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Guida al Bullo 2.0” II edizione Guida al Bullo 2.@ Finas Bullo 2.@ Istruzioni per l’uso Vademecum per affrontare il bullismo a scuola Poche ma Buone: 10 regole per affrontare il bullismo 10 Regole per affrontare il fenomeno 1) Uno sguardo sul Bullismo: “Fenomeno in evoluzione con gli strumenti della rete” 2) Conoscere il diverso per comprendere se stessi: “ i rischi del bullismo 2.0” Micol Meghnagi responsabile progettuale F.I.N.A.S 3) I consigli degli esperti: Psicologo Dott. Alessandro Filoni Uno sguardo sul Cyberbullismo Dott. Edoardo Becattini Bullismo e anonimato in rete, sfatiamo qualche mito A cura dell’Avvocato Giuliano De Luca Studio Legale De Luca Il bullismo: analisi normativa e conseguenze giuridiche: Parte I Avv. Massimo Rosica studio legale commerciale Civilex Parte II Avv. Giuliano De Luca studio De Luca 4) Indirizzi Utili L’associazione culturale studentesca FutureIsNow F.I.N.A.S ha da sempre tra la sue mission anche la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyber bullismo, impegnata a livello nazionale a diffondere una cultura preventiva tra studenti e famiglie.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

Guida al Bullo 2.@ Finas Bullo 2.@ Istruzioni per l’uso

Vademecum per affrontare il bullismo a scuola

Poche ma Buone: 10 regole per affrontare il bullismo

10 Regole per affrontare il fenomeno

1) Uno sguardo sul Bullismo: “Fenomeno in evoluzione con gli strumenti della rete”

2) Conoscere il diverso per comprendere se stessi: “ i rischi del bullismo 2.0” Micol Meghnagi

responsabile progettuale F.I.N.A.S

3) I consigli degli esperti:

Psicologo Dott. Alessandro Filoni

Uno sguardo sul Cyberbullismo Dott. Edoardo Becattini

Bullismo e anonimato in rete, sfatiamo qualche mito

A cura dell’Avvocato Giuliano De Luca Studio Legale De Luca

Il bullismo: analisi normativa e conseguenze giuridiche:

Parte I Avv. Massimo Rosica studio legale commerciale Civilex

Parte II Avv. Giuliano De Luca studio De Luca

4) Indirizzi Utili

L’associazione culturale studentesca FutureIsNow F.I.N.A.S ha da sempre tra la sue mission anche

la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyber bullismo, impegnata a livello

nazionale a diffondere una cultura preventiva tra studenti e famiglie.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

Le nostre mission:

Sensibilizzare la società e gli studenti sul tema del bullismo e del cyberbullismo

Promuovere educazione a comportamenti corretti in strada sia come conducente di mezzi

che come pedone

Collaborazioni con Enti, Ministeri, Associazioni, Circoli, Comunità montane,Aziende,

Fondazioni.

Promuovere e valorizzare l’apprendimento del linguaggio di programmazione (coding)

Promuovere e valorizzare l’apprendimento con strumenti di didattica innovativi

Dialogare con gli stakeholder privati che s’impegnano contribuendo al welfare del paese

Valorizzare il sistema d’istruzione italiano

Promuovere e valorizzare l’apprendimento del linguaggio di programmazione (coding)

Promuovere l'alternanza scuola-lavoro

Collaboriamo con tutte le realtà dinamiche del paese che integrano il caring people con il welfare

valorizzando i giovani ed il loro talento, crediamo nel paese dove siamo nati, nel paese che ci ha

accolto, che ci ospita, orgogliosi della nostra nazione #Italywhynot Non importa, l’importante è non

aspettare il futuro ma anticiparlo, perché il futuro è ora e ci siamo anche noi a costruirlo!

#sharethefuture

“Il Bullismo è un fenomeno in continua evoluzione, gli studenti non devono essere allarmati ma

devono essere consapevoli che le loro azioni possono cambiare la vita di un loro coetaneo,

influenzandoli durante una delle fasi più importanti della loro vita quali l’infanzia e l’adolescenza.

Secondo il Rapporto 2016 del Censis ( http://www.censis.it/home) il 52,7% degli studenti di età

compresa tra 11-17 anni, nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o

violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più

giovani (11-13 anni). Sulla rete le ragazze sono oggetto in misura maggiore degli attacchi da parte

dei cyberbulli, un fenomeno che continua a crescere, serve agire!”

Vittorio Di Vincenzo Presidente Nazionale Future Is Now F.I.N.A.S

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

Guida al Bullo 2.@ Finas Poche ma buone 10 regole per affrontare il bullismo a scuola :

1 RISPETTO

Lo scherzo è bello quando dura poco, non prendere in giro i tuoi compagni, amici, coetanei. Anche

se ognuno è diverso, la prima regola è il rispetto. Pensa se fossi tu la vittima.

2 DIALOGO

Se sei vittima di episodi di bullismo, o qualcuno ti riferisce di essere stato vittima, parlane.

3 SEGNALA

Se una o più persone compiono atti di bullismo, segnalalo immediatamente ai tuoi maestri, professori

e parlane in famiglia, Se in famiglia non ti ascoltano, a scuola non ti aiutano rivolgiti al telefono

azzurro e dialoga con loro raccontando quanto successo. Non chiuderti in te stesso, affronta il

problema confrontandoti con chi può aiutarti!

4 REAGISCI

Quando ti prendono in giro uno o più compagni/e reagisci e rispondi con consapevolezza e

responsabilità. Se gli atti continuano per più tempo parlane con i tuoi genitori e con i tuoi insegnanti.

Se gli atti di bullismo diventano ripetutamente violenti, se ti prendono in giro sui social network, se

in più mesi ti rubano la merenda o materiali di tua proprietà (azioni ripetute nel tempo), dopo averne

parlato con la tua famiglia e la scuola se non risolvi rivolgiti alle autorità giudiziarie quali Carabinieri

per gli atti di bullismo e Polizia di Stato per reati Cyberbullismo

Non devi vergognarti a volte è necessario chiedere aiuto per risolvere problemi.

5 VIOLENZA: NO GRAZIE

Se uno o più persone compiono atti ripetuti di bullismo colpendoti, con violenza (calci, pugni,

schiaffi) difenditi , ma non diventare violento anche tu compiendo atti di bullismo verso altri più

deboli o aspettando il momento giusto per vendicarti. La violenza non porta da nessuna parte, non

risolve niente, “occhio per occhio, dente per dente” NO GRAZIE!

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

6 #BE SOCIAL #BE RESPECT

Usa i social network in maniera responsabile e rispettosa per comunicare con i tuoi amici.

Non “taggare” in continuazione tutti i tuoi compagni, non parlare male di loro, non caricare video

7 INCLUSO NON DIVERSO

Se vedi un tuo coetaneo escluso dai giochi, dalle attività che fate, coinvolgilo, anche se può

sembrarti diverso. #diversononescluso

8 PENSA PRIMA DI AGIRE

Cosa succede se compio quel gesto? Rubo la merenda? Diffondo immagini imbarazzanti o con

contenuti espliciti del mio fidanzato/a o dei miei compagni in rete? Se faccio scherzi telefonici ad un

mio compagno continuamente?

Prima di compiere certe azioni, pensa, rifletti e poi agisci. Certe azioni se gravi comportano delle

violazioni della legge, e si è perseguibili.

9 SCONFIGGI IL BULLISMO

Sceglie di sconfiggere il bullismo nella tua classe, create con la tua maestra o professoressa la: “Carta

dei Valori di Classe” un manifesto da appendere in classe dove v’impegnate al rispetto reciproco, il

rispetto è un VALORE PER LA VITA

10 FORMULA LA TUA REGOLA!

Formula la tua regola per sconfiggere il bullismo, crea tu la decima regola della guida ed inviala

all’indirizzo: [email protected]

le migliori verranno caricate sulla nostra pagina Facebook.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

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Uno sguardo sul Bullismo: “Fenomeno in evoluzione con gli strumenti

della rete”

Secondo il Rapporto 2016 del Censis ( http://www.censis.it/home) il 52,7% degli studenti di età

compresa tra 11-17 anni, nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o

violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più

giovani (11-13 anni).

Non c'è da spaventarsi, infatti essere vittima di episodi di bullismo anche una sola volta non vuol dire

che il fenomeno è dilagante, infatti il 20% è bullizzato ed il 9% è vittima di bullismo con cadenza

settimanale, quindi il fenomeno c'è , ed è presente ma effettivamente solo nel 10% dei casi risultano

effettivi episodi di bullismo.

Il termine "Bullismo" secondo le definizioni dell'Oms (organizzazione mondiale della sanità),

Ministero della Salute e Direzione Generale per lo studente del Ministero della pubblica Istruzione è

: " un episodio ripetitivo negli ultimi 6 mesi da parte di un gruppo di giovani che creano una

vittimizzazione del soggetto”.

Skuola.net ha intervistato oltre 15mila ragazzi per la campagna educativa "Una vita da social" che la

Polizia postale porta avanti da tempo rivela che una vittima su 3 denuncia la presenza femminile tra

gli aggressori.

Positivo il rapporto con la famiglia, in media infatti il 42% delle vittime di bullismo si confida con i

genitori. Per arginare questo fenomeno che si sta ampliando con l'era di internet non solo in Europa,

prendendo appunto nuove forme come il cyberbullismo, è intervenuta anche l'Unione Europea,

proponendo di alzare i limiti di età per iscriversi ai social Network.

Ancora oggi il fenomeno è in continua diffusione anche nelle scuole elementari e medie, serve

informare i genitori sensibilizzandoli al tema, affinché possano intervenire e con le Istituzioni per

affrontare i fenomeni.

Segretario Nazionale F.I.N.A.S Filippo Pompei.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

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Conoscere il diverso per comprendere se stessi

I rischi del bullismo 2.0

Bullismo e Cyberbullismo

Ogni giorno avvengono migliaia di episodi di bullismo e quotidianamente pubblicati migliaia di

articoli in cui viene denuncia la crescita esponenziale di questi fenomeni di violenza. Ciò appare

evidente in molti articoli come quelli che escono su quotidiani nazionali, ma si tratta davvero di un

fenomeno in crescita ?

Oppure è un fenomeno instabile, e non per forza ascendente, che può aumentare e diminuire come,

per esempio, la criminalità? E poi si tratta di un fenomeno recente ?

Quando nessuno ne parlava apertamente, o meglio, quando i media non ne parlavano esisteva

comunque ?

Lo stesso termine “bullismo” è recente; coniato nel nel 1993 da Farrington. Esso deriva dalla parola

inglese “bullyng”

Eppure anche la letteratura ha contribuito a raccontare storie di sopraffazione, esclusione , prepotenza

e quindi di bullismo, pur non esistendo ancora il termine esatto per cui noi oggi indichiamo questo

fenomeno. Già Verga, quando scrisse “ Rosso Malpelo” parlava di una storia di

bullismo. Non a caso, il vero nome di di Malpelo non è Malpelo: è un soprannome, un nomignolo

che gli hanno affibbiato a causa del suo caratteraccio. Malpelo è una vittima del bullismo, viene

escluso e preso in giro dai suoi compagni, accetta punizioni senza protestare ma, ancora prima di

riceverle, è pronto a vendicarsi con triplicata crudeltà. Malpelo sceglie la via sbagliata, diventando

egli stesso un bullo.

Il bullismo è figlio della noia. Non trovare il senso alla propria esistenza porta il bullo a trasformare

gli altri nell’oggetto del proprio fallimento interiore

Secondo ciò che dimostrano alcune importanti ricerche (Usa Student Reports of Bullying and Cyber-

Bullying: Results From the 2013 School Crime Supplement to the National Crime Victimization

Survey , Student Reports of Bullying and Cyber-Bullying: Results From the 2013 School Crime

Supplement to the National Crime Victimization Survey, Usa, THE STATE EDUCATION

DEPARTMENT / THE UNIVERSITY OF THE STATE OF NEW YORK OFFICE OF

SCHOOL INNOVATION STUDENT SUPPORT SERVICES“Amended Dignity for All Students

Act Student Discrimination, Harassment and Bullying Prevention and Intervention”)

soltanto quando il bullo comincia a sviluppare interessi reali per la vita tende ad attenuare o

,addirittura, a far scomparire il proprio atteggiamento aggressivo nei confronti dell’altro.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

L’età giovanile è fondamentale. Se si struttura la propria adolescenza nell’azione bullista il rischio è

che entri a far parte e diventi un aspetto del carattere della persona, trasformandosi così in micro-

criminalità o in vera e propria criminalità.

Di fatto è importante anticipare questi possibili sviluppi, intervenendo prima che si strutturino.

Il bullismo è certamente un fenomeno psicologico, dovuto alle caratteristiche psico -sociali della

persona, ma trova, se non una legittimazione, una mancanza di argine nella società.

La società ha, in questo caso una doppia responsabilità. Da una parte non stigmatizzare nell’età

dell’adolescenza certi comportamenti, dall’altra intervenire in modo fermo e costruttivo. Occorre,

quindi , trovare la giusta misura tra la repressione e la difesa delle vittime e il recupero del disagio. Il

bullismo è un abuso di potere ripetuto nel tempo, in cui il bullo prevarica la vittima condizionando la

sua vita privata e sociale. Gli atti di bullismo si manifestano con la prevaricazione di una persona,

con il suo isolamento, con il suo spavento, con la sua intimidazione. Il bullismo ha il suo interno

molteplici sfumature.

Esiste il bullismo di esclusione, dove la vittima è interna al gruppo e viene umiliata e perseguitata in

quanto considerata “ diversa” dal modello identitario e culturale prevalente nel gruppo.

Esiste il bullismo di inclusione, dove le vittime sono i più piccoli che, per essere ammessi nel gruppo,

devono sottoporsi a persecuzioni “ ritualizzate”. Infine, esiste il bullismo persecutorio, dove entra in

gioco la leadership del gruppo (della banda) che designa la vittima in maniera per lo più casuale. Il

bullismo ancora si può manifestare in modo “diretto” e “ indiretto”.

Il bullismo diretto è un bullismo fisico. Esso consiste nel spingere, picchiare, insultare, minacciare

gli altri. Il bullismo indiretto , invece, si gioca su un piano psicologico, meno visibile e più difficile,

quindi, da individuare.

Il fenomeno del bullismo ha come protagonisti non solo l’oppressore e la vittima ma anche gli

spettatori. Il bullo si giova della zona grigia, ovvero di tutte quelle persone che per vigliaccheria,

compiacenza, paura di divenire la “ prossima vittima” o indifferenza non denunciano e non si

schierano con il più debole.

Questa zona grigia è ancora più forte nel bullismo digitale, o meglio, cyberbullismo. Mentre la

visibilità alimenta il bullo tradizionale, nel cyber bullismo entra in gioco l’invisibilità.

Negli ultimi quindici anni l’evoluzione tecnologica è stata pervasiva e capillare, portandoci ad un

vero e proprio cambio di paradigma culturale , ad una rivoluzione mentale prima ancora che

tecnologica; ad un mentalità reticolare. La rete però presenta anche il suo lato oscuro. Infatti, la

familiarità dei giovani verso le nuove tecnologie non li ha resi anche

più consapevoli delle potenzialità distruttive del mezzo. Basti pensare alla poca attenzione alla

privacy, alla facile confidenza data agli sconosciuti e all’inevitabile cyber bullismo.

Il termine cyber bullismo fu coniato dall’educatore Bill Belsey nel 2002, e ripreso nel 2006 da Peter

Smith, che definì il cyber bullismo come “ un atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo

o gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo contro

una vittima che ha difficoltà a difendersi” ( Smith, 2008).Con il termine cyber si intende tutto ciò che

è elettronico e che ha una diffusione virale. Ed è proprio quest’ultima caratteristica a creare

un’angoscia distruttiva nella vittima ed una incapacità di far fronte ad un sentimento profondo di

vergogna e esposizione al collettivo.

A differenza che nel bullismo tradizionale, nel cyber bullismo è più difficile intervenire: il web non

è controllabile.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

I testi e le immagini volgari e minacciose rimangono indelebili difficili da cancellare. Le calunnie e

le offese si diffondono a macchia d’olio tramite le mail,le chat, i blog e i social network.

Esistono diverse tipologie di cyberbullismo. Tra queste è importante segnalare le più comuni e

diffuse:

Il flaming è un violento litigio on line con uso di linguaggio volgare,

l’harassment è una molestia ripetuta, la denigrazione è una sorta di gogna pubblica, di pettegolezzo

crudele e offensivo che danneggia l’immagine della persona.

Il cyberstalking arriva fino alle minacce fisiche e la vittima inizia ad avere una vera e propria paura

fisica e psicologica, l’outing estorto è la registrazione fatta in un clima di fiducia di confidenze private

pubblicate poi sui social network o sui blog o sui gruppi. In questo caso si aggiunge anche il

tradimento. Un caso tipico del bullismo digitale è il vero e proprio furto d’identità con il quale creare

le situazioni più incredibili che colpiscono però sempre la vittima

Il Sexting l termine “sexting”, deriva dall’unione delle parole inglesi “sex” (sesso) e “texting”

(pubblicare testo).Si può definire sexting l’invio e/o la ricezione e/o la condivisione di testi, video o

immagini sessualmente esplicite/inerenti la sessualità. Spesso sono realizzate con il telefonino, e

vengono diffuse attraverso il telefonino stesso (e-mail, facebook, whatsapp) spesso tali immagini o

video, anche se inviate ad una stretta cerchia di persone, si diffondono in modo incontrollabile .

L’invio di foto che ritraggono minorenni al di sotto dei 18 anni in pose sessualmente esplicite

configura, il reato di distribuzione di materiale pedopornografico.Secondo il rapporto Ipsos 2014 per

Save The Children i social network rappresentano la modalità d’attacco preferita dal bullo (61%) ,

che colpisce la vittima attraverso la creazione di un gruppo “ contro” ( 57%) o la diffusione di

immagini e foto denigratorie (59%)C’è poi il fenomeno del furto di messaggi privati e foto private

rese pubbliche (48%) e la diffusione di notizie false sulla vittima (58%). Il bullismo è inoltre

considerato dal 69% dei minori italiani intervistati come un problema più grave della droga, dell’alcol

e della possibilità di ricevere molestie da un adulto. Il cyberbullismo secondo i ragazzi ha

conseguenze sul rendimento scolastico (38%), sui rapporti sociali (65%) e può portare a conseguenze

sulla salute come ansia e depressione. Se le caratteristiche essenziali del cyber bullismo non

differiscono dal bullismo tradizionale, le conseguenze sono più gravose per il numero di persone

coinvolte e per la forza pervasiva e capillare del messaggio mediatico. Non è da sottovalutare anche

la dipendenza dal web sia per la vittima sia per il carnefice innestando così una spirale difficile da

combattere.Le soluzioni non sono semplici, la strada è quella dell’ascolto, dell’educazione e della

comunicazione ma anche d’interventi legislativi. Dove esiste autostima e consapevolezza di sé, il

bullismo non riesce ad attecchire.

Micol Meghnagi

responsabile progettuale F. I. N. A. S

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I consigli dell’esperto: Psicologo Dott. Alessandro Filoni

CHE COSA È IL BULLISMO

azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino/adolescente,

definito “bullo” (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro bambino/adolescente percepito

come più debole, la vittima.

Secondo le definizioni date dagli studiosi del fenomeno , uno studente è oggetto di azioni di

bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto,

ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto deliberatamente da uno

o più compagni.

Non si fa quindi riferimento ad un singolo atto, ma a una serie di comportamenti portati avanti

ripetutamente, all’interno di un gruppo, da parte di qualcuno fa o dice cose per avere potere su un’altra

persona

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEL BULLISMO ?

i protagonisti sono sempre bambini o ragazzi, in genere in età scolare, che condividono lo stesso

contesto, più comunemente la scuola;

gli atti di prepotenza, le molestie o le aggressioni sono intenzionali, cioè sono messi in atto dal

bullo (o dai bulli) per provocare un danno alla vittima o per divertimento;

c’è persistenza nel tempo: le azioni dei bulli durano nel tempo, per settimane, mesi o anni e sono

ripetute;

c’è asimmetria nella relazione, cioè uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la

subisce, ad esempio per ragioni di età, di forza, di genere e per la popolarità che il bullo ha nel

gruppo di suoi coetanei;

la vittima non è in grado di difendersi, è isolata e ha paura di denunciare gli episodi di bullismo

perché teme vendette

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

COME POSSO DIFENDERMI DAL BULLISMO ?

PER I RAGAZZI

Quando il bullo vuole provocarti, fai finta di niente e allontanati. Se vuole costringerti a fare ciò che

non vuoi, rispondi "NO" con voce decisa; Se gli altri pensano che hai paura del bullo e stai scappando

da lui, non preoccuparti.

Ricorda che il bullo non può prendersela con te se non vuoi ascoltarlo;

Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che

vuole però poi raccontalo subito ad un adulto;

Subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli

insegnanti, con il tuo medico. Non puoi sempre affrontare le cose da solo!

Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto. Questo non è fare la spia ma

aiutare gli altri. Potresti essere tu al suo posto e saresti felice se qualcuno ti aiutasse!

COME POSSO DIFENDERMI DAL CYBERBULLISMO?

Non dare informazioni sul vostro nome, cognome, indirizzo, numero di telefono a persone

conosciute via internet.

Non fissate incontri con persone conosciute via internet.

Non mandate MAI foto senza il permesso dei vostri genitori.

Parlate con i vostri genitori se vedete qualcosa su internet che vi fa sentire a disagio o vi spaventa

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

COME POSSO DIFENDERMI DAL BULLISMO?

PER I GENITORI

Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna:

Aumentare la loro autostima

Incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità

Stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi

Saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità

Comunicare in modo sincero

Essere capace di identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri Comportamenti

Prendere esempio da ciò che si vede a casa

I SEGNALI DI CHI È VITTIMA DEL BULLISMO

Trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati

Fare frequenti richieste di denaro

Essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola

Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti

Raccontare di non avere nessun amico

Rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

Uno sguardo sul Cyberbullismo

A cura del Dott. Edoardo Becatttini Social Media Manager

Nel giugno 2015, Umberto Eco dedicò ai social network e ai comportamenti che teniamo sul web il

suo intervento per il conferimento della Laurea Honoris Causa in Comunicazione dell’Università di

Torino. Durante la sua lectio dichiarò: “Nei gruppi con più di cinquanta persone, quelli che si

espongono di più sono sempre gli imbecilli. Oggi i social media danno diritto di parola a legioni di

imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività”.

Il discorso era rivolto principalmente contro le cosiddette post-verità della rete, i proclami aggressivi

e retorici che hanno più capacità di incidere sull’opinione pubblica dei fatti documentati. Ma le sue

parole coglievano bene la portata dirompente e gli effetti negativi che oggi le azioni violente compiute

anche con leggerezza e ingenuità sono capaci di generare. Fra le quali, ovviamente, anche il

cyberbullismo.

La differenza fra un bullo e un cyberbullo non è solo nel fatto di agire online invece che a scuola o in

un parcheggio, ma riguarda tutti i meccanismi di attacco e di difesa garantiti dai network, come il

fatto che gli aggressori possono agire nell’anonimato, nascondersi dietro un avatar e uno pseudonimo,

e che messaggi e contenuti possono raggiungere un pubblico molto più vasto di quello composto dai

diretti interessati e il potenziale anonimato degli aggressori. L’aggravante è che le nuove tecnologie

e i social network hanno reso “più creativi” i bulli, dandogli strumenti più potenti e longevi per far

male, umiliare e danneggiare qualcuno.

Dopo aver raggiunto la popolarità grazie alla possibilità di scoprire dettagli e informazioni sugli altri,

Facebook è diventato col tempo il social network più utilizzato al mondo grazie alla possibilità di

offrire un’interazione infinita, un continuo botta e risposta fra utenti a colpi di messaggi, di foto, di

video e soprattutto di like. Questa possibilità, unita alla sensazione di sentirsi protetti da uno schermo,

è degenerata con fin troppa facilità. Ma quello che forse non sappiamo è che, di fronte ad atti di

violenza, i principali social network hanno interesse ad agire e comportarsi agire più come i gestori

di un (grande) bar e i sindaci di un (enorme) villaggio che come i boia in una pubblica gogna.

Se esiste davvero qualcosa di “social” nei social network, questa è sicuramente la volontà di tenere i

profili di tutti attivi e contenti, che si traduce in un’interazione fra utenti viva, libera e rispettosa. Per

questo col tempo i social network hanno iniziato a creare forme di sensibilizzazione e di denuncia per

sconfessare ed eventualmente sanzionare certi comportamenti.

Motivato dal pubblico più ampio nel mondo e, per questo, da una maggiore responsabilità nei

confronti dei suoi utenti, Facebook è uno dei social più impegnati contro un cattivo utilizzo. Per far

fronte a questo problema, ha sviluppato un documento e una pagina apposita chiamata Community

Standards. Si tratta di un breve decalogo di regole e buone pratiche fra cui compaiono principi sulla

libera espressione e il rispetto della persona e disincentivi contro gli attacchi e l’anonimato. Su

Facebook sono richiesti nomi veri e contenuti nei limiti della pubblica decenza e la policy prevede la

rimozione dei contenuti denunciati e la sospensione o la restrizione per i casi più gravi o gli utenti più

recidivi.

Oltre a queste norme generali, i Community Standards forniscono una serie di consigli utili per

affrontare la situazione in caso di attacco ripetuto e mirato sul web: dalla possibilità di attivare il

controllo dei tag e decidere dove e come comparire sulle bacheche degli altri a come e quando è

meglio denunciare un post.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

A questo proposito, è importante sapere che un contenuto può essere denunciato da ogni singolo

utente, se questo ritiene che offenda la sua sensibilità, compilando un breve formulario in cui si

espongono i motivi dell’offesa. Facebook è molto attento a non scontentare tutti i suoi utenti e fornisce

anche uno specifico range di risposte per lenire lievemente i possibili danni dell’offesa, come “Prova

a contattare l’autore del post offensivo e a spiegargli i motivi per cui ti ha ferito”. Oppure “Parlane

con un adulto di fiducia e confidati con loro”. Questo progetto, creato in partenariato con il Centro

per l’intelligenza emotiva dell’Università di Yale, si chiama Bullying Prevention Hub ed è una

specifica sezione del social network sviluppata per adolescenti, genitori ed educatori che offre una

pianificazione per punti con consigli, suggerimenti e numeri di natura psicologica.

Rimane il fatto che la rabbia e l’aggressività sono sentimenti che appartengono al carattere del genere

umano con modalità che una macchina non potrà mai sconfiggere in maniera definitiva. E tuttavia gli

algoritmi che muovono i nostri social network sanno molte più cose di quello che pensiamo ed è

probabile che un giorno sappiano anche riconoscere in anticipo l’offesa, prevenirne la pubblicazione

e, perché no, curare il danno un po' più agilmente lavorando per lo sviluppo dell’empatia.

In sostanza, se è vero che la tecnologia ha reso il bullismo più efficace è anche vero che sta lavorando

per svilupparne gli anticorpi e porre un freno alla parte più dannosa della sua “viralità”. Se certi

comportamenti, come abbiamo visto con Eco, esistono anche al di fuori del web, la tecnologia può

fare la differenza per fare del mondo dei social network una visione alternativa non per forza peggiore

dei nostri peggiori soprusi.

Bullismo e anonimato in rete, sfatiamo qualche mito

A cura dell’Avvocato Giuliano De Luca Studio Legale De Luca Sorrento (Na)

Troppo spesso, lo schermo di un dispositivo informatico, sia esso un pc, un tablet o uno smartphone,

viene assimilato ad uno scudo, una sorta di mantello invisibile, in grado di proteggerci e renderci

anonimi. Questa falsa convinzione è estremamente pericolosa, occorre sapere che anche l'utilizzo dei

sistemi più sofisticati non potrà mai garantire al 100% l'anonimato in rete.

Questa considerazione va vista sotto un doppio profilo, come cyberbullo e come vittima di atti di

bullismo:

chi compie atti di bullismo tramite gli strumenti informatici, deve essere consapevole che le

attuali tecnologie consentono la possibilità di risalire agli “autori”, e che tutto ciò che viene

immesso in rete difficilmente può essere cancellato. Quindi utilizzare account email di

fantasia, o profili facebook “fake” serve davvero a poco o nulla se commettete attività illecite;

chi è vittima di atti di bullismo, invece, non deve lasciarsi scoraggiare dal fatto che gli autori

non siano immediatamente identificabili. Se siete stati presi di mira, ma non riuscite da soli

ad identificare gli autori, non demordete, raccogliete più informazioni possibili e presentate

una denuncia alla polizia.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

IL BULLISMO ANALISI NORMATIVA E CONSEGUENZE GIURIDICHE

Parte I

I consigli dell’esperto: Avvocato Massimo Rosica studio legale commerciale Civilex Roma

Pochi ma buoni, pareri legali sulle azioni derivanti dal fenomeno del bullismo

Per inquadrare correttamente il fenomeno del bullismo in ambito normativo ed individuare le

modalità per far valere i diritti della vittima e punire il/i soggetto/i responsabile/i, è necessario in

primo luogo analizzare se esista o meno nel nostro ordinamento una fattispecie normativamente

tipizzata che corrisponda esattamente al fenomeno de quo.

Purtroppo allo stato attuale l’ordinamento italiano non prevede né in ambito penale, né in ambito

civile una figura di reato e/o illecito civile che incarni in modo specifico e omnicomprensivo il

fenomeno che attualmente si fa coincidere con il bullismo.

La difficoltà dipende non solo dalla scarsa attenzione dedicata dal Legislatore fino a poco tempo fa a

questa problematica, bensì anche alla difficile definizione dei confini della fattispecie e dei

comportamenti che debbano essere riscontrati perché sia applicabile.

In termini sociali e comportamentali, infatti, il bullismo è genericamente inteso quale un insieme di

comportamenti di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e

vessatorio, reiterato nel tempo posto in essere da un individuo, o da un gruppo di individui, nei

confronti di uno o più altri individui.

E’ evidente, dunque, che ci troviamo di fronte ad una fattispecie complessa in cui la condotta tenuta

dal soggetto agente, per potersi qualificare come “bullismo” necessita di una serie di elementi

qualificati a livello giuridico e che possono essere riassunti e suddivisi in oggettivi e soggettivi.

Per quanto riguarda il profilo soggettivo, è necessario che la condotta tenuta dall’autore del fatto sia

espressamente e volutamente volta ad esercitare azioni e/o comportamenti vessatori nei confronti di

un altro soggetto.

La volontarietà del comportamento e l’obiettivo vessatorio/oppressivo dello stesso, dunque, è

elemento primo e fondamentale perché possa parlarsi di bullismo.

Per quanto riguarda il profilo oggettivo, invece, è necessario che la condotta sia:

- reiterata nel tempo = non è sufficiente un solo atto od azione perché possa parlarsi di bullismo;

- fisica e/o psicologica = non è necessario che il comportamento vessatorio si manifesti in azioni

fisicamente violente e/o in lesioni della vittima;

- solitario e/o di gruppo = possono rientrare nella fattispecie sia comportamenti tenuti dal singolo che

da un gruppo di persone

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

- la violenza = intesa nella sua accezione più generica, come comportamento volutamente lesivo e

scorretto tenuto ai danni della vittima, cosa che permette di escludere dal perimetro della fattispecie

in esame comportamenti che si traducano nell’ignorare un soggetto;

Dal semplice esame presentato, risulta di immediata evidenza che il fenomeno che chiamiamo

bullismo è molto complesso e non facilmente inquadrabile giuridicamente in una semplice fattispecie

penale e/o civile.

Questo non vuol dire, però, che le condotte che singolarmente costituiscano un comportamento

socialmente qualificabile quale bullismo, non siano di per sé giuridicamente rilevanti e

conseguentemente in grado di garantire la difesa degli interessi/diritti del soggetto leso. Ciò è tanto

più vero quando il bullismo si estrinseca in condotte di violenza “fisica”

Tra le condotte a cui tipicamente si può ricondurre il fenomeno, infatti, molte sono autonomamente

rilevanti in ambito penale e/o civile. Senza voler in questa sede pretendere di esaurire l’elenco di

comportamenti potenzialmente realizzabili nell’ambito di una fattispecie di bullismo, come sopra

identificata e delineata, possiamo esaminare quelli che sono i “sintomi” più frequenti e facilmente

ravvisabili di questa piaga sociale.

Tra le fattispecie più comuni associate al bullismo, sia fisico che psicologico, ci sono sicuramente gli

insulti, le offese e le prese in giro (specie se di gruppo) ai danni della vittima. Ovviamente in questi

casi, ad assumere maggiore rilevanza perché possa parlarsi di bullismo, è proprio la continuità del

comportamento e la reiterata ripetizione dello stesso.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

IL BULLISMO ANALISI NORMATIVA E CONSEGUENZE GIURIDICHE

Parte II

A cura dell’ Avvocato Giuliano De Luca Studio Legale De Luca Sorrento (Na) specializzato nel

diritto delle nuove tecnologie

Sebbene non esista una norma che punisca gli atti di cyberbullismo nel suo complesso, ciò non

significa che i comportamenti illeciti restino impuniti. Ogni azione illecita posta in essere nel mondo

virtuale, può essere ricondotta a specifici reati.

Le offese perpetrate tramite il web, siano esse rese pubbliche, o inviate su chat private, costituiscono

a tutti gli effetti diffamazione o ingiuria, ed in quanto tali sono entrambe attività punibili. Identico

discorso vale nel caso in cui siano fatte delle minacce a mezzo web.

Un ulteriore comportamento molto diffuso riguarda la pubblicazione di immagini ritraenti soggetti

terzi. E' bene chiarire che si tratta giuridicamente di un trattamento di dati personali a tutti gli effetti,

e che pertanto deve essere effettuato nel rispetto della normativa in materia di privacy.

A prescindere dall'eventuale contenuto offensivo e dalla tipologia di immagini, è sempre necessario

che la pubblicazione sia autorizzata dal soggetto ritratto, il quale ha comunque sempre il diritto di

richiedere che l'immagine sia rimossa anche in un successivo momento.

“Tanto sono minorenne, non possono farmi nulla!” questa affermazione è (purtroppo) tanto frequente

tra gli adolescenti, quanto assolutamente falsa. E' necessario tener presente che la normativa italiana

prevede una responsabilità penale già a partire dai 14 anni. A ciò si aggiunga che chi ha subito un

danno ingiusto derivante da atti di cyberbullismo, può richiedere un risarcimento danni di natura

economica ed in questo scenario rileva anche la responsabilità dei genitori, che sono giuridicamente

tenuti ad educare e vigilare sui propri figli e sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito

dei figli minori.

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“Guida al Bullo 2.0” II edizione

FONTI:

THE STATE EDUCATION DEPARTMENT / THE UNIVERSITY OF THE STATE OF NEW

YORK / ALBANY, NY 12234 OFFICE OF SCHOOL INNOVATION STUDENT SUPPORT

SERVICES 89 Washington Avenue, Room 318-M EB Phone: (518) 486-6090; Fax: (518) 474-8299

Amended Dignity for All Students Act Student Discrimination, Harassment and Bullying

Prevention and Intervention Guidance for Updating Codes of Conduct Updated June 2013

Video Umberto Eco Laurea Honoris Causa Torino:

https://www.youtube.com/watch?v=u10XGPuO3C4

Emily Bazelon, How to Stop Bullies, March 2013:

http://www.theatlantic.com/magazine/archive/2013/03/how-to-stop-bullies/309217/

Facebook Community Standards: https://www.facebook.com/communitystandards

How to deal with harassment: https://www.facebook.com/help/359033794168099/

Bullying Prevention Hub: https://www.facebook.com/safety/bullying

Rapporto 2016 Centro Studi Investimenti Sociali Censis ( http://www.censis.it/home)

Istat Istituto nazionale di statistica (dati 2015, rinvenibili su http://www.istat.it/it/)

Web Tables use data from the 2013 School Crime Supplement (SCS) to the National Crime

Victimization Survey (NCVS) to show the relationship between bullying and cyber-bullying

victimization and other variables of interest such as the reported presence of gangs, guns, drugs, and

alcohol at school; select school security measures; student criminal victimization; and personal fear,

avoidance behaviors, fighting, and weapon-carrying at school. (rinvenibili su http://ies.ed.gov/ )

Direzione Generale per lo studente del Ministero della pubblica Istruzione (http://www.istruzione.it/

http://www.istruzione.it/dg_studente/#.WEammVzGWFo )

Rapporto Ipsos 2014 per Save The Children (http://www.ipsos.it/ricerche-e-pubblicazioni)

http://ies.ed.gov/director/sro/

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Indirizzi Utili:

-ACBS Associazione no al bullismo www.acbsnoalbullismo.it -Bulli Stop (Associazione Nazionale Giovani Uniti Contro il Bullismo) -Osservatorio Nazionale bullismo e doping - Associazione di promozione sociale Viale Europa, 98 - 00144 Roma www.bullismoedoping.it

-Safer Internet centre Italy Generazioni Connesse: www.generazioniconnesse.it

-Save the Children : www.savethechildren.it

-Fondazione Telecom Italia: www.fondazionetim.it

-Telefono azzurro azzurro.it 1.96.96

-MaBASTA movimento giovani : [email protected]

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