Pionieri e costruttori di Classe (A) - bravifarmacie.it · Eco-case Made in Brescia CERTIFICAZIONE...

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Data e Ora: 19/04/10 21.40 - Pag: 28 - Pubb: 20/04/2010 - Composite Eco-case Made in Brescia CERTIFICAZIONE DOC Pionieri e costruttori di Classe (A) Isolamento termico, fabbisogno energetico minimo, geotermia: la palazzina Edil Ida di Brescia, certificata al massimo grado dall’agenzia CasaClima, rappresenta un intervento all’avanguardia Gli esempi di via Ballini e di via San Zeno a Brescia costituiscono certa- mente due spunti interessanti per rac- contare l’edilizia che guarda al doma- ni scostandosi da abitudini e consuetu- dini radicate e, almeno in parte, supe- rate. All’indirizzo economia@giornale- dibrescia.it potete inviarci le vostre sto- rie di edilizia sostenibile, raccontarci di progetti già realizzati, in fase di costru- zione o ancora in elaborazione. Con- tattateci e verremo a trovarvi per rac- cogliere nuovo materiale su un settore che riteniamo fondamentale per l’eco- nomia bresciana. Sappiamo che la so- stenibilità e l’efficienza energetica so- no temi sempre più radicati sia tra pro- gettisti e costruttori, sia tra i clienti, sempre più esigenti in tema di qualità dell’abitare. Siamo sicuri che si passe- rà da alcuni pionieri del settore allo svi- luppo di un vero e proprio sistema: l’importante è dare l’esempio, contri- buire a diffondere informazioni e mo- delli positivi Nel rendering si vede co- me sarà l’edificio in fase di costruzione in via San Zeno 95 e che ospiterà una farma- cia. I tre piani fuori terra so- no completamente in le- gno, dai pilastri portanti ai rivestimenti. Sono stati rea- lizzati in un solo mese. I pro- gettisti sono due architetti bresciani Battista Rovetta e Giordano Frassine di «Stu- dio 55», l’impresa realizza- trice è Rubner Objektbau. ABITARE SOSTENIBILE BRESCIA La Classe A non è acqua. È ri- cerca, progettazione innovativa, oltre a tecniche costruttive proiettate nel do- mani. Viverla, poi, la Classe A, equivale ad una qualità dell’abitare impensabile con una casa tradizionale. Non ci credete? È solo perché è anco- ra rara la possibilità di toccare le poten- zialità e le caratteristiche di un’abitazio- ne realizzata secondo i più alti criteri del- l’agenzia CasaClima, autorità assoluta nelle costruzioni eco-compatibili. La cura nei dettagli Via Ballini è una tranquilla via residen- ziale di Brescia, nel quartiere Urago Mel- la. In fondo alla strada, l’Edil Ida ha co- struito una moderna palazzina che al cancello d’ingresso può fregiarsi proprio della placca di CasaClima recante una bella «A». Il fabbisogno energetico del- l’edificio è di 24 kWh al metro quadro. In un’abitazione tradizionale, questo è pari a 130 kWh al metro quadro. In termini energetici, via Ballini 21 costa un quinto delle palazzine di cui è circondata. Que- sto grazie ad una pompa geotermica che gestisce l’impianto di riscaldamento, grazie ad un cappotto di 15 centimetri che assicura un isolamento termico ele- vato, ad infissi a tenuta stagna. Oltre ad altre finezze tecniche definite «maniaca- li» dai costruttori, che contribuiscono ad abbattere la dispersione di calore e, in definitiva, di energia. Senza dimenticare un sistema di condizionamento dell’aria interna con recupero di calore, che sem- pre sulla geotermia fonda il suo funziona- mento. Il fatto è che i tre ragazzi che si sono imbarcati in questo importante proget- to non sono marziani. Sono pionieri. Al- meno a Brescia, quando nel 2006 hanno avviato lo studio per l’edificio che inten- devano realizzare, i fratelli Marco e Fran- cesco Facchinetti e il loro cugino, Enrico Facchinetti, erano gli unici a pensare di costruire secondo principi di ecocompa- tibilità che ora sono più diffusi. «Abbiamo incontrato CasaClima gra- zie alle fiere ed alle riviste specializzate - spiega Enrico -. Non c’era un vero merca- to per le costruzioni sostenibili, ma, dato che avevamo in programma l’intervento di via Ballini, ci siamo chiesti se non fos- se il caso di provare qualcosa di nuovo. Qualcosa che molti tra i nostri colleghi nemmeno conoscevano». I tre imprendi- tori si occupano dell’impresa fondata dai rispettivi genitori, i fratelli Giovan- battista e Luciano Facchinetti, fondato- ri dell’Edil Ida Travagliato. Una lunga fase di progettazione «In un settore ad alta concorrenza co- me quello edilizio-immobiliare - aggiun- ge Marco - ci siamo andati via via convin- cendo che fosse necessario migliorare la qualità dell’immobile per dare un pro- dotto appetibile». Così, nel 2006, sei mesi vengono spesi con i progettisti alla ricer- ca delle tecnologie, dei materiali e delle tecniche realizzative necessarie per sali- re le classi energetiche della certificazio- ne CasaClima. Inizialmente si pensa ad una classe C, poi le ambizioni si alzano alla B e finalmente si arriva alla A. «Già che c’eravamo, abbiamo voluto puntare al massimo» commenta Francesco. Con quali spese si è ottenuto il risultato? «Abbiamo quantificato un co- sto pari al 15% in più rispetto a quanto avremmo speso seguendo le tecniche co- struttive tradizionali. In realtà, essendo il primo intervento di questo tipo che ab- biamo operato, facciamo fatica a dire esattamente quanto possa costare in più rispetto ad una classe F, per esem- pio. Di certo, è stato un banco di prova importante, sul quale ci siamo costruiti una professionalità nel settore che sarà fondamentale per i nostri prossimi can- tieri» risponde Enrico. Al primo posto la vivibilità Si può però quantificare la spesa men- sile per il riscaldamento necessaria per la famiglia che abita l’appartamento fi- nora venduto (mentre altri tre restano disponibili): a dicembre è stata di 27 eu- ro. Spesi per l’energia elettrica che ali- menta la pompa geotermica che assicu- ra temperature costanti all’interno delle case, in qualsiasi punto, grazie anche al- l’impianto a pavimento a dispersione pressoché nulla. «Non è solo una questione di rispar- mio energetico ed economico - spiega il proprietario dell’appartamento -. È una questione di comfort dell’abitare: la ca- sa è sempre alla temperatura ideale, sia in estate sia in inverno. In più, la ventila- zione forzata meccanica assicura un rici- clo costante di aria e rende gli ambienti più salubri. Io non ho più problemi di al- lergie. Ho scelto di fare un investimento rivolto al futuro. In famiglia siamo molto soddisfatti». Emanuele Galesi Nella foto in alto, la palazzi- na di via Ballini, a Brescia, rea- lizzata dalla Edil Ida di Trava- gliato, certificata Classe A dal- l’agenzia CasaClima di Bolza- no. A lato, lo scavo per le son- de geotermiche, il cappotto isolante del tetto e il rivesti- mento dei pavimenti Cerchiamo storie di innovazione e ricerca edilizia BRESCIA Una delle prime im- magini che viene in mente se si dice «geotermia» è un esuberan- te getto di vapore che dal terre- no fuoriesce innalzandosi verso il cielo. Oppure una vasca di fan- go ribollente, il cui calore deriva dai flussi provenienti dalla cro- sta terrestre. Non è di questo tipo di geoter- mia che parliamo quando consi- deriamo interventi come quello raccontato nell’articolo a fian- co. In questo caso, il calore della terra è sfruttato per la sua co- stanza, più che per i picchi che originano i fenomeni sopra de- scritti. Prendiamo proprio l’im- pianto di via Ballini per avere un’idea di come funziona l’im- pianto che riscalda la casa in in- verno e la raffredda d’estate, «cugino» di quello che fa le stes- se operazioni con l’aria. Attorno all’edificio, sono sta- te impiantate delle sonde ad una profondità di 80 metri, un punto che assicura la tempera- tura costante di 12 gradi. La pompa dell’impianto manda ac- qua a 7 gradi alle sonde attraver- so delle tubature per poi richia- marla verso l’alto. L’aumento di temperatura dell’acqua viene sfruttato come energia che ali- menta un serbatoio di acqua, nel quale il liquido è mantenuto a 30 gradi costanti. Da questo serbatoio, partono le tubature che raggiungono gli apparta- menti e li riscaldano tramite un sistema a pavimento. L’unica energia esterna utilizzata è dun- que quella elettrica necessaria al funzionamento dell’impianto. In un modo simile, il sistema di ventilazione dell’aria sfrutta la temperatura del sottosuolo per condizionare quella preleva- ta dall’esterno. Attraverso un si- stema di tubature lungo 60 me- tri, l’aria raggiunge una tempe- ratura più mite (sia che si tratti di raffreddamento, sia di riscal- damento). Viene immessa nel si- stema che la filtra opportuna- mente, liberandola da smog e impurità. Prima di entrare negli appartamenti, l’aria entra in contatto con uno scambiatore che ne alza la temperatura fino a 17-18 gradi. Condizionare l’aria e riscaldare la casa con la geotermia BRESCIA Un telaio completamente in legno tamponato con pannelli modulari, sempre in legno riempiti di lana di roccia erivestiti da lastre di cemento cellulare coibentate con su- ghero. Il primo edificio «bio» dedicato al ter- ziario in città sta prendendo forma al nume- ro 95 di via San Zeno. Lo sta realizzando la Rubner Objektbau di Chienes (Bz) su progetto dello studio d’archi- tettura dei bresciani Battista Rovetta e Gior- dano Frassine, i quali hanno seguito le indica- zioni della committenza che mirava a realiz- zare un edificio innovativo e all’avanguardia dal punto di vista della bioedilizia. Naturale al 100% I materiali utilizzati sono infatti naturali. Il legno ha ottimi coefficienti di isolamento ter- mico, crea un clima abitativo gradevole e ha una durata eccezionale; la lana di vetro è un materiale termoisolante e produce un eleva- to isolamento termoacustico, ha ottime pro- prietà di resistenza al fuoco e non è infiamma- bile; il sughero poi è una materia prima priva di collanti sintetici e oltre alla lunga durata offre un eccellente isolamento termico. L’edificio di via San Zeno è a pianta rettan- golare ed è disposto su tre piani fuori terra (il più alto edificio terziario realizzato per ora da Rubner), per 900 metriquadrati di superfi- cie, con un interrato di altri 800 metriquadra- ti (realizzato, questo sì, seguendo le tecniche tradizionali di costruzione, con alcune pecu- liarità, come la coibentazione che solitamen- te - per questi spazi - non viene mai adotta- ta). In quell’area prima c’era un vecchio ca- pannone degli anni Cinquanta che con que- sto progetto è stato abbattuto per essere ri- convertito in un edificio moderno e ecocom- patibile, con tecniche di costruzione assoluta- mente nuove e di altissimo livello. Sistema di edificazione a secco «Abbiamo puntato sul sistema di edifica- zione a secco - spiegano i due giovani archi- tetti bresciani - perché è più veloce e garanti- sce elevate prestazioni acustiche e termiche, inoltre si ha una certezza del risultato, dei co- sti e dei tempi di esecuzione faticosamente raggiungibili con i sistemi costruttivi di tipo tradizionale». Un esempio pratico: i tre piani fuori terra realizzati con la tecnica di prefab- bricazione leggera in legno sono stati realizza- ti in un mese esatto. Inoltre, il potere isolante dei pannelli utiliz- zati è molto elevato: in soli 27 cm di spessore si riescono a garantire indici di isolamento di gran lunga inferiori ai minimi richiesti dalla già restrittiva normativa regionale della Lom- bardia: trattengono il caldo durante l’inver- no senza far entrare il freddo, e viceversa du- rante l’estate non fanno passare il caldo dal- l’esterno all’interno, trattenendo l’aria fresca tra le pareti. Due terzi delle pareti esterne sa- ranno intonacate, mentre la facciata che dà sulla via principale sarà rivestita di doghe in larice lisciato grezzo, così da connotare la sua anima «ecologica». Alla grande attenzione progettuale presta- ta all’«involucro» esterno, non poteva non corrispondere altrettanta attenzione anche all’impiantistica, realizzata dalla Tecnopro- getti dell’ing. Gianpaolo Perini & partners: il riscaldamento è a pavimento (e il pavimento in questo caso è in linoleum naturale, assolu- tamente ecologico perché realizzato con se- gatura, olio di lino e juta). Geotermia e venti- lazione meccanica controllata con recupera- tore di calore, ovvero si riesce a ricambiare l’aria interna senza che esca o entri calore dal- l’esterno, collaborano inoltre all’alta presta- zione dell’impianto. Sul tetto sarà posto un sistema fotovoltaico per la produzione di energia elettrica (l’esposizione al sole dell’edi- ficio infatti era stata studiata in funzione del- la futura realizzazione dell’impianto). Autosufficienza energetica «L’obiettivo, o se vogliamo, la sfida del futu- ro è che questo edificio possa essere comple- tamente autonomo dal punto di vista delle forniture - spiegano ancora gli architetti Bat- tista Rovetta e Giordano Frassine di "Studio 55" -, non solo per quanto riguarda il sistema di riscaldamento geotermico, ma anche per quanto riguarda l’accumulo di energia elettri- ca tramite il sistema fotovoltaico, cosa che oggi ancora non è possibile. Insomma che di- venti un edificio in equilibrio energetico». Saranno poi utilizzate lampade a basso consumo, così come l’ascensore avrà bisogno di un impegno di corrente inferiore rispetto alla norma. Tutti gli impianti garantiranno un risparmio energetico e di gestione che può arrivare anche al 30%. Gli arredi stessi saranno «bio», perché non verranno utilizzati mobili contenenti colle che possono liberare formaldeide. L’input ai progettisti è stato da- to dalla sensibilità ecologica dei committen- ti. Qui troverà posto una farmacia. Daniela Zorat COME SARÀ Da sinistra, Marco, Francesco ed Enrico Facchinetti, co-titolari dell’impresa Edil Ida di Travagliato Via San Zeno: bio-edificio in un mese I tre piani sono stati realizzati completamentein legno, dalla struttura ai rivestimenti 28 economia Giornale di Brescia Martedì 20 Aprile 2010

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Data e Ora: 19/04/10 21.40 - Pag: 28 - Pubb: 20/04/2010 - Composite

Eco-case Made in Brescia

CERTIFICAZIONE DOC

Pionieri e costruttori di Classe (A)Isolamento termico, fabbisogno energetico minimo, geotermia: la palazzina Edil Ida di Brescia,certificata al massimo grado dall’agenzia CasaClima, rappresenta un intervento all’avanguardia

■ Gli esempi di via Ballini e di viaSan Zeno a Brescia costituiscono certa-mente due spunti interessanti per rac-contare l’edilizia che guarda al doma-ni scostandosi da abitudini e consuetu-dini radicate e, almeno in parte, supe-rate. All’indirizzo [email protected] potete inviarci le vostre sto-rie di edilizia sostenibile, raccontarci diprogetti già realizzati, in fase di costru-zione o ancora in elaborazione. Con-tattateci e verremo a trovarvi per rac-cogliere nuovo materiale su un settoreche riteniamo fondamentale per l’eco-nomia bresciana. Sappiamo che la so-stenibilità e l’efficienza energetica so-no temi sempre più radicati sia tra pro-gettisti e costruttori, sia tra i clienti,sempre più esigenti in tema di qualitàdell’abitare. Siamo sicuri che si passe-rà da alcuni pionieri del settore allo svi-luppo di un vero e proprio sistema:l’importante è dare l’esempio, contri-buire a diffondere informazioni e mo-delli positivi

Nel rendering si vede co-me sarà l’edificio in fase dicostruzione in via San Zeno95 e che ospiterà una farma-cia. I tre piani fuori terra so-no completamente in le-gno, dai pilastri portanti airivestimenti. Sono stati rea-lizzati in un solo mese. I pro-gettisti sono due architettibresciani Battista Rovetta eGiordano Frassine di «Stu-dio 55», l’impresa realizza-trice è Rubner Objektbau.

ABITARE SOSTENIBILE

BRESCIA La Classe A non è acqua. È ri-cerca, progettazione innovativa, oltre atecniche costruttive proiettate nel do-mani. Viverla, poi, la Classe A, equivalead una qualità dell’abitare impensabilecon una casa tradizionale.

Non ci credete? È solo perché è anco-ra rara la possibilità di toccare le poten-zialità e le caratteristiche di un’abitazio-ne realizzata secondo i più alti criteri del-l’agenzia CasaClima, autorità assolutanelle costruzioni eco-compatibili.

La cura nei dettagliVia Ballini è una tranquilla via residen-

ziale di Brescia, nel quartiere Urago Mel-la. In fondo alla strada, l’Edil Ida ha co-struito una moderna palazzina che alcancello d’ingresso può fregiarsi propriodella placca di CasaClima recante unabella «A». Il fabbisogno energetico del-l’edificio è di 24 kWh al metro quadro. Inun’abitazione tradizionale, questo è paria 130 kWh al metro quadro. In terminienergetici, via Ballini 21 costa un quintodelle palazzine di cui è circondata. Que-sto grazie ad una pompa geotermica chegestisce l’impianto di riscaldamento,grazie ad un cappotto di 15 centimetriche assicura un isolamento termico ele-vato, ad infissi a tenuta stagna. Oltre adaltre finezze tecniche definite «maniaca-li» dai costruttori, che contribuiscono adabbattere la dispersione di calore e, indefinitiva, di energia. Senza dimenticareun sistema di condizionamento dell’ariainterna con recupero di calore, che sem-pre sulla geotermia fonda il suo funziona-mento.

Il fatto è che i tre ragazzi che si sonoimbarcati in questo importante proget-to non sono marziani. Sono pionieri. Al-

meno a Brescia, quando nel 2006 hannoavviato lo studio per l’edificio che inten-devano realizzare, i fratelli Marco e Fran-cesco Facchinetti e il loro cugino, EnricoFacchinetti, erano gli unici a pensare dicostruire secondo principi di ecocompa-tibilità che ora sono più diffusi.

«Abbiamo incontrato CasaClima gra-zie alle fiere ed alle riviste specializzate -spiega Enrico -. Non c’era un vero merca-to per le costruzioni sostenibili, ma, datoche avevamo in programma l’interventodi via Ballini, ci siamo chiesti se non fos-se il caso di provare qualcosa di nuovo.Qualcosa che molti tra i nostri colleghinemmeno conoscevano». I tre imprendi-tori si occupano dell’impresa fondatadai rispettivi genitori, i fratelli Giovan-battista e Luciano Facchinetti, fondato-ri dell’Edil Ida Travagliato.

Una lunga fase di progettazione«In un settore ad alta concorrenza co-

me quello edilizio-immobiliare - aggiun-ge Marco - ci siamo andati via via convin-cendo che fosse necessario migliorare laqualità dell’immobile per dare un pro-dotto appetibile». Così, nel 2006, sei mesivengono spesi con i progettisti alla ricer-ca delle tecnologie, dei materiali e delletecniche realizzative necessarie per sali-re le classi energetiche della certificazio-ne CasaClima. Inizialmente si pensa aduna classe C, poi le ambizioni si alzanoalla B e finalmente si arriva alla A. «Giàche c’eravamo, abbiamo voluto puntareal massimo» commenta Francesco.

Con quali spese si è ottenuto ilrisultato? «Abbiamo quantificato un co-sto pari al 15% in più rispetto a quantoavremmo speso seguendo le tecniche co-struttive tradizionali. In realtà, essendo

il primo intervento di questo tipo che ab-biamo operato, facciamo fatica a direesattamente quanto possa costare inpiù rispetto ad una classe F, per esem-pio. Di certo, è stato un banco di provaimportante, sul quale ci siamo costruitiuna professionalità nel settore che saràfondamentale per i nostri prossimi can-tieri» risponde Enrico.

Al primo posto la vivibilitàSi può però quantificare la spesa men-

sile per il riscaldamento necessaria perla famiglia che abita l’appartamento fi-nora venduto (mentre altri tre restanodisponibili): a dicembre è stata di 27 eu-ro. Spesi per l’energia elettrica che ali-menta la pompa geotermica che assicu-ra temperature costanti all’interno dellecase, in qualsiasi punto, grazie anche al-l’impianto a pavimento a dispersionepressoché nulla.

«Non è solo una questione di rispar-mio energetico ed economico - spiega ilproprietario dell’appartamento -. È unaquestione di comfort dell’abitare: la ca-sa è sempre alla temperatura ideale, siain estate sia in inverno. In più, la ventila-zione forzata meccanica assicura un rici-clo costante di aria e rende gli ambientipiù salubri. Io non ho più problemi di al-lergie. Ho scelto di fare un investimentorivolto al futuro. In famiglia siamo moltosoddisfatti».

Emanuele Galesi

Nella foto in alto, la palazzi-na di via Ballini, a Brescia, rea-lizzata dalla Edil Ida di Trava-gliato, certificata Classe A dal-l’agenzia CasaClima di Bolza-no. A lato, lo scavo per le son-de geotermiche, il cappottoisolante del tetto e il rivesti-mento dei pavimenti

Cerchiamo storiedi innovazionee ricerca edilizia

BRESCIA Una delle prime im-magini che viene in mente se sidice «geotermia» è un esuberan-te getto di vapore che dal terre-no fuoriesce innalzandosi versoil cielo. Oppure una vasca di fan-go ribollente, il cui calore derivadai flussi provenienti dalla cro-sta terrestre.

Non è di questo tipo di geoter-mia che parliamo quando consi-deriamo interventi come quelloraccontato nell’articolo a fian-co. In questo caso, il calore dellaterra è sfruttato per la sua co-stanza, più che per i picchi cheoriginano i fenomeni sopra de-scritti. Prendiamo proprio l’im-pianto di via Ballini per avereun’idea di come funziona l’im-pianto che riscalda la casa in in-verno e la raffredda d’estate,«cugino» di quello che fa le stes-se operazioni con l’aria.

Attorno all’edificio, sono sta-te impiantate delle sonde aduna profondità di 80 metri, unpunto che assicura la tempera-tura costante di 12 gradi. Lapompa dell’impianto manda ac-qua a 7 gradi alle sonde attraver-so delle tubature per poi richia-marla verso l’alto. L’aumento ditemperatura dell’acqua vienesfruttato come energia che ali-menta un serbatoio di acqua,nel quale il liquido è mantenutoa 30 gradi costanti. Da questoserbatoio, partono le tubatureche raggiungono gli apparta-menti e li riscaldano tramite unsistema a pavimento. L’unicaenergia esterna utilizzata è dun-que quella elettrica necessariaal funzionamento dell’impianto.

In un modo simile, il sistemadi ventilazione dell’aria sfruttala temperatura del sottosuoloper condizionare quella preleva-ta dall’esterno. Attraverso un si-stema di tubature lungo 60 me-tri, l’aria raggiunge una tempe-ratura più mite (sia che si trattidi raffreddamento, sia di riscal-damento). Viene immessa nel si-stema che la filtra opportuna-mente, liberandola da smog eimpurità. Prima di entrare negliappartamenti, l’aria entra incontatto con uno scambiatoreche ne alza la temperatura finoa 17-18 gradi.

Condizionare l’ariae riscaldare la casacon la geotermia

BRESCIA Un telaio completamente in legnotamponato con pannelli modulari, sempre inlegno riempiti di lana di roccia erivestiti dalastre di cemento cellulare coibentate con su-ghero. Il primo edificio «bio» dedicato al ter-ziario in città sta prendendo forma al nume-ro 95 di via San Zeno.

Lo sta realizzando la Rubner Objektbau diChienes (Bz) su progetto dello studio d’archi-tettura dei bresciani Battista Rovetta e Gior-dano Frassine, i quali hanno seguito le indica-zioni della committenza che mirava a realiz-zare un edificio innovativo e all’avanguardiadal punto di vista della bioedilizia.

Naturale al 100%I materiali utilizzati sono infatti naturali. Il

legno ha ottimi coefficienti di isolamento ter-mico, crea un clima abitativo gradevole e hauna durata eccezionale; la lana di vetro è unmateriale termoisolante e produce un eleva-to isolamento termoacustico, ha ottime pro-prietà di resistenza al fuoco e non è infiamma-bile; il sughero poi è una materia prima privadi collanti sintetici e oltre alla lunga durataoffre un eccellente isolamento termico.

L’edificio di via San Zeno è a pianta rettan-golare ed è disposto su tre piani fuori terra (ilpiù alto edificio terziario realizzato per orada Rubner), per 900 metriquadrati di superfi-cie, con un interrato di altri 800 metriquadra-ti (realizzato, questo sì, seguendo le tecnichetradizionali di costruzione, con alcune pecu-liarità, come la coibentazione che solitamen-te - per questi spazi - non viene mai adotta-ta). In quell’area prima c’era un vecchio ca-pannone degli anni Cinquanta che con que-

sto progetto è stato abbattuto per essere ri-convertito in un edificio moderno e ecocom-patibile, con tecniche di costruzione assoluta-mente nuove e di altissimo livello.

Sistema di edificazione a secco«Abbiamo puntato sul sistema di edifica-

zione a secco - spiegano i due giovani archi-tetti bresciani - perché è più veloce e garanti-sce elevate prestazioni acustiche e termiche,inoltre si ha una certezza del risultato, dei co-sti e dei tempi di esecuzione faticosamenteraggiungibili con i sistemi costruttivi di tipotradizionale». Un esempio pratico: i tre pianifuori terra realizzati con la tecnica di prefab-bricazione leggera in legno sono stati realizza-ti in un mese esatto.

Inoltre, il potere isolante dei pannelli utiliz-zati è molto elevato: in soli 27 cm di spessoresi riescono a garantire indici di isolamento digran lunga inferiori ai minimi richiesti dallagià restrittiva normativa regionale della Lom-bardia: trattengono il caldo durante l’inver-no senza far entrare il freddo, e viceversa du-rante l’estate non fanno passare il caldo dal-l’esterno all’interno, trattenendo l’aria frescatra le pareti. Due terzi delle pareti esterne sa-ranno intonacate, mentre la facciata che dàsulla via principale sarà rivestita di doghe inlarice lisciato grezzo, così da connotare lasua anima «ecologica».

Alla grande attenzione progettuale presta-ta all’«involucro» esterno, non poteva noncorrispondere altrettanta attenzione ancheall’impiantistica, realizzata dalla Tecnopro-getti dell’ing. Gianpaolo Perini & partners: ilriscaldamento è a pavimento (e il pavimento

in questo caso è in linoleum naturale, assolu-tamente ecologico perché realizzato con se-gatura, olio di lino e juta). Geotermia e venti-lazione meccanica controllata con recupera-tore di calore, ovvero si riesce a ricambiarel’aria interna senza che esca o entri calore dal-l’esterno, collaborano inoltre all’alta presta-zione dell’impianto. Sul tetto sarà posto unsistema fotovoltaico per la produzione dienergia elettrica (l’esposizione al sole dell’edi-ficio infatti era stata studiata in funzione del-la futura realizzazione dell’impianto).

Autosufficienza energetica«L’obiettivo, o se vogliamo, la sfida del futu-

ro è che questo edificio possa essere comple-tamente autonomo dal punto di vista delleforniture - spiegano ancora gli architetti Bat-tista Rovetta e Giordano Frassine di "Studio55" -, non solo per quanto riguarda il sistemadi riscaldamento geotermico, ma anche perquanto riguarda l’accumulo di energia elettri-ca tramite il sistema fotovoltaico, cosa cheoggi ancora non è possibile. Insomma che di-venti un edificio in equilibrio energetico».

Saranno poi utilizzate lampade a bassoconsumo, così come l’ascensore avrà bisognodi un impegno di corrente inferiore rispettoalla norma. Tutti gli impianti garantirannoun risparmio energetico e di gestione chepuò arrivare anche al 30%. Gli arredi stessisaranno «bio», perché non verranno utilizzatimobili contenenti colle che possono liberareformaldeide. L’input ai progettisti è stato da-to dalla sensibilità ecologica dei committen-ti. Qui troverà posto una farmacia.

Daniela Zorat

COME SARÀ

Da sinistra, Marco, Francesco ed Enrico Facchinetti,co-titolari dell’impresa Edil Ida di Travagliato

Via San Zeno: bio-edificio in un meseI tre piani sono stati realizzati completamente in legno, dalla struttura ai rivestimenti

28 economia Giornale di Brescia Martedì 20 Aprile 2010