Pirateria e Guerra Da Corsa Nel Mediterraneo

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FRANCESCO CORDERO DI PAMPARATO PIAffTERTA E GUERRA DASORSA ftIEDITERNANEO

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FRANCESCO CORDERO DI PAMPARATO

PIAffTERTA E GUERRA DA SORSA

ftIEDITERNANEO

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sorc di sroria alluólv€Etta delìa

aìì.sÈn pnndpalment€ in In-clrlÈm, Marta, svluE, dde hat€quenhb 6n {@s lhed€lsusirs s.hool di l-{EÙna; Eúopla

È sbto @néulenè dr sloria della

mercddicolj e pef la c.úbddc.r@demY dr Todno. Îene onr€Én'Ze'seninÙi'pÉo.lmìlcultunli'

'| qwdiddùndqn dt ttc4t6oî"El€de Edìtic per mnb della Ma'{.

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FÉncesco corderc di Panparato

Pirateria e Guerra da corsanel Mediterraneo

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ftem€ssa

Ho decisod!scdvere questo llbro, pei.hé, dopo averpafteci,pato al pnmo con€re$o di Plrabna e cuera di Co6a nel Me,dilemneo, ho potuto con$ataÈ di peBona come un tenome,no che ha avuto una erandisslna rileva.za storica sia presso,ché sconosciuto nelle €Cìonldove i piran non efiettla@no le

h occasionè di quel cónCresso ebbi il plecere di conoscereGustavo valenie..he ne era Iorsanizzatore oaalloÉ lo@nsi,derc un po il mio padre spùituale per quanto ncuarda lo ru,dio della Storia. Ho an.hé avuto la foduna di poterne appÉz-zare le srandidoti umane che hanno confibu to moltisslmo afarmelo ammjraF. Per questl motivi iì libro è dedicato a lui,uno dei più pofondi e p.epa,ati studiosi eurcpei perquantoconeme la pararefia nedn€íanea e akfiasperti dellasrona.oltrc al cadssioo amico vorel ncordare ededicare un pensie,ró ad altle pe6one, che, anche se non ho polutoconoscere dipèBona. ho potuto ammjla€ per le loro opere. Mi rifelsco aVìncenzo Lusci, che con i suoì studi di archilettùra nalale e dirona nautioha latto conosceÉ e amae a me óme a moltiaft la storia dcll. navi come a lusci voÌ€i irviaÉ un erazlè aSaÌvatorc Bono, altóre di una delle opere piir esaurientl su

hlìne vorei ringraziare alcunì amici per l'aluto che mi hannolomito, mi rilerisco a Pie6neelo Manuele. ronrc.avale di va-loÉ, Robena Róc.atì, che mi ha me$o a disposizion€ !n suonorevole nud:o sulla ( oria delld nalieézio.e e delle navi eAnna cuculoche mi ha dato u. consistente aiuto nella revtsto-

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Turîi nol, sin da bambi.i, abbi.mo sentiîo padafe di pirati ecoGari È un nondo che aftascina, p€rché molto lontdno, sEnel tempo che nelio spazio, da quella che è la vita di tutti iCiornL. ll maÈ ha da sempre attirato chiunque vi si accosti equlndioeniforma di vira.olà divenla a suavolta atrascinante,propno peÉhési svoÌce jn quelleLeme.lóTuttavia ben pochidinoi sono abbastanza infomatisù qùeslamarena. !a macgiofpafte dellasenteè convinta che si fattidi!n lenomeno ronco che abbia @involto prjncipalmente, *.on esclusivamenre, Iarca ca.aibica, nel penodo che va dalMilìecinquecenro sino alla line d.l Seìcento se proprio bìso.cnas<osta6idaquel lo. tena' io. ILncadkerdrvd(hevrene nmente aipi i r è i lmondo dei nar idór ient€ con i pìrat i deLla

Se qlenulamd è \ rdrd e I ranè runord d regione moCCioFmente interessata allescorerie di pirati.le azioni di suelícliache si svolseo nei ma dei caraibi non ebbero una rilevanzaóàgSiore di quanroawenne jn zone più vicine: nój.Non solo ma be. pochi conosconó la difiercnza sóttile, tutta'via sostanziale tra pnati e coGari !èqúivoco è @usato da ùneraro nodo di p€*nrafe la sro.ia e alla pubbli.ità fafta daùna cefa naÍÌaliva perÉgazzie dalla cinematograria amenca'na, sopraÎtuto ricuardo ai piratidèlla lonuga, che si trova ap'

Indubbiamente la pirateria caraibica ebbe un iúportanza no-tevolissima nellecononia del CoLfo del Messico, e di conse-cuèiza della spasna che auinCeva da quella regione buona

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parte delle sue risoue economiche Non vocliaro sminui.e ìlruolo di alcunì dei piiL inportanti coEari al sewizio di sua mae-stà bntannica e di certe biè.he licurc di pirati, che divennercfamosi soprartutto per la crúdeltà con cui si compoitavano ver-so i prìgionieri, e per la loro avida rapaciîà.Ciò nonostante non si púò fare a meno dl ribadìre.he i Caraibì non lurono né llnico.é ìl piùL ìm portante teaÍo di piraieriadelnondo occidentale, e che qúesto tipo divicendè sulmaÉsi venficavanogiè nolti sècoli prina e.ortinuano a verìfic6ianco/oggi nei marì dell estremo orie.te.Purtbppo ben pochisanno ch€, popnosulla poda dicasa no-crr . pe' un pe' iodo di enpo,he "-do da L <ed icermo i ino dcirca la metà del diciannovesimo secólo, iL Mediteraneo tuteatrc di una intensissima, violentissira e incessante gueÌra.he ebbe in certì periodi il carattere di piateia, men!É in al-trimomenu si hattò principalnente di eùeda da co6a, incuilemdine., isr ,a-e e s dr iche r i ! !o.r 'arono e gc.cccio 'o ' o ! idin aldacia che in febcia.ti pjrateia e la guera da corsa nel Mediteraneó própio nelpcriooo in cLi \i prc.eo pdrp i bd'ba'escti i' nue.7"'ó

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maniera determinante Iecoromia e ilnodo divive€ delle rc-cioni costie€, soprarlutto perquanto riguaida le spónde occidentalidi questo mare.ll lenomeno, se pu.e esisteva da rempì antichissimi ebbe lasua rilevanza maesiore dall inizjo dei mille.inquecentó, si.oal miÌleottocentotrenta, anno ìn cui i fra.cesi co.quìstarcno

È curioso vedere cone un I€noheno che ebbe cónsesuenzeimportantissime sia così po@ conosciúto e studiato È anchetriste notare @me sìornali che si auto.onsiderano di importanza nazionale facciano una costante confusione tra barbaÉ-

I due fenomeni sonodi valenzastorica ben divesa, e si 6110-cano jn due penodi ben distinti e distantialcúni secoli luno

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dallaltr I p.otagonisti poi non appafteneoro nenheno alle

I saEcni, infatti, erano arabi che passata Cibilîera e infillra-Ìisiin E!ópa, vagaóno t.a laFrancia mendionalee l'lralia*r-tentrionalee ooeramnodalnono secolo sino ai Drinianni deltredicesimo. ll Dlù delle volte si muovevano a Diedì e aveva-no costltùito delle loro @munita arche in zone nóntane Sipo\qonoi i ldÉ pererempio l r val le \dvorardd del la vo. ianaelAl . \à l d s l ta serbra . \e alcune bande dr saÉ.e1i ope.rassèrc anche poco dopo il mille nel monrègalesè. ln qùesteÉgioni, owiahenre, si muov€vano per viè di tera e quindìnon polevano csercitare la pirateria. sulla costa disponevanodi una base a Fraxin€tum. che cornsDonde all altuale saint

lbarbar{hi lurcno lurdl 'd Losa ln comune con i \aE'enlebberc quasi esclusi!.nente la religione mussulmana. Lanageiof pafte di loro non efa aff.no fomata da arabi, che nonprcvéno una lorleattraziÒne per ilmaE è b navicazione, ben-sì da un pittoresco insièúe di pè6one, il cui unico amalsama

I barbareschi infafti, non eEno una popolazìone omoeenea,ma u. insiere di turchi sFci italiani, spacnoli oLandesi dirur . r ranne p. imr, ! r i raf idvd dr awenr, len Lhe avevdno nn-necaro paùia è rcligionè, allenari dai lacili guad.ani .ne raeuerasut nare poteva lorooffriÉ ll nome di barbaÈschi ven'ne loro dato in quanio operavano dai portl dell AlCeria, Tunisiae Libia che venivano aeomunate ome facenti pane de a É-sione chiamata Ba.beria cli alvemùneri, che cor lè lorc navipanifono per Éids di rapina daipofti delnordAfrlca, non era-no dunque popolazìoni autoctone di quelle É€ioni. lnfine ibarbareschi svolsevano comè lore attività propna e speciffca laguera sul maÉ si fatrava di plraù o co6ari?A questo punto è doveroso spieeare la differenza che rntèFcorÉ Ía le dle categone. Tanro per@nlncia€ sl può nota-

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re .he i dúe fenomen i hanno alcu na elenenti in comúne e so-no proprio qlest che sovente lilanno confonde€ Sia piratiche coEari sóno, solitamente, dei p vati che, con le loro na'vi, attaccano e d€predano navi mefcantili o località riviera-sche. ll mare, con la sua imme.sita, garantisce un rifugio ab-bastanza sicúro una volta compi!ra Ia scoreria, percui pira-ti e corsari hanno semprc potuto goderui di una certa impu-

Ma quali sono invece gli elemenli .he diffe.enziano i piÉtidai.otsari, visto che le imprese che compirono furono molto

h pnro luoco le motivazionl e gli obiettivi. I pìraìì saccheg-Cìano e depredano esclusilem€nte per motivi di tomacontoeconomico personale, diconsè8uenza, altrc non sonoche pr€.donio bnganti, cioè delinquè.ljche, invece di operare lungole stÉde, operano sul mare. Dallè orisinidelle civiltà medrter-Énee ilharc è stato ilteat.o dèl mascior volume dei commer-ci e quindi attacdÉ navi úeÉantili e impadrcniEi del lore @-nco ha semprc coóponaro un aricchihento particolamenré

llpnata dunqueè un bandko, un criói.ale.he assale indis.ri-minatarentenavidiquals laslnazione,perdnlair teninima-rinareschì, che battono non lmpona quale bandiera. Talvoltanon si linita a depredare le navi ma sbaG sulle coste, sa.-che€gia i villaegi e fa schiava la popolazìone. Ouesta forma didelinquenza è tra le più antlche ed è stata una dèlle magCiorìcaBe d r no'e pe' chr s l àccrneesee ad rrr 'aprendeÉ .n \ rdg-eió .avale sino al dlciannoveslmo secolo. oualora venga cat-turató, il pìfata può essere m€ssoamoireda chiunque e laco-sa disóliro alvìene con un prccesso sommario.Ben diveEa è la figura del co6ao. cosrui slolge un'analosaazione di rapina, na solo nei confrcntì di navi e di coste cheappanereano a naz'o.l in cùeùa .on la pópria e sacchecaiasolo lè c6te di stati nenl.i. llco6aÉ, infatti, se inalbera una

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bandìera, uequelladella prcprianazione e di consesuenza èùn p.ivatoche si batte, almeno in teoria, in nome e per contodel proprio stato. Abitùalúente è iornùo dal poprio sóvemodi 'pdt,rida.o6d" che loaúbrizzano a quesb tipo diguèra.che può esibire qlalora canurato Saranno preprio le pdls{li afare sl.he lenga tranato comè prieionieó di Cuera e non @-mebandfto Nelsuo.aso, quando Iazione ha successo partèdelbottlno è.eduta alleaùtorita nazìonali.In al.unicasi le ra-kdila ro ( stabilivanoanche che si dóve$erc aluta€ navi in

Tante volte dietro dilu' c era addiiiuura ún gtuppodi afansti,chesiquotava perarma€ una naveche avesse idoneiÉquisiti di velochà, naneggévolez.a e amamerto per una suera altrafico mecntjle e la alfidava ad ún comanda.re dl prclatovaloÉ.In oueto cae si stabiliva.o insieùe le Da.ti delbotti-no che sarebberc spettatte a ciascunoll coBao, sè catturato era dunqtre u. prigionierc diSuera. Inalcuni casi sono 3tati conslderali coEari anche conandanti dinaviglida suera che sierano impadronili dì melcantili di statineDicioche llaavessero alfondatÌ.In Ògnì úso, conunque ilcouarefon poteva attacóre navidj naronialleate o neurraliloualoÉ lo avesse fatto, si saEbbè trasfomab in Dirata eavÉbbe perco le ca6nzje in casodi@trùÉ €asideleene,esi

ll problema piir deìlcató per i cotsan sipresentava quando ùnanave úercantile neuîralè fasponava merci per uoo slalo ne-mico. lo q@sto cae leg€ì e tradizioni internazionalÌ hannosempre conse.tito la cattura della nave € delle ne!.i. Analo.saoente succedeva quando veniva attaftara una nave batten-te bandieró dì uno stato alleato con qrello con cui sr era irsuera Riassùmendo quindi a grandi line€ si può dire che ilpjrataè un bngante che opeÌa sulnare henre llcoBaroè piùsifrilead ur soldato dì venluÉ che opera su teira.

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llIDte Alberto cuelielmotti, autor€ nellottocento diun im-portant€ 'Storja della marina pontificia ,:l proposìto dicev:

Îot\4 4tuntia hotdî la.nar iù dcl tÒnlondete queste dùe ra.i, Qpitdl-hent direv, quahlu,que dntc per itunti.úe, e diflinite I uùa N I altrdIn,h. dal t4, ,ù t i rdor i9u4r I \aa Lqtt t nù\ |or l tsoaa otsoi ...né tutti i.ovn e,o pirdti: .awenttona relqotft rinak d.l totù.,

.hé r|rigdnú pnali | .a6dti tomno sul hdre: tnd si distihuoia pet k di're6e r|qiari de .arsi l0t0: c k dilktchzr si hdùna a úrdft nan tt\to ddlkynLtur ptirdb dei lelletuti, qtdrto dalk sehtefte ,!ei pubbliristi e dallaqiùisptùderzd natiunrd, útùintktdo dal tlasitu Coúelota del khe.ca&ft ptupnd,hùb Aiesi colui .h., quartuúqùe pnvah pegúa, hordlùeN laúbnzzdta tu hu.ft pa|tti dalsuo q,!ena) .antaúda ún batti-hlehta arlùdto, e tarc il hdft Irttu i rehki del ,ase, ir tenpa di qùertA a suo ris.hi, I qùddnqno Pù 4tenskne dk.si pút.o6ato o otsdk il

'otitte rto e I equúaqgia E#i pondna ld ba údien koliauk , soúa saqqet-

ti oLk kq|i dello st4to, hdnúo tribunali .he úe qiudkùúa i fatti e le p4de:devak' essúe Àsryttati dai ùe uti posoÚ nlúqiasi úei lan p04it lirìbti0 vúti qaiatu sul t"dte h nedesn e quarcútiqie .úe il dniúa di kdrue edelle qehti akanld di.rtuanddúti e peÉo\e lei @tpi lnr.hi i, te% Al@rÍa o i pndLi si tuteq,îkto ir ttua @ù qli ùssttsiili .ot pdqúa di i-badi enla alnd kqg. th. il liúito, uriù nfieú'e wt tubdft tuL Dúrc, sùta baúdiea o kú @r baúdiere buqivde, erla nspttta di pda o di trc-qua s\4 pate rti, s.n& ttib u úali: ,tbbli. i nehti di tutti pasre e \dqella

Nel Med iteraneo operarano solo barba€schi? La spostaènoPrima diloro le repubbliche marinaÉ iraliane, sicnore incont€'state del Mediteraneo pef alcuni secoli, pÉticbno quasi inces'santemenÉ laguera da coEa l'ona nei confrontj dell ail€.{ l re CU'-d.pnJr i , ùrnoCiU. o,r i ,pr"r idro CIe Isherese che funesta@no le cosre adriatiche per lutto il cin-

J pirati lJscocchì, tuttavia rlmasero sempre e solo un fenome-ebbF .Ll lp,onon id nedieldne" Ln in

patto così pesante come inve.e fù quelÌo dei baùareschi

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La compa6a dei Barbareschi, cloè deicoEad che viv€vano eopefava.o ìn "Barbena'diede un significato nùovo a quesro !i-po di gùera. all aspetto politico ed e.onomi@si aseiunse u.amotivazione Éligi6. che t6sfomò una euera che ha sempÉavùto Drevalentenente |asoetro economico in una erta di

Lestessenot ivézionidiCueradirel ie ionetuonoquindiadot-tate dai cavalien di Malra e da quelll toscani della maina Sre-faniana, che usaono nei confbnd deeli infedeli metodi diguefa non menospÉgiudlcad né efferati.AhÉ punto imponante, per q uegll ordinì di cavalieri chè com.battevanospìnt idanotìv id ica€ttere€l ic ioso,è.hÉnonoc.coreva che vilossero dichiarazLoni di 8ueùa pers€ntiEiauro-

zzatì ad apnÉ le ostiliîà conÍo gli inf€delir lo slzt6 dj ìnfè.dele era considerato condizione suficiente per ascredirlo edeprcdano ouesto valeva sia per i musulmani che per i (i

Soloche la stonoeÉfia cristia.a hasemp€ bollato d inlamiagliìn,edeli e ha senùe trovaro glusllica2ioni di caratterc Éìieioso alle eifeÉteae dei difensoli della Fede. Di fatto, ben pochisono stati coloro che abbiano compilrÒ un analisiobiettiva diquesto lenomeno storico dierande poftata, anche se non ade-suatamente.onoscilto. Tuttavla anche se si vuole fare ún in-dagineobiettìva,essa non può rlmaneÉ serena qùando si ral.ta un periodo stonco in cui da ognl pa.te si dimostò il più to-rale d sp F?/o pe' la v ' ta rnara. sra con le nume o.e ui . >onso!€nre inùtili, sia con lodioso lefomeno delb nduzióne ins.hiavirir degli sventurati che venllano,att pncionieriFù p.oprio le.orme.umeb di peÉone.idotte in rhiavitùche finì di peere ir ma.aera sDavenros sulla situazione sccio economica delle nazio.i che si affacciano sùlle rive delMednerÉneo

^nche se non vl sonodati adeeùaîi che p6sa-

no in lorra. . i . s i pùóafe'mare(teel sventu'drr . hetu.oror i .doîîi in schiavitù in qúero Ìasso dltenpo furono aicùne .en-

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tinaia dì migljaia e prcbabilmente superarono il nilione e forse moltidi più. Risulta quindi evidente che ùna situazione simile abbia influito in maniera pesantìssima non solo sulÌ€-conomia delle rccioni afilitte da quesîo fenomeno. lnfatti, seandiamoa vedere in certe €gionì soprattutto del sud ltalia, cjac.orgiamo che ì villacsi antìchi stranamente, invece dr esseElu

'go e(o<e, i r ro\"-oI polrzronr eleldre rblepo!/one

rendeva piùr lacileawista€ le vele nemiche da lontano e con-.edeva più tempo perda6i alla tuea. Un concetto di dilesa èanche quello che ha ispnato i.dngi licuri. ouelle viuze strctste e disposte Ìn modo.he sovente ricordano un labúinto turo-40 JUdicte èppo{d per \on<enrre rr a di fesè mBloF 1er !orhonti di eventuali invasori.Un alt@ fenomeno che risuarda Iarchitettu.a dilerciva dei se-coli e deue resioni maeciomente afflitt€ da questa pìaea Iuquella delle tori di cuardia. ln oenì regione ne lurong costrui-te a.entinaia, con costi dì cosrruzione e di ranutèn4óne ele-vatissimi. Tutte queste energie unane ed economiche fúrcnodistralre dalla cohivazione dèi dnpi o della pesca o di altreattività p@duttive .on perdite e.onomiche pesantissime, an-che se non calcolabili. se poi si acgiunge che lobìettivo dèipredato eÉ soprattutto la.anura dì quelle pereone che po-tevano o perla giovane età o per lesperienza matu€ra svol-sere anche ìn schiaritir un lavoro prclicuo, si può constataÉq uanto dan no e.onomico ne derivasse. Ulrino punto, ìn Euro-pa Iìorì un'attivirà di conCÉCazioni eordini religiosi che si de-dicarono a ra.coglieÉ fondi perriscartare i tatrivt (dallatìno,dprivu5 p'iCior reÉ . I denar dei rscatri andè\ano a rmp.n-cud'e le, ds>e de|eCr ' d ' Alge' i l .n 's ' e ' po i a lur lo >ùp.lodeue fi.anze dei paesi saccheCeiatì.Anché il caratteÉ delle popolazioni naggiormente colpìte dal-le operazioni dei piratl ne fu neCativamenre inlluenzaro Infat-ti, quando perse.oli sì ècostÉttia fare ì conticon predonief-feEti che ihprowisanente possono depredaÉ fe popolazio-

t)

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ni costieÉ delfrutto dellavoro diuna!na, uccìdère ó piva.edella libènà, ci si sèrte porati a chiedeGi a cosa *Ne d.Éiîanto da lale quando da !n momento allalto si può perdere

La Cuera al kaifi.o mercantile sia da corsa sia in foma pìrate-sc nel Mediteraneo è nala con l. navieaziohe Se vogliamoesereobiertivi, ilmirico ulisse ecidentale è ilpnmo pirèradi\ur dbb'aro norvid \e l ìodr(<ea rr , tonrd deì le <ue 5(o"eîelungo le cÒste di van popoli, tra cul i Lestrigoni e Cli stes5i cì-. op' . duznte i l r

"eCio di r ror"o dr ' r ro i . O.e. .e (-e i îp ese sipossóno tranquìlÌanefre chiamafe atti diplfateri!,ln epoca Crecoromana la ptateria fu una pjaga tremenda checausò danni ingentissini aLla navieazione. Sovente soprat'tutto in órjènte sovrani in guera con Rona si allearono coni pirati per sfruttarli e, tramite lóro, danneggiare il commeFcio navalè romano La piratèria tu estipat: da Pompeo, cùepe.ò, ebbe bìsoeno di una flotta di cinquecentÒ navie di al-

La pnatera mediterane! ebbe un rilievo mlniúo dopo la ca-duta dell'lmpero Romano Ouesto fu la naturaLe .onseBuènudella nduzióne dei commerci in Europa e deLconseguenle n'du6i, sinó quasi all estinzione dèLîraftico mercaflile dallE!-rcpa occidentale Rinas únanivira djffusa nel Mediterareoonenrale ouelìo occidenîale fu alflitro perqualche îempodal-le scoreriedeivi.hinshi, forse ipiir efferati, i piir bruralie piiLrczzi diturta la storia della pirarerla. sulloÉ conro esuLra LóroabiLita narinara ci sarebbero da sfataE nolti miti, ha la|go-nento esura da questa trattaz'onecon la nascita delle crandi repubbliche mannare ita ia.e, il@úóefcio riprese, ma le flone ilaliane erano troppo forìpe'(ha qualche ptrdrd potesse sf'ddrle te' d' p'u erdno im.poftanrissimi paftnefs conmefciali pef il mondo arabo peÈ

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cbé i potenti Égni islahici consentiss€rc a qlalche lorc sudd!to dì .olpire un coúmercìo di.ui Iorc èrano una delÌe parli ecle quindisì sa€bbe rivolto contrc loÉ stèssi.l nunebsjep!sodi di cùeùa da coEa, si v€nficarono quando navi & eueradi ùna rcplbbll€ marìnara assahavano navi medntili diun alrra con cuiera in eueraDiveEa era la sltuazione nèl MediÌeraneó onent.le dÒve Bliaripelashi CÉcl e aratoli.i Iomivano a .hi volesse prati.ar.questa foma dl bnCantagglo navale un habhat ideale Le pìc-@le isole e le baie ripaÉte Éppesenîavano sicure basi pe. ipiati Di conseguenza consentivano ai loro abitanti di aesrcd i-re re navi di passageio eeEitando una vera e pÉpda aftiviradi bricantageìo harittimo, cioè piraleria. Plnt€ria, che era lapriha fonte di sussirerÉ peralcune di queste a€e, e quindicostiîuiva un tenoúeno talmente imeonante delleconomia lo-.alè da aveÉ il sùppono di tuÍa la popolazione delle reeio.iinterèssare. Come ln tutti ì casi in cuì la pirateria si nanìfesté,.n.he in qùeslo, ilconsensoe Iappogeiodelle popola2ioni ri-vieras.he sono elementi lhorescindlbili oer il su(esso deLbngantasgìo nanttino e solo ellhinandoli è possibilé debel'

Nel MedneÉn@ occidentale. leqúilibrio si ruppe con l'e'spansione delljmperc turco ve6o occidente e il distac.o daogni autorità c€nrale da oartedeilecittà della costa nord afri-canaad ovest dèllÉ€hto. Alseri, îunislTnpolie ahre miiorif!niono di diventaÉ .ittà stato che non nconoscevano alcuna

Conbmporan€ahente. in Spa€na teminava la riconquista dapalte dei regni cafiolici di Castielia e Aragona e molte decinedi misliaia di mussulmani fuÉno costÉtlia rrasferiBi in NordAfri€ e la lorc, com€ tune 1è migrazionÌ di massa, stravolsel'e-conomia di alcune di queste regloni Si salvòsolo IinpèrodèlMaoccó che godeva di u. onima amministGzione.ouindi all iniziodeÌ Cinquecenrosieranoomai vèrifi.ai teno-

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meni di srandiss'ma portarache avrebbero avuto innùúercvo,I' ripe.cussìo.inel bacino del Mediteraneo. Neimari orienra,li, lavanzata dei tùÉhi aveva modificalo ssranzialnente tecondìzionidiv i tadel lepopolazjonjgreche, menrres! iveBan-tioc.idenlali la riconquisra spaenola aveva rasfornaro in dis-èredai quelli che flno a pochi anni Drima erano rranouitti abi,tanù dei Éeni moÉschi di spaana ln entranbi i @si i €rarosoweniti eli equilibri scio economici delle rèeioni e ruraquella nas$ di peene, la cui vfta era srata stÉvotta dagtì av,venimenti,si pest vaadlvenlare massadi manovra nele ma,ni d ichi fosse statotanroabj le da prof i l rame.

t5

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Parte Prima

stoda della piraterla rnediterraneaDal cinquècento all otto.ento

t1

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Capltolo trmo

L€ta e.oica:il Cinqu€cenro e I Barbarossa

e consuetudine considerare linizio delleostilita dej pìEti barba.eschicon la @ttu.a di duè ealere pontilicie allarsodicivi-tavecchia, da parte dei lratelliAruje Kaired Din, che in sesui-ro vcnnefochiamari enÍambi BaÌbaf6sa. rdue frarelli sfan-no non solo eli ì.ìzìatori dl ques€ e.a di teróre per le cosrem.di tenanee del Fuópa, ma sd'dnno r 'a le 1euÉ più impo'tantidl túrra lasrona della olrateria medùefaneallfattoawennein un úoúento in cujle acque dél razio eranotranquille e non cera motlvo ditemere nessuna anivjtà pirate-sa. Fu così che due gdLolr. sbucte allinprowiso da dieto aun isoloRo nusci.o.o a e.p€ndeÉ, quasi enza colpo feri€,una ghnde galera pontilicla che navigava ranquillamente inquelleacque.Cliassalitori lndossavano.osrumi musulmaniedil turbante ed erano capeCeiati da un uomo robùsb non mol-to alto che avela una vlsbsa barba rossa.Si trattava di Aruj la cui barba avrebbe ree famosle tenutì sialuiche ilpiù ciovane fratello (aned Din razione nsuhò ralnen-Iè facileche i pi6tisifeceo ah@ra piùL arditie declseó di ase-lie !n ahra gale6 che seeúìva di lontaro. Atuitecè indcae a'suoj ùomini ic6túnidei p.ieionien e nìea nno(hioledueca-leotre. La sconda cale.a si awi.inò é lèqujpaggio incunositovólle scopriÉcosa e€ successo. Ouando si a..oE€ócheClì uo-ninr a bordo dellJ Ì. €alera e'ano piÉ i,lL roppo ta'd, per or-caniza€ una djfesa I balbaeschi li ri.Òprircno con una nuvoladi fÉcce che ne nise tuoli combattimento ún buon numeó. Ua-zione che secuì f! come la precedente di ùna rale rapìdità chel'èquipaggio della ealera tu cattùGto

'n pdhissino tenpo.

a

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La Épidnà dellattacco sarebbe stata sempre la carattensticadelle operazionì di Arui e di lullì i suoi seguaci. In seCuito aquesra tortfnata impfèsa e ad ahri colpi ben nu<iti, Aruj di-lenlò rap'damente Iamos nel nord Atnca musulmano. N€lt04, sù invi todelsovrano di lu i is i s istabì l ì sul l isoladìoier

ba licino a Tu.isi. Laccordo era !anta€gioso per enrambe lepJr Lovdno d|ebbe (e\uro und quora de borifo, nd

'pimtiavrebbero potuto disporc diun pofto confortevore do-ve ancorare e calaiatare al si.ufo le proprie ravi La pósrzrÒneera stfategicamente vaitacgrosa: Tunisi era un ricco mefcatodove venderc jlricalato de le scorerie e perdi pìir era vicinoal lasic i l iaeal le rot te del le navi da depredare. Prestomolt iav!€nturiea si unirono ad Arui allettati dalla suè abilità e dai no-revoIeuddèq r- \e le ' îp-(eonare{hcp'odu.e\a ' , .In quegli anni sul frontè aw.6aio. elì spagnÒli tenîavano dicreatsiùnisenedìcépisaldisul lacostaaÉicanadelMèditeraneo. Le tappe di quel pfogéno lufono, nel r50t Me6 el KebtLfo6e il miglior ancora€eio della costa alCenna, quiDdi rra il1503e il Itl0quelle di pedón de Velez, Oranoe Cartaeena Nell5ll cadeva anche Búsia e Alcerisi riconosceva vassalla del .edi spagna La politica deeli spaenoli avela pèòdèidifen'do-r ig ine: leoperazioni ml l i tar ieGnostatebr i l lant i ,napanicoarmente sanguinose e Íudeli Tale crudeltà aLienò aelì ibericio€nl possìbilità di intesa con Le popolazioni lÒ.ali.

^ ro puntó

debole dì questa po itjca fú il fatto che le .iÌtà in nado aglispagnolì finirono di essere enti(à isolate, prive di ù. tessutoconnertivo con le località.ircoslanLi, perclò dipendénÌi ìn ÌÒtòoquasi dai r i lornineni iv iamaledaLla madrèpar iaconremDoraneamenrè le imprese dei lrarelli Baùafossa au-mentaono di intensirà e di inponénza: la loo fama diventòleggendaria e molri avleniu.iei andarono ad inscsaÉ le lo-ro fi a PÉsto Ìa loro flotta asslns€ una dimensio.e raggua.de-!ol€: únadozzlna difust€' Fù così che ad un.erto púntó idúé

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lratelli pensarono di riconqujstarc Bugia, allofa in mano aglispagnoli. La spedizion€ non €bbe succ€sso€d Aruivi p€detle un bÉccio. Lannosuccessivo Kaired Din sirese prolagonjsta diun'imprcsa che rivelò le sue dot' di cenialità cheavrebbero in seguiîo contÉddistintó tutta la sua vita di co6aro. Alcomandó della flotta siera impadronito diu.a ealeotta eenovese ra rcazione della cìttà ljgure fu ìmmediatai dodici salefe da guera al conando di Andrea Do.ia puntarono veBo la.osta afficana. Kaired Din, che efa conscio della propria intèriorirà, affondò seì Calèotte e con Le altre sihulò un attaccoconùo le galele del Doria. owiamente fu subnocosretto a rir i rdD: e pLn-o èl la (o(-a dove ' i rò a ,^a le .e ' cd eorre qu ndi si rirtò con i suoi uomini. Al Doria rimasè questo bottino,ma ìl corsaro potè reclperare Le sei galeotte che dveva pre-cedentemente affondato. Prontamente ne fece costruire ahretre, pef cui la sua flortiglia !imase di poco inferiore alla pÉ-

Poco tenpo dopo, id!è frateÌli sì preseo lna bella nvincltaco.qujstandóCigel l i eCherchel l { l t la l Daqúèl lawenimentoanche il lorosra,ar caúbiò sosranzialnen!è, non erano più so-lo due pirati, bensì i sóvfa.ì di ún tèritorió pìccolo, ma lo.o.Neel iannìseCUeni i lasi túazioneinternazionalesèmbròèssèrela più idonea peffavorire idu€ tuatelli Morìvano prima il rc diSpagna Ferdinando e due anni dopo jl €ecent€, il cardinaleximenes de cisnercs Lerede aÌ tono, il Iuturó carló V e€molto eióvane e si trcvava nellè Fiandre dove era nato Pèr unosseruatorc esrerno in spacna ceh un vuotó di pótere di .!iera r l . " ,o diprór ' r dF Própro.uque.. p ' -q lppo{ Ò. 'e i .co di Algeri: Selim EutemjsinvoÌse ai due fEtelli per liberarsidel \a. .d l l "CCro p"€nolo.on r l orodr l ro | . roobier i \o e-dquel lódiconquistarelalorrezzadi El Penon,.elcol fodÌAlce-riin manoa€li spagnoliche co. ì suoicannonicontrollava ognimovimento nella città e nel poftollpiano non teneva contod€lle ambizionidiArújche enrato in

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ciftà con ùr potente èserciro,lece sraneolaÉ Selin, si liberò,facendolidecapitare, dei possibili oppositori e riproclamò redì Algerl. Le tappe suc.essive a questa conquira fuóno Ioc-cupazione delle città di Bliadah, Medeah, Milianah, îenès eTLencen. Si trattava dicinà stato tendenzialmente filo spagno-le che è1da'onodd

' reÉnd € l reîron del ec_o diArLi

Flbno propriotali spedi2ionia segnare ia fine delle inpresedel @rnrc. le Dooolazioni arabe, <he si srtivano minacciatedalsúo porere. chie*.oaiuto aSlispagnoli llnlovo € diSpa,cna orCanizzò una spedizion€ conùo di lui: il ma(hese di co-mares alla testa di diecimila uomini marciò da Orano contmArui e lo sconiisse alLúadi el r'4elleh. ll Barbarossa a!eva siàtraveEato ilfiume ma la sua retroruardia stava soccombendoal lat taccospag.olo: persalvareisuoi uomini tornòlndieÍoenellosconro pe6è Ia vila La mofe e la sconfitÌa delfraîelloll5l8l la<iaono Kair€d Din in una posizione debole e deli'

!l timoe di eseÉ epralano dagli spaenoli lo oonò a com-piere un'abile nossa: si rivolse als!ltano dì Costanrinopóli ecli fece atto dj sottomissìone oliGndoslila sovranùàdellelerre conouistate da lui e da suo lEtclloowiamente il sesto fu accettato con eBnde soddisfazlone dalsul tanochelonominòBeq(cioèsouano, madipendenteda lù i le slì inviò un corpo di €ia.nizzerì Fu in quel mohenro che sìdeci*ro le eni dell'Alc€ria, che iniziò ad asslmere |assettoattualc, Non solo, madaouel nome.to il Baóacsa cBsava diesere un pìÉb e diventava u. coÉmche combateva ineúi-cidelsuo signore Lo scont.o nón €B più tra la Spagna e un covodi Dkat i , ma unodei tanl i tear id iconftontot la l imDeiatorecristiano Carlo V e IimpeÈtoÉ músulmano, selìm I il crudele,padrc dclfuturo grande solrano, Solimano il maeniflcoNel l5l9 Kair ed Din riuscì a ÉspineeÉ un .ltacco spagnolócontrc AÌse diretto dallaúúkaslio Huso de Moncada ma,quando lc.avi ariyaono davani alla città dei pkati,la stagio

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ne non er. più lavofelole e una tempesta @usò lali danni alla Íotta che fu inpGsibile atia.ca€ Algeri.rl Barbarcs da qúel monerlo av€bbe @mpiulo scoreneseúpÉ piir audaci Inlanb a lui si erano agg€eali alcrni corsan chesarebbeó passatian.he loroallastoria pefl€ lorc im-prese efferare etemerade. TÉ questi Dragut un turco di Rodi,sìnan "l'ebreo dj Smirne', Aydin cristìano rinnesato conosciutocome il 'terorc d€l Diavolooualche anno prima Inel Ltló) un ahD pìrata Kuftòsoli erasbarcaro a raljnio con lintento diÉpìÉ Papa Leonex.ouel-I impresa non duscì perpurocaso, ma Limpressione chederÒ

Proprio in queclj anni llt22l Solimano il maenifico, dopo unas*diodisei mesir iuscivaa€cciaÉdaRodi icalal ier id i Sa.Ciovanni. Ouesti dopo un iniziale soggiolno in rtalia, ebbeddaCarlovrel l5roindonol lsoladiMaha,dacuipreseroi lnÒ'me attuale sarebbero djventati ì piì1 iriducibili nemici d€ibarbarc{hi e, pe.ceri ve6i. co6arì a.che loo.Nel I 529 il l.tur. dsl /idúlo attaccò le Baleari e fe@ un ri<o boÈrino, non elo ma imbarcò. dietó il pasamento di una ronesónma, du€cento,D,ird che chiedevano diessere porlati innórd AfiiG Fu ìnteÉettato da una flottiglia spagnola forte diodo salere. Pe' meel'o ranovra'e .bai ò olcron err e tudroe andò allattacco. Ebbe fortuna: iL primo colpo uccise il co-mandante spasfolo PoÍundo e €li equìpaegi si sbandaróno.così il t?mnd?idiavolo iuscìad ottenere un bottino ancora mac-eiore okreal leol tonavl eadal imentaÉlaleggendachealec-

An(he l" lorezua del Penon, c-" dom.n"\a Alger. fL o 'e.d(1529ìe con Le sue macerje e il lavoro di migliaia di schiavi,lisolotto su cujpogeiava fu collegatoaila terafeima. ll valorosodìfensore Manin de vargas fu crudelnenîe úesso a moile.con questa cónquista ognì controllo spasnolo sul trafico delporto di Algen veniva a cessafe

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cl lsbaEhi sul lecostei ta l ian€espagnoledl lentaÉnosemprepiu nrmeosl rartoLhe le popolaron. nrie6s.he vivevrno i-uno<tatodi tercÉ rhe avevd slo un oenododi oausa.eime.si invemali, In .úi le navi barbaBche non DÉndèv.no ilnarcNèl l5t4 il BaóarosaconDì rutla una*ne.li lmDÉsclameóse Salpato da Alceri col una flotîa dr <e$antaquauo navi,aitaccò prlma Regcìo calabria dove fece un ncco bottino dischlavi e di natanti. Lasla successlva lnpÉsa desiò stupore epalra. II coEao aeeva senÙro dlF che a Fondi non lódtano daRoma. si trcvavaCiulia Conaga, vedova di V6pasiaúo Colon-na duchee dl ÎEietto e conte$a di Fondi, corsidecra

'àdonna più bella d ualia. ìLcoEaro oensò che@lturarla e lamedono a Solinano ll Magnifico sarebbe stata una buona mo5sz;puntò quindl verso quella citradlna. rlcolpo non luscì perchéla dama ne ebbe notizia in tempo e nusda s@ppaÉ. aualcu-no disse che tuCCì seninúda a .avallo nella notÌe, ma pare.hesia piùr una llcèna p@ti@ che Éaha. Tristenente t€ale tu in-vece il teriblle saccheggio che Fondi subì p€r la r.bbia del

alturare la bell. d!chess.. rlteFroÉ eenerale ,u grande perché tuttl si accoEerc che, in quelIoccasio.e, BarbaÉssa avÉbbe potuto attacca€ Roma e nonavEbbetrovato foze adeguatea contrastado Se avessecom'piuto ùn. rimlle rmpÉe,.vÉbbe addinnu6 potuto f,F pri.

Ma l'ope.azaone sùategicamente plù Inporlante tu la pma dilurisi awenula serpre 1elÌo stesro anno l, conségut .po-destando il debolesovrano ilin4k4 Hasan.Kair ed Din veniva qlindi a trovad in una poslzlone vantac-Ciosa e pericolosissjma peri suol nemici perché mlnacciava davicino la Sicilla,la Sardeg.a e itEffci me@ntili dl ùna sGsa€a del meditemneo.Una simile azione ron @teva lestare sena risD6ta è Ia rca-zionedi carlo V fu innediata. Fu rapidamente allesdla un'in-ponenb notta di olr€ seicento navi tra quelle da guera e

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queile da trasporto, al conando di And€a Dona, e !n ,onecorpo dì spedizione tedesr€ aCli ordini del marchese delVa-sto L'anno successivo venne sferato Iataccoalla citrà ALlim-presa paneclpaono anche i calalierì di Àlalta, che ra le altreimbarcazióni annoveravano anche la caracca sant Anna, Ìa rave

Lassedio tu lunso, na alla fìne, dopo rn intenso bonbarda-me.ro le óura dei basrioni deLla GolèÌta cedelieró, ÌunisicaddeancheCrazieal la.ol laborazionedegLischìavicr isr ìania 'Linterno si dice rossèró !enrimila, se pure la cifra s€mbE ec'cessiva t città fu sa.chesgiata ir un modo ta e, chemolticrc'nisti cristiani ne ìnoridibnoIl Barbarossa, che rava marciando iî súo s@coe, quandoseppe ch€ la città era óimai pr€sa, vista limpoesibilita d di-fenderla tne era ancora lónlanoì si consolò atra.cando le Ba-leari dove nessuno si aspetlava che atlaccasse in quel mo-me.to. Cilnse a Minórca con ventisette Caleotte ch€ batt€va-no bandiera spagnola: in quesro mondoriuscì a p€ndere Iiso-la compleÌamente di so.presa rale opeiazio.e eli ftùttò alcù'ne nis l ia ia dischìavied un rcco bon: inoDopo di ciò fece leLa perCostantinopolì dole ne fece dono asolìmano il maCnifìco foBe per faEi perdonare lo scacco d i Tu-nis i . l lsul tanolonominòBrandeanniraslodi tut te lef lot îeot '

In queelìannisembrach€ iniziasserol€ ùaltativetra Francescoì di Francia e La Sublime Pofta, rattalìve che avrebbero datoluoso necli anni sú.cssivi a qoella che fu chiamata Ie,rpia,l'l.nr:a tr. la crisLiana Francia e llsÌamico lmpero oltomano. Leoperazioni militari di Kair ed Din conlinu.rono senza sostamenrE I due rweruri \r fon reg€idono a dF tdnà, quai ne.suno d€i due osasse attac.arc diretiameitè Ialtro. Efa quasicome s€ ciocassero una paftita ascacchisu ha.e, dove nessu-no deidue sisent isse didafe al la] t lo lo scacco f inale Perunpo i due ammiragl is i accontentarcno discaramucce.

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Nel ì 517 Andrca Dona ronfisse al la.go di Mesina ú.a flottamusulmana e, prcsesuendo vee la Cdi4 acelalonia sl in-padronì didleci navi da carico n€michecùe avebbero dovutosbaEae il loro canco a Vaìona. Non molto temDo dooo sl scon-trò con dodlcl CaleÈ turche, dove fu feritoad !na Camba ma ri.uscì com!nqle a sconfiCgere ilnemjco.La risposta delBarbarossa fu ponta: si mise a sacchegglare laPusljadov€ pe* Casro. nellevicinanze di otranto; po@ do-po ì tufthi po*É I asrdio a Corfù, Fa nonostante l implegodi ci(a venrrcrnquemila uomini e unanigliena Lhe aleva Indota2ione llpiù Crande @nnone delmondo,.h€ spa.ava pal-le da cinqlanta libbÉ con una cadenza di diciannove colpi intre giorni, non nuscirono ad espugnare il castello venezlano

Kaired Din indispettiró ma anche dcsidercso di trare potìttoda quella@mpagna, risalì IAdriatacodove fe@ ncco bottlno e@ttuò un elevato núm€odi schiavi.Foe tuqúestainp6a I elemento tinale che fece @ndùdeF!na grande alle.nza ra spacna, Vcnezia e il Papa pera.mare!na €rande flotta che desse ti.c all. inprese del Barbarossa.llcomando d i tale potente amata navalefu assecnatoad AndfeaDória Le aspettativeeranograndissime. Molto è stato detto escritto suell eventi che aaadderc c suÌla consistenza delle flot-te cristiana e musùlmana, e sembra che ouella ùistiana fossedi dinensioni maggiori

Battaqlla dI ?rcvesa.Ouando il Barbarossa venne a conoscenza .he la srande arna-ra navaÌedì Andrea Doria muovelacontfodi lui,(estate lt93ì ìlco6alo stala navrcando nellAdriatico avrèbbe potuto dlsih-pegnaFj, ma decise di aÍbntare il .ìschìo di Dnó scontro. An-chese la sua llorra e6. sulla 6rta, infedo€ di foze risDetro aqúella di A.dEa Doria, dolti elenenli erano a favore dei tuF.hi In pdho luogo si ùdrava di un èrmard mollo omogenea I

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cui quadri ahri nón erano.he i luogotenenti di Barbarossa co-me Draeù Sinan eMourad, provetd marinai cÉsciuti agli ordi-nì delsrande amni6glio cui obbedivano cì@mente XanedDin ooteva contar€ sú di lorc con la Diù totale lìducia che maisli si sarebbeo nbellatiTotalmente diveEa era la rituazione diAndrca Doria lleGndeammnaglió Cenolese coóandava una lona formidabile permezi, ma .on rurri i dilena delle flone di coalizione I suoì lúo-sole.entieano conandantiche o lui conosceva poco o di cui.ómúnque non poreva fidaEi in quanto prclenienlì da altrenazionìechequindj malsopportavanodiesserealuisol topo-sli.ln secondo luoeoanche la sua flotta non €ra onoaeneaco-úe quella del aarba@ssa: infani oltre alle numero€ gale.e aÉmi l'armata alleaÌa era composÈ anche diun certo nune.odi!eLieri ll problena nascìoc era dato dal fatto che, menre leCalerc si nuovevano molto bene con mare cÌno ed in assen.a dr venro, i \e l .er i | "v|ca\d.o ÌeBl ,o nél le,ond u on'oppostei navicavano bene con unpraticamente immobìlii eF qúindi quasi impossibile martenere unita una flotta simile.lótanto Kaired Din sjera fifusiato nella ba a di Prevesa, sullacosta albarese La scelta era ben studiata la baió dvcvcun imboc€rùra molto stretl. e .onsentila la.ceso ad un nù-mero noltoesicùo di navì pervolta, óenÙe le navirurche, oFmai dentro ilgollo si èra.o disposte a semicerchlo e avreb-bero potuto concentrare tutto iLIoro potere difuocócontro Iastretta entrata La flotta della leea se avesse cefcatodifoEé-re l inboccalura della baia, av.ebbe subùo perdile nolto ir-€èntì. ll Dofia aveva no. pochi probleni con ì suoi luogote-nenti.heCli consisliavanotutîo eìl conrariodi tutro.Semb.ainol t rechevi fosserót lar îanvesegrete$a iLmarchesedelva-sto e Iannireelio turco per farlo passaÌe alsoldo dl Calo VlJn motivo j. piùr per non attacore battaglia.lntanto la flotta doveva iúanere alhsterno della baia, asDeÈ

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tcndoche I tLrchidecrdeseerodiuscir€. Sr e 'a omaì ohÉ i l25di *tenbrc e ll ri*hio di úna temoesta e6 runaltó che remoto. S€ fo* *oppiata, le navi tùÈhe eÉbbeó statè ar sicu.o dentrc la baia, mentreqùelle cristiane avebb€ó.oEo ilrischio di e$eÈ buîtatè sulla rlva e distrutte. Decidcre qlalesùateeia inffaprendeÉ non era faclle, e il Dona nón e.. cenoaeevolato d.l conportamento del cohandanti in sorr'ordine rldisac.ordo e6 torte sopEttutto coh lammìragllo vènèzìano

ll2?.ettemb€ Ianmi€glio genovese si decise a farvela reFso sud,lo6e per anecre qúalche pos*dinento îuro rlBa.ba@ssa uscì qúlndi dalla baiae llvenîo cli lu favoÉvolè Irutschi attaccarono la reîóeuardia alleata.he si trovò a nalpartiroh parti.olar modo il c4rdi4 ilpiù Crande galèÒne véneziano,comandaro da Alessandro Condulmei si trovò a combaÍereconrró ún c.an numerc di calerc nemiche e soloa larica fiu*ì

Lo r.ónÌre che sivenficò, dara la dlmensionedelle duè none,si può cónsld€raÉ come una scaramuccia dovè le esiaue perditeavute non Inîac@rono la potenza della flótÌa alleaîa.I risvólti negativi per i cristiani, furcno molto piir pollticichemilitai si dlsse che Andrea Doria aleva dì prcposko lasciatoin dilíicoità I veneziani perlastio antico che.óreva îra la suacitrà, Cenova. e i veneziani. Alfti sosten.eó che Ce o V gliave$e ordinarodi lasiare in ditfi@hà a venezia.ipeÉnè nonliconside6va alleati lidati d€ ll imp€o.ogei sì ritiene pìù probabile che la clsa della poca aggÉssì-vità del Doria sia da ricercarei nelle trattative seCreie pèr poFtare Kaired Din in camDo cnstiano. Cosa che se fosse awenu-ta avrebbe slravolto gìi equilibri polnìco milìtan del MèdreF6neo Non,! c6ì e la difiidera dei ve.eziani € dei oontificive6oclispagnoli e i loó alleatigenovesi fu tale, che oftoEerc piir ditrentanni, prima che sifomasse ú.ase@nda lesa cri-stiana solo I assedio di ciDro da oane dei turchi iuscì ad unir-

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li. Kaired Din, senza ave.virio un grande sco.tro si rovò pa-d.one di Iutto ìl Mediteraneo

Nel l t40accaddèunsolofaf tóchepótesser isoueva.ei l rora-le deicn anii CianneÍino Dóda, nipo(e ed ercde delCrandeAndteanuscì a sorprendere al largodellaco6io Draglt, il ni-eljote tra j lúosotenenti di Bafbaossa è a fadó pngioniero llco6aÌo aveva sac.heAgiato Caplaia lacendo oltre settecentopngionieri e daquell jsola siera quindispostab in CoÉica. An-drèa, non .ppena lo venne a sapere, gli invjò contro ll nipotecon ventuno ealè€ e una iresata. ouesti lo raegiunse e dopoun accanno @mbanimento lo f€ce prigioniero insieme a mohiaLlti barbarcschi, caîluò an.he non poche navinemiche. Dra-gút, dopo èssere stalo perqualche tempó al Émo di una gale-6, fo liberato da Andre ooria alÌepoca dèlleùtpid dtkdttdllta4l, dieto ilpasamentodiu. riscatto di tremila coronèLanno seguentè, (lt4ll Carlo V decige di stronca€ una votraper tltte la pjaga dei barbareschi Pèr fare questo ì'unico si-stema possibile era co.quistare il loro quanier Cenerale Al-

Fu quindi allestfta una flotîa formidabile ed ùn eserciio impo-nente: le navi erano circa Cinquecento tra quelle da guera ed",ór.(o e l rdspotuvdno rrnrcr i lo uoÌ nr p i r rùmeo.:ca.

punroppo, Iallestimento di una sinil€ armata richiese mohopìù tempó del pÉvislo ed essa non fu in Brado di prendere ìlmare, se non il l3 di ottobrc InvanoAndrea Doda. ch€ aveva ilcÒmando della tlotta, cercò dj far comprendere all'lmperatoreche la staeio.e non era pÌir favoÉvole e si riscfiava che lnateDpera potesse cohpróheltere tutta limpresa ma Carlo fu

Le nali Égaiunsero quindi Algeri, dove lo sbarco awenne condiÍicoltà pop o a causa di una tempesta Tuùavia, date lesca6e difèse dècli aleerini lBaóarc$a e€ ase.te e cónan-

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dava la dilee ilsùo lùogorenente Hass.l,Iesrfto spagnoloC.unse p eno n po</onedè rnlz la 'e lassedio lmpbwrsa-mente si scatenò una nuova remp€sta acconpacnata da vio.lentissini rcvescl dacqúa. Oli spaCroli .on avevano ancoraorepalato le lende né avevano sbaf.aro tuni irilohinenti. Latempesta rendeva ióporslbile oeni contetto con le navì !etúppe a lefla sr xovaoro qu'ndr enà vestirirscrntri, fnacibo, ifomimenf e munizloni. Perdi più le poken da spaD dicui dispon€vanosi bagnarono presto e resefo le armida tuocoinutilizabìli. ACll spagnollhon resrò ahra altèmativa che ripje-ca€ ma tu ùn dlesró: solo I ercisno dei @valien di MalÉ, chesi ìmmolaÉno percopriÉ la ntiraîa dellésercito idÈedì che ìadisfatta assùm€sse proporzioni ancora piùr trasiche. ìl lloso lncúii.avalied rimaÉóa combatte€ e monÉ fu chiahatodagllal$tini lo lokbd dei úedli.ù Anch€ il reinba(o fu tragi.o, molt€navi affoidarono peÉhé la tempesta, che aveva dato u. effi-mera tÉgua acll esausti.ristiani, rlprese póprio iú quel fian-Ce.re e navi e uonini ardaonoa sfncellaÉisulla cosla I morti furono molte mlellaia e Carlo V rlnunciò.llidea di espucna-

NeU annosrccessivo nó. si segnalarcro lattl di nlievo, menrrenel 1543 venne messa in atto l.,rpid dlL4ri4 th Francesco l€ diFrancja e Solimano ìlMagnifico sultano dlCostantinopolì lur-ta lEúrcpa crisnana si *andaliz!ò perché era la p.ima vokache ún sovrano cnsîiano .nzi, che si faceva chiaùare .risria-nissino, stline€va alleanza con IimperaroÈ úusulóénoLa .o$ era ancor pii' grave perché l alleanza eB dneta .onroI imperato€ cnstiano Carlo V e i súoi vassalli, anch èssi .nsria-ni Bìso8na peò amrertee che per FÉncesco r, srreîio da unlato dalla Spacna, e dallaltrcdalìe province tedesche dell im-pem,l'unico modo per non eccombeÉ e6 pópno quellodl

Nellambìto di questo accordo, la llotra tu@. comandata daKair ed Din aarbaMe si Éoòa MaÉielia che saÉbb€ ù'ven-

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tata la base delle operazionidiunallotta congìunra conro ine-micicomuni. Daio.heunodecl iobierr iv ldei fanbiz ioso Fran-\es(o lera quel lodidnn€rreBi ' pc*dlùenrr deiSavou. e 'afacile prcvedere che Nizza sboc@ deiSavoia sulmare, sareb-be sîata presto attaccata.

Latacco a Nizza fu quasi preannunriato, quando al 5 LuglioItar Kair ed Din sfilò davanti alla cìnà con centodiecigalere equattordicimila soldalì. ln qlel momento il suo obieulvo eraMarejclia dole avrebbe doluîo conCiungersi con le foEe fían-cesinell'ambito deÌl

",ptu alLQra. I Nizzardi compresero che la

loo città sarebbe stata únó dei pnúiobiettivi e si preparaú-

un mese dopo, il t di asosto, il BarbaÉssa si presenrala da-vanti alla città con la sua flÒlta DffoÈata da.avi francesl. SiÍanavaquindidrun armaîa di notelol i enr i rà. s icuro dera suasupenorìtà difone,lamóúaelio turco intihò la Ésa, na ilco-mandante della piaza, il savoiardo coóte Andrea odinet diMonforr nfiurò sdesnosamente lturchi p azzarono le loro ani-c l iede d assedio: vent ic inque cannonida r09l ibbresol la col l i -na di cimella ventotto piir dle cólubrine sulcolle di À4ombo-one,al tn venr i p i i rseicolubr inesul l '1o.rec@$óI pdmi scontri si risolse.o a f.vore dei d,fenson, che combarre-va.o splendidamente: le foze turche, coadiuvate dai francesidel duca di Enghien .on uscivanoad avere la negLió. un am-bascerja ve6o idifensori ia lì in quanro fu mandato un CiúaÌ-dj, che erasià sraio condaonato in contuóacia peri.adimenro

lÌ l5 agosîÒ, dopo un fufioso coúbaft menro, fú lan.iaro un at-tacco.ontrc le mura. 6li assaliton riusclfono a scalane e sem-bravaquasiche lossero sulpunto di vincere, quandó u. rorni'dabile contrafiacco li respinse con folli perdite È a queropunto che si innesta nella storia la lecsenda di CatÉrina Seg!-

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ra.aì dónna del pópolo che a capo di ùn eruppodi dif€nson sisaÉbbe scaslÌate conro ituEhì,:vGbbe ucciso un ponaba.-die.a e con il sùo imDeto avrebbe soónato i difemori al.on-tÉttac.o. Sta di lafto però che il nome di cateina seCuÉ^anon cohpa€ in nèssùn docufiento anaerafi.o del nizzado sl.no al 1670ì holroremDodoDo Is*dioLa clttà tuttavia siarese il22 di aeoslo e ildu€ diEnghien viIe@ ent6É i suoi uorini. Pèr evitarc prcblehi on i rurchl,consend che dal casîello, che ancora resisteva, fóssero allonta-nate le donoe. tasrdio únr'nuo @n le aniBherie o'mai@r-cenlrate sùlla loftezza, na ad un ceno Dunlo venneo a man.a.É le mu.lzioni e ildu.a di Enchien si ritlò ll Baùaossa fu.rioso, tu cctFno a lare ahreltanto anche perché gl' e6 ejunranotlzla del pósslho arivo di una lófte flotta spacnola di soc-coEo, comandata da c iafnertino Doria. k flotra afivò nela ra-dadl Villafran@ ll lSSetÈnbre, qùando ohai gli assedianti sie6.o ririBri. Ni2È eÉ salva.

Prina di coneiu.geBi con i francesi, ilBaóarcssa avevaattac-cato e preso Re€eio di calabria. dove è.a awenùlo un lattodeterminanle nella vita del coÉaro: tra I pricionlen vi.ra unabellissima Ègaaina, figlia del govematore spagnolo. Barba-'orsa che secondo a crnr avevè srperato I sessalr'dnn:, pe'alri raÉbbe rato cdd'ndu,a novanrenne .,è ne

'nnamorò e

volle sposarla. prosegll qúirdi veEo ilNordassalendo caela

Dopo la.rcdiodiNiaa Bq-baro.sa sr r i ròa l rore dove vissecon i ruoi uominr per un eno peÍ,odo alle sp.lle der kan6i5e-za slolsefe ur auivka mil taÉ dl n[e\o Non solo md., É-* i.vie, in qoanto rifutò di libera€ i priCiorieri fran.esi che

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rl ou.{'oot.s appaÉ pó(o prob.b è

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aveva presso di sé e dab che le epidemie ne ucciserc molti.pensò benedi !inpiazzadi con gentecatl!€ta neÌlecampasneljcine. Ouandoalla finè partìcon un ineente sonma in orc da-r4l i ddl rc di Frar( a, le popolazjon lo,dLi r j r " rono Ln F\prodi sollievo ùa stara l'ùltima impresa del più srande coBarodèlla storia dei barbaÉschi. Un uomo che alle srandidoii dimarinaio seppe anche abbinare noteloli qualità di poltico eCovemare Alceri con d!rczza macon arandecapacità Sj .ilìròa Costantinopolico. la Ciovanissima moali€ e vi mo.ì nel 154ó.sècondo il Mu.arori,, invece, nel ritorno dalla Francìa, attaccòPiombino in quanto il signorc deÌ luogo non loÌeva Gslìtuireliun€iovane figliodiun capocoEaro chè siera conveftito alcri-rianesimo saccheggiò la citlà e si Iecè restituirè il racazzooúindi attaccò lalanone, Porro Ercol€ e Iisola del Giclio. lnquesta impre5a a!€bbe latto più di s€jhila pngjonieri Prose-Cuì qúindi verso sud dove prese l'ìsoLe d lschia Pozzuoli eouir d i n.d db. id. Pro, idd eo r h le { a rà.o a-che - p.Sehp€ secondo il Muratoi, in queste ihprese avÉbbe resoschiavi allrì diecimila inlelici st dhrò quindi a cóstanlinopolì,dov€ visse sino a 1 t46. con lui venne neno la più grande fi-Cura tra i corearibarbareschi.

Scompa6o Baùaossa dallo renario di guera il suo posto fupÉso daÌ più lalido dei suói luoeote.enti, DÉgui Ouesti eraunturcodel lAnatól ia. l lsuofu únodeipochissinicasl , ra ibaFbarcschi diùn uomo nato e .rcsciuto nelltslam Lasua Iama dicorsao del levante fece sì che Kaired Din lovolessecon sé adAleeri e eli afidasse il comandodi ùna doaina di eale€ con curOrasut iniziò a deprcdare le cosÈ della Spasna e deLl ltalia me-ridlonéle. Le sue ìmprese furono nunerosissifre e pressochéognianno le súe navifufestaono ecosredei paesiílstiani.

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È inrcesante un aneddoro di qùando era piìCionierc al Émodi unasale.a diAndrea Doria.leande b Vallettegran maestodei Cavaliei di Malta, che a sua volta era stato pricioniero alemo di úna Calera dl Barbarossa, me.t€ era jn visita al Donalo videe lo ri@nobbe. Oli venne sponraneodiBli "Signor DFqut: ùshz4 de t@na la nsposra del prigioni€rc fu pronta ", ,rx-lqnú de ld4uhn j. t^ etletti i dle ouella vólta si erano incónìratiin condizionl invertite. Sembra che sia.tato propdo la Vallettea interedce peso l anrnaslio Benovese perhé liberasse ilpncìoni€@dietó pagamento diun lofte riscattoDraeut ritornò liberc ln tempo per assumeE il ruolo del BaFbarcssa, che si era ritirato a Costanti.ópóli Non mancò annoche le sue navi nón si mrovesErc. insieme alla floÍa tuG ono, perdepredare Ìe cosre italianc e spaenoleNel lt51 9i impadronì di îripoli e ne fece la sua principale ba-sediopeÉzioni .conq! istòanchel isoladiDicrba lcerbaìcheera stata possdimento dej Doria. qfifdi .onquistò anche 5usa, Sfd Monastie intine Mahdiya. Lanno su(e$ivo, mentrcDragutcompiva le sue razzie Ca oVinviòcontoMahdlya,unaflofta.oúandata da Andrca Dorla, lz città dilèsa da un nlporedi Dragùt, HisrRais, non tu i. erado di Ésistèrce doverre aFrendeÉi. Drasur inranro si eó rnnab a Dieòa, dove aveva i-rato in secco. suua spiae8ia dèl laso intedo delljsola e suenavi oercarenarl€.In auel deliceto momento,la flotÌa delDo-na.omparye davantiallisola e blecò il Émlè cheólle3ava ilma€ al laeo inteúo Le navi del.o6ao *nb6vano imborigllate senza viadiscampo. All am n iraelìo Cenovese non €sra-va che aspettaÉ o una Èsa o una battaglia dl cuisarebb€ sta-to un facile vincitore tp @e andaDno nolto dìvec.mente.Dragli *nÉche i neúìcì * ne accorgeeó, nusì,<on Iaiù-to anche se non nolto sponraneo, desli abitanli delfisora e de-

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cli schiavidicui disponeva, ad apriÈ !. altro canale, dallaltrapaft€ d€liisola h questo modo avela potlto faÉ uscire indi-sruùato le sue nalj dal laio opposlo rlspetto a quello dole inemi.i lo aspenalano e quindi a la6i beffe di loro Non soloma catturò una saÌeÉ che efa srala inliata di rinlozo alla llor'Ic( le(rrv" .erundodi b lo(.ar lo Dopo di d l ord lé .ue

'n.prese non si.onraróno piùr Furono rfoppe anche per i.rcnisri

Nel l55l una crande flotial comanda(a dall'ebreo sinan, conDracut come secóndo, saccheg€iò le coste siciliane poi si difesse a rMaha fìntento di solimano eE quello di elimirare llpericolo Epprcsentato dai cava ieri, ma dopo otto Ciorni di.annonecciam€.1j, la florta dovet.e desistere dall inpresa I.avalieri e€nó un awercario troppo temibile per le loro pùrnotevólj fope sinan ipiegò sulla licina cozo, .he non era aL'trettantob€n difesa, e lì lece sembÈ, o|tlequattromil. prigia'

In quel tempo, intanto, a Carlo v.iman€va un controilo lorma-ledellacoleÍa in prossimnà di îun isi, in quanlo ilsovrano lo-cale Clive6ava un ùibúro annuoLanno slc.eesivo, la stessa flona rúrca, rinlozata da caler€francesì, .ompì razzie in Sicilia, Regeio in C.labria, qúindiPozzuoli, Pro.ida e infine Ponza lntanto Andrea Doria stavanavisandoda Genolalerso sud quando si imbattè nella flot-1òt-rÒ Dèté d etd nenorta ume'.zde.Fedr"preeàre.ma sette sue ealere, che efano pjir lenre delle ahrc furónopredadj Dfaeur, che siera ponato più avanlì rispettoa resto

Nel l5t3 una flora di coallzlone composta di nali lur.he conandate da Mùstafà pascià, navi fancesie legni dt oragulsac

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cheggiòpnma h Sjcilia, q!indi le isole dipianosae d Elba: se.cuì uno sbarco in Co6ica dove furcno presi moltissìnl prlelo.nien, princìpalmente genóvesl, Al dl là dl queste imprcse dlcrande portata ognj anno cÒntlnuarono a veritic6i scorelèd€i barbareschì lungo e coste dltalla e di Spagna non deLraFranciache continuava ad esserc alleata deiturchi.Lecontinúe impÉ5edi DEgul convinsercgli spacnoli ad orga-nizae una spedizione.onto di lua e Tripoli,la sua bae pnn-cipale. La notra spas.ola era cohandata dal duG di Medina-celi vice.é di Sicilia, e orese il naE nel lt60 ciunra davantiaìle coste aÍil@ne, sostò a lunCo nellisola dì Cerba, dove glispa€nollsbarcarono Ouesta grande amata era stara awisratada un altrc famoso coEarc ba.balesco: Ul!!h Alì un calabréser innegato che diventeà uno deipiù eEndipersonaceidlque.srepoa. Ouestì siÉseco.tósia delpericoloche corcva Dra.eut sia che la p6i2ìone degli spagnola era st.areei€mente dè.bole. Si ponò @n la ma$ima <€le.ita a Co$anrinopoli dove i-uscì ad averc udienÈ dal sultano: Solamano il masnitico. Què.sri €sosi<ontodellasituazione, fu ben lietodi metrere ln na-É la pDp a llottacon la massima celerìtà Intanto clispagnolirimanelano feni a Cerba, dove solo Gìan Andrea Dona sl fe.se conto dci perjcoli che quella tappa Eppresentava: disgra.ziatamente era molto giovane e in quel momento malato pèrcui non Bli fu possibile faEi ascolta€r anzi ìn sèsuito si ceÉò djimputae a lui il disastrc.he si vedfìcòln tloBa túrca, ÉÍo%ta da navico6ac, si m6e molto oiir ra-pidanent. di quanto eli spa8noli si aspeftdere. Ne venneoa conosceic, solo qùando lu@noawisatida una galera del ca.valieri dì Malla che la nofta turca aveva fatlo acqua a Gozo estava pu ntando !e6o cerba. Nellamata spasnola moltleranoi nalati, molti invece lavoravano a tera alla mstruzione dl unforte c quindi si procÉstinò la dccisio.e di prendeÉ ll largo.Fu così che i turchi, quando anac€rono, colseb i cristlanìcompletaóefte inprcparati così chè si la{iarcno p€ndeÉ

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uluch Alì.hee.a stato uno declj adelici diquella viftona p€.to \ i rese oró agon.rd dr .n iTpresa ( laîoro5a Nel CiLgnol3ól attaccava Taccia e Roccabrúna, quindi, venuto a sapeeche il duca Emanuele Filiberto di Savoia si rrolava nelLa radadi Villalran.a, pensòdifarlo prieionie.o, p€rotteneme !n blon

rl có6aro andò a sbarcare a capo San Sulpjcet. EmanueÌe Fili-berto avevacia awistato le navì barbaresche e non si lasciò lh-rimo.i.e. EÉ vènutoasapee che li comandava UlùCh Alì e neconosc€va la fana, quirdi si pÉpaò a difendeGi ll duca dLs-poneva ditr€cento fanti e!enticinq!e archibucie e con quel-lisiprep,ròallo sconfio Pu'lfoppo cli archibusjeii Iurono pre'sto sopraffatri e i fanti se la diedero a gambe.ll duc continuòacombanere cón cofaecìo, aiutato anche da lominì delluoSo,na solo l'interyento dei cannoni dei fori, sollectati da Emanuele Filibeno arÉslò Iavanzata deicorsariLa pefdjte eÉno stale pesanri per i sabaudi: venlicinque morlie una qlarantina dì prigìonien Si nlavolarono îranative peril riscattóe la richiesta fu molto elevata ilduca dove$e paga're undicimila scúdidoró, nón solo ma ilGpo couaro pretendeva di rendeie omageio alla du.hèssa di Savoia. ra moSlì€delou(d V" B_er i 'd dr \a o. ng id d: Fr"" .e. !o ld i I 'cncia esorella dellalló!a sovrano fÉncesed, rlfi!tò sde8nosamente unsimilé in@ntro Ulueh Alì era, aisuoio.ch', pocopiù <liun vol'

dal paiico. ci:i Andrea Doia,seguirli. si rifugiarono nel fonea salvarsi il gósso detlarmalano dè ru.chi e dèi co6ari.

uno deiGpidis.hr lean .àe Fefàr

con Medinacoeli è chi riuscì ada póco cosrujto. Fumno isólie dell€ navi dìventarono borti-

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Ca!€ bandiro e per dl piir un rinnesatoT, tuttavìa era lunicomodo per liberare i prigionieri Sì dcotsè allora ad !n rru.co:invece della duchee alcoÉare tu DÉert.ta cone tale Ma.ria de Gondl contessa di Pancalien e Racconiei, moelie dlclaudlo diSavoia e conCiunto dì Emanuèle Filibelto. Fu prc-p.io qùell eplsodio, in.!i rischiò di esère @ttrrato, che @n-vinse il duca di savoia ad incan.are AndÉa Provana di reinì.di allesrirc una Ilotta, sullesemoio di ouanto andava tacendoin Tos.dnd Cosimo de Med'c' cor la c'eazione della ma'ina

Neglianni successivi, le lmpÉse dei barbaÉschi, se pur.ortì-nuc non diedero vjta a fatti dl parti.olaÉ nota, sino al r5ótquando i barbaÉ*hi oartdiparcno allepico s*dio di Mal-rat, in cui lrevò la none DÉg!t. Sitrattò di unodei più eÉndieirportant iassedìdel lastor iaediedeglof ia inmon€Leaica.valicri, che con il lorc coraggio rlus.iono a Ésistere da fraggloa scftembe, sino a quando i lnfozi spasnoli sbaErcno,quandoormai i turchi sta.chi, decióati e sfiduciati meoEva.

U.ssedio diMalta fu un episÒdiochiave dellasuesa tra cnstia.nie husulnani. lisola si eÉ dimorÉÈ impÉndibil., ed ancordi plir lo sarebbe stala dopo che fuono er€ne le sieantesche'orrllk/ion d' !a Valleua, ( ftà che fL ded.""u dllercko co.mandarte della difee Con la soa pcizione stEresic. Mahaera in sado di comrollar€ o€nimovimento di navidalMedùerfaneÒ onentale a quello €cidentale evice!eBa. saEbbe sem,pÉ stata unalenibile spina nel flan@ diqualsi6i n.nlco. Forta dl quella èftezìonalc pcizione, j @valiel avÉbbcrc svotropersecoli un ruolo cruciale nella roiia del Mediteúaneo.

7)U uch alì, al*@loc ov!rni Luisical.ni €fa

3) vèdì capirolo sehimo, Cret n'di,ii pac r3

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ll battaglia di L€panto ebbe come pÉsupposti la cueÌia che ilu.chj intrapresem conto Venezia per inpadionici di CjprcLinpero ottomano aleva pÉsenrato alla se€diss'ma ùn úlri,naiuh quanto mai eloquènte o Clpro o la Cuèra lfebbraiol( ,0 ' .Larepùbbl icadivener 'ane'aeo'go€hosdoel ld prcp dpotenza naturalmenrc aveva nsposro che pÉIeriva la guefaalla cesió,e dell jsola. l preparativì lurono digrand€ po@ra eGpidida ert.ambe le parti Ouesti fatti acedev:no nel tempoin cui ilPonrelice Pio V stava cercando dicosùune una lesa rraCli staticaftolici perpoiÍe fine all'eeemónia navale dei turchiedei loro alleati barbareschi, Sino ad allora Venezia avèva postodelle n*de ad unalleana con ìè Spagna, anche perché iÌ n-cordo di Prevesa era ancora fÉ*o nella Serenlssiha.Adincaùugljare e rendere ancora pirìresii èpponi tracristia-nie lslan, UluehAlì proprio in quelgìorni irtT0lsi inpadóni,vadi îunisi, *acciando ilre Hamld, vassallodi Filippo ìt.Unasituazione tanto tesa non poté tar supebre le pÉgiudlzia.li dei va stai cr'sliani Intanto i llrchi sbarcavano rèllisolacon un ione contingente è ponevano fassedto a Nicosia Lallotra della leea era .onposta di navi venezìane, ponrificie,maltesl, genovesi e spa€nóle ta F.ancia, alleata deitùr.hi nonaderi.le operazionihilita.i nel

'570 avebbeD dovùro consi-

stere nel pottare aiuto allisola invasa, ma si creaono subirodissapori rra Marcanrónio colonna, comandante desienaro dalPortelce e Cral Andrer Doria (omanoanre del,e .è!, qecovesie spag.ole Talidissapori poraronoad un cenopunroadùna clanorosa ronura tra Ì due cohandanti e Gia. AndÉa Do-

'ra deo* d' abbandonare ld frórrè. qrando o mar N cosia e d

caduta Sú questo punro storici potrtifi.i e leneziani boltaronoin luui i nodi toperaro dei Doria, mentre qlelli spagnoli losiustirìcano adducendo come motivo che sulle nav' v€nezlaneera scoppièta la peste e a nhènèÉ al lorc fianco sico(eva iln-schiodico.ragioechenaviconequipacgidecimat inona!Éb-

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bero porurosostenee uno sconi@ cón una floite agcueÍita co-

Lo scontro f! dmandato allanno sèsùente, quando Ia fÌott.de!la leCasi unì nuovamentecon lintentodì raggiúnsere ciproe lÌberare la cirtà di Famaeosta assediata. La flolta della lesasupeEva di poco le duecento sale€, mentrè quèlla turG eraloÍe di ùna ventina di únità in piir, cui si aggiu.eeva qualchediecina di lesni minori Ouesta voha a capo dl quella srandeamata navale eE stato posto don ciovanni d Ausîna, fratèlla'str del È dì Spasna Filippo ll,, che lo aveva pFlèrito al cuBi-noEmanuele Filiberto disavoja. Ló sconfoebbe luosoil Tot-robre l5?l nelle vi.ìnante di connto, tE la baie di Lepanto c@po Slrofa. t2 flotta c.istianaeB énche quer. voha compo-ra dinavi veneziane, pontificie, naltesi, genovesl espagnolèOuella turca oltre chc dalle navi dèl sultano, era iornata danolte navi barbaesche Le due fLotle si dìsDoseÌo oer linea dlfrcnte e come rella macsior panè delle banagliè tE salereun ala dello r.hreramenlo c' dowva leneÉ rl plù vrL'no pGi-biÌe alla cosra, perevitare almeno & quella pafte un possibi'

l. quclla cristiana si trattava dèllala sinisrta comandata daAAG|ino Barbdri8o lormatd da navr reneziane. rur sr con.t.apponeva qúella desfa tufc., .omandara da MehèhetShoraq, al cenlrc si irontessiavano i dueammlragli: Don cio-vanni con navi spagnole ven€ziaie e pontif cie, .oadiuvatodasebasl ianovenièroe Marca.tonio cólon nar di tontea lo.ro stava AIi Pascia. Lala dest.a cfistiana era <omandata daGian Andrea Doria con navì eenovesi, spagnole, makesi epiemontesi; di fronrè a Ìui stava !lush Ali con navì tur.he e

Lo schicramento cristiano, diero alle îÉ divisioni di lronre era

9ì Don clovannidAuria eÉ ticllo drCà.lo vè diBa'h,B BLombee

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composro anche di una quarra di nserva comandata da Allarode Bazan, pronta a d interyènirc dove sè ne presentasse il bisoeno Davanri alle Ùe divisioni, due pe, oeni divisione, coneuna sóna di battene ealleccianti, Don ciolanni avevasistemato seigfandiealeazze veneziane dorate ognuna di un eran numeb di pezzi d'aitiglierÌa.ll lúócÒ di queste Caleazze ebbe un effetto devasîant€ sullenavì túrcheè ne ruOpe los.lìieamenro Ledueali souo costaiuronó le prime a pÉnde€ contatto e ilcontrasto Iu vo ennssimo con un Cran nlrero di perdùe, ma alLa iine furono i ve-nezianiad essere ì vincirori Piir violènto ancora fu ìlcombatti-mento al cenÍo dove idle ammnagli sifFnteegìavano e re lo-ro navi erano awinghiare in uno s@nro d6isivo. Da èntran-be le pani icontendenlilacevano cor,luiresefrpre nuote foFze a rrcnt€Ceiare il nemico e così continuò sino a quando AlìPascià non fu lccìso I cristiani che èrafo andati allarembac-ciodella sua nave eli tacliaDóo la testa e la esibnono ro crmaad una pi.c. davantiai nemici.La morte del comandante ìn capo,.olpì i turchi e co.Íibuì alla vittoria, ma probabi mente renó di quanto vi abbiano.on-t.ibúito cli archlbosie cristiani. La fase critica del combattimento awenila sullalla destra cristiana, dove Gian AndreaDori. si trovava con 64 €alere. fó.tecaiame sl di UluCh Alìr0La disparità di foue sullala esrèma creò il rischio di aegiÉ-nentoe ilDoria dovetleCeeti.e la situazione come poreva, allarcandosi!e6o lalto marer na in queslo modo alcune Calereturche riuscironoad incuneaEi nel varco, loitunalament€ tura-to dalle nali della squadra di nsefla Ullgh AIì riuscì a disim-pegnaBión una quindicina di navi túrch€, .!i pare se ne sia-no ageiunte alîre sbandaleAlÌabattag iadi lepanto partecipòanche Miguel deCeNantes,

0r pe.arcuoih spropozione di ror

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chè qualche anno dopo, in tùtÌalto luogo, sarebb. statofartop Clonierodei coFarl di Aleeri, dove sa€bbe rimasto schiavo

La vlftona di L€oanto iu una delle Diù décantatc della srorianavalé, e indúbblamente fù uno scontre di sEndi$ime prc-poEioni; a.che le perdne t!rche tu@no elevati$ihe. Túttavia.se 5l vuole esseÉ oblettivi lu una gra.de vitto.ia tattica cheebbecome iisultato masciore qucllo didimostrare che i tu(hinon eÈno invincibili, Nondimeno non si dele diineftlcare cheIanno súcce$jvo la flotta tura avrcbb€ riacquìstato lo ste$opotèntale ofensivo cie awva prina di Lepanto e ilmigliorcammhaelio delllnperc onomano il@Érc Uludr An avret'becontinuaro a.ostituiÉ u. cravissino peicoio per lc flotte cf-sfane. Lapóvafu che seanch. Don ciovannid

^usria avela

appofittato dèlla vittoria pe. npÉndere Tunisl, nel I 783 UluehAlì la dpoÉò nel6npo mùsuloanoè qresta volta per*mprc.

La vkenda dlTunklTunkl era stah portata ir campo musulmanoda Ulugh Alì conunardita op€razione nel 1570. !impresa non ela stata partico-larmente difficoltosa, perché la popoìazione non amala ilso-v.ano imp6to dagli spagroli Ouesti tuttavia no. crano dispo-sll a laciaÉ.he una .iltà in posizione stEtesicanente tantolmoorîanîe ootesse rmaner" nelle ma n i dei musulmaniLa spedizione che Don Gìovannl dAustda allesd con fobietti.vo deìla rilonqùlsta era rponert. cenro,inquanta na\i .o.un.olpo di :pediz ione fomdio da tednim' ld né i . r i , . inque-mila tedesclie .ovemila spaanoli. Unasimile foE ro. ebbedllfl@haad impadroniGi sia di Tuni5iche della vicin. aiserta.A Tunisi, come govematorc tu nominalo Mulay Mohammed,Íiatello deì sovEno d€posto. PerassiclraEì che Ia città fosse ineradodi difendeFida qralsiasi .ttacco, Don cìovannì vì lasciòunó Suamigione di ottomila uominr Fu propno quèsb guami.gione la 6ùe d€lla sucsiva pcrdita della cilt4. Era talmen-

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te €fande che ll rifornifla di cibo ed amanenti cosrirulva sìasúl piano econonico .he su quello logìstico, ùn probleoa didilficile sollzione Limperc tu(o era animato da spino dì d-vincita,àlimenratoanchedallospiritoaCgressivodi Uiugb Alì.Nell'eslare dellanno soccessivo (Lt73l ìl .o6aro, a capo diun lmponente florrae dj un alrÉttanto potènre fopa disbarco,atta.cava le cosre lunisine La dìfesa spaeno'a non fú ìn cfadodi cónrastarlo e anche Don Gìóvanni iúpeenaro nelle Flan-dre si trovò inpossibilitalo ad interenire ln bÉverempótu-nisie le tere conqulsrate dagli spacnolitornaDno in mafo almusulmani Lasic!rcza che icistianisi erano conquietalr conLepa.to siera nùóvamente trasiormata in timore

ll prócressivo disimp€Cno sia dèlla spag.a.he della-rúrchia f!conseguenza di aLti fatlori La spagna era omai tulta proietra-ta ve6o le @lonieameri.ane e isroiinleÉsi nelMediteraneosiemnodi moltoaf ievol j l ì rcÒnt€mporaneament€ Limperotur(o drevd vi\ro find\reF ld po,cnrr peÀ:and rd esl e velivdquindìdistfato da miÉ diconfronto con le porenze cfisrianeLasuaaegre5si l i tàversoicr ist iani lavrebbedimosirataneise'.olosuccessivo, quando dopo una Cuera estenuanre pertenae permare, av€bbe strappato candia aivenezjaniOueste considerazioni no. impediscono di rilevare che dopola rjconqujsta diTunisi da pafte di ulueh Alì, Lr cuera neL Mediteraneo, ben lungi dal terminare, perderà comunque quelcafattere rrol.o che le aveva dato il coinvoÌC mento di quelLedue grandissime potenzé navali

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I secoll segrcntt

ll seicnto vidc lo svolsinento diúna tipologia tot lhente dil'f€rcnr€ di glcÉ da oF, nspètto al séolo p€cedenre, chene eèva vìsto ura neita cÉndlca. omai le g6rdi porenzedi spagna c Turchia areva.o oriénrato i loú inteÈssivelso al-tri obiettivi . anche una certa rivohzionè .ei úodelli di naviadottate portò ad u n diveBó nodo dl .onbaîteÉ la guera sul-le cosìc dcl À4cditeÌianeo. rnfafii alcuni nrnegati olandcai ave-vano insegnato ai barbareschla costtuiÉ le navl brd.rlsinoalla fine dcl cirque@nto i coBan a!évano useîo orcrso-ché es.lusivanénte le naù a €mi,le oualì. data la loro strutt{-h di naviluqhce molroson'li, porévano n&ieaÉ solo in con-dìzìoni di tchpo fawcvolè. In .ae di renpesta qucgli scaliavevano srandìssime dilrìcolra aten€re il mare. Dicons4ucn-z venivano lmpiesate solo con la bella stagjo.e, da aprile asettembÉ. Negliahrì nesigli abllann dei paesl rivlè.aschiita-Iiani è spaenoli sopratiutto, potelano vivee Íanquilli, sicuri.he nessu. D.,icolo smbbe vénuto loó dalle c6te del No.dAÍiiG. Con lc navi to.de, invecè lé *oÈrie dei barbaG$hipot*ano awcnirc ìn osni p€nodo déll an.o equi.di non vi rupiù pa.é pèr lé rceioni có$ie€.Ahrc aspeto didiveGftà checaiattenzza i @Fari dalSéi.énroin poi dailof! predecesson è propdo la ficuÉ delcomaidan-te delle nave o della fottielia Nel Cinqùecento era s€to un

I r I Pd nav. roida, si inbdè úna tlea rEpúkbe o rúln€rre relio,

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personacsio abbastanza simile ai capitanidi ventufa, cioè uncapoche coagulala inlorno asé un cefto numero dilomìni dinareponriase€ui o in ogni inpresa. ouesrl "capiranl se abilicone iÈarbaossa, Dragùro Ulueh Alì potevano ancheassursere ad alte carìche nelljmperc lurco o .ei recnj nordafricanidi Alged, Tunisi eLipoli.Dal seicento in poi la situazione delle lre citîà cambiò ìl sul-tano decise dirialvicinarle al pótere centrale dilrambúl: perrale molivo aveva decisó di inviare in ciascùna citlà ùn pasciàdi sua scelra Anche se la nomina delLa massima autorìtà delleR.44.rze ,, è dj ompelenza deì suhano, da quel momenlo, llpoterevennediv isotraalcunicentf id iporé.echenon*mpfefovavano un accordors.Inquel(orre.roI capo(ó6ao,ón5 J d\ \ursPuldferonon.adile6a molto piir sinilè a qlelladi chilad€l saccheeeio un'at-tività imposrata su citeri ihprcndito.iali. Una nave o una llot-îiglia di n.vicoBarè venìva armata a spesè di u.ó o piir lacol'tosi cìttadinie ilcohando veniya aftidaroa ún marinaio di pro-

Ouesri, quando si accingèla a prendere il mare jnnalava sul-la sla nave una ba.dieia verde, chè stava ad indicare ch€ erapónto a reclutare uomini pefuna cfociefa disaccheggi. A quelpunto, coloro a cul interessava p.endeNipane, sì pfesenlava.no fomitiosnuno delprcp.io armamento che era solitamenle'ohpo>Òoiu

'c scrnrafd u. fL lceuldoi . .oÌaLa.o.readella nale coEara durava jn media cinquónta gionir alritÒmoin poÌto veniva spadito ilbollino. La pÉda v€niva quindi divi'

bdbàÈrhe a pèrtùe dà seicúo

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saecondo pe(€ntúali'onsúetúdinade Una descrìzrore accu-

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"ffi**ffi;r$[i*.i*$+rÉ'l'*,l*::r*Iii' [l'1i#itfl.]i'#]T#irt'iii:, ìii::': ;i ::::i'';,'"':T::l:?fl :ffi '.;'";:i; "'' """*''

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vano mohe decìne di n.vi e misliaia di uomini, la guera s,svìlupp€rà in ùna pletora di pic.ole azioni contú le coste

'on piure da po he rav' e qud Le cen.ndro d uotr ' r . norclano@se come quelle che avevano caratterjzzato ll secolóprccedente, ma talmentè numercse da lendefne imposslb le

Nonsólo, ma da euera da.oM tanivnadei barbareschi andòad as5umere sempre piii la fisiononia della pir.tena,ln quan-to nvolla indis.riminatamente anche.onùo Ia navi deglistaticon cui si era soitoscfitró un trattaro dl alleanza ouesd tfatla-r \c r i .perdr i .o eoberó rdi" lLhe a(co'or dr <oldbo'aziorenaval€, in quanto jn nólti asi menfe si stabihva che le navìdello \rdlo b"ùare\' o e delldll'd nc.one fmalana non qi\a-rebb€to aggredìte, si aggiunseva anche IobblÌso di aiutare lena!ideLlaltro contr:ente se tovate in avariao in dilficoha du-

solenîesi t rat iavadiaziónicuidateda r lnneear i ,cheavevaoobuona cono{enza de' luochi e potevano faciloente euìda.e ipiratisia.elle baiesia a tera Le le€eende localì quasi sempÉraccontano che nnnegato efa mosso da motivi di vendettap€Bonale, come l essere statovessatoda un sisnofortopÉpo-renreolcr leF.rdro espi l roddrra 'aga4" ora5 seîo.e. i 'questeleagende,il ri.necatomoriva nell jnpÉsaNella prjma met del di.iaseltesimo secolo, le tre R.rq.nrebbe.o un norevole sviluppo economicoe deúogralico; alcunistorici sosrencono che Ale€ri la piir C.ande e la piir ricca dellere, avesse una popolazione superioÉ anche aquelladiceno-!ae v€.ezla. avrebbe superato i centomila abitanrie un quaFto di rale popolazione sarebbe stara composta da schiavi Sifatla sollanro di nu úefì stimati e ló6e eccessivisolo nelLa seconda neta del secolo fattivita .orsara dovetresubie un certo ridimension:me.ro a causa del sorgere dellegrandi marinefrancese, incleseeolandese. PerquestenazioniiJ Mediteruneo era uio scenado secondaio, na pur sempÉ

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imponante. quindi non pÒtcv.no pèúèlteÉ che le loro navi eI loro cittadini dovesem etioporsi . i*fti e@sivi e fa qùe'sti a ouelloodio$ della {hiavitùr. Per onè$à di cónaG, bi*gna ertolinearc che nesun. nazionè éuópea. sino alloftccènro. si plt@ùpo mai di.linrnarc la piarend e nemmeno sipensò di nùovo ad ura Ieaa cohc q!èlla volùta nel cinqù€-cento da Paoa Pio V Nessuno cc(ò iai di creare ùna coali-zlone che libe€sse ilMeditcraneo dai barbarcschi.Oe una delle qrandi p,tenu ch. si erano fo.nate in quel secolóeE lnvece pro.ta, una volta chè i barbareschi avevano libeÉ-to i propri cittadini, a fnmaE trattatl diahi.izia con le Rs44?tr-:e, e a laro del trattato, a suSgèrnc aì coÉari nordafiìcani di f€-caF dannoalcomner. io na!! j . degl isÈr icon.ur e 'd in cuer.ra o comunqle in onivi rapporti.Se leazioni dei barbarcschi tuóno numeósisdne e ontrnuè,non ma.@rcno inve@ oDèrazionl damorÉ da oarte dèllèmafine eurcpee, che sovente. qrasi pélodì€mente, manda-fono le lorc f ofte da sueE a bonbardaÉ, sendo i di, Al-

La Drima oDerazione ofiensiva cnsdana dels€colo,lú un ten-tativodiattaccoadAleen {ló01) organlzzatodaglispaenolì la.ui notta fu messa asli ordini dl Glan Andrea Doria. vi iaceva.no parte, oltrea queue spagnole e g€novesi, navl del duú dlSavoia, diÌoscana, del tupa. Sirartava di unaspedizione im-poncnte, ohre settanta sÀleÉ è pltr dl dìecimila soldati. ouan.do, ill0 di acosto,la flotta lu In vlsta della cltta bÍbares@, unfortc vento la respine indieío @stnneendola a dparaÉ af\4aio@,.on srande eddisfazlonè degll algerini.

N.l ró20 ura fotta inclee. conandata da sn Roben Marsell,rasaiuns le ccte barbaÉschè.on ll.ompito di oneneÉdalpirali algerìni u. accordo dl non a€€ressione. ìlaccordo lúrassiunlo, ma pnma.he la fìotra tosse .itornata in Inghìlter

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h, circa qúaranta navi bltarri.he e6ro cadúre preda diqùegli stcssi pirati che sierano impeghatia non assaLìrlc,

una delle ÉBioni piùr colplte da tale flagello tu la calabda, dovègli attaùhi .wenivano con una fÉquena jbpressionante. 5i se'€nala un .nacco nel lóo4 a Pallaeorio, un altrc nel | 60A ra Le Ca-stella e CDtone, un altó an@É rel 1625 e ùn alrrc nel 16:,8, chesembra csserc quello che .ausò un Crave incidente diplomaticotn Turchia c Venezia. Nellostessoanno, una spedizione Culda'ta, senbra, da un dnneeato, anaccò Ni6te.a, ma i piEti turcnohèssi in f!ra, e il rinnèCato s.rebbe stato preso e inpi@lo .l-I albeó di una snlotta @ftú6ta. Un altre attacco analoco, cioèsenpE guidato da un nnnegab, e€bbe stato compìuro nèl1644 a stalcttì, in prcvincia dl c.tanÈ@.

Nel ró38 una floftislia dl sedici galeotte alge.ine, dopo aversac.he€siato la cahbna. sispi.se neuAdriatico, quasi in ae'slo di sfd.alla potenÉ dl Venezia. Ouelle naviseminaóno ilpanico lungo le ccte e si remete chè polGserc andare a péfanaÉ Ia casa e il santuario della Madonna di LoÌeto. La ilorEveneziana, forte dÌ ventottogalefe e due galeazze, comandalada Antonlo Marino céppèìlo, si mosse perintercettare i piratlunatehpesta impedì.he llcorralto awenisse e ipiati pote.rono nfuaiarsi nel pono di Valona. città che fa.eva pane del-IimErc tu(o. Non6larte Insvolti di Doliti.a irtemazio.ale.la florla ven.ziana eltenuò il blocco del Do/o dal pnmo dì lu-clÌoal seltè diacosto, qllndlavuto sentoE che una floîta luÉù stava muovendo vefso valona per rcmpcre il blocco, cap.

Ponò le sue navi allinrerno delporto e colò a pic@q{i.dicigleonè d.i pintiecaÍúòla seta I fofidèl porto apriónoi l fuococontrotenavivenezlane,nafú@nomessiatac€redaiúnnoni dclLesalere della Serenìssima ll Papa: Urbano Vllì, slconsrarulò con il doee, ma llncldent€ diplomaticocon la fùÉ

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chia fu molto Crave. Solo il nsarclmento dei dannicausat' alforti evitò loscopplo di unaeu€m evento.he slsarebbeve-rificatocomu.que pochi anni dopo.AndelaSiciliatu una delie reglonlpiÌ, beÉgliate dacli atta.-chi deibaóae*hlè le@nachè lo@li eno p'ene di namrienidi qúesli drammarìcì senti. Siricordano un anone nei p6si dl Palemo, a San Marco nel 16 | 9 Un'altra razzia è seenalalancl ló12, mentre cl viene rìcordata una scoÍeria nèl lóló, nelpEssi di Palèmo In qúelloccaslone i si.iliani fuúno un popiù fortunati Dopo la óaia, i pi6ti si ùbnerono è non fu@no più irsÉdodl rldE6i. Gì moltl di loó turono cattu6ti.

T6 le Égioni magglornente agg€dlte non potéva franG€ laPu3lla. Come lealtre delSud ltallaeia tra Ie più vlclneallecìt.ta barbaÉsche e qulndi tra le plù facili daÉCglunÉèÉUno degli episodl mageiom€nte degni di not alvcnne nelló20, quando u.a C|ca flona barbaÉG,Iore di cinqua.bnavi, sbam.inquèmla p'Étir7 nelpÉssr dr MarfÉdoniaLa ci t ta tu me<$ asca(<oe rÉgl lahr i awel i îe.r , v.nne! io-lato anche il6onaste@ delle cÌarlsse h questo nonasteb lùclttu6ta una laeazza, a nome clacometta chè, poftara adlstahbul, tu @lta @ne moglie dalSultano. da cúl in eguito

vcntiqlaftro annl doDo, la do.n., .on il bambino, si trcvavasu un. nave.he venie catturata dalcavalieri dlMalta, ar raÈso di creta' Ia donna e il bambino, liberatl, tornarono neLmondocistiano. La donnaabiùrò e entò nel mondocristia-no dove.erto viss con neno agidi quantine avesse eoduticoúe moelie favo.iîa del Sultanor il bambi.o f! awi.ro allacaÍieÉ ecclsiastica e dive.ne domeni@no, co. il rome dif ra Domeaico OttoÌano Ouel la cat t ra e la o 'o lbeÉ7ione

m. di um fim rnf.r. . M di pidi

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divenne ji.ds6l,ell, della guera tra Iinpe.o lur.oe vèneziar!Alt attacchi alle coste pueliesi si segnalano negli anni rra illó24 e 1ó26 a santa Mar: d jLeu.a. Nel !ó17 fu Maruggioéd esse€ sacchecgiata ouindì nel Ió44 Roc.a Inpèriale e nel rótlTorchiaoló€ veronale Nel l68l è la vól ta disan Viro deiNornannie nèl 1693 disanra Maria diLe!.a.

Praticanente tutte le regLoni italiane sulTirreno furónó teaùodelle scorcrie dei barbarèschi

La sardegna tu visitata dal piratidel nórd Afaca quasi periodlcahente, dalla fine del Clnquece.to ai pimi anni del se ce.to Dal ló20, praticamente ogni anno vi luro.o atrac.hi aisobbo c ' r dr cdc rd e. retrer 'e oer lé:e 'sè! i rà lp

'dr . rè.o

nounabasesicuranel l isoiadisantÀ.r iocoincuira.evsnos.alo pr ima diat tac.are ìa.osta. l l ! iceré nel ló13 pensò dipopolaÈ Iisola cón peEone prese sulla cosra e di dota a di ú.alonezza, ma la cosa non l! possibile per via del contraslo cheslcreòconi lvescovodiCaCl iar i , i lprèlatos opposeperviadepropr i d nl f t i ie!dal i Nel l65t e ne ló56venneassal ì ta l ru la e

Nel L?zio la zona da caera al chceo lu meta pcrenne di scoFreie dì pnati, ed una dèllc in{úrsionipiù note lu quellaconroSperlonga, nel lugl iodel l ( i2? in cúi i l paesefu messo a fero e

Anchela Li€uria fu leatrcdelle malefalte deipirat nord africanlUno deeliepìsodi pìù docùmenlati delle operaziofi barbare-sche nel Seicenro in Licurla fu l'atracco . 8o€hetto e Ceriale

b,.he èra pos'cdihedó vene, aio

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.élló notte ra I uno e ll dùe dl lucllo del ló17. Boreieîto sl di.fese con tenacle e i baÈar€schl puntabno sulla vicina ceriale,che pÉsero di sorpres.. Allimp€sa pae parccipasseb ottog.leÈ, plùr qualche unità minoÉ, e sbaÉrcno aloeno Ottc

ll suc@sso delllnpresa tu in pare der€minato dallimprevidenza dl chl inve.e aerebbe dovúto vigila€. I primi ad awi-sta€ le navi tureno del €c.iatori .he oensrcno si tratta* dispagnoll. Le tuctlate f<e@ loo.ompEndeE la Éalta € coE€-b a dare lallame a Sorshetto, dove si fcce i. tehpo a chlu-dere le ponè. Fane poche prede, ipi.atisi di€sse@ sulla vlci-

oui è6 stato ctruito da tempo un bastione di dlfesa e diguardia, ma laeuar.igione era assentq i suoicomponenti ave-va.o pensato che i pescabn al larso avebberc porfto daÉIallame. Ou6tl i.vee qnbiarc.oarch ssi i pirati per spa-gnoll e diedeb lore utlli su€Aèrimenti pÙ lo sbar@, L. popo-lazione sl djlese con coÉBgio, ma con scaBità di me4l. Sed"pre nel bastione vl erano al.uni cannoni, na han@va la pol-vee da spae | És@nti<i farno saperc chc in quellimpreelureno latti prigionieri ó4 looini. l2t donnc e 94 fanciúllli 22furono I morti Ía i difensori. s.condo don Rossaro, l'aÌloÉ paÈ!o.o di celiale, il esto del bonino cra compdto da: óidtuarù,oti, sttqii, úNrto, .dúi, Dalla chiesa tuMo asponadi li df.{."d,paqli, |.li, ttli.i . .Mi .t oqxi r@, ioeeb"a h inna4ini t 5aM ftliquk. ninutah.úle la|lkro^ù la tlatuq del Sdnlilriro c|oritr$0,Neì tre anni succ€ssivi tuDno íscattarc 230 pepne, qoan@c€no horte; una donra si fde nusulrana è unali€ si tr6fè-

ll dèbito cootrarto tu pagato da! Maeistalo del Rìs@tto ma I<enalesi ÉsÎituirono ahano in oanè @Ditele è intercssi co.

r9r r$la del Nofd Ahè t6 3.È . 0i<n.

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rate che finiono di pagar€ nel ló3t ra leCgenda nara che trai prcmobn dellazìone ci fosse un rinnegato di BorgheitoOuesti, qualche teFpo pnma, si era visb nfìutae la mano diuna bella compaesara. Respinto, si era ÉGto in B,.&tu c aw-va ircibró allimpea <onto il preprio paese, perpoie6iv.n-diorc con il padrc della ragaeFallito làaa.ú a BorAhetto, aveva pop@to la vicina Cerialc.ta leecenda .on.ìude che eebbe moro nellimpres

Le razzie suue coste italiane iuono numerose ma altGta.lÓfrequenti furono qùelLe ivolt€ contú quelle spasnole ei conIintroduzione dei veljen cheerano in srado di affrontare le ac'que dello.eano, ancheconlrc le coste delle isole britannicheèIe navì deue città anseatiche tedesche. t2 sDedizione Dnatèsc.chesi spinse piir Iontano saÉbbè stata conto llslandaro.

Se tante turcno leazioni di ra2zia sùlle Gte, molte di più fu-rcno le aioni in maÉ, in cui una nave veniva cnurata. ll na-ranre, il ai@, I eqùipaggio è gli eventùali paeccen dtenta-vano ofeda dei Dirati. ouesÎe snuaziofi tuóno talnente nú-mercse. che è inDossibilé iarn€ un elenco.

LasecondametàdelSelc€nto,conesièdef io,v ideì lconsol l -darsi delle nanne nazlonall dlalcune nazioni europee. Le pltllmportanti furono quelle inglese, oLandese e francese. Dlparlpasso con Ie fotte úé@ndll nascetano anchegrandj llotleda

È di questepoca linroduzlone nelle marjne militari del va-,ello, la p' u erande un ltà da euera dell era delld marineda ve-lic Si tcnava di .avl che potevano e$erc dotate di oltie cn-ro@nnori. [email protected] superlo.i anchea qlelli delle foneac. c

20r vedicpitoosui.oBiri..l€b lsr Jair

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che arlvaono ad lmbarGrc ciEa mille uomini dequipageio.oùeste Cadi .avl, In C6do di lenerc teta anche a ùn foltonùneio di CaleE, che conlinuavano ad e$ere lnodei natandpiù usan dai plrad, cosÍinse@ i pÉdatori delnaÉ a rjdimen.siona€ sèmpÉ plù ìe lorc flotte, nel se.so chè i pìrati sl tro'vaono costÉttj semp€ oiù ad usare navi piccole e veìoci, chèpotes*o ùùae dtugio o oella relcità o nellc acqúe lEs.dove I erúdi vèllerl non porevano sèeuirle. Non slo, ma leflotte dl grandi velleri, folti di qualche diecina di navi armatecon un nunero dl pezzi d'articllcrla che andava da un minlmodi settantaquatro ad oltre cento. potevano tacilrnente incute.É rispetto anche al fona delle citta barbaechc.Fu .6ì che iniziaono le spedizioni delle sr.ndi flotle @nùo

È quindl perqúesto insieme dl motivi che, nélla seconda me-tà delSeicento, incominciaóno a v.rificaEi azionì militaÈ con-tre le città barbaGche, da partc délle sandi nanrè euopee.

La pima azione di rilievo fù voluta da ovlicr Crcmwell. Uin.flessibile lorl p.olrttoft non era ccrto uono dé plecaEi a @m.prohessi, spécie nci coniiDnti di infed€li. Nèl ló54, la íottabntanni@ tu pGtaal.omandodi qnodei úigllori ómandantidel t.mpo, Roben Blake, che gia si eE disn.to nella suera

ll s.andc anmjra8llo, con vènf vascelli, entò nél MediteÍa-neo con l'ordine di ridure all. rasione i pìr.tl nord afii@ni,Nell aprile dellanro su(rEsìvo, Bleke entdva I. porto Fan.a,ùno dei porti di Tunisi; i cannon I delle sue .avi aprireno il fuo-.o chc tu subito prc.iso e devastanÈ: ndussero al siìenzo iIorti costien. Le sq$dre daÉmbassio inglesl dìedero ruocoalle navì tunisine. Cli schiavi brltennici lùrcno liberati. Dopoquèsta dimcîrazionè di foÉ, a|alè fece vela su Alsed, dovcnon èbbe bi$cno di use la manìè6 lorte pe, otteneÉ iÌ nta-scio deipdsioni€rl. lesènpio dl T!nisi efa stato ampiafrenrè

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pe6uaslvo. Uenergìa p€sa di posizione di Crcnwèll fù segui-ta con ammifazioneda tuttigli 5tati d Europa, na nèssunopen.$, né allo6 né insècuiio, di cea€ trna @lizione îa sli statiche dismn65e6 di ùna buona narim Der dare ùna letoned€finitiva ai baùareschi. Cli inslesi avevano dlmoslrato cheeF possjbile, ma a nolri governi sembrò sempre più conve-niente veni€ a patti con j pilati veBare loro lngènù sonm€ ofornìF Loro i nateiali che ouesti chiedevano, Dllnosto di in-traprcnde€ u. azione di lor4. È pa.adossale, ma turono po-Dno al.unc nzioni eùroóèè che tomnono al barbaès.h r md-tenali pèr.ostruirc Ie ravi, le ami e le muna2lonì con cui at-taccaÉ i paesì cristiani. Naturalhente, la ma€Aio. pane deitratbti conclusi finivano .ol vedere gli stati crlstiari pac!requanb paruiroe i baóaéschi non rispetrare I patti.Gll inglési neL16?l si Ìendevano nuovaúente prctagonistì di una-zio.è dlfo%. ircndrctrdo la floru èlgenla nelpono diBorcieNel | óóó ona flotta inglee, Inviata per pie€ae gli óleerini, inve-e di ùe€ la fofu, paeò lorc un ris@uo di sinila pia$e per li-beÈ€ dèi citiadini bnîannld ndotti in *niditir. uanno su(eesivo, lo steso mmiÉdlo, slr lohn Naúbdgh si pesentò da-vahd a ÎlpoÌi. ouesta volta non accetrò di .i*altae con il de-raro I sLoiroÌpdnol i Acune imbaRa/ ioni le8€èÉ lLono i rliate nelponodinotree Incendiaono tutra la flotta all'ancoE.

b F.ancia cvevd *moÉ tenuto una @ìilio non osrileveao ipi6ri. anche per via della sua alleana 6n Iihpère trrc, dicui almeno noninalme.re gli rari barbareschi èÉno paÌte.lutlavia, quando le navi algerine iniziarcno a cÉare danni alcommercl0 navale francese, la ootente nazione non ootè taÉ a

Nel | 682 una forte squadra, asli odini deU ammlraSlio Duque-sne. si p€*ntòdava.tiad Algeri. ll bombardarénto durò dal2ó asosto siro a nerà *ttenbrc. Tuttavia b nona f.an@* sidovett. ritiérc, per l awicinaFi della oftiva sraeione.

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uenno segúenre. lo stesso ammiraglio Duquesne si ripÈ*ntó.on una lloÍa piùr potente, di cui facevano pa.le anche alcuneúohúrrd,zr. l Dfoletlili eolosivi, lanciali dalìe bombarde fece-ro mlsliaia dl moitj,,, e dlstússeo un gran numero di edifìci.clialserini u.ci*rc il d.rrr ed ele$ere al suo p6to il coman-d.nte delle galère ÈadlP! Ha$an, sopEnîomi.ato Mèzemono,5. Ouestl intimò allaúmiGgli di cessare il fuoco, altd-nenti avfebbe sparato icittadinj trancesi i. Algeri dar canno-

DuqúEne continuò il bombardaD.ntoe più di rentì cittadinif.ancesi t? cLi iL console tubnolesali rll. bo,.hc dei canno-nl dei forti costieri e sparati contro gìi attaccanti Nonoslantequèsti atti atci, il bombafdane.to duò due mesi e anchequesta volta fu sospeso oer l'awicina6i d.lla stasione awersa E da ricorda€ che a Parici, al museo della manna è con-sedato un cannone t hiamaio l, ca4!l"ir, chè sarcbbe prcDdoquello @n cui Ene spa6to il console hancesè, nel bonba.da-

ì ddnni e le perdite subltldagli algeinieranostati ingentissinie l'anno suc@ssivó, quando daventi ad Algèri si presento laflotta del vie ammiBslio Hìladór de TouNillé, non tu quindidiflicil€ addivenie 6nalnente ad u. tranato dipac.La pace fu, cone quasi sempre quelle firmate cón i barbare-*hi, di b€ve durata e.cl 1633 tu la volta déllammÍaslio deEstées a bonba.dare la città.ll scttecento non vide canbiamenti sostanziali nell andahento

2rì vèdrspirolo sulle navl.p!e3r es.322J oukhe tlorr.o pana dì 3.inila, a|fl dl otomilar' L. pdùion. d.l dey ..r dmrle a qu.lla del bey, .roè di $v.ano14) îrolo dei hrslmJtri ch. bno útr alL m@2t oualche sto.lco dié.h. f eprainon.rdse dovúoalcobnb pallido,

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delle vicendè na ttme nell'area m€ditemnea. Fo6e, ìa oratte-nsdo piir notevolé fu la senpE magelore paftèlliazióne delleimpÉe. Po.ìe è oimle navl s@nle bastavao a d,esî?rc il ter-roÉ in intere Égioni. Le navi frercantili sovente aspettavano anuovècidai ponipèrla p.uE che incuteva.o ibarbarcschiseperla calabrla, una delle ÈCionj piir colpite, non abbìanoùna deùnentazione che cl conenta di desivcc sìtùazionisiCnillcalve diveÉa è la rituazione della Pu€lia, nei pdni an-nidelsècolo, incùl lapenodtci tadegl iat tacchidcibarbaeschi

Cè da dirc chè, a dilfèÉnÈ di qúanto avreniva nèi *coli pFcedend, nella media,ledescrizioni dell. incuEioni ci Danano diqualchedecinadlpngionlèl ,cont lo lecent inaiadèlseicenbele mohè micliaia dèlcinqu@nto È intcEsante ricordaE che,nel 1745 ciacono caanova rìschiò di @derc nclle mani deibarbarèschì nelÍatto di mare rÉ co.fù e ilcar€Éno.ln sicllla la siúazlone non eE differente e I isola di usti.a do-€rte e*erc npopolata, perché eE divertata una basè d opeÉ2ionl p€ri piÉí. Anche @sì subì un attacco dcgli aleeriniilósenemb€ l7ór. Fùrcnofattlschiaviquarantaduéabitandeal'clni alÍi nonrono neltentativo didif.ndèBi.In Sa.desna le inclGioni non tureno Fcno numerc* che .ellealte ecioni, ma ll iisullato lu sovente un altó. | $.di si dlfe-serosehpÉcon molro coraeeio e in non pochl casi furono lpi

ll (e piir daroú) arenne inv@ pDprio in queri$|4 a C.dciolte nel I 793, dove ì tunisini feeo pnaionieE tuta la popol&Ìone.si trattava diclrca un micllaio d i pecone e ottenèrc la loro libe' tà luùnimpr€sacheduòalcunianni ,datochèlasonmari-chiesta per il rlatro era decieme.te ineente. Solo Napoleene Bonapane riuscl a liberaÉ cli u ltini cadinird pricionieri

26) csì siúo (hirn{i gìi ibiM di crhhfl.

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Anche nel Lazio si ebbero .on pochletracchialle cóste, alcú.ni dèlquall vennerc respinti Cllefta.chi piir frequèrtiawe.nivano nella zona del nonte Cìrcèo é vèEo Ie isole DontinePer quanto risuarda Ia politica delle grandi potenze, il diclonteslmo secolo vide una smp.e più .c..nita gara tra Francla ehehiltena pè. aGpamEi accordi lavoévoli 6n le Rr49.{a dlAlgeri, Tunlsì e TnpoÍ, aserdo pó$ibilnente in modo da ave.-ne v.ntacco a Gpiro I una dell .ltó Enrrcmb€ $trowi$eocon Tunbl diveÉi tÉnatl che avrebbeo dovuto saE.lirc sicu-ezza ai erclritrallici neicandll nelhéditedneo La F.anclanestipulò anche con Aleeri€ îipoll.La maeeio€ consìderazione ln cúì vennero tenute le Reo4rrr.in questo secolo, era la conseguenza dì alcuni presuppostl.Unadelle euse principall fu Iautononia che cli statibarbare-*hi si..ano conqùistati .ei @.frcntl della Turchia. In s@n-do luogo, la Cúec di sùcGsione spaenola a€va tolto aslaiberici il sud dltalia, che e.a dlventato Égro i.dipendentenel 173,4 $tto un Éno dei Borboni. mentE la Sardesna erapassata ai Savoia. Di consee{enza unavara aÉa.he era sta'ra sotto il conlrcllo di una srande potenza navale, veniva adesseÉ contrcllala da rari.e meno potefii Olesto dava aibarbareschl una maseior possibllltà dl azione, tenula a frcnosolodalc!vaÌ ier id iMal la.sólo ncl lT2Ssianjvòad un confonto tra FÉncia e Rr44.4r?,lnquèlloccasione, la flotta f6n@se. agll ordhi dell'aúfriraeliocórdpè prnrò ru lùnisi e, cor la mindia dei 6nnoni, ott .-ne al $nÉriziore di un tatl.lo in cli i tunisini .hiedevano iloerdono dèl rc di Francia.ATnpoll la rcazionetu dìversa. Oli abilanti non vollero cedeÉe |ammlreglio fece ficoEo alì. anielìene di bordo. La fotrahanceseaveva con sé alcunegalcottc, che spaÉrono sulla cir,ta olrc mllle palle esplosive,I danni lu@no ìncentie nuóeÉ,se le littlmè tuftavia occorse clrca un anno Drina ch€ anchèTrlFoliaccenasse di firmarc ui trattato diDa@.

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olanda e Aùstna sotîoscriseo dive6ì tÉttati di pace con le' r ra ba bderhe ta Danimar"a ,n accordo on la \onecia,sottGcdsse un ùaltato@n îuóisi, na lallì quello coî Alseridel1770, dove il dr, pr€tendeva un riiburo biennale di venticrn-quemila franchi. L! contÌoveEia sfociò in unazione niiÌaÉculminata in un fiasco clamorcso persliscandinavi Le bombesogliaté daile loro navi non raegiunséo nenmeno ilnolo. LaDanimarca, unlliara, fu cónerla a pagaÉ la pace con centomi-la scldie dùe nal icarìche dimunizìonir7Anche !a Sv€zia nelle sDe traltative con Aleen dovette farèbuón vìsoacattivosio.o e cedere alle condìzioni dei piratìnel1730 Le na2ióni scandinave anche neelianni succèssivi etto-scissero altfì lEttati in cui a.cettavano di fornke armi e munl.

La spacna, úna volta il pìir tenuto nemico dei barbareschi, inque{o *@lo lece svàr4r tenrèrivi dì rmpor€ le prople ra.gioni ai pjratì .ordafrjcani ma essi naufracaroio miseramente.Nel 1775 fu Ia volta delle truppe da sbarco deì Cenerale OrReilly di orici.e irlandese. ouesti, nonostante dìsponesse dìventicinqlemila uonini, non seppe fare alcun uso di ùn corpodispediuione tanto numeóso, e si nirò in disordine, ninandola credibiiità dèlla sua nazione. Altridue tehrativl f!óno fattidaCl ispagnol inel lTSrenel lT84,conduef lotreagl io.di^ idel-IamhifÀslio Barcelo. EnÍaúbi falliono e la Spagna doveìteaccettare condizioni sva.taagiose.Lasola Dotenza navéle chè. anche se ormaiin oiena decaden-za, *ppe impo.€ lesueragioniai parati nórd aÍi@nitù vene-zia. La serenìssima se nof aleva saputo mantenere la polen-2 di una rcha, manteneva ancora ùna gÉnde espedena na'vale e alùettanta dignità. Nel l7ó6 ona flotla veneziana agliordinidelconandante Giacomo Nani si presento davanti a Tri.

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poli. Non e6noltonuneós. m.labilitadel Nanisli consen-rì di orte.ere quanro voleva dai dpolini, cioè il rilasciodei pd-eioniéd e dellè úcEi pÉdfe.Nesli anri l7a4 e | 785 la flotte veneziana déllammnadio Àn-geloEho,bonbardav.Tunis i l lúrUtunis lnononsipieeavaedaccettò le condizionidi venezia solo l'annosésùentc, quandoEno éÉ nolto ncftÉ si trev.va a Malt . t sererissima ave-va dinosrato che la detèminazione la dlsnità é Iespeienasui man poteva.ó ancoÉ inpoÈ la Éelonè al barba6.hi,preprlonèsli stessi arni In cui le naíonl sndinale si umilia-

conblhln.rto ta M u.c.llo . rm €!1.ó.

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r3 fin€ dl un €ra

La 6.e dél Sén@nto vlde un Gdi6le cambiaúènto decliequi l ibr inelMediteraneo Lé€uerechelnsaneúinavanolEu-rcpa dopo la nvolúzione fÈncese, disrasserc la magCior paÈdelle enelgle di tutre le nazioni e non consentivano più alleflofte di èserchare una funzionedeterente!e6o i baùaEscl|A questo sj ageiune che Bonaparte si e.a impadrcnno di Maf1., ne aveva Dreso@5€ssoe aveva fubaro ilre500 dei cava-lieri.Ouesll, Drivi della lorclsolache, data Ia Dosizione efa sta-ta una minac.la costante per I pirati, non erano più in €rado disvolsere una tunzìone di aqjne conro i barbareschi Anchelo.dine di Santo Stefano che aveva svolto un imoortantissimoruolo nell. Cuena @nro ipnatino'd afticaniora non era più insrado di larc nulla. PerfiniE, una delle piir importani pot.nzemarinare di tutti j rempi aveva cessato di esisteÉr la selenis-sina Repubblica di Venezia, La Écina dcLlAdriatico non sèn-pÉ aveva avuto un ruolo di pino piano nella iotta ai pjratinordaÍii@i, anche perché ..ramente era stata molestala, maquando e.a stata atraccata aveva sempc gaputodare una e-nora Iezione all'aroganza dei baùareschiNesl iannis lnoaLconsressodiVienna, lccoster iv ieEschcdelMediteranco lurono pratjcamente in balb dei pi6tidiAlsei,

Îra le resioni italiane piir coìpile tu Ia Sardécna, dove il citatocaso di callofofte fu il piir sfave e drarmarico. Non fu il solofurono sesnalati molti altri episodì di altacchi a quelle coste,poco difes pe.la debolèza del govedo sabaùdo dur.nte il

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p.dodo napoléonl@. Si n@rdano gli attadhi all. Maddalena èad orosei, chè lonúnatanente non diedeÉ l'eslto turBto dlcaloforè,crazleal le@cnodeisardi ,cheancheln quel leoc'eslonì si difesèrc strcnúamentc.Alt.i anaahi allè.oste erde si v.rifi@rcno a Capo Malhtano,neì solfo di carbona6, a Calaeponè, e nella &na di Alghe6.V.nrèo asgedìté an.he SaEbus e nel l8 | 5 Sanf^nli@, do'v. cbbe luogo una delle impresc più sanguin6e, I sardi si e6.no rlflgiati nel fotlno agli ordlnl di un ufficlale dl aniglienalEìsioMe, i ( .ouest i orcanDrc ladi lesd,r te fuec@llenresinoaqúlndo il Mèlls.on mod irsiemc . qual.h€ .ltb valoo$. Aqucl punto ì epÈwl$uti si aícscó e ven.ere tattl prigionlè-.i. 5i pada di cenrdlnqúanta p.rsone.

sc così era stat. la sltuazione dclla sadesna, quella delle altÉ egioni ron era stata piir rosea. ìn T6@na, llsola delCigllofu piùr hlte asllta dai trnisini, chè vi sba@reno in eÉn .ú-n.Ér3. Nel prlmo attaco del | 799, slì abita.ll guldati dal ten.ntèciovan Battlsta Dini, nuscirono a resplngere eli assalito-11. Oll attacchi successivi fuono numerosl.N.ll22io si vedflcarcnonon Dochè incu6ioninella ena di Cn

Pcr quanlo ricua.da la cahbna, |e scorene dei ba.baGchi sisugsèguióro seîza soluTione di conrinuiÈ Perquesta ÉcionenonslpLò faÉ Lnelen.o perdiÉ Inqual ianr l5 ver i f .caronod.l monento che, erano divenl.n ùna €alta funesta che col-piva la Égione sva.late volte oenl anno.Sr6s @e suc@dcva in Pùglia è Slciliar. 36tana Iattivira dei baóaEchl @ntm Ie coste italiane ri-óaÉe molto intensa sino a quando tuìta la penisola non tu in-vasa dai francesl, Dopoquelloccupazio.e, ipirati temendo la

?ri rtrrrtui n cisro trJ rrm !i prnr J, !*m,h runnini.

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politió aggressiva della Francia imperialista dal 1805limitaro-no le iorc scorède .he ripÉse@ con lofte intensirà qlandoincóminciò a de<lina.e ìa foduna del Bonapane Intono all3 l t , le incursìónidei nordafr icaniave!2nor ipreso unìntensi-tà lale da c.eare non pochi p.oblemi sia agli slati ùaliani sia atutîe le.a2lo.i europee

Gft Sta Uniti e i baúarcs.hi.VeEoal fjne del Setrecento, laeiovane repubblica nordameri'canaavevainiz iatoacommer. iaÉ.oniport ihedi teranei Neiprimi a.nidopo la soa indipèndenza, fu coslretta a sotlostareaCh a' ,o di raCl ieCCio cui e 'ar o ior topósl i luì i C i ndi i pLm-pei Ouesti accordi, nominalóenre, Crrantivano il labe.o ra.s-i lod"r le nàv, úer(a ' t l i del" ra/ore\he\ ' a. ,orddva or ino.dafricani, ma di Lrto finìvano per non avere crande valote,in qua.lo i pirati nón si facevano molto scrupoló a violarlì. ìnquestomódoleinge.t isonmerichiestesidimosùavanospes-

Se lè nazioni europee si erano da tempo rassegnate a questafoma di taelieegio, una sinile situazione non er. facilmènteaccettabile dacli ameicani t2 condizìóne di tnbutari dì staîida loro cóîsiderari semibarbari, era visîa cohe inaccetrabilè. Èsignificativo che il .onsole ameriúno Eaton, quando dovetterecareì ad Algeri ne! 179a, a portac il tr buto degli Stati Unitiperquellanno che consisteva in quattro navi, delini il d.tJ: ur

Non solo. ma si stupì molto che i sovanid Europa. chè dispo-n€vanodi I lóuemol lopiùpotènt id j quel ladiAlgen,accettas-serc di sotlopoci ad una situazióre che Cli sehbrava poco

Nor d \o lF no. lo pen l -e qrer ld.rrJdzro_e Jo..e r reîu è In 'o-stenibi,e da útta la popolazioneamericna, che tra I altro, era alsicuroda scor€rie barbaresche co.trole sue costè ti tensionesi e.a accresciura sopranurto nei con6.nti della R.4qgnrd di T.i-

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poli.llconges stabllì di a€l.e ln m&ieÈ riloluta. Fu amaraúna nott che r.l 1803 v@ vela verc le @ste del nord Àfiic..ti flotta, aeli o.dini del commodob Ed*ard Prjeble, eE foFmata da al@ne €ddi fcaate, ph) le4ri mlnori. DuÉnte IeopeGzioni dl blo@ del porto dt Trlpoli, nel novembe delt&4, qa Íregatò, la WiihLlptuir, andò ad in@eliaEi Glr am€ri.@ni e.carcnodj affondàrla per.hé non @d.$e neìle mani delpiÉti, ma tu irutile. Ouestl riuscircno ad ImpadrcriEene è ariíretteda a Saua non priru di ave. fatto prialoniérc tltìo le.

La dspoda della fotta statu.itensèe !u €bbdrana Épida, nelfebbÉio succe$ivo n fu incdet lna galeotta an€ri@na: l'h-blrid, corna.data dal tenente sthepen DeeluÉ, chè aveva cGú€ pilotà il nessires Salvàtoc Cataldo. li Di@la nave èn-ùò nèl porto di tipoli di notte c dopo una bÉve seranúcclasi i'np.dscssò della fcgata. Una volta padoni delìa nave, CUarericani le appic.aùo ll tuoco, dopodiché ritomarcno sulla€alèotta c scappa@no ll plùr Epidame.le possibilc, hcrtre llcièlo vénrva isch'arato ddltuoco déll! Pfùdplrhi. che bruci*a.Túttl i @nnoni deua cittÀ sparavano cont@ dì lorc c quelli della frecata eplodèvano ftano e nano Òc il fuoó li ÈCSiunceva,Qùèll azioné ron hastò a piegarè I t.ipolinl, e sllamericani de-clséb di atl....rl| pe. tera é pèr maÉ. Un corpo di spcdlzio.nè dell'es€rcito statunitense partlto dalfEsfró oc.upava Derna. hèntE tlooli conrinlava a sùbirÉ ll blo.co dclla flotta

OltÉ che d.lmaÉ.nchè înDoli lù attac.ata !ìa tcra e ner ru-gliofinalmente l. clfta sl ùÉse.ltilpolinl accettarcno di sot-toúiverc ur tlattato in é!i non.hledevano Dlù nessun t bu-to agll stad Unitld Anerlo.

29) Dsù !!ù um d.di .rci údh 3l6h .ll! 3li úddii s'drd oih glj in'

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!! lezlone inflìttaai tripolini no.lu u. detedeircdi lunca d!'rata allaggressivnà dei pirati Daltra pane la pirarerla eÉ Inqúeitempi,la più grande fonte dl guadagno delle popolazionidelle Rerreùa. Dúrante ilCongressodivienna, tu affrontato, manon soko, ll problena degli statì barbaieschi e delle loro

Chisoplatrltto.e sollecitava la soluzione tu Iammtaglio bn-tan.ico sirSidney Smilh, cui seóbrava assurdo che, henre sìdecideva di aboli€ la lrana deeli schiavì atui@ni dalla costaoúidentale del continente nero, si imanesse indiffeÉnti enor 5i pFndesse@ polvedinenù dnalochi p€r la liberatooed€cl ieuropelr ldot t l inschiavirùnelnordAf ica SelaÍartade-eli schaavi doveva Írne doveva ,inirc per tutti lammiraClioconcludevain nodopraematico,sot to l ineandochei l r ischìodlcddere s(h.avr lnivó perdanneCeiaÉ lonere.te il \omme('o

ll consresso, tra letante decisioni, stabilìche si doveva creaÉuna lo@ multj.azionale. che peEúadcse i barbaÉrhi adaboli.e la schiavi{r di cittadini dell€ nazjoni eurcpee e a ces-sarc le iniziative oiratesche.Natu6lmenre, an(he se rutti i Daesi elmDei si dichi.raronodaccordó, la realizzazione non era altrettanlo Iacile e i go'vemi delle R.44rri. nón crano affatto disposti a far cessrequella che era la loro massior ionte d i reddùo, tanto meno afarlo pei .onpiacere deSlj inledeli Pér dimosîrare che le pa'role non e.anoslate dene invano,I rqhiltera inviò nel l8r6una lorte flotta aeli ordi.i di lord Exhouth. Ouestj rjuscr adottencrc pacaficaoente la liberazione deeli schiavi a Tùnisie

AdAlgeri la sitlazione sidimosrrò più difficile in qùanto ild.4non nevolle epere di piegaÉì. La nona irglese, cui si€nag-ciunta una squadra olandese agli ordini dellammiraclio Vancapeilen, aDÈ il fuoco e bombardò la città.on un fto enato ep.ecjso che causò Dolte vitrime e ingenîi danri. Aquel punio

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lld.4 ac.ettò le condizloniche €livenivano inposte e lib€ròsli$hlavi, che e6no sopranùtto italiani!a flona bdranni@ non avevaan.ora rac€iunro la nadÉpatria,che gli alg€llni uccidevanó il dry e ne noninavano un alt@,pe€Cio€ del precedente.una fotta anelo fra.Ge 5i pc*.tò davénti alle R.rr.ra nel1819, na non rìuscì ad ottenere ni.nte.h qlelló stesso anno il console francese .d Alseri Pl.re Dè-val, cÀe si saebbe eso lamos con€ prctagonista dèl "@ir', dipnto4l'," .he Gtenò l. sred h.nco algerlna, avève indiotoquale poteva essee lasoluzìone delprcblèha dei pirari. Solocon Ioc.upazione di AlSeri la più imponenîecifl:à berbaresG,da pade di uno stato cúópeo, si s€bbe potuto pórÉ fine aqucl tlaeello che da più di tre secoli amig€eva I EurcÈ se lacltla piir ihpoftante fosse stata pesa,le ahÈ avÉbbèo con-pcso ìl honito e avre b bero .essato disvolgere la loó attivi.

Ncsli anni scgùenri sl veriffcò túna u.a serie di nuovi tnftarìaltehati a bombardamenti allè città nordafii@ne .he conti-nuavano a rifiutaÉ dl pore fine alla plratena ed abolie las.hiavitù. Poche ebbéó risùltal targibili. Nenmeoo trrghil.reiia che nèl 1324 ìnvlò una squadra navale cont@ Algen, ri.uscì d otènefe qúalche rÈullato,In quanto gliakennltuónoebili a rintuz2aÉ ilfldo delle.avì britanniche.TÉ tutti què$ì fatri limprcs più bnuante tu qúella me* inpr.rica dalla ùarina sabauda nel 1325.

uazlone ia'audl contm TrlNI.razione nilitareche l. marina sarda inrÌapEse, iì2ósénembreì82t contó T poli, aveva.onè pÉsuppo3to una lunga diatri.b! trail Covèmo diTorino e ilúrr lipolino. Olestirlchiedeva,non *na qu.lche ógione, che Cli f6e conlerito un donarivocome si usavai in segùno alla nomj.a del .onsole sabaudocarló Felìce, che aveva fatto allesfÉ una flotta di una cena im'

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ponanza, non era tuttalia disposroa sorrosrare ai ricarr derso-v6no nórdafricano La co.te di fofino aveva deciso che É leirattative iossero fallite sisarebbe dalocoÉoad unaziÒne militare.ll cohando delle operazioni Iú afidaro al.apirano di va,scello Francesco silori. Ouesti con due t egare Ilco,redo dic.!ow e la CÀltn ed alcrni natanri più leggeri, si preenro oa.vanf aTripolinella datasoDra indicara. Le ffatrarive andaronope.le lunehe, na fu impossabile giungeÉ ad un ac.ordoFu aquelpuntochesidecisedidare una dub le2lone al la f lor ,ta tripolina. Lobieftivoera qúello di dirtruCgeÉ ùn brik da t8onnoni, due colette e alcuni leeni minori: in sosranza quasitutta la llotra dclla citràróperazione pÉse il via alluna di notte con alcùne s.ialuppe.he Dunrarono veEo aloono.ll comando era alfidato altenen-te dl vascellociorsio fvlameli coadiuvab dal sonotenenri cio-vanni Badsta Millelire ed Enrico Pelletta di Conanzone Uopè,Ezione ebbe successo i ripolin i presi alla sprowista non sep-pe@ orgniu rè una rcsistenu e subirono forti pedirè. i me,rinai pienontesi .iùscircno .d incendiaÉ rutti sliobiénivi chesi eÈno D.eDosti anche se al buio furcno commessi allurL €-rori: persbaelio furono abbordate an(he navì neur.li. Alte.in-que del mattino Mameli lece lancjare un ràao dalla sua scia,luppa per sesnalaE b ntúata oh€alla pe.dita delle navi i tri.poljni avevano avutó séssanta monie unaseftantinadifenri 11ta4 Ylsut QaGnanli ridusse le sue petesee sigiúnsead ur ac-cordo. Sivoi e Mameli ricevettéro promozjonì e onoritlcenz€.

Dopo lìmp€sa delle flotta sabauda, a mjnaccjale TnDoli nelfebb.aio della.no sesuente,lu lna sqradra fra.cese comandata dall'ahdiraslio de la saulsays che asiva come dilensoredi int€essi ponriff.i. tiesito della mi$,o.e fu D6nivo, ancheperché iì bey, aveva ancora ben prcsenti I danni infliftigli daparte della florta sabauda e restitúì le navi oontilicie 6nùratèLa florta francese sisDosrava auindi davantiaTunisi, dove ot-

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icn4à gli stesi rl$ltati. Dùe arnl dopo tu la llona .apoletanaa bonbardaÉ Tlooli è ad onene€ @ndi2ioni dl Da@. Od.ila stoda deeli slal baibareschlvoleeva altemlne, !osvi'uppodcl comnerci navall non poteva plù tolleÉrè la spada di Da.mo.lè desli attacchi dei piÉd. Nèmméno sl poteva d€tt Échc lohini libed ootèssre e*É rì<toni in schlavltù- MentÉ.wèillano qùèsn hfti, eÉ Cia l. .oÉo ìa ctul chè avrcbbeport.to all o(úpazlonè dell Algerla da parte délla F6ncìa.

lI "@Ipo dl teuta0lln"Nel l8l0 la FraNia inw I Algcda con un iùtè *Eito e depo una Épida @nquista si anrcss. quell mpia Ègione Ou€l-I op.Ézione nilitaÉ .ontrc la plùr porente cilrà nord aliica.a,nìse ln so€eezion.lc altre e dopo di alloÉ si può 6nside6reffnlta b storiadci pÌati barbaeschl.ll .ar(' tulú, se@ndo l. tradironè, o mèslio la €altà remanata,saÉbbè stato il colpo di rcrtagllo dato dal D., Hú*in ar con-solc lÉn.ee Pi.É Deval {ì327). At di È di qú6lo episdio,era sln dai tenpl dl Napoleone che In Fran.ia 5lpènsava di oc-cupare AIsen na lè bntinùe euerè in Eutop. noh avevano@nsentito di ùeparaÈ ùna spèdlzlore nllit € ln nord Aftica.Pef qua.to orcene il 6nele Deval, qú61 eÉ In Alceri déúohl arni è aveve condotro le rÉftatiÈ pe. U pagamento dilorn lúie di grano chè lîlgeía .vèva vèrdúte alla Francia, maI paaamènti a.&vano a rilento. Sl momorava anche che De-vel avessè tè.uto mano a sporche fac.ende del preedèntcd!, e.hè quindl Hus*in sin dalllnl2io, prevdsè p€. rui urprclondo Énco€. A qùesto sl aeglunga óe ll &, ebhe .ori'zla che il @relè fran.e* esortava la madrcpaÍla ad anac-ca€ I'Algena é o.cúpala, per pore flne alle operazioni pira-tesche. Devalera qulndl pe6on. arsal sgÉdlta. llncìdentesls.€bbe verlfl@to qùaúdo iì .onsole si rccò dal svraio apretestaÈ p€r la catîùÉ di ona nare po.tifcla, In quarîo laF ancia sl ergeva a pretenrice d.lla srtà sede,

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lld., replicò duradente .he saEbbè staroheelioche llgoverno Éancese sioccupase dinsponderealle lette.e da luì scnt-te 12 dsposta del fiance* lu parti.olarmente a@cantè: 'il ,'iowdnre ioi si abbdse a isDord.rc dd ui uoúo .aùe te".Una simile rlspora al sovranÒ davanti ad alcuni dignltari su-scitò uno scatto d ira nel Drq che colpì in taccia il francese conil lunco venîa€lio di penne di pavone. Dopo di che lo lee af

Ouero saebbe stato I incidente diplomatico che ponÒ i rap-pofii tra Francia ed Alseria a livelli padicolamente tesi. Vìstoche no. si rluscì a icomporc lattrito, Carlo X alÌora sovrano,p,imd de.'se il blo\co rdvale ad Alqe'i ra, dopó ' irG rre anliinutilmente tÉ<o6i, il govemo di Padgi pensò di ambiaÉpolitia. si c€.cò di ottene.e un ìntedenlo pacifi@lore delpa-scià di Eeitto, ma la rurchia si oppóse. La Francia allora optòper Ioccupazione di Alserj, nonostante lopposizìone dellIn-

ll 14 giùsno l8l0 il.olpo dispedizione lran.e*. forte di ciÉ34.000 uom inì, sbarcò a venli chilomefi ad ovest di Ala.ri a 5ì-di Feruch dove co.solidò la posizione. cli alcerini dispone-vano di oltÉ 45 000 uomini, ma non furonó in crado dilcrnareIavanatàfEncese l l 29scraÌeserci tofÉiceseeEsotìoAl8e'ri che tu inv8tita per teÍa e pe. marc il 4 luslio venne sfera-lo Iattac.o e la città si ar€se. t2 conquira di tutta IAlgena ri-chiese an.ora alcuni anni, ma ilmessaggió pe. Tunisie Tripoliera stato chiaro. Da quelhomento lasuera da cotsae l! pira-teria cessaonódi costituiÉ un pericolo nelMediteraneo.

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Pirad e corsad celebrl

I pnmi decenni del Cinquecenro fureno Granenzaí ralmen-tedauai iguradeiduèlratel l l sarbarcssa,chediedeioinlz ioadunera, chè la storia di questo ripo disuera navale dj talto siidentifi€ con la lob vita, Prima che i duc lratelli facesserc lalorc apparizione, nel Meditemneo la pirate.ia e la guera da@É era.o srari ,enoneni dj <aEopeso.Fu 6n Iawentodi queidue fÉÉlli, fisli di !n lomo diMitile-ne, alcuni lodiconovasaio, altri pes€toc, altd exgiannlzzeo,che laguera sulmare diventò fenomero dì capitale i6ponan-za p€rlavita e Iecononia delle costeiouesto non signifto che aia ment€ quei dre peMnaggi for-nidabili erano vivi non los*ro peenîi slllo scenado mediteraneo altre liguÉ dqne dinota. Altd ve ne turcno in seSuiroe vale la pcna dare notizie di alcuni di lorol

DngutÈon peccato che di questo peenaggio non ci siano p€penu-temolte nolzie datoch€ si trattò di uho dei più lornidabillparati del I'ledltera.eor sono in molÌia ítenerlo inferiore solo aKaired Din Barbarossa. Non sappiamo con esatrezza né dov€né quando sia nato, tDnne che fu uno dei pochi pirati a non es-Ére un crjsliano rinn€gato, eppiamo i.lattì <he e.a torco e na-to in Anatolia. Dab che allassedio di M.lra tlt65ì sembra cheavesse piir di settanranni, possiamo .ilcnee che fosse natonell ultioodecennió delOuattrccento. Sembra che ìlsuo veonone losse ToBhoúd sidice anche che le sue prim€ lmpresele abbia compiute.on un altrocoEab tu,co: Are cheabbia ini

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ziato @n lui un anivfta dl ssrele, in @i nor dsoettava rcan-che le navl degli alleatl del Sùltarq pér questo quel pedododella sua attlllÈ si deve 6nsldèaÈ pihr6.aCome glà delto, una volta fù cattùiato da Cìannetli.o Doria, emèealemodl uaaaleÉ. Menrc 3i ftvava in quetla penae sltúa/one tu rl.onosclulo da te.n de l. Valtene Cran Maestre dellordlnè di M.lta, che a sua volta èr. stato al ebo dlùna ealeÉ del B.rbaóssa, U dè la vallettè, vedendolo sli dis-se."(erú di t!.ú *rú Dftgu| -'\ úulaù. dt bttr@" tu lz d.posta del @rsarc. Fo pbprio ilGEn mestE che Inte@dètte pEe Andrca Dori. oe. il d-scatto, ma ebbe poi a pe.riRne, qùando lo vide sbaÈ€ aMalta du.ante Ia$èdloDopo ll dtio da Saó.rc$., divèrtò il più oerlcoloe o.' cq-sari: conqulstò Tnpoll ( t 5t | ) ma solo dal ì 55, la gdèmó comelasslìo delsultano. Paie che abbla btillato Derabilha, ha an-.ìe perduce e ddeltà. Mon a Mak., dúErte l6sedio, col-plto, paE, da ùna piéti., dopo cle avela rloreaniz2ato la disposlzion. delle battetie dei @nnonl, inc.ned del bohba.da-nento d.l brte s. Elmo.

ohtgh AlìSulla vlta dl qú€sto peÉonagelo, ll.!l veto norè era ciovan-nl Dioniel Oalenl, .bbiamo lortun.tah.nre ura docuoèntazio-ne molto a.cureta. SI ratta di uno .tei oìir fo@idabili co6anmediteÍianel, e la 3úe vlta tu dì cefto la più awentuGa tÉ rut-tl qúel peEo.a€gl- Non è cosa d. poco.CioEnrl Luiei Cale.leè un 6€azo dl t! Castetla, ir calabna,lkuo di on pestoE e prcbabllmèntè awiato ad un osclFdesiino, @me molti ragazi della sùa èîa è @ndltonc. Non @-tÌ4iamo la data della súa neita.La ra vfta @mtfò qúddo tu latlo Fl€rorleÉ, 6n mol'i súi @n-c'ttàdinl, Gl 1136, In segúlto ad ú.a sÉrla del BabaIGs. FuDonato a btambul, d@ Bne @dùto @c sólah.

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ll suo padrone, un .o6aro di nome lalai lo pÉsepÉsto in sin-patia perla brillanre ìntelllgenza che eglldimostrava e per ìesue ec(ellentr doù dl marinaro h un periodo non ben pR('esi ammalò e dovette sedi€ acasa inve@ che sulle navl.Anche in quello@sione ri fecebenvoleE, in particolarmodo,dal lamosl iedel@Eaó:Monama,tantócheladonnaperevadifarglisposare una figlia: Bracaduna. Cerano però delre con.dizioni che amoedivano il maúnonio e Diù' che la schiavnù fuÌa rcligione cristiana che il ragazzo nliutava di abiurare Tantabenevolenzadapaftedeipadroni loreseinvisoael ia l r ischia-vi, chc lo i.suhavano lo prce@avano ir co.tiîuazione Un giotsno dalle parcle, i ragazzi passaonoaifatti, eCiovanni Dioniai.on un p!e.o ucie úno *hjavo napoletano che lo aveva prc-vocato. Ouell oúicidio cli costò la condanna a moite e senbròche la suavlta losse segnata. Fu Molla6a a salvado: finalnen-te rìuscì a.onvincedoad abaurare ilcristianesimo se lo aves'sefalto,la senten4 dì mónesa€bbe stata a.nullata, Giovanniavrcbbe spoelo la,icliadi lafare i,loftama, non solo, ma ìlsùo'cero lo avrebbe messo a capo di u.a delle sue navi co6ae. llcjovane fece lsuoi conti e owianente abìuò anche se noltidi@no che denr@ di s nnaesemprc cdstiano. Da qúelno'mento la sua caftierafu u. sueseguiBi disuccessi.In alcune oc-Gsioni fu al fian6 di Dra8ut, che ebbe ó.úsione di apprez./ rn€ledor ' U.odci far ichelem reop.rnolàmenreinmo.stra, accadde nel 1t60, quando fu luia segnalaÉ alsultanó chesli spagnoli eÉ.o sbamti a Ceóa e minacciavano Dragut F!3rd/ ie dlra<uaFDacira organ / /dr i !a ' te la f lora

'Lnd lu in s?.

dodiattac@Ègli spagnoli pdnache questi se laspettasse@Anche in quellopera?ione Ulu€h alì oOc.hian, úmeomdiveniva chiamato,5i mise in mostra perabilita ed ageressivjrà con'rnbuendo in mododeFmrnanre clld virioriadr quellazionePoco dopo sirese celebre an.he perlaltacco a Emanuele Fi-libefo disavoìa nei pressid! villafranca, quando poco man-cò che ilvincìtore di San Oúintino finissè suo prigionièrc.

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An.hè dur.nte lasdio di Malta le navi di Occhialì svolseroconrinue azioni sia di distù(bo che dl rifomlùenro. DoDo larorte dì Drasut, iìsultanodiedea lui IleoEmodifipoli, dove ld popol&iorc lo pFled al precedente $v'dno, Lhe era ri,tenub trcppo crudele, Occhialì invece fu sempre @nsideEtosèneroso clispaenoli cercarcno di ponado,r campo crisriano,e dell. E ttative fu in@ri6ro un cèrto ciahgue, paren.e del.oBarc. Ulush Alìsldichiarò dlsposlo, ma chiese diesseF no.nlnato prìncipe di Sal.no, Gll spaenoli consentiono na, prc-prio quardo la tGttativa senbFva andata a buon fine, Cian-cu2a spad mlsteriosamente.Alla battaglia di Lepanto iì coEaro coúandava Iala sinistEdella flona turca Dinnanzl a lúi sl trcvav. Oiar Andrea Dona.g€nde uoho di hare anche luj, al quale il coreero ca'doFsecontendeva anchc il prioato di biutteza L s@nró Ía i dlela$iò aperte nolte di$u$ioni, ma t lùgh Alì disponeva diúolte più navi del eenovese. llco6ao fú l'unl@ omandanteturco che riùscì a salvarc un ceno numerc di €aleÈ, tanto cheil sult.no, in [email protected] di tale impÈa lo.hlahò Kilic Alì.cioè Alì la sFda è lo ir6ricò di rlo,ganiare la óanna [email protected]ìeallasúe opera, nelgiro di un anno la llotta tu(a era piirnumerosa di prida e ripÉse a tercdzzae le cosî€ dèl Meditemneo vi fuono tènrarivi di sontrc da parte della flotra del-la le€a cnstiana, ra le condizioni del ma€ non lo onsènrÍono.Nel ItB Ulueh An íconqlistò Tunisi e ne divenne il sovrano,@n il benè$a€ dèl Sultano, che.on molto rempo dopo sli of-frì anche ìa sovranltà diAlCeri.Ne aveva faîta di strada fèx schiivo, ce.to molta di piiJ cne stos empÉ rimasto nella tem natia. Finì i sloi anni a tsranhúlcon l. @do di Crande AúnìÉslio delllmpeo Onohano. Lemodalltae h data della suanortesonodiscodanri: alcuni ta da-tano nel I'a? alti nel 1595 Èima di mote, @n il @n*ns delsullano, aveva fatto .ostruì€ lna grande hoschea nella @ptraleottonrna in possinità dèl mé€, che eÉ stato la sua vira.

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La sua lafra fu tale che per secoli in cal.b a Iìorircno ballateche lo avevano come pÉta€onista, e oggi, a re c6telra, suopaese natale la statra delg.ande coGafo (ampeggia nelmez-zo ìn una piazza con loseuardo ivolto ve6o il mare

Oúesto @po, gìà pin pirata che .o6aro, au foe il prino .o-handante ad es€rcnare solo la vib di uomo dì mare, senzasvoleerc nesslnaltra attiviÈ. Pare che fosse un aLba.ese chediventò schlavo di un coGaro aLeerìno a nome Kara Alì ConeperUlush Al i , anche nelsúo caso i lpadrone sia(o6e diavera chè fare con ùn 6gm di intellicenÉ supenore alla media,riuscì a famé un musulnano€ lo adonò come un fislio. Muradpaftecipò alfassedjo diMaLt., ma deluso daldisasÌió diquel-IimpÉsa, decls€ di mettersiad operare ln poprioe abbando-

Peccato che non los€ ancora così bEvo permaÉ cone dîene-va e fandò la n.ve del sùo padre adotlivo a sfasciaBi contrc aalcuni scoclir ami mainai e schiavi fotlunatamenle lurcno sal-vati. Natlralmente quando Kara Alì venne a conoscenza delfatto non la p€se perniènre bene e caccjò ilnaldestro raeazzo M r'"d le o rel suo dmor prop ro. decbe d'

' po\.te e \i

impadrcnì di una pi.cola galera e con qúella partì vetso leco-sle spa€nole. Dopo pochi giomÌ ntofnava con !n abbondantebonino, checompÉndeva anchetrc brigantini. KaraAlì aquelpunro lo peldonò e cLì diede una nuova Saleotta Jl giovaneco6arc ripese ilmare, ma qu€stavoha si assÉCò alle navi diulugh Alì. oa qùelmome.to lasúa orieta lú rn crescendo diimprese sempre piir proticuè.La pii' clamorosa la compìnel 1t30, al largo della costa tosca-na, quando si impad.onì dl due Calere del Papa Fu un impre-sa norèvole sia perché condotta con quaftro galeoft€ conÙodue srandi ealere da guera, sia perché il botdno fu enorúe. rn

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lattl una delle doe navieÉ Idnìraslia pontilìcia e Ùaspona-va un enofme .afi.o di oceetti pÈziosi. ouesb memorabileiDpÉeglifrurtò lìnvldia di moltì ehri plrarialgenni. a comtn-ciare dall'amniàglio di Aleerii Alì Meni pe.ffnirc co. ilnuovopascia, che aldllàdelle peúle di eloglo decise diimilarne legesta, na.on fodeti suc.é$i.ll coFab ornal si conoÒdava da Dìrara incurante delle lnvì-die, @ntinùala lEnqùillo pèrla sua srada ri(a di imprcse edibotrinisostanziosi. Nel ltSt declsè dlconpièrc ún alÍa lh-prce cìamorcsa. AnraveÉto lo stÉfto di cibihera, a Sallee,ín Marocco amolò al.uni ahri Dùati loclli e DUntò sulle Cana"rie dove tece un laùro bottino di prieionieri. Dal lob tscatroottenne una,onè soúúa di denarc.Filippo ll di Spasna, venuto a conoscenza dèl fatto, nandòdo. Manin Padilla,.on ura squadBdi quindi.isalcÉ pe.ln-térc€ttarlo. La spropouioné di foEe era toppo erande perac'.etlaÉ lo snfuo e Murad daiÈ dì ripararè in un porto ma-róc.hino, Da qúel pono, un mese dopo, apprcliftando <ri unat€hpesta ri!*ì salparc e ad eludee ilbloúó e potè ritornare

Unaìtra impiesa clamoÉs.la compì qùattro annidopo quan-do, con u.a ela galeoîta, dú*ì a catturarc una salera dej Ca-valieri di Malta, i più fomldabiLl coúbattend del MediteÙa"neo. Nel 1595 Murad. p€r le sue lmprce, tu nominato anhi-rael iodiAlger l .No.sappiamocomesiahorró,sappianosolo.he dallasúa (hina missione,.onîo iovaliéridi Malta, ntornò f€rito, ma nesslna crona.a cidlce se hon Derquclle lente

Un peEonagglo di tutto nllevo che visre a cavallo tra il Cin-qu@fto e il seicenro tu ca5r1 Morat, genovese inneg:ro.Non siconos.e né come sla arivato aTúnisiné conc alvennela súa abiú6 Slp!òsolosuppore che sla rato pGso rhiavoe cóme tale condotto in Ba.beria sapplamo solo chc suo pa-

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dre si chiamava Francesco Rio ed era un mamista dì Levanro.Egli stese jn ona lettera si presenta come: " Oí, Mor4ao rerok-s. di ktanto, rcreqata,liqlia d.l ndrrolard". ll suo nohe è sove.re.itato in lettere scnÍe da schiaviCenóvesi alla magisratuE l-

Nel lt94 un documentodella Òncelleria delconsoiato france-se a runisi ris!lta che un padro.e di baica salehìtano eli €radebitoÉ della emma dinovanta scudi d [email protected] l€mpo dopo, questo peEonaseio balzò alla riballa comeuno dei più ageEssili e temuti In Tunisj non ci volle moltopeÉhé sli riconoscessero oll€ alcoEacio anche ottìme capa-cita nautiche. In breve tenpo entò nelle srazie del d.U oth'han, che eli afidò dj curare anche i sloi aifari. NaturalmenteMorat non trarura i propri e alla csa di Tunisi si ag8iungonorac card n 'drpócna e un b4no peFonae do\e re.ere'propri shiavi. Anche la sua flotta si incandisce. Prolìtta del-la i l todì nol t i tabarchlnìrodor ig inegénovesepèrrai lozare i lprcp.io polerc. Favenirea Tunisi padre, fiatelli è nìpóti ll lar-to è Dovato da documenti che dimosìrano come nel l59a iloadredi Morat, Francesco RiofósseaTunisi e trattassè dscattiperconto delle maci3t€tuÉ cenovesi Altridocumenti, di po-cosùc@ssivi, confefrano la p.esenza aTunisi del tatello Bartolomeo, e di t re njpot iNel lrattenpo Osta Morat, purlornendo senpre esenpidj Èlo.elleioso conc€de prestitiai nissionan perìl nscano deicri-stiani. talvolta prcsta soldi dnetlamente agli schlavj. Nel ló12pÉsra cinquecento scudi alÌ:.onpacnia francese del corallo.Nel r6lt viene insignitodelsradodi comandantedellecalere:cioè ammiÉcljo in capo delle ravi diTurisi.Da ouel momento le sue lhorese sono numerosissime e th-oo.anr Le nà\i mercdnùll dbbordcte e oortcte a l.nrsr sono

ro) ^bibnri

dèll i$ld di Dbarà

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talmente rante da Dèrder.e ilconto. ti cittadinadìSan Marcoin Sicili. è atta@ta e ecchqsiata. oùindit€€.lla vèn€zìa-na PeÉro. Anche le lomidabili salèrc di Malta vcngono a farp3fte dellé sue vitllher due sono caÌturatc al larsodiSúacusa.Unio nota dolertc,la euera conto Aken (ló23)in.ùi èbbe ilconardo dèlle lonètunisine, ma tu scontitlo. Non per questoil súo poree e il suo presrigio dimin uirono. Ouando nel | 617 ilr'.s Yusuf mod, fu lui a su.edercli è mantènne il ruolo dr so-vranodiTunisi sinoallanofte.In ouesro o€nodo drise la @struzione dlPofto Fanna nèlle viclnanze dlTunislt! lèsgenda vùolert che abbia ottenuto la nomin. a /.! conuro stÉtaÉenma. Non appena Yusufnon, si saÉbbe pecipi-tato a Costantinopoli 6n !n altro rìnnegab Mami Ferareseche aveú l'ln@ricodi corfeúaÉ àlla sùbllme Porîa che il de-sìdeno diYusuleÉ €he ilsuo succ€ssore losse Morat Naturalóente a CostantlnoDolì nessuno ÉaDeva che Yusúi era nortoti notizia eÉbbè stata data solo doDo che Mo6t eva dce-vulo I investitura !Ílciale.

Slîto Dún o Da/nsetDlquesto peGonaggio, ólard€se cheabbandonò la sua tera,per re@6lad Algerinel lóOó, si è Aià deno che sèmbÉ abbiain*gfato aeli abènni a costruirc é a marovfaÉ le nfli tonde.Sappiamo anche che de.ise di daÉialla pnaterìaDansa, avèva sià svolto Iettjvità dì couaro in olanda, p€rcon-îo degli Stati cenerali, duÉnte I i.surezio.è @ntó la spagna.Ouando sllnstallòad Algeri dive.ne pÉsto un capotemuto erispetaro. ma seúbú che non volesse mai rinnegale la cU-gione disdana.Infani dopo púilanni rie.rò a Masisli., deve nsiedevano la moslie è i ffglir la cosa aw€iie senza diÍi

3r)Slvèda Crurió Cl.ahèrc rn: Pnati brúrE.ti ltkti t Crhrtu- cenola

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coltà, perché il corsaro poÌrava con sé dlecigesuiti già pdgio'nieii ad Algèn a .ui, con il súo ano aùdace, rcsnruiva la libertaSimon Da.sa pèrò é.a un uomo che amava lrcppo I awcnturae il rischio. Le sue idprese pa ano di scorerie v.co

^lccri,ma le noti2ie non ero mohoDEclse. Si sa De.@rtochedue@nnonl di bronb, .àe aveva sottratto alpascia di Alceriluro-no peralc!ni anni eusadl unale'tenatra la cittàmaanara eil egro di F€ncia. Per quanto nCúarda la sua none le notjzietohano ad es*re ln.ene. Pa€ che. in unasoedizione aTuni-si, dove avrebbe dovuro ris.attarealcune navi fancesi, ed ca-see quindi ir nissiore diplomati6, ilú.4r, dopo avedo Ìicevúto.on tuftì glionori.lo abbia latto arrestare equindi lmpic-caÉ33illsuo corpo sarebbe stato Cettato daìle mura d.lla cit-tà trólóì. Di quesro awenlhento la sola documertazione è radlchiaÈlione di un uono che sl di$e testimone oculaÉ del

Quesro pirara, perché lale èsso Iu, venne chlamab dai barba-Éschi Murad Rais, mde il oiÉra Decederremente incont6toTuttavia l. magsior pafte de€li rorl.ì pÈferl* chlanarlo conilsuo nonè olandcse, perevitaÉ confusione con I aìtro Mu.ad.cone sinon D.nsa, lansz a€va combattùÌo la guem da @Énellîddtió contrc €li speenolì per.onto de€la Stati Getrera-li. come Dansa si era trasfeilo in Medltenaneoe aui.di si.rames\o deliordinidi un €po pndta dinonesoliman RaisA diíéda dél sso conne2ionalè, lds2 si era @nvertito all ls-lan e si feceva chiamare MuÉd. Nelle sue score.ie attaccavanaù di ó,ni nazionalirà, peEino qùelle oland6i. f,e. qo6to

lam di rhpic.acrone, per akd eEbb. sto d.@hàto.

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notivo.on lo si puòconsiderare un co6aro. Per.l.uni anni fuil lcaderdei pirati dj Sallee in Marocco. Durante unadeLle sueimpresesi recò in Olandadolefu ricevutobene In !naltia óc-casione tentò di c.ttúÉrc una nave che credeva olard6è,ú.nte inKe cra of. nare spagnola piena di solderi, che gliinflisse lorti pe.dit.,

^ stento nùscì a dparaE nel pono di Am-

stcrdam, ma qlclìa vohanon èbbé aiuù.N. l 027,orpì qucl la . \e tu lè sua lnpEsd pr i r f .mosa r iL{ ia sbarcarcin lslanda, na al di lÀ dell. temeÉneta èdelladiffi-cola dellinD.e$, i risoltati tuononod€ti.Dopo quel fatto lansz sì ttrfèn ad Alsen, ma dopo qualcheÈnpo tu fatb pnaioriero dei cavallèí di Malîa. Sl ignoÉ ó-né sia tomato in llbeftà, na si sa ché nel ló40 eÉ dl nuovoal6èdi2io deu lmperabre del MaroccoNon sappiamo come sia mofro: abblamo solo la laconi@ di-chiarazionè di un .ónisu (hè dt hlaa hú uM btutta hn?

Bekù PMíà,Fu p.obabilment il piir crudelc dì tutto il periodo della pi!a-tcria dei barbacschi Passò alla storia popno pèrl'èstremafe-rocia con cui irattava i suoi schbvì. E6lìslio di un rinnesato8É@ e drfla assunro cEnde poreÉ a lunrsr, na re lu ffiia-to P€Ehé trcppo crudele.E tristemente noto che, se gli svéntuÉri schiavi chè Émeanosulle sue salec non riuscivanóa Énere il ritho dègliaÌtri ve-1ivèno rd\.dlrati a bd.ronare dopo a\e' ,LbrLó torure e po,venivanoeettatiln rarc Avevaanche inventato un slstema

'n-geenM e diabolì.o.on cui.li non ten*a ilritmovenise osolfooto da 6rdé o infflato alla gola da hecce. U.a softe pe€-gìoÉ venìva ìnÍifa a .hi erava dl fùssie. ll disgÉziato venÈva Dnma orendamente ruùlato o!lndifinno a basto.ate. so-no innùnerevoll I @sidj suppÌlzl lno piir atroce dellaltro, acul sottopose ell schlavi che non loassecondavanoFlnalménte. nel ró52 la sua nave fecè naul'dgio e, mentrc cr

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Ral. Ha',/iduRais Hanidu fu lulùnó Crande figùra di sco.ndÒrc der maridella storia barbar€s@ Figliodi ún sano, decise di {eslieÉ lavia del mare invece di s€C!ire la cadera patema: sidislinseprestoper i lsuocoraCgiotantocheiLsovranodi Alser i lochia-mòasé per dargli il comando diu.o sciabecco. Cón questa na-ve,ltanidu iniziò unasene di precJr, una più ricca dellallra.Le pÉse conrinuavanoe nel ì 802 catturc di soÌpÉsa la fegataportoChese ilCirro Tale impÉsa cli prccurò ur botlino vèra-mente.icco rMohe altre.avi,spècjalmente napolèta.e, furono

rl suosuccessoglr causò l'invidia deldey chede.ise diesiliaplo Se ne pend presto, perché a risentirne furono le casse del-lo stato, cùi era venuta a nancarc una.otevole fonte di entra-re Pe. questo motìvo, dopodueanniegli venne dchìamalo inpatrìa e per faEl perdona!€, il dey lo nominò conandante dèl-la notta aLeerina ouesto cEnbianenlo di módo di acire neisuoi conf@nti, f! dovutó anche alla BuciÌa che er. scoppiata lraAlc€deTunisi, in cui damidu ebbe d@siore di.ópri6i di cloriaLa sua fine, almeno a qu.nto cì è stato tranandalo assunse dimensloni eroiche. Sarebbe morto nel 1315, 6nbattendo con"tro .avi da gu€(a aúeriane, che no. accetbvano i soljti ia-slieggi degli algenni. Al comando di quella flotta era lo stessoStephen Oecarur che si era distinto a Tripoli, nèll impresa incui a!eva disrutto il Prildd.lrlia

ova di arampicaBi su uno scoelio, una rave, Élitto della na-ve, Dortata dalle onde lo coloì alla tera e lo ucise.

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Parte seconda

Strunend dl offes e diféae condlrlone desll s.htaú

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lé ÍaYl della lotta

Molto sovente le gucrc sl aÉtte.lzano pèr 3li scnad . te arrni cotr cul vént@o conbattutc, L. auefre sul mari si diffe€n-ziano owidente da ogni forha di suere tenés!É, ma Ic CuetsÌr 'da .ofsa'e dei plratl sl dlftereùam ancora di più, in quan-to sono conbattqte @ navi più plccolè e mcno corose diqrelle da sueFa qtilir,rte dau€ a.andi marinc nazionalj, r€ na.vi dei.oisarì, lr oeni arsolo d.l hondo sono solitarnente leg-gère, Éloci èd agili in hodo tale da potef agsrcdlÈ ll .eni@di sorpÉsa è fsgirc Gpidanèntc i. cae IaweBùio sia trcp-po ag8ùenito o sopfaveen$ una nave da guefa nènìca,I natanti lhpetn;ti nella tucra da co6a nel Mcdìteraneo nonsft4gióro a qresti feqlisiti.t2 ,r&d , u s. stcL. sin dai reftpl deifenlcl,la nav. @ginsdèl Medltè@n6. Sl tiattava di una nave dl dlhénsloni c @-Ètterlstl.hè verlablll úa .he pèr tantl sè@ll .veva alcuni c-

L. s€fo èÉ lúngo c sretto. A prua cone prolùnganen!Ò della.hleÙa, vènlva inréstaro uno sperone dl úetallo appuntito cheavèva lo spo dl .E È dellè fallé sotto l. linea dl galÌeasia-mento della rde [email protected] fo@ motrle èra dat: elitanènte da ùn nunèrcvaí€bìledi rcmaton, qúasi elipre prlglonleri o rchirvi, lncatenatì alrcmo, che doveva.o lavo.eté @me bestlè sino . venti oÉ al

Lalbè6tu6 nomlme.te,onslstèva In uno o dúe albcri a el-(e {ln ún pee unko) @n velatùra che poteva ès*re quadÉo latlna. Dato che I arru prlnclFÉle dl queste navi era lo spe-

al

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rcne diprua, era iúposslblle údllzza€ iìbompresso, cloè qlelpalo onzzontale o leggermente dia€onale che nel velien so-

La scelta diqlesto tipodinatante non era leaata a hofvazio-nì casuali, anzì era una nave panicolarmenle idoneaanavlearenelle acque del Mediteraneo, ll "ma€ nostrun' infatti, è cs-rertèfieto da venti @latlvamente deboli ed inctantl e da !nmoto ond@ più calno.isp€tto a qúelìo deu deano. Pcrque-sto notih la pmpulsione a EmisaÉntiva una v.lcità di na-vigazione .ostarte ed elininava il ishìo delle llnslt. eostecausaE dalle bonacc, o comunqúe di ùn inattivita dovuta aiv€nÍ contrari Ouesto tìpo di nave si dimostrò talhentc adaftoalla navieazióne médit€ran.a che continuò ad ess.É usatoslno a tutto il settécento. Lc flott€ e6no quindi cosllluìte perla massior parte da galerc o da altre navi a rcml chc dalla ga-

Nel Cinquento, prop.io quardo la pirateria e la gÍer. da@6a stamo prcnderdo una dimensione di inportana pri-marla, la sale6 aveva appéna subito una radì€le traslorma.zlone, p6sndo da "sensilé" (.iÒè cor tÉ Émi oer banco,oenúno mosso da un vogatoÉ) a "seloccio" dove per o€nibanco si trcvava ui solo rcno, mosso da un numero dl voca-toÌi che andava da qlafiro slno a sei, a seconda dell'lmpoF

In sostanasesì trartava d I una €alera nomaLe lvoeatod era-no nomalmente quattro, nènt€ le Calere degliammlragli po-tevano av€rc cinque vogarorl e in tal @e5i parlava di€aleEcapatana. In @rti casl le galeÈ avevano cinque rcml slno al-lalberc ma6r@e *l nelìa *@nda oane dellos@to e venivano .hiamate salete bastard€. Nomalmente quéste ultimereiivanoéssegnate aeìl ammlragli o con unque aicomandan-tidiuna flotta. I Ciandi am m lEgli come And rea Doria od UluehAlì alevano gale€ con sel voeatori per Émo. AltÉttanto av-lcnila perle Calere €aì1, quàli la famosa rcale di Francla

8,1

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luttavia bisógna sottolineaÉ come.on Iaumcntare dei voga'tori, la salc.a anve@ di diventaÉ piir velee diventava plù len-ta, in quanto richiéd€va dimensio.idilarcheza hasciori che@mpoftavano ún auoento di p6o ch€ non cÉ compensatodal mageior numero dei lematori.h ouantoal nume@ dei Eni. nomalmenteesi eGnoventiseisrl lato desro e veniclnque sul slnisirc, e questo si spleg.perché su qu.l lato era pora la cu.ina .hianata foco.e. Inmezzo allo s€fo Llnsitùdinalmentc, coReva una teEa co61a,che @nscntiva di ouoveEi rapidamente da prua a poppa.cone si è detto, I albeGtura era costituita da due alberi, su .!lera issala una vela trianeolaa d.tu lrri& rltemire larina. périndlcre le vele trlangolarl, secondo Pantero panterd, pot€bbéaverc duc origini: o perché quella vela era già rata úsala suimbaGzioni latine, o dal modo di diÉ dhtlat alh biha .he itr-dicava Iuso di ura vela triangolae, che era stata anche ùsatadagli arabi. P.ima delle baitaelie.la veìa veniva ammainata eIalberc abbassatoe la sola foza nolrice veniva data dal Èmi.b peuliarita della cale.a eE quella di esseG una nave @stl.tuila da due clenend dist'nti, anche se ùniti. Lo sGfo veó éprcprio, lungo e ettile con la funzione tipia di tutti elt [email protected]è di g.lleggiaúcnto . di portanza. Era lungo hediamentèuna quarantina di úetric sulla chiglia erano poste molte ordl,nate o costole peri.obustie lnasttuttura lanto tunga e stÉr'ta; inlàtti lo scafo era larso solo.inque mefi o po@ pir).Allo scaio veniva sovrapposta una sùuttura Éttaneola€ piùcona, ma più lalga chiaFata Ll,ro o roli.ria I lati piùr lunghi del-la oosticcia, raEllcle allè Iì.ncate della nave, erano chianatiolsie o ofidói ed emno potèfti da p.r.tie veÌtic.li chianareimpavesate, che diiendevano Iequipaggio daltiro delre amida gefto reniche. te @lsie avevano $stanzialmenre dúe fun.zioni. La pnma era di spostarc ve6o Ì esteno sli scalm i dei e'mi in nodo da ddeE pìù ,ant Asioso il tipo di leva. ll €.@ndoèra di fornie sÈzioelsoldati, sia in combattimenro, In

I t

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quanto porevao appog€iaÉ cli archibuai alle iúpavgate. siaper.hé era prcplo su quel .oEidoi che i soldall domlvanosdralati sulla$no, uno addosso allallo.t, t @ coEia, cle coreva a €ntó navé da poppa a prua, eseryiva a mett€€ rapidamente in comunl@zione queste dúepartidella nave non faceva pare della posdccia.sulla €mbara, cioè la pa.te del pcticìo pGla a prua, efanolìsiat: Jn nunerc vanabile di .aDnori nédiamenre cinqueOuello cntrale solltamertc era dìcalibro ma€gloE degllaltn.I €nnoni eÉno fisari alta Embata e que$o @moortava unapeculiarità lmportanter essi non potevano esseE orientati au-tonomamente, e qui.di p.rpunt.rlive6o un punto p.eciso bisog.da odenlae la naE in dìézione délbeÉgllo.Per quanto rigualdava le cabine desli ufflciali, soljtanente leBal.E ne avevaro una sola, pi@la e sómoda che *fliva perìl capitano Cli Dliciali e eli evènruali ospiti, anche e di ri-cuado, domivanosotto un tendonè chiamato celega. A bordovi c.ano altE óbin. eno.operta, ma @n tunzionl spe.ifiche.La mislio€ descnzione dcìle navl del Clnqùec€nto è latta daÈnterc paÀteÉ è q!indì cì aftdianoa lulpersplegaÉ la strut-tuÉ delle @merc sotto@pèrta dellè €,Ierc.

NèlL qalzn k @bi,. tùtlotoptttt flùosel,.d,ne di toppa.ot il sra s.nh-,.h, o eesn llt, il 4urh ed. pú i .aplati, ptr i qenltluoniti tli poprnpèt i passqgrn o pu alne p.6ohe di tisp.tto o p,r tatú. a rcbbe lo4. tisaidalan i uM ana1 antiqú a 4u.lln di poppa daw si.on*trqna I aFn , o d.llaln tutha d. t q."k di WpN, o 4i úieqri .i sld anrh. [email protected] bott di riro, ro6t è os&ú. nelk qdLe dl Maltd. Doro lo ad\dotqné la .anen d.tk h .aùpaqhd, .he eN .oùe uuno disp.tto: wlla quahsh nno . ll .onpindtíro, .i.a k tdN *lota, íl lotúo4qio, lotlio, lir.t ,i sdlidi o tlte nbbe tinilì. Dapa qúestd è h rdaúo .hiandta il ,agli.lo,dov n turc il bisuo, lo l.dua, ll ríe a alùú vllowqlid. A c6ta è .où-qiu,ta h.dwn di n ao n lla 4aeh t terpúo h v.L, iil enian, Ia

"Er.ditia, h N6be dei Wseqqerl,I'atùe eI alúe ptolusio i. Nullinr, tq a-

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nen della pnn la qudle e beie è aid ktesd @, qúelk di kez1o, lnah rieenaa divisíone alrùndl irntlineha p4.t1é hd úr'alttu entrat| dalk ptot1:la quil s tsa w i eflizi pdrlitoktt si .hkhd @ken di prcft lenttuta alI aúare eúe al onito pet *nik drlle wle, i sttiani a le sue rcbb., o púi paseqqetì, o pet k heftdntid: quella delld pnn sene al sotta.akito pet Isaftiani, pù Ie qoúena, o pù le su. toÚbe, o pet i uatiúoú, a pet h totu tub.be. tn qu.sk il appclkno o li batbieft \nedica) úoúN la pastd pet il lotodamire o wr li nedtdnenti. Nelk .akqa di keao si tiene k polvùe, o l atne nu,ití\ni wt I d Alierla, se behe dkuni tenqora k palwe awrcst att albaù

- ua l"aco d?<u\db d 4u?stt o okuqr 10 trhqoho in n4 .oso4e i

un .aito delk Qnctu. tú lutte qúeste .aheE sora h poste pù i eld|ti e púi nannai et ii wrti.oldrè pù qli 4mftalqti e i knú.

Dalla eale€ deiv:vano svaiiati tipj dinatanti, dalle sEndiga-leazze sÌno alle più pjccole navi a remi. Le 4,I'drr luono sen-zahrc le più crandie più amare navì di questa famielia'. Era-no r dre et ,d iate dar \enez-an- nelrenrat ivo di"bbirdÉ

" i \ "n-

tassi della prcpulsione a remi queìÌa delle polenti aÍigliedechesisîavarosvilùppando poprionel Cinquecento Aìla fine,invece di sofrmaÉ ì p€gi del le navia rcmicon quel l idel lena-via vela,la galeazza sommò i difettj deÌl una a quelli dellaltra.Nel suo caso, lo sGfo diventava molto più sande e panciutoper porer regce'e i lpeco d. un post i 'c io piL crdnde 5u ' L ieré-noposte al.unediecine dì cannoni La navé risultavacosì mol-to piùr aimata, ma talmente piir p€sante che i renatori non lÈuscivano ad ìnprimerle una velocità soddisfacente. Anche cliaiberi a Gl.ese non fornivano una velatura adeeùatamentegrande perdare velocità alla nave.okÉaqueste la famigìiadellenavia remi sj componeva d i 4a-kolr., e flr? p.u piclole delle cd eF e pr \e dr po(|., io napÉhr te dai .o5ar: oer.he mero.o. lo.e e pen hé no1 veni-vano requisite dalle marine daeuena quandosÌ doveva arma-É unagrande flotta. VieEno poi altri natanti ancoramìnonco-úe lesaettie, ibereantinie le speronarei anche lorc a prcpul-

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sione a remi scati quindi nati ad ìhirazione dèlle ei.ÌeÈ.heriúas€ro conunque IespBsione piir aha della @sttuzionensval€ .inascimenrale nelMèdirera.èo. sé quèsta nave, conpo.hè nodafiche, ridas€ pr.ticlméniè la stessa dai teDpl dlUlissè <iro al sene<ento, bisocra rlón6(ére che (r ror

'amodavanti ad !n fenomero de8no dì nota e di e$ere studiato.

Pantera desùile inlln€ la pafte più numercsa deìlequipaggio:

È, @tldtta la.iumn dl tr otdiúi di t,N^., di tb@n, di shiati t di bM-n.wqli., i qurli si .oneúo d4 i e4qi. .lt pottduo, @r.ut di l0r iepntu.

Ali *tuti ..i 4úUi .h. da i ttibuúli delk giusiîú slro slrti .ordatndti,?t i lúó tulitú a ,oqdr i, qdha d t npo lihittb a o vib, \on ti l6.ianou* ùal di gaha,

^! dl rat noper4úhiwglidarcosion , sin.he xon haino

likito il t kpo d.lld loto tohddhhaqiore \l loro oflitio è Wae,.wir L wh,L k^de, i vst l della .luhd, l altti *ritii, .4. ú.ototu úell, 46La, bde didho pìù db66t în qli sloa4ti qu.ni, ú. q eid.,inti p.t N.ot ùW, hon so|llono dùsir ntoltt Ú.r., M qwlli, .h. .rM @idùindti p.tlúqo l.npo o a fitd, dr*oúo úolt úwri.l eù0, quoùlo qd ógni nfuoeditio, p.ftiò denno.et 4.@t@n, e Ú4 tdtkti, *etulúentt úlwiú.ipb del enlth, ocfthé paslo il ptitto t"ro, rotfllntí,o dd a*u.Íar5i alh lati.ú.. . i disgi dtlla qakd, nnano tai qtsdí. sona dístinti da 4l dlti .oh qu.l *qho, the totltro il topo, èl k bttia tutk rdto, Han p.r lalvitto t nk oi.a di Ustotto òqú g:@tro, I atqúA e Ia ninesnd alt2mdtiú,Ithwtúo,.iol ukgbfloaeluqia o N qqando ti raúgdt,04ni dì n nt?

Lo tnir.sva è di tw on k di kvd .ohditq wr tìatuM t6lt, et noù .on urqudda tar.id toqlio e not si dd, quakdo n navisa, p.rté aon .1qtuvi hciunúa iú t npo,.h. d.w 6eE otúrinn, tiù a 4 1lh btka, r.t hétne|tft si ratukitd non i può bt b.\ ld .Lino iA 4!kn. uarho h atiohedella .an., er kl tíúo quotlb lolt I dino, rí02 ptt h Ia12 del Nattl dalSiq|o|, tr la PaqM di reslwlrtore, î2r h lèst dclh P?,ttrút?, et pel

<aftúoudk, .t sn \fttiu da t .otk, !0ì .01 tundto dcl ptintiw...Gli srtidti si 4r,i tuúti rhe n piqliqna a si.onptuto, ton di tú sotri, .ioè

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M,n; Teafr: o N.rri. I Mort e@ i hltliotl,.t tn lotu ottihi 4!.lli,tlt apiqhtno ept k f45t , o epta i hq.núnl, o gaLott , o ,oh., o ewa .ltd taeelli dd .oN, i qu^li pet ftdret latta t abito ne i pdtin.ntl, .t hélle fa-ttuhe d.lfla4 et del ftha, sona ùiqliad degli altì. èt soia pedetti Wa-túí na son pet raru& túlherte súpeú1. b.tìali, ttddittà t diuú\,.h.îMqrd oeM. 6.a. i lotu anddh.rti, .où. di q.rt , .ft. akur. wh. 5iè .ondoltt fr^o ad tùú.tuE i p.dbri. | îufthi tu" sno buoii, ni dtli dlreno, ré alk f|tkd, ,oùe i Mon, úd eno b.n piìt mahsu.tl, piìt doriù, tti qudli ú.sroho ne4lia quall .ne si piqlkho ln narc, nelh lùst1 o ahn !a-selli dd ftú,,.úe quelli.he si pitlioro tu tenn, o nei laselll a wk 1uad,.úe eno qrai tuni w@nti. . deq4ltl dewi iu tam alh .Modità- |N.ryi eN agtioti di tuui, .t hudo@ h haqqiot pid. di pun nalk Ènìa. AIli *hiaú, oùt ll eflilin di Eúo, t6.o Itre td.4ù.. la kqna, tatletaltrc lalkh. di tera rr. bisoqhaho alL 4dLe, et dittdt ld hatsha,la dlarwn. Si.okovatu ddqli alfi per la rio..d di 6pelli, the pattuno

"eMeùù A dth t stt,.erdo úel rcstt tutti &si. Hd\ao il litto, ll Btito, rohc

ot i, rh. si rhiandtu bÚidoqlk, o eno siÈati, .ú. hpi frawt lot"ít0 ìl Lnpo d.lk.0n arnaoiohe, p.t es.t d.bibn d.lP t.ip., eno te-iuti ìh tdt ia, wqatu.lin.hé paqatu i debitl, san ualto dlsp$ti al reho,ad o|ii altn emitio d.lk takd, o sora wqdbandi, the, o Wt ,íwn, 0 p.lqiúat,vndo,ohnb.t1l.o^otbatdisúit i^ und qohd, hd qu.sti sioa'itinì 4li a'paq/fli, i Ndpdnari- V úuonNslit, olt@ rh. sMno 6ri.,pandno Lr.h. benelirb alk rituo, tt rd.ndo il euk, tr. hdrno ui urúù uni!ètsaL nelh iskís. sake, dave setwna Fdntu ch@ ih t na tttri iseditìi, tok. qli alri 5rhidú, et 1uahdo si .aúbdlt , 4 I o3asioi. lo dara, 5i {.ùato, .t s tM@, a.idhè .oúbd\ano, ,I tuua. {oht da qu6taetL thtonini si só ríuyti ,ohú i wllji- P.Ìò p.eudno i.epitlaniÌh,1etu nolti .r qn na|.|qo$ qua"lo ,iù posro, k iúhè non padtno.Si sl*taho íl siono d ti las.iqúa antut pq lt qaled on und tuk ùaniqna,a 4dkbrtta ad ui piade, úa tun si k*ia@ us.t di qdlea sarza buona4udttlio, la *'o \t lffittaxo tu .atrhd. Si dtttihqúúó di d tlt4 pù r úa-s14..úi aú nn, .h. pork\o pcr *4n, 6stlo tul ftÎt nn .où. qli dhn.D.i di qt6ti eMo dllaqminÙ Nt úorzi, ttútu uio ralion. di $ai

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natu al ,iw, doi sali aqni út* di slipthtlio, s ber I iúwmo rau úah-tu sldo ii oqni s4t dn Lt Fati le.iÚnd klb lale,luoaha i úoaidelld wppa, aqiorrhí lario piì1belk ùasúa, ti5uol wnn di habita uù-lM, in ui isLtt teùro, p.ò A

"u.tt io,.ú. h buo"etngli., e b.n.

srehdoho il darcro del lor elaio, si v.slc^o, .oùa il ftsb délla .iúúd, Adot"i ttkottù t dtnno doi.avít ìt, th wú tlì.tlùi di t la, uua @nt*told di etrro 6L o t alh .ola., ù.rtn Nò \k qn sb Nt I i.*t4oqahd, lrnsa liw al sìtunhia, ti ben ltir tún ur gobtiatu. a úwollotl ttbdeio, .úe alivi o i ri.dì, liiwo w rdtu di rah.ttoni er. t4ót*ia, olii rhìari 6uonetu4líe, qudido nnno a la!\tutè ú ten, si dq,ratut L sary., h Àbrtt .lue tttttúne oln.N pet baúo ol tehry M [rtdth.Di tutri Ift questi odini si síel4ano in osni qaLa tuì hu,niri, .hè siau|tn^di di slttutu, eii, tub6U, ni4lioà al Eúo di rutti 4l alld: il rh. èpnnciprl .aae rhe k gaLa.aùini h.n , wò en hanttí n.lh taliù.,.ohe úuoher\sl|, thi apitani sona dQkzzdti laroìù èent4li do sli

^Unedîii d.lta g.bo, Miutà le.kno r'iù iole"i.n &6ú0 kú.

lean Manhelhè, .le tu @ndannato alle saleÉ in Francia, inquanto protèstante, raúonta Ia 6ua espedera diretta sul tipod vita degli svèntùrati .omponènri della ciuda.

'Si úúnqinina, e è possibik, *i uo ni inat rdti, sedull ai lorc bahthi.il amo td k Mri: ur ,id. è tuna Fdana, qw sbado di hqno inthitpdalt ald pdrú, l altro súl úatuo dawrllt il @tpo dlluhgdta, b ba.th tbi-d. Nt spihgte irrdrrl ll eko lú eqa il hB di 4u.lli.ú. ero dopo, ir-krn ,.1 hed$lùo norlùento. Dopl dver tos pottdto i^ aúnti il Èno, lorì alu,.t ttllarlo i^ kar., e.onteùpotuheathert .l d qettd, o negllo, tipmipib inAkttu, N irad.r sùl proptio btn o, ll 4rdh, Xî attutid an po'ìl alp, di 4u.std pestte.dduta, è.ope t di uh.uelhalto. Salo.hl vl hdat44itotuòtQthft.tt @niíi ir @w. os wro tei!.E a a\ hw16ì stftndhte. E .hi pq la ptind últd úe urd gabtu rdrigae, ,or puòt.Ruod.ti.tL i dis4t ian,ero Qtstèt u.aút.iò.ú. t@4 ro$etd, h lotu e Ia oude\A si nara dd ottened I iùMslblh. E |en .h. úna4abro uoh prò atttdr.Éaft i kdn .he .an qu.4a tistema, e th. ti eúle ne-

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.e.hú.nh utu .iuw tlì yhrtti, e ln @úib th. .eftìti h tud piùL dunautotità wt fa i wsaa iar qìà per un ord, ùè per du., tu peÉino di.tí,dodiri o4 .ort .ulíw. Peùm."to tlivl ftnúto io st2e r.r b.n w,ti-qtdllfor., enú ur íslr,L tli h.qua. r" 4restl .61 i tokìù . sli aM ùn-nnlì Ìi tutiwro úetLnAdci i, bokd un peúo di qdlhtta ìnzuwat4 ,elrino, . 3rxa .úe rci loqli.stino L ndni thi Eúi, pù.hí tun ..d6aùowúuti. E w n udivano rh. k udo desli ínl.lti, lntiísi di *ù41. slb irolpì ú lhqÌlh.la thhrad dplh.où su doat dt úisúdbh É aqind?,. Ir oiùt alwi hest núh d.ì .oniti, îftizzanti tu6tk . ùineria aaondo hlnn4ahtuútndtueói.dÈbtcd@ut o ro, tuigaw a patu d.k dtte.tj @i del .dpìttko . dq tlftdali sùle on ìk@irdna .onh i .o^iti, qiàtkùrhi I sfbtati p, a@ riohlten nt alplta, p.fthé le ltustdte lo*ntudhwídt . Oua"nn, ,.i, ur qaLattn ihhttala sul Eúo l.iò.ú. o6dd.wdi lr.qu.ihl wnltu stalhhta lihrh. qli t6kw aú.úd ur f o di vib, rqudndo not ftspirdrd pìù, ùd q.díto in kdt. .où. uhr .atosna vblata-

ou.nto sop.a sl rifénse allè gale€ cioè Ie navl più CÉndi del-le flottè e comunl sopÉnufto nelle sqùadÈ navali dei resni(isîianl e nelllmoèrc onoha.o, nentE le flotte corerc usd-vano pdnclpalmente caleotie o flste, nalipiù leegeÉ e menoc6îose, che dltrenvaro dalla galeE sia per elementi .Gtrufti-vi. in quanto eÉno p.ive del posticclo ed erano dotate diùn artlglìena úèno nune6sa e potente, sla per composizlonèdelleqlipasglo, in quanto s! questi natanti i rcmatori eranouohinlliberi, non elo, ma erano prcp,io looche, quando ve.niva aseltata una nave nenica costituivano la foÈa combat'

La minor potena di artielaena eÉ irilevante ir quanto la tatti'@ ueta e.a €mpE qùeìla di sorprenderc una nave in prcssnmlta dl un capo o di un isola e @nseguentemenle abboidadaed lópadroniene con {na lotta corpo a @rpo. La pÉda piìlambfta erano, lnfatti, le peMne, [email protected] nave, che qulndllon sipotevano rlschiare di p€rdeÉ in un duello di aftiglleria.

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La vlra a bodo dclle calec eÉ durissima pertulti. Se perladilttú èÉ ur. sccie di.nti@mcF dell arfemo,la vita dele5to dellequipaseio e dieventualipass€ggei non era comun-que t&ile. Un monsicnore spagnolo del Cinqùeccnto, AntonioDe CúevaÉ, ch€ ebbe la vcnrùF di viasgiaE a lungo sulle ga-le€, racconla Ie sue esperlenre divita su quelìc navi con de-

'' È ptleilesio d. a ^dhn

rht la.a . th, ha, odi,ana ù. úte dd.oksr-nae tit rane s.d di úpn ., kttt4gli. di p.ton, w@ el4k. buhhpr.tsqla e ldrdo ar.Aoi iltttto heqlia ùetu oudo.hè totto, n qli. btu..htt rhe onúUto, úeqlio polo rte ntalto. Posk sulld tawln h rdtn, d.@nuowe noaed eh 4 qútd^th, .eE tlun .où. I .li,eolo 4 NdsttaEi,tukla .ake tubbio pet .ssev úinqidto, lndbestd @ne phte per .sùe di-

'È, piúleqio delta qoleh .re sa il tds*tqetu d5idúd ùdngiae M pa.o diù4 m4 b o .tprello l4yo, 14 deúú. .oúpnv ddi eU4ti th. 14 eb6ètud rubaz owuft nwhùraBi d ru6du. .qli sr.so.

È pnÌ .qk d.lla 4dktt the tllU ..1@ .he 5i trowú Ì hordo Mantiúo at,. il 4udt6itv, dunrte L qMUn kùpore, di wn dl n lk ri4/i., h.iqiatni di tubalo e in lrtti sli al6 qkuipnibili a lo ladara sún qktho@t,iltna . ,nn endnn lt @i.14.

È WiúLgiù d.lk qakn .he lullo il par., | !íno, il solaú. h raùe *ao-b, il lomdqtio, 6wtu, laea, i dohi, k qtuft, k tul .tL, i tloni . k pa-tth the ekdana di qúnto aqni potnggetu rerò .one sue pftwisL, sia la-siato tuttÒ 4uouto sulla saletu qú,rla tbanh.ù.

.. Sùlh 94hre .i sì dkanoda @he tì può . non .ane ti lambbî. Non titowet né 6!n tti 9.r dist itLdi, il lin st . p.Ì appoqtidni. ul IwoleP.t nanqht, nt di. p.r ad.e...

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.. . Pasetqtn e Mnrd t @katu alk iulus e b tesÍi den una può [email protected] ,hdl d4 altu-'

per qúdto lguarda un eiudlzio conparativo tra le navi barba.fshe e qoèlb.nsfane, bkogna dlre che queste !ìtime, pèru. bal(Éo eústo dl grand€za degll statl euopei, erano so.Ente omaté con enomi sculture e decoÉzioni doÉte, che ap.pÉolvano .otelolnente lo s6fo e rcndevano queste navìpiù lente di quelle barbaresche, che nor solo erano prlve dituttl queeli orp€lll lnutili ma anche .idu@vano al massho losp.zio a dispGiziore degli e.úpanti. Oulndl eÉno più leege"É e, e volévano, e.ano In SEdo di evilac facilmente Io scon-

Dalselento le flotte.oEa€ laiziarono a dotaGi dirdri r.rd.,doè vclleri puri, totalmènte sp@wlsti di €mi e leoatori o almassimo in cui i €ni svols.vano una nodesta funzione ausì-liada. ll v€llero, e pu.e paù costosoi presentava notevolivan-taggi sulle ravi a reml, h prino ìuogo, il motorc uDano delìenavi a rcmi d.hiedeva delle enomi ds.rve d'acqua pesanti €dirsóhb.arti. Si pensi.ne i 2ó0 - 300 dissÉziati aÌ Ého, se do-vevano rcstarè i. vlta. avevano bisóCno di alcuni litri dacqua

h s€condo luoAo, lo spazio sulla Salcra e.a padicolamente.ngusto, non solo pèr sli svènturati oeúbridella ciuha ma.n.nc pcr I equlpascio e i soldal ihbarclti si trattava di ohr€@nto ùomìni, .àe somnati ai remató.i, Dortsvano Ie peGone abordo ad okre le ouattÌocento unirà su uno sDezio tra Ì cln-quanta o sessanta hetridilun8he@. Le condi2toni divita era-ro comunquc dieSiate.Dì nottc Cli schiavi, quando ela loro concesso, domivano Ie-sÀlial loó o.n&, ómc \empÉ del resro du6.le a na\iga-zionè. Pèrqùanto risùardava lè altÉ persone a bordo, fatta ec-cezione p€r il dnandante e pochissini privileeiati dinotte sia@mpavano dovè potevano è corunqle In cóndizioni di

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Crande sconodlta, sdÉiatidove nusclvano a trcva€ ùn po diposto e $Enre amoEeti gli uni addos asli .hi.come si è visto, le navi tonde tureno intodoiÈ nelle fottebarbaEsche sL insecrdmend dr alcuni.irneedù olandeeilintDdu2lone dl questo dtvèEo tipo di natante, mosso dallevete e non dai rcni oBè.tala indubbi v.ntacAi e nvolúzionòi cnren dela gúera srl maÉ.lnfattt ilvento, fomendouna popúlsionc molro naggiore con_sntiva dj hasportaÉ un can.o comunque piir pesarte e quin_di, sia per le naggJori posslbilità di @ti@, sia pèrché le lian_@te lib€rc daa reni Io consèntilano, lc navi a vela potevanoamare un'aftigìl€ria nolrc plir potentè sulle lian@rè, confe-É.do al nata.te maceiori possibilità oifènsive e dlfènsileInoltE, empe g6zie alla naggior prepolsioré dèl vento. ilvelieb poteva raggioncèÉ dìúensioni E3€i8rorl e non ne@esitavadi uno scfo lrcppo stEtto e filante, e quindlne nsulta-va un natante moto più robústo che poteva affrontare le ondedel M.ditem.eo rella btutta stasionè e mche qùèUe dell'o_

Cosl se nelCinquecento le popolazioni deìle .oste m€d'tera_nee potevano godere di una.efa tra.quiltta nel mesl inveÈnali, dal Seiento in poi sl video minaftiate dalle incuEionadei barbaEchi Dcr tùno tanro. La hinada del coEan e dcipi6ti nordafdcaninon si fèlmò lì. Ormaile Mei Lrd. consenti-vano lo@ di auoveBi con qualsiasi condizione dl tenpo e dioae, quindi allarsaono il@frpo dellc loo operazioni an ieall Allanti@ Fu così che dal Seiento ir poi tunè le Gte eu-opee lennerc ninacciatè. !a a6ncia . I Inehìftera ne recercle sDcse, così cohe Iolanda e i Faesi scandìnavl, ma i barba-Echi non si fenareno nea.che lì. Riuscircno ad anivarc sino

L€ navi a lela utili@te per le scorerie èraro solitanente opiaoli velieri @n bompe$o pii, duè o t€ pali veficali so cui

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erano poste due o tr€ vele quadÈ opprÈ eiaber.hi e pikthlOuestidue ultimi hDi di natanti erano amati con bomDressoere albei a cakese cói vele ìatine. Erano moto vèlocie con-se.tivano di risalie ilvento, cioè di andaredibolina e qúindiavèv.no possibilirà di nanovra moho súperioí dsperto alleneri.vèlaquadc: I inconvenienre paii grave e€.osrituno dal-la mae€ior difîcohà relcambaare dì bordo con le velè larine.Nonostanîe Iintrcduzione dei velie.i nelle marine medit€ra-nee sra oc'bc'e.!he <he eulpee la calera dna.e in se^'roin Medheraneo sino alla fine delsettecento prova inconfúta-br lè dicore quesrd | ève fos,e ldo.ea al la na\ ic"z io1e

' r que.

Perquantor isuardaleCrandi marine,specialmentequel ledel-le piir potenti nazioni e!rope€, con ilSeicentosiebbè una ve-rar ivoluzioneperquel locher ieuardòlenavidaeuera lnquelpenodo infatti, nacquerc i s6ndi rascelli Si tÉttava di nali avela.he innalzvano a Drua un alberedi civada, Doi e5rirùùoda un bonpÉsso, tÉ pali a vele qúadÉ ltrincheno, maesta emezzanal. ma sultultino Dalo, la m€zzana venné inferta unavela latina, poi sostitùira co. una randa.lkr?llifurcnole navì piìr crandi mai costruite nelle flótte a !e-la con un dislocanento che supeÈ subito le mille tonnellateper rae€iuncere e supe6re l€ t€mia alla line del settecèntoAnche eli equipaggi erano molto numerosi sla perchéoccore-\è ro[è enercd pe' nLove'e leerandi !e le, s i r Derhe o. .o ' -reva una mohitudine di peFone perfaÉ funzionare ìlgran nu-mero dl cnnoni che inbaicvano, lnfatti i vascui turono a.'che le navi più amare diùtra lasto.ia della marinenaveli.a.I vascelli piir srandi eÉnoarmatì potenreme.te, anche con piùdi cenro cannoni, collo@ri su Íe oonti esolicitamenÌe a lorodedicati ra classìficazione diqueste navi era latta Ìn ranghi ilvascello dr plno a1eó erd qdello dotato di enro o piir .an.nonl, e ascalaÉ, secondo il numerc dicannoni a ocnìvasc€rlovenlva asseCnaro ilsuo €.so. CliammiÉclidi solilo si imbaF

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€va.o è ìrnalavano Ie prcpne in*clìe su la*lli di plmorango, úéntle il vasceuo ripo, quello che.osdtuiva lanagclo.ranza dellé navidi ùna flota èra uné nave, semDrè.on l'albè.Gtúra descirh, na con dúè ponridi cannonl€ sethntaquattropeai daniglieria. Aiîndé una flotta potes* sviluppa€ llmesinovolume di tu@o,le navi, in @mbanlmento, venrvanodisposte per linea di ffla e di questo schlèÉmento fa.elanopafte solo lvaselli amall con un numeo dl.annonidaolt€ Icento sino ad un mÌniúo d i sènartaqùattb.Perquèsto nÒtivo, quesd g.andi natanÌlvennero úche chla.mati navldilinea'. Tali.avl non tu.ono adottatè dalle m.rine.de barbaÈ*he, eano túppo @stosi e no. adani ad opèra-ziori dl rorÉda: un nèdeslno dsùltato, se non unon'ClioE,poreva esséÉ oftenuró con le oiccolé, veloc, ed e@nomlchenavi a Éml Nellaeùera continuatra baibar€schi e statl euio.pei, i varcèlli furcno solo utlllzati da questlultlml, ma no. per<ntri naveli, bensì Dèr bombardare dal maE le città @vo delcoÉari è otténerc di @ns€guènÉ il nlasdo dei prigionierl.t4 fu4.& ún altra nave da guèm entÉta nellè narine eurepeeveÉ la flné del seicntor plù leegera delvascèllo e sino auafine del senecento. nediament€ era arnat. con trenta @nno-ni, disposrisulpontè dicopèna. Con LOrtocenro dlvò ad unamamento.he sùerò le clnouanta beche da fuo@. Non fa-cda pane dèlla flotta de battaslia, ma aveva @mpiti di espleÉ2ione, p.truclianenlo e polizia marittlma lnsieme alre coFvene che lesomisliavano non poco, na erano leggemente piùpiccole. Sl trattavadì una navè nolto veloce che, in condlzlonldi vento tavorevole, poteva raesiurgere qualslasi altÉ n.ve.Oli amerlcani, quando sì [email protected] con I barbaÉscni, bom-bardareno Tdpoli e Deóa @n le fÉ4are, polché allirizio del-IOttdento non disponèvano dì va*elli.

iì t€mlne!6celLó nón va ulrto lmprcplam.it.

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Una nave usata plnclpalhcnte daifrancèsi, prcpdo perbon-bardaÈ Alceri, tu h baúbada. E a úna na!è partlcolarissima,adatta escluslvamente al bonbardamènto costlero Priva dèl-Ia lbe@dit nchetto, in quanto €ls lo posto, l lponrè r fo%-ro ospltava due mortal chc, invccc dcllè.omlni palle di me-tallo pienospaEvano dellc boúbé: sfe€ dl feno vùote, dem-pire dlesplosivo. ouestc boúb. pèsev.no attomo airovantachlli e pDcurava.o un danno nolto superloÉ a qúello di ùna

I bombardamenti effettuati sq Algèrl @n qúste bonbe úu*-reno migliaia di morti. OltÉ a quèsté, ognl reglonè ebbe i suoilegni .pecifi<j, úa dato chc ai Íatta dl n.tanl evente simili..hlamati @n.omi div.6i a sc.onda dellè rcgioni in oi verÈvano impiegri, oppuE di ue stéttamente l@lè, non senbÉ

' krèviraEchc lcvamprt t.l nóna pore$èrcdlstrulIe€3li rfalli,siera us*o l!3o.dr.d.dìsosrrturr.là dm. dldn,oà coi uia.ar€na mehlìl@ almeiob.l a Dan. ch. $vru I f3e.n. e bacof Lèeèdl"omeBe,na d R.rau Élzaaf.

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pola<a GopEr e 3d€on. Fn4l'm d€l xr4

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I sisteml dl dlfesa

cli aftacchi dei barbareschi di sollto awenìvano implowisa-menrei di colooall oritunre coúDanvano levele delle roro tu-ste,.h€ Fpidanerte Éggiungevano lobieúvo d€lla loro Ez-ziai @sta o nave non in grado dl difendeFi. Gli attacchi im-prowisi sono quelli più devasrand pe(hé non danno aglias-e€diri Ia possjbilità di orgarizk6l per una ditesa Per quelche risuardava le navi, la potezlone magCiore eh data o dalnavisaÉ in cónvoslio, oppure evltare qlelle rcn:e che slsap€'vano Diir colófte dai barbareschi.Perquantoconcerneva le popolazionì rivieÉ{he, la situazione

ll primo dodo pertutelaGi e6 quello di cÉa€ d€ì sisteni diawisîahenro ch€ consentissero dì conoscere ón il magcioranticìpo possibile qu.ndo e dove i nemiciavrebberc colpho.Nacqueó così lebú dielardia Sitraîtala di toíion i fonlfica-ti posti lunBo la costa, e si divedevano in due tipi, quelll allefoci dèifiumi e quelliìn posizione elevata, così da poter scru-td'e rl mae ad'\rrnzd ma€Ciore e avverrÉ cÌi dbitanri dei pcesi della c6la In tal modo, i rivaeiaschi potevano daEialla lueaoppuÉ o4anizzaFi per la dilesa la scelta dell'ubi.azìo.è diuna rorÉ non efa così facile peEhé la costruzione oltle che dieodere dl ùn ampia visuale sul mare, doveva éssere in condi-zione dl poier essere visia, dalle ahre tofii poste nelle vici-nanze edalla costaTali sùuttuÉavevano una dotazione di uomini armalietalvol-ta an.he pe2zid artigliena per dilende6io per darc il*Cnaledi allena. anche * nella massio. pane dei casi ìl sesnale ve-

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niva dato.on fúochi a.cesi in bracied apposili. Naluralmèrleoerché le tofti aves*rc úna ou.lche €íìcacia occo@va chenon fosserc edifici i$lati. Dovèvano s*rc disseninarè lun-so le coste, foma.do lna 6tena inintercfta. in modo laleche ogni tor€ potes5e csscrc vista da quella precedente eslccesslvei e quindi in caso di perì@lo I auarme potèsse es-sèrè fasnèsso su un arca la pìù estesa posslbjle. soìo inqùèsto nodó sarebbe stato possibile orsaniz2are una valida

h llalla, sia lo stato ponriff.io, sia il vie@mè pol rcgD di Nepoll, ll vleÉame di si.ilia. avevdo in efènl ln prcgeno dic€a€ úna *rie óntinuadi todi.Dato che ìe roridovevano manreleBi dbbasranz. vlclne caoi-lava che alcùne di ouesGvenlssèrc a trovaEi In Dbsslmità diun luoeo abitatoi in quésto ca6o ilnivano perdlventaE lortez-ze non solo d'awìstame.to, úa .nche di difesa, dove la popo-lazio.e poreva rifusiaÉl ìn caso di pencolo. La nece$ità eratalmente sentita, che molte tuóno quelle costruùe da privati.Si r'atrava pè' lo piir di fèudatan bcali .he le ctruivano inbúona parc per difesa póprla.llprcblema massiorc nella corttuzione di oa sene tninlercradi torn di dilesé stava nèl6stl giganteschi di una simile opeÉ,@stlche risua ddvalo si. la co*ruaone che la manuteizione Ècurioso levaÉ che evénte le popolazioni, che puÉ sentivanoben viva la neessnà di quBte fone di dilesa, non fosse@ pe-ò per nlente dispGte a ebba@Ej Iderc dèlle tas* necasarie al eperimento d€i fo.dl per qúel poeeno [email protected] g6ve prcblémaóesl In.ont6vanella €aliazionedique-sto prcgeno eÉ la com2ione, in quanto data la mole dei tavo-ri che o.co.reva Éaliza€, dl denaro ie occorcva molto e, ó-mc sempre accade dóve cofe molto denarc, c'cra chi ne ap-

Olt.e alle torú .osiieÉ che seryivano pdncipalménte per darcIallame nelle ompacre, oaorEva pensarc anche alla lortilì-

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@zlonè di quelle ciîtà che.otrevano il schio dì essere assali-îe ed espugnatè dai barbareschi.A Roma, nel l5rd, rl PonrefLe erd rimcsro eendhelle imprc-sionato dalle ìmpÉse del Barbarossa a Teíacina e Fondi Siera reso únto che se il erande coÉarc av4se attaccato la cit-tà etema non avrcbbe iúvatodifese valide che polessero fer-hado. ll nschio che ilcaDo della ùistianità Doresse essere lat-to prigioniero e porrato schiavo ad lstahbul era alto. Fu quin-di spinto da questi tinori dte Paolo lll dècie di por€ manoadun p@getto di tonifi€zlone di Roma,.on la costruzione diunacinta di mura cheabbra&iasse rutta la.iftàI lavori, comè *nvè jl Cuelieirofti15, pD*gùkono alacrcmen-te slno al mÒmento in cui Carlo v conquistò Tunlsi, quandoebbero una pausa vennero ripresì dopo ildisasîro della spe-dizione @ntó Algeri. tè opeÉ quindi ecuireno ur andamen-toaltalenantea secondadlcome slsvolseva lacuera sul ma-rc co.ro itùrchi Sempre di questo periodo sono i potenzia-menri delle dilese di Palemo e di Regcio di calabda. r. que,st'ultinasi declse di costrulÉ ùna nuova for{iflcazione che.Ò-prisse Ia paite della cjttà sprowista dlstrutturè difensive; co.molta originalitàsi declse dl chlanaÉ quelione rlmLa costNzione di fonee e torÌi nel mendione ebbe u onÈ'simo impulso sotto ilvlceÉ Pietrc di Toledo e, ohre alle ope-É cital€ si ìnizlarono le fonificazioni dl otranro, Trani, GallipGli, Lec<e, Manledoniai In Calabria akri lavon si Inizlarcnoa Co'

Anche in Lieuria, vennero cosruire tolridieuardia, moltipae-si eÉno dotati di mura, ma fu anche adottato u. caratteristi-co stralasemna di difesa. Più che cosruzioni pafticolari sitrattò di ùna soluzione ú.banistica. Sl rarta dei úúd.li oói.

rt cusrierndi, srdù dslk ,,,rm Nrrit!,4.

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detti anche pìù senplicemente .aru4i Icarùsi, ancora presen-tl oggi. sono virzre strettisslme che permettono ilpassassiódi p€le pe6óne per volta è or*nlonoquindi achl vl si dè-v. difendeÉ dl poter frontègciaÉ anchè un nuneó élevatodi assalitori Inokre ì @rugl, soliranentè, sóno p6l In modotalmente lntrlcato da foma€ un labhlnto in cul solo.hi lo.onosce è ln grado di múoveÉi acevolmenre.5i è già vlsto ome. véEo la ffre del [email protected], si sla edff-@to ún dlslmpesro s?agnolo e túo nel MèditeÉn4, sia pu-F con motlveloni dive6è, na la scompae dei dúè gÉndicontendentl facevé sì che la glera sul marl vedessè come pro-tagonisti ln @rpo musúìmano, pi.cole flottiglie chè non ave.varo una .oGlstera rale da inpenslerle le ciÍa- La @nFsuenÈ tu .hè la magcior pane dei lavod dl fortif@zlone dellecittà ima*rc In(ompiud. ll p€n@lo maeeioÉ lo órevano ioiccoli centd alla .!i dlfèsa dovevano orowedeÈ le tori dt

Si è visto chè le tori dovevano aEG u.a euamigione, che scvénte eÉ E@gliridia. OltE a qùella I dlfenei doEvano 6-scÉ dotarl dl ami, che solltamente @Bklekno In qùalòefu.ile o archlbugio, mentre, cone si è detlo, non man.arcnotord che flrono dotateanche dl qualche cannone.ll sistèma dl tori, se in moltl @i si .ivelò urili$amo Der sren-tarc attacchl dei barbaEs.hi, pce.tava peò alcuni tallonidAchille lofatll oeni intemtone nella catena finiva per 6*-É un invito perico6anad atlac@re prcprio in quelp6to, co-sì come ona tone isolata corFva loftilschi di venlrealtac@taé demolita. A questi prcblemi si aggiungeva quello dl dota€di ùna guar.lglone útte quelle [email protected]è non eta dlfficale EperlE peGonale @n iì@mpito di awi-staÉ Ie navl nemiche e dae i segnali convenuti: {di sollto conil fumo dj Clorno e con tlfuoco dinotte)era difficiìe poter fareandamento sú oueste oeEone.Purtbppo tall eùardiani, deni rnlirn, e6no eetCettl ad una eÉ

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veclianza pÉssoché nomìnale, soventè si lasciava.o allettaredai possidenti terien o corunque da.ht ofirisse lo@ un gua-dagno exra nei canpi, per abba.donare la posizione di suatsdia con nsuhatiche non è difficìle immasinaré Àlriancora ùa-slormavano le tÒri in modo da failedivenraré l@ande o cascine ed etrettuavano noditi.he che sove.re dimitruivaro o an,nullavano la vaìidrà della tore persli scopi percuiera stara

In alcu.ì casiaddiriftúra erano prop.io I guardiani e raelieggia-re i pescato.i lcali o, pe€rcjo anco,a, si davano alconrabban.doe usava.o le to.ri.one basdelle lorolos.he operazioni.La eigante*a op€É di costruzione dilorì diguadia, !ungo ilntó.ali italiani, coinvolse quindi tutte lè regioni vìerósche detti.€noe pa(e diquelle ad ati.he Solo Derla calabria esisteun esauriente lalobdi censimento di rùÍe le rofie della lorostoria, scritló da Cusîavo valente, che, ohÉ ad elencare rufiele costruzioni, slis@ra îunislì aspetti delprobleúaNelì ambìto delle todl e della loro esistenza, si veritìca.uno an.che ancddor i t u io\ , (o i "c l ld rorc di croia 'n calabr ia ven-ne uúìso un banditoa nome Rinaldocnè vi siera ritusì.toconiltesoro della Chiesa, che avéva rubaro Do@Drióa.Una tore che lu spettalrice di alcu.iawenimenri inrecssartìluquella chiamala Nuovar?, ii t€rritorio di Ciò Nel t697, unaquiddi.ina di.acciatori, che si eieno scontEti@n u. gruppodimusulmani, trovò rjrueio nelÌa tor€ e si difer @n ranro valo-e, che eli assalìtón si riùarono non prima p€rò diaverdan-necgiato iltefeno.ircostante. ouaiche ar no dopo, nel l707, tlrom?rd,.he avrebbe dovuro difendere la tore con quatÌro aÈmari, norGtante dispones* dj duè canronie Dumerosè armjdadifee, sj ar€se ena colpo ferire. Un simile conpóitamen-

L. ttÌi 04nrt d.trc,r4rú' . chiaraval€ re7]

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to indignòtalmente il.apodcgli assaliton, Clol.am Co€Ci, che*hiaffegglò ll lrùirb, di@ndogli in italia.o.ie qúello non eraìl nodo di difenderc il pÉpno rc. uultino .tte quella torelo subì n.l 1305, qrando tuóro fatù prigio.ieri oltrc al btri.D.cinqu. caiatod, che avevano cer@b @mpo proprio in quel-

colne slv.de, non sedpÉ la presenza deeìi addetti alla dife-sa dava l. eaFnzie spcÌatc.un altrc sistema di vcdcdé era daro dai talaflari" che, conèdicc il nome, a dùe a du., pattugliavano a evallo un tÉtto dicosta lorc cs€*Ilaro, rÉ una toft e I allE oucste loni venivano chianate toni €v.||.rc. ll pattùglianento doveva svol-cersì sia di ciomo ch. di none, e i .4m,,4n erano dotati sia dicoÌno che di archibucìo, con.!l daÉ il sqnal. dcl pericolo siaallè toriche alla popolazlone. La rapidità di molimento con-scntita dalavallo, p.rnètteva a questi uomiri, di FCsiunge-re h tehpo úile a.chc vlllaggl nellintenoo lc gcnti nei 6n.pi, che sitovavano in 4.è l. cul il tomonc non Poteva ess-

I d'{l,rri Enivano eleaì dau amninistB2ion. lo.llc e dal cèvènab.c della ana in cut sl trovava la tor. a .ui i GvallanawebbeÉ fatto úpo33. Oueslt uomini si suddlvidevano ir ordlnarl e sraordina.i e p€ndèvano ordini dalao/n a. b Iorc po.erzrore erc esoldrd con .tto norarif | úvalla èrano o'caniz-Èil geÉtEhi€menrè iú quanto sia gìi ordira.i ché gli sîÉordnren eÉno aìle diDende.É dl úr sopa€vallaÉ. O!6t ùttinonor p,lndeva parte ai parugllanenti costj.n.cohe sakrio slì ofdinari pèÌepivano quattrc duc.ti al mese,gtlsraordinari uno e mezb, llspracavallarc scl allannoIl p€ilodo di naesior l.voro eÉ quello di ú€gglor nschio discorèné barbaresche, .loè qú€llo di pribavera ed esiate, il

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Valènte ddené chè in quel pèrlodo la sorueClianz! si svolses-secon nolta atÈnzion€ e *rupolo.lr vi$ÌanÉ slsarcbbe a!-lenuata nei mei

'n.ui'l n*hiodisÒreneeÉ piir ba$o, cioè

Iautumo è l'invèmo. Per eviraÉ che una minor viailana dei,dvdllan poressc.onserl:€ 3ùc.è3co a sba'.hi ruori staCione,furono eóesse vene ordinanze, tra le quali alcune che viera-vano loro dl útlllzzare i avalllpéralto scopo che non fosse ilpattugìiamento. Come peri Cúardianidelle torn a lato di epi-sodi di erclsmo viturcnodsiin cui il @mpito non fu svolto @n

I prcbleni maegiod, nsuardo si. dèi raú dn, che d.i ro@tr, ecdato dall elevarhsimo €osto dèl nanGnimenb di lutte q(estepe6one. ll s.l.rio doveva èsseÉ buonopèrevilaG diseEioniAhro prcblema sl presentò qlando, per incun. e carcnza didenarc, le tonl divenravano lnaglblli. La.oneeucn4 eÉ chetoniefi e €lallafi si sD6tavano In tori vicife, cÉando varchiìn unsÈtenadi difee che nor diéde mai risuh:ti c(ellenri.cúsrarc valènrè ci fomis@ únesauderte decrizione dellastiuttura dellè todi che vale la pèna nponaÉ per inli.b:"Lz toni, tostÌ,lte tutL? ,r io\ ir ptúslúttì d.ll? spdgC.,4uantr p'ù nv-stA del údre, qeútalnenkqu.lle tdlfkat. i, tid stessd qas

^oa M\o

ùsihi\ ta lotu e ian p.r ld pattkohe ltnzione .úi dowtoro o5slverelM labolta si Wkdw, an úe tct il dinúW9ro più liw . ùeúo qta@,tue de$t lom gh ft.rutd iù dhtt. ,o h la"zioni Wnincnti ui eú-tu .hitúot . Èd ollota dlletiúio ttd tìl htu sltanto n lb nhw. Et.ho tnrh *ku dt nue lìno dlldltdzd d.l pokte hvdtoio, tndssk h. | úe ieinotti|liari, si prò dL .he eatu i ell llanerti d @rhtn htu si tMMrenilisti.o rtu, d dlttohde, non aww nulld dl a.diorah e ne@b, úarlleWi. eelL tup.É ti, *qnatu tiúptont4.aú .tiíia di ud t Út'r. deqli.wú .h. @ otow.tùo h .6u!2ioh..Natù/'lù.rk qù.rdo .d .dili..e lùtuno h Uni@Éitl .d i ,tilili, @-hn nqola .oúui. ,eì dd inpoRi. Ognuro $ttùita tuofuh il ptoptio di-tetio e lo prcpdd tonsid.tdlioie del hada più dlto dlld hl4lht dilesa Pù-.iò pù tuttù ld p hd ùeù del y.. XVl, 6e \utoia di latu btu?, a,.he

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li tuha, lhw.., fu tleuttt dalla tusia c.ne, qùando il ptuqtufrnd dnkiti@ lu peódiiato. E 1 Be, d4 a an, luotu @sttuù. trtt qudnhga-hri, .qúli r.k nisun, piìt pk@h q!.Ir BItuit dL le.i dèi liut/i, o idinnalkto .oitntto on b nonno, p.rhí ddthtt piú otlo ad uúd lúrtio-n di sbaùah.nto. Diwe dd qu.st .nÍa le 6l dttì2 auadioh th., edi-Ii.dte ih allt su qtakhe hlk plù wtso tinte o sanivrapet doa dipde-si posfi dietto ì nonti b sqhola ohl di ped@la d in.lÉiohe.

îruatia p@no.*n úúe in du. típi: 4Údnk e ditulrirú.- Orelk4tadat , di tttuttutd piutttsto tù8, hrrko spitoli tufto aaú | I intrcsedsfli ih oltú, al 4udh si d.ede dd una *ala tetnindhte nelpokL hvdt ia.ll.aftnahentt sporye dd n kele I .ti pedk i siimpastt 0 3\lo pdreL as-slltaú.rl. wrliaL, ka b quli ùeiele i arbna i úrúet@ pùúbaloi

A hb lolta, h toùi 4údE e6o di daè dim.nínnl k più 4nndi, .h. trÌhdn ho út più .ede hte dspeuo dl bt zú , eio, ptrò, distdaab: qu.ll. tk-.ok satu chth! più *kpli.i dl sttuttutu- Lù pdtL inledoft è a *arya,li-úitata srpe onhent da uM @tdoùattu ih,ieln, Alk soúúilì sorap@uis. di du. pioúúatti, wtò sui ldti p6t rit. al auteiú., ov è posl4 hs4l4.h. t tuiha Anî6e tu !ú pi.olo rút bwl4ú\ tttuaw@ 4@le

tj .:tlirùkhe, tk!6e, sora sp.sso elúav * w imb6affinto.he btúa,ua pi@uola a pianl4 Iùalbxqol4t. A\.tt 4ua5L úN n salditid. ii duewictì, k ptíha, Mi emdi., toiitl in ut all|lttle r

"rlb tltowisto

4sel\tqúrt di piotrbttoi . rúnki di t@qncntot h tunai , tustbúalt rcl stso .h. k îan è àúla dn ut radonr di wtre il 4úah dlsta..a lù parle irfeùote ikpostolq d s.dqa da quallq supeùan.he ahrh esqbtúird sp.sso ehu la .obtu .oh.l,siea dti piaúbatoi.

* petuhú qu.llo t indi.d, . ,1. e .nno di ^ot4eole

anpi.ú 4uaùdoror ùatu d.tlinate stllanto rlln dìktu nd dnth. a dl!,io ir .4e d ituùr

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Ou.\da ln R.gid Cor1. rL.iq W la lon tothd,ú?, attotos( Nr aenttob .illà .d i barqúi del nri fttnLono ùana pasL. o qúndid dt1 Mi po í.r-lat tdssîzianc il tui nwnntnft eu dttuúnrIo dnl n!úft tLi luúhi tul

Anche se la tassazlone fofnila ún notevole Ceílto di denaro,coúe siè deno, le spese del manteninento del peEonalesu,pe'avcno le enl 'ate e r l p oblema ! i fd,evd qn' g io no p u.c.

o Nel lT20siglunseal labol iz ionedeir0Í i . r i ,sost tu i r idaet€,

Nel lepocadeÌ lóccupazìonef.ancese, moltetor i furonoadibi ,

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Corsari €flstlanl

Malta: îoit sa del Medltenaneo?se ì barbareschi costituióro pef vari secoLi un pericolo in-combente per le nazioni c.istiane del Mediteraneo, i Cava-lieri di Malta rapp.esenrarono uno spaurac.hio ahrettanropotente per le popolazioni deÌ regni barbaÉschi.5ku_i nel J lóo iso a ine.pugnable, iC"vdlrèi furono i p u i .idu.ibili .emici d.ll'lslam sù i mari sino a quando aonapaÌtesiimpad.ónì della lorc sedeI cavalieri di Malta tuttora esistenli, sonó comè antichità, ilqua.to ordine reljeioso della cristianjtà Fondati cone ordine!eligiosocon iÌ conpito di assistenza aimalati, daeliahallitaniaGerusalemme pocodopo ilmìlÌe, con le crociate dìvèntaronoilprimoórdine Éljgioso cavalleresco.ll loó nome era CdvrlhriOswdali.ri di qn ciownni di c.tud.,'fl?. Dopo la ódula di Acri,si td.fenroro " ìodi dove dd "vc|èn

.i 'rasforÌdro'o

in (orsari Nei primi anni del cirquecèntó, Solima.o il naenfió,sulbno tuno, drarò I nola e dopo ser m4' d' à\*d'o nuscr dcacciare jcavalierinel 1522.lsupeGîiti ebbeópersedeViterboe usaronó come portocivitavecchia, sìnoa che nel 1510, carlo vrestituì loo lisola di MaltaSebbere la donazione restitui$e alÌordine uno stato, nolÌìCavalien fuo.o Éstiì ad accett:re, in quanto lac.ettazione ljd\rebbe me.. qudsr in Lna po. z one dr vassal ldcgro 1ei ,onfontì dell imp€.atóre ll problema consisteva nel farto cne lamaecior parte deicavalierierano ffancesi per nascìta e carlovefa costantenenîe incuefa con la Francia.Fr una aèlire opportunita, i cavalieri tÉslomarono I isora In

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una toltezza implendibile che, per la posizione centrale nclMediteraneo diventò una vera e prcp.ia spina nel fianco dltutto jlrafflco navale musulmano. Non solo, ha la poìitiú deicavalicri fri empre [email protected] agsessiv. è nolte volte lipoltò ad attac@c non $lo lc navi trrchc o nordafticne naachc le stes* coste "nemichc".I cavalieri sl sentivano in gue.É peÉnne con 8li infedeli, quin-di, dalla lorc ort.ca, devono ersere .onsidc€ri co6di, non.ostante abblano più volte attaccto lè navi della mezzalunadchc in momenti incuivig.va la pace tra glistati appartene!'ti all. doe Éligioni. Ouando nel lr35 c.rlo v att còTunisi, icavalicn sa dirinere pef valoe alla pres. dèlla città, dot€rennero liberate migliaia di *hiavi e ì c.valic.i in questa oc-casione impieCareno ìa lorc nave anmiraglia, la caÉ@ san-tAnna, conslderata in quellepoca la nave piùgrande delmon-do3e. laudacia e la detemlnazione dei Cavalied nella lolo4!r@ r{1, diventarcno prevcrbiali e anchc ali .weuan rico-nobbcro *mpc il lo@ valoc.In alcune o<asloni, come Iinfelic ana@ ad

^lcen orcdniz.

zato da Cado V moìtisbandati dell'eserito spagnolo .uscùo.noa trovare s€mpo solo glazie aÌ coracsio deicavalien. oue.sti feccrc banìera contrc lattacco musuln€no èsi fec€rc mas.sacr.rc per sa lva€ clj uomini delllnperatorc. Cli alsenni suc.cesivamente chiamao.o il luogo dello scontó 'la Lmú, d?i

e) rn ùadilift .i dic .h€ cuèll. sis bsé óiRa avÉb6é dislÉ6tÉúrla rónnellaE. È dilfdl. cEd€rci d.l nom.nro .hè qu.ndo r.€t ndl m.nne euq* inrÉduseÉ nèìle loo flon. i, va*lló, cioè lltipodl v.liebpihc6id. mat.drib, riusci6no.i àriva'eaqu€l diÍ

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Ua.tedb AI MaltaUcplsodìo che diede sloria jmmortaÌe ai cavalied fu iì€ra.deasscdio del l56t L! Dosizionc dcllisola, così.entrale nèìMè.dit.rar.o, la rcndeva un obicttivo amprc*indibile delfè.spansionismo ottomano. Pe.di più l'aeaGsività dei Cavaliénnc feva dei remicida elidinarc una vota p€r tutte.ll l8 masaio Ia flotta turca, conandata da Piali Parià e larnala di lem aali ordiri di Mustab Pasià cor il rinlouo dlconrinlenti dei coGari barbarcschi atta.caono I isola. Si trai'rava dlun corpo di spedizionc imponente stimato intorno alqua.antafriìa uomini con un formidabile parco dartigllerla

A qu€sti si contrapponevano poco più di cinquecnto cava'lìèrlcomandati da lean Parisot dc la valleite, soste.uti da al.cune mialiaia di maltesiar.bdle$ eÉ impemidld su tr. foni siluali nella baia in cuiog.ai so{e il pono di 12 vallena: s. Elmo, su un laro della bala,san Michèle e S. Aneelo sul lato oppcto b vallette coman-deva ledit6a dal forte s. tuaelocdcll. cinà diaircr tBoreot.IlCran Maesto aveva siustamenle pènsto.hesaÉbb€ statolnúnlè cercarc di @ntrastare lo sba(o di loze tanto soverchlanti. Mislior politica era sostenerne Iurto all intémo delleDoslzlonl difensive fortificateDoooavervalutatovar ieDosslbi l tadiazione i turchidèciserodì apriÉ le ostiiiîà@nlo fonc S. Elno, all inbocco della baia,in qùantodominava l increso di Maemuscefto, ilpoÉo.ire-nùro piùr si.uo per le caleÉ ottonanè. sino a che quella forti-

urchl abblano imbaoró piì! dioù.ir!.hlh pall.di.annone,quindklh l..heperamid!$edioevè rdi ! ! .mrlaquir ìa l ipef c l iarchibu3r. .

4lr NoièrótoilnunemdeiMalt€sLchepadedpaónoalladiresa soiorL

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frczione non tos* stata conauistata, il lorto non sarcbbe sta-to utili2abilè- P€r avene 6pìdamente Egione vennerc ap-oGtate dellè porentjssimè batterie di G.noni: due @lubrineda sessanta llbb€, diecl.annoni da ottanta e un pd4ogiSante'sco, chiam.lo basilisco che sparava prolett'li da cntosessanta

ll pic@lo fonè sctenne per più di un m6e {n attacco violen-ri$imo d. p.ne delle truppè onomane chc avevano oaùpalola penisola súl Monre Sclbems!, e il 2l SiuCno tu <osùetto acapitolarc. Sl @lcola che in qúel peiodo i difenson abbianopeEo millecìnquecento uomini, contro oltÉ ottomila degliat'tac€nti. UnodeCli rltiola mo.irc tu D.4!t. ilve(hiocoEaoryda Geelunlo Cli Gsedianti quindìci liodi dopo I iriziodel-le opeEzloniì dera rió.€anizzaro le posieiori del p.rco diar-tisìiena d.ssedlo e aveva trovato iÌ nodo dirallentaÉ irifor-nioentidl uomlnl e 6ezzia SantElmo, che la Vallettc tr,v,dvd

t turchi attBeo che le @rÉrti si dirigessèrc reÉ Iintèfrodella bai., per blnàrc a narc i mlpi dci pneionien oftrdtmente mutllati, in modochc passaseo davanti aslialtri lófti èscoraseiasserc i difensori, La risposia d! La vallette fu lmme-d'ata e altrettanto crudclc, Fece deopltaÉ i pngionierlturhie u$ le lorc téte óm. pallè di 6nronè @ntrc gli assedianti.llinparj lotta duó sena sosra nei mesi su@sivi, ma I foni dis. Michele e S, Anselo rcsisrèftetu èrolcamènte. Cli attacchr sisuccedettero, ma idifensoi riusciro.o sempre arespine€ili in-fl iccendo agli assaliton pcrdiîe elevatlsslmè.ln un o@sione, ssendo isoldati del sultano riu*iti . slonda-rc le difese, fore san Michélè si e6 venúto a trcvaÉ In g6viesihe difticoltà; solo lone S.rtAneelo €slsteva, na e oe temeva la line, Per fo'îuna, un epano dicavalien che aveva base

.2r rr cueo lmlhà occi e,c. la .irè dr b valk{ra

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a Medina43, chè I turchi non avevaio atìac@to, fecè.o una soFtita e si sDinsè slno all accanDamento ottonanó Orella nossap€se @mplèbmènte di sfpfe$ gli #slitofi, i qualì tenet-t€rc che 3i Ùanas* di uì @nÙnaènte di Ìinfozi inlaaro dallaspaena.he lì stès* prcndendo tra dre tudhi c si rltiÉronoabbaMonando le Dosizioni conouist.te. I cavalied si eFno safvati e qùello fu Il pericolo magglore che coEero duranre ruîtoil penodo dèllassedio.r îurchi efano specialjsri nèllaeuer. di nina, n. il suolodi tù-fo dellisola, asaiunto al làtto chc i fofti erao costruiti su @lline natùrali, fécè sì che, se archc il bstione di Castiglia tu di-strutto @n quesro sistema, i rìsutaridi questa iccnicadi guerra Iurcno noko oiir modèsti di ou.nîo non lo fossero stati a

lnranîo gli alúrl, npeturanente ri.hìesri a tuni eli $atidella cn-stianita, @ndnùalanoavèniÉ oónèsi,ma nor arivavaro mai.cèda of4isaÉ che don carcia de Toledc vieédi sicilia nondisponevó di ùn ÒntineenÈ nilirarc sufficienrèóente rumeroso da poterlo oppofe all am.ra dì Mustafà pasciàLo s.ontro contln uava violèntisslmo da entranbe lè pani, ma iCavalièli comandati conesrcma lnteuisena econBrande co-raCgio daìGran Maestrclean Pensot de La valletÌè rcsisrevanomagrifi@mente, se puÉ a fatie. I turchi subivano pe.dite in-€entì$ine, tó qu6te abbiaúo eia esnalato Dógut, pa*ia diTnpoli e úno del pìù iriducibili e valenti dei @pi coÉri. Piùvokegli assalfton tuúnosulpùnto di av€re ilsoprawenro, masempÉ fuono €spinti dalvaloÉ dèslìassedianOuando, ai pnm I di senenbrc, lè Íuppe so.coritrlci si nosse-ó, ildestino dèllhólasi era omai 6mpiùto: i tùrchi stancni edsiúati eóno omaì ir ririÉta. Lè stime sullé Dcrdìre [email protected], na lé cifre dovÈbb€ro awi€inatsi ei tÉnlamila

at (rnà lortift6t. tlILite,no di Mrlt..

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nord, troppi anche per Lesercitodel sultano. ìi bÉve scontotÉ gli spaenolisoccorritori.l tuEhisì risolse rapìdamentè inuna bnlbnte vittoria spagnola.Tutbvia èÉno i cavalieri che avevano vìrto é avevano virbpÉîi@úènÌe da $li. ll pcstisio che lore denvò da quesîa vir-to.ia ll ,ecé enîÉre pèr sempÉ nella leg€enda Anche i Malr*si, chè av€vanocaÉscisto con icavalien in èroishó turono ralúenté alfascinati dalle figuÉ di questi noblll gueíieri chèquando Muetafà Pascia olftl loo la salvezla se avesseó ab.bandonato i€valieri la loÉ nspcta fu enblèmariG:" tuqllo sdi di en ciotutnll i Cardnnl .he .oh4git M sultaio- -t2 vinoda èbbe riDeÉussioni enomi, in qùanto dir6Úò cheMalta era In*pusnabilè, e piir an@E lo diven.e dopo Iasse-dio In qúanto La vallèrré fece cosùuire dèlle fonlficazion' an-corplù fornidabili di quèlle che avevano retto Iurto deeu as.sedìanti All intemó dl qlellè gicantesche fonlflca2ioni so6e lacittà cle p€s il none delllói€o @maidantè dèlladilesa.b vittoria dei cavalierl evldenziò Iimoottana sia dellislaòe del Cavalieri srèsi. ll 106 corasgio, la lore di*iplina il le@ valorc sulcamoó leceb de' nembn di ouestordrn€ miìùa-re ellgl6o i più stimad e tenuti combattenli del MediteÌia-.eo, tanto che rìente rallègrava i barbareschlcome la cattula

sul piano strategi@. signlli.ò che il cntrc del 'naa

{ostlr sa-€bbe empre statosaldamente nelle ma.i di u.a fo@ cristia-na, tale da condiziona€ tuni I moviúe.ti dl t6ffi@ ravale trail Medlteraneo onentale e qúello o.cidentale,Alla lunga, 1l risultato slrareelco di questa vlttona fu moìto piirrilevante dl quello deÌla tanto decantata vittona di lepanto,cè da s€gnala€ che an.he a quella battaelia partecipò la flot-ta maltee. il.ui contributoalla vittoria fu validissimo

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4rc d€r Glahei drgah cidlaúr al

I epoca dell assedrÒ (rt6t' '

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t2 flntte del Caealtetl dl MallaI cavallcridi san ciovaîn i avevano eia c.mbiato llcvano conla nave d. qu.ndosi eÉro in*diati a Rodi. oúando sa stabilirono a Maha erano Cia conosclotl cone ecceflenti man.al, Aqùel tempo,la loó nave hacgior€ era la citaîa SanfAnna. Na-ve .he tutiavia venre abbandonata nel l5,ro perché trcppocosto$. Da qu.lmonènro Ia'Florlad.fl4 Rdi4iofu" fu compost.quasi esclusivamènte dagalerè che erano piùerandleplùrc-buste di rofte Ìè ahe e3lère sislané del Mediteraneo. E6.otalnente solidé da esseiè unichè navia emi a oote.Drede-€ il maÈ ìn ogni staglone, a dlfferenza delle aìt€ che solita-menre potevano ravieaÉ solo da maegio a settenbrc. oucstorrpo dl nave nmase in dokz'one alla marina naltese rino atutio lldiciotteslùo secolo. La caEtteristlca delle gaìere mal-tesi eó la potente artlelieria, .he le dlffèrcnziava dalle ravidei barbarcs.hl, ì quall pnvibglando I arembaegio, che @n-sentiva di Étt!rae schlavi. fac€vano Doco !só di bocchc da

ùna delle turzloni svolte dalla flona dei cavalieri tu ouella dicolìabo€re con la le sqladrc spagnole operanti nel Meditcrraneo.èntrale, quindi specialmente quelle dette di NapoÌi ediSi.llla.vale l. pena ricodarc la lore panecipazione aue ih-p€se dl Tunlsl Prevesa, Algeri, Mahdia, Velez d. la cotner.,oerba, Llpanto,la coletra.e una grandc razia luneo Ie costeberbeÉ nel rt1ó. Non tutîe qúelleopeatoni militad ebbèresúccessoi ma sehpfe i calali€ri si distinsero per coraSgio e

U. attrc puto che dilfeen2ia sGtarzìalnèrte I atone dèlleravi dei cavallen di Maha da ou.lla dci co.sad c oirati nordaf icani sra nel fatto che henre i nod ahicani dlvidevano ìlbottino ùa tútto tequipaggio, i cavalicri paeavaro al pe6o-naìe lmbaÉaro un salarjo, ma non lo rendevano pafecipedella sbartizione deìbottlno ouesto anche Derché le navl diMal6 avèvano come obietrivo priNipale non il saahetaio

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dèlle navi mercantili, ma la catlura dei coBari musulmani edelle loro navi Non si facevano raids.ontro le coste per fa-fe pfigionie o .atturare schiavi ll cofrpjto che i ca!aliei sierano pÉposti €6 quello d i polizia madttima e lefficienza djquesta aùivirà è dimostrara daÌ fafto che ÎunisieTripoli pifrvìc ine a Malta, non ragCiunsero nai l importanza di ALgei ,che essendo più lonrana eodeva di una maseiore liberà di

L" Ènièr" a bordo delle gJe e, pcr I cdvdire'. \ecrivd rnospecilico tkocìnio Prima dì poter aspirare al comando di u.agaÌera ún.avalìerc dov€va seflire perlÉ..r0!4tr. con qlestole 'n 'neì i 'nd'cav. unà sra€ione di ndrr€d/ ione dialmenó.eroèsi. Osnì Ca Leia imbarcava quindi sempre un cerro numeo dirararrfirli Di conseguenza, questi eiovani Cavèlien avevano

'n ul tenore mo'naziore per,oîbane e \on varore lacdr ie.

ra per i più vaiorcsl era 6pida quindì anche i conandanti Ce-neralidellé Calere. disolito erano giovani ouesta puòessere!na d€Tle spiegazionidella risoluteza e a voltè dell irtuènzaco. cui si battelano l€ galerc dell'ordine. ll mantenlmentodella nave era a @ri.o tolale o pauiale del conanda.re, maqueLlonere era accettato daicalalieri, in quanb una brillanteGÌriela a bordo delle calere dellordjne sieniricava anche rapo.r ib i l ià di rarc piJ fd. l îerre un al 'er tdnro br l rdnre,dr e.ra come cavaliere, cosa chè dava dirìttó a non poche Òno fi-

Con V"l 'd so iddnen e nele Tani de -"vc 'er . .

l pa(."C€iodal Mediteraneo odentale a quello occidenblè nnaneva co'munquesotto il lorc conÍolloe qualsiasi nale husulmanacheùansita$e ln qùellarea tischiava di essè€ anaccata dalle ea-

Dopo il 1574 |azione mìliîare deiCavalien si svolse p n.ipal'mente nel Mediteraneo o.ientale, ma.od pe. questo vennero amanca€ operazioni belliche neì confonti decli stati barbarcschi

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Plù di una voha, propio Ia loro continùa bellieeranza,Iu lacausa della nDrcs di ur'osrilità t.mpoÉneane.te sopita t Icaso pilr emblematico fu la aueradl Ca.dia in cui ilrdsks t.l-li lu la c.ttura dì un grande vascello turco da parte dci cava-

Ouésti, dopo ess€6i lmpadrenitidclla nave. t*e@ prigionre'n k noelle favorlta e un ffllìo deì sultano. Non solo, ma u('-*fo anchc alcuni importantl disitsri in viagclo alla J\4ec€ élìberarcno i prlgionieri crisliani sullisola di Cendia. I túEhiconsci di non poter espugnare

^4aha dichlaFÌo.o inv.ce

eùem a Venela, srgnoa di quell'l$la; Alena.he sl pútEs_sc oerDiir di trenrannl e fu uiadclle cause deldeclino dcllaSeÉni$lma. Oúalcuno volle ritenèrc i Cavaliéri rcsoonsbilidi questa cuera e foÉe lo furcno, na è difficile pensa€ che iturchiabbiaro lniziato un conflitto così lu.Co e sancùinoso so-lo perché i cavalien avevano sbarcato a caodla ì pngionicriÚlstianl llberad. È 6olto piir logico pensate ché i turchì aves-serccomunouc in menre dl6cuDaÉ cardia, cor qualche al_m Dfetèsto, come nelsecolo precedente quandoavevano ln-

Dubnte la Cuéra di Candia, le navl óaÌtesi colléboraóno faltivaFeftè @n i vefeziani e per tutto il tempo In @i ve.ezia lùin Cuera con I tuEhi, le navi dei Cavalie.i turono un sùpportocontinuo e Darticolarmente efficiente ed èra comoosta di setteCrandi gale.e che nomalmente avévano un eqùipaseio n!me-

Nel diciottesiúo *colo la flotta maltese sa res ruovamenteattjva nclMedjtenaneÒ occldentale a causa dellactesciuta po_tena degli stati barbareschi e dalla debolezze navale degli

rO uno dèinorìvìdiron. dsenilmenro dei ùrchL per quellimpEsa, ,u Llatb .hè vènn. duÉb la .Esliè ,avodb, .d jr 6slao dèl súltam

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stati iraliani sopranuno lùngo le c6tetireniche Per fare lron-te alla muîara shuazione icalalierì decisefodidare un assertodiffeente alla loro fLótta. Siadusse il numeo delle ealere arinque e in un secondo tenpoa quatróe si iniziò a cost.uievelìerida Cuera oueste navi fu@noconandate peroh€ ven.tiseì ainida Jacques de Chambray, che collezionò un e.orúen uneo di virrorie sul nare, sopfarru o nei coo rronri dei tripÒ-lini, impedendo loro diacquisirc una potenza navale sinile aqlella che avevano otienuto sul continente ln queelì a.nl Laf lo amalre.eraegLrsFIapicedel l !sué,ons{e1/d lor .e ' \ds(el l , d ' (u ' te da Ò0únloi i , e quauó caleF Nee[ dnî ' surcesssivi, dato che le R.rr.tr4 avevano smesso dicostruire navipiii gEndi desÌiscjabecchì, anche la flotta maLtese si ndusse didime.5ioni Le sue inprese maggiori tuono di suppono ai boobardanentialle cosre nordafricane opeÉte dalla flotta spag.o-la Ì Calalìeri peBeo Malta neÌ 1798 quandÒ Bonaparte atraccòlisola 5u ordine del Dkerlorio in qlanto ralleyrand ne avevacompre5o liflponanza sftareeica. lCavalien fúrcno espul5ie illorc iesom rubato e ponato a bordo dellammìraslia fancesel'Oftrl I f€ncesi però non porerono benèticiare dl quèllè in-centì ricchezz€. La loro ammi.aeli: iu alÍondataad Ab!kÍquan-doNelsonannientòlaf lot tafrancese l l tesororubatof inìsùrron-do della baia dovesenbÉ chesiaccia tutlora

Crvdlc di Va r" fubno dù1que pi'dl' o (ohd i) Volr " que.st iu l t imianni in cùi la dissacrazione di ogni at toeroicóè di !en-tata qúasid'obbliso, hanno p€nsaloche losse fa.ile e defettoparacónare Maha ad unasoftadiTórtueameditefanea e jcava.lien aip raticaraibici.ll paracone è senzaltro d eflètîo ma asso'lutamente inestto ln prim is, i Cóvalieri €on un giuramento d i le.deltà all'imperaloE ne dlv€ntavano vassalLi. e di conseeúenzane:vrebbero rispettato gli ordini In secondo luóCó con j voîiphg'os' \, {rromenevano dl napd e \r

'npegnavano d \rve'e

un: vita divirtù cristÌane. Non potevanoquindiesserc conside-

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6ti DiÉti, anche * talwlta ne duNere i metdi Non nÈ cyc-vmo né la d@ le@ia, né la totalc ha.@nza di valon moÉli: tu-óro, nèlla nasgioEnla veri esempi di rirtùr qisrian€ ed uóaheSi púò diÉ chè lu rorc dèl formldablll co6ari, temuti dai nemi-ci, ma dai nenlcl dlscnonoa merltaFi un c6nde rispetto.lln-spetto era basato sulìolo coraegio e valore m ililae e discipli-nai sulla foEa danlmo chc i Cavalieri dimostEmno anchequando fumno fatti p.kion ieri e accettarcno il maftino.

I cawlbí dl Safitn Steia ose i cavalieri di Maha furono I più celèbd ed irrtducibili coPsari cristianie nèmici dèlbarb.€s.hi, i Cavalieridi Sanio Ste-fano,.on bÀ*. Plsa, furcno peri co6ad afi@ni desli aweFsan altÉda.to tenud e rlspèttati. ll: '&.@ fúdiù.a OrdiM /aicawlkti .li Sadto St l.\o" re n Gtitrito nel | 561 dal sEndu€di Tosna c6ioo I de Mcdici r.a i nobili di Tcona.ll nomedi santo stehno volcva celebrarè la vittoria @nesúita daleÉndu@ su Filippo srozzl Il 2 agoro 1554, e qlella di Mor-temuflo del | 557 awenùta sèmpe ll2 di a€osto, f6ta di san-

t cGtituzìo.e del'Ordine, posto sotro Ia reaola di san Bé-nedetto, ebbe luogo uÍicialnenlc il It mauo l5ó2 nel Dùo-mo dì Pisa. cli obicttivi ché | istituzione sioùelli di armaÉ navi oer dlfèndere la fed€.attolica, lare lagre"aar pruf , . l l rancaÉ el l schlavic rsnanr, fenderc r i .urele coste e proteggeÉ | trafflcl ner.antill del Ctanducato. co-me Ìutti gli ordlnl !€llgioso cavallereschi, era retto da uncran Maestro carica chc .ra rivcstita dal cEnduca La casa.onventual€ era a Pisa, ma il porto a cui laceva.o cpo era

Lè pnncipali canche dlÉtrlve, dopo qúella di G.an Maestio,e.ano quelle del Commèndabrc MaCgiorc delì'Anmiraslio,che aveva ilcomando della flotta e delGran corstabile, che

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aveva il comandodelle foÉ da sbarcoduÉnre leazioniterÉ-slri. olte a questl vi erano il cran Priore il cran Cancettjere ilTesorie.e e akÉ n inori. !a stùnura dell ordine, sinite a qùella del lo ld ine diMalta, c i€videnzia che i .aval ien dierGmolhanno svolto anività di aueÉ da coFa, facendocj e\L,uoeEneiloro confronti i accusa dì onareria.se sli stefaniani furono lomidablli avleEai det b:rbarcschi,nèicui confrontisvolserc una vèra e propria aftiliîà dr coEan,ee.citarono anche e lo6e sopratrufto ilcompfto dimanna daCuerÉ del G.and ucato dì Toscana. come la flotta mattese e ùL!e le flóne minori, sovenre qlella srefaniana fu lúpieBara orconceno con quella spaenola sopranuno si.o alla fi.e det cin-

L€ impÉse p'i' de8ne di no,a pos\ono esrr la pdre,ipaao-ne allassedio delPenon delVelez nel tt64 e alla banaStia diLepanto. Dopo qu€llo scon!@, e sopratturto dopo itdisimpe-g.o spaenolo dal Mediterane, ilcompiro diquesta nìdrna rupr incipalmenteun'operadi pol iz lananîf imaadifesadetteco-stè e del conmercio del Crandlcaro. Tuftavia, pensaE a que-Clj ercici cavatieri solo cohe esecubn di!na Dolitì.a difensìvasarebbe molro ridutrivo I Cavalieri di Santo sreiano Draricava-no la politica che la nieliordifesaè tatraccó. La loo altività fuqu indi smpÉ impontata ad lna norevolé aesressività. Non sicontano le volte in cui sbarcamno suue cosîe nordafricane e Ie-cero numerosi prcionjeri da scahbiaÉ .on i crisriani che sitrovavano pneionied dei baùareschi.Sipossonoci tarealcunicasi comequandonel t5?9qual t .oga-ere d€l vice amniraclìo Marcantonio calefati arracarono laforteadiCollo, nelle vicinanzedi Aken e can!brcno 3ó ne-úici. Nello stesso anno disfuss€ro una flórtigtta di tF Ca €orteal argo dicapo Bon e n€l lt8ó artacdrono Monasrjrrl periodod' maggiorslo.i. della hanra refaniana è lesaro at-la ficura dell amm iraclìo lacópo hChjrami, sicuramente uno deipiir bnllanii amhlraeli della slória navalé iratiana Net ló04 si

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impadronìdi unaealeotta algerina nelle acque della Co6ica ediede fuoco nel pono dl Algeri alle navi di MuEd R4È. l-annosuaessilo distússe i forti turchi di Prévesa, na non ebbe al'lrenartó loduna a bia@ l-a roriogÉffa è con.ode a non im.putarglìene colpe. Nel ló06 hChiEni si trevò a ombatte€contro navi barba€<he povenienti da aiserta: Iu fe.ito, natenne ilcomando finoa vittoria awenúlaLattilita della llofta stefaniana sotto il comando del srandeanniraelio non conobbe soste fanno seguentc lló07ì tenlòdi ocuDaÉ Fanasosta, ha per emd del coh.ndante delletruppe da sbarco l'operazione lallì I cavalicri si conslaononello stesso anno .on quella che $Fbbe slaÉ l. lom imp€spiù sloriosa la orcsa di Bona. Un altra bdllanÈ jmp€sa luómpiuta nei pressidiAlger i i l l9agosto ló10 dove fuónocat-iurati cinque.ento pricionieii Anche necli anni chevennercÌama na srefan ana lollezionò una grdn qudrtita di \iltone .o-ne quèl ladel rór6 sul le navidì MuÉd R ìr .Inchirani morì nel l ó2l co. la caric di soveúeîorc di Livomo,ma la fodaconrinuòa combatlec contro i nusulmani, baÌba-reschi e turchi. Nella sueúa di Ca.dia, le navi dellordine disanto Stefano lurono, con qlelle maltesi, al fian<o della floltadì Venezia. Olindiquando siloÌmò únaleea tr. imperó,vene-ziaeal t r is tat i controI imperotur.o, i lcrandu.atodiToscanavi aderì e la tlotta ebbe occasione di mette$i in luce.ll diciottesimo sdo vide la finedelle eoiché imorcse dei o.valieri t6cani. Nel l7ló i. uno s@ntrc nei oressi di Anziol'anhiraglioCuidi !iuscì a @tt(Fre una nave da rcntadue can-noni. Ma olmaile navi erano locore e anche il Crandualo ave'va i suoì pÉblemi. NeÌ 1737 moriva I ultimo dèi Medjcji cianGastoie. Francesco rìr di LoEna cercò di ddaÉ impulso allaRotta dellO.dine, na co, la pace fkmata con i turchi nel 1747e neelianni sù@sivicon i barbareschi, veriva a ceserc Io.bienivo pnmarìo della flotta dei Cavalieddi SantoSre|àno.

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Cll schtavt

Loblettlvo pincipale delle scoreriè dei barbareschì tu sem-prc quello di fare p.isionierì, priúa ancora dl pocura6i unbonlnodi hed di vano ripo e valoÉ. I pfiaionlel, e si vefiff-@va che loserc di condizioni ecoroúiche aglate. venivano re-nùn @n riguardo in quanto p€r loÉ si potèva ottenee ún bùonnscato, altrinenti venivano venduîi al neEato degli schiavi,sone chè tocava talvoka anche a petsonagel dl rango.come venivano catturati 8ll schlavi? Nómalmente, o ìn segui-to allatta.co di una nave che i barbaeschi lnconhavano sullaIorc rctta, ooDure durante una scorena a tena. Le scorene.come sègià detto, erano ùna loma di @lamata cicli@che con-rnbuì no. peo a nutarè le abitudini e la mentalirà delle pepolazion I .he abitavano le Èglo.i più vuhèÈbill.È qulndlanche peÌ colpa dèlle Èzzie dei baóaEschiche certe popolazlo.i finirono perassumere una mentalltà tatalista erassegnata. Ouando incombe llperìcolo che illavoro e le spe-ranza dlunavia Dossonoessee cancellate in un mome.to d6una disgrazia inevitabile, èdlfficile che si pe.si a progEmma-€ iltuturc con lo st*s entùsiasmo che si púòaveGquardooùesd rischi non si Dreentano.falonedltercre che ciÉondava iBarba€schi fu tale,.he moL-ro sovenre ba{c!d \ède'e coîpanÉ le vele deÌle loró ravi o5entiÉ che erano sbar.al nelle vicinanze, per far siche le po-ool.zioni rivierasche fossero colte dal oanico e non te.àsseronemmeno una blanda forma didifesa.Pùrtroppo non siamo in erado di @no*É quale f6se il nú-nere del póeionieri ridotti ln schiavitùr nel coe di oltc rÉ 5e-

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coli di attivita dèi barbaÉschi, ma possiamo sicuraménte drrechesi t rat tòdi mohecent inaiadi misl ia iadi persone. l ldatosipuò dcsumere principalmentè dai Gsoconti che cì hanno la-sciato j padriTrinitari e Merenai, pii ordini relisiosi che dalseicento allOrtocènto fumno i pri.cipali apostoli decli schiavie che paii di ogni ahro si inte.6e.ono al risótto di quegli

aiso8ra peò rilevare óne quèi Éli8iosi, in buona pafte perscuoleÉ e comn uovere i fedeli ir EuoDa, orobabilme.te ab-biano csaserato sia quando descriss€rc le condizioni di vitadegli schiavisia perquanto ngua.da il lorc numero co. que-sro no_ sl vJole ne ecdF che iL n-meo dr pe-o e p- i \acdella Iiberta fosse el€vatissimo né che le condizioni di vitaiosserc moÌto dure sicuÉnèiÈ lè condizioni di vita dqlischìavi .ondannati a renare sùlle gale€ furono tra Ie piir atrc-ci a cui essere umano sia mai stato posto. ma torunatanentc,i barbaÉschi ron usrono moho lè calee @n equipassi daschiavi al @nq pÉfercndo lè ealeone e le tuste dove eranoèssi srèssi sddetti alla voea.Liter dèlCli schiavì, una volta callurari, era abbastanza standardlzzato: p.ima di esseÉ vendutl sui meMto, venilano pre.sentat ia lsov.anochescegl ievaperséqùel l lcheconsìderavainidion. Dopo di lui, sceelievano ll Fis, o conandante dellanave che li aveva catturati Ieq!ipaesio e gli eventuali finan'z iator idel lzspediz ione.Icr i îer ladot lat ieranoquel l iusat inormalúente per la spadizione delbottino, in qùanlo Clischiaviin londo altro non eÉno che ùna pane delle p€de &quisneduranre la crtrieF. Finùa la spanlzlone, a poveri prisionieri oeÉno tÉnenuti alle dipendenze del proplierario, oppuÉ qùe-sti li mandava alla vendìta al mercaîo degli schiavi Oui glisventurai erano esposti reminudi, affinché Cli acqui€nti po.ressero valùtane le qualità fislch€.Lesamec!ieranosottopóstinon era diveEo daquello che ve.niva e llene anco/oggilaÌto almercato deibovinì, con Ìa dlffe.

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ena che oltÈ ad un oiruzioso esame ffsio volto a vedereperquala lavon b *hlavo f6sè plir ldone. veniva loó an.heIatta la lettoÉ della nano. Sia, anche qui, per valutame i cllialle nani e altri *gni ché poré*rc indicE ì tipi di lavon acuì lo schiavo Fteva glà e$efe abnúato, sia anche per indovi-naÉ Drepdo da un analisi chiÉnantio, se lo schiavo si efeb-be dimosrÉro di buora Indole, quanb sa€bb€ sopéw'ssutoe quanfalt@ poteva emelgere,Cli schiavi più rìcercatl crano o i pèrconacsi di allo ranso, chepotevano esseÉ riscaltatlcon !n buon profitto, Ía qlestie!a.ro paftiolarnente lcercati i Cavalielidi Malta. Molto quotalierano an( le €| | ar i€ iar lspèclal l r l d qudlche la\ororncur Ibarbareschi non eccellevano Tra qlesil primì di tlttifig!6va-roi mast.i dascia, i lo!ditori, i tcssitoridi tele pe.velèetuttigli artigiani validi nella candèristi.a. Naturalfrèntè parîicolarmente appetite erano le .agazze giovani e belle, che €ranó de'5tirateaffnirc negli haÉn dèi porèrti.Una volta vendùti, gll <hlavl sègulvano la lorc Íire ene. Chiveniva acquistato da p,ivati andava ad abitarc nella loo osa,merlÉ qùellì che vcnivano Gnuti dal $vÉno e quindi dallostato, dieiodo venlvanoadlbltl ai lavori loÉ as*snata, ìa *ravenivano mandati a domirc in .dilici che preserc il none diBaqri. !etiúologla dèllva dallano che inizialmente Cll schlavlvenivano lenuti effettivamenre ln edificj cià usati @6e basnì,Nelnondo islanico il culto deÌ baeno era un qualcosa di par.-gonabile a qùello delle &rr peigllantichi romani, ranrè.henon solo esìetevano ediflcl púbbllcl cosruitia qúe5tó specjfi.coscopo, ha anchè i p.ivstipiùr abbientisifacevano costrunesrandi bagni nei lorcClardlnl.Privato o pubblicoche iossc, ilbag.o era sempre un ediffcióaé, spowisto di finesrÈ ve6o l'estemo. qú6i Énprè su duepiani, ón ùn @rtale intemo: luneo le paÉti vi erano svariati va-nr,

'n endo diconteneE (na vcntinadi peNone tj lu@ vi.r

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rivava da pìccole lineerre, suÌ lato intemo dove sovente vl era

Nei pimiannidelCinquecento, q lando la pirater ia medlteIranea comìnciò ad èspande6i nelle città barbaresche non vierano edificidestinati ad accogljere Clischiavi. I prinia u! liz.2are ledilìcìo del "Bag.o come luogo dove sjstemare slischiavi nelle ore in cúi non laloravano paÉ .he siano srari deiprivati, in Fguiro, dato che il núnere di schiavi alle dipen-denze dèlló stato aumentava, si decise di utilizare anche iBasni pubbllci perallosciaresli schiavi di non:e. Oúandoinfi-fe veneocosruiti lo.ali apposjti perospitarc questj svenrù-ratì, dati i precedenti, lurcno chiamatj BaCni ì baCnj furonoper i loro tempi luoghi de tulîo particoÌari, là vi si pote!a Ln-loal a_e qrdl . a\ i ipo d umd-ir) d i ogn clo. profc.qone e

Abilu.lmènle. in ocnuna dellè stanze venivano allosciati uo'm'n' della \le*d ndlione, ma all'ntemodr uno \le\$ bacno slporévano ÍoraF ralian', \pcenol',

'n4le\i \.andindv', russr.

fìnlandesi, islandesii ci è puré pepènuta notizia diquarchec!nese e giapponese. lMa non cera solo un miscuglio di popola-zionie razze: accanto al@valiere d aho ranco ci poteva essereilpescatore o lufrile conradino slappato alla tera, l a.ticiano,ilmercante. Fo.sesa€bbe dilficile róvare, nei secoli in esame,un ahroambito in cuisi polesse ìn.ontrare un'altra iorma diso-cietà ahÉttanto mukièt.ica e muhÌazziale.La Cestione e I or<li.e in oc|ibaeno fac€vano cpo ad un lun-rona,

'o <h'amaro c uardian Ba<

' oue<r I doveva l@nrecgrdr€ I

problemi concedenri la disciplina. iliveri,la púlizia, I imbian'.amento a cal.e bianca che v€niva rifatto di lÉqùente, asse'gnale a ciascuno ilsuo posro,controllare ilnent@ declischiaviedistr ibuire loro latela per ivest i t ie con la i ! todialcutr ' ca5rslentL conroLlaÉ che di notte nesruno tentasse di fuggire Leisse tra schiavì erano frcquentie ilseda e era un alùo deicompiti deLOúardian Basci. AL di la dj quesri cómpiri irnuzio'

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nall.llouardian B€si avéva arche intóùi denvand dall€ anività dègll rhiaù. Aloni dei più inrÉpÉndenti, per alleviaÉ leditfcola di quella vita reùibilè, dutuie al eiomo sl tEsfoma-vano ln ladÌi e di ouanro rubavano una Dafte venlva data ar

Veuo l€ metà delSeìcenro le condiuionidi trattam€nto diven-tarono ùn Do neno dlslhane. nel senso che alcunl Dadroniininarcno a @ncedere al pbpri schiavi il permesso di muo-ve6l llberamente duranre ene ore. dietrc il pagamentodi una$hma di denare. La mlnor dùée, si fa p€. dlÈ. lu con*Suena di un miglior Íanamerto degli schiavi músùlúan' iî

Così, all int€mo dei bagnl Inlzìarono a compa.ire le osteriechelurcno !n élrra tonte dl euadacno anche per ilcuardlan Basci.I musulhéni per Éliglone non possono bere alcolici, ma glischiavi in oudnto nrsùanl erano esenti da ouel divielo e cosl!n po per voka venne concesso a qlalchè *hiavo inÍapEn'dente dì apnÉ delle ostede all inremo dei baani. Di @nse-gùena, an.he perqúesthiviÉ ilguardiano ven.e ad averc laprop.ia panedi proliÍo. Se le osteÉe .ónlribuiv.no a solleva-E ilmorale diquei disC6ziatl, erano però cusa d ! brìachezze dl conseguenza di riss€ a volte anche violente tra schiavi esoprattutto tra eruppi dl schiavi dj djle6e nazjonalita In qùe-sto caso era compìto del Glardian Basci inlefrcniÉ con i suoiaiulanti e coloro che avelano ausato la rissa venivano puniticon un numeÉda @lpidl bastone che nei @sipirìr sravi pote-va afivaÉ sìno a @nto.Un ah@ póblema legaro alle osterie era cne noltimlsulmani,lvcbbe@ dovúro b€E alcolici, si Écvano in ouèi locali. al-lintemo dei bagni per bere anche loro. soventc capitava chesì ubriaGssero: in questicasl sovente pan:ecipalano alle nsseoppuÉ diventavano aroganti e moLesti. Per gli schiavi si po-reva Jn problema serlo se uno di loú avesse mcsro le maliaddGso ad ui musulmano, saebb€ in.oEo rella oenadi mots

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te, quindì n€l caso i. cui ún el€me.to di fede islamica avessecrcalo nolestie in teoria non avrcbbero pórulo intèrueniÉ Dlfatto veniu ùsto un trucco insesnosoi lrbrjaco (músulmanoÌleniva imprigio.ato ra dle pioli di úna s.ala, in questo modonon poteva muoveBi e i cfistiani manovrando la scala poÈ.vano ponano luori senÉ [email protected].ì bacni più ìmpo.tanri €ranó di prcprietà dello sraro Anche iprivati potevano, pagafdó una tassa, farè alloggiare i p@prlschiavi in queali ediffci | .onandanti .o6ari più pórenti, chepossedevano un elevato numero di prigionieri,, inve.e siiece-rocostruiÉdèi bacni propriCosì questesùurruÉ preseio jl nome del póp.ielarìo. Neipri-mi decenni del Seicènto ad Alceri si polevano contare sei gran-di baeni: del Pascià, di Ali Arabaei, di Ali Mami, del Beylil, deiColourlis e di Sidi Hasan.Nel coreodegli anni, i mjssionari usctónoa pocoa pocoaot-tenere daa sovran i barbareschi il p€messo di celebÉre le nes-se e di somministraÉ ì sa.famenli aglischia!ì c stiani Fu u.amissione ardua poichè il consenso veniva daLo a cóndizionetassativa.he i sacerdoti cristiani prcstas€rc il loro apostola(oesclusìvahenteall inteúodel Bacnopercui loavevano nchie-sró. se avesserc cerGtó difaE ópera d prcseliîismo allesteÈno sarebbero srali messi a moae pievia tonura Disgrauia(a-mente .on mancarono i casi di irati ièrccemènte manùizzarlpe.ché avevano p€dicatotuon dei luoShiloD consentiti.Così, alÌ intemo dei baeni nacque.o delle cappelle, in cúi s isventurari, osni giomo prim. dellalba, ora a cui si dovèlanorec.re al lavoo, scoltavano la mes, e * lo dsideravano,pore\a1o dve e I o.foro der sd,

'drenl Le .dppe le onia.

hènte erano dediúte a qualche sanb e questo fece si che Ibaen venrsseochrdmalr ar ihe!o1 r l nonedersdnroa(u;e 'a

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he,kro de8h (ch avie 'aro <rar, vendui a pr iva.ti solitamenrè erano trattati abbastanza bene per qúanro sì

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póssa essere ben tEttai quandosl è privatl della llbedà. Co-nunque per i padroni sli schiavi e.ano un bene di lorc prc-prietà, che in quanto lale andava sallacuardato e tulelaro, llpadmnè non aveva in efietli nessun interesse a che i suoi*hiavi no.i$e@ di stenti o malkattamenti, b mo.te delloschiavo o una sla rìdotta @pacìtà l.voratìv. sisniticava undanno economico non indifferente, FoBe queste ootivazioniInfluivano a favoc dei pdejonieri piùL di quelli umanitari,Ouaì.hè storió sostiene anche chc molti barbarcschì kattas-sero bene sli schiavi peraver maggior p6sibilità dièssee alorc vojta ben trattati se fosseto ststi imprigìonati in unostato

Anchesè non è possibile laÉ delle sratistiche a questoricuardo, vi sono moltc testiúonianze di schiavt che, tohati Iiben,[email protected] di cone fosacrc stati tfattati con umfliÈ duartela loro prigionia SèmbÉ che ùa i neno sloftunati vi lossèrcquelli chè toc€vano ai Ciannizen, quei ózzl soldal non ave'vano nolta dinesrichea .on le coe di osa e délqavanop€ssoché in toro la Cestione della prcpria abnazione aellschiavi che ìn moltì casi dlventavano dei ven eprcpriservi pa-dreni. Non nanéóno tuttavia @si di schiavì trattati in rodoatroce anche da prfuati.Chi era un buon.nigiano poteva eodere dl un buon tratra-menroe non nan@úno @si di *hlavi intfaDrendentl chè oÈganizzarcnÒ con I loó prcprietal !n inrelligènte slsteúa dlprolitto. Lo schiavo veniva pEstato a tenl che Cll facevanosvolge€ qualche lavorc in cui il prlglonieo fosse veÉato. oue.sti, perqùèl lavoó pereplva una specie dl srip€ndlo, che dl-videva con il prcplopadrone. Non di rado chi eÉ in €rado dioreanizariin lalnodo nusciva in qualche tenpo a racimola-É la smma @.Énte a lettaEl dalla <hiavnù lale lomadi autofinanziamènb si venficò sophtturto perquegll schiavi.he riusclvano a mettersú, owiamènte s€mpre.on ll consen-so deì padrcne, ona Dieola attivta @mmerciale. C6toro d-

t '2

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uscivanoquasj semprca prccurars rapidame.le la somma ne-ce$aria pefilp@pdo nscafto e nohi dilorc una volta nto,nati libei p€ferjrono rinan€re in nord Alnca, dove avelano ormai acquisito una buona fonîe diguadagno, pjuttosto che rornaÉala€ u.a v i ta dura.el pae*do. ig inePer chi invece dlvent:va schiavo dei sovÉ.i o dello srato, v!eEno dive6e possibjlità, alcune accertabiLi ahre decisamente

Chi ve.iva adibito aì lavorl dipalazo, trcvava condjzionidlviranon di moltopeCgior id iquel ledlchiv ivevap€ssol pr ivat ì ,seinffie veniva mandato a svol€eÉ i lavori prbblici, o era asse-enato al emo diuna €alera,la sua vùadivènrav: una rÉgedi:.cli sventurati che venivano assegnati alrèmo dellc Calere nonaveva molre po$ibilirà disoprawiveÉ, sia perla duca detlavoro che per la bdralila dei rals, che si divefivano ad iffi€-irè con tortue aÙoci su coloro che non reccevano la durezzadella vita sulle navia Émi.Non furono pochiquelliche luiono fatti lefteralmente a pezzisÒttogÌio.chiatterntidel compagni pelchésieranoaccasciarisulrcno. t€ tortùre sovenre ve.ìvano inposte an.he per te.órizzaÉ sJi altri prjgionjeri e far sì che si ihpegnasse@ al lìnirè oella qoppolarone prefeFndo ro.ic dr rarica , he per .eatrcci tonu€ ninac.iateNon hoho diveca era la softe di chi e6 ihpegnato a e .o-struzioni di edifici pubblici, dove agli schiavi era imposto dicarid6i di pesi .nomi, olrrerutro in ùn cllna panicolarmentecaldoe povero d'acqua. An.he in questo caso venivano usareletonureversoipiùdeboì i perspingeregl ia l t Ía la lorareconmaggior lena e anche in questi lavon il tasso di norralità era

La condlzione delle donne era diveFa h primo lùoso re oon-ne non liniv.no.ei 8èCni" ma *Ciovani e belle eranoderinate agliharem del sultano o diqlalche pe6onaCcio potenredcl ac 'ué, dl r ' imenr i d \én "ro105ele d! G>a Oue. ledrziane

Bl

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vl levanounavl tatÉnqui l la setalesl puòconsiderareqúel ladiuno <hravo hellÉ qLelle pri. glovanr In molri car \eni\dnosDlnte an.hè con la loa a convenld alllslam da uonini chevolevano pÉndede in mogll. Oualcuna di loro perdifenderc laprop a Urtù dovetîè.nche ucciderc il p@prio aguzzino.siignora quale sla stata la loo sorte ln questi @si, maè pobabi-le che riano ratè nè6sè a mone. Così come venivano ret\i dmofte con pécedènrè tonura Cli uohinl di lede cristia.a cheavessefo ìntratrenuro Éo00!tl con unadonna musulmana in si'mili situazioni anche l. donna saEbbe 3tata lccisa

Tra tuttè le mislÈi! di sventural .he flnìreno *hiavi in nord

^fii@, il peFonasgio più illustc fu senzalm Mieúel de Cer-

vaftes. tr sua viccrda è p.ftiólamènte Interc$ante, non selo per via della sràndèza dèlpeenagglo, ma anche perché lap.igionia dèl g6nrle sc.ittoÉ tu pani@lamente movimentata.ceúa.res lu c.rtuÉro. insieme al liatello Rodrico, al laleo del-la Camargue, úenrÉ ntomava In Spagna. nel r5?5, dopo aversennosulle navi cnsriane In molrè banaglae @nro iturchi Atepanto aveva avuto la nano slnlstra lreassata da un colpo di

Disgraziatane.te per lú1, quando fú pÉso aveva con sé leneedi Gc.omanda2lone dlDon clovanni d'Auslriaedel duc diSessa, viceié dl Sicllla. La.onseeue.za lu che venne conside-Ètope6onadialto llenagglo, e qllndi ll gÉco nnnegato che loavela a.ouistsro DÉrese un rlscatto e le vatissi mo.La sua lamlelia lu ln grado dl consegnae ai merceda rs unasomma che basÈa Ècattare solo Rodengo, meote quanto h-chiesto perlvlgleleE moìto dipiù Di conseguenza I infehcedovette dmane€ schlavo. ll futurc autoÉ di Don Chisciotte

45) to!L ftlrm J! MdkJfi kdrrpiro o frrrie

114

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non era úomo da sopportaÉ la schiavnùr e teniò ben quattovoìte di rìacquistare la libenà con la lùsa ll rischio eta altis5i.mo, ' r qua-ro rormalÌe.re <e uno !<Lió\o(en.\d di fuCCit ,veniva messo a morte con alrocl suDpliziCeNantes intantÒera.iuscitÒ a conquistaGi una stima e.orheraglischiavi e i religici declio.dinidi rèdenzìonelb llprihotentatìvo di tuga lù alquanto azardato, in quanlo sitattava dicercare diÉgeiunSère Orano, a!lora in mano aSlispagnoli, conuna marcir . d piedi l rnco è costa l l refa ivo ld l ì md ceaar.res stranament€noi fupu.jto.llse.ondotenta(ivoconsìstevain una luga via hare con una nave che avrcbbc dovuto Ée'CiungeE la cost., viciroad Aken, e Éc.oclielocon al.uniar'tri schiavi, ma lu awístata e dorerte inveri€ la rc1ta ìl pianofallì e cli s!€ntuEti iurono cattuÈti e portali davanti al pasciaHasan Veneziano, noto per la sua crudeltà cenafles si ad-dossò tuua ld 6lDa de l€rrarrvo€,artheddldr l a r i .dcccreribili del sv6no,.he voleva *nti6idirc chc luttii Dartèci'oanti €rano €sDonsabili, nras€ iúemovibileFoÍunatamente nÒn ricevette nessuna punizrone ma HasanÌo acquistò per cinquecento scudl. Lanno succèssivo núovorentatilo di fuaa Un èiricano avÉbbe dovuto raseiúnceÉO6noedi làot tèneregl ia i l t perfareevaderealcuni p. is io-.ie.i tra cui cefrantes.ll disgtaziato l!.attùrato conaddossorna erterd der oscr. rore pe lgover" oF d:Orano e i rDa-ldo Lo sp"c1oro, nono.r"nte fosec r tdro,orddnra o a r ice-!ere duemila bastonate, non fu punitoLu ltino tentativo .onsisteva di nuoroneltugai€con una na-vq quesra volta si tratava di un natanle che avÉbbe dovútosalpa.e da Alcei ì , naanche qlesta vol la i lpìa.o ta lLì Funuo-vamen!e mi.acciato d i úorte, ma siaddossò nuovamenletuÈta la coloa e dinuolo non venne punito

16) sì;iqa €dozion. ilR{iuircli l ibùd rslid'ù!i

Dt

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Nel frattempo la famlglia cra riúrita a racimolarc du€Gnto ot-tanta scudt che èrano stati deti a due padn tnnibn, Anton ó€la Bellaeluan cil. La cifr. non fu itenuta suftjciente da HasanVcnezidno, . l e rman.va rremovibie su' c i loùetenro scudicifÉ da Iui pacata per acqulstaE Misuel La sorte del Crandescritto€ senbrava sesnata, in quanto Hasan stava perromaÉa Istambul e cerantes era gia stato .aricató a bordo di unadeue navi del seguito Per buona sorìe, ad uno dei due frativenne in mente di farc úna colletta tra i cristiani in Algeri e ladifierenza fu Éccolt. in tempo brevissimo, data la stima checeruantes nscùoteva nélla cltta. Rimane un misteo per luttiúne Hasan V€neziano, .onsideÉto uomo paftìcolafmentemdele, non abbia Fai pon ito ì ilcquletÒ pticionieo Ceryan-tes a quei tempì ela giovane e non aveva ancora scritto i e'pobvon che lo re*ro immo.tal. Lunìca spiesaiore pcsibi'le è che ún gefiodi lale ponala evese un cansma tale da in_@ntaÉ p€6ino !n péÉnaggio pa.tlcÓlamente elieÉto. Berbuona ene .iù{ì a ltomaÉ in Spag.a e noi abbaamo potÙÎo

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Llberazlone deAll schlavl

La pi:Ca della ridu2lone in schlavhù di tanti esseri umani su-scitò un notevole iermento disentimentiumanitari t.a sli abitanti dei paesi colpiîi da lna slmlle slentura l-idea che unapetsona nota o comunque !n conclttadlno oabiranre di locali-tà vicine fossè rato poÍato ln schlavitù in Nod Aftca colpìvagiustanenteCli anini dichi era stato piùrfon!nato.La loma più comune di lib€Ezlone di chiùnque fosse rìdottoin schiavitùr, e6 il pa€amento di un riscatro Non eÉ un pD-blema inelubile perlelamislie più abbienri, a.zi in questi @-sieÉnoeli ste$i baÈa€<hiche di elitoaprivano le tÉnad-ve. allettati dalle possibilnà diun búon euadacnoLa sitùazione @obiava in manie.a soîanziale, per icontadini, ipesrori, o ancbe peEone di m.dia condizione econoniG. So-venre le lamislie non e6no in g.ado di sboGare somme richie-ste per i iscatti non solo se elano inee.ti, na per i meno fonu-nati ancheùna piccola somma divenlava unosîacolo insomon-tdbile ll pFblera dilenrava semprc piir sÉve d, m.no i_ ra.noche Iattività deico6an siampliava ma in compenso eradaia-mente injziava a pEndere piede Ialtilita djconc€eazioni laì-che o rclisiose che si oc.upalanodella tud.nzh^! dei.attii alPereesereprecìs i , is t i tuzioni re l ig iosechesioccupasserodel-la liberazio.e dei prisionieri nelle nadi dei musulmani esi-sievano eià dai tempi delle crociate. 5i trzttava di dle ordinireligiosì: i Tnnitafi e i Mercedari

4ilDa c,/rivir larúo.he sìen r.à pdsloi em

t t7

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ll piino, I ordlne della s.ntlssifra îrinita, era nato dalla mentedì dle enti ft_ati ft_anGii San Felic di valois e san Ciovannidl Mfha, nel | 193. Lordinè aveva avúlo l'appdaaone di In-nocenzo lll chè eÉ stata confefrata da onodo lIL nel l2r7 Lasua diffusioneeia stata rapida in lufto ilmondocnsdeno, tran-ne lìtalla, dove aBivòsolo nel cinquecento. l suoi 6m ponen-li venìvano .hiamati @rsemoliciÈ Tri.ita.i.Lodine diNostÉ Sisnora della Mercde vide la Iucequalcheanno dopo ll2l8Ì ad opere di san Pie$o Nolasco, orlelnanodella Lin€uadoe. se itinitad si e6no diffusi in quasi tuttaIEurcpa e lo.iente, i mer@dad, @me vcn ivano chianeli que-sti fÈti, avevano svolto la loÉ opeÉ dl mleri@rdia soprattuÈto nella Spagn. dela nconquisra, doee lo s@ntr tÉ Cristiane-simoe lsìam non eÉ cerlo dato ne.ocrucnto che allc crocia-te. ll riconoscimento di qu.sto ordine èra stato conce3so daCregono lX nèl 121ì. Dopo la fine de la ncorquiitd, cJi scgJiorati@mente *nÉ sol@ione di óntiruita, il na#É dellaSuem da co6a, la $hiavjtù che ne tu coreeue.a loml ai úercedari un nuovo €mpo d'azlone oer la loro beneme.ita attilità, cosi come loaveva fatto per i trinitari,A iato di questi odini, che svolsero l'opèE di piar vasta nole,dato che avevano diftuslonè ontinentale, nacquere un po'dappertutto, @n que5to peciso proposito noltisiúe ónFa-tènite e @ngregazioni rcligiosee laichè.ll probleóa principale pér oÉni istiruzlone che si fo$e postaqueliobiettlvo era di prccurasi ildena@ necessario pcr il pa-ganento dei rlsetti Non6tante l impree nchiedéssè *hpfeeúme notevolissime. daîo il rùnerc eleeato di sliava sem-pE p€senl nelle città nordafn@nè, il .epenmento del dena-ú non semp.e nsuhavadifiicile cone siporÈbb.pen€a€.l-apiaea della liduzìone in schlarìtùL dimoÌte migliaia dlpeEoneeÉ ben liva nèlla men€dltútti. in qúnto si tÉttava di un Ra-sello, di cùi chlùnqúe si dovc$e trcvac a virerc o archè solo

t33

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a pa*a€ lunso le coste del Medneraneo potera diventamevnr hd. lon solo mc eÉ mol lo di l f i ' i -e ( fe. hr ab rd. \e rn É-giÒnicost ieenonavessemaiavulónot iz iadipaÉnte,amicooconósc€nteche non avesse subito quella ede arceLope.a del r.dertoli43 aveva quindi .ome prjmo obiertivo lara.col(a di eienosi.e Alc!ni c.onisti Ìaccóntano cone, dùran-te le loopredich€, ilratisovente cancassero la mano a dipin-CeÉ quanro fossero d!re le condizìóni divita degLi schlavi in

La .ealtà ìn certì casi era peggiore di quanto qualsiasi d€.(r izrone pore(<e e(p' ime'e, Ta in dl l r i .a. i no. erd oo' co.sì br!tta, ìuttavia qualsiasi cosa losse latta pér commuové-re sli anini ed ottenefe il deóaro necessafió per i fiscatti,un fìne così nobile poteva certament€ ciustilìcare anchequalche ì.nocenre esacer:zione ll sentinenro dj pìetà verso queslì sventurati efa comunqùe lareamente diifúso, Îan.to che non lùrono intrequenri ì casi in cùi lasciti ereditaravenisserodedicatj al fi.e di riscattare 5.hiavì a oryanismi dì

Le elenosine 5iEccoelì€vano con il solito sisrema della què'stua sóprattutto felle feeioni nageiofnent€ afnlfie dalla cala-nita delle.azzie dei pirati; in qùesto nodo asli abnualiconri-bud dei fed€lisi aegluncevado qu€lli dei parentie deelianicidichial momento si tovala in schiavitir.Unahra dcasionè pe.otteneÉ denaro dai fedeli era |a renmoniacheseguiva la liberazionedecli schiavi. lnfatti quasi adogni viaggioche portava al riscrto di schiavi, seeuiv: una prc-.essione in cui eli schiavi libeGti sfilavano con i membri dell:concfeeazlone che aveva proweduto al loro afffancamento. Pef

.trè ra.ev:nó padè d'

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commúovere ia gente che andava ad assisrere .lle cedmonD sifaceva in modo.he la cosa assumesse dei tonì .lquanto spet-(elarì. Cli appartenenti all istituzione di rcden!ìone irdcsvano il c6tume dell'ordine e lacevano amDio ùso di bandierc,

cli affrancai sovente vestivano mise sai e ponavano cateneasimboleeciare il riste stato ìn cuiavevano vlrslto anche semaearl per tutti cli anni in cuì erano stati ln Barberia non leavevano hai messe. Tuttavia labbìclianento dlmessoe leca-tene erano elementi che facevano lna laaa pres sullenoti-vita popolare eontnbuivanoa far si ch€ le ofene pe.le pc-sine operazioni di riscartó lo$eo partiólarm.nte genece.Anche jn queste ocesìoni non mancarcno <olorc .he accusa-rcno i redentori di ec.èssive teatralità. si può senzalrrc diÉche siano state accuse in€iuste. l l f ineche quest iordlnl s i po-nevano era parti.olarúente nobile, ridare la libcrtà a chi Ia-vèva pedura. Non solo, ma la missione dei r.dcntoriera [email protected] deli@ta e non ofiva di ri*hi.La r.ccoha dei fondi per ll netb era infatti solo il piimo pas-e p€r la redenzione deelischiavi. sùpeatoqu.sto pbo'ema,che.omlnque non era scevro di difffcoltà, bisosn.va ouene€r l pèm.sso di

'eLé6r l . ù.a r i r rà b" baresca porulF' u1d

.avè, ra€gìunCeÉ la citta stabllita e qúìndi contrattaÉ perla li-berazlonè degli schiavi, operazione cheneconpÉndeva un al-ra dolo.ósa ma .eceseria: scegliere chi affràncaÉ sulla basedel den.rc disponibjle Una volta libèdti i prigio.ied, sipote-va inrÉprerdeÉ la via delnloúo.

^ volte il nscatÌo veniva pagato da parenti che disponevano

del necessado, .apitava inlec€ talvolta che, se ún pe6onac-sio facoltoso cadeva nelle mani dei pirati I parenti si inpa.drcnlss€rodeì suoi beni e non avesserc nessun lnteresse a li.

Le cronache .itano Diùr di ún @e in cúi oualche sventuEto ri.do(o In pneionia, de$e pr@ú6 ai rcdenrori diagirc conrrc i

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suoi stessi paÉnti, al 6ne di ot(erere il pagamerto del p@

È curioso, con la mentalita doeglassistere ad un ripÒ o' com-po.tamentochesa verifi.ò non p@he vol(e nelno.do dei pd-gionièri. Più dì úna volta capitò che !ho schiavo ottenesse daparte del suo 'padrone il peúesso di ÉcaEi ir patda p€ipúcu.a6i il de.aD per il fis.atto. h questi@siperòla libenàvenjva @n@ssà lasciando alùi schlavi praticamenre coneostagci che earantivano, con la Ìoro pe6ona, che Iinreressatotomas* con al denarc recessano per riacqùirat€ una liberta,che di Iatb.veva cià ottenutoUn aneddolocurioso ch€ cipuò lar conoscere aspetti timite diquanto potess€ awenne in oc.asione di nsGrtiè for.iro dal,la v lcenda dclpr incìpe dì Paternò, GlovanniL! ìg lMonkoa

'Lfatto ebbe luogo.e! 1797. ll pnncipe era sÌatÒ canuidro odrco6ari ùnisini al largo di Naooli dove voleva ÉcEi pe. ma,re. Àlcuni storici. tra cui il Bo.o, sospettano che il capiranodella naveche lo stala portando ad€sdnazione lossedaccoÈdo con itoMn, ma l .reomento è contoveEo Delia sua libe,razione si interessò énche ìl sov€no delle due Slcìl|e, Fèrdì,nando lV che cercòdii.fluire sulla re44.tr:d per via dlplohari-ca, ranite l'impero turco, ma iu inútile ll prircipe dovettéhattaÈ un elevatissimo iscattó4e Dj questi una oane cioèó0.000 scudi furono vetsari subito, e ilpnncipesi ìmpegnava are.a6i in sicilia da dove av€bbe latto avere al ,., il rima,nente della somha pattuila stipulato l :(ordo, ilMoncada siimbaicò per la sicilia, dove arivò nell'aprile del | ?98 dopo u.viaggio awenturGo Arivato a cas, I ansbcratico, noto per lasla avanzia, ntenne che non vi ióssèro piir motjli perpagareIl riscatto e si Cuardò bene d:l veGare al úr4 di îunisi unasomma lanlo ingenle. Il sovrano tunasino, tuttavia non 5i die-

iel La cffa ccrcofdata em d! ó{0 000 s.udi

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de p€r vinto. citò il pnrcipè davanti ad ùn uibú.ale dl Paler-mo. La *rrcnza emessa a lire luslio la00 dava raglo.è al 4.,e stabllìva che il principe èra tenuto al pagaúentodella son-ma paltuha. Talesenten2. non peGuase ìlPaternò ch€ pfose.euì laeusa, ben detemlnatoanon pagare. Lavenenzasi pro-rasse allneo, tanto che nel 1823 il B?y reclamava ancorap€s-so ilgovemo di Napoll, chègllfosse pagatoquanto stabìlitoToma.do ai redentoriso, une volta €he avevano raccoho unaboona emma di dèn:rc, lni2layano le Drocedurc oer ìl ri-sctto. ll pdho aro da.ompièÈ eÉ prccúÉd ún elva@r-dotto per raegiungerc la clna barbaÉ@ in cul avÈbbercsvolto il loro benemerlto complto. Collegato alsalvacondonosi Dr.sentava il oroblem. del lrasfennento del denarc, cosa<he poteva presenraÉ qúalche ischio. Nei prlml tempì si ri'coEe sop6îtutto alla colLaborazione dì mercantlche avesse'rc glà una base operadva nèll. città, in seCuito un valldoaiu-tof. fomiro dai @nelatl.he sl andarcno formando.elle cit-

DallE pane ilÉ@ttoe.a una delle pnncipali fontidì èntÉtad.gli starj barbare*hi e lè aúbrirà l@li avevano rutrl ell inrc-€ssi a favorire Iattlvlta dèl€defton, chesesvolgevano un o-pcra merltorja nei @nfond deCli schiavi, d aìtrc lato, fomlvanoallccasse degli slati.o6a una notevole quantità dl denaro equindl non avevano nessuninteresse a scoras:laÉ la lo@ atti-vita. SoloCIi stolri uccidono laCallina daìle uova d orc. Non sìpuò n.!ae che ilpagmentodei nstti di!n elevati$lmonu-n.rc di *liavi ebb€ ùnlnfluenÈ ron t|eúGbile slllè [email protected] dei pa6i posd súlle sponde del Medaremnèo. Da unlato si tEttò di ún pBantkslmo drcnacgio di denare volto a rì-ponac in paîria e in llbena pe6on€ di cuisià la mancata atti.

501 P€r Edenród si jN€ndoio !1. sll ordrii r€lisiGi ch. l. .on€Ecaronjlal.hè. che €cno q*hè .ll. stés @cdure, ra$. € fodalltà

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vita ìavoratLva durante la schlalirù 6srìtuiva un onere Dahrolalo, costirúìva lna delle più ihponantivfti di èntrata di Alee-n,Tunisie Tripoll Èntoche la fiorltura dlquelbcnra è lesataallarivnà dei coÉan e alla Íatta prati@ta per oltre tre secolinei confÌonti dei paesi.ristianiùna voltl onenuto

'l $lvd@ndono, rl passo suL@\sivo.onsr'

steva nel nolegelaÉ una nave con cui Ìeca6i in Barberia € n'ponae indietm elischiavi úna volta libèrati.ll nolegeio dellanav€ aveva semp€ un costÒ che venìva ad incldere sulla som-ma destinala ai paganenti deiriscani.Una voha .aCgilnto il pono di destinazione, prina di porerattraccaÉ alla banchina la nale dei Édentori doveva farsi ri-conos<ec cone tale. Lo si tóceva innalzando una bandiefapanicolare. A quelpunto le autorlla portualimandavaro unàsialuppa con cli ìn@ricatiche, verìficaÌa la valìdità del erva-condorto e lentttà deldenaro per i riscatti, su cui si dovèvapacare ùna tassasr, consentavano alfatra@. La nave, conetutte quelle che enrravanó ii un porto balbaresco, dovevaconsecnare le vele si Íattava dl una preGuzione adotiaraper èvitare che un eruppó dis.hiavi inriaprendenn si désse

Una volta sbarcati i Édento.i dovevanó presentaEì davanri alsov.ano e ender8li ómaggio, pmcedu6 nolto lmponanE da-îo che i 6?, o/.t deìle cinà barbaesche avevano únaltissimaconsiderazione del pfoprio ruolo ed amavano particolamentei cedhoniali fastci In qùesto6so la cedmonia, olrre al paganento delle tassè previste e a manifestazionì di ossequio, ir-cludeva omaegi è donativi per ingraziaEi quei cap.icciGl so

Normalmente, i conDonerli di oueste missaoni beneflcheerano ben trattali e venivano forniti anche di una scona. La

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lorc missione in tera i,&r'.k nomalnente durava aìcune set-tioanc € richìedeva una slstemazione adeeuaîa.rl conpito ché si p€snlava a quel punto aì redenron eÉ daun lato ilpiir nobile. €ioè la libera2ione degli schlavi, dallaltrcit più i.g.ato, q uando si doveva sceglieÉ chiliberare e chi noscelta chc sovenîe eré condlzionata dalle disponibiljtà econo-miche, Sovente ra sli schlavl da affÉncare .e n'era qualcùnopercui oaÉntì od amicÌ.vevano ve6aro ai Édentoriia sommapaîtuita per iìnscatto, pérgllaltri occoneva sceglle€, dì soli-to ka sli s(hiaviappanenentiall. na,ione der redenlon o, nelci d.eli ordini Éligi6i, in quella dove era stato racoko [email protected] d%tto. Era ùn compito panicolam€nt€ penoso,in qranlo gli schìavì Iacelano a Cara perdescriv€re nel úodopiù commiserevole le condlzlonidi vitain cuiversavano.Anchc per coÌoro pèr cul eÈ stata versata la somma pattuitaper il dscatto sovente sorgevano difficolîà, ln quanto non erainÍiequ.nte che i padronl, vista Ia pos5ibiliî diottene€ ilpa-sanerlo, alavano il p€4o nélla speÉna da orenere unasonna suDeioÉ. h ouel@so, l atdvnà dei Édentori nchiedeva paricolari doti di asîuzia e di diplomazia ma sove.Ìe bisosnava che aggìungessero daldenao di cui dìsponevano unasommaco! cuiinregraÉ ilrlscattó, ìn mododa lìbelare ìosven-

ll DÉzzo dello schìavo variava a seconda di molti Da6meri masopr.Ntto in consid€razlone del Énso. Se i barbarechi 5irendevano conro dì avernelle lo@ mani un peÉ.accio di alto lisnaggio, la ciha poreva dlvenraÉ elevarissima: alcaso delDrinciDedi Paremò costitulsce un ma$ióo, ma è indicativoAnchè CeNanles ebbe probleni a Éperjre il salto perchéritenutó peBona molto più abbiente di quanto in rearr, lon

Per que5to morno, ogn. voka chF rr <'i<nano cadeva i. rdnmusùlnane, e nschiava ló dduzione in s.hiavitir, faceva ilp6-sibile pe. fù @deÉ di es*,e di bas5a @ndizìone socaale, fa-

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cendo uso di tun:i cli strataeemmi possibìli, prcp o al fine dinon dove.in seeuito sbo6are somme troppo oneroseAItri parameri su cui era elcolato Ìl valore del riscafto era ilti-po di Iavoro che Io schiavo svolceva nel paese barbaresco sesi tEttava di pereonache svolgeva ún Iavoro dì particolare uti-lità, e specialmenteeli anieiani specializati nelle artivìtà can-tieristiche o comunque .elative alla nanuienzione delle navÌsoprattutto se erano eiovani, acquisivano un valore mollo ele-

cóúpiute tutte le formalità e pacati i riscafti e elì lltimi bafzelli, dopo un accurata p€rquisizione della nave e Ia redazìo-ne di cefifìcati che attestavaro I affrancanenio deiriscatrari, i€dentori potevano finalmente riprendere la vÌa del ritomoNel suo esaunente lib.o sui pnati barbareschi, Salvarore Bonociripófta la distintadeue spese per la liberazìone di un nume-ro inprecisato di schiavi da par.e dei Mercedari, awenuto nel1723, esp.esso in pesos:

Dùitti a.cessóri dèi funzionan diconelmposta del3% per l'enrala deldena@lmposta di l7 pesosa favore del Guardian-Basci perosnischiavo di propnetà delOovemo

Elemosina agli schiavi rimastiSpese per !l soggiorno dei R.ddtr, ad Al'etiNolo della navè pef i 53 Ciórnipfesîatì a sèruìzìo

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congrc4azlonl e oúinl ,'e'ostj a,'.a rcderz|ne.

si è gia vlsto .one qlest ordine sia stalo ll pÌimo adoccupaEidi Édenzlonèdi schjavi, slndai tempi d€l|è crociate. Fu ancheil pnnoa eolge€ una missione di risctÈ nelle.ittà barbae-sche. sa rÈna di un azio.e slolra ad Alge.i nèl 1540. lopera diquer'ordlrè tu panicolamenre vara, dato che ope6va inóohe r€Clonl eùropee. Dato ch€ la sua sÍúltura era dlvlsa in,@vir.r è dlfflclle riuscie a rìsalire a ns!ltatl clobali. Neì noldjtalia illob.onvento di Torino lu tÉ lplù attivi.

La lorc attivlta h Barbetia iniziò po@ dopo quella dei Ílnltari;di fatto ìlvèdlamo presentl ad Aben .èl lrts sinilmente afIordine delTnnitaú, anchc ì Mèredarlavevano !na struiturasulla base dl ,evir@, anch. sè lanazione cheeide la lorc ope-6 maggioe tu la Spasr. h llalia. la Éelone in @i lureno piii

A fianco dl questi ordini rcllgiosi vi tuono molte congegazionisu base locale € ìn ltalìa fuóno panlcolarm

rÀ Rrtl aN Stnta dell4 kd.nziù. de C4'rMouesta conefe€azione fondara a Napolinel 1548, pae pc. ini-zlativa dell'imperatoe Ca o V f0 la plù antlca istìtuzione ita-liana nata per qlesto scopo. L3 sua attlvlta tu svolta special-

t Alnonhtlehila del ConlolonAveva sedea Roma, presso lachiesadisanta Llcia ed è tra Iepiù antiche d'kalia tfa qu.llè nate per la tedenzione. Solentesi rivolse a tati Gppuccìnì come int€rmedlad con i barba€-

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schi. A questa @nfratemila ne èrano aegtecate ahre in talia e

i- o,.ir" ..ata."n'1"." qoella bolosnee di s M"n' /'ih

Aftkúilrobnita di s Mdtu tn NordFù .ostituita a Palemo il 4 aprile 159ó su iniuiatila-déL ma'

chese diceÉci, svolse unattivita intènsissima ma srorúnac-

menre ld docùrenGTione che abbidno in p'Ópo\'ro è rÉm

ménrarid. PÉw de alld ||berazlone dr mo rrsliÎ "hravi (pe

cialmente jn lùnisiae in Algerla

Aveneziai lnscattodesl i schiavleracompitoaftdabal la Ma_

Cistratura sopra gli Ospitalle LuoghiPli

A Ce.ova operava ilMacisttato del Rlscano'

ohc allc ptreduÉ del r5otto Ùr'ahrd slu/ione e€ d'ld

dallo somL'o deipncionreri 'n

qÙanto se 'barbagchidnu

rdvanoune6ndis imonumeódipneloni€n chenducevrnoin

i.hiavitù.;ón era ram che le flotte degli stalicristianì ofturas-

co rdri baùaresrhe e face$et pneon em lequip"cBio ln

aue.lr -asi erd Inte'e\se di èrt?mbe le parr 'camDraFì pn_

eioniei Oleste situazionj si verifi@rono maeiciomenle a paF

;redauaseconda metà deÌ selcento' quando nacqueolerlot-

È delle srandi nazio.i e!Ópee Dl solito lo scambio nÓ' av_

ve.ivd cla pdri odto (he i ba'baÉschi p'etendevèno "\e'o-seo lioe'ari pri úu'ulnanr' per 'iberaÉ un "n<tiano md

'dl_voha ilcambio aweniva all2 Pari

'lalvoll. la libeÉzione di ur <eno rume'o di sch avi aweniva

De(hé qual"una delle r.ton' eurcpee che disponela dr una

ióde marina, oe' ÉppÉsas|a@nro le dnchene subile inviava

und nooa dd cuerd d bombardaÉ unc delle 'rnà

6MF 'ÉIrzione avevd un e\rlo p6rt'vo

' baòaÉschi eiridu'e!ànoa

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più niticonsicli e perevirare un danno úaegiore, accèttavanodi rilascia€ j priglonien appanenenri aLla nazione della llolta

Non senpre però anche le eÉndi nazioni si rivolgevano a lafo,d Arche f 'ancra l4chlhe'ra e ovr anente e iaùon _onllore di minor ootend, a(cettavano di l6naÉ lr hbe'aionedèi DmDri concirtadini con la lorma del ús.atro. h,arti rutfi lSovemi europei eano s€nsibili al poblena della schiavitfi epe€nti ed anici delle vi(ime lacevano in modo che que*oorobleÌd non venisse dimeniicd'o <on \uDol'.hc a sov'"ni enlnistr i ,e in Inehi l teraaruppidic i t tadinistazionavanoperen-némente davanti al padamento pè. rammcntare ai lorc rap-presentanti che qualche suddiro di sua naerà britannica sitrolava schiavo dei barbaÈschi

Ouando ncssún altro modo dí liberaEiveniva posto in ersec,come si è eìa vìsto, Cli schiavi più disperali e i più intrapren-denti @rcavano di ritrcvac la libefta con la fuea. si trattava diun imDresa diiíicile e altamente rischìosa, Derché lo schiavoche av€ssc teniato la fusa e fosse stato .ipreso sarebbe statomessoa no|tei dopo aver subitoaircci tortu€. Ouesto altìnediscoÉggi.re ahri sventurari a rcntare quel ltpo di awentura.Tuttalia in oeni uomo è îalmente tófte il desideri dilibertà. chet(rcno tantissini a cerGre di IjberaBi in qlesto módo. Pur!reppó su questo punto non esiste lna docunentazione accù"raté, De(hé nessu no ha owiamenlè Dotubtenercuna sorîa diconrabì l i tÀsuquantìs janosrar i iésidirenlar ivodi fuea.ciso-no peryenute soló testimonianÈ vè€ o ónanzate diepisodi

Le naggiori possibìlità dl riuscita di una fuga sì ve ffcavanoqúa.doglishiavi riuriva.oad accórdatsicon pe*tori o co.munque frar inaio del le Balear iodel la sì . i l ia, chedinotte ac.costassero alb nva e caricasserccljsventurali sulle loo imb.Fca2ioni e li portasero in selvoin tem crisriana.

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La p€senÉ di ona nave eùrcpèa nel poro era sempre causadi tentativi di fùea. na i baòarc$hi, che non erano ccnosprcweduti, qúando navi stranierc attlacavano ai loro poniaumentavano la llgilanza e I contrclli sul movine.tj d.gìischlavl e arivavano persino a tar sottoscrlvere ai comandantider ddumenx rncuiouerr, in @soqual(he schÈvosi toqse d-luglalosulla loro nave, si saebbero impegnari a restituilo.Nemmeno qúesto sistema bastò a *oragglaE |iniziativa dèiprleionien, che In qlalche caso dcoBeto ad uno siratagehFa:arembare la nave, Immobiljzare l'èquipaggio .he natuEl-mente non opponeva molta €slstehÈ, e libera o $lo una volta al larep, quando omai ,l rl*hio di e$ee trpesr non sussi-

r

a4o d.n. Lhrda

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lllenomeno della Dnaten. mediteranea, anche se ooco coru-sciuto, segnò un penodo dl ohrc tÉ sè@li della storia dellepopolazaoni nvieÉ<he Non ooteva non lasciarc prcfondi in-flussi sllle tere che ne fureno teatrc. Se da un lato @ntribuìpcitiv.meme per le egio.i in cuivenne pfatiGta- fu inlarrila principale voce di entrala per le Éscenze barbaresche -portò ad un prclondo depauperam€nlo delle rerc che ne lu-rcno colpjte. Non abbiamo pu.troppo dati che ci possano faiconosceÉ qúanti luróno ell sventulati ridotti in s.hiavnir daìprimi an ni del Cinqueento al Mjlleotrocentotlenta, quando raFrancia ccupò I Algeria.

^rche s.na dati, oeò, siDùò sGtenere che si trartòdi oolrc

@ntinaia dimigl ia iadi pe6one, se non dimi l ioni .Si deve îene€ presente che, per la maesìor partè di queglistènturat i ,s i r rat tòdic iovani , pots ib i lmentecon una qualcheattleìta, plincipalmente adigiani, pescatori o contadini, chefornlvano un contributo non indiÍerente alleconomia dèllenpo. Non si può icnorare quanti drammi abbia causato Ia.attura di ta.re peGone <o. qúste oraftenstichc. Moltissi-me luÉno le lamiclie che, a caúsa della 6ltu.a di ún con-Ciunto, sitrcvarcno di colpo proiettate nella piir totale indi-genza. Molte suppliche iurono scritte da donne, che .ìmasteprive dèl marito, non aveva.ó piùL modo di slanare la prole.Non sappiamo quale sia gtata la loro sorte, na sìcuramente

Naturalnente, oltre la perdira del contnbuto levórativo di tut-ti qùegli svertuEti, si dovcvasopporta€ un ahó oneÉ le€ato

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alla loro liberazìone, il coslo del riscatto percúi ildan.o finivaper assumerc un duplice aspetto.lor .o o le pcFonc f-ro-o dpeddd- o.drropiar IFrmeno gli oggetti preziosì ve.ivano disdeg.ati Un altr. asp€tto neeativo al rieuardo non va rascurato il marc è da sempÉla via più uliÌizzata per il commercióLa presenza dei pirati rese insjcuro il Mediteraneo i. un pe-

'odo. ' L i r lhai?4ot,r 'd.1"\"Ci : rpè'derdoi 'porcn/" n

quantoi lbar icentrodelcommerciomondialesj stavasposran-do vetso Ioceano Atlantico. ouanto la pirateria abbìa contn-bujtóad accelerare Ìl fenomeno.on ciè possibilè valurarlo, dicerto la sua parle Ia feceAltrc punto da considerare Iu che tutte le opere di dìfesa chesi dovettero cosùuke, percercare diprevenire eliattacchi per!n ve6ó conl.jbuirono a caratterizzar€ I asp-ètto architettonicodelle regioni, soprartutlo di quelle costìere ìtalìane llrovesciodella medaelia fu ch€ richìesero elevatiinvestime.tie perre-perire ifondifu necessario impore nuovibalzelli che andava-noagravaresuuerìsorsedìpopolazìonieÌàdepaúperatedal lapiaga della piraÈna Come in oe.i evento umano di iarCa por!a!a ì gìudizi di valore so.o sempre peronalì ed opinabili,qlello che perònÒn si può tacere è lesistenza dì questo fenoneno, quasì sco.osciuto, che tultavìa ebbe un influenza nonÍascurabile nella storia del Medit€Íaneo

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Bibllocrafla

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reÉ ercica: ilcìnque.entoe i Barbarcsa

LlbeEzlone deglì shiavi

Blbliografia

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La olntaÌtt neditqrarca fit ufi flúgello .ie aÍflbee pzroltre tÌe .a.altb rcglanl .he sI afrdr.I^nn sr,ue $ct2oúUe tall del Medlrzn^neo.De.I^e dI nlqÍala dl pelsorc ftr'o',o ndoft. lt schiatil,tl'

Fenomeno che l^flltaaòe I ra.f,'ml delL resloú

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