Poelela magazine n7 hd

102
MOZAMBICO Spiagge incontaminate, terra di boa gente POELELAMAGAZINE ANNO IV N° 007/2014 13 dicembre 2014

description

Versione HD del nuovo numero di PM. Viaggi, storie, fotografie e racconti da e sul Mozambico.

Transcript of Poelela magazine n7 hd

Page 1: Poelela magazine n7 hd

MOZAMBICO Spiagge incontaminate, terra di boa gente

POELELAMAGAZINEAN

NO IV

N° 0

07/2

014

13 d

icem

bre

2014

Page 2: Poelela magazine n7 hd

�2

di Gianluca Massera.

“Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti appena sfiorate.

Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare, cammi-nando si apprende la vita, camminando si conoscono le cose, camminando si sanano le

di Elena Del Becaro.

Alla fine del lungo viale Edoardo Mondlane, uno degli assi viari principali della città di Maputo, si trova uno straordinario mercato che, assieme a quello di tutt’altro genere del pesce, vi consiglio assolutamente di visitare. Sto parlando del Mercado de Xipamanine: il più grande e caotico

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

INDICE POELELAMAGAZINE

NON UN RACCONTO DI VIAGGIO… pag. 7

XIPAMANINE pag. 48

di Luca Galuppini.

I Chopi sono una del le popolazioni che compongono il ricchissimo mosaico etnico del Mozambico. Abitano la regione di Inhambane, nel sud del paese, il cui centro culturale è la città di Quissico (Zavala, in lingua locale).

Qui si tiene ogni anno, ad Agosto, il Timbila festival (M’saho), la più

di Fernando Buzi.

Si è conclusa domenica, 23 Novembre, la XIV edi-zione della Biennale di Architettura di Venezia, una mostra internazionale che serve sia per generare dibattiti su temi relazionati all’esercizio della pro-fessione e al suo impatto sulla società, che per esporre opere realizzate dai grandi nomi dell’ar-

XIV BIENNALE DI ARCHITTETTURA pag. 56

TIMBILA, LA MUSICA DEI CHOPI pag. 40

Page 3: Poelela magazine n7 hd

�3

di Gianni Bauce.

- “Senho r, l ’ e l i co t t e ro è rosso.”- dice Roberto il guar-diaparco. -“Lo so …”- mormora l’uomo pensieroso mentre osserva le larghe bande color porpora dipinte sulla grossa libellula d’acciaio.

INDICE POELELAMAGAZINE

IL MATRIMONIO DI MADALA pag.

di Emanuela Bonavolta.

O Viveiro è un centro di for-mazione e sviluppo, che si trova a Chitima, nella Provin-cia di Tete, in Mozambico, realizzato grazie alla collabo-razione tra O Viveiro Onlus Italia e l’omologa associazione mozambicana.

EDITORIALE pag. 6

WILDLIFE AROUND THE LAKE pag. 64

CAMMINANDO INSIEME pag. 70

ECONOMIA pag. 76

PORTFOLIO di Gianluca Massera pag. 92

RUBRICHE

POELELA MAGAZINE Numero 7 Anno IV dicembre 2014

Direttore Nunzio De Nigris

Capo Redattore Laura Giampaolo

Hanno partecipato a questo numero Gianni Bauce, Emanuela Bonavolta, Elena Del Becaro, Fernando Buzzi, Nunzio De

Nigris, Luca Galuppini, Laura Giampaolo, Mira Gianturco, Gianluca Massera, Claudia

Moreschi

Fotografie di ArchiMoz, Gianni Bauce, Elena Del Becaro, Nunzio De Nigris, Mira Gianturco, France-sca Guazzo, Gianluca Massera, Claudia

Moreschi, Stefano Pesarelli, Werner Punti-gam

In copertina

Ilha de Mocambique Stefano Pesarelli

IL SAMATENJE DI SADJUNGIRA II parte pag. 6 6

O VIVEIRO pag. 80

di Chiara Moreschi.

Murrebuè, un puntino minu-scolo in mezzo al nulla, dall'al-to si vedono solo palme e spiaggia. Nient'altro. Solo il blu del mare, il giallo della spiaggia intervallato qua e là

FUORI DAL MONDO A MURREBUÉ pag. 87

Page 4: Poelela magazine n7 hd

�4

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 6: Poelela magazine n7 hd

�6

editoriale

Questo nuovo numero di Poe-lela Magazine esce con un po’ di ritardo! Abbiamo voluto regalare ai no-stri “followers” un numero dav-vero speciale, più ricco, in oc-casione del prossimo Natale. Oltre 100 pagine di racconti, curiosità, approfondimenti e fotografie si arricchiscono di una nuova rubrica di economia nella quale proviamo a descri-vere il grande boom economi-co che sta investendo il Mo-zambico. E ancora… ampio spazio ai racconti dei viaggiatori. In que-sto numero Gianluca e Gio-vanna abbandonano i confort accidentali per attraversare il Mozambico da sud a nord con mezzi locali e di fortuna, perché

la ragione stessa del viaggio é viaggiare (cit. Ivano Fossati). Siamo molto felici nel constata-re che aumenta l’interesse nei confronti del nostro amato Mo-zambico, il numero di lettori e collaboratori del nostro magazi-ne cresce ad ogni nuovo nu-mero. Un ringraziamento davvero speciale a tutti

Buone Feste e felicitá per un fantastico 2015 da Laura, Nunzio e i collaboratori tutti di Poelela Magazine.

Ate ja

di Nunzio De Nigris

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 7: Poelela magazine n7 hd

�7

Non un racconto di viaggio, provo a raccontarvi le emozioni di Gianluca Massera

Page 8: Poelela magazine n7 hd

�8

Foto di GIANLUCA MASSERA

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 9: Poelela magazine n7 hd

�9

Page 10: Poelela magazine n7 hd

�10

“Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti appena sfio-rate. Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare, camminando si apprende la vita, camminan-do si conoscono le cose, camminando si sanano le ferite del giorno prima… cammina guardando una stella, ascoltando una voce, seguen-Foto di Gianluca Massera

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 11: Poelela magazine n7 hd

�11

do le orme di altri passi… cammina cercando la vita curando le ferite lasciate dai dolori. Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.. ”. (Rubén Blades)

Così nasce l’idea di questo viaggio, scorrendo foto, coltivando il desiderio di raggiungere una terra incontaminata, lontana dai classici viaggi e dal turismo di massa. L’organizzazione è snella e veloce come sempre, una lettura a qualche racconto di viaggio, volo, visto e prima notte prenotata. Nella testa l’idea di percorrere tutto il Mozambico da Nord a Sud con mezzi pubblici, ambizioso, forse troppo, ma vale la pena provare.

Malpensa, 7 agosto la partenza, l’emozione si mischia ai tanti dubbi e ai tanti interrogativi, l’idea di un itinerario e uno zaino pieno di so-gni. “Non seguire il sentiero già segnato; va invece, dove non vi è alcun sentiero, e lascia una traccia” (S.Bambaren).

Maputo, 8 agosto è mattina presto, la città è già viva, nelle strade, nei mercati, centinaia di persone che camminano, lavorano, vendono qualsiasi cosa possa avere un prezzo.. incroci i primi sguardi e riempi i polmoni di aria, di li-bertà. Poi la visita della città che si protrae per tutta la giornata, guida alla mano, seguendo “il percorso consigliato”, passando per il lungo

Page 12: Poelela magazine n7 hd

�12

Foto di GIANLUCA MASSERA

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 13: Poelela magazine n7 hd

�13

Page 14: Poelela magazine n7 hd

�14

mare, fino alla stazione ferroviaria e alla Placa da Independencia. Come non scordare il sim-patico muratore portoghese, il finto poliziotto dell’aeroporto o il giovane diventato “guida tur-istica” per l’occasione. I primi volti di questa terra. La prima cena mozambicana è anche l’occasione per conoscere di persona Nunzio e Laura, la loro esperienza ed il loro sogno di trasferirsi in Mozambico. La luce nei loro occhi è il miglior augurio per questo viaggio appena iniziato. Un saluto resta sospeso nell'aria “a presto”…

Pemba, 9 agosto, con volo da Maputo in un paio d’ore il paesaggio cambia completa-

mente. Le case fatiscenti a ridosso dei grat-taceli super moderni hanno lasciato il posto a villaggi e ad un piccolo paesino appoggiato alla spiaggia. A Pemba non c’è praticamente nulla per cui valga la pena fermarsi ma è tappa obbligata per chi vuole visitare il nord. Ci sono poche strutture, tutte carissime e una lunga striscia di sabbia a Praia de Wimbi dove poter-si concedere una bella passeggiata. Un dolce ricordo, una canzone cantata tra i sorrisi im-mensi di una banda di bambini.

È il 10 agosto, sveglia alle ore 3.30 e rapido trasferimento alla stazione dei bus, il chapa diretto a Quissanga e Tandanhanque parte in-

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 15: Poelela magazine n7 hd

�15

torno alle ore 5.00. È ancora buio, la stazione è affollata, nessuno che parli inglese ma provate a chiedere un’informazione a questa gente. Troverete persone disposte ad aiutarvi, a darvi un’indicazione, un con-siglio, magari non come te lo aspetti, magari completamente fuori rotta perché nel loro disordine quotidiano noi fatichiamo ad entrare, la co-municazione non è certo agevole ma ci sarà sempre un sorriso ad at-tendervi. Il viaggio dura 5 ore in uno spazio vitale risicato, le soste nei villaggi a caricare gente e ogni tipo di bagaglio son anche l’occasione per sgranchire le gambe e cogliere lo sguardo curioso dei passanti. Qualche chilometro dopo il bivio per Quissanga si arriva a Tandan-hanque, in una brutta spiaggetta di fronte ad una piccola insenatura. Il dhow diretto all’isola di Ibo è arenato nella sabbia in attesa che si alzi la marea per partire.

Ibo Island, è primo pomeriggio, il sole è alto e caldo, gli zaini sulle Foto di Gianluca Massera

Page 16: Poelela magazine n7 hd

�16

spalle, la stanchezza, la fame e la sistemazione da trovare, il primo im-patto è un po’ duro. Ibo è il punto di partenza per le navigazioni verso l’arcipelago delle Quirimbas, a prima vista pare deserta, quasi inanima-ta. Per le vie del paese solo sabbia, case abbandonate con i muri cor-rosi dalla salsedine e sciami di bambini che si rincorrono e giocano. Ci sono pochissime strutture su questa isola, tra quelle già piene e quelle chiuse, non è per nulla facile trovare una sistemazione. Approdiamo al Cafè do Ibo, una casetta di proprietà di una famiglia africana, sis-temazione semplice ma accogliente, economica se confrontata alle al-tre, diciamo che è perfetta. Incontri sul cammino… il gestore del Miti Miwiri che ben presto diventa il punto di riferimento per organizzare le escursioni e la cena, la carinissima Lucie del Baobibo disponibilissima per ogni necessità, le giovani guide locali sempre sorridenti e abituate

Foto di Gianluca Massera

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 17: Poelela magazine n7 hd

�17

ad aver a che fare coi turisti.

Arcipelago delle Quirimbas, 11 agosto, la prima escursione in dhow. Colazione con uovo e patatine fritte (!!!) e poi via, il ritrovo è alle 8.00, quando la marea è perfetta per partire. Non ci vuole tanto per capire che qui tutto si muove in funzione delle maree. L’escursione prevede tre tappe, una nuotata con i delfini in uno stretto tra due isolotti, lo snor-keling attorno ad una grande nave che giace sul fondo del mare ed una terza sosta in una meravigliosa lingua di sabbia in mezzo all'oceano. Il giro merita assolutamente ma occorre dotarsi di pinne perché le cor-renti sono spesso forti, e nuotare in queste acque potrebbe esser molto difficoltoso. Al ritorno a Ibo, c’è il tempo giusto per una passeggiata e per organizzare il giorno successivo. Il Miti Miwiri è anche un ottimo centro per incontrare persone, viaggiatori con cui condividere un’espe-

Foto di Gianluca Massera

Page 18: Poelela magazine n7 hd

�18

Foto di GIANLUCA MASSERA

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 19: Poelela magazine n7 hd

�19

Page 20: Poelela magazine n7 hd

�20

non sanno raccontare. Il marinaio getta l’ancora sulle bianche sabbie dell’isola di Rolas, popolata solo da qualche decina di pescatori ed una moltitudine di granchi giganti. Tutt’attorno solo banchi di coralli e conchiglie. È solo una tappa, prima di spostarsi sull’isola di Matemo poco più in là. Per dormire sull’isola l’unica sistemazione disponibile sono alcune capanne di makuti sulla spiaggia. L’isola un tempo aveva anche un Resort di lusso ora chiuso. Qui c’è un piccolo villaggio con un piccolo negozietto e null’altro ma che può servire di piú? Questo è un paradiso! Incontri il carpentiere che riparando lo scafo del suo dhow ti sorride e ti chiede una foto, la signora sulla spiaggia che spacca coralli per ricavarne il carbonato di calcio per fare mattoni, i bambini e le donne.

Un pescatore si occupa della cena rigorosamente a base di pesce, riso Foto di Gianluca Massera

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 21: Poelela magazine n7 hd

�21

frutta e verdura, poi c’é solo il rumore del mare, la marea, la notte buia con le sue stelle. Ma non è tutto qui, al largo dell’isola è possi-bile fare snorkeling tra distese di coralli incon-taminati che dal fondo del mare si protendono fino a sfiorare la superficie, quasi a voler rubare il colore ai raggi del sole.

“...Perché non c’è un luogo perfetto, ma alla fine c’è solo un posto dove l’anima trova pace.”

Troppo bello per trovare le parole giuste per raccontarlo, se fino a questo momento il mare ed i suoi colori avevano dell’incredibile questa

tappa supera di gran lunga tutte le altre. La riflessione è d’obbligo, l'uomo distrugge tutto, chissà fino a quando queste meraviglie re-sisteranno, forse fino a quando la barca di qualche turista non le distruggerà passandoci sopra incurante del danno creato oppure fino a quando qualcuno spezzerà l’incanto con una pinna per distrazione o per portare a casa un souvenir con milioni di anni di storia.

On the road, 14 agosto, la sveglia alle ore 4.00! Il viaggio porta ora a raggiungere Ilha de Mocambique, ma dalle Quirimbas a meno che non abbiate un mezzo privato è necessario fermarsi una notte a Pemba spezzando in due

Page 22: Poelela magazine n7 hd

�22

Foto di GIANLUCA MASSERA

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 23: Poelela magazine n7 hd

�23

Page 24: Poelela magazine n7 hd

�24

il trasferimento, almeno così dicono tutti. La verità è che è possibile far-lo anche in giornata facendo un buon mix di mezzi di trasporto, ma oc-corre una buona resistenza! La prima parte del trasferimento è gestita con trasporti privati, indispensabili per superare velocemente il tratto di strada fino alla N1 su cui prendere qualche mezzo pubblico. Il Miti Mi-wiri organizza trasferimenti da Ibo a Pemba, la verità è che non serve arrivare a Pemba. Si parte alle 5.00, è l’alba, una meravigliosa alba, rit-mata dal solito lento navigare perso a rimirare il sole che sorge proprio dietro le decadenti case di Ibo. In poco meno di un’ora si è nuova-mente a Tandanhanque, dove un autista è già lí in attesa. Il trasferimen-to privato è costoso ma permette di arrivare velocemente in un paesino sul crusamento che dalla N1 porta a Pemba e da dove è possibile prendere un mezzo di trasporto diretto a sud (non ricordo purtroppo il

Foto di Gianluca Massera

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 25: Poelela magazine n7 hd

�25

della località). L’attesa è breve, giusto 10 minuti dopo si ferma un carro diretto a Namialo, il cassone è molto meglio del chapa, forse perché sei all’aperto e non al chiuso schiacciato come una sardina e forse perché ad ogni sosta nei villaggi riesci a cogliere qualche vero assaggio di vita quotidiana. Occorrono quasi 5 ore per arrivare a Namialo, da qui partono i chapas diretti a Ilha (via Monapo). Nel tardo pomeriggio, quando il sole è ormai tramontato il chapa attraversa il lungo ponte che collega Ilha alla terra ferma. Ilha vive in un’atmosfera magica, qui la guerra civile non ha mai messo piede, qui vi troverete catapultati in una dimensione tutta nuova.

Ilha de Mocambique, 15 agosto, dopo il lungo trasferimento del giorno prima, serve un giorno di relax persi a passeggiare per Ilha e a con-trattare un’escursione per il giorno successivo nelle isole vicine. Ilha ti

Foto di Gianluca Massera

Page 26: Poelela magazine n7 hd

�26

Foto di GIANLUCA MASSERA

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 27: Poelela magazine n7 hd

�27

Page 28: Poelela magazine n7 hd

�28

rimane nel cuore! Passeggiando da Stone Town a Makuti Town, con il solo onere di scat-tar qualche foto per poi fermarsi a bere un bir-ra sulla spiaggia nei pressi del forte attenden-do il tramonto.

Ilha de Mocambique, 16 agosto, alle 8,00 come concordato il giorno precedente, si parte per un tour che prevede una prima tappa al-l’isola di Goa e la visita del faro. Goa è bellis-sima, meriterebbe un giorno intero di contem-plazione restando sdraiati sulle bianchissime spiagge di quest’isoletta. Ma il tempo strige, il viaggio verso sud deve riprendere quindi non resta che concentrare in un giorno più isolette,

dopo Goa è il turno di Sete Paus, anch’essa bellissima, solo un po’ più affollata della precedente. Nel primo pomeriggio dopo un’o-ra di navigazione si raggiunge la spiaggia di Cabaceira Pequenha impreziosita da una bel-lissima laguna dove è possibile fare snorkelling e vedere una miriade di pesci bellissimi (tra cui i tantissimi pesci scorpione). Il dolce riposo sotto il sole con il sapore del sale sulla pelle dura abbastanza recuperare le forze prima di riprendere il cammino a piedi tra le mangrovie, per raggiungere il villaggio dei pescatori dove il dhow ci attende per rientrare a Ilha.

“..se impari la strada a memoria non troverai

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 29: Poelela magazine n7 hd

�29

certo granchè, se invece smarrisci la rotta il mondo è li tutto per te…” (Il viaggiatore)

On the road, 17 agosto, il tour del nord è finito. Da oggi inizia il lungo avvicinamento alle spiagge del sud. Partenza al mattino presto con chapa diretto a Nampula. Volo LAM e arrivo a Beira nel primo pomerig-gio. Beira è una città piuttosto sporca, bruttina che non trasmette il senso di sicurezza percepito nelle altre località. Per di più è molto cara e con pochissime strutture per turisti. Purtroppo arriva anche la prima vera grana. I bus Express per Vilanculos sono al completo, l'unica al-ternativa per scappare da questa città è prendere un "Old bus" diretto a Maputo e scendere a Pangane. Non resta un ricordo della città solo il volto del gentilissimo signore zambiano che si è fatto in quattro per trovare un bus e del Peter Pan olandese incontrato in birreria. Le loro

Foto di Gianluca Massera

Page 30: Poelela magazine n7 hd

�30

parole sono state di sostegno oltre che di grande aiuto!

“Di tutti i poeti e i pazzi, che abbiamo incontra-to per strada ho tenuto una faccia o un nome, una lacrima o qualche risata". (Modena City Ramblers)

On the road, 18 agosto, la sveglia suona alle 4.00! Il pullman partirà in ritardo ma l'importa-nte è non sprecare altro tempo. Col senno di poi era molto meglio volare direttamente fino a Maputo ed arrivare a Vilanculos con un volo o tramite qualche autobus, evitando Beira che oltretutto è famosa per esser la città con il più

alto tasso di rischio malarico e sto pullman è infestato da zanzare! Il viaggio verso Vilanculos è lento e le soste sono tantissime ma nei vil-laggi è sempre possibile fare acquisti di arti-gianato locale, parlare con la gente, in fondo dai, non è stato nemmeno tutto sbagliato. Scendendo a Pambarra, sulla N1, allo svincolo per Vilanculos è possibile trovare qualche cha-pas in partenza per la località marina. Vilancu-los è una cittadina un po’ spenta e dove non c’è veramente nulla, piena di turisti, di cui molti italiani, tutti diretti verso l’arcipelago di Bazaru-to. C’è molta differenza con il nord, meno bat-tuto e più incontaminato. Sistemazione al

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 31: Poelela magazine n7 hd

�31

Baobab backpackers, gestito da Marina, italiana molto brava e disponibile.

Magaruque island, 19 agosto, sveglia di buon mattino e via per la prima escursione verso la prima isola dell’arcipelago di Bazaruto, in dhow, come sempre. L’isola è splendida, in circa tre ore è possibile fare il giro completo di tutta l’isola a piedi. Il pranzo viene preparato dai ragazzi dell’equipaggio che grigliano il pesce e il pollo direttamente sulla barca. Tutto squisito, in puro stile occidentale, seduti comodamente su una spiaggia incantata. Non a caso queste isole sono meta di tante lune di miele. Se capitate da queste parti non mancate di provare una cena dalla Leopoldina, un piccola baracca sulla strada sterrata poco fuori dal Baobab, gestita da una ragazza locale e dal marito disabile. La location è semplice e spartana ma si mangia una paella squisita, piena di riso

Foto di Gianluca Massera

Page 32: Poelela magazine n7 hd

�32

con granchi giganti, verdure e calamari. Una delle migliori cene Mozambicane.

Arcipelago de Bazaruto, 20 agosto, giornata di escursioni, navigando tra le isole di Benguerra e Bazaruto. Il tour è organizzato da un'altra struttura, l’Odissea Dive che si trova a un centinaio di metri dal Baobab lungo la spiag-gia. Si parte con gommone condiviso con una ventina di altri turisti, per lo più americani, tutti equipaggiati con mute, pinne e maschere. Le immersioni nello splendido reef poco al largo dell’isola di Benguerra, la barriera corallina e la ricchezza di pesci è incredibile. Pic-nic sull'iso-la di Bazaruto, la più importante dell’arcipela-

go, dove il pomeriggio vola via rilassandosi al sole o passeggiando tra le enormi dune di sabbia di questo piccolo angolo di paradiso.

Prima di salutare queste meravigliose isole un pensiero passa per la testa. Le differenze tra le escursioni nel nord, improvvisate e quasi di-sorganizzate dove paghi la barca, indipenden-temente da quante persone ci sono, al sud, dove trovi pure i biscotti ad attenderti al ri-torno, il tavolino per il pranzo e la gita può es-sere anche organizzata in gommone anziché in dhow. Anche la differenza di temperatura non è indifferente, tra il Nord e il Sud del Paese bal-lano diversi gradi ed in agosto, nel pieno della

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 33: Poelela magazine n7 hd

�33

stagione invernale, non è cosa da poco.

On the road, 21 agosto, la destinazione di oggi è Tofo, per una volta non occorre far le cose di corsa, ci sono chapas in partenza a tutte le ore quindi perché non godersi la colazione guardando l’oceano con tut-ta calma, e poi in tarda mattinata dirigersi verso la stazione dei chapas per prenderne uno diretto verso Maxixe? Arrivati a Maxixe a piedi si raggiunge la stazione dei traghetti per imbarcarsi per Ihnambane. La traversata del canale tra le due città dura poco più di mezz’ora. Ad In-hambane, partono i chapas per Tofo. La tratta Inhambane – Tofo dura tre quarti d’ora circa, il chapa che dalla stazione dei trasporti parte con circa 15 passeggeri, appena fuori dal paese e lontano dai controlli della polizia comincia a caricare un numero di persone da guinness dei pri-mati. Tofo è un piccolo paesino affacciato su una tranquilla insenatura,

Foto di Gianluca Massera

Page 34: Poelela magazine n7 hd

�34

Foto di GIANLUCA MASSERA

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 35: Poelela magazine n7 hd

�35

Page 36: Poelela magazine n7 hd

�36

molto turistico, ma molto tranquillo e dove è possibile passare intere giornate a guardare l’oceano per cogliere il salto di un delfino o di qualche balena. Tofo è l’ultima tappa di questa avventura, è la località perfetta per recuperare energie, e distendere la mente. A Casa ‘na Praia, piccola casetta gestita da donna Laura, un’italiana trasferitasi in Mozambico già da parecchi anni, è come sentirsi a casa.

Inhambane – Tofo, 22-23 agosto, gli ultimi giorni si perdono a spasso tra le viuzze di Tofo e visitando la bella cittadina di Inhambane. L’unica pecca di questa zona è che essendo ormai tanto abituata al turismo non ti da la

possibilità di comprare nulla di artigianale, i prezzi sono folli, anche otto volte superiori a quelli riscontrati al nord nei villaggi. Ci sta, questo è il loro business. A Tofo è anche pos-sibile partecipare a qualche escursione in quad della durata di circa un paio d’ore. Addentran-dosi nella vegetazione e arrivando fino al faro di Barra dove si trova un punto panoramico sulla costa molto bello, poi via a tutto gas in libertà sulla spiaggia e poi su un percorso in mezzo alle mangrovie (possibile grazie alla bassa marea). Il paesaggio è stupendo, si at-traversano villaggi immersi nella foresta pieni di bambini ormai abituati al passaggio dei quad, che tendono la mano per “battere un cinque” e

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 37: Poelela magazine n7 hd

�37

regalare così un sorriso aperto e di gioia. La fine di questo tour sa di amaro perché porta con se le more del ritorno. “il ritorno porta addossa mal di testa e mal d’anima…”

On the road, 24 agosto, pick up di fronte al Fatima’s Backpacker’s alle 4.00 Il bus che collega la struttura con l’omonima basata a Maputo funziona abbastanza bene. Il bus dovrebbe essere “riservato” e il bigli-etto acquistabile su prenotazione ma poi come al solito si riempe a dismisura strada facendo. È pomeriggio presto, i palazzi di Maputo rispuntano all’orizzonte, ci sta giusto il tempo per una passeggiata pomeridiana e una cena di ritrovo con Nunzio e Laura per lo scambio di racconti. Domani volo di rientro che segna la fine di questa magnifica ed emozionante avventura “rotolando verso sud” in Mozambico.

Foto di Gianluca Massera

Page 38: Poelela magazine n7 hd

�38

Dedicato a chi scappa,

dedicato a chi si sente vivo solo portando lo stesso paio di pantaloni per più di una setti-mana,

dedicato a chi fa una carezza sulla testa dei bambini che fanno l'elemosina,

dedicato a chi odia trovare masse di turisti sul proprio cammino,

dedicato a chi scappa dalle responsabilità, a chi immagina una vita avventurosa

a chi va a dormire solo per sognare.

Dedicato alle persone gentili,

dedicato a chi ti cede il passo e a chi ti dà una mano con i bagagli,

dedicato a chiunque si è incontrato una sola volta nella vita ma ci rimane nella testa,

dedicato a chi si innamora ogni volta che prende un aereo,

dedicato a chi si addormenta in autobus...

...dedicato a chi non smette mai di viaggiare...

Angelo Calianno (un viaggiatore come tanti)

#gianlubox80

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 39: Poelela magazine n7 hd

�39

4WD SAFARI BIRDWATCHING SAFARI

BIKE SAFARI HORSE SAFARI

DIVING HONEYMOON

MOZAMBICO & SUD AFRICA 2014

ECO TOURISM IN SOUTHERN AFRICA

www.lagoapoelela.com [email protected]

www.lagoapoelela.com Inhambane Region, Inharrime Province info: [email protected] La Kru Investimentos, Societade Unipessoal Limitada. Sede Legale Maputo - Districto 1 Barrio Central.

Facebook Twitter Tripadvisor

Page 40: Poelela magazine n7 hd

�40

I Chopi sono una delle popolazioni che compongono il ricchissimo mosaico etnico del Mozambico. Abitano la regione di Inhambane, nel sud del paese, il cui centro culturale è la città di Quissico (Zavala, in lingua locale). Qui si tiene ogni anno, ad Agosto, il Timbila festival (M’saho), la più importante manifestazione di musica e danza tradizionale Chopi.

La fama delle orchestre di timbila travalica i confini del continente

Foto di Werner Puntigam

Timbila La musica dei Chopi in Mozambico di Luca Galuppini www.giornirubati.it

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 41: Poelela magazine n7 hd

�41

e delle esibizioni degli artisti. Alcune loro caratteristiche sono talmente originali che si è ipotizzata una provenienza, o quantomeno un’influenza, indonesiana.

Le orchestre di timbila sono composte da un numero variabile di musicisti, normalmente una dozzina, accompagnati da un gruppo di danzatori; gli strumenti hanno diverse intonazioni, in base alle quali sono costruiti in cinque diverse versioni e dimensioni, e sono fatti per essere suonati contemporaneamente. L’intonazione degli strumenti varia da orchestra ad orchestra, ma ogni ensemble ha una coerenza interna basata su un tono portante (dawunbila), sul quale vengono intonati tutti gli strumenti in base ad un sistema tonale di 7

toni equidistanti. Questa scala è la stessa usata nel gamelan balinese e giavanese, e questo è il più forte degli argomenti sulla provenienza indonesiana di questa tradizione.

Il caratteristico suono definito “nasale” o “metallico” di questi strumenti si deve al particolare legno di cui sono fatti i tasti, localmente chiamato “mwenje“, ma si contano almeno 15 diversi materiali naturali nella costruzione di una mbila, tra diversi legni, cere, oli, pelli, gusci e zucche usate come casse di risonanza. La costruzione di questi strumenti richiede una perizia tecnica paragonabile a quella dei nostri liutai, e altrettanto complessa è la loro intonazione, che deve essere continuamente aggiustata per gli effetti del

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 42: Poelela magazine n7 hd

�42

clima sui materiali.

Le composizioni che vengono eseguite da queste orchestre sono chiamate Migodo, hanno una durata d i c i rca un’ora e comprendono un’ouverture seguita da una decina di “movimenti” all’interno dei quali si notano continue variazioni di tempo e stile. Ogni orchestra compone un nuovo Ngodo ogni circa due anni, che prende il posto del precedente che non verrà più eseguito.

Uno dei musicisti fa anche funzione di direttore d’orchestra, guidando gli altri componenti nei cambi di tema. Questa figura, chiamata

“musiki wa timbilas” introduce anche parti improvv isate e dec lama i test i , che normalmente trattano di questioni di attualità inerenti alla comunità, spesso con una vena umoristica.

La tradizione delle timbila è antica: il primo documento che ne fa cenno è la cronaca di un missionario portoghese, Andre Fernandes, datata 1562, ma già nel 1352 un viaggiatore arabo riportava la presenza di xilofoni in Niger. Quanto a i Chopi , t rat tandosi d i una popolazione non alfabetizzata, non abbiamo alcun documento: la tradizione musicale si

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 44: Poelela magazine n7 hd

�44

tramanda di padre in figlio, e nelle stesse orchestre si trovano musicisti di ogni età, dai giovanissimi apprendisti agli anziani. La più colossale esibizione di timbila che si ricordi si tenne il 1 luglio del 1939, quando 100 musicisti e 200 danzatori si esibirono all’unisono per salutare l’arrivo in visita del presidente portoghese Carmona. Il presidente ne fu talmente impressionato che volle una piccola orchestra ad esibirsi a Lisbona l’estate successiva.

La tradizione dovette poi attraversare un drastico collo di bottiglia durante la guerra civile del 1975-95: la popolazione chopi residente in Mozambico venne decimata e l’unica orchestra rimasta in attività era quella di Venancio Mbande, emigrato come molti altri chopi in una miniera sudafricana, dove la tradizione veniva portata avanti avvalendosi di strumenti improvvisati nei quali, per esempio, le casse di risonanza erano ottenute con vecchi barattoli anziché con la tradizionale zucca “porongo“.

Tornato a Inhambane nel 1995, l’ora ottuagenario Mbande è i l più famoso suonatore di timbila vivente. Ha fatto due tournée in Europa, e sebbene non sia mai riuscito ad aprire una vera scuola di timbila, negli anni ha istruito almeno 500 tra musicisti e danzatori.

La tradizione della timbila resta comunque in pericolo di estinzione, anche a causa della deforestazione che rende il legno mwenje di sempre più difficile reperimento, e del p roverb ia le d is in te resse de l le nuove generazioni raggiunte dal miraggio del modello occidentale. Di questo pericolo si è fatta carico

l’UNESCO, che nel 2005 ha dichiarato le timbila Patrimonio Immateriale dell’Umanità, promuovendo e finanziando iniziative per la loro conservazione.

Oggi, sebbene sia piuttosto difficile assistere ad un vero concerto tradizionale se non nell’annuale Timbila festival, qualche suonatore non manca mai nel le f requent i feste organizzate per le più disparate occasioni; mentre piccole e rudimentali riproduzioni dello strumento vengono vendute come souvenir ai turisti, e il suono della timbila fa spesso c a p o l i n o n e l l a m u s i c a p o p o l a r e contemporanea non solo mozambicana, incorporato in brani rap, techno o pop.

Dove ascoltare un’orchestra Timbila:

Sicuramente la culla della musica Chopi è il piccolo paese di Quissico, 130 km a nord est di Xai Xai sulla N1, dove, nel mese di agosto, si tiene il già citato Timbila music festival.

www.giornirubati.it

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 45: Poelela magazine n7 hd

�45

Page 46: Poelela magazine n7 hd

�46

Chitima - Mozambico

Foto di Stefano Pesarelli

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 47: Poelela magazine n7 hd

�47

Page 48: Poelela magazine n7 hd

�48

Foto di Elena Del Becaro

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Alla fine del lungo viale Edoardo Mondlane, uno degli assi viari principali della città di Maputo, si trova uno straordinario mercato che, assieme a quello di tutt’altro genere del pesce, vi consiglio assolutamente di visitare. Sto parlando del Mercado de Xipamanine: il più grande e caotico mercato della città. In caso decideste a farlo, suggerisco caldamente di non mostrare macchine fotografiche costose, videocamere, iphone ecc., perché il

Xipamanine alla scoperta della medicina tradizionale

di Elena Del Becaro

Page 49: Poelela magazine n7 hd

�49

luogo è anche noto per essere punto di incontro, scambio e spaccio della criminalità locale. Inoltre Xipamanine è uno dei quartieri più poveri della capitale e andarsele a cercare non mi pare una buona idea. Detto questo, si arriva tranquillamente a Xipamanine in chapa (il tipico furgoncino adibiti al trasporto di persone che si trova un po’ o v u n q u e n e l p a e s e ) . I l m e r c a t o è preannunciato da venditori di verdure di ogni genere, pane, uova sparpagliati sui selciati dei marciapiedi e da gruppi di bambini e ragazzi che, in cambio di  qualche spicciolo, sorvegliano le automobili. Fin da subito si nota la distesa immensa di baracche, allestita in una

landa polverosa dove montagne di vestiti, capulane, ceste, elettrodomestici, pezzi di ricambio, mobili, cibo, cartone riciclato e chi più ne ha più ne metta si accumulano l’una sull’altra. Per capire che cosa nasconda questo gonfio stomaco della città, però, bisogna lasciare le “strade” più grandi e inoltrarsi negli angusti vicoli fra una bancarella e l’altra. Questi intestini sono così stretti da far filtrare solo una luce fioca e ammetto che camminando fra questi banchi senza sapere cosa avrei trovato da un momento all’altro io abbia provato una certa tensione. Perché certo non si può dire che non si venga notati: due soli bianchi che si

Page 50: Poelela magazine n7 hd

�50

aggirano in un luogo frequentato soltanto dai locali non passano certo inosservati, anche se, c’è da dire, Maputo è una città cosmopolita e vi abitano molti Occidentali. Il nostro essere stranieri ci ha fatto guadagnare le attenzioni dei venditori che, sempre molto garbatamente, ci chiamavano a vedere la loro merce. Tuttavia, io e il mio compagno non eravamo lì per fare shopping, ma perché sapevamo che Xipamanine rappresenta la fucina della medicina tradizionale mozambicana.

Dopo aver girato un po’ fra le stupefacenti raccolte di bottiglie di plastica vuote, gli animali da cortile (bizzarramente pitturati ad uso

rituale), le lampadine, i materassi e i banchi gastronomici ci siamo quindi decisi a tornare nella parte più buia e recondita del mercato. Ed è lì che si cela un intero distretto dedicato alle cure tradizionali. A questo punto, consiglierei alle persone particolarmente sensibili di fare un passo indietro. Infatti, su questi banchi, fra la merce ben disposta in ordine, si trova effettivamente di tutto: accanto all’acqua santa di Lourdes, rosari, piccoli Buddha ˗ proprio così! ˗ compaiono pelli di animali, ossa, pietre, erbe essiccate, teschi e altre parti animali anch’esse essiccate, radici, piante, bellissime zucche svuotate del loro contenuto e decorate

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 51: Poelela magazine n7 hd

�51

secondo colori dall’alto valore simbolico, aghi di porcospino, conchiglie a non finire. La cosa non stupisce perché in questo Paese la medicina tradizionale è ancora cosa viva e, a dispetto di quanto si possa pensare, convive pacificamente con la medicina occidentale e con le varie religioni. Il venditore si è comportato con noi come qualsiasi farmacista ed erborista delle nostre città e, sempre in maniera molto gentile, ci ha spiegato (un po’ a gesti, un po’ aiutati dal nostro Portoghese sbocconcellato) l’uso di ogni cosa che abbia catturato la nostra attenzione: un pezzo di incenso per scacciare gli spiriti maligni dalla casa, una zampetta di scimmia per catturare la

buona sorte, amuleti di conchiglie per la fertilità. Hanno colpito la mia attenzione, in particolare, oggetti che sapevo essere ad uso specifico per curandeiros: scettri, polveri varie e caratteristici contenitori di terracotta per mescolare gli ingredienti. Dovete sapere infatti che i curandeiros sono le figure centrali di queste ritualità antiche: volgarmente si potrebbero definire delle specie di sciamani in contatto con gli spiriti ancestrali e della natura a cui fanno ricorso per risolvere malesseri e problemi di vario genere. Il curandero è una figura altamente rispettata nella società mozambicana e un vero punto di riferimento per la comunità: l’anima di un

Page 52: Poelela magazine n7 hd

�52

sistema di salute spontaneo che alle volte rappresenta il solo appoggio concreto in caso di difficoltà.  Le motivazioni per cui la popolazione si rivolge alle sue terapie sono varie: dal malocchio al mal di testa, alla tubercolosi, fino alla gravidanza per cui il medico tradizionale assume un’autentica funzione ostetrica. Presto abbiamo notato che si aggirava fra le bancarelle, a caccia di materiale del suo lavoro, proprio una di queste figure resa riconoscibile dall’inconfondibile parrucca e il gonnellino di pellicce. Portava anche agganciate alla vita delle bellissime boccette ricoperte di corallini variopinti essenziali per svolgere le cerimonie. Solo il curandero conosce la forza e la funzione specifica di ogni singolo ingrediente nelle liturgie necessarie allo svolgimento del suo ruolo. Dopo aver letto qualche saggio specifico sull’argomento ed averne parlato con i miei amici mozambicani, sono giunta alla conclusione che questa figura possa essere assimilata a una sorta di psicologo che ascolta, consiglia e, cosa importante, spesso indirizza verso le cure ospedaliere che a l t r i m e n t i n o n s a r e b b e r o p r e s e i n considerazione. Un aspetto da non sottovalutare è che da tempo i curandeiros, costituiti in associazione, sono molto attivi anche nella sensibilizzazione rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili: non ultima, la piaga dell’AIDS. Non a caso il governo del Mozambico riconosce e autorizza la pratica della medicina tradizionale accanto a quello occidentale. Anzi, a ben guardare, si potrebbe concludere che i l curandero rappresenti un ponte fra tradizione e occidente, che permette alla medicina

convenzionale di farsi ascoltare senza forzare la mano. Accanto al curandero esiste poi un altro personaggio che, ancora in maniera semplificata, si potrebbe dire si occupi di magia nera: il fetiçero. Nel suo caso, è ancor più difficile ottenere notizie. Un fetiçero può e s s e r e u n c u r a n d e r o m a n o n è necessariamente così. Trattandosi di una persona che fa del male, la sua identità rimane segreta. Dal mio punto di vista, la conoscenza di queste affascinanti pratiche è necessaria per avvicinarsi almeno un poco alla straordinaria c o m p l e s s i t à c u l t u r a l e d e l m o n d o mozambicano. Le sue porte, però, sono spesso chiuse agli stranieri, specialmente se solo di passaggio. Ecco perché una camminata a Xipamanine potrebbe rappresentare l'unico modo per gettare un furtivo sguardo dalla serratura. Io, dopo qualche tempo passato a curiosare, ho cominciato ad accusare la vista di tanti animali morti e, confesso, ho sentito la necessità di tornare alla luce. Tuttavia ritengo che una visita a Xipamanine, con le dovute precauzioni, sia indispensabile durante un viaggio non superficiale in Mozambico. Probabilmente, tornando a casa, vi sembrerà di averne carpito qualche segreto o forse sarà stata qualche magia ad aver fatto effetto sul vostro spirito.

www.giornirubati.it

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 53: Poelela magazine n7 hd

�53

Page 54: Poelela magazine n7 hd

�54

Kruger National Park Burchell's Coucal

Foto di Nunzio De Nigris

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 55: Poelela magazine n7 hd

�55

Page 56: Poelela magazine n7 hd

�56

Il Mozambico alla XIV Biennale di Ar-chitettura di Venezia di Fernando Buzi

Si è conclusa domenica, 23 Novembre, la XIV edizione della Biennale di Ar-chitettura di Venezia, una mostra internazionale che serve sia per generare dibattiti su temi relazionati all’esercizio della professione e al suo impatto sulla società, che per esporre opere realizzate dai grandi nomi dell’architettura mondiale.

La Biennale di Architettura di Venezia fa parte della Biennale di Venezia (fon-data nel 1895), che comprende altri cinque eventi che si svolgono in parallelo: Mostra Internazionale di Arte (Biennale di Arte), Festival Internazionale di Mu-sica Contemporanea (Biennale di Musica), Festival Internazionale di Teatro

Dettagio parziale di uno dei pannelli

pag. seguente Visitatori nel padiglione del Mozambico.

Foto di ArchiMoz

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 57: Poelela magazine n7 hd

�57

(Biennale di Teatro), Festival Internazionale di Cine-ma, e Festival Internazionale di Danza Contempo-ranea (Biennale di Danza).

Qui è opportuno riferire che sebbene la Biennale di Venezia abbia più di 100 anni, la categoria di ar-chitettura è relativamente recente: è stata aggiunta nel 1980.

Il tema di quest’anno, curato dal rinomato architet-to olandese Rem Koolhaas, è stato “Fundamen-tals”: uno sguardo sugli ultimi 100 anni dell’ar-chitettura mondiale (1914-2014) con il proposito di far ritornare l’attenzione sull’architettura nel suo complesso invece che sull’architetto, e concentrar-si sulla storia dell’architettura piuttosto che unica-mente sull’architettura contemporanea. Il Mozam-bico, che non aveva mai partecipato prima, ha de-buttato quest’anno. Il battesimo.

E non ci poteva essere miglior tema che “Funda-mentals” per segnare l’entrata del Mozambico nella cattedrale dell’architettura mondiale. È stato un tema che, opportunamente, ha reso difficile che si esaltassero gli architetti, costringendo a guardare l’architettura nel suo insieme.

È certo che il modo di affrontare il tema dipendeva molto dal modo di vedere del curatore di ogni padiglione. E su questo il Mozambico è stato fortu-nato: il risultato del lavoro degli Architetti José For-jaz (curatore) e Vicente Joaquim (vice-curatore) è degno di riferimento.

La partecipazione del Mozambico, intitolata “Ar-chitettura fra due mondi”, comprendeva fotografie esposte in panelli lucenti ordinati in forma di una “S” lungo l’asse centrale del padiglione (per vedere le immagine del concetto, cliccare qui).

Page 58: Poelela magazine n7 hd

�58

Per chi entrava e seguiva verso la sinistra, l’esibizione ci portava in forma cronologica e molto visuale per i 100 anni della storia dell’architettura del paese. E, nel processo, faceva un paragone interessante fra quello che suc-cedeva a livello mondiale in un dato periodo, e quello che veniva prodotto nel Mozambico sugli ambiti urbano e rurale. Molto didattico.

Dal lato posteriore si godeva di una piacevole selezione d’immagini e video che intendeva spiegare senza parole quello che il Mozambico come nazione ha di migliore: l’oceano indiano, la fauna, la cultura, quel tipico sorriso mozambicano… e l’artista Malangatana.

Tutto ciò accompagnato da un sottofondo musicale (del Mozambico, ovvia-mente) che aiutava anche a riempire i vuoti sui lati e sul soffitto del padiglione. Lo spazio a disposizione era un po’ grande per l’opera in esibizione.

È stato anche interessante vedere che gli edifici compresi nei panelli non era-no solo quelli della capitale (Maputo), ma si erano inclusi anche Beira, Queli-

Visitatori nel padiglione del Mozambico.

Foto di ArchiMoz

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 59: Poelela magazine n7 hd

�59

mane, Nampula, Inhaca e Songo, con edifici come il “33 Andares” (33 piani), “Casa dos Bicos” (Casa dei becchi) e “Torres Vermelhas” (Torri rosse).

Se l’esibizione ha peccato di qualcosa, sarà d’un piccolo dettaglio che (sfortunatamente) magari non si è potuto anticipare durante la fase di disegno: stava orientata in senso contrario alla reale di-rezione del flusso di visitatori, obbligando la mag-gioranza dei visitatori a vedere l’esibizione alla rovescia (dalla fine all’inizio). Questo però non è stato grave, visto che la disposizione del materiale in modo cronologico permetteva una lettura sia in senso crescente che decrescente.

Risultava che il padiglione del Mozambico era l’ultimo su un lungo asse di paesi espositori, giusto al lato della Repubblica Dominicana. Per questo motivo, ed anche perché la Repubblica Domini-

cana aveva lasciato aperta la parete adiacente al padiglione del Mozambico, aveva più senso per i visitatori entrare dal padiglione della Repubblica Dominicana, invece che uscire e fare il giro per ac-cedere al padiglione del Mozambico dall’entrata ufficiale.

Sarebbe stato interessante e conveniente avere il panello esplicativo iniziale anche su quell’estremo del padiglione, invece che solo sull’entrata.

Ma sembra che, indipendentemente da questo, la mostra del Mozambico sia stata un successo, e il numero di visitatori ha superato regolarmente le 500 persone al giorno.

Si merita le nostre congratulazioni il gruppo che ha lavorato per fare di questa prima apparizione una realtà.

Page 60: Poelela magazine n7 hd

�60

La domanda che rimane, e questa magari al Commissario (Dr. Joel Libombo) e Vice-Commis-sario (Gilberto Cossa), è che destinazione si vuole dare al materiale prodotto per questa mostra. Ri-mane in Italia? Ritorna in Mozambico? Si getta, o viene riutilizzato?

Sarebbe interessante vedere una o più ripetizioni della stessa esibizione in Mozambico, in modo che gli architetti ed altri interessati che non abbiano po-tuto venire in Italia possano avere l’opportunità di vederla. O, magari, il materiale potrebbe finire come mostra permanente in una delle università del Paese, visto che ha un valore accademico.

Con riguardo alla partecipazione del Mozambico nella Biennale, c’è sicuramente margine di miglio-

ramento, ma è evidente che il Mozambico è entra-to con il piede destro al palco dell’Architettura in-ternazionale. Resta vedere cosa succederà tra due anni, nella XV Biennale di Architettura. Il Mozambi-co sarà presente?

Fernando Buzi è un Architetto mozambicano e abita a Nago, TN.

È fondatore e gestore di ArchiMoz, un progetto dedicato all’architettura del Mozambico.

http://www.linkedin.com/in/fernandobuzi/

http://www.archimoz.com

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 61: Poelela magazine n7 hd

�61

Page 62: Poelela magazine n7 hd

�62

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 63: Poelela magazine n7 hd

�63

Page 64: Poelela magazine n7 hd

�64

wildlife around the lake

Classe: AvesOrdine: PasseriformesFamiglia: PloceidaeGenere: Ploceidae CuvierSpecie: Ploceus subaureus

Foto di Nunzio De Nigris

Wildlife around the lake. Prendendo spunto dalla ricchissima fauna e flora presente nei dintorni del lago Poelela, proveremo a conoscere meglio le singole specie presenti in questa area naturale an-cora intatta.

Ploceus subaureus  (Smith, A, 1839)

Da alcuni giorni gli alberi intorno alla nostra casa in Mozambico, sulle rive del Lagoa Poe-lela nella provincia di Inhambane, sono popo-lati da una miriade di macchie gialle.

Il Tessitore Dorato

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 65: Poelela magazine n7 hd

�65

Foto di Nunzio De Nigris

wild life around the lake

Sono i tessitori dorati (Ploceus subau-reus) in inglese Africa Golden-Weaver (Smith, A, 1839)

Sono dei Passeriformi della famiglia delle Ploceidae.

Il corpo è quasi completamente giallo pal-lido mentre la parte superiore leggermen-te più verde. Quando non sono nella sta-gione dell’amore gli immaturi assomiglia-no alle femmine. I maschi hanno gli occhi rossi, le femmine tendente al marrone.

Vivono in coppie e stormi sul litorale orientale dell’Africa sub equatoriale in Kenya, Malawi, Mozambico, Sud Africa e Tanzania.

Si spostano verso l’interno lungo i fiumi.

L’accoppiamento avviene in canneti e al-beri sul fiume e le lagune, quando non sono nel periodo di accoppiamento si spostano nella boscaglia fluviale e il bo-sco adiacente.

Page 66: Poelela magazine n7 hd

�66

Il Samatenje di Sadjungira seconda parte Liberamente tratto da una vicenda raccontatami da Vasco Galante

di Gianni Bauce tratto da “SOZINHO, Viaggio in Mozambico” Ed. POLARIS

[…] Forse disturbato dal turbinio delle pale, un tiflope (un serpente cie-co che vive abitualmente sotto terra, assolutamente innocuo per l’uomo) uscito dal suo nascondiglio sotterraneo, si muove sinuoso ver-so il gruppo di forestieri. E’ una specie rara che molti di loro non hanno mai visto. Tra di essi c’è anche un giovane studente di erpetologia il quale, vedendo il rettile non sa resistere e afferrandolo dalla coda lo sol-leva per osservarlo. E’ un vero guaio. Quel serpente è l’incarnazione dello spirito di un an-tenato che disturbato dai forestieri è uscito dalla terra in cui riposava

Foto di Gianni Bauce

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 67: Poelela magazine n7 hd

�67

per manifestare il suo disappunto. Toccarlo è un gesto sacrilego e un’offesa agli spiriti. La gente del villaggio si adira e urlando circon-da minacciosa lo studente. Il serpente cade in terra e si allontana. Occorre di nuovo molto tempo, molta pazien-za e un mare di scuse per placare gli animi. Alla fine, un anziano si offre di condurre i fore-stieri dal Samatenje, anche se, afferma, è con-vinto che non li riceverà. Troppi segni funesti hanno accompagnato il loro arrivo. Marciano per alcuni chilometri attraverso la fo-resta per giungere ad una radura in cui sorge una capanna solitaria. -“Il Samatenje dimora lì.”- dice l’anziano –“Non esce quasi mai, perciò aspettate qui. Chiederò udienza per voi.”- Trascorre molto tempo prima che l’anziano esca dalla capanna. Non reca buone notizie. -“Il Samatenje non può ricevervi ora.”- senten-zia. -“Vi chiamerà quando potrà.”- -“E quando ci riceverà?”- vorrebbe domandare l’uomo dell’elicottero, ma è in Africa da troppo tempo per non conoscere già la risposta. Le ore passano lente. Poco alla volta l’acqua finisce e finiscono anche le sigarette, ma non accade nulla. -“E’ il colore rosso, Senhor …”- mormora ri-spettosamente Roberto. L’uomo dell’elicottero non risponde. Sa che il guardiaparco ha ragio-ne, eppure non risponde. Quando il sole scompare dietro il crinale, il vecchio che per tutto il giorno è rimasto sedu-to sotto l’albero, si alza. -“Andiamo.”- sussurra avviandosi sulla strada del ritorno. –“Torneremo domani.”-

Qualcuno trascorre la notte sul velivolo, qual-cun altro trova ospitalità nel villaggio, ma quel-lo dei forestieri è un sonno agitato. Il giorno seguente la delegazione torna alla ra-dura, ma il Samatenje continua a non riceverli, e quando la brezza della sera inizia a soffiare fredda sulla pelle, per gli uomini giunge di nuo-vo l’amaro momento di rientrare. L’uomo del-l’elicottero ha il morale a terra, ma non è abi-tuato a mollare. Tornerà di nuovo l’indomani. -“Senhor”- sussurra ancora Roberto, -“L’elicot-tero è rosso. Il Samatenje non ci riceverà …”- L’uomo sa che il guardiaparco ha ragione, ma ancora non risponde. Un’altra notte, un altro giorno. Un’altra marcia nella foresta. Un’altra lunga attesa, invano. Quando il sole si trova nel punto più alto del cielo, l’uomo dell’elicottero si alza in piedi. -“Roberto ha ragione.”- esclama. -“Torniamo a casa!”- Una settimana più tardi l’elicottero è di nuovo in volo nei cieli della montagna, la vernice blu ha coperto ogni traccia di colore rosso. Gli uomini marciano attraverso la foresta fino alla radura e attendono ancora una volta la convocazione del Samatenje. Trascorre poco meno di un’ora e dalla pe-nombra della capanna la figura di un ragazzo fa capolino alla luce del sole. E’ basso e minuto, porta i capelli acconciati in lunghi dred, indossa una maglietta bianca di qualche taglia più grande e pantaloni neri sen-za orlo, un po’ sfilacciati dove cadono sulle infradito. Non ha certo l’aspetto di un saggio o di una guida spirituale. Non c’è nulla di solen-ne in lui, ma quando alza il braccio e fa segno agli uomini di avanzare si vede subito che è un capo.

Page 68: Poelela magazine n7 hd

�68

Ascolta in silenzio, riflette, chiede spiegazioni. Quando i due si salutano stringendosi la mano, l’uomo dell’elicottero sorride soddisfatto. Ha ottenuto la benedizione del Samatenje e l’assi-curazione che la gente della montagna approverà il progetto. I forestieri lasciano la radura in fila indiana, Roberto è l’ultimo. E’ un uomo di esperienza e i suoi capelli sono quasi grigi, ma quando passa davanti al Samatenje che è soltanto un ragazzo, lo saluta col ri-spetto dovuto alle persone importanti. Quest’ultimo gli tocca la spalla: -“Torna a casa contento Roberto.”- sussurra, -“Oggi è scesa la pioggia.”- Roberto non capisce. E’ piena stagione secca e a Gorongosa in que-sto periodo non piove mai. Quando la libellula d’acciaio si posa nel campo di Chitengo, una folla esultante accoglie il rientro della spedizione.

Foto di Nunzio De Nigris

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 69: Poelela magazine n7 hd

�69

Page 70: Poelela magazine n7 hd

�70

TESTIMONIANZE DAI PROGETTI DI SVILUPPO E COOPERAZIONE TRA ITALIA E MOZAMBICO

Questa rubrica, Ideata da Maddalena Parolin e Isacco Rama, è dedicata alla presentazione delle iniziative di cooperazione tra Italia e Mozambico e alle relazioni solidali tra i due paesi. Sono decine le

organizzazioni che operano coinvolgendo volontari e professionisti in progetti di sviluppo dal nord al sud

del Mozambico, progetti diversi per ambito, dimensioni, caratteristiche, ma tutti accomunati dal desiderio di impegnarsi in un paese giovane ed ancora fragile in tutte le componenti dell'indice di sviluppo umano.

Il programma DREAM in Mozambico

Nella regione di Gaza si moltiplicano gli sforzi contro l’HIV di Mira Gianturco

Fausto Ciccacci è un giovane medico romano che da alcuni anni so-stiene il programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio. Il pro-gramma DREAM è nato nel 2002 in Mozambico e oggi è presente in 10

camminando insieme

Fausto Ciccacci

Foto di Mira Gianturco

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 71: Poelela magazine n7 hd

�71

paesi africani; DREAM è cura dell’AIDS, della malnutrizione, prevenzione materno-infantile, sostegno sociale, sensibilizzazione. Oggi DREAM ha in cura più di 100.000 persone in tutta l’Africa e ha fatto nascere oltre 25.500 bambini sani da donne sieropositive.

D: Fausto, tu sei rientrato da poco in Italia dopo un periodo in Mozambico, com’è andato quest’ultimo viaggio, di cosa ti sei occupato? R: Si, sono stato in ottobre nel paese, in un periodo particolare in cui si sono svolte le ele-zioni generali. Il Mozambico è in grande cresci-ta economica, ma la pace e la stabilità sono

dei punti fondamentali per sostenere questa crescita. La Comunità di Sant’Egidio da mol-tissimi anni sta accompagnando il paese in questo percorso, fin dalle trattative di pace. La salute della popolazione è un aspetto che noi abbiamo voluto porre al centro della nostra at-tività. Oggi il programma DREAM sta cercando di affrontare nuove sfide che coinvolgono la salute globale dei pazienti; la cura dell’AIDS ci ha aperto tante nuove problematiche: la tuber-colosi, la salute materno-infantile, le patologie cardiache croniche, etc… In questo ultimo pe-riodo, insieme ai miei amici di DREAM, abbia-mo lavorato molto proprio su questo discorso

camminando insieme

Page 72: Poelela magazine n7 hd

�72

della tubercolosi, per l’integrazione dei servizi HIV e TB, che è una nuo-va sfida per curare al meglio i pazienti e perderne il meno possibile. La tubercolosi è davvero un problema enorme per il paese, e in grande parte ancora sommerso.

D: Sei stato tante volte in Mozambico, che cambiamenti vedi? R: Si, la prima volta era il 2008, ormai 6 anni fa. Devo dire che questa grande crescita del paese è molto evidente; soprattutto a Maputo, ma anche in altre città del paese si vede che qualcosa sta ripartendo, an-che se più lentamente che nella capitale. Tanti problemi e tanta povertà si vedono ancora per le strade del Mozambico, ma qualcosa si sta muovendo. Soprattutto vorrei sottolineare il fatto che sta crescendo una generazione di Mozambicani che vuole cambiare il proprio paese, Foto di Mira Gianturco

camminando insieme

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 73: Poelela magazine n7 hd

�73

tanti giovani che vogliono lavorare bene e migliorare la situazione. Poi dal punto di vista sanitario alcuni miglioramenti si vedono, anche se len-ti. Le politiche sanitarie nazionali (penso soprattutto alla cura dell’HIV) si sono ormai allineate alle migliori raccomandazioni internazionali, grazie anche a progetti pilota come DREAM che hanno mostrato la fattibilità della cura anche in Africa. Ma accanto a questo, con il miglioramento della situazione economica e soprattutto con l’allungamento della vita, sorgono nuove sfide sanitarie: la comparsa delle patologie croniche, fico a poco tempo fa poco sconosciute per la bassa aspettativa di vita, è ormai una realtà in molti paesi africani. Questo è un problema che va affrontato con dei modelli di cura efficaci, perché ad oggi molti sistemi sanitari africani non sono in grado di sostenere il grande carico che le patologie croniche rappresentano. Penso ad esempio all’ipertensione, Foto di Mira Gianturco

camminando insieme

Page 74: Poelela magazine n7 hd

�74

ai tumori, alle cardiopatie, al diabete. D: Di fronte a questo scenario qual è il contributo che DREAM può dare? R: DREAM rappresenta un modello di cura, che è nato e si è sviluppato per curare l’AIDS, ma vediamo che è un modello valido per molte pato-logie. L’infezione da HIV è stata la prima grande patologia cronica che l’Africa si è trovata ad affrontare e DREAM ha mostrato come curarla con successo; oggi il modello DREAM può essere un’opportunità per i sistemi sanitari. In particolare vorrei sottolineare il coinvolgimento dei pazienti in DREAM; il punto di forza di DREAM è proprio il coinvolgi-mento dei pazienti, di tante donne con HIV, che sono testimoni di gua-rigione, che parlano con gli altri pazienti, spiegano come assumere la terapia, rassicurano circa gli effetti collaterali, sanno entrare nei proble-mi concreti della gente. La sfida di oggi è quella della retention, del te-Foto di Mira Gianturco

camminando insieme

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 75: Poelela magazine n7 hd

�75

nere i pazienti in cura; non solo fare i test HIV, o iniziare il trattamento, ma non perdere nes-suno. In questo DREAM ha ottenuto grandi successi, che vengono raggiunti grazie al lavo-ro di tanti pazienti che si appassionano e vo-gliono aiutare gli altri pazienti. Nel contesto africano le donne sono spesso le più povere, sole con molti figli, a rischio di complicanze per il parto, etc, ma sono anche la chance di suc-cesso dei programmi sanitari, come mostrano le nostre attiviste.

D: Secondo te, di fronte alla crescita economi-ca del paese, ma anche guardando alla gran-de povertà, quale può essere la speranza per il futuro del paese?

R: Il Mozambico sta crescendo, ma è ancora uno dei paesi più poveri del mondo. Da qual-che anno comincia a godere delle risorse energetiche del sottosuolo, ma ancora il bene più prezioso del paese è rappresentato dalla pace, dalla stabilità, che permette di attirare gli investimenti. Questo grande dono, raggiunto con grande fatica (ricordiamo le lunghe trattati-ve a Sant’Egidio), deve essere sostenuto sem-pre più. Pace vuol dire anche salute, ricchezza condivisa, scuola… non si tratta solo dell’as-senza di combattimenti (che pure è necessa-ria). Credo che custodire e costruire questa pace sia la strada per lo sviluppo del Mozam-bico.

camminando insieme

Page 76: Poelela magazine n7 hd

�76

Grazie alla crescita economica in Mozambico - soprattutto a causa di investimenti esteri nel settore delle risorse naturali - il traffico sul ponte Samora Machel è cresciuto sempre più. Principale colle-gamento per i paesi vicini (Malawi e Zimbabwe) il ponte costruito nel 1973, non era più in grado di smaltire il traffico nella città di Tete. Pertanto, il governo del Mozambico nel 2010 ha pubblicato una gara d'appalto per la costruzione di un nuovo ponte vicino alla città.

L'asta, che comprendeva anche il mantenimento di alcune strade per 30 anni, è stata vinta dal consorzio Strade Zambesi. Il consorzio integra Ascendi, Soares da Costa e società Infra-Ingegne-ria. Questo consorzio, a sua volta ha incaricato un consorzio di aziende portoghesi Mota-Engil, Soares da Costa e Opway per la costruzione del ponte e le strade nelle limitrofe. I lavori sono ini-ziati il 1° aprile 2011.

economia

Il secondo ponte di Tete verso i paesi senza sbocco sul mare ora pronti in Mozambico

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 77: Poelela magazine n7 hd

�77

I lavori sono stati completati nel mese di otto-bre 2014. Il Presidente della Repubblica del Mozambico, Armando Guebuza ha inaugurato il ponte il 12 novembre 2014 e ha annunciato allo stesso tempo che il ponte si chiamerà "Kassuende Bridge". Kassuende (Maravia di-stretto, provincia di Tete) era conosciuto come una base militare Frelimo durante la guerra contro i colonizzatori portoghesi.

L'opera, che fa parte della concessione "Nuo-vo Tete Ponte e Strade" è stato progettato per trasportare i mezzi pesanti che attualmente

passano sopra il ponte Samora Machel, che dal febbraio 2015 sarà riservato a veicoli leg-geri e moto.

Il bilancio iniziale per il progetto è stato 105.260.000 € , includeva anche il rinnova-mento di circa 260 chilometri di strade che collegano la città di Tete al confine con lo Zim-babwe, sulla strada per Harare, e con il Mala-wi, a Blantyre.

Il ponte è lungo 715 metri e largo 14,8 metri, si trova circa cinque chilometri a valle del ponte di Samora Machel.

economia

Page 78: Poelela magazine n7 hd

�78

Foto di Stefano Pesarelli

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 79: Poelela magazine n7 hd

�79

Page 80: Poelela magazine n7 hd

�80

O VIVEIRO di Emanuela Bonavolta O Viveiro è un centro di formazione e sviluppo, che si trova a Chitima, nella Provincia di Tete, in Mozambico, realizzato grazie alla collabora-zione tra O Viveiro Onlus Italia e l’omologa associazione mozambicana. Il progetto è nato per accogliere bambine con situazioni di forte disagio sociale e familiare, con l’obiettivo di accompagnarle nel loro percorso scolastico, fino al completamento degli studi secondari.

La formazione scolastica è integrata da corsi e laboratori, che si svol-Foto di Stefano Pesarelli

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 81: Poelela magazine n7 hd

�81

gono quotidianamente nel centro, grazie alla presenza di formatori ed assistenti mozambi-cani e stranieri. La partecipazione diretta alla gestione della “casa” ed alle attività artigianali e produttive, accresce la preparazione delle gio-vani ospiti, favorisce il loro futuro inserimento nel mondo del lavoro e tende all’auto sosten-tamento dell’intera struttura. Le ragazze più grandi stanno già contribuendo alla formazione delle più piccole e, una volta rientrate nelle loro rispettive località di origine, diffonderanno i va-lori e le conoscenze acquisite anche ad altre comunità della Provincia di Tete.

La promozione dello sviluppo femminile (e quindi della maternità e della famiglia), il miglio-ramento delle condizioni di vita e la formazione professionale, umana e morale si stanno rive-lando strumenti efficaci di crescita per l’intera comunità. Il centro è, infatti, aperto a tutti: il mulino per la macinazione dei cereali, il punto vendita dei prodotti agricoli ed artigianali, i cor-si di formazione e le attività sportive rappre-sentano delle attrattive molto forti per le fami-glie e per i bambini dei villaggi.

La speranza di tutti noi, sostenitori e formatori del Viveiro, nonchè del gruppo di ragazze ac-

Page 82: Poelela magazine n7 hd

�82

Foto di Stefano Pesarelli

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 83: Poelela magazine n7 hd

�83

Page 84: Poelela magazine n7 hd

�84

Foto di Stefano Pesarelli

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 85: Poelela magazine n7 hd

�85

Page 86: Poelela magazine n7 hd

�86

colto nel 2011, è quella di poter ospitare ed educare, a partire dal pros-simo anno, nuovi gruppi di bambine, per accendere, direttamente in Mozambico, il “motore” di uno sviluppo equilibrato, aperto alla cura del prossimo, solidale e sempre più propositivo.

www.oviveiro.org Emanuela Bonavolta Responsabile del progetto

Foto di Stefano Pesarelli

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 87: Poelela magazine n7 hd

�87

Fuori dal mondo a Murrebuè: Mozambico selvaggio di Claudia Moreschi

Murrebuè, un puntino minuscolo in mezzo al nulla, dall'alto si vedono solo palme e spiaggia. Nient'altro. Solo il blu del mare, il giallo della spiaggia intervallato qua e là da qualche puntino di verde. Così mi era apparso su Google Maps la prima volta che l'avevo cercato, mossa dalla curiosità. È  in questo angolo di natura selvaggia, completamente fuori dalla civil-tà, che mi ha portato il mio viaggio nel nord del Mozambico. Un paese immenso, sterminato e in gran parte dominato da una natura inviolata, Foto di Claudia Moreschi

Page 88: Poelela magazine n7 hd

�88

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Foto di Claudia Moreschi

Page 89: Poelela magazine n7 hd

�89

un paese dove il turismo di massa non è ancora arrivato (e dove spero non arrivi mai, anche se la vedo dura), dove la lingua portoghese che si incontra con l'africanità rende tutto più dolce, più familiare.Il Mozambico è un'Africa diversa, molto affascinante. È un'Africa che non ti sembra Africa. Lasciamo alle nostre spalle Pemba, che, anche se capitale della pro-vincia di Cabo Delgado e principale punto d'appoggio del Mozambico del nord (c'è anche l'aeroporto, meta obbligata per chi vuole andare alle Quirimbas), non è molto di più che una sonnacchiosa località di mare. Spiagge, qualche ristorante, qualche diving center, qualche bot-tega in cui acquistare oggetti di artigianato locale. Nulla di più.

Il nostro tassista abbandona la strada principale, l'unica asfaltata, e ben presto ci troviamo a percorrere delle strade brulle, sconnesse, irrime-Foto di Claudia Moreschi

Page 90: Poelela magazine n7 hd

�90

diabilmente dissestate. Forse era meglio un 4x4? Il tassista saprà dove stiamo andando? Ma soprattutto: dove stiamo andando? Sono tante le domande che ci frullano in testa in quel momento, l'emozione è forte. Stiamo an-dando verso un posto unico, me lo sento.La strada ben presto non esiste più, cede il passo solo a solchi sabbiosi e palme. Dritto davanti a noi una mandria di smilze mucche che ci guardano perplesse. Ok, siamo ufficial-mente usciti dalla civiltà. In un mix di inglese (che il tassista parla a malapena), portoghese (di cui mastichiamo solo qualche parola) e ita-liano, cerchiamo di capire se sa dove stiamo

andando. Lui ci rassicura. La strada in effetti è quella giusta. Poco più avanti un cartello (o meglio una scultura in legno decorata con conchiglie) indica il nostro lodge. Ci siamo quasi. Che posto fantastico il nostro lodge. Una manciata di bungalow in paglia, proprio davan-ti all'oceano, tra palme altissime e vegetazione tropicale. Qui ci vivono Emma e George, una coppia francese che ha creato - è proprio il caso di dire "dal nulla" - e gestisce questo ecolodge semplice ma meraviglioso, in perfet-ta sintonia con l'ambiente che lo ospita.

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 91: Poelela magazine n7 hd

�91

Siamo gli unici ospiti. Cosa facciamo tre giorni a Murrebuè? Al mattino la marea è incredibil-mente bassa. Possiamo camminare per centinaia di metri in direzione del mare aperto. Tra la sabbia bianchissima rigoli di acqua di mare, az-zurrissima, qualche conchiglia e ciuffi di alghe tra cui si annidano le stel-le marine. Il paesaggio è incredibile, quasi lunare, i contasti di colore sono fortissimi. Mai prima d'ora mi era capitato di trovarmi in uno sce-nario così suggestivo. È struggente.La mattina, quando la marea è bassa, le donne e i bambini dei villaggi vicini si affaccendano con reti e secchielli per raccogliere i piccoli mollu-schi che restano intrappolati nella sabbia. Stiamo con loro, scambiamo qualche parola, seguiamo i loro gesti e partecipiamo alla raccolta.

Page 92: Poelela magazine n7 hd

�92

Quirimbas Immagini di Gianluca Massera

Questo viaggio virtuale cerca di raccontare uno dei luoghi con maggior fascino del Mo-zambico.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 93: Poelela magazine n7 hd

�93

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

Page 94: Poelela magazine n7 hd

�94

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 95: Poelela magazine n7 hd

�95

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

Page 96: Poelela magazine n7 hd

�96

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 97: Poelela magazine n7 hd

�97

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

Page 98: Poelela magazine n7 hd

�98

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 99: Poelela magazine n7 hd

�99

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

Page 100: Poelela magazine n7 hd

�100

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014

Page 101: Poelela magazine n7 hd

�101

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

Page 102: Poelela magazine n7 hd

�102

Quirimbas© gianlubox80

Malesuada quis, egestas quis, wisi. Donec ac sapien. Ut orci. Duis ultricies, metus a feugiat porttitor, dolor mauris convallis est, quis mattis lacus ligula eu augue. Sed facilisis. Morbi lorem mi, tristique vi-tae, sodales eget, hendrerit sed, erat lorem ipsum dolor.

P O R T F O L I O

Quirimbas© gianlubox80

POEL

ELAM

AGAZ

INE

13 d

icem

bre

2014