agri­cole ':lua<lruplicati e quintuplicati, sulle macchine per iscri­vere settuplicati, sulla gomma e lastre cli Yetro quasi rad­doppiat:; forti aumenti si minacciano sui tessuti di cotone e di lana: i concimi chimici prima esenti ora sono colpiti; ancora più aspramente sono colpiti i colori derivanti dal catrame, anch'essi prima esenti.

In questa maniera il l.iiinistero ::\itti incoraggia il popolo italiano a lavorare e produrre ; facendogli mancare o rinca­randogli le materie e gli strumenti del lavoro e gli elementi essenziali <lel vestiario, delle case, <lei trasporti. Questa le­gislazione di protezione, ossia di privilegio, danneggia in particolar modo l'agricoltura : una prima volta perchè le rincara gli strumenti di lavoro e i beni di consumo dei con­tadini, e una seconda volta perchè taglia i mercati esteri ai nostri prodotti agricoli per ritorsione contro le nostre proi­bizioni ai prodotti industriali torestieri. Colpisce <lunque in particolar modo il mezzogiorno d'Italia che è prevalenta­mente agricolo : quel mezzogiorno, che Francesco Nitti, almeno una volta, portava sempre sulle labbra pronto a di-

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- 2.1

fenderlo con accenti pieni di non so quanta sincerità e realtà.

Occorrerà tenere gli occhi aperti e i deputati liberali do­vranno dar battaglia su questo punto al 2'\linistero Xitti. Una protezione moderata, temporanea e limitata a pochis­sime industrie ::;i può discutere; una protezione sfacciata, con altissimi dazi, permanente, e soprattutto invocata sulla ge>tt'r~lttà delle industrie, è un delitto e bisogna combatterla con tutte le forze, richiamando le parole ... sapete di chi? Del Presidente del Consiglio Francesco Saverio Xitti, il quale alla Camera il 9 luglio «senza tropi di retorica (!) n diceva che occorre:« rendere meno aspre le couclizioni di esistenza del popolo, e fare una vigorosa politica cii prezzi, senza di cui non è possibile garentire e11ìcact'mente la pace sociale. >•

- 25 -

III. - L'I::\VASIOXE DELLE TERRE

§ 10. - Vi ho provato che il Ministro Nitti aiuta i commer­cianti ora lasciandoli svaligiare e ora legandoli con i calmieri e i consorzi ; che sorregge gli industriali validi costringendoli a pagare le spese degli industriali inetti. Vi mostrerò adesso che éosa ba saputo fare di bello per gli agricoltori.

Devo premettere che iu Italia c'è ancora tanta gente che vede, con gli occhi d!'!lla fantasia, milioni di ettari cli terre incolte. Questa brava gente s'immagina che sia colti­vata soltanto la terra che frutta grano. Una distesa di prato la fa inorridire, percbè le sembra terra sprecata, mentre da essa si ricaYano latte, o ricotta o formaggio, e carne, e cuoio, e lana : tutte cose non disprezzabili.

Il Prof. \'alenti ha spiegato come nacque la leggenda delle terre incolte. Una volta, quando le statistiche agrarie in Italia s'imbastivano alla svelta, a colpi cli telegrammi dai Prefetti ai Sindaci e viceversa, si volle \•edere quale fosse la ripartizione del territorio nazionale fra le varie qualità cli terreno. Si addizionarono dunque tutte le terre cli cui si conosceva l'uso agrario e vi si aggiunsero le superfici occu­pate da acque, strade, fabbricati e terreni sterili per natura. La somma riusciva inferiore alla superficie geografica. Ri­maneva un vuoto di 3 milioni e 500 mila ettari. <t Com'è che la somma non torna? » - « ì\Ia », rispose uno, «sa­ranno terre incolte ». A quel vuoto si diede il nome cli terre incolte, e per prudenza si avvertì che non oltre un mi­lione l1i ettari sui tre milioni e mezzo erano utilizzabili per la coltura. E da allora tutti in coro si propongono di redi-

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mere le terre incolte. Persino il Presidente del Consiglio >.itti, nella sua circolare ai Prefetti pubblicata nei giornali

il 23 agosto, parla di beu due mi!io1d di etl.1ri di terre i11lolti. u Se coltivassimo due milioni di ettari in più e più intensa­mente, faremmo già un gran cammino ». La ,·erità è che le terre incolte quasi non esistono ; esistono im·ece terre poco

produttive. Devo fare una seconda premessa: che tanta altra gente

ce l'ha coi latifondi e crecle che basti spe'zzettarli e distri­buirne un pezzetto a ciascuna famiglia perchè la terra poco produttiva si copra di alberi frementi e spighe bion­deg~anti . .:'Ifa quando avrete diviso il latifonclo e ne vorrete regalare un fra111mento a ogni famiglia, vi accorgerete con meraviglia che nessuna famiglia lo ,·orrù, perchè, non es­sendovi strade di accesso, la fami.glia 11011 vi si può recare ; perchè, non essendovi case, la famiglia non vi si può ripa­rare dalle intemperie; perchè, mancandovi Ltcqua, la fa­miglia nnn vi si può dissctan.:, ttè puc'> abbeverare le zolle e uli animali · perchè i)oi la fa111i1.dia, con le sole sue mani,

,...., J · ·-"

è inabilitata a produrre, e dovreste ciarle animali, niac­chine, sementi, concimi, in una parola capitali. Dividete il latifo11do e lo dovrete subito ricomporre. Ì~ augu rahile elle si avviino piano piano le poderose e costose opere occorrenti per ridurre i latifondi a campi di coltura intensi\·a e di alto reddito, ma siffatte opere non si portano avanti, aimè, chiacchierando al catiè o alla camera del lavoro, nè scri­

bacchiando sui giornali.

§ rr. - Intanto tutta questa brava gente forma codazzo dietro pochi furbi, che hanno cominciato a gridare durante la guerra: «la terra ai contadini», e hanno avuto la fortuna di vedere subito la frase volare di bocca in bocca, diventare popolare e famosa. I flll bi che capeggiano il movimento

- 27-

rientrano sotto la specie del socialista riformista. Se è dub­

bio che vi siano terre disoccupate e incolte, è certo che esi­stono uomini disoccupati e discretamente incolti, ai quali

farebbe comodo la creazione di grandi uffici statali o semi­statnli, per installarvi.si e acquistare il diritto di riscuotere uno stipendio mensile. Fingendo di insegnare come si de­vono ripartire e come si devono coltivare le terre, essi fini­rebbero col ridurre le terre as~ai peggio coltivate di ora, e ne ingoinebbero le rendite. Per loro è urgente istituire un Gmnde Ispettorato delle Terre Pubbliche e poi Opere, Isti­tuti, Enti, Commissioni, Consigli Giunte; nazionali, regionali, pro\'inciali, comunali ; con pubblici Ispettori e Commissari ripartitori, agenti rurali di Stato ; insomma una caten-a di uffici e impiegati da moltiplicare all'infinito. Il loro mostruoso disegno fu scultoriamente riassunto dal Prato con la frase : «la terra agli impiegati e non ai contadini ».

Più audaci dei socialisti riformisti, i socialisti riYolu­zionari, o socialisti ufficiali, o pussisti, sobillano, col grido cc la terra alla collettività », le plebi rurali, per generare tor­bidi e attuare magari un mezzo bolcevismo. E costoro già parlano sfrontatamente di volere «la loro annessione», che sarebbe poi l'annessione della terra. E ambigtù figuri di pennivendoli, debitamente sussidiati dalla borghesia inco­sciente, già spalancano la bocca ,·orace e reclamano «il primo grosso acconto immediato di socializzazione, la so­cializzazione della terra >1.

Durante e dopo la guerra una pacifica rivoluzione si è venuta svolgendo in Italia. l\Ientre i più intelligenti fra i nuovi ricchi acquistano vaste tenute e si dedicano a colti­varle o a farle coltivare, riversando sulla terra i auadaani

b b

dell'industria; con assai maggior frequenza piccoli proprie-tari e affittavoli e mezzadri tramutano in terra i danari pazientemente accumulati e si apprestano a coltivarla con

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geloso amore. ::\la questa diffusione della piccol.a e. medi~

1;roprict:'t colfrvatrice, altrettanto benefica 11e1 n,suard1 economici quanto nei politici, è guardata con loschi occhi dalLlvautz, il quale incita il partito a contrastare la piega

'< antiproletaria » che van prendendo gli avvenimenti.

~ r2. - Già la frase della terra ai contadini era lan­ciat~, già gli animi erano accesi, già in qualche località le usurpazioni comiucia\·ano, quando sorse il "\linistero ::\itti.

Il Capo del Governo, mosso da uno squisito senso di giu­

stizia distributiYa, dovè pensare che, se in città si saccheg­<ri.a\ ano i negozi, in campagna non ..,i clo,-evano lasciar tran­~

quilli i proprietari, gli affittuari e i mezzadri. E provvide subito a \'iolentarli, ~[rattancloli dalle terrL con decreti prc· fettizi, cos! come nelle citt:\, con decreti prefettizi, dimez­zava ai negozianti il ,-alorc delle provviste di magazzino.

Ecl ecco il decreto-legge Visocchi dcl 2 settembre. Che cosa statuisce il <lecrctQ ? Una bazzecola ! Il Prefetto è no­minato arbitro supremo per l'asscgua1.ionc ùelle terre. Egli le può far occupare da chi vuok, inappellabilmente. Lo scopo dichiarato dell'occupazione è duplice:

r) aumentare la produzione delle derrate alimentari. segnatamente <li cereali, legumi e tuberi commestibili ;

2) facilitare l'impiego dcl lavoro agricolo. Sono scopi indeterminati, e ogni terreno può sempre pa­

rere adatto - soprattutto quando il giudice è un'autorità politica, sfornita cli ogni preparazione tecnica - a generare un maggior Yolume di cereali, tuberi e legumi, o ad assor­bire una maggior dose di lavoro agricolo. Il terreno può essere fruttifero e ubertoso come un paradiso terrestre, ma se il signor Prefetto della provincia, dall'interno del suo gabinetto, seduto a una scrivania, circondato da incarta· menti, appoggiato a un telefono, ritiene elle su quel terreno

poss.1 allignare maggior copia di tuberi o di le~t11ni, egli è 111 facoltà di dar ordine che \'cnga im·aso. E cla chi?

~<'%u11a garanzia tecnica cli <.apcrc o potere colti\·ar me­gh11 è richiesta a!!, li occupanti ha,;ta che costituiscano una

«associazione » o un « ente». E dopo il decreto \"isocchi, chi 11011 si è precipitato, nei paesi rurali, a costituire una coo­perativa, un'associazione, un e11te?

Cn nuovo ordi11e sociale fu instaurato nelle campagne dal :\finistro di pugnq ìorte Francesco :;\'itti. Istrutti\·o è J'epboclin riferito clai .1!,inrnali romani: un affittuario del princi pc Colonna, uei dintorni rii Romn, \ edcndo~i im·adere la tenuta, chiamò i caraLinieri. E gli agenti clell'" ordme », forse li()J1 avendo ancora ricen1to istruzioui, oubligarono gli im·,1soii ad alln11tana1::;i. Ebbene! I,a ( umira :lei Laioro clc•m111l'.ia al Prefrtto l'atto arbitrario dei Carabi111eri t- di­chiara rli 1101? esser~ disposta « tvller.irc sopmsi. L'esempio chiarisce quale capO\·ol.~imento di diritti importi il decreto \'isocl'hi. E nelle Prdctturr s1 son \·isti comparire ceffi "]la\'alcli i quali, sentendosi oramai spalleggiati dalla legge, <10111a11da\'ano alle antorit:\ · e< Ohè ! come si fa la domanda per invadere le terre ? ».

[J decreto uscì a braccetto cou 1111 comunicato ineffa­bik Il comuuicato, al ..;olito, 111ar:nifica le nobili «lìnatità »

economiche e le nobili <' finalit:\ i> ~oci::tli del pro\·,·edimento governa ti \"O. F si lascia sf nggirc una curiosa dichiarazione: ~Lo scopo è t11tt'a1tro che son·ef'•ivo I " Lo ~rnpn non sarà, ma il risult,tfo è SO\Tersi\·o.

1 n -;e~uito alle fortissime rimostranze degli at_ricoltori. il Go\ eruo distribuisce uua circolare ai Prefetti, la quale apportn due 111odifìcazio11i al Decreto \'isocd1i:

I\ l'occupazione forwsa delle terre deve essere limitata ai terreni insuflicieutemcnte colti,·ati, ossia ~i terreni con ~ uno stato colturale decisamente inferiore, in seuso tecnico

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ed economico, alla media :1gric<)ltma dei luogo · e pt:r tale incla<!Ìne il Prefetto si \'arrà del Direttore ddLt Ctttedra ,., ambulante di agricoltma, o di altro tcrnico di sua fiducia;

2) contro il decreto prefettizio di occupazione è am­mcs'lo il ricorso amministrati,·o al ~Iinistero di i\gricoltnra entro gli otto giorni dalla notifical'.iom:: del proY\'edimcnto.

Ma il male era fatto: il decreto Visocchi U\'C\'a scateuato

gli appetiti, legalizzato le violenze, ape1 to ai mestatori orizzonti sconfinati per J'avn·nire. E dcl resto le nuove garanzie sono ben poco. Lasciamo che !lll esperto ci spieghi bene la portata <lei rkcn•to anclw dopo In circolare esplica· ti\·a e mitigatrice. {•11 affittu:1rio \'N(l' entrar nella 'illa tc·­llllta uu indi,·icluo X. Il signor X ..,fodera 1111 clecre1o <lcl Prefetto in cui si clicl' · << visto il decreto .! settemlJrc HIHJ,

vista la domanda presentata ·dall'ente Y, si orcliua l'occup 1-zione della tenuta da park cldl'e11k \', e si cl:ì inc,im:o dell'esecuzione clel pre-;cnte decreto al si~11or X L'affit­tpario può averf::, con l'aiuto dei o;uoi coloni, .irato (' semi­nato il campo; può mostrare il l1esti:1111c! e gli attrezzi che testimoniano dell<l sua capacità a continuare:, egli cleY' as soluta111e11te andarsene <.: lasciare: che il signor X si :-:tabi­lisca da padrone sul fondo e -;j prepari a rn11a11c:r\'i per quattro anni. Dopo a\·ere s.~omberato, il proprietario può anche presentare t111 ricorso, ma intanto de\·e sgomlwr,1rc.

§ 13. - Esaminiamo ora un po' più in particolarE: le conseguenze del decreto Vi:;occhi.

Prima di tutto la cupidigia degli occupanti non si \·ol~e alle terre cosiddette incolte, ossia, per parlare con mag~ior esattezza, alle terre meno proclut.th·e, silibcne, come è na­turale, alle terre meglio colti\·atc, più fruttifere, già fecon­date con gli altrui sudori e risparmi.

Nel Lazio, per esempio, si sa che a :.\Ionierotondo, a

- JI

:.\Ionkcompatri, a Riano, a Roccah·ecce, a \'iterbo, e in altri luoghi, s'itn-adono qua poderi alberati, là vigneti, e

oliveti, e medicai, e prati irrigui, e terre colti,·ate a lino, e campi belli e arati con magnifiche trattrici Flower. In Si­cilia s'in\'adono terreni a colture specializzate di piante legnose, tra i più redditizi: mandorleti, agrumeti, uliveti, !:.uglwreti.

Un fatto succe"SO nei dintorni di Roma ai primi di ot­tobre' ha suscitato grande scalpore sui giornali. Un servo di I>io, non Giuseppe Gullotta, innisato dal quel sacro e ardente zelo che entra nei sen-i di Dio quando Jayorano per il partito popolare italiano (anche se il partito poi li debba

sconfessare), è riuscito a sfrattare l'affittuario da una \'a­sta tenuta nelle immccliatc vicinanze di Roma. E sì che si trattava di terre do,·e <<tutto era preparato per la pros­sima seminagione, tolto naturalmente quanto, per la ne­cessaria rotazione, J'a11110 \'çntnro dovrà essere risen-ato a prato per l'alimento del bestiame 11. Il reyerendo si aYanza alla testa cli una quarantina d'inclh·i<lui. I coloni, armati di fucili, minacciano di giu::;tiziare il missionario, altri corre a chia111are la forza pubblica. l'no squadrone cli carabinieri a ta\·allo, guidati da un tenente, arri,·ano galoppando. Il re\·crc::ndo. impavido, estrae rlall'aliito talare un decreto prefettizio e lo mostra al tenente. Don Gullotta ha ragione. Don Gullotia è nell'orbita della legalità, quando la. legalità è ammini5trata da un GO\·erno, al cui capo tro\·asi l' on. :\itti.

Qualche anima pietosa penserà : \·a bene! Il <le­creto \'i5occhi offende un poco il diritto di proprietà, ma noi vi,·iamo in tempi burrascosi e non dobbiamo sempre scandalizzarci. Se non altro un ,·antao-gio nasce dal de-

' ;o:,

cn·to. ~folti di coloro che ,·oi, _rigidi custodi <li un ordi-namento antiquato, chiamate '< im·asori i>, sono uonum prodi, reduci dalla guerra e ansiosi di lavorare. Col decreto

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\'isocchi la patria li ric:o111pe11s.1. ~folti d i quelli im·ecc che

yoi chiamate «sfrattati », sono ncchi latifondisti, che qu.isi

11011 risentiranno l'iHgiuria loro arrecata dalla legge, e se

mai se la meriteranno pl'r la loro i~n:l\'ia.

In linea di fatto (L' lasci.111do in di,.,;parte la questione

cl i diritto), non risulta che g l'im·asori siano prodi combat­

tenti ded iti al laYoro. Frn gl'in\"l'-'Ori si cont a no sfnccenclati,

prepotenti e m agari autolesionisti. Chi li .~uida non (• lii'. combattente, è un polilicantL. \vl'tc letto la cronaca dci

luttuosi scontri di Ril'si : chi aizzaya i contarlini, chi ne :w­vele11m·a il cuore, chi ne armm·a la mano contro altri con

tadini - 4uesti ultimi, sì, intenti alle quotiùiane f.itichl'

dei campi - n~sti,·a, è \'<TO, la di\ is.t dd soldato, ma nou

era un colti,·atore, era un propagandista ai sc1Tizi dcl par

tito socialista ufficiale.

E \'iCcYersa non sempre i colpiti sono i latiìondi~ti.

Come. durante i saccheggi cli luglio, tanti rin.:nclitori di

second'ordine furono malmc:nati senza pietù - rc:cluci o

11011 reduci dalla guerra mentre p:trl'cchi furb i e ricchi

negozianti si seppero sal\'are, così, i n regi me d' invasione,

i piccoli, i deboli, gl'incnni r iscl11nno •tssai pit1 elci ricchi e

dei potent i che possono arri\·an al l 'refclto, che: po:-sono

corrompere, o persuadere, o infirnidirc i caporioni locali.

ì·: st.tto riferito il caso cli una }Hffera dnnna, qui nel Lazio,

allontanata dal suo campicello di un ruhhio i. (meno cioè

di due t-ttari un ettaro e ~-! are).

Con il sistema dell'inntsi01w legale, tutti i rancori, tutte

le ycndct te familiari e politiche tro\·ano sfogo. E che 11UÌJ

sapl'.re, a che può rimediare il Prdetto, .rncorchè non sia

egli stesso il dirigente della politica c:lcttnrale?

§ LJ. - L e invasioni, oltre che essere prnfondanwnte

ingit}ste, sono gravemente pericolose per l'economia nazio·

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nal<'. Cl'im·asori bene spesso si limitano a portar via quello

che trcivano, a ,·enckrc quello che possono staccare dal

fondo nel L azin, per ec:cmpio, a tagliare e \'enclere le

erbe e poi si fermano, non possedendo nè la capacità tec-

nica, nè i capitali indispensabili per poter accrescere - ma

che clieo accrescere ? - per poter continuare la produzione.

fl decreto \ isocchi ha incora~giato il pullulare di coope­

rative fìtf i zie tra sfaccenclati e politicanti cli villaggio, i

qu,ili non indurranno la t<:rra a offrire nè un acino cli fru­mento,· nè un tubero, nè un baccello, checchè ne pensi il

Prefetto. I colth·atori antichi, .;e pure sia loro consentito

<li .lbitare la casa colonica, 11011 lm·orano piì1 le macchine

e I-,li attrezzi restano ahhanclonati.

I•1 qualche punto, inva.;a la terra, con o senza decreto,

i nuovi despoti creclono di avere hell'c risoiuta la questione

sociale piantando fierairn:ntc, in mezzo al campo o al prato,

una hancl icra rossa. \'edremo come la bandiera affretterà

il rrl'rn100-lio del la veo-etazione C' 11romtto\·erà quell'abbon-t-, .-,. b

danz,l cli t uberi e legumi, che è nei rnti del ::\Iitùstro Vi­socc h i.

Tu \·ari comn ni rlell a Sicilia p.1re si corra il rischio di

11011 sen1i11arc. I contadini furbi si sono accordati <l'incro­

ciare le braccia per meritare alle terre - - almeno sbnclo

al significato etimologico - il nome di terre incolte, e me­

rit.usi il clecreto prefettizio cli occupazione.

Così Francesco l\itti, \'Cecilio radicale giolittiano,

t15ando la furberia <lei deboli, cedendo e sorridendo a dl'stra

e a sinistra, prepara l'anarchia, e ognora mormorando· il

ritornello del «laYorare e produrren, accresce l'ozio e la mi­

sena della popolazione.

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IV. - LA POÌSl'ICA TRIBUTARIA

§ 15. - II ro lug1io dcl corrente anno il Ministro Scl1a11-zcr, chiamat0 da Nitti ad amministrare il Tesoro italiano, andava a raccontare alla Camera che il Governo si propo­neva di prelevare una volta tanto, un'imposta sul patri­monio con esenzione clei patrimoni piì1 piccoli. L'aliquota media sui restanti patrimoni si sarebbe ragguagliata al

15 %· Il rica\·o dell'imposta sarebbe stato spettacoloso; il 1Iiµistro novizio già gongola\':l. al peu~icro di allungare la mano su un buon rnccolto di una ventina di miliardi. Questo numero di venti miliardi, buttato lì, doveva Jare agl'Italiani un sag~io di quanto fosse rnpace un ::\Iinistcro presieduto dal gran finanziere Francesco Saverio ì\'itti.

::\folta gente, in perfettissima buona fede, si figura che si celino in qualche posto i 11 Italia, n1a specialmente nelle tasche dei nuovi ricchi, una quautit:ì di miliardi di lire: chi dice venti, chi quaranta, chi sessanta. La Stampa, di Torino, vole\·a coi denari dei nuovi ricchi pagar tutte le spese di guerra! In che precisamente consistano questi miliardi la gente non sa e non si cura nemmeno di saperlo: forse crede che siano biglietti - ossia montagne di carta - for:;e crede che sia ricchezza che si possa senz'altro usare e godere.

.;\Iodestamente, al primo congresso del Partito Liberale, io avvertii che tanta ricchezza libera e disponibile non esi­ste; che i ricchi devono pagare, severamente pagare, irremis­sibilmente pagare, ma che le imposte deYono esser conse­gnate in modo da poterle prima accertare e poi riscnotC?re sul serio. Fra i più fiduciosi, nel Congresso, e' era il relatore •

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sul tema finanziario, rapito poi da Nitti e messo un gradino sotto Sehanzer, come Viceministro del Tesoro. Si vede che egli rapidamente trasfuse le sue speranze nel cuore dcl neo­

rni nistro e il ).Li nistro le sciorinò alla Camera con tutto candore.

§ rG. - Detto fatto, si nomina una Commissione -al11uanio m1merosa a dire il \·ero e composta <li uomini politici, burocratici e: scie11ziati. Dalla Commissiom' si esprime un Comitato ristretto.

li Comitato domanda al \Iinistro: - '< \'oletedavvero venti miliardi? » - « :\Ia ce1to ! » - - cr Propn9 \enti? » -

« \'enti ,,. - « Da riscuotere in pochi anni ( - << In pochi anni ».

Il Comitato comprende uomini seri e coscienziosi, si mette al b\·oro e in breve tempo appresta 1111 disegno serio e coscienzioso. Il Governo comincia a lasciarlG trapelare sui ~iornali.

Non l'm·esse mai fatto! Si scatena una tempesta fu­riosa. r titoli tracollano. J,e Camere di commercio, i ceti industriali, le associazioni agrarie protestano. I giornali stalllpano articoli furibondi e tanto più s'iniuriano quanto pi u sono democratici : \'celere il Secolo, giornale democra­tico, che.> ha dietro di sè un ricchissimo banchiere demo­cratico.

Per cucinare una lepre in salmì, si dice che occorra la lepre ; per far entrare nelle casse del T<'soro italiano imposte lino a venti miliardi occorre che gli italiani sborsino Yenti miliardi d'imposta. E per poterli sborsare non devono sot­trarr<> all'imposta i 70 miliardi di titoli al portatore, che semlna esistano in Italia. E per non sottrarli, o li rendan senz'altro nomiuativi, o sopportino il massimo dell'aliquota .

Le recriminazioni e gli strilli e le minacce erano da pre-

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,·eclersi : venti miliardi non si porta11 via tra bcneclizioni e sorrisi. Finchè un Mini~tro placidamente discorre <li risa­

namento finanziario, cli rndicak riforma tributaria, cli ter­ribili gra,·ami sui nuovi ricchi, tutti ascoltano beati :non appena s'incomincia a intravvedere la faccia dell'esattore,

ta calma sparisce. ;\Ia il :.Iinistro Schanzer, gran Tesoriere dello Stato, ma il Ministro l\'itti, l'uomo che guarcla la realtà nel bianco degli occhi, l'insigne maestro cli economia e di

finanza, non l'avevano prevl•cluto. E che successe '1.llora? rna cosa pietosa Si riconvoca

precipitosamente il Comitato, si mutano ~: rimutano propo­siti e rimedi nei conciliaboli gnvemntivi, e intanto il Governo affannosamente conmnica: non piì1 prestito forzoso, ma prestito \·olontario; non piì1 imposta a forti aliquote sui patrimoni riscuotibile tra -~ nel 8 anni, ma imposta più ra­gi1inevole ecl <:'sigihile fra 20 o 30 anni ; non piì1 titoli nomi­nativi, ma titoli al portatore con ginr.1mento clel portatore.

Io ricordo cli aver nclito :\itti, allora cla poco Illinistro

dcl 'l'esoro, fare la propaganda pel quinto prestito di guerra a metà gennaio clel H)I8. Tutto roseo e sicuro di sè, egli con­ficla,·a agli agricollori, agli imJusttiali, ai commercianti che l'a-;coltavano : « ~fi occorrono si.:i miliardi : se non me li date, io me li pi~lio i>. Potete star 5icuri che non si sarebbe preso niente. Yennero i miliardi che clo,•ean \·enire. Oggi, con la maggiore autorità di Prc-sidcnte clel Consiglio, ~itti

annunzia: « ÌIIi occorrono venti miliardi». Gli agricoltori,

rr}i industriali e i COl1111lerc:ia11ti ris1w11clo110 : « :?:\ oi UOll \'C li ·':>

diamo». Kitti con un incitino e un pa<;so indietro conchiucle

i< E io non me li piglio 1>. Ì·: difì1cile offrire una maggior pro\'a di leggerezza, prima, e di fiacchezza, dopo.

§ r7. - Qual'è ora l'opinione cll'i liberali ? 'fon v'è cl nhbio, tutti i cittadini, nella misura elci loro mezzi, dc-

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vono sopperire ai carichi pubhlici. Tutti devono pagare, e

per intant.i io dico : 11011 vi è r.t~ione che il pic(lil<J C<Jlll111Cr­

dantc:, il moclestr> proprietario, l'u111ik· impiegato paghino fìnu all'ulti1110 ce11tesi1110 lt! imposti: dirette, 111eutre operai lautamente ri111ttnerat i restano c:s<.:11ti in nome cli non si sa

CJ uale dt:111ocrazia. :\In le classi ricche de,·0110 sentire la dignità della loro posizione, cle\'0110 Jllostrare la loro de­vozione alla patria, dc\·0110 abbon<lautemente pagrire. Guai

se esse rifiutassero il loro co11trib11to, che è atteso per rin­:;aldare la fìnanza dello Stato, ossia lo Stato medesimo, con tutte IL! sue necessarie istit uz1011i.

Quanto alla uominatidtà, io cr<:do èhe bisognerà ac­coglierla. Be1ùnteso i trapassi di proprieH dovranno essere

rapidissimi. Beninteso chi '.lbliia ripu~nanza a far conoscere i suoi affari può tenersi i titoli al portatore, ma piegandosi

. alla maggiore aliquota pel privilegio concessogli. lino dei piì1 sapienti e più henem~·rit1 cittadini <l'Italia, Luigi Ei­naucli, ha S\'clato, in un articolo f 1a i suoi più belli, le ra­gioni per le quali egli - risoluto a\·versario della nomina­tività, quando la nominativitù si ,·oleva limitare alle azioni delle Società anonime e si vole\·a moth·are con l'insulsa fobia delle speculazioni di borsa - ha consigliato di ren­dere no!llinativi i titoli non appena la nominatività si presentava come un provvedimento generale a tutti i titoli, e come un pron·e<limento necessario a salvar la finanza dello Stato, e ad assicnrare la giustizia tributaria. Giaccbè non sarebùc lecito che i forti gra,·ami incombenti sulla nazione si accumulassero sui proprietari di terre1ù e di case, e risparmiassero i proprietari dei titoli che si possono nascondere.

I,'insurrezione della stampa è dovuta per quattro quinti alla volontà cli nou pagare e per un c1uinto all'eccessivo ri­gore del clisegno di legge, cousegueurn delle rigorose pre-

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messe poste rfall'inesperto Go\·<!rno. E tt n effet1 o utile l'in­surre:t.ione ha generato: incluccnclo il Governo a tra:;for mare un tributo ~traonlinario p.igabih: in pochi a111ù in tm tributo a piì1 lungo rc ... piro ]Jcll'imposta straordinaria pa­gabile in brevissimo tempo licn pochi hanno 'isto il piì1 gran pericolo. Ed è clic ingenti somme con 111olti stenti pervenute nelle mani clella burocrazia, \'engano <la lei me­desima divorate mediante la 11101tiplicazionc cli uffici ~t1~

perflui, la creazione cli nuovi e grandi ministeri u sociali 11.

39 -

V. - J,A TIUROCR \ZIA

§ 18. - li tema delle imposte, ossia clclle entrate, richiama quello delle spese. Gl'It,tliani devono pagare, ma rcclr,marc in pari tempo clic le somme siano bene spese. Ora tra k spese c'è quella per la burocrazia: bisogna pre­tendere che la burocrazia, ingranditasi durante la, guerra con l'assorbimento di militari e avventizi, venga nuova­mente ridotta. 8i otterrebbe un doppio Yantaggio : primo, scemare o almeno arrestare le spe;;e in perdita ; secondo, aumentare i guadagni del popolo italiano.

Ciacchè: molti impiegati nou costano solo lo stipendio alla nazione, ma costano anche tutta una somma di fastidi, di \'essazioui, di inciampi, che si traòucono o in diminuita produttività dell'industria, o in tormento psicologico dei cittadini, sbalestrati da un u!lìcio all'altro, angariati, co­stretti a<l aspettare agli sportelli, a firmar carte, a far vi­dimare moduli, a inchinarsi a destra e sinistra. perdendo tempo e pazienza. Se certi impiegati si contentassero di rbcuotere lo stipendio e non comparissero mai in ufficio, il paese ne sentirebbe già sollie,·o. Forse obbedendo a questa considerazione molti impiegati dci :l\linisteri seguono il pre­cetto di trattenersi in ufficio il meno che possono, e forse così facendo rendono un mezzo servizio, ma solo un mezzo servizio, all'Italia.

In tema di burocrazia il liberale è proprio agli antipodi del socialista riformista, (;he vagheggia sempre nuovi 11li­nisteri, nuove Direzioni generali, nuove preYidenze e as­sistenze sociali, con legioni di impiegati che mettono studio

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a non far lavorare il resto cldl'umanit :ì, col pretesto ili

volerla ammae~·trare e guidare. Q11a11clo il sol'ialista rifor

mbta non riesce a montan• tnlto 11t1 :\lini~tcro, imha~ti-;ce

p<'r lo meno nna coopcrali\·a, sussidiata da nn :.\Ii11Ì"tl'"o

:I\ oi siamo contrari al parassi t is1110 hu rocratico e cnopl'­

rati vistico, come siamo avvc•rsi ,il para-.;-;itis1110 11rotczio·

nistico; e siamo fa\·urc\·oli a~li i111pic:.{ati onesti, laboriqsi

e produttivi, come siamo alllici clelle ill<illslrie s:me e frut ·

tif ere. .\ \'oler raccontare le: maldatte della burocrazia nc~li

ultimi amù ci sarebbe cla riempire un vnllunc: cli cit~<p1ecc.nto pagine. lo scelgo 11u solo c:pi'.>o<lio, abbastanza recente:, r,-,­

solutamcute autentico, e: compldo nella sua hre\·i t.\. l >.il­

i' esempio singolo risalite al sistema, e n:sterete spa\·cntati.

1Tn commerciante cli 'l'ri<'">k ottenne, sul finir.:! del mag~o

scorso, dal .ì\Iinistero clegli approvyigionamenti, la conces­

sione di rivenclcre una certa quantit;ì di carne in conserva.

Si affrettò a c;peclire a Roma il prezw : centomila lire. 1\

metà giugno a11c:ora aspettava l'invito a ptelevar la lll('H.e,

c:he egli sapeva giù pronta a 'J'rie~te. che anzi già i11co-

111inciava a putrefarsi : nd magaz7.ino statale le scatole

<li carne si gonfiavano e clc:forma\•ano, sl'gno dello sviluppo

elci mali germi. 11 comnwrciantc: ansioso mauùa un ntnico

a sollecitare il :\linistero ; l'amico ottiene due rispo .te.

Quanto al gonfiore delle scatole, non c'è da i111pres5io11arsi:

il magazziniere <li Trieste inoltri a l~oma un espo~to per

iscritto e il J\linistero studierà. Quanto all'autoriY-7.a'l.ione,

il :Ministero non può ri.lasciarla se prima non riceve l'im­

porto, che non risulta registr-1to e quindi 11011 de\"e:N.:re ar­

rivato.

L'aurico scri\·e a 'l'ricste, da Trieste il commerciante

gli acclude lo scoutrino clclla lettc·ra raccomandata, con cui

il 3 giugno aveva inviato a Roma dnc assegni s11!1a Banca

- .p -

l'o111mc rl'ialc per co111plcssh·c lire centulllila. L'amico torna

al J\Iinistero: si era intanto alla fine cli giugno. I/impiegato X

nega di aver ricevuto assegni, sfoglia un registrone: niente!

L'amico scende all'l"fficio postale dcl .\Iinistcro, parlamenta

con l'i111pie1•ato Y: la raccomandata è pcn-enuta. 'l'orna su

al tcr1.0 pi;1no e dopo un lu11gn dibattito l'impiegato X

aprl' un cassetto ; dentro il cassetto, tra un mucchio cli

cart.tc1.·e, giace, derelitta, la lettera eia Trieste, e: appuntati

alla lettera sono i d uc asseg11i.

- '' Scusi sa)) , dice l'impiegato con tutta flemn:a,

r 111i l'ro confuso, ma ora rimediamo ! Eccole la ricc,·uta, vada

gii•, la mostri all'impiegato Z e fal·cia telegrafare a Trieste

Jll'r la consegna>>. 2\la l'impiegato Z 11011 l'intende per quel

v1•rso e sull'amico. ansimante: per avere montato tante scale,

percorso tanti corridoi, .1ttraversato tanti unici, \·ersa una

cloccia d'acqua iredcla: - (( ~ono \'Ìetate concessioni di

rin:n<lita ai prirnti, clecreto di Sua Eccellc:nza -:-.Iurialdi n.

- ".:.\Ia guarrli "• balbetta 1'.unko più morto che vivo,

11 guardi; la concessione della qtwle io parlo è anteriore al

decreto». -- 11 ::\on importa A. - 1< .:.\fa guardi che il -con­

Cl'Ssionario $i era gi:\ impegnato c<>i suoi clienti.,, 1<Xon

importa». - (<.\la guardi ... . » - << Insomma se la sbrighi

con i Tribunali se non è contento'" conchiude l'impiegato con un risolino.

E ora <litl.!mÌ se noi clohbiamo sopportare più a lungo una

simile tiramùrle e pagare i tiranni per giunta ! E come è possibile distribuire i generi alimentJri con quella sorta di

clist ributori che cli111enticano le carte nei cassetti e lasciano

marcire le merci ammonticchiatC' nei depositi ? E \'i obbli­

gano a s.tlire e scendere scale, a languire nelle anticamere,

'-' Yi smentiscono ; mentre voi sempre dO\·ete tacere e sop­

portare, e pagare chi vi tartassa e \•'ingiuria?

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~ I<). Vn:il'l: il rimedio? l,a fll'l'slllla colta 111a it:11ara di ..;tucli eco110111Ìl'i, co1K1)[da11d11 co11 l'u"111" \olgare, 11011 h che llll gridu is1 inti\·o nc·:ire un i,;pL•t torL' che \':tria n ~uar­clare nei cassc:tti d<•i L'o11lal ili 11l'gligl'11ti l' 1111 alln• i-,!Jl"ftorl' chL" i11\'igili i 111agazzi11i st:.tali di carnl' i11 co11..,L'IY.1 ! !,'(·co

111>111i-.:ta ha u11a cli\ crs:1 ri:-ip<>:-ila: <:liiu<IL k il 111.•~:ti'.Zi110

sh1lak dei \'l\ eri, cliiuddc ,l'll uflìci stata1i tlc·~li appro\'\'i­i.:io1ia11H!nti, lasciate che a L'111ll!ll•tn• L: \"ll.<h n ..;j 111L•lt.1110 t•li uomini che sl' m· i11ll'11clc>111i L' d1L' s<lllll guidati dal tor " naco11to una "llida a::-s.1i J>iù i11f,tllii1ilv c.· sti11i.Jla11k chL: IL ' ,.., cin:o!a1 i dd ministeri.

( >ccorre. che il publilieo ..,i lH'l">t1ltcl,1, L' i11 ei(1 1:1 prop:·

g~.11cla lihc::rale clt•\'C' aiutar!IJ: le attnli111i•mi ckllo :-\t 1to dc\·01111 c•s..:ert: di111ii1111tc, gl'i111pit•gal i clc\'()JJ'> t•<,,;l'rc. -.:•.:l''ti

con L't1r,1 e pagati in prnporzi•>'Jl' dcl lnro Jlll'.rÌl•J, 111;1 dl·\·0110

L'°'"l'r pr:d1i < ~l'i 111pic·•~a ti :-.tL'''>i, l 1c.·111111es,1 i 111i:,;li"ri c.· i111pil'gati ottimi esif>to111i in tutk Il- .1111111i11i--tr:11io11i l'

~0110 quelli clic !.: 1nn11cl.rnc1 ;i, a11ti cln•onn parkciJ•:lrt' a qm·sta prop:ti.:ancla ri1111ovatricl'.

Pllrtroppo il p11bhlic11 non se lll' pvrslia<k T,a C'ortl' dli

(!l11ti non riesce ,1 liquida1L" li.: pc.·11sio11i? Si crei u11 ;\lini stero delle Jll'llsirini. lJ11'i11flucm.a ma ligna eone (IL'I' l 1

pu1isola? Si istituisca un \li11istero ddla s:i11i1.'i. I \<.•:1-voli cascano per terra? :-\i cri~n un i\lini:-tero dell'ari,1. I,' Italia (· :->enz,1 carbo11l'? Si organizzi liii :\linistl'ni elci

combns1ibili. - Rul1a110 i cruaclri <1lk· pin~wcikchc:? l' ~e un .:\Iinistc:m delle belle .nti. \'i :-;0110 dt·i_:li 07..io"i cro­nici ? ~'inscri 1·.1no al partito riformista •: otten:_._,~110 un :'lfi11i,kro clella prt·\·idema snciall'. Sorgam• 1111 :\linistern per k assicurazioni, uno pc.·r l'e111igrazi•111e, uno per il 111<» \'iltlento dci forestieri !

Occorre tenacemente opporsi .tlle richieste· fa-;ticli•>Se e iu::>idiosc: sia che le richieste ,·c::ngaJlo rlal Governo per .uu-

- 4.) -

pii in· la casa della l111roerazia, -,i,1 che\ eng.1110 dalla gc.·nk

che.· fa n-;sa per inlìl:irsi nella l<l">d, ..,,dvo aè aftacc.iarst alla

tìnestr,1 rni.1 \'olla dcnt rn, e a vocikr,nc. h:- parole:: u o~truzio­

ub1110, s·1hato ingJe-,e, au111t•nto di pag.1 >.

§ 20. - Vl·di:111tn ora come ..,i è t'ulllport ticJ il ~fini'>Lro

Nitti i11 tc111a di l1ttr<1crazi.1. [,'i111111i11r11za dl'lla sua sc11.il,1 al p!Jtl.re fu prc,umun

ziat,1 dai giornali amici dei pokn1i suoi .1111ici, c1111 racli cali propositi cli se111plificaziom• ln1rocr,1tic<L l~gi\ l'imm.1-

gi11aziom.· <1<.gl'inesperti e lnt<mi h ttori dei giornali n~de\'a il _,[111i-:kro d<'lle coJqnÌe r.1ttrappito 1• ,1tt Kcr,lo al \fi11i..,tuc1

degli e-;teri, il ;.r i ni..,tcro « lell .1g1-il-11ltur. torm.to a conion­

<kr'>i con quc.•llo <iL·ll'i11dt1"tria, \· finanze li.t!;.1te in ampll':>"o col te'>nro, i trasporti nlil>r,tcd.11 i ai la\ ,,ri pul hlici k lt..~rre

liheratc. liberate :indw dal ?llmi'>h'rn ommiimo, e t.:li approv­\'igiou,1111enti di Statn dl'iìniti\·:1111<:' h alJ1Jliti a \·antag:;io ddle libere i11iziatin· pri\•,11c' . .\"L'lllllll.'ll•> a f.!fln '1ppc1sta t111to il lt111g11 corteo <ki :\Ii11ic:;k1: (> rimac:;to i11 pi~·dL Tutto. Solta11to il ~ottq-.;c.·gre t ariato degli ;q>('l'll\'\ igiona111t:11ti e co11o;u111i, clic.· era stt1to pni1110-.:'o \lini..,lcro 11ell'vstafe: ckl 1qr7, ~ stato retrocesso a Sotto-;l'grl'1 rrri<Itn d~ .\"itft. :\la è 1111 mntamento di 111cr,1 for111.i perch<'.· il Sot tosq,!rc.tariato seguita a occupare lo stesso p.1lazzo cli Yia Ludcn·isi che era sede dd ~Iinistero ; una ~diiera d1 impiegati n sc.~uita a \·iyere, e, se si lascia fare all'on .• \Iurialdi appa-.:..;ionato

costruttore cli calJtJicri, di cli\·ic:ti. e di consorzi -- egli an:\ JJrcstO bisogno c.]j ti 11 :-el'ollclll }ldlaZ7.<> per rÌIÌ 11Ìl\ i le pesanti harclature d,1 aggiustare :;ul dorso dello :;fortu­

nato p<>polo italiano. Se i ~Iinistcri sono rimasti tali (· quali, in compenso è

cresciuto il numero clellc Dire1io11i generali e degli I"-pet­torati generali. Ed era da ,lspettarlo. Chi da ~Iinistro del-

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'

- 44 -

l':iuricoltura ~l\"e\·a regalato ali' Italia il 11101wpolio statall: "b ...

delle assicuraLioni, chi da .:\Iiuistro dcl t l'soru m·ca ideato

monopoli statali dcl carbone e delle lampadine elettriche

e ciel caffè e di tante altre cose, e an·nt predisposto gli

appo.-;iti uffici nei Ministeri. 111rn pote\ ,1 non ampliare gli

ullìci delle amministrazioni centrali, t.111to comodi per rin­

forzare la propria clirntda. .\I Ministero elci trasporti

1wsce dunque una Direzione per I 'e!ett rilìcazionc: dc:llc

ferrovie; al '\Iinistero della guerra si s\'iluppa una Pire

zioue dei trasporti· l'Uflìcio del personale 11d :\fini stero cll'llc:

fi1rnnze da Segretariato generale si gonfia in I>irezicme

"eneralc · si molti1>licano gli E11ti auton1rn1i dci porti; ,., . non parliamo dell'antico :\finistero di agricolturn, industria

c commercio, che-. già cli\'iso in due dal ~Iinistero n,1zi()11ale

cl'inurata mc:moria, se!!uita a 1>rolificare uflìci e conta oralllai ~ ... ,

tale uno stato maggiore di clirl!ttori e i-;pettori, eia meri­

tarsi il paragone cou l'esercito ciel Cuatc:mala, che dicono

tutto composto di generali e colon11elli u ì·: indisplll'i.ilJilc

- (· scritto nella relazione al disegno di lr:gge prese11L1to

a ll a Calllera per il riordinamento ciel :\Iinistcrn cli agri ­

coltura è indispensabile elevare a d1gn1trì dt direzio11e i

due ispettorati delle miniere e: del lmnific,1111ento. » .... E accanto alle direzioni generali è urgente collocare, come

ufficio autonomo, un Ispettorato ge111 raie della pesca. La

relazione non soggiunge che ali' Ispcttora to clc:lla pesca si

preporrà un qualche an·ocato. incapace a distingw.:re un

tonno da un pescecane. " X on si può contestare - è scritto

nella relazione al disegno di lt•gge presentato alla Camera

per il riordinamento del ::\Iinistero dell'industria - non si .h·ttò contesta.re la necessità clic accanto alle già esistenti

direzioni generali del la \'Oro e dcl credito sorgano le alti e

due direzioni generali dell'industria e del commercio ». E

- 45 -

la relaziom• "i rassegna sospirane lo n non trnsf onuan• in

ili n:zioni altri ispettorati ..

H stato pubblicato nella r:11z?Clf1c llffic1alc dd JI ottobre

1111 decreto reale per la .:1:111plilìcaziom· delt1 1>urncrr1%in :

ncll'a111111inistr.1%io11e ce11ti.de è stato aliolito il grnclo di

capo:-.czio111•. :\I.1 prima di :1holi1e il grado di capllf>c>zione '>i

souo pronw,,~i capiclivi::.ione 1111a r1tw11tit :\ di capi-,cziom>,

ispettori gi.:nernli una c1rn111tit:\ di capidi\ isiom'. eo~icch(:

la scmplifìcazionL si ri"olvl.! in un aggra\•io dc·lla !111an%a.

Che dire poi rlegli avventizi, chl' a decme cli nngliain si

rendono ">tahiti ndle \'aril' a111mi11i"t ra1.io11i dello ~tnto

.,pecialmente 11e1!':,111111ini"tra1.ione ddlc Ft:rrO\·ic ?

ì~ dnppertutto un ingrandir<' uffici e un <.'acci.u dentro

impiegati, aC'c,1da ehe p11t>. E -;1..• le I >ire1.ioni <:gli I-.pl'f.to­

rnti :;i molltphc:mo, 11011 potendosi prCl\:nden· cl!l' tanti

rn,.,picui funiionari vadano a scri\'1..·re l' a conferire all'apc·rto,

(: pcrlettamentc logico dw i k cali n·tiuisiti 11011 tornino alle

libcr<· cnntrattaz.ioni. Cu.;icclit'.· il nn"'tro h11n11 amko AlliL'rto

Pasqua!i, per quanto s'i11clu::-t ri n copiarL' filzL' di alhl·rghi

e cli prfrati appartamenti occ11pati eia puJ.,lilid 11ffici mi­

litari e ci\'ili, ogui giorno si accorge che ha 0111esc;o qualche

ufiìcio e che: la lista(· eia rif an!.

Xaturalmcntc in pelletta nppo~izione ai fatti suona il

Yerbo nittiano, e ~itti, f,icendo :;inrzi per non riclerc, \'Crrà

a recitarvi che: " J,'amministrnzione deve ri..:parmiare e pro­

durre. Oucsta (!la forn1uln clclln ,·it:i Ugni altra cosa ~ in­

ganno. ~Disogna cambiare metocli, togliere tutto ciò che

è ~uperfluo. n Opptm.•: i l':nlarc cli aumenti d1 spesa è

parlare cli ro\·ina; bisogna inn!ce fare grandi riduzioni

do\'e si puc'1 ''· Tali almeno i propositi, che l'.~li C"J>OSC a una

aclun,mza cli :\Iinistri e J)irl'ltori gl'llL'rali il 2 settem­

bre r9r9.

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§ 21. - E per ultimo io v'inviterò a guardare con che

criteri .:\itti \·a nominando i capi clc:lla burocrazia, e in

genere i clig1ùtari e funzionari e agenti e consulenti pubblici.

\on credo che siasi 111<ti \eclutn in Italia un uomo cli Governo

più accurato nelle scelte. I•:gli accarezza con lo sguardo i suoi amici, e i suoi sen itori, e i scn·1tori elci s uoi amici, e

i loro congiunti, e li incastra nelle posizioni che a grado

n grarlo si sgombrano. );è egli si limita ad attendere che.: il

posto adocchiato da qu.11cu110 clei suoi dil·nti, o da lui per

loro, si renda \"Uoto per Lnri\·o elci limiti rl 'età, o per il

trapasso dl'i funzionari a un mo1Hlo migliore. Infdicc colui,

che occupa una seclia, sulla quale una persona cara all'ono­

ren1lc '\itti amerebbe adagiarsi. J\ttrnverso il cuoio o il

panno di c1uella sedia si :1priran110 la strada mille.: punte

mok--te, che indurranno il di..;l!;razi;1to ari alzarsi e andar­

scn<'. Il maestro Giovanni Giolitti, Vl·dendosi così brava-11H.:11tc :sopravanzato, cle\'e angustiarsi fra nostalgie cli

rimpianti e desickrii <li ri,·i11cita ! Se a '\itti lnsceremo le.: 111a11i sk•gak, c·gli si san\, in capo

a qualche anno, impadronito per le sue creature, ossia tn

ultima analisi per sè, delle piìi importanti cariche clello

Stato:. e noi ci ritro\·eremo inchiodati sotto una pesante

..;ehi a vi t ù poli ti ca cd economica, ck·lla c111alc 11011 conoscemmo

l'uguale, dappoichè l'Italia fn composta sotto 1111 regime

cli libertù . .:\on ci sarà allora r1i !:'lttflìcil:ntc conforto l'udire

ogni tanto ripetere, dal Capo <ld Go\'crno, quel 111onoto110

giro di \'Ocaboli, che, gÌO\'a sperare, avre1110 presto impa­

rato a memoria, come: «unione. concorc1ia. moclernzione,

disciplina. sincerità, noi>ilt:\, rc•alt:\, probitù, Ja,·orare, cco-

110111izzarc, produrre».

4

47 -

Cc >XCJ.IJSIOXE

~ 22. -- 111:-,incerit-'i, IL·g~0re1.Za, clvhoku'l, cccn i trC'

nomi che c1ohJ,ia111n s~ ~n:-tr( '>lilla fronte di S l\ c·rio ~itli,

)!l'f di-.~razia dell'ftali,! C.tpo dc:!! ;o\ l'nto it.tli.mo nC'i teml'i

<liflìcili della nc0struzio11e. Il ~IirlÌ-,tro :'\itti .1hLnnda. rh

progrmnmi pl'rd1è non ha pr0gr.m1111.1, e ron h.1 prngr unm.1

pl'n:hè non ha ilbtli.

Cnsì voi \'C<lde dw :;\itti C:kl' e di .... tlitf, vltun.1 ... t.1ti di

i.ift,mta a ..::tati di depre..;siolll.

CJg,~i d :l\Terte eh<: l'Itali.1 dC'\<: f('rm.m· i trt•ni 1cr

1u:-.nl'anza di· c,1rhoue, <' don.ani \'Ì riconll-r'1 lht :i te trr• p:wst• po-. .... iedC' te-;nri rii 'i:..1:11itc e· cli torte icir iulid1c cl. sii;, lordi re il rnondc>.

l'n 1.,riorno J'Italilt è n1 u~nifìcat: come il p:-e'-'e <li pi11

grande avn•nirc in Enrop.1, 1111 pal'>C elle t<HI Il' Hle c:hic:rl'

di la\'oratori puì> dettar kJ.:~l O\'UJ1que. Il gio,.•10 dop >

parte da palr no Braschi una 111.011i,1 func>hn. · l'lt.1lia è un pal'se fallit,), mi-.erabile, ~rn1..1 111,1tcri·· prinw, sc:111.1 CTl'cliti,

cc;nza pane.

Og,.:i i seguaci 'li D' \nnunlio •0110 clisuton 111. ucritC'

\'Oli di amni'>ti.i t: r.dditati dl'oclh di opt.r.ti e l'ont .1dini I>o111ani :::.1rnu110 salutati f.'it>\, ni ewt

::\on n·dck clJl' Xitti è nn ,Ji..,onr·ntato, il qu.tlt, ..1111.icliè

dirigl•rc \'iene sballottol.ito cli qu.~ t eh l t? J. i 1.1-d.1 spingere a di.:.;t ra e a mane.i pur di sah are I e.o!.• cc l

che preme. e cht: non è l'ltali,1, ma il pt "lo <li !'residente

dd ~li11istri per Francc~co Sa\·1 rio Xitti?

L'uomo che non ebbt: 111:1,i led• nella vittoriu. pC'rchè>

FOND.'aIO~·g ISTITUTO GRAMSCI ONLUS

BIBLIOTECA

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ritenne la Germania assiomaticamente inYincibile, non è

<legno cli governare la nazione che ha vinto. ' J,'uomo che alla notizia clella ~peclizione cli Fiume: seppe

·1 • • 1 e u 11 1)011010 solo gridare: «ho fame! ,, non è capace e 1 gmc ar

ai suoi più alti destini. Nell'epistola ai Lucani egli ha scritto «Come le nostre

montagne cli macigno, resisteremo a tutti i venti e a tutte

1<' bufere n. .

Se al macigno egli ha voluto confrontare i fieri abitanti della sua terra, io applaudo. Se al maci~no egli ha inteso

· f t. · · lc•lla r·1zza italica s1>arsi sul paragonare i or 1 ca111p10111 e ' ' . " ' · • monte e sul piano, 11elle citt:\ e nei campi, dall'uno all altro

cstn:mo clel nostro paese, io applaudo. . :\la se per macigno i\itti avesse immaginato <li <lcfi~11:e

se st0sso, oh no ! la ddìnizione non gli si attaglia. Il 1111111-

stero .:\itti non è la roccia ferrigna llie sfida le te'.11pcstc ,; è materia molle e ingombrante, che il popolo d'Italia saprn

rimuovere.

Per la nostra propaganda contiamo sull'ap­poggio di chi apprezza le nostre idee e la nostra opera di difesa liberale.

Preghiamo perciò clzi ricevera questo volu­metto di rimetterne sollecitamente l'tmporfo alla Società Editrice " La Voce ,, Piazza Trinità dei Monti 18, Roma (6), e di acquistarne altre copie per diffonderle.

I successi11i volumetti saranno inviati solo a coloro che st saranno prenotati versando !' im-porto del presente volumetto. .

Saremo ben grati a coloro c!ze impegnandosi fin d'ora ali' acquisto di un certo numero dei 11olume!ti già annunziati ne agePoleranno la pub­blicazione. Il prezzo dei volumetti in preparazione sarà mantenuto - salvo modificazioni imprevedute nei prezzi di stampa - a Lire 1,50.

Le prenotazioni cf ebbono dirigersi al Segre­ta rio del Gruppo Dott. Pusuo MENGARINI, Via 24 Maggio, 1-l, Roma (3).

IL GRUPPO NAZIONALE LIBERALE ROMANO

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