Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006...

99
Basilea 2 Terzo Pilastro Informativa al pubblico situazione al 31/12/2011 Gruppo Bancario

Transcript of Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006...

Page 1: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Basilea 2 Terzo Pilastro

Informativa al pubblico situazione al 31/12/2011

Gruppo Bancario

Page 2: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 2

Sommario

Introduzione 03 Tavola 01 - Requisito informativo generale 04 Informativa Qualitativa 04 Struttura e organizzazione della funzione di gestione dei rischi 04 Sistema dei controlli interni 06 Obiettivi e politiche di gestione dei rischi 08 Rischio di credito 08 Rischio di mercato 12 Rischio operativo 15 Rischio tasso d’interesse sul banking book 16 Rischio liquidità 19 Altri rischi 21 Tavola 02 - Ambito di applicazione 22 Informativa Qualitativa 22 Denominazione della Banca cui si applicano gli obblighi dell’informativa 22 Illustrazione dell’area di consolidamento rilevante per i fini prudenziali e di bilancio 22 Informativa Quantitativa 24 Tavola 03 - Composizione del patrimonio di vigilanza 26 Informativa Qualitativa 26 Informativa Quantitativa 28 Tavola 04 – Adeguatezza patrimoniale 30 Informativa Qualitativa 30 Informativa Quantitativa 31 Tavola 05 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche 34 Informativa Qualitativa 34 Definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili 34 Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore 35 Informativa Quantitativa 36 Tavola 06 – Rischio di credito: Informativa sui portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB 48 Informativa Qualitativa 48 Informativa Quantitativa 50 Tavola 07 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB 52 Tavola 08 – Tecniche di Attenuazione del Rischio 53 Informativa Qualitativa 53 Informativa Quantitativa 55 Tavola 09 – Rischio di controparte 56 Informativa Qualitativa 56 Informativa Quantitativa 58 Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione 60 Informativa Qualitativa 60 Informativa Quantitativa 70 Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) 75 Tavola 12 – Rischio operativo 76 Informativa Qualitativa 76 Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario 78 Informativa Qualitativa e Quantitativa 78 Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario 88 Informativa Qualitativa 88 Informativa Quantitativa 90 Tavola 15 – Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione 91 Informativa Qualitativa 91 Informativa Quantitativa 96 Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari 99

Page 3: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 3

Introduzione

La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto la normativa di Basilea 2 nell’ambito del sistema bancario italiano.

La suddetta normativa prevede che le istituzioni finanziarie pubblichino i dati relativi al capitale e al risk management secondo le regole definite nell’Allegato A del Titolo IV Capitolo 1 Sezione II della menzionata circolare (cosiddetto Terzo pilastro). Le informazioni pubblicate nel presente documento, nel rispetto di tale disposto normativo, hanno carattere sia qualitativo che quantitativo, sono rese su base consolidata e sono classificate in tavole, così come previsto nell’Allegato A del Titolo IV Capitolo 1 Sezione II della circolare n. 263 della Banca d’Italia.

Per completezza si specifica che le informazioni relative al patrimonio di vigilanza ed agli assorbimenti patrimoniali sono pubblicate nella parte F della nota integrativa del bilancio consolidato; ulteriori informazioni relative ai vari tipi di rischi a cui il Gruppo è esposto sono riportate nella parte E della nota integrativa del bilancio consolidato.

Tutti gli importi, se non diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro.

La normativa di riferimento prevede altresì che gli enti creditizi adottino presidi organizzativi idonei a garantire la conformità degli adempimenti informativi affinché le soluzioni adottate siano inquadrate nell’ambito del sistema dei controlli interni. In tale contesto il Gruppo Banca delle Marche prevede che il documento di informativa al pubblico, redatto dalle competenti funzioni aziendali, sia valutato e validato dal Comitato Presidio Rischi, con riferimento alla qualità delle informazioni ed al rispetto dei requisiti minimi di informativa, e sia sottoposto alla verifica del Collegio Sindacale della Capogruppo per quanto riguarda l’adeguatezza delle procedure adottate. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo valuta l’adeguatezza qualitativa delle informazioni riassunte per la rappresentazione ai terzi dell’adeguatezza patrimoniale, dell’esposizione ai rischi e delle caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi stessi ed è organo deputato all’approvazione del documento “informativa al pubblico”.

Il documento è inoltre soggetto ai controlli e all’attestazione del Dirigente Preposto alla Redazione dei Documenti Contabili Societari ai sensi del comma 2 dell’art. 154 bis del TUF.

Il Gruppo Banca delle Marche pubblica questa informativa al pubblico (Pillar 3), e i successivi aggiornamenti, sul proprio sito internet www.bancamarche.it, nella sezione dedicata al Bilancio e Informativa al Pubblico.

Page 4: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 4

Tavola 1. Requisito informativo generale

Informativa Qualitativa La disciplina prudenziale, contenuta nella circolare Banca d’Italia n.

263/2006, impone agli intermediari l’adozione di nuove metodologie di gestione e controllo dei rischi, e li incentiva a dotarsi di una strategia e di un processo di controllo strutturato della propria adeguatezza patrimoniale.

Agli investimenti in tecnologia e risorse per il miglioramento delle prassi gestionali fanno riscontro benefici connessi a tecniche più accurate di misurazione dei rischi e nella gestione attiva ed integrata dei medesimi.

Tali aspetti si traducono in vantaggi potenziali, in termini di maggiore efficienza e di stimolo alla competitività, anche a favore degli altri soggetti esterni (clientela, investitori, risparmiatori ecc.).

I rischi a cui il Gruppo Banca delle Marche è potenzialmente esposto hanno richiesto la predisposizione ed attivazione di metodologie e strumenti orientati a gestirli e necessari a misurare il capitale appropriato per fronteggiarli, avvalendosi di idonei strumenti e tecniche di mitigazione e traslazione.

Viene, pertanto, attribuita forte enfasi alla gestione e al controllo dei rischi, presupposto indispensabile per garantire un’adeguata creazione di valore, mantenendo la solidità finanziaria del Gruppo medesimo.

In tal senso, assumono rilievo i presidi organizzativi e di controllo a fronte delle singole tipologie di rischio che, inserendosi nel sistema organizzativo e dei controlli interni, ne assicurano una gestione efficace, efficiente e corretta. Il complesso delle regole interne, procedure operative e strutture di controllo opera in maniera integrata a diversi livelli, allo scopo di assicurare l’efficienza dei processi operativi, tutelare il patrimonio aziendale, minimizzare le perdite inattese, garantire l’affidabilità del Gruppo e il corretto svolgimento dell’attività, nel rispetto della normativa interna ed esterna.

Struttura e organizzazione della funzione di gestione dei rischi La Capogruppo, nel gennaio 2008, ha istituito la Funzione di Gestione del

Rischio, che esercita la funzione di controllo ai sensi del regolamento congiunto Banca d’Italia / Consob in materia di organizzazione degli intermediari e delle disposizioni prudenziali di Vigilanza della Banca d’Italia.

La responsabilità della Funzione di Gestione del rischio per il Gruppo è assegnata al Vice Direttore Generale Strategia e Controllo.

La Funzione applica e mantiene le politiche e le procedure del sistema di gestione dei rischi, presiedendo al funzionamento del sistema e verificandone la conformità e il rispetto.

Assicura la valutazione del capitale assorbito e della relativa adeguatezza e verifica l’efficacia delle misure prese per rimediare alle carenze riscontrate, presentando agli Organi Aziendali relazioni sull’attività svolta e fornendo loro consulenza in materia di gestione del rischio.

Page 5: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 5

Nell’ambito della Vice Direzione Generale Strategia e Controllo, vengono attuati gli orientamenti strategici del gruppo bancario attraverso la formulazione del Piano strategico, dei Budget annuali, della Policy sul credito, realizzando l’allocazione del capitale in maniera consona ai fabbisogni rivenienti dal Piano strategico medesimo.

La definizione e l’attuazione delle politiche di risk management sono finalizzate alla gestione e contenimento del rischio assunto dal Gruppo, per il raggiungimento delle finalità strategiche.

Nella Vice Direzione Generale Strategia e Controllo sono presenti funzioni di indirizzo e di misurazione della performance a diversi livelli (rete, cliente, prodotto) che fanno capo all’Area Pianificazione e funzioni di presidio dei rischi con l’obiettivo di contenimento e gestione dei rischi declinati, garantite dall’Area Capital Management.

Le suddette attività di gestione dei rischi vengono riportate e discusse nella riunione mensile del Comitato Presidio Rischi, organo collegiale avente compiti consultivi, d’indirizzo, di coordinamento e di sorveglianza, costituito allo scopo di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi e la salvaguardia del valore aziendale.

Il Comitato Presidio Rischi ha la funzione di attuare le linee guida derivanti dalle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione in tema di gestione e controllo dei rischi, assicurando l’indirizzo e il coordinamento delle principali azioni, nel rispetto delle indicazioni delle Autorità di Vigilanza.

In tale ambito verifica la coerenza dei requisiti patrimoniali e dell’impatto del rischio con le politiche di gestione del patrimonio, accertando che l‘esposizione complessiva ai rischi rientri nei limiti regolamentari e altresì che l’evoluzione del profilo rischio/rendimento sia coerente con le linee strategiche definite dal Consiglio di Amministrazione. Inoltre esamina le valutazioni sull’adeguatezza attuale e prospettica del capitale economico e regolamentare del Gruppo (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP).

Il Comitato Presidio Rischi, per tutti i rischi aziendali, valuta e approva le metodologie, le procedure e il reporting verso l’Alta Direzione; inoltre, valida le policy per l’approvazione del Consiglio di Amministrazione.

Il Gruppo, nella gestione dei rischi, utilizza “modelli di funzionamento” definiti in specifiche policy approvate dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e delle Società controllate, articolati in strutture e processi operativi, sistemi gestionali, metodi di lavoro, flussi informativi e reportistica periodica, volti a misurare i fattori di rischio secondo un processo continuativo.

Tale approccio è conforme alla Circolare della Banca d’Italia n. 263/2006, che ha imposto ad ogni intermediario di introdurre sistemi di gestione del rischio e di sviluppare il processo ICAAP. Tale sistema di analisi aziendale è volto a sistematizzare tutti gli elementi ed i fattori importanti per il buon governo dei rischi aziendali, ai fini della sana e prudente gestione, nel rispetto del principio di proporzionalità, legato alla dimensione e alla complessità delle banche.

Page 6: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 6

Le attività svolte nel continuo a presidio della gestione del rischio del Gruppo trovano la loro sintesi nel processo ICAAP di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale tra il patrimonio assorbito dai rischi (capitale interno) e i mezzi patrimoniali (capitale) individuati per la sua copertura.

Attraverso l’ICAAP il Gruppo compie l’autonoma valutazione della propria adeguatezza patrimoniale, tenendo conto del livello dei rischi, della struttura di governo e di controllo, del sistema di gestione dei rischi, degli obiettivi strategici e delle variabili di contesto.

In tale ambito la Funzione di Gestione del Rischio assicura lo sviluppo e l’aggiornamento delle metodologie e degli strumenti connessi all’identificazione, valutazione e controllo dei rischi aziendali e di Gruppo, promuovendo la cultura del rischio e, in particolare, ha il compito di:

• garantire la formulazione della Policy dei singoli rischi; • individuare le metodologie e gli strumenti finalizzati all’identificazione,

misurazione, valutazione, controllo, gestione e attenuazione dei rischi rilevanti, sottoponendoli all’approvazione del Comitato Presidio Rischi;

• assicurare la coerenza tra le strategie espresse dal Consiglio di Amministrazione e i limiti previsti dalla normativa aziendale per l’assunzione dei singoli rischi;

• predisporre adeguata informativa per il Collegio Sindacale e per le altre funzioni di controllo;

• fornire assistenza e supporto alle strutture coinvolte nel processo ICAAP, in particolare nella gestione delle azioni correttive;

• curare il processo di reporting per il Comitato Presidio Rischi; • valutare la copertura di eventuali oscillazioni derivanti da rischi assunti,

proponendo, nel caso, operazioni di capital management da sottoporre all’approvazione del Consiglio di Amministrazione.

Sistema dei controlli interni Il sistema dei controlli interni, costituito dalle regole, procedure e

strutture organizzative, è finalizzato, tramite la misurazione, gestione e monitoraggio dei rischi, ad una conduzione dell’impresa sana, corretta e coerente con gli obiettivi strategici prefissati.

Il sistema dei controlli interni, tipicamente articolato su tre livelli, è la struttura su cui si basa l’attività che un efficace sistema di governo societario attribuisce all’organo di controllo.

Controllo e governo societario concorrono al buon funzionamento dell’impresa, nel rispetto degli obiettivi di sana e prudente gestione, onde perseguire una duratura creazione di valore, aumentare la fiducia degli investitori e assicurare la stabilità e la redditività di lungo periodo.

Page 7: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 7

Il governo societario di Banca Marche e delle società del Gruppo è fondato sul modello di amministrazione e controllo tradizionale, con la corretta individuazione e separazione degli Organi:

• con funzione di supervisione strategica, identificato nel Consiglio di Amministrazione, che determina indirizzi e obiettivi aziendali strategici e verifica la loro attuazione;

• con funzione di gestione, identificato nel Consiglio di Amministrazione, il quale, tuttavia, può conferire poteri gestionali al Comitato Esecutivo, al Direttore Generale e ad altri soggetti subordinati a quest’ultimo. A tale Organo spettano, o sono delegati, compiti di gestione corrente, intesa come attuazione degli indirizzi deliberati nell’esercizio della funzione di supervisione strategica;

• con funzione di controllo, identificato nel Collegio Sindacale. Tale Organo vigila sull’osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sull’adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili della banca. Il sistema dei controlli coinvolge, con diversi ruoli, oltre agli Organi

societari, anche l’organizzazione aziendale e di Gruppo. La Funzione di Revisione Interna ha il compito di assicurare il controllo e

la revisione interna della Banca e del Gruppo. Essa è finalizzata, da un lato, a controllare, anche con verifiche in loco, la regolarità dell’operatività e l’andamento dei rischi, dall’altro a valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni, sottoponendo all’attenzione del Collegio Sindacale, del Consiglio di Amministrazione e della Direzione Generale i possibili miglioramenti alle politiche di gestione dei rischi, agli strumenti e alle procedure. Inoltre, la Funzione effettua un’attività di revisione sull’adeguatezza e sulla rispondenza del processo di determinazione dell’ICAAP rispetto ai requisiti stabiliti dalla normativa, individuando le aree di miglioramento e verificandone, nel tempo, l’attivazione e l’impatto degli interventi attuati.

Con riferimento ai controlli di secondo livello, la funzione di Compliance, istituita in seno alla Capogruppo, ha il compito di presidiare e gestire il Rischio Compliance e di promuovere, all’interno della Banca e del Gruppo, il rispetto delle leggi, dei regolamenti, delle norme, dei codici e di qualunque altra disposizione a carattere vincolante al fine di minimizzare il rischio di non conformità contribuendo inoltre al contenimento dei rischi, alla diffusione della cultura della conformità e alla tutela dei risparmiatori. La funzione ha il compito di definire e diffondere i principi, gli orientamenti e le linee guida per la corretta applicazione delle norme di riferimento nello sviluppo e nell’eventuale aggiornamento dei processi e delle procedure operative della Capogruppo e delle Società del Gruppo. Inoltre, ha la responsabilità di fornire consulenza e assistenza, nonché di relazionare agli Organi aziendali sull’adeguatezza della gestione del rischio di non conformità attuata dalla Banca e dal Gruppo.

Page 8: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 8

A seguito del provvedimento Banca d’Italia in materia di organizzazione, procedure e controlli interni a fini antiriciclaggio e antiterrorismo del 10 marzo 2011, la Capogruppo ha istituito la Funzione Antiriciclaggio che, al fine di perseguire un forte ed unitario presidio del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, è individuata come funzione accentrata di Gruppo. La Funzione ha il compito di verificare l’idoneità del sistema dei controlli interni e delle procedure adottate in materia di Antiriciclaggio.

Nel corso del 2011 è stato inoltre istituito il Servizio Convalida Modelli Interni al quale la Capogruppo ha attribuito la responsabilità del processo di convalida dei modelli interni di misurazione e gestione dei rischi.

Infine si rileva che Banca delle Marche ha maturato l’obbligo – previsto dall’art. 154 bis del TUF modificato dal D.Lgs 195/2007 di recepimento della Direttiva Transparency – di istituire la funzione di “Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari” in quanto, nell’ambito di programmi di emissioni obbligazionarie sull’euromercato (c.d. EMTN acronimo di European Medium Term Notes), ha emesso obbligazioni quotate presso la borsa del Lussemburgo, scegliendo l’Italia come Stato membro d’origine. Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari ha il compito di attestare la corrispondenza degli atti e comunicazioni della Banca e del Gruppo inerenti l’informativa contabile, alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili; inoltre è responsabile della predisposizione di adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio d’esercizio, del bilancio consolidato e di ogni comunicazione di carattere finanziario.

Obiettivi e politiche di gestione dei rischi

RISCHIO DI CREDITO Il rischio di credito è definito come il rischio che, nell'ambito di

un'operazione creditizia, il debitore non assolva, anche solo in parte, agli obblighi di rimborso del capitale e di pagamento degli interessi.

La politica del credito del Gruppo Banca Marche, descritta nel Piano Industriale approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, persegue l’obiettivo del sostegno finanziario ai territori d’insediamento, in particolare in questo prolungato e difficile momento congiunturale che richiede un rilevante sostegno all’economia locale e lo sviluppo e mantenimento di relazioni privilegiate con la piccola e media impresa. Particolare importanza riveste il sostegno ai liberi professionisti e, soprattutto, alle famiglie consumatrici, anche finalizzato al supporto delle situazioni di difficoltà.

Gli obiettivi strategici in ambito creditizio, sono sintetizzati in un documento di indirizzo delle linee guida di politica creditizia del Gruppo (c.d. Loan Policy) che assicura l’adozione e l’utilizzo di principi creditizi, norme e processi per l’erogazione del credito e il suo monitoraggio al fine di permettere una più consapevole ed efficiente allocazione del capitale economico e regolamentare a disposizione del Gruppo Bancario.

Page 9: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 9

Le strategie e le politiche creditizie sono state indirizzate alla diversificazione del portafoglio con l’obiettivo di limitare la concentrazione delle esposizioni su singole controparti o gruppi e su specifici settori di attività; ciò nell’ambito di un’efficiente selezione della clientela affidata sulla quale procedere a un’accurata analisi del merito creditizio. A tal proposito la policy creditizia si è arricchita di uno specifico regolamento, costantemente aggiornato, per la verifica delle situazioni di concentrazione sulla propria clientela, sui settori di attività economica agiti nonché sui possibili rischi di concentrazione in ambiti geografici.

L’obiettivo del mantenimento dell’elevata qualità del portafoglio impieghi, richiede l’adozione di procedure informatiche finalizzate all’integrazione dei sistemi di valutazione del merito di credito basati su modelli di rating interno (cfr. Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche – Basilea2 - circolare Banca d’Italia n. 263 del 27/12/2006) e il rafforzamento degli strumenti di mitigazione del rischio nell’ambito dei processi di erogazione e monitoraggio del credito.

Il sistema di rating interno utilizzato dal Gruppo Banca delle Marche ha già una copertura complessiva della clientela imprese e delle famiglie (limitatamente alla Capogruppo e alla controllata CARILO) riguardo ai modelli di assegnazione dei rating di controparte (PD).

La modellistica in uso riguarda la valutazione delle operazioni poste in essere sin dalla prima accettazione (il modulo per le imprese è in fase di rilascio mentre quello sulla clientela privata è in fase di aggiornamento) nell’ambito della procedura di concessione affidamenti (PEF) della Capogruppo.

I modelli di rating uniscono alla componente statistica del modello il giudizio di esperti del settore del credito mediante un processo strutturato denominato “override” disponibile a livello di Gruppo Bancario, che consente lo svolgimento, in maniera strutturata, di tutte le fasi per la richiesta e l’eventuale modifica del giudizio finale.

Il modello di stima della perdita in caso di insolvenza (LGD – Loss Given Default), si basa su una dettagliata e profonda base informativa riguardante i crediti a sofferenza estinti fino al 2007; sono in corso le attività di revisione per aggiornare il modello alle informazioni sui recuperi intervenuti fino a tutto il 2011. Il modello tiene in debito conto tutti i costi, diretti e indiretti, collegati al recupero del credito e l’effetto di attualizzazione dei flussi.

E’ in uso da tempo, nelle fasi di istruttoria degli affidamenti e nell’attività commerciale di modulazione dei prezzi, un modulo di definizione del rendimento dei prezzi applicati corretti per il rischio (pricing risk-adjusted).

Riguardo all’esposizione in caso di insolvenza (EAD – Exposure At Default), la Capogruppo ha completato un modello gestionale per la stima di tale indicatore e sta avviando lo sviluppo del modulo regolamentare conforme alle specifiche fornite dalla Vigilanza.

Page 10: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 10

I processi di convalida dell’intero impianto del sistema interno di rating (intesi come insieme formalizzato di attività, strumenti e procedure per stabilire l’accuratezza delle stime delle componenti di rischio) sono svolti da una specifica funzione aziendale costituita presso la Capogruppo.

Il livello di rating delle controparti “rated” è presente, da tempo, nelle principali procedure operative delle Banche del Gruppo, e dall’inizio del 2010 è divenuto un elemento fondamentale per la determinazione dell’organo delegato alla concessione degli affidamenti presso la Capogruppo.

La gestione aggregata a livello di Gruppo Bancario della composizione ed esposizione delle controparti e dei gruppi economici dei clienti comuni è garantita da due appositi applicativi, ”Anagrafe di gruppo” e “Mappa dei gruppi economici e finanziari di gruppo”, con i quali è possibile visionare e governare tutte le informazioni della clientela, presupposto indispensabile per le attività di costruzione del sistema interno di rating e per le nuove segnalazioni di vigilanza.

Nell’ambito delle attività di monitoraggio andamentale, unitamente alle indicazioni fornite dal Sistema Interno di Rating, la Capogruppo dispone di uno strumento di early-warning utile a valutare i comportamenti operativi della clientela rendendo, in tal modo, più efficiente ed efficace il sistema dei controlli.

La gestione del monitoraggio operativo viene svolta mediante la procedura “S.G.R. - Sistema gestione del rischio” che mette a disposizione degli organi decisionali una “scrivania elettronica” tramite la quale intervenire in tempi rapidi nei casi di insorgenza di anomalie. Si sostanzia, pertanto, nel costante monitoraggio del portafoglio crediti a qualsiasi livello gerarchico.

Integrato con SGR, il Gruppo dispone della procedura “SGS - Sistema gestione sofferenze”, che consente la gestione e la contabilizzazione dei rapporti trasferiti a sofferenza e contiene le informazioni necessarie alla stima della perdita in caso di insolvenza (LGD).

Le attività di controllo andamentale delle posizioni affidate includono la rilevazione automatica delle posizioni che presentano pagamenti in ritardo o scaduti (past-due), iscrizioni pregiudizievoli (ipoteche giudiziali e legali), quella di protesti e fallimenti e dei flussi di ritorno ricevuti dalla Centrale dei Rischi, la rappresentazione della clientela interessata da “sofferenza allargata”.

Le fasi di istruttoria e di concessione sono supportate dalla procedura PEF - pratica di fido elettronica - che consente la gestione di tutta la fase di istruttoria che incorpora la componente di valutazione qualitativa necessaria a completare il processo di attribuzione del rating di controparte.

La PEF automatizza alcune fasi gestionali di fondamentale importanza nel processo di concessione del credito quale la determinazione dello scoring di prima accettazione, razionalizzando ed omogeneizzando quello già in uso da tempo per il segmento Retail (privati/famiglie).

La Vice Direzione Generale Mercato della Capogruppo effettua la propria attività deliberativa e di presidio del rischio di credito, nonché di indirizzo, dando disposizioni operative a livello di Gruppo Bancario.

Page 11: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 11

Rilevante è l’attività di verifica del trend congiunturale svolto periodicamente mediante uno studio monografico sull’andamento dei settori merceologici di maggiore importanza tra quelli presenti sul territorio in cui opera il Gruppo Bancario.

Inoltre, in attuazione alle disposizioni contenute nel Regolamento di Gruppo, la Vice Direzione Generale Mercato della Capogruppo formula pareri preventivi di coerenza alle politiche imprenditoriali di Gruppo, relativamente alla concessione, da parte delle altre Aziende appartenenti al Gruppo Banca Marche, di finanziamenti di importo rilevante.

Sono svolte attività di verifica sulle posizioni in comune con le controllate affinché il censimento/classificazione sia il più possibile omogeneo e al fine di tutelare al meglio le ragioni di credito del Gruppo Bancario.

La mitigazione del rischio di credito è un tema fondamentale nella definizione delle politiche creditizie del Gruppo Bancario che, prescindendo dalle metodologie adottate per la determinazione del merito creditizio, continua a essere indirizzata verso l’accrescimento delle capacità professionali delle risorse impiegate nel processo di concessione ed erogazione del credito, con investimenti effettuati e programmati in formazione. Permane, comunque, fondamentale l’importanza riguardo all’analisi e all’individuazione della capacità del richiedente di generare autonome risorse finanziarie.

Con il Nuovo Accordo di Basilea, inoltre, si è avuto un ampliamento delle tecniche di attenuazione del rischio di credito riconosciute ai fini del calcolo dell’assorbimento patrimoniale purché assistito da precisi requisiti organizzativi, economici e legali.

Allo scopo la Capogruppo dispone di un apposito applicativo di Gestione Amministrativa delle Garanzie (GAG) per assicurare la conformità della garanzia alle indicazioni normative (verifica della “certezza giuridica”, della validità, efficacia e opponibilità ai terzi). Essa gestisce le caratteristiche peculiari di ogni tipo di garanzia, in particolare raccoglie in forma strutturata le informazioni riguardanti gli immobili in garanzia e utilizzabili ai fini della rivalutazione periodica prevista dalla normativa. Evidenzia, inoltre, il valore di mercato dei pegni su titoli.

A livello di strategie operative, per le controparti del segmento delle imprese, al fine di frazionare il rischio “settore/cliente”, il Gruppo Bancario ha fornito alla propria rete commerciale indirizzi di sostegno finanziario per iniziative specifiche frazionate e, per quanto riguarda il settore edile, con unità immobiliari commercialmente appetibili.

Le iniziative di finanziamento, normalmente, devono essere sostenute anche dagli imprenditori con il giusto apporto di capitale di rischio.

Al fine di limitare la durata delle operazioni a M/T si è disposto, soprattutto per quelle strumentali (opifici ecc.) di ridurre entro i 10 anni (incluso il preammortamento) la durata delle operazioni ipotecarie, o di indirizzare la clientela verso forme di sostegno finanziario erogate dal Gruppo Banca Marche attraverso operazioni di leasing erogate dalla società Medioleasing.

Page 12: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 12

Particolarmente importanti sono le operazioni assistite da garanzie personali dell’imprenditore e, per le piccole e medie imprese, anche quelle rilasciate dai consorzi di garanzia (Confidi) a favore dei propri associati.

Gli affidamenti concessi alla clientela privata (retail) sono costituiti prevalentemente da mutui residenziali destinati all’acquisto dell’abitazione e sono sempre assistiti da garanzia ipotecaria conforme a quanto previsto dalla normativa sul credito fondiario (Loan to Value pari o inferiore all’80%).

RISCHIO DI MERCATO Il rischio di mercato è il rischio generato dall’operatività sui mercati

riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci e rileva soprattutto sul portafoglio di negoziazione.

Il processo di gestione dei rischi di mercato nel Gruppo Banca delle Marche è volto a valutare e gestire tutte le posizioni esposte ai fattori di rischio rilevanti per gli investimenti finanziari:

• rischio di posizione sul portafoglio di negoziazione a fini di Vigilanza, che si compone di: a. rischio generico su titoli di debito, di capitale e relativi derivati, legato

alla volatilità dei fattori di rischio tipici dei mercati in cui ogni portafoglio opera ed alla sensitivity degli strumenti in portafoglio rispetto ai fattori stessi;

b. rischio specifico su titoli di debito e di capitale e relativi derivati, legato alla natura dell’emittente dei titoli di debito e di capitale che compongono i portafogli: per le obbligazioni è legato al rischio di default dell’emittente, per le azioni è il rischio non diversificabile;

c. rischio di posizione su quote di O.I.C.R.; • rischio di regolamento: il rischio connesso con la mancata consegna alla

scadenza del contratto dei titoli o degli importi di denaro dovuti dalla controparte per operazioni relative al portafoglio di negoziazione di vigilanza;

• rischio di cambio, riferito all’intero bilancio, rappresentativo del rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere. Le società del Gruppo che effettuano operazioni rientranti nell’ambito del

portafoglio di negoziazione sono Banca Marche e Carilo. Di conseguenza, il rischio di mercato è in capo a tali società del Gruppo.

Al fine di ottenere una maggiore completezza conoscitiva dei rischi di mercato di tutto il portafoglio finanziario, la Banca ha deciso di estendere il controllo gestionale dei predetti rischi anche al portafoglio titoli del Banking Book delle Banche del Gruppo.

Il portafoglio finanziario è stato articolato in una struttura ad albero, costituita da Portafogli Elementari e Portafogli Aggregati. La finalità di tale articolazione è quella di delineare centri di profitto specifici, atti a trattare classi di strumenti finanziari omogenei per tipologia di rischi da essi rivenienti, per mercati di riferimento o per finalità operativa.

Page 13: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 13

La definizione dell’operatività caratteristica di ogni portafoglio, corrispondente all’individuazione dello specifico ruolo strategico assegnato ad ognuno di essi, consente, inoltre, di riferire agli stessi la misurazione e la valutazione del profilo di rischio-rendimento nell’ambito della policy definita.

Il modello di governance definito a presidio del processo di controllo del rischio di mercato del Gruppo si fonda sui seguenti principi:

• separazione tra i processi di assunzione ed i processi di controllo del rischio di mercato;

• sviluppo dei processi di controllo e gestione del rischio di mercato, coerentemente con la struttura gerarchica del Gruppo e mediante un processo di deleghe;

• chiarezza delle responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali e adeguatezza dei flussi informativi;

• conformità dei processi di gestione e monitoraggio del rischio con le indicazioni della vigilanza prudenziale. Il processo di gestione del rischio si articola in quattro sotto-processi:

a) Definizione / revisione modello. La metodologia relativa al rischio di mercato, sia in fase di prima applicazione sia in fase di eventuali aggiornamenti, viene validata dal Comitato Presidio Rischi ed approvata dal Consiglio di Amministrazione. Il modello definito ed approvato è comunicato alle funzioni competenti responsabili della relativa implementazione.

b) Limiti e soglie di sorveglianza. Il sistema dei controlli interni prevede che per ogni tipologia di portafoglio siano fissati limiti e soglie di sorveglianza in termini di: • posizione nominale; • rischio; • loss warning level. Il livello di capitale assorbito assegnato dal Consiglio di Amministrazione (limite di rischio) indica quanta parte del patrimonio viene allocata al portafoglio complessivo per lo svolgimento dell’operatività sui mercati finanziari e costituisce un indicatore della massima perdita potenziale del valore del portafoglio, entro un certo intervallo di confidenza e in un determinato orizzonte temporale, a fronte di variazioni avverse di una serie di fattori di mercato (tassi di interesse, tassi di cambio, corsi dei titoli azionari, volatilità, ...)

c) Monitoraggio rischi e reporting. Lungo la catena dei poteri delegati o sub-delegati, nel caso in cui risulti dalle posizioni rilevate giornalmente il superamento dei limiti operativi prefissati, la posizione deve essere sottoposta alla valutazione del soggetto gerarchicamente superiore, il quale lo approva per iscritto, tenuto conto della stabilità degli obiettivi aziendali. Sia in caso di approvazione sia in caso contrario, lo stesso darà indicazioni per la gestione dello sconfinamento e le eventuali azioni correttive.

Page 14: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 14

Il processo è curato dal Servizio ALM e Risk Management, che è responsabile del reporting giornaliero e della conservazione di tutta la documentazione. Inoltre, mensilmente, il Servizio ALM e Risk Management predispone la reportistica periodica da indirizzare al Comitato Presidio Rischi contenente l’andamento dei rischi e della correlata performance. L’insieme del set informativo fornito al Comitato Presidio Rischi permette di individuare eventuali azioni di mitigazione dei rischi attraverso la ridefinizione degli indirizzi o di appropriate politiche di copertura.

d) Analisi impatti nuove tipologie di strumenti finanziari. Tale sottoprocesso è attivato in caso di acquisizione di nuove tipologie di strumenti finanziari, per le quali è previsto che il Servizio ALM e Risk Management effettui una valutazione di impatto sul profilo di rischio di mercato ed un’analisi sull’eventuale necessità di implementazione di modellistica aggiuntiva. I risultati di tale analisi sono riferiti al Comitato Presidio Rischi per l’approvazione dell’operazione.

Per il calcolo delle configurazioni di rischio e per la valutazione dei limiti, il Gruppo utilizza dal mese di luglio 2009 un modello di Value at Risk (VaR) basato su un orizzonte temporale di 10 giorni lavorativi, un intervallo di confidenza del 99% ed una profondità delle serie storiche per le volatilità e le correlazioni pari a 150 giorni lavorativi.

Al modello di tipo parametrico, con approccio delta-normal, utilizzato dal 2009 per il calcolo del rischio cambio, rischio generico su titoli azionari e obbligazionari e rischio specifico su titoli azionari, si è affiancato un modello di simulazione storica full evaluation finalizzato a superare le ipotesi sulle distribuzioni dei rendimenti poste alla base del precedente modello e di aumentare l’accuratezza della stima del rischio per gli strumenti non lineari.

Attualmemente il VaR a simulazione storica è calcolato per il Trading Book giornalmente, in parallelo con il Var parametrico, per un successivo passaggio all’utilizzo della nuova metodologia nel sistema di controllo dei limiti.

Per gli altri rischi di mercato a cui il Gruppo è esposto (rischio di regolamento, di controparte e concentrazione sul portafoglio di negoziazione) viene replicata giornalmente la modellistica standard di Vigilanza, i cui algoritmi sono stati riprodotti con strumenti informatici.

La Market Risk Policy è stata introdotta sin da ottobre 2008, con successivi aggiornamenti finalizzati a rafforzare il presidio di controllo del rischio in termini di valutazione di nuovi strumenti finanziari, mediante una stringente definizione del processo di operatività in nuove tipologie di strumenti finanziari e con la progressiva evoluzione dei modelli di calcolo dei rischi di mercato, con approcci sempre più sofisticati.

Page 15: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 15

Inoltre, la Capogruppo ha adottato un approccio di rischio incrementale per effettuare prove di stress, basandosi sull’ipotesi di effetti distorsivi causati da possibili crisi nei mercati finanziari. In particolare, si ricalcola l’esposizione al rischio nell’ipotesi di un aumento significativo della volatilità dei singoli fattori di rischio e di una contemporanea diminuzione delle loro correlazioni (simulando, quindi, che il portafoglio non possa beneficiare appieno degli effetti di mitigazione del rischio derivanti, in situazione di normalità, dalla diversificazione delle attività).

Nel 2011 non sono avvenuti aggiornamenti della policy che abbiano comportato modifiche all’assetto del governo dei rischi.

RISCHIO OPERATIVO Il rischio operativo è il rischio di subire perdite derivanti

dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Tale rischio va riferito all’intera attività bancaria e finanziaria delle società del Gruppo.

Il Gruppo Banca delle Marche ha definito il quadro complessivo per la gestione dei rischi operativi assegnando specifici ruoli e responsabilità, emanando apposita normativa interna e definendo processi organizzativi per la valutazione e misurazione, gestione, controllo e mitigazione.

Al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo sono attribuite funzioni relative alle scelte strategiche e di indirizzo sul governo dei rischi operativi, mentre al Collegio Sindacale è assegnato il compito di vigilare sull’adeguatezza e sulla rispondenza del sistema di gestione e controllo.

Il Comitato Presidio Rischi è il principale referente per le attività di analisi, misurazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi operativi. Tale organo ha il compito di attuare le linee guida derivanti dalle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione in tema di gestione e controllo di tali rischi, assicurando il coordinamento e l’indirizzo delle principali azioni.

La responsabilità delle attività relative al sistema di gestione dei rischi operativi è assegnata alla funzione responsabile della gestione dei Rischi a livello accentrato per tutte le società del Gruppo. La funzione di ORM (Operational Risk Management – nucleo specialistico della funzione di gestione dei rischi) è responsabile della definizione, implementazione e manutenzione del modello di misurazione e controllo nonché dell’attuazione del framework metodologico ed organizzativo complessivo; inoltre è responsabile della misurazione del profilo di rischio, del reporting verso gli organi di vertice e della verifica dell’efficacia degli interventi di mitigazione. Il modello adottato prevede responsabilità decentrate presso tutte le strutture delle società del Gruppo al fine della raccolta e censimento degli eventi di perdita operativa e della valutazione prospettica dell’analisi di scenario. La responsabilità del riscontro, nella contabilità aziendale, dei dati di perdita raccolti, è assegnata alle funzioni di Contabilità Generale delle singole società del Gruppo; i presidi ed i controlli di secondo livello, anche ai fini della validazione dei dati raccolti

Page 16: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 16

vengono effettuati dall’unità accentrata di ORM presso la funzione di Risk Management.

La Capogruppo e le società del Gruppo si sono dotate, ai fini del metodo adottato per il calcolo dei requisiti patrimoniali (TSA), di adeguati controlli interni e di un efficace sistema di gestione dei rischi operativi, oltre ai meccanismi di governo societario previsti dalle Disposizioni di Vigilanza.

In conformità alle prescrizioni regolamentari, il sistema di gestione prevede responsabilità chiaramente assegnate e contempla gli elementi caratterizzanti previsti dalla Vigilanza:

• la classificazione delle attività per linee di business; • il sistema di raccolta e conservazione dei dati di perdita (LDC); • la valutazione dell’esposizione ai rischi operativi (RSA); • il sistema di reporting.

Il sistema di gestione, i cui requisiti di idoneità sono attestati dagli organi societari, viene certificato dal processo di autovalutazione annuale, eseguito da tutte le società del Gruppo che rientrano nel perimetro TSA, e sottoposto alla verifica periodica da parte della funzione di revisione interna.

Il monitoraggio dei rischi operativi è realizzato mediante specifici reporting periodici riguardanti dati interni di perdita, confronto con i dati esterni consortili (ABI-DIPO – Database delle Perdite Operative) e posizionamento a livello di sistema, valutazione prospettica dell’analisi di scenario per i principali ambiti mappati. Sulla base delle informazioni censite vengono attivati gli eventuali interventi ai fini della mitigazione.

Il sistema di gestione dei rischi operativi è stato implementato nel biennio 2009-2010, in termini di modello organizzativo, metodologie adottate e processi definiti, al fine della futura adozione dei Metodi Avanzati (AMA) in ottica regolamentare. Coerentemente a tale percorso, nel 2011 ha preso avvio la funzione di Convalida dei Modelli Interni, parallelamente attivata anche sul cantiere del rischio credito (modelli IRB).

Il Gruppo Banca delle Marche attua una politica tradizionale di trasferimento del rischio operativo mediante opportune coperture assicurative volte alla mitigazione degli impatti derivanti da eventuali perdite inattese. Inoltre, il Gruppo si è dotato di un piano di continuità operativa che definisce e norma processi, responsabilità e presidi per la gestione di tutte le iniziative finalizzate al contenimento, entro livelli accettabili, dei danni conseguenti ad eventi estremi quali incidenti o catastrofi.

RISCHIO TASSO D’INTERESSE SUL BANKING BOOK Il Gruppo Banca Marche, allo scopo di misurare e monitorare il rischio di

tasso di interesse, si è dotato di un sistema di Asset & Liability Management (ALM), con il principale obiettivo di favorire una macrogestione integrata e strategica delle poste di bilancio attive e passive e degli strumenti fuori bilancio. Tale gestione è finalizzata, nel breve periodo, al controllo e all’ottimizzazione del risultato economico dell’esercizio e, nel lungo periodo, alla salvaguardia del valore patrimoniale del Gruppo.

Page 17: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 17

Il Gruppo si avvale di una politica di gestione del rischio tasso (Interest Rate Risk Policy), comprendente un sistema di limiti/soglie di sorveglianza coerente con la natura e la complessità dell’attività svolta, anche in relazione al rischio insito nei nuovi prodotti e tipi di attività.

La gestione del rischio di tasso è accentrata presso la Capogruppo, che definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo ed è responsabile della redazione della relativa Policy. I soggetti principalmente coinvolti nel modello di gestione del rischio tasso di interesse sono i seguenti:

• la funzione di Risk Management, che assicura il controllo del rischio tasso, definendo il modello di gestione del rischio, sottoponendolo a prove di stress e monitorando il rispetto dei limiti/soglie di sorveglianza;

• il Comitato Presidio Rischi, con ruolo di elaborazione delle politiche di gestione e di controllo del rischio tasso, in coerenza con gli obiettivi di rischio-rendimento definiti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo;

• l’Area Finanza della Capogruppo e le funzioni di concessione del credito, che operano sugli strumenti finanziari e sui prodotti del banking book, ciascuna per le proprie competenze, in coerenza con le linee guida definite nella Policy per la gestione del rischio di tasso e nel rispetto dei limiti/soglie di sorveglianza definiti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Le fonti di generazione del rischio di tasso per la Banca sono state

individuate nei processi del credito, della raccolta e della finanza per finalità diverse da quelle di negoziazione.

L’indicatore di riferimento per il calcolo dell’indicatore di rischio, del livello dei limiti e delle soglie di sorveglianza è misurato in termini di sensitivity di valore economico delle attività e passività in bilancio rispetto a uno shift parallelo della curva dei tassi di ±200 bps, in rapporto al patrimonio di vigilanza. In particolare, è considerata la variazione di valore economico generata dal solo scenario avverso: quindi si utilizza lo scenario di shift verso l’alto oppure quello verso il basso, scegliendo quello che dei due genera una riduzione di valore.

Viene inoltre determinato, tramite il modello di reddito, l’impatto sul margine di interesse a seguito di shift verso l’alto e verso il basso della curva dei tassi, in questo caso di ±100 bps.

La reportistica relativa alla misurazione del rischio di tasso di interesse viene sottoposta con frequenza mensile al Comitato Presidio Rischi. Sia per la Capogruppo che per le singole Legal Entities (Carilo e Medioleasing) vengono prodotti gli indicatori di variazione del margine di interesse sul margine complessivo e di variazione del valore economico sul patrimonio di vigilanza in caso di shock paralleli della curva. La reportistica prodotta è corredata da opportuni approfondimenti relativi alle principali poste di bilancio (mutui, prestiti obbligazionari e operazioni fuori bilancio).

Page 18: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 18

Il Comitato Presidio Rischi, nel valutare i risultati delle analisi sul rischio tasso di interesse, approva eventuali azioni correttive mirate all’attenuazione del rischio in oggetto individuando le politiche di copertura ritenute più idonee; ciò nell’ottica di immunizzare il portafoglio bancario dalle variazioni di fair value della raccolta e degli impieghi causate dai movimenti della curva dei tassi di interesse.

In particolare per le coperture di fair value, le operazioni in essere sono coperture specifiche con cui la Banca riduce il rischio tasso di interesse su strumenti finanziari del passivo (prestiti obbligazionari emessi) o dell’attivo (titoli o crediti), negoziando contratti di Interest Rate Swap (IRS) o di Interest Rate Option (cap/floor) con controparti istituzionali.

Per la Controllata Carilo le coperture sono stipulate con la Capogruppo, che provvede a replicare specularmente tali coperture sul mercato.

Si elencano di seguito le diverse tipologie di copertura in essere, descrivendo gli strumenti finanziari oggetto delle stesse e la natura dei rischi coperti:

• copertura di prestiti obbligazionari a tasso fisso, con l’obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta obbligazionaria a tasso fisso delle Banche del Gruppo, causate dai movimenti della curva dei tassi di interesse. Tali tipologie di copertura riguardano tassi fissi plain vanilla, zero coupon o step up callable;

• copertura di prestiti obbligazionari a tasso variabile con opzione da non scorporare, con l'obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta obbligazionaria a tasso variabile, causate dall'effetto dei movimenti della curva dei tassi di interesse sulla componente di derivati strettamente connessi agli strumenti ospite. Si tratta di prestiti a tasso variabile con opzione implicita strettamente correlata allo strumento ospite (prevalentemente della tipologia Cap), che pertanto non deve essere scorporata per la contabilizzazione al fair value. Gli strumenti di copertura sono basis swap con opzioni su tassi (Cap);

• copertura di titoli a tasso fisso diversi da quelli di negoziazione, con l’obiettivo di immunizzare da ipotetici aumenti del livello dei tassi di interesse le variazioni di fair value su titoli a tasso fisso;

• copertura del rischio tasso legato alla presenza di tasso massimo su parte del portafoglio di mutui a tasso variabile, con l’obiettivo di immunizzare dai movimenti della curva dei tassi le variazioni di fair value della componente opzionale di tali mutui; queste coperture sono gestite in ottica di portafoglio (cd. macrohedge) e sono stipulate individuando sottoportafogli di mutui con caratteristiche di indicizzazione e di strike omogenee. Nel primo semestre 2011 è stata effettuata un’operazione di copertura di

titoli a tasso variabile, diversi da quelli di negoziazione, con l’obiettivo di immunizzare da ipotetiche riduzioni del livello dei tassi di interesse, i flussi finanziari attesi dei titoli stessi. La copertura è risultata efficace in quanto in grado di generare un flusso finanziario coerente con quello dell’elemento

Page 19: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 19

coperto. Pertanto nel corso dell’anno non si sono verificati né discontinuing della relazione di copertura né unwinding del derivato di copertura.

RISCHIO LIQUIDITÁ Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente come difficoltà (o

impossibilità) a reperire i fondi per far fronte ai propri impegni di pagamento. In questo contesto si distingue tra:

• mismatch liquidity risk, ovvero il rischio di liquidità implicito nella struttura stessa delle attività e passività del Gruppo per via della trasformazione delle scadenze operata dagli intermediari finanziari, tale per cui il profilo dei flussi di cassa in uscita non risulta perfettamente compensato dal profilo dei flussi di cassa in entrata (con riferimento sia alle scadenze contrattuali che comportamentali);

• contingency liquidity risk, ovvero il rischio che eventi futuri possano richiedere un ammontare di liquidità significativamente superiore a quanto precedentemente pianificato dal Gruppo; in altri termini, è il rischio di non riuscire a far fronte ad impegni di pagamento improvvisi ed inattesi a breve e brevissimo termine. La normativa attualmente in vigore sulla gestione del rischio di liquidità

non prevede metodologie di misurazione standardizzate, né predispone una modellizzazione semplificata per le banche che non adottano metodologie di misurazione dei rischi evolute, mentre nel framework internazionale emanato dal Comitato di Basilea a dicembre 20101 sono stati definiti gli indicatori per la misurazione della posizione di liquidità, che saranno introdotti come minimi regolamentari a inizio 2015 (LCR) e a inizio 2018 (NSFR).

La Banca d’Italia, nella Circolare 263/06 e successivi aggiornamenti, detta le linee guida in tema di individuazione dei flussi finanziari (inflows e outflows) e di misurazione dei conseguenti sbilanci ed eccedenze, oltre che di strumenti di attenuazione del rischio di liquidità (tra cui la detenzione di un adeguato ammontare di riserve e la definizione di limiti operativi coerenti alla soglia di tolleranza al rischio).

All’interno di tale normativa, le linee guida cui il Gruppo Banca delle Marche fa riferimento per il governo del rischio liquidità si basano sui seguenti principi:

• separazione tra i processi di gestione della liquidità (Liquidity Management) ed i processi di controllo del rischio di liquidità (Liquidity Risk Controlling);

• condivisione delle decisioni e chiarezza delle responsabilità tra organi direttivi, di controllo ed operativi;

• conformità dei processi di gestione e monitoraggio del rischio di liquidità con le indicazioni della vigilanza prudenziale;

1 Basel III: International Framework for liquidity risk measurement, standards and monitoring

Page 20: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 20

• sviluppo dei processi di gestione e di controllo del rischio di liquidità coerentemente con la struttura gerarchica del Gruppo e mediante un processo di deleghe. Il modello complessivo per la gestione ed il monitoraggio del rischio di

liquidità si articola su due ambiti: 1. la gestione della liquidità di breve termine (o liquidità operativa), ovvero

la gestione degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità del Gruppo nell’orizzonte temporale da 1 giorno fino a 6 mesi, con l’obiettivo primario del mantenimento della capacità del Gruppo di far fronte agli impegni di pagamento ordinari e straordinari, minimizzandone i costi; in tale ambito vengono monitorati gli sbilanci tra fonti in entrata e in uscita, nonché i limiti ed i livelli di sorveglianza;

2. la gestione della liquidità di medio/lungo termine (liquidità strutturale), ovvero la gestione degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità del Gruppo nell’orizzonte temporale oltre i 6 mesi, con l’obiettivo primario del mantenimento di un adeguato rapporto dinamico tra passività ed attività a medio/lungo termine. La Funzione di Risk Management ha la responsabilità del monitoraggio

della liquidità nel suo complesso, con riferimento sia alla liquidità di breve termine che strutturale. A tal fine svolge le seguenti attività:

• definisce i criteri di rappresentazione dei singoli report; • verifica che i livelli di liquidità siano conformi ai limiti e alle soglie di

sorveglianza definite nella Policy aziendale e che le soglie di tolleranza definite dal Consiglio di Amministrazione siano rispettate, anche in condizioni di stress;

• produce la reportistica complessiva per gli organi competenti e per il Comitato Presidio Rischi. In ottica di salvaguardare al meglio il patrimonio del Gruppo nelle fasi

iniziali di una crisi di liquidità e garantire il normale corso degli affari anche in condizioni di stress e/o crisi di liquidità prolungate, il Gruppo Banca delle Marche ha predisposto un Liquidity Contingency Plan orientato ad identificare i segnali di pre-allarme sia di tipo endogeno (crisi specifica) che esogeno (crisi sistemica). Gli indicatori di contingency sono rilevati costantemente dalla funzione di ALM e Risk Management.

In caso di stress/crisi di liquidità, in considerazione del livello di gravità della stessa, evidenziato dagli indicatori di cui sopra, vengono attivate procedure di monitoraggio e/o comunicazione propedeutiche all’attivazione delle funzioni aziendali responsabili della gestione e del monitoraggio della liquidità. In ogni caso il Comitato Presidio Rischi, nel valutare i risultati delle analisi sul rischio liquidità (operativa e strutturale), anche in presenza di un normale corso degli affari, definisce eventuali azioni correttive mirate all’attenuazione del rischio in oggetto.

Page 21: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 21

Al fine di adeguare tutti gli aspetti delle attività di controllo del rischio di liquidità al framework normativo di Basilea 3, la Capogruppo ha prontamente avviato le necessarie iniziative progettuali al fine di individuare le aree di adeguamento. Si sono avviate le attività di analisi e di implementazione degli strumenti necessari per il calcolo degli indicatori Liquidity Coverage Ratio (LCR) e Net Stable Funding Ratio (NSFR), attualmente in fase di completamento. Tale implementazione metterà la Banca in condizione di attivare il monitoraggio dei due indicatori in considerevole anticipo rispetto alla loro entrata in vigore come requisiti regolamentari (2015 per l’LCR e 2018 per il NSFR).

Nell’ambito dello stesso progetto sono stati aggiornati i documenti di Policy (Liquidity Policy Handbook e Liquidity Contingency Plan), in coerenza al IV aggiornamento della circolare 263/06 della Vigilanza ed introducendo elementi propedeutici al progressivo recepimento delle indicazioni del framework regolamentare di Basilea 3.

ALTRI RISCHI Il Gruppo ha individuato e presidia inoltre altri rischi, rappresentati da:

• concentrazione, rischio che singole posizioni o gruppi di esposizioni connesse si caratterizzino per una sovraesposizione rispetto ad una situazione di equidistribuzione e frazionamento del rischio;

• residuo, rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito risultino meno efficaci del previsto;

• controparte, rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa;

• strategico, rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo;

• reputazionale, rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza;

• derivante da cartolarizzazione, rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione del rischio. Anche tali rischi sono gestiti e presidiati con procedure e strumenti

formalizzati in specifiche policy approvate dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e recepite dalle società controllate.

Page 22: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 22

Tavola 2. Ambito di applicazione

Informativa qualitativa Denominazione della Banca cui si applicano gli obblighi dell’informativa.

Banca delle Marche S.p.A., Capogruppo del Gruppo Bancario Banca delle Marche iscritto all’albo dei Gruppi Bancari.

Illustrazione dell’area di consolidamento rilevante per i fini prudenziali e di bilancio.

Il bilancio consolidato, redatto sulla base dei principi contabili internazionali, comprende:

• con il metodo del consolidamento integrale, il bilancio di Banca Marche e delle aziende sulle quali la Banca esercita il controllo, indicate di seguito: 1. Carilo - Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A.; 2. Focus Gestioni Società di Gestione del Risparmio S.p.A.; 3. Marche Covered Bond S.p.A.; 4. Medioleasing S.p.A.; Non sussistono società, alla data, sottoposte ad influenza notevole da consolidare con il metodo del patrimonio netto. Dall’area di consolidamento è stata esclusa la Montefeltro Leader soc.cons.a.r.l., in quanto trattasi di una partecipazione in un’entità ad esclusivo carattere territoriale locale e il cui consolidamento patrimoniale ed economico risulta irrilevante rispetto al bilancio consolidato del Gruppo. Nell’area di consolidamento integrale sono comprese, tra l’altro, anche:

• le società veicolo Marche Mutui 2 e Marche Mutui 4 verso le quali, pur in assenza di legame partecipativo, esiste nella sostanza una relazione di controllo a fronte delle operazioni di cartolarizzazione di mutui poste in essere dalla Capogruppo, perfezionate, nell’ordine, nel mese di ottobre 2006 e nel mese di giugno 2009;

• la società veicolo Medioleasing Finance Srl verso la quale esiste nella sostanza una relazione di controllo a fronte della cartolarizzazione posta in essere dalla società controllata Medioleasing S.p.A. nel mese di maggio 2008;

• il fondo “Focus Impresa” gestito dalla controllata Focus Gestioni SGR.

Page 23: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 23

Il consolidamento integrale consiste nell’acquisizione “linea per linea” degli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico delle società controllate. Dopo l’attribuzione ai terzi in voce propria, delle quote di loro pertinenza del patrimonio e del risultato economico, il valore della partecipazione viene annullato in contropartita al valore residuo del patrimonio della controllata.

Le differenze risultanti da questa operazione, se positive, sono rilevate – dopo l’eventuale imputazione ad elementi dell’attivo o del passivo della controllata – come avviamento nella voce attività immateriali. Le differenze negative sono imputate al conto economico.

Le attività, passività, proventi ed oneri tra imprese consolidate vengono integralmente eliminati.

I bilanci della Capogruppo e delle altre società utilizzati per predisporre il bilancio consolidato fanno riferimento alla stessa data.

Le Banche del Gruppo applicano per i requisiti patrimoniali individuali a fronte dei rischi di credito, controparte, mercato ed operativo una riduzione del 25%, in quanto, a livello consolidato, il patrimonio di vigilanza è superiore ai requisiti minimi obbligatori.

Page 24: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 24

Informativa quantitativa Tavola 2.1 - Area di Consolidamento 31.12.2011

Denominazione Sede Settore Percentuale di Partecipazione

Tipo di Rapporto

Trattamento ai

Fini del Bilancio

Trattamento ai

Fini della Vigilanza

Trattamento ai Fini di Vigilanza

Prudenziale

Tipologia di Attività

A.1 Consolidate Integralmente

Banca Marche Ancona Attività Bancaria X X Integrale Integrale X Bancaria Carilo S.p.A. - Cassa di Risparmio di Loreto

Loreto (AN) Attività Bancaria 78,81 1 Integrale Integrale

Bancaria

Focus Gestioni SGR S.p.A. Jesi (AN) Gestione Collettiva del Risparmio

100,00 1 Integrale Integrale

Finanziaria

Medioleasing S.p.A. Ancona Erogazione Leasing Finanziario ed Operativo

100,00 1 Integrale Integrale

Finanziaria

Marche Mutui 2 Roma Veicolo Cartolarizzazione Crediti

- 3 Integrale Integrale

Finanziaria

Marche Mutui 4 Conegliano (TV)

Veicolo Cartolarizzazione Crediti

- 3 Integrale Integrale

Finanziaria

Marche Covered Bond Conegliano (TV)

Veicolo Cartolarizzazione Crediti

60,00 1 Integrale Integrale

Finanziaria

Medioleasing Finance Conegliano (TV)

Veicolo Cartolarizzazione Crediti

- 3 Integrale Integrale

Finanziaria

Fondo Focus Impresa Ancona Fondo Comune di investimento Mobiliare Chiuso

80,77 3 Integrale Integrale Finanziaria

Tipo di rapporto: 1 maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria 2 influenza dominante nell'assemblea ordinaria 3 altra forma di controllo

Page 25: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 25

La società Montefeltro Leader Scrl, società promotrice di Programmi Comunitari, di cui il Gruppo bancario detiene il 26,37% del capitale sociale, è esclusa dal Perimentro di consolidamento sia ai fini del Bilancio Consolidato redatto secono i Principi Internazionali IAS/IFRS, sia ai fini della nozione di Gruppo così come definito dalla Normativa di Vigilanza, in quanto si tratta di una partecipazione in un'entità a carattere esclusivamente territoriale.

L'area di consolidamento è variata, rispetto al precedente esercizio, a seguito delle seguenti modifiche: • la società sottoposta ad influenza notevole SE.BA S.p.A., nella quale il

Gruppo Banca Marche possedeva una quota di partecipazione pari al 42,67%, è stata ceduta in data 31 maggio 2011 alla KGS Consorzio stabile a.r.l.;

• la società controllata Banca delle Marche Gestione Internazionale Lux S.A. è stata liquidata in data 22 dicembre 2011.

Page 26: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 26

Tavola 3. Composizione del patrimonio di vigilanza

Informativa qualitativa

Il patrimonio di vigilanza è stato calcolato sulla base delle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 263 del dicembre 2006 e 12° aggiornamento della Circolare 155 del febbraio 2008) a seguito della nuova disciplina prudenziale per le banche e i gruppi bancari introdotta dal Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (Basilea 2).

Il Gruppo Bancario è soggetto, su base consolidata, alle regole in materia di Patrimonio di Vigilanza, requisito patrimoniale complessivo, valutazione dell’adeguatezza del capitale interno e concentrazione dei rischi.

Ai fini del calcolo del Patrimonio di Vigilanza consolidato, vengono prese in esame le società che rientrano nel perimetro di consolidamento del Gruppo Banca Marche, in vigenza delle regole sopra citate.

Il Patrimonio di Vigilanza consolidato, costituito dalla somma del patrimonio di base e supplementare, al netto delle deduzioni, al 31 dicembre 2011 si attesta a 1.755,077 milioni di euro, di cui 1.225,402 milioni di euro è riconducibile al patrimonio di base, 529,675 milioni di euro a quello supplementare.

Il Patrimonio di Vigilanza registra un complessivo incremento di 57,522 milioni di euro rispetto alla fine del precedente anno.

Il Patrimonio di Base è costituito da capitale sociale e riserve ed è comprensivo della quota di utile dell’esercizio capitalizzata; nel calcolo del patrimonio di base concorrono i filtri prudenziali negativi per un importo complessivo pari a 35,865 milioni di euro.

L’incremento del patrimonio di base complessivamente registrato nel 2011 è pari a 54,519 milioni di euro, a cui concorrono la capitalizzazione dell’utile per circa 93,203 milioni di euro; la dinamica dei filtri prudenziali IAS, con un effetto complessivamente negativo per 38,928 milioni di euro; l’effetto dell’incremento di 1,948 milioni delle azioni proprie in portafoglio, computate tra gli elementi negativi del patrimonio di base e complessivamente pari a 33,061 milioni di euro. Tale importo comprende le azioni proprie ottenute in pagamento nel corso del 2010 da Aviva Italia Holding come corrispettivo della cessione delle partecipazioni azionarie in Aviva Life e Aviva Assicurazioni.

Vengono inoltre dedotte, come prescritto dalla Normativa di Vigilanza, le immobilizzazioni immateriali, che si attestano a 38,656 milioni di euro, con un decremento di 1,172 milioni di euro rispetto alla fine dell’anno 2010 e l’avviamento, pari a 2,776 milioni di euro.

Il patrimonio supplementare si attesta a 529,675 milioni di euro, con un incremento di 3,003 milioni di euro dovuto principalmente all’aumemto delle passività subordinate di 2° livello.

I prestiti subordinati, pari a 537,728 milioni al netto di temporanei riacquisti, sono ammessi al computo nel patrimonio supplementare, limitatamente a euro 526,730 milioni.

Page 27: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 27

Tali prestiti subordinati fanno riferimento a 7 emissioni effettuate dalla Capogruppo per 559 milioni, con scadenze entro l’anno 2018 e all’emissione da parte della società controllata Carilo di 10 milioni, in ammortamento prudenziale e scadenza nel 2012.

In base alla Normativa di Vigilanza Prudenziale (Circ. n. 155 del 18 dicembre 1991) vengono dedotte al 50% dal patrimonio di base e al 50% dal patrimonio supplementare le interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% del capitale dell’ente partecipato per un importo pari a 0,671 milioni di euro ciascuno, in leggero aumento rispetto all’anno precedente.

Si ricorda, inoltre, che la Banca d’Italia, con un Provvedimento emesso il 18 maggio 2010, ha emanato disposizioni di vigilanza sul trattamento prudenziale delle riserve relative ai titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali di Paesi dell’Unione Europea classificati tra le “ Attività disponibili per la vendita”. In particolare, con riferimento ai suddetti titoli, il Provvedimento, in alternativa all’approccio asimmetrico ( integrale deduzione della minusvalenza netta dal Patrimonio di base e parziale inclusione della plusvalenza netta nel Patrimonio supplementare) già previsto, riconosce la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve a partire dal 1° gennaio 2010. Il Gruppo Banca delle Marche ha esercitato tale opzione e pertanto il Patrimonio di viglilanza ed i Coefficienti di solvibilità al 31 dicembre 2011 tengono conto di tale disposizione.

Al 31/12/2011 non sono presenti strumenti “innovativi” e “non innovativi” di capitale.

Page 28: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 28

Informazione quantitativa

Tavola 3.1 - Composizione del Patrimonio di Vigilanza 31.12.2011 31.12.2010

Elementi positivi del Patrimonio di Base - Capitale 559.024 558.793 - Sovraprezzi di emissione 120.863 120.863 - Riserve 563.341 512.806 - Utile del periodo 93.203 49.533Filtri prudenziali: incrementi del Patrimonio di base: - 7.456 - Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio - 7.456Totale elementi positivi del Patrimonio di Base 1.336.431 1.249.451Elementi negativi del Patrimonio di Base - azioni o quote proprie 33.061 31.118 - avviamento 2.776 2.776 - altre immobilizzazioni immateriali 38.656 39.828Filtri prudenziali IAS/IFTS negativi (-): decrementi del Patrimonio di base 35.865 4.393 - Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio 5.861 - - riserve negative su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di O.I.C.R.

172 -

- riserve negative su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di debito 19.845 4.393 - altri filtri negativi (cessione di immobili) 9.987 -Totale elementi negativi del Patrimonio di Base 110.358 78.115Patrimonio di Base al lordo degli elementi da dedurre 1.226.073 1.171.336Deduzione del Patrimonio di base Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% e inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato

671 453

TOTALE PATRIMONIO DI BASE (TIER1) 1.225.402 1.170.883Elementi positivi del Patrimonio Supplementare: - riserve da valutazione (Leggi speciali di rivalutazione) 3.616 3.616 - riserve positive su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di O.I.C.R.

- 1.954

- passività subordinate di 2° livello 526.730 522.532Totale elementi positivi del Patrimonio Supplementare 530.346 528.102Elementi negativi del Patrimonio Supplementare: - riserve positive su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di O.I.C.R. (quota non computabile)

- 977

Totale elementi negativi del Patrimonio Supplementare - 977Patrimonio Supplementare al lordo degli elementi da dedurre 530.346 527.125Patrimonio Supplementare (Valore positivo ammesso) 530.346 527.125Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato

671 453

Totale degli elementi da dedurre 671 453TOTALE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (TIER2) 529.675 526.672Elementi da dedurre dal totale del patrimonio di base e supplementare: - - - partecipazioni in Società di Assicurazione - -TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA 1.755.077 1.697.555TOTALE PATRIMONIO DI TERZO LIVELLO - -TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA E DI TERZO LIVELLO 1.755.077 1.697.555

Page 29: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 29

Tavola 3.2 Caratteristiche degli strumenti subordinati computati nel Patrimonio Supplementare 31.12.2011 31.12.2010

Tipologia d'emissione

Denominazione Tasso di interesse

Step Up

Data di emissione

Data di scadenza

Valuta Capitaleemesso

Capitale al

31.12.2011

Valore di

bilancio

Apporto al Patrimonio di

Vigilanza

Valore di

bilancio

Apporto al Patrimonio di

Vigilanza

Prestito Obbligaz. Subordinato

BDM DC15 TV SUB CALL

EURIBOR 3M +1,10

Sì 22/12/2005 22/12/2015 EUR 65.000 60.436 60.393 52.000 60.162 60.006

Prestito Obbligaz. Subordinato

BDM 24ST15 TV -SUB.

EURIBOR (6M+0,7)/2

No 24/09/2008 24/09/2015 EUR 144.000 143.706 144.344 143.705 179.258 178.447

Prestito Obbligaz. Subordinato

BDM EUR 15/06/2016

EURIBOR 3M+115BP

Sì 15/06/2006 15/06/2016 EUR 120.000 116.582 116.648 116.559 117.545 117.509

Prestito Obbligaz. Subordinato

BDM EUR TV% 17 S/U C

EURIBOR 3M+0,35

Sì 01/06/2007 01/06/2017 EUR 180.000 162.700 161.650 162.627 161.540 162.710

Prestito Obbligaz. Subordinato

BDM 30GN18 7,2% SUB

7,20% No 30/06/2011 30/06/2018 EUR 10.000 10.000 10.554 10.000 - -

Prestito Obbligaz. Subordinato

BDM 30GN18 8% SUB

8,00% No 30/06/2011 30/06/2018 EUR 20.000 20.000 21.162 20.000 - -

Prestito Obbligaz. Subordinato

BDM 30GN18 7,75% SUB

7,75% No 30/06/2011 30/06/2018 EUR 20.000 20.000 21.138 20.000 - -

Prestito Obbligaz. Subordinato

CRL SUB TV 05/012 Eur V

(EURIBOR 6M+0,65)/2

No 14/10/2005 10/10/2012 EUR 10.000 1.830 1.839 1.839 3.874 3.860

569.000 535.254 537.728 526.730 522.379 522.532

Page 30: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 30

Tavola 4. Adeguatezza patrimoniale

Informativa qualitativa Il Gruppo Banca delle Marche valuta la propria adeguatezza patrimoniale

e prospettica, attraverso specifici processi coordinati dalla funzione di gestione del rischio.

Per quanto riguarda il Primo Pilastro, viene svolta un’attività di monitoraggio e gestione dei coefficienti patrimoniali regolamentari, verificandone il loro andamento rispetto alle attese di Budget e di Piano strategico.

A livello consolidato e individuale viene effettuato, per le componenti del Gruppo, il monitoraggio e la previsione del coefficiente di solvibilità regolamentare, evidenziando sia l'evoluzione prospettica del coefficiente (Patrimonio di vigilanza / Attività ponderate per il rischio), sia la verifica della crescita prevista rispetto ai "plafond" operativi assegnati alle banche del Gruppo per i mesi residui dal budget. Il calcolo del coefficiente di solvibilità viene prodotto trimestralmente per finalità regolamentari e, nelle cadenze intermedie, viene monitorato con i dati andamentali aggiornati.

Si evidenzia una positiva dinamica dei ratios patrimoniali nel 2011 che incorpora eventi con valenza opposta sull’indicatore di solvibilità: a) incremento dei requisiti patrimoniali legato all’aggiornamento del rating

attribuito all’Italia e del conseguente aggravio di ponderazione dal 20% al 50% per le esposizioni verso e garantite da enti territoriali, del settore pubblico ed intermediari vigilati con sede in Italia, includendo anche gli intermediari finanziari iscritti nell’Elenco speciale ex art. 107 TUB;

b) rafforzamento del presidio patrimoniale grazie alla politica di capitalizzazione dell’utile conseguito nell’esercizio, che comprende il positivo impatto dell’operazione di spin-off immobiliare realizzato nella seconda metà dell’anno. Tale operazione genera d’altro canto la riduzione delle attività ponderate per il rischio riveniente dagli immobili ceduti.

Per quanto concerne il Secondo Pilastro, nel processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (processo ICAAP) vengono considerati, oltre ai rischi di primo pilastro (credito, controparte, mercato, operativo), anche gli altri rischi definiti rilevanti per il Gruppo:

• rischio di concentrazione; • rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla

negoziazione; • rischio di liquidità; • rischio residuo; • rischio derivante da cartolarizzazione; • rischio strategico; • rischio di reputazione.

Page 31: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 31

Il calcolo dei fabbisogni di capitale derivante dall’esposizione ai suddetti rischi (c.d. capitale interno) viene effettuato per i rischi del Primo Pilastro sulla base delle norme regolamentari, su quelli di Secondo Pilastro in funzione della loro misurabilità mediante modelli interni, e riguarda i seguenti rischi:

1. Rischio di credito; 2. Rischio di controparte; 3. Rischio di mercato; 4. Rischio operativo; 5. Rischio di concentrazione; 6. Rischio tasso nel banking book.

Le altre tipologie di rischio, come il rischio di liquidità, il rischio residuo, il rischio strategico ed il rischio reputazionale, non sono state considerate ai fini del calcolo del capitale interno, ma valutate in funzione dell’adeguatezza del loro presidio.

Informativa quantitativa Inoltre la disciplina di vigilanza prudenziale (Circ. 263/06 e successive

modifiche) prevede prove di stress per una migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei relativi sistemi di attenuazione e controllo e, ove ritenuto necessario, dell’adeguatezza del capitale interno. Per prove di stress si intendono tecniche quantitative e qualitative idonee a valutare la vulnerabilità a eventi eccezionali ma plausibili, stimando gli effetti sui rischi del Gruppo di eventi specifici (analisi di sensibilità) o di movimenti congiunti di un insieme di variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi (analisi di scenario). I risultati delle prove di stress costituiscono oggetto del processo di controllo prudenziale.

Il Gruppo, nell’ambito del resoconto ICAAP, con riferimento ai dati del 31 dicembre 2011 consolidati, ha confermato una situazione di solidità, anche attraverso gli stress test, attestata da un congruo margine residuo rispetto ai requisiti patrimoniali.

Page 32: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 32

4.a Adeguatezza Patrimoniale 2011 2010

Attività Rischio di Credito e Rischio di Controparte- Requisiti Patrimoniali Esposizioni verso amministrazioni e banche centrali - 17 Esposizioni verso enti territoriali 1.457 1.736 Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 9.851 8.259 Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo 5 8 Esposizioni verso organizzazioni internazionali - - Esposizioni verso intermediari vigilati 32.075 14.927 Esposizioni verso imprese ed altri soggetti 582.188 676.820 Esposizioni al dettaglio 171.938 199.851 Esposizioni garantite da immobili 186.421 179.442 Esposizioni scadute 241.585 157.152 Esposizioni appartenenti a categorie ad alto rischio per fini regolamentari - 206 Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 191 - Esposizioni a breve termine verso imprese - - Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) 5.862 1.342 Altre esposizioni 11.288 24.154 Esposizioni verso cartolarizzazioni e ricartolarizzazioni 7.395 7.811 TOTALE RISCHIO DI CREDITO E CONTROPARTE 1.250.258 1.271.725 ATTIVITA' RISCHIO DI MERCATO Metodologia Standardizzata Rischio generico su titoli di debito 3.171 4.434 Rischio generico su titoli di capitale 3.913 1.061 Rischio specifico su titoli di debito 1.087 902 Rischio specifico su titoli di capitale 3.989 556 Rischio di posizione dei certificati di partecipazione a O.I.C.R. 4.407 10.467 Opzioni 2.168 1 Rischio di concentrazione - - Rischio di regolamento - - Rischio di cambio - - Rischio di posizione in merci - - TOTALE RISCHI DI MERCATO 18.735 17.421 ATTIVITA' RISCHIO OPERATIVO Rischi operativi Metodo base 334 584 Metodo standardizzato 86.621 83.597 Metodi avanzati TOTALE RISCHI OPERATIVI 86.955 84.181 REQUISITO PATRIMONIALE COMPLESSIVO 1.355.948 1.373.327

Attività di rischio ponderate 16.949.350 17.166.588

Patrimonio di Base 1.225.402 1.170.883 Coefficiente patrimoniale di base (TIER 1 Capital ratio) 7,23% 6,82%

Patrimonio di Vigilanza 1.755.077 1.697.555 Coefficiente patrimoniale totale (Total Capital Ratio) 10,35% 9,89%

Page 33: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 33

4.b Requisito patrimoniale per il Rischio di Controparte 2011 2010

Attività di Rischio- Contratti Derivati Valore

PonderatoRequisito

PatrimonialeValore

Ponderato Requisito

PatrimonialeEsposizioni verso enti territoriali 313 25 342 27Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico

3.681 294 5.251 420

Esposizioni verso intermediari vigilati 17.488 1.399 15.946 1.276Esposizioni verso imprese ed altri soggetti 143.610 11.489 97.991 7.839Esposizioni scadute 4.086 327 6.184 495TOTALE RISCHIO CONTROPARTE- Contratti Derivati

169.178 13.534 125.714 10.057

Attività di Rischio- Operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine

ValorePonderato

RequisitoPatrimoniale

Valore Ponderato

RequisitoPatrimoniale

Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico

- - 1 -

Esposizioni verso intermediari vigilati 92.856 7.428 192 15Esposizioni verso imprese ed altri soggetti 2.062 165 107 9Esposizioni al dettaglio 23 2 - -Altre esposizioni 2.355 188 21.698 1.736TOTALE RISCHIO CONTROPARTE- Operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine

97.296 7.783 21.998 1.760

Page 34: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 34

Tavola 5. Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche

Informazione qualitativa Definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili

Per il Gruppo Banca delle Marche, le definizioni delle diverse categorie di crediti deteriorati coincidono con le definizioni di Vigilanza.

Più in dettaglio, le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie:

Sofferenze Esposizioni nei confronti di soggetti debitori che si trovano in stato

d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.

Incagli Esposizioni nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva

difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. In tale categoria di esposizioni, per tutti gli ambiti regolamentari e di bilancio, vengono inclusi i c.d. Incagli Oggettivi, ovvero tutte le esposizioni scadute e/o sconfinate da oltre 270 giorni.

Esposizioni ristrutturate Esposizioni per le quali le società del Gruppo, a causa del deterioramento

delle condizioni economico-finanziare del debitore, acconsentono a modifiche delle originarie condizioni contrattuali che diano luogo ad una perdita.

Le rinegoziazioni dei mutui eseguite secondo quanto disposto dal D.L. 93 del 27/5/2008 “Disposizioni a difesa del potere di acquisto delle famiglie” (c.d. legge “Tremonti”), se appartenenti a controparti attribuite in precedenza a una delle categorie di crediti deteriorati, sono state esposte tra le esposizioni ristrutturate sulla base delle indicazioni ricevute dall’Organo di Vigilanza.

Esposizioni scadute e/o sconfinanti Esposizioni diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le

esposizioni ristrutturate che, alla data di riferimento della segnalazione, risultano scadute e/o sconfinanti da oltre 180 giorni2 con carattere continuativo; da rilevare che, al superamento dei 270 giorni e a prescindere dalla modalità operativa di gestione del cliente, sulla base delle disposizioni normative l’esposizione viene considerata ad incaglio.

2 Il 31/12/2011 è scaduta la deroga temporanea prevista dalla direttiva di recepimento di Basilea 2; pertanto, dal 1° gennaio 2012 le

Banche sono tenute a segnalare le esposizioni scadute e/o sconfinanti (c.d. Past Due) dopo il 90° giorno di sconfinamento invece degli attuali 180.

Page 35: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 35

Le esposizioni scadute e/o sconfinanti possono essere determinate facendo riferimento, alternativamente, al singolo debitore o alla singola transazione, ad esclusione di quelle ricadenti nel portafoglio “esposizioni garantite da immobili” che sono sempre determinate con il metodo della singola transazione.

Banca Marche ha aderito al Protocollo d’Intesa “Comunicazione alle imprese sull’entrata in vigore dei nuovi termini per la segnalazione degli sconfinamenti bancari” (Past Due) promosso dall’ABI e dalle principali rappresentanze delle imprese, al fine di attenuare gli impatti per le imprese a seguito della riduzione dei termini di segnalazione degli sconfinamenti da 180 giorni a 90 giorni.

Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore

Il valore di bilancio dei crediti viene costantemente sottoposto alla verifica della sussistenza di eventuali perdite di valore, che potrebbero determinare una riduzione del loro presumibile valore di realizzo.

I crediti che presentano una riduzione di valore per un’obiettiva evidenza di perdita, sono sottoposti a valutazione analitica. Rientrano in tale ambito i crediti ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, incaglio, incaglio oggettivo, ristrutturato o in situazione di scaduto/sconfinato come definito dall’attuale normativa.

Per le sofferenze e gli incagli che presentano evidenze oggettive di perdite, l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione ed il valore futuro dei previsti flussi di cassa attualizzati applicando il tasso di interesse effettivo originario; tali flussi di cassa, infatti, previsti tengono conto sia dei tempi di recupero attesi sia del presumibile valore di realizzo (anche per effetto delle eventuali garanzie a supporto).

Per gli incagli e per le esposizioni ristrutturate che non rilevano evidenze individuali di perdita e per le esposizioni scadute e/o sconfinanti (compresi gli incagli oggettivi), la valutazione viene effettuata sulla base delle stime di perdite medie rilevate sulle specifiche tipologie di portafoglio crediti. La perdita per riduzione di valore è iscritta a conto economico nella voce 130 a) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore.

Se vengono meno i motivi che sono alla base della riduzione di valore dell’attività, vengono effettuate a conto economico delle riprese di valore che, comunque, non possono determinare un valore contabile superiore al costo ammortizzato del credito in assenza delle precedenti rettifiche.

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis sono sottoposti a valutazione collettiva.

Page 36: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 36

Tale valutazione avviene per categorie omogenee di crediti e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto delle garanzie reali e delle serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. In particolare, il Gruppo ha effettuato una macrosuddivisione della clientela per segmenti (Imprese; Pubblica Amministrazione; Banche; Finanziarie; Famiglie; Altro) e per classi omogenee di rischio secondo una media trimestrale del punteggio PUARC (cfr par. Tavola1 - Requisito informativo generale).

Nella stima delle perdite subite, determinate da fattori o eventi osservabili e quantificabili al momento della valutazione e non ancora contabilmente rilevate (incurred loss), si è tenuto conto di un orizzonte temporale di un anno come quantificazione del tempo necessario perché tali eventi producano conseguenze economiche.

Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico, alla voce 130 a) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.

Informativa quantitativa Si precisa che i dati riportati nelle Tavole seguenti possono differire da

analoghe informazioni riportate nella Parte E della nota integrativa del Bilancio Consolidato essendo costruiti sulla base dei criteri adottati dalla circolare 263 del 27 gennaio 2006 ai fini del calcolo del rischio di credito sulle esposizioni.

Page 37: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 37

Tavola 5.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia

Portafogli/ Qualità

Esposizioni Deteriorate Altre Esposizioni

Sofferenze Incagli Esposizioni

Ristrutturate Esposizioni

Scadute Rischio Paese

Altre Attività Totale Valori medi

31.12.2011

Valori medi

31.12.2010

Attività Finanziarie di Negoziazione - 1.482 - 1.157 - 169.605 172.244 214.203 228.189 Attività Finanziarie Disponibili per la Vendita - - - - - 2.216.680 2.216.680 1.109.708 740.717 Attività Finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - - - - Crediti verso Banche - - - - - 566.038 566.038 483.718 456.278 Crediti verso Clientela 893.631 692.991 44.491 724.437 - 16.097.596 18.453.146 17.891.424 17.704.183 Attività Finanziarie Valutate al Fair Value - - - - - 16.302 16.302 18.456 19.174 Attività Finanziarie in corso di dismissione - - - - - 1.623 1.623 8.889 11.310 Derivati di copertura - - - - - 25.942 25.942 34.679 37.591

Totale 893.631 694.473 44.491 725.594 - 19.093.786 21.451.975 19.761.077 19.197.442

Valori Medi 31.12.2011 602.179 502.005 26.232 428.839 - 18.201.822 19.761.077

Valori Medi 31.12.2010 505.028 437.849 20.146 329.920 - 17.904.499 19.197.442

Ai fini della presente informativa, per esposizione creditizia si fa riferimento alle attività per cassa (ad esempio, finanziamenti, azioni, obbligazioni, prestiti subordinati) e fuori bilancio (ad esempio, garanzie rilasciate). Sono escluse dalle esposizioni le attività che costituiscono il portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza assoggettate ai requisiti patrimoniali sui rischi di mercato.

La tabella evidenzia le attività finanziarie per portafoglio contabile di appartenenza e per qualità creditizia. I valori riportati sono quelli utilizzati nell’informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni del portafoglio bancario sia a posizioni del portafoglio di negoziazione di vigilanza, limitatamente ai soli derivati sottoposti a rettifiche.

Si precisa, che la Tabella soprastante, non coincide con quanto esposto nella corrispondente Tabella del Bilancio Consolidato in quanto il concetto di esposizione creditizia riveniente dalla normativa sui Bilanci Bancari (Circolare 262 del 22 Dicembre 2005- 1° aggiornamento del 18 Novembre 2009) non corrisponde al concetto usato con riferimento alla Circolare 263 del 27 Dicembre 2006- 10° aggiornamento del Dicembre 2011. Pe le stesse motivazioni, tutte le seguenti Tabelle di tale Informativa, potrebbero non coincidere con le analoghe pubblicate nel Bilancio Consolidato.

Page 38: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 38

L'Esposizione Media, distinta per portafoglio di appartenenza e per qualità creditizia dell'esposizione, è stata costruita sulla base di una media aritmetica semplice dei valori contenuti nelle informative di bilancio riferite agli ultimi anni di rendicontazione.

Tavola 5.2 Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso Banche

Tipologia di Esposizione/Portafoglio Contabile

Attività Finanziarie

di Negoziazione

Attività FinanziarieValutate al Fair Value

Attività FinanziarieDisponibili per la

Vendita

Crediti verso Banche

Derivati di Copertura Fair Value

Positivi

Esposizioni Fuori Bilancio

Totale 31.12.2011

Totale 31.12.2010

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

A. Esposizioni per cassa:

a) Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - b) Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - -

d) Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - - - -

e) Altre attività - - - - 328.426 141.871 566.038 484.409 - - - - 894.464 626.280 720.957 536.885

Totale A - - - - 328.426 141.871 566.038 484.409 - - - - 894.464 626.280 720.957 536.885

B. Esposizioni fuori bilancio:

a) Deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -

b) Altre 31.023 44.659 - - - - - - 25.942 13.620 31.588 54.138 88.553 112.417 95.163 120.371 Totale B 31.023 44.659 - - - - - - 25.942 13.620 31.588 54.138 88.553 112.417 95.163 120.371

Totale A+B 31.12.2011 31.023 44.659 - - 328.426 141.871 566.038 484.409 25.942 13.620 31.588 54.138 983.017 738.697 816.120 657.256

Totale A+B 31.12.2010 48.706 49.204 - - 100.241 79.686 620.716 457.199 1.827 9.512 44.630 61.655 816.120 657.256

La tabella mostra la distribuzione per portafogli contabili delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

Page 39: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 39

La determinazione dell'Esposizione Media, è stata determinata come una media aritmetica semplice sulla base dei dati pubblicati nelle ultime Rendicontazioni Annuali.

Tavola 5.3 Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso Clientela

Tipologia di Esposizione/Portafoglio Contabile

Attività Finanziarie

di Negoziazione

Attività Finanziarie

Valutate al Fair Value

Attività FinanziarieDisponibili per la

Vendita Crediti verso Clientela

Derivati di Copertura Fair Value

Positivi

Attività Finanziarie in

corso di dismissione

Esposizioni Fuori Bilancio: Garanzie

rilasciate ed impegni

Totale 31.12.2011

Totale 31.12.2010

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda Esp Media

Esp Lorda Esp Media Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda

Esp Media

Esp Lorda Esp Media Esp Lorda Esp Media Esp Lorda Esp Media

A. Esposizioni per cassa: a) Sofferenze - - - - - - 1.320.290 922.378 - - - - - - 1.320.290 922.378 1.020.900 789.740 b) Incagli - - - - - - 759.192 552.162 - - - - - - 759.192 552.162 652.418 483.152 c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - 44.587 26.446 - - - - - - 44.587 26.446 17.940 20.399

d) Esposizioni scadute

- - - - - - 727.841 431.057 - - - - - - 727.841 431.057 366.231 332.129

e) Altre attività - - 16.302 18.456 1.889.716 969.172 16.162.465 16.402.802 - - 1.623 8.889 - - 18.070.106 17.399.319 18.251.845 17.175.723

Totale A - - 16.302 18.456 1.889.716 969.172 19.014.375 18.334.844 - - 1.623 8.889 - - 20.922.016 19.331.361 20.309.334 18.801.143 B. Esposizioni fuori bilancio:

a) Deteriorate

2.639 2.732 - - - - 25 - - 50.290 54.563 52.929 57.320 89.785 58.750

b) Altre 138.582 166.812 - - - - 21.034 - - 1.849.966 2.230.875 1.988.548 2.418.720 2.645.843 2.562.145 Totale B 141.221 169.544 - - - - - - - 21.059 - - 1.900.256 2.285.438 2.041.477 2.476.041 2.735.628 2.620.895 Totale A+B 31.12.2011

141.221 169.544 16.302 18.456 1.889.716 969.172 19.014.375 18.334.844 - 21.059 1.623 8.889 1.900.256 2.285.438 22.963.493 21.807.402 23.044.962 21.422.038

Totale A+B 31.12.2010

93.456 178.984 19.536 19.174 1.011.359 662.324 19.276.816 18.108.334 - 28.079 1.623 11.310 2.642.172 2.413.832 23.044.962 21.422.038

La tabella mostra la distribuzione per portafogli contabili delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

La determinazione dell'Esposizione Media, è stata determinata come una media aritmetica semplice sulla base dei dati pubblicati nelle ultime Rendicontazioni Annuali.

Tavola 5.4 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

Page 40: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 40

Esposizioni/ Controparte

Governi e Banche Centrali Altri Enti Pubblici Società Finanziarie Imprese di Assicurazione

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

A. Esposizioni per cassa: A.1 Sofferenze - - - - - - - - 673 460 - 213 - - - -

A.2 Incagli - - - - 2 - - 2 205 1 - 204 - - - -

A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - -

A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - - - -

A.5 Altre esposizioni 1.850.082 - 1.462 1.848.620 189.220 - 11 189.209 502.000 - 536 501.464 531 - 1 530

Totale A 1.850.082 - 1.462 1.848.620 189.222 - 11 189.211 502.878 461 536 501.881 531 - 1 530

B. Esposizioni fuori bilancio: B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - -

B.2 Incagli - - - - - - - - - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate 1 - - 1 - - - - 266 - - 266 - - - -

B.4 Altre esposizioni 94.439 - - 94.439 32.134 - - 32.134 15.134 - - 15.134 386 - - 386

Totale B 94.440 - - 94.440 32.134 - - 32.134 15.400 - - 15.400 386 - - 386

Totale A+B 31.12.2011 1.944.522 - 1.462 1.943.060 221.356 - 11 221.345 518.278 461 536 517.281 917 - 1 916

Totale A+B 31.12.2010 828.021 - - 828.021 226.964 1 3 226.960 815.778 593 174 815.011 192.391 - 1 192.390

Page 41: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 41

Tavola 5.4 - prosegue

Esposizioni/ Controparte

Imprese non Finanziarie Altri Soggetti Totale 31.12.2011 Totale 31.12.2010

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

A. Esposizioni per cassa: A.1 Sofferenze 1.125.469 366.620 - 758.849 194.148 59.578 - 134.570 1.320.290 426.658 - 893.632 1.020.900 336.620 - 684.280 A.2 Incagli 669.479 61.772 - 607.707 89.506 4.428 - 85.078 759.192 66.201 - 692.991 652.418 63.362 - 589.056 A.3 Esposizioni ristrutturate 37.415 81 - 37.334 7.172 15 - 7.157 44.587 96 - 44.491 17.940 374 - 17.566 A.4 Esposizioni scadute 618.874 2.983 - 615.891 108.967 422 - 108.545 727.841 3.405 - 724.436 366.231 3.114 - 363.117 A.5 Altre esposizioni 11.051.254 - 61.109 10.990.145 4.477.019 - 3.212 4.473.807 18.070.106 - 66.331 18.003.775 18.251.845 - 77.756 18.174.089

Totale A 13.502.491 431.456 61.109 13.009.926 4.876.812 64.443 3.212 4.809.157 20.922.016 496.360 66.331 20.359.325 20.309.334 403.470 77.756 19.828.108

B. Esposizioni fuori bilancio: B.1 Sofferenze 4.336 - - 4.336 162 - - 162 4.498 - - 4.498 3.636 - - 3.636 B.2 Incagli 24.772 59 - 24.713 1.004 - - 1.004 25.776 59 - 25.717 46.267 - - 46.267 B.3 Altre attività deteriorate 22.062 - - 22.062 326 - - 326 22.655 - - 22.655 39.882 - - 39.882 B.4 Altre esposizioni 1.649.420 - 251 1.649.169 197.035 - - 197.035 1.988.548 - 251 1.988.297 2.645.843 - - 2.645.843

Totale B 1.700.590 59 251 1.700.280 198.527 - - 198.527 2.041.477 59 251 2.041.167 2.735.628 - - 2.735.628

Totale A+B 31.12.2011 15.203.081 431.515 61.360 14.710.206 5.075.339 64.443 3.212 5.007.684 22.963.493 496.419 66.582 22.400.492 23.044.962 403.470 77.756 22.563.736

Totale A+B 31.12.2010 16.309.186 346.205 73.967 15.889.014 4.672.622 56.671 3.611 4.612.340 23.044.962 403.470 77.756 22.563.736

La tabella mostra la distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

Page 42: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 42

Tavola 5.5 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso banche - distribuzione mondiale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Altri Paesi Europei America Asia Esp

Lorda Rettifiche di

Valore Esp

Netta Esp

Lorda Rettifiche di

Valore Esp

Netta Esp

Lorda Rettifiche di

Valore Esp

Netta Esp

LordaRettifiche di

Valore Esp

Netta

A. Esposizioni per cassa: A.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - A.2 Incagli - - - - - - - - - - - - A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - A.5 Altre esposizioni 736.143 - 736.143 111.968 - 111.968 41.506 - 41.506 244 - 244 Totale A 736.143 - 736.143 111.968 - 111.968 41.506 - 41.506 244 - 244

B. Esposizioni fuori bilancio: B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - B.2 Incagli - - - - - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - B.4 Altre esposizioni 34.787 - 34.787 49.768 - 49.768 2.152 - 2.152 1.235 - 1.235 Totale B 34.787 - 34.787 49.768 - 49.768 2.152 - 2.152 1.235 - 1.235

Totale A+B 31.12.2011 770.930 - 770.930 161.736 - 161.736 43.658 - 43.658 1.479 - 1.479

Totale A+B 31.12.2010 655.513 - 655.513 146.079 - 146.079 7.879 - 7.879 1.433 - 1.433

Tavola 5.5 - prosegue

Esposizioni/ Aree Geografiche

Resto del mondo Totale 31.12.2011 Totale 31.12.2010Esp

Lorda Rettifiche di Valore Esp Netta Esp

Lorda Rettifiche di Valore Esp Netta Esp

Lorda Rettifiche di Valore Esp Netta

A. Esposizioni per cassa: A.1 Sofferenze - - - - - - - - -A.2 Incagli - - - - - - - - -A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - -A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - -A.5 Altre esposizioni 4.603 - 4.603 894.464 - 894.464 720.957 - 720.957

Totale A 4.603 - 4.603 894.464 - 894.464 720.957 - 720.957

B. Esposizioni fuori bilancio: B.1 Sofferenze - - - - - - - - -B.2 Incagli - - - - - - - - -B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - -B.4 Altre esposizioni 611 - 611 88.553 - 88.553 95.163 - 95.163

Totale B 611 - 611 88.553 - 88.553 95.163 - 95.163

Totale A+B 31.12.2011 5.214 - 5.214 983.017 - 983.017 816.120 - 816.120

Totale A+B 31.12.2010 5.216 - 5.216 816.120 - 816.120

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio

Page 43: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 43

di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.La determinazione dell'Esposizione Media, è stata determinata come una media aritmetica semplice sulla base dei dati pubblicati nelle ultime Rendicontazioni Annuali.

Tavola 5.5.a Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso banche - distribuzione nazionale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud ed Isole Totale 31.12.2011 Totale 31.12.2010 Esp

Lorda Rett di valore

Esp Netta

Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta

Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta

EspLorda

Rett di valore

Esp Netta

Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta

Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta

A.Esposizionipercassa: A.1Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - - A.2Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - - A.3Esposizioniristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - - - - A.4Esposizioniscadute - - - - - - - - - - - - - - - - - - A.5Altreesposizioni 7.871 - 7.871 47.771 - 47.771 680.153 - 680.153 348 - 348 736.143 - 736.143 613.076 - 613.076 TotaleA 7.871 - 7.871 47.771 - 47.771 680.153 - 680.153 348 - 348 736.143 - 736.143 613.076 - 613.076

B.Esposizionifuoribilancio:B.1Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - - B.2Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - - B.3Altreattivitàdeteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - - - B.4Altreesposizioni: 5.634 - 5.634 4 - 4 29.149 - 29.149 - - - 34.787 - 34.787 42.437 - 42.437 TotaleB 5.634 - 5.634 4 - 4 29.149 - 29.149 - - - 34.787 - 34.787 42.437 - 42.437

TotaleA+B31.12.2011 13.505 - 13.505 47.775 - 47.775 709.302 - 709.302 348 - 348 770.930 - 770.930 655.513 - 655.513

TotaleA+B31.12.2010 95.505 - 95.505 2.156 - 2.156 557.439 - 557.439 413 - 413 655.513 - 655.513

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

Page 44: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 44

Tavola 5.6 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela - distribuzione mondiale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Altri Paesi Europei America Asia Resto del mondo

Esp Lorda Rett di valore

EspNetta Esp

Lorda Rett di valore

EspNettaEsp

Lorda Rett di valore

EspNettaEsp

LordaRett di valore

EspNettaEsp

LordaRett di valore

EspNetta

A. Esposizioni per cassa: A.1 Sofferenze 1.316.748 423.779 892.969 3.505 2.854 651 37 25 12 - - - - - - A.2 Incagli 759.011 66.185 692.826 180 15 165 - - - 1 1 - - - - A.3 Esposizioni ristrutturate 44.587 96 44.491 - - - - - - - - - - - - A.4 Esposizioni scadute 727.592 3.404 724.188 248 1 247 1 - 1 - - - - - - A.5 Altre esposizioni 18.018.030 64.846 17.953.184 46.090 1.485 44.605 5.373 - 5.373 - - - 613 - 613 Totale A 20.865.968 558.310 20.307.658 50.023 4.355 45.668 5.411 25 5.386 1 1 - 613 - 613

B. Esposizioni fuori bilancio: B.1 Sofferenze 4.498 - 4.498 - - - - - - - - - - - - B.2 Incagli 25.776 59 25.717 - - - - - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate 22.650 - 22.650 5 - 5 - - - - - - - - - B.4 Altre esposizioni: 1.985.858 251 1.985.607 2.455 - 2.455 232 - 232 3 - 3 - - - Totale B 2.038.782 310 2.038.472 2.460 - 2.460 232 - 232 3 - 3 - - -

Totale A+B 31.12.2011 22.904.750 558.620 22.346.130 52.483 4.355 48.128 5.643 25 5.618 4 1 3 613 - 613

Totale A+B 31.12.2010 22.974.279 478.630 22.495.649 61.053 2.572 58.481 8.853 24 8.829 20 - 20 757 - 757

Tavola 5.6 - prosegue

Esposizioni/ Aree Geografiche

Totale 31.12.2011 Totale 31.12.2010Esp Lorda Rett di valore EspNetta Esp Lorda Rett di valore EspNetta

A. Esposizioni per cassa: A.1 Sofferenze 1.320.290 426.658 893.632 1.020.900 336.620 684.280 A.2 Incagli 759.192 66.201 692.991 652.418 63.362 589.056 A.3 Esposizioni ristrutturate 44.587 96 44.491 17.940 374 17.566 A.4 Esposizioni scadute 727.841 3.405 724.436 366.231 3.114 363.117 A.5 Altre esposizioni 18.070.106 66.331 18.003.775 18.251.845 77.756 18.174.089 Totale A 20.922.016 562.691 20.359.325 20.309.334 481.226 19.828.108

B. Esposizioni fuori bilancio: B.1 Sofferenze 4.498 - 4.498 3.636 - 3.636 B.2 Incagli 25.776 59 25.717 46.267 - 46.267 B.3 Altre attività deteriorate 22.655 - 22.655 39.882 - 39.882 B.4 Altre esposizioni: 1.988.548 251 1.988.297 2.645.843 - 2.645.843 Totale B 2.041.477 310 2.041.167 2.735.628 - 2.735.628

Totale A+B 31.12.2011 22.963.493 563.001 22.400.492 23.044.962 481.226 22.563.736

Totale A+B 31.12.2010 23.044.962 481.226 22.563.736

Page 45: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 45

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

Tavola 5.6.a Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela - distribuzione nazionale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud ed Isole Totale 31.12.2011 Totale 31.12.2010 Esp

Lorda Rett di valore

Esp Netta

Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta Esp Lorda

Rett di valore

Esp Netta

A.Esposizionipercassa: A.1Sofferenze 41.536 12.516 29.020 169.069 52.084 116.985 955.110 312.850 642.260 151.033 46.329 104.704 1.316.748 423.779 892.969 1.017.554 334.103 683.451 A.2Incagli 3.224 167 3.057 108.929 12.628 96.301 547.228 41.831 505.397 99.630 11.559 88.071 759.011 66.185 692.826 652.173 63.347 588.826 A.3Esposizioniristrutturate - - - 4.150 11 4.139 38.863 64 38.799 1.574 21 1.553 44.587 96 44.491 17.940 374 17.566 A.4Esposizioniscadute 8.700 34 8.666 78.841 414 78.427 558.753 2.578 556.175 81.298 378 80.920 727.592 3.404 724.188 365.193 3.092 362.101 A.5Altreesposizioni 308.312 1.770 306.542 1.423.765 5.220 1.418.545 15.267.236 53.517 15.213.719 1.018.717 4.339 1.014.378 18.018.030 64.846 17.953.184 18.187.209 77.714 18.109.495 TotaleA 361.772 14.487 347.285 1.784.754 70.357 1.714.397 17.367.190 410.840 16.956.350 1.352.252 62.626 1.289.626 20.865.968 558.310 20.307.658 20.240.069 478.630 19.761.439

B.Esposizionifuoribilancio:B.1Sofferenze 136 - 136 205 - 205 3.686 - 3.686 471 - 471 4.498 - 4.498 3.636 - 3.636 B.2Incagli - - - 13.775 - 13.775 11.308 59 11.249 693 - 693 25.776 59 25.717 46.267 - 46.267 B.3Altreattivitàdeteriorate - - - 8.117 - 8.117 14.129 - 14.129 404 - 404 22.650 - 22.650 39.864 - 39.864 B.4Altreesposizioni: 17.137 - 17.137 180.295 - 180.295 1.655.356 251 1.655.105 133.070 - 133.070 1.985.858 251 1.985.607 2.644.443 - 2.644.443 TotaleB 17.273 - 17.273 202.392 - 202.392 1.684.479 310 1.684.169 134.638 - 134.638 2.038.782 310 2.038.472 2.734.210 - 2.734.210

TotaleA+B31.12.2011 379.045 14.487 364.558 1.987.146 70.357 1.916.789 19.051.669 411.150 18.640.519 1.486.890 62.626 1.424.264 22.904.750 558.620 22.346.130 22.974.279 478.630 22.495.649

TotaleA+B31.12.2010 380.856 13.998 366.858 2.423.156 61.352 2.361.804 18.672.011 351.621 18.320.390 1.498.256 51.659 1.446.597 22.974.279 478.630 22.495.649

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

Page 46: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 46

Tavola 5.7 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7

giorni

da oltre 7 giorni a 15

giorni

da oltre 15 giorni a 1

mese

da oltre 1 mese fino a 3

mesi

da oltre 3 mesi fino a 6

mesi

da oltre 6 mesi fino a 1

anno

da oltre 1 anno fino a 5

anni

Oltre 5 anni

Durata indeterminata

Totale

Attività per cassa 31.12.2010

4.582.769 29.843 90.083 162.717 1.005.423 560.114 1.105.320 5.437.851 7.205.520 518.007 20.697.647

Attività per cassa 31.12.2011 4.575.036 44.502 33.034 174.474 471.127 790.103 1.383.832 5.996.823 7.938.261 143.231 21.550.423

A.1 Titoli di Stato 102 - - 1.563 58.370 61.935 196.859 719.508 816.368 - 1.854.705 A.2 Titoli di debito quotati 113 - - 8.126 2.605 5.908 47.808 337.034 107.674 3.160 512.428 A.3 Quote O.I.C.R. 50.779 - - - - - - - - - 50.779 A.5 Finanziamenti 4.524.042 44.502 33.034 164.785 410.152 722.260 1.139.165 4.940.281 7.014.219 140.071 19.132.511 - banche 175.900 3.864 - 625 4.753 142.443 36 42.704 - 140.071 510.396 - clientela 4.348.142 40.638 33.034 164.160 405.399 579.817 1.139.129 4.897.577 7.014.219 - 18.622.115

Passività per cassa 31.12.2010 7.574.469 708.283 191.779 825.220 1.647.150 1.167.978 1.766.943 4.397.946 565.686 64.929 18.910.383

Passività per cassa 31.12.2011 6.846.026 615.162 282.674 270.243 2.408.712 1.133.185 1.468.911 6.219.883 517.823 647 19.763.266 B.1 Depositi 6.639.544 109.449 204.096 91.457 343.914 284.692 326.293 121.954 145.566 - 8.266.965 - banche 28.786 70.000 165.000 17.729 107.971 2.630 12.874 98.260 145.566 - 648.816 - clientela 6.610.758 39.449 39.096 73.728 235.943 282.062 313.419 23.694 - - 7.618.149 B.2 Titoli di debito 20.943 48.745 77.648 170.561 1.411.108 834.143 1.108.163 4.235.340 362.396 - 8.269.047 B.3 Altre passività 185.539 456.968 930 8.225 653.690 14.350 34.455 1.862.589 9.861 647 3.227.254 Operazioni "fuori bilancio" 31.12.2010 195.792 124.120 146.781 80.358 274.055 89.229 48.741 73.966 76.567 - 1.109.609

Operazioni "fuori bilancio" 31.12.2011

147.498 291.629 17.644 80.319 142.488 194.073 84.920 77.189 80.190 - 1.115.950

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe 104 89.282 7.054 36.616 65.605 114.041 30.929 3.371 84 - 347.086 - posizioni corte 108 166.342 7.060 36.855 66.575 35.262 31.927 4.621 128 - 348.878 C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe 55.970 965 3.530 6.785 7.910 24.942 2.221 25.517 692 - 128.532 - posizioni corte 53.484 - - 1 276 11.539 10.111 3.310 44.479 - 123.200 C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - 34.779 - - - - - - - - 34.779 - posizioni corte 34.779 - - - - - - - - - 34.779 C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe 261 - - - - - - - - - 261 - posizioni corte - 261 - - - - - - - - 261 C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 2.792 - - 62 2.122 8.289 9.732 40.370 34.807 - 98.174

Page 47: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 47

Tavola 5.8 Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore specifiche

Causali/ Categorie

Sofferenze Incagli Esposizioni

ristrutturate Esposizioni

scadute A. Rettifiche complessive iniziali 336.620 63.362 374 3.114 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 2.607 1.071 150 21 B. Variazioni in aumento 247.715 98.258 66 51.315 B.1 rettifiche di valore 192.514 68.342 2 23.645 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 50.701 26.884 55 27.218 B.3 altre variazioni in aumento 4.500 3.032 9 452 C. Variazioni in diminuzione 157.677 95.419 344 51.024 C.1 riprese di valore da valutazione 85.962 9.091 147 20.891 C. 2 riprese di valore da incasso 8.963 11.088 195 131 C.3 cancellazioni 62.752 340 - - C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - 74.854 2 30.002 C.5 altre variazioni in diminuzione - 46 - - D. Rettifiche complessive finali 426.658 66.201 96 3.405 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 4.170 922 5 63

L'ammontare complessivo delle cancellazioni imputate direttamente a Conto Economico ammonta a 25.871 migliaia di euro.

Page 48: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 48

Tavola 6. Rischio di credito: Informativa sui portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB

Informativa qualitativa La Capogruppo e le altre società del Gruppo utilizzano la metodologia

standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza a fronte del rischio di credito (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1, Parte Prima).

Detta metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni in diversi portafogli, secondo la natura della controparte oppure delle caratteristiche tecniche del rapporto, e l’applicazione di coefficienti di ponderazione distinti su ciascuno di essi.

Per il calcolo del requisito patrimoniale nell’ambito del metodo standardizzato, la normativa prevede anche la possibilità di determinare i coefficienti di ponderazione sulla base delle valutazioni del merito creditizio rilasciate da agenzie esterne riconosciute da Banca d’Italia. Il Gruppo Banca delle Marche, sul portafoglio “Amministrazioni Centrali e Banche Centrali”, si avvale delle valutazioni esterne del merito creditizio rilasciate dalla società di rating FITCH e utilizza le indicazioni di SACE quale ECA per i coefficienti della controllata Medioleasing.

L’accreditamento di FITCH quale ECAI e di SACE quale ECA è stato effettuato da ciascuna società del Gruppo mediante comunicazione scritta alla Banca d’Italia.

Successivamente all’aggiornamento del rating attribuito dall’Italia, come già indicato precedentemente, l’Italia viene classificata nella Classe di merito di credito 2 (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1), con conseguente aggravio di ponderazione dal 20% al 50% per le esposizioni verso e garantite da enti territoriali, del settore pubblico ed Intermediari vigilati con sede in Italia, comprendendo anche gli intermediari finanziari iscritti nell’Elenco speciali ex art. 107 TUB.

Inoltre la Banca si avvale della società Standard & Poor’s al fine di valutare le posizioni verso le cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine e verso le cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine.

Page 49: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 49

Per le altre esposizioni si fa invece riferimento ai diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa per la metodologia standardizzata, come segue:

1. le esposizioni verso le amministrazioni centrali e le banche centrali di Stati membri dell’Unione Europea, denominate nella valuta locale, sono ponderate a zero se la corrispondente provvista è denominata nella medesima valuta (fino al 31 dicembre 2015);

2. le esposizioni nei confronti di intermediari vigilati, aventi durata originaria pari o inferiore a tre mesi, sono ponderate al 20 per cento;

3. alle esposizioni classificate nel portafoglio al dettaglio si applica un fattore di ponderazione pari al 75 per cento;

4. alle esposizioni garantite da ipoteca su immobili residenziali e a quelle derivanti da operazioni di leasing aventi ad oggetto tali tipologie di immobili si applica una ponderazione del 35 per cento su una quota non eccedente l’80 per cento del valore dell’immobile, a condizione che si tratti di immobili residenziali utilizzati, destinati ad essere utilizzati, dati in locazione o destinati ad essere dati in locazione dal proprietario, e che la capacità di rimborso del debitore non dipenda in misura rilevante dai flussi finanziari generati dall’immobile che funge da garanzia (il rispetto di tali requisiti esclude le società immobiliari, le società di costruzione e di fondi immobiliari, per le quali la vendita e la locazione a terzi costituiscono la principale attività;

5. alle esposizioni garantite da ipoteca su beni immobili non residenziali (immobili destinati a uffici, al commercio o ad altre attività produttive) e a quelle derivanti da operazioni di leasing aventi ad oggetto tali tipologie di immobili si applica una ponderazione del 50 per cento su una quota non eccedente il 50 per cento del valore dell’immobile; anche in questo caso sono escluse da tale ponderazione le società immobiliari, di costruzione e di fondi immobiliari.

Page 50: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 50

Informativa quantitativa

Nel prospetto che segue vengono indicate le esposizioni per il rischio di credito e di controparte associate a ciascuna classe di ponderazione. Le esposizioni sono quelle determinate secondo le regole di Vigilanza prudenziale e tengono già conto degli effetti delle tecniche di mitigazione del rischio (compensazioni, garanzie, ecc.).

Tavola 6.1 Portafogli regolamentari assoggettati al Metodo Standardizzato (Valori delle esposizioni con attenuazione del rischio di credito)

Portafogli/ % Ponderazione

% DI PONDERAZIONE

0% 20% 35% 50% 75% 100% 150% 200% 225% 350% 1250% privo di

rating Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali

2.387.875 - - - - - - - - - -

Esposizioni verso o garantite da enti territoriali - 91.082 - - - - - - - - - Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico

- 1.945 - 112.324 - 66.586 - - - - -

Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo

4.687 328 - - - - - - - - -

Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali

- - - - - - - - - - -

Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 181.663 326.662 - 662.054 - 4.582 - - - - - Esposizioni verso o garantite da imprese - - - - - 7.277.507 - - - - - Esposizioni al dettaglio - - - - 2.865.606 - - - - - - Esposizioni garantite da immobili - - 4.425.998 1.562.330 - - - - - - - Esposizioni scadute - - - 26.844 - 964.506 1.361.319 - - - - Esposizioni ad alto rischio - - - - - - - - - - - Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite - 11.933 - - - - - - - - - Esposizioni a breve termine verso imprese - - - - - - - - - - - Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR)

- - - - - 73.275 - - - - -

Altre esposizioni 371.530 14.773 - - - 138.150 - - - - - Cartolarizzazioni - 11.812 - 13.350 - 2.675 - - - 536 10.031 Ricartolarizzazioni - - - - - - - - 1.237 - - Totale 31.12.2011 2.945.755 458.535 4.425.998 2.376.902 2.865.606 8.527.281 1.361.319 - 1.237 536 10.031 Totale 31.12.2010 2.426.371 1.286.471 4.132.580 1.625.932 3.330.847 9.556.721 827.420 1.286 - - 10.731

Page 51: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 51

Tavola 6.1 – prosegue

Portafogli/ % Ponderazione

% DI PONDERAZIONE

Totale 31.12.2011

Deduzioni dal Patrimonio di

Vigilanza

Totale31.12.2010

Deduzioni dal Patrimonio di

Vigilanza Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali 2.387.875 - 1.549.643 -Esposizioni verso o garantite da enti territoriali 91.082 - 101.600 -Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 180.855 - 210.800 -Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo 5.015 - 5.672 -Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali - - - -Esposizioni verso o garantite intermediari vigilati 1.174.961 - 1.134.513 -Esposizioni verso o garantite da imprese 7.277.507 - 8.460.244 -Esposizioni al dettaglio 2.865.606 - 3.330.847 -Esposizioni garantite da immobili 5.988.328 - 5.725.832 -Esposizioni scadute 2.352.669 - 1.564.417 -Esposizioni ad alto rischio - - 1.286 -Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 11.933 - - -Esposizioni a breve termine verso imprese - - - -Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) 73.275 - 16.775 -Altre esposizioni 524.453 1.342 1.050.102 906Cartolarizzazioni 38.404 - 45.405 -Ricartolarizzazioni 1.237 - 1.223 -Totale 31.12.2011 22.973.200 1.342 23.198.359 906Totale 31.12.2010 23.198.359 906

Page 52: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 52

Tavola 7. Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB

Il Gruppo non utilizza sistemi interni per il calcolo del requisito patrimoniale regolamentare a fronte dei rischi di credito.

Ai fini del computo del Capitale Interno, la Capogruppo e le altre società del Gruppo utilizzano la metodologia standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1, Parte Prima).

La misurazione del Capitale Interno a fronte del rischio di credito viene effettuata gestionalmente, con periodicità mensile, con le medesime modalità stabilite dalla normativa del Primo Pilastro.

Peraltro, mette conto evidenziare che il CdA della Capogruppo, con delibera del 5/12/2007, ha introdotto il Sistema Interno di Rating in Banca Marche disciplinando le disposizioni operative con l’emanazione di un fascicolo normativo interno (Fascicolo n°183).

Parallelamente all’utilizzo del metodo standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali, sono stati intrapresi i primi contatti informali con l’Organo di Vigilanza, per richiedere l’autorizzazione all’utilizzo dei sistemi interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di credito ed operativo. La Capogruppo Banca delle Marche ha in uso sin dal 2008, per finalità gestionale, i parametri stimati internamente per la valutazione del rischio di credito. Nell’ambito di tale progettualità è prevista l’estensione dei metodi avanzati alle società controllate Carilo e Medioleasing secondo un percorso che sarà comunicato alla Vigilanza (c.d. piano “roll-out”).

Il sistema di rating, elaborato dalla Capogruppo Banca Marche ed esteso alla controllata CARILO, è differenziato per portafogli di clientela omogenea sotto il profilo del rischio per i quali sono stati sviluppati specifici modelli (andamentali/prima accettazione).

Page 53: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 53

Tavola 8. Tecniche di Attenuazione del Rischio

Informativa qualitativa Le norme di Vigilanza consentono l’utilizzo ai fini prudenziali di strumenti

di attenuazione del rischio di credito e indicano puntuali requisiti di ammissibilità, giuridici, economici ed organizzativi e le modalità di calcolo della riduzione del predetto rischio.

Nell’ambito della gestione del rischio di credito, il Gruppo si avvale di tecniche di attenuazione del rischio previste dalla normativa di Vigilanza Prudenziale individuate nel documento di Loan Policy.

Il Gruppo ha predisposto processi e procedure diretti ad assicurare la certezza giuridica e l’effettività delle proprie garanzie.

Il carattere vincolante dell’impegno giuridico e il reale valore della garanzia, in questo modo, sono certificati da un preciso iter informatico/procedurale che consente di beneficiare delle attenuazioni del rischio derivanti dalle garanzie nel rispetto delle disposizioni normative.

Il Gruppo Banca delle Marche non utilizza tecniche di compensazione contabili in bilancio e ai fini di vigilanza per posizioni reciproche tra l’Istituto e la controparte. Adotta comunque politiche di mitigazione del rischio di controparte per le operazioni in derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa, sottoscrivendo contratti contenenti clausole di netting (ISDA Master Agreement, per le operazioni in derivati, e ISMA Repurchase Agreement, per le operazioni di pronti contro termine). Ad ulteriore garanzia su tale rischio, a partire dal 2009 sono stati attivati numerosi contratti di Credit Support Annex (CSA), con la quasi totalità delle Istituzioni Finanziarie con le quali la Capogruppo opera in derivati OTC, oltre ad accordi di collateralizzazione di tipo Global Master Repurchase Agreement (GMRA) sulle principali operazioni di pronti contro termine.

Particolare rilevanza riveste il riconoscimento delle esposizioni assistite da garanzia ipotecaria su immobili residenziali e non residenziali, le quali possono essere inserite nel portafoglio “Esposizioni garantite da immobili” a condizione che il valore dell’immobile non dipenda in misura rilevante dal merito di credito del debitore, che l’immobile sia stimato da un perito indipendente ad un valore non superiore al valore di mercato e che la garanzia sia opponibile in tutte le giurisdizioni pertinenti e possa essere escussa in tempi ragionevoli.

Il Gruppo, inoltre, secondo quanto indicato dalle normative di Vigilanza, utilizza anche metodi statistici per sorvegliare il valore degli immobili e individuare quelli che necessitano di una nuova verifica periziale.

Il Gruppo Banca delle Marche si avvale anche di strumenti di mitigazione di tipo personale, ma valutabili ai fini di Vigilanza solo in presenza di garanzia concessa da intermediario vigilato o pubblica amministrazione, e di tipo finanziario, solo nel caso di pegno su titoli emessi dallo Stato o da intermediari vigilati.

Page 54: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 54

Attualmente l’utilizzo delle garanzie è volto essenzialmente alla copertura del rischio di credito.

Il rischio residuo, pertanto, viene presidiato sulle garanzie ricevute a fronte dei soli impieghi creditizi.

Il credito erogato dal Gruppo è assistito, in prevalenza, da garanzie di natura reale ed, in minor misura, da garanzie personali.

Le garanzie reali sono essenzialmente rappresentate da ipoteche su beni immobili, a fronte di esposizioni per l’acquisto di edifici prevalentemente di tipo residenziale e, in minore misura, non residenziali.

Non sono presenti operazioni su derivati creditizi. La principale concentrazione di garanzie è relativa al credito e si riferisce

a garanzie reali legate ai finanziamenti per mutui alla clientela Retail che, di fatto, non comporta un’effettiva concentrazione del rischio in virtù dell’elevato frazionamento del rischio, implicito per la tipologia di clientela. Peraltro, sono in vigore disposizioni specifiche sui finanziamenti per mutui ipotecari con importo superiore ai 3 milioni di euro, soglia oltre la quale il valore della garanzia viene aggiornato con perizie periodiche del bene.

Per le operazioni sotto la soglia di rilevanza è attivato un costante aggiornamento del valore degli immobili attraverso la rilevazione dei valori medi del mercato mobiliare. Le informazioni sulle valutazioni sono fornite, con cadenza annuale, da operatori specializzati del settore.

Le garanzie personali utilizzabili ai fini di vigilanza, come evidenziato nell’informativa quantitativa, coprono una quota molto contenuta dell’esposizione creditizia complessiva. I garanti sono rappresentati prevalentemente da Intermediari vigilati ed enti territoriali quali, enti pubblici ed associazioni di categoria.

La tavola seguente riguarda le esposizioni soggette a rischio di credito, coperte da garanzia.

Page 55: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 55

Informativa quantitativa

Tavola 8.1- Esposizioni coperte da garanzie

Garanzie reali

finanziarie

Altre garanzie

reali ammesse

Garanzie personali

Totale 31.12.2011

Totale 31.12.2010

Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali

7.856 - 22.912 30.768 16.609

Esposizioni verso o garantite da enti territoriali - 4.465 14.077 18.542 17.436Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico

- 2.791 10 2.801 1

Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo

474 - - 474 651

Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali

- - - - -

Esposizioni verso o garantite intermediari vigilati 367.299 - 159.334 526.633 251.856Esposizioni verso o garantite da imprese - 663.421 - 663.421 107Esposizioni al dettaglio - 50.743 - 50.743 -Esposizioni garantite da immobili - 5.988.328 - 5.988.328 5.725.832Esposizioni scadute - 1.204.356 - 1.204.356 596.316Esposizioni ad alto rischio - - - - -Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite

- - - - -

Esposizioni a breve termine verso imprese - - - - -Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR)

375 - - 375 868

Altre esposizioni 303.227 - - 303.227 684.891Cartolarizzazioni - - - - -Ricartolarizzazioni - - - - -Totale 31.12.2011 679.231 7.914.104 196.333 8.789.668Totale 31.12.2010 902.641 6.342.210 49.716 7.294.567

Page 56: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 56

Tavola 9. Rischio di controparte

Informativa qualitativa Il rischio di controparte è il rischio che la controparte di una transazione

avente a oggetto determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa.

Si tratta di una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell’insolvenza. A differenza del rischio di credito generato da un finanziamento, dove la probabilità di perdita è unilaterale in capo alla sola Società erogante, il rischio di controparte crea un rischio di perdita di tipo bilaterale.

Il Gruppo Banca delle Marche misura l’esposizione al rischio di controparte, come dettato dalla normativa, per tutte le posizioni in strumenti finanziari del portafoglio bancario e del portafoglio di negoziazione appartenenti alle seguenti tipologie di strumenti:

• Derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC) • Security Financing Transaction (SFT o Pronti contro Termine) • Operazioni con regolamento a lungo termine (LST)

Il requisito patrimoniale è ottenuto applicando il modello basato sull’approccio standard, che prevede il metodo del “valore corrente”, per i derivati OTC e le operazioni a lungo termine, e il metodo di CRM (Credit Risk Mitigation) semplificato sul valore a pronti delle operazioni di pronti contro termine del portafoglio bancario.

Con il metodo del “ valore corrente “, al fair value dell’esposizione (costo di sostituzione), viene applicata la formula prevista dalla normativa di vigilanza prudenziale per determinare, mediante l’aggiunta di add-on regolamentari, l’”equivalente creditizio” al quale si applicano i coefficienti di ponderazione differenziati in base alla natura della controparte.

Relativamente alle modalità di applicazione del metodo CRM é possibile far riferimento alla definizione illustrata nel capitolo del Rischio di credito.

Nel Gruppo Banca delle Marche il rischio di controparte viene generato dall’attività di negoziazione in derivati OTC e LST con la clientela, a complemento dell’attività creditizia e commerciale, e dall’attività in strumenti finanziari in conto proprietà.

Le operazioni con la clientela sono relative a soluzioni finanziarie poste in essere dall’Area Finanza mediante la conclusione di contratti derivati esclusivamente a copertura del rischio presente nei bilanci del cliente, contro l'eventuale andamento sfavorevole dei mercati finanziari. Sono comprese anche le operazioni con l’estero richieste da operatori in grado di documentare l’esistenza di una futura disponibilità di divisa estera o di un futuro impegno di pagamento, compreso anche l’impegno a rimborsare un finanziamento in divisa.

Page 57: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 57

Per tali operazioni l’Area Finanza, ricevuta la proposta contrattuale da parte del proponente l’operazione deve, propedeuticamente alla predisposizione dell’operazione, verificare la presenza della copertura creditizia (fido) sulla singola controparte (cliente).

Tale attività viene svolta mediante la verifica della capienza (c.d. esposizione originaria) sui fidi in essere ovvero a seguito della proposta di un nuovo affidamento da parte della funzione commerciale proponente.

Le operazioni effettuate con la clientela sono poi specificatamente “pareggiate” con controparti istituzionali.

Analogamente alle transazioni per conto della clientela, anche per l’operatività in conto proprio e per quella di negoziazione pareggiata con le istituzioni finanziarie (compresa l’operatività in pronti contro termine attivi e passivi), l’Area finanza deve verificare la capienza della copertura creditizia ovvero predisporre un’apposita richiesta di istruttoria dell’affidamento al Servizio Concessione e Pricing.

Nelle consuete attività di monitoraggio andamentale sulla clientela, l’Area Concessione, mediante il Servizio Monitoraggio Crediti, verifica le posizioni sconfinanti con operatività in derivati OTC intervenendo in presenza di anomalie sulla base dei regolamenti interni dei crediti.

Il Gruppo Banca delle Marche non utilizza tecniche di compensazione contabili in bilancio per posizioni reciproche tra l’Istituto e la controparte. Tutte le operazioni in derivati OTC sono stipulate con controparti con le quali è stato sottoscritto un contratto ISDA Master Agreement e ISMA Repurchase Agreement per le operazioni di pronti contro termine, contenenti clausole di netting. Come ulteriore forma di attenuazione del rischio la Capogruppo ha sottoscritto con la quasi totalità di tali istituzioni finanziarie, accordi di cash collateral nell’ambito della stipula di Credit Support Annex, per gli OTC, e di Global Master Repurchase Agreement (GMRA), per i Pronti contro Termine.

La policy del rischio di controparte adottata dal Gruppo Banca delle Marche prevede, a rafforzamento dei processi operativi di istruttoria e controllo delle singole posizioni, la fissazione di soglie di sorveglianza complessive di rischio assegnate alle operazioni con la clientela ordinaria e alle attività in conto proprio e di limiti complessivi di rischio assegnati alle operazioni con istituzioni finanziarie.

In tale ambito sono valutate le singole controparti che esprimono una forte correlazione tra l’andamento positivo del mark to market e il grado di rischio della controparte (wrong-way risk).

Page 58: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 58

Informativa quantitativa La tabella successiva rappresenta l’esposizione del gruppo bancario al rischio di controparte per gli strumenti

derivati OTC, LST e per operazioni di pronti contro termine, classificate sia nel Portafoglio di Negoziazione che nel Portafoglio Bancario.

Ai fini della tabella sono considerati tutti i derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC) con qualunque controparte (istituzionale, corporate, retail, ecc.), le operazioni con regolamento e lungo termine (LST) e i Pronti Contro Termine sia attivi che passivi.

Nell’ambito di questi ultimi sono comprese operazioni di rifinanziamento verso Amministrazioni e Banche Centrali.

La tabella espone anche il rischio di controparte, calcolato secondo il Metodo del valore corrente, sui derivati di tipo Domestic Currency Swap, ai fini delle Segnalazioni di Vigilanza Prudenziale. Ai fini gestionali, su tali derivati non sussiste alcun rischio di controparte, in quanto sono perfettamente coperti dalla raccolta in certificati di deposito denominata nella stessa valuta.

Tavola 9.1 Rischio di controparte: derivati e pronti contro termine

Tipologia di strumento

31.12.2011 31.12.2010

Fair value lordo positivo

Compensa_zioni

Fair valuenetto

compensato

Effetto accordi di garanzia

Metodo del Valor

Corrente

Fair valuelordo

positivo

Compensa_zioni

Fair valuenetto

compensato

Effetto accordi di garanzia

Metodo del Valor Corrente

Derivati Finanziari Over The Counter: 196.859 - 196.859 - 230.442 140.017 - 140.017 - 175.243 - su tassi di interesse e titoli di debito 85.766 - 85.766 - 106.147 87.140 - 87.140 - 107.590 - su titoli di capitale ed indici azionari - - - - - 144 - 144 - 1.451 - su tassi di cambio ed oro 111.093 - 111.093 - 124.295 52.733 - 52.733 - 66.202

Derivati creditizi - - - - - 3.413 - 3.413 - 6.755

Portafoglio di negoziazione: - - - - - 3.413 - 3.413 - 6.755 Credit Default Products - - - - - 3.413 - 3.413 - 6.755

-

Pronti contro termine attivi 192.186 - 192.186 - 189.626 - - - - - - - - - - - -

Crediti verso banche: 189.627 - 189.627 - 189.626 - - - - -

Crediti verso clientela: 2.559 - 2.559 - - - - - - -

Pronti contro termine passivi 290.227 - 290.227 - 290.228 672.426 - 672.426 - 672.428

Debiti verso banche: 23.575 - 23.575 - 23.575 563.831 - 563.831 - 563.832 - Banche Centrali - - - - - - - - Banche 23.575 - 23.575 - 23.575 563.831 - 563.831 - 563.832

Debiti verso clientela: 266.652 - 266.652 - 266.653 108.595 - 108.595 - 108.596

Page 59: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 59

Tavola 9.2 Valori nozionali dei contratti derivati creditizi

Tipologia di prodotti Portafoglio di negoziazione di vigilanza Portafoglio bancario

Acquisti di protezione Vendite di protezione Acquisti di protezione Vendite di protezione

31.12.2011 Credit Default Products - - - - 31.12.2010 Credit Default Products 15.000 - - -

Page 60: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 60

Tavola 10. Operazioni di cartolarizzazione

Informativa qualitativa Nell’ambito delle iniziative volte ad assicurare il soddisfacimento del

fabbisogno finanziario del Gruppo, lo strumento della cartolarizzazione ha assunto in passato un’elevata importanza, essendo stato per lungo tempo in grado di ampliare il bacino di raccolta di fondi rispetto a quello offerto dalle tradizionali emissioni obbligazionarie, sia domestiche che internazionali.

Nel 2010 allo strumento di cartolarizzazione tradizionale si è aggiunto anche quello del Covered Bond.

Al 31 dicembre 2011 risultano ancora attive le seguenti operazioni di cartolarizzazione:

• quattro operazioni di cartolarizzazione, di cui due di tipo Residential Mortgages Backed Securities – RMBS, un Lease Backed Securities - LBS ed una, l’ultima della serie, di tipo “misto”, avente ad oggetto mutui residenziali e commerciali.

• un programma di obbligazioni bancarie garantite (“Programma di Covered Bond”) con contestuale perfezionamento nel luglio 2010 della prima emissione sotto programma. Nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione “ proprie” del Gruppo

Banca delle Marche è importante distinguere tra: • cartolarizzazioni che attraverso la trasformazione dei crediti ceduti in titoli

rifinanziabili si inquadrano nella politica di rafforzamento della posizione di liquidità del Gruppo ( “auto cartolarizzazioni”);

• cartolarizzazioni strutturate con l’obiettivo di conseguire vantaggi economici riguardanti l’ottimizzazione del portafoglio crediti e la diversificazione delle fonti di finanziamento ( “cartolarizzazioni in senso stretto”.) Pur non qualificandosi come operazioni di cartolarizzazione in senso

stretto, la descrizione delle operazioni di “ auto cartolarizzazione “ è riportata per completezza nella “ Informativa qualitativa”. Le stesse informazioni, invece, non contribuiscono ai dati numerici inseriti nelle tabelle.

Cartolarizzazioni in senso stretto Operazione Marche Mutui Nel mese di marzo 2003 la Capogruppo Banca delle Marche (Originator)

ha perfezionato il suo primo RMBS, cedendo pro soluto alla Società Veicolo Marche Mutui S.r.l. (Issuer) un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria di primo grado, per un ammontare pari ad € 344 milioni circa.

Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l’emissione, in data 31 marzo 2003, di titoli per un importo complessivo pari ad € 353,010 milioni, che ha consentito anche la costituzione di una Riserva di Cassa di € 8,61 milioni (Cash Reserve) volta ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla SPV.

Page 61: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 61

Ai titoli è stato attribuito il rating dalle due principali agenzie, Moody’s Investors Service e Standard & Poor’s, alle quali è stato altresì assegnato il compito di monitorare periodicamente, con cadenza trimestrale, l’operazione. Ai fini dell’assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in cinque tranches, di cui due, le classi A1 e A2 (rispettivamente di € 35 e € 281,8 milioni), senior, due, le classi B e C (rispettivamente di € 16,2 e € 11,4 milioni), mezzanine ed una, la classe D (di € 8,61 milioni), junior, ordinate sulla base del grado di priorità con cui devono essere rimborsate dalla Società Veicolo.

Le classi senior e mezzanine sono state quotate presso il Luxembourg Stock Exchange e collocate presso investitori istituzionali, nazionali ed esteri; la tranche junior, priva di rating, è stata invece interamente sottoscritta inizialmente dall’Originator.

In base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa mantiene i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio ceduto, ed elabora con cadenza trimestrale il Servicer Report, all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.

Operazione Marche Mutui 2 Nel mese di ottobre 2006 la Capogruppo Banca delle Marche (Originator)

ha perfezionato il suo secondo RMBS, cedendo pro soluto alla Società Veicolo Marche Mutui 2 S.c.a.r.l. (Issuer) un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria di primo grado, per un ammontare pari ad € 631 milioni circa.

Il Prezzo di Cessione dei Crediti, dato dal valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l’emissione, in data 20 ottobre 2006, di titoli per un pari importo.

Ai titoli è stato attribuito il rating dalle due principali agenzie, Moody’s Investors Service e Standard & Poor’s, alle quali è stato altresì assegnato il compito di monitorare periodicamente, con cadenza trimestrale, l’operazione. Ai fini dell’assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in cinque tranches, di cui due, le classi A1 e A2 (rispettivamente di € 88,4 e € 511,45 milioni), senior, due, le classi B e C (rispettivamente di € 12 e € 15,8 milioni), mezzanine ed una, la classe D (di € 3,785), junior, ordinate sulla base del grado di priorità con cui devono essere rimborsate dalla Società Veicolo.

Le classi senior e mezzanine sono state quotate presso l’Irish Stock Exchange e collocate presso investitori istituzionali, nazionali ed esteri; la tranche junior, priva di rating, è stata invece interamente sottoscritta inizialmente dall’Originator.

Page 62: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 62

In base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa mantiene i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio ceduto, ed elabora con cadenza trimestrale il Servicer Report, all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.

Operazione Medioleasing Finance Nel mese di maggio 2008 Medioleasing S.p.A. (Originator), società

controllata al 100% dalla Capogruppo Banca Marche, ha perfezionato il suo primo LBS (Leasing Backed Securities), cedendo pro soluto a Medioleasing Finance, società a responsabilità limitata (Issuer) costituita ai sensi della legge 130/99, un portafoglio di crediti nascenti da contratti di locazione finanziaria per un ammontare di circa 400 milioni di euro.

Medioleasing Finance ha finanziato il pagamento del prezzo di acquisto del portafoglio mediante l’emissione di titoli, collocati per 300 milioni di euro presso la Banca Europea per gli Investimenti (BEI).

La partecipazione della BEI all’operazione, in qualità di sottoscrittore dei titoli di classe A, è finalizzata alla promozione di progetti di investimento realizzati da imprese di piccole e medie dimensioni operanti all’interno del territorio della Repubblica Italiana; in tale ottica, i fondi ricevuti da Medioleasing sono stati utilizzati per il finanziamento di iniziative aventi caratteristiche predefinite.

Dal punto di vista di Medioleasing S.p.A. e del Gruppo Banca delle Marche, l’intervento della BEI ha permesso di allungare la durata media della provvista, così garantendo maggiore stabilità alla struttura finanziaria, e al tempo stesso di ottenere risorse finanziarie a condizioni estremamente competitive in termini di spread. Tali vantaggi sono tanto più apprezzabili in una fase, come quella attuale, caratterizzata da una forte instabilità dei mercati finanziari.

Il prezzo di cessione dei Crediti è stato finanziato da Medioleasing Finance attraverso l’emissione, in data 23 maggio 2008, di titoli per un importo complessivo pari ad euro 411.500.000. La differenza tra l’ammontare dei titoli emessi ed il prezzo di cessione del Portafoglio, pari ad euro 6.101.084, corrisponde alla linea di liquidità disponibile alla Società Veicolo.

Ai titoli è attribuito il rating dall’Agenzia Moody’s Investors Service, che ha richiesto la suddivisione dei titoli in tre tranches:

• Classe Senior di euro 300.000.000 - rating Aaa – sottoscritta da Banca Europea per gli Investimenti;

• Classe Mezzanine di euro 105.400.000 - rating Baa1 – sottoscritta da Medioleasing S.p.A.;

• Classe Junior di euro 6.100.000 - priva di rating – sottoscritta da Medioleasing S.p.A.

Page 63: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 63

Con particolare riferimento alla Classe Mezzanine, in caso di eventuale miglioramento dei mercati finanziari, Medioleasing potrà valutare la possibilità di collocare le note sul mercato.

I titoli emessi da Medioleasing Finance hanno un profilo di ammortamento “bullet”, con rimborso integrale del capitale atteso al termine del nono anno dall’emissione.

Data tale struttura dei titoli, è previsto un meccanismo di revolving periodico del portafoglio; in pratica, al fine di consentire al veicolo di mantenere un volume di attivi pari al valore dei titoli emessi, Medioleasing S.p.A. cederà trimestralmente a Medioleasing Finance portafogli successivi, selezionati in modo da garantire caratteristiche di omogeneità rispetto al portafoglio iniziale.

A garanzia del buon funzionamento dell’operazione, la Capogruppo Banca delle Marche è intervenuta nella transazione in qualità di Garante della Liquidità, garantendo l'adempimento delle obbligazioni in capo a Medioleasing Finance relativamente al pagamento degli interessi ed al rimborso del capitale sui titoli.

Alla scadenza del nono anno dall’emissione, Medioleasing avrà un’opzione per il riacquisto da Medioleasing Finance del portafoglio di leasing allora in essere; il prezzo di vendita del portafoglio sarà utilizzato dalla Società Veicolo per il rimborso integrale dei titoli emessi.

Qualora tale opzione non venga esercitata, Banca Marche sarà chiamata, in qualità di Garante della Liquidità, a fornire a Medioleasing Finance la liquidità necessaria al rimborso dei titoli.

Medioleasing interviene nell’operazione, oltre che come Originator, anche in qualità di Servicer della Società Veicolo, mantenendo la gestione dei crediti ceduti e l’abituale relazione con la clientela interessata dalla cartolarizzazione.

Nel corso del 2011, in relazione al peggioramento dei rating dello Stato italiano ed in linea con gli interventi adottati a carico del sistema bancario italiano, l’Agenzia Moody’s ha operato una revisione del rating dei titoli della classe Mezzanine (o “B”), attribuendo il livello Baa1.

Operazioni di “ auto cartolarizzazione”

Operazione Marche Mutui 4 In data 30 giugno 2009 la Capogruppo Banca delle Marche (Originator)

ha stipulato un contratto di cessione con la Società veicolo Marche Mutui 4 società a responsabilità limitata (Issuer) appositamente costituita ai sensi della legge 130/99, ai fini del perfezionamento, avvenuto poi nel mese di luglio 2009, della quarta cartolarizzazione di crediti nascenti da contratti di mutuo. Nell’ambito della suddetta operazione, Banca delle Marche ha ceduto pro soluto a Marche Mutui 4 un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui ipotecari, residenziali e commerciali, per un ammontare al 31 maggio 2009 (Valuation Date) pari ad € 1,881 miliardi circa.

Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l’emissione, in data 24 luglio 2009, di titoli per un

Page 64: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 64

importo complessivo pari ad € 1,960 miliardi. Ciò ha consentito la costituzione di una Riserva di Cassa di € 65 milioni (Cash Riserve), volta ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla SPV.

Ai titoli è stato attribuito il rating dall’Agenzia Moody’s Investors Service, a cui è stato altresì assegnato il compito di monitorare con cadenza semestrale l’operazione. Ai fini dell’assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in due tranches, di cui una senior, la classe A (di € 1,505 miliardi), ed una junior, la classe J (di € 454,450 milioni).

La classe A, dotata di rating, è stata quotata presso il Luxembourg Stock Exchange e riacquistata da Banca delle Marche per essere utilizzata in operazioni di rifinanziamento (REPO) sul mercato monetario con la Banca Centrale Europea. Per questo motivo, i titoli senior sono stati strutturati in modo da possedere tutti i requisiti richiesti dalla normativa in materia.

A seguito di successive modifiche dei criteri di eleggibilità stabiliti dalla BCE, a partire dal 1 marzo 2011 i titoli ABS devono essere muniti di almeno due rating da parte di primarie agenzie.

Ciò considerato, Banca Marche ha dato mandato all’agenzia Fitch Rating Ltd per l’attribuzione di un secondo rating ai titoli senior dell’operazione; nel mese di maggio, la suddetta agenzia ha attribuito il secondo rating, pari ad A, a tale classe di titoli facendo sì che quest’ultima fosse nuovamente eligible in BCE.

Anche la classe J, priva di rating, è stata sottoscritta da Banca delle Marche.

In base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa è tenuta a mantenere i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio ceduto, e ad elaborare con cadenza semestrale il Servicer Report, all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.

Operazioni di Covered Bond In data 31 maggio 2010 Banca delle Marche (Originator) ha ceduto pro

soluto ed in blocco a Marche Covered Bond (Guarantor), società a responsabilità limitata appositamente costituita ai sensi della legge 130/99, un portafoglio (Cover Pool) di mutui residenziali in bonis originati da Banca delle Marche.

Il valore di cessione al 30 aprile 2010 (Value Date) del Cover Pool è risultato pari ad euro 1.020.330.752,24 per un totale di 11.177 rapporti.

La segregazione del Cover Pool dall’attivo della Banca tramite cessione al Guarantor si è resa necessaria per la strutturazione, nel luglio 2010, del primo programma di obbligazioni bancarie garantite (“Programma di Covered Bond”) fino ad un massimo di euro 5 miliardi e per il contestuale perfezionamento della prima emissione sotto programma.

Page 65: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 65

Le obbligazioni bancarie garantite sono infatti titoli di debito emessi direttamente da istituti bancari – in questo caso da Banca delle Marche (di cui rappresentano passività dirette e non subordinate) – e garantiti da un cover pool specificamente segregato a favore degli obbligazionisti.

Per questo motivo, la principale caratteristica di tali obbligazioni è di associare alla garanzia derivante dalla segregazione dei crediti ceduti al Veicolo, destinati al soddisfacimento esclusivo degli obbligazionisti, la garanzia generica sul patrimonio dell’emittente.

Il Programma di Covered Bond è stato strutturato con l’obiettivo di migliorare la qualità del funding, soprattutto in funzione dell’allungamento della vita media del debito della Banca.

Per quanto riguarda l’emissione inaugurale di covered bond, con un cover pool di euro 1 mld circa, l’ammontare nominale che Banca delle Marche ha emesso, tenendo conto dell’overcollateralizzazione richiesta dall’Agenzia di Rating, è stato pari ad euro 725 millioni.

La prima serie di Covered Bond è stata quotata presso il Luxembourg Stock Exchange ed interamente sottoscritta dalla Banca per essere utilizzata come collateral per operazioni di rifinanziamento principale (“MRO”) con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.

Al 31 dicembre 2010 il rating attribuito all’emissione dall’agenzia di Rating Moody’s Investors Service è di Aaa.

I covered bond sono stati emessi in data 23 luglio 2010 e saranno rimborsati in un’unica soluzione il 25 luglio 2015.

Il veicolo Marche Covered Bond s.r.l. è iscritto all’elenco generale art. 106 del Testo Unico Bancario e dal 7 luglio 2010 è entrato a far parte del Gruppo Banca Marche, in quanto la Banca ha sottoscritto una quota di partecipazione pari al 60% del capitale sociale della società.

Per quanto riguarda la gestione del Cover Pool, in base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione. In virtù di tale impegno contrattuale, essa è tenuta a mantenere i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al Cover Pool ed assicurando il corretto trasferimento degli incassi generati dal portafoglio sul Conto Incassi (Collection Account) aperto a nome di Marche Covered Bond presso Banca delle Marche.

In qualità di servicer, la Banca è tenuta altresì ad elaborare con cadenza trimestrale (marzo, giugno, settembre e dicembre) il Servicer Report - all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del Cover Pool, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso. In qualità di Test Calculation Agent, Banca delle Marche è tenuta a calcolare i Test periodici previsti dalla normativa e dai contratti dell’operazione.

Ai sensi del Contratto Quadro di Cessione, nel corso dell’operazione ed in presenza di determinate condizioni, Banca delle Marche deve o può cedere alla società Marche Covered Bond ulteriori crediti ipotecari e/o attività idonee.

Page 66: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 66

In particolare, la Banca: A) ha l’obbligo di cedere al Guarantor portafogli successivi nel caso in cui tale

cessione sia necessaria al fine di: (i) integrare il Cover Pool a fronte dell’emissione, da parte di Banca delle

Marche, di ulteriori serie di Obbligazioni Bancarie Garantite nell’ambito del programma di Covered Bond;

(ii) garantire la conformità del Cover Pool alle disposizioni dettate dalla normativa sulle Obbligazioni Bancarie Garantite in merito al rapporto tra Cover Pool e titoli emessi;

B) ha la facoltà di cedere portafogli successivi qualora il Veicolo disponga di fondi in conto capitale sufficienti al pagamento del corrispettivo. Con riferimento al caso B), nel mese di maggio 2011, la Banca ha

perfezionato la prima cessione integrativa del Cover Pool, cedendo al Garante, pro-soluto ed in blocco, con efficacia economica 1° maggio 2011, un portafoglio crediti in bonis derivanti da mutui ipotecari residenziali pari ad un corrispettivo di 108.345.470,06 euro.

Con riferimento al caso A) (i) nel mese di Ottobre 2011 la Banca ha ceduto pro soluto ed in blocco a Marche Covered Bond un nuovo portafoglio di attivi idonei costituiti da crediti derivanti da mutui residenziali finalizzato all’emissione di una nuova serie di Covered Bond.

Il valore di cessione al 30 Settembre 2011 (Value Date) del Cover Pool è risultato pari ad euro 831.117.235,06 per un totale di 6.924 rapporti.

L’acquisto da parte del Garantor del nuovo portafoglio di crediti è stato finanziato tramite un corrispondente finanziamento subordinato concesso dalla Banca e la cui erogazione è avvenuta in coincidenza con l’emissione della nuova serie di Covered Bond.

Stante il rapporto di over-collateralizzazione richiesto attualmente dall’agenzia di rating Moodys fra la garanzia ed il valore nominale della serie di Covered Bond già emessa, l’incremento del cover pool per il suddetto ammontare ha consentito alla Banca di procedere alla seconda emissione per un importo nominale pari ed euro 600 milioni.

Tale serie è stata quotata presso la Luxembourg Stock Exchange ed interamente sottoscritta dalla Banca per essere utilizzata come collateral per operazioni di rifinanziamento principale (“MRO”) con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.

Al 31 dicembre il rating attribuito all’emissione dall’agenzia di Rating Moody’s Investors Service è di AA1.

Il Covered Bond è stato emesso in data 18 ottobre 2011 e sarà rimborsato in un’unica soluzione il 25 ottobre 2016.

Tenendo conto delle due nuove cessioni, al 31 dicembre 2011 il debito residuo del portafoglio è risultato pari ad euro 1.765.785.231,87.

Page 67: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 67

Metodi per il calcolo degli importi delle esposizioni Il Rischio derivante da cartolarizzazioni è il rischio che la sostanza

economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio. Dalla Circolare 263/2006 e dalle linee guida fornite dal Comitato di Basilea, scaturiscono le seguenti considerazioni:

• le autorità di Vigilanza pongono particolare attenzione sull’effettivo trasferimento del rischio derivante dalle operazioni di cartolarizzazione, richiedendo, già in sede di Pillar 1, requisiti stringenti per il riconoscimento di vantaggi patrimoniali;

• tali vantaggi si concretizzano in seguito alla verifica del sostanziale trasferimento del rischio interno all’operazione. L’errata valutazione della sostanza economica comporterebbe una patrimonializzazione inadeguata e la sostanziale inadeguatezza delle procedure di misurazione e controllo degli altri rischi (primo su tutti il rischio di credito). Attualmente, le cartolarizzazioni poste in essere dal Gruppo, due relative

a mutui residenziali, una di tipo “misto” (mutui residenziali e commerciali) ed una relativa a crediti in leasing, presentano assorbimenti patrimoniali pari all’assorbimento delle attività cedute, in quanto quest’ultimo risulta inferiore al teorico assorbimento delle posizioni detenute dal Gruppo verso tali cartolarizzazioni.

Comunque, la Capogruppo analizza, attraverso il Servizio Alm e Risk Management, funzione deputata al controllo del rischio di cartolarizzazione, gli effetti derivanti dal mancato trasferimento del rischio insito nelle cartolarizzazioni con il costante controllo del mantenimento dei requisiti di validità dell’operazione nel tempo.

Operazioni di cartolarizzazione:politiche Contabili Le regole per la rilevazione contabile delle operazioni di cartolarizzazione

dei crediti, regolate dai principi contabili internazionali (IAS – International Accounting Standards) nel documento IAS 39 (paragrafi relativi alla derecognition degli attivi oggetto di cessione), sono suddivise come segue:

1) In caso di derecognition degli attivi ceduti Qualora siano stati trasferiti effettivamente tutti i rischi e i benefici in

capo agli attivi ceduti, il cedente (Originator) provvede all’eliminazione contabile degli stessi dal proprio bilancio, rilevando in contropartita il corrispettivo ricevuto e l’eventuale utile o perdita da cessione.

Le attività cedute sono quindi cancellate dallo Stato Patrimoniale del cedente e l’utile o la perdita da cessione, nonché l’eventuale credito relativo al corrispettivo della vendita, sono registrati in bilancio alla data di perfezionamento della cessione.

Page 68: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 68

2) In caso di mancata derecognition degli attivi ceduti Qualora l’operazione di cartolarizzazione non soddisfi i requisiti richiesti

dallo Ias 39 per la derecognition degli attivi ceduti, il cedente deve provvedere al mantenimento degli stessi nel proprio bilancio, provvedendo all’iscrizione del finanziamento come contropartita del corrispettivo ricevuto.

Il portafoglio di crediti oggetto di cessione continua quindi ad essere classificato nella categoria di crediti di cui faceva originariamente parte e continua ad essere misurato al costo ammortizzato e valutato (analiticamente o in forma collettiva) come se la transazione non avesse mai avuto luogo.

Ciò accade ad esempio nel caso in cui il cedente sottoscrive integralmente la classe di titoli junior oppure mette a disposizione dell’operazione una garanzia collaterale.

Per le cessioni perfezionate prima del 1° gennaio 2004 (Marche Mutui), il Gruppo si è avvalso dell’esenzione dai requisiti di conformità ai principi IAS consentita in sede di prima applicazione degli stessi, lasciando così tendenzialmente invariate, dal punto di vista contabile, le modalità di registrazione dell’operazione rispetto alle precedenti situazioni economico-patrimoniali del Gruppo.

Per le cessioni realizzate successivamente a tale data (Marche Mutui 2, Marche Mutui 4 e Medioleasing Finance), hanno trovato puntuale applicazione le norme previste dallo IAS 39 in materia di derecognition delle attività cedute sopra sintetizzate; di conseguenza, avendo mantenuto nella “sostanza” tutti i rischi ed i benefici collegati agli attivi ceduti, il Gruppo ha dovuto trattenere questi ultimi in bilancio.

Natura dei rischi, tra cui il rischio di liquidità, inerenti alle attività cartolarizzate

Per una disamina dei rischi inerenti alle attività cartolarizzate, occorre fare una distinzione fra cartolarizzazioni proprie e cartolarizzazioni di terzi.

I rischi associati alle cartolarizzazioni proprie sono circoscritti all’eventualità di un downgrading del merito creditizio della Banca, la cui principale conseguenza potrebbe consistere nella perdita dell’attività di incasso e gestione (c.d. “servicing”) dei portafogli ceduti.

Le cartolarizzazioni di terzi, rappresentate in bilancio fra i “Loans and Receivables”, espongono la Banca unicamente al rischio di credito proprio degli attivi sottostanti; detto rischio di credito è quantificato e monitorato in conformità alla normativa applicabile per il calcolo degli assorbimenti patrimoniali a fronte degli altri crediti della Banca.

Nel portafoglio di cartolarizzazioni di terzi è presente un solo titolo riferibile ad una c.d. “ricartolarizzazione”, per un importo molto contenuto. La nota in oggetto è la classe “B” di una transazione suddivisa in 7 tranches (dalla “A” alla “G”) più un’ottava (la “X”) emessa a copertura delle spese e delle fees. La classe “B” in portafoglio è protetta dalla subordinazione di tutte le classi inferiori (dalla C alla G).

Page 69: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 69

Considerato che le cartolarizzazioni di terzi e le ri-cartolarizzazioni sono rappresentate in bilancio fra i “Loans and Receivables” e che esse espongono la Banca unicamente al rischio di credito proprio degli attivi sottostanti, per monitorare le variazioni dei rischi delle suddette cartolarizzazioni sono messe in atto le stesse procedure utilizzate per gli altri attivi creditizi della Banca, alla cui illustrazione si rimanda.

Le variazioni dei rischi di tali esposizioni, che sono comunque gestite nell’ambito del portafoglio titoli della Capogruppo, sono inoltre monitorate dal Servizio ALM&Risk Management nel processo di controllo dei rischi finanziari, utilizzando le medesime procedure previste per gli atri titoli (analisi degli andamenti di prezzo, di spread, dei mercati di riferimento, analisi della reportistica prodotta periodicamente nell’ambito delle cartolarizzazioni).

Per quanto riguarda le cartolarizzazioni di terzi, considerato l’importo molto limitato, non si è ritenuto necessario porre in essere particolari politiche di copertura.

Analoghe considerazioni valgono per le cartolarizzazioni proprie, considerata la natura del rischio (rischio di downgrading della Banca).

Page 70: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 70

Informativa quantitativa

Tavola 10.1 Esposizioni sottostanti alle attività cartolarizzate

Cartolarizzazioni tradizionali 31.12.2011 31.12.2010 A. Attività sottostanti proprie A.1 Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio 84.640 102.130

- Mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria 84.640 102.1301. Sofferenze 5.465 5.2052. Incagli - -3. Esposizioni ristrutturate - -4. Esposizioni scadute - -5. Altre attività 79.175 96.925

A.2 Non cancellate 622.493 652.958

- Mutui fondiari ed ipotecari 198.647 232.6021. Sofferenze 7.305 5.6212. Incagli 2.105 3.0783. Esposizioni ristrutturate - -4. Esposizioni scadute 2.280 2.9405. Altre attività 186.957 220.963

- Locazione finanziaria 423.846 420.3561. Sofferenze 12.953 8.2072. Incagli 20.346 19.8903. Esposizioni ristrutturate 2.465 1.5204. Esposizioni scadute 24.187 8.7345. Altre attività 363.895 382.005

Si precisa, a seguito del 2° aggiornamento della Circolare 262 del 22 Dicembre 2005 (Il Bilancio Bancario), che a partire dal 31 Dicembre 2009 non formano oggetto di rilevazione nella presente parte le operazioni di cartolarizzazione nelle quali le società originator del Gruppo sottoscrivano all’atto dell’emissione il complesso delle passività emesse dalla società veicolo. Nello specifico, la società bancaria Banca Marche ha riacquistato interamente i titoli sottostanti a due distinte cartolarizzazioni (Marche Mutui 4 e Marche Covered Bond).

La tabella evidenzia le esposizioni sottostanti alle attività cartolarizzate, suddivise per tipologia di esposizione, e per qualita creditizia dell'esposizione. Si precisa, inoltre, che il Gruppo Bancario ha posto in essere operazioni di cartolarizzazioni tradizionali, per cui la Tavola 10.1 si riferisce unicamente a tale tipologia di operazioni.

Il Punto A.1 Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio riguarda le esposizioni sottostanti alla prima cartolarizzazione effettuata dalla Capogruppo, Banca Marche, nel Marzo 2003, per le quali la Società Capogruppo si è avvalsa dell'esenzione offerta dai principi IAS/IFRS in sede di prima applicazione di quest'ultimi. Di conseguenza è rimasta invariata la prassi contabile di registrazione dell'operazione, rispetto alla precedente normativa.

Il Punto A.2 Non Cancellate, fa riferimento alle ultime operazione di cartolarizzazione poste in essere dal Gruppo Bancario, per le quali è stata applicata la pratica prevista dallo IAS 39 (derecognition delle attività cedute). Il Gruppo, avendo di fatto mantenuto tutti i rischi ed i benefici collegati alle attività cedute, ha continuato a registrare nel proprio attivo tali crediti.

Page 71: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 71

Tavola 10.2 Posizioni verso le cartolarizzioni e ri-cartolarizzazioni 31.12.2011

Valore di bilancio

Fasce di ponderazione

Valore ponderato

Requisiti patrimoniali

Cartolarizzazioni proprie 11.599 85.734 6.859

MARCHE MUTUI CLASSE "D"SCAD.2032 6.661 1.250 83.265 6.661MARCHE MUTUI SRL CL"C" SCAD.2032 4.938 50 2.469 198

Valore di bilancio

Fasce di ponderazione

Valore ponderato

Requisiti patrimoniali

Cartolarizzazioni di terzi 26.805 53.244 4.260

ACCESS GROUP INC-CL A2-USD TV 14.03.07-25.08.26 *CALL-SINK* - - - ALBURN REAL ESTATE CAPITAL LTD TV-GBP-22.02.07-15.10.16-SINK 876 100 876 70APULIA FINANCE 5-CL.A-TV-EUR- 05.02.07-31.10.20 FRN(SINK-CAL 106 1.250 1.319 105AUBURN SECURITIES 4 TV-GBP-11.10.04-01.10.41 FRN SUB-CALL 1.409 20 282 23AUBURN SECURITIES 5 TV-GBP-23.09.05-01.12.41 FRN SUB-CALL 1.420 20 284 23BRUNEL RESIDENT MORTGAGES EUR TV 13.03.07-13.01.39 200 20 40 3CORNERSTONE TITAN EUR TV 08.03.07-23.01.17 SINK-CALL 1.142 50 571 46CPUK MORTGAGE FIN. CL A2-GBP TV 19.06.07-10.10.18 CALL SINK 727 20 145 12DECO 12 UK 4 TV -GBP- 13.03.07-27.01.20 FRN CALLABLE 818 50 409 33DECO 14 PAN EUROPE-CL A3- EUR TV 29.03.07-27.10.20 CALL SINK 1.711 50 855 68DECO 2005 PAN EUROPE1 TV-EUR-25.08.05-27.07.14 SINK-CALL 1.237 50 619 49DUCATO CONSUMER-CL.A-TV-EUR-19.10.06-10.11.19 FRN(SINK-CALL) 66 1.250 823 66EUROHOME UK MORTGAG.-CL A-GBP TV 21.03.07-15.06.44*CALL-SINK 982 50 491 39EUROPEAN LOAN CONDUIT 19 TV-GBP-17.08.04-01.11.29 SINK 18 50 9 1EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 758 20 152 12EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 648 100 648 52FIRST FLEXIBLE NO.7-CL A-GBP TV 25.01.07-15.09.33 CALL-SINK 450 20 90 7GREAT HALL MORTGAGES PLC TV-EUR-14.03.07-18.03.39-SK(PF)CALL 1.062 50 531 42HIPOCAT 11 FTA-MBS CL A2-EUR TV 15.03.07-15.01.50 CALL SINK 807 100 807 65HOLLAND MBS S.ERMES XIII-EUR TV 29.03.07-18.08.39 CALL-SINK - - - -IMMEO RESIDENTID.FINANCE TV-EUR-06.06.07-15.12.16-SINK CALL 153 50 77 6INTERSTAR MILLENNIUM C.A2 EUR TV 05.02.04-07.05.36-SINK CALL 148 20 30 2ITALEASE FINANCE CL.A2 TV-EUR-23.03.05-14.09.20-SINK(PF)CALL 173 20 35 3ITALFINANCE SECURITISATION VEHICLE2 TV-EUR-01.03.07-14.01.26 371 1.250 4.635 371JUMP SRL CL-A TV -EUR- 27.10.06-27.04.26FRN SINKABLE-CALL 816 20 163 13KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUB CALLABLE 621 20 124 10KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUBORDINATED 95 20 19 2LANSDOWNE MORTGAGE SECS 2-EUR-TV 06.12.06-16.09.48 SINK-CALL 536 350 1.876 150LEASIMPRESA FINANCE "A"TV-EUR-16.10.06-22.12.25-SINK(PF)CALL 393 20 79 6LEEK FINANCE HOLDINGS "A2A"TV-GBP-26.10.06-21.09.38-SINK-CAL 853 1.250 10.657 853LONDON & REGIONAL DEBT SECUR. GBP TV 28.07.06-15.10.15 1.286 1.250 16.077 1.286NEWGATE FUNDING PLC C.MB EUR TV 15.03.07-01.12.50 SUB-CALL 743 50 372 30NEWGATE FUNDING PLC GBP TV 15.03.07-01.12.50 546 50 273 22PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-EUR-19.07.05-15.05.41 FRN-CAL 981 20 196 16PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-GBP-19.07.05-15.05.41 SK-CALL 182 20 36 3PARAGON MORTGAGES EUR TV 26.05.04-15.05.34 - SINK-CALL 459 20 92 7PARAGON MORTGAGES(N.14)PLC TV-EUR-22.03.07-15.09.39 FRN-CALL 1.032 20 206 17PERPETUAL TRUSTEES VICTORIA TV-GBP-25.01.07-07.04.38 FRN-CAL 464 20 93 7SANDWELL COMM.FIN N.2"E"TV-GBP-23.09.05-30.09.37 SUB-SK-CALL 500 20 100 8THE NATIONAL COLLEGIATE STUD USD TV 08.03.07-25.11.28 - - - -TITULIZACION DE EUR TV 13.03.07-26.02.49 984 20 197 16TRITON CONTAINER TV-USD- 22.03.07-26.02.19 SINK-CALL 343 100 343 27VALENCIA HIPOTECARIO2 TV-EUR-12.12.05-24.01.43- SINK(PF)-CAL 689 1.250 8.613 689

Valore di bilancio

Fasce di ponderazione

Valore ponderato

Requisiti patrimoniali

Ricartolarizzazioni di terzi 1.237 2.782 223EPIC (DRUMMOND) LTD TV-EUR-21.06.07-25.01.22 FRN - SINK 1.237 225 2.782 223

Totale 39.641 141.760 11.342

Tavola 10.2 - prosegue

31.12.2010

Page 72: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 72

Valore di bilancio

Fasce di ponderazione

Valore ponderato

Requisiti patrimoniali

Cartolarizzazioni proprie 12.153 95.189 7.615

MARCHE MUTUI CLASSE "D"SCAD.2032 7.220 1.250 90.256 7.220MARCHE MUTUI SRL CL"C" SCAD.2032 4.933 100 4.933 395

Valore di bilancio

Fasce di ponderazione

Valore ponderato

Requisiti patrimoniali

Cartolarizzazioni di terzi 33.251 54.634 4.368

ACCESS GROUP INC-CL A2-USD TV 14.03.07-25.08.26 *CALL-SINK* 828 20 166 13ALBURN REAL ESTATE CAPITAL LTD TV-GBP-22.02.07-15.10.16-SINK 844 100 843 67APULIA FINANCE 5-CL.A-TV-EUR- 05.02.07-31.10.20 FRN(SINK-CAL 597 1.250 7.467 597AUBURN SECURITIES 4 TV-GBP-11.10.04-01.10.41 FRN SUB-CALL 1.363 20 273 22AUBURN SECURITIES 5 TV-GBP-23.09.05-01.12.41 FRN SUB-CALL 1.374 20 275 22BRUNEL RESIDENT MORTGAGES EUR TV 13.03.07-13.01.39 209 20 42 3CORNERSTONE TITAN EUR TV 08.03.07-23.01.17 SINK-CALL 1.125 50 563 45CPUK MORTGAGE FIN. CL A2-GBP TV 19.06.07-10.10.18 CALL SINK 703 20 141 11DECO 12 UK 4 TV -GBP- 13.03.07-27.01.20 FRN CALLABLE 781 50 391 31DECO 14 PAN EUROPE-CL A3- EUR TV 29.03.07-27.10.20 CALL SINK 1.688 50 844 68DECO 2005 PAN EUROPE1 TV-EUR-25.08.05-27.07.14 SINK-CALL 1.410 20 282 23DUCATO CONSUMER-CL.A-TV-EUR-19.10.06-10.11.19 FRN(SINK-CALL) 389 1.250 4.857 389EUROHOME UK MORTGAG.-CL A-GBP TV 21.03.07-15.06.44*CALL-SINK 994 20 199 16EUROPEAN LOAN CONDUIT 19 TV-GBP-17.08.04-01.11.29 SINK 27 20 5 -EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 754 20 151 12EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 641 100 641 51FIRST FLEXIBLE NO.7-CL A-GBP TV 25.01.07-15.09.33 CALL-SINK 517 20 103 8GREAT HALL MORTGAGES PLC TV-EUR-14.03.07-18.03.39-SK(PF)CALL 1.115 20 223 18HIPOCAT 11 FTA-MBS CL A2-EUR TV 15.03.07-15.01.50 CALL SINK 909 100 909 73HOLLAND MBS S.ERMES XIII-EUR TV 29.03.07-18.08.39 CALL-SINK 753 20 151 12IMMEO RESIDENTID.FINANCE TV-EUR-06.06.07-15.12.16-SINK CALL 276 50 138 11INTERSTAR MILLENNIUM C.A2 EUR TV 05.02.04-07.05.36-SINK CALL 193 20 39 3ITALEASE FINANCE CL.A2 TV-EUR-23.03.05-14.09.20-SINK(PF)CALL 272 20 54 4ITALFINANCE SECURITISATION VEHICLE2 TV-EUR-01.03.07-14.01.26 545 1.250 6.811 545JUMP SRL CL-A TV -EUR- 27.10.06-27.04.26FRN SINKABLE-CALL 1.817 20 363 29KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUB CALLABLE 716 20 143 11KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUBORDINATED 94 20 19 1LANSDOWNE MORTGAGE SECS 2-EUR-TV 06.12.06-16.09.48 SINK-CALL 554 20 111 9LEASIMPRESA FINANCE "A"TV-EUR-16.10.06-22.12.25-SINK(PF)CALL 594 20 119 10LEEK FINANCE HOLDINGS "A2A"TV-GBP-26.10.06-21.09.38-SINK-CAL 891 20 178 14LONDON & REGIONAL DEBT SECUR. GBP TV 28.07.06-15.10.15 1.213 1.250 15.164 1.213NEWGATE FUNDING PLC C.MB EUR TV 15.03.07-01.12.50 SUB-CALL 740 20 148 12NEWGATE FUNDING PLC GBP TV 15.03.07-01.12.50 526 20 105 8PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-EUR-19.07.05-15.05.41 FRN-CAL 1.000 20 200 16PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-GBP-19.07.05-15.05.41 SK-CALL 180 20 36 3PARAGON MORTGAGES EUR TV 26.05.04-15.05.34 - SINK-CALL 471 20 94 8PARAGON MORTGAGES(N.14)PLC TV-EUR-22.03.07-15.09.39 FRN-CALL 1.025 20 205 16PERPETUAL TRUSTEES VICTORIA TV-GBP-25.01.07-07.04.38 FRN-CAL 561 20 112 9SANDWELL COMM.FIN N.2"E"TV-GBP-23.09.05-30.09.37 SUB-SK-CALL 559 20 112 9THE NATIONAL COLLEGIATE STUD USD TV 08.03.07-25.11.28 1.731 100 1.731 138TITULIZACION DE EUR TV 13.03.07-26.02.49 1.077 20 215 17TRITON CONTAINER TV-USD- 22.03.07-26.02.19 SINK-CALL 428 100 428 34VALENCIA HIPOTECARIO2 TV-EUR-12.12.05-24.01.43- SINK(PF)-CAL 767 1.250 9.583 767

Valore dibilancio

Fasce di ponderazione

Valore ponderato

Requisiti patrimoniali

Ricartolarizzazioni di terzi 1.223 612 49EPIC (DRUMMOND) LTD TV-EUR-21.06.07-25.01.22 FRN - SINK 1.223 50 612 49

Totale 46.627 150.435 12.032

Page 73: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 73

Operazioni di cartolarizzazione effettuate nel periodo

Per quanto riguarda l’operazione di Covered Bond, la Banca, nell’ambito della facoltà prevista contrattualmente, di cedere portafogli successivi, qualora il Veicolo disponga di fondi in conto capitale sufficienti al pagamento del corrispettivo, ha posto in essere nel corso dell’esercizio 2011 nuove cessioni di portafogli di mutui residenziali .

In particolare nel mese di maggio 2011, la Banca ha perfezionato la prima cessione integrativa del Cover Pool, cedendo al Garante, pro-soluto ed in blocco, con efficacia economica 1° maggio 2011, un portafoglio crediti in bonis derivanti da mutui ipotecari residenziali pari ad un corrispettivo di 108.345.470,06 euro.

Con riferimento a tale casistica, nel mese di Ottobre 2011 la Banca ha ceduto pro soluto ed in blocco a Marche Covered Bond un nuovo portafoglio di attivi idonei costituiti da crediti derivanti da mutui residenziali finalizzato all’emissione di una nuova serie di Covered Bond.

Il valore di cessione al 30 Settembre 2011 (Value Date) del Cover Pool è risultato pari ad euro 831.117.235,06 per un totale di 6.924 rapporti.

L’acquisto da parte del Garantor del nuovo portafoglio di crediti è stato finanziato tramite un corrispondente finanziamento subordinato concesso dalla Banca e la cui erogazione è avvenuta in coincidenza con l’emissione della nuova serie di Covered Bond.

Stante il rapporto di over-collateralizzazione richiesto attualmente dall’agenzia di rating Moodys fra la garanzia ed il valore nominale della serie di Covered Bond già emessa, l’incremento del cover pool per il suddetto ammontare ha consentito alla Banca di procedere alla seconda emissione per un importo nominale pari ed euro 600 milioni.

Tale serie è stata quotata presso la Luxembourg Stock Exchange ed interamente sottoscritta dalla Banca per essere utilizzata come collateral per operazioni di rifinanziamento principale (“MRO”) con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.

Al 31 dicembre il rating attribuito all’emissione dall’agenzia di Rating Moody’s Investors Service è di AA1.

Il Covered Bond è stato emesso in data 18 ottobre 2011 e sarà rimborsato in un’unica soluzione il 25 ottobre 2016.

Page 74: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 74

Tavola 10.3 Operazioni di cartolarizzazione effettuate nel periodo di riferimento

Marche Covered Bond

Mutui residenziali 31.12.2011 31.12.2010

Attività cedute: 1. Sofferenze - -2. Incagli - -3. Esposizioni ristrutturate - -4. Esposizioni scadute - -5. Altre attività 939.463 1.020.331Totale 939.463 1.020.331

Obbligazioni emesse dalla Capogruppo Banca Marche S.p.a.: Classe A (Rating: Aaa) - 725.000Classe A (Rating: AA1) 600.000 -

Totale 600.000 725.000

Si precisa che le obbligazioni emesse dalla Capogruppo a fronte dell’operazione di Covered Bond sono state integralmente riacquistate per essere utilizzate come collateral per operazioni di rifinanziamento principale (“MRO”) con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.

Tenendo conto delle due nuove cessioni, al 31 dicembre 2011 il debito residuo del portafoglio è risultato pari ad euro 1.765.785.231,87.

Page 75: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 75

Tavola 11. Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA)

La tavola non viene compilata poiché il Gruppo non utilizza sistemi interni per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di mercato.

Page 76: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 76

Tavola 12. Rischio operativo

Informativa qualitativa Il requisito patrimoniale a livello di Gruppo è calcolato utilizzando il

metodo Standardizzato “combinato” (TSA - Traditional Standardised Approach).

Tale approccio prevede che la Capogruppo adotti il metodo TSA in combinazione con il metodo adottato dalle controllate: TSA per tutte le società del gruppo ad eccezione della società Marche Covered Bond srl.

Ulteriori dettagli sono forniti nella Tavola 1 – Requisito informativo generale – Rischio operativo.

Per l’utilizzo del metodo Standardizzato, la banca si è dotata di un efficace sistema di gestione dei rischi operativi sottoposto ad un processo di auto-valutazione volto a valutare la qualità del sistema, la sua rispondenza alle prescrizioni normative ed alle esigenze operative e di mercato; tale autovalutazione è soggetta alla verifica della funzione di revisione interna e sottoposta annualmente all’organo con funzione di supervisione strategica per l’attestazione del rispetto dei requisiti d’idoneità previsti dalla normativa.

Nel metodo Standardizzato, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi si determina applicando al margine di intermediazione, distinto nelle 8 linee di business regolamentari secondo le quali è suddivisa l’attività aziendale, coefficienti specifici che variano da un minimo del 12% ad un massimo del 18%.

Le linee di business regolamentari sono: • servizi finanziari per l’impresa; • negoziazione e vendita; • servizi bancari al dettaglio; • servizi bancari a carattere commerciale; • servizi di pagamento e regolamento; • gestioni fiduciarie; • gestioni patrimoniali; • intermediazione al dettaglio.

Il Gruppo Banca Marche ha sviluppato un modello interno, in linea con i requisiti normativi previsti dalle Disposizioni di Vigilanza, che utilizza i metodi avanzati AMA per giungere ad una stima del capitale a rischio.

Allo stato attuale, il modello viene utilizzato ai soli fini gestionali interni e si basa sull’utilizzo delle quattro componenti previste dalla regolamentazione (dati interni di perdita operativa, dati esterni, analisi di scenario, valutazione dei fattori del contesto operativo e del sistema dei controlli interni).

Per quanto riguarda i dati empirici, la metodologia adottata si basa sull’analisi dei dati storici interni di perdita operativa (rilevati e censiti dai vari responsabili decentrati, quindi controllati e validati dalla funzione centrale di ORM) opportunamente integrati con i dati esterni consortili ottenuti grazie alla partecipazione al DIPO (Database Italiano Perdite Operative) gestito in sede ABI (Associazione Bancaria Italiana).

Page 77: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 77

Nel modello vengono applicate tecniche attuariali di tipo LDA (Loss Distribution Approach) che prevedono lo studio e la modellizzazione separata delle distribuzioni di frequenza e di impatto dei dati storici e quindi il calcolo della perdita aggregata attraverso tecniche analitiche o di simulazione. Il capitale a rischio viene stimato su un orizzonte temporale di un anno con un intervallo di confidenza al 99,9% come previsto dalla regolamentazione.

A ciò si aggiunge poi la componente di Analisi di Scenario che valuta l’esposizione ai rischi operativi in ottica forward-looking integrando una misura di stima prospettica a quella di ordine storico costruita sui dati empirici. Vengono raccolte valutazioni analitiche dagli esperti del business (sia in termini quantitativi di frequenza ed impatto del caso tipico/pessimo che in termini qualitativi circa fattori critici ed interventi di mitigazione attuabili) per tutti quegli scenari che sono stati classificati come rischiosi in sede di analisi dei fattori del contesto operativo e di valutazione del sistema dei controlli interni. Le informazioni qualitative raccolte sono elaborate dal motore statistico dell’applicativo specifico al fine di ottenere misure di perdita attesa ed inattesa; queste vengono poi combinate e ponderate con le misure di rischio derivanti dai dati empirici al fine di pervenire ad una stima di rischio complessiva.

Page 78: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 78

Tavola 13. Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario

Informativa qualitativa e quantitativa

Esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio bancario: differenziazione delle esposizioni in funzione degli obiettivi perseguiti.

Gli investimenti in strumenti di capitale presenti nel Gruppo Bancario assolvono a più funzioni, di seguito indicate:

partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole, classificate nella Voce 100 – Partecipazioni:

Tavola 13.1 Composizione della Voce 100 - Partecipazioni Valore di Bilancio

31.12.2011 Valore di Bilancio

31.12.2010

SE.BA. - -Montefeltro Leader scarl 20 19Totale 20 19

La Capogruppo, con delibera del C.d.A. del 15.11.2010, assunse un impegno nei confronti della società partecipata Montefeltro Sviluppo Soc.Cons.ar.l. Nello specifico, a seguito della conclusione della procedura di liquidazione che ha visto interessato uno dei soci della Montefeltro, la Capogruppo deliberò, in accordo con gli altri principali soci privati, di “ricostituire” la quota di capitale sociale relativa al socio fallito. L’impegno assunto dalla Capogruppo ammontava ad euro 700. In tale esercizio è avvenuto il versamento.

In data 31/05/2011 si è perfezionata l'operazione di cessione dell'intera partecipazione detenuta dal Gruppo Banca delle Marche nella società SE.BA.- Servizi Bancari S.p.A. L'operazione ha generato una perdita di 320.326 Euro

Page 79: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 79

strumentali all’attività operativa delle Banche appartenenti al Gruppo e istituzionali:

partecipazioni in associazioni di categoria, società consortili, società, enti ed istituzioni legate al territorio classificate nella Voce 40 – Attività finanziarie disponibili per la vendita:

Tavola 13.2 Composizione della Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita

Valore di Bilancio 31.12.2011

Valore di Bilancio31.12.2010

Livello 1: 498 827Conafi Prestitò S.p.A. 498 827

Livello 2: - 9.125Partecipazione Ariston Thermo S.p.A. - 9.125

Livello 3: 14.414 13.185

Valutati al Fair Value 7.742 7.742Partecipazione Aerdorica s.p.a. 915 915Partecipazione Banca d'italia 6.827 6.827

Valutati al Costo 6.672 5.443Partecipazione Ass.rass.int.musica sacra virg 1 1Partecipazione Centro agroalimentare di Macerata S.r.l. 7 7Partecipazione Centro factoring S.p.A. 86 86Partecipazione Cirio Holding S.p.A. - -Partecipazione Confidicoop Marche Soc.Cooperativa 2.483 2.483Partecipazione Confidicoop MutualCredito S.c.p.a. 250 250Partecipazione Cons.agrario prov.Ancona - -Partecipazione Cons.agrario prov.Macerata - -Partecipazione Fermano leader soc.cons.r 1 1Partecipazione FidiImpresa Soc.Coop. 600 -Partecipazione Finanziaria Regionale Abruzzese S.p.A. 77 77Partecipazione Interporto Marche S.p.A. 1.196 1.196Partecipazione Meccano società consortile per azioni 71 71Partecipazione Nuova Via Trento S.p.A. 231 231Partecipazione P.b. s.r.l. 3 3Partecipazione Pesaro Parcheggi S.p.A. 240 240Partecipazione Pierucci SCPA 350 -Partecipazione S.s.b. S.p.A. 12 12Partecipazione Sgr società di Gestione per il Realizzo S.p.A. 276 276Partecipazione Siteba S.p.A. 7 7Partecipazione Soc.reg.di gar.Marche S.c.p.a. 715 465Partecipazione Soggetto Intermediario Locale App.Centr. S.c.a.r.l. 2 1Partecipazione Swift Bruxelles 26 26Partecipazione Tecnomarche 38 10

Nel corso dell'esercizio 2011, la partecipazione del Gruppo nella società Conafi Prestitò S.p.A. è stata aumentata per Euro 793.050, successivamente, l'interessenza nella società, è stata ridotta per un importo pari ad Euro 827.050. Sempre nel corso dell'esercizio, sono state registrate, su tale partecipazioni, delle variazioni negative di fair value per un importo pari a 294.950 Euro, iscritte nelle Riserve da Valutazione.

In data 03/05/2011, il Gruppo Banca delle Marche ha ceduto le sue 805.000 azioni, del valore nominale di 1 Euro nella società Ariston Thermo S.p.A., a favore della Merloni Finanziaria S.p.A. al prezzo di 9.125.000 Euro. Su tale partecipazione, era presente una riserva postiva, iscrittta a Patrimonio Netto pari ad Euro 2.125.000.

Page 80: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 80

di investimento finanziario: partecipazioni in private equity detenute dal Fondo Focus Impresa,

classificate nella Voce “30 – Attività finanziarie valutate al fair value” e partecipazioni in corso di dismissione incluse nella Voce “150 – attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:

Tavola 13.3 Composizione della Voce 30 - Attività finanziarie valutate al fair value

Valore di Bilancio 31.12.2011

Valore di Bilancio 31.12.2010

Maritime Holding S.p.A. 4.155 4.155Finifast S.p.A. - 5.540Erydel S.p.A. 1.954 754Silicon Biosystems S.p.A. 750 -Totale 6.859 10.449

Erydel S.p.A. è una start-up, con sede in Urbino, attiva nel settore bio-medicale. La Società è partecipata dal 28 luglio 2008. L’iniziale investimento fu di Euro 750.000. Nell’operazione di investimento sono state altresì utilizzate risorse di cui alla L. 388/2000.

Nel corso del 2010 sono stati deliberati due aumenti di capitale: • il primo, in data 18 gennaio 2010, di importo pari ad Euro 599.953,

sottoscritto e versato integralmente, come da accordi tra i Soci, da Innogest SGR;

• il secondo, di importo pari ad Euro 2.399.953, sottoscritto e versato (in data 18 gennaio 2011) dai soli Soci Istituzionali (tra cui anche il Gruppo Banca delle Marche). La partecipazione detenuta in Erydel S.p.A. è pari al 21,57% del capitale

sociale. Come sopra evidenziato, il Gruppo detiene un’ulteriore partecipazione nella Erydel S.p.A. (pari al 10,06% del capitale sociale) acquisita facendo ricorso alle risorse messe a disposizione dalla L. 388/00.

Silicon Biosystems S.p.A. è una start-up con sede a Bologna che ha progettato, sviluppato e commercializzato un macchinario in grado di provvedere in maniera automatica all’estrazione di singole cellule da un campione biologico con lo scopo di effettuare analisi diagnostiche (prevalentemente destinate al segmento dell’oncologia).

Obiettivo dell’investimento è quello di sostenere la società nel percorso di commercializzazione del prodotto oltre che nel piano di ricerca clinica per individuare nuove potenziali applicazioni della tecnologia.

L’operazione di investimento è stata perfezionata il 18 febbraio 2011 e prevede la partecipazione, con un importo di Euro 749.991 ad un aumento di capitale di Silicon Biosystems S.p.A. di complessivi 3,5 milioni di Euro, a fronte di una partecipazione al capitale sociale pari a circa il 4,1%.

L’aumento di capitale aveva lo scopo di sostenere la società nel percorso di certificazione e commercializzazione della propria tecnologia. I progressi del piano di vendite più lenti rispetto alle attese hanno fatto sì che la società necessitasse di un ulteriore sostegno finanziario già nel corso del 2011; pertanto nel mese di novembre è stato emesso un finanziamento soci

Page 81: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 81

convertibile per un importo complessivo di 2,5 milioni di Euro sottoscritto dal Fondo “Focus Impresa” per un importo di Euro 331.547.

Si evidenzia, inoltre, che dal 14 novembre il Gruppo non detiene più alcuna interessenza (iscritta al 31 dicembre 2010 al valore di Euro 5.539.800) nella Finifast S.p.A. non avendo sottoscritto e versato la quota di propria spettanza di un aumento di capitale sociale La situazione economico-patrimoniale al 30/06/2011 della Società ha riportato, infatti, una perdita pari a circa 5,1 ml. di Euro ed un patrimonio negativo per complessivi Euro 2,8 ml. circa che hanno reso necessario l’immissione in azienda in risorse per complessivi 5 ml. di Euro circa destinati al ripiano delle perdite patrimoniali ed alla ricostituzione del capitale sociale.

Di comune accordo con l’altro partner istituzionale coinvolto nell’investimento (IMI Fondi Chiusi) non si è ritenuto opportuno partecipare alla sottoscrizione e versamento della quota di spettanza del programmato aumento di capitale per la presa d’atto della perdurante difficoltà della Società di raggiungere gli obiettivi prefissati nel budget 2011 nonché quelli di medio termine previsti nel business pluriennale. Si evidenziano, infine, le tensioni innescatesi sin dal 2009 tra gli investitori istituzionali e gli altri soci che hanno determinato l’apertura di tre vertenze arbitrali (di cui la prima intrapresa dai Soci Istituzionali nei confronti degli altri soci) ricompostesi solo nell’imminenza dell’Assemblea dei Soci del 14 novembre 2011 con il raggiungimento di un accordo in base al quale ai due Soci Istituzionali è stato riconosciuto, a titolo transattivo e risarcitorio, l’importo di Euro 4,5 milioni ciascuno (si veda la Tabella 13.5).

Tavola 13.4 Composizione della Voce 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:

Valore di Bilancio

31.12.2011

Valore di Bilancio

31.12.2010

SE.DA. S.p.A. 1.623 1.623Totale 1.623 1.623

La Voce è rappresenta dal valore della partecipazione nella società S.E.DA. S.p.A. – Gruppo KGS.

Contabilizzazione e valutazione degli strumenti di capitale inclusi nel portafoglio bancario.

Le esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio bancario sono classificate nelle voci di bilancio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, “Attività finanziarie valutate al fair value”, “Partecipazioni” e “ Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”.

Vengono, quindi, di seguito riportati: a) i criteri contabili relativi ai portafogli di classificazione degli strumenti di

capitale inclusi nel portafoglio bancario; b) le modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari

adottati dal Gruppo; c) le modalità di determinazione delle perdite di valore.

Page 82: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 82

a) Criteri contabili relativi ai portafogli di classificazione degli strumenti di capitale inclusi nel portafoglio bancario

Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di

regolamento per i titoli di debito o di capitale ed alla data di erogazione nel caso di crediti. La rilevazione iniziale delle attività avviene al fair value, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Se l’iscrizione avviene a seguito di riclassificazione dal portafoglio delle attività detenute fino a scadenza o, in rare circostanze, dal portafoglio delle attività detenute per la negoziazione, il valore di iscrizione è rappresentato dal fair value al momento del trasferimento.

Criteri di classificazione Vengono incluse in questo portafoglio le interessenze azionarie non

gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo o di collegamento.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la

vendita continuano ad essere valutate al fair value. La determinazione del fair value è basata su prezzi ufficiali rilevati alla data di bilancio, se gli strumenti sono quotati in mercati attivi; per gli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi il fair value è determinato facendo ricorso a tecniche di valutazione. I titoli di capitale, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo.

Gli utili e le perdite derivanti da variazioni di fair value sono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto, voce 140 “Riserve da valutazione”.

Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono sottoposte ad una verifica volta ad individuare l’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore; eventuali perdite per riduzione di valore vanno a conto economico alla voce 130 b) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”. Oltre che per la rilevazione di una perdita per riduzione di valore, gli utili o le perdite cumulati nella riserva di patrimonio netto vengono registrati a conto economico al momento della dismissione dell’attività alla voce 100 b) “Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a patrimonio netto.

I dividendi sono registrati nella voce di conto economico 70 “Dividendi e proventi simili”. Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività

Page 83: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 83

finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici connessi alla proprietà dell’attività.

Attività finanziarie valutate al fair value

Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di

regolamento. All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie valutate al fair value vengono rilevate al fair value del corrispettivo dato che normalmente è determinabile facendo riferimento al costo della transazione.

Criteri di classificazione Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie che si intende

valutare al fair value con impatto a conto economico (ad eccezione degli strumenti di capitale che non hanno un fair value attendibile) quando la designazione del fair value consente di eliminare o di ridurre le significative distorsioni nella rappresentazione contabile del risultato economico e patrimoniale degli strumenti finanziari.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività sono valutate al loro

fair value. Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in

un mercato attivo, vengono utilizzate le quotazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo viene utilizzato il corrispettivo pagato (valore di rilevazione iniziale).

Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione di fair value delle attività finanziarie sono rilevati nella voce 110 “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value” di conto economico. Gli eventuali dividendi conseguiti su titoli di capitale classificati in tale portafoglio, sono rilevati nella voce 70 di conto economico “Dividendi e proventi assimilati”.

Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti

contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.

Page 84: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 84

Partecipazioni Criteri di iscrizione

Le partecipazioni sono iscritte al costo.

Criteri di classificazione La voce include le interessenze detenute in società collegate. Si

considerano “collegate” le società in cui si detiene il 20% o una quota superiore dei diritti di voto e le società che per particolari legami giuridici debbono considerarsi sottoposte ad influenza notevole, ossia il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata senza averne il controllo o controllo congiunto.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Ad ogni periodo di rendicontazione viene accertata l’eventuale obiettiva

evidenza che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.

Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata a conto economico, nella voce 240 “Utili (Perdite) delle partecipazioni”.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nella stessa voce 240.

Criteri di cancellazione Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali

sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

Il risultato della cessione è imputato a conto economico alla voce 240 “Utili (Perdite) delle partecipazioni”. Attività in via di dismissione

Vengono classificate nella voce 150 dell’attivo “Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione” e alla voce 90 del passivo “Passività associate ad attività in via di dismissione” attività non correnti o gruppi di attività/passività per le quali è stato avviato un processo di dismissione e la loro vendita è ritenuta altamente probabile. Tali attività/passività sono valutate al minore tra il valore di carico ed il loro fair value al netto dei costi di cessione.

Page 85: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 85

b) Modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari adottati dal Gruppo

Titoli quotati e non quotati Nel caso di titoli quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value

è basata sulle quotazioni del mercato di riferimento desumibili da providers internazionali e rilevate l’ultimo giorno valido dell’esercizio o del periodo di riferimento. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni, che riflettono normali operazioni di mercato, sono prontamente e regolarmente disponibili, esprimono il prezzo di effettive operazioni di mercato e la significatività dei prezzi.

Nel caso di titoli non quotati su mercati attivi il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto alla data di valutazione. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso l’applicazione di metodologie diffuse a livello di mercati e modelli valutativi interni. Per i titoli di capitale vengono utilizzati i prezzi desumibili da transazioni comparabili, i multipli di mercato di società direttamente confrontabili, nonché modelli di valutazione di tipo patrimoniale, reddituale e misto.

In particolare nell’ambito dei portafogli “negoziazione” e “disponibile per la vendita”, viene utilizzato il prezzo ‘denaro’ per i titoli con rimanenze finali positive e il prezzo ‘lettera’ per i titoli con rimanenze finali negative.

Per quanto riguarda i titoli azionari quotati su mercati regolamentati italiani ed esteri, vengono utilizzati i prezzi denaro/lettera distribuiti giornalmente dalle borse di quotazione.

c) Modalità di determinazione delle perdite di valore Attività finanziarie

Ad ogni data di rendicontazione le attività finanziarie non iscritte al fair value con variazioni a conto economico sono sottoposte ad un test di impairment (perdita di valore) al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di carico delle attività stesse.

Nel caso di attività finanziarie disponibili per la vendita, tale verifica è svolta nel rispetto di quanto previsto dal principio IAS 39 § 59; si ha evidenza di riduzione di valore quando sussistono uno o più eventi (ad esempio eventi di default) che generano aspettative di mancato recupero dei flussi attesi.

Per gli strumenti di capitale quotati in mercati attivi l’evidenza è data dal prezzo di mercato che comporti una riduzione di valore al di sotto del costo superiore al 50% o nel caso in cui esso permanga al di sotto del valore di carico per oltre 18 mesi; in questi casi la perdita di valore è normalmente ritenuta durevole.

Per gli strumenti di capitale non quotati in mercati attivi la valutazione dell’evidenza di impairment viene effettuata considerando sia indicatori interni inerenti la società oggetto di valutazione sia esterni, che permettano di ottenere un FV della società. Per quanto riguarda i fattori interni sono ritenuti

Page 86: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 86

rilevanti ai fini dell’impairment il conseguimento di risultati economici negativi, un significativo scostamento degli obbiettivi di budget comunicati al mercato, l’annuncio/l’avvio di piani di ristrutturazione, il downgrading da parte di una società specializzata di almeno due classi, il deterioramento della qualità creditizia dell’emittente; viene inoltre condotta un’analisi specifica relativa alla rilevanza strategica dell’investimento. Per quanto riguarda i fattori esterni la valutazione dell’evidenza di riduzione di valore (IAS 39 § 61) include informazioni circa cambiamenti con effetto avverso che si sono verificati nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera, e indica che il costo dell’investimento in uno strumento rappresentativo di capitale può non essere recuperato. La presenza di un indicatore di impairment interno e di un fair value derivante dall’analisi dei multipli di mercato inferiore di oltre il 50% rispetto al valore di carico, o inferiore al valore di carico per un periodo superiore a 18 mesi, comporta la rilevazione dell’impairment.

Qualora la variazione negativa di fair value sia considerata impairment, la perdita di valore rilevata nell’esercizio e l’eventuale riserva di patrimonio netto sono imputate a conto economico.

Partecipazioni Per le partecipazioni di influenza notevole, lo IAS 36 dispone che venga

effettuato un test di impairment finalizzato alla determinazione del valore recuperabile (recoverable amount) riferibile alle stesse; se tale valore è durevolmente inferiore al valore di carico delle partecipazioni, è necessario effettuare una svalutazione (impairment loss).

Il valore recuperabile viene definito come il valore più alto tra il fair value al netto dei costi di vendita e il valore d’uso dell’attività.

Il fair value al netto dei costi di vendita, a sua volta, è definibile come l’ammontare ottenibile dalla vendita della partecipazione in una libera transazione fra parti consapevoli e disponibili, mentre il valore d’uso coincide con il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi che si suppone deriveranno dalla detenzione della partecipazione.

Da ciò deriva che non è sempre necessario determinare sia il fair value al netto dei costi di vendita che il suo valore d’uso: se uno dei due dati è superiore al valore contabile, infatti, non occorre stimare l’altro. Inoltre, qualora non vi sia ragione di credere che le due stime divergano sensibilmente, possono essere utilizzate indistintamente come proxy del valore realizzabile.

Per il Gruppo, poiché le partecipazioni in oggetto sono in società non quotate, è assunto come fair value al netto dei costi di vendita di riferimento il valore di società simili operanti nello stesso settore quotate presso mercati regolamentati.

A tal fine è stato calcolato il valore del capitale giornaliero di un panel di aziende quotate comparabili; tale valore (Equity Value) è ottenuto moltiplicando i prezzi di mercato di ciascuna società per il numero di azioni in

Page 87: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 87

circolazione. All’Equity Value viene poi sommata algebricamente la Posizione Finanziaria Netta per ottenere l’Enterprise Value (EV).

Vengono poi calcolati diversi EV medi in base a differenti orizzonti temporali presi come riferimento per il calcolo delle capitalizzazioni e si procede poi alla definizione dei rapporti (multipli) con grandezze economico-patrimoniali delle società quotate.

Tali multipli vengono poi applicati alle stesse grandezze economico-patrimoniali della società oggetto di valutazione e, sottraendo algebricamente la PFN della società valutata e eliminando i valori estremi, si ottiene l’Equity Value teorico della stessa.

Nel caso in cui non sia possibile determinare il fair value al netto dei costi di vendita, si procede alla stima del valore d’uso.

Informativa quantitativa Tavola 13.5 Esposizioni in strumenti di "Capitale" - Portafoglio Bancario

Portafoglio Contabile Valore di Bilancio Fair Value Utili/ Perdite

realizzate nel periodo

Plusvalenze/ Minusvalenze a Patrimonio

Netto

Plusvalenze/ Minusvalenze a Patrimonio

Netto computate nel Patriomio di

Base/ Supplementare

31.12.2011 Voce 30 - Attività finanziarie valutate al Fair Value: 6.859 6.859 4.500 - -- Livello 1 - - - - -- Livello 2 - - - - -- Livello 3 6.859 6.859 4.500 - -Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita: 14.912 14.912 2.272 -172 -172- Livello 1 498 498 147 -172 -172- Livello 2 - - 2.125 - -- Livello 3 14.414 14.414 - - -Voce 100 - Partecipazioni: 20 - -1.046 - -- quotate - - -- non quotate 20 x -1.046 - -Vece 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: 1.623 - - - -

Partecipazioni: - -- quotate - - - - -- non quotate 1.623 x - - -

31.12.2010

Voce 30 - Attività finanziarie valutate al Fair Value: 10.449 10.449 - - -- Livello 1 - - - -- Livello 2 - - - -- Livello 3 10.449 10.449 - -Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita: 23.137 23.137 - 2.473 1.954- Livello 1 827 827 - -123 212- Livello 2 9.125 9.125 - 2.596 2.096- Livello 3 13.185 13.185 - - -354Voce 100 - Partecipazioni: 19 - - - -- quotate - -- non quotate 19 x - -Vece 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: 1.623 - -312 - -

Partecipazioni: -- quotate - -- non quotate 1.623 x -312 -

Page 88: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 88

Tavola 14. Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario

Informativa qualitativa Il rischio di tasso di interesse è il rischio, ovvero la probabilità, che

variazioni del tasso di interesse producano effetti negativi sulla situazione economico-patrimoniale del Gruppo.

Il rischio di tasso nasce tradizionalmente dalle differenze in termini di “mapping” temporale delle scadenze e dalle differenti metodologie di determinazione del tasso tra le poste attive e passive del bilancio.

Attraverso l’adozione di tecniche di ALM, la Capogruppo gestisce le principali fonti che originano il rischio di tasso di interesse:

1. rischio di revisione del tasso: derivante dagli sfasamenti temporali nella data di revisione del tasso delle attività, delle passività e delle poste fuori bilancio, che possono esporre il reddito e il valore economico a fluttuazioni impreviste al variare dei tassi d'interesse;

2. rischio di curva dei rendimenti: le asimmetrie nelle scadenze e nei tempi di revisione del tasso possono esporre il Gruppo anche a mutamenti nell'inclinazione e conformazione della curva dei rendimenti;

3. rischio di base: risultante da un'imperfetta correlazione nell'aggiustamento dei tassi attivi e passivi su strumenti con caratteristiche di revisione del prezzo analoghe. Il Gruppo Banca delle Marche utilizza le tecniche ALM per il controllo e la

gestione dei rischi finanziari con due approcci tra loro complementari: prospettiva degli utili correnti (o Maturity Gap) e prospettiva dei valori di mercato (Duration Gap, Sensitivity Analysis).

Il modello di reddito secondo l‘approccio degli utili correnti riguarda un’analisi di breve periodo ed ha l’obiettivo di stimare l’impatto sul margine di interesse derivante da un’eventuale variazione dei tassi di mercato. L’indicazione dell’esposizione al rischio di interesse è data dal confronto tra l’ammontare delle attività e delle passività sensibili alle fluttuazioni nei tassi di interesse, in quanto soggette rispettivamente a reinvestimento o rifinanziamento o a revisione del tasso. Il gapping period cui si riferisce la misurazione del rischio è definito in un anno. Il gapping period è poi ulteriormente suddiviso in un numero variabile di sotto-periodi (maturity buckets). Il gap è definito dalla differenza tra valore delle Attività sensibili e Passività sensibili, dove con poste sensibili (“rate sensitive”) si intendono quelle poste che scadono o subiscono una revisione di tasso entro la fine del maturity bucket.

Il secondo modello adottato dal Gruppo per la gestione del rischio di tasso è il Modello di valore economico, è finalizzato ad effettuare un’analisi di più lungo periodo, volta a stimare il rischio di una riduzione del valore economico del patrimonio netto del Gruppo (e quindi del rendimento per gli azionisti) derivante da una variazione inattesa nei tassi. Il modello si basa

Page 89: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 89

sull’esame della diversa reattività ai tassi del valore economico delle attività e delle passività. Il parametro di sensitività usato è la duration (o durata media finanziaria). Questa è utilizzata come misura di sensibilità del prezzo di un’operazione finanziaria al variare del tasso di interesse (Modified Duration): la duration esprime, infatti, la perdita percentuale di prezzo subita in seguito ad un aumento dell’1% del tasso di interesse. Pertanto, un valore di duration elevato indica una maggiore esposizione al rischio per il Gruppo dovuto a quella specifica operazione finanziaria.

Le poste a vista con clientela (conti correnti attivi e passivi e depositi a risparmio) vengono, all’interno dell’analisi, modellizzate secondo una logica comportamentale. Sulla base di un’analisi degli andamenti storici e con l’applicazione di strumenti statistici, viene distinta una componente stabile (core deposit) ed una fortemente volatile (quest’ultima ottenuta come differenza tra il volume actual e il core deposit). Per la componente stabile viene identificato un profilo di persistenza, l’altra componente viene identificata come una posta a tasso fisso a giorno. Tale analisi è prevista allo stato attuale solo per la Capogruppo Banca Marche, mentre per la controllata Carilo viene predeterminata la duration di tali poste (sempre nell’ipotesi di una certa anelasticità delle poste a vista).

I finanziamenti con opzione di rimborso anticipato a favore del cliente (PO con put a favore del sottoscrittore) vengono prudenzialmente considerati, ai fini del monitoraggio del rischio tasso, come strumenti di raccolta con durata finanziaria calcolata in funzione della prima data utile di esercizio della put. Qualora l’opzione di rimborso anticipato fosse a favore della Banca (PO con call a favore dell’emittente), nel momento in cui viene determinata la volontà di avvalersi della facoltà di rimborso prima della scadenza, il finanziamento viene riposizionato sulla nuova data di rimborso, altrimenti viene trattato senza accorgimenti particolari.

A partire dalle elaborazioni del 31/12/2010 il modello di calcolo del rischio tasso è stato perfezionato, con l’introduzione delle poste in sofferenza posizionate sulla data di presunto realizzo, conformemente all’aggiornamento di dicembre 2010 alla circolare Banca d’Italia n.263 (in precedenza tali posizioni erano considerate non sensibili al rischio tasso).

La determinazione ed il monitoraggio della posizione di rischio del Gruppo Banca delle Marche e delle componenti avviene con cadenza mensile.

Page 90: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 90

Informativa quantitativa La posizione aperta al rischio tasso del gruppo è prevalentemente in Euro

(posizione lunga € 26 mld, corta € 24,3 mld). L’esposizione in altre valute assume un valore marginale (posizione lunga € 0,099 mld, corta € 0,077 mld, al netto delle componenti pareggiate dei Certificati di Deposito in Yen e delle loro coperture con DCS), le valute diverse dall’Euro vengono perciò raggruppate (voce “non Euro”).

L’indicatore delta margine d’interesse per uno shock positivo parallelo della curva di 100 bps, espresso in termini percentuali rispetto al margine d’interesse atteso, si attesta, al 31 dicembre 2011, a circa 8,60% (di cui 8,58% euro e 0,02% non euro). In caso di shock negativo della curva lo stesso indicatore si attesta a -8,93% (di cui -8,90% euro e -0,03% non euro). Il livello dell’indicatore indica che il margine d’interesse del Gruppo è impattato favorevolmente da ipotetiche variazioni dei tassi verso l’alto. L’effetto asimmetrico è spiegato dal maggiore impatto che lo scenario di discesa ipotizzato avrebbe sugli impieghi rispetto alla raccolta, dato l’attuale livello dei tassi d’interesse sulla parte breve della curva, che in ogni caso rende tale scenario difficilmente realizzabile.

L’aumento degli impieghi sensibili a variazioni dei tassi verso l’alto è stato parzialmente finanziato da raccolta insensibile nell’orizzonte temporale di un anno (a tasso fisso, determinando un incremento dell’indicatore rispetto al valore del 31 dicembre 2010 (5,56%).

L’indicatore di sensitivity del valore economico del Gruppo, espresso rapportando al patrimonio di vigilanza la variazione di tale valore rispetto a uno shift parallelo della curva dei tassi, è pari a -13,63% in caso di aumento dei tassi di 200 bps su tutte le scadenze (di cui -13,73% euro e 0,09% non euro). L’indicatore passa a 16,24% (di cui 16,38% euro e -0,14% non euro) nel caso di uno shift di pari entità, ma inverso.

Nell’ambito del percorso di incremento del buffer di liquidità, intrapreso negli anni precedenti e utile anche per l’adeguamento al framework normativo di Basilea 3, il Gruppo ha acquisito titoli, in parte a tasso fisso, determinando un incremento dell’indicatore rispetto a fine 2010 (-11,84%).

La sensitivity del valore economico del Gruppo fa riferimento inoltre all’incremento della domanda di mutui a tasso fisso da parte della clientela osservata nel biennio 2007-2008, a fronte dei livelli crescenti dei tassi di interesse. La successiva fase di repentina riduzione dei tassi ha determinato una riduzione del fenomeno dai primi mesi del 2009 ed un’inversione di tale tendenza: è tutt’ora in corso una progressiva preferenza da parte della clientela per i finanziamenti a tasso variabile, nell’attuale contesto di tassi di interesse a breve che continuano a mostrare livelli contenuti.

Page 91: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 91

Tavola 15. Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione

Informativa qualitativa

Ragioni, finalità della politica retributiva

Gli obiettivi generali e le linee guida perseguite attraverso la politica retributiva, tenuto conto dei ruoli ricoperti e delle responsabilità attribuite ai singoli, rispondono a criteri di:

• merito, al fine di realizzare il maggior collegamento possibile con la prestazione fornita ed il potenziale evidenziato;

• coinvolgimento, motivazione e fidelizzazione; • equità; • sostenibilità, contenendo gli oneri derivanti entro valori compatibili con gli

obiettivi previsti dai piani aziendali, anche a salvaguardia della capacità della Banca di mantenere un livello di patrimonializzazione adeguato ai rischi assunti. L’offerta retributiva è composta da un pacchetto di elementi fissi e di

elementi variabili al fine di assicurare la coerenza della struttura remunerativa con i piani aziendali, nel pieno rispetto della normativa in materia di lavoro, dei contratti collettivi nazionali ed aziendali e tenendo in adeguata considerazione le risultanze del mercato interno ed esterno del lavoro.

Al fine di perseguire l’allineamento dei comportamenti a risultati sostenibili nel tempo e di contenere la propensione al rischio dell’Azienda, le componenti di retribuzione fissa e variabile vengono adeguatamente bilanciate.

Particolare attenzione viene riservata alla parte fissa della remunerazione il cui livello deve consentire alla parte variabile di contrarsi sensibilmente e, in casi estremi, anche azzerarsi in relazione ai risultati, corretti per i rischi, effettivamente conseguiti.

L’incidenza massima della retribuzione variabile sul totale della retribuzione è stata individuata per tutto il personale pari al 25%

I parametri predefiniti dal Consiglio d’Amministrazione per la determinazione della parte variabile della retribuzione fanno riferimento alla creazione di valore, liquidità, redditività, alla solidità patrimoniale in funzione del profilo di rischio aziendale, all’efficienza, alla capacita manageriale in un’ottica di mantenimento nel tempo dei risultati e di uno sviluppo orientato alla sana e prudente gestione della Banca.

Processo decisionale seguito per la definizione delle politiche di remunerazione

Le linee guida di politica retributiva per l’anno 2011 e i relativi meccanismi operativi sono state oggetto di definizione ed autorizzazione dei competenti organi aziendali.

Nella seduta del 27 aprile 2011 il Consiglio di Amministrazione ha approvato gli allineamenti alle nuove disposizioni di vigilanza della politica

Page 92: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 92

retributiva adottata. Il documento contenente le politiche di remunerazione ed incentivazione, conforme alla nuova regolamentazione, è stato sottoposto all’approvazione dell’Assemblea dei Soci in data 2 maggio 2011 e, in tale occasione, è stato dato mandato al Consiglio di Amministrazione per la definizione, con il supporto delle funzioni aziendali competenti, entro il 1° agosto 2011 dei profili tecnici di dettaglio per il completo adeguamento alle nuove disposizioni della Banca d’Italia.

Prima della definitiva approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione della politica retributiva e del sistema incentivante, avvenuta con delibera del 27 luglio 2011, il documento “Politiche di remunerazione ed incentivazione per gli amministratori, il management ed il restante personale” è stato sottoposto all’attenzione degli Amministratori Indipendenti che hanno espresso parere favorevole e della Funzione Compliance che ha rilevato la rispondenza della politica remunerativa alle disposizioni regolamentari vigenti.

Sulla base di quanto stabilito da Banca d’Italia e tenuto conto dell’assetto organizzativo il Consiglio di Amministrazione ha individuato il “personale più rilevante”:

Categoria Individuazione Banca Marche N. posizioniii)Direttore generale e responsabili delle principali linee di business, funzioni aziendali o aree geografiche, nonché coloro i quali riportano direttamente agli organi con funzione di supervisione strategica, gestione e controllo

Direttore Generale 8 Vice Direttore Generale di Funzionamento Vice Direttore Generale Mercato Vice Direttore Generale Strategia e Controllo Direttore Centrale Rete Distributiva Direttore Centrale Tecnologia e Processi Direttore Generale Medioleasing Direttore Generale Carilo

iii)Responsabili e personale di livello più elevato delle funzioni di controllo interno

Capo Area Audit di Gruppo 7 Capo Area Legale e Antiriciclaggio Capo Area Capital Management Capo Area Risorse Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili e societari Responsabile Servizio Antiriciclaggio Responsabile Servizio Compliance

iv) Altri soggetti che, individualmente o collettivamente (es. comitati per la concessione di crediti, tavoli operativi per la gestione di portafogli), assumono rischi in modo significativo (“altri risk takers")

Vice Direttore Generale Carilo 2

Vice Direttore Generale Medioleasing

Modalità attraverso cui è assicurato il collegamento tra la remunerazione e i risultati

In linea con quanto definito dalla normativa Bankit, la retribuzione variabile è stata parametrata a indicatori di performance che tengono conto dei rischi assunti, del livello di risorse patrimoniali e della liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese.

In particolare, gli obiettivi per i dirigenti apicali sono stati individuati nell’EVA ed in un indicatore di liquidità (rapporto di intermediazione).

Page 93: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 93

Il parametro “EVA” rappresenta un indicatore di performance in grado di segnalare la capacità di creare valore, considerando il reddito prodotto al netto dei costi operativi, del costo del rischio e del costo del capitale assorbito.

Per i Dirigenti Apicali di Banca delle Marche gli obiettivi sono stati individuati a livello di Gruppo, mentre per altri dirigenti in termini di bilancio individuale così come per i Direttori Generali delle società controllate.

Per i dirigenti che esercitano funzioni di controllo sono stati individuati obiettivi coerenti con i compiti assegnati, evitando il collegamento con i risultati economici.

Per i Dirigenti Senior e per il restante personale appartenente alla categoria dirigenti la retribuzione variabile è legata al raggiungimento degli obiettivi dell’esercizio, assegnati in funzione del ruolo, prendendo in considerazione parametri relativi alla performance aziendale (es. creazione di valore, liquidità), alla performance individuale riferita alle capacità manageriali, all’efficacia gestionale ed alla valutazione sulla realizzazione dei progetti assegnati alle strutture di riferimento

Quanto al restante personale, ed in particolare per quello della rete commerciale, il sistema incentivante, definito nel rispetto di quanto previsto dai vigenti contratti collettivi di lavoro, affianca gli obiettivi commerciali con indicatori “qualitativi” (customer satisfaction, valutazione delle visite ispettive) ispirati a criteri di correttezza, fidelizzazione della clientela e rispetto della normativa.

Caratteristiche di maggior rilievo del sistema di remunerazione- indicatori di performance presi come riferimento per la remunerazione variabile inclusi i piani basati su azioni, opzioni e altri strumenti finanziari

Con riferimento al “personale più rilevante” una parte della remunerazione variabile viene differita nel tempo e parzialmente erogata in azioni al fine di legare gli incentivi alla creazione di valore nel lungo termine.

In particolare, in applicazione del criterio di proporzionalità, la quota di retribuzione variabile liquidata a pronti (up-front) è pari al 70% del premio totale, mentre la restante quota del 30% sarà erogata dopo un periodo di differimento di tre anni; sia la parte up-front che quella differita viene erogata per l’80% in forma monetaria, mentre il restante 20% in azioni soggette ad un’adeguata politica di mantenimento (retention) con un divieto di vendita di due anni per quelle a pronti e di un anno per quelle differite.

L’erogazione del premio differito è, inoltre, subordinata ad una clausola di malus per il triennio successivo che coinvolge tutto il “personale più rilevante”, inclusi i responsabili ed il personale di livello più elevato delle funzioni di controllo.

Detta clausola di malus potrà incidere sino all’azzeramento della quota di retribuzione variabile differita (30% della retribuzione variabile totale) ed è agganciata al valore dell’EVA rilevato nel triennio.

Page 94: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 94

Il valore soglia al di sotto del quale opererà il meccanismo triennale di “malus” viene identificato in maniera strettamente connessa con il limite massimo del premio.

Infatti viene definito come “valore opposto della somma degli incrementi di EVA annuali individuati come limite per l’erogazione del livello massimo del premio annuale”.

Ovvero indicando con MALUSt3 il valore soglia per il malus triennale e con MaxEVAti le soglie massime annuali si ottiene:

MALUSt3 = - (MaxEVAt1 + MaxEVAt2 + MaxEVAt3) Pertanto la penalizzazione scatterebbe quando la somma di EVA

consuntivato nel triennio risulti apprezzabilmente inferiore alla somma degli obiettivi fissati nello stesso periodo.

Per il restante personale appartenente alla categoria dirigenti la retribuzione variabile viene erogata in forma monetaria senza differimento.

Remunerazione degli amministratori

Sul tema specifico dei compensi agli Amministratori: 1. l’art. 25 co. 1° dello Statuto sociale prevede che “Agli amministratori

spettano un compenso annuale e le medaglie di presenza per le sedute del Consiglio di amministrazione e del Comitato esecutivo, nella misura stabilita dall'assemblea al momento della loro nomina, per l’intero periodo di durata della carica, oltre al rimborso anche in forma forfettaria, delle eventuali spese sostenute per l'esercizio delle loro funzioni”.

2. L’Assemblea dei soci del 30/4/2009 ha fissato la misura dei compensi agli Amministratori da applicare per il triennio 2009-2011, in misura differenziata a seconda dell’incarico ricoperto, ossia: Presidente euro 200.000 lordi, Vice Presidenti euro 100.000 lordi ciascuno, componenti il Comitato esecutivo (esclusi Presidente e Vice Presidenti) euro 70.000 lordi ciascuno, Consiglieri di amministrazione (esclusi Presidente, Vice Presidenti e componenti il Comitato esecutivo) euro 40.000 lordi ciascuno, medaglia di presenza di euro 250 lordi per tutti gli Amministratori che partecipano alle riunioni del C.d.a. e del C.e. (nel caso in cui entrambe le riunioni - C.d.a. e C.e. - abbiano luogo nella medesima giornata, spetta una sola medaglia); conferma delle modalità di rimborso agli Amministratori - previste dalla deliberazione del C.d.a. del 2.11.94 - delle eventuali spese sostenute per l’esercizio delle loro funzioni. Sul tema specifico delle politiche di remunerazione, si richiamano inoltre:

1. la Circolare Banca d’Italia n. 264010/2008 che dispone: • “Lo statuto prevede che l’assemblea ordinaria, oltre a stabilire i

compensi spettanti agli organi dalla stessa nominati, approva: (i) le politiche di remunerazione a favore dei consiglieri di amministrazione…..”;

• “All’assemblea deve essere assicurata adeguata informativa sull’attuazione delle politiche di remunerazione”;

Page 95: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 95

2. l’art. 15 comma 4° dello Statuto che, di conseguenza, stabilisce che “l’assemblea ordinaria dei Soci approva le politiche di remunerazione a favore dei consiglieri di amministrazione, dei dipendenti e dei collaboratori non legati alla società da rapporti di lavoro subordinato”;

3. l’orientamento espresso dalla Banca d’Italia, che raccomanda “particolare attenzione… ai meccanismi di remunerazione e di incentivazione degli amministratori, individuando modalità idonee a correlare i compensi con risultati economici duraturi e, più in generale, ad assicurare che le politiche di remunerazione siano coerenti con le esigenze di prudente gestione dei rischi e le strategie di lungo periodo”;

4. con riferimento all‘introduzione della componente variabile della remunerazione, le “Disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari” della Banca d’Italia, entrate in vigore l’8 aprile 2011 in attuazione della direttiva 2010/76/UE, prevedono che “per i consiglieri non esecutivi devono essere di norma vietati meccanismi di incentivazione”, mentre nei confronti dei Consiglieri esecutivi potrebbe trovare teorica applicazione il p.to 5.1 delle “Disposizioni” stesse, secondo cui “l’intera remunerazione deve essere divisa tra la quota fissa e quella variabile; tra queste due componenti vi deve essere una rigorosa distinzione”.

5. In proposito, fin dallo scorso anno, Banca Marche – che, registrando in bilancio consolidato un totale attivo al 31/12/2010 di poco superiore a 21 miliardi (22 miliardi al 31/12/2012), si configura come istituto “intermedio” e può quindi avvalersi del c.d. “criterio di proporzionalità” (cfr. paragrafo 3.3 delle citate “Disposizioni”) - ha deciso di continuare ad optare per il sistema di remunerazione degli Amministratori su base fissa e, pertanto, di non introdurre – nemmeno per i consiglieri “esecutivi” - il sistema di remunerazione variabile (cfr. delibera dell’Assemblea del 2/5/2011).

6. La decisione di mantenere la struttura dei compensi su base fissa e annuale, piuttosto che su base variabile (adottata da Banca Marche fin dalla sua costituzione) si basa sulle seguenti motivazioni: a) non sono stati delegati specifici poteri gestori a singoli Amministratori,

bensì conferite deleghe di natura collegiale al Comitato esecutivo, il che è in linea con quanto previsto al Paragrafo 7.2 (Remunerazione degli amministratori) del Codice di Autodisciplina della Borsa italiana S.p.A., che prevede che soltanto “per gli amministratori che sono destinatari di deleghe gestionali o che svolgono, anche solo di fatto, funzioni attinenti alla gestione dell’impresa…una parte significativa della remunerazione <sia> legata al raggiungimento di specifici obiettivi di performance, anche di natura non economica, preventivamente indicati…”;

b) l’attuale sistema su base fissa dei compensi agli Amministratori si ispira a criteri di prudente gestione del rischio e risulta altresì adeguato alle dimensioni, alla complessità e alle strategie di lungo periodo della

Page 96: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 96

Banca (cfr. la Circolare della Banca d’Italia 264010 del 2008), prova ne sia il consolidamento nel corso dei vari esercizi dei positivi risultati economico-patrimoniali conseguiti dalla Banca (che costituisce la prova della loro sostenibilità nel tempo), unitamente alla circostanza che essi non risultano essere stati influenzati dall’assunzione di anomali profili di rischio tali da procurare conseguenze negative sul fronte economico e patrimoniale.

Informativa quantitativa

Di seguito vengono indicati per le Società del Gruppo gli importi relativi ai “salari e stipendi” e a quanto accantonato per il sistema incentivante di competenza dell’anno 2011:

Banca delle Marche Carilo Medioleasing

Salari e stipendi 157.041.231 7.712.279 3.332.998

di cui Sistema incentivante 9.600.000 405.396 230.749

Sulla base dei risultati raggiunti con riferimento agli obiettivi assegnati l’ammontare totale del sistema incentivante per l’anno 2011 a favore dei dirigenti risulta pari ad € 1,532 mln.

La seguente tabella riporta le informazioni quantitative aggregate sulle remunerazione dei dirigenti per l’anno 2011, con il dettaglio del personale più rilevante:

cash 80% azioni 20% cash 80% azioni 20%

8 3.451.864,60 696.008,06 625.535,33 350.299,78 87.574,95 150.128,48 37.532,12 19,59%

15 2.314.407,55 440.554,77 340.968,01 18,82%

4 598.923,70 105.642,40 80.000,00 44.800,00 11.200,00 19.200,00 4.800,00 15,89%

2 418.908,93 57.645,59 41.396,63 23.182,11 5.795,53 9.935,19 2.483,80 13,57%

34 3.825.780,98 784.833,99 565.435,43 22,97%

3 419.281,76 49.231,80 30.000,00 16.800,00 4.200,00 7.200,00 1.800,00 11,41%

57 9.592.053,13 1.921.396,82 1.531.938,77

Incidenza massima retribuzione variabile 2011 su retribuzione

complessivaDirigenti Apicali Personale più rilevante

Dirigenti Senior

- di cui Responsabili e personale di livello più elevato delle funzioni di controllo

Categoria N. percettori

Premio 2011 differito al 2015 (30%)

Premio 2011 erogato nel 2012 (70%)Retribuzione

fissaRetribuzione

variabilePremio

2011

- di cui Altri risk takers

Altri Dirigenti

- di cui Responsabili e personale di livello più elevato delle funzioni di controllo

TOTALE

La retribuzione fissa include eventuali benefit attribuiti al personale dirigente ed i compensi corrisposti per incarichi ricoperti presso le Società del Gruppo

Per tutto il personale dirigente è stato rispettato il limite massimo del 25% dell’incidenza della retribuzione variabile sul totale della retribuzione.

Per il Personale Rilevante la quota premio del 2011 liquidata a pronti corrisponde ad € 543.852,37 di cui € 435.081,90 è stata erogata nel mese di aprile in forma monetaria e € 108.770,47 tramite assegnazione di n. 118.099 azioni Banca delle Marche.

Page 97: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 97

Per la definizione del prezzo unitario delle azioni necessario per calcolare il numero di azioni attribuibili a ciascun beneficiario il CdA ha stabilito di prendere come riferimento la media dei prezzi di chiusura delle aste settimanali di compravendita relative al semestre precedente il mese di assegnazione (il valore relativo al periodo ottobre 2011 – marzo 2012 è pari a 0,921 euro).

Sulle azioni attribuite, in base a quanto previsto dalle disposizioni Bankit, durante il periodo di retention non saranno distribuiti i relativi dividendi, la cui liquidazione avverrà solo successivamente al decorso di tale termine e senza produzione di interessi.

Il restante 30% corrispondente ad € 233.079,59 sarà attribuito nel 2015 qualora venga rispettata la clausola di “malus” agganciata al valore dell’EVA rilevato nel triennio.

Nell’anno 2012 è stata, inoltre, erogata la quota del 20% del premio di pertinenza dell’anno 2010 per i dirigenti apicali e senior di Banca delle Marche e Carilo in considerazione del fatto che il Tier 1 ratio del Gruppo, di Banca delle Marche e di Carilo è risultato più elevato rispetto a quello del 2010, mentre per il Medioleasing il valore di riferimento ha segnato una flessione rispetto all’anno precedente. L’importo complessivamente corrisposto è pari ad € 248.800 di cui € 203.600 al personale più rilevante.

Relativamente all’anno 2011 non sono stati erogati premi di inizio rapporto.

Gli importi relativi ai pagamenti per trattamento di fine rapporto riconosciuti durante l’esercizio 2011 ammontano ad € 2.221.509,28 a favore di 2 beneficiari. L’importo più elevato è pari ad € 1.668.108,52.

In merito all’attuazione da parte della Capogruppo delle politiche di remunerazione nei confronti degli Amministratori nel corso del 2011, si precisa che, per le n. 24 sedute di C.d.a. tenutesi nel 2011 e le n. 45 sedute di Comitato esecutivo, sono state corrisposti agli Amministratori € 951.250 a titolo di compenso annuo fisso (€ 860.000) e medaglie di presenza (€ 91.250) come analiticamente esposto di seguito, oltre a rimborsi spese ammontanti complessivamente a € 73.293,78:

Compensi Medaglie Totale Presidente 200.000 10.500 210.500 Vice Presidenti 200.000 20.750 220.750 Amministratori esecutivi 140.000 20.250 160.250 Amministratori non esecutivi 320.000 39.750 359.750 Totale 860.000 91.250 951.250

Page 98: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 98

L’importo complessivamente corrisposto da tutte le società appartenenti al Gruppo agli amministratori ammonta a 1.449 migliaia di euro.

Si precisa che le politiche di remunerazione e il sistema dei compensi degli Amministratori sopra descritti, nonché le motivazioni/considerazioni che le corredano, sono state valutate conformi alle norme di legge, di regolamento, di Vigilanza e di Statuto dalla Funzione di Compliance con il parere n. 5 del 26/3/2012.

Inoltre, la Funzione di Revisione interna ha accertato che le politiche e le prassi di remunerazione adottate dalla Banca nel 2011 nei confronti degli Amministratori sono conformi al contesto normativo e alle politiche di remunerazione adottate nel triennio 2009-2011 (cfr. il documento rilasciato dalla predetta Funzione in data 10/4/2012).

Page 99: Pillar3 - informativa al pubblico 2011 - v. 1.1€¦ · La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto

Informativa al pubblico al 31 dicembre 2011 99

Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari