PISTOLE S&W BODYGUARD 380 - Bignamisentò il modello S&W 380; arma invero poco apprezzata, al pari...

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PISTOLE S&W BODYGUARD 380 LA GUARDIA DEL CORPO

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Pistole

s&W Bodyguard 380la guardia del CorPo

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Seg 1 JOB: 5228-14_Diana Armi 5 PARTE: L Diana Armi 5

Seg 1 Black Yellow Magenta Cyan BOB:1740 mm STAMPA: 1226X1915 IMPO: testa 7,5 - piede 5 - cdorso 4,5 - brossura 3

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s&W Bodyguard 380

Diana Armi|39

s&W Bodyguard 380la guardia del CorPo

Uno dei segmenti più popo-lari nell’attuale panorama produttivo delle armi corte è sicuramente quello delle

pistole semiautomatiche tascabili de-stinate alla difesa personale, che è oramai articolato in due filoni: i model-li in calibro .380 ACP – ovvero il no-stro 9 Corto – e quelli camerati per la più prestante 9 x 19 mm Parabellum. Grazie ai progressi nell’ambito dei materiali sintetici e delle tecnologie costruttivi, oggi è possibile realizzare pistole perfettamente gestibili e sicure in entrambi i calibri aventi dimensioni impensabili solo pochi anni fa. Le armi della prima categoria sono infatti so-vrapponibili a molte creazioni in 6,35 mm Browning largamente diffusi per la maggior parte dello scorso secolo, mentre quelle della seconda non ecce-dono gli ingombri di una Walther PPK o di una Beretta M1934; è evidente come, soprattutto nel primo caso, l’u-tente abbia a disposizione una pistola già adeguata sotto il profilo balistico alle normali esigenze difensive che può essere portata comodamente con qualsiasi abbigliamento e in modo del tutto discreto. Se a questo aggiungia-mo il fatto che oggi tutte queste armi sono dotate di chiusura stabile (nihil sub sole novi, a voler essere sinceri, visto che ci aveva già pensato molti anni fa la spagnola Star con le sue belle DKI e DKL), con i conseguenti vantaggi nell’impiego pratico, è facile comprendere perché la loro diffusione sia sempre più ampia; naturalmente negli USA, dove le licenze di porto di armi corte per difesa sono molto più diffuse rispetto a quanto avviene in Europa (per tacere dell’Italia…) grazie alle leggi adottate negli ultimi anni dal-la maggioranza degli stati dell’Unione e dove moltissimi agenti di polizia e operatori della sicurezza usano por-tare un’arma di riserva, la cosiddetta Back Up. Con queste premesse non meraviglia che molti produttori abbia-no inserito nel proprio catalogo pistole di questo genere, in particolare nelle versioni tascabili in 9 x 17 mm. Ancor meno meraviglia che vi abbia pensato la Smith & Wesson, firma per la quale i piccoli revolver da difesa hanno sem-pre costituito una parte importante della propria linea produttiva. A dire

Al di là della citazione per cinefili, il titolo che abbiamo scelto per questo articolo era praticamente inevitabile, visto che riguarda l’ultima pistola semiautomatica per difesa della Smith & Wesson, la Bodyguard .380

di Paolo orsitto

il vero l’azienda di Springfield aveva fatto il suo ingresso in questo com-parto già quasi venti anni fa, per la precisione nel 1996, quando pre-sentò il modello S&W 380; arma invero poco apprezzata, al pari delle altre componenti della serie Sigma, lanciata nel 1994 quale risposta alla Glock. Una risposta tanto efficace da essere costata alla Smith & Wesson una lunga cau-sa legale con l’azienda austriaca e il conseguente pagamento alla stessa di un significativo indennizzo… Dopo aver mandato in pensione la sciagura-ta Sigma, gli americani hanno deciso qualche anno fa di riprovarci, questa volta con un progetto più valido: così fece il suo debutto la nuova gamma di pistole semiautomatiche di ultima generazione che, forse a titolo scara-mantico, venne battezzata “Military and Police” come il leggendario revol-ver Modello 10.

Un altro nome famosoI modelli principali della serie M&P sono destinati a impieghi di servizio e difesa e vengono proposti nei classici calibri 9 Luger (e 9x21 mm), .40 S&W e .45 ACP. Dato il loro rapido e ampio

successo, la Smith & Wesson ha ben presto ritenuto opportuno metterne in cantiere altri, alcuni con una marcata impronta sportiva di carattere agoni-stico o ludico e uno appartenente alla categoria di pistole tascabili da difesa di cui abbiamo parlato nelle premesse: battezzato con un altro nome famoso nella storia dell’azienda di Springfield, ovvero Bodyguard, integrato dalla cifra

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Le mire vantano una buona visibilità, un profilo sfuggente e la possibilità di esssere spostate sul piano orizzontale. Il cane esterno è privo di cresta, inutile in una pistola con scatto in sola doppia azione

380 a indicare il calibro (.380 ACP, il nostro 9 Corto) e la sua natura di pi-stola semiautomatica . La Bodyguard 380 è finalmente arrivata nel nostro paese dopo una lunga attesa, in quan-to pur essendo stata catalogata già

alcuni anni fa non aveva potuto esse-re importata in quanto munita di laser integrato di puntamento, strumento proibito ai civili dall’italica legislazione; la situazione si è quindi sbloccata solo quando la Smith & Wesson ha reso di-

sponibile l’arma in versione priva del “micidiale” congegno elettronico.La Bodyguard 380 presenta tutte le caratteristiche oramai irrinunciabili per le armi della sua classe, a cominciare dalla organizzazione meccanica basa-

La corsa del grilletto è alquanto lunga e di peso sostenuto, caratteristiche insite nel sistema di scatto DAO e apprezzabili in una pistola finalizzata alla difesa personale. Notare come i comandi siano accuratamente incassati nel fusto in materiale sintetico

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me appartiene allo schema Browning modificato e che comporta quindi due gradi di libertà della canna – è possibi-le realizzare pistole dalle dimensioni e dal peso veramente esigui ma, al con-tempo, impiegabili senza alcuna diffi-coltà da parte di chiunque abbia una minima esperienza di tiro.Altrettanto moderna è l’esecuzione della Government 380, che prevede un fusto in polimero rinforzato, leggero e resistente a qualsiasi uso e abuso, nonché un carrello in acciaio inossida-bile protetto da un efficace trattamen-to superficiale di colore nero opaco. La piccola pistola americana può quindi essere portata senza patemi d’animo con ogni abbigliamento e in ogni condi-zione climatica, qualità assai positiva per chi debba essere armato sempre e comunque; questa impervietà agli agenti esterni è integrata da ingombri davvero minimalisti, non turbati nean-che dalla presenza dei tre consueti co-mandi esterni sul lato sinistro. Infatti la leva di smontaggio, quella di arresto

Il serbatoio caricatore in lamiera metallica è ben eseguito e rifinito, con la capacità di sei cartucce. Il fondello è apprezzabilmente munito di becco zigrinato che però, date le dimensioni dell’impugnatura, offre appoggio solo all’anulare e non certo al mignolo

ta sulla chiusura geometrica a corto rinculo di canna; questa scelta, un tempo appannaggio solo delle massic-ce e potenti pistole d’ordinanza, ha da qualche tempo pressoché soppiantato il sistema labile tradizionalmente im-

piegato nelle armi corte semiautoma-tiche di piccolo e medio calibro, grazie agli innegabili vantaggi sotto il profilo della confortevolezza e della control-labilità nel tiro. In effetti grazie alla chiusura stabile - che nell’arma in esa-

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La M&P 380 in smontaggio da campagna. Evidente la sua

organizzazione meccanica basata sulla chiusura

geometrica a corto rinculo di canna tipo Browning modificato

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del carrello, quella di comando della si-cura manuale e il pulsante di svincolo del serbatoio caricatore sono opportu-namente incassati in incavi stampati nel fusto e, pertanto, non sporgono la-teralmente. Parimenti funzionali si pa-lesano i congegni di mira, costituiti dal mirino a rampa e dalla tacca a basso profilo: essi offrono una efficace visua-

Il leggerissimo fusto in polimero ospita un telaio metallico in cui

è ricavato il piano d’appoggio che consente alla canna di

arrestarsi e abbassarsi nella fase di apertura

le e non sono inclini a impigliarsi negli abiti durante l’estrazione, mentre pre-sentano la possibilità di spostamento sul piano laterale essendo inseriti in sedi a coda di rondine ricavate sul dor-so del carrello.Il sistema di scatto è in sola doppia azione (DAO, cioè Double Action Only), con cane esterno privo di cresta e co-

esa del grilletto decisamente lunga e alquanto pesante, richiedendo uno sforzo di trazione prossimo ai 5.000 g: un valore sensibile, in parte mitigato dalla pulizia complessiva e dall’assen-za di collasso. Non si deve comunque dimenticare che ci troviamo al cospet-to di un’arma da difesa e non da tiro e che quest’organizzazione permette

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All’interno del carrello si nota, sulla parte destra dell’otturatore integrale, il pistoncino del blocco automatico del percussore. Esso viene escluso solo premendo a fondo corsa il grilletto e va a integrare efficacemente il congegno di sicura manuale, che agisce invece sulla catena di scatto

La massiccia culatta assicura il vincolo tra canna e carrello grazie al contrasto con la finestra di espulsione, mentre la fresatura a piano inclinato impegna il risalto ricvato nel telaio metallico del fusto per indurre la canna stessa ad abbassarsi. Notare la doppia molla coassiale di recupero, che contribuisce ad attenuare le reazioni allo sparo

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Produttore: Smith & Wesson – 2100 Roosevelt Avenue, Springfield – MS (USA) www.smith-wesson.com- Carl Walther GmbH – Amsberg (DE) www.carl-walther.info Importatore: Bignami Spa – Via Lahn, 1 – 39040 Ora (BZ) www.bignami.itModello: M&P Bodyguard 380Tipologia: pistola semiautomatica con chiusura stabile a corto rinculo di cannaCalibro: .380 ACPScatto: in sola doppia azioneAlimentazione: serbatoio caricatore amovibile, capacità 6 cartucceCongegni di Mira: tacca di mira e mirino a rampa inseriti a coda di rondineCongegni di Sicurezza: automatico al percussore, manuale sul fustoLunghezza Canna: 70 mm Lunghezza Totale: 133 mmPeso: 340 g scaricaMateriali: fusto in polimero rinforzato, canna e carrello in acciaio inossidabile Finitura: carrello con trattamento superficiale protettivo nero opacoPrezzo: circa euro 504

scheda tecnica

di ribattere il colpo in caso di mancata accensione dell’innesco, particolarità vantaggiosa nell’uso difensivo. Pur-troppo il mignolo della mano che im-pugna la pistola non trova appoggio, nonostante la foggia del fondello del serbatoio caricatore: uno scotto che si deve inevitabilmente pagare nel caso di armi così minuscole.

Note conclusiveLa Smith & Wesson 380 Bodyguard si pone sull’affollato (soprattutto oltre-oceano) mercato delle pistole semi-automatiche tascabili con una certa autorevolezza, derivante non solo dal prestigioso nome di cui si fregia ma anche e soprattutto dalle sue qualità costruttive e meccaniche. Con una

capacità complessiva di sette cartuc-ce calibro 9 Corto (sei nel serbatoio caricatore e una in camera) e un’as-soluta sicurezza d’impiego, derivante dalla presenza della sicura manuale sulla catena di scatto e dal blocco automatico del percussore, la piccola arma americana ha infatti tutte le car-te in regola per garantire un’efficace protezione del suo possessore.Si ringrazia la Nuova Armeria del Centro di Alessandria per la gentile collaborazione

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