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Atti del "Seminario sulle Immunostimolazioni Naturali" tenutosi a Pianoro (BO) Domenica 12 Ottobre 2003 Relatore: Dott. Andrea Frassineti (email: [email protected] ) PNEI I primi passi sono da far risalire alla scoperta che i NGF (fattori di crescita neurologici) non intervenivano solamente in un dato stadio dello sviluppo embrionale e solo per alcuni tipi di cellule nervose. Già da oltre un decennio sappiamo che sono diffusi anche nel SN sviluppato e che agiscono anche sul sistema immunitario. Inoltre, in maniera speculare, alcune sostanze prodotte dal SN agiscono sul sistema immunitario. Gli ormoni sono da tempo considerati informatori complessi, versatili, pluripotenti, non riconducibili ad una singola formula molecolare né alle sole cellule endocrine. Le loro omologie strutturali con prodotti d'altri sistemi come le citolinfochine (prodotte dal sistema immunitario), i neuropeptidi (prodotti dal sistema nervoso), i fattori di crescita e di regolazione tissutale (prodotti ubiquitari) sono tali e tanti da far ritenere l'attività ormonale una sola delle potenziali funzioni. I neuroni, oltre che i neurotrasmettitori, liberano sostanze chiamate peptidi o neuropeptidi. In contemporanea, peptidi molecolarmente simili sono prodotti anche dalle cellule endocrine e da quelle immunitarie. L'ultimo, definitivo, attacco a chi ancora si ostinava a mantenere separati il sistema nervoso, endocrino ed immunitario è da attribuire a J. Edwin Blalock, docente di fisiologia all'Università dell'Alabama che nel 1989 dimostrò che non solo i tre sistemi comunicano, ma che la comunicazione è bidirezionale e cioè essa va dal cervello alle cellule deputate alla difesa immunitaria e da queste al cervello, così come dal cervello alle cellule endocrine e a quelle immunitarie e viceversa. Questa crescente labilità delle barriere tra i grandi sistemi di regolazione generale dell'organismo ha portato alcuni ricercatori a proporre una nuova terminologia per indicare un numero crescente di cellule, che non siano neuroni ma che presentino caratteristiche molto simili ad esso. Alcuni scienziati giapponesi hanno raggruppato sotto il nome di PARANEURONE un gruppo di cellule molto eterogeneo (si va da cellule intestinali a

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Atti del "Seminario sulle Immunostimolazioni Naturali"tenutosi a Pianoro (BO) Domenica 12 Ottobre 2003Relatore: Dott. Andrea Frassineti (email: [email protected] )

PNEI

I primi passi sono da far risalire alla scoperta che i NGF (fattori di crescitaneurologici) non intervenivano solamente in un dato stadio dello sviluppoembrionale e solo per alcuni tipi di cellule nervose. Già da oltre un decenniosappiamo che sono diffusi anche nel SN sviluppato e che agiscono anche sulsistema immunitario. Inoltre, in maniera speculare, alcune sostanze prodotte dal SNagiscono sul sistema immunitario.Gli ormoni sono da tempo considerati informatori complessi, versatili,pluripotenti, non riconducibili ad una singola formula molecolare né alle solecellule endocrine. Le loro omologie strutturali con prodotti d'altri sistemicome le citolinfochine (prodotte dal sistema immunitario), i neuropeptidi(prodotti dal sistema nervoso), i fattori di crescita e di regolazione tissutale(prodotti ubiquitari) sono tali e tanti da far ritenere l'attività ormonale unasola delle potenziali funzioni.I neuroni, oltre che i neurotrasmettitori, liberano sostanze chiamate peptidi oneuropeptidi. In contemporanea, peptidi molecolarmente simili sono prodottianche dalle cellule endocrine e da quelle immunitarie. L'ultimo, definitivo,attacco a chi ancora si ostinava a mantenere separati il sistema nervoso, endocrino edimmunitario è da attribuire a J. Edwin Blalock, docente di fisiologia all 'Universitàdell 'Alabama che nel 1989 dimostrò che non solo i tre sistemi comunicano, ma chela comunicazione è bidirezionale e cioè essa va dal cervello alle cellule deputate alladifesa immunitaria e da queste al cervello, così come dal cervello alle cellule endocrine ea quelle immunitarie e viceversa.Questa crescente labilità delle barriere tra i grandi sistemi di regolazionegenerale dell 'organismo ha portato alcuni ricercatori a proporre una nuovaterminologia per indicare un numero crescente di cellule, che non siano neuroni ma chepresentino caratteristiche molto simili ad esso.

Alcuni scienziati giapponesi hanno raggruppato sotto il nome di PARANEURONE ungruppo di cellule molto eterogeneo (si va da cellule intestinali a

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cellule bronchiali a cellule uretrali ) accomunate dal fatto che il l orocomportamento è del tutto simile a quello di un neurone senzaesserlo.

Gli immunologi per descrivere il comportamento del linfocita, tipico di una strutturaneuroendocrina (ovvero di ricevere dal ed inviare segnali al sistema nervoso edendocrino), utili zzano la metafora del linfocita come "cervello immuno-mobile".Analogamente, per quanto riguarda la fisiologia dell 'intestino, si parla di"cervello enterico". Da molto tempo è nota quell 'ampia rete nervosa (detta SISTEMANERVOSO ENTERICO) posta all 'interno delle pareti dello stomaco e dell 'intestino, retein relazione con le fibre nervose provenienti dai due rami del sistema nervoso autonomo:il simpatico ed il parasimpatico. Questa rete nervosa interna possiede unanotevolissima quantità di neuroni e svolge un ruolo in gran parteindipendente dal S.N.C. a cui è collegata mediante il S.N.A, senza peròinteramente dipenderne per il suo funzionamento. Infatti, in modelli animali , se siinterrompono le connessioni tra il sistema nervoso autonomo e la rete nervosa enterica,quest'ultima continua a svolgere le proprie funzioni. Il sistema nervoso enterico è instretto collegamento con il sistema endocrino, che è molto diffusonell 'apparato digerente grazie a cellule endocrine sparse nella mucosagastrointestinale. Ma lo è anche con il sistema immunitario, visto la ricca retelinfatica presente nell 'apparato gastrointestinale.La rete linfatica e la nervosa scorrono l'una sull 'altra nella tonaca sottomucosadell 'intestino tenue. In parole povere l'apparato digerente si confronta sia con l'esterno (ilcibo) mediante la sua funzione digerente sia con l'interno (S.N.C., sistema immunitario,sistema endocrino), mediante il suo sistema nervoso enterico.L'approccio PNEI parte, per esempio, dalla constatazione che l'artrite e le malattieinfiammatorie in generale si accompagnano a depressione, ma da ciò non deduce che ladepressione è la causa dell 'artrite. Interpreta la concomitanza come manifestazioni diversedel perturbamento dello stesso asse neuroendocrinoimmunitario nella fattispecie delCRH-ACTH-cortisolo (e cioè dall 'asse ipotalamo-ipofisi-surrene). Asse che sibasa sul collegamento tra i tre grandi sistemi (nervoso, endocrino e immunitario) e chepuò essere scompaginato da una molteplicità di cause: genetiche, infettive,tossiche, farmacologiche, emozionali.Compito dell 'intervento terapeutico è quello di favorire il ripristino dellacomunicazione equilibrata fra i sistemi, a ciò si può giungere utilizzandosvariate vie: farmaci allopatici come per esempio ormoni (terapia

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sostitutiva), fitoterapici, rimedi omeopatici, agopuntura, training autogeno,ecc.L'aforisma fondamentale della PNEI è quello per cui ad ogni emozione o statodella coscienza corrisponde un ben definito quadro neurochimico.

Ciò non è comunque da interpretare nel senso che l'emozione e gli statimentali siano semplicemente epifenomeni della chimica cerebrale, bensì ilcontrario nel senso che emozioni e stati della coscienza per espr imersi nelcorpo necessitano di una ben definita mediazione neurochimica, ragionper cui nulla è puramente psicologico e nulla è puramente fisico-chimicobensì tutto è psicochimico nel vivente.La principale differenza epistemologica fra la PNEI e la ornai superata Psicosomatica,entrambi affermanti l'influsso degli stati psichici sul corpo fisico, consiste proprio nel fattoche la PNEI non si limita come la psicosomatica a costatare una relazionemente-corpo, bensì ne indaga i meccanismi chimici, alla conoscenza dei quali lapsicosomatica è incapace di contribuire in alcun modo.

La complessità della psiche umana può archetipicamente ricondursi ad una diade Piacere-Dolore (Eros-Thanatos).La vita psichica relata allo stress, all 'ansia, alla depressione e quindi indefiniti va al dolore è chimicamente mediata dal sistema catecolaminergico edal sistema oppioide cerebrale.Mentre la vita psichica relata al piacere o alla gioia è mediata dal sistemacannabinergico, dal sistema gabaergico-tipo-A, dalla ghiandola pineale e dalsistema dopaminergico.Il primo sistema (catecolaminergico e oppioide) induceimmunodepressione. Il secondo sistema (cannabinergico, gabaergico ecc)induce immunostimolazione ivi compresa l'immunità antitumorale.La struttura fondamentale della PNEI soprattutto per quanto concerne laconservazione dell 'unità psicobiologica umana e nella mediazione fra stati psicomentali edeficienza immunitaria è rappresentata dalla ghiandola pineale.La ghiandola pineale rappresenta, tra i vari sistemi di controllo neuroendocrino, forsequella più soggetta a processi d'interazione con altre strutture. Il principale èesercitato dalla fibra postgangliare efferente dal ganglio cervicale superiore.Com'è noto essa r isulta inibita dalla luce, mentre è stimolata dall ’oscur ità che

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determina liberazione di noradrenalina che, a sua volta, agendo sul recettore betaadrenergico, induce produzione di melatonina.Altri feedback sono di tipo citochimico, relazionandosi la melatonina con le citochine.La Melatonina è prodotta dalla pineale insieme ad un tetraptide detto epitalamina (oepitalone) e con altri tre indoli: il 5-metossitriptofolo (picco d’escrezione verso le ore12), il 5-metossindoloacetico (picco d’escrezione all ’ alba) e la5-metossitriptamina (picco d’escrezione al crepuscolo). Quest’ultima è attualmentefacente parte di un protocollo comprendente anche la melatonina e l’ IL2, applicato dalgruppo del Dott. Paolo Lissoni per il trattamento della patologia neoplastica.All ' interno delle patologie umane la malattia che per antonomasiarappresenta la completa e progressiva destrutturazione dell ' unitàpsicobiologica dell ' identità umana è rappresentata dal CANCRO. E non a casoil principale difetto endocrino associato alla progressione neoplastica èrappresentato proprio dalla progressiva ed ingravescente ipofunzione dellaghiandola pineale (in particolare il calo dei li velli ematici notturni di melatonina conconseguente scomparsa del fisiologico ritmo luce/buio dell ' ormone pinealico).La melatonina svolge fisiologicamente un ruolo antitumorale attraverso tremeccanismi principali:1 azione antiproliferativa2 azione immunostimolante (in particolare nella stimolazione della produzione edell ' attività della IL-2, la principale citochina antitumorale nell ' uomo)3 azione antiossidante

--------- linfociti T-Kill erLinfociti T --------- linfociti T-helper || || - Interleuchine Citochine - Interferoni

- Fattori stimolanti le colonie- Fattori Neutralizzanti Tumorali (TNF)

Studi clinici hanno dimostrato che somministrando 10 mg di melatonina la sera per unmese si ottiene un aumento fisiologico medio di:- IL-2 (51%)- INF -gamma (41%)- TNF -alfa (28%)

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Ciò comporta a cascata l'aumento:di linfociti NKdi IL-4di IL-10di Eosinofilidi Eritrocitidi Piastrine (soprattutto se la MLT è associata ad Adenosina)

LA MELATONINA

Nell 'organismo si forma: - nella GHIANDOLA PINEALE- nella MEGACARIOCITA- nella PARETE INTESTINALE

Chimicamente è costituita da: - un gruppo - ETIL -AMINICO in 3 - un gruppo - OSSIDRILICO in 5

Nell 'organismo è trasportata dall 'ADENOSIL-MELATONINA che si formadall 'unione di una molecola di melatonina con quattro molecole diadenosina.

L'Adenosina, è sostituita da: - ADENINA- DERIBOSIOche si uniscono in 9 tramite un atomodi azoto

ATTIVITÀ' DELLA MELATONINA

ANTIBLASTICALa melatonina agisce sulla proliferazione della cellula tumorale e sullatrascrizione del suo codice genetico.

COAGULABILITA' DEL SANGUE

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L'azione della Melatonina è decisiva nel processo di maturazione dellepiastrine nel megacariocita.

SISTEMA IMMUNITARIOLa melatonina favorisce la crescita del Timo (linfociti T)

ANTINVECCHIAMENTOLa Melatonina permette di evitare la formazione di depositi di calcio chediminuiscono la respirazione mitocondriale e portano alla calcificazionedella ghiandola pineale, del timo e degli atri organi.

METABOLISMO BASALELa ghiandola pineale regola la produzione di ormoni tiroidei da parte dellatiroide (T3-T4)La Melatonina catalizza la trasformazione della T4 in T3, normalizzando ilmetabolismo (accelera la lipolisi), di conseguenza aumenta la respirazionemitocondriale con maggior formazione di ATP.

SCAMBI ENDOTELIALILa Melatonina favorisce la dilatazione dei vasi capillari, riattiva i fattori dicontrazione e rilasciamento, aumentandone la permeabilità (drenaggio).

SONNOStimola l'enzima piridossal-chinasi, che favorisce la sintesi di: acido gamma-aminobutirrico; serotonina e dopamina, aumentandone la concentrazione alivello di mesencefalo e di ipotalamo.

AZIONE ANTISETTICA URINARIALa Melatonina, ossidata in 5 e fosforilata dal fegato, si trasforma in 5-solfossi-melatonina ed in composti del triptofano, ad azione antisettica.

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MELATONINALa Melatonina è prodotta dalla pineale insieme con altri tre indoli:il 5-metossitriptofolo (picco d’escrezione verso le ore 12) , il 5-metossindoloacetico (picco d’escrezione all’alba) e la 5-metossitriptamina (picco d’escrezione al crepuscolo).Diversi studi hanno dimostrato la presenza di recettori per lamelatonina sia a livello del nucleo sia della membrana cellulare ,giustificandone quindi l’ampio spettro d’azione.

I recettori nucleari per la melatonina sono stati individuati alivello dell’ ipotalamo , del talamo , della ghiandola pineale ;nell’ adenoipofisi , nel cervelletto , nella corteccia cerebrale ed insvariate zone del S.N.C , nella retina e nelle ghiandole surrenali .I recettori di membrana sono stati invece riscontrati neileucociti , nei megacariociti , nelle piastrine , nelle cellule tubularirenali , nelle cellule prostatiche ed intestinali , nei miociticardiaci .

Attività della melatonina:

1) Regolazione della secrezione degli ormoni ipotalamici .

2) Inibizione del processo proliferativo cellulare .

3) Azione immunostimolante.

La melatonina è quindi in grado di intervenire:

- Sia con un’ azione citostatica/citotossica diretta .

- Sia come differenziatore delle cellule endoplastiche ristabilendo la loro ormonodipendenza.

- Sia come inibitrice dei fattori di crescita ed antigenici .

- Sia come immunomodulatore .

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Echinacea

Ordine: Synandrales (Asterales) Sottoclasse: Sympetalae Classe: DicotyledonesSottodivisione: Angiospermae Divisione: Speematophyta.

Specie:

Echinacea purpureaEchinacea angustifolia Echinacea pallidaEchinacea paradoxaEchinacea simulata

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Echinacea atrorubensEchinacea sanguineaEchinacea leevigataEchinacea tennesseensis

Descrizione Generale

Pianta erbacea perenne, provvista di un grosso rizoma dal quale, a primavera, si sviluppanofusti fiorali alti 60-90 cm; le foglie sono lanceolate, i fiori sono riuniti in capolini simili a quellidella margherita.I fiori hanno colori diversi secondo la varietà cui appartengono: fiori bianchi (E. Pallida),fiori malva (E. Angustifolia), fiori rossi (E. Purpurea).L'Echinacea è originaria degli Stati Uniti, dove cresce, nelle regioni meridionali, nei prati enei boschi radi.

Parti utilizzate:

Rizoma. Radice (E. Purpurea, Angustifolia), parti aeree fresche o disseccateraccolte al tempo della fioritura (E. Purpurea, Angustifolia e Pallida).

Composizione chimica:

Componenti attivi:

-Polisaccaridi: arabinogalattano e fucogalactoxiloglucani (E. Purpurea).Flavonoidi: luteolina, kaemferolo, quercetina, apigenina. Derivati dell'acidocaffeico: echinacoside (mancante nella Purpurea), cinarina (presente solo inAngustifolia), acido cicorico (assente nell'Angustifolia, presente nella Purpurea),acido clorogenico. Alchilamidi: echinaceina, isobutilamidi, acidi polieninici epolienici (E. Purpurea ed Angustifolia). Polline. Tracce d'alcaloidi pirrolozidinici:tussilagina ed isotussilagina. Olio essenziale (circa 0.1% nell'Angustifolia, fino adun 4% per la Pallida): α

( )!*,+.-/+�-0β 1�2�3�4�564�5 (manca nella Purpurea), 7 β8 9;:/<�=�>!?@>/=�> ,

mircene, limonene (solamente nella Purpurea) ecc. Poliacetileni.

Altri Componenti:

-Resine, minerali.

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Att ività principali

Attività immunobiologica, antinfiammatoria, vulneraria.

Impiego terapeutico

Profilassi e trattamento delle malattie da raffreddamento,ulcere, ferite infette, ustioni, afte e dermatiti (uso topico)

Utili zzo medico

Nella monografia della Commissione Europea (1989) è precisato che “le preparazioni a based'Echinacea, per somministrazione orale o parenterale, hanno attività immunobiologica”.

Spettro d’azione: determinato da un aumento delle difese endogene, tramite stimolazioneaspecifica del sistema immunitario, in particolare mediante l'aumento del numero di leucociti,l’attivazione della fagocitosi, l'attivazione dei macrofagi, l'attivazione dei linfociti e lastimolazione dei fibroblasti.

In particolare per quanto riguarda l’Echinacea purpurea, la monografia della CommissioneEuropea indica l’uso della pianta nel trattamento adiuvante delle infezioni recidivanti dellevie respiratorie e delle basse vie urinarie.Può essere pertanto impiegata sia in modo preventivo sia nella malattia in atto, variandoopportunamente la posologia.Studi clinici hanno dimostrato che la pianta provoca riduzione della durata di malattia escomparsa graduale della sintomatologia sia per quanto riguarda i sintomi oggettivi(ingrossamento dei linfonodi, lingua impaniata, ecc.) sia di quelli soggettivi (cefalea, otalgia,rinorrea, lacrimazione, ecc.).In questi studi furono utilizzati un estratto alcolico contenente le tre frazioni (lipolisaccarida,liofila e idrofila). La posologia utilizzata fu di 180 gtt al dì per 8-10 giorni; posologie inferioririsultarono inefficaci.

Ciò è confermato, ad esempio, dalla pratica clinica del dott. Weiss che consiglia disomministrare ai primi sintomi 50 gtt ogni mezzora per tre volte e, quindi, di proseguire conuna posologia di 50 gtt 3-4 volte al dì per svariati giorni. La tollerabilità risulta ottima.In letteratura esistono segnalazioni inerenti l’attività della pianta nel trattamento dellapertosse ove risulta in grado di ridurre la durata della malattia.

E’ stato segnalato come la sola terapia con estratto d'Echinacea (i.m.) risulti più efficace delricorso a terapia antibiotica.Comunque, com'è buona regola del resto in fitoterapia, l’utilizzazione di preparazioni a basedi radici d'Echinacea non esclude, se necessaria ai fini terapeutici, la somministrazione

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contemporanea d'antibiotici o di farmaci chemioterapici, per alcune indicazioni talisomministrazione è anzi necessaria.

Interessante risulta l’utilizzo, in virtù delle proprietà antiflogistiche, nella terapia diprostatiti, uretriti e, in ambito ginecologico, nelle metriti e annessiti. Anche le formepoliartritiche risentono positivamente della terapia con estratti alcolici d' Echinacea.Somministrata i.m. sembra incidere favorevolmente in dermatiti quali eczemi, psoriasi,penfigo e, come coadiuvante, nel trattamento di micosi vaginali recidivanti da Candida.

L’uso esterno è legato alla capacità cicatrizzante e riepitelizzante della pianta,unitamente alla proprietà antinfiammatoria, antisettica e decongestionante. E' , pertanto,impiegata nel trattamento d'ulcere, ferite, ustioni, afte e dermatiti.

L’impiego cosmetico, in preparazioni al 5-10%, prevede un utilizzo della pianta neltrattamento delle pelli secche, aride, screpolate, post acneiche (azione dermopurificante) e,come rassodante, nelle pelli rilassate, in particolare durante la gravidanza e nel postparto.Manifesta, infatti, azione epitelizzante, levigante, antirughe, antismagliature e rassodante.Può essere utilmente associata ad Equiseto e Ginseng (azione elasticizzate cutanea) oppurea Calendula, Camomilla, Iperico (azione epitelizzante e levigante).

La ricerca

Bauer e Wagner hanno condotto un’interessante ricerca volta a comparare gli estratti alcolicistandardizzati delle radici e delle parti aeree d'Echinacea purpurea, pallida e angustifolia.Come parametri di riferimento furono stabiliti l’indice di fagocitosi in vitro e la velocitàd'eliminazione delle particelle di carbone, in vivo, su cavie (indice dell’attività del sistemareticoloendoteliale) tramite test apposito (test carbon-clearance). I risultati ottenuti con le duemetodiche risultarono pressoché simili: per quanto riguarda il test in vitro gli estratti delle trevarietà furono in grado di determinare un aumento dell’indice fagocitarlo del 20-30%, con unaprevalenza d'attività per l’Echinacea purpurea.

Ugualmente nella prova in vivo, l’Echinacea purpurea risultava più attiva in quanto triplicavala velocità d'eliminazione, mentre l’Echinacea angustifolia e l’Echinacea pallida laraddoppiavano. In entrambi gli esperimenti la frazione liposolubile (polline,alchilamidi, olio essenziale) si manifesta quella più attiva; risultava dotata di buon'attivitàanche la frazione idrosolubile (polisaccaridi, acido caffeico, acido cicorico) dell’Echinaceapurpurea. Le parti aeree delle tre piante risultarono essere meno attive delle radici.

I polisaccaridi, insolubili in alcol, sono stati studiati mediante test di fagocitosi in vitro e testdi carbon-clearance in vivo. Le miscele polisaccaridi purificate, isolate dalle radici e dalle

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parti aeree d'Echinacea purpurea e d'Echinacea pallida hanno dimostrato di provocare unaumento dell’i nd ice fagocitarlo (23-32%), la capacità d' att ivazione dei macrofagi e laproprietà di indu rre liberazione d' interleuchina da parte dei macrofagi stess i. La miscelapolisaccaridica arricchita con arabinogalattano, presente nel fitocomplesso e dotato dispiccata azione stimolante nei confronti dei macrofagi peritoneali ed epatici (cellule diKupffer): testati in topi immunodepressi, in seguito a trattamenti chemioterapici, n'aumentavala sopravvivenza in presenza d'infezioni da Candida albicans e Listeria monocytogenes. Ipolisaccaridi, pertanto, rivestono un ruolo importante nello svolgersi dell’azioneimmunostimolante.Nasce, comunque, dalla sinergia del fitocomplesso, e quindi dall’azione combinata di piùprincipi, l’attività immunostimolante della pianta in quanto sia l’estrazione acquosa sia quellaliofila sia la frazione polisaccarida hanno dimostrato di possedere tale spettro d’azione.Bauer ha studiato le soluzioni alcoliche di radici d'Echinacea purpurea. Tali soluzionicontengono principi attivi liposolubili: isobutilamide e polline e principi attivi idrosolubili:echinacoside e derivati dell’acido cicoreico. Lo studio ha mostrato che le sostanze presentinell’estratto alcolico hanno attività immunostimolante, benché meno importante di quella deipolisaccaridi. I risultati dello studio, condotto sia per via iniettiva sia per os, in soggetti saniversus placebo, dimostrano un’azione stimolante della fagocitosi dei granulociti.La forma iniettabile si mostra efficace fra la D3 e la D6 e immunosoppressiva al di sopradella D2.

Per quanto riguarda l’uso esterno, è stata segnalata la capacità dell’Echinacea d'inibirel’enzima jaluronidasi, indirettamente responsabile della diffusione dei batteri e della loroproliferazione nei tessuti. Oltre ad un’attività antijaluronidasica diretta è stata ipotizzataun’azione indiretta sul sistema jaluronico-jaluronidasi, che si attua stimolando la proliferazionedei fibroblasti.

Sembra che la frazione polisaccaridica entri in gioco, almeno in parte, per quanto riguardal’attività antinfiammatoria e cicatrizzante. Studi condotti su Echinacea purpurea hannosegnalato che l’attività cicatrizzante è legata ad una frazione polisaccaridica isolata,Echinacina B.Una frazione alchilamidica, isolata dalle radici d'Echinacea d'Echinacea purpurea, sembrasvolgere, sebbene con meccanismo diverso, azione antinfiammatoria.Anche nell’Echinacea angustifolia DC sono stati isolati polissacaridi ad attivitàantinfiammatoria e cicatrizzante.

Tali attività dei polissacaridi sembrano dovute, almeno in parte, ad una stimolazione delsistema diencefalo-ipofisi-cortecc ia surrenale, evidenziato del resto daun’aumentata eliminazione di 17-chetosteroidi nelle urine, e nell’accresciuta liberazione dicorticoidi.

Esperimenti condotti su colture cellulari hanno confermato l’azione antivirale della pianta.E' confermato quindi l’uso tradizionale degli Indiani d’America che utilizzavano la pianta percurare le ferite.

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Dagli studi condotti risulta che le preparazioni da pianta fresca svolgono una reale att ivitàantinfiammatoria ed immuno stimolante:

- Echinacoside: azione blandamente antibiotica, corticosimile e antivirale- Echinaceina: azione antinfiammatoria e insetticida- Polisacca ridi: attività antinfiammatoria e immunostimolante

Si può pertanto affermare quanto segue: la radice d'Echinacea risulta immunostimolante sefresca; i polisaccaridi, i quali rappresentano la parte più attiva della droga, sono presentiparticolarmente nella radice, le sottospecie più immunostimolanti sono Echinacea purpurea eangustifolia, se è utilizzata la forma alcolica (T.M. per esempio) che contiene le altre sostaneattive, è preferibile impiegare le forme diluite: D2-D3.

Tossicità ed effett i second ari

Se ne sconsiglia l’impiego in caso d'allergia accertata nei confronti delle Asteraceae.L’uso interno e i.m. è sconsigliato nelle malattie sistemiche progressive quali collagenopatie,leucomatosi corneale, sclerosi multipla, tubercolosi, HIV ed altre malattie autoimmuni.In particolare sarebbero da utilizzare, invece, diluizioni alla 3-6 DH, in quanto concentrazioneelevate e somministrazioni prolung ate nel tempo avrebbero un effettoimmuno sopp ressore.Il fatto che in alcuni testi si legga che la droga è sconsigliata in gravidanza dipende dal fattoche i preparati d'Echinacea contengono polisaccaridi di struttura ancora non totalmentechiarita.Non sono stati segnalati effetti collaterali nell’uso topico e nella somministrazione per os.Nella somministrazione parenterale si possono manifestare, in base alla posologia, brividi,rialzo termico di breve durata, nausea e vomito. La breve reazione febbrile sarebbeconseguenza della secrezione d'interleuchina e d'interferone alfa da parte dei macrofagi,segnalandone così l’aumentata attività.Secondo Mattocks gli alcaloidi pirrolozidinici presenti nel fitocomplesso non sarebberoepatotossici.Si consiglia comunque di utilizzare la pianta per non p iù d 'otto sett imane nellasomministrazione per os e topica e per non più di tre settimane nellepreparazioni i.m..

Forme farmaceutiche e posolog ia

Infuso: mezzo cucchiaino da tè (ca. 1 g) per tazza d'acqua bollente, filtrare dopo circa 10minuti. Più tazze al dì tra i pasti.Estratto fluido: 0,5-1 g pro dose (1g=55gtt)Echinacea T.M.: 30-50 gocce tre volte al dì.Echinasyr: 5 ml (= un misurino) 2 volte al dì, per gli adulti. 2,5 ml (= mezzo misurino), per ibambini.

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Note di galenica

La droga più conosciuta era, specie in America, l’Echinacea angustifolia DC di difficilereperimento e quindi spesso sofisticata. Echinacea purpurea era già nota ed utilizzata conanaloghe indicazioni della precedente. Le due specie Echinacea angustifolia ed Echinaceapallida sono state per lungo tempo confuse.Somministrata per os, in polvere sotto forma di capsule, risulta praticamente inattiva perchénon riesce a stimolare il tessuto linfatico del pavimento buccale.La Tintura Madre è preparata dalla pianta intera fresca (titolo 55° ). Si ottiene siadall’Echinacea angustifolia DC sia dall’Echinacea purpurea.

CuriositàL’uso medicinale della pianta si deve agli indiani del Nord America che la consideravano unapianta medicinale molto valida nel trattamento di varie affezioni o accidenti (dal morso delserpente al mal di denti) ed è interessante osservare la stretta corrispondenza dell’area didiffusione dell’Echinacea con le zone d' insediamento delle tribù che maggiormente nefacevano uso.

L' ECHINACEA IN OMEOPATIA

Quadro ind ividuale - Caratteristiche

a) TIPOLOGIA

Malati acuti: sonnolenti, mentalmente confusi, che si esprimono con lentezza; freddolosi; silamentano di un senso di sfinimento generale e d' indolenzimento degli arti.

b) MODALITÀ E REAZIONI CARATTERISTICHE

Aggravamento: all' aria fredda.Miglioramento: essendo coricati, a riposo.

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Escrezioni: di cattivo odore.Desiderio: d'acqua fredda.

c) SINTOMI GUIDA

Dolori acuti, profondi, nel "cervello" con sensazione che sia aumentato il volume; sensazionepulsante alle tempie. Parestesie della lingua, delle labbra, della gola, commessure labialifissurate.Sensibilità dei denti alle correnti d'aria, lingua secca e gonfia. Sapore di pepe, scialorrea.Dolori addominali ad insorgenza e scomparsa subitanea, migliorati con la flessione;flatulenze fetide.Indolenzimento dei muscoli pettorali, cardialgia con senso di paura. Senso di massaretrosternale, leucorrea di cattivo odore, escoriante. Indolenzimento degli arti. Sensazione difreddo alla gamba destra. Parestesie alternanti delle mani; agitazione delle mani.Numerosi sogni: di lavori faticosi, di litigio, di parenti morti.Febbre: brivido che sale lungo la schiena. Brividi accompagnati da nausea; sudore,soprattutto della parte superiore del corpo. Irregolarità degli accessi febbrili.

Corr ispond enze Cliniche

Generali tà: stati infettivi; setticemie, tifoide, febbre puerperale, infezioni adinaniche,scarlattina, infezioni vacciniche, adeniti infettive, linfangiti, ascessi e flemmoni, morsi diserpenti, punture d'insetti, gangrena.Anemia conseguente ad infezione, scrofula, sifilide, malati oncologici terminali. Gozzoesoftalmico.Sistema Nervoso: cefalea.Apparato digerente: stomatite, afte; angine ulcerate; difteriti; enteriti infettive; colera;appendicite.Apparato respiratorio: rinite posteriore.Apparato genitourinario: uremia.Cute: eresipela; foruncoli; carbonchio; decubiti.

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Mucococcinum 200

Bioterapici: non seguono il classico principio omeopatico del Simile ("SIMILIASIMILIBUS CURENTUR") ma adottano il principio dell 'Identico ("AEQUALIAAEQUALIBUS CURENTUR").

Non c'è più quindi il rimedio, o i rimedi, che nella patogenesi avevano prodotto i sintomipresentati dal paziente, ma dei derivati da ceppi che producono una malattia. Si curaquindi partendo dall 'agente eziologico e non dal sintomo.

In Omeopatia ed in Omotossicologia (ovviamente in quella complessista) l'utili zzo dibioterapici, impiegati allo scopo sia di prevenzione sia di trattamento degli statiinfluenzali , ha essenzialmente seguito due impostazioni:1) Utili zzo del ceppo virale e/o batterico che si ritiene responsabile

dell 'epidemia attesa per quell' anno.2) Utili zzo di ceppi batterici ricorrenti e di frazioni virali che hanno

contraddistinto la storia delle grandi epidemie. Come appunto ilMucococcinum 200.

Il Mucococcinum è un complesso in grado di agire sia come prevenzione sia cometrattamento degli stati influenzali .

Il Mucococcinum 200 è un medicamento omeopatico preparato partendo da un estrattobioterapico, diluito e dinamizzato alla 200 K di ceppi di KLEBSIELLA PNEUMONIAEK2, BRANHAMELLA CATARRHALIS, MICROCOCCUS TETRAGENES,INFLUENZINUM.

FRAZIONE VIRALE (INFLUENZINUM)

Colture di varietà di virus influenzali , adattati secondo i dati epidemiologici di:VIRUS A SINGAPORE 1 - 1957VIRUS APR - 8.

FRAZIONE BATTERICA O MUCOTOSSINA

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Lisato di.KLEBSIELLA PNEUMONIAE K2 (Pneumobacill o di Friedlander, enterobatteri, gramnegativi).BRANHAMELLA CATARRHALIS (Micrococcus catarrhalis, Neisseria catarrhalis,cocchi, gram negativi).MICROCOCCUS TETRAGENES (Peptostreptococcus tetradius, cocchi, gram positivi).

Introduzione all 'Omeopatia

1. CHE COS'È L'OMEOPATIA

L'omeopatia è un metodo di cura che si fonda su un principio conosciuto fin dall 'antichità:a) Tutte le sostanze, che provocano determinati sintomi in una persona

sana, possono guarire un malato che ha gli stessi sintomi: PRINCIPIO DELLA SIMILITUDINE, ovvero i simili si curano con i simili .Per esempio il caffè, sostanza eccitante che può determinare insonnia, una volta divenutorimedio omeopatico può trattare alcuni tipi d'insonnia.

b) L'omeopatia stimola le reazioni naturali (cioè il "processo di guarigione", insito in ogni individuo) dell 'organismo nei confronti della malattia, agisce cioè qualitativamente e non quantitativamente. Per questo motivo sono suff icienti dosi infinitesimali .

c) Per l'Omeopatia non esiste la malattia ma l'uomo malato ciò porta ad unapersonalizzazione del trattamento terapeutico.

2. OMEOPATIA E FITOTERAPIA SONO LA STESSA COSA? NO!

FITOTERAPIA:

a) Non utili zza la legge dei simili .b) Non utili zza rimedi diluiti e dinamizzati.c) Si avvale solo di rimedi di origine vegetale.

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OMEOPATIA:

a) Utili zza la legge dei simili .b) Utili zza rimedi diluiti e dinamizzati.c) I rimedi possono essere di origine vegetale, animale o minerale.

3. COME SI PREPARA UN RIMEDIO OMEOPATICO

Prendiamo per esempio un rimedio vegetale: il Cardo Mariano.La pianta dopo essere stata raccolta, lavata, ecc., viene messa a macerarenell 'alcool per almeno tre settimane: una volta filtrata si ottiene quella che vienechiamata Tintura Madre (T.M.); a partire dalla T.M. se si utili zza un rapporto didiluizione di 1:100 possono essere preparate diluizioni centesimali (CH).Se si utili zza un rapporto di 1:10 possono essere preparate diluizioni decimali(DH).Da una goccia di T.M. più 99 gocce di acqua, dando inoltre centosuccussioni/dinamizzazioni, si otterrà la 1 CH. Da una goccia di T.M. più 9gocce d'acqua, dopo dinamizzazione, si otterrà la 1 DH.Una goccia di 1 CH più 99 gocce di acqua, ovviamente dinamizzate, daranno la 2 CH (ola 2 DH, se alla 1 DH aggiungeremo 9 gocce).A questo punto, le varie diluizioni potranno impregnare granuli o globuli dilattosio, oppure essere somministrate in soluzione idroalcolica: avremo così ilrimedio omeopatico vero e proprio.

Diluizioni Korsakoviane (K):Sistema di diluizione, messo a punto da Korsakoff, per ottenere diluizioni successive inmaniera rapida e facile. Prevede l'impiego di un unico flacone in vetro di 15 ml, incui s'immettono 5 ml di T.M. quindi si agita per almeno 100 volte.Il flacone viene svuotato mediante aspirazione o capovolgimento fino all 'ultimagoccia. S'introducono quindi 5 ml di acqua distillata cioè pari ad una quantità cherappresenta circa 99 volte il volume di T.M. che è rimasta adesa alle pareti del flacone. Siagita per almeno 100 volte e si ottiene in tal modo la 1 K ; si svuota nuovamenteil flacone fino all 'ultima goccia e s'introducono 5 ml di acqua distillata, per poiagitare di nuovo almeno 100 volte ottenendo quindi la 2 K.

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50 millesimali (LM).Questo metodo di preparazione, descritto da Hahnemann nella VI edizione dell 'Organon,prevede una fase preliminare in cui vengono effettuate tre triturazionicentesimali successive (3 CH), utili zzando come prodotto di partenza una parte di unceppo solido o liquido.Da questa 3 CH si prelevano 0,05 grammi che vengono sciolti in 500 gocce diuna soluzione idroalcolica, preparata con 1 parte di alcool 90% e 4 parti diacqua distillata. Da questa soluzione di 500 gocce se ne preleva una e si versain un flacone contenente 100 gocce di alcool al 95%, si agita almeno 100volte e si ottiene la prima 50 mill esimale o 1/LM.In conclusione la diluizione è stata eseguita con un rapporto di 1 a 500 in una prima faseed un rapporto ulteriore di diluizione di 1 a 100 nella seconda fase. Il nome 50mill esimale deriva dalla diluizione 1:50.000 che ha subito complessivamente il prodottodi partenza.Per ottenere la 2/LM s'immette una delle gocce in 100 gocce di alcool al 95% e siagita almeno 100 volte.

4. CHE SIGNIFICATO HANNO LE ALTE E LE BASSE DILUIZIONISenza entrare troppo nello specifico, le basse diluizioni (intendendosi diluizioni fino alla15 CH) agiscono sui sintomi delle malattie acute o, per utili zzare una terminologiache vedremo meglio in seguito, sui sintomi fisici.Le alte diluizioni (intendendosi dalle 30 CH in avanti) agiscono sulle malattiecroniche e sui sintomi emozionali e mentali.

5. SINTOMI FISICI EMOZIONALI E MENTALIIn omeopatia è fondamentale al fine di giungere all rimedio adeguato al paziente, l'utili zzodi quello che viene chiamato Repertorio. Il Repertorio che sia cartaceo o

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informatizzato consiste in un elenco di sintomi ai quali corrispondono un certonumero di rimedi. Come è stato ottenuta quest'associazione rimedio-sintomo?a) Mediante il Prouving ovvero la somministrazione ripetuta e reiterata di rimedi

a bassissima potenza o addirittura in T. M. a sperimentatori "sani". Isintomi prodotti da questi sperimentatori diventavano sintomi propri di quel rimedio.

b) Oppure i sintomi sono stati ricavati per analogia clinica, sapendo ad esempio comequel determinato veleno vegetale o animale portava a morte (o a gravi danni) e conquali sintomi la vittima. Stessa cosa dicasi per le intossicazioni da sostanze chimiche oda metalli .

Nei Repertori i sintomi presentano valenza diversa secondo che:

1) Siano fisici cioè sintomi legati ad una manifestazione di un'alterazione diorgano e di apparato.

2) Emozionali quando ovviamente esprimono l'emozione di un individuo.3) Mentali quando sono espressione di una perturbazione della funzionalità

psichica del soggetto.

6. COME L'OMEOPATA SCEGLIE IL RIMEDIOSi è già affermato che tutte le sostanze sono capaci di guarire sintomi analoghi aquell i che esse stesse possono produrre (scelta in funzione del sintomo).Questo non è però l'unico criterio di scelta. Il rimedio viene scelto anche in funzionedelle reazioni individuali che accompagnano quella malattia (scelta in funzionedella reazione individuale al sintomo).Per esempio in caso di febbre potremmo avere un paziente che avrà il desiderio di beregrosse quantità di acqua un altro di bere spesso ma piccoli sorsi di acqua, un terzo nonavrà sete, un quarto sarà agitato ma non suderà, un quinto sarà calmo ma suderàmoltissimo, ecc., questo per quanto riguarda i sintomi fisici ed emozionali .I sintomi psichici, come precedentemente detto, generalmente non vengono presi inconsiderazione nelle malattie acute.

7. L'OMEOPATIA PRESENTA EFFETTI COLLATERALI?

Si!1) Possiamo avere reazioni allergiche per l'utilizzo di rimedi a basse potenze.

Facciamo un esempio ad un paziente allergico al Nichel se somministriamo Nichel ad

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una potenza inferiore alla 9 CH possiamo ottenere una reazione allergica. Penso siainteressante citare un lavoro fatto da immunologi statunitensi sulle alte diluizioni diallergeni. In questo lavoro, non essendo fatto da omeopati, l'allergene di partenza erasolo diluito e non dinamizzato:

Ebbene si è visto che anche alte diluizioni di allergene erano in grado di innescare una risposta immunitaria.

2) Il secondo inconveniente che si può ottenere con l'omeopatia è provocare unprouving nel nostro paziente. In che modo ? Somministrando per numerose volteun rimedio o un complesso omeopatico (molto più facilmente se è a bassa potenza).C'è il rischio, fortunatamente non frequente, che il paziente sviluppi come propri isintomi contenuti nel rimedio.

4) Siano fisici cioè sintomi legati ad una manifestazione di un'alterazione diorgano e di apparato.

5) Emozionali quando ovviamente esprimono l'emozione di un individuo.6) Mentali quando sono espressione di una perturbazione della funzionalità

psichica del soggetto.

8. COME L'OMEOPATA SCEGLIE IL RIMEDIOSi è già affermato che tutte le sostanze sono capaci di guarire sintomi analoghi aquell i che esse stesse possono produrre (scelta in funzione del sintomo).Questo non è però l'unico criterio di scelta. Il rimedio viene scelto anche in funzionedelle reazioni individuali che accompagnano quella malattia (scelta in funzionedella reazione individuale al sintomo).Per esempio in caso di febbre potremmo avere un paziente che avrà il desiderio di beregrosse quantità di acqua un altro di bere spesso ma piccoli sorsi di acqua, un terzo nonavrà sete, un quarto sarà agitato ma non suderà, un quinto sarà calmo ma suderàmoltissimo, ecc., questo per quanto riguarda i sintomi fisici ed emozionali .I sintomi psichici, come precedentemente detto, generalmente non vengono presi inconsiderazione nelle malattie acute.

9. L'OMEOPATIA PRESENTA EFFETTI COLLATERALI?

Si!3) Possiamo avere reazioni allergiche per l'utilizzo di rimedi a basse potenze.

Facciamo un esempio ad un paziente allergico al Nichel se somministriamo Nichel aduna potenza inferiore alla 9 CH possiamo ottenere una reazione allergica. Penso sia

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interessante citare un lavoro fatto da immunologi statunitensi sulle alte diluizioni diallergeni. In questo lavoro, non essendo fatto da omeopati, l'allergene di partenza erasolo diluito e non dinamizzato:

Ebbene si è visto che anche alte diluizioni di allergene erano in grado di innescare una risposta immunitaria.

2) Il secondo inconveniente che si può ottenere con l'omeopatia è provocare unprouving nel nostro paziente. In che modo ? Somministrando per numerose volte unrimedio o un complesso omeopatico (molto più facilmente se è a bassa potenza). C'è ilrischio, fortunatamente non frequente, che il paziente sviluppi come propri i sintomicontenuti nel rimedio.

ACONITUM NAPELLUS

E’ una pianta della famiglia delle Ranuncolacee che contiene un alcaloide particolarmentetossico: l’Aconitina.

AZIONE PATOGENETICAL’intossicazione o la sperimentazione provocano delle manifestazioni rapide, acute, violentenella :

sfera circolatoria:- eretismo congestivo con possibile ipertensione arteriosa, arrossamento intenso del

viso, polso pieno, teso, rapido e duro, emorragie possibili di sangue rosso, brillante ecaldo

- eretismo febbrile, precursore dello stadio infiammatorio generale, senza localizzazionenette

sfera nervosa:- stato di eccitazione con angoscia, agitazione, paura in generale e in particolare, negli

stati acuti, paura della morte- intensità dei fenomeni nevralgici soprattutto nel territorio di distribuzione del trigemino.

TIPOLOGIAIl tipo sensibile all’azione patogenetica di Aconitum e che conseguentemente sarà spessotrattabile in clinica col rimedio, è un soggetto scenico, vigoroso, piuttosto giovane, dalcervello attivo, dalla circolazione energica che subisce una malattia improvvisa, a causasoprattutto di un cambiamento atmosferico brusco ed intenso:

- sia un freddo vivo e brusco come un colpo di vento freddo secco (maestrale,tramontana, vento del Nord), o un bagno gelido fatto bruscamente;

- sia un’esposizione al caldo estremo: colpo di calore, insolazione nel corso di unaestate calda, ecc.

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SEGNI CARATTERISTICITutti i soggetti possono essere trattabili con Aconitum se la modalità clinica reattiva allamalattia, di qualunque genere essa sia, presenta le caratteristiche seguenti:

- iperetermia brutale che inizia spesso con brividi- cute arrossata e secca , senza traspirazione- sete viva per grandi quantità di acqua fredda- agitazione intensa con ansia e paura di morire

AGGRAVAMENTO- con il freddo intenso e brusco- verso mezzanotte

MIGLIORAMENTO- con l’apparizione della traspirazione, nelle affezioni acute. E’ allora l’indicazione per la

somministrazione di Belladonna

SENSAZIONI- dolori acuti intollerabili, angoscianti, che si alternano a sensazioni di intorpidimento o

di formicolio

DESIDERI E AVVERSIONI- nelle affezioni acute, sete inestinguibile di acqua fredda, poiché tutto ha un gusto

amaro, eccetto l’acqua

PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHE - Le affezioni febbrili acute, qualunque sia la loro diagnosi e l’etiologia, microbica o

virale (rinofaringiti, laringiti con tosse pertussoide, bronchiti, ecc.) purché il quadroclinico reattivo del malato corrisponda al quadro reattivo patogenetico sopra citato.Prescrivere dalla 5 alla 30 CH a seconda della similitudine.

- Le affezioni cardiovascolari ipertensive paross istiche, soprattutto se sonoaccompagnate dall’angoscia caratteristica del rimedio. Aconitum è stato chiamato“lancetta omeopatica”. Cinque granuli alla 9 CH ogni sei ore. Diminuire la frequenzadelle assunzioni in base al miglioramento ottenuto.

- Le nevralgie a frigore 15 o 30 CH: una dose mattino e sera per qualche giorno.

- Le amenorree causate da un colpo d i freddo b rusco. Dare ogni 12 ore una dosealla 9 CH la prima volta; alla 12 CH la seconda; alla 15 CH la terza e alla 30 CH laquarta volta. (somministrazione delle dosi “in scala”)

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ALLIUM CEPA

E’ la cipolla ben conosciuta, della famiglia delle Liliacee.

AZIONE PATOGENETICA - sulle mucose respiratorie superiori e le congiuntive ove provoca una irritazionecatarrale- sull’i ntestino ove provoca coliche flatulente- sul sistema nervoso sensitivo ove causa una infiammazione dolorosa (nervo facciale,

nervi traumatizzati o sezionati)

SEGNI CARATTERISTICISEGNI RESPIRATORI:

- Corizza fluenta che inizia con numerosi starnuti; poi si ha una rinorrea acquosa,abbondante, che cade dal naso goccia a goccia, che brucia come fuoco, che provocaescoriazioni del labbro superiore e del contorno delle narici, mentre lasecrezione congiuntivale concomitante non è irr itante (Euphrasia ha unacongiuntivite irritante e una rinorrea che non lo è)

- Tosse rauca, spasmodica, eccitata da una sensazione di prurito nella laringe cheprovoca un forte dolore, come se fosse scorticata, il malato, intimorito, si stringe lagola.

AGGRAVAMENTO- Di sera- Con il caldo, o in una camera calda

MIGLIORAMENTO- In una camera fresca o all’aria aperta.

PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHERaffreddori, influenze, corizze acute, che presentano le modalità generali del rimedio

- Riniti spasmodiche, po lli nosi ( nelle loro manifestazionei acute)- Pertosse all’inizio con sensibilità dolorosa della laringe e disturbi digestivi flatulenti- Nevriti traumatiche, nevralgie da amputazioni.

Nelle manifestazioni acute, prescrivere alla 5, 7 o 9 CH, cinque granuli da tutte le ore a 2 o 3volte al giorno.

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Nelle manifestazioni croniche, periodiche, vi è talora interesse ad impiegare Allium cepa adalta diluizione a titolo preventivo. Cinque granuli alla 15 CH, ogni mattina ad esempio,qualche settimana prima e durante tutta la stagione dei pollini.APIS MELLIFICA

La T. M. è preparata tramite macerazioni in alcool dell’ape intera.

AZIONE PATOGENETICALazione tossicologica di Apis M. si concretizza nella puntura d’ape:

- azione brutale del veleno - puntura bruciante, trafitt ivi, con edema di color rosa acces o - miglioramento con le app licazioni freddeSe le punture sono numerose o se il soggetto è particolarmente sensibile:- l’edema può essere generalizzato ed estendersi alle mucose, con quadro spettacolare

o drammatico: edema palpebrale, degli organi genitali, della glottide, ecc. - la reazione essudativa può estrinsecarsi a livello delle sierose e produrre dei

veramenti: pleurite, pericardite, meningite - il parenchima renale può ugualmente essere interessato, con quadro di nefropatia

edemigena

SEGNI CARATTERISTICINon vi è un tipo sensibile particolare ad Apis Mellifica.L’indicazione del rimedio esiste in occasione di qualsiasi edema comparso bruscamente eche presenta le seguenti modalità cliniche reattive, che sono caratteristiche:

- do lori trafitt ici, brucianti- miglioramento col freddo e pegg ioramento col caldo- nelle affezioni febbrili :- assenza di sete- cute secca e ca lda che alterna con la traspirazione

PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHE

CUTE:- Affezioni locali edematose: punture d’insetti, foruncoli, esiti di bagni di sole,

patereccio- Affezioni più generali : orticaria , erisipela- Denominatore comune: edema e prurito migliorano col freddo e si aggravano col

caldo.

MUCOSE:- Congiuntiviti, cheratiti- Angina con edema dell’ugola o della glottide- Vaginite, balanite

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- Denominatore comune : edema che migliora col freddo, febbre con assenza di sete

SIEROSE:- Idartrosi con edema articolare di colorito roseo accentuato- Pleurite, pericardite con febbre senza sete- Meningite da parotite: l’indicazione deriva dalla presenza di una cefalea violenta, di

uno stato stuporoso fino all’incoscienza, dal volto congesto e dall’agitazioneconvulsiva del capo che ruota da un alto all’altro del cuscino

Tutti gli edemi meningei troveranno in Apis mellifica un completamento utile alla terapiaclassica, se presentano la modalità reattiva clinica simile al processo:- edema flogistico brusco- miglioramento col freddo e peggioramento col caldo- febbre senza sete- cute alternativamente secca e sudata

APPARATO UROGENITALE:- glomerulonefrite acuta, con oliguria, albuminuria, edemi, senza sete- ovarite, soprattutto a destra

Apis ha un’attività clinica antiflogistica paragonabile a quella degli antistaminici, delfenilbutazone e dei corticosteroidi.

La sua azione è rapida, ma corta. Tutte le diluizioni sono attive. Prescrivere alla 7, 9 o 15CH: tre granuli ogni dieci minuti o ogni mezzora in casi acuti, diminuendo la frequenzadelle assunzioni in base al miglioramento clinico; cinque granuli da una a quattro volte aldì in casi subacuti o cronici.

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ARANEA DIADEMA

E’ il ragno del diadema, della famiglia delle argiopidee.

AZIONE PATOGENETICALa sperimentazione agisce soprattutto nella sfera nervosa ove provoca:

- delle nevralgie - sensazioni sogg ett ive di freddo g elido nelle ossa- impress ioni di avere le mani o g li avambracc i gonfi soprattutto durante il sonno o alrisveglio. Il malato deve toccarsi la parte per far cessare la sensazione

TIPOLOGIAIl tipo sensibile è il soggetto infiltrato, idrolipopessico, freddoloso, sensibile all’umidità(Natrum sulfuricum, Thuya, Dulcamara)

SEGNI CARATTERISTICI

SENSAZIONI:- di gran aumento d i volume di diverse parti del corpo- di freddo gelido nelle ossa

RITMO:Carattere periodico, intermittente dei disturbi, che appaiono a vari intervalli ma sempreregolari, esattamente alla stessa ora (Cedron)

AGGRAVAMENTO:- con l’umidità, col freddo umido- con i bagni, con la pioggia

MIGLIORAMENTO:- col tempo secco- con una pressione decisa (per le nevralgie)

PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHE

- Nevralgie- Odontalgie notturne- Sindrome febbrile intermittente

Prescrivere il rimedio alla 5CH da una a due volte al giorno

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ARSENICUM ALBUM

E’ l’anidride arseniosa , tossico particolarmente violento i cui numerosi sintomi patogeneticisono stati forniti dalla tossicologia e dalla sperimentazione.

AZIONE PATOGENETICALa tossicologia, acuta, subacuta o cronica che sia, tramite la sua azione sulle mucose, ilsangue, i parenchimi nibili, fornisce soprattutto i sintomi che indicano il rimedio nella terapiadelle affezioni acute. Sono i segni caratteristici

La sperimentazione patogenetica, rivelando l’azione della anidride arseniosa su tutti gliorgani e tutte le funzioni fisiologiche, ha permesso di determinare un tipo sensibileparticolare, le cui caratteristiche sono:

- l’astenia- l’agitazione- il bisogno d i calore

TIPOLOGIAArsenicum album sarà molto spesso, ma non esclusivamente, il rimedio dell’anziano, masempre il rimedio di un individuo indebolito.

E’ un sogg etto palli do , magro, debo le, freddo loso, che sta sempre vicino ai radiatori deltermosifone. La cute è pallida, fredda, ruvida, ricoperta da fine squale forforacee; vi è taloraun edema delle palpebre inferiori che pendono come sacchetti pieni d’acqua.

Meticoloso, preciso, preoccupato per la propria eleganza, è ordinato, persino maniaco,risparmiatore e spesso avaro. Ha un carattere mutevole, che passa, da un giorno all’altro,dall’ottimismo pratico e intraprendente al pessimismo disfattista e nichilista.

SEGNI CARATTERISTICI

- do lori brucianti, come dei carboni ardenti che migliorano col caldo- secrezioni acri, brucianti, che causano escoriazioni putride, migliorate dal caldo- aggravamento di notte, tra l’una e le tre del matt ino- sete viva di piccole quantità di acqua fredda assunte di frequente- astenia, prostrazione, pallore, freddo losità che migliorano col caldo- agitazione ansiosa con paura rassegnata della morte

AGGRAVAMENTO:- di notte, tra l’una e le tre del matt ino- col freddo (eccetto che perla cefalea)

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MIGLIORAMENTO:- col caldo- con le bevande calde, con le applicazioni calde (eccetto che per la cefalea)

CAUSALITA’:- retrocessione di erezioni cutanee- intossicazioni alimentari- punture settiche

SENSAZIONI:- di intensa debolezza, sproporzionata nei confronti dell’affezione morbosa- dolori brucianti, come dei carboni ardenti, miglioranti col caldo

DESIDERI:- di bevande e di alimenti caldi- nelle affezioni acute, sete viva di piccole quantità di acqua fredda, assunte di

frequente

ALTERNANZE:- tra manifestazioni cutanee e disturbi interni (soprattutto respiratori: asma, pollinosi)- variabili tà dell’ umore da un giorno all’ altro

PERIODICITA’:Le manifestazioni cliniche si ripetono tutti i giorni oppure ogni 2, 3, 4, 7 giorni ecc..La periodicità è tanto più lunga quanto più la malattia è cronica (Sulfur ha una periodicitàogni 1, 2, o 4 settimane; Psorinum ancora più lunga:ogni stagione o tutti gli anni)

Tutti gli organi, tutte le funzioni fisiologiche possono essere turbati sperimentalmentedall’anidride arseniosa e Arsenicum album diverrà il rimedio di questi organi o di questefunzioni fisiologiche ogni volta che la loro modalità reattiva clinica corrisponderà allemodalità prescritte.

Da notare per la cute, indipendentemente dalle affezioni acute, un aspetto particolare:- desquamazione fine forforacea, simile a farina o a polvere di riso, che riposa sia su unacute pallida, fredda, rugosa, sia su larghe squame, come nella psoriasi.

PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHEMalattie infettive gravi, settiche, tifoidi, di qualsiasi etiologia, sempre che si ritrovino ladebolezza, l’agitazione, la freddolosità, i dolori brucianti che migliorano col caldo.

- Foruncoli, antrace, con dolori brucianti che migliorano col caldo- Gastroenterite acuta o cronica, coleriforme; intossicazioni alimentari da carni o

conserve avariate, da frutti di mare- Glomerulonefriti acute (Apis senza sete) e croniche- Nevralgie brucianti, migliorate dal caldo

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- Asma, rinite vasomotoria, pollinosi, a manifestazioni notturne o che alternano coneruzioni cutanee

- Dermatosi squamose: eczemi, psoriasi

Nelle manifestazioni acute prescrivere il rimedio alla 5, 7, 9 o 15 CH a seconda dellasimilitudine.Nelle manifestazioni croniche o nervose alla 15 o 30 CH.

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BELLADONA

Atropa Belladona, la Belladonna, è una pianta della famiglia delle Solanacee che contienedue alcaloidi principali: iosciamina e atropina.

AZIONE PATOGENETICAL’azione tossicologica presenta questa evoluzione:

- midriasi e bradicardia- secchezza delle mucose- febbre elevata con rialzi irregolari accompagnata da astenia- poi delirio violento furioso con allucinazioni- infine paralisi, coma morte.

SEGNI CARATTERISTICILa sperimentazione patogenetica fornisce dei sintomi molto più attenuati, tra i quali sitroveranno sempre le quattro caratteristiche fondamentali seguenti:

- Violenza e brutali tà improvvisa nella comparsa dei sintomi- Intensa congestione vascolare locale o generale e, in quest’ultimo caso, la

congestione è soprattutto cefalica- Secchezza delle mucose- Spasmi

L’intensità dei fenomeni di congestione locale o cefalica rende ragione delle modalità.

AGGRAVAMENTO:- Con la luce (a causa della midriasi)- Col rumore- Col tatto, con le scosse (il paziente “Belladona” è un iperestesico)- Con l’aria fredda . Sebbene febbricitante il paziente vuole restare in una camera

calda, con le porte e le finestre chiuse.

MIGLIORAMENTO:- Con le circostanze opposte- Col riposo- Seduto, con la testa e il busto sollevati

SENSAZIONI:- di do lori pulsativi (poiché da congestione)- di secc hezza delle mucose- di do lori crampiformi, spasmodici, ad inizio e termine bruschi

DESIDERI E AVVERSIONI:

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- la sete negli stati febbrili, può manifestarsi, ma essa non è caratteristica del rimediocome la sete di Aconitum. I suoi caratteri potranno essere un’indicazione del rimedioverso il quale il paziente evolverà: - Bryonia se vi è una sete viva di grandi quantità di acqua fredda - Arsenicum album se vi è una sete di piccole quantità di liquidi, assunte di

frequente - Gelsemium o Apis se vi è assenza di sete

PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHE

TUTTE LE AFFEZIONI AD ESORDIO BRUTALE E VIOLENTO di carattere acuto,qualunque ne si a l’etiologia: microbica, virale, ecc.

Un individuo adulto, bambino, neonato, che si corica in perfetta salute e che è risvegliatoalcune ore più tardi da un’affezione acuta febbrile deve far pensare subito a Belladonna(7 o 9 CH)

INTENSA CONGESTIONE VASCOLARE GENERALE O LOCALE:- SE E’ GENERALE, si accompagna ad un’intensa congestione cefalica- il viso è arrossato e congesto- la temperatura è superiore ai 39-40 ed evolve ad accessi- il paziente ha dei sudori caldi, localizzati soprattutto al volto- la cefalea, se presente, è pulsativa- il paziente è abbattuto oppure al contrario agitato, deli rante, convulso- la congestione generale può accompagnarsi ad un rash scarlatt iniforme

Tutte le malattie infettive dell’adulto edel bambino, tutte le malattie esantematichepossono vedere l’indicazione di Belladonna se la loro modalità evolutiva clinicacorrisponde alle modalità patogenetiche del rimedio: angine, rinofaringiti, laringo-tracheiti,scarlattina, ecc. Prescrivere da tre a cinque granuli alla 7 o 9 CH ogni ora o ogni due ore.

- SE ESSA E’ LOCALE, qualunque ne si ala sede, in assenza di ripercussionegenerale, si devono ritrovare le caratteristiche sintomatiche dell’infiammazione:- arrossamento brillante (rubor)

- tumefazione brusca (tumor) - dolori a carattere pulsatile (dolor) - calore intenso, radiante, con sensazione di bruciore (calor)

Belladonna è un buon rimedio per l’ascesso in fase iniziale.Prescrivere cinque granuli alla 9 CH ogni due ore.

SECCHEZZA DELLE MUCOSE:

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In condizioni fisiologiche le mucose sono sempre umide. Il fatto che diventinoimprovvisamente secche in un raffreddore, in un’angina che insorge dopo un colpo difreddo, in una vaginite ad inizio brusco, è un buon segno di Belladonna.Inoltre le tossi secche spasmodiche, le disfonie dolorose con secchezza della gola sonoaffezioni trattabili con Belladonna.

GLI SPASMI:- Sia che si tratti di piccole scosse muscolo-tendinee- La costrizione dei muscoli faringei in un’angina che dà al paziente la sensazione di

una mano che gli serra il collo e che si aggrava quando il paziente cerca di deglutireuna bevanda

- Tutti i dolori crampiformi dei muscoli e degli sfinteriTutti questi dolori, se hanno un esordio e un termine bruschi sono caratteristici e trattabilicon Belladonna.

Inoltre le convulsioni infantili, con ipertermia per congestione cefalica intensa, sonoun’eccellente e spettacolare indicazione di Belladonna (alla 15 o 30 CH; il miglioramentosi ha in pochi minuti.

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BRYONIA ALBA

E’ la brionia bianca, pianta della famiglia delle Cucurbitacee.

AZIONE PATOGENETICAL a sperimentazione può ridursi a due poli essenziali:

- Secchezza delle mucose, soprattutto respiratorie e digestive. Essa inibisce lesecrezioni e provoca una secchezza caratteristica che rende ragione, in tutte lesperimentazioni effettuate, della sete intensa provata da tutti i soggetti

- Essudazione delle sierose, che può interessare i parenchimi corrispondenti: pleura,pericardio, peritoneo , sinovie.

- Bryonia corrisponde al secondo stadio dell’infiammazione, viene dopo Aconitum eBelladona

SEGNI CARATTERISTICI

AGGRAVAMENTO:- Col movimento- Al minimo contatto leggero- Col caldo, in tutte le forme, eccetto i dolori locali che richiedono applicazioni calde- Di sera verso le 21

MIGLIORAMENTO:- Col riposo- Con una forte pressione o stando coricato sul lato dolente- Col freddo- Con la traspirazione

SENSAZIONI:- di dolori acuti, trafittivi, lancinanti, aggravati dal più piccolo movimento o dal

contatto leggero

- Migliorati:- Dalla pressione larga e continua- Col caldo- Col riposo

DESIDERI:- Negli episodi febbrili, sete intensa di grandi quantità di acqua fredda

LATERALITA’:

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- destra predominante

PRINCIPALI INDICAZIONI CLINICHE

1. LA FEBBRE:

Bryonia è indicato nelle affezioni febbrili continue o emittenti, ad inizio piuttostoprogressivo durante il quale il paziente abbattuto, affaticato, irritabile, ricerca l’immobilitàassoluta.

NEL PERIODO DI STATO:

- secchezza estrema di tutte le mucose con sete intensa- aggravata dal più piccolo movimento, il paziente ricerca l’immobilità assoluta- traspirazione acre, abbondante untuosa, che arreca solli evo- cefalea gravativa, soprattutto frontale, aggravata dal più piccolo movimento ance

dalla tosse o dal movimento degli occhi- se la febbre è molto elevata, nel delirio (aggravato verso le 21) il paziente oparla dei

propri affari e, benché aggravato dal movimento, è inquieto si agita e cerca discendere dal letto

- sopporta malamente il calore ambiente, ma certi sintomi locali sono migliorati dalleapplicazioni calde

Quindi soprattutto la triade clinica:-spossatezza con traspirazione che arreca solli evo- ricerca dell’ assoluta immobili tà- sete intensa

2. LE ARTRITI REUMATICHE ACUTE:

- dolori lancinanti, acuti, puntorii: - aggravati dal più piccolo movimento o dal contatto leggero - migliorati dal riposo o dalla pressione dolce e larga col palmo della mano

- articolazioni calde al termocontatto, edematose, arrossate, migliorate dalle applicazionicalde, il che differenzia da Apis mellifica. Ma in pratica i due rimedi possono esserespesso associati perché essi hanno un sinergismo d’azione anatomopatologicasperimentale sulle sierose. La loro azione terapeutica anti-infiammatoria è spettacolare.

3. LA PLEURITE SIEROFIBRINOSA ALL’INIZIO, LA CONGESTIONE PLEURICA, nellequali si ritrova:- il dolore puntorio toracico aggravato dal movimento o dagli atti respiratori- il miglioramento conla pressione o stando coricati sulla zona dolente

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- la sete vivaIn queste affezioni Bryonia ha come ottimo complementare Sulfur iodatum 7 o 9 CH.

4. LA TRACHEITE O LA BRONCHITE, nel periodo acuto, provocano:- tosse secca, dolorosa, aggravata dal più piccolo movimento- aggravata entrando in una camera calda- accompagnata da dolori retrosternali o toracici che migliorano comprimendosi

istintivamente il torace con le mani per immobilizzarsi (Drosera)

In queste tossi secche, Bryonia può essere associato a Stinta polmonaria 5CH.

5. LE AFFEZIONI ADDOMINALI:- imbarazzo gastrico febbrile con nausee, vomiti o diarree provocati dal più piccolomovimento. Gusto amaro molto accentuato e viva sete- nelle colecistiti acute, nelle febbri tifoidi, Bryonia può essere molto utile, in associazionealle terapie classiche.

6. LE MASTITI ACUTE, con seni pesanti, dolenti al minimo movimento.

Secondo la corrispondenza patogenetica, tutte le diluizioni possono essere impiegate:dalla 5 alla 30 CH.

TUTTE LE AFFEZIONI AD ESORDIO BRUTALE E VIOLENTO di carattere acuto,qualunque ne si a l’etiologia: microbica, virale, ecc.

Un individuo adulto, bambino, neonato, che si corica in perfetta salute e che è risvegliatoalcune ore più tardi da un’affezione acuta febbrile deve far pensare subito a Belladonna(7 o 9 CH)

INTENSA CONGESTIONE VASCOLARE GENERALE O LOCALE:- SE E’ GENERALE, si accompagna ad un’intensa congestione cefalica- il viso è arrossato e congesto- la temperatura è superiore ai 39-40 ed evolve ad accessi- il paziente ha dei sudori caldi, localizzati soprattutto al volto- la cefalea, se presente, è pulsativa- il paziente è abbattuto oppure al contrario agitato, deli rante, convulso- la congestione generale può accompagnarsi ad un rash scarlatt iniforme

Tutte le malattie infettive dell’adulto edel bambino, tutte le malattie esantematichepossono vedere l’indicazione di Belladonna se la loro modalità evolutiva clinicacorrisponde alle modalità patogenetiche del rimedio: angine, rinofaringiti, laringo-tracheiti,scarlattina, ecc. Prescrivere da tre a cinque granuli alla 7 o 9 CH ogni ora o ogni due ore.

- SE ESSA E’ LOCALE, qualunque ne si ala sede, in assenza di ripercussionegenerale, si devono ritrovare le caratteristiche sintomatiche dell’infiammazione:- arrossamento brillante (rubor)

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- tumefazione brusca (tumor) - dolori a carattere pulsatile (dolor) - calore intenso, radiante, con sensazione di bruciore (calor)

Belladonna è un buon rimedio per l’ascesso in fase iniziale.Prescrivere cinque granuli alla 9 CH ogni due ore.

SECCHEZZA DELLE MUCOSE:In condizioni fisiologiche le mucose sono sempre umide. Il fatto che diventinoimprovvisamente secche in un raffreddore, in un’angina che insorge dopo un colpo difreddo, in una vaginite ad inizio brusco, è un buon segno di Belladonna.Inoltre le tossi secche spasmodiche, le disfonie dolorose con secchezza della gola sonoaffezioni trattabili con Belladonna.

GLI SPASMI:- Sia che si tratti di piccole scosse muscolo-tendinee- La costrizione dei muscoli faringei in un’angina che dà al paziente la sensazione di

una mano che gli serra il collo e che si aggrava quando il paziente cerca di deglutireuna bevanda

- Tutti i dolori crampiformi dei muscoli e degli sfinteriTutti questi dolori, se hanno un esordio e un termine bruschi sono caratteristici e trattabilicon Belladonna.

Inoltre le convulsioni infantili, con ipertermia per congestione cefalica intensa, sonoun’eccellente e spettacolare indicazione di Belladonna (alla 15 o 30 CH; il miglioramentosi ha in pochi minuti.

CASI CLINICI

Per comodità espositiva questi pazienti sono stati divisi in tre gruppi:Pazienti oncologici, pediatrici ed eterogenei.

Elemento comune per questi tre gruppi, la necessità di intervenire su un quadro sintomatologicocaratterizzato dalla presenza di forme influenzali o parainfluenzali, presenti o nei cui confronti i pazientierano predisposti.

CASI ETEROGENEI

Primo caso.Paola C. 25 anni. Motivo per cui si presenta: micosi vaginali ricorrenti e tracheofaringiti ricorrenti.Dall 'anamnesi risulta che, fin dall 'età di 15 anni, la paziente presentava ricorrenti episodi di micosivaginali, presentantesi in svariati periodi dell 'anno, recidivanti nonostante ripetuti trattamentifarmacologici cui era sottoposta dai vari ginecologi che l'avevano fino a quel momento seguita.Come ulteriore dato significativo, dall 'anamnesi risultava la facili tà a sviluppare patologie delle vierespiratorie, nonostante l'utili zzo di vaccini (Buccalin, ecc.). Dopo aver esaminato la documentazione

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prodotta dalla paziente (essenzialmente esami ematochimici ed esiti di tamponi vaginali, evidenzianti unapredominanza della Candida) sottoponevo la stessa a Test E.A.V. .Da questo test era evidenziata l'intolleranza alimentare nei confronti, fondamentalmente,di latte e derivati, lieviti, oltreché di alimenti, nello specifico scarsamente significativi.Emergeva inoltre la presenza di una forte intolleranza a svariati miceti e spore, nonchéuna forte intolleranza per l'estroprogestinico assunto dalla paziente a scopoanticoncezionale. Per questo motivo consigliavo anche la Termoregolazione, principalmente alloscopo di evidenziare l'impatto del farmaco ormonale sull 'asse ipofisi-gonadi della paziente.Dopo aver prescritto dieta ad esclusione degli alimenti "incriminati" e aver consigliato lasospensione dell 'utili zzo della pill ola anticoncezionale, prescrivevo la seguente terapia:

FMS Drosera Complex OmeopiacenzaAroma 4. Gocce UNDAMait Plus capsule SaluspharmaEchinasyr dell 'UNDAMucococcinum 200 UNDA

Rivedevo la paziente dopo circa 60 giorni e riscontravo la scomparsa delle perdite e del prurito vaginale.Rivedevo dopo circa altri 4 mesi la paziente che, oltre non aver più presentato la sintomatologia infettivamicotica, affermava di aver superato il periodo invernale con un solo episodio parainfluenzale.

Secondo casoCarla T. 42 anni. Motivo per cui si presenta: colon irritabile e bronchiti ricorrenti. Dall 'anamnesi risultava "da tempo immemorabile", a detta della paziente, la presenza di turbedispeptiche caratterizzate da meteorismo con alternanza di fasi di stipsi/diarrea, diff icoltà nel digeriresvariati alimenti, senza che la paziente riuscisse ad identificare quelli "incriminati", a parte il latte.Sottoponevo la paziente a Test E.A.V. che evidenziava tra gli alimenti cui era intollerantela presenza di latte e derivati, farine di grano e lieviti. Inoltre era presente una notevoledisbiosi intestinale caratterizzata da svariati sporigeni e Candida.Prescrivevo, oltre all 'esclusione gli alimenti "incriminati":

FMS Drosera Complex OmeopiacenzaKalium Carbonicum plex UNDAMait Plus capsule SaluspharmaEchinasyr UNDAMucoccinum 200 UNDA.

Rivedevo la paziente dopo circa 60 giorni. Mi riferiva la quasi totale scomparsa del meteorismo e laregolarizzazione dell 'alvo. In primavera rivedevo la paziente che mi riferiva di aver passato l'invernosenza ammalarsi.

Terzo caso

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Giovanna G. 21 anni. Motivo per cui si presenta: dermatite atopica, riniti e bronchiti ricorrenti nelperiodo invernale.Dall'anamnesi risulta la presenza di dermatiti ricorrenti fin dai 10 anni d'età. La paziente aveva consultatodiversi dermatologi e si era sottoposta a svariati test allergologici, evidenzianti allergie nei confrontidegli Acari della polvere e del Nichel solfato. Le erano stati prescritti cicli di terapia, prevalentementecon cortisonici, che le avevano fra l'altro provocato irregolarità nel ciclo mestruale, senza risolvereminimamente, se non attenuarla per brevi periodi, la dermatite.Sottoponevo la paziente, nel corso di due visite successive, inizialmente a Termoregolazione peraccertare la funzionali tà del sistema endocrino. Da questo test risultava:Ipertermia dell 'ipofisi, ipotermia della ghiandola tireoidea ed ipofunzionamento dell 'ovaiodx. Successivi esami da me richiesti, ovvero dosaggio degli ormoni tiroidei, ecografiatireoidea ed ovarica, evidenziavano la presenza di cisti colloidali in ambedue i lobitiroidei e cisti ovariche.Il Test E.A.V. evidenziava intolleranze, per quanto riguardava gli alimenti, a latte ederivati, pomodoro, carne suina, mela e limone. Verificavo inoltre intolleranze al Solfatodi Nichel, acido Acetilsalicili co, e Cromo. Prescrivevo, oltre al suggerimento di eliminare gli alimenti "incriminati":

FM Phaseolus Complex OmeopiacenzaFMS Elaps OmeopiacenzaUndacutine gocce UNDAGraphites pomata UNDAGraphites 5 CH UNDA DynamisHypophysinum L.A. 200 K UNDA DynamisMucococcinum 200 UNDAEchinasyr UNDA (non avendo riscontrato una tiroidite autoimmune).

Rivedevo la paziente dopo circa 90 giorni, verso l'inizio della primavera, riscontrando la scomparsa dellasintomatologia cutanea ed un solo episodio di bronchite.

CASI PEDIATRICI

Primo casoAntonio P. 5 anni: bronchiti ricorrenti durante tutto l'arco dell 'anno.Dall'anamnesi familiare, risultava di significativo: madre portatrice di candidosi vaginali ricorrenti.Dall 'anamnesi fisiologica e patologica remota risultava la presenza di crosta lattea, protrattasi persvariate settimane. Fin dai primi mesi di vita risultavano presenti bronchiti ricorrenti, con episodi di crisiasmatiformi, che si presentavano durante tutto l'arco dell 'anno, intervallati da brevi periodi di benessere.I diversi specialisti consultati si erano limitati alla prescrizione di farmaci sintomatici.Il piccolo era stato anche portato da uno psicoterapeuta infantile che aveva imputato la sintomatologiaalla gelosia nei confronti del fratello maggiore (7 anni).Il Test E.A.V. evidenziava intolleranza a numerosi alimenti, in particolare latte e derivati,cacao, thè, lieviti, pomodoro, funghi, zucchero di barbabietola raff inato, carne di pollo.

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Inoltre, pur non essendoci una presenza di significativa sintomatologia intestinale,riscontravo la presenza di una disbiosi intestinale prevalentemente provocata da Candida.Prescrivevo, oltre alla solita raccomandazione di non alimentare il bimbo con gli alimenti "incriminati":

FM Nux Vomica Complex Omeopiacenza (essendo il grosso intestino il "cuore dicatena")Aroma 13 UNDAHomeobronche gocce UNDAMait Plus gocce SaluspharmaMucococcinum 200 UNDAEchinasyr UNDA

Rivedevo il bimbo dopo circa 40 giorni, al termine di un episodio bronchiale. Ritenevo a questo puntoopportuno aggiungere:

FMS Elaps Complex gocce OmeopiacenzaThymuline 7 CH granuli UNDA

Rivedevo nuovamente il paziente dopo altri 40 giorni, per sottoporlo a nuovo Test E.A.V. cheevidenziava un'attenuazione della disbiosi intestinale. La madre mi riferiva inoltre che non si eranorimanifestati sintomi a carico dell 'apparato respiratorio.La madre mi riportava il piccolo dopo sei mesi, riferendomi un solo episodio di bronchite, risoltosi conla prescrizione di un "sintomatico" (Drosera Plex gocce UNDA)

Secondo caso Carolina F. 7 anni: tonsilli ti ricorrenti con frequenti episodi infettivi a carico dell 'apparato respiratorio.Dall'anamnesi risultava inoltre tendenza alla stipsi.Il Test E.A.V. evidenziava un'intolleranza a latte e derivati, lattuga e radicchio (di cui labimba era ghiotta), carne di vitello. Emergeva inoltre la presenza d'alcuni sporigeni.Prescrivevo quindi, oltre al divieto d'assunzione degli alimenti "incriminati":

Scrofularia Composé gocce UNDAFMS Thuya Complex gocce OmeopiacenzaThymuline 7 CH granuli UNDAMait Plus gocce SaluspharmaMucococcinum 200 UNDAEchinasyr UNDA

Rivedevo la paziente dopo 40 giorni e registravo che in questo lasso di tempo la bimba non avevapresentato episodi infiammatori. Il Test E.A.V. era immodificato per quanto riguardava glialimenti (anche a causa della mancata osservanza delle mie raccomandazioni sulla dieta

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da parte dei nonni) mentre evidenziava un'attenuazione della disbiosi. Inoltre l'alvo dellabimba si era quasi regolarizzato.Dopo solenne "cazziatone" e aver confermato la terapia fissavo il controllo a tre mesi.La paziente in questo lasso di tempo aveva presentato un solo episodio di tonsilli te e unaregolarizzazione dell 'alvo.Rivedevo la bimba dopo 6 mesi con riferito un solo episodio di tonsilli te.

Terzo casoMichele C. 8 anni: dermatite atopica, frequenti episodi influenzali e parainfluenzali durante la stagioneinvernale, colon irritabile.Dall'anamnesi emergeva la comparsa della dermatite nei sei mesi antecedenti la visita e la comparsa deiprimi sintomi a carico del Colon verso il secondo anno di vita. Inoltre la madre precisava lapredisposizione fin dai primi mesi di vita del bimbo a contrarre infezioni respiratorie.Il Test E.A.V. permetteva di rilevare intolleranza al latte e derivati, tonno, lieviti,zucchero di barbabietola raff inato e zucchero di canna, cacao, soia; inoltre intolleranza alNichel solfato ed all 'Alluminio. Era inoltre presente candidosi intestinale.Prescrivevo, oltre alla solita dieta d'eliminazione:

FM Nux Vomica Complex Omeopiacenza (essendo il grosso intestino il "cuore dicatena"):Aroma 13 gocce UNDAMait Plus gocce SaluspharmaDolichos Pruriens 6 DH UNDAMucococcinum 200 UNDAEchinasyr UNDA

Rivedevo il paziente dopo circa 40 giorni. La madre mi riferiva un miglioramento della dermatite, unepisodio parainfluenzale e nessun apparente miglioramento per quanto riguardava il Colon. Aggiungevoquindi:

FMS Bufo Complex gocce OmeopiacenzaLycopodium Clavatum 200K gocce UNDA Dynamis

Dopo circa 60 giorni rivedevo il paziente. La dermatite era scomparsa, era presente un notevolemiglioramento della sintomatologia colitica e registravo un solo episodio di bronchite.Il Test E.A.V. risultava ancora positivo, in maniera però molto attenuata, alla Candida.Decidevo di lasciare protrarre la terapia fuorché per il Lycopodium C. passando alla M K.Rivedevo il Bimbo dopo 6 mesi: la dermatite non si era più ripresentata, il colon non era più "irritato",si era verificato un solo episodio di rinofaringite.

CASI ONCOLOGICI

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La selezione di questi pazienti tiene conto del fatto che sono stati presi in considerazione solo quelli chemi avevano fatto espressa richiesta di un'alternativa alla vaccinoterapia tradizionale. Infatti, inquesti pazienti, per svariati motivi (medico-legali, per evitare la conflittualità con altri Colleghi, ecc.)limito l'utili zzo di fitoterapici e/o prodotti omeopatici a coloro che già fanno uso di questemetodiche o che me ne fanno espressa richiesta.

Primo CasoPaola P. 40 anni: carcinoma duttale infiltrante seno sx con metastasi polmonari.Dall'anamnesi risultava che, sei anni prima, la paziente, in seguito a riscontro di carcinoma al seno, erasottoposta a mastectomia con svuotamento del cavo ascellare sx, radioterapia e successivo ciclo C. T.(schema CMF). Essendo negativa per i recettori ormonali non era sottoposta a terapia ormonale. Circaun anno prima di sottoporsi alla mia visita, una TAC toracica evidenziava la presenza di due metastasi alpolmone sx oltre ad una linfoadenopatia mediastinica.La terapia propostale dall 'oncologo prevedeva chemioterapici di seconda linea, ma la paziente dovevasospenderla al termine della terza seduta per una grave forma d'IRA.

Prescrivevo:

MDB (comprendente come noto la Melatonina)Mait Plus capsule SaluspharmaMucococcinum 200 UNDAEchinasyr UNDAArnica 1000 MK gocce UNDA Dynamis

Ai successivi controlli , in cui non entro nello specifico perché materia esulante da questo seminario,potevo riscontrare l'assenza d'episodi infettivi a carico dell 'apparato respiratorio.

Secondo Caso Carlo F. 71: carcinoma prostatico con metastasi ossee.Dall'anamnesi risultava prostatectomia, eseguita tre anni prima la visita presso il mio Studio, causacarcinoma prostatico infiltrante la capsula. In quel periodo si era sottoposto a terapia ormonale.Sei mesi prima la mia visita, una scintigrafia ossea aveva evidenziato la presenza di tre metastasivertebrali. Dall 'anamnesi del paziente risultavano, inoltre, frequenti episodi infettivi a carico dell 'apparatorespiratorio.Al paziente era stata prescritta RX terapia, che ovviamente confermavo.Prescrivevo:

MDBMait Plus capsule della SaluspharmaMucococcinum 200 UNDAEchinasyr UNDA

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Ad un controllo successivo il paziente mi riferiva di aver passato la stagione invernale senza episodiinfettivi a carico dell 'apparato respiratorio.

Terzo CasoEleonora B. 65 anni: Mieloma Multiplo.Dall'anamnesi risultava che fin dall 'esordio della malattia la paziente si era rifiutata di sottoporsi alla CTprescrittale, anche a causa di una cardiopatia.La paziente, che seguo da ormai sei anni, si curava con rimedi omeopatici ancor prima di rivolgersi a me.Ho prescritto in questi anni, oltre alla MDB, alcuni rimedi unitari. Inoltre le ho sempreprescritto la profilassi, nella stagione invernale, con ottimi risultati, comprendenteMucococcinum 200 UNDA ed Echinasyr UNDA.

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