Plastica

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22 / 11 / 2011 I.P.S. “CABRINI” Taranto anno scolastico 2011/12 CLASSE: IV A T.C.B. DOCENTE :prof.ssa Schirano Marcella De Bartolomeo Desirèe, Piccione Bruna, Vitarelli Simona

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22 / 11 / 2011

I.P.S. “CABRINI” Taranto anno scolastico 2011/12CLASSE: IV A T.C.B. DOCENTE :prof.ssa Schirano Marcella De Bartolomeo Desirèe, Piccione Bruna, Vitarelli Simona

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Sono dette materie plastiche quei materiali artificiali con struttura macromolecolare che in determinate condizioni di temperatura e pressione subiscono variazioni permanenti di forma. Le gomme, pur avendo chimicamente e tecnologicamente molti aspetti in comune con le materie plastiche, non sono normalmente considerate tali.

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I materiali plastici si dividono in termoplastiche, termoindurenti ed elastomeri.

Termoplastiche: sono dette termoplastiche quelle materie plastiche che acquistano malleabilità, cioè rammolliscono, sotto l'azione del calore. In questa fase possono essere modellate o formate in oggetti finiti e quindi per raffreddamento tornano ad essere rigide. Questo processo, teoricamente, può essere ripetuto più volte in base alle qualità delle diverse materie plastiche.Termoindurenti: sono un gruppo di materie plastiche che, dopo una fase iniziale di rammollimento dovute al riscaldamento, induriscono per effetto di reticolazione tridimensionale; nella fase di rammollimento per effetto combinato di calore e pressione risultano formabili. Se questi materiali vengono riscaldati dopo l'indurimento non ritornano più a rammollire, ma si decompongono carbonizzandosi.Elastomeri: la loro caratteristica principale è una grande deformabilità ed elasticità; possono essere sia termoplastici che termoindurenti.

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Nella chimica, le materie plastiche sono generalmente il risultato della polimerizzazione di una quantità di molecole base (monomeri) per formare catene anche molto lunghe. Si parla di omopolimeri se il monomero è unico, copolimeri se il polimero è ottenuto da due o più monomeri diversi, e di leghe polimeriche se il materiale è il risultato della miscelazione di due monomeri che polimerizzano senza combinarsi chimicamente.Un materiale plastico è in genere composto da molecole polimeriche di diversa lunghezza, per cui è necessario conoscere la distribuzione dei pesi molecolari per determinare le proprietà chimico-fisiche del materiale plastico in esame.Le materie plastiche si ottengono dalla lavorazione del petrolio.

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Le caratteristiche vantaggiose delle materie plastiche rispetto ai materiali metallici e non metallici sono:

la grande facilità di lavorazione;

l'economicità;

la facilità di colorazione;

l'isolamento acustico, termico, elettrico, meccanico ;

la resistenza alla corrosione;

l'inerzia chimica;

l'idrorepellenza;

l'inattaccabilità da parte di muffe, funghi e batteri.

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Lo smaltimento dei rifiuti plastici, quasi tutti non biodegradabili, avviene di solito per riciclaggio o per stoccaggio in discariche: bruciando materiali plastici negli inceneritori infatti si possono generare composti tossici come le diossine . Il grosso problema dello smaltimento dei rifiuti plastici ha incentivato negli ultimi anni la diffusione della bioplastica, bioplastica, ottenuta da materie prime rinnovabili quali l’amido di mais, grano ,tapioca e patate.

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Se abbandonata nell’ambiente, vento e pioggia la trasportano in Fiumi, torrenti e

scarichi che la riversano

Nei mari e negli oceani.

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Un sacchetto di plastica che ci viene fornito ogni volta che facciamo la spesa : costituisce un’inutile spreco di risorse energetiche non rinnovabili;

deturpa e inquina per centinaia di anni terraferma e mari;

compromette la salute degli oceani e contribuisce a formare una “ zuppa di plastica” , diventalo un serial killer.

I sacchetti uccidono ogni anno oltre centomila esseri viventi: mammiferi marini, tartarughe, pesci e uccelli confondono i sacchetti con il cibo , li inghiottono e muiono o per fame o asfissia.

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Solo il 3% dei 200 milioni di tonnellate di plastica che vengono prodotti ogni anno nel mondo è destinato al riciclo .La plastica costituisce il 90% dei rifiuti galleggianti negli oceani e si stima che oltre l’80% dei rifiuti dispersi in mare arrivi dalla terraferma. Si calcola che una busta , poiché non è biodegradabile ,e impieghi più di 400 anni per sparire dalla natura , a meno che un “ volenteroso “ non la tolga dal mare per avviarla ad un nobile processo di riciclo .

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Il Pacific Trash Vortex è un enorme accumulo di spazzatura galleggiante, composto soprattutto da plastica, situato nell'Oceano Pacifico, tra le isole Hawaii e la costa californiana . L'accumulo si è formato a partire dagli anni cinquanta, a causa dell'azione della corrente oceanica ,chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico (North Pacific Subtropical Gyre), dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario, che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro.

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L'enorme quantità di plastica prodotta e immessa negli oceani , anche se non è biodegradabile, viene sminuzzata per azione continua del vento e delle onde in frammenti sempre più piccoli che agiscono come spugne in grado di assorbire tutti gli inquinanti chimici dispersi in acqua. La conseguenza di tale fenomeno è l’ accumulo di tali sostanze tossiche che possono raggiungere concentrazioni fino ad un milione di volte superiori a quelle presenti in acqua. Tra gli inquinanti troviamo metalli pesanti, i POP's,( Inquinanti Organici Persistenti) tra cui insetticidi clorurati di prima generazione (dieldrin, DDT, toxafene, clordano) ,prodotti chimici industriali come i bifenili policlorurati (PCB) o sottoprodotti industriali come le diossine.

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E' stato dimostrato che sia animali marini sia terrestri, venuti a contatto con questi inquinanti, presentano disturbi ormonali e disordini riproduttivi. Anche nell'uomo i bersagli principali di questi componenti chimici, chiamati di tipo ED, Endocrine Disrupters, Distruttori Endocrini sono l'apparato riproduttivo ed endocrino.

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Meno plastica per tutti :Traguardo 15 kg in 7

mosse !

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Per ridurre l'impatto della plastica sull'ambiente, basta ripensare ad alcuni acquisti che facciamo abitualmente nell'arco di un anno.Ognuno di noi , seguendo alcuni accorgimenti, può contribuire a ridurre di oltre 15 kg la quantità di rifiuti plastici prodotti e apportare miglioramenti economici e ambientali al nostro pianeta Terra. Non produrre un rifiuto significa infatti evitare emissioni di CO2

che vengono rilasciate sia durante le varie fasi del processo di produzione sia durante lo smaltimento . La nostra adesione alla Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti ha come principale obiettivo quello di promuovere un comportamento ecosostenibile nella comunità di appartenenza per ridurre l'impatto della plastica sull’ambiente attraverso una drastica riduzione dei prodotti usa e getta o l’uso di packaging riutilizzabili .Ecco di quali imballaggi e oggetti monouso si può fare a meno:

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1. Shopper monouso con manici e sacchetti ortofrutta senza manici: -3 kg

Ogni italiano consuma in un anno almeno 300 sacchetti a testa Nonostante un decreto ne abbia vietato la distribuzione dal gennaio 2011 questa tipologia di sacchetto continua ad essere l'opzione più gettonata nei negozi e nei mercati rionali. Nei supermercati invece, dove sono stati introdotti i sacchetti biodegradabili che costano circa il doppio di quelli di plastica, il consumo si è mediamente dimezzato a favore di borse riutilizzabili.

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2. Acqua minerale in bottiglia di plastica: -3,5 kg

L'Italia è il primo paese consumatore di acqua minerale in bottiglia di Europa e terzo nel mondo.Tenendo conto che vengono consumate prevalentemente confezioni da un litro e mezzo e che le bottiglie pesano da 24 a 36 gr possiamo ipotizzare che bevendo acqua del rubinetto potremo eliminare almeno 3,50 kg di plastica all'anno.

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Sostituendo parte delle bevande gassate o lisce con bevande fatte in casa, anche con l'utilizzo di un gasatore e concentrati delle bibite più conosciute o sciroppi, possiamo ridurre altra plastica.

Se poi si consuma latte in bottiglie di plastica o in altri contenitori monouso si può eliminare totalmente l'imballaggio consumando latte crudo alla spina.Acquistare latte crudo alla spina inoltre rappresenta una soluzione economicamente premiante per il consumatore che risparmia anche il 30% e per il produttore che vende il prodotto a un prezzo fino a tre-quattro volte superiore rispetto alla vendita alla vendita alle centrali di acquisto.

3. Bevande varie e latte in bottiglia di plastica : - 3,5 kg

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Secondo uno studio effettuato ogni anno in Italia vengono vendute circa 114.200 tonnellate di stoviglie usa e getta.Un set di stoviglie monouso costituito da piatto, bicchiere e due posate in plastica pesa circa 40 g e rappresenta circa il 16% del peso dei rifiuti complessivi generati da un pasto. Ad oggi le stoviglie “usa e getta” seppur costituite da plastiche riciclabili non possono essere conferite nella raccolta differenziata della plastica poiché non considerate imballaggi La soluzione sarebbe l'utilizzo di stoviglie durevoli e lavabili .

4. Stoviglie usa e getta: -1,9 kg

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Secondo uno studio di FederconsumatoriFederconsumatori acquistare prodotti alla spina per la pulizia della casa può far risparmiare a una famiglia 205 euro all'anno.Oltre ad usare preferibilmente detersivi ecocompatibili, a base di tensioattivi vegetali e di sostanze naturali, bisognerebbe farne come regola un uso limitato, anche riducendo le dosi consigliate. Si può infine ricorrere all’uso di efficaci detersivi e detergenti “ casalinghi ” a base di ingredienti naturali come aceto, bicarbonato e acido citrico.

5. Detersivi e detergenti per la casa: - 4 kg

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I detergenti liquidi hanno sostituito le vecchie saponette a base naturale che sono sicuramente più ecocompatibili .Per ridurre i flaconi contenitori si può ricorrere all'utilizzo di saponi solidi disponibili in diverse formulazioni e fragranze. Se si vuole ricorrere a detergenti liquidi bisogna rivolgersi a negozi che vendono prodotti sfusi usando contenitori a rendere o ricaricabili realizzati con imballaggio flessibile che riducono dal 70 all' 82% il consumo di plastica.

6. Detergenti per la cura della persona -1 kg

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Adottare uno spazzolino con testine intercambiabili consente di risparmiare ,ad ogni cambio di testina , l’80% della plastica che serve per fare il prodotto . Le stesse considerazioni valgono per i rasoi usa e getta, per i quali è stato calcolato un consumo mondiale giornaliero pari a 10 milioni.

7. Spazzolino e rasoio usa e getta - 0,400 g

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Impegnamoci tutti a diventare consumatori responsabili perché la

nostra società diventi la “ società del riutilizzo e del riciclo”.

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